beati i giusti

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Quarta Beatitudine BEATI I GIUSTI INVESTIGATO!? 2000 L'AGENZIA GIUSTA CHE COGLIE I FURBI CON LE MANI IN PASTA, alla GIUSTIZIA! Finalmente c'è Uno che parla chiaro contro le ingiustizie Mani pulite e ...cuore grande PIÙ DI PRIMA «Non credo più in questa giustizia». È stato l'amaro commento di una mamma dopo la sentenza di assolu- zione degli assassini di sua figlia. E non è l'unica a pen- sarla così. Il disagio verso processi «addomesticati» e conclusi con imprevisti col- pi di spugna è in crescen- do. Tutti speravano in una bonifica generale del siste- ma giudiziario dopo l'ope- razione «mani pulite». A quanto pare si è trattato di un semplice ritocco di fac- ciata. Parole come bustarelle, tangenti, sentenze accomo- date, non sono sparite dal vo- cabolario ordinario. Si so- no semplicemente aggior- nate, perché è aumentato il livello di rischio per quanti hanno fame e sete di soldi, di carriera, di successo facile, di consumi, di lusso. La delusione per la lati- tanza di una «giustizia giusta» sta creando una mentalità da «far west», del giustizie- re che fa tornare i conti co- me meglio può, anche an- dando contro la legge. Lo slogan, partito dal Mon- te delle Beatitudini, inten- deva cercare affamati e as- setati di ben altri generi di consumo: la condivisione dei beni, il rispetto degli altri, l'applicazione giusta delle leggi. Cercasi urgentemente interpreti nella parte giusta ...dei giusti. Dal nostro corrispondente Gerusalemme, 28 d.C. La gente passerebbe delle ore ad ascoltare Gesù. Si vede lon- tano chilometri che lui non parla come un libro stam- pato e imparato a memoria, come invece fanno i profes- sori del Tempio. Arriva di- rettamente al cuore perché prende spunto dalla vita di tutti i giorni. Sa incantare piccoli e grandi anche quan- do «vola alto» con discorsi complicati che riguardano l'aldilà o l'urgenza di con- vertirsi e di accogliere il «Re- gno di Dio». Vanno forte soprattutto le storie che inventa su due pie- di: le chiamano parabole. Ne ha per tutti. Per quelli che badano soltanto alla «fac- ciata» e pensano unicamente alle cose materiali, raccon- ta la storia della casa co- struita sulla sabbia. Per co- loro che non usano bene il tempo a loro disposizione porta l'esempio di cinque ra- gazze furbe e cinque scioc- che. Sarà, forse, un trucco per impressionare gli analfabe- ti? Ma anche i rabbini usa- no le parabole per farsi ca- pire meglio. Lui, però, la fa da vero Maestro, in modo tal- mente convincente e perfet- to che spiazza tutti. In par- ticolare è bravissimo nel par- lare di Dio, da Lui chiamato Padre. Un Padre un po' spe- ciale che aspetta il ritorno a casa del figlio scapestrato per organizzargli una festa da principe. Sappiamo come vanno a finire queste storie. Abbiamo, al contrario, mol- ti dubbi su come andrà a fi- nire la «sua» storia. Troppe avvisaglie in giro annuncia- no tempesta: i grandi capi non lo digeriscono più. Lui, tranquillo, promette felicità a quelli che vivono la giu- stizia come Dio. I nemici, nel frattempo, La vignetta stanno accumulando prove per ...«giustiziare» Lui! M.G. parabole: sono racconti che prendono spunto dal- la vita quotidiana e fini- scono con una morale che invita a cambiare vita. rabbini (da: rabbi = maestro): con questo tito- lo venivano indicati i mi- gliori professori della Leg- ge. Gesù chiese ai suoi di- scepoli di non farsi chiamare così, perché il maestro è uno solo: Dio. La frase «Dobbiamo coniu- gare carità e giu- stizia. N o n s i offra come dono di cari- tà ciò che è dovuto per giustizia» Tonino Bello Il manifesto che attira l'at- tenzione dei ragazzi si rife- risce a un particolare tipo di sfruttamento minorile. Qua- le? Che collegamento c'è tra la fa- me e la giustizia? In che modo è possibile aiu- tare i baby lavoratori?

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BEATITUDINE

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Page 1: beati i giusti

Quarta Beatitudine

BEATI I GIUSTI INVESTIGATO!? 2000 L'AGENZIA GIUSTA

CHE COGLIE I FURBI CON LE MANI

IN PASTA,

alla GIUSTIZIA!

Finalmente c'è Uno che parla chiaro contro le ingiustizie

Mani pulite e ...cuore grande PIÙ

DI PRIMA «Non credo più in questa

giustizia». È stato l'amaro commento di una mamma dopo la sentenza di assolu­zione degli assassini di sua figlia. E non è l'unica a pen­sarla così. Il disagio verso processi «addomesticati» e conclusi con imprevisti col­pi di spugna è in crescen­do. Tutti speravano in una bonifica generale del siste­ma giudiziario dopo l'ope­razione «mani pulite». A quanto pare si è trattato di un semplice ritocco di fac­ciata.

Parole come bustarelle, tangenti, sentenze accomo­date, non sono sparite dal vo­cabolario ordinario. Si so­no semplicemente aggior­nate, perché è aumentato il livello di rischio per quanti hanno fame e sete di soldi, di carriera, di successo facile, di consumi, di lusso.

La delusione per la lati­tanza di una «giustizia giusta» sta creando una mentalità da «far west», del giustizie­re che fa tornare i conti co­me meglio può, anche an­dando contro la legge.

Lo slogan, partito dal Mon­te delle Beatitudini, inten­deva cercare affamati e as­setati di ben altri generi di consumo: la condivisione dei beni, il rispetto degli altri, l'applicazione giusta delle leggi. Cercasi urgentemente interpreti nella parte giusta ...dei giusti.

Dal nostro corrispondente Gerusalemme, 28 d.C. La

gente passerebbe delle ore ad ascoltare Gesù. Si vede lon­tano chilometri che lui non parla come un libro stam­pato e imparato a memoria, come invece fanno i profes­sori del Tempio. Arriva di­rettamente al cuore perché prende spunto dalla vita di tutti i giorni. Sa incantare piccoli e grandi anche quan­do «vola alto» con discorsi complicati che riguardano l'aldilà o l'urgenza di con­vertirsi e di accogliere il «Re­gno di Dio».

Vanno forte soprattutto le storie che inventa su due pie­di: le chiamano parabole. Ne ha per tutti. Per quelli che badano soltanto alla «fac­ciata» e pensano unicamente alle cose materiali, raccon­ta la storia della casa co­struita sulla sabbia. Per co­loro che non usano bene i l tempo a loro disposizione

porta l'esempio di cinque ra­gazze furbe e cinque scioc­che.

Sarà, forse, un trucco per impressionare gli analfabe­ti? Ma anche i rabbini usa­no le parabole per farsi ca­pire meglio. Lui, però, la fa da vero Maestro, in modo tal­mente convincente e perfet­to che spiazza tutti. In par­ticolare è bravissimo nel par­lare di Dio, da Lui chiamato Padre. Un Padre un po' spe­ciale che aspetta i l ritorno a casa del figlio scapestrato per organizzargli una festa da principe. Sappiamo come vanno a finire queste storie. Abbiamo, al contrario, mol­ti dubbi su come andrà a fi­nire la «sua» storia. Troppe avvisaglie in giro annuncia­no tempesta: i grandi capi non lo digeriscono più. Lui, tranquillo, promette felicità a quelli che vivono la giu­stizia come Dio.

I nemici, nel frattempo,

La vignetta

stanno accumulando prove per ...«giustiziare» Lui!

M.G.

parabole: sono racconti che prendono spunto dal­la vita quotidiana e fini­scono con una morale che invita a cambiare vita.

r a b b i n i (da: rabbi = maestro): con questo tito­lo venivano indicati i mi­gliori professori della Leg­ge. Gesù chiese ai suoi di­scepoli di non farsi chiamare così, perché il maestro è uno solo: Dio.

La frase « D o b b i a m o c o n i u ­g a r e c a r i t à e g i u ­

s t i z i a . N o n s i o f f r a c o m e d o n o d i c a r i ­t à c i ò c h e è d o v u t o

p e r g i u s t i z i a » Tonino Bello

• Il manifesto che attira l'at­tenzione dei ragazzi si rife­risce a un particolare tipo di sfruttamento minorile. Qua­le?

Che collegamento c'è tra la fa­me e la giustizia?

• In che modo è possibile aiu­tare i baby lavoratori?

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IN PRIMISSIMO PIANO

La vita di tutti i giorni rielaborata ...con il «botto» finale

Racconta parabole, altro che storie! Dentro la notizia

Con l'aiuto degli esperti del­la redazione culturale, «smon­tiamo» una delle più belle parabole di Gesù sulla giu­stizia divina e umana.

«K I protagonisti principali del­la parabola sono:

• Il re è un vero «signore» (e non un padrone). Immediato il rife­rimento a Dio Padre;

• i servi (o dipendenti) non so­no dei semplici schiavi ma alti ufficiali della burocrazia del re. Ad essi vengono affidate grosse responsabilità finanziarie;

• il dipendente spietato e in­coerente. Non ha per niente im­parato la lezione del re, preten­de addirittura di comportarsi «da padrone» e di emettere la sentenza di condanna per il suo collega. C'è un solo «signore», gli altri sono tutt i «con-servi».

...Dio li sazierà: coloro che vivono nella pratica la beatitu­dine della giustizia (non acca­parrando, rispettando gli altr i , condividendo, condonando i de­biti, perdonando...) verrando ri­pagati bene da Dio. Ci si sazia saziando gli altri.

mm La giustizia di Dio ha due facce: la misericordia assoluta (è la salvezza che condona il de­bito più grande = il peccato, il per­dono da ...50 milioni di euro) e l'ira (da non intendere come rab­bia o vendetta, ma come l'altra faccia della misericordia che si rivela alla persona cui è stato condonato/perdonato tutto e po non fa altrettanto con gli altri).

mm ...chi non pensa solo ad affannarsi per mangiare/bere chi non possiede più del neces­sario, sceglie il Regno di Dio.

Gesù è abilissimo nel fotografare i vizi e le virtù della gente. E l i porta all'attenzione del suo pubblico attra­verso scene e personaggi «puramente inventati» (co­me i n certi f i l m ) , ma i n cui è facile riconoscersi.

Il dipendente spietato «C'era una volta un re...». Comincia così, come tante fa­

vole, i l nuovo racconto inventato da Gesù per i l palato sempre più esigente degli ascoltatori. Un re che decide di dare un'occhiata al registro delle entrate e delle uscite. Scorrendo i nomi dei dipendenti, si becca un mezzo in­farto quando legge i l resoconto di uno che gli deve • 10.000 talenti , una cifra astronomica.

Lo manda a chiamare e gli presenta il conto. Il poveraccio si vede perso: neppure se campasse altri cent'anni po­trebbe restituire i l prestito. «Mi dispiace, se non puoi pa­gare verrai venduto con tua moglie, i figli, la casa, tutto ciò che hai».

Il disgraziato, preso in contropiede, si butta in ginoc­chio: «Dammi del tempo e ti restituirò fino all'ultimo cen­tesimo». Il re, inteneritosi, strappa i l foglio e condona l'e­norme debito.

Appena uscito fuori, i l dipendente incontra un collega al quale aveva imprestato • 100 talenti soltanto. Lo prende per i l collo e lo bistratta come un «cravattaio»: «Rivoglio subito i miei soldi o finirai male!». «Adesso non li ho; ancora qualche giorno e te l i restituirò tutti».

Niente da fare. Adesso o mai più. E spedisce in carcere il piccolo debitore.

La scena non sfugge ad alcuni servi e corrono a riferir­la al padrone. Il re chiama a rapporto i l dipendente stroz­zino e gli dà un'incredibile lavata di capo: «E bravo! Io ti

- ho condonato dei miliardi e tu fai l'usuraio per pochi spiccioli! Andrai in carcere anche tu finché non avrai re­stituito tutto».

Fin qui la storia. Gesù tira «la morale» finale: «Dio è talmente giusto che cancella i vostri debiti stellari con un colpo di spugna, perché è buono. Mentre voi, fate gli spie­tati per pochi spiccioli. Non avete capito proprio niente che cosa significhi essere "giusti"».

(Rielaborato dal Vangelo di Matteo 18,23-35)

La scena è ambientata nel la corte di un grande sovrano.

I Dentro le parole

• 10.000 talenti: erano una montagna di soldi, una cifra impensabile (il getti­to annuo delle tasse di Ero­de in Galilea arrivava «solo» a 200 talenti). Il talento equivaleva a 10.000 denari (un denaro = la paga me­dia giornaliera). In questo caso il debito verso il re equivale a circa 50 milioni di euro. Nel Nuovo Testa­mento il numero 10.000 indica una cifra illimitata, infinita.

• 100 talenti: corrispon­devano a 100 giornate di lavoro (non era una somma da poco, ma faceva ridere ri­spetto all'altra).

mm ...vuol dire la quarta beati­tudine: «Beati quelli che hanno fame e sete di giustizia, perché Dio li sazierà»?

• fame e sete sono due esigen­ze elementari della persona (non si vive senza cibo e acqua);

• la Bibbia usa queste parole per indicare anche bisogni spiritua­li («non fame di pane, né sete d'ac­qua, ma di ascolto della Parola del Signore», Amos 8,11);

• esprimono un profondo desi­derio di Dio («L'anima mia ha se­te di Dio», Salmo 42);

mm L'invito alla giustizia è rivol­to a tutti i discepoli: «Se la vo­stra giustizia non supererà quel­la degli scribi e dei farisei non entrerete ne! regno dei cieli» [Matteo 5,20]

n L'assenza di giustizia si ma­nifesta affamando gli altri, cer­cando solo i propri interessi, di­vinizzando i beni, facendo vitt i­me tra i poveri e i deboli.

Un'aula di tribunale, durante una seduta processuale.

mm La giustizia di Dio è concre­ta e si traduce nel pronto soc­corso dei più deboli («rende giu­stizia agli oppressi, da il pane agli affamati»). Così devono com­portarsi i cristiani.

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I risultati di una nostra indagine

Giustizia giusta: ancora un miraggio? // problema è dibattuto, contestato, risolto con troppe in­coerenze a danno il più delle volte dei deboli e indifesi. Ci sa­rà un giorno una giustizia giusta? Abbiamo raccolto alcu­ni pareri al riguardo.

«Credo che la giustizia esista. . . Sono gli uomini, almeno certi uomini, che hanno smarrito il suo in­dirizzo e non sanno più do­ve abiti!»

Caterina, 21 anni

«Cos'è ingiusto? Vado dietro a Carlo da un anno e lui niente... Arriva Mari-ka e dopo una settimana... zack ... sta con lui! Ti pare giusto?»

Anna, 15 anni

Sono affermazioni che riflet­tono un modo di ragionare abbastanza diffuso con­traddittorio. Su quali sei d'ac­cordo e quali, invece, non ac­cetti? E perché?

«La giustizia? Non è ro­ba di questo mondo!»

Santino, 65 anni

«C'è un solo modo per avere giustizia: farsela da sé... Non come un giusti­ziere del west, ma nel sen­so che ognuno deve impa­rare ad essere più giusto personalmente»

Laura, 17 anni

I litigi sono la scorciatoia di una facile «giustizia-fai-da-te».

Quando si parla troppo di una cosa, viene i l sospet­to che scarseggi sul mercato. È il caso della giustizia. Mai, come in questi ultimi anni, se ne parla. Sarà per la cri­si del sistema giudiziario, per alcune sentenze incom­prensibili, oppure perché è difficile rispettare questo valore?

Tutti invocano una «giustizia più giusta». Da parte degli altri. Ma non da se stessi. Ci si «autoassolve» con troppa facilità rischiando di mescolare i l bene e i l ma­le, gli interessi propri con i l rispetto della verità. Con­tro questa malattia moderna, non ha senso chiedersi: «Che cosa ci si guadagna a essere giusti, se gli altri fanno i furbi?». Niente, in apparenza. Ma ci deve essere qualcuno che non si rassegni alle tante ingiustizie che colpiscono chi non ha un lavoro, un pezzo di pane, una casa per l'ingordigia degli altri . I l giusto si impe­gna, come può, per ridare questi diritti a tutti»

Carlo Craeri, magistrato

Condividi la «lettura» del magistrato sulle ingiustizie modo per risanarle?

e il

Conosci dei casi concreti di persone che pagano ingiu­stamente per le scelte egoistiche degli altri? 0 che non hanno ciò che spetta loro per diritto?

Il padre giusto Un saggio andava alla ricerca del padre giusto.

Girando per i l paese ne vide uno che trattava dura­mente i figli. Gli chiese perché si comportasse in quel modo.

«Mica sono cattivo, sono un padre giusto! Voglio che i miei figli diventino ragazzi forti e capaci di affronta­re ogni difficoltà».

«Non con l a violenza e con la forza si insegna la giustizia!», pensò i l saggio riprendendo i l cammino.

Incontrò un altro papà che non dimostrava di ba­dare molto ai figli.

«Perché non t i curi di loro?», gli domandò. «Altro che! M i comporto da padre giusto, non come

quelli che plagiano i figli . Io lascio liberi i miei di fare le scelte da soli», rispose.

«Chi non h a cura degli altri, non può essere giusto», commentò tra sé i l saggio.

Finalmente osservò un terzo papà che stava lavo­rando con i figli. Aveva un atteggiamento diverso con ognuno di loro. Era molto delicato e attento con i l più piccolo, un po' più severo con i l medio, e più distac­cato con i l grande: si vedeva che ormai si fidava di lui .

«Ecco l'uomo giusto!», concluse i l saggio. «Colui che dà a ciascuno secondo le sue necessità. Con uomini così, non ci sarebbe più chi muore di fame vicino a chi scoppia per aver mangiato troppo!».

Dentro la storia Potendo scegliere, quale dei tre padri preferiresti? E perché?

// rema della giustizia non riguarda soltanto le aule dei tribunali, il codice penale e i giudici che devono applicar­lo. Interessa ogni cittadino. Prova a dire come la vedi tu elencando i suoi ingredienti principali e i relativi atteg­giamenti ingiusti:

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LA PAGINA DEI LETTORI

L a g i u s t i z i a è u n a cosa s e r i a , m a l a s i p u ò i m p a r a r e a n c h e a t t r a v e r s o i l gioco o f a c e n d o piccole a t t i v i t à d i g r u p p o . Se sei d 'accordo, questo a l l o r a è lo spazio . . .giusto p e r a l l e n a r t i .

iniumi.iiuuu Si è giusti veramente quando si dà a ciascuno ciò che gii spetta. Abbina numeri e lettere secondo le «appartenenze»: A. Scala di Richter B. George Orwell C. Satelliti artificiali Nasa D. Computer E. Assisi F. Giuseppe Verdi G. Torino H. Botticelli I. Genova L Roma

1. Museo Egizio 2. Via dei Fori Imperiali 3. La Primavera 4. La Lanterna 5. San Francesco 6. Nabucco 7. Desktop 8. Magnitudo 9. La fattoria degli animali 10. Explorer

(Z-l -P-Ì -£-U -I-D '9-i -S-J -L-a -OTO ;6-fl '8"Y ^uoiznios)

L'edicola del ...muretto di classe è lieta di offrirvi una nuo­va puntata del giornale di gruppo. In questo numero:

Giustizia mondiale Con l'aiuto di un planisfero e delle notizie ricavate da gior­nali, tv e internet, colorate in rosso le nazioni in cui la giusti­zia è palesemente calpestata dalla fame, dalle dittature, dal­la mancanza d'acqua, dalle guer­re (attualmente ne sono in cor­so una cinquantina)... Alla fine del­la ricerca, che estensione ha la superficie rossa rispetto all'al­tra (lasciata in bianco)? Quali

conclusioni potreste tirare in gruppo (o con l'aiuto di qual­che adulto intervistato)?

In casa nostra Evidenziate su alcuni quoti­diani i fatti più clamorosi di cronaca giudiziaria in cui so­no coinvolti minorenni o ado­lescenti. Vi trovate d'accordo con la sentenza finale del tri­bunale? Come avreste giudi­cato voi?

Ok, il prezzo e giusto Per far tornare i conti della tabella è necessario inseri­re l'operazione giusta al posto giusto. Partì dai risulta­ti e guardando i fattori ritrova le operazioni che si so­no perse per la strada, sapendo che ci sono tre addizioni, tre sottrazioni, tre divisioni e tre moltiplicazioni!

9 3 7 = 10

2 5 1 = 10

6 4 8 = 3 = = = 1 4 1

V = = =

e = 8 • X 9

-I H = V X g X Z

+ + -= L + e 6 (:9UOizn|os)

Se il messaggio arrivato sul display ti piace, fallo girare tra gli amici. Altrimenti, inventane uno tu ancora più furbo.

.lì E5J Sei un tipo troppo giusto. Per questo mi piaci!

Il funzionario graziato si vendica con il piccolo debitore.

>er continuare... Tra le parole importanti di ogni puntata, ci sono anche queste che suggeriscono una preghiera e un impegno. So­no una semplice proposta. Per rispondere alla fame e se­te di giustizia che c'è nel mondo.

Troppo giusto! Ci capisco sempre di meno, Signore: ma che cos'è giusto? Anzi, che c'è rimasto di giusto in questo mondo?

Le guerre, forse? Oppure gli attentati e i disastri ecologici e naturali? Sono giuste la fame e la sete di popoli interi? E lo sono le condanne a morte dei colpevoli e perfino degli innocenti?

So già che cosa mi rispondi: «No, non sono giuste». Ma non ti accontenti di un «no» e mi giri altre domande: «È giusto, ragazzo mio, prendere in giro i compagni più scarsi di te a scuola? Trovi perfetto buttare nel cestino la merenda solo perché il pane è duro?».

Piano, Signore, che divento rosso! «E ti senti a posto quando ti nascondi dietro una bugia per paura di un rimprovero? Hai la coscienza tranquilla quando prendi per il collo chi non riesce a restituirti un piccolo prestito?».

Basta, ho capito: fammi avere una fame e una sete indiavolate delle piccole giustizie di tutti i giorni. Con te, renderò più giusto il mio mondo!

traccia un + o un accanto ad ognu­

no di essi e tira le somme. Saprai

se sei un persona che ama e rispetta

questa virtù oppure una che si adat­

ta al clima generale della giustizia ...in­

giusta. Però, poi, non darne la col­

pa solo agli adulti.

Per una settimana intera, tieni sot­

to osservazione i gesti principali del­

la giornata, soprattutto quelli rivol­

ti verso il tuo prossimo. Alla fine