MERCOLEDÌ16APRILE2014 · 2020. 6. 11. · cessione Telco non cambiano la sostanza dei problemi: la...

3
MERCOLEDÌ 16 APRILE 2014 conquiste del lavoro SPECIALE L e telecomunicazioni costituiscono il volano stra- tegico di un’economia avanzata. Scontano in Ita- lia arretratezze tecnologiche e culturali, un mer- cato atrofizzato con un business di breve perio- do. Molteplici sono le necessità del mondo del lavoro, più ancora l’orizzonte moderno che occorre persegui- re. Questi i punti cardinali della rotta che la Fistel Cisl ha tracciato per orientarsi nelle acque difficili di un settore attraversato da profondi cambiamenti. La filiera delle Tlc ha confermato negli ultimi anni le sue difficoltà, accentuate, da una parte, dalla peggio- re crisi economica dell’era moderna, dall’altra dallo sviluppo di una concorrenza tra operatori tanto ag- guerrita quanto miope, basata sulla logica dei prezzi e non dei servizi. Per questo, dice il numero uno della Fistel Vito Antonio Vitale, ”è ora di cambiare parten- do dalla nostra organizzazione. C’è bisogno di mette- re a fattor comune le nostre esperienze, di essere co- stantemente a contatto con i lavoratori, informarli, trasmettere un sano ottimismo, dare speranza, non possiamo gestire solo le emergenze”. Una ricognizione a 360º quella che propone la catego- ria andando a raccontare nel dettaglio la situazione dei principali operatori, degli appalti e dei call center. Questo, in sintesi, lo scenario attuale. La storia di Telecom Italia, per i primi 70 anni tranquil- la, in quanto monopolista, è stata stravolta tra libera- lizzazione e privatizzazione del 1997. Le vicissitudini dell’azionariato sino all’ultima cessione Telco non cambiano la sostanza dei problemi: la necessità di ri- durre il debito. L’innovazione è la parola chiave e la leva strategica che ha determinato il successo di Vodafone in Italia. La Fistel sostiene comunque la necessità di promuove- re l’innovazione in un’azienda che ha fatto di questo tema un suo punto di forza. Con una forte azione sindacale concertata, evitato l’e- sternalizzazione in blocco di tutta Rete Wind, con la relativa cessione di 1.632 dipendenti. I sindacati di ca- tegoria sono riusciti, di concerto con l’azienda, a stipu- lare un importante accordo, valido cinque anni, inno- vativo e audace per attuare un nuovo modello orga- nizzativo. H3G appartiene alla multinazionale cinese Hutchison Whampoa operante nella telefonia mobile con il brand 3. È stato il primo gruppo di telefonia mobile a lanciare la tecnologia Umts in Europa. È un’azienda giovanissima ad oggi anch’essa è in una situazione sta- gnante. Altra questione nodale riguarda gli appalti attraverso i quali vengono gestiti gli interventi d’implementazio- ne e manutenzione della rete nel mondo della telefo- nia e oggi sono nel pieno caos. Si assiste ad un preoc- cupante proliferare di commesse, in appalto e/o su- bappalto, in un sistema regolatorio di mancato rispet- to delle norme di legge. Infine la giungla del mondo dei call center. Aste al ri- basso, delocalizzazioni, far west di microaziende fan- tasma nate e scomparse in un batter di ciglia: questa la situazione caotica del settore. Scenari. È un settore strategico ma logica di breve periodo e guerra dei prezzi rischiano di far saltare il banco Sfida Tlc per la crescita, il sindacato rilancia I grandi player perdono fatturato, appalti e call center restano figli di un dio minore L’unica risposta è un cambio di passo. Vitale (Fistel): avanti con il progetto Cisl Reti

Transcript of MERCOLEDÌ16APRILE2014 · 2020. 6. 11. · cessione Telco non cambiano la sostanza dei problemi: la...

Page 1: MERCOLEDÌ16APRILE2014 · 2020. 6. 11. · cessione Telco non cambiano la sostanza dei problemi: la necessità di ridurre il debito. ... da - prosegue Serao - ma il nostro focus è

MER

COLEDÌ16APR

ILE20

14conq

uiste

dellavoro

SPEC

IALE

Letelecomunicazioni costituiscono il volano stra-tegicodi un’economiaavanzata. Scontano in Ita-lia arretratezze tecnologiche e culturali, unmer-cato atrofizzato con un business di breve perio-

do.Molteplici sono le necessità delmondodel lavoro,più ancora l’orizzontemoderno che occorre persegui-re. Questi i punti cardinali della rotta che la Fistel Cislha tracciato per orientarsi nelle acque difficili di unsettore attraversato da profondi cambiamenti.La filiera delle Tlc ha confermato negli ultimi anni lesue difficoltà, accentuate, da una parte, dalla peggio-re crisi economica dell’era moderna, dall’altra dallosviluppo di una concorrenza tra operatori tanto ag-guerrita quantomiope, basata sulla logica dei prezzi enon dei servizi. Per questo, dice il numero uno dellaFistel Vito Antonio Vitale, ”è ora di cambiare parten-do dalla nostra organizzazione. C’è bisogno di mette-re a fattor comune le nostre esperienze, di essere co-stantemente a contatto con i lavoratori, informarli,trasmettere un sano ottimismo, dare speranza, non

possiamo gestire solo le emergenze”.Una ricognizionea 360º quella chepropone la catego-ria andando a raccontare nel dettaglio la situazionedei principali operatori, degli appalti e dei call center.Questo, in sintesi, lo scenario attuale.La storia di Telecom Italia, per i primi 70 anni tranquil-la, in quantomonopolista, è stata stravolta tra libera-lizzazione e privatizzazione del 1997. Le vicissitudinidell’azionariato sino all’ultima cessione Telco noncambiano la sostanza dei problemi: la necessità di ri-durre il debito.L’innovazione è la parola chiave e la leva strategicache ha determinato il successo di Vodafone in Italia.La Fistel sostiene comunque lanecessità di promuove-re l’innovazione in un’azienda che ha fatto di questotema un suo punto di forza.Conuna forte azione sindacale concertata, evitato l’e-sternalizzazione in blocco di tutta Rete Wind, con larelativa cessionedi 1.632 dipendenti. I sindacati di ca-tegoria sono riusciti, di concerto con l’azienda, a stipu-

lare un importante accordo, valido cinque anni, inno-vativo e audace per attuare un nuovo modello orga-nizzativo.H3G appartiene alla multinazionale cinese HutchisonWhampoa operante nella telefonia mobile con ilbrand 3. È stato il primo gruppo di telefonia mobile alanciare la tecnologia Umts in Europa. È un’aziendagiovanissimaadoggi anch’essa è inuna situazione sta-gnante.Altra questione nodale riguarda gli appalti attraversoi quali vengono gestiti gli interventi d’implementazio-ne emanutenzione della rete nel mondo della telefo-nia e oggi sono nel pieno caos. Si assiste ad un preoc-cupante proliferare di commesse, in appalto e/o su-bappalto, in un sistema regolatorio dimancato rispet-to delle norme di legge.Infine la giungla del mondo dei call center. Aste al ri-basso, delocalizzazioni, far west di microaziende fan-tasma nate e scomparse in un batter di ciglia: questala situazione caotica del settore.

Scenari.Èun settore strategicoma logica di breveperiodoeguerra dei prezzi rischianodi far saltare il banco

SfidaTlcperlacrescita,ilsindacatorilancia

Igrandi playerperdono fatturato, appalti e call center restano figli di undiominoreL’unica rispostaèun cambiodi passo.Vitale (Fistel): avanti con il progettoCisl Reti

Page 2: MERCOLEDÌ16APRILE2014 · 2020. 6. 11. · cessione Telco non cambiano la sostanza dei problemi: la necessità di ridurre il debito. ... da - prosegue Serao - ma il nostro focus è

Vodafone, scommessa innovazionema preoccupano gli ultimi dati

Perché ci giochiamo il futuro

H3G puntasul dinamismo

Telecom: la necessitàresta ridurre il debito

Wind, il punto debolesono gli investimenti

Èdi primaria importanza perla Fistel ribadire la necessi-tà di un solido perimetro

aziendale che eviti ulteriori ces-sioni di rami d’azienda.L’innovazione è la parola chiavee la leva strategica che ha deter-minato il successo di Vodafonein Italia. Nasce nel 1994 comeitalianissima Omnitel e diventail primo operatore mobile alter-nativo a Telecom. Entra a far par-te del Gruppo Vodafone nel2001 per diventare, nel 2003,Vodafone Italia.Dopo una crescita costante ne-gli ultimi 15 anni, Vodafone Ita-lia è oggi leader nel mercato del-la telefonia mobile, con oltre 30milioni di sim attive in tutto il Pa-ese, con un mercato anche nellaTelefonia Fissa suggellato dal-l’acquisizione di Teletu.

”Il mercato ha comunque impo-sto tempi bui anche in questaazienda solida, la cui crescita oc-cupazionale e sul mercato neaveva fatto un riferimento im-portante nel settore - affermaAlessandro Faraoni della segre-teria nazionale Fistel - oggi sia-mo reduci di due cessioni di ra-mo d’azienda importanti ed unapassata sotto gamba. C’è statauna riduzione del personale da10.000 dipendenti del 2004 aiquasi 7.000 odierni. Questi mesisono stati caratterizzati daun’importante vertenza di mobi-lità che si è conclusa positiva-mente con l’uscita concordatadi circa 700 lavoratori. Permanetuttavia un clima di preoccupa-zione dovuto ai non brillanti ri-sultati economici dell’ultimo tri-mestre”.

La Fistel sostiene comunque lanecessità di promuovere l’inno-vazione in un’azienda che ha fat-to di questo tema un suo puntodi forza. Lo scorso novembre,l’azienda ha annunciato un pia-no da 7 miliardi di sterline per in-vestimenti per lo sviluppo di retie servizi di nuova generazione.Per l’Italia, ha deciso di metteresul piatto 3,6 miliardi di euro indue anni, raddoppiando le risor-se per lo sviluppo dei collega-menti a banda ultra larga, mobi-le e fissa.”Vogliamo sostenere come fede-razione - conclude Faraoni - unwelfare d’impianto olivettiano,un costante impegno sociale edambientale, un codice etico im-posto a 360 gradi per tutte le at-tività e scelte interne ed esternedel gruppo”.

Da pubblica a privata, da italiana a stranie-ra. La storia di Telecom Italia, per i primi70 anni tranquilla, in quanto monopoli-

sta, è stata stravolta tra liberalizzazione e pri-vatizzazione del 1997.Le vicissitudini dell’azionariato sino all’ultimacessione Telco non cambiano la sostanza deiproblemi: la necessità di ridurre il debito.Il nostro obiettivo ad oggi - afferma GiorgioSerao della segretaria nazionale - è salvaguar-dare i posti di lavoro e rilanciare Telecom co-me azienda Paese. L’organizzazione aziendalein questi ultimi anni è cambiata radicalmente.Dal 2010 in poi a seguito della crisi e della ridu-zione dei ricavi abbiamo chiuso accordi per di-fendere il perimetro occupazionale ma abbia-mo assistito comunque ad una riduzione delpersonale di alcune migliaia. A breve abbiamodiversi appuntamenti importanti con l’azien-da - prosegue Serao - ma il nostro focus è erimane la strategicità e il rilancio di Telecomsia sul mercato domestico che internazionale,in una visione di profonda innovazione tecno-logica, possibile solo attraverso ingenti investi-

menti sulle nuove Reti e la tutela delle profes-sionalità e dei lavoratori. Telecom necessitàanche di nuove competenze per vincere inno-vare il Paese e questo deve avvenire attraver-so nuove assunzioni di giovani diplomati e lau-reati.”La situazione dei subappalti, il progetto dicessione a 4GR dei negozi sociali, il futuro delcaring evitando la societarizzazione e la chiu-sura di alcune sedi, la scadenza dei contratti disolidarietà, le ricadute della riforma Fornerosul ricambio generazionale e sul remix profes-sionale, sono tutte fonti di preoccupazioneper noi - conclude Serao -. Inoltre è stata de-nunciata da tempo una situazione di grandeconfusione nella gestione degli accordi delloscorso anno che Telecom Italia interpreta inmodo unilaterale o con troppa superficialità”.L’ultimo incontro con Telecom che si è svoltoalla presenza del coordinamento nazionaledelle Rsu ha richiamato l’azienda al rispettodegli accordi e rilanciato le verifiche e le RI sulpiano territoriale.

H3G, acroni-mo di Hu-tchinson 3G,

appartiene allamultinazionale ci-nese HutchisonWhampoa, operan-te nella telefoniamobile con ilbrand 3. È stato ilprimo gruppo di te-lefonia mobile alanciare la tecnolo-gia Umts in Euro-pa. È un’aziendagiovanissima, na-sce in Italia nel1999 e parte com-mercialmente nel2003, con grandedinamismo e pro-motrice da sempre

del cambiamento.Ad oggi, anch’essaè in una situazionestagnante.”Abbiamo sentitoparlare parecchionegli ultimi mesi diuna possibile fusio-ne con Wind - af-ferma Claudio Pen-ta del coordina-mento nazionaleTlc Fistel -la stam-pa divulga voci sucontatti, eventualiproposte, organiz-zazioni, analisi diconsol idamentodel mercato dellatelefonia. L’azien-da all’interno con-tinua a smentire

seccamente”.Il perimetro occu-pazionale appareattualmente stabi-le. L’azienda af-fronta la gestioneoperativa delle at-tività con una rior-ganizzazione inter-na pronunciatache dovrebbe con-sentirle di supera-re le vistose lacu-ne che ne hannocompresso i guada-gni, in particolareper ciò che riguar-da la clientela pri-vata, mentre è inforte sofferenza ilrapporto sulla ca-tegoria business.

“Abbiamo, con una forteazione sindacale con-certata, evitato l’ester-

nalizzazione in blocco di tutta Re-te Wind, con la relativa cessionedi 1.632 dipendenti. Siamo riuscitidi concerto con l’azienda e la SlcCgil e Uilcom Uil - afferma TaniaD’Agostino del coordinamento na-zionale Tlc - a stipulare un impor-tante accordo, valido cinque anni:innovativo e audace per attuareun nuovo modello organizzativoin grado di salvaguardare i posti dilavoro, assicurare i più alti livelli diefficienza e qualità professionale,mantenere la competitività azien-dale e conseguentemente permet-tere la sopravvivenza dell’aziendastessa”. In questo modo i sindaca-ti hanno dato una spinta decisivaa ripensare, prosegue D’Agostino,“l’assetto organizzativo senza per-mettere che si procedesse di baio-

netta: recuperare la produttivitàattraverso l’internalizzazione di at-tività assegnate a fornitori ester-ni, riorganizzare totalmente le atti-vità di rete per raggiungere un effi-cientamento del settore, ridefini-re il calcolo del premio di risultatobasato solo sul Ebitda di esercizio,rimodulare ferie, permessi, orarie superminimi assorbibili. Questaè la logica di un accordo coraggio-so sia per i lavoratori, che s’impe-gnano in questo modo in primapersona a migliorare le sorti del-l’azienda, sia per l’impresa che ri-nuncia responsabilmente allescorciatoie scommettendo sul la-voro”.Certo, riconosce D’Agostino, il pro-blema di fondo resta, ma il sinda-cato intende dare il suo contribu-to per risolverlo: gli investimentinecessari per la crescita, quelli sul-la rete, per ora non ci sono.

Le telecomunicazioni costituiscono il vo-lano strategico di un’economia avanza-ta. Scontano in Italia arretratezze tecno-logiche e culturali, un mercato atrofizza-

to con un business di breve periodo. Moltepli-ci sono le necessità del mondo del lavoro, piùancora l’orizzonte moderno che occorre per-seguire. La Fistel Cisl ha tracciato di recente,in occasione del proprio Coordinamento sulleTelecomunicazioni, un’ampia riflessione.La filiera delle Tlc ha confermato negli ultimianni le sue difficoltà, accentuate, da una par-te, dalla peggiore crisi economica dell’era mo-derna, dall’altra dallo sviluppo di una concor-renza tra operatori tanto agguerrita quantomiope, basata sulla logica dei prezzi e non deiservizi.Il sensibile calo del reddito disponibile dellefamiglie, la guerra alle offerte al ribasso tracompetitor, la necessità impellente di investi-re sulle reti ha portato una diminuzione signi-ficativa del fatturato, -2,4% su base annua,dell’intero settore quindi sia tra i fornitori diapparati di servizi di rete, sia tra gli operatoridi telefonia fissa e mobile, sia tra le aziende asupporto come i call center.

Analizzando la situazione precipua del siste-ma Italia vediamo come il mercato della tele-fonia fissa confermi un peggioramento impor-tante a causa della continua decrescita dellelinee fisse. Gli obiettivi dell'Agenda digitaleeuropea vogliono che tutta la popolazione ab-bia almeno i 30 MB e il 50% i 100 MB entro il2020. In Italia siamo a quota 15 e 10% rispetti-vamente e per ora i piani degli operatori, an-che nel lungo periodo, non si spingono oltre il50%. Questo sarà l’anno in cui l'Italia dovreb-be finalmente eliminare il digital divide, dan-do una copertura di almeno 2 Megabit al100% della popolazione, in quanto nel 2014 sifaranno le prime reti di banda ultra larga(30-100 Megabit) con fondi pubblici.La telefonia mobile d’altro canto, ha necessi-tà impellente di investire sugli apparati e sullereti di nuova generazione, mentre ha satura-to il mercato in tempi ristretti, si ritrova conspazi di crescita assai ridotti e le campagnecommerciali troppo aggressive sembrano piùfonte di perdite che di guadagni. Le voci di fat-turato che permettono utili reali per le azien-de non sono più quelle legate al Gsm, bensì al4G: dati: servizi, applicazioni. La politica di

contenimento dei costi non sembra sortiregrandi effetti se non quello di mettere a ri-schio posti di lavoro e di ridurre le commessecon i fornitori esterni. Le aziende in sostanzasoffrono.L’Italia è rimasta a guardare mentre venivasvenduta Telecom, primo operatore di telefo-nia fissa e mobile, agli spagnoli di Telefonica.Ha permesso che l’ex monopolista del setto-re della telefonia falciasse il lavoro passandoda 110.000 dipendenti del 1997 ai 47.000odierni. Continua a tollerare l’esternalizzazio-ne di settori strategici per poi dichiarare esu-beri del personale. Non riesce a garantire illavoro all’interno dei confini nazionali, am-mettendo appalti all’estero per servizi di cu-stomer care che andrebbero gestiti con la tu-tela della legge italiana e nell’eccellenza dellenostre professionalità.”È ora di cambiare questo stato di cose - sotto-linea con un intervento forte e coraggioso ilsegretario generale della Fistel Cisl, Vito Anto-nio Vitale - partendo dalla nostra organizza-zione. C’è bisogno di mettere a fattor comu-ne le nostre esperienze, di essere costante-mente a contatto con i lavoratori, informarli,

trasmettere un sano ottimismo, dare speran-za, non possiamo gestire solo le emergenze”.“Dobbiamo far sentire il nostro peso, la no-stra volontà di cambiamento - prosegue VitoVitale - dobbiamo organizzare le nostre strut-ture territoriali in dipartimenti per esserepronti, efficaci e solerti sia a livello nazionaleche a livello locale. La Fistel è impegnata adindirizzare le grandi e piccole aziende versopolitiche industriali sane, a difendere i postidi lavoro”.Si tratta, anche, “di superare i privilegi di po-chi - conclude il leader della Fistel - oggi dob-biamo impegnarci strenuamente per difende-re i posti di lavoro, consolidare la presenzanelle aziende con nuovi iscritti, rilanciare unsettore centrale per l’economia italiana gesti-to con superficialità e leggerezza. La nostra or-ganizzazione deve essere sempre più leadernelle Telecomunicazioni con unaprogettualità integrata, legata ad un solidosviluppo dell’occupazione, per questo Cisl Re-ti rappresenta uno strumento insostituibileper dare maggior forza alle politiche industria-li e qualificare il lavoro.

Ubaldo Pacellaha collaborato Sabrina Attenni

MER

COLE

DÌ1

6A

PRIL

E20

14

4conq

uiste

dellavoro

spec

iale

Page 3: MERCOLEDÌ16APRILE2014 · 2020. 6. 11. · cessione Telco non cambiano la sostanza dei problemi: la necessità di ridurre il debito. ... da - prosegue Serao - ma il nostro focus è

MER

COLE

DÌ1

6A

PRIL

E20

14

6conq

uiste

dellavoro

spec

iale

Gli appalti at-traverso i qua-li vengono ge-

stiti gli interventid’implementazio-ne e manutenzionedella rete nel mon-do della telefoniasono nel pieno ca-os. Si assiste ad unpreoccupante proli-ferare di commes-se, in appalto e/osubappalto, in un si-stema regolatoriodi mancato rispettodelle norme di leg-ge. La politica deglialtri operatori dellatelefonia fissa e mo-bile punta all’abbat-timento tout courtdei prezzi. Una logi-ca al massimo ribas-so che è diventataormai insostenibilee porta le aziendedi istallazione tele-fonica e impianti direte al fallimento incaso di virtuosismonella gestione o al-

la degenerazionedel mercato in casodi soluzioni alterna-tive.Una vera giunglanel mondo degli ap-palti con gravissi-me conseguenzesia sulla qualità delservizio offerto, siasul rispetto dellenorme sulla sicurez-za sui posti di lavo-ro, con la prolifera-zione di lavoro irre-golare sugli impian-ti e l’utilizzo da par-te di sub appaltato-ri di lavoratori in ne-ro.La problematicastrutturale di que-sta situazione èche, oltre a genera-re fenomeni di eva-sione fiscale, contri-butiva e previden-ziale, sta mettendoa rischio la sopravvi-venza delle maggio-ri aziende d’inge-gneria di rete che

per decenni hannoassicurato lo svilup-po delle reti di tele-comunicazioni.Da un lato vengonostrangolate le im-prese, dall’altrovengono calpestatii diritti dei lavorato-ri. La Fistel Cisl - af-ferma Nino Clemen-te coordinatore na-zionale appalti - oc-cupandosi del casoappalti irregolari, sipone in prima lineaper denunciare que-sta situazione, tan-to da essere prontaa presentare alleprocure di tutt’Ita-lia, agli ispettoratidel Ministero del La-voro e a quelli del-l’Inps rapporti sututte le irregolaritàche ne scaturisco-no, chiamando a ri-sponderne civil-mente e penalmen-te le aziende appal-tatrici.

Aste al ribasso, delo-calizzazioni, farwest di microazien-

de fantasma nate escomparse in un batterdi ciglia: questa la situa-zione caotica del settoredei call center.Le organizzazioni sinda-cali di concerto, preso at-to che le misure conte-nute nella Legge del2012 sono state total-mente disattese, hannodeciso di dare vigore alla

propria azione lancian-do una campagna di de-nuncia e di sensibilizza-zione su tali problemati-che. Stiamo presentan-do - afferma SalvatoreCapone della segreterianazionale - denunce pe-nali ed esposti alla Procu-ra della Repubblica di Ro-ma, oltre ad azioni pres-so le Autorità delle Co-municazioni, nei con-fronti di aziende di callcenter e committenti

che vengono meno al-l’osservanza delle leggia tutela dei lavoratoridel settore.Molto si è legiferato inmerito al rispetto dellenorme sul trattamentodei dati personali, ma inItalia le gare d’appaltoper l’assegnazione deiservizi di customer caresono ancora ferme allaricerca delle offerte alminor costo senza consi-derare il rischio di perdi-

ta in qualità del servizio,di dumping sociale, didiffusione di dati sensibi-li in Paesi non sufficien-temente controllabili.Nonostante la situazio-ne caotica del Paese edel mercato del lavoro -afferma Matteo Lupi del-la segreteria nazionaleFistel - questo è l’unicosettore che ha continua-to a generare occupazio-ne per giovani e donne,soprattutto al Sud. A cau-

sa dei processi di deloca-lizzazione, però, questosta venendo meno inmodo rapido e traumati-co.L’Italia ha già speso 480milioni di euro in tre an-ni per sostenere questosettore, senza però rilan-ciare l’occupazione.Chiediamo interventiqualificanti - concludeLupi - soprattutto allegrandi Aziende pubbli-che o partecipate che

hanno l’obbligo etico,ora più che mai, di contri-buire a creare lavoro ereddito in Italia. Il temadei call center va ripen-sato puntando su: ridu-zione dell’Irap, defisca-lizzazione delle spese te-lefoniche, controlli suisubappalti all’estero perpromuovere uno svilup-po industriale e di quali-tà dei servizi che premila professionalità italia-na.

Caosappalti:stopalmassimoribasso

Lagiungladelmondodeicallcenter