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Con lo Studio Passi la Regione Basilicata prosegue la sua attività di approfondimento delle vaste potenzialità aperte dalle politiche della Prevenzione, per una valida azione sanitaria che si mostri in grado di contrastare i fattori di rischio alla base di patologie connesse agli stili di vita non corretti.

Con l’adesione agli obiettivi programmatici del Centro Nazionale per la Prevenzione ed il Controllo delle Malattie (CCM) la Regione ha implementato interventi di forte impatto sociale, come gli screening, il cui obiettivo esplicito è quello di ridurre, sul medio-lungo periodo, le cause di mortalità e morbilità nella popolazione adulta (dai tumori, alle malattie cardiovascolari, al diabete) causate dai fattori comportamentali.

Lo Studio Passi vede sinergicamente coinvolti nel perseguimento di tali obiettivi il Ministero della Salute, le Regioni, il Centro nazionale di epidemiologia, sorveglianza e promozione della salute (CNESPS), l’Istituto Superiore di Sanità, con l’obiettivo ambizioso per i prossimi anni di una razionalizzazione effi cace di tale sorveglianza a livello nazionale.

Scopo precipuo della presente indagine è appunto quello di analizzare determinati ambiti sociali al fi ne di cogliere le ripetitività comportamentali associate all’incremento dei fattori di rischio o alla loro riduzione. Nella fattispecie vengono prese in considerazione: attività fi sica, fumo, alimentazione, consumo di alcol, sicurezza stradale, ipertensione e ipercolesterolemia, screening del cancro della mammella, del collo dell’utero e del colon retto.

Attraverso l’individuazione delle cause principali che favoriscono l’insorgere di determinate patologie e con un’informazione adeguata alla popolazione, si possono perfezionare gli interventi sanitari delle strutture interessate e coinvolgere attivamente gli stessi attori sociali quali protagonisti diretti e consapevoli della promozione del proprio stato di salute, confermando nelle concrete scelte comportamentali che la prevenzione è il modo più effi cace per combattere le malattie legate agli stili di vita.

Mette conto di sottolineare che i risultati di questo Studio sono il frutto del lavoro di analisi condotto dai funzionari regionali e dagli operatori del Servizio Sanitario Regionale. Ad essi va un apprezzamento non rituale per il contributo che, ancora una volta, hanno assicurato alla maturazione di una coscienza collettiva correttamente orientata a preservare ed esaltare l’incalcolabile valore del bene-salute.

Rocco ColangeloAssessore Salute, Sicurezza e Solidarietà Sociale, Assessore Salute, Sicurezza e Solidarietà Sociale, Assessore SServizi alla Persona e alla Comunità Regione Basilicata

A cura di: Giuseppe MontaganoMassimiliano GalloRegione Basilicata – Direzione Generale del Dipartimento Salute, Sicurezza, Solidarietà Sociale, Servizi alla Persona e alla Comunità

Gruppo PROFEA del Centro Nazionale di Epidemiologia, Sorveglianza e Promozione della Salute (CNESPS ISS) dell’Istituto Superiore di Sanità (CNESPS ISS): Carla Bietta, Giovanna De Giacomi, Pirous Fateh-Moghadam, Tolinda Gallo, Francesco Sconza, Massimo Trinito.

Con la supervisione di Nicoletta Bertozzi, Nancy Binkin e Alberto Perra (CNESPS ISS).

Con il prezioso supporto a livello regionale di Gabriella Cauzillo, Gerardo Becce, Emilio Chiarolla e Gio-vanni Petrosillo (Regione Basilicata - Dipartimento Salute, Sicurezza, Solidarietà Sociale, Servizi alla Persona e alla Comunità).

Con il prezioso supporto a livello nazionale di Antonino Bella, Bruno Caffari, Chiara Cattaneo, Silvia Colitti e Paola Scarpetta (CNESPS ISS).

Si rivolge un vivo ringraziamento a tutti quelli che hanno contribuito alla realizzazione dello studio, in modo particolare ai Dirigenti di Distretto coinvolti nello studio ed ai loro valorosissimi collaboratori. Questo studio non sarebbe stato possibile senza la collaborazione attiva e competente degli operatori coinvolti nell’organizzazione dell’inchiesta e nell’esecuzione delle interviste.

Coordinatori aziendali:Ciriello G., Frangione M., Denisi V., Cilla, Russo A., Pietrafesa G., Verrastro V., Amendolara G., Potenza C., Amoia V.

Intervistatori: Amico N., Amoroso, Archetti M., Benvenuto C., Carlucci M., Chietera, Cristiano, Deorsi D., Diani D., Di Palo M., Di Stasi M., Fiore F., Genovese A., Giorgio C., Giuratrabocchetti G., La Tocca S., Latacci, Lombardi F., Maruggi M., Mazzucca M. I., Pellegrino L., Petagine V., Prisco E., Sommessa M.

Si ringraziano i Medici di Medicina Generale e i Sindaci dei comuni dell’Azienda per la preziosa colla-borazione fornita.

Si ringraziano inoltre tutte le persone che ci hanno generosamente dedicato tempo e attenzione per la raccolta delle informazioni e dei dati necessari alla realizzazione di questo Studio.

Per qualsiasi informazione o chiarimento contattare:Massimiliano Gallo 0971 668851 – [email protected] - [email protected] Basilicata - Dipartimento Salute, Sicurezza, Solidarietà Sociale, Servizi alla Persona e alla Comunità Via della Regione Basilicata – 85100 Potenza

Grafi ca e impaginazione Palmarosa Fuccella | Cooperativa Educational Service

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INDICE

SINTESI INTRODUZIONE OBIETTIVI METODI RISULTATI DELLA SPERIMENTAZIONE DESCRIZIONE DEL CAMPIONE AZIENDALE

Aspetti socio-demografi ci Conclusioni e raccomandazioni

PERCEZIONE DELLO STATO DI SALUTEBuona percezione del proprio stato di saluteGiorni in cattiva salute percepiti al meseConclusioni e raccomandazioni

ATTIVITÀ FISICA Sedentari e attivi Promozione attività fi sicaConclusioni e raccomandazioni

ABITUDINE AL FUMO Distribuzione dell’abitudine al fumo Caratteristiche dei fumatoriInformazione sull’abitudine al fumo da parte di un operatore sanitarioConsigli sullo smettere di fumareCome hanno smesso di fumare gli ex fumatoriEsposizione al fumo in ambiente domesticoEsposizione al fumo nel luogo di lavoroConclusioni e raccomandazioni

ABITUDINI ALIMENTARIQuanti mangiano 5 porzioni di frutta e verdura al giorno Quanti conoscono il “5 a day”Conclusioni e raccomandazioni

CONSUMO DI ALCOLQuante persone devonoQuanti i bevitori a rischioQuali sono le caratteristiche dei bevitori “binge”Informazione sul consumo di alcol da parte di un operatore sanitarioConclusioni e raccomandazioni

SICUREZZA STRADALEL’uso dei dispositivi di sicurezzaQuanti guidano in stato di ebbrezza Conclusioni e raccomandazioni

VACCINAZIONE ANTINFLUENZALEQuanti si vaccinanoConclusioni e raccomandazioni

VACCINAZIONE ANTIROSOLIAQuante donne sono vaccinateQuante donne sono suscettibiliConclusioni e raccomandazioni

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IPERTENSIONEL’ultima misurazione della pressione arteriosaQuanti sono ipertesiCome viene trattata l’ipertensioneConclusioni e raccomandazioni

COLESTEROLEMIAQuanti hanno effettuato una misurazione del colesteroloQuanti hanno livelli alti di colesterolemiaCome viene trattata l’ipercolesterolemiaPerché non si assumono farmaciConclusioni e raccomandazioni

SITUAZIONE NUTRIZIONALEQual è lo stato nutrizionale della popolazioneQuanti sono in eccesso ponderaleConclusioni e raccomandazioni

SCREENING NEOPLASIA DEL COLLO DELL’UTEROQuante hanno eseguito un pap testQual è l’adesione alle linee guida/raccomandazioniConsigliato il pap testConclusioni e raccomandazioni

SCREENING TUMORE DEL COLON RETTOQuanti hanno effettuato un test per il tumore del colon rettoConclusioni e raccomandazioni

SCREENING NEOPLASIA DELLA MAMMELLAQuante hanno eseguito una mammografi aQual è l’adesione alle linee guida/raccomandazioniConsigliata la mammografi aConclusioni e raccomandazioni

TABELLA RIASSUNTIVA DEI RISULTATI DELLO STUDIO PASSI

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SINTESI DEL RAPPORTO AZIENDALE

Quali sono i risultati principali?

Descrizione del campione aziendale: nella Regione Basilicata sono state intervistate un campione casuale di 597 persone, selezionate dalla lista anagrafi ca sanitaria. Il 51,8% degli intervistati è rappresentato da uomini e il 48,2% da donne con un’età media di 43,8 anni. Più della metà ha un livello di istruzione alto (Scuola media superiore/laurea).

Percezione dello stato di salute: il 29,1% delle persone intervistate ritiene appena suf-fi ciente o cattivo il proprio stato di salute mentre il 36,3% dei soggetti con almeno una patologia severa ha una percezione positiva del proprio stato di salute.

Attività fi sica: è completamente sedentario il 31,9% del campione e solo il 16,7% aderisce alle raccomandazioni sull’attività fi sica. In un terzo dei casi i medici si informano e consi-gliano genericamente di svolgere attività fi sica.

Abitudine al fumo: il 25,3% si dichiara fumatore e il 14.1% ex fumatori. Il 68,2% dei fuma-tori dichiara di aver ricevuto consiglio di smettere da parte di un operatore sanitario.

Abitudini alimentari: si osserva un buon livello di consumo di frutta e verdura anche se solo il 11,2% aderisce alle raccomandazioni internazionali consumando frutta e verdura cinque volte al giorno, abitudine questa scarsamente diffusa nelle persone tra i 18-34 anni e negli uomini.

Consumo di alcol: si stima che la metà della popolazione tra 18 e 69 anni consumi bevande alcoliche e il 2,5 abbia abitudini di consumo considerate a rischio. (complessivamente il 8,4% è forte bevitore o “binge”). Gli operatori sanitari si informano solo raramente sulle abitudini dei loro pazienti in relazione all’alcol e consigliano raramente di moderarne il consumo.

Sicurezza stradale: si osserva invece un buon livello dell’uso dei dispositivi di sicurezza (79,7% cintura anteriore sempre) fatta eccezione per l’uso della cintura di sicurezza sui sedili posteriori che viene utilizzata sempre solo nel 17,9% degli intervistati. L’ 8,0% degli intervistati dichiara di aver guidato in stato di ebbrezza nel mese precedente all’intervista e il 10,9% di essere stato trasportato da chi guidava in stato di ebbrezza.

Vaccinazione antinfl uenzale: in media solo il 29,4% delle persone, tra i 18 e i 65 anni, con almeno una condizione a rischio per le complicanze dell’infl uenza (diabete, tumore, malattie cardiovascolari) si è vaccinata lo scorso anno.

Vaccinazione antirosolia: il numero di donne vaccinate alla rosolia risulta essere il 9,9%; la percentuale di donne suscettibili o con stato immunitario sconosciuto è pari al 28,9%.

Ipertensione: si stima che sia iperteso un quarto della popolazione tra i 18 e 69 anni. Al 13,7% non è mai stata misurata la pressione arteriosa.

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Colesterolemia: il 23% della popolazione dichiara di avere valori elevati di colesterolemia, di cui il 20,8% dichiara di essere sotto trattamento farmacologico. Uno su quattro dichiara che non gli è mai stato misurato il colesterolo.

Situazione nutrizionale: è in sovrappeso il 34,8% del nostro campione e gli obesi sono il 12,4%. L’eccesso ponderale riguarda 47,2% della popolazione.

Screening neoplasia del collo dell’utero: il 68% delle donne tra 25 e 64 anni ha eseguito almeno un pap test nella vita e l’63,1% l’hanno eseguito almeno ogni tre anni come racco-mandato.

Screening tumore del colon retto: appena il 11,4% degli ultracinquantenni ha eseguito un test per la ricerca del sangue occulto nelle feci (una sigmoidoscopia o una colonscopia a scopo preventivo).

Screening neoplasia della mammella: il 63,5% delle donne tra 50 e 69 anni ha effettuato almeno una mammografi a, ma una proporzione minore (51,0%) l’ha eseguita a intervalli di due anni.

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INTRODUZIONE

Lo studio PASSI si inserisce tra le attività promosse dal Centro Nazionale per la Prevenzione ed il Controllo delle Malattie (CCM), recentemente istituito in Italia, che riconosce tra i propri obiettivi strategici la promozione di stili di vita sani. L’adozione di stili di vita non corretti rappresenta oggi una vera e propria emergenza sanitaria, che comporta l’aumento di rischio delle le principali cause di mortalità e morbilità nella popolazione adulta (malattie cardiovascolari, tumori, diabete…).

Il Ministero della Salute e le Regioni hanno identifi cato la necessità di attivare una sorve-glianza sui fattori di rischio comportamentali ed i programmi di intervento realizzati per la promozione di comportamenti di vita più sani. A tale scopo il CCM ha affi dato al Centro nazionale di epidemiologia, sorveglianza e promozione della salute (CNESPS) dell’Istituto Su-periore di Sanità (in particolare il gruppo PROFEA) l’incarico di sperimentare la realizzazione di uno studio di popolazione, denominato PASSI, con la prospettiva di una messa a regime di tale sorveglianza a livello nazionale nei prossimi anni.

I principali ambiti studiati sono attività fi sica, fumo, alimentazione, consumo di alcol, sicu-rezza stradale, ipertensione e ipercolesterolemia, screening del cancro della mammella, del collo dell’utero e del colon retto.

Attualmente i dati sui determinanti di salute e sull’adozione di misure di prevenzione ven-gono raccolte a livello nazionale e regionale attraverso indagini periodiche multiscopo del-l’Istat. Le informazioni a livello locale sono carenti: questo limite rende diffi cile la valuta-zione degli effettivi progressi di salute ottenuti a seguito dell’adozione dei programmi di prevenzione attivati dalle aziende sanitarie locali.

Con PASSI i dati sono stati tempestivi e rappresentativi non solo della realtà regionale, ma anche aziendale. Lo studio sancisce così l’idea che il progresso sanitario di un sistema di salute (anche quello aziendale) passa per una maggiore interazione fra domanda e offerta dei servizi, fra utenti ed erogatori di cure su quali siano le priorità di salute e sull’evoluzione degli interventi.

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OBIETTIVI DELLO STUDIO

Obiettivo generaleMonitorare alcuni aspetti della salute della popolazione italiana di età compresa fra i 18 e i 69 anni in rapporto ad interventi di programmi specifi ci (in atto o in via di realizzazione) relativi ai principali fattori di rischio comportamentali e all’adozione di misure preventive previste.

Obiettivi specifi ci

1. Aspetti socio-demografi ci- descrivere le variabili socio-demografi che principali del campione (età, sesso, livello

di istruzione, cittadinanza, stato civile) e valutare eventuali correlazioni tra questi e i fattori di rischio indagati

2. Salute e qualità di vita percepita- stimare lo stato di salute percepito dalla popolazione in studio, compresa la media

dei giorni in cattiva salute per cause fi siche e mentali e dei giorni limitanti le abi-tuali attività

3. Attività fi sica- stimare la proporzione di persone che praticano attività fi sica moderata e intensa - stimare la proporzione di popolazione che aderisce alle raccomandazioni internazio-

nali sull’attività fi sica - individuare gruppi a rischio per sedentarietà ai quali indirizzare gli interventi di

promozione- stimare la proporzione di persone benefi ciari di interventi di promozione individuale

dell’attività fi sica da parte degli operatori sanitari 4. Abitudine al fumo

- stimare la prevalenza di fumatori, non fumatori ed ex-fumatori- stimare il livello di attenzione degli operatori sanitari al problema del fumo- stimare la prevalenza di fumatori ai quali è stato rivolto il consiglio di smettere di

fumare da parte di operatori sanitari- descrivere le modalità più frequenti di disassuefazione al fumo - stimare il livello del rispetto delle norme anti-fumo sul posto di lavoro- stimare il livello dell’esposizione al fumo passivo in ambito domestico - descrivere la ricaduta della legge sul divieto di fumare nei luoghi pubblici

5. Abitudini alimentari- stimare le prevalenze riferite di soggetti sottopeso, normopeso, sovrappeso ed obesi

tramite il calcolo dell’Indice di Massa Corporea.- stimare la proporzione di popolazione che ha ricevuto consigli su consumi alimen-

tari corretti da operatori sanitari- stimare la proporzione di popolazione che adotta consumi alimentari corretti (con-

sumo giornaliero di 5 porzioni di frutta e verdura) - stimare la proporzione di popolazione che ha ricevuto consigli da operatori sanitari

riguardo il peso corporeo, che ha tentato di perdere o mantenere il peso e che ha intrapreso azioni (dieta, attività fi sica) per farlo

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6. Consumo di alcol- stimare la proporzione di consumatori di alcol distinguendo consumatori modesti e

forti- stimare la frequenza di consumo a rischio (binge e consumo fuori pasto)- valutare il grado di attenzione degli operatori sanitari all’uso dell’alcol - stimare la prevalenza di forti consumatori o consumatori a rischio ai quali è stato

consigliato di ridurre il consumo di alcol7. Sicurezza stradale

- stimare la prevalenza di persone che utilizzano i dispositivi di sicurezza (cintura anteriore, cintura posteriore, casco)

- stimare la proporzione di persone che riferiscono di aver guidato dopo assunzione di alcolici

- stimare la proporzione di persone trasportate da chi ha assunto alcolici8. Vaccinazioni in età adulta

- stimare la prevalenza di donne 18-45 anni che sono state vaccinate contro la roso-lia

- stimare la prevalenza di donne 18-45 anni che hanno effettuato un rubeo-test- stimare la percentuale di soggetti appartenenti a gruppi a rischio vaccinati contro

l’infl uenza.- stimare la prevalenza dei soggetti di 18-65 anni affetti da patologie croniche che

hanno effettuato la vaccinazione antinfl uenzale9. Fattori di rischio cardiovascolare

- stimare la proporzione di popolazione cui è stata misurata la pressione arteriosa, la colesterolemia e la glicemia e quando è avvenuto l’ultimo controllo

- stimare la prevalenza di persone che riferiscono di essere affette da ipertensione o ipercolesterolemia e che stanno seguendo un trattamento (farmaci e altre misure, come perdita del peso e attività fi sica)

- stimare la prevalenza di popolazione che riferisce di aver calcolato con il suo medico il rischio cardiovascolare sulla carta di rischio cardio-vascolare di recente introdu-zione

10. Screening oncologici- stimare la prevalenza di donne 50-69 anni che hanno effettuato almeno una mam-

mografi a a scopo preventivo, la periodicità dell’effettuazione e se la mammografi a è stata effettuata all’interno di un programma di screening stimare la prevalenza di donne 25-65 anni che hanno effettuato almeno un paptest a scopo preventivo, la periodicità dell’effettuazione e se è stata effettuato all’interno di un programma di screening stimare la prevalenza di persone ≥50 anni che hanno effettuato la ricerca del sangue occulto nelle feci e/o sigmoido-colonscopia, la periodicità dell’effettua-zione e se è stata effettuata all’interno di un programma di screening

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METODI

Tipo di studio

Studio trasversale di prevalenza puntuale tramite somministrazione telefonica di un questio-nario standardizzato.

Popolazione in studio La popolazione in studio è costituita dalle persone di 18-69 anni iscritte nelle liste di anagrafe sanitaria regionale (aggiornato al 31.12.2004). Criteri di inclusione nello studio sono stati la residenza nel territorio di competenza dell’ASL e la disponibilità di un recapito telefonico. I criteri di esclusione il ricovero o l’ istituzionalizzazione durante il periodo dell’indagine.

Strategie di campionamento

Il metodo scelto è stato il campionamento casuale semplice direttamente effettuato sulle liste di anagrafe sanitaria di ogni ASL (200 per ognuna). La dimensione del campione prevista è stata di 1.000 individui, calcolata usando i metodi statistici standard in base alla prevalenza delle variabili principali e per ottenere una stima con un buon grado di appros-simazione con un intervallo di confi denza al 95%. Questi sono i risultati dei questionari validati per ogni ASL:

ASL interviste1 Venosa 1902 Potenza 1503 Lagonegro 04 Matera 1955 Montalbano 62

Interviste

I cittadini selezionati sono stati preventivamente avvisati dall’Azienda tramite una lettera personale informativa, così come i loro Medici di Medicina Generale ed i Sindaci di tutti i comuni. I dati raccolti sono quelli autoriferiti dalle persone intervistate senza l’effettuazione di mi-surazioni dirette da parte di operatori sanitari.Le interviste alla popolazione in studio sono state fatte da assistenti Sanitari del Diparti-mento di Prevenzione. L’intervista telefonica è durata in media 20-25 minuti.La somministrazione del questionario è stata preceduta dalla formazione degli intervistatori. La formazione, della durata di un giorno, ha avuto per oggetto le modalità del contatto e il rispetto della privacy delle persone, il metodo dell’intervista telefonica e la somministrazio-ne del questionario telefonico con l’ausilio di linee guida appositamente elaborate.

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Analisi delle informazioni

La registrazione e l’analisi dei dati raccolti sono state effettuate utilizzando il software EPI Info, versione 3.3. L’analisi è stata condotta sia per l’Azienda sia aggregando i dati delle 123 ASL partecipanti livello nazionale senza il metodo della pesatura. Per agevolare la comprensione del presente rapporto i risultati sono stati espressi in mas-sima parte sotto forma di percentuali e proporzioni, riportando le stime puntuali con gli intervalli di confi denza solo per la variabile principale.

Etica e privacy

In base alla normativa vigente il presente studio non rientra nei casi di legge in cui è previ-sta la notifi ca al Garante della Privacy. E’ stato richiesto la valutazione e l’approvazione del Comitato Etico dell’Istituto Superiore di Sanità.

Le persone selezionate per l’intervista sono state informate per lettera sugli obiettivi e le modalità di realizzazione dell’indagine e sulle modalità adottate dallo studio per garantire privacy e confi denzialità. Gli intervistatori hanno contattato direttamente per telefono le persone selezionate per spiegare gli obiettivi e i metodi dello studio, garantendo la riserva-tezza delle informazioni raccolte. Prima dell’intervista, l’intervistatore ha spiegato nuova-mente obiettivi dello studio, vantaggi e svantaggi per l’intervistato e le misure adottate per garantire la privacy.

I dati nominativi erano contenuti nella prima pagina del questionario somministrato all’in-tervistato, che è stata separata dal questionario stesso e conservata per alcuni giorni, in un luogo sicuro, sotto la responsabilità del coordinatore aziendale dell’indagine. Dopo la validazione del questionario da parte del coordinatore regionale, le prime pagine con i dati nominativi sono state distrutte. Nessun dato nominativo è più rintracciabile nel supporto informatico della base di dati.

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RISULTATI DELLA SPERIMENTAZIONE

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DESCRIZIONE DEL CAMPIONE AZIENDALE

La popolazione in studio è costituita da circa 400.000 assistiti di età compresa tra 18 e 69 anni iscritti nella lista di anagrafe sanitaria delle ASL della Regione Basilicata al 31/12/2004. Le 597 interviste al campione di popolazione estratto da tale lista sono state effettuate dagli operatori sanitari regionali.

Quali sono le caratteristiche demografi che degli intervistati?

L’età e il sesso

• Nelle ASL della regione il 48,2% del campione intervistato è costituito da donne.

• il 27,6% degli intervistati è compreso nella fascia 18-34 anni, il 35,7% in quella 35-49 e il 36,7% in quella 50-69.

Il titolo di studio

• Nelle ASL della regione il 3,4% del campione non ha alcun titolo d’istruzione, il 15,7% ha la licenza elementare, il 28,5% la licenza media inferiore, il 44,2% la licenza media superiore, il 8,2% è laureato.

• questa distribuzione è simile a quella riscontrata nel campione relativo a tutte le altre ASL partecipanti all’indagine.

Campione per età e sessoAAUUSSLL Basilicata Passi, 2005

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Campione per titolo di studioBasilicata - Passi, 2005

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Il livello di istruzione

• il 52,4% del campione presenta un alto grado d’istruzione (licenza media superiore e laurea); tale livello è maggiore nelle fasce più giovani, in particolare tra i 18 ed i 34 anni.

• nelle ASL partecipanti all’indagine il 51% presenta un alto livello d’istruzione; l’andamento per classi d’età è sovrapponibile.

Lo stato civile

• Nelle ASL della regione i coniugati/conviventi rappresentano il 69,2%, celibi/nubili il 28,1%, vedovi/e il 1,8%, separati/divorziati il 0,8%.

• La distribuzione per stato civile è in linea con quanto rilevato nelle ASL partecipanti.

Il lavoro

• Nelle ASL della regione il 53,6%del campione (tra i 18 e i 65 anni) riferisce di lavorare rego-larmente.

• le donne risultano complessiva-mente meno occupate rispetto agli uomini (35,5% 71,3%); tra i giovani si registra un basso tasso di occupazione.

• nelle ASL partecipanti riferisco-no di lavorare regolarmente il 74% degli uomini e il 51% delle donne.

Le categorie dello stato civile

Lavoro regolare per classe d’età e sessoAAUUSSLL Basilicata - Passi, 2005

Alto grado d’istruzione per classe d’etàBasilicata - Passi, 2005

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Il livello di istruzione

Lo stato civile

Il lavoro

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Conclusioni e raccomandazioni

Il campione nelle ASL della regione è rappresentativo dell’anagrafe assistiti e pertanto an-che i risultati dello studio possono essere estesi alla popolazione aziendale. Le differenze nel livello di istruzione per età suggeriscono l’opportunità di una varietà di strategie di comunicazione per affrontare i problemi prioritari di salute. Il basso tasso di occupazione registrato tra i giovani rappresenta a livello aziendale una forte criticità sotto l’aspetto socio-economico.

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PERCEZIONE DELLO STATO DI SALUTE

La relazione tra salute e qualità di vita percepita è stata oggetto sin dagli anni ‘80 di studi che hanno dimostrato come lo stato di salute percepito a livello individuale sia strettamente correlato ai tradizionali indicatori oggettivi di salute quali la mortalità e la morbosità. Lo stato di salute percepito risulta inoltre correlato sia alla presenza delle più frequenti malat-tie croniche sia ai loro fattori di rischio (per esempio sovrappeso, fumo, inattività fi sica).

La salute percepita è stata valutata con il metodo dei “giorni in salute” che misura la perce-zione del proprio stato di salute e benessere attraverso quattro domande: lo stato di salute autoriferito, il numero di giorni nell’ultimo mese in cui l’intervistato non si è sentito bene per motivi fi sici, il numero di giorni in cui non si è sentito bene per motivi mentali e/o psi-cologici, e il numero di giorni in cui ha avuto limitazioni per motivi fi sici e/o mentali.

Quanti cittadini hanno una buona percezione del proprio stato di salute?

• Nelle ASL della regione il 70,9% degli intervistati giudica in modo positi-vo il proprio stato di salute (buono o molto buono).

• in particolare si dichiarano più soddi-sfatti della loro salute e la defi nisco-no molto buona o buona:

- i giovani nella fascia 18-34 anni- gli uomini - le persone con alta istruzione* - le persone senza patologie severe.

• nelle ASL partecipanti allo studio il 64% delle persone intervistate giudi-ca buono o molto buono il loro stato di salute; si dichiarano più soddisfat-ti della propria salute i giovani, gli uomini, le persone con un livello di istruzione più alto e quelle non affet-te da una o più patologie severe.

* istruzione bassa: nessun titolo, licenza elementare e licenza media inferiore; istruzione alta: da scuola media superiore** almeno una delle seguenti patologie: Ictus, infarto, altre malattie cardiovascolari, diabete, malattie respiratorie

Stato di buona salute percepito

ASL Basilicata – Passi, 2005

CaratteristicheDemografi che %

Totale 70,9Età

18 - 34 88,535 - 49 78,450 - 69 50,2

SessoM 76,1F 65,3

Istruzione*bassa 60,2alta 80,5

Patologia Severa**

presente 36,3assente 77,1

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PERCEZIONE DELLO STATO DI SALUTE

Quanti cittadini hanno una buona percezione del proprio stato di salute?

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Quanti sono i giorni di cattiva salute percepiti in un mese?

• Nelle ASL della regione le persone intervistate riferiscono una media di circa 2-3 giorni al mese in cattiva salute sia per motivi fi sici sia per motivi psicologici; le attività abituali sono limitate per circa 2 giorni al mese.

• nelle ASL partecipanti il numero di giorni in cattiva salute è risultato di 3,3 per motivi fi sici, 3,2 per motivi psicologici, mentre le abituali attività sono limitate per 1,6 gg al mese.

Conclusioni e raccomandazioni

L’analisi dei dati inerenti la percezione dello stato di salute rivela a livello aziendale valori in linea con l’indagine multiscopo 1999-2000, ribadendo le correlazioni con età, sesso e livello di istruzione. L’analisi della media dei giorni in cattiva salute o limitanti le abituali attività, stratifi cata per sesso ed età, conferma la più alta percezione negativa del proprio stato di salute nella classe d’età più avanzata e nelle donne.Le misure della qualità della vita possono costituire una banca di dati utili nell’individua-zione, attuazione e valutazione di interventi preventivi di sanità pubblica in particolare a livello di ASL, livello al quale questi dati sono in genere mancanti.

Giorni in cattiva salute percepitaBasilicata– Passi, 2005

Caratteristiche Demografi che

N° gg/mese perMotivi Fisici

Motivi Psicologici

AttivitàLimitata

Totale 2,9 2,5 2,2

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ATTIVITÀ FISICA

La sedentarietà è causa di 1,9 milioni di decessi all’anno nel mondo e, insieme ad una cattiva alimentazione, è alla base dell’attuale epidemia di obesità.

L’attività fi sica moderata e regolare gioca un ruolo importante nell’infl uenzare l’aspettativa di vita: si stima infatti che riduca di circa il 10% la mortalità per tutte le cause. Le persone attive presentano un rischio notevolmente ridotto di andare incontro a patologie di tipo cardiovascolare, ictus ischemico, diabete tipo 2, cancro del colon, osteoporosi, depressione e traumi da caduta.

Esiste ormai un largo consenso circa il livello di attività fi sica da raccomandare alla popo-lazione: 30 minuti di attività moderata per almeno 5 giorni alla settimana oppure attività intensa per più di 20 min per almeno 3 giorni.

I consigli dati dai medici ai loro pazienti (in combinazione con altri interventi) si sono dimostrati utili nella promozione dell’attività fi sica nella popolazione generale e in gruppi particolari a rischio.

Quanti sedentari e quanti attivi fi sicamente?

• Nelle ASL della mia regione il 16,7% delle persone intervistate riferisce di effettuare un lavoro pesante o aderisce alle raccomandazioni sull’attività fi sica;

il 51,4% non effettua un lavoro pesante e pratica attività fi sica in quantità inferiore a quanto raccomandato ed il 31,9% è completamente sedentario.

• i completamente sedentari sono i meno giovani, le donne e le persone con basso livello di istruzione.

• tra le ASL partecipanti all’indagine, il 42% aderisce alle raccomandazioni sull’attività fi sica o svolge un lavoro pesante, il 35% pratica attività fi sica in quantità inferiore a quanto raccomandato ed il 23% è completamente sedentario.

* chi svolge meno di 10 minuti d’attività fi sica alla settimana e non effettua un lavoro pesante ** istruzione bassa: nessun titolo, licenza elementare, licenza media inferiore; istruzione alta: da scuola media superiore^ le differenze risultano statisticamente signifi cative (p=0,0005)

SedentarietàASL Basilicata – Passi, 2005

Caratteristichedemografi che Sedentari, %*

Totale 31,9Età

18 - 34 29,135 - 49 33,850 - 69 32,1

Sesso^uomini 31donne 32,8

Istruzione**

19

ATTIVITÀ FISICA

Quanti sedentari e quanti attivi fi sicamente?

Gli operatori sanitari promuovono l’attività fi sica dei loro pazienti?

• Nelle ASL della regione le persone inter-vistate riferiscono che il 34% dei medici si informa in merito al livello di attività fi sica e nel 27,5% dei casi raccomanda di fare regolare attività fi sica.

• solo il 7,4% ha ricevuto dal medico in-formazioni dettagliate su tipo, frequen-za e durata dell’attività da svolgere e al 34% è stato chiesto, in occasione di vi-site successive, l’andamento dell’attività fi sica precedentemente consigliata.

• complessivamente solo il 27,5% dei pa-zienti dichiara di aver ricevuto insieme consigli, informazioni più dettagliate e domande successive sull’andamento del-l’attività consigliata.

• tra le persone delle altre ASL parteci-panti all’indagine il 38% riferisce di aver ricevuto domande sul livello di attività fi sica ed il 40% ha ricevuto il consiglio di farla, l’11% ha avuto informazioni su tipo, frequenza e durata ed il 10% la ve-rifi ca in occasione di visite successive. La percentuale di persone che ha ricevu-to i consigli completi era del 7%.

Attività fi sica e consigli dei medici,ASL Basilicata 2005

Conclusioni e raccomandazioni

Si stima che circa 31,9% della popolazione delle ASL della mia regione conduca uno stile di vita sedentario e non pratichi suffi ciente attività fi sica; pur essendo questo livello di seden-tarietà minore rispetto a quello complessivo delle altre ASL partecipanti, rimane un ampio margine per migliorare il livello di attività fi sica.

Il 34% dei medici si informano e consigliano genericamente di svolgere attività fi sica ai loro pazienti, mentre la percentuale che danno consigli più dettagliati è solo del 7,4%.

Tuttavia l’opera del medico da sola non è suffi ciente ed occorrono interventi comunitari promossi e sostenuti da parte della Sanità Pubblica e di altri attori (esperti di nutrizione, corsi di attività fi sica, ecc.).

Att

ività

fi si

ca

Progressi delle Aziende Sanitarie per la Salute in Italia

20

L’ABITUDINE AL FUMO

Il fumo di tabacco è tra i principali fattori di rischio nell’insorgenza di numerose patologie cronico- degenerative (in particolare a carico dell’apparato respiratorio e cardiovascolare) ed il maggiore fattore di rischio evitabile di morte precoce.

L’abitudine al fumo negli ultimi 40 anni ha subito notevoli cambiamenti: la percentuale di fumatori negli uomini storicamente maggiore si è in questi anni progressivamente ridotta, mentre è cresciuta tra le donne, fi no a raggiungere nei due sessi valori paragonabili; è inol-tre in aumento la percentuale di giovani che fumano.

Evidenze scientifi che mostrano come la sospensione del fumo dimezza il rischio di infarto al miocardio già dopo un anno di astensione; dopo 15 anni il rischio diventa pari a quello di un non fumatore. I fumatori che smettono di fumare prima dei 50 anni riducono a metà il proprio rischio di morire nei successivi 15 anni rispetto a coloro che continuano a fumare.

I medici e gli altri operatori sanitari rivestono un ruolo importante nell’informare gli assistiti circa i rischi del fumo; un passo iniziale è quello di intraprendere un dialogo con i propri pazienti sull’opportunità di smettere di fumare.

Oltre agli effetti del fumo sul fumatore stesso è ormai ben documentata l’associazione tra l’esposizione al fumo passivo ed alcune condizioni morbose. La recente entrata in vigore della norma sul divieto di fumo nei locali pubblici è un evidente segnale dell’attenzione al problema del fumo passivo.

Come è distribuita l’abitudine al fumo?

• Nelle ASL della Basilicata i fumatori sono pari al 25,3%, gli ex fumatori al 14,1%, e i non fumatori al 60,6%.

• l’abitudine al fumo è più alta tra gli uomini che tra le donne (34% versus 16%); tra le persone che non hanno mai fumato prevalgono le donne (74,7% versus 47,6%).

• tra le ASL partecipanti all’indagine, i fumatori rappresentano il 26%, gli ex fumatori il 20% e i non fumatori il 54%.

*Fumatore: soggetto che dichiara di aver fumato più di 100 sigarette nella sua vita e attualmente fuma tutti i giorni o qualche giorno**Ex fumatore: soggetto che dichiara di aver fumato più di 100 sigarette nella sua vita e attualmente non fuma da almeno 6 mesi ***Non fumatore: soggetto che dichiara di aver fumato meno di 100 sigarette nella sua vita e attualmente non fuma

Abitudine al fumo ASL Basilicata – Passi, 2005

21

L’ab

itudi

ne a

l fum

o

Quali sono le caratteristiche dei fumatori?

• si sono osservati tassi più alti di fu-matori tra le classi d’età più giovani tra gli uomini rispetto alle donne, l’età media di inizio dell’abitudine al fumo è 18 anni.

• in media si fumano circa 15 sigarette al giorno.

• tra le ASL partecipanti la percentuale di fumatori è risultata più alta tra i più giovani e gli uomini; non vi sono differenze per livello di istruzione; l’età media di inizio è 18 anni e la me-dia di sigarette fumate al giorno è pari a 14.

* Fumatore: soggetto che dichiara di aver fumato più di 100 sigarette nella sua vita e attualmente fuma tutti i giorni o qualche giorno** istruzione bassa: nessun titolo, licenza elementare, licenza media inferiore; istruzione alta: da scuola media superiore; le differenze risultano statisticamente signifi cative (p=0,00)^ le differenze risultano statisticamente signifi cative (p=0,00)

A quante persone sono state fatte domande in merito alla loro abitudine al fumo da parte di un operatore sanitario?

• Nelle ASL della mia regione circa un intervistato su due dichiara di esse-re stato intervistato da un operatore sanitario sulle proprie abitudini al fumo.

• riferisce di essere stato interpellato da un operatore sanitario sulla pro-pria abitudine al fumo ben il 67,5% dei fumatori, il 41,7% degli ex fuma-tori e il 28,5% dei non fumatori.

% di persone interpellata da un sanitario sulle proprie abitudini al fumo

ASL Basilicata, 2005

Caratteristichedemografi che % Fumatori*

Totale 25,3Età, anni

18 - 24 22,125 - 34 26,835 - 49 27,250 - 69 23,7

Sesso ^M 34F 16

Istruzione**bassa 25,4alta 25,2

Progressi delle Aziende Sanitarie per la Salute in Italia

22

A quanti fumatori è stato consigliato da un operatore sanitario di smettere di fumare? E perché?

• il 68,2% dei fumatori ha rice-vuto il consiglio di smettere di fumare da parte di un operatore sanitario.

• il consiglio è stato dato preva-lentemente a scopo preventivo (32,5%)

• il 31,8% dei fumatori dichiara altresì di non aver ricevuto al-cun consiglio da parte di opera-tori sanitari

Consiglio di smettere di fumare da parte di operatori sanitari e motivazione

ASL Basilicata, 2005

Conclusioni e raccomandazioni

Più della metà dei fumatori ha ricevuto il consiglio di smettere, evidenziando un accettabile livello di attenzione al problema da parte degli operatori sanitari. Sono comunque pochi i fumatori che hanno smesso di fumare grazie all’ausilio di farmaci, gruppi di aiuto ed ope-ratori sanitari. Risulta pertanto opportuno un ulteriore consolidamento del rapporto tra operatori sanitari e pazienti per valorizzare l’offerta presente di opportunità di smettere di fumare.

Il fumo nelle abitazioni e soprattutto nei luoghi di lavoro merita ancora attenzione, nono-stante l’attenzione al fumo passivo posta dall’entrata in vigore della nuova legge sul divieto di fumo nei locali pubblici.

23

Abi

tudi

ni a

limen

tari

ABITUDINI ALIMENTARI

Le malattie associate all’eccesso alimentare e ad una dieta sbilanciata sono ormai tra le cause di malattia e morte più rilevanti nei paesi industrializzati. Le patologie per le quali la dieta gioca un ruolo importante comprendono cardiopatie ischemiche, alcuni tipi di neopla-sia, ictus, ipertensione arteriosa, obesità e diabete mellito non insulino-dipendente.

È riconosciuta l’importanza di alcuni alimenti nel proteggere dall’insorgenza di alcune ma-lattie: il dato di un’associazione protettiva fra l’elevato consumo di frutta e verdura e neo-plasie è ormai infatti consolidato. Per questo motivo viene consigliato il consumo di frutta e verdura tutti i giorni: l’adesione alle raccomandazioni internazionali prevede il consumo di almeno cinque porzioni di frutta e verdura al giorno (“5 a day”).

Quante persone mangiano 5 porzioni di frutta e verdura ogni giorno?

• Nelle ASL della mia regione il 89,6% degli intervistati dichiara di mangiare frutta e verdura almeno 1 volta al giorno.

• solo il 11,2% aderisce alle racco-mandazioni, consumando frutta e verdura 5 volte al giorno.

• questa abitudine è più diffusa tra le persone con più di 18 anni e tra le donne. Non si osservano invece differenze rilevanti dovute al grado di istruzione.

• nelle ASL partecipanti la percentua-le di chi aderisce al “5 a day” risulta del 13%, più alta tra i 50-69enni e, anche in questo caso, signifi cativa-mente più diffusa tra le donne.

Quanti conoscono il “5 a day”? E da chi ne hanno sentito parlare?

• il 64% degli intervistati delle ASL della regione conosce il “5 a day “(rispetto al 56% delle ASL parte-cipanti).

• questa informazione deriva in gran parte da TV, radio e giornali;

% Provenienza dell’informazione su 5 a dayASL Basilicata – Passi, 2005

Abitudini alimentariASL Basilicata – Passi, 2005

Caratteristichedemografi chedemografi chedemografi che

Adesione al “5 a day”* (%)(%)

Totale 11,211,2 (IC95%:8,9-14,1) (IC95%:8,9-14,1)Età

18 - 34 23,523,535 - 49 11,311,350 - 69 11

Sesso ^uomini 7,87,8donne 14,914,9

Istruzione**bassa 9,29,2alta 13,113,1

* coloro che hanno dichiarato di mangiare 5 volte al giorno frutta e verdura** istruzione bassa: nessun titolo, licenza elementare, licenza media inferiore; istruzione alta: da scuola media superiore^ le differenze risultano statisticamente signifi cative (p=0,038)

Progressi delle Aziende Sanitarie per la Salute in Italia

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Conclusioni e raccomandazioni

Nelle ASL della regione la maggior parte delle presone consuma giornalmente frutta e ver-dura, ma solo l’11,2% mangia frutta e verdura 5 volte al giorno. Questo limitato consumo può essere in parte attribuibile alla scarsa consapevolezza dell’importanza di questa abitu-dine alimentare: infatti meno della metà delle persone intervistate ha sentito parlare della rilevanza di questo per la salute.

La diffusione dell’informazione da parte del medico su questo corretto comportamento risulta in generale bassa. Appare pertanto opportuno sensibilizzare gli operatori sanitari sull’importanza di questo aspetto, garantendo una stretta collaborazione con i servizi di prevenzione e con i medici di medicina generale.

25

Con

sum

o di

alc

ol

CONSUMO DI ALCOL

L’alcol insieme a fumo, attività fi sica e alimentazione ha assunto un’importanza sempre maggiore per le conseguenze che il suo uso eccessivo può avere soprattutto per i giovani. L’abuso di alcol porta più frequentemente a comportamenti ad alto rischio individuale e per gli altri (quali guida veloce di autoveicoli, comportamenti sessuali a rischio e lavoro in con-dizioni psico-fi siche inadeguate, violenza) nonché al fumo e/o all’abuso di droghe rispetto ai coetanei astemi.

Il danno causato dall’alcol, oltre che al bevitore, si estende alle famiglie e alla collettività, gravando sull’intera società: si stima infatti che i prodotti alcolici siano responsabili del 9% della spesa sanitaria.

Le persone a rischio particolare di conseguenze sfavorevoli per l’alcol sono coloro che bevo-no fuori pasto, coloro che sono forti consumatori (più di 3 unità alcoliche -lattine di birra, bicchieri di vino o bicchierini di liquore- al giorno per gli uomini e più di 2 per le donne) e coloro che indulgono in grandi bevute o binge drink (consumo di almeno una volta al mese di 6 o più unità di bevanda alcolica in un’unica occasione).

I medici e gli altri operatori possono svolgere un ruolo importante nella prevenzione del-l’abuso di alcol: un passo iniziale è quello di intraprendere un dialogo con i propri pazienti riguardo al consumo di alcol.

Quante persone bevono?

• Nelle ASL della regione la percen-tuale di persone intervistate che, nell’ultimo mese, riferisce di aver bevuto almeno una unità di be-vanda alcolica (almeno una lattina di birra o un bicchiere di vino o un bicchierino di liquore) è risultata del 49,4%.

• si sono osservati tassi più alti nei giovani (in particolare nella fascia 24-44 anni), negli uomini e nelle persone con alto livello di istru-zione.

• tra le ASL partecipanti la percentua-le rilevata è risultata pari al 64%, con tassi più alti nei uomini (79% v. 50%) e nelle persone con alto livel-lo di istruzione (67% v 60%). I tas-si non appaiono signifi cativamente diversi per classi d’età.

Consumo di alcolASL Basilicata– Passi, 2005

Caratteristichedemografi che

% che ha bevuto ≥1 unità di bevanda alcolica* nell’ultimo

meseTotale 49,449,4 (IC95%:45,3-53,5) (IC95%:45,3-53,5)Età, anni, anni

18 - 24 41,241,225 - 34 55,755,735 - 49 51,251,250 - 69 47,547,5

Sesso^uomini 67,667,6donne 29,929,9

Istruzione**bassa 48,648,6alta 50,250,2

* una unità di bevanda alcolica equivale a una lattina di birra o un bicchiere di vino o un bicchierino di liquore.** istruzione bassa: nessun titolo, licenza elementare, licenza media inferiore; istruzione alta: da scuola media superiore - differenze statisticamente signifi cative (p=0,04)^ le differenze risultano statisticamente signifi cative (p<0,0001)

Progressi delle Aziende Sanitarie per la Salute in Italia

26

Quanti sono bevitori a rischio?

• Complessivamente il 9,9% degli in-tervistati può essere ritenuto un con-sumatore a rischio (fuoripasto, forte bevitore, “binge”).

• Il 8,4% è un bevitore “binge” (ha bevuto cioè nell’ultimo mese almeno una volta 6 o più unità di bevande alcoliche in una sola occasione).

• Il 2,5% può essere considerato un for-te bevitore (più di 3 unità/giorno per gli uomini e più di 2 unità/giorno per le donne).

• complessivamente il 16,3% può esse-re ritenuto un consumatore a rischio (fuoripasto o forte consumo o “bin-ge”).

• Tra le ASL partecipanti il 12% beve fuoripasto, il 8% è un bevitore “bin-ge” e il 6% è un forte bevitore.

Consumo di alcol

ASL Basilicata, 2005

Quali sono le caratteristiche dei bevitori “binge”?

• questo modo di consumo di alcol rite-nuto pericoloso risulta più diffuso tra i giovani, negli uomini e nelle persone con più alto livello di istruzione.

• tra le ASL partecipanti la percentuale di bevitori “binge” è risultata pari al 8%, con un modello simile di valori più alti nei 18-24enni (14%), negli uomini (14% vs 2%) e leggermente più alti nelle persone con alto livello di istruzione (9% vs 7%).

Bevitori “binge”ASL Basilicata – Passi, 2005

Caratteristichedemografi chedemografi chedemografi che

Bevitori “binge”* (n=28)(n=28)

Totale8,4

(95% CI 6,3-11,0)11,0)

Età, anni, anni18 - 24 13,213,225 - 34 10,310,335 - 49 9,99,950 - 69 4,64,6

Sesso^M 13,913,9F 2,42,4

Istruzione**bassa 7alta 9,69,6

* coloro che hanno dichiarato di aver bevuto nell’* coloro che hanno dichiarato di aver bevuto nell’* coloro che hanno dichiarato di aver bevuto nell ultimo mese almeno una volta 6 o più unità di bevanda alcolica in un’unica occasione. Una unità di bevanda alcolica equivale ad una lattina di birra o ad un bicchiere di vino o ad un bicchierino di liquore.** istruzione bassa: nessun titolo, licenza elementare, licenza media inferiore; istruzione alta: da scuola media superiore; la differenza risulta statisticamente signifi cativa (p=0,03).^ le differenze risultano statisticamente signifi cative (p<0,0001)

27

Con

sum

o di

alc

ol

Conclusioni e raccomandazioni

Nelle ASL della regione si stima il 2,5% della popolazione abbia abitudini di consumo considerabili a rischio, mentre il 16,3% del campione beve più di quanto desiderabile. Come nelle altre ASL anche nelle ASL della mia regione gli operatori sanitari si informano solo raramente sulle abitudini dei loro pazienti in relazione all’alcol e consigliano raramente di moderare il consumo dell’alcol.I rischi associati all’alcol sembrano venire sottostimati probabilmente per il carattere diffuso dell’abitudine e per la sovrastima dei benefi ci che possono derivare dal suo consumo in quantità molto modeste. Occorre pertanto diffondere maggiormente la percezione del rischio collegato al consumo dell’alcol sia nella popolazione generale sia negli operatori sanitari.

Progressi delle Aziende Sanitarie per la Salute in Italia

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SICUREZZA STRADALE

Ogni anno in Italia gli incidenti stradali causano circa 8.000 morti, 170.000 ricoveri e 600.000 prestazioni di pronto soccorso, cui seguono circa 20.000 invalidi permanenti con costi sociali ed umani elevatissimi. Gli incidenti stradali rappresentano la prima causa di morte negli uomini sotto i 40 anni ed una delle cause principali di invalidità.

Il 60% degli incidenti stradali è conseguente a fattori umani: abuso di alcol, farmaci, so-stanze psicotrope, uso di apparecchi mobili alla guida, mancato utilizzo dei dispositivi di sicurezza o malattie che possono alterare lo stato di attenzione del guidatore.

Si stima che l’istituzione di controlli sistematici dell’alcolemia possa ridurre di circa un quar-to gli incidenti mortali e che l’uso delle cinture di sicurezza possa prevenire il 45-60% dei casi mortali e il 50-65% dei traumi moderati-severi.

L’uso dei dispositivi di sicurezza

• Nelle ASL della regione la percentuale di persone intervistate che riferiscono di usare sempre la cintura anteriore di sicurezza è pari al 79,7%; tra le perso-ne che viaggiano sul sedile posteriore, l’uso della cintura è invece ancora poco diffuso (17,9%).

• tra le persone che vanno in moto o in motorino oltre il 78,4% riferisce di usare sempre il casco.

• nelle ASL partecipanti le percentuali sono risultate le seguenti: cintura an-teriore sempre 83%, cintura posteriore sempre 20% e casco sempre 88%.

Uso dei dispositivi di sicurezzaASL Basilicata Passi - 2005

29

Sicu

rezz

a st

rada

le

Quante persone guidano in stato di ebbrezza?

• Nell’ultimo mese il 8% degli intervistati dichiara di aver guidato in stato di eb-brezza nel mese precedente l’indagine; questa abitudine è più diffusa tra i gio-vani e negli uomini.

• il 10,9% riferisce di essere stato tra-sportato da chi guidava in stato di eb-brezza.

• tra le ASL partecipanti la percentuale di chi guida in stato di ebbrezza è risultata pari all’11% (16% tra i guidatori). La classe di età con percentuali più elevate è quella 25-34 anni e il sesso più inte-ressato è quello maschile (20% vs 2%).

Conclusioni e raccomandazioni

Nelle ASL della regione si registra un buon livello dell’uso dei dispositivi di sicurezza, fatta eccezione per l’uso della cintura di sicurezza sui sedili posteriori. Per contro appaiono a rischio in particolar modo i giovani tra 18 e 35 anni che si mettono alla guida in stato di ebbrezza.

Alla luce di queste considerazioni risulta importante continuare e rafforzare gli interventi di promozione della salute nei luoghi di aggregazione giovanile (pub, discoteche) in associa-zione con l’attività sanzionatoria da parte delle forze dell’ordine, con particolare attenzione al controllo dell’uso della cintura posteriore e dell’alcolemia.

Guida in stato di ebbrezzaASL Basilicata – Passi, 2005

Caratteristichedemografi che

Guidain stato di ebbrezza*

(%)(%)Totale 8,08,0 (IC95%:6,0-10,6) (IC95%:6,0-10,6)Età*

18 - 24 10,310,325 - 34 10,310,335 - 49 9,49,450 - 69 5

Sesso***M 14,214,2F 1,41,4

*coloro che hanno dichiarato di aver guidato entro un ora dall’aver bevuto 2 o più unità di bevanda alcolica **le differenze risultano statisticamente signifi cative (p = 0,05)** le differenze risultano statisticamente signifi cative (p=0,0005)

Progressi delle Aziende Sanitarie per la Salute in Italia

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VACCINAZIONE ANTINFLUENZALE

L’infl uenza costituisce un rilevante problema di sanità pubblica a causa dell’elevata con-tagiosità e delle possibili gravi complicanze nei soggetti a rischio (anziani e portatori di alcune patologie croniche).

La frequenza con cui insorgono i casi di infl uenza, pur variando da epidemia ad epidemia, è di circa il 10-20%. Le epidemie infl uenzali si associano ad un aumento di ospedalizzazione e di mortalità, con ripercussioni sanitarie ed economiche sia per il singolo individuo sia per la collettività.

La vaccinazione è mirata alla prevenzione delle complicanze della malattia ed è raccoman-data a persone con età maggiore di 64 anni e a tutte le persone a rischio di complicazioni secondarie a causa di patologie.

Quanti si vaccinano per l’infl uenza?

• Nelle ASL della regione il 13,7% del-le persone intervistate riferisce di essersi vaccinata;

• tra i soggetti di età inferiore ai 65 anni portatori di almeno una pato-logia cronica solo il 29,4% risulta vaccinato.

• tra le ASL partecipanti la percentua-le dei vaccinati è stata complessiva-mente del 15%, del 51% nella fascia tra 65-69 anni e del 28% nelle per-sone con meno di 65 anni portatori di almeno una patologia cronica.

Conclusioni e raccomandazioni

Per ridurre signifi cativamente la morbosità per infl uenza e sue complicanze è necessario raggiungere coperture vaccinali molto elevate. Le strategie adottate in molte Aziende sa-nitarie mediante la vaccinazione da parte dei medici di medicina generale hanno permesso di raggiungere la maggior parte degli ultrasessantacinquenni, ma tra le persone con meno di 65 anni affetti da patologie solo il 29,4% risulta vaccinata e la copertura per il gruppo di età 65-69 anni richiede un miglioramento.

Risulta pertanto importante implementare l’attuale strategia offrendo attivamente la vac-cinazione ai gruppi a rischio con il coinvolgimento dei medici di medicina generale e dei medici specialisti.

Vaccinazione antinfl uenzale (18-69 anni)ASL Basilicata Passi, 2005

Caratteristichedemografi che Vaccinati

Totale 13,7 (IC95%:11,1-16,8)Età

≥65 45,5<65 10,5<65 con almeno una patologia cronica

29,4

31

Vacc

inaz

ione

ant

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enza

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VACCINAZIONE ANTIROSOLIA

La rosolia è una malattia benigna in età infantile, ma se viene contratta da una donna in gravidanza può essere causa di aborto spontaneo, natimortalità o gravi malformazioni fetali (sindrome della rosolia congenita).

L’obiettivo principale dei programmi vaccinali contro la rosolia è pertanto la preven-zione dell’infezione nelle donne gravide e, di conseguenza, della rosolia congenita. La strategia che si è mostrata più effi cace a livello internazionale per raggiungere questo obiettivo consiste nel vaccinare tutti i bambini nel secondo anno di età e nell’ indivi-duare le donne in età fertile ancora suscettibili attraverso un semplice esame del san-gue (rubeotest) per poi vaccinarle. Si stima che per eliminare la rosolia congenita, la percentuale di donne in età fertile immune alla malattia deve essere superiore al 95%.

Quante donne sono vaccinate per la rosolia?

• il 9,9% delle donne intervistate di 18-45 anni riferisce di essere stata vacci-nata per la rosolia

• la percentuale di donne vaccinate de-cresce con l’età (passando dal 12,8% tra 18-24 anni al 11,1% tra 35 -45 anni) e col livello d’istruzione basso.

• tra le ASL partecipanti la percentuale di donne vaccinate è risultata del 31%.

Conclusioni e raccomandazioni

I risultati ottenuti mostrano come sia a livello aziendale sia su scala nazionale il numero di donne in età fertile suscettibili alla rosolia sia ancora molto alto. Appare pertanto necessario pianifi care un programma d’intervento fi nalizzato al recupero delle donne suscettibili preve-dendo il coinvolgimento e la collaborazione di varie fi gure professionali (medici di famiglia, ginecologi e ostetriche).

Vaccinazione antirosolia (donne 18-45 anni; n=152)ASL Basilicata Passi, 2005

Caratteristichedemografi che Vaccinate, %

Totale 9,9(IC95%: 5,6 – 15,8)

Età18-24 12,825-34 635-45 11,1

Istruzione*bassa 13alta 8,5

* istruzione bassa: nessun titolo, licenza elementare licenzia media inferiore; istruzione alta: da scuola media superiore

Progressi delle Aziende Sanitarie per la Salute in Italia

32

IPERTENSIONE ARTERIOSA

L’ipertensione arteriosa è un importante fattore di rischio cardiovascolare molto diffuso. Si stima che ogni anno in Italia circa 220.000 ictus, 90.000 infarti del miocardio e 180.000 casi di scompenso cardiaco siano il risultato di una ipertensione arteriosa non diagnosticata o scarsamente controllata, con un eccezionale costo sia in termini di salute sia dal punto di vista strettamente economico. Il costo delle complicanze si stima essere, infatti, 2-3 volte più grande di quello necessario per trattare tutti gli ipertesi nello stesso periodo di tempo.

La maggior parte degli ipertesi diagnosticati richiede un trattamento farmacologico; anche l’attenzione al consumo di sale, la perdita di peso nelle persone con eccesso ponderale e l’attività fi sica costituiscono misure effi caci per ridurre i valori pressori.

A quando risale l’ultima misurazione della pressione arteriosa?

• Nelle ASL della regione l’82,2% degli intervistati riferisce di aver avuto la misurazione della pressione arteriosa negli ultimi 2 anni, il 4% più di 2 anni fa, mentre il 13,7% non ricorda o non l’ha avuta.

• la percentuale di persone con-trollate cresce con l’età, mentre non si differenzia tra i sessi o per livello di istruzione.

• i dati locali sono in linea con i dati delle ASL partecipanti; la percentuale di persone control-late è infatti pari all’81% e l’an-damento per età, sesso e livello di istruzione è sovrapponibile.

% di persone a cui è stata misurata la pressione arteriosa negli ultimi 2 anni

ASL Basilicata – Passi, 2005

Caratteristichedemografi che % *

Totale 82,2 82,2 (IC95%:78,9-85,2)(IC95%:78,9-85,2)Età, anni, anni

18 - 34 69,769,735 - 49 82,682,650 - 69 91,391,3

Sesso uomini 78,678,6donne 86,186,1

Istruzione**bassa 85,985,9alta 78,978,9

33

Iper

tens

ione

art

erio

sa

Quanti sono ipertesi?

• Nelle ASL della regione il 20,7% riferisce di aver avuto diagnosi di ipertensione arteriosa.

• la percentuale di ipertesi cresce signifi cativamente nel gruppo di età 50-69 anni, (34,8%). Non emergono differenze statistica-mente signifi cative per sesso, mentre il tasso è più alto tra le persone con un basso livello di istruzione.

• tra le ASL partecipanti la percen-tuale di persone che dichiara di aver avuto diagnosi di iperten-sione arteriosa è risultata pari al 23%; i tassi sono più alti tra le persone ultracinquantenni, gli uomini e tra i meno istruiti.

Conclusioni e raccomandazioni

Nelle ASL della regione si stima che sia iperteso il 20,7% della popolazione tra 18 e 69 anni, il 34,8% degli ultracinquantenni e circa il 1,6% dei giovani con meno di 35 anni.Pur risultando modesta la proporzione di persone alle quali non è stata misurata la pressione arteriosa negli ultimi 12 mesi, tale condizione è comunque considerabile un evento senti-nella di non “best practice” (specie nel controllo dei pazienti sopra ai 35 anni) e come tale non deve essere trascurata dagli operatori sanitari.

In molti casi, si può controllare l’ipertensione arteriosa attraverso un’attività fi sica regolare, una dieta iposodica ed il controllo del peso corporeo. In altri, è necessaria la terapia farma-cologica per avere un controllo adeguato e per prevenire complicazioni, ma questa non può essere considerato sostitutiva di stili di vita corretti.

IpertesiASL Basilicata – Passi, 2005

Caratteristichedemografi chedemografi chedemografi che % *

Totale 20,720,7Età, anni^, anni^

18 - 34 1,61,635 - 49 17,917,950 - 69 34,834,8

Sessouomini 17donne 24,524,5

Istruzione**bassa 27,127,1alta 14,614,6

* sono stati esclusi dal denominatore coloro che non hanno mai misurato la P.A. e coloro che non lo ricordano ** istruzione bassa: nessun titolo, licenza elementare licenza media inferiore; istruzione alta: da scuola media superiore;^ le differenze risultano statisticamente signifi cative (p<0,001)

Progressi delle Aziende Sanitarie per la Salute in Italia

34

COLESTEROLEMIA

L’ipercolesterolemia, come l’ipertensione, rappresenta uno dei principali fattori di rischio per cardiopatia ischemica sui quali è possibile intervenire. Numerosi studi confermano l’esistenza di un rapporto causale tra lipemia (generalmente misurata come livello serico) e corona-rosclerosi. L’eccesso di rischio dovuto all’ipercolesterolemia aumenta in presenza di altri fattori di rischio per cardiopatia ischemica quali fumo e ipertesione.

Quanti hanno effettuato almeno una volta la misurazione del colesterolo?

• Nelle ASL della regione il 74,9% della popolazione riferisce di aver effettuato almeno una volta la misurazione della colesterolemia.

• Solo il 60% delle persone tra 18-34 anni riferisce di aver eseguito il test; si sono osservati tassi più alti tra i 35-49enni e i 50-59enni. Questa percentuale non si differenzia in modo statisticamente signi-fi cativo né per sesso né per istruzione.

• nelle ASL partecipanti la percentuale del-le persone che riferisce di aver effettuato la misurazione della colesterolemia alme-no una volta nella vita è pari al 79%.

Quante persone hanno alti livelli di colesterolemia?

• tra coloro che hanno misurato il cole-sterolo, il 23% dichiara di aver avuto diagnosi di ipercolesterolemia.

• l’ipercolesterolemia appare una condi-zione più frequente nelle classi d’età più alte e nelle persone con livello di istruzione più basso; mentre non si ap-prezzano differenze signifi cative fra i due sessi.

• nelle ASL partecipanti il 25% dichiara di aver avuto diagnosi di ipercolesterole-mia; l’andamento per età, sesso e livello d’istruzione è sovrapponibile.

Percentuale di persone a cui è stata misurata almeno una volta il colesterolo

ASL Basilicata – Passi, 2005

Caratteristichedemografi chedemografi chedemografi che %

Totale 74,9 (IC95%:71,2-78,3)(IC95%:71,2-78,3)

Età, anni, anni18 - 34 6035 - 49 7750 - 69 84

SessoM 72,272,2F 77,877,8

IpercolesterolemiciASL Basilicata – Passi, 2005

Caratteristichedemografi chedemografi chedemografi che % *

Totale23,0

(IC 95%19,2-27,3)27,3)

Età, anni^, anni^18 - 34 11,335 - 49 21,350 - 69 30,8

SessoM 21,3F 24,8

Istruzione** bassa 25,725,7alta 20,4

35

COLESTEROLEMIA

Quanti hanno effettuato almeno una volta la misurazione del colesterolo?

Quante persone hanno alti livelli di colesterolemia?

Col

este

role

mia

Come viene trattata l’ipercolesterolemia?

• il 20,8% degli ipercolesterolemici è in trattamento farmacologico.

• indipendentemente dall’assunzione di farmaci, l’85,1% degli ipercolesterole-mici riferisce di aver ridotto il consu-mo di carne e formaggi, il 59,4% di aver aumentato il consumo di frutta e verdura, il 27,7% di controllare il pro-prio peso corporeo e il 30,7% di svol-gere regolare attività fi sica.

Ipercolesterolemici: trattamento e stili di vita**ASL Basilicata – Passi, 2005

* * ognuna considerata indipendentemente

Quali sono i motivi per cui una parte degli ipercolesterolemici non assume farmaci?

• il 48,1% degli ipercolesterolemici che non assume farmaci dichiara che i farmaci non sono stati prescritti; il 35,1% è riuscito a riportare il livello di colesterolemia nei limiti senza fa-maci.

• il 6,5% degli ipercolesterolemici di-chiara di non assumere farmaci anti ipercolesterolemici a causa dei loro effetti collaterali.

Motivi di non assunzione di farmaci fra gli ipercolesterolemici

ASL Basilicata - Passi 2005

Conclusioni e raccomandazioni

Nel 25,1% della popolazione delle ASL della regione non è stato mai misurato il livello di colesterolo. Tra coloro che si sono sottoposti ad almeno un esame per il colesterolo, circa un quinto della popolazione totale tra 18 e 69 anni e 4 su 10 persone tra 50-69 anni dichiarano di avere l’ipercolesterolemia; tale percentuale è in linea con quella rilevata nelle altre Asl partecipanti.Una rigida attenzione alla dieta e all’attività fi sica può abbassare il colesterolo per alcune persone, tanto da rendere non necessario il trattamento farmacologico. Sebbene molti dichia-rano che hanno migliorato la loro dieta, pochi dichiarano di aver perso peso o fanno attività fi sica. Inoltre, sebbene molti possono trarre benefi cio da un controllo non-farmacologico, le pratiche di prescrizione correnti andrebbero riesaminate, tenendo conto della presenza di altri fattori di rischio e del controllo raggiunto usando metodi non-farmacologici.

85

59

Progressi delle Aziende Sanitarie per la Salute in Italia

36

SITUAZIONE NUTRIZIONALE

L’eccesso di peso aumenta la probabilità di sviluppare condizioni critiche di salute, contri-buendo allo sviluppo di importanti e frequenti malattie (tra cui le cardiovascolari) fi no alla morte prematura.

Le caratteristiche ponderali degli individui sono defi nite in relazione al suo valore di Body Mass Index (BMI), calcolato dividendo il peso in kg per la statura in metri elevata al qua-drato, e rappresentate in quattro categorie: sottopeso = BMI < 18,5; normopeso = BMI 18,5 – 24,9; soprappeso = BMI 25 – 29,9; obeso = BMI ≥ 30.

Qual è lo stato nutrizionale della popolazione?

• Nelle ASL della regione il 3,2% delle persone intervistate risultano sotto-peso, il 49,6% normopeso, il 34,8% sovrappeso ed il 12,4% obeso.

Caratteristiche ponderali della popolazioneASL Basilicata – Passi, 2005

37

Situ

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Quante persone sono in eccesso ponderale e cosa fanno per perdere peso?

• Nelle ASL della regione si stima che il 47,2% della popolazione sia in eccesso ponderale (sovrappeso od obeso).

• questa condizione cresce con l’età, (raggiungendo livelli del 70,8% ne-gli ultracinquantenni) ed è maggio-re negli uomini e nelle persone con più alto livello d’istruzione.

• tra le ASL partecipanti la percentua-le di persone in eccesso ponderale è pari al 44%: di questi il 28% svolge una dieta e il 23% fa attività fi sica per perdere peso

Conclusioni e raccomandazioni

Nelle ASL della regione si stima che il 47,2% della popolazione sia in eccesso ponderale, in linea con il dato relativo alle altre Asl partecipanti all’indagine. Occorre, dunque, promuovere e sostenere interventi, anche sotto l’aspetto strutturale, che favoriscano un’attività fi sica regolare e la modifi cazione delle abitudini alimentari non cor-rette, coinvolgendo operatori di sanità pubblica, esperti di attività fi sica, specialisti di nutrizione, esperti di comunicazione, media, medici di medicina generale, amministratori pubblici e imprenditori privati. La programmazione di questi interventi dovrà tenere conto dei determinanti socio-demografi ci correlati all’eccesso ponderale, in particolare età (>34 anni) e sesso (maschi).

Popolazione con eccesso ponderale ^ASL Basilicata – Passi , 2005

Caratteristichedemografi chedemografi chedemografi che %

Totale 47,2(IC 95% 43,2-51,3)(IC 95% 43,2-51,3)

Età, anni*, anni*18 – 24 10,310,325 – 34 21,621,635 – 49 46,546,550 – 69 70,870,8

Sesso**Uomini 53,153,1Donne 41

Istruzione *** °

bassa 47,647,6alta 75,475,4

^ popolazione in sovrappeso od obesa* le differenze risultano statisticamente signifi cative (p=0,005)** le differenze risultano statisticamente signifi cative (p<0,0001)*** le differenze risultano statisticamente signifi cative (p=0,003)° istruzione bassa: nessun titolo, licenza elementare, licenza media inferiore; istruzione alta: da scuola media superiore media inferiore; istruzione alta: da scuola media superiore media inferiore; istruzione alta: da scuola media superiore media inferiore; istruzione alta: da scuola media superiore

Progressi delle Aziende Sanitarie per la Salute in Italia

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SCREENING NEOPLASIA DEL COLLO DELL’UTERO

Nei Paesi industrializzati la neoplasia del collo dell’utero rappresenta la seconda forma tu-morale più diffusa tra le donne al di sotto dei 50 anni. In Italia si contano circa 3.000 nuovi casi e 1.000 morti ogni anno. Lo screening si è dimostrato effi cace nel ridurre incidenza e mortalità di questa neoplasia e nel rendere meno invasivi gli interventi chirurgici correlati.Lo screening si basa sul pap test effettuato ogni tre anni nelle donne in età compresa tra i 25 ed i 64 anni. I programmi di screening, partiti nel 1995 in maniera disomogenea sul territorio nazionale, stanno raggiungendo una copertura territorialmente più uniforme. No-nostante l’avvio della maggior parte dei programmi sia ancora troppo recente per valutarne l’impatto di salute, nelle realtà in cui lo screening è ormai consolidato si osserva un trend signifi cativo verso una riduzione dell’incidenza dei tumori della cervice uterina ascrivibile ai programmi attuati.

Quante donne hanno eseguito un pap test?

• Nelle ASL della regione il 68% delle donne intervistate, di età compresa tra i 25 ed i 64 anni, riferisce di aver effettuato il pap test in assenza di segni e sintomi; le percentuali sono più elevate al crescere dell’età. Non si osservano differenze signifi cative per stato civile e livello d’istruzione.

• tra le ASL partecipanti all’indagine il 78% delle donne intervistate tra i 25 ed i 64 anni riferisce di aver eseguito il pap test a scopo preventivo.

Screening cancro collo dell’utero (25-64 anni)ASL Basilicata Passi, 2005

Caratteristichedemografi chedemografi chedemografi che

Effettuato il pap test il pap test *

Totale68,0

(IC95%:61,5-74,0)74,0)

Età25 - 34 4435 - 49 78,978,950 - 64 70

Istruzione**bassa 67alta 69

* chi ha eseguito il pap test in assenza di segni e sintomi ** istruzione bassa: nessun titolo, licenza elementare, licenza media inferiore; istruzione alta: da scuola media superioresuperiore

39

SCREENING NEOPLASIA DEL COLLO DELL’UTERO

Quante donne hanno eseguito un pap test?

Scre

enin

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opla

sia

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del

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Qual è l’adesione alle linee guida/raccomandazioni ?

• l’ultimo pap test è stato eseguito dal 63,1% delle donne di età tra i 25 ed i 64 anni negli ultimi tre anni.

• il 37,3% l’ha eseguito nel corso dell’ul-timo anno.

• il 32% non ha mai eseguito un pap test a scopo preventivo.

• tra le ASL partecipanti all’indagine il

70% delle donne ha eseguito un pap test entro i tre anni.

Pap test e periodicitàASL Basilicata - Passi, 2005

Conclusioni e raccomandazioni

Nelle ASL della regione la percentuale delle donne che riferisce di aver effettuato un pap test a scopo preventivo è alta, circa il 68%. Risulta elevata anche la percentuale di donne che ha effettuato almeno un pap test nell’intervallo raccomandato (ultimi tre anni); più della metà l’ha eseguito nel corso dell’ultimo anno. Considerando l’insieme dell’offerta, dentro e fuori dai programmi organizzati, si può stimare che siano numerose le donne che effettuano il pap test ad intervalli più ravvicinati rispetto a quelli raccomandati.

Progressi delle Aziende Sanitarie per la Salute in Italia

40

SCREENING TUMORE DEL COLON RETTO

Il tumore del colon retto rappresenta la seconda causa di morte per neoplasia, dopo il cancro al polmone tra gli uomini e il cancro al seno tra le donne. In Italia ogni anno si ammalano di carcinoma colon rettale circa 34.000 persone con una elevata mortalità (circa 19.000 decessi).

I principali test di screening per la diagnosi in pazienti asintomatici sono la ricerca di sangue occulto nelle feci e la sigmoidoscopia; questi esami sono in grado di diagnosticare più del 50% di cancro negli stadi più precoci, quando maggiori sono le probabilità di guarigione.

Il Piano Nazionale di Prevenzione Attiva 2004-2006 propone come strategia di screening per il cancro del colon retto la ricerca del sangue occulto nelle feci nelle persone di età compresa tra i 50 e 69 anni con frequenza biennale.

Quanti hanno effettuato un test per il tumore del colon retto?

• Nelle ASL della regione il 11,4% del-le persone intervistate riferisce di aver fatto la ricerca di sangue occulto o la sigmoidoscopia a scopo preventivo.

• tra le ASL partecipanti all’indagine la percentuale di persone che ha effet-tuato un test preventivo è risultata del 14%.

Conclusioni e raccomandazioni

Nonostante le prove di evidenza sull’effi cacia dello screening nel ridurre la mortalità per tu-more colon rettale, si stima che solo una piccola percentuale di persone lo abbia effettuato a scopo preventivo sia a livello locale che nazionale.Appare opportuno iniziare a pianifi care questo programma di screening sul territorio e a prevedere campagne educative rivolte alla popolazione target con l’intervento congiunto di medici di medicina generale e degli operatori di Sanità Pubblica.

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Screening cancro colon retto (≥50 anni)ASL– Passi, 2005

Caratteristichedemografi che

Esecuzione di un test* per motivi preventivi

Totale 11,4 (IC95%:7,5-16,4)Età

50 - 59 5,260 - 69 18,4

* sangue occulto o sigmoidoscopia

41

SCREENING TUMORE DEL COLON RETTO

Quanti hanno effettuato un test per il tumore del colon retto?

Conclusioni e raccomandazioni

SCREENING NEOPLASIA DELLA MAMMELLA

Il tumore della mammella rappresenta la neoplasia più frequente tra le donne in Italia con circa 32.000 casi e 11.000 decessi all’anno.

Lo screening mammografi co, consigliato con cadenza biennale, è in grado sia di rendere gli interventi di chirurgia mammaria meno invasivi sia di ridurre di circa il 30% la mortalità per questa causa nelle donne tra i 50 e i 69 anni. Si stima pertanto che in Italia lo screening di massa potrebbe prevenire più di 3.000 decessi all’anno.

Le Regioni hanno adottato provvedimenti normativi e linee guida per incrementare l’offerta dello screening, ma i programmi non sono ancora attuati in modo uniforme sul territorio nazionale.

Quante donne hanno eseguito almeno una mammografi a?

• Nelle ASL della regione il 63,5% delle donne intervistate di età tra i 50 e i 69 anni riferisce di aver eseguito una mammografi a in assenza di segni e sin-tomi; tale percentuale è maggiore nelle coniugate. Non si apprezzano differen-ze in base all’età e al livello d’istruzio-ne.

• tra le ASL partecipanti all’indagine il 75% delle donne ha eseguito la mam-mografi a a scopo preventivo.

Screening cancro della mammella ( ≥50 anni)ASL Basilicata Passi, 2005

Caratteristichedemografi chedemografi chedemografi che

Effettuata mammografi a* mammografi a*

Totale63,5

(IC95%:53,4- 72,7)4- 72,7)

Età50 - 59 64,564,560 - 69 61,961,9

Stato civile^coniugataconiugata 68,568,5non coniugataconiugata 33,3

Istruzione**bassa 63,363,3alta 64

*le percentuali sono state calcolate su chi ha effettuato una mammografi a a scopo preventivo** istruzione bassa: nessun titolo, licenza elementare, licenza media inferiore; istruzione alta: da scuola media superiore^ le differenze non risultano statisticamente signifi cative (p=0,09)(p=0,09)

Scre

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sia

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mam

mel

la

Progressi delle Aziende Sanitarie per la Salute in Italia

42

Qual è l’adesione alle linee guida/raccomandazioni ?

• Nelle ASL della regione il 51% delle don-ne tra i 50 ed i 69 anni intervistate ri-ferisce di aver eseguito la mammografi a entro i due anni ed il 12,5% più di 2 anni fa. Il 36,5% non ha mai eseguito una mammografi a a scopo preventivo.

• tra le ASL partecipanti all’indagine il 57% delle donne intervistate ha eseguito la mammografi a entro i due anni.

Mammografi a e periodicitàASL Basilicata - Passi, 2005

Viene consigliata la mammografi a alle donne?

• il 65,4% delle donne intervistate ha ri-cevuto da un medico il consiglio di ef-fettuare con periodicità la mammogra-fi a; il 86,5% dichiara di aver ricevuto una lettera di invito dall’ASL.

• tra le altre ASL partecipanti all’indagine il 66% delle donne ha ricevuto il consi-glio da un medico e il 58% una lettera di invito. L’ultima mammografi a è stata eseguita nel 29% su consiglio del me-dico, nel 39% in seguito ad un’offerta attiva dall’ASL e nel 32% del propria ini-tiativa.

Ultima mammografi a: motivo dell’esecuzioneASL Basilicata – Passi, 2005

Conclusioni e raccomandazioni

L’esame mammografi co è stato eseguito almeno una volta dal 63,5% delle donne tra i 50 e 69 anni, ma solo il 51% l’ha effettuata entro la cadenza biennale consigliata dalle linee guida. I risultati avvalorano la necessità di iniziare un programma per l’offerta attiva della mammografi a, analogamente a quanto avviene col pap test: i dati di letteratura mostrano infatti come solo all’interno di un programma di screening organizzato sia possibile au-mentare la percentuale di donne che effettuano la mammografi a nei tempi e nelle modalità raccomandate.

65,4

43

TABELLA RIASSUNTIVA DEI RISULTATI DELLO STUDIO PASSI (di 123 ASL, non pesati)

Descrizione del campione aziendale Stima Basilicata

ASL partecipanti allo studio

ASL partecipanti allo studio

ASL partecipanti

età media 43,8 anni 43,8 anni 43.9 annidonne, %donne, %donne, % 48,248,2 51.6titolo di studio, %titolo di studio, %titolo di studio, %

laurea 8,28,2 11,211,2media superioremedia superiore 44,244,2 40,440,4media inferiore 28,528,5 30,530,5elementare 15,715,7 16,016,0nessuno 3,43,4 1,31,3

livello di istruzione*, %livello di istruzione*, %livello di istruzione*, %alto 52,452,4 51,651,6

stato civile, %stato civile, %stato civile, %coniugati/conviventiconiugati/conviventi 69,269,2 66,266,2celibi/nubilicelibi/nubili 28,128,1 27,427,4vedovi/evedovi/e 1,81,8 2,92,9separati/divorziatiseparati/divorziati 0,80,8 3,53,5

lavoro regolare**, %lavoro regolare**, %lavoro regolare**, % 53,653,6 62,562,5

* alto: laurea o licenza media superiore basso: licenza media inferiore o licenza elementare o nessun titolo**Campione compreso tra 18 e 65 anni

Percezione dello stato di saluteStima

Basilicata (%,gg)(%,gg)

ASL partecipanti allo studio (%,gg)

salute molto-buona/buona, % 70,9 63,5

Attività fi sicaStima

Basilicata (%)(%)

ASL partecipanti allo studio (%)

adesione linee guida^ o lavoro pesante dal punto di vista fi sico 16,7 42,4

popolazione completamente sedentaria^^popolazione completamente sedentaria^^popolazione completamente sedentaria^^ 31,931,9 23,323,3consigli dei medici: ^^^consigli dei medici: ^^^consigli dei medici: ^^^consigli dei medici: ^^^

chiesto sull’attività fi sica 34,034,0 38,238,2consigliato di fare attivitconsigliato di fare attività fi sica 27,527,5 40,140,1indicato anche tipo, frequenza e durataindicato anche tipo, frequenza e durata 7,47,4 10,210,2

^30 minuti di attività moderata per almeno 5 giorni alla settimana oppure attività intensa per più di 20 minuti per almeno 3 giorni^^chi non svolge un lavoro fi sico e non fa almeno 10 minuti di attività moderata o intensa per almeno 1 giorno a settimana^^^consigliato + indicato + verifi cato, calcolata su tutta la popolazione

Tabe

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a de

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o PA

SSI

Progressi delle Aziende Sanitarie per la Salute in Italia

44

Abitudine al fumoStima

Basilicata (%)(%)

ASL partecipanti allo studio (%)

fumatori* 25,325,3 26,526,5uomini 34,034,0 31,531,5donne 16,016,0 21,721,7

ex fumatori** 14,114,1 19,719,7non fumatori*** 60,660,6 53,953,9consigli dei medici:consigli dei medici:consigli dei medici:consigli dei medici:consigli dei medici:

chiesto se fumachiesto se fumachiesto se fumachiesto se fuma 40,240,2 38,638,6a fumatoria fumatori 67,567,5 64,964,9

consigliato di smettere di fumare (a fumatori)consigliato di smettere di fumare (a fumatori)consigliato di smettere di fumare (a fumatori) 68,268,2 62,262,2

* più di 100 sigarette nella propria vita e attualmente fumano tutti i giorni o qualche giorno.**più di 100 sigarette nella propria vita e attualmente non fumano da almeno 6 mesi ***meno di 100 sigarette nella propria vita e attualmente non fumano

Abitudini alimentariStima

Basilicata (%)(%)

ASL partecipanti allo studio (%)

frutta e verdura almeno 1 volta al giornofrutta e verdura almeno 1 volta al giorno 89,689,6 90,890,8conosce il 5 a day^conosce il 5 a day^ 64,064,0 55,855,85 porzioni di frutta e verdura al giorno5 porzioni di frutta e verdura al giorno 11,211,2 13,313,3

^mangiano 5 volte al giorno frutta e verdura

Consumo di alcolStima

Basilicata (%)(%)

ASL partecipanti

allo studio (%)allo studio (%)bevuto ≥1 unità di bevanda alcolica nell’ultimo mese◊◊ 49,449,4 63,863,8bevitori fuoripastobevitori fuoripasto◊◊◊◊ 9,99,9 12,412,4bevitori bingebevitori binge◊◊◊bevitori fuoripasto

◊◊◊bevitori fuoripastobevitori fuoripasto

◊◊◊bevitori fuoripasto

8,48,4 8,08,0forti bevitori◊◊◊◊◊◊◊◊bevitori binge

◊◊◊◊bevitori bingebevitori binge

◊◊◊◊bevitori binge

2,52,5 5,55,5

◊ una unità di bevanda alcolica equivale ad una lattina di birra o ad un bicchiere di vino o ad un bicchierino di liquore◊◊ in un mese consumo fuoripasto di almeno una unità di bevanda alcolica almeno una volta la settimana ◊◊◊ nell’ultimo mese consumo di almeno una volta 6 o più unità di bevande alcoliche in una sola occasione◊◊◊◊ più di 3 unità/gg per gli uomini e più di 2 per le donne

45

Tabe

lla r

iass

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llo s

tudi

o PA

SSI

Sicurezza stradaleStima

Basilicata (%)(%)

ASL partecipanti allo studio (%)

cintura anteriore semprecintura anteriore sempre 79,779,7 83,083,0cintura posteriore semprecintura posteriore sempre 17,917,9 19,719,7casco semprecasco sempre#cintura posteriore sempre

#cintura posteriore semprecintura posteriore sempre

#cintura posteriore sempre

78,478,4 88,188,1guida in stato di ebbrezzaguida in stato di ebbrezza#### 8,08,0 10,610,6trasportato da guidatore in stato di ebbrezzatrasportato da guidatore in stato di ebbrezza###### 10,910,9 12,012,0

#calcolata su tutta la popolazione, escluso chi non viaggia in moto##calcolata su tutta la popolazione, escluso chi non viaggia in moto

##calcolata su tutta la popolazione, escluso chi non viaggia in motoaver guidato entro un ora dall’aver guidato entro un ora dall’aver guidato entro un ora dall aver bevuto ≥2 unità di bevanda alcolica nell’ di bevanda alcolica nell’ di bevanda alcolica nell ultimo mese, calcolata su tutta la popolazione

###aver guidato entro un ora dall

###aver guidato entro un ora dallnell’nell’nell ultimo mese, sono saliti in macchina o in moto con un guidatore che aveva bevuto 2 o più unità di bevande alcoliche nell’ di bevande alcoliche nell’ di bevande alcoliche nell ora prece-

dente, calcolata su tutta la popolazione

Vaccinazione antinfl uenzaleStima

Basilicata (%)(%)

ASL partecipanti allo studio (%)

vaccinati 18-69 anni 13,713,7 15,315,3vaccinati≥ 65 10,510,5 51,251,2vaccinati <65 con almeno una patologiavaccinati <65 con almeno una patologia 29,429,4 27.9

Vaccinazione antirosolia (donne 18 - 45 anni)Stima

Basilicata (%)(%)

ASL partecipanti allo studio (%)

vaccinate 9,99,9 30,630,6hanno eseguito rubeotest*hanno eseguito rubeotest* 27,727,7 40,640,6Immune** 28,928,9 52,652,6

* % calcolata sulle donne che non sono state vaccinate/non ricordano ** % donne che sono state vaccinate o che hanno un rubeotest positivo, calcolata su tutte le donne 18-45 anni

Ipertensione ArteriosaStima

Basilicata (%)(%)

ASL partecipanti allo studio (%)

misurazione P.A. negli ultimi 2 annimisurazione P.A. negli ultimi 2 anni 82,282,2 81,481,4Ipertesi*Ipertesi* 20,720,7 22,622,6

* sono stati esclusi dal denominatore coloro che non hanno mai eseguito la misura e coloro che non ricordano se o quando è stata loro misurata

ColesterolemiaStima

Basilicata (%)(%)

ASL partecipanti allo studio (%)

misurazione colesterolo almeno una volta 74,974,9 79,379,3Ipercolesterolemici^Ipercolesterolemici^Ipercolesterolemici^ 23,023,0 24,724,7come viene trattata l’ipercolesterolemia:ipercolesterolemia:

trattamento farmacologicotrattamento farmacologico 20,820,8 24,324,3riduzione consumo di carne e formaggiriduzione consumo di carne e formaggi 85,185,1 76,676,6aumento consumo di frutta e verduraaumento consumo di frutta e verdura 59,459,4 57,857,8riduzione/controllo del peso corporeoriduzione/controllo del peso corporeo 27,727,7 41,641,6svolgimento di attivitsvolgimento di attività fi sica regolare fi sica regolare 30,730,7 39,039,0

^ sono stati esclusi dal denominatore coloro che non hanno mai eseguito la misura e coloro che non ricordano se o quando è stata loro misurata

Progressi delle Aziende Sanitarie per la Salute in Italia

46

Situazione nutrizionaleStima

Basilicata (%)(%)

ASL partecipanti allo 2studio (%)

popolazione con eccesso ponderalepopolazione con eccesso ponderalepopolazione con eccesso ponderalepopolazione con eccesso ponderale 47,247,2 43,643,6sovrappesosovrappeso 34,834,8 32,532,5obeso 12,412,4 10,810,8

Carta di rischio cardiovascolare (≥ 40 anni)Stima

Basilicata (%)(%)

ASL partecipanti allo studio (%)

popolazione cui popolazione cui è stato calcolato il punteggio stato calcolato il punteggio## 7,6%7,6% 9,09,0

# coloro che hanno risposto non so o non ricordo sono inclusi nel denominatore

Screening neoplasia del collo dell’utero^ (donne 25 - 64 anni)

Stima Basilicata

(%)(%)

ASL partecipanti allo studio (%)

eseguito almeno un pap test eseguito almeno un pap test 68,068,0 78,478,4ultimo pap test eseguito da non piultimo pap test eseguito da non più di tre anni 63,163,1 69,769,7viene consigliato pap test periodicoviene consigliato pap test periodico 68,468,4 70,170,1

^eseguito a scopo preventivo

Screening neoplasia della mammella (donne 50 - 69 anni) ◊

Screening neoplasia della mammella ◊

Screening neoplasia della mammella ,◊◊

Screening neoplasia della mammella ◊◊

Screening neoplasia della mammella Stima Basilicata

(%)(%)

ASL partecipanti allo studio (%)

eseguita almeno una mammografi aeseguita almeno una mammografi a 63,563,5 74,974,9ultima mammografi a eseguita da non più di due anni 51,0 56,7

viene consigliata mammografi a periodicaviene consigliata mammografi a periodica 65,465,4 65,765,7ha ricevuto una lettera di invito dall’Asl’Asl’ 86,586,5 57,657,6

◊ valori Asl partecipanti, senza il campione di supplemento◊◊ eseguita a scopo preventivo

Screening tumore del colon retto (50 - 69 anni)#Stima

Basilicata (%)(%)

ASL partecipanti

allo studio (%)allo studio (%)eseguito un test per la ricerca di sangue occulto o sigmoidoscopia a scopo preventivo, almeno una volta

11,4 14,0

#eseguita a scopo preventivo

Finito di stampare nel mese di maggio 2006