Mensile di informazione, politica, cultura, sport e tempo libero … · figura dell’ingegner...

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L’ECO DI SUZZARA Mensile di informazione, politica, cultura, sport e tempo libero Anno XII – N. 7/8 – Luglio/Agosto 2014 – e 1,50 Estate in piscina

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L’ECO DI SUZZARAMensile di informazione, politica, cultura, sport e tempo libero Anno XII – N. 7/8 – Luglio/Agosto 2014 – e 1,50

Estate in piscina

2 L’ECO DI SUZZARA | n. 7-8 | luglio-agosto 2014

Riflessione MI VEDO, DUNQUE SONO

È utile sapere che quel che andrò dicendo non è lo sproloquio astrat-to che maschera un mio modo di vedere le cose, perché è basato concretamente su prove di fatto di cui è testimone autorevole un ami-co editore di un mensile regolar-mente pubblicato in un comune mantovano e ricco di fotografie. Fotografie di chi? Della gente, di persone del paese, della città, del centro o delle frazioni, della piazza o della campagna, fotografate in-tente a fare qualsiasi cosa. Non conta se quello che stanno facen-do è importante o meno. L’impor-tante è che siano fotografate. Che stiano facendo una gara sportiva o bevendo un caffè al bar, che stiano baciando la fidanzata o facendo il bagno a Po, che stiano passeg-giando nel Parco di san Colomba-no o piantando pomodori nel loro orto, che stiano parlando o ascol-tando durante la presentazione di un libro o di qualsiasi altra cosa, l’importante è che lo scatto della macchina fotografica catturi l’im-magine e che qualcuno si preoccu-pi di farla apparire. Vedersi, oggi, su un giornale o in televisione, coincide con l’esistere: “Mi vedo, dunque sono” (parafrasando il po-vero Cartesio, che invece sostene-va che per essere bisogna pensa-re). Il mio amico editore non ha dubbi: dalle foto che mette sul

giornale sa quante copie ne può vendere. Esempio: il mese scorso ha voluto mettere in copertina l’immagine di un grande intellet-tuale scomparso e del giornale gliene sono rimaste parecchie co-pie invendute. Se avesse messo le foto di un cretino qualsiasi, ma vi-vente, con tutto il suo seguito di parenti e amici, avrebbe guada-gnato di più. Insomma, per con-cludere – senza fare stracche pre-diche sull’analfabetismo di ritorno – c’è gente che per essere certa di esistere si guarda allo specchio, meglio ancora se appare su un giornale, perché così – secondo loro – anche altri si accorgono che esiste. Peccato che i soliti guasta-feste di studiosi, ricercatori, intel-lettuali (gente tranquilla perché appare ovunque) vengano a rom-pere le uova nel paniere dicendo che la vista è solo uno dei cinque sensi che servono per arricchire l’intelligenza e che sono solo degli strumenti di cui la mente si serve per conoscere, comprendere, criti-care, approfondire, dissentire, es-sere; e che l’identità culturale è nella capacità di assumere una propria visione della realtà, al limi-te di vedere diversamente le cose, in qualche caso di vedere (imma-ginare) quel che non c’è o magari quel che non c’è ancora e potrebbe esserci. Ma, come si sa, ognuno è innamorato della propria faccia, l’unica che ha.

Arnaldo Maravelli

L’ECO DI SUZZARAPeriodico mensile iscritto al Registro Stampa del Tribunale di Mantova in data 14/12/2002 al n. 14/2002

Direttore responsabile: Vanni ButtasiEditore: Bruno Melli – via Curtatone e Montanara, 10 – Suzzara (Mn)tel. 333.5755104 – www.ecodisuzzara.it – [email protected] e stampa Publi Paolini s.r.l. – via R. Zandonai, 9 – 46100 Mantovatel. 0376.380768 – [email protected]

Il numero è stato chiuso in tipografia giovedì 10 luglio 2014

Il ricordoRINO BULBARELLI, MAESTRODEL GIORNALISMO MANTOVANO

Blu & Max, 8 ottobre 1993, Luca Verbeni, conduttore di Radio Zero, intervista Rino Bulbarelli, allora direttore della Voce di Mantova

ANNULLO pOSTALE pER pIAZZALUNGA Il direttivo del “Circolo del Collezionista”, comunica che, in omaggio a quanto l’Am-ministrazione ha prodotto per ricordare la figura dell’ingegner Francesco Piazzalunga, con la titolazione della ex biblioteca, e la re-

alizzazione del libro di Paolo Bianchi, ha deciso di realizzare un an-nullo postale con relativa cartolina, che verranno proposti in occa-sione del 21° convegno filatelico-numismatico che si terrà l’8 dicembre al palasport “Marmiroli”.

Anche Suzzara piange Rino Bulbarelli, indimenticabile direttore de «La Gazzetta di Mantova» prima e della Voce di Mantova poi. Un esempio per noi, giovani giornalisti cresciuti sotto la sua ala protettrice. Un po’ bur-bero ma dal grande cuore. Sempre pronto ad aiutare chi era in difficoltà. E di lui non posso che conservare un ricordo positivo: è stato con lui che è scattata la molla che mi ha portato, in seguito, a fare questa professio-ne, sognata fin da quando ero piccolo. Fu lui a prendermi come collabo-ratore da Suzzara, mettendomi al servizio di Bruno Freddi, storico corri-spondente dalla città del Premio. E, sempre lui, a farmi entrare in redazione, alla Gazzetta, nel maggio del 1989 quando il giornale comin-ciò un rinnovamento totale. E, seguendo lui, sono arrivato anche alla Voce di Mantova, un’esperienza molto importante per la mia formazione professionale, che si concluse, purtroppo, con la chiusura nel 1999. Quando lo incontravo davanti al Sociale mi domandava sempre dove ero finito. E quando gli dissi che lavoravo alla Gazzetta di Parma, si mostrò felice perché un altro dei suoi allievi aveva intrapreso una strada impor-tante fuori da Mantova.C’è un episodio sportivo, poi, che lega Bulbarelli a Suzzara: il direttore lo raccontò nel libro “Suzzara il calcio i protagonisti 1913-1985” e dimo-stra il suo amore per la nostra città. Ecco una parte di quanto scrisse: “Noi, tifosi del Mantova, identificavamo il “derby” nell’incontro con il Suzzara, non in quello col Verona. Ci bastava battere i bianconeri per vivere in letizia. Avevo quindici anni quando affrontai la prima trasferta: Cinciana, Cerese, Borgoforte, ponte sui barconi, Suzzara. La bicicletta non era mia. Ma sentivo di amarla. Spingendola, provavo felicità, non fatica. La strada, da Cerese in avanti, era tutta una colonna interminabile di biciclette. Il Mantova non era ancora diventato biancorosso. Era bian-co-celeste. Portavo un cappellino con questi colori. Alla Croce del Gallo un pedone maleducato me lo fece volar via. Bruno Pasino, già ricco, ci superava in automobile. Bella forza! Giunti allo stadio c’era da pagare. E dov’era i soldi? C’era un muro. Molta gente attorno e molte biciclette appoggiate. Dopo un paio d’ore, fischio dell’arbitro, stadio muto, tutti gli occhi sul campo. I miei spuntavano poco dopo dalla sommità del muro, rivelando una statura mostruosa, che però era possibile con i piedi sulla sella. Era la prima volta che vedevo il Suzzara e mi sembrava un’enormi-tà che osasse portare la maglia a strisce della Juventus. Come si per-metteva? Ricchi, Mora, Corradini, Marmiroli mettevano però le cose a posto. Però! Mica male questo Suzzara. Il Mantova era tutto chiuso nel-la propria difesa. Beghi lo martoriava con continui colpi di spillo. In qual-che occasione sciabolava. Buon per noi se portiamo a casa lo zero a zero, dicevo a me stesso. L’abbiamo portato a casa. Ma che fatica! Al ritorno ho amato meno la bicicletta non mia. Sul ponte di Borgoforte le avrei fatto fare volentieri un bagno nel fiume. La colonna di biciclette era sempre folta come all’andata. Ma nessuno faceva chiasso. Tutti pedala-vo e basta. Al rientro, i miei amici che erano rimasti a casa mi chiedeva-no: “Com’è il Suzzara?”. “La Juventus della Serie B”. È con questa im-magine che mi piace ricordarlo”. Vanni Buttasi

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Ritratto di un amico

Fabio Lorenzini, un inteLLettuaLe prestato aLL’impresaLa commossa partecipazione ai fu-nerali di Fabio Lorenzini, prematu-ramente e repentinamente scom-parso, testimonia la stima di cui era circondato. Tutti conoscono a Suzzara l’imprenditore di successo che, con la mamma Renata (Gian-nina Cavana), ha dato vita a una delle più belle e moderne realtà commerciali della zona, la Utres, evoluzione dell’originaria Utensile-ria Suzzarese. Credo che pochi, in-vece, conoscano un altro aspetto della personalità di Fabio, quello intellettuale, ovvero lo conoscano indirettamente, dalla profondità dei suoi ragionamenti e dalle vaste co-noscenze che dimostrava di posse-dere. Fabio era naturalmente dota-to: una leggenda metropolitana narra che fosse in grado di leggere il giornale già ai tempi dell’asilo, quando tutti noi ci limitavamo a “fare le aste”. Brillante il suo corso di studi fino all’inevitabile approdo al liceo classico cui lo destinavano le capacità espresse alla scuola media. La scuola allora era rigida-mente classista: difficile accedere

agli alti gradi degli studi per chi proveniva da famiglie di lavoratori. Ma da Suzzara in quegli anni partì per Mantova una agguerrita pattu-glia di giovani. Ricordo, della no-stra epoca, i più anziani: Marzio Dall’Acqua, Gilberto Leali (il Gilbo), Roberto Affini; le figlie del notaio Fiaccadori; e i più giovani: Irene Ni-colis, Arianna Bezzi, Dario Caleffi, i gemelli Bosi, Carlo Agostinini e, appunto, Fabio Lorenzini. Unico ammesso alla sezione A, quella che accoglieva i figli della borghesia cittadina, mentre gli altri finivano nelle sezioni C e D, riservate ai “provinciali”. Era preside allora Emilio Faccioli che, negli anni della contestazione giovanile, ci amman-siva tenendoci, da par suo, semi-nari su Antonio Gramsci, in parti-colare su Letteratura e vita nazionale e Passato e presente. Faccioli divenne poi ordinario di Letteratura italiana a Firenze e cre-do che abbia avuto qualche influen-za sulla scelta di Fabio di optare per quella lontana università, una scel-ta che ebbe rilevanti effetti sul suo

futuro (a Firenze conobbe Marzia, la sua futura moglie, e mise radici). Anche nel periodo fiorentino le no-stre frequentazioni furono intense. Fui ospitato spesso nelle sue resi-denze da studente, vicino a palazzo Strozzi e poi accanto al Duomo, in occasione di convegni e seminari. Entrambi ci interessavamo di sto-ria economica e partecipavamo ogni anno alle Settimane dell’Isti-tuto Datini di Prato, allora presie-dute da Fernand Braudel, ma, so-prattutto, abbiamo condiviso un corso di formazione per biblioteca-ri, il primo organizzato dalla Regio-ne Toscana, presso il Gabinetto scientifico-letterario “G.P. Vieus-seux”. Al termine del corso, coor-dinato da Emily Rawlence, presen-tammo una tesina sull’automazione delle biblioteche, tema allora pio-nieristico (si era nel 1976). Poi lui, saggiamente, ha optato per lo svi-luppo dell’azienda avviata dalla madre, mentre io ho proseguito nel campo degli archivi e delle bibliote-che ma, in fondo, abbiamo svolto un lavoro simile. Entrambi “magaz-zinieri”, io di libri e documenti, lui di utensili, con la stessa capacità di individuare all’istante la collocazio-ne esatta dell’oggetto richiestoci dai committenti. Il lavoro, molto impegnativo, non ha spento però la sua curiosità intellettuale. Amante della lettura, era attento anche alla musica e agli spettacoli. In un nu-mero di “Argomenti” (maggio 1983) appare un suo articolo dedi-

cato all’esperienza del Garage 498, un centro di attività video-teatrali-musicali attivo per qualche tempo in via Piave. Poi, come spesso ac-cade ai ragazzi che crescono, le nostre strade si divisero, per ragio-ni di lavoro e familiari. Io, per qua-rant’anni, impegnato in Emilia, dal lunedì al sabato, praticamente ero a Suzzara solo nei fine settimana, lui, con la famiglia a Firenze, siste-mata in una bella casa in Santa Croce, partiva il venerdì sera e tor-nava il lunedì mattina. Impossibile frequentarsi regolarmente. Ma ogni volta che casualmente avevamo occasione di incontrarci in piazza il discorso ripartiva come se non si fosse mai interrotto, con la stessa passione giovanile per le questioni politiche e economiche. Oltre che un intellettuale dalla solida forma-zione umanistica, Fabio era anche una persona molto generosa, sen-sibile ai problemi dell’umanità sof-ferente. E non solo. Dopo il terre-moto, con altri colleghi, ho organizzato una raccolta fondi a fa-vore degli archivi dei comuni terre-motati, pubblicizzata su internet. Mi avvertono da Bologna che è ar-rivata una consistente donazione, la più alta in assoluto, da Suzzara, il mio comune d’origine. Mi chiedo-no se conosco il benefattore: era Fabio Lorenzini.

Gilberto Zacchè

Bologna, 8 maggio 1973. Fabio Lorenzini con Gilberto Zacchè e Margherita Sac-chi a palazzo d’Accursio in occasione di un ricevimento per i partecipanti a un congresso di storia economica.

Bologna, 24 agosto 1974, Fabio Loren-zini, testimone delle nozze Sacchi-Zacchè.

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Con la conferenza stampa fatta in municipio la Chv, ha dato il via a “Sconfinart 2014” il festival di musiche etniche che in 16 serate presenterà musicisti internazio-nali e, dove ogni sera dei concerti, grazie all’ingegno e alla sapienza culinaria delle mamme della cooperativa e dei volontari, si potrà cenare al “Grande Cocomero”: cose differenti per fare differenza. Le serate saranno cosi suddivise 8 ai giardini Gina Bianchi, di Suzzara, dal 1° luglio al 22, e 8 al parco Florida, di Pegognaga, dal 28 luglio al 30 agosto. «Giardino luogo aperto, dove devono mescolarsi tutti. Giar-dino come cuore pulsante del progetto con attenzione ai nostri ragazzi e al coinvol-gimento di quelle persone non incluse nei servizi per dar loro modo di passare un’estate migliore - così Tino Volta il presidente della Chv, si è espresso - Con

Sconfinart, veicolo di cultura, i giardini si animano, gli spazi si aprono, così anche le menti. Tutti i concerti sono gratuiti e inizieranno alle 22. Può capi-tare che, per forza maggiore, ci siano cambiamenti nel pro-gramma.

Per essere informati su Suzzara telefonate al 346 1211 728, per Pegognaga 340 0950 683»

Il successo della cena della solidarietà organizzata da “Altra luna”

La Chv protagonista suL territorio“Altra luna” è un progetto di servi-zio formativo all’autonomia, sorto all’interno della cooperativa CHV. che vede responsabili due dotto-resse: Elisabetta Baraldi e Greta Cavallari, che assieme a giovani e pensionati, volontari, stanno por-tando avanti il progetto “Agriluna” un laboratorio per la trasformazio-ne di prodotti ortofrutticoli in colla-borazione con l’azienda agricola dei fratelli Daolio di Brusatasso. «L’agricoltura sociale è un insieme di pratiche che coniugano l’aspetto imprenditoriale dell’agricoltura - affermano le due responsabili - con un programma di sviluppo orienta-to all’integrazione sociale di perso-ne svantaggiate. Il disagio, la disa-bilità e l’emarginazione possono così diventare parte integrante del processo produttivo».

Martedì 4 giugno grazie alle re-sponsabili Elisabetta Baraldi e Gre-ta Cavallari, nel giardino “Tartaru-ga” del Centro socio educativo “Chv”, in via Democrito, si è svolta la “Cena della solidarietà” La sera-ta, animata dal cantastorie Wainer Mazza, e in cucina i volontari del comitato “RivaxRiva”, protagonisti del menu, si è svolta in allegria. Alla cena erano presenti il sindaco Ivan Ongari e Tino Volta presiden-te della cooperativa. Cosi si è espresso Maurizio Pennini, presi-dente del gruppo dei cuochi: “Come, da previsione, la serata è andata bene, il clima, in tutti i suoi aspetti, è stato fantastico, contri-buendo al successo. Per noi, vo-lontari, membri del comitato “Riva per Riva” è stato un vero piacere collaborare con i responsabili di

“Altra Luna”, i suoi ragazzi e gli “angeli” del Chv. Insieme possia-

mo creare altri eventi sociali, fina-lizzati alla solidarietà”.

Greta Cavallari, Elisabetta Baraldi e Wainer Mazza

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In arrivo il derby con il Suzzara

L’iveCo suzzara promosso in seConda CategoriaLa società nata per ag-gregare i lavoratori dello stabilimento di Suzzara, uno dei più

importanti del nord-Italia, dove si fabbrica il

Daily e la scelta di iscriversi, tre anni fa, ad un campionato federale, avvincente ma ricco di responsabi-lità, passando per le difficoltà dei primi due anni, hanno reso la vitto-ria del campionato un trionfo per tutto il gruppo dei dirigenti, staff e giocatori. Il vice-presidente Enzo Palvarini, ha parlato di questa sta-gione vittoriosa.

Come è nata e quale era il vero obiettivo di questa annata vincen-te?«Il successo è stato costruito un anno fa, con un progetto ben preci-so, abbiamo maturato una certez-za, la prima pedina fondamentale per avere una squadra vincente era trovare un mister esterno e molto preparato, Andrea Zanichelli era la persona giusta, che siamo riusciti a convincere soprattutto per i gran-di stimoli che gli offrivamo e l’otti-ma organizzazione sia gestionale che operativa. L’obiettivo iniziale era chiaro dall’inizio: raggiungere i play-off. Il lavoro svolto con il pre-sidente Michele Francione e con il direttore sportivo Raffaele Lo Va-sto, da aprile scorso, orientato a raggiungere un piazzamento nei primi posti; con la vittoria del cam-pionato ha dimostrato che è stato ottimo e vincente».

Quali sono state le chiavi della vittoria finale?«La prima sicuramente la scelta

dell’allenatore, Andrea Zanichelli, un mister che ha sempre bisogno di stimoli e di sfide, con l’ obbiettivo di insegnare ad ognuno dei gioca-tori anche solo una cosa che prima della stagione non sapevano, svol-gendo degli allenamenti preparati nei minimi dettagli e con mentalità vincente. L’altra di avere scelto i giocatori giusti. Quest’anno i diri-genti aziendali ci hanno consentito di tesserare anche i figli di dipen-denti, indotto suzzarese e 4-5 extra-aziendali, che servivano per com-pletare la rosa, composta dai giocatori aziendali confermati e i nuovi, creando il giusto equilibrio e le motivazioni giuste che hanno permesso di cambiare una stagione sportiva positiva in una trionfale.La società, sempre molto unita, ha cercato di soddisfare le promesse fatte, assecondando tutte le richie-ste, valutate positive, che ci veni-vano avanzate dallo staff, mante-nendo la filosofia di squadra aziendale.Molto importante l’impegno profu-so da tutte le persone dello staff tecnico e collaborativo: Gianfranco Caradonna, vice allenatore, Stefa-no Torelli, preparatore dei .portieri, Roberto Barbato, Massimo Cava-na, Matteo Ferrantino, Pasquale La Calamita, Giorgio Lavagnini e Emi-liano Pacilli, collaboratori sempre presenti agli allenamenti, che han-no supportato il mister e i giocatori in tutto ciò che serviva per dispu-tare, nella migliore condizione, sia gli allenamenti che le partite».

Ci sono ringraziamenti o dediche speciali?«La vittoria la dedico per primo a

me stesso, un pensiero a mio pa-dre per gli insegnamenti che ho avuto in campo calcistico; poi Mi-chele e Raffaele con i quali abbia-mo creduto sempre nelle bontà del nostro progetto. Ringraziamento particolare a mister Andrea e ai giocatori per il grande impegno e professionalità dimostrata tutto l’anno, soprattutto nei momenti difficili; a tutto lo staff, che sono stati fondamentali, con il loro lavo-ro, per arrivare a questo trionfo».

E adesso che siete sbarcati in Se-conda … ?«Ci stiamo pensando da tempo, ora stiamo pianificando e valutan-do tutto quello che occorre per competere a buoni livelli nel nuovo campionato; abbiamo avviato con-tatti e incontri con diversi giocatori, entro la fine luglio vogliano avere sia la rosa definitiva che tutto l’or-ganico societario pronti per riparti-

re in agosto per la nuova avventu-ra. Naturalmente la filosofia sarà sempre quella di trasmettere quei valori che, nello sport come nel la-voro, sono indispensabili per rag-giungere il successo».

Cosa vuole dirci dei probabile derby con il “Suzzara”?«Saranno i primi derby della storia del calcio suzzarese, pertanto, sa-ranno momenti emozionanti per tutti gli addetti. Spero che saranno incontri giocati e vissuti con spiri-to sportivo, senza eccessivo cam-panilismo. Saranno partite, sicura-mente, molto sentite da entrambe le squadre e tifoserie, ma, che do-vranno essere la giusta coreografia a questo evento eccezionale, senza cadere in eccessi di tifo che rovine-rebbero la domenica. Dovranno essere momenti di festa per Suzza-ra calcistica».

Enzo palvarini. Michele Francione. Raffaele Lo Vasto.

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Dopo la cena in piazza, si prepara “La féra dla Pepa dal Magnan”

40ª edizione “La pepa: La s voLta”È stato un successo la cena della Pepa, di Palidano che ha visto a tavola oltre 400 persone. Grande la soddisfazione degli organizza-tori, della seconda edizione dell’evento che vede impegnate tutte le associazioni del paese. Ora passata l’euforia della cena la Pepa si prepara alla “Fiera” che inizierà venerdì 29 agosto, per fi-nire mercoledì 3 settembre. È un nutrito programma con molte sorprese, quello che gli organiz-zatori stanno mettendo in campo. “La Pepa la S volta” è il titolo del musical che i volontari porteran-no sul palco il 3 settembre, un ti-tolo dai molti sensi.

s.r.l.

Quattro squadre in competizione per il palio

L’ads oLimpia si aggiudiCa iL troFeoQuatro le squadre a contendersi il trofeo del torneo calcistico delle “Associazioni suzzaresi”. Asd Olimpia, Avis-Aido, Terre Lontane e Suzzara.

Sul podio più alto, dopo aver bat-tuto l’Avis-Aido, c’è andata la squadra dell’Asd Olimpia. Le parti-te sono state arbitrate da Vincenzi-no Andiloro, Angelo Bufalo, Lucia-

no Di Pardo e Alfredo D’Errico, organizzatore dell’evento. Il trofeo, alla squadra vincente, è stato con-segnato da Alessandro Guastalli, assessore alle Politiche Sociali. Il

ricavato del torneo, è stato donato alla Consulta del Volontariato So-ciale con la consegna della busta al presidente Gilberto Saltini.

La pepa:

La s voLta

29 agosto

3 settembre

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Primo torneo “Città di Suzzara”

L’ara riCambi vinCe iL troFeoI ragazzi di capitan Eddy Eddau-di hanno avuto la meglio sulla for-mazione di capitan Lorenzo Siro l’FC Borgoforte.La formazione di Mister Cesare Muto era passata in vantaggio nel secondo tempo grazie Issaka, ma l’Ara Ricambi, pur giocando senza cambi e senza un vero portiere (Davide Tounsi è stato fondamen-tale con delle ottime parate!!) non ha mai mollato fino all’ultimo, 2 a 1 il risultato finale.Nella finale per il 3° posto il Bar Flamour ha avuto la meglio sul Jackpot Motteggiana per 8-7 dopo una lunga serie di rigori,Durante la serata gli organizzatori: “Daniel Friends” (Bassani Stefa-no, Gherty Lici, Pietro Benassi, Bellesia Lucio, Michael Bonazzo-li, Michael Muto, Luca Cugini, Juri Bacchi) hanno consegnato ai ra-gazzi del Centro diurno disabili “Do diesis”, un targa ricordo del torneo e una beneficenza di 1000 euro, La consegna è stata fatta dal delega-

to allo Sport del comune di Suzzara Massimo Siliprandi. In tribuna an-che il sindaco Ivan Ongari. I premiati:1° classificata Ara Ricambi 2° classificata FC Borgoforte3° classificata Bar Flamour – Auto-scuola. MutiMiglior goleador: Gianluca Bian-chera.Miglior portiere: Enrico Tosi.I ringraziamenti degli organizzatori: «Il progetto che abbiamo comin-ciato a febbraio di quest’anno è andato a buon fine, come hanno dimostrato le persone presenti ogni sera. Non è stato affatto semplice, ma è bello raccogliere i frutti di quel che si è seminato. Volevamo ringraziare l’associazio-ne Olimpia di Suzzara, il Suzzara calcio, il palazzetto dello sport, i re-sponsabili dell’ambulanza, gli sponsor che hanno reso possibile l’evento, tutte le squadre parteci-panti, i 180 giocatori, gli allenatori, gli arbitri e tifosi accorsi numerosi per sostenere i propri beniamini.Il torneo è stato fatto per fare qual-cosa nella nostra città, Suzzara, per aiutare il prossimo con un gesto di solidarietà rivolto ai ragazzi del Centro diurno disabili “Do Diesis”, per i giovani e meno giovani suzza-resi. Nel complesso siamo vera-mente orgogliosi e felici di avere organizzato un torneo come que-sto. Ora ci godiamo il riposo e vi diamo appuntamento al prossimo anno, con la promessa del presi-dente del Suzzara calcio, Ugo Mor-selli, che l’anno prossimo il torneo lo disputeremo tutto allo stadio “Allodi”.

Gherty, Pietro, Stefano, Runno, Michael, Luca, Lucio, Juri

ARA Ricambiprima classificata

FC BorgoforteSeconda classificata

Bar Flamour- autoscuola MutiTerza classificata

Jackpot Motteggiana. Montanari bevandeQuarta classificata

Enrico Tosi con Massimo Siliprandi

Giancarlo Bianchera e Massimo Siliprandi

8 L’ECO DI SUZZARA | n. 7-8 | luglio-agosto 2014

Il sindaco Ivan Ongari soffia sulla candelina

1° CompLeanno deL “piazzaLunga CuLtura”Sabato 21 giugno festa di com-pleanno del centro culturale Piaz-zalunga, con soffio sulla candelina e taglio della torta fatti dal sindaco Ivan Ongari. Al suo fianco l’ex as-sessore Patrizio Guandalini e il consigliere Arianna Mari alla quale il sindaco ha dato il compito di presentare la festa e le motivazio-ni del Piazzalunga.

«Parlare di Piazzalunga è parlare di una storia, di uno spazio fisico e soprattutto di un progetto ideale. Una storia che parte dal 1907 quando un brillante ingegnere suzzarese Francesco Piazzalunga progettò e realizzò questo spazio, che nel 2009 ha accolto la biblio-teca, che nel 2013 è stato riquali-ficato strutturalmente, ma soprat-tutto rivisitato in modo del tutto particolare, con un approccio alla cultura molto innovativo. Infatti il nome “Piazzalunga” non solo è un omaggio al suo creatore e ai suoi baffi, presenti nel logo, ma richia-ma soprattutto l’idea di una piazza del sapere, luogo aperto alla so-cialità e alla relazione, perché un luogo senza idee e senza persone è privo di anima. Questo nuovo modo di vivere lo spazio è stato possibile grazie alle numerose at-tività svolte, in questo primo anno di vita. Oggi, ad esemplificazione di quanto fatto e della grande no-vità di questo spazio, ci sono corsi di cucito, pittura, scacchi, percus-sioni e due mostre. Le mostre sono Suzzara PPOP - paesi scatti persone/atto primo, foto di Rober-to Manenti e installazioni di Anto-nella Edi Mantovani e Suzzara PPOP - paesi scatti persone/atto secondo, foto e disegni di Juleil. Juleil raccoglie opere di Alessia Lucchini e Giulia Martini due stu-dentesse dell’Istituto Manzoni che hanno fotografato luoghi e scorci di Suzzara mescolandoli a colori e forme davvero straordinari. Le due ragazze, armate di macchina fotografica e fantasia, hanno cat-turato spazi e momenti della città, le cito: «Abbiamo usato fogli tra-sparenti e colori sovrapponendoli a ritratti del paesaggio cittadino, quello che vediamo intorno a noi ogni giorno, senza ormai accor-gercene. Abbiamo mescolato tra-

dizione e novità, creando opere di una frizzante estrosità, ci piace pensare quasi dadaista. Abbiamo cercato di vedere il mondo con al-tri occhi e di trasformare con l’im-maginazione luoghi che tutti co-nosciamo, trovando bellezza dappertutto». Nella mostra Suzzara PPOP – atto primo, invece, si incrociano le foto dal taglio preciso di Roberto Manenti, fotografo in Suzzara dal 1954 (quando inizia a bottega an-cora bambino), che percorre nel tempo i luoghi suzzaresi con l’idea precisa di salvarli, racchiuderli nello scrigno della sua macchina per permettere alle generazioni che verranno di ritrovarli, cono-scerli e riconoscerli e le sculture di Edi Antonella Mantovani che forza l’argilla a raccontare la storia delle persone che abitano gli spa-zi, una storia fatta di bellezza spesso distorta dal tempo e dalle scommesse della vita, una storia fatta di spiriti che tentano di librar-si verso l’alto e non si piegano alla forza di gravità degli eventi che vorrebbero invece impedire loro di lievitare. Da questo incontro nascono tutte le installazioni pre-senti al compleanno del Piazza-lunga, non una mostra che rac-conti con metodo storico Suzzara, non una mostra che descriva il percorso evolutivo degli artisti, ma abbracci paesi | scatti | perso-ne, come succede quando uscia-mo di casa e il paese ci circonda, se restiamo a guardarlo. Un punto di partenza per molti altri racconti che speriamo di costruire con le persone che abitano, qui.

patrizio Guandalini, Arianna Marri e Ivan Ongari

Francesco Bianchi, Arianna Marri, Alessandro Guastalli, Diego Covizzi e Ivan Ongari

luglio-agosto 2014 | n. 7-8 | L’ECO DI SUZZARA 9

ConCerto dei musiCisti deLLa “pLay sChooL musiC”Il concerto dei musicisti della scuola musicale “Play school mu-sic “ che si è svolto il pomeriggio di domenica 22 giugno, giorno dei

festeggiamenti del 1° compleanno del “Piazzalunga Cultura”, ha visto la presenza di molti musicisti e cantanti che hanno offerto esecu-

zioni di buona qualità a dimostra-zione che: “se ti impegni, riesci”. Con la conduzione di Alex Guidetti, direttore della scuola, e i saluti di

Raffaella Zaldini, assessore alla Cultura, il concerto ha riscosso grande successo.

Gli Hurricane I Diamond

I Road

Il 22 Giugno scorso presso il laghetto di Borgoforte , gestito dall’As-sociazione “Amici del Forte Onlus”, il Gruppo Pesca Cedas Iveco Suzzara, con la partecipazione del Gruppo Caccia, ha organizzato il “9° Memorial Lino Ghiotti ” a scopo benefico. Numerosi i parteci-panti che hanno contribuito al buon esito della giornata. I responsa-bili organizzativi Fabrizio Tosi e Carlo Grassi, insieme a Simone Ghiotti, figlio di Lino, hanno devoluto il ricavato alla cooperativa onlus “Il Ponte“ di Sermide , che dal 1997 opera in cinque centri a sostegno delle persone disabili e si preoccupa della loro integrazio-ne sul territorio.

troFeo di pesCa dediCato a ghiotti

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A BrusAtAsso DI suZZArA

luglio-agosto 2014 | n. 7-8 | L’ECO DI SUZZARA 11

Silvia Cavaletti è la “veterana” tra gli assessori. Entrata nella giunta di Wainer Melli, è stata invitata da Ivan Ongari a rimanere al suo fian-co. Nata a Parma il 30 ottobre 1962, figlia di Sergio e di Alberta Mantovani, ha una figlia di 13 anni, è laureata in Scienze Politiche ed ha un Master in Business Admini-stration.

Assumere l’incarico anche nella giunta Ongari sicuramente la rende orgogliosa, cosa l’ha spin-

Vice sindaco e assessore al bilancio

CavaLetti: «oCCorre essere inCisivi ed eFFiCienti»ta ad accettare? «Certamente soddisfatta per la fi-ducia che Ivan ha riposto nella mia figura, ho accettato per portare a termine un disegno iniziato duran-te la scorsa legislatura. Abbiamo lavorato fianco a fianco su vari pro-getti, completandoci a vicenda per la diversa formazione e il differente approccio ai problemi. Più parteci-pativo il suo stile, più “pragmatico” il mio. Spero di potergli fornire quegli apporti che derivano dall’esperienza, dalla maturità e, perché no, dagli studi umanistici».

La sua esperienza precedente le sarà di aiuto nelle nuove dele-ghe?«La conoscenza acquisita della macchina amministrativa mi con-sentirà di entrare più velocemente nelle questioni. Credo sia questo il principale vantaggio che mi potrà derivare dalla passata esperienza, ora che il tempo, in virtù delle nuo-ve norme che riducono il numero

degli assessori, è diventato una ri-sorsa scarsa: siamo in pochi e con molte deleghe. Occorre essere in-cisivi ed efficienti».

Crede di essere la persona giusta per questi incarichi? «Non so se posso auto-definirmi “la persona giusta”, questo lo sta-biliranno i cittadini di fronte ai fatti concreti, o a fine mandato. Dicia-mo che posso avere le competen-ze professionali adeguate e che la determinazione non mi manca. Più specificamente direi che sui bandi mi sono già “fatta le ossa” con l’Amministrazione precedente, mentre su comunicazione e bilan-cio ho obiettivi chiari di condivisio-ne e partecipazione».

Cosa pensa di questo ringiovani-mento politico? «Assolutamente favorevole. I gio-vani hanno, oltre alla freschezza delle idee, grandi entusiasmi ed energie infinite! Sono dotati di una

sorprendente vivacità, intellettuale e fisica, che in tempi brevi sta sti-molando il rinnovamento della vita politica e del “palazzo”. Forse all’inizio si potrà incorrere in qual-che incidente di percorso, dovuto all’inesperienza di alcuni, ma in cambio avremo sicuramente intui-zioni creative e spirito di gruppo. Da parte mia ci sarà sicuramente un contributo in termini di stabili-tà, sono la “meno giovane” della squadra, doveroso quindi un mio impegno per garantire il migliore ambientamento possibile».

Cosa risponde al nostro “In boc-ca al lupo”?«Sono superstiziosa, per cui ri-spondo con uno scaramantico “crepi il lupo”. Il raggiungimento degli obiettivi dipende anche dalla “buona sorte”, volontà e compe-tenze da sole non bastano per por-tare a termine un’impresa. Per dir-la con Cicerone: la virtù per guida, la fortuna per compagna».

Andiamo a conoscere i protagonisti della politica suzzarese.I volti nuovi del Pd che governano il Comune

12 L’ECO DI SUZZARA | n. 7-8 | luglio-agosto 2014

Francesco Bianchi nato a Mantova il 25 dicembre 1985 , figlio di Al-berto e di Rossana Sacchelli, stato civile celibe, laureato in Architettu-ra all’università di Parma nel 2011, è il nuovo assessore all’ urbanistica, lavori pubblici, ambiente, viabilità, patrimonio ed energia.Cosa si prova ad essere nella stanza dei bottoni dove si decide il destino della città?«È una sensazione strana trovarsi a prendere decisioni per la città in cui sono nato e cresciuto: un mix di passione, senso di responsabilità e appartenenza ad una comunità con solide radici storiche e culturali, che sta riscoprendo il valore dello stare insieme e della condivisione. In quest’ottica non si addice l’im-magine di una “stanza dei bottoni”, visione dalla quale sono convinto che la politica innovativa debba di-scostarsi anni luce, ma la vedo più

Assessore all’urbanistica, lavori pubblici, viabilità

bianChi: «sarò teCniCo e poLitiCo insieme»una piazza virtuale in cui si hanno sul piatto i problemi e le opportuni-tà di ogni giorno, con un tavolo ro-tondo aperto al dialogo tra le parti per trovare soluzioni efficaci e tra-sparenti. Non avendo trascorsi po-litici, ho una visione piuttosto diver-sa del “fare politica”, ovvero “lavorare per la polis”, senza il filtro di schemi partitici».Crede di essere la persona giu-sta per occupare il posto che il sindaco le ha assegnato?«Ho sempre ritenuto che ci fossero persone che potessero ricoprire il ruolo meglio di me, per anni, esperienza politica e amministrati-va. Di certo sono giovane e mi devo “costruire” due spalle molto lar-ghe, ma finora nella vita sono stato sempre “affamato e folle”(come dice spesso il mio sindaco), e quando mi si dà un’opportunità per crescere ringrazio di buon cuore e mi rimbocco le maniche. Di certo, molte persone amiche, preoccupa-te per il mio futuro lavorativo, mi hanno messo in guardia dai perico-li del mestiere, ma essendo un Ca-pricorno molto testardo, quando ho deciso di accettare, non sono più tornato indietro. Confido anche sul mio ascendente Toro per avere le banane e la forza di affrontare questi 5 anni. Viste le premesse

quindi, ne approfitto per dire che non finirò mai di ringraziare le per-sone che mi sono vicine e che mi hanno supportato e sopportato, in primis i miei migliori amici, la mia famiglia, e la mia ragazza, a cui devo molto, è stata straordinaria nel sacrificare tempo e nel darmi carica e consigliarmi nonostante fosse abbastanza preoccupata per il carico di responsabilità che mi assumevo. Infine, essendo en-trambi molto poco avvezzi ad emozionarci in pubblico, ne appro-fitto per ringraziare Ivan, la perso-na che ha fortemente creduto in me, e che ogni giorno non manca di darmi una pacca sulla spalla,un abbraccio, un sorriso: per me, più che il sindaco è un fratello mag-giore, con lui mi sento davvero protetto e a mio agio per concen-trarmi e lavorare al meglio».Nel prendere le decisioni sarà più politico o tecnico?«Mi sto sforzando di “lasciare a casa” il tecnico che è in me quan-do svolgo la funzione amministra-tiva, visto che l’impronta profes-sionale è quella. Io comunque ho sempre ritenuto un vantaggio per un politico poter avere anche un’altra ottica, sicuramente si può arrivare ad una visione più com-pleta della situazione con un

background di un certo tipo. A questo punto, lungi da me far pa-ragoni irrealistici, non posso non menzionare un simbolo di questa città, l’ingegner Piazzalunga, il tecnico che diventa politico e che ha profuso volontà e amore per il progetto di una città degna di que-sto nome».Quale esperienza porta al suo ruolo?«Dal punto di vista tecnico, una laurea in Architettura con partico-lare attenzione al tema ambientale e urbanistico, con una tesi svilup-pata proprio in collaborazione con l’ufficio tecnico che riguarda un ambito a me molto caro: le piste ciclabili e la fruibilità del Parco San Colombano. Dal punto di vista politico, l’espe-rienza nasce dalle primarie con il gruppo “Amici di Ivan”, gruppo dal quale sono nate amicizie vere che tuttora sento molto vicine, a cui devo l’entrata nel mondo della politica suzzarese. Dopo le prima-rie, che hanno visto due vincitori (data la stima che ho per Alessan-dro da quando ho avuto modo di conoscerlo, un ragazzo umile ma determinato, un uomo del “fare”), sono entrato nella lista Suzzara Bene Comune, dove sono nati preziosi spunti che andranno por-

Raffaella Zaldini, nata a Suzzara il 14 agosto 1974, figlia di Mario e di Silvana Magri, stato civile nubi-le, laureata in Conservazione dei beni culturali – indirizzo dei beni mobili e artistici a Parma nel 2000, è il nuovo assessore alla scuola, cultura, politiche giovanili e valo-rizzazione del territorio.

Assessore alla scuola, cultura, politiche giovanili

zaLdini: «Le mie Competenze teCniChe, un vaLore aggiunto»Cosa si prova ad essere nella stanza dei bottoni dove si decide il destino della città?«Non mi sento nella stanza dei bottoni, mi sento al servizio dei cittadini e questo implica fare del-le scelte con responsabilità e con-sapevolezza, quindi prendere de-cisioni che possono influenzare la vita di altri».Crede di essere la persona giu-sta per occupare il posto che il sindaco le ha assegnato?«Lo vedremo con il lavoro e i ri-sultati. Cercherò di svolgere il compito che mi è stato assegnato con serietà, dedizione e passione, con la consapevolezza che sarà impossibile accontentare tutti e soddisfare tutte le richieste.

Una delle caratteristiche che con-traddistingue tutto il nostro grup-po è la volontà di ascoltare i citta-dini, anche nel mio caso sto procedendo in questo senso per raccogliere critiche costruttive e suggerimenti da parte di chi da molti anni si impegna per la cultu-ra a Suzzara. Da questo punto di vista mi sento giusta nel ruolo».Nel prendere le decisioni sarà più politico o tecnico?«Politico, nel senso letterale e po-sitivo del termine di chi si occupa dell’organizzazione e dell’ammini-strazione della vita pubblica. Le competenze tecniche che ho ma-turato nel mio lavoro, che coinvol-ge uno dei settori di delega, sa-ranno un valore aggiunto».

Quale esperienza porta al suo ruolo?«Come dicevo prima, l’esperienza del lavoro svolto nel settore cul-turale in ambito pubblico: il con-fronto con altre realtà culturali, altrettanto complesse, è sicura-mente utile per un ulteriore svi-luppo dei nostri servizi. La conoscenza della materia permet-te di cogliere tutti i punti di forza dei nostri istituti culturali e nello stesso tempo di riconoscere gli aspetti dove occorre intervenire».Cosa risponde al nostro “In boc-ca al lupo”?«Con lo stesso tono scherzoso “Crepi”. Oltre all’impegno e alla preparazione un po di fortuna non guasta».

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Alessandro Guastalli, nato a Suz-zara il 26 gennaio 1979, figlio di Giuseppe e di Adriana, sposato con Romina e papà di Tommaso; laureato in Economia e Finanza a Parma è il nuovo assessore ai: servizi alla persona e alla famiglia, casa, lavoro, pari opportunità, sa-nità, volontariato, partecipazione e coesione sociale. Cosa si prova ad essere nella

Assessore ai servizi alla persona, lavoro sanità

guastaLLi: «aL servizio dei nostri ConCittadini»stanza dei bottoni dove si decide il destino della città?«”Stanza dei bottoni” mi ricorda qualcosa che ha a che fare con il potere. Noi siamo invece sempli-cemente al servizio dei nostri con-cittadini. E proprio questo “essere al servizio” mi fa sentire ancora di più sulle spalle una grossa re-sponsabilità. Sono tante le aspet-tative nei nostri confronti e noi non le vogliamo deludere».Crede di essere la persona giu-sta per occupare il posto che il sindaco le ha assegnato?«Ovviamente non tocca a me dir-lo. Sicuramente Ivan ci ha pensato bene prima di affidarmi questo de-licato incarico e farò di tutto per non deludere la grande fiducia che

ha voluto riporre in me. Spero di essere la persona “giusta” nel senso letterale del termine, e cioè onesta e che porti avanti il proprio mandato con giustizia».Nel prendere le decisioni sarà più politico o tecnico?«Nel settore del sociale anche il tecnico più tecnico ha una visione politica. Parliamo di decisioni che andranno a toccare la vita delle persone; non stiamo parlando di numeri, e per questo motivo oc-corre innanzitutto che la guida po-litica dica in quale direzione anda-re, cioè indichi le priorità di intervento. Voglio portare avanti politiche di welfare attivo, parten-do ad esempio da un sostegno importante per i progetti di “buoni

lavoro”, attraverso i quali offrire piccole possibilità di occupazione. Sul lato dei servizi, sarà necessa-rio verificare come mantenere alti standard di qualità a fronte di tagli sempre più significativi a danno dei Comuni. La nostra politica del “fare” sarà molto concreta e spe-riamo di poter migliorare sempre di più la qualità della vita dei nostri concittadini».Cosa risponde al nostro “In boc-ca al lupo”?«Rispondo che abbiamo bisogno anche di tanta fortuna come direb-be il nostro Sindaco! però abbia-mo bisogno anche di idee e di vo-glia di fare… queste ultime per fortuna a noi non mancano e quin-di sono ottimista!».

tati avanti in questi cinque anni su temi principali, quali lavoro, am-biente, sicurezza, cultura».Cosa risponde al nostro “In boc-ca al lupo”?

«Che non ho paura del lupo, sen-tendo dentro l’energia di un leo-ne. Mi si permetta infine una cita-zione da uno scrittore e filosofo contemporaneo, per spiegare l’ap-

proccio, dal nostro piccolo, all’at-tività politica:“Solo uomini e don-ne che nel loro Cuore hanno posto il futuro della nazione davanti agli interessi personali potranno co-

struire una nazione con un futu-ro”. Le forze le abbiamo, lo spirito anche, avanti tutta».

Un ruolo importante nel consiglio comunale lo svolge il presidente. L’assemblea dei consiglieri ha eletto a questa carica Federica Bi-nacchi, alla sua prima esperienza di consigliere comunale.Federica Binacchi è nata a Suzzara il 29 Aprile 1984 da Gabriele e da Paola Sessi. Dopo aver consegui-to il diploma di ragioniere com-merciale perito programmatore all’Istituto Manzoni di Suzzara, frequenta la facoltà di Giurispru-

Presidente del consiglio comunale

binaCChi: «sono La persona giusta aL posto giusto»denza all’Ateneo di Modena e Reg-gio Emilia, laureandosi in Scienze Giuridiche nel 2007 e in Giurispru-denza nel 2009. Dopo aver supe-rato, nel 2012, l’esame per l’abili-tazione alla professione forense, oggi esercita la libera professione di avvocato a Suzzara, è iscritta, dal gennaio 2013, all’ordine degli avvocati di Mantova. Il suo stato civile è nubile.Cosa si prova ad essere eletta consigliere e poi presidente?«Sicuramente è una bella soddi-sfazione che segna l’inizio di un nuovo percorso, diverso da quelli da me intrapresi fino ad oggi. Un percorso volto a garantire impar-zialità e giustizia all’interno del consiglio comunale, importante organo di indirizzo politico del no-stro Comune». Lei non è stata eletta presidente all’unanimità, crede di potersi guadagnare la stima degli avver-sari?«Certamente. Non penso, in ogni

caso, di non essere stata votata all’unanimità per mancanza di sti-ma nei miei confronti da parte di chi ha sostenuto altre candidatu-re. Semplicemente, essendomi appena affacciata al mondo politi-co, non ho avuto modo di farmi conoscere approfonditamente. Il tempo mi servirà per ottenere il consenso anche di chi, ad oggi, ha ancora qualche riserva». Crede di essere la persona giu-sta al posto giusto?«Certo. Mi sono candidata per il ruolo di presidente del Consiglio, perché credo di avere le caratteri-stiche per poter assumere questo incarico. Di certo non mi manca l’entusiasmo e la voglia di fare. L’esperienza, come per tutti ed in tutti i campi, arriverà col tempo, completando la mia figura, spero, nel miglior modo».Lei è più politica o tecnica, riu-scirà ad essere imparziale? «Io sono semplicemente una per-sona che ha assunto un ruolo ed

un impegno davanti alla cittadi-nanza. Dovrò essere imparziale e lo sarò, nell’interesse del Consi-glio Comunale, che penso abbia, nei miei confronti, delle aspettati-ve che non saranno in alcun modo disattese.Garantire il libero confronto ed il giusto contraddittorio è quello che mi sono impegnata a fare la sera dell’undici giugno, al momento dell’insediamento del sindaco. E’ mia intenzione mantenere fede a questo impegno fino al termine del mandato».Cosa risponde al nostro “In boc-ca al lupo”?«Al vostro in bocca al lupo rispon-do con un bel “crepi”. Penso che sentire il sostegno dei cittadini sia molto importante e per niente scontato. Quindi, mi auguro che questo percorso porti soddisfa-zione ed orgoglio al nostro Consi-glio, confidando nella collabora-zione di tutti i componenti».

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appeLLo deivoL0ntarideL CaniLe

Ciuffetta dolcissima femmina di taglia media nata nel 2008. Coccolona ed affettuosa, adora la compagnia.

Dargan maschietto dolcissimo nato nel 2002, tutto coccole e carezze. Bravo al guinzaglio.

Bono maschio allegro e vitale, nato nel 2007, sterilizzato. Adatto per fa-miglie dinamiche.

Per informazionicontattare:

Paola339/8864392

Carmen392/2636910

Camilla esuberante femmina nata nel 2006, di taglia media, sterilizzata. Vi-vace, energica, ama le passeggiate.

Domitilla femmina segugio nata nel 2011, sterilizzata. Timida, di buon carattere.

È arrivata l’estate e con lei giunge il periodo delle tanto meritate e agoniate vacanze, che saranno mi-gliori se con voi porterete i vostri amici a quattro zampe. Nel caso ciò non fosse possibile, vi consigliamo di trovare per loro un luogo “amico” dove possano stare in compagnia per aspettare il vostro ritorno. Una cosa che nessuno deve fare è quella di abbandonarli: non fatelo mai.

Con la compagnia del Minimo

viLLa Luna, tre serate dediCate aL teatro

“Week end con il Teatro Minimo”: questa la propo-sta di Villa Luna.di via Pasine,. ospiti di Walter Del-comune, regista e attore della compagnia. Tre serate organizzate al teatro Luna nella domenica del 22 giugno, con “L’Istruttoria” di Peter Weiss, e sabato 28 e domenica 29 con “L’amica delle mogli” di Luigi Pirandello. Un pubblico di appassionati ha riempito

il teatro e che ha applaudito gli attori per la professionalità dimo-strata. Gli incontri sono terminati con una chiacchierata con il padrone di casa impegnato come regista -attore a rispondere a tutte le domande. Il teatro, di proprietà privata, è un piccolo gio-iello, luogo di cultura e di incontri, che Walter Delcomune, in qualche occasione, mette a disposizione della città.

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Papa Francesco risponde alla nostra concittadina inviandole anche un dono

esaudito iL desiderio di maria grazia gioaChinCon grande sorpresa e tanta emo-zione Maria Grazia Gioachin giorni fa ha avuto la soddisfazione di ri-cevere una busta postale prove-niente dalla Città del Vaticano in-viatale da Papa Francesco a cui lei aveva scritto una lettera nel no-vembre scorso. Ogni giorno che passava le speranze di una rispo-sta si affievolivano sempre più, anche se in cuor suo la signora ha sempre creduto in una risposta del Santo Padre, Il 9 giugno il deside-rio si è avverato. La signora ha ri-cevuto una busta contenente una lettera, una foto firmata dal Papa e una corona del rosario, ovviamen-te felice contenta di tutto ciò.

Il suo idolo è il re del rock Elvis Presley

manueLe resteLLi, musiCista a tutto Campo

Manuele Restelli (nomi d’arte Ma-nuel Restelli – James Mind) è nato a Mantova il 1° maggio 1967, abita a Buscoldo, dal 1987 lavora all’Ive-

co di Suzzara. Lo zio Erardo, noto tappezziere lo ospitava spesso nel negozio di piazza Garibaldi. Dopo la scuola dell’obbligo, ha frequentato la scuola Arti&mestieri, uscendo tecnico elettromeccanico, strada abbandonata per entrare all’Iveco. La musica e il canto sono parte vi-tale della sua vita impara a suonare la batteria, la chitarra e l’armonica a bocca. Ha una bella voce, è intona-to così inizia a cantare. L’esperienza lo porta a svolgere diversi ruoli, ballerino, cantante, animatore, cantautore, il suo repertorio spazia dal genere italiano melodico al quello americano. Passa dal piano-bar alle cerimonie di matrimonio. Come cantante chitarrista partecipa a concorsi. Nel 1992, lo vediamo al “Cantazara” organizzato da Radio Zero. Dal 1991 è iscritto alla Siae, come autore-compositore. È pure iscritto all’Enpals con tanto di parti-ta Iva, che gli permette di esibirsi in

locali pubblici. Ma, Manuel ama in modo particolare la figura, la musi-ca e la voce del grande Elvis Pre-sley, al punto che lo imita vestendo-si come lui e cantando le sue canzoni. Di recente, il 22.maggio, ha partecipato a due concorsi clas-sificandosi primo al Talent Rock di Roma – un concorso Internaziona-le svoltosi durante la giornata mon-diale dedicata ad Elvis Presley. Così anche il 31 maggio all’Elvis Contest svolto al Palabanca di Piacenza. Dopo vari anni di esibizioni ed espe-rienze live, Manuel, dall’inizio dell’anno, ha preparato e mette in scena “L’ELVIS SHOW” con tanto di costume da scena interpretando i maggiori successi del Re del rock’n’roll rigorosamente in versio-ne e tonalità originali.Contatti: Cellulare 348.3984248 [email protected]@live.comwww.myspace.com/manuelrestelli

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Sull’onda dei ricordi, un “confronto” amaro e sconsolato…

CieLi di una voLta Contro CieLi di oggiCe lo ricordiamo, sì. Oh, se ce lo ricordiamo! Altrochè! EÈ tutto qui. Ben presente nella nostra memo-ria. Più o meno come se fosse successo soltanto ieri. Invece, ri-sale a molto tempo fa. A quando eravamo bambini. Quando, cioè, alzando gli occhi al cielo di notte, rimanevamo a bocca aperta. In-cantati. Estasiati. Trasecolati. Sen-za parole. Allora, la volta celeste era qualcosa d’inimmaginabile. Di stupefacente. Di meraviglioso. Ap-parentemente così vicina da sem-brare, volendo, di poterla toccare con un dito. Con la via Lattea che dominava tutto il cielo. Da un estremità all’altra dell’orizzonte. Imponente. Superba. Maestosa. Con i suoi miliardi di stelle scintil-lanti. I suoi ammassi stellari. Le sue nubi luminose ed oscure… (nella Foto n.° 1, la Via Lattea vista dal deserto). E quante domande inespresse! Allora, come oggi!Altri tempi, quelli. Altri luoghi. Al-tre situazioni. Soltanto gli occhi sono rimasti gli stessi. Oggi, di quel cielo lontano e miracoloso è rimasto ben poco. Il resto soprav-vive solo nei nostri ricordi: teneri, malinconici, appassionati, quasi dolorosi. Oggi è tutta un’altra cosa. Di notte, il cielo è grigio. Informe. Irriconoscibile. Invano vi cerchi la via Lattea. Ed anche le costellazio-ni sono ridotte al lumicino. Tutt’al più, se ne intravvedono le stelle più luminose. In queste condizio-ni, fare osservazioni astronomiche è come cercare il classico ago nel

pagliaio. Solo la grande passione, unita alla pazienza di un certosino e alla scelta di opportune tecniche d’osservazione, ci permette di so-pravvivere come osservatori del cielo. Spesso tentati di cambiare hobby. Per esempio, di darci che so…all’ippica. Ci possiamo chiedere il “perché” di tutto questo cambiamento. Non c’è una sola risposta. Le risposte sono tante. Come…le stelle di Ne-groni! Diciamo che, in generale, sono cambiate le “condizioni am-bientali” in cui ci troviamo a vivere. Le città e i paesi si sono ingranditi. Quasi si toccano. Sono pure cre-sciute le esigenze di ciascuno di noi. In particolare, è cresciuta la necessità, vera o fasulla che sia, di illuminare a giorno ogni angolo di strada. Di casa. Compresi orti e giardini. Dapprima in nome del consumismo. Ora per proteggersi dalla microcriminalità sempre più invadente. Contro la quale, come insegna l’esperienza, non c’è illu-minazione che tenga! Ma c’è di più. Nonostante la crisi economica ed energetica, si continua, imper-territi, ad illuminare sempre di più. Ed ecco trovato il reo confesso. Il responsabile principale, se non l’unico, della scomparsa quasi to-tale del cielo notturno e delle sue bellezze. Si chiama “inquinamento luminoso”!!! È una specie di mo-stro moderno. Che tutto inghiotte e tutto distrugge. Viviamo come all’interno di una cappa nebbiosa che avvolge perennemente la terra

e il cielo. Voluta dall’uomo. Per dabbenaggine. A tutti i costi. E questo è il risultato!Si potrebbe pensare che, andando in montagna, la situazione sia de-stinata a migliorare. E di molto, anche. Invece, è solo illusione! Certo, migliora, ma di poco. Anzi, di molto poco! Ben lo sappiamo noi dell’Osservatorio astronomico “Europa 70”. Noi che, molto spes-so, in occasione di particolari fe-nomeni celesti, siamo costretti a lasciare la sede cittadina e a par-tarci, di notte, sul Monte Baldo. Percorrendo strade spesso perico-lose. Strette. Innevate d’inverno. Sempre più in alto. Alla ricerca di un cielo che, il più delle volte, è un vero e proprio miraggio. Non ci credete? Guardate, allora, la Foto n.° 2. È stata scattata dopo mez-zanotte e ad un’altezza di 1500 metri. Proprio sul Baldo. E che cosa vi vediamo? Vi vediamo la nostra silhouette, nera, assieme ai nostri strumenti, pure neri. L’una e gli altri proiettati su uno sfondo molto luminoso. Quel bagliore che sta davanti a noi è dato dalle luci della città di…Verona. Per quanto possa sembrare incredibile, è tutto vero! In altre parole, per circa 40-45 gradi d’altezza, non si vede nul-la. Ma proprio nulla! Solo una luce diffusa. Tipo aurora. Per comincia-re a vedere il cielo stellato, bisogna guardare molto al di sopra. Che se poi diamo un’occhiata alla Foto n.° 3, scattata di notte all’Eu-ropa da parte di un satellite artifi-

ciale, viene addirittura il mal di stomaco. L’immagine è impressio-nante. Sconvolgente. Da fare tre-mare “le vene e i polsi” anche a chi non osserva il cielo. Non solo il contorno dell’Italia è ben delimita-to da un sacco di luci, ma vi si vede la Val Padana come “una fascia lu-minosa”. Estesa per tutta la sua lunghezza e larghezza. Non si sal-va nulla. Segno inequivocabile di un inquinamento luminoso folle. Pazzesco. Sconsiderato. Alle…stelle! Una vera e propria mostruo-sità! Verrebbe voglia di gridare: si salvi chi può!.. Se vi abbiamo rac-contato tutto questo, una ragione c’è. Ed è che ci teniamo a ricorda-re, a chi legge i nostri articoli, di non dimenticare mai le condizioni “disperate” in cui siamo costretti a fare le nostre osservazioni astro-nomiche e a scattare le nostre foto. Per tutti i giorni dell’anno. Sempre. Sia dalla sede cittadina che dalla montagna. E a scusarci se, talvol-ta, ci lasciamo andare alla nostal-gia dei bei tempi che furono e che, come abbiamo appena visto, non torneranno mai più. Purtroppo! Ma, soprattutto, se, oltre alla pa-zienza, nei nostri articoli ci scappa anche qualche “parolaccia” di troppo. Il fatto è che è difficile, al-meno per noi, accettare risultati “scadenti”. Specialmente dopo averci messo tutto il corpo e tutta l’anima perché fossero un po’ de-centi. Ma tant’è! Crediamo di aver-ne ben donde. O no?

Dino Bertolini

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LE STELLE DELLA DANZA E DELLA GINNASTICAHANNO BRILLATO A SUZZARA Venerdì 20 giugno si è svolto in piazza Garibaldi lo spettacolo con la scuola di danza “Petits Rats”, di Eleonora Rabbi e quella di ginnastica artistica “Airone” di Micaela Comini, entrambe affiliate alla palestra “5 Anelli” di Suzzara. La serata è iniziata con il saluto dell’assessore Alessan-dro Guastalli, in rappresentanza dell’Amministrazione comunale.Le ballerine hanno aperto lo spettacolo danzando una coreografia molto spettacolare sul brano Skyfall di Adele per poi proporre diversi balletti che hanno ottenuto grandi successi nell’anno accademico appena concluso.Le ginnaste hanno eseguito esercizi di gara e coreografie libere ispirate alle magia del circo, coinvolgendo il pubblico con musiche d’effetto e un susseguirsi di dinamiche acrobazie. Ospite della serata il gruppo “Fusio”, di Alessia Goldoni, insegnante e di-rettrice della scuola di danza ”Les Arts” di Mirandola che si è esibito in due coreografie di hip-hop. Suggestivo il gran finale con tutti i protagoni-sti della serata sul palco per eseguire insieme il pezzo di chiusura.

“VISIONI DI VERSI” IN GALLERIA “Visioni di versi” è il titolo della manifestazione dedicata alla poesia, che si è svolto nella sala della Galleria del Premio Suzzara “Visioni di versi” ha offerto una sorta di gemellaggio tra poesia e pittura dove sono state proposte poesie di Tersilla Federici di Sabbioneta, presentate dal professor Alfredo Calendi e dipinti dell’artista Grazia Badari di Sailetto, presentati dal professor Marzio Dall’Acqua. L’evento culturale è stato organizzato dalle associazioni “Amici della Galleria del Premio” e “Amici del Premio Suzzara”. Notevole la partecipazione del pubblico, che ha potuto usufrui-re, gratuitamente, della visita al Museo.

A MOSCA E A SAN pIETROBURGOIl gruppo Cisl di Suzzara in vacanza in Russia. Organizzato da Roberto Frignani, Maurizio Foroni e Lorenzo Allegretti, il viaggio ha portato 68 persone a visitare il Palazzo d’Inverno e relativo museo Ermitas, la fortez-za S. Pietro e Paolo residenza estiva di Pietro il grande, giro sui canali di San Pietroburgo, quindi a Mosca la piazza Rossa, il Cremlino, e fuori città, il monastero di San Sergio.

A pESCA DI SILURI È solo la passione per la pesca quella che anima Stefano e i suoi amici, Francesco e Alan, appartenenti al gruppo di pescatori dilettanti che, nel rispetto della natura, si dilettano a pescare per poi rilasciare il pescato dopo averlo misurato, pesato e fotografato. Siamo nei pressi del Parco San Colombano quando alle loro lenze hanno abboccato tre siluri. Uno, il più piccolo, è stato prontamente rilasciato, gli altri due lasciati in acqua per alcune ore per calmarsi sono stai postati su un telo per il rituale e alle fine rilasciati al loro destino. Il più piccolo dei due misurava 195 centimetri, peso approssimativo 52/55 chili. Il più grosso, lungo 233 centimetri, aveva un peso approssimativo di 93/97 chili.

18 L’ECO DI SUZZARA | n. 7-8 | luglio-agosto 2014

Una sosta all’Argento Vivo, per una birra

i Canoisti di torino ospiti a san benedetto poMercoledì 18 giugno, gli amici ca-noisti-ciclisti di Torino, che sono transitati nel nostro territorio si rac-contano. «È trascorso un altro anno da quando, dopo esser partiti da Torino in canoa, passammo da Riva da Suzzara per una birra con il foto-grafo Bruno Melli e, alla sera, fum-mo ricevuti dal cantastorie Wainer Mazza e ospitati a Villa Saviola dal sindaco Fabrizio Nosari. Per poi ri-partire alla volta di Venezia. Espe-rienza molto interessante e di speri-mentazione in 13 giorni di navigazione. Eravamo in 6 su una canoa da 5 posti ed un vecchio Ford Transit guidato a turno. Esperienza indimenticabile - ci dicemmo-, da rifare. Quest’anno si doveva fare qualcosa di più e di diverso. E così ci siamo inventati la combinata ca-noa + bici e una destinazione in par-te diversa, “da Torino al Delta 2014”. Abbiamo dovuto ridurre le tappe (3 iniziali non continuative + 9 consecutive, dal 14 al 22 giugno). Abbiamo voluto insistere anche sull’aspetto delle tradizioni e della cultura del fiume e, tutto ciò che poteva essere inerente al recupero delle memorie che il Po sa sempre restituire a chi le va cercando. L’esperimento è riuscito bene, tanto entusiasmo ed aspettativa al nostro passaggio, metà delle serate impe-gnate con le comunità locali tra una canzone in dialetto, aneddoti del posto, visione di foto di paese e di Po del passato, gran messe di libri in regalo che divoreremo non appe-na possibile per capire meglio que-sto fiume, comprenderne l’anima. Anima che è poi quella di chi ne scrive e/o che lo fotografa con pas-

sione. In particolare nella tappa Ca-salmaggiore – San Benedetto, regi-striamo nell’ordine, a Boretto, visita al bellissimo museo dei Pontieri, a cura dell’appassionato Romano Gialdini, la sosta a Riva, per la con-sueta birretta, ricevuti dall’amico-fotografo Bruno Melli, la visita al museo “Casello 15” di San Bene-detto Po, sulla linea Suzzara-Ferrara ed annesso aperitivo, a cura di Fa-bio Malavasi, e la cena per una se-rata speciale a Bardelle, alla Casa di Ros, di Zelino Vincenzi. Una serata in compagnia di tanti amici, con la conduzione dell’amico, cantautore – mattatore, Wainer Mazza, la do-cumentazione fotografica di Bruno Melli, e la presenza di un numero-so pubblico, in compagnia dei poe-ti del circolo letterario “Al Fogoler” e gli interventi del presidente della Provincia di Mantova, Alessandro Pastacci, e del sindaco di San Be-nedetto Po, Marco Giavazzi, nonché di esperti del territorio. Ora siamo qui, nella nostra Torino a rimirare foto e riprese di due gran bei viaggi. Non sappiamo se riorganizzeremo l’evento il prossimo anno (ci è stato richiesto e la cosa ci lusinga). Non è facile incastrare impegni di tante persone. Nel caso, sull’esperienza fatta in questi due viaggi, studiere-mo un progetto di coinvolgimento di sinergie rivolte al recupero e alla rivalutazione del Po, con tutte le co-munità locali interessate alle solu-zioni dei problemi che fanno soffri-re il nostro Fiume».

Alex, Renato, Lucio, Filippo, Vincenzo, Giorgio, Lorenzo, Ivana,

Dario, Marco, Beppe, Sigfrido

Da sinistra, Giorgio planesio, Alex Zambon, Vincenzo Fregnan, Sigfrido Rapoli, Filippo Marciano, Ivana Mezzetta, Beppe Racca, Dario Gazzola.

Da sinistra, Alex Zambon, Wainer Mazza, Renato Audino, Lucio Addondi, Ivana Mezzetta, Filippo Marciano, Sigfrido Rapoli, Vincenzo Fregnan, Giorgio plane-sio, Dario Gazzola, Beppe Racca.

Da sinistra, Filippo Marciano, Beppe Racca, Sigfrido Rapoli, Vincenzo Fregnan, Alex Zambon, Giorgio planesio, il mitico Wainer Mazza, Ivana Mezzetta, Dario Gazzola, l’ospitante al casello del km 15 Fabio Malavasi nonché vice presidente del Museo Ferroviario piemontese (MFp), Roberto Santini (volontario MFp), Lu-cio Addondi, Renato Audino.

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Fabio Malavasi e il museo dei ricordi a San Benedetto

“CaseLLo 15”, una storia d’amore per Le proprie origini

Se da Suzzara vai a San Benedetto Po, poco prima di entrare in paese ti trovi ad oltrepassare i binari della ferrovia Suzzara Ferrara. Le sbarre si abbassano passa il treno e alla tua destra vedi il casello ferroviario “15”, dove pensi o credi che dentro ci abiti il casellante. Si alzano le sbarre, tu acceleri e riparti per la tua destinazione. L’occasione del passaggio degli “Amanti del Fiume” di Torino che in canoa e bicicletta, per argini e acqua, hanno percorso il tragitto da Torino al Delta, con breve sosta a Suzzara e accoglien-za con pernottamento a San Bene-detto Po, mi ha fatto conoscere la storia del “Casello 15”. Una storia d’amore di Fabio Malavasi, per le proprie origini.

Ci racconta del “Casello 15”? «Per rispondere debbo, per forza maggiore, raccontare una parte della mia storia. Sono nato a San Benedetto Po, il 25 luglio 1948 nel “Casello 15” della Suzzara-Ferrara, tenuto dalla nonna Giuseppa e dove mio nonno Fabio era stato cantoniere. Ho frequentato la scuola elementare di Villa Garibal-di, con la maestra Amelia Calciola-ri. La vita a San Benedetto Po, è stata caratterizzata da eventi in grado di marcare la memoria in-fantile, ed anche momenti più ludi-co-sportivi. Al ritorno dalla prigionia nel 1945, mio padre Antenore (anche lui nato nel casello nel 1920) aveva iniziato a lavorare nella ferrovia, prima in stazione e poi in squadra. Poi fece un salto di qualità quando passò a Ferrara nella direzione del-la FSF.

Dal casello venimmo via nel 1958, quando la nonna Giuseppa fu inve-stita sui binari, aprendo i cancelli dopo il passaggio della littorina sulla quale mio padre ritornava. Così la mia famiglia si trasferì a Ferrara dove ho completato le scuole, per poi iscrivermi all’Uni-versità, laureandomi in Medicina il 13 Dicembre 1973: una gradevole Santa Lucia. Da studente nel 1972 ero stato Visiting Medical Student all’Univeristà di Chicago, Ill.Proprio la Medicina Nucleare im-parata a Chicago mi ha permesso di divenire Assistente all’Arcispe-dale Sant’Anna di Ferrara. Servizio militare a Torino come tenente me-dico, con conoscenza di un mondo nuovo presso l’Istituto di Genetica Medica del professor Ceppellini. Sono diventato assistente ordina-rio all’Università di Torino nel 1977 con iniziale attività formativa a New York e poi Basilea. Divenuto professore associato, ho creato un laboratorio di Immunogenetica a Torino, città dove vivo e lavoro. La formazione è continuata al Mount Sinai University (New York, N.Y.), alla Harvard Medical School (Bo-ston, MA) e all’MD Anderson Me-dical Center (Houston, TX). Pro-fessore Ordinario all’Università di Ancona (1996) e successivamente a Torino (2000).La mia attività di ricerca medica è stata quella di disegnare anticorpi per impiego diagnostico e soprat-tutto terapeutico su pazienti. Ora il laboratorio è coinvolto nel controllo degli effetti di anticorpi terapeutici anti-mieloma umano, completando così un percorso di ricerca trasla-zionale iniziata oltre 15 anni fa.

Sono autore di 284 articoli scienti-fici su riviste internazionali e di al-cuni libri scientifici.

L’interesse per le radici culturali della zona attraversata dalla ferro-via viene dalla mia storia personale e da un incontro casuale con Ro-berto Santini e poi con Guido So-staro, anche loro figli di casellanti. Dapprima abbiamo raccolto docu-menti storici, poi molti rotabili gra-zie all’aiuto di Mario Cuoghi e di altri, con cui abbiamo fatto l’Asso-ciazione “Amici della ferrovia Suz-zara-Ferrara”. L’attenzione sul “Casello 15”, na-sce da un fatto medico, quale tera-pia per combattere il Parkinson che causò a mio padre un progres-sivo calo dell’attività cognitiva. Agli inizi si era cercato di riparare an-che con una forte pressione di sti-moli esterni, quali carico di eventi passati, uso di disegni e scritti. Un ricordo forte, come un certo risve-

glio, gli fu causato nel rivedere il “Casello 15” (già lasciato dalla ulti-ma inquilina). Capimmo così che usare le emozioni come strumen-to di stimolo continuo della atten-zione gli era di aiuto. Oggi il “Ca-sello 15” è importante anche per me, spesso quando l’attività me lo consente torno per rimpatriate con amici: un ritorno alle radici. Alla scomparsa di mio padre sono rimasti scritti, disegni, foto e molti oggetti. Questa è stata la base che è servita per l’avvio del piccolo museo del “Casello 15” e la realiz-zazione del libro “La Ferrovia Suz-zara-Ferrara. 125 anni dopo”».Ecco caro lettore, che ti ho portato a conoscenza di un fatto originale che non riguarda in modo diretto la nostra città ma il territorio sicura-mente sì, e se ti capita di passare da San Benedetto Po e vedi la porta aperta del “Casello 15”, fermati, sa-rai accolto con amicizia da amici.

Bruno Melli

Fabio Malavasie Roberto Santini

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sCuoLa in Festa aL Cadorna“La Lingua italiana... e non solo”. Una scuola per donne straniere è una positiva esperienza realizzata dal “Centro Sociale Città di Suzza-ra” e portata avanti da donne per donne, dando anche un contributo significativo al processo di integrazione. In ottobre erano 107 le don-ne iscritte di dodici nazionalità e alla fine 38 hanno ricevuto l’attesta-to di 1° livello, 28 l’attestato di 2° livello, 3 l’attestato per superamen-to dell’esame per ottenere il permesso di soggiorno, 18 portate

all’esame di scuola media. Il 20 giugno il Centro Sociale Città di Suz-zara ha organizzato la “Festa di fine anno” ai giardini Cadorna gestiti dall’Auser, dove erano presenti Il presidente del Centro Sociale, Gianni Semighini, l’assessore Alessandro Guastalli, Gilberto Saltini presidente la Consulta del Volontariato, Amin Kharrat dell’associa-zione il Ponte, le docenti della scuola Orsola Varini, Gabriella Bigi, Giovanna Pappalardo e Matilde Motta.

Ingegnere informatico, con la passione per la letteratura e la fotografia

davide truzzi uno sCrittore di Casa nostraDavide Truzzi classe 1985. laureato in ingegneria informatica, affianca il suo lavoro come sviluppatore sof-tware a numerosi interessi, primi fra tutti la fotografia e il tiro a se-gno. Adora la musica metal e gli eventi live, a cui spesso presenzia come reporter e fotografo. Appas-sionato fin dall’adolescenza di lette-ratura e storia contemporanea, ama i grandi autori del passato più dei moderni: Poe, Lovecraft, Ungaretti e D’Annunzio sono da sempre i suoi grandi esempi. Come scrittore ha partecipato a due raccolte di rac-conti, mentre “In nomine Patris” è il suo primo romanzo.Quando hai cominciato a scrive-re?«Prima di parlare di me come scrit-tore, è necessario quantomeno ac-cennare al me lettore.

Mio nonno Luigi, stimato medico e uomo di grande cultura, mi trasmi-se la passione per le scienze e per la storia, mentre mio padre mi rac-contava spesso le storie del Deca-meron libro che credo d’aver letto attorno ai 14 anni. Il resto della mia adolescenza l’ho passata con lettu-re, credo, abbastanza inusuali per l’età: in massima parte saggi di sto-ria contemporanea e letteratura de-cadente, mentre tra i ragazzi della mia età impazzava la saga di Harry Potter. Nel tempo ho scoperto, e mi sono innamorato, della poesia er-metica e del romanzo gotico. La mia attività come autore è stata, in fin dei conti, una conseguenza di-retta della mia passione per la lette-ratura. Ho cominciato ormai diversi anni fa, un po’ per spinte emotive e un po’ per la crescente volontà di

dar vita agli universi che mi creo in testa fin da quando ho memoria per ricordare».I tuoi riferimenti vengono quindi dalle tue letture?«Di certo le mie opere risentono parecchio di queste mie preferenze letterarie, legate a un passato che ritengo artisticamente più elevato del presente (modesta opinione, s’intende). Da presupposti del ge-nere, il passo successivo era quasi ovvio. Oltre a esprimere me stesso e le mie idee, cerco di reinterpretare in ottica moderna gli stilemi della scrittura classica».Ci spieghi la trama?«“In nomine Patris” è un fantastico molto particolare, ambientato in un complesso universo dei morti. Nar-ra di una guerra indetta (ma non voluta) da Dio, in cui sono coinvolti

«Per noi bambini, le gioie della vacanza sono: giocare con gli amici, andare in piscina, fare gite e andare al cinema Politea-ma, il tutto con il “gatto e la volpe” due stupendi istruttori: Davide Bassoli e Massimo Sili-prandi“. Anche se noi ragazzi non abbiamo ancora scoperto chi dei due è il gatto e chi la volpe, ma non importa, noi, con loro, ci divertiamo».

otto mondi diversissi-mi per cul-tura, storia e tecnolo-gia. I guer-rieri che provengo-no da que-sti mondi, sacrificati in vita per poter combattere nell’aldilà, sono dotati di personalità e comporta-menti peculiari, specchio del loro passato e del mondo da cui proven-gono. Ne è uscita un’opera strana, in cui si possono trovare elementi di diversi generi: dal fantastico puro alla fantascienza, passando per l’horror, il gotico e persino per la letteratura classica e moderna».

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Suzzara – via alcide Cervi, 10 – Tel. 0376 532680 – [email protected]: tutti i giorni, festivi e domeniche comprese mattino 6.30-12,30 • pomeriggio 16-19.30. Chiuso il lunedì pomeriggio

Pasticceria Forneria Cioccolateria Gelateria

Buelloni Roberto e NicolaSiamo chiusi per ferie.

riapriremomartedì 29 luglio.

agosto apertocon orari normali.

Alla trattoria “Gli scalini”: quando l’arte incontra la cucina

antea pirondini espone a san matteo deLLe ChiaviCheCon specialità come la spalla cot-ta, tortelli di zucca, e pesce gatto la trattoria “Gli scalini” di San Matteo delle Chiaviche, si distin-gue per l’offerta di un ampio menu dì piatti della più radicata tradizio-ne contadina. Ricevuti da Isa, la titolare, una si-gnora solare e molto cordiale, e

dal figlio Flavio, il 14 giugno è sta-ta inaugurata la manifestazione “Quando l’arte incontra la cucina” con la mostra delle opere della pittrice, suzzarese, Antea Pirondi-ni, che rimarranno fino al 14 set-tembre, giorno in cui verrà estrat-to il numero vincitore di un suo quadro messo a disposizione del-la direzione del locale.Ogni cliente che fino a quel giorno andrà a mangiare alla trattoria parteciperà al sorteggio. La serata di inaugurazione la pit-trice è stata festeggiata da amici e parenti, con la conduzione del me-nestrello di Motteggiana, Wainer Mazza.

La trattoria “Gli Scalini” a San Matteo delle Chiaviche (tel. 0375/ 80162) è aperta tutti i giorni per il pranzo. Per le cene è aperta il giovedì, ve-nerdì, sabato e domenica.Festivi, pranzo e cena.Aperto per ferie.Chiusa solo il lunedì, martedì e mercoledì sera.

La signora Isa e la pittrice Antea pirondini

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Tre suzzaresi volontari in Africa con l’associazione “Altro Futuro”

mediCi in madagasCar per Le popoLazioni

Sono principalmente medici, ma anche odontotecnici, infermieri e gene-rici, i componenti dell’associazione “Altro futuro onlus” che da sei anni vanno in missione sull’isola di Nosy Flay, a nord ovest del Madagascar. Hanno già completato un ospedale e ora, grazie a contributi e donazioni, proseguono il progetto di completamento delle strutture. Sergio Marmi-roli, Nora Daffini e Gian Pietro Vettori sono i nostri concittadini che in maggio, sono partiti e hanno fatto il loro turno di volontariato nella mis-sione. Così si racconta Sergio Marmiroli: «Dopo sei anni di impegno è tempo di bilanci. Con l’aiuto di alcuni sostenitori, donazioni del 5per mille, tanto impegno da parte dei soci, abbiamo realizzato una nuova struttura per il nostro piccolo ospedale, ora più adatto e idoneo all’attivi-tà medica. Con una media di cento visite giornaliere, quest’anno c’è sta-ta una forte affluenza di popolazione, che ha superato le aspettative, e gratifica le fatiche e l’impegno profuso dandoci molte soddisfazioni. Al-cuni pazienti hanno percorso ore di cammino per venire a ringraziare per le cure prestate l’anno scorso. Il gruppo, che ci vede uniti e amici, gui-dato dal medico chirurgo, Massimo Trovatelli, fondatore della onlus. è formato anche da un farmacista, Luciano Lozio, da un chimico farma-

ceutico, Davide Vitali, grazie a loro ci è data la possibilità di preparare sul posto, con i principi attivi, i farmaci necessari con i dosaggi adatti alle somministrazioni, da noi tre suzzaresi e da altri volontari provenienti da diverse province. Ogni anno si aggiungono persone nuove, medici, den-tisti come anche amici che intendono fare un’esperienza fuori dalla nor-ma, come Antonio, responsabile della Telecom France, che ha trascorso una settimana vestito da clown, intrattenendo i bambini e giocando con loro riuscendo, perfino, a farli cantare “Volare” in italiano. I prossimi obiettivi sono noleggiare un container per inviare nuove attrezzature me-diche, già acquistate, tra cui una poltrona per cure odontoiatriche, por-tare l’acqua dai pozzi a tutte le case migliorando la situazione igienica. A nome dei miei colleghi, ringrazio i medici Roberto Fava e Giuliano Magni per la donazione di farmaci, Patrizia e Giuseppe per l’offerta di occhiali da vista. Per chi volesse contribuire con materiale vario, può contattare il dottor Massimo Trovatelli al cellulare 339 1013440». Per versamenti e donazioni presso la Banca Popolare E. Romagna filiale di Suzzara: “Altro Futuro Onlus” iban IT 19 0538 7580 1000000888114codice fiscale 97399960158

Sergio Marmiroli

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Galleria del Premio Suzzara: didattica museale 2013/14

“raCConta L’arte…”A cura di Marco Panizza, conser-vatore del museo Galleria del Pre-mio Suzzara.

La Galleria del Premio Suzzara, che vanta una collezione di oltre ottocento opere acquisite dal 1948 ad oggi, si pone da oltre dieci anni un obiettivo prioritario: rendere familiari i linguaggi dell’arte con-temporanea, ovvero educare al patrimonio. La nostra Costituzio-ne all’ART.9 dice: “La Repubblica promuove lo sviluppo della cultu-ra e la ricerca scientifica e tecnica. Inoltre: “ Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione.” Come precisa Tomaso Montanari c’è una tutela materiale del patrimonio “ ma se non sare-mo attenti anche alla sua tutela immateriale, e cioè alla sua capa-cità di generare conoscenza, l’avremo perduto anche se sarà perfettamente conservato”. (Vedi: Tomaso Montanari Istruzioni per l’uso del futuro, Minimum fax, 2014). Su questi presupposti lo staff del museo sperimenta varie modalità di approccio all’arte con-temporanea che trovano nel labo-ratorio il proprio cuore pulsante e nel pensiero narrativo i presuppo-sti teorici necessari di riferimento, essendo la narrazione uno stru-mento per rappresentare e tra-smettere conoscenza . Come scri-ve Marco Dallari: ”Narratività è dunque, per eccellenza, la forma

del modello relazionale capace di dare vita a un clima autenticamen-te educativo, perché non scinde mai la categoria dell’apprendi-mento da quelle dell’interpretazio-ne, dell’elaborazione e della com-prensione” (Marco Dallari L’insegnante racconta il sapere IPRASE del Trentino, 2007). L’al-tra modalità di approccio alle ope-re del Museo e all’arte contempo-ranea in generale che privilegiamo è quello estetico. L’incontro con l’oggetto deve essere caldo ed emozionale: sono bandite le spie-gazioni, perché l’estetica riguarda i sentimenti, le emozioni, l’indefi-nito. A scuola quasi sempre, l’ar-te, la poesia, la musica, diventano cose da spiegare con “note a piè di pagina”. Noi ci preoccupiamo dello stupore. La progettazione 2013/14 della Galleria ha coinvol-to circa cinquecento scolari e stu-denti di tutti i gradi scolastici, dal-le materne alle scuole superiori, e

inoltre utenti dei servizi psichia-trici, operatori scolastici, inse-gnanti, educatori. La progettazio-ne e la realizzazione dei laboratori è a cura di Claudio Cavalli, Luigi Curcio e Marco Panizza. Con le scuole superiori, Istituo Manzoni di Suzzara e Liceo Classico Virgi-lio di Mantova abbiamo realizzato un percorso legato al dono e alla bellezza dal titolo “Donare Venere” (già documentato su questo gior-nale, con l’Istituto Strozzi di Pali-dano abbiamo approfondito il concetto di museo con il proget-to” Ping pong”. Hanno partecipato inoltre la scuola primaria “Collo-di”, la scuola primaria “Fochessa-ti” di Motteggiana, la scuola d’in-fanzia di Roncobonoldo, la scuola d’infanzia “Rodari” e la scuola se-condaria “Pascoli” di Suzzara, la scuola dell’infanzia di Moglia e Bondanello e la scuola primaria di Villapoma. Con queste ultime ab-biamo lavorato su macrotemi

come la mappa, il lavoro, l’archi-vi. La struttura dei nostri percorsi è costituita da incontri di forma-zione per insegnanti ed educatori presso il Museo, una progettazio-ne condivisa, un servizio di tuto-raggio fino alla realizzazione di un elaborato. I linguaggi analizzati e sperimentati quest’anno vanno dal collage/bricolage all’installa-zione, dalla performance all’arte relazionale. L’incontro finale tra alunni insegnanti genitori si svol-ge al Museo in forma di happening attraverso la predisposizione di uno spazio dove vengono rimessi in gioco tutti i passaggi del per-corso svolto durante l’anno. Ogni lavoro viene documentato con foto e riprese video che un accu-rato lavoro di montaggio restitui-sce in forma di filmato per andare a costruire un archivio della didat-tica presso il Museo. Il museo Galleria del Premio Suzzara svol-ge inoltre un lavoro di consulenza sulla didattica nei confronti di scuole e musei del territorio e col-labora alla elaborazione di progetti educativi per il Sistema dei Musei Mantovani della Provincia. Con l’attività didattica la Galleria, utiliz-zando i linguaggi dell’arte contem-poranea, si apre ad ogni categoria di pubblico: bambini , adulti, stu-denti, esperti, curiosi, educatori, volontari, insegnanti e “pubblici disagiati”. Il Museo, ogni museo, riguarda tutti.

Undici serate per animare l’estate

aL piazzaLunga La rassegna“Cinema e teatro aLL’aperto”È iniziata il 1° luglio e terminerà il 7 agosto la rassegna “Cinema e teatro all’aperto”, or-ganizzata nel cortile del “Piazzalunga Cultu-ra”.In programma sette film e quattro spet-tacoli teatrali.Gli spettacoli, che, in caso di maltempo, sono rimandati alla sera succes-siva, iniziano alle 21.30, al costo di 5 euro per gli adulti e 4 euro per i bambini fino a 12 anni.

Piazza Mitterand – Suzzara (Mn)Tel. 0376.536605

Campus estivoCorsi di nuoto estivi per adulti e bambini anche individualiCorsi di fitness in acqua e a terra – Beach VolleySala attrezzi aperta tutta l’estateCorsi di rieducazione funzionale

Orari apertura piscinaDal lunedì al venerdì: 10-20.30

Sabato e domenica: 9-19.30

PISCINA