Mensile Confcommercio Aprile 2012

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GRATUITO AI SOCI ANNO XV 04 APRILE 2012 ANNO XVI mERcAto dEL LAvoRo NO AllA RIfORmA SUlle SpAlle delle ImpReSe “sEmPLIfIcA ItALIA” le NOVITà del deCReTO PRovIncIA dI PERugIA REgIonE E AssocIAzIonI Il CONfRONTO è eNTRATO Nel VIVO WWW.CONfCOmmeRCIO.pG.IT, TUTTO CIò CHe è UTIle SApeRe IN TempO ReAle IL nuovo sIto è onLInE

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Mensile Confcommercio Aprile 2012

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GRATUITO AI SOCI ANNO XV 04 APRILE 2012 ANNO XVI

mERcAto dEL LAvoRoNO AllA RIfORmA SUlle SpAlle delle ImpReSe

“sEmPLIfIcA ItALIA” le NOVITà del deCReTO

P R o v I n c I A d I P E R u g I A

REgIonE E AssocIAzIonIIl CONfRONTO è eNTRATO Nel VIVO

WWW.CONfCOmmeRCIO.pG.IT, TUTTO CIòCHe è UTIle SApeRe IN TempO ReAle

IL nuovo sIto è onLInE

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Direttore responsabile Lorella Cucchiaroni

Comitato di redazioneVasco Gargaglia, Lorella Cucchiaroni,Claudia Migliorati

Redazione/AmministrazioneVia Settevalli, 320 - 06129 PerugiaTel. 075.506711 - Fax [email protected]

Hanno collaboratoN. Censi, L. Cucchiaroni, F. Fiorucci, M. Martini, G. Menichini, C. Migliorati, F. Settequattrini.

Concessionaria per la pubblicitàe partner editorialeSifa srlVia Pievaiola, 45 - 06128 PerugiaTel. e Fax 075.5051028

Progetto grafico/editorialeFattoria Creativawww.fattoriacreativa.it

StampaLitograf Todi S.r.l.Zona Industriale Ponte Rio Todi

Tiratura: 7.500 copieFinito di stampare in Marzo 2012Aut. Trib. PG - R.P. n. 11 del 26/02/1997

APRILE 201204ANNO XVI

P R o v I n c I A d I P E R u g I A

Fino ad oggi la nostra catego-ria e la nostra associazione, a fronte delle proteste plateali

di altri settori, hanno mantenuto un atteggiamento di compostezza e di sobrietà riguardo alla politica messa in atto dal governo Monti, pur espri-mendo fermo dissenso rispetto a tante scelte. Ma ormai molti di noi non ne posso-no più. Ormai il tempo della pazienza è finito. Ogni giorno ricevo, e come me tanti altri rappresentanti delle Confcommercio territoriali, telefona-te di imprenditori angosciati che non sanno più come andare avanti, che non riescono più a fare fronte nep-pure alle esigenze primarie, come pagare una bolletta della luce di po-che centinaia di euro, e che quindi sono costretti a chiudere. Stiamo vivendo un momento drammatico, con crisi aziendali giornaliere e nes-suna prospettiva all’orizzonte.All’inizio abbiamo dato credito a questo governo, ma fin da subito c’è stato un vero e proprio accanimento verso il commercio e il terziario: pri-ma le liberalizzazioni a senso unico, che hanno colpito solo il nostro set-tore; poi il via libera alla criminalizza-zione dei nostri operatori come ca-tegoria di evasori; ora l’ipotesi della riforma del lavoro, che viene di nuo-vo fatta pagare alle piccole imprese. In tutto questo nessuna politica per il rilancio dei consumi, con la benzi-

na alle stelle, senza che si prendano iniziative contro le lobby che stanno dietro a questa corsa infinita. Basta, non ne possiamo davvero più! E allora ho lanciato pubblica-mente e rilancio da queste pagine la provocazione e la proposta di una nuova marcia su Roma che parta da Perugia, ma raccogliendo adesioni da tutta Italia, senza nessuna colori-tura politica, per rivendicare il diritto di una categoria, che rappresenta oltre il 40% del Pil, di non essere il bersaglio di politiche miopi che stan-no mettendo alla corda imprese e lavoratori, e impoverendo giorno per giorno la nostra economia e società. In questa lotta, in questa rivendicazio-ne chiedo il sostegno delle istituzio-ni locali, convinto che condividano le nostre preoccupazioni per il futuro di migliaia di piccole e medie imprese. Siamo davvero all’esasperazione: certi atteggiamenti di protesta estre-mizzata non ci sono propri, ma non intendiamo neppure continuare a es-sere il bersaglio di scelte che ci pe-nalizzano oltre il livello di tolleranza.

Giorgio MencaroniPresidente Confcommercio

provincia di Perugia

LA mARcIA dEI commERcIAntI

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unIvERsItà dEI sAPoRI, ALLEAnzE stRAtEgIchE con… L’unIvERsItà!

L’Università dei Sapori stringe alleanze con le altre Università perugine. Con Palazzo Gallen-

ga è stato sottoscritto un protocollo d’intesa che prevede, tra l’altro, la proposta di corsi di cucina accanto a quelli di lingua, facendo così degli

studenti che vengono a Perugia per frequentare la Stranieri ambasciato-ri dell’enogastronomia italiana nel mondo. Con l’Università Italiana, invece, è stato sottoscritto un ac-cordo quadro, il cui primo atto è un manifesto scientifico sulla dieta me-

diterranea, presentato il 27 marzo a Bruxelles, con la partecipazione del-la presidente della Regione Marini, della presidente dell’Uds Anna Rita Fioroni, di rappresentanti dell’Uni-versità italiana e del network scien-tifico che collabora al progetto.

Dietrofront, con il… canone tra le gambe! La Rai ha ri-mediato una bella figuraccia

con la vicenda del canone speciale che - secondo una prima interpre-tazione - avrebbero dovuto pagare tutte le imprese per il mero posses-so di apparecchi come computer e simili, normalmente non finalizzati alla ricezione di programmi televisi-vi, ma suscettibili di farlo. Le impre-se sono state subissate da richieste di pagamento da 200 fino a 6.000

euro: immediata la levata di scudi di tutte le associazioni, che si sono appellate al Governo. La tv di stato è stata così costretta ad un rapido dietrofront, chiarendo che le impre-se pagano il canone speciale solo in caso di possesso di “computer utilizzati come televisori”. Rete Im-prese Italia ha comunque chiesto l’intervento del Governo e del Par-lamento per chiarire, al di là di ogni dubbio e una volta per tutte, la nor-mativa sul canone.

RAI, mARcIA IndIEtRo suL cAnonE

fAmIgLIE numERosE, unA InIzIAtIvA PER sostEnERLE La Confcommercio della provincia di Perugia ha sottoscritto una con-venzione con l’Associazione nazio-nale famiglie numerose, che ha sede a Perugia: l’intento è quello di raccogliere da parte delle im-prese commerciali di tutta la pro-vincia la disponibilità e l’impegno

a riconoscere uno sconto, dell’en-tità che decideranno, sui propri prodotti, ai nuclei familiari che si presentino con la tessera di iscri-zione all’Associazione nazionale famiglie numerose. Gli operatori commerciali possono aderire alla convenzione sottoscrivendo e rin-viando via fax allo 075.5067177, o via mail un modulo disponibile nel sito www.confcommercio.pg.it o presso l’Ufficio convenzioni, tel. 075.506711.

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IL mEgLIo dEL mEsE

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In una recente trasmissione tele-visiva il vice ministro all’Econo-mia Vittorio Grilli ha confermato

che dal 1° ottobre ci sarà il nuovo aumento dell’Iva, dal 21% al 23%, già preannunciato, ma che si spera-va potesse essere evitato, dato che

il capo del Governo Monti si era im-pegnato almeno a “provarci”. Ed è davvero una mannaia sui consumi, considerato che il precedente au-mento (al 21%, insieme alle mano-vre sulle accise) ha avuto non pochi effetti sui prezzi al consumo. Basti

pensare alla benzina che sfiora or-mai 2 euro al litro. Con ripercussioni dirette e pesanti anche sul costo del carrello della spesa e sui consumi, che a genna-io hanno fatto registrare un -1% in termini tendenziali.

T urismo di massa, o turismo di qualità? Ha tenuto banco per diversi giorni la polemica

via giornali tra l’imprenditore del ca-chemire Brunello Cucinelli, che alla Bit di Milano ha detto che l’Umbria

deve puntare su silenzio, misticismo e cultura, e quindi bandire il turismo di massa, e Eugenio Guarducci, ide-atore di Eurochocolate, che ha inve-ce ribadito l’importanza dei grandi eventi e di un turismo diffuso. Tra le

tante voci di contorno, ha spiccato la “saggezza” del presidente della Con-fcommercio provinciale Mencaroni, che ha sostenuto la necessità di pun-tare sul “giusto equilibrio” tra qualità e numeri delle presenze turistiche.

Uniti contro il pedaggio. Un fronte comune, rap-presentato da 14 sigle

di associazioni imprenditoriali e dei sindacati dei lavoratori, si è pronunciato contro l’introduzione della percorrenza a pagamento

sul raccordo Perugia-Bettolle. Tra le iniziative ipotizzate anche una grande manifestazione pubblica, dalla quale far partire una rac-colta di firme. Intanto, sul fronte parlamentare, iniziativa bipartisan di Gianpiero Bocci (Pd) e Pietro

Laffranco (Pdl), che hanno pre-sentato una risoluzione congiunta alla Commissione Ambiente della Camera per chiedere al governo di escludere dal pedaggio questa arteria importantissima per la via-bilità umbra.

L’ultima trovata lanciata da Atti-lio Befera, direttore dell’Agen-zia delle Entrate, è quella di

contrassegnare i negozi che pagano le tasse con un bollino blu. Più o meno come la Chiquita. Un pubblico riconoscimento di onestà alle imprese commerciali in rego-

la col fisco, insomma, che però va “approfondito” e studiato nella sua eventuale applicazione. E meno male! A questo punto speriamo che la ri-flessione faccia emergere tutti i lati assurdi della proposta: a comincia-re dal fatto che, ancora una volta, e

non si spiega perché, l’Agenzia delle entrate si occupa solo dei commer-cianti, dimenticando gli altri lavorato-ri autonomi.Un atteggiamento che sta diventan-do insopportabile, considerato che l’evasione di tasse e imposte è fe-nomeno che investe tutti i settori.

IvA AL 23%, IL PEggIo non hA mAI fInE…

I commERcIAntI? comE LA chIquItA…

sI LItIgA suL tuRIsmo

PERugIA- BEttoLLE, fRontE comunE contRoIL PEdAggIo

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PER dIRLA tuttA

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PRImo PIAnoPoLItIcA 10 REgIonE E AssocIAzIonI, IL confRonto EntRA

nEL vIvo AllA presidente MArini presentAte le proposte sul credito

IntERnEt 12 www.confcommERcIo.Pg.Itun sIto tutto nuovotAntA inforMAzione in più e l’opportunità di fAr sentire lA propriA voce

PRImo PIAnocommERcIo 13 oRARI, no ALLA LIBERALIzzAzIonE sELvAggIA

in uMbriA, AssociAzioni di iMpresA e sindAcAti dei lAvorAtori hAnno espresso unA posizione unitAriA

PRImo PIAnofondI stRuttuRALI

2014 - 202014 cREscERE con L’AIuto dELL’EuRoPA

presentAte Agli europArlAMentAri le esigenze e le richieste delle iMprese uMbre e dell’itAliA centrAle

PRImo PIAnotuRIsmo 17 tAssA dI soggIoRno, LA BAttAgLIA contInuA

l’istituzione dellA tAssA penAlizzerebbe AncorA di più le iMprese uMbre, già in crisi di redditività

PRImo PIAnoImPREndItoRIA

fEmmInILE19 LA cARIcA dELLE donnE

le iMprese “in rosA” crescono e sono più produttive, MA hAnno più difficoltà nell’Accesso Al MercAto e Meno rAppresentAnzA

focusLAvoRo 20 mERcAto dEL LAvoRo, RIfoRmA sì PIù costI no

rivoltA: “gli struMenti di flessibilità non devono pesAre ulteriorMente sulle iMprese”

ImPREsA E svILuPPovEndERE vIA IntERnEt 27 BusInEss on LInE, unA sfIdA A PoRtAtA dI tuttI

dAL tERRItoRIodALLE cAtEgoRIE 31 AnchE gLI AmBuLAntI fAnno I contI con LA cRIsI

IgIEnE dEgLI ALImEntI, coRsI In PARtEnzA A cAstIgLIonE dEL LAgo

IL fALso fA dAnnI vERI

fEdERcARnI AL RInnovo cARIchE

dAL tERRItoRIo 33 AssIsI E toRgIAno, duE PRogEttIPER vALoRIzzARE IL tERRItoRIo

fIERE Ed EvEntI 35 gLI APPuntAmEntI dI APRILE

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ANNO XVIAPRILE 2012 04

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Dopo la prima uscita ufficiale, a fine gennaio, le 11 associa-zioni di categoria umbre, tra

cui Confcommercio, che hanno co-

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REgIonE E AssocIAzIonI, IL confRonto EntRAnEL vIvo AllA pReSIdeNTe mARINI pReSeNTATe le pROpOSTeSUl CRedITO

stituito un fronte unitario per affron-tare insieme l’emergenza economi-ca, hanno incontrato la presidente della Regione Catiuscia Marini - che si è presentata accompagnata da buona parte della giunta regionale - per “accreditare” a livello istituzio-nale questo progetto, che le vede impegnate a trovare unità di intenti e di proposte su 5 temi prioritari per lo sviluppo: credito; edilizia ed in-frastrutture; internazionalizzazione; turismo e valorizzazione delle risor-se territoriali, culturali ed identitarie

dell’Umbria; welfare e sanità. Un in-contro partito con un atteggiamento abbastanza guardingo e “freddo” da parte della Governatrice, ma che poi è entrato nel giusto clima grazie alla ribadita volontà delle associazioni di porsi non in polemica o contrappo-sizione con la Regione, ma in spirito collaborativo e di stimolo, animate dall’intento di fare fronte comune e di confrontarsi sui temi centrali dell’impresa, del lavoro, dello svi-luppo. Nessuna delegittimazione, dunque, del tavolo dell’Alleanza per

CatiusCia marini

PRImo PIAnoPoLItIcA

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lo Sviluppo, ma un contributo di idee e proposte per il bene dell’Umbria. E per passare subito dalle intenzio-ni ai fatti, le associazioni hanno già sottoposto all’attenzione dell’ese-cutivo un primo documento sul cre-dito (vedi sopra), che rappresenta la priorità delle priorità. Quello che serve - in questo come in altri ambiti - è un cambio di passo e uno scatto in avanti sulla via delle riforme. “La situazione economica in atto e l’ar-retramento progressivo della nostra regione – sottolinea il presidente di

Confcommercio Umbria Aldo Amo-ni - devono convincere le istituzioni e la classe politica ad abbandonare definitivamente modi di pensare e di fare che non potrebbero più es-sere spiegati se non nella logica dell’autoconservatorismo, del man-tenimento di apparati generatori di consenso. Bisogna procedere sulla via delle riforme, a partire dagli enti endoregionali, vincendo le molte re-sistenze in atto. La Regione detti le linee guida di un sistema pubblico più snello e più efficiente, e adotti

comportamenti coerenti in questa direzione: non si può affermare che la riforma degli enti endoregionali deve passare attraverso la valorizza-zione del ruolo delle associazioni e della sussidiarietà e poi vedere che Sviluppumbria stringe accordi con i Comuni su aspetti operativi, lavora su start up, microcredito e assisten-za tecnica alle imprese, facendo un “doppione” dei servizi che sono nel-la mission delle associazioni di cate-goria. Questa duplicazione crea un inutile spreco di risorse”.

un PRogEtto umBRo PER IL cREdIto

LE PRIoRItà suLLE quALI IntERvEnIRE con LA mAssImA uRgEnzA La Regione si assuma l’impegno politico a confrontarsi, insieme alle imprese, con il sistema ban-cario umbro, per individuare stru-menti creditizi e finanziari in grado di rispondere alle seguenti emer-genze: soluzioni per le aziende in difficoltà; sostegno finanziario ai progetti di rilancio e di sviluppo; credito di esercizio per mantene-re liquidità alle imprese in un pe-riodo di bassi fatturati; smobilizzo debiti P.A. è questa la richiesta di fondo contenuta nel documento sul credito - ampio è complesso - formulato dalle associazioni d’im-presa, per le quali resta una asso-luta priorità il consolidamento del sistema regionale della garanzia, che oggi ha forti criticità rispetto a: rapporto banca/impresa; perdita di potere contrattuale, e dunque di incisività, dei confidi nei confronti

delle decisioni bancarie; discrimi-nazione sulle dimensioni d’im-presa (e/o settoriale) per le condi-zioni di concessione del credito. Su questo fronte le associazione lamentano un rallentamento del progetto regionale per la defini-zione di un sistema della garanzia umbro, con un unico baricentro 107, individuato nella finanziaria regionale Gepafin, percorso più volte ripreso e ancora non realiz-zato, che di fatto ha lasciato in un limbo l’insieme dei confidi umbri. Si chiedono quindi certezze sul fu-turo di Gepafin, ma anche di non continuare a fare confusione tra l’attività di questo soggetto e di Sviluppumbria, definendo in modo razionale gli ambiti operativi.Al governo regionale viene posta conseguentemente la questione centrale della capitalizzazione del sistema di garanzia, anche con in-terventi straordinari, e la necessi-tà di trovare risposte originali per fronteggiare le emergenze, ad esempio trattando con il sistema bancario sullo smobilizzo dei debi-ti che le P.A. hanno nei confronti delle imprese umbre. “Serve in-

nanzitutto un forte riconoscimen-to politico della funzione e ruolo del sistema confidi - si legge nel documento - per agevolare e mo-nitorare il rapporto banca/impresa, che oggi è senza alcuna regola, e che invece ha per decenni cal-mierato il costo del denaro, sem-plificato e sburocratizzato l’iter dell’accesso al credito e limitato lo strapotere degli istituti di credito”. è basilare in questa prospettiva la realizzazione di un sistema regio-nale della garanzia pubblico-pri-vato, la capitalizzazione continua del sistema con apposito fondo di garanzia regionale, finanziato annualmente, che metta in condi-zioni il sistema di essere interlocu-tore credibile e eligibile secondo i dettami 106/107 attuali e futuri. All’interno delle politiche della Regione devono poi trovare am-pio spazio gli interventi finanziari a sostegno dello start up d’im-presa, specialmente giovanile e femminile, delle reti d’impresa, ma anche spin off e attività ad alto contenuto innovativo, compresi gli interventi di microcredito a so-stegno della micro impresa.

PRImo PIAno PoLItIcA

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www.confcommERcIo.Pg.Itun sIto tutto nuovoTANTA INfORmAzIONe IN pIù e l’OppORTUNITà dI fAR SeNTIRe lA pROpRIA VOCe

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IntERnEt

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voratori e le lavoratrici. In Umbria il commercio è già ampiamente libe-ralizzato”, sostengono. “Nessuno è contrario al cambiamento e all’inno-vazione, ma in uno scenario di reces-sione e di contrazione dei consumi, una liberalizzazione senza regole, come è quella decisa dal Governo Monti attraverso il Decreto “Salva Italia”, rischia di fare esplodere ulte-riori conflittualità e di produrre peri-colosi effetti boomerang.Il tema degli orari non può essere riconducibile alla sola apertura dei negozi o dei centri commerciali, ma diventa materia molto più comples-

sa, che va dal funzionamento della città, ai servizi pubblici e privati, alla conciliazione dei tempi di vita e di lavoro delle famiglie. Riteniamo che occorra sviluppare politiche di soste-gno, di rilancio e sviluppo del setto-re commerciale a partire dai centri storici, oggi soffocati dal crescente spostamento dei consumi verso le periferie, con l’aggravio dell’inqui-namento ambientale. Così come consideriamo necessario mantene-re l’equilibrio tra grande e piccola distribuzione, per la qualità del ser-vizio ai consumatori e, soprattutto, sostenendo il reddito e il lavoro”.

A sostenere le virtù illimitate dell’apertura selvaggia dei negozi è rimasta solo qual-

che associazione dei consumatori, i cui rappresentati umbri, incuranti della realtà che li circonda - calo del potere d’acquisto delle famiglie ita-liane, crescente disoccupazione e così via - hanno ancora la temerarie-tà di affermare che la facoltà di aprire l’attività commerciale 24 ore su 24 ri-animerà tout court i consumi, e addi-rittura costringerà i commercianti ad assumere altri addetti alle vendite.

Nell’assoluta convinzione che la to-tale deregolamentazione dell’aper-tura degli esercizi commerciali nelle giornate domenicali e festive non gioverà né ai consumi, né al plura-

lismo distributivo, Confcommercio continua a far sentire la sua voce a livello nazionale e locale. La Regione Umbria - è quanto emerso nel corso dell’ultimo incontro (nel momento in cui andiamo in stampa, ndr) con l’assessore al commercio Fabrizio Bracco - è intenzionata a continua-re nel confronto con le altre Regioni per ottenere dal governo una norma interpretativa che dia forza di legge agli accordi territoriali eventualmen-te sottoscritti dalle parti in causa: im-prese e lavoratori. Le rappresentanze umbre di en-trambi questi soggetti hanno intanto manifestato una posizione precisa e condivisa. In un documento unita-rio, Confcommercio, Confesercenti, Lega Coop, Cgil, Cisl, Uil, Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl, Uiltucs-Uil han-no definito l’articolo 31 del Decreto “Salva Italia” sulle liberalizzazioni de-gli orari e delle aperture degli eserci-zi commerciali “sbagliato e dannoso per le imprese, i consumatori, i la-

oRARI, no ALLA LIBERALIzzAzIonE sELvAggIAIN UmbRIA, ASSOCIAzIONI dI ImpReSA e SINdACATI deI lAVORATORI HANNO eSpReSSO UNA pOSIzIONe UNITARIA

Nessuno è contrario al cambiamento e all’innovazione

Una liberalizzazione senza regole

rischia di far esplodere ulteriori conflittualità

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PRImo PIAnocommERcIo

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Reti di imprese, centri storici, innovazione, turismo, piccole e medie imprese, Fondi di

coesione, commistione tra diversi Fondi comunitari, filiere, servizi alla persona, credito: si è sviluppato in-torno a questi dieci punti l’interven-to di Aldo Amoni, presidente della Confcommercio dell’Umbria, nel presentare agli europarlamentari presenti al convegno che l’organiz-zazione ha voluto portare a Perugia sui nuovi Fondi Strutturali (“Politica di coesione dell’Unione europea 2014/2020 - Il terziario di mercato nella nuova programmazione dei

Fondi Strutturali”), le specificità e le esigenze delle imprese del terziario e del territorio regionale. L’incontro - inserito in un Roadshow che toccherà altre località del Nord e del Sud Italia - ha coinvolto anche le strutture regionali di Confcommer-cio Toscana, Lazio, Abruzzo, Molise e Marche, ed è stato organizzato in collaborazione con Confcommercio International: la struttura che opera, fin dal 1981, a Bruxelles per rappre-sentare e tutelare in modo adeguato gli interessi delle imprese associate presso le istituzioni comunitarie Agli europarlamentari presenti - Pao-

lo Bartolozzi, Francesco De Angelis, Niccolò Rinaldi e Marco Scurria (nella foto di pag.15) - il presidente Amoni ha raccomandato di “ascoltare” at-tentamente i territori, poiché hanno caratteristiche molto diverse gli uni dagli altri, per dare maggiore flessibi-lità alle procedure di attuazione delle misure comunitarie, in modo che sia-no più rispondenti alle esigenze delle piccole imprese del commercio, turi-smo e servizi. Cosa che finora non sempre è accaduta.Gli europarlamentari hanno apprez-zato l’occasione di incontro e con-cordato con le priorità indicate da Confcommercio, assicurando che se ne faranno interpreti a Bruxelles. “Ci sarà molto da lavorare”, hanno specificato, “per arrivare a regola-menti coerenti con le indicazioni di principio.

Ma è prevedibile che ci saranno bandi che includeranno il terziario”, hanno annunciato, “e il turismo avrà accesso a finanziamenti specifici”. Centralità del terziario e specifiche

cREscERE con L’AIuto dELL’EuRoPApReSeNTATe AGlI eUROpARlAmeNTARI le eSIGeNze e le RICHIeSTe delle ImpReSe UmbRe e dell’ITAlIA CeNTRAle

le misure comunitarie devono essere più

rispondenti alle esigenze delle piccole imprese del

commercio, turismo e servizi

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PRImo PIAnofondI stRuttuRALI 2014 - 2020

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peculiarità dei territori, sono stati questi i principi-guida delle proposte Confcommercio in merito alla pro-grammazione dei Fondi Strutturali. In particolare, il presidente Amoni ha insistito sulla necessità di interven-ti sul fronte del credito. “Una delle specificità dell’Italia è costituita dal suo sistema dei Confidi associativi, che non è mai stato aiutato dall’UE”, ha detto. “La Banca Centrale Eu-ropea ha dato alle banche risorse, di cui fino ad oggi non hanno però beneficiato famiglie e imprese. Nel-la logica della maggiore adattabilità dei Fondi Strutturali alle esigenze dei territori, occorrerebbe prevedere mi-sure di vero sostegno al sistema dei Confidi”, ai quali si rivolgono sempre più spesso le imprese oppresse dal-la crisi, per consentire ad essi una maggiore e più efficace operatività. Per dare maggiore forza alle imprese di piccola o piccolissima dimensione, ha sottolineato ancora Amoni, occor-re “continuare sulla strada dei bandi

in favore delle reti di impresa, ma utilizzando i fondi FESR anche per le imprese commerciali eliminando una indebita preclusione”. Piccole o picco-lissime imprese che spesso operano nei tanti piccoli centri dell’Umbria. “è necessario”, ha incalzato il presidente di Confcommercio, “ promuovere lo sviluppo di azioni integrate nelle cit-tà e nei centri storici per migliorare, riqualificare e ammodernare le aree urbane sotto il profilo non solo urba-nistico, ma anche della residenzialità

e della qualità della vita, del servizio commerciale reso, della mobilità e di altri aspetti strategici finora lasciati alla programmazione locale”. E an-

cora una annotazione sul concetto di innovazione, centrale per l’asse-gnazione delle risorse comunitarie. “Nel terziario di mercato”, ha speci-ficato Amoni, “l’innovazione può es-sere anche tecnologica e di prodotto ma, nella maggior parte dei casi, è organizzativa e di processo, fatta di rinnovi del lay-out e nuovi format, di gestione informatizzata delle merci e sistemi integrati per la sicurezza, di nuove modalità di pagamento e in-troduzione di nuovi servizi alla clien-tela. I futuri bandi comunitari devono tenere conto di questo”. All’appuntamento di Perugia hanno preso parte la presidente della Giun-ta regionale dell’Umbria Catiuscia Marini, il presidente della Confcom-merico della provincia di Perugia Giorgio Mencaroni, il presidente di Confcommercio International Alber-to Marchiori e il direttore Giacomo Regaldo, il dirigente Confcommercio nel settore politiche regionali Massi-mo Vallone.

PRImo PIAnofondI stRuttuRALI 2014 -2020

Centralità del terziario e specifiche peculiarità dei territori, questi i principi-

guida delle richieste Confcommercio

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Incontri su incontri con l’assesso-re regionale di riferimento; pres-sioni sui Comuni per spiegare che

l’istituzione della tassa di soggiorno potrà portare benefici immediati alle casse dell’ente, ma penalizzazioni ben più pesanti e durature per tutto il sistema turistico. Contro la tassa di soggiorno, Federalberghi, Faita e Confcommercio hanno condotto la loro battaglia su tutti i fronti, nessu-no escluso, pur nella consapevolezza della difficoltà di muovere dalle loro posizioni tutti quegli amministratori che hanno intravisto la possibilità di rimpinguare le casse dei Comuni senza troppa fatica, immaginando di poter “mungere la mucca” turismo - che secondo i dati nudi e crudi non sta cedendo - senza doverne poi scontare gli effetti. Peccato che la re-altà sia molto diversa e decisamente più complessa. “Le cifre sugli arrivi e le presenze dei turisti in Umbria, pur delineando un quadro tutt’altro che negativo, non fotografano la realtà di questo settore in tutti i suoi aspetti.

“La crisi economica, che ha indotto molte imprese ricettive ad azionare la leva del prezzo per attrarre cliente-la, e l’abnorme sviluppo dell’offerta umbra (v. box) - ha sottolineato Fe-deralberghi Confcommercio, con-giuntamente alle altre associazioni di categoria del settore - hanno fatto emergere con forza il problema del calo della redditività delle imprese turistiche. Occorre un impegno pre-ciso della Regione a non incentivare l’ulteriore nascita di strutture ricetti-ve e ad investire sulla riqualificazio-ne della rete esistente.Al tempo stesso, occorre valuta-re bene la questione tassa di sog-giorno, che avrebbe un effetto solo penalizzante sulle imprese. è ap-prezzabile il tentativo dell’assessore regionale al Turismo Fabrizio Bracco di aprire un confronto su questo tema, allargandolo anche al siste-ma delle tariffe e tributi locali che pesano sulle attività ricettive. Se prevalesse, peraltro senza correttivi di alcun tipo, il partito dei Sì, le im-

tAssA dI soggIoRno, LA BAttAgLIA contInuAl’ISTITUzIONe dellA TASSA peNAlIzzeRebbe ANCORA dI pIù le ImpReSe UmbRe, GIà IN CRISI dI ReddITIVITà

offERtA cREscIutA PIù dELLA domAndA

Negli ultimi dieci anni è aumenta-to il numero dei turisti che hanno scelto l’Umbria per le loro vacan-ze; al contempo, però, il numero delle attività ricettive è cresciuto a dismisura. Secondo i dati della Regione Umbria, a dicembre del 2000 gli esercizi alberghieri erano in tut-to 501 e disponevano di 24.762 posti letto, che sono diventati 29.455 nel dicembre del 2010, suddivisi per 574 alberghi: quasi 5 mila posti letto in più.Ma il vero balzo in avanti lo hanno fatto le attività extralberghiere. Erano 1.320 nel 2000 e potevano offrire 34.095 posti letto. A dieci anni di distanza questi nu-meri sono letteralmente lievitati: il numero delle strutture è arriva-to a 3.532 e quello dei posti letto è quasi raddoppiato (60.345).

prese umbre si troverebbero, ancor più disarmate, a dover fronteggiare una competizione sempre più forte ed agguerrita. A dover ulteriormente dividere, tra tante, una torta che non è grande abbastanza per tutte”.

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PRImo PIAnotuRIsmo

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sull’intera base imprenditoriale pro-vinciale di Perugia”, dice Giorgio Mencaroni, presidente della Camera di commercio, commentando i dati dell’Osservatorio nazionale sull’Im-prenditoria Femminile. “Ormai più di una impresa su quattro è femminile. La nostra è una terra in cui le donne dimostrano di avere una particolare inclinazione verso l’imprenditorialità e infatti la percen-tuale delle imprese donna sul totale delle imprese è di oltre due punti su-periore rispetto alla media nazionale (25,6% contro 23,5%)”. Un altro dato interessante riguarda l’organizzazio-ne dell’impresa: su questo fronte

l’imprenditoria femminile continua la rincorsa a quella maschile nell’ado-zione di forme giuridiche meglio strutturate. La crescita del 2011, in-fatti, è dovuta totalmente alle socie-tà di capitale (+7.756 unità) che, pur essendo il 14,8% del totale (tra gli uomini la quota è del 25,1%) cresco-no ad un ritmo del 3,8%, ovvero una volta e mezzo quello delle società di capitale maschili (+2,3). In aumento anche le forme cooperative e i con-sorzi (497 unità in più, pari all’1,4%), stabile l’universo delle ditte indivi-duali, in calo sensibile le società di persone (quasi 2mila unità in meno, lo 0,6%).Nella classifica delle centodie-

ci province italiane, quella di Perugia si colloca in una ri-

spettabile trentaduesima posizione per quanto riguarda la crescita delle imprese condotte da donne.Nel 2011, infatti, hanno raggiunto quota 18.957, ovvero 187 in più ri-spetto al 2010, con una crescita del-lo 0,9% rispetto all’anno preceden-te. Non è poco in un momento così difficile. Il dato diventa anche più significativo se si considera che le imprese femminili hanno aumentato anche la loro incidenza (dello 0,2%) rispetto al totale delle imprese nella provincia, e se si paragonano questi dati con quelli della media nazionale, che danno una crescita delle impre-se femminili dello 0,5% e una so-stanziale stabilità del peso di queste rispetto al totale di tutte le imprese.“Le imprese femminili crescono sia in termini assoluti che come peso

LA cARIcA dELLE donnEle ImpReSe “IN ROSA” CReSCONO e SONO pIù pROdUTTIVe, mA HANNO pIù dIffICOlTà Nell’ACCeSSO Al meRCATO e meNO RAppReSeNTANzA

donnE E govERnAncE, un’ImPREsA PossIBILE

Sono oltre un milione e mezzo le imprese femminili in Italia. Le aziende con vertici “rosa” regi-strano una produttività più eleva-ta del 50% rispetto a quelle ma-schili. Tuttavia, ci sono settori nei quali ancora le donne accedono con difficoltà, motivo per cui è il terziario, e in particolare il com-mercio, quello in cui la presenza delle donne e’ più alta, perché ci sono meno barriere all’entrata e perché è un comparto con impor-tanti margini di crescita”, ha detto

il presidente nazionale Confcom-mercio Carlo Sangalli, nel corso del convegno “Donne e gover-nance. Un’impresa possibile”, che si è tenuto a Roma presso la sede dell’organizzazione. “Affermare una democrazia pa-ritaria, attraverso lo strumento giuridico”: è la proposta avanzata dalla presidente nazionale di Ter-ziario Donna di Confcommercio, Patrizia Di Dio, promotrice del convegno. “Il deficit di democra-zia, costituito dalla scarsa pre-senza femminile nei luoghi della rappresentanza politica e nelle istituzioni, è infatti ancora oggi una lacuna che mantiene una cer-ta disparità rispetto agli equilibri consolidati del genere maschile”.

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PRImo PIAnoImPREndItoRIA fEmmInILE

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mERcAto dEL LAvoRo, RIfoRmA sì, PIù costI noRIVOlTA: “GlI STRUmeNTI dI fleSSIbIlITà NON deVONO peSARe UlTeRIORmeNTe SUlle ImpReSe”

“Vogliamo una buona riforma, che consenta alle imprese di produrre occupazione. Una

base dalla quale partire per poi af-frontare altri nodi importanti come quello dell’accesso al credito e della riforma fiscale”. Così Confcommercio, insieme alle

altre organizzazioni di categoria di R.E.TE. Imprese Italia, ha chiarito la sua posizione in merito alla riforma del mercato del lavoro, alla quale sta lavorando il ministro Fornero, con l’intenzione di chiudere la parti-ta entro il mese di marzo, cercando, secondo le sue stesse parole, anche

“il consenso delle parti sociali”. Nel momento in cui andiamo in stampa, però, il confronto è lonta-no dall’essere concluso e le parti continuano a trovarsi su posizioni molto diverse, se non fortemente contrapposte. “è inaccettabile in-serire elementi di flessibilità per le imprese più grandi scaricandone i costi su quelle più piccole”, sostiene ancora R.E.TE. Imprese Italia, riven-dicando la specificità dei singoli set-tori e la conseguente inopportunità di definire strumenti che vadano bene per tutti. Sullo sfondo, poi, c’è il problema delle risorse, perché, come dice Francesco Rivolta, di-rettore generale di Confcommer-cio, “nessuna grande riforma può essere a costo zero”. A Francesco Rivolta chiediamo di spiegare a che punto è il confronto sulla riforma del mercato del lavoro e qual è la posizione di Confcom-mercio. “Il progetto del ministro Fornero - spiega Rivolta - dovrebbe poggiare su due pilastri: il primo è la cassa integrazione, che serve ad agevolare aziende e lavoratori nel processo di ristrutturazione azienda-le e che è dunque limitata nel tempo e con una finalità precisa e puntuale. Il secondo pilastro è rappresentato dagli assegni di disoccupazione, per tutti coloro che si trovano in questa

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condizione. Quanto alla cassa inte-grazione, noi crediamo che debba essere pagata da chi effettivamente la utilizza. Non è possibile costruire

strumenti uguali rispetto ad un siste-ma economico costituito da aziende diseguali. Ad esempio, la cassa in-tegrazione ordinaria è utilizzata in gran misura dall’industria e non dal

terziario: la dobbiamo pagare noi? Questo è un primo interrogativo. Oggi non sappiamo quali sono i co-sti reali che gli attuali ammortizzatori comportano. Il ministro ha dichiara-to che non ci sarà un aumento della spesa pubblica per gli ammortizza-tori sociali.A nostra volta, affermiamo con for-za che le aziende non sono nelle condizioni di affrontare costi ulte-riori sul fronte del lavoro. Nem-meno per quanto riguarda l’asse-gno di disoccupazione, di cui non possono farsi carico le imprese. Ne consegue che la riforma va fatta

entro i confini delle risorse attual-mente disponibili, attraverso un si-stema di riordino del welfare”. Anche per quanto riguarda gli stru-menti del mercato del lavoro e la disoccupazione, Confcommercio ha le idee chiare. “è bene lavorare agli strumenti di flessibilità, perché il mercato ne ha bisogno. Ma le rego-le, in sé, non creano posti di lavoro. I posti di lavoro si creano dando fiato alla ripresa, e oggi non vediamo an-cora segnali in questo senso; sem-mai, sono state adottate misure che comportano un aggravio di costi per le imprese e le famiglie.

IL tERzIARIo PAgA, L’IndustRIA PREndE

La riforma dell’attuale sistema degli ammortizzatori sociali deve necessariamente muovere da un quadro chiaro della situazione esi-stente sia rispetto alle risorse sia rispetto alle quantità e modalità di utilizzo nei diversi settori. è importante, quindi, confrontarsi sui numeri e ragionare per settori diversi senza mettere tutti nello stesso calderone, dove c’è chi paga e chi prende, come dimo-strano i dati riportati a pag. 23.Un’analisi dettagliata sull’uso de-gli strumenti vigenti nei diversi comparti economici e dei corri-spondenti rapporti tra entrate/uscite, fa emergere, infatti, alcuni elementi interessanti. Dal 2002 al 2011, nel bilancio Inail,

l’avanzo della gestione industriale - che nell’ultimo biennio è andata in deficit - è stato pari a 500 mi-lioni di euro, mentre il terziario ha fatto registrare un avanzo di 9.378 milioni di euro e l’artigianato di 10.333 milioni di euro.Dalla serie storica dei risultati di bilancio del comparto “prestazioni temporanee” dell’INPS si registra un avanzo strutturale tra contribu-zioni versate e prestazioni effet-tivamente erogate. I più recenti dati sull’utilizzo degli strumenti di integrazione salariale confermano un forte sbilanciamento tra set-tori economici e la conseguente necessità di un uso ottimale delle risorse, che può derivare da una razionalizzazione dei modelli e della spesa. Emblematico il caso della malattia: dai dati dei bilanci INPS della gestione malattia si registra un avanzo strutturale an-nuo, generato prevalentemente dai comparti del terziario e dell’ar-tigianato. Prendendo ad esempio l’anno 2008, nel totale dei settori

si hanno oltre 4 miliardi di entrate, meno di 2 miliardi di uscite, con un avanzo generale di 2,4 miliardi di euro, di cui il 75,6% generato dal terziario (tab.1);Osservando l’andamento del-la Cassa Integrazione Guadagni per tipo di intervento e ramo, nel periodo pre-crisi (2005-2007),il totale degli interventi del settore Commercio è stato pari all’1,8% del totale, a fronte di un utilizzo del 78,1% dell’Industria.Nel periodo 2005-2011 la quota di utilizzo del Commercio è stata pari al 7,1%, nonostante il perio-do di crisi eccezionale, mentre nell’Industria è stato del 75,3% (tab.2). Bisogna inoltre sfatare il luogo comune per cui la Cassa In-tegrazione Guadagni in Deroga è utilizzata solo dalle PMI del com-mercio e dell’artigianato. La CIGD nel periodo 2005-2011 è stata utilizzata dall’Industria per circa il 39% del totale, nonostan-te l’utilizzo delle integrazioni sala-riali ordinarie e straordinarie.

la cassa integrazione deve essere pagata da

chi effettivamente lo utilizza

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tAB. 1 - dAtI BILAncIo InPs gEstIonE PREstAzIonI tEmPoRAnEE Anno 2008

Rapporto contributi/spese per prestazioni istituzionali dell’indennità malattia.MILIoNI DI eURo INDUSTRIA TeRZIARIo ARTIGIANATo ToTALe

Contribuzione 1.400 2.285 434 4.119

Spesa per presta-zioni

818 713 180 1.703

Avanzo 582 1.572 254 2.408

elaborazione R.e.Te. ImpReSe ITAlIA

tAB. 2 - cAssA IntEgRAzIonE guAdAgnI PER tIPo dI IntERvEnto E RAmo: totALE 2005-2011E PERIodo PRE cRIsI (2005-2007)

Valori cumulati - ore autorizzate operai e impiegati

Tipo interventoRamo attività

Totale 2005-2011% Sul totale interventi

Periodo pre crisi 2005-2007

% Sul totale interventi

Ordinaria Industria 1.232.832.645 31,0 197.438.791 29,9

Ordinaria Edilizia 337.524.118 8,5 112.228.284 17,0

ordinaria Totale 1.570.356.763 39,5 309.667.075 46,9

Straordinaria Industria 1.402.971.377 35,3 274.206.734 41,5

Straordinaria Edilizia 34.937.670 0,9 6.855.787 1,0

Straordinaria Artigianato 1.845.622 0,0 1.199.326 0,2

Straordinaria Commercio 60.638.588 1,5 6.873.630 1,0

Straordinaria Settori vari * 626.579 0,0 19.277 0,0

Straordinaria Totale 1.501.019.836 37,8 289.154.754 43,8

Deroga Industria 354.182.326 8,9 44.318.415 6,7

Deroga Edilizia 16.810.960 0,4 269.692 0,0

Deroga Artigianato 303.411.364 7,6 12.043.757 1,8

Deroga Commercio 223.123.832 5,6 4.866.327 0,7

Deroga Settori vari * 3.917.414 0,1 221.631 0,0

Deroga Totale 901.445.896 22,7 61.719.822 9,3

Totale Industria 2.989.986.348 75,3 515.963.940 78,1

Totale Edilizia 389.272.748 9,8 119.353.763 18,1

Totale Artigianato 305.256.986 7,7 13.243.083 2,0

Totale Commercio 283.762.420 7,1 11.739.957 1,8

Totale Settori vari * 4.543.993 0,1 240.908 0,0

Totale Totale 3.972.822.495 100,0 660.541.651 100,0

TotaleCommercio e Artigianato

589.019.406 14,8 24.983.040 3,8

Totale Industria 2.989.986.348 75,3 515.963.940 78,1

Totale Altri 393.816.741 9,9 119.594.671 18,1

* Settori vari: enti pubblici, amministrazioni statali, agricoltura, credito e assicurazioniestrazione del 2 marzo 2012; a seguito di aggiornamenti alcuni dati possono differire da pubblicazione INPS (2012)

elaborazione R.e.Te. ImpReSe ITAlIA

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fLEssIBILItà PER tuRIsmo E RIstoRAzIonE

“Le imprese di ristorazione, disci-plinate dal contratto del turismo, per le caratteristiche indiscutibili di stagionalità e flussi di lavoro, non possono prescindere dalla flessibilità, che andrebbe rafforza-ta dagli ammortizzatori sociali in discussione al tavolo della riforma sul lavoro”. è questo il pensiero di Lino Stoppani, presidente Fipe, la federazione dei pubblici esercizi, che in questo modo sostiene e rafforza la posizione di Rete Im-prese Italia a cui aderisce tramite Confcommercio. “Le figure contrattuali - prosegue Stoppani - legate alla flessibilità sono talmente basilari nel settore

del turismo che sono state affron-tate, risolte e sperimentate dalle parti sociali già da molti anni. Ri-mettere in discussione strumenti che funzionano alla perfezione, in un settore con una notevole varie-tà di picchi di lavoro, significa far saltare gli equilibri fra dipendenti e imprese, invece che consoli-darli, con il rischio di facilitare il ricorso al lavoro irregolare. Se si trovasse una buona soluzione sul tema degli ammortizzatori, tali da ‘accompagnare’ il lavoratore im-pegnato nel settore turismo ad alta stagionalità fra un contratto e l’altro, l’Italia avvierebbe una seria politica del lavoro e dimostrereb-be di avere un’efficiente strategia nei confronti del turismo, un set-tore fondamentale per il rilancio dell’economia”.

L’apprendistato è un buon strumen-to; consente di introdurre giovani nel mercato del lavoro attraverso per-corsi formativi da attuare in azienda;

li aiuta ad imparare un mestiere. Ma se l’apprendistato deve costa-re di più, perché è uno strumento flessibile, allora non ci stiamo. Tra l’altro, nel nostro contratto, che in-teressa circa 3 milioni di lavoratori, c’è l’obbligo di assunzione per l’80 per cento degli apprendisti”.Un’ultima annotazione sull’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori: nodo del contendere soprattutto per Con-findustria e Cgil. “Spero che intorno a questo punto non si facciano bat-taglia ideologiche”, conclude il diret-tore di Confcommercio. “Così come è adesso, l’articolo 18 non funziona: quando una causa di lavoro giace quattro o cinque anni nei tribunali non va bene per i lavoratori e per le imprese. I tempi di definizione del contenzioso sono quindi un primo

problema. I giudici, inoltre, non pos-sono avere un così enorme spazio interpretativo.Alcune tutele, insomma, vanno mantenute, ma l’esperienza ha di-mostrato che dietro questo stru-mento si possono nascondere an-

“Se l’apprendistato deve costare di più perché è uno

strumento flessibile, allora non ci stiamo”

che comportamenti che andrebbero sanzionati. Dobbiamo affrontare il nodo dell’articolo 18 senza fare crociate. Solo con qualche aggiunti-

vo strumento di flessibilità in uscita possono essere meglio regolate al-cune flessibilità in entrata nel merca-to del lavoro”.

dobbiamo affrontare il nodo dell’articolo 18

senza fare crociate

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Iniziamo da questo numero un bre-ve viaggio nel tema del e.business, e delle potenzialità della rete per

fare affari, grazie al contributo di Luca Baldicchia, esperto di marketing e web marketing.

Se l’economia in generale è in forte sofferenza, c’è un segmento che in-vece è in crescita, quello dell’e-busi-ness, del business on line (B2B, bu-siness to business, e B2C, business to consumer), ovvero “dell’insieme di scambi tra soggetti mediati dalla tecnologia”. Internet infatti continua a crescere:

ha ragiunto 50 milioni di utenti in appena 5 anni. Oggi ci sono circa 2 miliardi e 100 milioni di utenze nel mondo. Una buona notizia che però ha un risvolto negativo: in mezzo ai circa 300 milioni di siti che erano on

line nel 2011 - e di certo in 3 mesi ne sono nati molti altri - è sempre

più difficile farsi trovare. Ma un sito è solo uno strumento per fare busi-ness in rete. La cosa che gli imprenditori devono tenere presente è la seguente: se scelgono di fare business on line, a prescindere dagli strumenti utiliz-zati - sito, social nertwork, etc. - è essenziale che dietro ci sia sempre una strategia e un piano di marke-ting, e più specificamente un piano di e-marketing. Una gestione efficace di e-business presuppone infatti azioni strutturate che abbiano continuità nel tempo, altrimenti si buttano via soldi. Fare

Una gestione efficacedi e-business presuppone

azioni strutturate che abbiano continuità nel tempo

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BusInEss on LInE, unA sfIdA A PoRtAtA dI tuttI

ImPREsA E svILuPPovEndERE vIA IntERnEt

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un sito e non farlo in modo corri-spondente ai propri obiettivi, aprire un profilo facebook e non presidiarlo significa perdere tempo e fallire.

La rete ha ridisegnato l’economia di intere aree geografiche. L’Italia, rispetto ad altri paesi occidentali, ha un minore indice di penetrazione - stimato attorno al 50%, quindi più o meno 30 milioni di italiani usano la rete - ma questo può anche rappre-sentare una opportunità. Internet ha ridisegnato inoltre la na-tura delle attività economiche, per questo oggi nessun imprenditore, anche tradizionale, può ignorare questo fenomeno. Favorisce l’atte-nuazione dei confini di settore: le economie si riorganizzano attorno al cliente, alla domanda, anziché at-

torno all’offerta. Da sempre il cliente cambia nel tempo, ma con internet cambia molto più velocemente, e ci mette molto di più alla prova perché ha possibilità pressoché infinite di informarsi e di fare confronti. La rete ha inoltre trasformato la struttura sociale, perché ha rivoluzio-nato il modo di giocare, di comuni-care, di scambiare conoscenze. Un personal computer connesso ad internet è sempre più “presente” (scuole, stazioni, centri commer-

ciali, autogrill, ecc…), diventando sempre di più una fonte informativa ad alta intensità. Ma soprattutto in-ternet rappresenta una opportunità enorme per generare ricchezza, an-che in un momento di crisi econo-mica come l’attuale, in virtù delle sue caratteristiche, ovvero: costi di accesso ragionevoli e ridotti rispetto ad altri mezzi di comunicazione; un mercato potenzialmente (ma solo potenzialmente, se non si fanno le scelte giuste) più vasto; riduzione delle barriere di accesso; maggiore competitività (i nostri competitor sono a portata di un clic); progres-sivo superamento della intermedia-zione e riformulazione della catena del valore (es.: mi costruisco da solo

il mio viaggio, invece che rivolgermi ad una agenzia di viaggio). Prima di avviare una qualsiasi at-tività di business in rete bisogna tuttavia porsi alcune ineludibili do-mande: Come segmentare il merca-to? Come creare valore per i clienti target? Come battere i concorrenti nei mercati scelti? La prospettiva dell’e-business è cliente-centrica, cioè ruota attorno all’utente. Nel 2008 il 93% degli utenti europei ha fatto almeno un acquisto on line. In Italia l’e-commerce cresce a pic-coli passi: lo pratica circa il 45% dei navigatori. Come naviga l’utente europeo? Se l’e-mail è uno strumento molto importante di contatto, i motori di ricerca (es. Google, Yahoo, etc.) in-fluenzano molto l’acquisto: in Italia

l’83% degli utenti arriva ai siti tramite Google. L’utenza si informa sull’ac-quisto da effettuare, anche se poi compra nel negozio. Gli investimenti in internet vanno fatti quindi in modo razionale e continuo nel tempo, ed è importante investire nei social me-dia perché ciò consente di costruire una base di buona opinione di noi presso gruppi sociali che poi influen-zano quelli che sono più vicini a noi. I social network sono nati infatti per interagire, non per vendere. Essere presenti e ben visibili nei motori di ricerca, nei social network, nei fo-rum è essenziale per porre il nostro utente di riferimento nella condizio-ne di segnalare il nostro sito ad ami-ci e colleghi. è importante prestare molta attenzione all’inserimento del link al nostro sito in altri siti, studiare un nome del dominio che ci rende facilmente rintracciabili e riconosci-bili. Un buon sito deve dare risposta ad alcune domande chiave: vale la pena visitare il sito? Quali servizi vende? Quali valori trasferisce? Con-venienza, esclusività, presso basso, facilità d’uso? Nel costruire il sito, ad esempio, vanno tenuti presente al-cuni elementi chiave. Ne parleremo nel prossimonumero.

Con internet il cliente cambia molto più velocemente

la prospettiva dell’e-business ruota

attorno all’utente

Aprire un profilo facebook e non presidiarlo significa perdere tempo e fallire

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ImPREsA E svILuPPovEndERE vIA IntERnEt

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dAL tERRItoRIodALLE cAtEgoRIE

I complessi aspetti della direttiva Bolkenstein e le loro ricadute sul commercio ambulante, ma anche

i problemi che attanagliano tanti mer-cati settimanali, sono stati al centro dell’affollata assemblea che la Fiva,

Uniti contro il falso e la con-traffazione: il 13 aprile, alle 9.30, al Centro Congressi

della Camera di commercio di Pe-rugia, si svolgerà un convegno dal titolo “I prodotti falsi fanno danni veri”, che si svolge nell’ambito di un

progetto di cui è capofila Confeser-centi, ma a cui collaborano anche Confcommercio dell’Umbria e le as-sociazioni dell’artigianato. Di questo fenomeno, che altera pro-fondamente le regole della concor-renza e dietro cui si annida spesso la

criminalità organizzata, discuteranno, tra gli altri, il comandante regionale della Guardia di Finanza, la presiden-te della Regione Marini, il prefetto di Perugia Laudanna, il presidente della Commissione consiliare Infiltrazioni mafiose e Criminalità Paolo Brutti.

La Confcommercio del Trasime-no sta organizzando a Casti-glione del Lago, in collabora-

zione con la società Forma.t., corsi in materia di Igiene degli alimenti, sia base che di aggiornamento, così che le imprese che fanno sommini-strazione, soggette alla normativa

igienico-sanitaria, possano mettersi in regola in vista della stagione esti-va, quella di maggior attività.Per informazioni ed iscrizioni:Confcommercio Trasimeno,Martina Grassi, tel. 075.951174,fax 075.6976760, [email protected].

AnchE gLI AmBuLAntI fAnno I contI con LA cRIsI

IL fALso fA dAnnI vERI

IgIEnE dEgLI ALImEntI, coRsI In PARtEnzA A cAstIgLIonE dEL LAgo

In attesa dell’assemblea elettiva, in programma il 19 aprile, la Fe-dercarni della provincia di Perugia

ha rinnovato la presenza ad Agrium-bria, con un proprio stand nel quale ha messo in mostra prodotti e tecni-che di lavorazione, secondo le nuove tendenze del mercato.

fEdERcARnI AL RInnovo cARIchE

il sindacato su aree pubbliche, ha te-nuto recentemente a Perugia presso la sede Confcommercio di Via Sette-valli. Anche questo settore, infatti, sta subendo le dure conseguenze della congiuntura economica negati-va, con forti decrementi del fatturato delle imprese. La Fiva peraltro è mo-bilitata per creare nuove occasioni di business attraverso l’organizzazione di fiere e mercati: gli ultimi appun-tamenti sono Tipico Italiano, che si è svolto a Città di Castello dal 16 al 18 marzo, e il Mercato europeo del commercio ambulante, in pro-gramma a Foligno il 7-8-9 aprile.

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dAL tERRItoRIo

AssIsI E toRgIAno, duE PRogEttI PER vALoRIzzARE IL tERRItoRIo

Sostanzialmente identici i me-todi di lavoro, gli obiettivi e i protagonisti, diverse le locali-

tà coinvolte. Assisi e Torgiano sono le città oggetto di due accordi di col-laborazione - firmati da pochi giorni - che, accanto alle rispettive ammi-nistrazioni comunali e alle Confcom-mercio locali, vedono come attore protagonista la Commissione Consi-liare Politiche per le Aree Urbane del-la Confcommercio nazionale. Sarà infatti il responsabile tecnico della stessa Commissione, l’architetto Angelo Patrizio, il punto di riferimen-to di entrambi i progetti, finalizzati a redigere uno studio per la valorizza-zione del territorio e dei sistemi eco-nomici, che parta dall’analisi delle trasformazioni in atto per individuare i possibili interventi condivisi e for-nire un contributo alla definizione di politiche tendenti a dare risposte all’esigenza della rivitalizzazione del terziario di mercato e della qualifi-

cazione urbana. L’intento, insomma, è quello di rivolgere lo sguardo alla città e alle sue funzioni in un’ottica nuova. Nello specifico, per Assisi la sfida è affrontare la realizzazio-ne di uno scenario ove cittadini ed operatori economici, abitanti e visi-tatori si armonizzino in un reciproco e continuo scambio: della socialità, delle merci, della cultura e della re-ligiosità. Il lavoro tenderà a fornire proposte utili per valorizzare il ruolo delle attività economiche nel conte-sto cittadino, sviluppando strumenti che permettano di saldare strategie di marketing commerciale e di mar-keting urbano, nella consapevolezza che la presenza e il miglior assetto del commercio si riflette sull’intera città, sull’occupazione, sulla struttu-ra sociale, sulla vitalità urbana e sulla qualità complessiva dei tessuti abi-tati. Per Torgiano si vogliono mettere insieme idee e competenze per dare nuove prospettive al centro storico e

al suo territorio, valorizzando risorse che oggi non sono adeguatamente sfruttate - ad esempio il museo del vino - e trasformando possibili “mi-nacce” al commercio tradizionale - legate principalmente alla imminen-te realizzazione in zona dell’Ikea - in potenzialità positive, cercando di in-tercettare i flussi commerciali. I due progetti - che rappresentano una sorta di sperimentazione potenzial-mente esportabile, e questo spiega il coinvolgimento diretto e forte del-la Confcommercio nazionale - sono inoltre caratterizzati entrambi da una forte impronta partecipativa: si parte infatti da una indagine di rilevazione dei bisogni che coinvolge non solo le imprese, ma anche i cittadini. In parallelo si attiva un laboratorio di progettazione partecipata, che met-te insieme diverse competenze.

AttEnzIonE

Alla Confcommercio di Perugia sono giunte segnalazioni, da parte di alcune imprese, di diffi-coltà nella gestione degli incas-si relativi a buoni pasto emessi da Ticket Fast. Chiunque abbia avuto problemi analoghi con incaricati di que-sta società è pregato di met-tersi in contato con l’Ascom di Perugia, Carlo Pretolani, tel. 075.506711, [email protected].

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è STRUTTURATA IN SeI GRANDI eVeNTI, DAL 7 AL 15 APRILe

Dal 7 al 15 aprile, Primavera Tu-derte 2012 ospita la Rassegna Antiquaria d’Italia, appuntamen-to storico per gli appassionati, che quest’anno si propone in una veste rinnovata. Sei le mostre te-matiche, in altrettante prestigiose

location, selezionate e coordinate da sei curatori, esperti del settore, che impreziosiranno la città di Todi con i migliori reperti degli antiqua-ri italiani, per un viaggio virtuale alla riscoperta dei maestri di una volta: Le sculture in legno e terra-cotta; I bronzi, la ceramica, la por-cellana, oggetti nel tempo; I gran-di Maestri della pittura dal ‘500 al ‘700; La pietra, i marmi, i mate-riali lapidei; Il mobile attraverso le epoche; Un secolo dei grandi maestri contemporanei. Le singo-

le mostre-mercato sono allestite secondo un’ottica museale, con note e brevi descrizioni, per cono-scere la storia che si cela dietro ad ogni pezzo, appassionarsi, ap-prezzarne il fascino e, perché no, acquistare un pezzo della storia dell’arte italiana. Orari: feriali, 15 - 20; festivi e prefestivi, 10 - 20. L’organizzazione è a cura di Epta Confcommercio della provincia di Perugia. Tel. 075.5005577 - fax 075.5009990 - [email protected] www.eptaeventi.it.

PRodottI & sAPoRI dELL’EuRoPA A foLIgno

7, 8 e 9 APRILe, MeRCATo eURoPeo DeL CoMMeRCIo AMBULANTe

Sarà quest’anno il centro storico di Foligno ad ospitare il Mercato Eu-ropeo del commercio ambulante, organizzato dalla Fiva-Confcom-

mercio, in collaborazione con la Confcommercio locale, la Camera di commercio e il Comune.Questa manifestazione non è una semplice mostra-mercato. Nasce infatti dall’incontro tra operatori italiani e i colleghi europei, grazie alla quale le maggiori piazze nazio-nali, per il tempo di un week-end, diventano internazionali, tra for-me, sapori e profumi che ricorda-no le atmosfere di altri Paesi, nella

loro diversità ma anche nelle loro radici comuni. Orari: sabato, 9 - 22;domenica, 9 - 24; lunedì, 9 – 20.

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fIERE Ed EvEntI

gLI APPuntAmEntIdI APRILE

A cura di epta - Fiere ed eventi

Si consiglia di contattare l’organizzatore per conferme di tempi e modalità di svolgimento

delle manifestazioni

Page 36: Mensile Confcommercio Aprile 2012

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