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MEMORIE STORleRE FOROGIVLIESI GIORNALE DELLA DEPVTAZIONE DI STORIA PATRIA PER IL FRIVLI VOLVME un. 1973 VDINE SEDE DELLA DEPVTAZIONE MCMLXXIII

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MEMORIE STORleREFOROGIVLIESI

GIORNALE DELLADEPVTAZIONE DI STORIA PATRIA

PER IL FRIVLI

VOLVME un . 1973

VDINE

SEDE DELLA DEPVTAZIONE

MCMLXXIII

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TRACCE DEL POSSESSO TERRIERO LONGOBARDONEL DUCATO DEL FRIULI

Col passaggio dalla proprietä collettiva, attuata nella fasepannonica, alla proprietä privata (prevalente nella seconda metadel VII secolo) - pur esistendo ancora l'uso dei campi, deiboschi e dei pascoli in comune - l'economia longobarda inItalia e prevalentemente agricola, come bene attestano le fonti C).

La ripartizione tra i Longobardi dei fondi romani avvenne(fruendo del sistema dell'bospitalitasi con l'assorbimento dellaterza parte del reddito agrario C).

Con la restaurazione di Autari, poi, la meta delle proprierädi pertinenza dei duchi, furono cedute al re, venendosi cosl aformare un «patrimonio regio », distinto da quello allodialedel sovrano, organizzato in « curtes regiae », in parte sotto l'am-ministrazione del gastaldo ed in parte concesse in uso agli exer-citales acquartierati nei castelIi C).

Accanto ai beni regi e ducali troviamo anche terre posse-dute da monasteri, da chiese 0 da private persone, e sarä pro-prio ilpossesso terriero a determinare, per la societä longobarda,i1 grado di dignitä dell'uomo libero (4).

Notevoli sono in Friuli le tracce del possesso terriero

(') E. BERNAREGGI,11 sistema economico monetario dei Longobardi dell'ItaliaSuperiore, Milano 1960, p. 11 ss.

(") Di questa ripartizione iI Friuli trattiene un'eco nella divisione ehe ancoraoggi si fa dei campi (L. BOSIO, Le probabili origini del «campo [riulano », in « Mem.Storiche Forogiuliesi It (abbrevieremo MSF), Udine 1965, p. 145 ss.; e.G. MOR,Postilla.«Camto /riulano »: una cbiarificazione della storia dei Longobardi in Italia, in MSF,Udine 1965, p. 149 ss.

(') e.G. MOR, Lo Stato longobardo nel VII secolo, in « Caratteri del VII secoloin Occidente It, Spoleto 1958, p. 279 ss.

(') Rotari, 14, 48, 74. SuI problema si veda inoltre: G. FASOLI, I Longobardi inItalia, Bologna 1965, p. 72.

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longobardo che la toponomastica e Je chartae ci forniscono C).Numerosi sono infatti i toponimi ell origine longobarda

(circa un centinaio) che si riallacciano alla terra, all'agricoltura.Attraverso alcune chartae, coeve 0 posteriori alla domina-

zione longobarda, abbiamo invece la possibilitä di rintracciarequalcuna di quelle curtes (0 posses si di minore entitä) che ope-ravano nel territorio del Ducato, per la maggior parte confiscatepoi dal governo carolingio dopo la disastrosa rivolta del ducaRodgaudo contro i Franchi (a. 776) e passate cosl al fisco regio.

Testimonianze preziose che lasciano bene intendere comesulIa terra i Longobardi facessero sent ire vivamente la loropadronanza n.

I1 presente lavoro vuole, pertanto, essere un semplice con-tributo ad ulteriori ricerche, atte a sempre meglio approfondireil problema del possesso terriero longobardo, con particolareriferimento alla nostra regione.

Per questo motivo abbiamo preferito procedere col sistemadella «scheda» suddividendo la ricerca in tre parti:

1 - curtes dell'etä longobarda-carolingia (fino a Berengario);

2 - uille e possess! van;3 - curtes, ville e possessi vari daIl' eta ottoniana in poi.

1 - CURTES DELL'ETA LONGOBARDA-CAROLINGIA

11 termine curtis ha due significati: quello di complessoaziendale e quello di « cortivo », « cor tile » molto ristretto ehepoteva aprirsi sullo spazio antistante il fabbricato d'abitazioneo svolgersi attorno ad esso.

La curtis, centro dell a produzione agricola, comprendeva,

C") G. FRAU, Contribute alia conoscenza dell'elemento longobardo nella topono-mastica iriulana, in «Atti Conv. Studi longobardi », Udine 1970, p. 165 ss.

(C) G.P. BoGNETTI, La proprieta della terra nel passaggio dal mondo antico alMedioevo occidentale, in « L'etä Iongobarda », Milane, IV, p. 76. Fondamentale e a talproposito l'opera di P.S. LEICHT, Stud; sulla proprietä [ondiaria nel medio euo: I. Lacurtis e il feudo nell'Italia superiore fino al XIII secolo, Verona-Padova 1903.

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oltre alIa casa padronale, tutto il fondo che da consistenza eco-nomica, dominico e massaricio inclusi.

Nella CUT/is possiamo distinguere, infatti, due sezioni:l'indominicatum (0 terra dominica) con magazzini, frantoi, can-tine, locali per la filatura e tessitura della lana, abitazioni deiservi, e le terrae censiles.

Con i servi vivevano, nella curtis, anche gli artigiani chericevevano a compenso della loro opera (a differenza dei servi,spesati dal dominus) un piccolo podere entro l'indominicato.

Ciascun podere aveva, poi, la sua casa colonica C).La funzione delIa cur/is varia secondo i luoghi e fissarne un

limite d'estensione non e possibile, polehe la sua ampiezza de-riva dalle condizioni locali (8).

Trasferita in Italia questa organizzazione non e piu coslesclusivamente racchiusa in se, ma diventa un centro di seam-hio commereiale tra la campagna, la cittä e la villa, in una eco-nomia mista, naturale e monetaria (D).

l) Sesto at Regbena - La localitä e posta ai margini di unavia romana proveniente da Concordia. L'antico vicus, inseritonella centuriazione dell'agro concordiese, trae il suo nome dasextu, cioe « sesto » (lapide), con riferimento alla distanza disei miglia da Concordia CO)., Ne! 762 i fratelli logobardi Erfo, Marco ed Anto, dotaronoil monastero di Sesto, posto sotto la regola di S. Benedetto, e

C) C.G. MOR, Curtense (Sistem«), in «Novissimo Digesto Italiano », Torino1960, p. 2 estr.

CB) P.S. LEICHT, I tipi di azienda agraria in Italia nell'Altomedioevo, in «AttiCongr. Naz. di Diritto Agrario Italiano ,., Firenze 1935, pp. 4147.

(0) Sull'economia e curtense »: S. PIVANO,Sistema curtense, in « BoIl. Ist, StoricoItal,», :XXX, 1909; P.S. LEICHT,Üperai, artigiani e agricoltori dal sec. VI al XVI, Milano1946; C.G. MOR, Veta feudale, Milano 1952; G. LUZZATTO,Economia naturale edeconomia monetaria nell'Alto Medioevo, Spoleto 196Q.61; E. BERNAREGGI,Attivitaeconomicbe e circolazione monetaria in eta longobarda nelle testimonianze delle chartae,in RIN, Milano 1970, pp. 117 ss.; A. TAGLIAFERRI,Strulture sociali e sistemi economiciprecapltalistici, Milano 1972, p. 89 ss.

("') G. BRUSIN-P.L. ZoVATTO,Monumenti romani e cristiani di Iulia Concordia,Pordenone 1960, p. 7, tav. I; L. BOSIO,La centuriazione dell'agro di lulia Concordia,in «Atti Ist. Venetc », CXXIV, Venezia 1966, p. 234; L. BOSIO,L'agro di Iulia Con-cordia in eta romana, in « Pordenone ,. (5. d.), p. 51, n. 60; G. FRAU,11nome dei castelli[riulani, in « Studi linguistici friulani », I, Udine 1969, p. 305 (abbrevieremo: I castelli).

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da loro preeedentemente fondato in loco qui dicitur Sexto, dinumerosi beni tra cui la curtis ubi ipsum manasterium aedifi-cauimus Cl).

2) Salt di Povoletto - La localitä deriva il norne da saltus(bosco, fondo, podere) C2

} ed e posta lungo un percorso romanoehe da Forum Iulii (Cividale), lungo la pedemontana, portavaalIa mansie ad Silanos (a sud di Gemona), per immettersi, a suavolta, nella cosl detta lulia Augusta ehe, partendo da Aquileia,raggiungeva Aguntum (Lienz) C3

).

A Salt - cosl eome a Sesto - i fratelli Erfo, Mareo edAnto, fondarono e dotarono un monastero femminile, pur essoposto sotto la regola di S. Benedetto, e tra i numerosi beni figurapure la curtis in ripa Salto... cum omni laboratione sua, terrisaratoriis, oineis, pratis, pascuis, silois, astalariis ... (14).

NelI'888 (le benedettine da Salt s'erano nel frattempo tra-sferite a Cividale) Berengario eonferma, su riehiesta dell'abateAdalberto, i beni posseduti dal monastero di Sesto e tra questifigura aneora una volta la curtis de Salto cum cella C6

).

3) Lorenzaga (Motta di Liuenza) - Lorenzaga trae il pro-prio norne dal personale Laurentius C6

).

La curtis in Laurenciaca cum oratorio Domini et Saloatoris,qui ibi situs est, viene donata nel 762 al monastero di Sesto e1

).

Nell'888 la curtis in Laurenziaga e nuovamente ricordatatra i beni del eenobio sestense CS}.

4) Medea - Non e improbabile ehe la localitä derivi il suonorne dal personale Metellius (0 Meteia) CD).

(U) L. SCHIAPARELLI, Codice Diplomatico Longobardo, Rorna 1929, n. 162,(abbrevieremo CDL).

(U) G. FRAU, I castelli, p. 304.(Ll) L. BoSIO, Itinerari estrade della Venetia romana, Padova 1970, p. 156.(14) L. SCHIAPARELLI, CDL, n. 162.('") L. SCHIAPARELLI, I diplomi di Berengario, Milano 1903, n. 2 (abbrevieremo:

Berengario).('.) G. FRAU, I castelli, p. 286.(") L. SCHIAPARELLI, CDL, n. 162.('") L. SCHIAPARELLI, Berengario, n. 2.(11) G. FRAU, Saggio di una illustrazlone generale delta toponomastica del Friuli

(datt. in BibI. Corn. di Udine, posizione 3992. Abbreviererno: Tesi).

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Nel 762 viene donata a1 monastero di Salt la curtis in Me-degia cum omni pertinentia sua C())·

Nell'888 e ancora ricordata come curtis de Medeia Cl).

5) Santa Foca di S. Quirino - Viene assegnata, sempre nel762, al monastero di Sesto la curtis in Sancto Focate cum casis,campis, pratis, oineis, siluis, astalariis, montibus, riuis, pascuis,atque paludibus nee non molinas C2

).

6) Aquileia - La cittä sembra trarre il proprio norne dalfiume Aquilis, un ramo del Natisone 0 dell'Isonzo, suI qualefu fondata (2.1).

Quivi troviamo una curtis e sappiamo che proprietari dellastessa erano i fratelli Rodguado e Felice, eaduti nel 776 allabattaglia del Piave, nell'ultimo tentativo dei Longobardi friulanidi opporsi alla occupazione franea.

I beni eonfiseati, e passati al fisco regio, furono poi donatida Carlo Magno, nell'811, al patriarca di Aquileia Massen-zio C4

).

7) Forni di sopra - La Iocalitä, posta sulla sinistra del fiumeTagliamento, trae il norne da for C5

). .

La curtis regia, posta a Forni di Sopra, fu donata nel 778dal primo duca franeo Masselio, al monastero di Sesto.

...Dono praedicta sancta ecclesia sita in loco Sexto seuvobis beato abbati et monacbis... propter remedium pro dominonostro Carolo et anima ei remedium, uillam quae sita est in mon-tanis que dicitur Furno, cum omni adiacentia vel' pertinentiasua cum terris, casalis, pratis, pascuis, silois, pomijeris, montibus,aquis, astalariis, casis, curtis... de quanto ad ipsas casaliasperti-nere uidentur, vel quidquid nostri homines ad manum suam ha-

ClIO) L. SCHIAPARELLI, CDL, n. 162.

("') L. SCillAPARELLl, Berengario, n. 2..CC)L. SCillAPARELLI, CDL, n. 162. In un doe. del 1186, la Iocalitä e detta

villa Saneti Advocati (A. BENEDETTI, Storia di Pordenone, Pordenone 1964, p. 18).(23) G. FRAU, I castelli, p. 290.(") MGH, Diplomara Karolinorum, I, p. 285, n. 214.(.. ) Furnus: in Friuli, ed anehe in Cadore, forno significa «grotta It, «semi·

grotta It, talvolta temporaneo ricovero di pastori (G. FRAU, Tesi).

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bere dignoscitur, sicut ad curtem regiam nobis commissam perti-nuerat C6

).

8) Rivarotta sul Lioenza - 11 nome proviene alla localitä daripa (salita, declivo) unito all'aggettivo ruptu Cl).

La curtis e ricordata per la prima volta nel 781-783: decurte nostra de Ripe [racta CS).

I beni del centro agrico1o vengono confermati nell'888 almonastero di Sesto: curtis in Ripajracta C9

).

9) Biuerone (S. Stino di Liuenza) - 11 nome della localitäderiva da beber, castoro, voce di origine gallica (30).

Una silvam de Biberon e ricordata tra il 781-783, mentrela curtis in Biberone, compare, neU'888, tra i beni del monasterodi Sesto Cl).

10) Leproso (Premariacco) - La localitä, modes to villaggiosulla sinistra del fiume Natisone, e posta non lungi da un'anticastrada romana ehe portava a Forum Iulii (Cividale),

11nome ricorda probabilmente qualehe antico ospedale, manon ne abbiamo una prova certa.

In una charta donationis, ehe un diacono di norne Pietrofa redigere neU'807 a favore del monastero di Sesto, figura an-ehe la curtis cum casis, oineis in vico quod dicitur Leproso C2

).

11) Azzano Decimo - La localitä trae i1 norne dal personaleAttius 0 Accius C3

).

La curtis di Azzano viene ricordata nell'888, tra i beniappartenenti al monastero di Sesto C4

).

12) Varmo - Il nome della localitä proviene da una basepre1atina oara con suffisso mo, indicante acqua C5

).

(.. ) M.B. DE RUBElS, Dissertationes oariae eruditionis, Venezia 1762, p. 292.(n) G. FRAU, I castelli, p. 302.("")G. FRAU, I castelli, p. 302.(20) L. SCIDAPARELLI, Berengario, n. 2.(10) G. FRAU, I castelli, p. 290.(31) G. FRAU, I castelli, p. 290.(32) Regesto in Pergamene Capitolari, vol. I, n. 19, in Arch. Museo di Cividale.(30) G. BRUSIN-P.L. ZOVATTO, Monumenti romani e cristiani di Iulia Concordia,

Pordenone 1960, p. 7.(Ot) L. SOUAPARELLI, Berengario, n. 2.(11) G. FRAU, I castelli, p. 308.

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NeU'888 la curtis de Verno (alias Vermo) figura tra i benidel monastero sestense C6

).

13) Blessaglia (Portogruaro) - La localitä sembra derivareil norne da Blasiaca e a sua volta dal personale Blassius C7

).

Tra i beni confermati neU'888 al monastero di Sesto emenzionata pure la curtis cum cella in Blaxaca (alias Blesaga) CS).

14) Annone Veneto (Portogruaro) - 11 toponimo si puöricondurre a ad nonum (lapidem ), cioe alia distanza di novemiglia da Concordia CV).

Neli'888 la curtis de Annono appartiene al monastero diSesto (40).

15) Cordenons - In un documento del 1022 la nostra loca-litä e detta Curtinaonis, cioe curte de Naone Cl), toponimo ehetroviamo per la prima volta in un diploma di Berengario (a. 897)a favore del vescovo di Padova Osvaldo, in cui la corte Naonesviene detta regia C2

).

2 - VILLE E POSSESSI VARI

La villa e un modesto agglomerato rusticano abitato daquelle famiglie ehe, pur possedendo un podere, non vivono sparseper la campagna.

Da questi centri si sarebbero poi sviluppate le comunitärurali del Medioevo e dalla attivitä economica della villa avrannovita, poi, le cittä nuove divenendo, quali centri di mercato,punto di convergenza di tutto il territorio curtense C3

).

16 - Pignano di Ragogna (?) - La localitä di Pignano e si-

(X) L. SCIflAPARELLI, Berengario, n. 2.(31) G. FRAU, I castelli, p. 284.(11) L. SClUAPARELLI, Berengario, n. 2.(..) G. BRUSIN·P.L. ZoVATIO, Monument; romani e cristlani di lu/ja Concordia,

cit., p. 7, tav. I.(<0) L. SClUAPARELLI, Berengario, n. 2.(1) G. FRAU, I castelli, p. 301. Ne} 1254 abbiamo invece: Curia Cordenans.(Z) L. SCIflAPARELLI, Berengario, n. 27. Si veda e.G. MOR: Curtis Naonis, in

« Pordenone, Num. Unico dell a Fil. Friulana », Udine 1970, p. 16 estr.(a) e.G. MaR, Curtense (Sistema), cit., p. 2 estr.

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tuata non lungi dal castello tardo-antico di Ragogna (Reunia) Ci)e sembra derivare il proprio norne dal personale Pinius.

Ne! 710, tre servi di Cristo, Alfredo, Paolo e Teomisto,donarono al monastero trevigiano dei SS. Pietro, Paolo e Teo-misto, numerosi beni tra cui [amilias tres in vico ubi diciturPiniano, dove essi possedevano terre C:I).

Non e da escludere ehe la localitä ricordata possa essereidentificata con l'odierna Pignano di Ragogna (46).

17) Mariano del Friuli - La localitä deriva il norne dal per-sonale Marius C7

).

Nel 762 vengono donati al monastero di Salt prati in Ma-riano, aflinche quelle monache [eno [aciant.

Una casa, sempre a Mariano, cum omne pertinentia sua, eceduta ne1 762 all'abbazia di Sesto (48).

18) Gruagno (S. Margherita di) - AlIa base del toponimosta probabilmente un termine di origine preromana, forse groba,terreno sabbioso, ghiaioso CD).

Ne! 762 vengono donate vigne in Grobanges al monasterodi Salt CO).

19) Vado (Possalta di Portogruaro) - La Iocalitä, postasulla via Postumia, deriva il proprio norne da uadum, doe « ac-qua poco profonda, guado ».

Nel 773-774 un gasindio di Treviso possedeva in Vadoalcune terre Cl).

20) Friuli - AItri possessi terrieri, donati dai fratelli Erfo,Marco ed Anto, ai monasteri di Sesto e di Salt, vengono men-zionati ne! documento sestense, piu volte citato.

(') PAOLO DIACONO, Historia Langobardorum, IV, 38.( D) L. ScmAPARELLI, CDL, p. 35, n. 14.( .. ) C. CIPOLLA, Antiabi document; del monastero trevigiano dei SS. Pietro e

Teomisto, in «Bull. Ist. Stor. Ital,», XXII, Rorna 1900, p. 39, nota I. Incerto sulla identi-ficazione della localitä, con L. Schiaparelli, e L. BERTINI, (lndice del CDL, Bari 1950,p. 624).

(n) G. FRAU, I castelli, p. 287.(<a) L. SCillAPARELLI, CDL, n. 162.(..) G. FRAU, I castelli, p. 297.(.. ) L. ScmAPARELLI, CDL, n. 162.(a) L. SCillAPARELLI, CDL, p. 423, n. 289.

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Le localitä nominate, di cui diamo l'elenco, sono oggi dif-ficilmente individuabili:

castaneto in Ausiniano;monte in Carnia;terras, oineas vel prata in Daunino:quiquid babemus in Coloniola;inter fluvio Tiliamento et fluvio Liquentia quidquid ad

nostra potestate pertinere dignoscitur;in Ramusello omni pertinentia sua et salecto C2).

21) Lauariano - La localitä trae il norne dal personale Labe-rius. Carlo Magno, nel 776, dona al grammatico Paolino i beniehe il longobardo Waldando, figlio di Mimone, possedeva a La-variano. Anche Waldando ebbe le proprietä confiscate dopo labattaglia del Piave C3

).

22) Cioldale - Carlo Magno dona, nel 792, aI PatriarcaPaolino 10 xenodocbium quod dux Roduald edificaoit in ForoIulii vocabulo sancti Iobannis cum omnibus adiacentiis vel perti-nentiis, beni giä appartenuti al fisco ducale C').

23) Buia - La localitä sembra derivare il norne da buca C5).

114 agosto 792, Carlo Magno concede al Patriarca Paolinola chiesa di S. Lorenzo con i suoi possessi sita in Foroiulii locoqui noncupatus Boga CS).

24) Friuli - Il longobardo Aione, rifugiatosi tra gli Avaridopo gli avvenimenti del 776, ebbe restituiti da Carlo Magnoi propri beni, ottenendo, poi, nel 799 il comando di una con-tea ("),

Nell'809 ebbe dall'imperatore il permesso di dividere, pertestamento, le sue proprietä tra i tre figli. I beni erano postiin Friuli, nel Vicentino e nel Veronese C~).

(a) L. SCHIAPARELLI, CDL, n. 162.(la) MGR, Diplomata Karolinorum, I, p. 158, n. 112.(at) MGR, Dipl. KaroI., I, p. 234, n. 175.(11) G. FRAU, I castelli, p. 291.("') MGR, Diplom. Karol., I, p. 234, n. 175.('1) P.S. LEICHT, Regest; Friulani, in c Pagine Friulane », Udine 1905, p. 45.(OS) MGR, Diplom. Karai., I, p. 251, n. 187 e p. 280, n. 209.

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25) Rualis di Ciuidale - Il norne assunto dalla localitä de-riva da ripa, riua, C'( declivio d'una collina ».

Nell'atto di donazione, del giä citato diacono Pietro(a. 807), a favore del monastero di Sesto, e ricordata aream unamprope Ciuitatem in loco qui dicitur Ribaria, cum vineis duaset campos duos et cum omni laboratione sua CO).

26) Cioidale - Il diacono Pietro assegna ancora al monasterodi Sesto (sempre nell'807) un ortum suum infra Civitatem pro-pre ecclesiam sancti Iobannis Eoangelistae; castanetum unum inloco qui dicitur cella sancti Martini (Zuccola); uineas in locoqui dicitur Perticas (fuori le mura, ad ovest della cittä) (60).

27) San Canziano - Il patriarca Massenzio ottiene da Lodo-vicoil Pio, nell'819, per il monastero di S. Maria di Aquileia,i beni giä posseduti a San Canziano, dal longobardo Ardulfo,figlio di Enrico, precedentemente passati aI fisco regio (61).

28) Muzzana del Turgnano - Deriva il proprio nome dalpersonale Mut(t)ius (62).

I duchi franchi Cadolao e Baldrico concedono, nell'824,al patriarca Massenzio, i beni siti in villa Muciano, precedente-mente incamerati da! fisco regio. Il patriarca otterrä, poi, daLodovico il Pio ehe detti beni rimangano in perpetuo alla ChiesaAquileiese (63).

29) Valle del Natisone - Nell'888 Berengario dona al dia-cono Felice, unitamente alla chiesa di S. Giovanni d'Antro arbo-boribus ibi per eum plantatis, et pratum quod presbiter Lauren-tius fertilem fecit per circuitum mentis Glose, et aream in ipsiusmontis superficie; tigurium etiam ipsius ecclesiae et campos infines Broxias et casale Pungolinos et in Reynaldinus. Conceditetiam Broxianis pascua in montibus sita et plano et fluminum. . (64)rtpts .

(.. ) Regesto in Pergamene Capitolari, I, cit., n. 19; B.M. DE RUBElS, Dissertationes uariae eruditionis, cit.

(10) Vedi nota precedente.(01) MÜHLMBACHER-JOPPI, Diplomi inediti, Udine 1885, n. 4.(a) G. FRAu, Teri.(Cl) MÜHLMBACHER-]OPPI, Diplomi inediti, cit., n. 5.(OI) L. SCHIAPARELLI, Berengario, n. 2 (Diplomi perduti).

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48 Morio Brozzi

30) Aquileia - Ugo e Lotario confermano, nel 900, al pa-triarca il possesso della Natissa e la parte inferiore, detta An/ora,beni giä appartenuti al gastaldato di Ampliano, con le pesca-gioni, i mulini, le paludi e le isole, precedentemente donati allachiesa da Berengario (65).

31) Ciuidale - Berengario dona, tra il 902 e il 911, al dia-cono aquileiese Vitaliano un manso regio detto « Iannolesso »,situato appena fuori Cividale, apud rivum Similianum (Rio Emi-Iiano) con tutti i diritti inerenti (68).

32) Cioidale - Berengario dona, nel 904, al patriarca Fede-rico la casa di un tal Gunone in Cividale, non lungi dallo seno-dochio di S. Giovanni (67).

33) Cormons - L'origine del nome Cormons non e ancoraben chiara. Essa potrebbe derivare da un locativo plurale trattodal name di persona ricostruito, Curmo (da cui Curmonis), eo-gnome gallo-latino 0, recente ipotesi, potrebbe derivare da unatribü da un animale totemico, un mustelide (68).

Berengario dona aI patriarca Federico i beni ehe il su ri-cordato Gunone (a. 904) possedeva a Cormons e in Obesco-batis (69).

34) Cividale - Rodelperga possedeva terre e case a Cividale(a. 904) CO).

35) Cervignano - La cittadina deriva il proprio nome daIpersonale Ceruenius Cl).

Berengario conferma, nel 912, ad Abone abate del mo-nastero di S. Micheie Arcangelo, sito in Ceruiniana finibusForoiuliensibus, i privilegi ed i beni acquisiti prima delle inva-sioni ungare C2

).

(SI) 1. SCHIAPARELLI, I diplomi di Ugo e Lotario, dl Berengario II e Adalberto,Milano 1924, p. 365. L. ScHIAPARELLI, Berengario, p. 98.

(.. ) L. SCHIAPARELLI, Berengario, n. 39.("') L. SCHIAPARELLI, Berengario, pp. 142·143.(") G.B. PELLEGRINI, Introduzione ai Castelli di G. Frau, p. 263.(oo) L. SCHIAPARELLI, Berengario, pp. 142·143.(10) Vedi nota 69.(") G. FRAU, Tesi.('1%) L. SCHIAPARELLI, Berengario, p. 441.

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Possessi terrieri Iongobardi neI ducato del Friuli,

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Tracce del possesso terriero longobardo 49

36) Carnia - Berengario nel 914 dona al prete Pietro beniin sei luoghi, in finibus Carniensibus, e cioe: Lauco, Lovaco(Loväs), Lagunare (presso Vinadia), Vinadia, Roneo e Gorgo C3

).

37) Claut - Probabilrnente il norne proviene alla localitä daclauttu, clauditu, cioe « chiuso » (14).

Ne! 924 Imeltrude, longobarda, dona al monastero di Sestola villa que vocatur Clauto, con tutti i possessi inerenti. La do-nazione viene confermata dal patriarca Rodolfo C5

).

3 - CURTES E POSSESSI VARI DALL'ETA OTTONIANA IN POl

In questa terza parte della nostra ricerca sono compresiquei possessi terrieri di presumibile origine longobarda, inquanto non e proprio sicuro che tutti i Longobardi che corn-paiono come possidenti nelle chartae, abbiano ereditato terrerisalenti al VII-VIII secolo.

38) Aquileia - Ottone I concede nel 967 a Rodoaldo, almi-ficus patriarcha Aquileiensis Ecclesiae, i beni ehe il longobardoRondaldo, uceisore del patriarca Leone, possidere uisus est Aqui-,leiae in cunctisque Foroiulii /inibus C6

).

39) Porpeno - La localitä deriva il proprio norne da popu-letum (pioppeto) C7

).

Ne! 967 Ottone I, dona al patriarca Rodoaldo, inter /lumenLiquentiam usque ad Duas Sorores, et uiam publicam quam stra-tam Hungarorum vocant, ciö ehe il longobardo Rondaldo pos-sedeva in Friuli, cornpreso il castello di Farra CS).

40) S. Vito di Grauglio - Da un regesto d'archivio appren-

(T» L. SCillAPAR£LLI, Berengario, p. 411.C') G. FRAU, Tesi.CO)B.M. DE RUBElS, Dissertationes uariae eruditionls, cit., p. 22.(TO) Colsultori in iure, Reg, 366/2, Archivio di Stato, Venezia. Edito nei MGH,

Diploma/a.(") G. FRAU, Tesi.(TI) MGH, Diploma/a German., I, p. 446, n. 341. La localitä «Due SoreIIe»

e indicata da! Paschini tra Porpetto e S. Giorgio di Nogaro (P. PASCHINI, Storia deiFriuli, I, Udine 1934, p. 196).

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50 Mario Brozzl

diamo ehe Ottone II, nel 976, dona al patriarca d'Aquileia lacurtis di S. Vito CII).

41) Versa - Il norne proviene alIa localitä da uersu, ver-tere (80).

Sempre nel 976, Ottone I1, concede al patriarca aquileiesela curtis di Versa di Palmanova (81).

42) Maniago - La cittadina trae il norne dal personale Mani-lius (82).

Nel 981 Ottone II dona al patriarca Rodoaldo la cortemque vocatur Maniacus, pariterque montem Maniacum, con trentamansi e la pieve di S. Mauro (83).

43) Cioidale - Rambaldus comes, Iongobardo, conferma al-cuni suoi beni a Matilde, figlia di Pancardo (a. 1091) C4

) •

. 44) Osoppo - Ancora incerta la provenienza del norne« Osoppo », forse di origine celtica, comunque preromana ecollegabile sembra, stando alle ultime ricerche, ad una radicefitonimica (85).

Nel gennaio del 1094, nella chiesa di Sesto, Berto e Mizio,longobardi di Osoppo, donano a quell'abbazia, tutti i lorobeni (86).

45) Flambro - Il norne potrebbe derivare alIa localitä delpersonale germanico Flamprant (?) (87). .

NeI 1101 una certa Luiza, ehe si professa ex natione mealege uiuere Langobardorum, prornette di non molestare un certoCorrado nel possesso dei beni in Flambro, ehe. elIa stessa gliaveva precedentemente donato (").

(to) C.G. MOR, Per la storia di S. Yito, in S. Vita al T., Udine 1973, p. 11.M.M. DE RUBElS, Monumenta Ecclesiae Aquilegensis. 1748, p. 479. E. DEGANI, Ladiocesi di Concordia, Portogruaro 1924, p. 102.

(..) G. FRAU, Tesi.("') Vedi nota 79.(I:) G. FRAU. I castelli, p. 286.(83) MGH. Diplomara German., Il, p. 271, n. 241.(") Documenta in busta XXIII, Cbronicon, fase. I, in Arch. Museo Cividale.(Ill) G. FRAU, Tesi; G.B. PELLEGRINI, Introduiione a Frau, cit., p. 265.(Ill) F. MANzANO, AnnaJi del Friuli, 2, Udine 1858, p. 71.(st) G. FRAU, Tesi.(11) Pergamene Capitolari, cit., vol, 2, p. 2.

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Tracce del posseno terriero longobardo 51

46) Basaldella - L'origine del norne da basilica e eVI-dente (89).

Nel 1103 Azzelino, figlio di Waltero, di nazionalitä lon-gobarda, dona alla chiesa di Sesto died mansi e due mulinisituati sui fiumi Meduna e Corva, nonehe un manso posto inquel di Basaldella e le terre di Orveso, Colvero e Villino CO).

47) Castions - L'origine del norne proviene da castel-lum Cl).

Nel 1134 Ubaldo di Aissone, longobardo, vende all'abatedi Sesto aleuni suoi beni posti a Castions (92).

Precedentemente, nell'arino 1103, assieme al fratello Gio-vanni, aveva venduto ad Alpuino di Zoppola, alcune terre puresse poste in Castions C3

).

48) Cividale - Arnaldo, figlio di Dieperto, longobardo, donanel 1143 aleuni suoi beni ad Alda di Artuico, in Cividale inloco [ontana (U).

49) Togliano - La localitä trae il norne da! personale Tul-lius (9S).

Cunigonda, longobarda, in laubia Cononis, a Concordia,conferma la vendita fatta dal marito e dal figlio Vodolrico, dialeuni beni siti in villa Tollano (96).

50) Gemona - Forse il norne della localitä (Glemona) al-lude ad un «cocuzzolo tondeggiante» (?) su cui fu eretto i]castello in epoca medioevale (97).

In un diploma di Federico 11, del 1232, indirizzato a]

(..) G. FRAU. Tesi.("') Pergamene Capitolari, eit., I, p. 13.(") G. FRAU, Tesi.("') Pergamene Capitolari, cit., I, p. 17.(a) Pergamene, 2, p. 275, cl. XIV, ms. n. 102, Biblioteea Mareiana, « Pergamene

Fontaniniane », Venezia.("') Pergamene Capitolari, eit., 2, p. 40.(N) G. FRAU, Tesi.(M) Pergamene Capitolari, cit., 2, p. 112.(OT) G.B. PELLEGRINI, Introduzione a Frau, cit., p. 267.

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52 Mario Brozii

patriarca Pertoldo, i Longobardi di Gemona, possessori di terre,vengono chiamati adalingi, discendenti cioe dell'antica nobiltälongobarda (98).

Mario Brozzi

("') E. Wlr\CKELMA:'\:"-I, Acta imperii inedita sacculi XII I-XI\', 2 (1885).

Un cordiale ringraziamento at pro]. e.G. Mor per i suoi preziosi suggerimenti,