MemOria - Aprile 2014

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1 ANNO IX numero 4 Aprile 2014 distribuzione gratuita PROSPETTIVE Gioisce la Madre Chiesa VOCE DEL VESCOVO Figli della Resurrezione PARROCCHIE Testimoni con l’agire, con il fare mensile di informazione della Diocesi di Oria MemOria P ARROC CHI Il vescovo Vincenzo e la redazione di MemOria augurano una buona e serena Pasqua.

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Mensile di informazione della Diocesi di Oria - Aprile 2014

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ANNO IX

numero 4

Aprile 2014

distribuzione gratuita

PROSPETTIVEGioisce la Madre Chiesa

VOCE DEL VESCOVO Figli della Resurrezione

PARROCCHIETestimoni con l’agire,

con il fare

mensile di informazione della Diocesi di Oria

MemOriaPARROCCHI

Il vescovo Vincenzo e la redazione di MemOria augurano una buona e serena Pasqua.

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MemOria anno IX n. 4 Aprile 2014

Sommario

MemOria

Memoria

Mensile di informazione della Diocesi

di Oria - Periodico di informazione

Religiosa

Direttore editoriale:

��Vincenzo Pisanello

Direttore Responsabile:

Franco Dinoi

Redazione:

Gianni Caliandro

Franco Candita

Alessandro Mayer

Francesco Sternativo

Pierdamiano Mazza

In copertina:

Niccolò Ricciolini (1758), Cristo

Risorto (olio su tela), Oria, Basilica

Cattedrale

Progetto grafico

impaginazione:

Progettipercomunicare

EDIZIONI E COMUNICAZIONE

www.progettipercomunicare.it

Stampa:

ITALGRAFICA Edizioni s.r.l.

Oria (Br)

Curia Diocesana:

Piazza Cattedrale, 9 - 72024 Oria

Tel 0831.845093

www.diocesidioria.it

e-mail: [email protected]

Registrazione al Tribunale di Brindisi

n° 16 del 7.12.2006

ANNO IX numero 4

Aprile 2014

mensile di informazione della Diocesi di Oria

3VOCE del VESCOVOFigli della resurrezione

22

IN... VERSI... Alfonso Gatto

PROSPETTIVE46

Gioisce la Madre ChiesaLa folle passione di Dio per l’uomo

MemOria

16

CULTURALEBraccialetti Rossi: anche le perdite sono positive

DIOCESANA9Don Giovanni, fratello e amico

10 Le confraternite sulle orme di Gesù12 Gli studenti e il “loro” Vescovo

Agenda pastorale del Vescovo, aprile 2014PRO-MEMORIA

20

facebook.com/memoria.diocesidioria

MEMORIAMEMORIA dalle parrocchiedalle parrocchie13Testimoni con l’agire, con il fare15Vent’anni di Passione

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MemOria anno IX n. 4 Aprile 2014

Figli della resurrezione

VOCE del VESCOVO

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MemOria anno IX n. 4 Aprile 2014

Il 27 aprile prossimo la Chiesa cattolica si predispone

a celebrare con riconoscenza il dono della vita santa

di due delle sue guide maggiori, non solo dello scorso

Novecento: papa Giovanni XXIII e papa Giovanni Paolo

II. Le proporzioni di questo avvenimento, al solo pensarci,

tendono a debordare di continuo: Giovanni XXIII, il

Papa che ha indetto e guidato il Concilio Vaticano II,

in meno di cinque anni di pontifi cato, e Giovanni Paolo

II, il Papa che ha incarnato la visibilità del papato come

via dell’evangelizzazione, per quasi 27 anni di ministero

petrino; due papi che hanno parlato, con signifi catività

riconosciuta, anche al di là dei confi ni della Chiesa

cattolica; due papi la cui soff erenza ha raccolto i fedeli in

preghiera e in ansia, portandoli come una sola persona al

capezzale di un amico o di un padre amatissimo. Due papi

intrecciati fra loro fi n dal nome, visto che papa Wojtyla

ha scelto di chiamarsi Giovanni come papa Roncalli. Due

papi santi fi n da subito, almeno nella convinzione generale

del popolo di Dio, con tentativi diversi di addivenire

alla proclamazione della loro santità, in deroga rispetto

alle norme generali della Chiesa cattolica: per Giovanni

XXIII ci fu chi propose la sua canonizzazione pubblica

in occasione della chiusura del Concilio Vaticano II; per

Giovanni Paolo II, uno striscione in piazza san Pietro

si fece portavoce del sentire comune, riguardo alla sua

santità di vita, in occasione delle esequie celebrate l’8

aprile del 2005.

Ma la Chiesa li proclama santi in questo 2014, quando

è papa un altro uomo dai tratti fortemente evangelici,

capace di gesti e scelte “santi”, papa Francesco. Questi

tempi e queste successioni tra i papi, per quanto

possiamo essere “innamorati” di loro, ci rivelano che

l’accusa di papolatria, cioè di “adorazione dei pontefi ci”,

fatta spesso a noi cattolici, di fatto è priva di fondamento.

Almeno nella sua maggioranza, il popolo dei fedeli li

custodisce nella memoria e nella preghiera personale

Lorenzo Elia

Gioisce la Madre ChiesaGioisce la Madre Chiesa

PROSPETTIVE DI

Il 27 aprile saranno canonizzati Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II.

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MemOria anno IX n. 4 Aprile 2014

come due testimoni credibili dell’amore al Vangelo e alla

Chiesa e ne sente nostalgia, rievocando quei momenti

della propria vita personale segnati dalla loro incisiva

presenza. Quanti di noi, come siamo soliti dire, sono

cresciuti con Giovanni Paolo II, con le diverse stagioni

della sua lunga vita papale? Come non ricordare con

commozione “il discorso della luna” di Giovanni XXIII?

Eppure, ora siamo alla scuola di Francesco, ne citiamo le

parole, ci sorprendiamo per le sue uscite dal protocollo

papale o per le sue riforme coraggiose. In fondo, nei

papi, cerchiamo quella “parola fatta carne” di cui ci parla

il prologo di Giovanni e che adoriamo pienamente solo

nella persona di Gesù di Nazaret, fi glio di Dio, fi glio

dell’uomo.

Proprio “il discorso della luna”, tenuto da Giovanni XXIII

la sera dell’11 ottobre 1962, giorno dell’apertura del

Concilio Vaticano II, può darci la cifra della santità dei due

papi del 27 aprile e, ancora di più, la cifra della santità dei

papi: “La mia persona conta niente: è un fratello che parla

a voi, un fratello divenuto padre per volontà di Nostro

Signore… Continuiamo dunque a volerci bene, a volerci

bene così; guardandoci così nell’incontro: cogliere quello

che ci unisce, lasciar da parte, se c’è, qualche cosa che ci

può tenere un po’ in diffi coltà…”. Alcuni termini-chiave:

la nullità della persona umana, rispetto alla chiamata

(“sulla tua parola getterò le reti…”); la comune vocazione

battesimale, come fondamento del servizio pastorale

primaziale; la comunione di vita, generata dall’incontro,

che ha un sapore sacramentale; l’unità del corpo di

Cristo, come atto di fede che fa da argine alla tentazione

del perfezionismo. Le parole “giovannee” possono

accompagnare anche la rievocazione del ministero

petrino di Giovanni Paolo II e andar bene sulle labbra

di papa Francesco. In questa Chiesa misteriosamente

coerente, ma non perfezionisticamente coerente, crede il

popolo santo di Dio ed acclamando i suoi papi santi esso

intende proclamare la santità della Chiesa intera, unita al

Cristo, Sposo e Servo.

Nella sua prima enciclica, Giovanni Paolo II così scriveva

e così si descriveva: “A Cristo Redentore ho elevato i miei

sentimenti e pensieri il 16 ottobre dello scorso anno,

allorché, dopo l’elezione canonica, fu a me rivolta la

domanda: «Accetti?». Risposi allora: «Obbedendo nella

fede a Cristo, mio Signore, confi dando nella Madre di

Cristo e della Chiesa, nonostante le così grandi diffi coltà,

io accetto». Quella mia risposta voglio oggi render

nota pubblicamente a tutti, senza alcuna eccezione,

manifestando così che alla prima e fondamentale verità

dell’Incarnazione, già ricordata, è legato il ministero che,

con l’accettazione dell’elezione a Vescovo di Roma ed a

Successore dell’apostolo Pietro, è divenuto specifi co mio

dovere nella stessa sua Cattedra” (RH 2). Parole del 1979,

che Giovanni Paolo II ha inverato lungo gli anni, fi no al

riposo dei giusti del 2 aprile 2005. Oggi, come avrebbe

detto Giovanni XXIII: “Gioisce la Madre Chiesa”.

PROSPETTIVE DI

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MemOria anno IX n. 4 Aprile 2014

Le tempeste nella vita dell’uomo non sono poche, e le immagini bibliche delineano i tratti della forte tensione che gli s’impongono lungo il percorso degli anni. Pellegrino verso la terra promessa è Abramo (Gn 12,1), fuggiasco è Giona che non ne può della misericordia di Jahwé (4, 2-4), esule è Elia nutrito del pane portato dai corvi (1Re, 17,6), carcerato è il Battista per le mascalzonate di Erode (Lc 3,19). La sorte di questi uomini e di migliaia e migliaia di altri commuove; ma alle donne che seguivano Gesù lungo la via del Calvario commosse e in pianto fu detto perentoriamente «non piangete su di me, ma piangete su voi stesse e sui vostri fi gli! Ecco, verranno giorni nei quali si dirà: Beate le sterili e i grembi che non hanno generato e le mammelle che non hanno allattato… Perché se trattano così il legno verde, che avverrà del legno secco?» (Lc 23,28ss). È inutile generare e nutrire fi gli se qualcuno maltratta così gli uomini, come sterpi secchi adatti per il fuoco acceso dalla corruzione, dalla

follia umana. La «passione» che ci vuole per opporsi a questa follia omicida deve rivestire caratteri sovrumani, quasi divini. Tocca vedere un Dio che soff re per capire l’essenza, la tragedia dell’uomo che fa soff rire un altro uomo. Se a queste follie non si contrappone la passione di Dio per l’uomo (percepita benefi ca da milioni di uomini e donne per la loro vita sulla terra e protesi verso la vita imperitura) tutto è perduto. Le tombe possono contenere ossa e ceneri, non l’identità personale, segnata per sempre dalla indefessa e continuativa relazione di Dio con l’uomo.

È vero che “il processo dei processi” che vide imputato Gesù si concluse rapidamente, senza nessuna dilazione né prescrizione come sanno fare i furbi ricchi in tribunale, con la crocifi ssione. Un processo e due conda nne da due tr ibunali: quello religioso perché, sotto il profi lo canonico religioso, «violava il sabato, e chiamava Dio suo Padre facendosi uguale a Dio» (Gv 5,18), e quello politico perché si fece «re dei Giudei» (Gv 18,19). Al Nazareno non mancò il tradimento, fi glio della corruzione per 30 denari (oggi avrebbe fruttato almeno 3 milioni di euro, trattandosi del Figlio di Dio)! Questi profi li politico-religiosi mostrano tutta la loro corruttibilità e corruttela a partire da quell’evento; la Pasqua non li ha resi senza effi cacia (purtroppo ancora oggi producono tanti guai) ma manifestamente iniqui e tragici perché colpiscono i più piccoli e i più bisognosi. Quando la tomba dell’Unigenito Figlio è scoperchiata e in Lui è insuffl ata vita nuova, sono resi superfl ui olii, essenze mummifi canti. Di mummifi cati restano i credenti che rendono insulsa, festaiola, folkloristica la Pasqua.

Ma perché la Pasqua per i cristiani deve prosperare solo nel dopo-morte e non aleggiare sui viventi, sugli esuli, sugli aff amati, sui carcerati, sui decapitati della speranza? Mi venivano queste domande quando mi si è off erta la lettura di una pagina di E. Bianchi, illuminante e niente

Franco Candita

La folle passione di Dio per La folle passione di Dio per l’uomol’uomo

PROSPETTIVE DI

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MemOria anno IX n. 4 Aprile 2014

aff atto disperante, nonostante le tante fi tte domande. Ha scritto: «Dalla mia bisaccia oggi estraggo un pensiero per me inquietante, che da sempre accompagna la mia vita di monaco e di cristiano. Perché il cristianesimo è così impossibile da vivere, così ineffi cace nel plasmare la storia degli uomini? Perché il Regno che Gesù annunciava come imminente non ha portato nessuna novità, se non – come diceva Ireneo di Lione – “l’unica novità che è Gesù Cristo”? Ho sempre vissuto una contraddizione forte nella mia vita interiore: credere in Gesù Cristo come Signore, come colui che salva le nostre vite, colui che amiamo al di sopra di tutti e di tutto, e nello stesso tempo vivere come se queste verità fossero tutte nell’attesa, nella speranza, senza mai poterle vedere attuate nelle nostre vite quotidiane. Perché continuiamo a fare il male che non vorremmo e a non fare il bene che vorremmo, continuiamo a morire nella soff erenza e viviamo amori che ci fanno soff rire? Perché a ogni confessione di fede in te, a ogni lode, a ogni eucaristia, dobbiamo gridare: “Vieni, Signore Gesù!”? In me il “non ancora” pesa, e quando incrocio gli occhi di un morente, quando avvicino il mio volto a quello di un handicappato in carrozzella o di un ragazzo down, fremo, dicendo con tutte le mie viscere: “Perché non vieni subito? Vieni presto, Signore!”».

Vieni non per eliminare il venerdì di passione ma almeno per renderlo più sopportabile! Quando l’aggressione degli uomini giunse al top e la violenza dei potenti dileggiò la

dignità dell’uomo Gesù, quando il suo abbandono nelle mani del Padre massimizzò l’incarnazione nella storia, non chiese l’intervento di “dodici legioni d’angeli per liberarLo dalla morte”. Il potere degli uomini che si fanno dio si svilì, e il servo di Jahwé, che non aveva altro dio che Dio, vinse morendo. Lo scontro tr a p otere e no n/potere, tra la casta sacerdotale, politica, intellettuale e il Nazareno, il Rabbi Galileo, il Crocifi sso acquistò visibile inconciliabilità, anche nei confronti del populismo che volle libero Barabba. Tutta la vita del fi glio di Maria era stata spesa per la causa dell’uomo, perché questi vivesse nel regno di Dio, nella giustizia e nella verità. Questo regno (dopo la Pasqua) segnò la vita dei discepoli che impararono: «chi perderà la propria vita, per causa mia, la troverà» (Mt 16, 25).

La causa che Gesù ha sposato è che gli uomini «abbiano la vita e l›abbiano in abbondanza» (Gv 10,10), che vivano il comandamento nuovo «come io vi ho amato, così amatevi anche voi gli uni gli altri» (Gv 13,34) come liberazione, come Pasqua interiorizzata (lotta morale, ascesi) e Pasqua da attualizzare (più simile alla traversata del Mar Rosso, per sfuggire ai carri del faraone); una Pasqua capace, come dice papa Bergoglio, di “far ardere il cuore”, di curare ogni tipo di malattia e di ferita, di ridare un pizzico di felicità. Chi sposa la causa, e si fa discepolo, è esposto ai tribunali di Anna e Caifa, sale sul pretorio di Pilato, è condotto nel palazzo di Erode, è sottoposto a interrogatori, fl agellazioni, a indossare la clamide ed essere chiamato pazzo. Il pazzo mondo del diritto romano, ebraico, sacerdotale, il pazzo mondo della cultura degli scribi, del fariseismo, tutti insieme dichiarano pazzo Colui che incarna la Sapienza di Dio. Questa è la santa follia di Dio e di Gesù: amano immensamente l’uomo e contemporaneamente ne smontano le ragioni della follia omicida fondata su un certo diritto, su una certa pseudo religiosità e/o privilegiata esistenza di alcune caste. Pasqua è liberazione, bisogno di una nuova alba, di nuovi orizzonti e patrie, e nessun evento del triduo è eliminabile, scegliendo il lusso di vivere solo della Risurrezione.

Chi abbraccia la causa di Cristo, vessillo di diseredati, perseguitati, aff amati, assetati, ignudi, forestieri, ammalati, diserta i vessi lli dei produttori di armi, di economie aff amatrici, di fi nanzieri estorsori, di politici mangioni, della casta sacerdotale alla Caifa (ruffi ano col potere di Roma). Se stai di qua col popolo reietto non

PROSPETTIVE DI

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anno IX n. 4 Aprile 2014

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stai di là con gli oppressori. Su questo Golgota universale Dio vede “il poter del potere” e ascolta il grido: “Tutto è compiuto” (da Lui, ma quanto resta da parte nostra!). L’agnello rituale è sacrifi cato nel Tempio, mentre Cristo, agnello irrituale, sostitutivo di ogni sacrifi cio, viene ucciso sul colle della capitale Gerusalemme. La teologia della Croce è una teologia laica, non sacralizzante; è la teologia del gran progetto del Padre: non abbandonare il mondo a se stesso, mandarvi il suo Figlio perché gli uomini fraternizzino al calore del suo amore. Nel mentre Gesù muore sulla croce, non i sacerdoti ma il centurione esclama parole di fede e di rivelazione: «costui era davvero il Figlio di Dio!» (Mt 27, 54). Il velo del Tempio si squarcia da cima a fondo, perché il Tempio di Dio è il corpo di Gesù, è il corpo di ogni uomo. Là è Dio.

I preti sanno che i riti del Tempio non sono esaustivi; riconoscono le fughe dei credenti che partono dall’orto degli ulivi e dai piedi della croce e fi niscono col rintanarsi nel Cenacolo. Ma poi con Pietro, pentito, bisogna annunciare al popolo le parole di Davide riferite al Cristo: «non abbandonerai l’anima mia negli inferi, né permetterai che il Santo veda la corruzione» (At 2,27.31). Parole che richiamano quelle di Paolo: «Chi semina nella carne, dalla carne raccoglierà corruzione; chi semina nello Spirito, dallo Spirito raccoglierà vita eterna» (Gal 6,8); e quelle di Giovanni «quel che nasce dalla carne è carne, quel che nasce dallo Spirito è Spirito» (Gv 3,6). Da teologo, Giovanni elabora una teologia della passione di Dio per l’uomo dallo sviluppo sconvolgente; questo si legge nei brani più famosi: la samaritana, il cieco nato, la risurrezione di Lazzaro (che «i sommi sacerdoti deliberarono di uccidere, perché molti Giudei se ne andavano a causa di lui e credevano in Gesù» (Gv 13,10).

La Pasqua denuncia i danni procurati “dall’odio religioso”. Pochi ricordano la crociata anticrociate dell’Inchiodato che invocò: «Padre, perdona loro…».

La fraternità degli apostoli, ridotta in cocci, poteva essere risanata nel Cenacolo col pane mangiato e col vino bevuto in memoria del Gesù soff erente e off erente. Ma gli apostoli preferirono la simulazione e la fuga. Ebbero in consegna di lavare i piedi gli uni gli altri. Due sacramenti nella stessa sera. «La lavanda è il sacramento per eccellenza che, proprio per ciò che potenzialmente signifi ca, non poteva essere annoverato tra i sacramenti riconosciuti dalla chiesa. Il gesto del giovedì santo, infatti, è “il rito della crisi del rito”, è l’atto rituale che manifesta la subordinazione di ogni rito alla relazione etica. Sovverte l’ordine sacramentale, del quale aff erma nel contempo la necessità e l’insuffi cienza» (F. Nault). Nel 2013 papa Francesco sorprese e scandalizzò più di qualcuno perché lavò i piedi a una ragazza musulmana nell’istituto penale per minori, riconoscendo la situazione religiosa diversa; ci sorprenderà anche quest’anno? Si faranno addobbi per l’altare dell’Eucaristia, forse si esporranno i simboli del pane e del vino, ma mancherà l’ostensione del grembiule e di un catino d’acqua per i piedi.

Se viene espunto uno dei due simboli (il Pane-Nutrimento e il Grembiule-Servizio) ci sarà mai un sostegno per gli uomini? La narrativa del pane spezzato a Emmaus prescrive l’essenzialità e descrive la presenza del Risorto nel pellegrinare della Chiesa nei secoli. Prescrive un pane non indurito dall’ indiff erenza, né rubato dall’avarizia e dall’avidità, un pane fragrante di fraternità. Come riparare la sacramentalità e la signifi catività creaturale del pane? Con la condivisione: «Sia frugal del ricco il pasto; / ogni mensa abbia i suoi doni; / e il tesor negato al fasto / di superbe imbandigioni, / scorra amico all’umil tetto, / faccia il desco poveretto / più ridente oggi apparir» (Manzoni, La Resurrezione).

Le prime luci dell’alba di Resurrezione brilleranno allorché la Vita dilagherà sulle lande deserte dei cuori lacerati che implorano: “Basta, Signore! Non Ti chiediamo di spalancare le tombe, ma che ce ne siano sempre meno. Chiediamo soprattutto che ci siano mani sollecite, fraternità indefesse, consolazioni durature sotto un cielo stellato, meno buio”.

Ci crediamo e speriamo: Cristo resurrexit!

PROSPETTIVE DI

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Il 2 aprile di quest’anno è scomparso don Giovanni Zanzarelli. In questi giorni immediatamente successivi le espressioni che sono sulla bocca di tutti, dei preti come dei laici, dei parrocchiani di san Francesco di Paola in Oria – ultima comunità da lui guidata come parroco – come di tutti coloro che lo hanno conosciuto nei diversi servizi lungo tutto l’arco della sua lunga esistenza, sono molto simili, e tutte dello stesso tenore: “era amico di tutti!”, “aveva lo spirito del curato d’Ars”, “era un sacerdote

semplice e generoso”.Esse sono un’attestazione sincera e calorosa dell’aff etto e della stima che don Giovanni si è sempre guadagnato con il suo carattere aff abile ed umile, e con una disponibilità sempre off erta con il sorriso sulle labbra ed una carità che sgorgava dal suo cuore sincero.Egli era nato a Taranto il 24 giugno 1927, ed era arrivato qui ad Oria seguendo l’amicizia e la premura di Mons. Alberico Semeraro, che lo aveva ordinato presbitero il 16 luglio 1954. Tra i tanti luoghi e servizi da lui off erti alla nostra chiesa diocesana, ricordiamo almeno Latiano, dove è stato parroco al Sacro Cuore, Erchie, la cui Chiesa madre è stata da lui guidata tra uno straordinario aff etto da parte della gente (che visse il trasferimento di don Giovanni al termine del suo mandato con grande disagio), ed infi ne Oria, sia a San Francesco di Paola che nei lunghissimi anni in cui ha svolto la mansione di notaio della Curia per le pratiche matrimoniali, quasi fi no all’ultimo giorno della

sua vita terrena.A Dio off riamo la nostra lode per averlo avuto come fratello e amico. A Dio chiediamo per don Giovanni la gioia senza fi ne che solo dalla sua misericordia può sorgere.

*Vicario Generale

Gianni Caliandro*

Don Giovanni, fratello e Don Giovanni, fratello e amicoamico

DIOCESANA

Nella foto accanto compaiono i recipienti che

contengono l’olio extravergine di oliva offerto alla

comunità diocesana dai Ministri straordinari

dell’Eucarestia della Diocesi di Oria.

Questo olio sarà benedetto durante la Messa

crismale dal vescovo Vincenzo e inviato a

tutte le comunità parrocchiali della diocesi per l’uso

sacramentale.

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MemOria anno IX n. 4 Aprile 2014

Lo scorso 30 marzo IV domenica di Quaresima, le

confraternite della Diocesi di Oria hanno vissuto

un momento comunitario di fede, ripercorrendo la

via dolorosa di Gesù. Il tradizionale appuntamento

si è tenuto quest’anno nella città di Manduria. Le

confraternite cittadine, guidate da mons. Franco

Dinoi (parroco della Collegiata della Trinità), hanno

accolto il Vescovo di Oria mons. Vincenzo Pisanello

e i sodalizi diocesani convenuti presso la chiesa

dell’Immacolata sede, dell’omonima confraternita.

Da qui è partita la processione presieduta dal

vescovo Pisanello, cui hanno preso parte don

Daniele Conte (direttore dell’Uffi cio diocesano per

le Confraternite) e i parroci di Manduria, durante la

quale i sodalizi hanno meditato le stazioni della Via

Crucis.

Il rito ha suscitato l’interesse dei fedeli che, in

devoto raccoglimento, hanno assisto al passaggio

del corteo processionale spesso accodandosi ad

esso, mostrando così una calorosa vicinanza alle

confraternite convenute dai vari comuni della

diocesi oritana.

Una testimonianza della fede è tangibile nelle

storiche chiese incastonate nel centro di Manduria,

splendidi scrigni di arte e cultura, alcune gelosamente

custodite proprio dalle confraternite. La solenne

processione è terminata nella Collegiata, dove è

stata celebrata la santa Messa presieduta dal Vescovo

e concelebrata dagli altri parroci, vedendo inoltre i

confratelli impegnati nel servizio liturgico.

Interpretando certamente i sentimenti di tutti i

partecipanti, sento il dovere di dover esprimere un

Massimo Carone*

Le confraternite sulle orme Le confraternite sulle orme di Gesùdi GesùSi è tenuta quest’anno a Manduria la Via Crucis diocesana

DIOCESANA

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MemOria anno IX n. 4 Aprile 2014

dovuto ringraziamento alla comunità manduriana

e alle autorità, sia per la testimonianza di fede

dimostrata con la loro presenza sia per l’attenzione

data; ne è un esempio l’accoglienza e l’ospitalità

riservata alle confraternite giunte da tutta la diocesi.

Un plauso particolare va a don Franco Dinoi, alle

confraternite di Manduria e a tutti quanti hanno

collaborato affi nché potesse essere ben realizzato

questo importante appuntamento di vita diocesana

che – vissuto nel cuore della Quaresima – ci proietta

verso la gioia della Pasqua.

*Priore della Confraternita del Rosario di Oria

membro della Consulta diocesana per le Confraternite

Foto a cura di: Professional Video di Bruno Moscogiuri.

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MemOria anno IX n. 4 Aprile 2014

Sebbene il calendario avesse segnato l’inizio della primavera già da un paio di settimane, la mattina di venerdì 4 aprile lasciava cadere gli ultimi sprazzi invernali; questo non ha scoraggiato gli oltre 40 studenti dell’Istituto tecnico per il Turismo “Calò” di Oria che da giorni attendevano e preparavano il loro incontro con il vescovo Vincenzo Pisanello.In anticipo sull’appuntamento fi ssato, la delegazione studentesca con la loro preside e alcune docenti erano già davanti al monumentale ingresso del Palazzo Vescovile, in attesa che l’orologio segnasse le ore 10 e potessero essere ricevuti dal “loro” Vescovo.L’austerità delle sale della Curia diocesana è stata sciolta poco dopo quando il vescovo Vincenzo ha raggiunto i giovanissimi studenti accompagnati dalla preside prof.ssa Maria Antonietta Todisco, dalla vicepreside prof.ssa Maria Rosaria Miglietta e dalla prof.ssa Gigliola Palazzo, curatrice di diverse attività all’interno dell’istituto scolastico: un applauso e un’informale presentazione di ciascuno dei presenti ha reso immediatamente caloroso l’incontro.

I rappresentanti degli studenti hanno illustrato al Vescovo il percorso scolastico seguito e soprattutto le svariate iniziative formative che da anni ormai vedono coinvolta la scuola, che accoglie ragazzi da diversi centri della provincia di Brindisi e quindi della Diocesi di Oria. Fra tutte, gli studenti hanno posto l’accento sul servizio di accoglienza prestato egregiamente nella scorsa stagione estiva presso il Castello di Oria e sull’apprezzabile attività svolta nel progetto “Osservatorio sui beni artistici, culturali e ambientali della città di Oria” attivato presso l’istituto scolastico oritano che ha aderito al concorso “Sulle vie della parità”; riguardo quest’ultima attività i ragazzi hanno informato il vescovo Pisanello che hanno proposto l’intitolazione di uno spazio urbano individuato all’interno del centro storico a madre Maria Nazarena Majone, religiosa delle Figlie del Divino Zelo, protagonista con Sant’Annibale Maria di Francia di tante opere di carità e pedagogiche in Oria.L’incontro ha entusiasmato sia gli studenti che il Vescovo tanto da prorogare il tempo previsto per l’appuntamento, la cui durata si è prolungata per oltre un’ora. Il vescovo

Pisanello ha poi aperto agli studenti e alle docenti le porte dell’Episcopio, facendo personalmente da guida alle celebri “stanze del Vescovo” che custodiscono famosi aff reschi di notevole pregio.Non la solita udienza di rito bensì un incontro dai tratti familiari che ha dato soddisfazione alla preside Todisco e soprattutto ai giovanissimi studenti dell’Istituto tecnico per il Turismo “Calò” di Oria, i quali hanno ottenuto dal Vescovo la promessa di ricambiare appena possibile la visita e di fare un salto nella loro scuola.

A cura dell’Ufficio diocesano per le Comunicazioni sociali e la Cultura

Gli studenti e il “loro” Gli studenti e il “loro” Vescovo Vescovo

DIOCESANA

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MemOria anno IX n. 4 Aprile 2014

Il Consiglio parrocchiale di Azione Cattolica della parrocchia “Maria Immacolata” in Ceglie Messapica, eletto per il quadriennio 2014/17, ha inteso avviare un percorso di sensibilizzazione e formazione umana e sociale, indirizzato non solo ai propri soci e all’intera comunità parrocchiale ma anche alla società civile cittadina, sviluppando confronti tematici con cadenza mensile sulle principali emergenze sociali ed economiche che, in questi periodi complessi, stanno coinvolgendo la collettività. Questo percorso risponde appieno all’esigenza di uscire dai ristretti ambiti associativi e allargare gli orizzonti, riscoprendo l’autentica vocazione di Azione Cattolica, così come più volte richiamato da papa Francesco e dal nostro vescovo Vincenzo: fare di Azione Cattolica un movimento che testimoni con l’agire, con il fare, il Vangelo e il suo messaggio di speranza.In quest’ottica abbiamo avviato confronti pubblici, ai quali abbiamo invitato importanti esperti dei rispettivi settori, su queste tematiche:Ambiente-salute-territo-

rio: “Il caso Ceglie Messa-

pica”, tenutosi il 31 gennaio 2014, con la partecipazione della dott.ssa Anna Maria D’Agnano direttore ARPA Brindisi, dell’oncologo dott. Domenico Galetta e di don Giacomo Lombardi, diret-tore dell’Uffi cio catechistico della Diocesi di Oria.Le ali della giustizia:

legalità e solidarietà,

interrogano la società

civile. Il 28 febbraio 2014, con la partecipazione del dott. Francesco Angiuli (dirigente del Commissariato della Polizia di Ostuni), del capitano Diego Ruocco (comandante la Compagnia dell’Arma dei Carabinieri di San Vito dei Normanni) e di don Raff aele Bruno (presidente dell’associazione “il Bruco”).Il lavoro come valore sociale: quali criticità e quali

prospettive?, incontro che ha visto la presenza di Alessandra Pannaria (dirigente servizio Mercato del Lavoro della Provincia di Brindisi), Michela Almiento (segretario generale CGIL Brindisi), Emanuele Sternativo (presidente CNA Brindisi) e don Francesco Sternativo (assistente diocesano AC adulti).La scuola e la famiglia: quali strategie per creare

cittadini e cristiani responsabili?, appuntamento in programma per il 16 maggio 2014 che prevede la presenza di esperti del settore dell’istruzione e della pastorale della famiglia.

dalle parrocchiedalle parrocchie

Testimoni con l’agire,Testimoni con l’agire,con il farecon il fare

Corradino De Pascalis

Page 14: MemOria - Aprile 2014

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MemOria anno IX n. 4 Aprile 2014

Con stupore ma anche con gioia abbiamo registrato uno straordinario interesse da parte di tutta la Città; infatti, le presenze sono state costantemente signifi cative, gremendo in ogni spazio il salone parrocchiale e soprattutto alimentando un dibattito importante sia nella comunità parrocchiale sia sui social network locali e provinciali, generando anche un eff etto positivo di emulazione, insomma gettando

un seme di “azione” che, siamo convinti, darà frutti buoni e importanti.Ovviamente consideriamo questa esperienza solo un momento di avvio di un impegno che deve essere costante e continuo, affi nché quei valori espressi nella Dottrina sociale della Chiesa, possano essere divulgati tra tutte le persone di buona volontà, soprattutto tra i giovani, riavvicinando i tanti che sono sconfortati, disillusi, dubbiosi, alla Fede e alla bellezza di essere comunità. Accogliere a braccia aperte, ascoltare i bisogni, agire di conseguenza, questo è il percorso che come soci di AC abbiamo immaginato e vogliamo mettere in campo, partendo appunto dai più giovani, con la consapevolezza delle diffi coltà ma con la gioia di chi vuole mettersi in gioco e, per alcuni, rimettersi in gioco. Vogliamo così rispondere, con tutte le nostre forze, alla paterna sollecitazione del nostro vescovo Vincenzo all’Assemblea diocesana dello scorso 23 febbraio e quindi di “alzarci e camminare”, con l’intima convinzione che il mondo si cambia, partendo da noi stessi e contribuendo granello dopo granello, pietra su pietra, a creare una coscienza sociale e cristiana, in grado di cogliere i nuovi bisogni sociali e a essi dare le risposte adeguate.

dalle parrocchiedalle parrocchie

Page 15: MemOria - Aprile 2014

15

MemOria anno IX n. 4 Aprile 2014

Trent’anni di attività, venti dei quali dedicati a divulgare

un pezzo di somma importanza della vita di Gesù: la

sua Passione, morte e resurrezione. Un forte impegno è

quello che profonde il Gruppo di Promozione Umana,

che è nato e tuttora è attivo nella comunità parrocchiale di

San Francesco d’Assisi in Oria. Il gruppo, poi costituitosi

in associazione, infatti quest’anno celebra la XX edizione

della sacra rappresentazione della Passione, realizzata

ogni anno la sera della Domenica delle Palme, prima nel

centro storico di Oria e ora nel complesso dei Padri

Rogazionisti. L’iniziativa oritana è affi liata alla

prestigiosa organizzazione europea “Europassion”,

dedita alla tutela di rappresentazioni riguardanti

appunto la Passione di Gesù.

Il ventennale della sacra rappresentazione ha visto

il Gruppo di Promozione Umana – presieduto

da Emilio Pinto – mettere in atto una serie di

appuntamenti in collaborazione con la parrocchia

di San Francesco d’Assisi in Oria, il primo dei quali

si è tenuto nello scorso mese di dicembre con la

presentazione del Calendario 2014 della Passione,

seguito nel mese di gennaio dalla presentazione

del dipinto su tela raffi gurante la venuta in Oria di

San Francesco d’Assisi, realizzato da Romina De

Virgilis e donato alla comunità parrocchiale nella

persona del parroco don Domenico Spina. Il mese

di marzo ha visto nella stessa chiesa parrocchiale

la realizzazione di una mostra fotografi ca

sulla storia della Passione in Oria. Evento

culminante – prima della rappresentazione della

Passione nella Domenica delle Palme – è stata la

conferenza tenutasi lo scorso 29 marzo, sempre

nella chiesa di San Francesco d’Assisi, sul tema

“I Misteri della Passione tra fede e devozione

popolare”, che ha visto quali relatori don Gianni

Caliandro (Vicario generale della Diocesi di

Oria) e il prof. Luigi Neglia (Società di Storia

Patria per la Puglia); contestualmente è stata presentata

la mostra “Il Mistero della Passione in cartapesta” curata

dal maestro cartapestaio Piero Balsamo.

Un traguardo, quello raggiunto quest’anno dal Gruppo

di Promozione Umana, che è chiara dimostrazione di

come l’attività parrocchiale in vari settori – come quello

culturale – porti frutti anche a lunga distanza.

dalle parrocchiedalle parrocchie

Vent’anni di PassioneVent’anni di PassioneUna storia nata in parrocchia e rimasta al servizio della comunità.

a cura della Redazione

Foto a cura di: Claudio Matarrelli

Page 16: MemOria - Aprile 2014

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MemOria anno IX n. 4 Aprile 2014

Malattia e soff erenza possono diventare l’occasione per

prendere il volo, per scoprire qualcosa che magari a

pancia piena faresti diffi coltà a vedere; questa è la storia

dei braccialetti rossi, fi ction mandata in onda dalla Rai

in 6 puntate dal 26 Gennaio al 2 Marzo scorso.

La fi ction italiana è un remake della serie

spagnola  Polseres vermelles, ispirata alla storia vera di

uno scrittore spagnolo, Albert Espinosa, che malato di

cancro per dieci anni è riuscito a guarire, raccontando

poi la sua esperienza in un libro.

Protagonisti non sono i soliti volti noti, ma 6 ragazzi

adolescenti, Leo, Vale, Cris, Davide, Toni e Rocco che

si ritrovano a vivere insieme non per strada o in una

gita ma in ospedale, dove ognuno di loro arriva per

aff rontare il proprio dramma.

Lo sfondo delle scene è drammatico, ci sono ragazzi

che lottano contro la malattia, contro la morte e questa

lotta in comune intreccia le loro storie di vita e fa nascere

una bella amicizia molto particolare e diversa dalle

altre. Amicizia diversa, perché essere amico è anche

accompagnare l’altro nella sua croce, viverla con lui e

soprattutto condividere insieme questo peso. Il nome

braccialetti rossi nasce dal colore del braccialetto che

viene posto sul braccio dopo un intervento chirurgico

e vengono donati a tutti da Leo, il leader del gruppo.

Il narratore è Rocco, l’imprescindibile, ragazzino di

11 anni in coma da 8 mesi dopo essersi tuff ato dal

trampolino più alto di una piscina; la fi ction è guidata

dai suoi pensieri, dalle sue parole e dalla sua dolcezza;

i ragazzi gli parlano come se lui fosse cosciente e il suo

sonno apparente non lo estranea dall’evolversi delle

situazioni; alla fi ne della sesta puntata non senza colpi

di scena si risveglierà. Come dire, dentro una persona

che sembra che abbia gettato la spugna, c’è sempre

un cuore che batte, che prova emozioni, che spera di

continuare a lottare.

In Rocco c’è sempre quel desiderio di sentirsi parte

della vita nonostante il suo sonno apparente, si sente

legato alla vita e lotta per tornarci.

”Solo chi ha provato cos’ è la paura riesce a trovare il

coraggio, la regola è aspettare, bisogna solo aspettare.”

Sono queste le parole che Nicola, uno degli anziani

ricoverati, rivolge al piccolo Rocco che da li prende il

volo e ritorna in vita.

Che la vita fosse preziosa, si capisce anche nella IV

puntata con la morte di Davide,uno del gruppo,

quindicenne ricoverato per problemi di cuore e

appassionato come tutti i ragazzini di calcio ma non

riesce a superare l’intervento e questo provoca il dolore

dei suoi amici.

Questa morte fa nascere un forte desiderio di vita

dentro i suoi amici, che da allora stringono un patto:

vivere anche per lui,dividersi e prendersi la vita di

Davide nella loro vita, portare a compimento i suoi

sogni, fare continuare a vivere Davide nella loro vita.

Antonio Dell’Aquila e Marco Stasi

Braccialetti Rossi: anche le Braccialetti Rossi: anche le

perdite sono positiveperdite sono positive

CULTURALE

Page 17: MemOria - Aprile 2014

17

MemOria anno IX n. 4 Aprile 2014

Così chi non c’è più continua a vivere nella vita degli

altri. E Davide dopo la sua morte si dissolve in una luce

forte dove lo aspetta l’abbraccio della madre che aveva

perso quando lui era ancora piccolino: “ spesso è così:

le persone che amiamo e non ci sono più ci attendono

per accompagnarci attraverso il muro d’ombra verso la

luce!”

Qui la morte non è vista come la fi ne, ma come un

confi ne da superare per andare incontro all’amore

della madre!

La malattia porta questi ragazzi a

rinunciare, a perdere qualcosa e qualcuno,

ma proprio come ci dicono loro, anche le

perdite possono diventare delle conquiste,

anche le perdite sono positive; ogni perdita

piccola o grande ti apre gli occhi se tu gli

riesci a dare un nome e se tu la accetti.

Quello che ci dicono questi ragazzi è

l’importanza del gruppo, di stare e anche

soff rire insieme, di guardarsi negli occhi

e non attraverso il display di un cellulare;

nel momento della necessità avrai bisogno

di volti e sguardi che incrocino il tuo e già

questo ti farà stare meglio. Questa non

sembra essere una fi ction strappalacrime,

avvolte irreale ma resta una fi ction che

racconta storie di tutti i giorni, soff erenze

di tutti i giorni, che possono diventare un

opportunità per aprire gli occhi, apprezzare la preziosità

e l’unicità della vita e anche il valore provvidenziale

della malattia, della soff erenza, che possono diventare

una via per arrivare verso la Luce che ti illumina nel

tuo buio.

Così sia detto, così sia fatto, così sia scritto: Watanka!

CULTURALE

Page 18: MemOria - Aprile 2014
Page 19: MemOria - Aprile 2014

Diocesi di Oria

Uffi cio diocesano per la Pastorale della Famiglia

FESTA DIOCESANA DELLA FAMIGLIA

venerdì 25 aprile 2014 - Latiano

Piazza C. Rubino (giardini pubblici)

ore 10:30 ore 10:30

Ritrovo con le famiglie e i bambini per una

mattinata di festa, animata dall’associazione

“I soliti ignoti”.

ore 13:00ore 13:00

Pranzo a sacco. Ospitalità presso la palestra

della scuola primaria “F. Errico”.

Santuario della Madonna di Cotrino

ore 16:00 ore 16:00

Conferenza sul tema “La teologia del corpo

in Giovanni Paolo II” tenuta dal prof. Yves

Semen (fondatore dell’Institut de Théologie

du Corps di Parigi).

ore 18:30ore 18:30

Santa Messa presieduta da mons. Vincenzo

Pisanello, vescovo di Oria.della scuola

primaria “F. Errico”.

Il vescovo Vincenzo e la

redazione di MemOria augurano

una buona e serena Pasqua.

Page 20: MemOria - Aprile 2014

PRO

Agenda pastorale del Vescovo, aprile 2014Agenda pastorale del Vescovo, aprile 2014

giovedì 3 aprile 2014

Basilica Cattedrale, Oria

“Scenni Crištu” celebrazione dell’antico rito

e della santa Messa con catechesi del Vescovoore 15:45

San Pietro in Bevagna

celebrazione della Perdonanze ore 18:00

venerdì 4 aprile 2014

Basilica Cattedrale, Oria

santa Messa con il “canto delle Piaghe”

e catechesi del Vescovo ore 18:30

domenica 6 marzo 2014

parrocchia “San Francesco di Paola”, Oria

Cresimeore 10:30

parrocchia Cristo Re, Torre Santa Susanna

Cresimeore 18:00

giovedì 10 aprile 2014

Basilica Cattedrale, Oria

“Scenni Crištu” celebrazione dell’antico rito

e della santa Messa con catechesi del Vescovoore 15.45

chiesa Santa Chiara, Francavilla Fontana

Sannta Messa con la benedizione dei

confratelliore 18:30

venerdì 11 aprile 2014

Ritiro del Cleroore 9:00

Basilica Cattedrale, Oria

santa Messa con il “canto delle

Piaghe” e catechesi del Vescovoore 18:30

sabato 12 aprile 2014

Avetrana

GMG diocesanaore 16:00

13 aprile 2014 DOMENICA DELLE PALME

Piazza Manfredi, Oria

benedizione cittadina dei rami d’ulivo e

santa Messa nella Basilica Cattedraleore 9:30

16 aprile 2014 MERCOLEDÌ SANTO

Basilica Cattedrale, Oria

“Discesa dei Misteri”, celebrazione

dell’antico rito e della santa Messaore 16:00

17 aprile 2014 GIOVEDÌ SANTO

Basilica Cattedrale, Oria

Messa crismaleore 10:00

Basilica Cattedrale, Oria

Messa “in Coena Domini”ore 18:30

18 aprile 2014 VENERDÌ SANTO

Basilica Cattedrale, Oria

celebrazione della Passione del Signoreore 17:00

Oria

processione dei Misteriore 20:00

sabato 5 aprile 2014

Collegiata “Maria Assunta in Cielo”,

Ceglie Messapica

Cresime ore 18:00

Page 21: MemOria - Aprile 2014

PRO

ANNIVERSARI di ORDINAZIONE

5 aprile

Sac. Salvatore Casella XVII

7 aprile

Sac. Tommaso Prisciano XXXVII

Sac. Teodoro Tripaldi XXXVII

8 aprile

��Vincenzo Pisanello IV

(Ordinazione episcopale)

9 aprile

Sac. Gianfranco Aquino XX

11 aprile

Mons. Angelo Altavilla XXVII

18 aprile

Sac. Francesco Nigro XVI

22 aprile

Sac. Patrizio Missere XIX

24 aprile

Sac. Giacomo Lombardi XVI

25 aprile

Sac. Gianni Caliandro XXII

Sac. Lorenzo Elia XXII

Sac. Michele Elia XX

Sac. Antonello Prisciano VIII

COMPLEANNI

2 aprile

Sac. Antonio Andriulo

8 aprile

Mons. Barsanofi o Vecchio

17 aprile

Sac. Giuseppe Summa

18 aprile

Sac. Vitantonio Cavallo

20 aprile

Mons. Gianfranco Gallone

29 aprile

Mons. Angelo Altavilla

19 aprile 2014 SABATO SANTO

parrocchia “San Michele Arcangelo”, Manduria

celebrazione “l’Ora della Madre”ore 8:30

Basilica Cattedrale, Oria

Veglia pasqualeore 22:00

20 aprile 2014 DOMENICA di PASQUA

Basilica Cattedrale, Oria

Pontifi caleore 11:00

giovedì 24 aprile 2014

parrocchia “Maria Santissima del Carmine”,

Francavilla Fontana

Cresimeore 18:00

lunedì 28 aprile 2014

Chiesa Madre, Avetrana

santa Messa nella festa Patronale di

San Biagioore 19:30

mercoledì 30 aprile 2014

parrocchia “Maria Santissima del Carmine,

Francavilla Fontana

Cresimeore 18:00

venerdì 25 aprile 2014

parrocchia Santi Medici, Sava (presso il Convento)

Cresimeore 10:30

santuario della Madonna di Cotrino, Latiano

Festa diocesana della Famigliaore 16:00

Page 22: MemOria - Aprile 2014

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IN...VERSI

Domenica al crepuscolo In fondo al pozzo delle case sola

la voce di un bambino che pedala

nel suo grigio universo sotto l’ala

del mantello che vola.

E’ musica di stanza tra le vuote

specchiere delle porte la partita

che s’ascolta alla radio, è già fi nita.

Restano voci immote.

Mottetto della sera d’aprile

Come la pioggia il cuore

scende in sé solo eterno

come in un lungo inverno

la neve dell’amore.

Tutta dolcezza e pianto

vorresti le parole

che chiudono da sole

la verità del canto.

Parole in cui la sera

si spenga a

poco a poco

sola in quel fi ume fi oco

di cielo a primavera.

In questa calda serra

un palpito che sveli

le cose è già parola

Cade la pioggia, sola.

Sei come i grandi cieli

che fuggono la terra.

a cura di Francesco Sternativo

... Alfonso Gatto

Page 23: MemOria - Aprile 2014

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MemOria anno IX n. 4 Aprile 2014

IN...VERSI

Notte

Basta in cielo una stella

a fare la sera più bella.

Notte sull’aia

il cane abbaia

la luna è sola.

Poesia d’amore 

Le grandi notti d’ estate

che nulla muove oltre il chiaro

fi ltro dei baci, il tuo volto

un sogno nelle mie mani.

Lontana come i tuoi occhi

tu sei venuta dal mare

dal vento che pare l’ anima.

E baci perdutamente

sino a che l’ arida bocca

come la notte è dischiusa

portata via dal suo soffi o.

Tu vivi allora, tu vivi

il sogno ch’esisti è vero.

Da quanto t’ ho cercata.

Ti stringo per dirti che i sogni

son belli come il tuo volto,

lontani come i tuoi occhi.

E il bacio che cerco è l’ anima.

Sottovoce Una sera di nuvole, di freddo

e di luce che spiega ad altro il senso

della mia vita, questo vago accordo

di memorie in sordina, sottovoce

di me, di te, poveramente assortiti.

Si resta a volte soli nella veglia

di un racconto sospeso, allora soli,

ignoti l’uno all’altro, ed ora uniti

dal ricordo che un nulla ci divise.

Il rammarico punge, se mi dici:

“bastava che quel giorno...” ti sorrido

con la mesta sfi ducia di sapere

che mai giunsi per tempo, che geloso

di te, del tuo passato, almeno vedo

il tuo sguardo d’amore al primo

incontro.

Ma forse è giusto credere che allora

tu m’avresti perduto:

come un ragazzo che si lascia indietro

nella paura d’esser felice.

Poesia Via Appia

Eterna sera agli alberi fuggiti

nel silenzio: la strada fredda accora

i morti in terra verde: di svaniti

suoni nell’ aria armoniosa odora

vento dorato il mare dei cipressi.

Calma specchiata di monti la sera

immagina giardini nei recessi

tristi dell’acqua: erbosa primavera

stringe la terra in uno scoglio vivo.

Cade nel sonno docile la pena

dei monti addormentati sulla riva:

sopra la pace luminosa arena.

Nella memoria li depone il bianco

vento del mare: ad alba solitaria

passano in sogno a non toccarsi:

banco

del mattino la ghiaia fredda d’ aria.

Amore della vita Io vedo i grandi alberi della sera

che innalzano i cieli dei boulevards,

le carrozze di Roma che alle tombe

dell’ Appia antica portano la luna.

Tutto di noi gran tempo ebbe la morte.

Pure, lunga la via fu alla sera

di sguardi ad ogni casa, e oltre il cielo

alle luci sorgenti ai campanili ai nomi

azzurri delle insegne, il cuore

mai più risponderà?

Oh, tra i rami grondanti di case e cielo

il cielo dei boulevards

cielo chiaro di rondini!

O sera umana di noi raccolti

uomini stanchi uomini buoni,

il nostro dolce parlare

nel mondo senza paura.

Tornerà tornerà,

d’ un balzo il cuore desto

avrà parole?

Chiamerà le cose, le luci, i vivi?

I morti, i vinti, chi li desterà?

Il poeta e scrittore Alfonso Gatto nacque a Salerno il 17 luglio 1909. Dopo la maturità classica si iscrisse all’Università di Napoli, non riuscendo però a terminare gli studi per diffi coltà economiche. Sposò Jole, con la quale all’età di soli 21 anni fuggì a Milano e da cui nasceranno le sue due fi glie, Marina e Paola.Frequentatore dei più vivaci caff è milanesi e collaboratore delle più innovatrici riviste di cultura letteraria, fu commesso di libreria, istitutore di collegio, correttore di bozze, giornalista e infi ne insegnante. Il suo dichiarato antifascismo gli costò nel 1936 l’arresto e la detenzione.Fu nominato ordinario di Letteratura italiana per “chiara fama” presso il Liceo Artistico di Bologna e collaborò fattivamente con “L’Unità”.L’8 marzo 1976, nei pressi di Grosseto, morì a causa di un incidente stradale. L’epitaffi o inciso sulla tomba ebbe per autore Eugenio Montale, il quale scrisse: “Ad Alfonso Gatto, per cui vita e poesie furono un’unica testimonianza d’amore”.

Page 24: MemOria - Aprile 2014

MERCOLEDÌ 23 APRILE

Il corpo di Santa LuciaIl corpo di Santa Lucia

sarà traslato da

VENEZIAVENEZIA a ERCHIEERCHIE

i fedeli potranno rendere

omaggio alla SantaSanta tutti i giorni fino

alla Perdonanza del II giovedì dopo Pasqua, Pasqua,

1 maggio 20141 maggio 2014