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LIBERI NEI LIBRI Mito, epica, leggenda

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LIBERINEI

LIBRIMito,epica,

leggenda

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LOFFREDO EDITORE

B. T. Iaccarino ‐ A. Palmieri ‐ G. Sessa

Liberinei Libri

Antologia italianaper la Scuola Secondaria di primo grado

Mito, epica, leggenda

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© Copyright 2010 by Loffredo Editore S.p.A.Via Capri, 67 - 80026 Casoria (Napoli)Internet http://www.loffredo.it E-mail: [email protected]: www.scuolaonline.loffredo.it

Prima edizione: Febbraio 2010

ISBN 9788875643560 Volume 1

Fotocomposizione e stampa: Ink & Paper s.r.l.Ricerca iconografica: Servizi Grafici LoffredoCopertina: Servizi Grafici Loffredo

L’Editore e le Autrici ringraziano i proprietari dei brani riprodotti nel presente volume per la concessionedei diritti di riproduzione e si scusano per eventuali omissioni o errori di citazioni. Rimangono, nel con-tempo, a disposizione degli aventi diritto per quanto è di loro competenza e assicurano di apportare ledovute correzioni nelle prossime ristampe in caso di cortese segnalazione.

Ristampa:

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V

Prefazione

PresentazionePERCHÉ UNA NUOVA ANTOLOGIA ‐ Di recente, a seguito delle numerose

modificazioni intercorse, si è sviluppata la consapevolezza della necessità,se si vuole effettivamente realizzare la scuola di tutti, di assumere unpunto di vista nuovo, che connette i vari aspetti del curricolo di italiano,e non si limita a giustapporre o addirittura a disgiungere grammatica, edu‐cazione linguistica, educazione letteraria, educazione alla scrittura fun‐zionale. Scuola del curricolo significa, infatti, affrontare contemporanea‐mente: �) il problema del che cosa insegnare, il nodo dell’organizzazioneformativa dei saperi (la cultura della scuola), cioè individuare dei con‐tenuti adatti alle età degli studenti, ed in quantità compatibile con la len‐tezza necessaria per realizzare apprendimenti significativi; �) l’insiemedei come (metodologie, ambienti e strumenti) che permettono di coin‐volgere, motivare, rendere attivo lo studente nella costruzione dellaconoscenza.

Le varie parti di cui il libro si compone appaiono caratterizzate da al‐cuni presupposti:

� la centralità dell’esperienza testuale;� l’importanza fondamentale dei contenuti in ordine alla costruzione

di una seria motivazione all’apprendimento;� l’intreccio tra educazione linguistica ed esperienza. Il libro non ignora

i bisogni comunicativi reali dell’adolescente ed il punto di partenzache abbiamo adottato è stato sempre la lingua d’uso. In questa prospet‐tiva abbiamo dato ampio spazio anche ad una educazione alla scritturavicina ai bisogni e alla realtà dei giovani d’oggi, ai linguaggi multi‐mediali in cui essi sono immersi;

� l’integrazione delle attività. Nel percorso educativo l’educazione lin‐guistica non può essere scissa dall’educazione letteraria;

� la sperimentabilità: ogni elaborazione, per non rimanere astratta,deve trovare occasione di sperimentabilità e, quindi, di narrabilità;

� la trasversalità: la lingua è comune a tutti gli universi del discorso eper questo è patrimonio di tutte le discipline;

� la gradualità: nel passaggio da un volume all’altro dell’opera, il lin‐guaggio evolve dal più semplice al più elaborato e anche la complessitàdegli esercizi va gradualmente aumentando.

Mito, epica,leggenda

GENERI

‐ Il mito

‐ Il racconto epico

‐ La leggenda

In questo itinerarioscoprirai e seguirai

TEMI‐ Storie favolose di dei ed eroi‐ Narrazione di imprese e dieroi

‐ Narrazione della storia• LEGGERE TESTI

DI NARRAZIONE mitolo-gica, epica, leggendaria

• RICONOSCERE LE CARATTERISTI�CHE LINGUISTICHE e strutturali del ge-

nere mitologico, epico e leggendario

• COMPRENDERE E ANALIZZARE il mito,l’epica, la leggenda

• ARRICCHIRE IL LESSICO

• MANIPOLARE TESTI attraverso la riscrittura

• PRODURRE TESTI di ispirazione mitologica, epica, leg-gendaria

• CONFRONTARE TESTI mitologici, epici e leggendari pervalutarli

• SCOPRIRE GLI ORIZZONTI dell’epica nei linguaggi “altri”(arte)

Obiet

tivi gene

rali

APPROFONDIMENTI

E LINGUAGGI

‐ Arte

‐ Cinema

MITO

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Prefazione

VI

Stru�uraSEMPLIFICARE SENZA RIDURRE, FACILITARE SENZA BANALIZZARE ‐ Le strutture

dei manuali in uso nella scuola, evolvendo di fronte alla complessità,spesso si arricchiscono e ampliano in modo da non essere facilmente ge‐stibili dall’insegnante nei tempi di cui dispone; per questa ragione il libropresenta una efficace integrazione tra tre prospettive che di solito viag‐giano separate e dunque appesantiscono i volumi:

� I fili tematici� I generi letterari e testuali� Le abilità

Queste tre aree non costituiscono tre sezioni separate nei nostri vo‐lumi, ma sono il tessuto connettivo dell’intero impianto: ogni volumepresenta quattro moduli, individuati a partire da quattro generi‐chiave(la poesia, la narrativa, il teatro, il testo pragmatico); in ogni modulosono seguiti dei fili tematici che ricorrono per tutta l’opera, in modo daconsentire all’insegnante che voglia scegliere i testi a partire dal nucleotematico, di poterlo fare andando da un genere all’altro. In più per ognitesto sono presenti stimoli, esercizi, laboratori relativi allo sviluppo ditutte le abilità linguistiche.

Articolazione dei moduli: all’interno di ciascun modulo sono pre‐senti

� unità didattiche che affrontano i diversi aspetti del genere, corredate disintesi teoriche in itinere

� verifiche di fine unità� scheda di sintesi teorica complessiva� sezione per il recupero

A completamento di ciascun volume vi sono due tomi complementari,che seguono le esigenze di programmazione del docente di italiano:

� Al I volume sono allegati:

– il tomo su Mito, epica e leggenda che è impostato con taglio nar‐rativo e affabulatorio, e consente ai ragazzi di ripercorrere le tappedi un discorso che nasce dall’oralità e si sviluppa nelle grandi tradi‐zioni letterarie dell’epica.

– Il I volume dei Quaderni di Biblò, che supporta la fase di acco‐glienza con prove di ingresso di vario tipo, e il potenziamento delleabilità di ascolto e parlato con esercitazioni mirate, con il supportodi un CD‐Audio.

� Al II volume sono allegati:

– Il tomo Pagine di letteratura, parte I, che segue il percorso sto‐rico‐evolutivo della nostra letteratura dalle origini alla fine del Set‐tecento, e consente all’insegnante di scegliere testi mirando all’ap‐profondimento dei rapporti tra testo letterario e contesti. Uno spaziorilevante è dato alla Commedia di Dante.

– Il II volume dei Quaderni di Biblò, nel quale vengono fornite aglistudenti prove di valutazione degli apprendimenti ispirate ai modelli

Unità 1 • Cos’è il mito?Obie�vi specifici

dell’unitàI tes� La produzione

Rimandi e approfondimen�

• Leggere mi�

• Riconoscere gli elemen�fondamentali del mito: ipersonaggi, lo spazio, iltempo, la spiegazione dicause o di even�

• Comprendere eanalizzare la stru�uraessenziale di tes�mitologici

• Saper riscrivere tes�mitologici a�raversocompletamen�,manipolazioni,trasformazioni,realizzazioni guidate

• Valutare tes� mitologicianche a�raverso ilconfronto con la propriaesperienza

LA NASCITA DEL MONDO

• In principio… (1)– La nascita degli dei

• In principio… (2)– La nascita degli uomini

• Esercizi dicomprensione

• Esercizi di analisigraduata

• Esercizi diriflessione sullalingua

• Il mondodegli dèi(raffigurazionegraficariepiloga�va)

I MITI DEGLI UOMINI

• Sisifo, l’uomo che beffò la morte• Il supplizio di Tantalo

I MITI DEGLI EROI

• Teseo…• … e il Minotauro• Eracle

I MITI DEGLI DEI E DELLE DEE

• Zeus = Giove• Era = Giunone• Atena = Minerva• Apollo (Febo)• Artemide = Diana• Ares = Marte• Afrodite = Venere• Persefone e Demetra• Una storia d’amore: Eros e Psiche• Efesto = Vulcano• Es�a = Vesta• Ermes = Mercurio• Dioniso = Bacco• Posidone = Ne�uno• Ade = Plutone

UNO SGUARDO SUI MITI DEGLI ALTRIPOPOLI

• In principio…– La creazione nella Bibbia

• I fenomeni naturali– Il sole e la luna

• Il mito di un eroe– Gilgamesh contro il mostro Humbaba

• Verifica di fine unità:

Mito degli indigeni dell’Amazzonia– Non si devono maltra�are i bambini

4

Unità

Cos’è il mito?1

La parola viene da un termine greco che significa “racconto orale”, manon si tratta di un racconto qualunque.

Il mito infatti è una storia con cui gli antichi cercavano di spiegare imisteri del mondo, le sue origini, i suoi valori, le cause di fatti o eventi, ilperché dei fenomeni naturali e di definire i rapporti tra gli dei e gli uomini.In altre parole, è un tentativo di dare risposte alle domande fondamentaliche l’uomo si è posto e continua a porsi da sempre attraverso interpreta‐zioni alle quali venivano attribuiti caratteri di «veridicità» e «sacralità».

Numerosi miti spiegano la storia della creazione dell’universo e del‐l’umanità, altri espongono dettagliatamente la vita e le avventure di ungran numero di dei e dee, eroi ed eroine, mostri e altre creature mitologi‐che, altri ancora spiegano l’origine di una città o di un luogo geografico oancora del culto di un dio.

I miti venivano raccontati: chi narrava doveva ricordarli bene per nonperdere il filo del racconto, chi ascoltava doveva capirli facilmente e ri‐cordarli a sua volta per poterli raccontare. Ecco perchè il mito usa un lin‐guaggio semplice, fatto di frasi brevi e con molte ripetizioni o formulefisse, che venivano imparate a memoria rapidamente e senza sforzo.

Un giorno, però, giunsero da Creta alcuni ambasciatori per prenderequattordici fanciulli, sette maschi e sette femmine, che Atene doveva con‐segnare come tributo� al re Minosse, secondo quanto aveva comandatol’oracolo� a causa dell’assassinio, avvenuto in Attica e rimasto impunito,del figlio del re cretese. Nessuno sapeva quale fine attendesse le giovanivittime, e già da tre anni Atene pagava questo tributo di sangue senza chemai uno dei fanciulli fosse riuscito a tornare.

Teseo si offrì subito volontario e dichiarò che avrebbe liberato Ateneda quell’orribile sciagura; il re Egeo accettò con la morte nel cuore la de‐cisione del figlio, ma confidando nel suo coraggio gli consegnò delle velebianche per la nave e gli raccomandò di sostituire quelle nere, simbolo dilutto, se fossero tornati tutti sani e salvi ad Atene.

Giunto a Creta, Teseo venne a sapere che lui e isuoi compagni sarebbero stati chiusi nel Labi‐rinto, dove sarebbero stati di‐vorati dal Minotauro, un mo‐stro orrendo dalla testa di toroe dal corpo di uomo. MaArianna, la figlia del re Minosse, in‐namoratasi di Teseo gli promise di aiutarlo egli consegnò un gomitolo di filo, che egliavrebbe dovuto dipanare� dopo essere en‐trato nel labirinto, in modo da poter fa‐cilmente ritrovare la via d’uscita un voltache avesse ucciso il Minotauro.

Il piano funzionò perfettamente: Teseo ei suoi compagni sani e salvi si imbarcaronosulla nave che doveva riportarli ad Atene, in‐sieme alla bella Arianna, che il giovaneeroe voleva portare con sé. Ma gli deierano contrari all’unione tra idue giovani: in so‐gno ordinarono aTeseo di abbando‐nare Arianna sull’isola di Nasso, dove l’avrebbe trovata il dio Dioniso, ilquale se ne sarebbe innamorato e l’avrebbe sposata.

Finalmente la nave di Teseo giunse in vista della città di Atene, ma nes‐suno si era ricordato di cambiare le vele: il re Egeo che da giorni scrutavail mare in ansiosa attesa del ritorno del figlio, scorgendo da lontano le velenere e pensando che Teseo fosse morto, preso dalla disperazione si uccisegettandosi in quel mare, che dal suo nome fu chiamato mar Egeo.

Teseo divenne re di Atene e governò saggiamente, stabilendo la pace ela concordia tra i cittadini.

17

Unità 1Cos’è il mito?

1. tributo: offerta.2. oracolo: comando o profe-

zia che gli dei davano agliuomini attraverso un sacer-dote o una sacerdotessa.

3. dipanare: svolgere il filodel gomitolo.

… e il Minotauro

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VII

Prefazione

INVALSI e OCSE‐PISA: lo scopo di queste esercitazioni è prepararepropedeuticamente gli studenti a rispondere in modo efficace alla ri‐chiesta di valutazione per competenze nell’abilità di lettura e analisitestuale, che viene dalle grandi indagini nazionali e internazionali.

� Al III volume sono allegati:

– Il tomo Pagine di letteratura, parte II, che segue il percorso sto‐rico‐evolutivo della nostra letteratura dall’Ottocento all’età contem‐poranea finalizzato anche alla preparazione per l’Esame di Stato diI grado.

– Il III volume dei Quaderni di Biblò, che si concentra sulle proveINVALSI, che gli alunni dovranno sostenere all’esame: i numerosiesempi di lettura e comprensione sono un modello utilissimo perchégli allievi arrivino allenati alla prova nazionale.

La Guida al docente è un agevole strumento fornito all’insegnanteper la programmazione anno per anno, la scelta dei testi in base all’orien‐tamento delle programmazioni stesse, la selezione di griglie di misura‐zione, la soluzione degli esercizi proposti. In più fornisce chiarimenti con‐cettuali sia sulla valutazione formativa e sommativa, sia sul rapporto travalutazione nazionale e valutazione internazionale (OCSE‐PISA).

NovitàUN PONTE PER IL CURRICOLO VERTICALE ‐ L’opera nasce nella consapevo‐

lezza che l’innalzamento dell’obbligo ha cambiato gli scenari dell’inse‐gnamento: oggi la scuola secondaria di I grado non è più segmento ter‐minale di un percorso, ma è un ponte verso il biennio nel quale l’allievodovrà raggiungere il traguardo delle competenze‐chiave irrinunciabili perla cittadinanza europea attiva. La funzione di raccordo con il biennio egli assi culturali è garantita dalla configurazione del III volume, nel qualecompaiono percorsi impostati in modo diverso rispetto agli altri due.

UN LINGUAGGIO AFFABILE, UN METODO NUOVO ‐ Tra le diverse metodologiedidattiche si è privilegiato il metodo induttivo: questo per consentire allostudente di entrare piano piano nella materia. In ogni modulo l’alunnoentra come in un laboratorio: va dal noto all’ignoto, dal semplice al com‐plesso, impara a riconoscere prima che a conoscere. Questo percorso diapprendimento che dà centralità allo studente è sottolineato dalla pre‐senza di una piccola guida, Biblò, che accompagna con le proprie narra‐zioni l’itinerario didattico.

I contenuti che vanno appresi e interiorizzati sono riproposti nella se‐zione di recupero con una chiave metodologica diversa: dall’induttivo sipassa al deduttivo, dalle risposte aperte ad esercizi di riconoscimento ecompletamento, e così via. Anche qui è Biblò a guidare l’allievo nel per‐corso che può essere svolto anche individualmente dallo studente, conevidente risparmio di tempo per il docente.

ON‐LINE ‐ Tutto il materiale che sarà offerto in formato digitalesarà pienamente utilizzabile con le lavagne multimediali (LIM)

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Unità 1Cos’è il mito?

PRODUZIONE

1. Nel mito di Zeus è contenuto un altro mito: raccontalo con parole tue.

......................................................................................................................................................................................................................

......................................................................................................................................................................................................................

......................................................................................................................................................................................................................

......................................................................................................................................................................................................................

......................................................................................................................................................................................................................

2. Completa gli schemi:

LEDA

ZEUS

PERSEO

ERACLE

EUROPA

Z

E

U

S

MAIA

EFESTO E ARES

APOLLO E ARTEMIDE

MNEMOSINE

TEMI

PERSEFONE

Epica

80

Mito, epica, leggenda

Cantami, o Diva, del Pelìde Achillel’ira funesta che infiniti addusselutti agli Achei, molte anzi tempo all’Orcogenerose travolse alme d’eroi,

� e di cani e d’augelli orrido pastolor salme abbandonò (così di Giovel’alto consiglio s’adempìa), da quandoprimamente disgiunse aspra contesail re de’ prodi Atride e il divo Achille…

(traduzione di V. Monti)

Il poema comincia con un proemio, che contiene l’invocazione allaMusa protettrice della poesia e la protasi, cioè l’argomento del poema.

Il proemio è caratteristico di tutti i poemi epici.

Proemio(Libro I, vv. 1-9)

Cantami, o Diva, del Pelide Achillel’ira funesta...

1. Cantami o Diva: ispiramia cantare o dea. La Musaa cui il poeta si rivolge èCallìope, protettrice dellapoesia epica. Pelìde: fi-glio di Peleo. Questo èun aggettivo patronimi-co, cioè indica il nomedel padre, in questo casoAchille, figlio di Peleo. Ipatronimici sono aggetti-vi tipici della poesia clas-sica.

2. ira funesta: l’ira di Achil-le è funesta perché pro-vocò molte morti. infinitiaddusse: fu causa dimoltissimi lutti

3-4. anzi tempo…eroi: trasci-nò nel regno dei mortiprima del tempo stabilitomolte anime generose dieroi

5-6. e di cani…abbandonò:e abbandonò i lorocorpi come cibo or-rendo di cani e uc-celli.

7. alto…s’adem-pia: così si rea-lizzava la vo-lontà misterio-sa di Giove (oZeus).

8. primamente…contesa: daquando li sepa-rò un duro scontro.

9. Atrìde: Agamennone, fi-glio di Atreo.

10. divo: divino. Achilleera un semidio,perché figlio diun mortale,Peleo, e diuna dea,la ninfaTeti.

97

Unità 2Il racconto epico

UNO SGUARDO AL MONDO DEL CINEMA

Puoi ripercorrere la storia dell’Iliade anche attraverso la visione del film Troy.

Approfondimenti

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utile, di facile accesso ed utilizzoper una scuola in continua evoluzioneper una didattica personalizzata e flessibile

Loffredo integra la propria produzione cartacea con una piattaformaL.C.M.S. (Learning Content Management System): offerta tra lepiù complete e flessibili per la didattica on-line, conforme ai requisitidell’articolo 5 della legge n. 169 del 30/10/2008 relativaalla produzione del libro misto (carta/web) e dei suoi costi.Tutti i prodotti offerti sulla nostra L.C.M.S. sono pienamentecompatibili con le lavagne interattive multimediali (L.I.M.).

L’accesso a tale piattaforma ed a tutti i materiali, consultabilio scaricabili, è semplicissimo ed è in linea con i dettamidel Ministero della Pubblica Istruzione, quindi modellabilesecondo le esigenze del singolo Docente.

L’ambiente di apprendimento è strutturato come contenitoredi materiali didattici e permette, ove possibile, la formazionea distanza (e-learning) per un approccio dinamico e coinvolgentedelle proposte d’insegnamento.

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Il sistema contempla due profili di accesso:

1 - Docente L’iscrizione gratuita consente al Docente(la procedura è semplicissima e guidata) di accedereliberamente a tutte le risorse didattiche propostedalle Edizioni Loffredo.L’utilizzo della lavagna interattiva multimediale (L.I.M.)consente la fruizione dei materiali per l’attività in classecon un maggiore arricchimento della lezione.La piattaforma didattica rende possibile, utilizzando le funzioniavanzate della formazione a distanza (e-learning), ulteriori opzioni:

• Creazione di aule virtuali con i propri alunni (Forum, Chat, Wiki)• Monitoraggio del lavoro svolto dagli studenti in collegamento,

tramite la piattaforma, con il Docente• Pubblicazione “on line” di oggetti didattici e proposte

operative/esercitative autoprodotte dal Docente• Ideazione di prove di verifica “on line”.

2 - Studente Il codice, riportato sul testo cartaceo, consente all’alunnol’iscrizione, gratuita e libera, per la fruizione dei materali didatticicon due opzioni:• Utilizzo risorse didattiche• Aula virtuale (interazione col proprio Insegnante).

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XI

Unità 1 Cos’è il mito?

LA NASCITA DEL MONDOIn principio… (1)

– La nascita degli dei ......................................................................................................................... Pag. 5

In principio… (2)

– La nascita degli uomini ................................................................................................................ » 8

I MITI DEGLI UOMINISisifo, l’uomo che beffò la morte .............................................................................................. » 10

Il supplizio di Tantalo ........................................................................................................................ » 12

I MITI DEGLI EROITeseo… ............................................................................................................................... ........................ » 14

… e il Minotauro ............................................................................................................................... .... » 17

Eracle ............................................................................................................................... ........................... » 19

I MITI DEGLI DEI E DELLE DEEZeus = Giove ............................................................................................................................... ............ » 23

Era = Giunone ............................................................................................................................... ......... » 26

Atena = Minerva ............................................................................................................................... ... » 28

Apollo (Febo) ............................................................................................................................... .......... » 31

Artemide = Diana ............................................................................................................................... . » 33

Ares = Marte ............................................................................................................................... ............ » 35

Afrodite = Venere ............................................................................................................................... . » 37

Persefone e Demetra ........................................................................................................................ » 39

Una storia d’amore: Eros e Psiche ............................................................................................ » 41

Efesto = Vulcano ............................................................................................................................... .... » 44

Es�a = Vesta ............................................................................................................................... ............. » 46

Ermes = Mercurio ............................................................................................................................... » 47

Dioniso = Bacco ............................................................................................................................... ..... » 49

Posidone = Ne�uno ........................................................................................................................... » 51

Ade = Plutone ............................................................................................................................... ......... » 53

IL MONDO DEGLI DEI ....................................................................................................................... » 56

Indice

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Indice

XII

UNO SGUARDO SUI MITI DEGLI ALTRI POPOLIIn principio…

– La creazione nella Bibbia ............................................................................................................ Pag. 58

I fenomeni naturali

– Il sole e la luna ............................................................................................................................... ... » 64

Il mito di un eroe

– Gilgamesh contro il mostro Humbaba ............................................................................... » 66

VERIFICA DI FINE UNITÀ 1: Mito degli indigeni dell’Amazzonia

– Non si devono maltra�are i bambini .................................................................................. » 70

Unità 2 Il racconto epico

I poemi omerici ............................................................................................................................... ..... » 75

La ques�one omerica ....................................................................................................................... » 75

La “storia vera” della guerra di Troia ...................................................................................... » 76

L’ILIADE OVVERO LA STORIA DELLA GUERRA DI TROIAL’antefa�o ............................................................................................................................... ................. » 77

Cantami, o Diva, del Pelide Achille l’ira funesta… .......................................................... » 80

La morte di Patroclo .......................................................................................................................... » 83

Il duello tra Achille e E�ore ........................................................................................................... » 86

Il risca�o del corpo di E�ore ........................................................................................................ » 92

La morte di Achille .............................................................................................................................. » 95

L’inganno del cavallo ......................................................................................................................... » 96

L’ODISSEA OVVERO LA STORIA DELLE VICENDE DI ULISSEProtasi e invocazione alla Musa ................................................................................................ » 98

L’isola dei lotofagi ............................................................................................................................... » 100

Nell’antro del ciclope: l’incontro con Polifemo ................................................................. » 101

Nell’antro del ciclope: il piano di Ulisse ................................................................................. » 104

Eolo, il re dei ven� .............................................................................................................................. » 108

Circe, la maga ingannatrice ........................................................................................................... » 109

La discesa negli inferi ........................................................................................................................ » 110

I mostri del mare: le Sirene… ....................................................................................................... » 111

… Scilla e Cariddi ............................................................................................................................... ... » 115

I buoi del Sole ............................................................................................................................... ......... » 116

La ninfa Calipso ............................................................................................................................... ...... » 117

Nella terra dei Feaci ........................................................................................................................... » 118

Itaca! ............................................................................................................................... ............................ » 119

Il fedele Argo ............................................................................................................................... ........... » 120

L’uccisione dei Proci ........................................................................................................................... » 122

Conclusione ............................................................................................................................... ............. » 123

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XIII

LE ARGONAUTICHEL’antefa�o ............................................................................................................................... ................. Pag. 124

Proemio ............................................................................................................................... ...................... » 125

Avventure in viaggio .......................................................................................................................... » 128

Le Arpie ............................................................................................................................... ....................... » 129

Le Simplegadi ............................................................................................................................... .......... » 131

La conquista del vello d’oro .......................................................................................................... » 134

La prova di Giasone ........................................................................................................................... » 135

Giasone prende il vello .................................................................................................................... » 137

Il gigante Talo ............................................................................................................................... .......... » 138

Il ritorno in patria ............................................................................................................................... . » 138

Una disumana vende�a .................................................................................................................. » 139

L’ENEIDE OVVERO LA STORIA DELLE VICENDE DI ENEAProemio ............................................................................................................................... ...................... » 140

Le ul�me ore di Troia ........................................................................................................................ » 143

La morte di Lacoonte ........................................................................................................................ » 144

L’ul�ma no�e di Troia ....................................................................................................................... » 147

In viaggio… ............................................................................................................................... ............... » 148

Enea e Didone ............................................................................................................................... ........ » 149

La maledizione di Didone ............................................................................................................... » 150

Il suicidio di Didone ............................................................................................................................ » 152

Nel regno degli inferi ........................................................................................................................ » 154

La terra promessa dal fato ............................................................................................................ » 156

È guerra! ............................................................................................................................... .................... » 157

Eurialo e Niso ............................................................................................................................... .......... » 158

Il duello tra Enea e Turno ............................................................................................................... » 161

VERIFICA DI FINE UNITÀ 2 ........................................................................................................ » 166

Unità 2 Percorsi tematici

FIGURE FEMMINILI NELL’ODISSEAOdisseo e Calipso ............................................................................................................................... .. » 168

Odisseo e Nausicaa ............................................................................................................................ » 171

VERIFICA DI FINE PERCORSO: CONFRONTO TRA TESTI

Figure di donne nell’Odissea ........................................................................................................ » 175

UOMINI E DONNE: L’AMOREE�ore e Andromaca ........................................................................................................................... » 176

Odisseo e Penelope ............................................................................................................................ » 181

Enea e Didone ............................................................................................................................... ......... » 184

VERIFICA DI FINE PERCORSO: CONFRONTO TRA TESTI

I Sen�men� ............................................................................................................................... .............. » 188

Indice

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Indice

XIV

IL MERAVIGLIOSO…La maga Circe ............................................................................................................................... ......... Pag. 189

Scilla e Cariddi ............................................................................................................................... ........ » 192

VERIFICA DI FINE PERCORSO: CONFRONTO TRA TESTI

Il “meraviglioso” nell’Odissea ...................................................................................................... » 195

…E L’INFERNALEOdisseo e la madre ............................................................................................................................. » 196

Enea e il padre ............................................................................................................................... ........ » 199

VERIFICA DI FINE PERCORSO: CONFRONTO TRA TESTI

… E l’infernale ............................................................................................................................... ......... » 201

Caronte ............................................................................................................................... ....................... » 202

I VALORI DELLA SOCIETÀ GUERRIERA NELL’ILIADELa lite tra Achille ed Agamennone ........................................................................................... » 205

Odisseo e Tersite ............................................................................................................................... ... » 209

VERIFICA DI FINE PERCORSO: CONFRONTO TRA TESTI

I personaggi ............................................................................................................................... ............. » 213

Unità 3 Che cos’è la leggenda?

LE LEGGENDE SULLA STORIA E SUI PERSONAGGI DI ROMALa leggenda di Romolo e Remo .................................................................................................. » 217

Orazio Coclite ............................................................................................................................... .......... » 219

Muzio Scevola ............................................................................................................................... ........ » 221

Clelia ............................................................................................................................... ............................. » 223

Le oche del Campidoglio ................................................................................................................ » 225

A�lio Regolo ............................................................................................................................... ........... » 227

Cornelia, la madre dei Gracchi ................................................................................................... » 229

LE AGIOGRAFIESan Michele e il diavolo .................................................................................................................. » 231

San Mar�no ............................................................................................................................... ............. » 233

J. da Varazze, La leggenda di San Giorgio ............................................................................ » 235

VERIFICA DI FINE UNITÀ 3: “Guai ai vin�!” .................................................................... » 239

TOC… TOC… CHI RECUPERA CON ME? ................................................. » 242

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Mito, epica,leggenda

GENERI

‐ Il mito

‐ Il racconto epico

‐ La leggenda

In questo itinerarioscoprirai e seguirai

TEMI‐ Storie favolose di dei ed eroi‐ Narrazione di imprese e dieroi

‐ Narrazione della storia• LEGGERE TESTI

DI NARRAZIONE mitolo-gica, epica, leggendaria

• RICONOSCERE LE CARATTERISTI�CHE LINGUISTICHE e strutturali del ge-

nere mitologico, epico e leggendario

• COMPRENDERE E ANALIZZARE il mito,l’epica, la leggenda

• ARRICCHIRE IL LESSICO

• MANIPOLARE TESTI attraverso la riscrittura

• PRODURRE TESTI di ispirazione mitologica, epica, leg-gendaria

• CONFRONTARE TESTI mitologici, epici e leggendari pervalutarli

• SCOPRIRE GLI ORIZZONTI dell’epica nei linguaggi “altri”(arte)

Obiet

tivi gene

rali

APPROFONDIMENTI

E LINGUAGGI

‐ Arte

‐ Cinema

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MITO

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Unità 1 • Cos’è il mito?Obie�vi specifici

dell’unitàI tes� La produzione

Rimandi e approfondimen�

• Leggere mi�

• Riconoscere gli elemen�fondamentali del mito: ipersonaggi, lo spazio, iltempo, la spiegazione dicause o di even�

• Comprendere eanalizzare la stru�uraessenziale di tes�mitologici

• Saper riscrivere tes�mitologici a�raversocompletamen�,manipolazioni,trasformazioni,realizzazioni guidate

• Valutare tes� mitologicianche a�raverso ilconfronto con la propriaesperienza

LA NASCITA DEL MONDO

• In principio… (1)– La nascita degli dei

• In principio… (2)– La nascita degli uomini

• Esercizi dicomprensione

• Esercizi di analisigraduata

• Esercizi diriflessione sullalingua

• Il mondodegli dèi(raffigurazionegraficariepiloga�va)

I MITI DEGLI UOMINI

• Sisifo, l’uomo che beffò la morte• Il supplizio di Tantalo

I MITI DEGLI EROI

• Teseo…• … e il Minotauro• Eracle

I MITI DEGLI DEI E DELLE DEE

• Zeus = Giove• Era = Giunone• Atena = Minerva• Apollo (Febo)• Artemide = Diana• Ares = Marte• Afrodite = Venere• Persefone e Demetra• Una storia d’amore: Eros e Psiche• Efesto = Vulcano• Es�a = Vesta• Ermes = Mercurio• Dioniso = Bacco• Posidone = Ne�uno• Ade = Plutone

UNO SGUARDO SUI MITI DEGLI ALTRIPOPOLI

• In principio…– La creazione nella Bibbia

• I fenomeni naturali– Il sole e la luna

• Il mito di un eroe– Gilgamesh contro il mostro Humbaba

• Verifica di fine unità:

Mito degli indigeni dell’Amazzonia– Non si devono maltra�are i bambini

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Unità

Cos’è il mito?1

La parola viene da un termine greco che significa “racconto orale”, manon si tratta di un racconto qualunque.

Il mito infatti è una storia con cui gli antichi cercavano di spiegare imisteri del mondo, le sue origini, i suoi valori, le cause di fatti o eventi, ilperché dei fenomeni naturali e di definire i rapporti tra gli dei e gli uomini.In altre parole, è un tentativo di dare risposte alle domande fondamentaliche l’uomo si è posto e continua a porsi da sempre attraverso interpreta‐zioni alle quali venivano attribuiti caratteri di «veridicità» e «sacralità».

Numerosi miti spiegano la storia della creazione dell’universo e del‐l’umanità, altri espongono dettagliatamente la vita e le avventure di ungran numero di dei e dee, eroi ed eroine, mostri e altre creature mitologi‐che, altri ancora spiegano l’origine di una città o di un luogo geografico oancora del culto di un dio.

I miti venivano raccontati: chi narrava doveva ricordarli bene per nonperdere il filo del racconto, chi ascoltava doveva capirli facilmente e ri‐cordarli a sua volta per poterli raccontare. Ecco perchè il mito usa un lin‐guaggio semplice, fatto di frasi brevi e con molte ripetizioni o formulefisse, che venivano imparate a memoria rapidamente e senza sforzo.

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Unità 1Cos’è il mito?

In principio… (1)La nascita degli dei

La nascita del mondo

In principio Urano (il Cielo) e Gea (la Terra) generarono moltissimidei, tra cui i tre Ciclopi, che avevano un solo occhio in mezzo alla fronte,i tre Centimani, che avevano cinquanta teste e cento mani e i dodici gi‐ganteschi Titani. Quando il mondo fu pieno di dei, Urano, per timore cheessi gli togliessero il potere, li fece sprofondare nel Tartaro, ma la madreGea cercava di convincerli a ribellarsi al proprio padre; solo Crono ebbe ilcoraggio di combattere contro Urano e lo sconfisse e, dalle gocce di sanguesgorgate dalla sua ferita, nacquero le Erinni, furie vendicatrici dei delittifamiliari, le quali erano mostruose donne alate, dallo sguardo terribile,con occhi stillanti� gocce di sangue, serpenti arrotolati alle mani o intrec‐ciati nei capelli e piedi di bronzo.

Dal matrimonio tra Crono e Rea nacquero Estia, Demetra, Era, Ade ePoseidone: anche Crono temeva che i suoi figli potessero togliergli iltrono e perciò li ingoiava tutti appena nati. Solo Zeus si salvò, perché lamadre diede a Crono un sasso avvolto in fasce ed egli lo ingoiò senza so‐spettare niente; Zeus fu allevato da alcune Ninfe in segreto ma, diventatoadulto, costrinse il padre a rigettare i figli ingoiati e lottò contro di luiper dieci anni.

1. stillanti: gocciolanti.

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In questa guerra alcuni dei Titani si allearono con Crono, altri con Zeus,che fu aiutato anche dai Centimani, i quali scagliavano le cime dei monticontro i nemici, e dai Ciclopi, che gli fornivano continuamente tuoni, ful‐mini e saette�. In tutto l’universo si sentiva risuonare il fragore� delle armie si vedevano i fuochi degli incendi provocati dai fulmini di Zeus, fino aquando i Titani alleati di Zeus vinsero quelli di Crono e li precipitarononel luogo più profondo del Tartaro, dove circondati da mura di bronzo eimmersi in un buio fittissimo erano sorvegliati per l’eternità dai fortissimiCentimani.

Ma Gea, madre dei Titani, per vendicare l’orribile prigionia dei suoi fi‐gli, fece nascere dalla terra dodici Giganti, enormi e spaventosi con ispidi�

capelli che si confondono con la lunghissima barba e con due viscidi ser‐penti al posto delle gambe. Essi assalirono l’Olimpo, il monte dove vive‐vano le divinità, lanciando massi e alberi infiammati, ma gli dei aiutaronoZeus e scagliarono contro i Giganti le cime dei monti e intere isole fino aschiacciarli.

Sembrava che Zeus avesse finalmente vinto, ma Gea non si arrese ancorae generò un mostro terribile e orrendo, Tifone: egli toccava il cielo con latesta, l’occidente con una mano e l’oriente con l’altra, aveva il corpo copertodi penne, cento teste di serpente, occhi che lanciavano fiamme e cento boc‐che con lingue velenose. Tutto l’universo tremava di fronte a questo mostro,ma Zeus con un fulmine gli bruciò le cento teste in un colpo solo e lo pre‐cipitò nel Tartaro, affermando definitivamente il proprio potere.

Mito, epica, leggendaMito

2. saette: lampi.3. fragore: rumore forte e vio-

lento.4. ispidi: ruvidi.

COMPRENSIONE

1. Come fece Rea a salvare Zeus? .............................................................................................................................................

......................................................................................................................................................................................................................

2. Cosa fece Gea per vendicare la prigionia dei Titani? ............................................................................................

......................................................................................................................................................................................................................

3. Chi era Tifone? .................................................................................................................................................................................

RIFLESSIONE SULLA LINGUA

1. Il Tartaro è il luogo più nero, buio e profondo del regno dei morti, che è chiamato Inferi. Matartaro ha anche altri significati…prova a cercarli tu. ...........................................................................................

......................................................................................................................................................................................................................

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2. E oggi cosa vuol dire tifone? ...................................................................................................................................................

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Unità 1Cos’è il mito?

PRODUZIONE

1. Prova a disegnare qualcuno dei mostri descritti nel brano.

2. Stendi il riassunto del brano.

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Mito, epica, leggendaMito

In principio… (2)

Durante il regno di Crono gli dei crearono gli uomini, che vivevano fe‐lici sulla terra. Tutti erano giusti e buoni, non conoscevano il dolore, nonlavoravano la terra, che produceva spontaneamente i frutti, perché vi eraun’eterna primavera: questa fu l’età dell’oro.

Ma con il regno di Zeus cominciò l’età dell’argento, meno felice ma co‐munque serena, durante la quale la primavera non fu più eterna, nacquerole stagioni, gli uomini impararono a coltivare la terra, conobbero i dolorie cominciarono a odiarsi tra loro, dimenticandosi di venerare gli dei.

Zeus, allora, li punì precipitandoli negli Inferi e creò gli uomini dell’etàsuccessiva, quella del bronzo: essi, però, diventarono molto crudeli e tantoamarono la guerra che si uccisero tutti a vicenda.

Zeus creò, infine, una quarta stirpe di uomini, quellidell’età del ferro, che furono peggiori dei prece‐

denti al punto che il dio decise di distrug‐gerli con l’acqua: ordinò a tutti i venti di

stare fermi e lasciò libero solo il pio‐voso vento Noto, che provocò una

pioggia continua, mentre i fiumiallagarono le terre.

Così tutto quello che vivevasulla terra fu distrutto dalleacque e anche quei pochi uo‐mini che avevano cercato disalvarsi con l’aiuto di unabarca morirono di fame; solouna piccola imbarcazione ap‐prodò sul monte Parnaso e da

essa sbarcarono Deucalione ePirra. Zeus sapeva che erano

buoni e giusti, perciò li lasciò vi‐vere e comandò loro di ripopolare

il mondo “gettando dietro le lorospalle le ossa della grande madre”. Deucalione e Pirra dapprima non com‐

presero cosa volesse dire la frase del dio, poi ca‐pirono che la grande madre di tutti era la terra e che le

sue ossa erano i sassi: perciò ne raccolsero una gran quantità e li gettaronodietro le proprie spalle, e quelli lanciati da Deucalione diedero origineagli uomini mentre quelli lanciati da Pirra diedero origine alle donne.

Dalla terra nacquero spontaneamente animali di ogni specie e così laterra fu ripopolata.

La nascita degli uomini

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Unità 1Cos’è il mito?

COMPRENSIONE

1. Quali furono i caratteri principali delle quattro età dell’uomo? .......................................................................

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......................................................................................................................................................................................................................

2. Cosa ordinò Zeus a Deucalione e Pirra? .........................................................................................................................

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3. Cosa fecero allora Deucalione e Pirra? ............................................................................................................................

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PRODUZIONE

1. Stendi il riassunto del brano.

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Mito, epica, leggendaMito

I miti degli uomini

1. beffò: si prese gioco, in -gan nò.

2. stratagemma: abile ingan-no.

Sisifo, l’uomo che beffò la morteSìsifo, il fondatore della città di Corinto, fu il più furbo degli uomini.

Egli riuscì ad ottenere una fonte d’acqua per Corinto con un abile mossae inoltre beffò� la Morte con un astuto stratagemma�.

Un giorno aveva visto Zeus che rapiva una ninfa, figlia del fiume Asopo:allora andò dal fiume e promise di rivelargli il nome del rapitore se egliavesse fatto sgorgare una sorgente d’acqua sulla parte più alta della città.

Zeus, per vendicarsi di Sìsifo, ordinò a Thanatos, la Morte, di andarloa prendere e portarlo negli Inferi, ma egli, appena vide il dio della morte,gli si lanciò addosso e lo incatenò. Con Tanathos prigioniero nessuno mo‐riva più, gli uomini diventavano vecchissimi e trascinavano la propria vitatra sofferenze e malattie senza fine, finché un giorno Ares, il dio dellaguerra, riuscì a liberare Tanathos.

Egli afferrò subito Sìsifo, che però fece in tempo a sussurrare a sua moglieMerope di non rendergli gli onori funebri. Appena giunto negli Inferi, Sisifocominciò a lamentarsi con Ade e con Persefone, il re e la regina del regnodei morti, del comportamento vergognoso della moglie e tanto fece e tantodisse che Ade, esasperato dalle sue lamentele, gli concesse il permesso ditornare sulla terra per poche ore, giusto il tempo di punire Merope.

Giunto a casa, però, Sìsifo non pensò affatto a ritornare negli Inferi eTanathos non poteva andare a riprenderlo, perché la Morte poteva affer‐

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Unità 1Cos’è il mito?

rare gli uomini solo una volta: perciò Zeus mandò Ares, che con la suaforza brutale� riuscì, infine, a trascinare Sìsifo negli Inferi.

Là fu condannato da Zeus a spingere per l’eternità fin su di una mon‐tagna un enorme macigno, che però appena arrivato in cima riprecipitain basso, costringendo Sìsifo a ripetere all’infinito il suo inutile sforzo.

3. brutale: feroce,violenta.

COMPRENSIONE

1. Perché Zeus volle vendicarsi di Sisifo? ..............................................................................................................................

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2. Come fece Sisifo a beffare la morte? .................................................................................................................................

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3. Qual è la punizione di Sisifo negli Inferi? ......................................................................................................................

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RIFLESSIONE SULLA LINGUA

1. Che cosa vuol dire “compiere una fatica di Sisifo?” ...............................................................................................

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PRODUZIONE

1. Stendi il riassunto del brano.

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Mito, epica, leggendaMito

1. chiaroveggenza: capacitàdi vedere quello che gli altrinon vedono o di prevedereil futuro.

2. supplizio: tortura.

Il supplizio di TantaloTantalo, re di Corinto secondo alcuni o di Argo secondo altri, volle met‐

tere alla prova la chiaroveggenza� degli dei in un modo disumano: ucciseil proprio figlio, Pelope, lo fece a pezzi, lo cucinò e lo servì in tavola aglidei che aveva invitato a banchetto, per sapere se essi capivano che carnefosse quella che stavano per mangiare. Tutti gli dei compresero subitoquale cibo ci fosse nei loro piatti e inorriditi non toccarono quel cibo,tranne Demetra che, ancora assorta nel pensiero della figlia rapita, man‐giò la carne della spalla di Pelope, senza accorgersi di nulla.

Gli dei sdegnati con Tantalo lo precipitarono negli Inferi dove fu con‐dannato a un eterno e tremendo supplizio�: soffrire per l’eternità la famee la sete, benché fosse immerso fino al mento nelle acque limpide di unlago e rami carichi dei più bei frutti gli sfiorassero la fronte. Ma se allun‐gava le mani per prendere un frutto, un vento allontanava da lui i rami ese cercava di bere l’acqua si ritirava, lasciando solo nero fango ai suoi piedi.

Gli dei poi richiamarono in vita Pelope, che tornò in vita senza unaspalla, ma essi rimediarono subito rifacendogliela perfetta in avorio.

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Unità 1Cos’è il mito?

COMPRENSIONE

1. In che modo Tantalo mise alla prova gli dei? ...............................................................................................................

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2. Quale punizione ebbe Tantalo per il suo gesto? ........................................................................................................

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RIFLESSIONE SULLA LINGUA

2. Che cosa significa l’espressione “soffrire il supplizio di Tantalo?” .................................................................

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......................................................................................................................................................................................................................

PRODUZIONE

1. Stendi il riassunto del brano.

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Mito, epica, leggendaMito

I miti degli eroi

Teseo…Egeo, re di Atene, passando per Trezene si innamorò di Etra, la figlia

del re e visse con lei per un lungo periodo. Prima di partire le disse: “Se tinascerà un figlio, mandalo da me ad Atene appena sarà capace di sollevarequel grosso macigno. Là sotto ho nascosto i miei sandali e la mia spada:quando verrà da me, lo riconoscerò da questi oggetti.”

Qualche tempo dopo Etra partorì un figlio, Teseo, che cresciuto robu‐stissimo alzò il macigno, prese spada e sandali e si avviò ad Atene per viadi terra. Durante il viaggio raggiunse la città di Corinto, dove un certoSinni uccideva in maniera atroce i viaggiatori: piegava fino a terra due al‐beri vicini, legava alla cima degli alberi le gambe del povero viaggiatore elasciava andare gli alberi, i quali, tornando nella posizione normale,squartavano a metà l’infelice vittima. Teseo sconfisse Sinni, uccidendolocon la sua stessa tortura e liberando Corinto dal crudele assassino.

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Unità 1Cos’è il mito?

L’eroe proseguì il suo viaggio in direzione di Megara, dove incontrò unvecchio di nome Scirone, che stava rannicchiato su una roccia sporgentesul mare. Scirone si lamentava continuamente della sua vecchiaia e chie‐deva agli stranieri di aiutarlo a lavarsi i piedi. Ma quando essi, commossidal pianto del vecchio, si avvicinavano per aiutarlo, Scirone sferrava loroun violento calcio precipitandoli in mare. Teseo lottò anche contro il vec‐chio riuscendo a farlo cadere in mare.

Infine giunse in Arcadia dove viveva Procuste, un uomo perfido e cru‐dele, il quale si mostrava molto ospitale con gli stranieri, invitandoli apassare la notte in casa sua; ma al momento di andare a dormire, co‐stringeva il malcapitato ospite a stendersi su un letto corto, se costui eradi alta statura, oppure su di un letto lungo, se viceversa era un uomobasso. Poi ne straziava il corpo con torture di ogni tipo, allungandoglile membra� o tagliandogliele, finchè non raggiungevano la lunghezzadel letto. Teseo vinse anche Procuste e lo uccise facendogli provare lasua stessa tortura.

Infine l’eroe arrivò ad Atene, dove Egeo lo accolse con grande gioia e lonominò suo successore.

COMPRENSIONE

1. In che modo Sinni uccideva i viaggiatori? ......................................................................................................................

......................................................................................................................................................................................................................

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2. Qual era l’inganno di Scirone? .............................................................................................................................................

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3. In che modo Procuste torturava i suoi ospiti? ...............................................................................................................

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1. membra: arti del corpo.

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Mito, epica, leggendaMito

RIFLESSIONE SULLA LINGUA

1. Membra al femminile plurale vuol dire “arti del corpo”. Ma ha anche un plurale maschile che

significa .................................................................................................................................................................................................

......................................................................................................................................................................................................................

......................................................................................................................................................................................................................

2. Che cosa significa l’espressione “essere sul letto di Procuste”? ........................................................................

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PRODUZIONE

1. Stendi il riassunto del brano.

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Un giorno, però, giunsero da Creta alcuni ambasciatori per prenderequattordici fanciulli, sette maschi e sette femmine, che Atene doveva con‐segnare come tributo� al re Minosse, secondo quanto aveva comandatol’oracolo� a causa dell’assassinio, avvenuto in Attica e rimasto impunito,del figlio del re cretese. Nessuno sapeva quale fine attendesse le giovanivittime, e già da tre anni Atene pagava questo tributo di sangue senza chemai uno dei fanciulli fosse riuscito a tornare.

Teseo si offrì subito volontario e dichiarò che avrebbe liberato Ateneda quell’orribile sciagura; il re Egeo accettò con la morte nel cuore la de‐cisione del figlio, ma confidando nel suo coraggio gli consegnò delle velebianche per la nave e gli raccomandò di sostituire quelle nere, simbolo dilutto, se fossero tornati tutti sani e salvi ad Atene.

Giunto a Creta, Teseo venne a sapere che lui e isuoi compagni sarebbero stati chiusi nel Labi‐rinto, dove sarebbero stati di‐vorati dal Minotauro, un mo‐stro orrendo dalla testa di toroe dal corpo di uomo. MaArianna, la figlia del re Minosse, in‐namoratasi di Teseo gli promise di aiutarlo egli consegnò un gomitolo di filo, che egliavrebbe dovuto dipanare� dopo essere en‐trato nel labirinto, in modo da poter fa‐cilmente ritrovare la via d’uscita un voltache avesse ucciso il Minotauro.

Il piano funzionò perfettamente: Teseo ei suoi compagni sani e salvi si imbarcaronosulla nave che doveva riportarli ad Atene, in‐sieme alla bella Arianna, che il giovaneeroe voleva portare con sé. Ma gli deierano contrari all’unione tra idue giovani: in so‐gno ordinarono aTeseo di abbando‐nare Arianna sull’isola di Nasso, dove l’avrebbe trovata il dio Dioniso, ilquale se ne sarebbe innamorato e l’avrebbe sposata.

Finalmente la nave di Teseo giunse in vista della città di Atene, ma nes‐suno si era ricordato di cambiare le vele: il re Egeo che da giorni scrutavail mare in ansiosa attesa del ritorno del figlio, scorgendo da lontano le velenere e pensando che Teseo fosse morto, preso dalla disperazione si uccisegettandosi in quel mare, che dal suo nome fu chiamato mar Egeo.

Teseo divenne re di Atene e governò saggiamente, stabilendo la pace ela concordia tra i cittadini.

17

Unità 1Cos’è il mito?

1. tributo: offerta.2. oracolo: comando o profe-

zia che gli dei davano agliuomini attraverso un sacer-dote o una sacerdotessa.

3. dipanare: svolgere il filodel gomitolo.

… e il Minotauro

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Mito, epica, leggendaMito

COMPRENSIONE

1. Perché Atene pagava un tributo a Creta? ......................................................................................................................

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2. Chi era il Minotauro? ...................................................................................................................................................................

3. Come fece Teseo a salvare se stesso e i suoi compagni? ......................................................................................

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4. Perché il re Egeo si uccise? .......................................................................................................................................................

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RIFLESSIONE SULLA LINGUA

1. La parola “tributo”, che qui significa offerta, ha anche un altro significato. Quale? ........................

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2. Cosa significa l’espressione “avere il filo d’Arianna?” ..........................................................................................

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PRODUZIONE

1. Cerca un altro mito che spieghi l’origine del nome di una località, ad es. Gaeta o Partenope.

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2. Stendi il riassunto del brano.

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Eracle era un semidio, perchè era figlio del dio Zeus e di una donnamortale, Alcmena, ed era perciò destinato a grandi imprese. Finda neonato mostrò la sua forza eccezionale, strango‐lando due grossi serpenti che erano stati inviatinella sua culla da Era, la quale voleva vendicarsidel tradimento di Zeus.

Ma la vendetta della dea non si fermòqui: infatti ella fece impazzire Eracle, cheuccise la propria moglie e i figli, e poi lofece rinsavire� affinchè si rendesse contodel proprio gesto. Infatti l’eroe dovetterecarsi all’oracolo di Delfi per sapere inche modo potesse purificarsi dall’omi‐cidio commesso.

La Pizia, profetessa di Apollo, gli or‐dinò di recarsi da Euristeo, re di Tirinto edi servirlo per dodici anni, obbedendo aogni suo ordine.

Eracle, per ordine del re, dovette com‐piere dodici straordinarie imprese:�. strangolò con le proprie mani il terribile leone di Nemea,

che era invulnerabile alle frecce e indossò la sua pellecome fosse un vestito

�. uccise l’orribile Idra di Lerna, un mostruososerpente a nove teste, che ricrescevano su‐bito, non appena venivano tagliate. Eracle,infatti, dovette prima mozzarle� e poi bru‐ciare i colli per evitare che ricrescessero

�. catturò la cerva d’Arcadia, dalle corna d’oroe dai piedi di bronzo, dopo averla inseguitaper molti mesi

�. catturò il feroce cinghiale di Erimanto, cheseminava il terrore in tutta la regione

�. uccise gli uccelli della palude di Stinfalo, iquali si cibavano di carne umana

�. pulì le stalle sporchissime del re Augia, deviandoil corso di un fiume

. catturò il toro furioso, sacro a Posidone. portò ad Euristeo le indomabili e ferocissime cavalle del re Diomede,

il quale le nutriva con carne umana�. si fece consegnare da Ippolita, regina delle Amazzoni, la cintura do‐

natale da Marte

19

Unità 1Cos’è il mito?

Eracle

1. rinsavire: recuperare la ra-gione.

2. mozzare: tagliare con uncol po netto e deciso.

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Mito, epica, leggenda

��. giunse ai confini occidentali della terra, che fu‐rono poi chiamati “colon ne d’Ercole�” e cat‐

turò le mucche viola del mostruoso Ge‐rione, un uomo con tre teste, sei braccia

e sei gambe, dopo averlo ucciso acolpi di clava

��. scese negli Inferi, incatenò ilcane Cerbero e lo portò perqualche giorno a Euristeo��. andò a prendere tre pomid’oro nel giardino delle Espe‐ridi e li consegnò ad Era sul‐l’Olimpo.

Alla fine delle sue impreseEracle fu accolto dagli dei nel‐

l’Olimpo, divenne immortale evenne divinizzato.Ma un’altra versione del mito racconta

che l’eroe, terminate le sue straordinarie im‐prese, sposò la principessa Deianira: un giorno,

sulle rive di un fiume il centauro Nesso tentò di ra‐pire la donna, ma Eracle lo uccise con le frecce.

Prima di morire Nesso consigliò a Deia‐nira di raccogliere un po’ del suo sangue

per usarlo come filtro d’amore, nelcaso temesse di perdere l’amore di

Eracle.Qualche tempo dopo ella, preoc‐

cupata che l’eroe potesse innamo‐rarsi della principessa Iole, bagnòcon il sangue di Nesso una tunicada inviare al marito.

Ma quando Eracle la indossò,avvertì un bruciore insopportabile

e vide il suo corpo coprirsi di pia‐ghe: il veleno mortale, contenuto nel

sangue, gli corrodeva le carni e, se ten‐tava di strapparsi di dosso la tunica,

strappava via anche la pelle. Deianira, sa‐puto ciò che era accaduto per il rimorso si uc‐

cise, ed Eracle decise di salire su di un rogo e uc‐cidersi. Ma all’improvviso si sentirono terribili tuoni e

l’eroe scomparve, avvolto in una nube....

Il grande Eracle era stato chiamato a far parte degli dei beati e im‐mortali!

Mito

3. colonne d’Ercole: probabil-mente lo Stretto di Gibilter-ra; rappresentavano per gliantichi il limite del mondonoto. Ercole è il nome latinodi Eracle.

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Unità 1Cos’è il mito?

COMPRENSIONE

1. Perché Eracle dovette servire il re Euristeo? ..................................................................................................................

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2. Cosa fece Eracle con la pelle del leone di Nemea? .................................................................................................

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3. In che modo Eracle uccise l’idra di Lerna? .....................................................................................................................

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4. Come pulì le stalle del re Augia? ..........................................................................................................................................

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5. Che cosa sono le “colonne d’Ercole”? ..............................................................................................................................

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6. Cosa accadde ad Eracle quando indossò la tunica bagnata con il sangue del centauro Nesso?......................................................................................................................................................................................................................

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RIFLESSIONE SULLA LINGUA

1. Che cosa significa l’espressione “compiere le fatiche di Ercole”? ..................................................................

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Mito, epica, leggendaMito

PRODUZIONE

1. Prova a disegnare il mostruoso Gerione.

2. Racconta con parole tue l’inganno di Nesso e la “morte di Eracle”.

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Unità 1Cos’è il mito?

I miti degli deie delle dee

Zeus = GioveZeus era considerato dai Greci il padre degli uomini e degli dei, il dio

supremo� che dominava il cielo e la terra, comandava ai tuoni, scagliava ifulmini e, scuotendo l’egida�, provocava violente tempe‐ste. Egli era il più forte e il più potente degli dei, abitavacon gli altri dei sul monte Olimpo, distribuiva il malee il bene agli uomini e poteva scuotere l’universo conun solo battito delle ciglia.

L’ira di Zeus era terribile ed egli puniva senzapietà coloro che osavano sfidarlo o ingannarlo. Unavolta Prometeo, uno dei Titani alleati di Zeus,prese un grosso bue, lo uccise, lo ridusse in pezzie ne fece due mucchi: i bocconi migliori li avvolsenella pelle e nascose tutte le ossa nel candidograsso. Invitato a scegliere, Zeus scelse il secondoperché più appariscente, ma, accortosi dell’in‐ganno, si adirò e per punire Prometeo, protet‐tore degli uomini, li privò del fuoco. Prometeo,salì sull’Olimpo, rubò alcune scintille nascon‐dendole nella cavità di un giunco e le portò agliuomini.

Ancora più sdegnato, Giove pensò di punire Prometeo: or‐dinò a Vulcano, a Cratos (la Forza) e a Bia (la Violenza) di inca‐tenare Prometeo sul monte Caucaso dove ogni giorno un’aquilagli mangiava il fegato che ogni notte ricresceva. Il sole, il vento,la pioggia sfinivano il prigioniero mentre l’aquila ogni mattinolo torturava con il suo pasto quotidiano. Prometeo trascorsetrent’anni in questo atroce supplizio finchè Ercole uccise l’aquilae spezzò le catene.

Zeus ebbe come moglie Era, ma amò anche altre dee e spesso siinnamorò di bellissime donne mortali; perciò Era era molto gelosae lo sorvegliava e Zeus, per sfuggirle e raggiungere le donne amate,assumeva gli aspetti più diversi. Andò da Leda con l’aspetto di uncigno, da Europa trasformandosi in un bianco vitello, da Danae sottoforma di pioggia d’oro, da Alcmena assumendo le fattezze� del maritoAnfitrione. Da queste donne egli ebbe figli destinati a divenireeroi: da Leda ebbe la bellissima Elena, causa della guerra di Troia

1. supremo: superiore a tutti.2. egida: scudo fatto con la

pelle della capra Amaltea,che aveva allattato Zeus.

3. fattezze: aspetto fisico.

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e Clitemnestra, futura moglie di Agamennone, oltre a due figli maschiCastore e Polluce, da Europa nacque Minosse re di Creta, da Danae Perseoil vincitore di Medusa�, da Alcmena il fortissimo Eracle.

Zeus ebbe come figli da Era Ares, dio della guerra ed Efesto, dio delfuoco, ma anche la dea Demetra gli partorì Persefone, da Maia ebbe Er‐mes, dio dei commerci, da Latona Apollo, dio del Sole, e Artemide, deadella caccia, da Mnemosine le nove Muse, che proteggevano le arti, daTemi Le Parche, che filavano, aggomitolavano e tagliavano il filo della vitadi ciascun uomo.

Zeus era venerato in tutte le città della Grecia, ma soprattutto a Dodona,in Epiro: in questa città un giorno una colomba nera si posò su una querciae, parlando con voce umana, disse che in quel bosco doveva essere costruitoun tempio in onore di Zeus, dove poi il dio avrebbe parlato agli uomini at‐traverso il sussurro delle foglie scosse dal vento. Un altro famoso tempiodedicato a Zeus fu quello della città di Olimpia, in cui c’era una statua cri‐soelefantina� del dio alta tredici metri, scolpita dal celebre scultore Fidia,e collocata su un piedistallo alto quasi quanto la statua.

Sacri a Zeus erano la quercia e l’aquila i suoi simboli erano l’egida, loscettro e il fulmine.

A Roma fu onorato on il nome di Giove e il tempio più famoso a lui de‐dicato si trovava sul Campidoglio e lì era venerato con il titolo di GioveOttimo Massimo insieme alle dee Giunone e Minerva, con cui il dio for‐mava la Triade Capitolina.

Mito, epica, leggendaMito

4. Medusa: era una delleGor goni, aveva serpenti co-me capelli e uno sguardocapace di pietrificare che laguardasse.

5. crisoelefantina: di oro ed’avo rio.

COMPRENSIONE

1. Chi era Zeus? ....................................................................................................................................................................................

2. Quale fu la punizione data da Zeus a Prometeo? .....................................................................................................

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3. Quali aspetti assunse Zeus per sfuggire alla gelosia di Era? .............................................................................

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4. Cosa c’era nel tempio di Olimpia? .....................................................................................................................................

5. Quali erano i simboli di Zeus? ...............................................................................................................................................

6. Come era chiamato Zeus a Roma? .....................................................................................................................................

7. Cos’era la Triade Capitolina? .................................................................................................................................................

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Unità 1Cos’è il mito?

PRODUZIONE

1. Nel mito di Zeus è contenuto un altro mito: raccontalo con parole tue.

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2. Completa gli schemi:

LEDA

ZEUS

PERSEO

ERACLE

EUROPA

Z

E

U

S

MAIA

EFESTO E ARES

APOLLO E ARTEMIDE

MNEMOSINE

TEMI

PERSEFONE

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Mito, epica, leggendaMito

Era = GiunoneEra, moglie di Zeus, era ritenuta la regina del cielo e la più importante

dea dell’Olimpo. Il suo potere era grandissimo e insieme con Afrodite, deadella bellezza, e con Atena, dea della saggezza, era considerata una tra lepiù belle dee dell’Olimpo.

Quando Eris, la dea della discordia, volle vendicarsi di non essere statainvitata alle nozze di Peleo e Teti, lasciò cadere sulla tavola del banchettonuziale una mela d’oro, su cui aveva inciso «alla più bella». Le tre dee li‐tigarono fra loro per la mela, finchè Zeus scelse come arbitro della contesa�

Paride, figlio di Priamo, re di Troia. Era gli promise la saggezza nel gover‐nare, Atena la gloria in ogni battaglia, Afrodite la donna più bella delmondo: Paride scelse Afrodite e la dea per mantenere la promessa detteorigine alla famosa guerra di Troia.

Nessun dio né alcun uomo poteva mancare di rispetto ad Era: Issione,re dei Lapiti, che durante un banchetto aveva osato pensare alla bellezzadi Era, fu condannato da Zeus ad essere legato con dei serpenti ad una

ruota infuocata che girava per aria.Il frutto sacro ad Era era il melo‐

grano, simbolo del matrimonio, dicui la dea era protettrice, e l’ani‐

male a lei sacro era il pavone.A Roma era onoratacon il nome di Giu‐

none, dea protettricedel matrimonio edelle donne.

1. contesa: litigio.

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Unità 1Cos’è il mito?

COMPRENSIONE

1. Cosa accadde a Issione, re dei Lapiti? .............................................................................................................................

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2. Che cosa proteggeva la dea Era? ........................................................................................................................................

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3. Qual era il suo nome a Roma? ..............................................................................................................................................

PRODUZIONE

1. Racconta con parole tue la storia della “mela d’oro”.

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Mito, epica, leggendaMito

Atena = MinervaLa dea Atena era la figlia di Zeus e della dea Meti «l’assennatezza�» e la

sua nascita fu un evento straordinario: infatti Zeus, per timore che i figlinati da Meti potessero togliergli il trono, la ingoiò ma dopo qualche tempo

fu assalito da un fortissimo mal di testa. Chiamò, dun‐que, il dio Efesto e gli ordinò di aprirgli la testa pervedere che cosa ci fosse dentro… c’era una fanciulladagli occhi verde‐azzurri, armata di tutto puntocome un guerriero. Ella, però, non tentò mai di

spodestare� il padre, anzi ne fu la figlia prediletta.Atena, nata con le armi in pugno, era una divinità

bellicosa�, ma non amava la forza bruta�, bensì inse‐gnava a vincere i nemici usando l’intelligenza e

l’ingegno, così come fece con Ulisse, che ellaproteggeva e a cui suggerì stratagemmi�

astuti come quello famoso del cavallo diTroia; inoltre, essendo figlia dell’«assenna‐

tezza», aveva ereditato dalla madrela saggezza e la prudenza, perciòproteggeva la pace, le arti e lescienze.

Ma era anche una dea vendica‐tiva e puniva senza pietà chi osavauguagliarsi a lei: una volta Aracne,una fanciulla espertissima nel tes‐sere, si era vantata di superare in

quest’arte la stessa Atena, che perpunirla della sua superbia la tra‐

sformò in un ragno, costretto a tes‐sere in eterno la sua tela, e Medusa,che aveva paragonato la propria bel‐

lezza a quella della dea, vide i propribellissimi capelli trasformati in un groviglio diserpenti, il corpo ricoprirsi di squame e il suosguardo divenire di ghiaccio, tanto da trasfor‐mare in pietra chiunque la guardasse, perchéAtena così punì il suo orgoglio. E quando Medusafu uccisa dall’eroe Perseo, la dea prese la testa delmostro e la pose in mezzo al suo scudo, non soloper poter pietrificare i suoi nemici e ma anche

per ricordare a tutti quale terribile punizione la deainfliggesse a chi avesse osato sfidarla.

La pianta sacra ad Atena era l’olivo, che lei stessa aveva donato agli uo‐mini: infatti, poiché Zeus aveva promesso la signoria di Atene a chi, tra

1. assennatezza: senno, sag-gezza.

2. spodestare: togliere il pote-re.

3. bellicosa: aggressiva.4. bruta: animalesca ed irra-

gionevole.5. stratagemmi: piani inge-

gnosi.

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lei e il dio Poseidone, avesse fatto il dono più utile alla città, Atena fecenascere la pianta dell’olivo, mentre il dio fece sgorgare una fonte d’acqua.Zeus assegnò ad Atena la protezione sulla città a cui ella stessa aveva do‐nato l’albero utile per il nutrimento e per la luce.

La città di Atene la onorò con un magnifico tempio, il Partenone, incui fu collocata una statua crisoelefantina della dea, alta dodici metri, eun’altra statua in bronzo fu posta sul punto più alto dell’acropoli di Atene:scintillando al sole essa serviva da faro ai marinai, che così sapevano concertezza dove dirigere la propria nave per raggiungere il porto di Atene.

Inoltre ogni anno, in occasione delle Panatenee, le feste in onore delladea, un lungo corteo, detto panatenaico, composto dalle fanciulle più nobilidella città, portava in dono alla dea un magnifico peplo ricamato durantetutto l’anno precedente dalle tessitrici e dalle ricamatrici più abili di Atene.

A Roma Atena fu venerata con il nome di Minerva e proteggeva lescienze, le arti, i lavori femminili, ma anche la libertà delle città.

Unità 1Cos’è il mito?

COMPRENSIONE

1. Come nacque Atena? ...................................................................................................................................................................

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2. Che cosa proteggeva Atena? ..................................................................................................................................................

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3. Come punì Aracne e Medusa? ..............................................................................................................................................

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4. In che modo la città di Atene onorò la dea sua protettrice? ...............................................................................

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5. Qual era il nome con cui Atena era onorata a Roma? ..........................................................................................

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Mito, epica, leggendaMito

RIFLESSIONE SULLA LINGUA

1. Medusa, secondo il mito, era una fanciulla trasformata in mostro. Ma oggi la medusa cos’e? Eperché ha questo nome?

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2. Perché i ragni sono chiamati aracnidi? ............................................................................................................................

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PRODUZIONE

1. Il mito di Atena ne contiene altri tre: raccontali con parole tue e dai un titolo adatto a ciascunodi essi.

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Unità 1Cos’è il mito?

Apollo (Febo)Apollo, detto anche Febo, fratello della dea Artemide e figlio di Zeus e

Latona, ebbe dal padre il dono della profezia�, con cui rivelava agli uominiil futuro, attraverso gli oracoli, cioè responsi divini chevenivano pronunciati da sacerdoti e sacerdotesse dalui scelti. Una delle sacerdotesse più famose era laPizia, la quale nel tempio di Delfi entrava come in“trance�” e rivelava agli uomini la profezia del dio.

Apollo fu costretto a fare per otto anni il guar‐diano del gregge del re Admeto, come punizioneper aver ucciso un mostruoso serpente sacro,Pitone. Al termine della punizione Apollo, perringraziare Admeto che lo aveva trattato conbenevolenza, gli concesse di poter vivere oltreil termine stabilito dalle Parche� purchè qual‐cun altro fosse stato disposto a morire per lui.Giunta l’ora della morte, né il padre né la ma‐dre del giovane re vollero sostituirsi a lui: soloAlcesti la bella e giovane sposa di Admeto sioffrì di morire al posto dell’amato marito, cheavrebbe voluto fermarla, ma non poteva per‐chè non gli era permesso rinunciare al dono diApollo. La Morte aveva già afferrato Alcesti,quando giunse il fortissimo Eracle, che dopouna lotta terribile salvò la giovane sposa e larestituì ad Admeto.

Il dio, identificato anche con il Sole, erarappresentato con arco e frecce per indicarnei raggi luminosi, ma anche con la lira�, che sa‐peva suonare con tale dolcezza da incantaretutti gli dei, mentre guidava il coro delle Museche cantavano: perciò era ritenuto protettoredella musica, del canto e della poesia.

Ma Apollo sapeva anche essere tremenda‐mente vendicativo: quando Niobe, una madre di quattordici figli, si vantòdi essere superiore a Latona, che ne aveva solo due, il dio scese irato dalcielo e con le sue frecce infallibili� uccise i sette figli maschi di Niobe, equando egli vinse il satiro� Marsia, che lo aveva sfidato in una gara di flauto,lo scorticò vivo dalla testa ai piedi.

La pianta a lui sacra era l’alloro, perché in essa era stata trasformataDafne, una ninfa da lui amata, e con una corona d’alloro venivano premiatii vincitori dei giochi olimpici e delle gare di poesia e di teatro.

Apollo, con il medesimo nome, era onorato anche a Roma come diodella musica e della profezia e della luce.

1. profezia: rivelazione.2. trance: stato di parziale in-

coscienza.3. Parche: erano le tre dee

che filavano, aggomitola-vano e tagliavano il filo del-la vita di ogni uomo.

4. lira: antico strumento a cor-de.

5. infallibili: che non sbaglia-no.

6. satiro: divinità dei boschi,con corpo di uomo, mazampe orecchie di capra.

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Mito, epica, leggendaMito

COMPRENSIONE

1. Chi era Apollo e quale dono aveva ricevuto? ..............................................................................................................

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2. Quale dono il dio concesse ad Admeto? ........................................................................................................................

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3. Chi morì al posto di Admeto? .................................................................................................................................................

4. Che cosa proteggeva Apollo? ................................................................................................................................................

5. Come punì Niobe e Marsia? ...................................................................................................................................................

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RIFLESSIONE SULLA LINGUA

1. La lira usata da Apollo era uno strumento musicale. Qual è un altro significato della parola “lira”?

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PRODUZIONE

1. Racconta con parole tue la storia di Alcesti e Admeto.

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Unità 1Cos’è il mito?

1. ninfe: giovani dee, che abi-tavano i boschi, il mare imonti.

2. primizie: primi frutti di sta-gione.

Artemide = DianaArtemide, sorella di Apollo, figlia di Zeus e Latona, era la dea della caccia:

da fanciulla chiese al padre di poter avere il dominio sui monti e sui boschie di non essere mai costretta a sposare né un dio, né un uomo. Zeus le con‐cesse quanto ella chiedeva, le diede un corteo di ninfe� che la seguissero, edella chiese ad Efesto di fabbricarle arco e frecce.

Artemide era una cacciatrice abilissima, le sue frecce non fallivano maied era superba e orgogliosa della sua bravura e della sua bellezza al puntoche trasformò in una costellazione il cacciatore Orione, che aveva osato pa‐ragonarsi a lei nell’arte della caccia, e fece sbranare dai cani, dopo averlotrasformato in cervo, il cacciatore Atteone,che aveva osato spiarla mentre faceva il ba‐gno in un ruscello.

Vendicativa come il fratello Apollo,quando sentì Niobe vantarsi ancora, dopol’uccisione dei sette figli ma‐schi, perché le erano rimastesette figlie femmine, decise dipunirla atrocemente e le uccisele sette figlie: Niobe non sopportòuno strazio così profondo e per il do‐lore diventò di pietra, ma neanche lapietra riuscì a fermare le sue lacrime,che, continuando a scorrere, forma‐rono una sorgente.

Artemide non tollerava assoluta‐mente che gli uomini non le rendes‐sero i dovuti onori e,se ciò accadeva,li puniva senza pietà: quando il reEneo dimenticò di offrirle le primi‐zie� dell’anno ella inviò un enormecinghiale a devastare le terre del re,e quando Atreo dimenticò di sacrifi‐carle il migliore dei suoi agnelli la dea si vendicò sul figlio di quello, Aga‐mennone, capo della spedizione dei Greci contro Troia impedendo che lenavi salpassero e chiedendo che le venisse sacrificata Ifigenia, la figlia diAgamennone stesso.

Però quando la fanciulla fu condotta all’altare per essere sacrificata, Ar‐temide discese dall’Olimpo, sostituì la fanciulla con una cerva e condusseIfigenia in Tauride, dove c’era un tempio a lei dedicato.

Spesso Artemide era identificata con la luna, tra gli animali le era sacroil cervo.

A Roma venne onorata con il nome di Diana, protettrice della caccia edei boschi.

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Mito, epica, leggendaMito

COMPRENSIONE

1. Chi era Artemide? ..........................................................................................................................................................................

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2. In che modo punì Atteone e Niobe? ...................................................................................................................................

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3. Come salvò Ifigenia? ....................................................................................................................................................................

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4. Con quale nome era onorata a Roma? ............................................................................................................................

PRODUZIONE

1. Servendoti anche di quanto hai letto nel brano precedente, racconta con parole tue la storia diNiobe.

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Unità 1Cos’è il mito?

Ares, figlio di Zeus e di Era, erail violento dio della guerra, amavale stragi e partecipava alle batta‐glie degli uomini guidando uncarro tirato da quattro cavalli, chesi chiamavano Ardente, Divam‐pante, Strepito e Orrore, mentrelo seguivano la dea della Discordia, leKeres, dee della morte violenta con ifigli Terrore, Spavento e Tumulto.

Ares ebbe figli bellicosi, crudeli eviolenti come lui: le Amazzoni, donneguerriere esperte nell’arte della guerra,Cicno, un brigante che derubava e de‐capitava i viaggiatori, Diomede, re diTracia, che uccideva gli uomini per nu‐trire i suoi cavalli, Flegiàs, re della Tes‐saglia, che era un uomo sacrilego� e di‐sprezzava gli dei al punto da incendiarei templi.

A Roma Ares venne onorato con ilnome di Marte, dio della guerra, e la suavenerazione era grandissima, perché iRomani lo ritenevano il padre di Romoloe Remo, i famosi gemelli fondatori diRoma.

1. sacrilego: che non rispettale cose sacre.

COMPRENSIONE

1. Chi era Ares ? ...................................................................................................................................................................................

2. Quali furono i suoi figli? ............................................................................................................................................................

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3. Con quale nome venne onorato a Roma? ......................................................................................................................

4. Perché i Romani lo veneravano in maniera particolare? ......................................................................................

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Ares = Marte

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Mito, epica, leggendaMito

PRODUZIONE

1. Forse già conosci la storia di Romolo e Remo. Raccontala…

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Roma, Tempio di Marte Ultore al Foro di Augusto.

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Unità 1Cos’è il mito?

Afrodite, la dea della bellezza e dell’amore, nacque dalleonde del mare Egeo e fu trasportata da una conchiglia sull’isoladi Cipro. Amò Ares ed ebbe da lui un figlio Eros, un fanciulloalato e bellissimo, armato di arco e frecce con cui colpiva uo‐mini e dei, facendoli innamorare perdutamente.

Ma Afrodite amò anche uomini mortali: si innamoròdi Anchise e da questo amore nacque Enea, l’eroe troianoche, dopo la distruzione della sua città, sarebbe giuntoin Italia e avrebbe dato origine alla stirpe che doveva fon‐dare Roma.

Quando si innamorò del bellissimo cacciatoreAdone, Ares si ingelosì e durante una battuta di cacciaaizzò� contro il giovane un cinghiale inferocito, che lo uccise.Afrodite, piangendo, corse da Adone e si graffiò i piedi conle spine di un cespuglio: le bianche roselline, bagnate dal san‐gue della dea, diventarono rosse e dalla terra, bagnata dallelacrime divine, spuntarono anemoni dai colori vivaci.

A Roma Afrodite fu identificata con la deaVenere, protettrice dell’amore e dellabellezza, ma era anche consi‐derata la dea della prima‐vera e le erano sacri i giar‐dini e gli orti.

COMPRENSIONE

1. Chi era Afrodite e come nacque? ........................................................................................................................................

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2. Chi furono i suoi figli? ..................................................................................................................................................................

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3. Con quale nome era onorata a Roma? ............................................................................................................................

1. aizzò: incitò all’inseguimento.

Afrodite = Venere

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Mito, epica, leggendaMito

RIFLESSIONE SULLA LINGUA

1. Che cosa vuol dire l’espressione “essere un Adone”? ............................................................................................

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PRODUZIONE

1. Racconta con parole tue la storia di Adone.

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Botticelli, La nascita di Venere.

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Unità 1Cos’è il mito?

Persefone e DemetraPersefone era la bellissima figlia di Demetra, la dea protettrice del la‐

voro dei campi e della maturazione delle messi.. Un giorno la deasentì dall’Olimpo le grida di aiuto della figlia: volò sulla terra ecercò Persefone per nove giorni e nove notti, ma senza tro‐varla… Cos’era successo?

Ade, il dio degli Inferi, innamoratosi della fanciulla, l’avevarapita: mentre ella passeggiava su di un prato, la terra si eraaperta e dalla voragine era apparso un carro d’oro, tiratoda cavalli nerissimi. Ade, seduto sul carro, aveva af‐ferrato la fanciulla e l’aveva portata con sé nel re‐gno dei morti. Nessuno aveva assistito al rapi‐mento: solo il Sole aveva visto l’accaduto e lo rac‐contò a Demetra, che sconvolta dal dolore si ritirònel suo tempio di Eleusi, senza più preoccuparsi diproteggere l’agricoltura.

Così i semi marcirono, il grano non spuntò, laterra non diede frutti e uomini e animali soffrivanola fame tanto che tutti gli dei andarono da Demetraper supplicarla di tornare ad aver cura delle coltiva‐zioni, ma lei rispose: “Non farò germogliare i semi, seprima non avrò rivisto la mia Persefone.”

Zeus ordinò ad Ade di rimandare la fanciulla dalla ma‐dre e il re degli Inferi acconsentì, ma prima fece assag‐giare a Persefone un chicco di melograno�, simbolo delmatrimonio. La fanciulla tornò dalla madre, maquando le raccontò di aver mangiato il chicco, ladea capì che la figlia sarebbe dovuta ritornare negliInferi, dal suo sposo Ade.

Demetra, allora, disse a Zeus che avreb befatto germogliare i semi se Persefone fosse rima‐sta sulla terra con lei nei sei mesi della primaverae dell’estate, mentre l’avreb be lasciata tornare ne‐gli Inferi durante gli altri sei mesi dell’anno.

Così durante l’autunno e l’inverno, quan ‐do Persefone è nel regno dei morti con Adesuo marito, la terra non produce frutti,perché Demetra è triste per la lonta‐nanza della figlia, ma quando in prima‐vera ed estate la terra si copre di fiori,i semi germogliano e le messi� ma‐turano al sole, allora Demetra è fe‐lice, perché la sua amata Persefoneè tornata da lei.

1 melograno: frutto conte-nente chicchi rossi al suo in-terno.

2. messi: insieme di cerealiche crescono in un campo.

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Mito, epica, leggendaMito

COMPRENSIONE

1. Chi era Demetra? ............................................................................................................................................................................

2. Cosa successe a Persefone? .....................................................................................................................................................

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3. Perché la terra non diede più frutti? ...................................................................................................................................

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4. In che modo Ade ingannò Persefone? ..............................................................................................................................

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5. Quale fu la decisione di Zeus? ...............................................................................................................................................

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6. Cosa accade sulla terra, quando Persefone torna da Demetra? .....................................................................

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PRODUZIONE

1. Spiega a quale fenomeno naturale questo mito intendeva dare una spiegazione.

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La dea Afrodite, non potendo sopportare che Psiche, una fanciullamortale fosse ammirata dagli uomini per la sua straordinaria bellezza, or‐dinò al figlio Eros di colpirla con le sue infallibili frecce e di farla innamo‐rare dell’uomo più abominevole� del mondo, ma il dio non riuscì ad ob‐bedire all’ordine della madre, perché, appena vide la bellissima fanciulla,se ne innamorò perdutamente e la portò con sé in un lontano e magnificopalazzo, dove Psiche viveva tutta sola.

Per evitare che Afrodite venisse a sapere della sua disubbidienza, Erosnon rivelò la propria identità e non si faceva mai vedere di giorno: arrivavada Psiche la sera e ripartiva all’alba e leraccomandava di non cercare mai divederlo, altrimenti avrebbe rischiatodi perderlo.

Ma la curiosità della fanciullaera fortissima: chi era il suomisterioso sposo? Perchènon voleva essere vi‐sto? Forse il suoaspetto era mostruosoe orribile? Una nottePsiche accese una lan‐terna, si avvicinò si‐lenziosamente al lettoe illuminò Eros: la suastraordinaria bellezza,l’arco e le frecce aipiedi del letto le rive‐larono subito l’iden‐tità del suo sposo.

Ma una goccia d’oliobollente cadde dalla lu‐cerna sulla spalla del dio, cheper il dolore si svegliò e volòvia, dopo aver rimproverato lafanciulla e averle raccontato del‐l’ordine di Venere che egli non avevaeseguito. Eros ritornò sull’Olimpo enon si presentò più da Psiche, che dispe‐rata lo cercò in tutti gli angoli del mondo,ma senza trovarlo.

Infine si recò da Afrodite stessa e la implorò di perdonarla e di resti‐tuirle Eros, ma la dea, furibonda, le impose un lavoro impossibile: la portòdavanti a un monte di semi di ogni tipo e le ordinò di raggrupparli per

Unità 1Cos’è il mito?

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Una storia d’amore: Eros e Psiche

1. abominevole: orribile, di-sgustoso.

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Mito, epica, leggendaMito

qualità entro il giorno dopo. Una piccola formica vide la disperazione dellafanciulla e corse a chiamare tutte le formiche della terra, le quali lavora‐rono per l’intera notte e, il mattino dopo, quando Afrodite giunse... trovòtutti ben allineati i mucchi dei diversi semi e capì che qualcuno aveva aiu‐tato Psiche.

Allora le impose una nuova prova: le mostrò un gregge di pecore dallalana bianca e dorata e le ordinò di portarle qualche fiocco di lana. Psichesi avviò verso le pecore, ma subito il vento l’avvertì che se avesse cercatodi toccarle, si sarebbero infuriate e l’avrebbero assalita e le consigliò dicercare i fiocchi di lana impigliati sui rami dei cespugli. La fanciulla seguìil consiglio del vento e portò ad Afrodite i fiocchi di lana, ma la dea capìche anche questa volta era stata aiutata e le ordinò una terza prova: dovevaandare su di una alto monte e raccogliere in una fragile ampolla un po’d’acqua di una fonte sacra.

Psiche salì sull’alto monte ma non riusciva ad avvicinarsi alla fonte cheera circondata da molti mostri, quando giunse l’aquila di Zeus, afferrò congli artigli l’ampolla e volò fino alla sorgente per riempirla.

Allora Afrodite impose a Psiche la prova più difficile di tutte: le conse‐gnò un barattolo ben chiuso e le ordinò di scendere nell’Ade e chiedere aPersefone di riempirlo con un magico unguento di bellezza. Ancora unavolta il vento indicò a Psiche il passaggio nel fianco di una montagna checonduceva negli Inferi e le consigliò di mettere due monete in bocca eportare una focaccia in ogni mano, avvisandola di non posarle mai, perchèsarebbero state rubate.

Psiche si mise subito in cammino e con le monete pagò l’orrido barcaio ‐lo Caronte per il passaggio sull’Acheronte, fece mangiare le focacce Cer‐bero, il mostruso cane infernale a tre teste, e consegnò il barattolo a Per‐sefone, che lo riempì con il magico unguento. Sulla strada del ritorno,però, Psiche aprì il barattolo per prendere un po’ della crema di bellezza...ma cadde addormentata in un sonno profondissimo!

Eros, allora, corse da lei e la svegliò, poi si recò da Zeus e gli chiese aiuto.Il padre degli dei convocò tutti gli dei e promise ad Afrodite che il figlioavrebbe avuto una sposa divina: infatti fece bere a Psiche l’ambrosia, cherendeva immortali, e subito dopo ordinò di celebrare le nozze tra il bel‐lissimo Eros e la splendida Psiche.

COMPRENSIONE

1. Che cosa Afrodite comandò ad Eros e perché? .........................................................................................................

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2. Cosa fece invece Eros? ................................................................................................................................................................

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continua ���

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Unità 1Cos’è il mito?

3. In che modo Psiche scoprì l’identità del dio? ................................................................................................................

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4. Quali prove Afrodite impose a Psiche? ............................................................................................................................

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5. Chi aiutò Psiche a superare le prove? ...............................................................................................................................

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6. Cosa accadde a Psiche mentre ritornava dagli Inferi? ...........................................................................................

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RIFLESSIONE SULLA LINGUA

1. L’ambrosia era la bevanda degli dei. E, oggi, quale altro significato ha questa parola? ..............

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PRODUZIONE

1. Stendi il riassunto della storia di Eros e Psiche.

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Mito, epica, leggendaMito

Efesto = VulcanoEfesto, dio del fuoco, era figlio di Zeus e di Era, la quale quando vide quel

suo figlio, appena nato, brutto e deforme, lo gettò dalla cima dell’Olimpo.Il dio cadde in mare, storpiandosi ancora di più, e nono‐

stante venisse raccolto e curato dalle Oceanine, ninfe�

del mare, rimase zoppo ad un piede.Egli abitava dentro l’Etna, e qui aveva la sua

officina di fabbro, dove lavorava i metalli epensava a come punire la propria crudele

madre: fabbricò uno splendido trono d’oroe glielo mandò in dono. Era si sedette su‐bito, ma quando volle alzarsi, si accorsedi non riuscirci e nessuno degli dei potèaiutarla. Allora Zeus fece chiamare Efe‐sto, ma il dio rispose che era troppo im‐pegnato con il suo lavoro, Ares andò aprenderlo con la forza, ma quando arrivò

alla bocca del vulcano fu colpito da unapioggia di tizzoni� ardenti.

Infine andò Dioniso, il dio del vino, e,dopo averlo ubriacato, portò Efesto addor‐

mentato sull’Olimpo: il dio, appena sveglio, li‐berò la madre, fece amicizia con tutti gli dei e co‐

minciò a forgiare� per loro bellissimi oggetti.Infatti fece l’egida e lo scettro per Zeus, il tridente� per Posei‐

done, re del mare, il carro del Sole per Apollo. Ma spesso lavorò anche peri semidei o per gli uomini: costruì le armi di Achille, fabbricò cani d’oro ed’argento per Alcinoo, re dei Feaci, e tori di bronzo che soffiavano fiammeper Eeta, il re di Colchide. Inoltre insegnò agli uomini a lavorare i metallie a costruire le case ed era venerato in tutta la Grecia come dio del fuoco,mentre a Roma era onorato con il nome di Vulcano, protettore del fuoco.

COMPRENSIONE

1. Chi era Efesto? ..................................................................................................................................................................................

......................................................................................................................................................................................................................

2. Cosa gli successe quando nacque? .....................................................................................................................................

......................................................................................................................................................................................................................

......................................................................................................................................................................................................................

continua ���

1. ninfe: giovani dee che abi-tavano nei boschi, nel mareo sui monti.

2. tizzoni: pezzi di carboni in-fuocati.

3. forgiare: modellare, fabbri-care.

4 tridente: forcone a tre pun-te.

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Unità 1Cos’è il mito?

RIFLESSIONE SULLA LINGUA

1. Che cosa significa oggi la parola vulcano? ..................................................................................................................

......................................................................................................................................................................................................................

......................................................................................................................................................................................................................

......................................................................................................................................................................................................................

PRODUZIONE

1. Spiega a quale fenomeno intendeva dare spiegazione il fatto che Efesto lavorasse nell’Etna.

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3. In che modo Efesto si vendicò di Era? ...............................................................................................................................

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......................................................................................................................................................................................................................

4. Con quale nome era onorato a Roma? ............................................................................................................................

Atene, Tempio di Efesto.

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Mito, epica, leggendaMito

COMPRENSIONE

1. Chi era Estia? ....................................................................................................................................................................................

2. Come era chiamata a Roma e cosa proteggeva? .....................................................................................................

......................................................................................................................................................................................................................

3. Chi erano le Vestali? .....................................................................................................................................................................

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RIFLESSIONE SULLA LINGUA

1. Il focolare era un piano di pietre o mattoni dove si accendeva il fuoco. Ma l’espressione “foco-lare domestico” ha un altro significato. Sai dire quale?

......................................................................................................................................................................................................................

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Es�a = VestaEstia, figlia di Crono e di Rea, era la protet‐trice del focolare domestico e della famiglia.

Era venerata in templi dalla forma circo‐lare, in cui i fuochi ardevano in conti‐nuazione. I Romani le identificaronocon la loro dea Vesta, nel cui tempio,a Roma, ardeva un fuoco perenne�,che doveva essere sorvegliato e ali‐mentato dalle sacerdotesse Vestali.

Esse erano sei ed erano scelte dalPontefice Massimo, un importantis‐

simo magistrato romano, tra le fan‐ciulle più belle e più nobili della città,

non potevano sposarsi se non dopo trentaanni, quando terminavano il loro ufficio di

sacerdotesse. Se avessero disobbedito a questa re‐gola, sarebbero state sepolte vive.

Le Vestali erano sacerdotesse di grandissima importanza: quando usci‐vano in pubblico erano precedute da un littore�, se per la strada incontra‐vano un condannato a morte, egli veniva graziato e la Vestale più anzianaaveva addirittura la stessa importanza del Pontefice massimo.

1. perenne: continuo, eterno.2. littore: colui che accompa-

gnava in pubblico magi-strati e sacerdoti, portandoun fascio di verghe legateinsieme a una scure, chia-mato fascio littorio, simbolodel potere

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Unità 1Cos’è il mito?

Ermes = MercurioIl più vivace, il più allegro e il più birichino degli dei fu Ermes, il mes‐

saggero degli dei, figlio di Zeus e di Maia. Appena nato catturò una tarta‐ruga e con il suo guscio, a cui aggiunse sette corde, costruì uno strumentomai visto prima, la lira.

Subito dopo rubò cinquanta buoi, che appartenevano ad Apollo, e fa‐cendoli camminare all’indietro, per confonderne le orme, li nascose inuna caverna, poi tornò nella sua culla a dormire come ogni bravo bambino.

Apollo, scoperto chi era l’autore del furto, lo costrinse a restituirgli ibuoi, ed Ermes, per farsi perdonare la marachella, gli regalò la sua lira, ri‐cevendo in cambio, come segno della pace fatta, una bacchetta d’oro, ilcadùceo�, che Ermes avrebbe portato sempre con sè.

Oltre ad essere il messaggero degli dei, egli di notte portava i sogni agliuomini e accompagnava i morti nel regno degli Inferi.

Una volta, però condusse nel regno dei morti Orfeo, il dolcissimo mu‐sico�, che voleva riportare sulla terra la sua amata moglie Euridice, mortaa causa del morso di un serpente. Gli dei degli Inferi, commossi dalla mu‐sica struggente� di Orfeo, gli diedero il permesso, ma a patto che egli nonsi voltasse a guardare la moglie prima di essere uscito dagliInferi.

Orfeo, però, dimenticò l’avvertimento, si voltò a guardareEuridice qualche attimo prima che ella fosseuscita dalla porta degli Inferi... e la gio‐vane fu nuovamente inghiottita dalbuio del regno dei morti.

Ermes proteggeva anche i viaggia‐tori e i commercianti e per essere piùveloce negli spostamenti portava ai piedidei calzari alati; ma a causa del furtodei buoi commesso da bam‐bino era considerato anche…il dio dei ladri e dei bugiardi!

Anche i Romani lo onoravanocome protettore del commercio, deiguadagni e dei viaggi, chiamandolocon il nome diMercurio.

1. cadùceo: bastone alato condue serpenti attorcigliati.

2. musico: musicista.3. struggente: appassionato.

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Mito, epica, leggendaMito

COMPRENSIONE

1. Quali marachelle combinò Ermes, appena nato? .....................................................................................................

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2. Chi erano i protetti di Ermes? .................................................................................................................................................

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3. Quale incarico Ermes svolgeva per conto degli dei? ..............................................................................................

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4. Con quale nome era onorato a Roma? ............................................................................................................................

RIFLESSIONE SULLA LINGUA

1. Oggi il cadùceo è il simbolo di un ordine professionale. Quale? Sai dire il perché? .......................

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PRODUZIONE

1. Racconta con parole tu la storia di Orfeo.

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Unità 1Cos’è il mito?

Dioniso = BaccoDioniso, dio del vino e dell’ebbrezza�, era figlio di Zeus e di Semele: la

sua nascita fu strana e particolare. Infatti Era, gelosa di Semele, che erauna donna mortale di cui il dio si era innamorato, le consigliò di chiederea Zeus di poterlo ammirare nel suo aspetto più solenne. Il dio l’accontentòma la donna venne incenerita dal fulmine fiammeggianteche egli portava nella mano.

Semele era incinta e Zeus salvò il piccolo fa‐cendoselo cucire dentro la propria gamba,dalla quale lo tolse quando fu in grado di po‐ter vivere da solo e dopo avergli dato l’im‐mortalità. Dioniso venne allevato dalleNinfe�, dalle Muse�, dalle Menadi� e daiSatiri, mezzi uomini e mezzi capri, masoprattutto fu educato dal vecchio sa‐tiro Sileno, che non lo abbandonòmai.

Quando diventò adulto Dionisoscopri la vite e fece assaggiare il dolcevino a tutti i suoi amici, che si ubriaca‐rono e cantando e ballando comincia‐rono ad accompagnare il dio in un allegroviaggio attraverso tutte le terre.

Durante questi viaggi Dioniso visse molteavventure: venne catturato dai pirati e li tra‐sformò in delfini, trovò a Nasso Arianna, abbando‐nata da Teseo, e la sposò, incontrò in Lidia il re Mida, chegli chiese di poter trasformare in oro tutto ciò che toccava e lo accontentò.

Mida non credeva ai propri occhi: toccava un ramo e questo diventavad’oro, raccoglieva un sasso e si trasformava in un pezzo d’oro, immergevale mani nell’acqua ed ecco un fiume d’oro... ma quando si sedette a tavolanon potè mangiare perchè i cibi e le bevande sotto il tocco delle sue manidiventavano oro puro.

Allora il re capì che sarebbe stato condannato a morire di fame e di setee invocò il perdono del dio, chiedendogli di riprendersi il dono del toccomagico. Dioniso lo perdonò e gli ordinò di andare a bagnarsi nel fiumePattòlo, e così Mida perse il suo dono, ma il fiume da quel giorno divennegiallognolo e sul suo fondo si poteva trovare polvere d’oro.

A volte però Dioniso si comportava in maniera crudele, per punire chinon aveva rispettato lui o il suo corteo: fece impazzire il re Licurgo, cheaveva imprigionato le Baccanti, e nella sua pazzia il re uccise il proprio fi‐glio, ma poi lo fece rinsavire�, perchè provasse orrore per il delitto com‐messo; trasformò tre fanciulle della Beozia, che non avevano partecipatoalle feste in suo onore, in topo, civetta e gufo.

1. ebbrezza: ubriachezza.2. ninfe: giovani dee che abi-

tavano nei boschi, nel mareo sui monti.

3. Muse: erano le nove deeche proteggevano le arti ele scienze.

4. Menadi: chiamate ancheBaccanti, erano donne fe-deli al culto di Dioniso.

5. rinsavire: recuperare la ra-gione.

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Mito, epica, leggendaMito

In Grecia le rappresentazioni teatrali delle tragedie e delle commedieerano dedicate a Dioniso e le feste in onore del dio erano sempre caratte‐rizzate dall’allegria e, spesso, dall’ubriachezza.

A Roma Dioniso fu onorato con il nome di Bacco, ma anche di Libero,protettore della vendemmia del vino e gli fu consacrato il mese di ottobre:le feste in suo onore, dette Baccanalia, diventarono, però, tanto sfrenateche vennero proibite per legge.

COMPRENSIONE

1. Chi era Dioniso e come avvenne la sua nascita? .......................................................................................................

......................................................................................................................................................................................................................

2. Quali divinità lo allevarono? ...................................................................................................................................................

3. In che modo punì Licurgo e le tre fanciulle ? .................................................................................................................

......................................................................................................................................................................................................................

4. Come era chiamato dai Romani e in che modo lo festeggiavano a Roma? ............................................

......................................................................................................................................................................................................................

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RIFLESSIONE SULLA LINGUA

1. Che cosa vuol dire l’espressione “avere il tocco di Mida”? ......................................................................................

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.............................................................................................................................................................................................................................

PRODUZIONE

1. Racconta con parole tue la storia del re Mida.

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Unità 1Cos’è il mito?

Posidone = Ne�unoPosidone (o Poseidone), figlio di Crono e Rea, fratello di Zeus, era il re

del mare ed era rappresentato avvolto in un largo mantello, con i capellifolti e scuri e gli occhi verdi. Viveva in un magnifico palazzo sul fondo delmare e guidava un carro d’oro, tirato da cavalli dagli zoccoli di bronzo edalla criniera d’oro. Poteva agitare o calmare le onde del mare toccandolecon il tridente�, simbolo del suo potere. Il dio aveva in moglie Anfitrite,una delle tremila figlie di Oceano, il grande fiume circolare che circondavala terra, ed essi avevano come figli i Tritoni, per metà pesci e per metà uo‐mini, i quali soffiavano nelle conchiglie, provocando il sussurrìo del mare.

Ma Posidone ebbeanche altri figli, comePegaso, il cavalloalato, Polifemo,il ciclope acce‐cato da Ulisse, e ilgigante Anteo. Unavolta il dio si inna‐morò di una fanciullabellissima, Scilla, maAnfitrite, gelosa, la tra‐sformò in un mostro orrendocon sei colli, sei orribili teste esei bocche, ciascuna con tre filedi denti e la rinchiuse in una ca‐verna vicino allo stretto di Sicilia.Quando le navi passavano in quelbraccio di mare, il mostro afferravagli infelici naviganti e li mangiava,senza lasciare loro possibilità di sal‐vezza.

Di fronte alla caverna di Scilla c’eraun altro mostro, Cariddi, figlia di Posi‐done e Gea, punita da Zeus per avermangiato dei buoi sacri: essa trevolte al giorno inghiottiva l’ac‐qua del mare, divorando cosìnavi e marinai di passaggio, eper tre volte la risputava.

A Posidone erano sacri il ca‐vallo e il toro e anche a Roma eraconsiderato il signore del mare con ilnome di Nettuno.

1. tridente: forcone a tre pun-te.

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Mito, epica, leggendaMito

COMPRENSIONE

1. Chi era Posidone? ..........................................................................................................................................................................

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2. Quale potere aveva? ....................................................................................................................................................................

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3. Chi erano i Tritoni? ........................................................................................................................................................................

4. In che modo Anfitrite si vendicò di Scilla? ......................................................................................................................

......................................................................................................................................................................................................................

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5. In che modo Zeus punì Cariddi? ...........................................................................................................................................

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PRODUZIONE

1. A quale fenomeno volevano dare spiegazione, secondo te, i miti di Scilla e Cariddi?

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Fontana del dio Nettunoa Nettuno.

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Unità 1Cos’è il mito?

Ade = PlutoneAde, figlio di Crono e Rea, era anch’egli fratello di Zeus ed era il re degli

Inferi, il regno dei morti, dove scorrevano quattro grandi fiumi: il Cocito,il fiume del pianto, il Flegetonte, il fiume del fuoco, lo Stige, il fiume del‐l’odio, l’Acheronte, il fiume del dolore

Sulle rive di quest’ultimo i morti offrivano a Caronte, il barcaiolo in‐fernale, la moneta che i parenti avevano messo nella loro bocca prima deifunerali, e così venivano trasportati sull’altra riva; chi non aveva la monetaera condannato a vagare per cento anni sulle rive dell’Acheronte.

Giunti sull’altra sponda del fiume, imorti si incamminavano verso la portadegli Inferi, a guardia della quale c’eraCerbero, un cane a tre teste. Una voltaentrate le anime venivano esaminate datre giudici infernali, Eaco, Minosse eRadamante: se erano riconosciutemalvagie, erano sprofondate nelTartaro�, dove venivano persegui‐tate da mostri infernali, se, invece,erano giudicate buone, venivanoinviate ai Campi Elisi, dove iltempo scorreva senza dolori, maanche senza gioia. Perciò le animeerano sempre malinconiche e rim‐piangevano la vita terrena e ladolce luce del sole: anche il forte evaloroso Achille confessò ad Ulisse,sceso negli Inferi per volontà degli dei,che, piuttosto che essere il primo deglieroi nel regno dei morti, avrebbe preferitoessere l’ultimo dei bifolchi� sulla terra per potergodere della “dolce luce”. Nel Tartaro erano punitianche coloro che avevano offeso gli dei come Sìsifo (cfr.pag. ��) e Tantalo (cfr. pag. ��)

Ma negli Inferi vivevano anche altre divinità spaventose: le Erinni, furieche punivano delitti familiari, nate dal sangue di Urano ferito (cfr. pag. �),Aletto, Megera e Tisifone, e che avevano serpenti per capelli e indossavanotuniche nere macchiate di sangue; Thanatos, il dio della morte, Hypnos,il dio del sonno e i Sogni, che abitavano in una grande casa con due porte,una di corno da cui uscivano i sogni ingannevoli, l’altra di avorio, da cuiuscivano i sogni veritieri.

Presso i Romani il regno dei morti si chiamò Orco, e ne era re Plutoneinsieme alla sua sposa Proserpina, la Persefone greca (cfr. pag. ��), e anchea Roma erano temute le Erinni, chiamate Furie.

1. Tartaro: era il luogo piùbuio e profondo degli Infe-ri.

2. bifolco: contadino.

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Mito, epica, leggendaMito

COMPRENSIONE1. Chi era Ade? .....................................................................................................................................................................................

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2. Cosa faceva Caronte? ..................................................................................................................................................................

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3. Cosa succedeva alle anime, quando arrivavano negli Inferi? ...........................................................................

......................................................................................................................................................................................................................

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4. Quali altre divinità abitavano negli Inferi? ....................................................................................................................

......................................................................................................................................................................................................................

5. Qual era il nome di Ade a Roma? ......................................................................................................................................

RIFLESSIONE SULLA LINGUA

1. Che cosa significa, oggi, la parola “megera”? ...........................................................................................................

......................................................................................................................................................................................................................

2. Che cosa significa oggi la parola “orco”? .....................................................................................................................

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Luca Giordano, La barcadi Caronte.

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Unità 1Cos’è il mito?

Tempio di Apollo a Paestum. Tempio di Era a Selinunte.

Rovine del tempio di Zeus ad Atene. Il tempio di Efesto ad Atene.

L’Eretteo ad Atene. Il tempio di Apollo a Siracusa.

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Zeus

Helios

Ganimede, coppiere degli dèi

Atena

Ermes

Posidone, con tridente

Efesto, con il martello in mano

Arianna

Dioniso

Gea

Demetra, con spighe sul capo

Pan, presso al suo flauto e a un tamburello con sonagli

Sileno

Eros

Afrodite

Le tre Cariti (Grazie):Aglaia, Eufrosine, Talia

Ares, appoggiato al suo scudo

Il mondo degli dèi

Il concilio degli dei, L. Sabatelli (1772-1850). Firenze, Palazzo Pitti.

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Crono

Ade, che ha Cerbero ai suoi piedi

Eos, lʼaurora, che sparge rose

Hera

Iride, con le ali dʼoro

Persefone

Apollo

Asclepio, con un serpente

Artemide

Le tre Moire (Parche), che fabbricanoe tagliano il filo della vita dʼognuno: Cloto, con la conocchia; Lachesi,

con il fuso; Atropo, con le forbici

Oceano

Teti

Eracle

Ebe

Estia, con la fiammadel focolare sul capo

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Mito, epica, leggendaMito

Uno sguardo sui mitidegli altri popoli

1. informe: senza forma, in-definita.

2. abisso: profondità.3. aleggiava: volava.

In principio…La creazione nella BibbiaBibbia è una parola di origine greca e significa “libri”. È costituita da settantaduelibri, divisi tra Vecchio Testamento, che narra la storia del popolo ebraico e lasua alleanza con Dio, e Nuovo Testamento, che racconta la vita e gli insegna‐menti di Gesù.Tutti i settantadue libri della Bibbia sono i testi sacri della religione cristiana, men‐tre il solo Vecchio Testamento è il testo fondamentale della religione ebraica.Il libro della Genesi, termine che in greco vuole dire “origine”, è il primo del Vec‐chio Testamento e narra la creazione del mondo operata da Dio.Dalla Genesi è tratto il brano che leggerai…

In principio Dio creò il cielo e la terra. Ora la terra era informe� e de‐serta e le tenebre ricoprivano l’abisso� e lo spirito di Dio aleggiava� sulleacque.

Dio disse: «Sia la luce!». Ela luce fu. Dio vide che la luceera cosa buona e separò laluce dalle tenebre e chiamò laluce giorno e le tenebre notte.E fu sera e fu mattina: primogior no.

Dio disse: «Sia il firma‐mento in mezzo alle acque perseparare le acque dalle acque».Dio fece il firmamento e se‐parò le acque, che sono sotto ilfirmamento, dalle acque, cheson sopra il firmamento. E cosìavvenne. Dio chiamò il firma‐mento cielo. E fu sera e fu mat‐tina: secondo giorno.

Dio disse: «Le acque chesono sotto il cielo, si raccol‐gano in un solo luogo e appaial’asciutto». E così avvenne. Diochiamò l’asciutto terra e lamassa delle acque mare. E Dio

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vide che era cosa buona. E Dio disse: «La terra produca germogli, erbe cheproducono seme e alberi da frutto, che facciano sulla terra frutto con ilseme, ciascuno secondo la sua specie». E così avvenne: la terra produssegermogli, erbe che producono seme, ciascuna secondo la propria specie ealberi che fanno ciascuno frutto con il seme, secondo la propria specie.Dio vide che era cosa buona. E fu sera e fu mattina: terzo giorno.

Dio disse: «Ci siano luci nel firmamento del cielo, per distinguere ilgiorno dalla notte; servano da segni per le stagioni, per i giorni e per glianni e servano da luci nel firmamento del cielo per illuminare la terra». Ecosì avvenne: Dio fece le due luci grandi, la luce maggiore per regolare ilgiorno e la luce minore per regolare la notte, e le stelle. Dio le pose nelfirmamento del cielo per illuminare la terra e per regolare giorno e nottee per separare la luce dalle tenebre. E Dio vide che era cosa buona. E fusera e fu mattina: quarto giorno.

Dio disse: «Le acque brulichino� di esseri viventi e uccelli volino soprala terra, davanti al firmamento del cielo». Dio creò i grandi mostri marinie tutti gli esseri viventi che guizzano e brulicano nelle acque, secondo laloro specie, e tutti gli uccelli alati secondo la loro specie. E Dio vide cheera cosa buona. Dio li benedisse: «Siate fecondi� e moltiplicatevi e riem‐pite le acque dei mari; gli uccelli si moltiplichino sulla terra». E fu sera efu mattina: quin to giorno.

Dio disse: «La terra produca esseri viventi secondo la loro specie: be‐stiame, rettili e bestie selvatiche secondo la loro specie». E così avvenne:

Unità 1Cos’è il mito?

4. brulichino: siano piene.5. fecondi: fertili.

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Dio fece le bestie selvatiche secondo la loro specie e il bestiame secondola propria specie e tutti i rettili del suolo secondo la loro specie. E Dio videche era cosa buona. E Dio disse: «Facciamo l’uomo a nostra immagine, anostra somiglianza, e domini sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo,sul bestiame, su tutte le bestie selvatiche e su tutti i rettili che striscianosulla terra».

Dio creò l’uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò; maschio e femmina li creò.

Dio li benedisse e disse loro:

«Siate fecondi e moltiplicatevi, riempite la terra; soggiogatela� e dominate sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo e su ogni essere vivente, che striscia sulla terra».

Poi Dio disse: «Ecco, io vi do ogni erba che produce seme e che è su tuttala terra e ogni albero in cui è il frutto, che produce seme: saranno il vostrocibo. A tutte le bestie selvatiche, a tutti gli uccelli del cielo e a tutti gli es‐seri che strisciano sulla terra e nei quali è alito di vita, io do in cibo ognierba verde». E così avvenne. Dio vide quanto aveva fatto, ed ecco, eracosa molto buona. E fu sera e fu mattina: sesto giorno.

Così furono portati a compimento il cielo e la terra e tutte le loroschiere. Allora Dio nel settimo giorno portò a termine il lavoro che avevafatto e cessò nel settimo giorno da ogni suo lavoro. Dio benedisse il set‐timo giorno e lo consacrò, perché in esso aveva cessato da ogni lavoro cheegli creando aveva fatto. Queste le origini del cielo e della terra, quandovennero creati.

(da La Bibbia di Gerusalemme, © per il testo sacro Conferenza Episcopale Italiana, ���)

Mito, epica, leggendaMito

6. soggiogatela: dominatela.7. schiere: tutti gli elementi.

Michelangelo, Lacreazione di Adamo(particolare, CappellaSistina).

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Unità 1Cos’è il mito?

COMPRENSIONE

1. Che cosa viene creato da Dio dal primo al quinto giorno? ................................................................................

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2. Che cosa dice Dio agli animali creati? .............................................................................................................................

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3. Che cosa crea Dio il sesto giorno? E cosa gli dice? .................................................................................................

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4. Che cosa fa Dio nel settimo giorno? ...................................................................................................................................

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RIFLESSIONE SULLA LINGUA

1. Nel brano sono usate spesso delle formule fisse («Dio disse»…. «vide che era cosa buona»…«e fu sera e fu mattina…».) Prova a spiegare il perché del loro uso.

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Mito, epica, leggendaMito

PRODUZIONE

1. Disegna nelle vignette le fasi della creazione.

continua ���

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Unità 1Cos’è il mito?

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Mito, epica, leggendaMito

Il Sole aveva regalato a sua moglie, la Luna, una veste magnifica. L’avevafatta lui stesso, battendola a lungo sul legno e per farla aveva preso dei

pezzi di stella di tutte le stelle vicine e il filo aveva tratto� dalproprio vestito. Era un manto meraviglioso: c’erano

dei pezzi di tutti i colori; c’era dell’azzurro, delrosso, del verde, soprattutto del rosso. Come

l’ebbe finita, vi aggiunse un bordo di rossoscuro; poi chiamò sua moglie e le disse:

«Eccoti un dono». La Luna fu tuttacontenta, guardò il mantello pienadi gioia e se l’avvolse intorno allapersona.

Ma di lì a qualche giorno il Soleguardò il mantello di sua moglie e lo vide imbrattato� di fango nel fondo.Non disse nulla. L’indomani guardò di nuovo e vide che il mantello era

tutto sporco. Non disse nulla. Il giorno dopo guardò di nuovo e ilmantello della Luna aveva dei bu‐chi pei quali si vedevano le stelle.Furibondo e pallido d’ira, disse:

«Dove sei stata questa notte?». «Innessun posto, ho dormito.» «E com’èche hai del fango sul mantello?»«Non so, me lo sarò tirato dietro perterra.» «E come va che è tutto sudi‐cio?» «L’ho poggiato sopra l’essica‐

toio� del pesce.» «E perché è tuttostracciato?» «L’ho tirato troppo forte

nel levarlo. Oh! Madre mia! Tu mi tor‐menti! Tu non mi ami più!» E, messasi a

piangere, soggiunse: «Me ne andrò al mio vil‐laggio!» «Vattene dunque, e non tornare mai più.»

La luna si recò al villaggio di sua madre e da al‐lora il Sole non volle più vederla. Ma vi accadrà di ve‐

dere il Sole la notte. La Luna, sì, vorrebbe riavere il suo posto. Perciò av‐viene che spesso, la sera, quando il Sole non è ancora tramontato e al mat‐tino quando si è già alzato da un pezzo, si vede la Luna che gli corre dietronel cielo; ma il Sole non vuole più vederla.

(da R. Pettazzoni, Miti e leggende, Utet, Torino, rid.)

1. l’aveva tratto: l’aveva pre-so.

2. imbrattato: insozzato.3. sudicio: sporco.4. essiccatoio: era un asse di

legno, sulla quale si mette-vano a seccare i pesci.

I fenomeni naturali

Il sole e la lunaQuesto è un mito africano che spiega come mai nel cielo si alternino il sole ela luna.

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Unità 1Cos’è il mito?

COMPRENSIONE

1. Che regalo fece il Sole alla Luna? ........................................................................................................................................

2. Perché il Sole si infuria con la Luna? ..................................................................................................................................

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3. Come si conclude il litigio tra il Sole e la Luna? .........................................................................................................

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4. Da allora cosa succede a volte nel cielo? .......................................................................................................................

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RIFLESSIONE SULLA LINGUA

1. Che cosa vuol dire l’espressione “pallido d’ira”? ......................................................................................................

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PRODUZIONE

1. Spiega a quale fenomeno vuole dare una spiegazione questo mito.

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Mito, epica, leggendaMito

Il Re Gilgamesh� era amante delle avventure, e mai si ritirava di frontead un pericolo.

Un giorno propose a Enkidu� di recarsi insieme sulle montagne, e,come atto di coraggio, di abbattere uno dei cedri� della sacra foresta deglidèi.

«Questa impresa non è facile», rispose l’amico, «perché la foresta è di‐fesa da un mostro potente e terribile che risponde al nome di Humbaba.La sua voce è simile a un turbine di vento, e il suo alito è pestilenza�».

«Vergogna!», replicò Gilgamesh, «un guerriero del tuo coraggioavrebbe forse timore della battaglia? Solo gli dèi possono sfuggire allamorte; e come potrai tu guardare in viso i tuoi figli, quando ti chiederannoche cosa facesti il giorno in cui cadde� Gilgamesh?»

Allora Enkidu si lasciò convincere; dopo aver approntato� le armi e leasce necessarie, Gilgamesh si recò dagli anziani della città per informarlidel suo piano. Essi lo misero in guardia contro i pericoli dell’impresa, maGilgamesh non volle ascoltarli, e subito si rivolse al dio del Sole per im‐plorare l’aiuto. Tuttavia, il dio del Sole si mostrò riluttante ad assisterlonell’impresa. Allora, Gilgamesh si rivolse a sua madre, la divina reginaNinsun, e la pregò di intervenire in suo favore. Ma anch’essa, quando ap‐prese il progetto del figlio, fu presa dallo spavento.

Indossò la veste più preziosa, si mise in capo la corona e si recò sul tettodel tempio, da dove si rivolse al dio del Sole.

«Dio del Sole», essa disse, «tu sei il dio della giustizia. Perché allora,mi hai promesso di partorire un figlio così ardimentoso e fiero? Oh, carodio del Sole, egli si è ora fitto in capo� di viaggiare per giorni e giorni e dibattere�� strade lunghe e perigliose��, al solo scopo di sfidare a battaglia ilmostro Humbaba. Ti prego, sorveglialo giorno e notte e restituiscimelosano e salvo!»

Quando il dio del Sole vide le lacrime di Ninsun, la compassione inte‐nerì il suo cuore, ed egli promise di aiutare gli eroi.

Ansiosi ed entusiasti, i due valorosi si misero dunque in viaggio, co‐prendo in soli tre giorni una distanza che avrebbe richiesto una marcia disei settimane. Alla fine giunsero a una folta foresta, al margine della qualera una immensa porta. Enkidu la schiuse�� e, dallo spiraglio, guardò al‐l’interno.

1. Gilgamesh: è l’eroe babi-lonese protagonista dellavicenda.

2. Enkidu: amico di Gilga-mesh, anch’egli valorosoguerriero.

3. cedro: è una pianta similea quella dei limoni.

4. è pestilenza: ha un odorenauseabondo.

5. cadde: morì.6. approntato: preparato.7. riluttante: poco disposto.8. ardimentoso: audace, co-

raggioso.9. si è fitto in capo: ha deci-

so.10. battere: percorrere.11. perigliose: pericolose.12. schiuse: aprì uno spira-

glio.

Il mito di un eroe

Gilgamesh contro il mostro HumbabaUn antichissimo poema epico di età sumerica, risalente al 2500 a.C., narra le im‐prese di Gilgamesh, il re della città di Uruk. Egli, poiché opprimeva il suo popolo,era stato punito dagli dei, che avevano mandato contro di lui il fortissimo Enkidu,il quale aveva sconfitto Gilgamesh.I due, però, erano diventati amici e insieme avevano compiuto grandi imprese.Questa che leggerai ne è un esempio…

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Unità 1

«Suvvia, affrettiamoci», sussurrò, facendocenno a compagno, «possiamo coglierlo disorpresa prima che esca.»

Ma, mentre Enkidu stava ancora parlando,la grande porta girò sui cardini�� e si richiuse dicolpo schiacciandogli la mano.

Per dodici giorni, Enkidu giacque gemendodal dolore e implorando il suo compagno di re‐cedere�� dalla folle impresa. Ma Gilgamesh rifiutòdi prestare ascolto alle sue parole.

«Siamo forse così deboli e imbelli��», egli gridò«da arrenderci alle prime avversità? Abbiamofatto un lungo viaggio. Dobbiamo tornarcene in‐dietro sconfitti? Quale onta��! Vedrai, le tue feriteguariranno presto; e se non possiamo sfidare il mo‐stro nella sua tana, lo aspetteremo nel folto della fo‐resta.»

Così, essi andarono nella foresta, e infine raggiun‐sero proprio il Monte dei Cedri�, quel monte alto emaestoso, sulla vetta del quale gli dèi sogliono radu‐narsi a concilio. Stanchi del lungo viaggio, gli eroi si di‐stesero all’ombra degli alberi, e ben presto si addor‐mentarono.

Ma, nel cuore della notte, Gilgamesh si svegliò di so‐prassalto.

«Mi hai forse svegliato tu?», chiese al compagno. «Per‐ché, se non sei stato tu, dev’essere stata la forza del miosogno. Infatti, ho sognato che una montagna ruzzolava�

sopra di me quando, d’un tratto, appariva dinanzi ai mieiocchi l’uomo più bello del mondo, che mi tirava fuori dasotto i macigni e mi rialzava in piedi.»

«Amico», rispose Enkidu, «il tuo sogno è un presagio,perché la montagna che ti è apparsa è il mostro Humbaba. Ormai è chiaroche se pure egli piomberà su di noi, noi ne usciremo salvi e vittoriosi!»

Subito entrambi si levarono in piedi e si addentrarono nella foresta.Allora Gilgamesh prese la sua ascia, e abbatté uno dei sacri cedri.

L’albero cadde a terra con un forte schianto, ed ecco Humbaba preci‐pitarsi fuori dalla sua dimora, ringhiando e imprecando.

Il mostro aveva una faccia feroce e terribile, e un occhio nel mezzo, colquale poteva tramutare in pietra chiunque fissasse. Mentre, attraversandoimpetuosamente la folta foresta, si andava sempre più avvicinando e loscricchiolìo e lo spezzarsi dei rami annunciavano il suo approssimarsi��,Gilgamesh, per la prima volta, ebbe veramente paura.

Ma il dio del Sole si sovvenne�� della sua promessa e lo chiamò dalcielo, ordinandogli di affrontare il combattimento senza tema��. E proprioquando le fronde degli alberi si divisero, e la faccia terribile del mostro siabbassò sugli eroi, il dio del Sole scatenò da tutte le parti del cielo venti

13. cardini: perni su cui gira-no i battenti delle porte.

14. recedere: rinunciare.15. imbelli: vigliacchi.16. onta: vergogna.17. Monte dei Cedri: forse so-

no le montagne del Liba-no.

18. ruzzolava: cadeva fra nan - do.

19. approssimarsi: avvicinar-si.

20. si sovvenne: si ricordò.21. tema: timore.

Cos’è il mito?

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potenti e infuocati, che soffiarono contro l’occhio del mostro, fino ad ac‐cecarlo e a impedirgli di avanzare o di retrocedere.

Allora mentre il mostro brancolava�� impotente, Gilgamesh ed Enkidugli piombarono addosso, fino a quando egli fu costretto a imploraremerc�. Ma gli eroi non vollero accordargliela. Sguainarono le spade estaccarono la mostruosa testa dal corpo gigantesco.

(da Th. M. Gaster, Le più antiche storie del mondo, Einaudi, Torino, rid. e adat.)

Mito, epica, leggendaMito

22. brancolava: camminavaa tentoni.

23. mercè: pietà.

COMPRENSIONE

1. Che impresa vuole compiere Gilgamesh? ......................................................................................................................

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2. Perché Enkidu non è d’accordo? ..........................................................................................................................................

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3. In che modo la madre di Gilgamesh convince il dio Sole ad aiutare l’eroe? ........................................

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4. Cosa succede quando Gilgamesh ed Enkidu arrivano nella foresta? ..........................................................

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5. Cosa accade di notte a Gilgamesh, mentre dorme? ................................................................................................

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continua ���

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Unità 1Cos’è il mito?

RIFLESSIONE SULLA LINGUA

1. Sottolinea nel testo gli aggettivi con cui viene definito Gilgamesh.

2. Spiega la similitudine “la sua voce è simile a un turbine di vento”. ..............................................................

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PRODUZIONE

1. Spiega con parole tue qual è il carattere di Gilgamesh.

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6. Qual era l’aspetto di Humbaba? ..........................................................................................................................................

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7. In che modo gli eroi sconfiggono il mostro? .................................................................................................................

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Capita assai di rado che tra le tribù del Chaco�, un bambino venga pic‐chiato dai genitori, e molti anzi ritengono che farlo sia un delitto. Questastoria, narrata dagli indios della tribù Tapui, spiega perché.

Una sera al villaggio c’era una grande festa alla quale accorsero tutti igenitori.

Bambini e bambine erano chiusi al sicuro nelle capanne, ma una di lororiuscì a sgattaiolare� dalla finestra, e in punta di piedi si accostò al luogo incui si teneva la festa. Stette a spiare nella capanna in cui la gente beveva eballava allegramente. C’era anche sua madre, che rideva e dondolava sempre

più, continuando a ingurgitare la forte birra di mais.«Non avrei mai creduto di vedere mia madre in

questo stato», si disse la bambina. «Chissà mai perchédondola così.»

Proprio in quella la madre la vide, si arrabbiò, corseda lei gridando stizzita�: «Perché non sei nella ca‐panna con gli altri bambini?».

Poi, incapace di sopportare lo sguardo di rimpro‐vero della figlia, prese a picchiarla, trascinandola a vivaforza nella capanna dove i piccoli erano rinchiusi. Per‐suasa che tutto fosse a posto, la donna tornò barcol‐lando alla festa, imprecando e borbottando.

La ragazzina rimase a piangere nella capanna espiegò agli altri bambini quel che era accaduto. Non eramai stata picchiata prima e si sentiva piena di rancore�.

All’improvviso, chissà per quale magia, l’uscio ser‐rato della capanna si spalancò e i bambini uscironotutti all’aperto nel chiar di luna, e qui, tenendosi perla vita, formarono una lunga catena, cantando sotto‐voce e cominciando a danzare a un ritmo che mai s’eraudito prima.

1. Chaco: regione dell’Ameri-ca meridionale.

2. sgaiattolare: uscire di na-scosto.

3. stizzita: irritata.4. rancore: risentimento.

Mito degli indigeni dell’AmazzoniaNon si devono maltra�are i bambiniLeggi il mito e svolgi gli esercizi.

Verifica di fine unità 1

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Unità 1Cos’è il mito?

Mentre passavano per il villaggio, altri bambini si unirono a loro, finchéogni casa fu vuota.

E così uscirono dal villaggio, gli occhi fissi al cielo, con passo che si fa‐ceva sempre più leggero, finché quelli che erano in testa alla fila preseroa salire lentamente in aria.

Andarono in alto, sempre più in alto, cantando e danzando, finchéscomparvero nel buio e al loro posto comparvero, sulla volta del cielo,nuove stelle lucenti, alcune isolate, altre raccolte assieme come in grup‐petti familiari.

E i bambini non riapparvero mai più.Ecco perché non vengono mai maltrattati.

(da Miti dal mondo, a cura di M. Cazzavillan, Einaudi scuola, Milano)

1. Chi è il protagonista del mito?

� a) la bambina;� b) la mamma;� c) tutti i bambini.

2. Che cosa avviene nel villaggio?

� a) i bambini partecipano a una festa;� b) i genitori partecipano a una festa;� c) tutti gli abitanti prendono parte alla festa.

3. La madre picchia la bambina perché?

� a) la bambina ha disobbedito ed è uscita dalla capanna.� b) la bambina ha partecipato alla festa.� c) la bambina la guarda con aria di rimprovero perché è ubriaca di birra.

4. Tutti i bambini si ritrovano insieme perché?

� a) una magia li attira;� b) vogliono fuggire dal villaggio;� c) vogliono consolare la propria amica.

5. Che cosa vuole spiegare questo mito?

� a) l’origine delle stelle;� b) l’origine dell’abitudine di non picchiare i bambini;� c) l’origine della birra.

6. Il linguaggio di questo mito presenta

� a) frasi complesse e parole difficili da capire e ricordare;� b) frasi lineari e parole semplici da capire e ricordare perché deve essere raccontato ai

bambini;� c) frasi lineari e parole semplici perché deve essere capito e ricordato da tutti.