Carlo Terracciano Antologia

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1.dottrina della geopoliticaGEOPOLITICA E LOTTA DI LIBERAZIONEGEOPOLITICA! Un termine che praticamente fino a dieci, dodici anni orsono era assolutamente criminalizzato in tutta Europa. Si accusava la Dottrina geopolitica di esser stata una "pseudoscienza nazista" utilizzata dal III Reich per giustificare le conquista europee; un vero assurdo storico, anche in considerazione del fatto che Hitler condusse la guerra (si pensi all'invasione della Russia) in assoluto dispregio delle direttive geopolitiche e strategiche, delineate dalla scuola geopolitica tedesca di Haushofer e del suo protettore Rudolf Hess. Del resto gli Stati Uniti, che vantavano una tradizione di studi in materia gi dall'800 con l'Ammiraglio Mahan, hanno proseguito dal dopoguerra ad oggi lo studio della geopolitica e delle dottrine collegate, mettendone in pratica gli insegnamenti nella loro conquista metodica del pianeta. La studio della Geopolitica infatti, se da una parte pu rappresentare l'avvio per una presa di coscienza che porti alla liberazione dei popoli sottomessi, dall'altra indiscutibilmente uno strumento privilegiato di dominazione imperialista. In particolare, nel mondo contemporaneo, dell'egemonismo nord-americano , essendo gli USA l'unica superpotenza rimasta a livello globale, dopo il crollo dell'Urss, di cui tratteremo poi. Non staremo qui, ch non il luogo n l'occasione adatta, a tenere una lezioncina sull'origine di questo settore della geografia antropica, sui suoi autori o sulle loro elaborazioni dottrinarie. Ricordiamo molto semplicemente, per cominciare, che come dice anche il nome la GEOPOLITICA unifica due fattori: Geografia e Politica. Cio il dato oggettivo, stabile (relativamente) nel tempo, ed il fattore volitivo, umano, sintetizzabile nel celeberrimo motto di Guglielmo d'Orange "Dove c' una Volont c' una Via". Gi in Erodoto si possono cogliere i primi germi di un interesse storico-geografico combinati; ma nel secolo scorso che si gettano le basi di uno studio organico delle relazioni tra lo SPAZIO e la POSIZIONE geografici e la vita e l'espansione di popoli, nazioni, imperi. Oltre il succitato Alfred Mahan, ricorderemo solo il Vidal de La Blache, Kjelln, Ratzel; mentre con Mackinder, Spykman e Karl Haushofer siamo gi in pieno XX secolo. La Geopolitica, affrontando lo studio del mondo con un approccio organico e non deterministico, rivoluziona la percezione stessa del globo terracqueo, almeno quella che ci stata imposta a scuola, con i "5 continentimasse di terra emersa, circondate da mari ed oceani. I cinque cerchi colorati della bandiera olimpica, dove ad ogni colore corrisponderebbe la razza che lo popola, ne sono la rappresentazione idealizzata e stereotipata. Per inciso: le Olimpiadi fraudolentemente vinte dall'australiana Sidney, sono l'indicatore di uno spostamento progressivo dell'asse geopolitico anglofono nell'area del Pacifico, che il naturale sbocco della "marcia ad Ovest" statunitense. La Geopolitica ridisegna le carte geografiche in base alla reale suddivisione delle masse continentali, che hanno determinato nella Storia il compattamento di aree Culturali (in senso lato), etno-linguistiche, religiose ecc Un solo esempio: l'Europa. L'Europa dall'Atlantico agli Urali, da Capo Nord al Mediterraneo, veramente un "continente", nella definizione scolastica del termine? Certamente NO! Bench circondata da un oceano e dai suoi mari interni, vista da Est l'Europa non altro che una propaggine, una grossa penisola della massa territoriale asiatica, la pi estesa del globo. Gli Urali sono poco pi che colline che non hanno mai rappresentato una barriera per i popoli che da est o da ovest hanno sempre "corso" la pianura Sarmatica, la cui estrema propaggine arriva a Calais ed oltre, a bagnarsi nelle acque oceaniche. Per la Geopolitica la vera unit continentale l' EURASIA= L'Europa + l'intera Siberia, fino all'altro oceano, il Pacifico. Anche sul piano storico e culturale, come ci ha ricordato qui ora il console serbo, non si pu parlare

veramente di Europa senza considerare tutto il mondo slavo e ortodosso. E tutto il mondo slavo-ortodosso vuole dire anche Russia! Quindi quando i geopolitici parlano di EURASIA, intendono appunto l'Europa tutta, compresa la Federazione russa fino al Pacifico; l'Europa da Reykjavik a Vladivostok, la "capitale" europea d'Oriente. Al di sotto c' l'Asia "gialla", la Cina, la Mongolia, ed in mezzo i grandi altopiani desertici, le alte catene di montagne, fino al naturale confine fluviale dell'Amur-Ussuri, sulle cui opposte sponde russi e cinesi si confrontano da secoli. La conformazione stessa della Siberia spiega, per i geopolitici, come mai i russi siano a Vladivostok e non i cinesi a Parigi (immigrazione recente a parte)! E poi abbiamo il "subcontinente indiano" ben distinto tra montagne oceano e grandi fiumi, abbiamo l'Australasia, le Americhe ecc Anche il bacino del Mediterraneo, con il suo stesso nome che il suo Destino, rappresenta un'UNITA' GEOPOLITICA ben delineata dalla geografia e dalla storia. Fin dalla pi remota antichit questo, come gli altri "due mediterranei" (Mare Cinese e Golfo del Messico - Caraibi), furono fattore di unit, di commerci, di incontri e scontri per le popolazioni rivierasche: in una parola, fattore di CIVILTA'. La qual considerazione implica che la Geopolitica non divide il mondo su linee nette, tracciate col righello, ma in "aree geopolitiche pluricontinentali" ( o meglio, in continenti reali) che possono includere terre appartenenti a pi unit geopolitiche. L'Italia in particolare, pur facendo parte integrante dell'Europa anche il baricentro stesso del Mediterraneo, il ponte naturale tra il nord europeo, il sud nordafricano e l'Est Mediorientale asiatico. Eppure oggi anche questo nostro mare interno, che fu unificato da Roma, non appartiene veramente a nessuno dei suoi popoli rivieraschi, ma dominio incontrastato della VI flotta americana, che ne domina buona parte delle coste, delle isole, delle basi aereonavali strategiche, in collaborazione con l'entit sionista di Israele. L'interesse geostrategico del vincitore si impone su quello di chi ci vive da millenni. Un'America yankee che deve la sua potenza anche al completo dominio del suo continente da polo a polo. E che, attraverso l'alleanza anglofona, proietta i suoi tentacoli sugli oceani, in Europa con la Gran Bretagna, a nord con il Canada, nel Pacifico e nell'Oceano Indiano con l'Australia e Nuova Zelanda. Proprio l'Australia sta oggi guadagnando un ruolo geopolitico notevole, a danni dell'Indonesia, uscendo da secolare isolamento per porre un'ipoteca futura su tutto il sud dell'Asia (ieri Timor Est, domani l'Irian-Nuova Guinea, le Filippine e via elencando. E notiamo per inciso come nell'epoca della globalizzazione planetaria tutti i fronti siano tra loro collegati ed interdipendenti. Altro elemento fondante della Geopolitica lo scontro tra la TERRA ed il MARE (due categorie mentali e spirituali oltrech fisiche), tanto magistralmente descritto nell'omonima opera di Carl Schmitt. Nel XX secolo abbiamo avuto la netta PERCEZIONE DI QUESTO ETERNO SCONTRO, NEI DUE CONFLITTI MONDIALI. La potenza marittime angloamericana ha sconfitto la Germania e l'Europa intera, cio la potenza terrestre. Ed alla fine riuscita a distruggere nella "III Guerra Mondiale", la cosidetta "guerra fredda", l'ultima potenza "terrestre" rimasta, la Russia-URSS, che aveva combattuto le due guerre mondiali in un ruolo esattamente contrario ai propri interessi geopolitici. Il non aver compreso il proprio ruolo e destino geopolitico, ha fatto la differenza tra vittoria e sconfitta del nostro continente, tra libert ed asservimento di TUTTI i popoli europei, su qualunque fronte fossero schierati. Prenderne atto sar il primo, indispensabile passo per la loro Liberazione. Mentre l'Impero Britannico ha abdicato al suo ruolo nel mondo in favore dei "cugini marittimi" statunitensi, la Germania che il cuore stesso della penisola europea fu divisa fino nella sua capitale, e con essa l'Europa stessa; per poi essere riunificata sotto un unico dominatore, nel momento in cui l'impero continentale concorrente andava letteralmente in frantumi. Gli imperi coloniali europei sono scomparsi da tempo, sostituiti dal neo-colonialismo USA che li ha soppiantati quasi ovunque (recenti i casi di Uganda, Ruanda, Congo). Dall'altra parte della Terra, il "Far West", cio il "Lontano Ovest" dell'espansionismo americano, tra guerre e genocidi, proseguito ben oltre le praterie, oltre la California; si trasferito gi dal secolo XIX sull'oceano, per assicurarsi il controllo di isole e penisole prospicenti le proprie acque. Una specie di neo-impero romano (paragone dell'ebreo americano Luttwak), in proiezione verticale ed oceanica. Perch proprio questa la caratteristica delle Potenze Marittime in fase espansiva: fare dei mari su sui si bagnano laghi interni al proprio controllo, occupandone i punti strategici, gli stretti, le isole e penisole, per poi "correrli" in

assoluta libert militare e commerciale. Ad Est la NATO (North Atlantic Treaty Organisation= Organizzazione del Trattato dell'Atlantico del Nord; che gi nel nome dice tutto) avanza quasi incontrastata, passando sulla Serbia martire, e punta all'Heartland, al CUORE continentale d'Eurasia, secondo le direttrici esposte dal britannico Mackinder gi ad inizio secolo. L'Europa sparita dalla Storia come Soggetto politico indipendente nel rogo di Berlino del 1945. Da allora una colonia americana, prima nella sua parte occidentale ed ora quasi per intero. La Guerra Mondiale fu certo anche guerra ideologica, politica, economica; ma io credo che fu soprattutto guerra geopolitica per il dominio mondiale: in primis contro l'altra potenza oceanica direttamente avversaria, l'Impero Nipponico, poi contro l'Europa, infine contro Russia e Cina, cio Eurasia ed Asia intera. Il "Nuovo Mondo" contro l'Antico! La verit si fa palese guardando su una carta politica la disposizione degli stati facenti parte della "Alleanza Atlantica" (in realt subordinazione europea agli USA). Oltre Stati Uniti e Canada, Islanda, Gran Bretagna, Norvegia, Danimarca, Benelux, Francia, Portogallo, Spagna dall'82, Italia, Grecia e Turchia. Per non dire del ruolo tutto particolare di Israele. Un anello d'acciaio, di missili e bombe atomiche a circondare l'impero terrestre russo e i suoi satelliti. Una "Fascia Marginale Esterna", per dirla con i geopolitici, che si prolungava in Medio Oriente nell'ex patto C.E.N.T.O., nella SEATO in Estremo Oriente, per completarsi nel Patto ANZUS (Australia-Nuova Zelanda-United States) nel Pacifico. In Europa, guarda caso, gli unici due stati comunisti affacciantisi sul Mediterraneo, Yugoslavia ed Albania, non hanno mai fatto parte del Trattato di Varsavia. La prima in specie dopo la rottura Tito-Stalin, stata ampiamente foraggiata dall'occidente, per poi essere mandata al macello ed alla frantumazione, in quanto creazione artificiale della I Guerra Mondiale in funzione antigermanica ed antitaliana. Rovesciando le prospettive, la Serbia che era servita agli USA perch i cingoli dei carri armati russi non si bagnassero nelle acque calde del Mediterraneo ed oltre, diventata oggi la punta avanzata, l'antemurale della Russia verso occidente; lembo di terra ancor libero circondato dai paesi NATO e da quelli che ambiscono farne parte. Come certo avrete notato le direttrici geopolitiche sono sempre le stesse, in ogni tempo e sotto ogni regime. Cos anche per la Russia, sia quella degli Zar sia quella rossa di Stalin, il "nuovo zar" sovietico. E cos sar domani, pena la scomparsa stessa della Russia come stato e il suo ridursi al Principato di Moscovia o poco pi. A questo punto dovremmo anche parlare del comunismo russo, dello scontro Trotskij Stalin e delle sue vere motivazioni storiche e politiche, delle "anime, mondialista e nazional-populista del bolscevismo come della sintesi Nazionalcomunista odierna. Ma oltrepasseremmo di molto lo spazio ed il tema che ci siamo imposti. Aggiungeremo solo che uno dei motivi dell'implosione sovietica, fatto quasi unico nella Storia, oltre che al fallimento di un regime innaturale imposto da elementi estranei allo spirito russo (apolidi internazionalisti esecutori di un piano millenario), si scatenata dopo il fallimento dell'occupazione dell'Afghanistan, primo passo per arrivare all'Oceano Indiano. Bench questa entit plurietnica "cuscinetto" non abbia uno sbocco al mare, esso rappresentava il punto debole, il "ventre molle", del sistema di accerchiamento americano dell'Asia. Il passo successivo sarebbe stato il Belucistan abitato da un'etnia divisa fra tre stati, tra cui quell'Iran che proprio nel 1979 aveva cacciato il regime fantoccio degli statunitensi attuando la Rivoluzione Islamica sotto la guida dell'Imam Khomeini. Facendo perno sugli alleati del Corno d'Africa e dell'Indocina, la flotta e l'aviazione russa avrebbero potuto attuare, nel medio periodo, un contro-accerchiamento strategico da sud dell'Europa e dell'Asia; controllando per di pi da vicinissimo le rotte petrolifere del Golfo Persico, in alleanza con i paesi arabi nazionalrivoluzionari ed islamisti. Fallita l'avventura afghana la Russia ha subito il contraccolpo frantumandosi sulle linee di divisione etnonazionale interne all'URSS, con tutto quello che ne conseguito. La fine del Bipolarismo mondiale ha determinato una situazione UNICA NELLA STORIA conosciuta. Per la prima volta nel mondo UNA ed UNA SOLA potenza si arroga il diritto della forza di intervenire a suo insindacabile giudizio in qualsiasi parte del globo per colpire governi e popoli che, in qualche modo, siano di ostacolo alle direttive di un dominio totale sulla Terra.

Gli Stati Uniti d'America dominano militarmente i cieli, i mari, gli oceani e buona parte delle terre in tutti i continenti. Ed anche lo spazio esterno al pianeta, la nuova dimensione "in verticale" della geopolitica che diviene "cosmica"! Sembrerebbe il trionfo definitivo del Mare sulla Terra; il grande Leviatano, la "Bestia Apocalittica" che sorge dal mare. L'America ha imposto il Nuovo Ordine Mondiale. E' il coronamento della ideologia biblico-protestante dei W.AS.P. che sceglie nell'avversario di turno il suo Nemico Assoluto. Non quello da combattere e vincere, com'era al tempo delle guerre tra stati; bens quello da annientare e criminalizzare come accade nei cosiddetti "interventi umanitari"!!! E chi non si sottomette alle bombe o ai dollari, viene annientato come fu per i "pellerossa", ridotto letteralmente in atomi, come successe ai giapponesi oramai vinti, annichilito dai bombardamenti e dalla propaganda come fu per i tedeschi e gli europei tutti, schiacciati tutt'oggi sotto il tallone della mitologia olocaustica. E' tipico degli imperialismi marittimi, commerciali, mercantilistici, inglobare nel proprio sistema i popoli sottomessi ed eliminare con etnocidio e/o genocidio quelli incompatibili (per volont propria o meno, poco importa) con il proprio sistema di valori; salvo poi scaricare sui vinti le ignominie commesse dai vincitori. Non si annientano solo i popoli. Si annienta la loro Storia e con essa la Verit. Come nella Bibbia quando si invita a uccidere tutti, uomini, donne, vecchi e bambini, ma anche il bestiame, radere al suolo le case, tagliare gli alberi e fare un deserto, addossandone la responsabilit alle vittime, accusate di ogni abominio umano e divino. E chi pensa che questa sia storia di un lontano passato, non ha che da volgere l'attenzione alla martoriata Palestina dei nostri giorni. L'America, o meglio lo Stato Imperialista delle Multinazionali stanziato nel continente nordamericano, si arrogata il diritto non solo di essere la Superpotenza inattaccabile, arbitra dei destini dei popoli, ma anche il Poliziotto Mondiale, il Giudice Mondiale, il Carceriere del Mondo; ed ovviamente il suo Creditore. Tribunali internazionali per i vinti li avevamo gi visti all'opera a Norimberga e Tokio dopo il '45. Ma oggi la procedura si istituzionalizzata: vedi tribunale dell'Aja. E sono i capi degli USA a stabilire CHI criminale e chi no, chi vittima e chi invecese l' voluta! E' mutato il concetto stesso alla base della Polemologia. Una volta c'era la guerra: due stati se la dichiaravano, la combattevano, uno vinceva l'altro e gli imponeva onerosi trattati e perdite di territorio. Poi col tempo si potevano capovolgere le sorti e la Storia andava avanti. Oggi non pi! Oggi, l'abbiamo gi detto, ci sono solo"interventi umanitari". Oggi non si va a combattere quel popolo, si va a salvarlo! Tuttalpi a liberarlo "democraticamente" dai propri governanti. C' sempre, ce lo dicono i media, "un nuovo Hitler" che vuol conquistare il mondo! E sono proprio gli americani e i loro collaborazionisti a dirlo: Khomeini, Gheddafi, Saddam Hussein, Milosevic. Alfine, raschiato il fondo, i nuovi pericoli per l'Europa sono Haider e Bossi! Ovvero dalla tragedia alla farsa. E l'Europa? Questa entit misteriosa: l'Europa dei Dieci, dei Dodici, dei Quindici e via contando? L'Europa signori NON ESISTE! Non raccontiamoci barzellette. L'Europa non esiste se non come espressione geografica, mutila del suo braccio d'Oriente. L'Europa morta! Non diciamo che sia sepolta per sempre, perch crediamo fermamente nella sua resurrezione. L'Europa dall'Islanda allo stretto di Bering (ri)sorger; ma oggi essa in coma profondo, almeno dal 1945 in poi. Ed inutile starci a raccontare che a Strasburgo o Bruxelles stiamo creando l'Europa Unita, dal momento in cui tutti i membri di questa entit economica sono a loro volta colonie di una potenza extra-europea. Che come tale, ovviamente, persegue i propri interessi geopolitici, economici, strategici, non certo i nostri. L'Europa oggi poco pi di un'unione doganale e domani di una moneta unitaria gi defunta anch'essa prima ancora di nascere. Una moneta che in ogni caso non preoccupa affatto gli Stati Uniti , dato che l'Euro non altro che il neo-Dollaro di questa parte dell'Atlantico, in attesa di un riassetto paritario che dar vita alla Moneta Unica dell'economia globalizzata del Progetto Mondialista delle multinazionali. L'Europa non esiste. L'Europa pu essere solo una speranza del prossimo secolo, mentre oggi terra di colonia, sottomessa ed impotente. E lo ha dimostrato pi di una volta, ultimamente nell'aggressione americana alla Serbia.

Non solo. All'interno dei vari paesi europei tutti i partiti e gli uomini politici, almeno quelli che contano qualcosa a livello locale, non sono altro che strumenti del collaborazionismo con la forza occupante. Che stiano a destra o a sinistra o al centro, sopra o sotto. La crisi dei Balcani ha rappresentato l'ennesima cartina di tornasole di tale situazione di fatto. Prima tutti si dividono su linee politico-ideologiche: "tu sei comunista,tu sei fascista (termini oggi quelli di fascista-antifascista, comunista-anticomunista, 'di destra'/'di sinistra' che a mio parere non hanno pi assolutamente senso). Ma al redde rationem di una guerra e dei reali interessi del padrone, tutti i politicanti europei si sono riconosciuti nelle direttive strategiche di Washington e Londra (la Gran Bretagna il 51 stato americano, le Hawaii dell'Atlantico del Nord). In Italia, tutti i partiti, escluso Lega, Fiamma Tricolore, Fronte Nazionale e Rifondazione Comunista in parte, si sono schierati con gli USA contro Belgrado. Ora ci saranno tutti i possibili ripensamenti, ma allora mentre il governo di sinistra metteva a disposizione le basi aeree per gli attacchi, anche con uranio impoverito (di cui oggi i nostri soldati pagano le conseguenze), la destra pi reazionaria e filo-atlantica voleva addirittura l'intervento con le re truppe di terra per invadere la Yugoslavia! Nuovi "ascari bianchi" da mandare al macello per preservare il "soldato Ryan"! E meno male che nessuno nella NATO ci ha preso sul serio (tutti ci conoscono per quel che siamo), perch altrimenti saremmo stati, e giustamente, rimandati a casa dai serbi a calci in c! La nostra identit nazionale l'abbiamo venduta l'8 settembre e cerchiamo di essere europei, americani, mondialisti, pur di non essere italiani o italioti che dir si voglia. E a proposito di "identit nazionale", analizzeremo ora le due tendenze che si stanno affermando: la Globalizzazione di cui abbiamo detto e la Localizzazione. Cio, nel momento in cui saltato il sistema bipolare di dominio, nel momento in cui gli americani si sono trovati alla guida del mondo, si anche innestato un processo di rimessa in discussione identitaria. Popoli e nazioni grandi e piccoli hanno cercato di ritrovare la propria IDENTITA' STORICA e GEOGRAFICA. Diceva l'amico Dughin durante il conflitto serbo-croato-bosniaco che lui si sentiva al fianco diserbi, croati e bosniaci! E spiegava il perch: ogni popolo, pur nel sangue e nei massacri, ricercava la propria identit nella storia e nello spazio geografico. Quel che poi mancato stata l'identificazione del vero, reale nemico comune, l'avversario di tutte le identit nazionali: l'imperialismo mondialista degli U.S.A. I popoli dell'Europa orientale gi comunista hanno comunque dimostrato di essere ancora vivi e vitali rispetto ad un occidente marcito da tempo sotto il dominio economico ma soprattutto ideologico-culturale d'oltre Atlantico. Chi ha oggi 50 anni circa, nato e vissuto nell'Italia dominata del dopoguerra, tra film americani, musica americana, pseudo-cultura d'importazione, attraverso la TV o Internet. E per comunicare con gli altri popoli dobbiamo tutti quanti farlo in anglo-americano, la nuova koin del XX e XXI secolo. La Localizzazione la riscoperta delle radici, del campanile, della propria specificit e particolarit, che tenta di opporsi alle sirene della Globalizzazione mondialista. Ma ci chiediamo: possiamo veramente pensare di opporci alla globalizzazione economica e culturale in senso lato, al superimperialismo USA, rinchiudendoci semplicemente nei confini minimi della propria specificit etno-culturale e storico-geografica? Domanda retorica, ovvio. Il Capitalismo non conosce e/o riconosce confini: internazionalista per vocazione, globalista per necessit, mondialista per scelta. Questa sua caratterizzazione cosmopolita, per inciso, ha favorito la confluenza dei "post-marxisti", della sinistra in genere su posizioni di liberismo globalizzato. Perch l'estrema sinistra si convertita al Mercato Globale planetario? Ma perch l'internazionalismo faceva gi parte del suo bagaglio dottrinario, della sua "visione del mondo". Ha semplicemente cambiato i termini del confronto, i protagonisti, tradendo un proletariato in via d'estinzione anche fisica (le culle vuote, la "prole" non pi funzionale come braccia da lavoro nella moderna produzione robotizzata), e giurando fedelt all'Alta Finanza Internazionale. Un cambiamento neanche tanto incredibile se solo si pensi alle radici etnoculturali del primo bolscevismo russo ed europeo; non quello di Stalin, ma di Lenin e Trotskij. Con la qual chiave di lettura si potrebbero leggere molti avvenimenti della storia russa del secolo, dalle "purghe" staliniane alla destalinizzazione, fino a Gorbaciov, perestroika ecc

Possiamo dunque pensare di opporci alla Globalizzazione come piccole nazioni, addirittura come macroregioni ? E ancora: possiamo pensare ad un'Europa Unita, indipendente, armata, autarchica nelle materie essenziali se prima non l'abbiamo LIBERATA questa Europa da un'occupazione di oltre mezzo secolo ? La prima battaglia da combattere, al di sopra di ogni fede politica ed ideologica, quella della LIBERAZIONE DELL'EUROPA, dell'Eurasia dall'Atlantico al Pacifico. Altrove abbiamo definito tutto questo LA DOTTRINA DELLE TRE LIBERAZIONI: LIBERAZIONE NAZIONALE , LIBERAZIONE SOCIALE , LIBERAZIONE CULTURALE. Se si prescinde da questo tutto il resto non ha senso, un vuoto ciarlare su Europa e identit nazionale. Ed il nemico dell'Europa anche il nemico del mondo intero: del mondo arabo-islamico come dell'Asia, dell'Africa, dell'America Latina e, naturalmente, anche del popolo nordamericano nel suo complesso. Ed il Nemico dell'Uomo tanto potente proprio perch sfrutta le risorse di tutti gli altri popoli e ne occupa lo SPAZIO VITALE, scatenando poi la guerra dei poveri e gli odi etnici, nazionali, sociali e religiosi. Vi pu essere soluzione a questa contraddizione tra la lotta di liberazione contro il Mondialismo e la ricerca della identit e specificit dei singoli popoli? Noi pensiamo di s: essa in una CONCEZIONE IMPERIALE GEOPOLITICA; quindi, per sua natura, antimperialista. . E la concezione imperiale ultimamente incarnatasi in Europa nell'Austria-Ungheria e nella Russia Zarista; quindi finita solo nel 1918, dopo duemila anni.. E passato meno di un secolo, ma sembra un millennio! L'alternativa alla Globalizzazione rappresentata dalla rinascita del concetto imperiale, dall'IMPERO EURASIATICO, la TERZA ROMA! Ma un Impero adeguato alla modernit del XXI secolo, che unisca la tecnologia, i capitali, il lavoro e le intelligenze dell'Europa occidentale, con i grandi spazi vitali e le materie prime dell'est russo-siberiano. E per avviarsi su questa strada necessario che i popoli e le lites continentali prendano coscienza del destino geopolitico della loro terra. Gli americani hanno gi compreso da tempo in che direzione va il mondo. Leggetevi l'Huntington de "Lo scontro delle Civilt ed il Nuovo Ordine Mondiale". Leggetevi "La Grande Scacchiera" dell'ebreo-polacco Zbigniew Brzezinski, l'ex consigliere di Carte, che ci dice quasi spudoratamente ci che gli americani pretendono da noi per il loro interesse strategico. Leggete i paralleli storici dell'ebreo americano Luttwak tra la Roma imperiale e l'impero USA. E ricordate che quando si and a bombardare Bagdad o si spinsero Iran e Iraq in una guerra di annientamento per otto anni con un milione di morti, non era all'Iran o all'Iraq o agli arabi soltanto che si faceva la guerra: si fece la guerra all'Europa, ipotecandone il futuro, con la conquista ed il controllo delle fonti energetiche future e delle rotte del Golfo, da cui dipende l'esistenza stessa dell'Europa e del Giappone. Avvicinandosi sempre pi la crisi energetica globale, chi terr il pugno sul rubinetto del petrolio per chiuderlo a suo piacimento, costui avr il mondo in tasca. Noi europei non abbiamo materie prime strategiche, noi non abbiamo spazi vitali adeguati. Noi non abbiamo n la potenza militare n la libert politica. Ed in Geopolitica LO SPAZIO E' POTENZA. Il continente America ce lo insegna. Anche lo spazio "vuoto" (se mai ne esiste uno), figurarsi se colmo di materie prime vitali, come la Siberia: la Siberia il nostro "Far Est"! Ma noi italiani, in particolare, come abbiamo detto sopra, siamo anche parte del complesso geopolitico mediterraneo; anzi, ne siamo il baricentro. Nel momento del crollo dell'Oriente rosso abbiamo assistito ad un capovolgimento di 45 dell'asse della politica mondiale. Dal confronto Est-Ovest allo scontro Nord-Sud, tra paesi ricchi e in crisi demografica e paesi poveri sovrappopolati. Il tacco dello stivale , ad esempio, in tale mutata prospettiva geostrategica, la punta avanzata di quest'area, il ponte naturale a sud ed a est. Come tale, se l'Europa avesse una sua geopolitica mediterranea, lItalia sarebbe un'antemurale dell'Eurasia, il faro di Civilt di quello che gi fu il Mare Nostrum.

Invece siamo soltanto la portaerei americana in un mare interno dominato da una potenza talassocratica estranea ad esso. Ed attualmente la spiaggia su cui la risacca vomita i disperati della terra in fuga dai loro paesi, ridotti alla fame e sconvolti dalla guerra proprio da quel Sistema Mondialista che asserve tutti, noi e loro, seppur in ruoli diversi. Sappiamo che queste affermazioni non sono condivise dalle destre, ma chiaro che certe forze politiche che cavalcano il reale scontento verso l'immigrazione cosidetta "extracomunitaria" commettano un grave errore, prima di tutto politico, agitando una propaganda xenofoba contro gli immigrati, senza toccare la radice del problema e, in particolare, i veri responsabili politici ed economici di questo fenomeno indotto. Gli immigrati sono le prime vittime del Sistema Capitalista globalizzato (e noi le seconde). Non illudiamocidi fermare la marcia dei "diseredati della Terra" con il filo spinato, i controlli, le navi o i cannoni. E' una legge della fisica; in contenitori comunicanti il pieno riempie il vuoto! L'0ccidente pieno nelle casseforti e vuoto nelle culle enelle anime. Ma anche in questo caso la soluzione ci sarebbe: quella di permettere a questi paesi, cos ricchi di materie e cos strangolati dal debito e dal sistema mondiale, di svilupparsi autonomamente a casa loro. Mentre per noi si tratterebbe di mutare completamente le stesse prospettive di vita cui ci siamo abbandonati da oltre mezzo secolo a questa parte. E per entrambe si tratterebbe di difendere ovunque ci si trovi la propria identit etno-culturale, religiosa, storica. Chi nega ad un mussulmano di praticare la propria fede e pregare in una moschea, preferisce senza per ammetterlo vederlo ridotto come noi (parlo qui in generale); senza fedi e senza dignit. Spingendolo per di pi a delinquere per impossessarsi di quel benessere che gli sbattiamo quotidianamente in faccia, mentre l'Islam predica l'astinenza dall'alcool, dalla droga, dalla fornicazione, ecc Non crediamo che sia il "marocchino" che vuole lavarci i vetri dell'auto ai semafori colui che attenta alla nostra Identit. L'Identit se uno ce l'ha, non gliela toglie nessuno, neanche con la guerra. Ma la verit che noi europei, noi italiani in particolare, la nostra identit l'abbiamo persa da tempo. In particolare da quando sono arrivati in Europa i primi "extracomunitari invasori" [pardon!"liberatori"]: gli americani, nel 1943-45! A questo punto qualcuno potrebbe obiettare: "Queste sono tutte belle parole, utopie, dette perch tanto non costano niente; ma noi siamo realisti, facciamo politica quotidianamente. Voi fate Utopia, noi politica"! Veramente non sappiamo che "politica realistica" per il bene dell'Europa sia stia facendo a Bruxelles, a Strasburgo, a Roma, o ovunque nei luoghi del potere. Ma crediamo invece nel valore trascinante dell'esempio, nei "Miti Capacitanti" e persino nelle utopie quali motori della Storia, quella con la "S" maiuscola. E noi abbiamo nella Serbia, vincitrice nella resistenza allinvasione e perdente in pace, la dimostrazione vivente di cosa pu fare un piccolissimo popolo che certo non ha la tecnologia occidentale e le armi degli americani: Il nemico peggiore sempre quello interno. Il popoplo serbo fu aggredito perch, unico nei Balcani, rifiutava di farsi fagocitare dal mostro che avanza da occidente: la NATO. Il "Mare" che divora la "Terra", ricordate? Che penetra verso l'Heartland, il "cuore continentale", il retroterra geostrategico del Mondo Antico. "Perch c' ancora la NATO"- ci chiediamo -"nonostante il crollo dell'URSS e la conseguente dissoluzione del Patto di Varsavia"? Certo che c' ancora la NATO e che anzi si sta espandendo a tutto il continente! Perch l'Alleanza Atlantica non serviva soltanto a fermare i russi. Quello anzi era lo scopo secondario, la facciata dopo gli accordi di spartizione e divisione dell'Europa firmati a Yalta. La NATO americanocentrica serviva e serve a sottomettere l'Europa, a tenerla occupata sotto il tallone militarista dell'imperialismo a stelle e strisce. Soprattutto la NATO rappresenta lo strumento politico e militare di penetrazione della talassocrazia dominante verso il pivot eurasiatico, gi indicato chiaramente dal Mackinder all'inizio del secolo. E' la Russia l'obiettivo strategico finale. Si bombarda Belgrado, ma a Mosca che si mira. E dove le bombe non ottennero lo scopo, si usa l'oro per corrompere i politicanti felloni ed aprire la fortezza dall'interno. Quante fortezze caddero non per l'assalto alle mura, ma per il tradimento alle spalle!

La Yugoslavia rappresentava la punta di diamante del mondo slavo-ortodosso legato a Mosca, mentre gli stati danubiani cadevano nella rete di Washington e gli altri facevano la fila per entrare nell'Alleanza ed avere i dollari. La Serbia dunque ci ha dimostrato che di fronte ad una guerra dichiarata anche un piccolo popolo pu resistere all'aggressore, ma deve aver ben chiari i termini geopolitici del problema e sapersi difendere dai nemici interni, cio dai collaborazionisti del Mondialismo. Ieri i serbi, oggi i palestinesi, tutti, strangolati economicamente e traditi dall'interno. Solo un'Europa unita ed autosufficiente nell'essenziale pu farcela, ed anzi essere la portabandiera della riscossa planetaria contro i neo-colonialisti del mondo. L'Europa vera, l'Europa tutta, l'Europa libera di popoli liberi; non certo l'Europa delle vacche e delle patate, dell Euro screditato e dei parlamenti pi screditati ancora. Non certo l'Europa che non attende altro che aggiungere le sue "stelline" a quelle della bandiera americana. Ma prima di liberarla e crearla davvero unita questa Europa, necessario creare la Coscienza dell'Europa, riscoprire la sua Identit germanica e latina, celtica e slava, mediterranea ed eurasiatica. E bisogna identificare anche il NEMICO, quello assoluto, nostro e del genere umano. Quello che sta distruggendo il mondo non solo ideologicamente ma anche fisicamente; distruggendone l'habitat, l'equilibrio ecologico, le risorse naturali, sfruttandone l'economia di tutti i popoli, e creando mostruosit genetiche in laboratorio, mentre nella sala accanto si fanno abortire le generazioni che avrebbero dovuto ereditare il futuro. Il capitalismo, nel momento in cui ha perso il suo contraltare fittizio marxista, entrato in una crisi identitaria che porter presto ad una crisi vera e propria. Chi pagher lo scotto di questa crisi saranno come sempre i piccoli, i deboli, quelli che non hanno la potenza e neanche lo spazio vitale. La prima battaglia, ripetiamolo e veramente qui concludiamo, quella dell'Identit e della Liberazione. L'Identit futura che vi da il nome. Altro che le piccole questioncelle e le beghe della quotidiana politica politicante a Strasburgo come a Roma. Del resto la Geopolitica influenza anche la politica quotidiana, gli interessi pratici di tutti i giorni di noi europei; interessi sempre pi in collisione con quelli dei nostri padroni. Basta esser coscienti della posizione geopolitica per rendersene conto. Esiste anche una geopolitica delle religioni. Assistiamo allo scontro tra Islam e Giudaismo in Palestina (sotto gli occhi impotenti dell'Europa di fronte all'alleanza americano-sionista), alla rivalit cattolico-ortodossa, allo scontro cristianit-Islam in Africa, sunnismo e shiismo in Afghanistan, cattolicesimo-protestantesimo in America Latina, Induismo-Islam nel subcontinente indiano, eccecc Oggi tutto si integra; non il mondo appunto "globale"? E allora: a qualunque partito apparteniate, a qualsiasi corrente a qualsivoglia gruppo, ricordate che la reale divisione del domani passer all'interno dei partiti e dei popoli. Due fronti contrapposti si sono gi chiaramente delineati: Mondialismo contro Identit dei popoli, globalizzazione contro Unit continentale, America contro il resto del mondo, Mare contro Terra! O si sta da una parte o dall'altra; o con l'occupante o con l'Europa ed i combattenti per la Sua Libert. Altro che "poli"! In guerra due soltanto possono essere i Fronti e non ce n' un terzo. E ciascuno deve fare la propria scelta di campo.

LA RUOTA E IL REMOGeopolitica e "Dottrina delle Tre Liberazioni" : una risposta al progetto Mondialista della globalizzazione "Una grande tenebra avanza sul mondo e noi dobbiamo combatterla. Non ci saranno giovani o anziani nel nostro tempo; tutti dovranno maturare in fretta, se vogliono tornare a veder la Luce". "Guai al popolo i cui capi, i gruppi dirigenti e le masse non riconoscano le ore decisive della Weltpolitik,nella loro coscienza legata alla realt geografica del suolo." (Karl Haushofer; Weltpolitik von Heute) Habitat e paesaggio In migliaia e migliaia di anni l'uomo ha percorso le vie del mondo, per terra e per mare; ha attraversato i continenti da polo a polo, i fiumi, i mari, i tre grandi oceani del globo, scalando montagne e scendendo nelle profondit marine e nelle grotte, gettando ponti su fiumi e stretti, esplorando i pi remoti e selvaggi angoli del pianeta, dai ghiacci eterni ai riarsi deserti. Oggi la sua sete di conoscenza e conquista lo lancia sulla Luna, su Marte, sui pianeti del sistema solare e, in prospettiva nel vuoto siderale. Ma nei secoli e nei millenni i popoli, seguendo quasi gli stessi percorsi tracciati dalla geografia, dai mari, dai monti, dagli stretti, dai grandi fiumi e laghi, hanno anche trovato spazi della Terra sui quali insediarsi, costruendo le proprie dimore, allevando bestiame, coltivando il terreno o scavandone le viscere delle montagne in relativa profondit; insomma modificando il paesaggio ed adattandolo alle proprie necessit di sopravvivenza e sviluppo. In Europa questa attivit ha profondamente modificato la natura originaria della penisola. L'uomo "animale sociale" per eccellenza. I popoli nella storia si sono organizzati in villaggi, in trib, in federazioni di vario tipo, in citt e stati, in nazioni ed imperi.A piedi o a cavallo, usando la ruota dei carriaggi o il remo delle piroghe e delle navi, i nostri lontani antenati hanno percorso in lungo ed in largo le vie del continente, i suoi mari interni, i suoi prospicenti oceani. Nel loro continuo MOVIMENTO, col passar del TEMPO, essi hanno occupato ciascuno un proprio SPAZIO vitale nel globo ed una POSIZIONE; geografica rispetto al territorio e politica rispetto alle altre entit umane circostanti. L'essere umano si cos adattato agli ambienti ed ai climi, anche estremi, i pi diversi; dotandosi nel frattempo di usi e costumi, fedi religiose e politiche, lingue e culture che, nella loro multiforme variet e continua diversificazione, hanno rappresentato fino ad oggi la vera ricchezza di questo minuscolo scoglio di terra ed acqua, ghiaccio e fuoco ruotante nel vuoto siderale, attorno ad un piccolo sole marginale di una delle tante galassie in allontanamento fra loro dall'esplosione primordiale. La geopolitica La GEOPOLITICA appunto la Dottrina che studia tutto questo: quella branca della Geografia Antropica che analizza il rapporto tra l'Uomo e la terra, tra la Civilt e la Natura, tra la Storia e la Geografia, tra i popoli ed il loro Lebensraum (Leben=Vita; Raum= Spazio; Lage= Posizione), cio lo spazio vitale necessario alla Comunit statuale, organicamente intesa, per vivere, crescere, svilupparsi, espandersi e prosperare: creando benessere, Civilt e Valori per i suoi appartenenti, conviventi su uno stesso suolo e solidali in una unitaria COMUNITA' DI DESTINO. O, per dirla con i termini pi tecnici del Luraghi: "La Geopolitica la dottrina che studia i fenomeni politici nella loro distribuzione spaziale e nelle loro cause e rapporti ambientali, considerati anche nel loro sviluppo". E ancora: "La Geopolitica sintesi: un'ampia visione nel tempo e nello spazio dei fenomeni generali che collegano la percezione dei fattori geografici con gli stati", ed i popoli. Forme viventi nel tempo ciclico Una geopolitica statica, meccanicistica, determinista ed atemporale assolutamente inconcepibile. Dottrina organicistica ed olistica per eccellenza, la Geopolitica si basa su una concezione dello stato (qualsivoglia forma esso assuma) quale organismo vivente, senziente ed operante attraverso la CONOSCENZA delle sue leggi e la VOLONTA' di applicarle. Se la sua parte geografica rappresenta il dato relativamente stabile della dicotomia , la componente politica ne rappresenta la parte volitiva, propositiva e creativa. Sempre a condizione che i popoli e le lites dirigenti siano ben coscienti delle leggi, delle

direttive generali e particolari della dottrina in questione, liberi di applicarle e determinati a farlo. Nel qual caso, come vedremo, la Geopolitica viene a rappresentare naturalmente la pi potente arma di LIBERAZIONE DEI POPOLI da un dominio straniero che imponga le proprie direttive politiche geostrategiche. Per inciso oggi la nostra stessa concezione geografica del pianeta, la nostra "percezione" della Terra su cui viviamo, si oramai svincolata dal dogmatismo scientista, materialista-positivista ottocentesco che ha dominato incontrastato la cultura occidentale fino quasi alle soglie del terzo millennio cristiano ineunte. La Terra, GEA, riconosciuta essa stessa come unit organica globale ed interdipendente, come un vero e proprio "essere vivente" che interagisce con le altre forme viventi che brulicano sulla sua superficie; fino alla non remota possibilit di una crisi di rigetto verso una specie, la nostra, trasformatasi in soli due secoli in un devastante cancro mortale che mette a repentaglio non solo se stessa ma l'equilibrio intero dell'habitat. La "Sesta estinzione" di un famoso saggio sul tema. In tale contesto la dottrina in questione si contrappone ad ogni concezione creazionista la quale pretenda di porre l'uomo a padrone incontrastato di una Natura della quale invece parte integrante, sua componente organica, in un rapporto di dipendenza inverso: essendo semmai la specie umana la componente non indispensabile (anzi !) del mondo e non viceversa. Anche la concezione storica linear-progressista di stampo monista, che sta alla base del "pensiero unico" modernista, in palese contrasto con una dottrina organica che privilegia una morfologia delle Civilt ciclicamente rinnovantisi nello spazio geografico. Ben ne erano coscienti tutte le culture e civilt tradizionali le quali conoscevano un Tempo Ciclico Sacrale in perfetta armonia con i cicli vitali della terra e del Cielo. La ruota e il remo ovvero Terra e Mare La Geopolitica una dottrina contemporanea (ha raggiunto la sua specificit e dignit "scientifica" da meno di due secoli), che recupera la saggezza antica di una vera Filosofia, etimologicamente intesa. Una filosofia politica basata sulla conoscenza geografica e la memoria storica. Fu Federico Ratzel (1844-1904), il grande geografo tedesco "inventore" del termine stesso di Geopolitica, a dare forma analitica a quanto era noto fin dall'antichit: la profonda contrapposizione, espressa in forma mitologica, fra la Terra ed il Mare, tra le potenze prevalentemente rivolte alla conquista territoriale e quelle orientate alla corsa ed al dominio marittimo ed oceanico. Al quale ultimo possiamo oggi affiancare e sovrapporre quello ancora pi "etereo" del cielo ed oltre Quella che potremmo definire la DIMENSIONE VERTICALE della geopolitica moderna. Il LANDMCHTE ed il SEEMCHTE, Potenza Terrestre e Potenza Marittima, sono da sempre in competizione per il dominio. In particolare nei grandi nodi storici, nelle guerre che hanno determinato i destini dei secoli posteriori. Solo per fare alcuni esempi: Sparta ed Atene, Roma e Cartagine, Islam e cristianit, Impero Bizantino e conquista Ottomana, per arrivare all'epoca moderna della contrapposizione tra le TALASSOCRAZIE ANGLOFONE (Impero Britannico e Stati Uniti) ed i tentativi di unit continentale europea; rappresentati e guidati volta a volta (in una marcia da ovest ad est a sua volta opposta a quella verso l'Ovest - il "Far West" della Nuova Frontiera mobile americana) dalla Spagna di Carlo V, dalla Francia di Luigi XIV [il "Re Sole"], dalla Germania guglielmima ed hitleriana, fino alla Russia di Stalin. Quel piccolo gioiello letterario rappresentato da "Land und Meer", di Carl Schmitt, tutto incentrato sulla contrapposizione degli elementi che caratterizza profondamente anche i popoli e le istituzioni di ciascuno, ne informa la Storia e il Mito: "La storia del mondo storia di lotte di potenze marinare contro potenze di terra e di potenze di terra contro potenze marinareSecondo le spiegazioni medievali dei cosiddetti cabalisti, la storia del mondo una lotta tra la potente balena, il Leviatano, ed un animale di terra altrettanto forte, il Behemoth, che viene rappresentato come un toro od un elefante". Mito che ricorda, in coordinazione di rimandi tra una civilt tradizionale e l'altra, alle origini stesse del nome EUROPA, la fanciulla dalla bianca pelle, rapita dalle coste fenice da Giove, sotto forma di toro bianco, che la trasporta sulla sua groppa gettandosi nelle acque del Mediterraneo. Un nome quest'ultimo che un destino, il destino stesso della giovane Europa, la sintesi degli elementi: l'acqua, il mare circondato dalle terre fra tre continenti circondati dal grande "mare Oceano"! La perdita del centro Oltre al genocidio ed etnocidio di centinaia di popoli, una delle tante conseguenze nefaste della presunta "scoperta" (essendo oramai accertata quella vichinga di ben mezzo millennio prima e forse anche altre seguenti) del "Nuovo Mondo" da parte di Colombo, stato il progressivo spostamento economico-politico

della "centralit euro-mediterranea", lo slittamento dell'asse di gravit della civilt eurasiatica verso occidente, l'Atlantico ed il continente americano. Uno spostamento di Potenza che non ancora finito, proseguendo oltre l'estremo limite del "far-west", nel Pacifico fino ad approdare in quell'Estremo Oriente asiatico, che era il vero obiettivo del navigatore genovese e dei suoi avventurieri e religiosi assetati di oro e di anime. Il viaggio di Colombo dunque durato cinquecento anni e si concluso in un naufragio collettivo. Forse non a caso (se mai esso esiste) oggi "navighiamo" virtualmente sulla rete di comunicazione globale,usando una terminologia mutuata dalla talassocrazia e comunichiamo solo nella lingua dei grandi dominatori marittimi degli ultimi secoli. A dominare il globo terracqueo oggi la nuova koin anglofona che estende i suoi tentacoli sulle due sponde del "lago americano" atlantico e che da anche il nome alla NorthAtlantic Treaty Organisation (N.A.T.O.), cio alla organizzazione militare e politica dell'occupazione dell'Europa occidentale, conseguente alla sconfitta di tutti i popoli europei nella II Guerra Mondiale. Sempre tenendo presente che da un'ottica americanocentrica questo lembo occidentale d'Eurasia non che la "quarta sponda" dell' Impero Americano, centrale ai due grandi oceani del pianeta, nonch la testa di ponte di una penetrazione della talassocrazia USA verso il cuore stesso della massa continentale, l'Heartland del geopolitico inglese Sir Halford Mackinder (1861-1947). Egli, nel suo celeberrimo articolo "The geographical pivot of history" (Il pernio geografico della Storia) gi nel 1904 indicava l'obiettivo strategico finale di conquista: la Russia siberiana a cavallo della catena uralica; sintetizzandolo nell'altrettanto celebre formula : "Chi tiene l'Europa Orientale comanda sull'Heartland; chi tiene l'Heartland tiene l'Isola del Mondo [l'Eurasia+Africa]; chi tiene l'isola del Mondo comanda il mondo". L'operazione Overlord, lo sbarco in Normandia del 6 giugno 1944, non si ancora arrestata nella sua strategia globale come negli effetti, a 56 anni dal suo inizio. L'allargamento della NATO ad Est punta al controllo del "cuore mondiale continentale", approfittando del vuoto di potere conseguente all'implosione sovietica, cio alla sconfitta della potenza terrestre russa nella III Guerra Mondiale; "guerra fredda" sul territorio europeo conquistato e spartito, ma confronto sanguinoso per procura nel resto del mondo, tra conflitti interstatuali, guerre "civili" locali, rivoluzioni, invasioni, terrorismo, genocidi, blocchi economici, ricatti finanziari, propaganda ecc La storia mondiale degli ultimi secoli, la sconfitta in guerra della Germania e in "pace" della Russia, le due potenze di terra d'Eurasia, va riletta allora nell'ottica dell'assalto della talassocrazia anglo-americana al Mondo Classico, circondato e strangolato dalle potenze del mare, fino a colpire e conquistare il suo retroterra logistico e strategico pi lontano: il suo "cuore" appunto. Un Mondo, due Mondi, tre Mondi... Fino alla Seconda Guerra Mondiale il mondo era POLICENTRICO, con una serie di grandi potenze coloniali e non, alcune delle quali europee, che concorrevano tra loro nel dominio politico e nell'espansione commerciale. L'esito del conflitto pi esteso e sanguinario della storia, gli accordi di Yalta e la successiva decolonizzazione, la divisione di Berlino, della Germania e dell'Europa tra i due vincitori USA ed URSS, tra talassocrazia atlantica e "tellurocrazia" eurasiatica, hanno generato un mondo BIPOLARE che durato meno di mezzo secolo. Accanto ad esso, ma in subordine, il cosiddetto "Terzo Mondo", quello dei paesi non direttamente inquadrati in una delle due alleanze politico-economico-militari, i quali nella conferenza afroasiatica di Bandung in Indonesia (1955) cercarono di darsi dignit politica in un'alleanza dei "non allineati"; tentativo presto abortito. Il Terzo Mondo, tra guerre, miseria, debito internazionale e corruzione sempre pi sprofondato nel baratro del sottosviluppo accresciuto da un'esplosione demografica esponenziale, scivolando in buona parte nel "Quarto Mondo", specie in Africa ma anche in parte dell'Asia e dell'America Latina, mentre la "forbice" della pauperizzazione mondiale, sia relativa (nei confronti dei paesi industrializzati) che assoluta (all'interno) andava aumentando sempre pi. Al moltiplicarsi dei soggetti politici formalmente indipendenti corrisposta una polarizzazione verso Washington o Mosca, che continuavano la loro partita globale sulla scacchiera della Terra ed oltre, con l'esplorazione galattica e l'ipotizzato "scudo spaziale". Geopolitica: la coscienza dei popoli liberi L'implosione dell'URSS ha sconvolto il quadro del mondo. E, per inciso, la nascita dei nuovi stati e la ripresa dei conflitti anche etnico-religiosi, ha rilanciato lo studio della GEOPOLITICA fino ad allora criminalizzata dai vincitori come "pseudo-scienza nazista"! E' infatti evidente che lo studio della storia dei popoli in relazione allo spazio ed alla posizione geografica pu essere appannaggio solo di popoli e nazioni liberi, SOGGETTI e

non oggetti della Politica, intesa non come piccola politica dei "politicanti" arrivisti ed asserviti, ma come riconoscimento del Destino dei popoli nello spazio geografico e nel tempo storico. Nella sua "Difesa della Geopolitica", il pi famoso geopolitico moderno, il tedesco Karl Haushofer la definiva come "la coscienza dei potenti, per indurli ad agire in favore dei deboli e degli oppressi nella loro lotta per i diritti all'esistenza ed allo spazio sulla Terra", portando proprio ad esempio le lotte di liberazione di Cinesi, Ind, Malesi ecc. contro gli imperialismi che li assogettavano e sfruttavano. Tenere i popoli sottomessi lontano dallo studio geopolitico, coltivandolo invece nei propri centri strategici militari e nelle proprie universit, una delle pi importanti armi culturali di dominazione imperialista americana in Europa e nel mondo. Anche in URSS la geopolitica era assolutamente proibita in nome della dottrina marxista e classista di stato: non ultimo dei motivi del crollo. All'inverso, nell'ottica di tutti i paesi occupati e dei "diseredati della Terra", la Geopolitica assurge ad arma culturale prioritaria per la Lotta di Liberazione, politica, sociale e culturale, come presto vedremo. Mondialismo e globalizzazione La momentanea scomparsa dalla scena del rivale russo ha permesso agli Stati Uniti di affermarsi come UNICA Potenza planetaria indiscussa, in grado di intervenire e colpire in ogni angolo del globo, per assicurarsi posizioni geostrategiche e controllo delle fonti energetiche. E' stato il caso dell'Iraq, del Medio Oriente, dell'Africa e infine della Serbia, direttamente nel cuore dell'Europa. Perch infine ancora e sempre l'Europa, in eventuale alleanza con la Russia, il vero nemico dell'imperialismo talassocratico USA. Per la prima volta nella storia conosciuta esiste una sola Superpotenza dominante tutto il pianeta, sia sotto l'aspetto militare-tecnologico, sia per quello economico e di costume. E' la fase MONOPOLARE, MONOCENTRICA del Capitalismo nella sua estrema dimensione imperialista, economica e geografica. In simile condizione la GLOBALIZZAZIONE dell'economia e della cultura mondiali, lungi dal rappresentare una paritaria possibilit di sviluppo e progresso per tutte le nazioni, non sono che l'estensione della potenza economica americana sul mondo, per mantenere un apparato militare e politico di dominazione, in primis sopra e contro i presunti "alleati" europei di oggi, potenziali concorrenti di domani nell'appropriazione delle risorse del pianeta. L'aspetto ideologico-politico di dominazione della globalizzazione il MONDIALISMO. Un progetto politico globale, cosciente nelle lites etniche, economiche e militari di Washington e New York, portato avanti con biblica, feroce determinazione da almeno due secoli dagli Stati Uniti, "Nuova Israele" (il Destino Manifesto); e che nell'area mediterranea ed eurasiatico-africana fa pernio sull'alleanza con il sionismo israeliano, attualmente alleato alla Turchia, membro avanzato della NATO fra Europa ed Asia, nel cuore del mondo arabo e islamico. Tra l'altro la fine del bipolarismo USA-URSS ha concentrato le differenze mondiali in una nuova forma di bipolarismo: non pi Est-Ovest, ma Nord-Sud. Confronto non tanto politico o militare (data la disparit di forze in campo), ma economico e sociale. Una dimensione non pi in orizzontale ma in verticale della politica internazionale tra un NORD, ricco, opulento, ma in crisi demografica e di valori ed un Sud sempre pi povero, bench in possesso di immense ricchezze, diviso, fruttato ed in esplosione demografica. La qual cosa spiega la migrazione di milioni di uomini e donne da sud e da est a nord, verso il nostro continente. L'Europa occidentale, in tale mutata prospettiva geopolitica, l'angolo del mondo sviluppato pi a diretto contatto con il nuovo terzo e quarto mondo; la prima linea del nuovo bipolarismo sociale globale, sottoposta all'impatto devastante delle contraddizioni capitaliste. E soprattutto completamente decentrata dal suo centro d'interesse geopolitico, ma al contrario appiattita sull'interesse geopolitico ed economico internazionale della talassocrazia americanocentrica dominante sul Continente Antico. Occidente contro Europa Durante il periodo della "guerra fredda" la propaganda americana ha diffuso l'idea che l'Europa atlantica facesse parte di un immaginario "Occidente" da contrapporre ad un Oriente comunista che iniziava subito al di l della cosiddetta "cortina di ferro". Ovviamente gli americani restavano in Europa ed in Asia solamente per difendere le nazioni dall'invasione comunista, dalle "orde rosse d'oriente"; baluardo atomico contro la Russia e la Cina. Corea docet! La tragica vicissitudine del Vietnam, l'esperienza cubana, il golpe cileno e tanti altri avvenimenti servirono a smascherare questa invenzione propagandistica senza riscontro nella realt storica e geografica. Specie di fronte alle ignominiose fughe con relativo abbandono degli alleati nelle mani dei vincitori. E a maggior ragione oggi che l'URSS e il Patto di Varsavia si sono dissolti come

nebbia al sole. Tuttavia la NATO, lungi dal seguirne l'esempio, essendo venuta meno la sua stessa ragione d'esistere, non sono non si sciolta a sua volta, ma si espande sempre pi ad oriente ed ha finito per sostituire le stesse Nazioni Unite negli interventi mondiali naturalmente sempre "umanitari"! A maggior dimostrazione che questa "alleanza militare" serviva e serve soprattutto a tenere soggiogata l'Europa intera al dispotismo statunitense, sotto la bandiera di un "occidente" immaginario: un occidente che quindi il Nemico giurato dell'Europa e della sua unit geopolitica e storica, dopo cinquanta anni di divisione imposta. La migrazione dei popoli come strumento mondialista di dominazione Come colonia americana Europa, ed Italia in particolare, pagano ancora una volta il costo della subordinazione agli interessi geo-economici e geostrategici della potenza colonizzatrice occupante. La migrazione di interi popoli, sradicati dalla loro terra e dalle proprie culture e tradizioni, il dramma evidente di questo inizio del XXI secolo cristiano, ma anche funzionale agli interessi delle oligarchie finanziarie dominanti ed al progetto globale del Mondialismo nelle sue varie espressioni. Il "Pensiero Unico" alla base del progetto, persegue coscientemente lo sradicamento dei popoli, sia di quelli che migrano sia di quelli che ricevono l'ondata migratoria. Inoltre l'immissione sul mercato del lavoro di manodopera a basso costo e senza protezione sociale o garanzie giuridiche permette di abbassare il livello salariale e sociale dei lavoratori europei, innestando una folle lotta sociale tra i poveri del Sud del mondo e le classi subalterne del Nord europeo, che devia l'attenzione dal vero obiettivo, dal Nemico Oggettivo di entrambe. La Globalizzazione del mercato del lavoro favorisce solo i ricchi dei paesi ricchi e dei paesi poveri, corrotti satrapi del Potere Mondialista usurocratico, a danno dei poveri di entrambe i poli mondiali, e di tutte le nazioni nel loro insieme. Ma intanto la situazione mondiale si modifica rapidamente e sembra oramai ineluttabile che anche il il modello imperialista USA di capitalismo monocentrico ruotante sull'asse atlantico, stia entrando in una crisi irreversibile. La nuova fase POLICENTRICA dello Stato Imperialista delle Multinazionali La globalizzazione dei mercati, la fine del bipolarismo est-ovest, la contrapposizione economica e sociale di interessi tra Nord e Sud del mondo, ma anche all'interno del mondo capitalista (Europa a guida tedesca dopo la riunificazione, Giappone), l'emergere di nuovi poli politici ed economici, ma anche atomici e demografici a dimensione internazionale (Cina, India, Iran ecc), persino una certa tendenza neoisolazionista all'interno dello stesso impero americano, sono altrettanti fattori che stanno mettendo rapidamente in crisi il monocentrismo nordamericano. "La cosiddetta globalizzazione, accompagnata dal pensiero unico - in definitiva la rimondializzazione capitalista appoggiata dall'deologia neoliberista, propagandata dalla cultura cosmopolita di sinistra e, quando ci non bastasse, imposta a suon di bombe - l'assetto mondiale pi confacente al monocentrismo imperialistico statunitense, per il momento non sufficientemente intaccato dal risorgere di un policentrismo capitalistico e grande-imprenditoriale" (G. La Grassa). La fine dell'impero sovietico, dopo il primo momento di euforia per la vittoria assoluta, pone gli Stati Uniti nella necessit di sostenere con le proprie forze il ruolo di "poliziotto mondiale" per conto di quel Potere Mondialista Industrial-finanziario che una volta veniva definito Stato Imperialista delle Multinazionali (SIM). Multinazionali sempre pi orientate alla creazione di grandi cartelli monopolistici, di concentrazioni oligarchiche che intervengono direttamente e massicciamente nella determinazione delle scelte economiche e politiche degli stati grandi e piccoli, sviluppati e non. Un fenomeno che si riflette, per esempio, nella liquidazione dei mediatori politici tra Capitale e cittadini e nell'assunzione diretta del potere politico da parte di economisti e finanzieri per conto delle lobbies internazionali d'affari. Come sempre il Capitale non conosce n patrie n confini. I grandi capitalisti e le loro corti mediatiche (la Razza Padrona) non sono n europee, n asiatiche e neanche americane, bens "apolidi" (di lusso), cosmopolite, internazionaliste di fatto e di cultura. Definire un capitalista come italiano, inglese, francese, giapponese o anche americano una contraddizione in termini. Come tali essi sono gli avversari "istituzionali" di tutti i popoli, di tutte le nazioni, a cominciare da quelle nelle quali casualmente ebbero i natali. E chi patria non l'ha avuta per millenni favorito dalla sua condizione di "apolide mentale" originario! Un NUOVO POLICENTRISMO CAPITALISTA, ancora in nuce, rappresenta il futuro del XXI secolo.

Scontro di Civilt sulla Grande Scacchiera I pi avvertiti politologi e studiosi di strategia mondiale americani come, per esempio, Samuel P.Huntington o l'ebreo americano di origine polacca Zbigniew Brzezinski hanno gi disegnato il quadro generale dei futuri processi aggreganti e le relative conflittualit inter-continentali del futuro prossimo. E se quest'ultimo delinea senza tante perifrasi le linee di tendenza della politica estera USA in funzione ANTI-Eurasiatica, l'Huntington, studioso della morfologia delle grandi civilt (sulla linea di pensiero dei vari Toynbee, Weber, Sorokin, Spengler, Durkheim, Braudel e via elencando) dipinge un mondo conflittuale concentrato attorno a pochi poli autarchici a dimensione geopolitica continentale nel suo magistrale "Lo scontro delle Civilt e il Nuovo Ordine Mondiale"; senza peraltro neanche minimamente citare l'opera di Haushofer e la sua suddivisione mondiale in Eurafrica, Panrussia, Panamerica ecc Un silenzio significativo In ogni caso il vecchio modello statuale nazionalista ottocentesco ha fatto il suo tempo, specie da quando l'Europa stata eliminata dallo scacchiere mondiale e le due "guerre civili europee" poi mondiali l'hanno a sua volta ridotta interamente al rango di colonia sotto la bandiera a stelle e strisce. Nessun stato europeo, Russia e Germania comprese, possono pensare di competere con la talassocrazia americana sui mercati mondiali e negli scacchieri politici internazionali. Al contrario, la tendenza attuale verso la riscoperta delle "piccole patrie", le lingue e culture minoritarie all'interno degli stati nazionali. Una LOCALIZZAZIONE oramai cos diffusa nella coscienza dei popoli da far coniare il neologismo politico di GLOCALIZZAZIONE, SINTESI DI Globalizzazione+Localizzazione appunto. Tutte forme aggregative che comunque non potrebbero mai competere con i grandi colossi politici mondiali. Al contrario, per tutto quanto si detto finora circa gli interessi geopolitici prevalenti dell'imperialismo americano trionfante, gli attuali governi europei non sono che i fedeli esecutori della strategia mondialista. Dobbiamo considerare quasi TUTTI i partiti, i sindacati, gli imprenditori, gli uomini politici del continente come GOVERNANTI COLLABORAZIONISTI DELL'OCCUPANTE AMERICANO sul suolo d'Eurasia, dall'Atlantico al Pacifico: ed agire conseguenzialmente a questo imprescindibile assunto dettato sia dalla storia recente che dalla geografia di sempre. E siccome abbiamo visto che gli interessi del colosso americano sono sempre pi in rotta di collisione con quelli dell'intera massa continentale eurasiatica e del resto del mondo ridotto alla fame, la logica conseguenza, almeno per chi non accetta l'idea stessa di Mondialismo politico e Globalizzazione economica e culturale, non pu che essere una ridefinizione della divisione mondiale di ruoli, propedeutica ad una LOTTA DI LIBERAZIONE CONTINENTALE E MONDIALE. Il nuovo bipolarismo: Eurasia>America La Mondializzazione, fra tanti danni, errori ed orrori, ha prodotto almeno un fenomeno positivo: la fine del centralismo geopolitico americano-atlantico i cui germi erano partiti proprio dall'Europa sulle caravelle di Colombo. In un mondo globalizzato ed economicamente policentrico, gli Stati Uniti non rappresentano pi il centro geografico ed il "preteso baluardo della libert"; l'"Occidente libero" in competizione con le dittature europee ed asiatiche. Al contrario la natura aggressiva dell'imperialismo americano, quale supporto armato allo sfruttamento capitalista dei popoli e dei continenti oramai sotto gli occhi di tutti. Almeno di quelli che vogliono vedere! In tale mutamento di prospettive l'Europa pu tornare ad essere il CENTRO propulsore, l'Impero di Mezzo, l'Isola del Mondo con il suo mackinderiano Hearthland geopolitico a cavallo di due continenti. L'Europa di cui parliamo non ovviamente il piccolo lembo occidentale della penisola eurasiatica che si protende tra Baltico, Mare del Nord, Atlantico e Mediterraneo. Tantomeno essa si riduce alla attuale U.E., l'Europa di Maastricht, dei banchieri e dei bottegai, l'Europa succube dell'occupante d'oltre Oceano, l'Europa del fragile euro fatto di vento, pronto ad integrarsi al dollaro in un nuovo "NAFTA atlantico." L'Europa Unita non potr che essere a DIMENSIONE CONTINENTALE, comprendendo quindi l'attuale Federazione Russa, che a tutti gli effetti europea, ma non solo. L'Europa del XXI secolo potr avere un futuro nella prossima competizione planetaria solo se sapr essere autarchica, indipendente e armata. La nostra Europa va dall'Atlantico al Pacifico, da Reykjavik a Vladivostok, la "capitale d'oriente", dalla Groenlandia alla Kam?atka, da Thule allo stretto di Bering. La sua stessa esistenza rappresenterebbe la riproposizione nel Terzo Millennio cristiano dell'eterno scontro tra il Mare e la Terra, tra le talassocrazie atlantiche e l'Impero terrestre eurasiatico, tra "occidente" e mondo tradizionale, tra l'Ovest del tramonto e delle tenebre e l'Est della Luce che risorge; in una parola tra imperialismo moderno ed Impero eterno: due termini, due realt, due scelte totalmente antitetici.

"Teoria dei Tre Mondi" e Quadricontinentale: tra fede e politica Ma in termini di Unit Geopolitica l'Europa partecipe anche di una UNITA' MEDITERRANEA, essendo questo mare da sempre, come abbiamo gi sottolineato all'inizio, un tutt'uno con la storia europea. Del resto i geopolitici hanno da tempo notato che il vero confine tra mondo arabo-islamico e "Africa Nera" passa su un altro mare: quello di sabbia del Sahara, ben pi ostile e impenetrabile dell'altro. Per l'Europa unita, la fusione con la sua parte orientale russa e la stretta collaborazione con il suo sud mediterraneo rappresenterebbe la soluzione di tutti i problemi economici e sociali: da quello delle materie prime ai problemi migratori, dalla questione dello SPAZIO VITALE a quella correlata della POTENZA, dallo spazio di difesa da aggressioni esterne fino alla soluzione della crisi demografica. Soprattutto, l'Europa Unita rappresenterebbe L'AVANGUARDIA RIVOLUZIONARIA, necessaria ed indispensabile nella LOTTA DI LIBERAZIONE dei popoli dall'imperialismo capitalista americano-sionista. Un ruolo che, a sua volta, necessario all'Europa medesima per raggiungere la propria indipendenza e garantirla in avvenire. Il nuovo bipolarismo mondiale infatti presuppone l'esistenza di un Terzo Mondo, quello del SUD attuale, il mondo oggi "in via di sottosviluppo": il mondo degli sfruttati e degli espropriati, dove paesi possessori di immense ricchezze e variet di colture (oltre che di culture) sono abitati da masse di disperati, affamati, "diseredati" della propria dignit umana prima ancora che della vita stessa. E' qui il nuovo serbatoio mondiale del sottoproletariato funzionale all'economia capitalista globalizzata, che manovra masse umane sradicate dalla propria terra e cultura per gettarle, anche come arma di ricatto sociale, sul mercato europeo del lavoro. Questo Terzo Mondo, ridefinito nelle future geostrategie globali, a sua volta destinato ad integrarsi in varia forma attorno a nuovi centri aggreganti, veri e propri Stati-Guida, sulla base di nuove ideologie portanti, siano esse di carattere politico, economico, religioso o quant'altro, poco importa. Basti pensare al mondo sino-nipponico, con la sua tradizione millenaria di unit culturale, all'India, un subcontinente geopoliticamente ben definito e religiosamente identificato pur nella multiforme polifunzionalit del suo Panteon divino. Per non parlare dell'Islam, rinato a nuova vita e a dignit politica per merito della pi grande rivoluzione della fine del secolo, la rivoluzione iraniana guidata dall'Imam Khomeini. A differenza di quanto supponeva il pensiero laico e materialista del XIX e XX secolo, l'anelito religioso profondamente radicato nell'animo degli uomini e dei popoli tutti; esso si traduce per le masse in forme istituzionalizzate storiche che interagiscono con la politica degli stati e nello spazio geografico. La religione istituzionalizzata ha un ruolo decisivo nelle scelte politiche, pro e contro il mondialismo e la globalizzazione, pro o contro capitalismo ed imperialismo. Ma una dicotomia di posizione che solo in parte passa tra religione e religione, e molto pi spesso "taglia" all'interno ogni forma religiosa ed ogni istituzionalizzazione del sacro. Se anche Giudaismo e Cattolicesimo, Protestantesimo e persino Buddhismo tibetano o Islam waabita, hanno di recente favorito e pesantemente supportato l'azione dell'imperialismo materialista americanocentrico, pure all'interno delle varie manifestazioni religiose ci sono ancora uomini e Ordini che si riallacciano ai Valori Tradizionali anti-modernisti e respingono la globalizzazione ed il meltingpoot delle fedi ridotte a prodotto omogeneizzato, uguale per tutti. Mentre Induismo, Islam shiita e in parte sunnita, Ortodossia cristiana d'Oriente, Shintoismo e religioni tradizionali autoctone sembrano offrire maggior resistenza alla globalizzazione. Alla fine tutte comunque dovranno schierarsi e scegliere nel momento del confronto decisivo sempre pi prossimo. I veri "nemici della Fede", di tutte le fedi sono i sostenitori del Pensiero Unico Mondialista, anche e soprattutto quelli che lo nascondono sotto parvenze di religione "tollerante" e mondanizzata. La sincerit delle lites e delle loro teorie religiose si misurer in futuro solo attraverso lo schierarsi, con le altre forme religiose tradizionali, dalla parte della Liberazione spirituale e materiale dei popoli o al servizio dell'ideologia materialista di oppressione capitalista. L'Europa Unita allora, anche in considerazione del suo passato coloniale come del suo presente da colonizzata, dovr farsi carico della liberazione dei popoli dal NEO-COLONIALISMO americano, che le si sostitu in Africa ed Asia, dopo l'invasione ed occupazione dello stesso territorio europeo. LA LOTTA QUADRICONTINENTALE DI LIBERAZIONE, comprender l'Europa, l'Asia, l'Africa e l'America Latina. Questo sar il nuovo interNazionalismo dei popoli a dimensione pluricontinentale. Essa avr contro il vero ed unico Nemico Oggettivo di tutti i popoli, di tutte le nazioni e stati su tutti i continenti: l'imperialismo talassocratico americanosionista, profondamente intriso di razzismo biblico e messianismo apocalittico, quale supporto del Capitalismo globalista dello SIM, supportato dall'ideologia cosmopolita/internazionalista del Mondialismo

LA DOTTRINA DELLE TRE LIBERAZIONI La conseguenza pi che logica necessaria di quanto esposto sopra circa l'analisi geopolitica della situazione mondiale e del suo futuro per l'Italia e l'Europa una ed una soltanto: la LOTTA DI LIBERAZIONE. Lotta di Liberazione a tre livelli: LIBERAZIONE NAZIONALE, LIBERAZIONE SOCIALE, LIBERAZIONE CULTURALE. Liberazione a dimensione continentale eurasiatica, che prenda coscienza della globalizzazione del problema. E' infatti impensabile, data la sproporzione di forze in campo, immaginare che i vecchi stati nazionali europei singolarmente presi, e sempre che ne avessero la volont, siano in grado di liberarsi dall'occupazione straniera e contrastare la globalizzazione ed il Progetto Mondialista. L'autarchia polarizzata su alcuni soggetti politici unificanti prevista, dall'Huntington e molto prima da Haushofer, pu esistere oggi solo a dimensione geopolitica e geoeconomica continentale. Come ci insegna la Geopolitica del resto, gli interessi strategici delle potenze egemoni(che) NON sono gli stessi dei popoli sottoposti a tale egemonia; sono interessi diversi che solo occasionalmente possono coincidere, ma nella stragrande maggioranza dei casi divergono e spesso si scontrano. Gli interessi dell' intera Europa, dall'Islanda al Pacifico settentrionale e sotto qualsiasi regime o ideologia, sono sempre pi in rotta di collisione con quelli della potentissima ma fragile talassocrazia nord-americana, a sua volta contrapponentisi a quelli del resto del mondo, ad iniziare dall'America meridionale. Ma il problema sar globale anche nel senso che non potr esistere vera Liberazione la quale non abbracci contemporaneamente i tre aspetti, nazionale,sociale e culturale della COMUNITA' DI POPOLO ORGANICAMENTE INTESA, vivente in uno spazio geopolitico. UNA COMUNITA' DI DESTINO pienamente cosciente della sua Storia, della sua posizione geografica, della sua proiezione metapolitica. La Dottrina delle Tre Liberazioni stata da noi ampiamente elaborata nell'omonimo documento, a cui rimandiamo per ulteriori approfondimenti. In questa sede ci limiteremo ad esporne le linee fondanti. UNITA' E "TRINITA'" DELLA LOTTA DI LIBERAZIONE La Liberazione Nazionale E' l'assunto fondamentale, fondante, primario e prioritario di ogni liberazione dell'uomo in quanto "animale sociale" e della comunit nel suo complesso. Non ci pu essere libert di alcun genere, a cominciare dai diritti personali, civili, patrimoniali, familiari ecc. in una qualsivoglia organizzazione societaria succube della volont altrui, di un dominio straniero, imposto con l'occupazione militare prima e politico-culturale oltre che economica poi. Si noter del resto che parliamo di Liberazione e non di LIBERTA' proprio perch quest'ultima sarebbe un dato acquisito, "la condizione di chi gi libero", mentre la nostra libert ancora tutta da conquistare. In tale logica vengono anche a dissolversi le differenziazioni politiche e sociali interne. "Destra" e "Sinistra", per quanto ancora possano valere certe terminologie settecentesche, si dovranno rapportare soltanto in relazione alla posizione che partiti e movimenti, sindacati e libere organizzazioni avranno rispetto alla lotta di liberazione. E', per esempio, un dato di fatto confermato anche da eventi recenti (come l'aggressione americana nei Balcani alla Yugoslavia) che quasi tutte le forze politiche parlamentari, i partiti ma anche i sindacati, sono oggettivamente COLLABORAZIONISTI DELL'OCCUPANTE AMERICANO; e come tali vanno considerati dalle forze di liberazione europee. Una Liberazione "DA", certo, ma anche una Liberazione "PER" qualcosa: una LIBERAZIONE CREATIVA, per realizzare nella Storia, cio nel Tempo e nello Spazio geopolitico quell'Unit Continentale Eurasiatica (Europa intera attuale + Federazione Russa) che sola ci potr permettere di mantenere un'Identit, sia come popolo che come singoli Uomini liberi. L'alternativa l'ANNIENTAMENTO di entrambe condotto scientemente dal Progetto Mondialista che ci vuole schiavi, semplici unit indifferenziate di lavoratori-riproduttori-consumatori, macchine da fatica e tubi digerenti, fino all'eliminazione fisica in quanto non pi funzionali al Grande Progetto millenario dei poche "Eletti". In pratica l'ETNOCIDIO europeo prima e il suo GENOCIDIO poi. La Liberazione Sociale La Seconda Liberazione, anche in una visione globale di GEOECONOMIA mondiale, come ovvio strettamente correlata alla prima, anche perch nel mondo moderno il fattore economico ha prevalenza assoluta su tutto: non ci potrebbe essere speranza di Liberazione nazionale europea se non ci fosse una prospettiva possibile di LIBERAZIONE ECONOMICA e SOCIALE. Primo imperativo: rompere il rapporto di dipendenza del paese dall'economia globalizzata. Che vuol dire: la disintegrazione del Sistema Capitalista Mondialista , l'uscita dal FMI, dalla Banca Mondiale, dall'economia basata sul dollaro, l'azzeramento del

debito internazionale, senza rimborso di interessi e di capitali, peraltro gi abbondantemente strapagati dai popoli dissanguati dal Sistema Usurocratico della Finanza mondiale. Tutto ci suonerebbe pura utopia idealistica, senza basi e senza speranza, se non fossimo assolutamente sicuri (anche in base alla Cultura Tradizionale di cui siamo umilmente portatori) della prossima, inevitabile IMPLOSIONE di un Sistema che si autodivora a velocit esponenziale. L'unico vero problema semmai di non restare travolti dal crollo prossimo venturo. Pierre Thuillier ne ha magistralmente tracciato le linee nel suo famoso testo intitolato appunto: "La Grande Implosione: rapporto sul crollo dell'Occidente 1999-2002". La Nuova Autarchia in un Mondo multipolare L'unica soluzione per la sopravvivenza stessa dei popoli d'Europa e del mondo intero sar allora, come dicevamo, l'AUTARCHIA CONTINENTALE GEOECONOMICA dell'Eurasia. La tecnologia, le menti, il capitale europeo uniti ai grandi spazi siberiani, ricchissimi di materie prime e possibilit d'insediamento, ci indicano la direzione di marcia verso la salvezza, il "ritorno alla Luce del Nord e dell'Est", alle Origini polari stesse dei popoli eurasiatici: il nostro "Far-Est"! Ma anche il Sud del mondo, con cui convivere in armonia e collaborazione, risolvendo per di pi l'annoso problema migratorio con lo sviluppo reale di quei popoli cos ricchi di spazio e materie prime eppur cos diseredati di tutto dal Sistema Mondialista, da dover emigrare in Europa. Del resto l'Italia, come abbiamo sottolineato nelle pagine precedenti, in particolare, per la sua posizione geografica, il perno stesso di quella unit geopolitica che il Mediterraneo. La nostra penisola, se libera, rappresenterebbe anche la terra di collegamento tra Europa dell'ovest e dell'est, tra nord e Balcani e, soprattutto anello di congiunzione, ponte storico e geografico tra due realt geopolitiche limitrofe: Eurasia e Africa, specie Magreb e Medio Oriente. Un ruolo geopolitico che attualmente, come occupati, ci riduce a "portaerei americana" nell'ex "Mare Nostrum", retroterra logistico per le aggressioni USA ai nostri fratelli europei e mediterranei. Un mare dominato da una marina ad esso estranea e con al suo estremo, all'incrocio di tre continenti, il bastione militare sionista integrato agli Stati Uniti. Il problema sociale Non ci potr mai essere Liberazione Nazionale dall'occupante esterno, se non accompagnata all'interno dalla LIBERAZIONE SOCIALE del Popolo organicamente inteso. Il sistema capitalista dovr essere liquidato all'interno dei singoli paesi come residuo di un passato folle e barbaro di dominazione del denaro sull'uomo. I grandi capitalisti non sono altro che dei "Corruttori di popoli", degli apolidi di lusso, sanguisughe e vampiri che si nutrono del sudore e del Lavoro Produttivo dei singoli e delle Nazioni nel loro insieme. Lo ribadiamo ancora una volta: non esistono capitalisti, finanzieri e banchieri italiani, francesi, tedeschi, inglesi, giapponesi o anche americani, e via elencando; bens esistono solo grandi-capitalisti Mondialisti, cosmopoliti nell'animo e nella vita reale, nemici tutti dei rispettivi popoli, delle nazioni di cui hanno il passaporto (spesso pi di uno). La mentalit capitalista, le cui origini furono cos ben individuate negli studi di Sombart e Weber, deve essere considerata a tutti gli effetti un'aberrazione mentale, una patologia unicentrica ossessivo-compulsiva, una peste bubbonica che ha infettato il mondo intero, un cancro che uccide le risorse del pianeta, anzi la Terra medesima, divorandone l'habitat e le risorse, inquinandone irrimediabilmente aria, acqua, terra, flora, fauna e 6 miliardi di persone. Le Tre Propriet Un serio piano anticapitalista contro la Crisi Globale Mondialista alle porte dovr essere quanto mai radicale; e la prima esigenza di Liberazione Sociale deve passare per un cambiamento radicale di mentalit rispetto a Propriet e Lavoro. Se sul piano dei rapporti con il SIM (Stato Imperialista delle Multinazionali) si prevede la pura e semplice ESPROPRIAZIONE COMUNITARIA di beni, propriet e servizi dell'occupante "economico-sociale", la Nazionalizzazione di Banche, Trust, Assicurazioni, Multinazionali, grandi concentrazioni industrial-finanziarie ecc.. la politica interna dovr ricostruirsi sulla base di TRE TIPI DI PROPRIETA': LA PROPRIETA' NAZIONALIZZATA, LA PROPRIETA' SOCIALIZZATA, LA PROPRIETA' PRIVATA A FINE SOCIALE. 1)- La propriet nazionalizzata si riferisce a tutti quei beni e servizi che concernono la Comunit Nazionale nel suo insieme, quindi anche ma non solo tutti i cittadini che ne fanno parte. Oltre banche, assicurazioni, grandi industrie, tutto quel che riguarda le fonti energetiche, le materie prime, i servizi pubblici, i trasporti e le telecomunicazioni, l'informatica, l'industria bellica, il vettovagliamento essenziale, i materiali e prodotti

strategici, la scuola, la salute, eccecc Insomma tutto ci che rientra nel pubblico interesse e nella difesa della patria da ogni forma di influenza esterna. 2)- La propriet socializzata si applica ovunque nel mondo del lavoro siano in gioco gli interessi e l'opera dei lavoratori stessi, di quel determinato settore in cui sono impiegati. Esclusi i settori del primo punto. Con la partecipazione azionaria e la gestione diretta partecipativa, tutti i lavoratori diventeranno essi stessi proprietari in solido dell'impresa. Che assicuri a loro ed alle famiglie una vita ed una vecchiaia serene, dignitose e felici. Con particolare attenzione alla sicurezza e garanzia del lavoro stesso per tutti ed alla QUALITA' della vita in un habitat rigenerato. 3)- La propriet privata, a fine sociale. Il Comunitarismo garantisce ad ognuno la propriet privata dei beni e, in parte, di alcuni mezzi di produzione, che completano la sfera della personalit umana. Tuttavia la propriet privata non solo, ed lapalissiano, non dovr mai andare contro l'interesse generale della Comunit di appartenenza, ma anzi, al contrario, dovr avere fine sociale, favorendo con l'interesse del singolo quello dell'insieme; es. la casa non lasciata sfitta o la piccola industria che non inquini. Pena l'immediato esproprio. Finch ci sar anche una sola persona senza lavoro, senza casa, senza istruzione, senza assistenza sanitaria e sociale, senza alimentazione garantita e sana, non ci sar ancora uno stato civile degno di questo nome. La Liberazione Sociale marcia di pari passo con la liberazione nazionale dei popoli. E con la loro LIBERAZIONE CULTURALE. La Liberazione Culturale Una delle forme pi subdole, pericolose e durature di dominazione straniera su un popoli quello della dominazione in campo culturale, nell'accezione pi estesa del termine. Fino ad arrivare a quello che stato definito l' ETNOCIDIO di un popolo; cio la distruzione della sua cultura, della sua lingua e tradizione, della sua storia e della sua coscienza geografica, della Posizione e dello Spazio occupato nel consesso dei popoli del mondo. Distruzione che prepara spesso un genocidio reale. Anche l'aborto indiscriminato serve allo scopo. La criminalizzazione della Geopolitica servita per quasi cinquant'anni come strumento di dominazione straniera, per far perdere agli europei la coscienza stessa della loro identit e posizione, oltre che storia, a tutto vantaggio della potenza imperialista occupante. Una delle forme per la dominazione geopolitica del mondo. Da 55 anni gli europei e gli italiani in particolare "pensano americano". Fin da piccoli siamo stati allevati a musica americana, cinema e tv americane, moda e cibi americani, dobbiamo conoscere il basic english della nuova koin mondiale anche per comunicare tra noi e il mondo; l'America "fa tendenza" sempre e comunque. E quando non ci riesce usa le bombe. E soprattutto l'Americanismo ha fatto la storia e la geografia per tutti noi; in particolare quella del secolo oramai al tramonto. Storia di "eroici giovani americani che lasciano le loro case, i padri fieri e le mamme piangenti, per venire a liberarci da terribili tiranni, rossi, neri o verdi - fascisti, marxisti e marziani compresi - che volevano conquistare il mondo" (quello che, guarda caso, poi hanno conquistato proprio gli americani, novelli israeliti dal "Destino Manifesto")! "Notre Europe" E' GIUNTA L'ORA DI LIBERARCI DEI "LIBERATORI"! Di rimandarli a casa mammine, con le loro gambe o anche senzacome preferiscono. E' giunta, da subito, l'ora di ritrovare le nostre radici, latine e germaniche, celtiche e vichinghe, slave ed ugrofinniche, indoeuropee ed eurasiatiche; l'ora di recuperare la nostra MEMORIA STORICA assieme alla nostra COSCIENZA GEOGRAFICA, per ottenere la LIBERTA' POLITICA e la DIGNITA' SOCIALE. "L'Europa un luogo geopolitico, ma anche un luogo dell'anima, un Mito capacitante che continua a suscitare, all'alba del nuovo millennio, una Volont pi forte delle contingenze storiche del momento e che si riaffaccia continuamente nei secoli come realt positiva, da realizzare come NECESSITA' per tutti i popoli che la abitano" (da "La Dottrina delle Tre Liberazioni"). L'Europa stata da sempre simbolo di Cultura e Civilt, contrapponentesi alla spengleriana civilizzazione americana, di quell'America che nata come "pattumiera dell'Europa". Europa Imperiale e quindi antimperialista. Europa oggi: angolo sudorientale del "Nord" ricco del mondo, periferia esposta dell'impero americano, sempre pronto a sacrificarla, anzi"liberarla" dei suoi stessi abitanti in nome di un sanguinario dio di vendetta, ridotto ad occhio minaccioso al centro di un triangolo: il Dio Dollaro e i suoi empi sacerdoti e leviti dalle mani e dalle vesti lorde di sangue innocente. Europa domani: Nuovo Asse del mondo, baricentro di Potenza, avanguardia

quadricontinentale delle lotte di Liberazioni continentali che saranno il destino del XXI secolo. La Cultura come arma di lotta rivoluzionaria Il Grande Timoniere della Cina moderna, il Presidente Mao Tse-Tug stato uno dei maestri di lotta e pensiero del secolo. Ed aveva ben compreso il ruolo rivoluzionario della cultura. Come l'Imam Khomeini lo comprese per la religione. In ordine temporale la nostra RIVOLUZIONE CULTURALE di LIBERAZIONE il primo impegno da intraprendere, per risvegliare i nostri popoli da un secolo di droga mentale e fisica, di incubi della Ragione e disperazione della Fede nel futuro. Ma sia chiaro che parliamo di Cultura etimologicamente intesa; noi vogliamo "coltivare" il nostro popolo, restaurare la vera Cultura Tradizionale. Non ci interessa la "cultura per la cultura", il vuoto nozionismo universitario. La nostra cultura, che sangue e spirito, sta a quella accademica nello stesso rapporto antitetico con cui la Geopolitica sta alla geografia scolastica fatta di "cinque continenti". Non crediamo, non abbiamo mai creduto ai falsi profeti della rassegnazione, della sconfitta, della capitolazione, della resa a discrezione, del pentitismo, dell'inutilit della politica militante fra il popolo e sul territorio, per favorire sterili cenacoli intellettualistici; sempre in attesa di un distratto gesto di condiscendente riconoscimento da parte dei "Soloni" della pseudocultura dominante del Pensiero Unico mondialista, in tutte le sue forme e manifestazioni. Ripetiamoci fino alla noia: anche i pi seri "imput" culturali, metapolitici non hanno valore se sono scissi dal Politico, non funzionali allo scopo finale : la Liberazione della Comunit Nazionale dalla colonizzazione culturale e politica. La nostra vera " Universita' ", d'estate, d'inverno, in ogni stagione, dev'essere in mezzo al popolo, ad insegnare ed imparare, a predicare la Liberazione Integrale e apprenderne le vie di realizzazione. Le Tre Liberazioni, alla luce della Dottrina Geopolitica di analisi dei rapporti internazionali ed interni dei popoli e continenti, non possono esistere separatamente l'una dall'altra. Esse sono strettamente correlate, interdipendenti ed interagenti. Rappresentano la scelta dell'avvenire di un'Europa libera che riscopre la trifunzionalit delle sue categorie tradizionali: il Sacerdote, il Guerriero, il Contadino, nelle moderne vesti di Sapiente, Militante, Produttore. Nel segno della prisca Roma di Juppiter/Mars/Quirinus; della seconda Roma: Costantinopoli-Bisanzio-Istanbul, pagana, cristiana, islamica. E alfine della Terza Roma: Mosca Europea, Asiatica, Universale. E' LA NUOVA TRINITA': DELLA RESTAURAZIONE DELL'UOMO INTEGRALE, DELLA RESURREZIONE DEI POPOLI, DELLA RISCOPERTA DEI CONTINENTI, ALL'ALBA DEL TERZO MILLENNIO.

LA DOTTRINA DELLE TRE LIBERAZIONILibert va cercando ch s cara, Come sa chi per Lei vita rifiuta. Dante Alighieri

Premessa La Libert parte stessa dellEssenza e dellesistenza di un uomo, come di un popolo; dogni Uomo e dogni Popolo in quanto tali. Tant vero che viene oggi considerata un Diritto fondamentale di ogni cittadino e fin dalla pi remota antichit la differenza sostanziale tra gli uomini era appunto rappresentata dalla facolt o meno di poter disporre liberamente di se stessi e dei propri beni. In mancanza di essa si cadeva in schiavit, nella disponibilit quindi di altri che potevano disporre a loro piacimento e spesso capriccio della persona dello schiavo, fino a privarlo della vita stessa. La schiavit nel mondo stata abolita ufficialmente da meno di un secolo e mezzo, a parte casi pi recenti, ma solo per essere spesso sostituita da forme pi larvate e subdole di dominazione praticamente totale ed assoluta su uomini, popoli, nazioni, interi continenti, fino ad avviluppare lintero globo. Dominazione militare, economica, politica, religiosa, psicologica, culturale ed al giorno doggi persino biologica, informatica, ambientale ecc Sulla natura ed il contenuto della libert, come sui suoi limiti si sono misurati per millenni gli intelletti pi acuti dei filosofi, nel senso etimologico del termine. Le tre Liberazioni La Dottrina delle Tre Liberazioni, che possiamo anche definire Dottrina della Liberazione Integrale, intende trattare gli aspetti COMUNITARI della libert delluomo, inteso non come singolo individuo, bens quale Persona; non Monade isolata e conclusa, ma parte organica di un tutto, membro attivo e cosciente, funzionale alla Comunit. Essa tratta quindi della LIBERAZIONE NAZIONALE, LIBERAZIONE SOCIALE E LIBERAZIONE CULTURALE. Partendo da una Visione Tradizionale anagogica, organicistica ed olistica dellesistenza, si intende quindi analizzare la libert (o la sua mancanza) ed i limiti della stessa concernenti i vari aspetti dellUomo come essere SOCIALE: indissolubilmente legato sia da vincoli di sangue, che di cultura e di relazioni sociali, cio