Medjugorje Apparizioni mariane e mondo globale · nei confronti delle apparizioni di Lourdes ......

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UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PALERMO FACOLTÀ DI LETTERE E FILOSOFIA _____________________________________________________________ CORSO DI LAUREA IN LINGUE E LETTERATURE STRANIERE Medjugorje Apparizioni mariane e mondo globale Tesi di Laurea di Giuseppe Daniele Perniciaro Relatore Prof.ssa Fatima Giallombardo ______________________________________________________ ANNO ACCADEMICO 2003-2004 1

Transcript of Medjugorje Apparizioni mariane e mondo globale · nei confronti delle apparizioni di Lourdes ......

UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PALERMO

FACOLTÀ DI LETTERE E FILOSOFIA

_____________________________________________________________

CORSO DI LAUREA IN LINGUE E LETTERATURE STRANIERE

Medjugorje

Apparizioni mariane e mondo globale

Tesi di Laurea di

Giuseppe Daniele Perniciaro

Relatore

Prof.ssa Fatima Giallombardo

______________________________________________________

ANNO ACCADEMICO 2003-2004 1

Indice

Introduzione pag. 3 Capitolo I L'evento e le sue costanti pag. 9 Capitolo II Il concetto e la possibilità

delle apparizioni pag. 22

Capitolo III Apparizioni apocalittiche? pag. 32 Capitolo IV Messaggi della Gospa

e pratiche devozionali pag. 40

• La Preghiera: Rosario, Messa,

Adorazione pag. 40

• Il Digiuno a pane e acqua pag. 46

• Via Crucis pag. 49

• La Confessione pag. 50

• Incontri con i pellegrini pag. 52

• Altri luoghi di preghiera pag. 55

Capitolo V Miracoli e segni prodigiosi pag. 57 Capitolo VI Comunità e gruppi di preghiera pag. 66 Capitolo VII La Madonna multimediale pag. 73 Conclusioni Pellegrinaggio di Pace pag. 82 Appendice Interviste condotte a Medjugorje

nell'agosto 2003 pag. 87

Bibliografia pag. 128

2

Introduzione

Apparizioni e visioni hanno da sempre contraddistinto la religione cattolica, che

“vanta una visibilità del soprannaturale che altre religioni mondiali non conoscono in

uguale misura”1, ma come ci fa notare Carroll: “a dispetto dell’importanza delle

apparizioni per così numerosi cattolici, esse non hanno ricevuto molta attenzione da parte

dei sociologi della religione”2.

San Tommaso d’Aquino fa una distinzione tra visioni, che si svolgono nella

mente, e apparizioni, che vengono percepite attraverso gli occhi3, tuttavia in questo

lavoro userò entrambi i termini come sinonimi. Ad apparire possono essere santi, angeli,

Gesù Cristo, ma indubbiamente è la figura della Madonna a predominare in tali

fenomeni, come possiamo riscontrare a Lourdes e a Fatima, dove sono avvenute le più

grandi apparizioni mariane riconosciute dalla Chiesa, e recentemente a Kibeho in Ruanda

e a Medjugorje in Bosnia-Erzegovina.

Marina Warner mette in evidenza come “attraverso l’esperienza di un singolo

mistico un’intera località veniva benedetta”4 e visitare il luogo dell’apparizione faccia

“sentire i pellegrini in contatto col divino”5. La Chiesa ha sempre avuto un atteggiamento

di prudenza nei confronti delle apparizioni, entrando spesso in contrasto con la devozione

popolare. Essa ha infatti riconosciuto ufficialmente soltanto alcune apparizioni rispetto a

tutte quelle avvenute: La Salette (1846), Lourdes (1858), Fatima (1917), Akita (1973),

Kibeho (1981), ecc, ponendo attenzione più che al fenomeno soprannaturale, al

messaggio pubblico. Possiamo inoltre notare un atteggiamento promozionale della Chiesa

nei confronti delle apparizioni di Lourdes e di Fatima.

Alla sedicesima apparizione, nel giorno della festa dell’Annunciazione del 1858,

la figura dell’apparizione di Lourdes dichiara a Bernardette Soubirous di essere

l’Immacolata Concezione6, esattamente quattro anni dopo la proclamazione del dogma

dell’Immacolata Concezione, l’otto dicembre 1854, da parte di Pio IX7. Quasi un secolo

dopo un altro papa, Pio XII, riconosce nell’apparizione di Lourdes una conferma divina

1 P. Apolito, ‹‹Dice che hanno visto la Madonna››, Il Mulino, Bologna 1990, p. 11. 2 M. Carroll, The Virgin Mary at La Salette and Lourdes: Whom Did the Children See?, in ‹‹Journal for the Scientific Study of Religion››, n. 24, 1985, pp. 56-74. 3 F.D. Goodman, Visione, in Enciclopedia delle religioni, diretta da Mircea Eliade, Jaca Book, Milano 1994, vol. III, pp. 695-701. 4 M. Warner, Sola fra le donne, Sellerio, Palermo 1999, p. 382. 5 Ibidem. 6 R. Laurentin, Lourdes, Mondadori, Milano 2002, p. 201. 7 Pio IX, Ineffabilis Deus, Vaticano 1854.

3

al dogma proclamato da Pio IX8, che concludeva finalmente una disputa durata oltre tre

secoli. Ma Lourdes rappresentava anche uno strumento di lotta agli errori

dell’Illuminismo e del Positivismo, che ponevano la ragione e l’uomo al centro

dell’universo negando quindi l’egocentrismo di Dio, e uno strumento in grado di fare

arrivare alle masse incolte, che non seguivano i dibattiti teologici, il concetto stesso di

Immacolata Concezione: perché il popolo “per ristorare la sua fede ha bisogno di obbietti

concreti, e di verità che non parlino al solo intelletto, ma alla fantasia altresì, ai sensi, e

che parlando al cuore, si facciano meno forse intendere che sentire”9.

Il 16 aprile 1917 arrivano a San Pietroburgo Lenin e Trotzki e con loro il

bolscevismo; il 13 maggio 1917 la Madre di Dio appare a Fatima, mettendo in guardia

contro il pericolo che la Russia “spargerà i suoi errori per il mondo, promuovendo guerre

e persecuzioni alla Chiesa”10. Anche Fatima diventa quindi baluardo contro il dilagare del

comunismo in Europa che poneva lo Stato al di sopra della Chiesa. La diffusione della

devozione alla Madonna di Fatima si deve in particolar modo a Pio XII, che sottolineò

più volte come la sua consacrazione episcopale a Roma fosse avvenuta proprio nel giorno

della prima apparizione a Cova da Iria (13 maggio 1917) e, secondo la testimonianza del

cardinale Todeschini, amico personale del papa, lo stesso Pio XII ebbe una visione nei

giardini vaticani nell’ottobre del 1950: “egli avrebbe guardato verso il sole e vi avrebbe

visto il ritratto della Vergine, circondata da raggi”11.

Pio XII non è l’unico papa ad essere legato a Nostra Signora di Fatima, infatti

l’attuale pontefice Giovanni Paolo II, ferito da Alì Agca in piazza San Pietro il 13 maggio

1981, anniversario della prima apparizione di Fatima, attribuisce la sua salvezza

dall’attentato all’intervento della Vergine Maria. Alla luce dei fatti esposti fin’ora, non

possiamo non accorgerci del fatto che le apparizioni “si infittiscono nei periodi

caratterizzati da guerre, tensioni, difficoltà economiche, epidemie, lotte fratricide. […]

Anche le vigilie di grandi eventi, i momenti che conoscono l’angoscia dell’attesa di

catastrofi acuiscono la percezione del soprannaturale”12.

8 Pio XII, Fulgens Corona, Vaticano 1953. 9 P.G. Calvetti, Congruenze sociali di una definizione dogmatica sull’immacolato concepimento della B.V. Maria, in ‹‹Civiltà Cattolica››, n. 8, 1852, pp. 391-392. 10 Il messaggio di Fatima, Congregazione per la Dottrina della Fede, Edizioni Paoline, Milano 2000, p. 28. 11 W. Von Loewenich, Il cattolicesimo moderno, Feltrinelli, Milano 1962, p. 225. 12 A.M. Turi, Perché oggi appare la Madonna, in ‹‹Sette giorni illustrati del Corriere della Sera››, n. 21, 1988, p. 40.

4

Dal 1960 al 1980 le apparizioni diminuiscono radicalmente, forse a causa

dell’atteggiamento repressivo del cardinale Ottaviani preposto al Sant’Uffizio13.

Successivamente invece si assiste a una ripresa dei fenomeni soprannaturali, sia per la

soppressione degli articoli del Codice di Diritto Canonico che vietavano la libera

diffusione delle notizie sulle apparizioni14, sia per l’elezione a pontefice nel 1978 di Carol

Wojtila, papa mariano favorevole alle manifestazioni della Vergine. Il cardinale

Ratzinger, prefetto della Sacra Congregazione per la dottrina della fede (ex Sant’Uffizio),

vanta un atteggiamento favorevole nei confronti delle apparizioni, sottolineando come

queste ultime “mostrano tra l’altro che la Rivelazione – pur essendo unica, conchiusa e

dunque non superabile – non è cosa morta, è viva e vitale”15. La politica della

Congregazione diretta da Ratzinger enfatizza l’importanza dei frutti spirituali sui fatti

reali: “uno dei nostri criteri è separare l’aspetto della vera o presunta soprannaturalità

dell’apparizione da quello dei suoi frutti spirituali. I pellegrinaggi della cristianità antica

si dirigevano verso luoghi a proposito dei quali il nostro spirito critico di moderni sarebbe

talvolta perplesso quanto alla “verità scientifica” della tradizione che vi è legata. Ciò non

toglie che quei pellegrinaggi fossero fruttuosi, benefici, importanti per la vita del popolo

cristiano. Il problema non è tanto quello della ipercritica moderna ma è quello della

valutazione della vitalità e dell’ortodossia della vita religiosa che si sviluppa attorno a

questi luoghi”16.

Come Lourdes è stato il modello delle apparizioni del diciannovesimo secolo e

Fatima del ventesimo, Medjugorje sembra essere il modello delle apparizioni del nostro

secolo. Molte apparizioni ed eventi miracolosi di questi anni appaiono in relazione agli

avvenimenti di Medjugorje, sia perché avvenute a persone o cose che sono entrate in

contatto diretto con quel luogo17, sia perché spesso si sono collegate a quel fenomeno

subendone l’influenza simbolica, in quella che Paolo Apolito chiama “una sorta di

13 R. Laurentin, Le apparizioni della Vergine si moltiplicano. È lei? Cosa vuol dirci?, Piemme, Casale Monferrato (AL) 1989, p. 27. 14 Ivi, p. 148. 15 V. Messori, J. Ratzinger, Rapporto sulla fede, Edizioni Paoline, Milano 1984, p. 113. 16 Ibidem. 17 Gianna Talone Sullivan del Maryland, riceve messaggi dalla Vergine, dopo un pellegrinaggio a Medjugorje nel 1988; Lena Shipley di New York, dal suo pellegrinaggio a Medjugorje nel 1988, riceve messaggi da Dio Padre, da Gesù e dalla Madonna. Anche gli oggetti si animano, come. Tra tutti gli episodi di statue della Madonna che piangono, il più recente è caratterizzato dalla lacrime di sangue scaturite da una statua della Regina della Pace a Civitavecchia, comprata a Medjugorje. La Madonnina di Civitavecchia ha pianto tra le mie mani, a cura di E. Malatesta, Piemme, Casale Monferrato (AL) 1997

5

epidemia visionaria”18, alimentata anche grazie al contributo delle comunicazioni di

massa, che rendono il mondo in cui viviamo un “villaggio globale”19.

A differenza dei modelli precedenti a Medjugorje, dove prevale la centralità del

luogo delle apparizioni, anche dopo la morte (Francesco e Giacinta a Fatima) o la

chiusura in convento dei veggenti (Lucia di Fatima e Bernardette a Lourdes), le

apparizioni contemporanee non appaiono più legate indissolubilmente a un luogo ma ai

veggenti, che hanno visioni ovunque si trovino, come nel caso di Medjugorje, dove

tuttavia la delocalizzazione delle apparizioni non ha privato il luogo della sua sacralità

per i numerosi pellegrini che vi si recano. Un altro aspetto che caratterizza i veggenti

odierni è la vita matrimoniale: tutti e sei i veggenti di Medjugorje sono infatti sposati,

rispetto ai veggenti del passato, come Bernardette e Lucia, entrate in convento subito

dopo la fine delle apparizioni pubbliche e, a differenza di queste ultime, quasi tutti i

veggenti bosniaci sono spesso in giro per il mondo, impegnati a diffondere il messaggio

della Regina della Pace.

A volte assistiamo pure a una sorta di sostegno incrociato tra veggenti, come nel

caso di Georgette Faniel, veggente canadese, stigmatizzata dagli anni Cinquanta che,

sotto richiesta di Dio stesso, esce allo scoperto per testimoniare la veridicità delle

apparizioni di Medjugorje. A sua volta una delle veggenti di Medjugorje, Marija

Pavlović, dopo aver chiesto alla Madonna la fondatezza delle esperienze mistiche di

Georgette Faniel, conferma l’autenticità della sua testimonianza.

Nel presente lavoro analizzerò il fenomeno delle apparizioni a Medjugorje da un

punto di vista prettamente etnometodologico, che attribuisce “alle attività più ordinarie

della vita quotidiana l’attenzione generalmente accordata agli eventi straordinari”20.

Un’apparizione mariana non sembra essere un evento ordinario, tuttavia lo diventa per il

suo ripetersi quotidiano, divenendo una sorta di routine e quindi, per meglio analizzare il

fatto sociale, dobbiamo spogliarlo della sua “ovvietà” e “naturalezza”, guardandolo come

realtà straordinaria, non dando nulla per scontato. L’etnometodologia adotta procedure

induttive, basate su ripetute osservazioni empiriche, per scoprire le regole di

funzionamento delle più comuni interazioni sociali e le interpretazioni che ne danno gli

attori coinvolti, attraverso descrizioni, resoconti o spiegazioni21. Sono gli stessi Baylot e

Mignot a farci notare che “il compito dell’etnometodologia non è quello di cercar di

18 P. Apolito, op. cit., p. 15. 19 M. McLuhan, B. Powers, Il villaggio globale, Sugarco, Milano 1992. 20 H. Garfinkel, Che cos’è l’etnometodologia, Il Mulino, Bologna 1983, p. 55. 21 P.P. Giglioli, A. Dal Lago, Etnometodologia, Il Mulino, Bologna 1983.

6

sapere perché i membri di una società compiono certe azioni, ma tentare di scoprire le

procedure che servono agli attori a costruire la realtà e la società, ovvero comprendere

come la realtà sociale sia opera di quegli attori. […] La realtà sociale non è data

obiettivamente, infatti, ma è fabbricata costantemente dagli attori sociali nelle loro

interazioni. Sul piano della vita quotidiana, essa esiste nelle interpretazioni che servono

da fondamento alle attività dei partner sociali”22. Durante la mia permanenza a

Medjugorje tra il 2000 e il 2004 ho avuto modo di analizzare personalmente il fenomeno

nella sua specificità, entrando a diretto contatto con i pellegrini, i veggenti e la gente del

luogo. È infatti sulle interpretazioni e spiegazioni degli astanti che si concentrerà la mia

attenzione, su coloro che in pratica producono il contesto dell’apparizione, attraverso

inchieste etnografiche direttamente svolte sul campo, con ripetuti sopralluoghi e

interviste, perché proprio “I resoconti (le giustificazioni, le spiegazioni, i discorsi) degli

attori sociali sono elementi costitutivi di ciò di cui essi sono resoconti, di quella realtà a

proposito della quale essi parlano, forniscono descrizioni, spiegazioni, connessioni,

valutazioni, ecc”23. I segni dell’apparizione vengono infatti caricati di senso nel momento

in cui una comunità decide che ne abbiano uno, come sostiene infatti Sahlins, affermando

che “l’evento è un avvenimento interpretato”24, perché la visione poggia su un

determinato mondo simbolico che trae forza e sostegno grazie alla parola comunicata.

Cercherò inoltre di descrivere e valutare gli effetti che il fenomeno Medjugorje ha

provocato nel campo sociale-religioso, con la formazione di nuove comunità e gruppi di

preghiera, e nel panorama della comunicazione, con la diffusione dei messaggi della

Madonna attraverso radio, televisione e stampa, fino alle nuove frontiere multimediali

offerte da internet.

Nella presente trattazione non intendo in alcun modo stabilire l’autenticità o meno

dei fenomeni legati a Medjugorje, giudizio che compete all’autorità ecclesiatica. È infatti

lo stesso Paolo Apolito a sostenere che: “non tocca all’antropologo rispondere alla

domanda se la Madonna è apparsa. Ma ammettiamo che sia apparsa. La sua irruzione nel

mondo degli uomini sarebbe stata priva di senso se questi non ne avessero attribuito uno

alla sua comparsa, se non ne avessero riconosciuti validi certi segni e certe testimonianze,

se non avessero prodotto informazioni e comunicazioni sull’evento, in una parola se non

avessero prodotto il contesto della sua apparizione. Ciò che rende visibile la Madonna è il

22 C. Baylot, X. Mignot, La Communication, Nathan Université, Paris 1994, p. 262, cit. in M. Giacomarra, Al di qua dei media, Meltemi, Roma 2000, pp. 98-99. 23 M. Wolf, Sociologie della vita quotidiana, Espresso Strumenti, Editoriale ‹‹L’Espresso›› 1979, p. 129. 24 M. Sahlins, Isole di storia, Einaudi, Torino 1986, p. 134.

7

contesto. Ed è a questo lavoro degli uomini che definisce l’apparizione, che si rivolge

l’indagine dell’antropologo”25. Ho utilizzato le parole “apparizione, visione, miracoli,

Madonna, ecc” come semplice valore di testimonianza, così come non mi è sembrato

opportuno usare condizionali per non appesantire eccessivamente l’esposizione dei fatti.

25 P. Apolito, op. cit., p. 33.

8

Capitolo I

L’evento e le sue costanti

La mattina del 24 giugno 1981, festa di San Giovanni Battista, tre ragazze, Ivanka

Ivancović di quindici anni, Mirjana Dragicević di sedici e Vicka Ivancović di diciassette

si mettono d’accordo per fare una passeggiata verso sera ma Vicka, stanca dopo il

viaggio in corriera a Mostar per ripetizioni scolastiche, si addormenta mancando quindi

all’appuntamento. Arrivate alle pendici del monte Crnica, in una località chiamata

Podbrdo, Ivanka distingue una figura luminosa ed evanescente di una giovane donna e

avverte l’amica della presenza della Madonna. Prese dal panico e intimorite, le ragazze

fuggono via, ma lungo la strada del ritorno incontrano Milka Pavlović, di dodici anni, che

le prega di aiutarla a far rientrare le pecore. Così, sia per aiutare Milka, sia per la curiosità

di rivedere il luogo indicato da Ivanka, ritornano sui loro passi ed ecco su una nube

apparire loro la figura di una giovane donna con un bambino in braccio. In questo primo

incontro la visione non parla, fa solo un segno con la mano affinché le tre amiche si

avvicinino. A questo punto Vicka, ricordatasi dell’appuntamento, le raggiunge: “Quando

le raggiunsi, esse mi dissero insieme: ‹‹Vicka, ecco lì la Madonna!››. Ma cosa succedeva

loro? Ma quale Madonna? In realtà pensavo che avessero visto un serpente e che avessero

voglia di prendermi in giro. Mi sono tolta le ciabatte e sono fuggita scalza, come una

matta…”26. Strada facendo Vicka incontra Ivan Ivancović, di venti anni e Ivan

Dragicević di sedici, e li prega di accompagnarla dalle tre ragazze che dicono di vedere la

Madonna. Giunti sul posto trovano le tre ragazze incantate davanti a qualcosa e anche

Vicka resta subito rapita, mentre i due ragazzi fuggono via impauriti. La figura col

bambino in braccio fa nuovamente cenno alle quattro ragazze di avvicinarsi, ma esse

rimangono ferme, non trovando il coraggio di farlo. Finalmente la figura scompare senza

parlare.

La notizia dell’apparizione si diffonde per tutto il paese e la sera del giorno

successivo il monte è già pieno di gente. Ivanka, Mirjana e Vicka decidono di tornare al

luogo dell’apparizione alla stessa ora del giorno prima e vanno a chiamare Milka,

impossibilitata a venire perché la madre la reclama per le faccende domestiche, mentre

Ivan Ivancović decide di non andarci: entrambi, pur partecipando a successive

26 J. Bubalo, Mille incontri con la Madonna, Edizioni Messaggero, Padova 1985, p. 18.

9

apparizioni, non vedranno più la Madonna. Iniziata la salita al monte, vedono un lampo

di luce, poi la giovane donna, molto più in alto e senza il bambino fra le braccia. Vicka

scende di corsa dalla collina a chiamare Marija Pavlović (16 anni), sorella maggiore di

Milka, a cui la madre aveva dato il permesso di andare, e Jacov Čolo di dieci anni, cugino

di Vicka che in quel momento si trova con Marija. Ivan Dragicević invece decide di salire

sulla collina per un’altra via, con alcuni suoi amici. La Madonna, come nel giorno

precedente, fa loro segno di avvicinarsi, che lo fanno senza esitazione, e li saluta prima di

scomparire. In questo giorno si forma il gruppo dei sei veggenti di Medjugorje e, secondo

le indicazioni della Madonna, viene considerato il primo giorno delle apparizioni27.

Il terzo giorno i tre ragazzi all’ora consueta si recano nel luogo dell’apparizione,

mentre la gente accorsa in massa si stringe intorno a loro. L’apparizione questa volta è

anticipata da tre lampi di luce che molte persone vedono e avviene in un posto più in alto

del giorno precedente. Vicka asperge la visione con dell’acqua benedetta dicendo: “Se sei

la Madonna, rimani; se non lo sei, vattene via da noi”28, e la figura sorride e rimane

rispondendo alla domanda di Mirjana sulla sua identità: “Io sono la Beata Vergine

Maria”29. Dopo aver risposto ad altre domande, la Madonna saluta e va via. Scendendo la

collina prima degli altri, Marija vede la Madonna addolorata e piangente con una grande

croce, che chiede pace e riconciliazione.

Il giorno dopo i ragazzi vengono prelevati da due automobili della polizia e

condotti presso gli uffici della Milizia a Čitluk, sede del comune, dove subiscono un

lungo interrogatorio; poi vengono portati in un piccolo centro ospedaliero per essere

sottoposti ad alcuni esami medico-psichiatrici: il dottor Ante Vujević dichiara la loro

perfetta sanità mentale. Rilasciati, i veggenti, tranne Ivan, prendono un taxi per dirigersi

verso la collina delle apparizioni (come ormai è stata ribattezzata) dove vedono la

Madonna a cui rivolgono qualche domanda.

Il quinto giorno, domenica, dopo la messa il parroco Jozo Zovko, ritornato dopo

un ritiro spirituale di un mese a Zagabria, interroga i veggenti nella canonica dopo la

messa, sospettando qualche macchinazione organizzata dal regime comunista per

screditare la chiesa locale, invitando i fedeli alla prudenza, che accorrono in massa sul

luogo delle apparizioni nonostante l’invito alla cautela.

Il 29 giugno 1981, festa dei Santi Pietro e Paolo, mentre stanno andando a messa,

i ragazzi vengono prelevati da una macchina della polizia e da un’ambulanza per un

27 Ivi, pp. 179-180. 28 Ivi, p. 29. 29 Ivi, p. 30.

10

controllo da effettuarsi presso il reparto psichiatrico dell’ospedale di Mostar, dove la

dottoressa Milija Ďzudza li dichiara perfettamente sani di mente, rimanendo colpita dalla

loro fede. Al ritorno a casa, sul Podbrdo, la Madonna li sostiene e li incoraggia per le

persecuzioni patite a causa sua. In quel giorno avviene il primo di una lunga serie di

miglioramenti e guarigioni: Danijel Šetka, un bambino di tre anni, colpito da setticemia,

malattia che lo costringe al mutismo e al ricorso di un aiuto per camminare. La Madonna,

a cui Vicka chiede la guarigione del bimbo, invita i genitori alla preghiera e alla fede e le

condizioni di salute di Danijel migliorano notevolmente di lì a poco. Fino al 1986 i

registri parrocchiali riportano già trecento guarigioni ritenute miracolose e di cui viene

depositata relativa documentazione30.

Il settimo giorno dall’inizio delle apparizioni due giovani donne, Mirjana e

Ljubica, che agiscono per conto del regime comunista, portano i ragazzi a fare una breve

gita in automobile, con lo scopo di mantenerli lontani dalla collina delle apparizioni. A

Sarajevo sospettano infatti che si tratti di un complotto clerico-nazionalista e per questa

ragione, le autorità vietano al popolo di pregare al di fuori delle mura della chiesa,

credendo così di fermare il crescente fenomeno delle apparizioni della Madonna. Fatta

fermare la macchina, i veggenti cominciano a pregare in un punto da cui era visibile il

Podbrdo: “Noi da quel luogo vedevamo il Podbrdo e la gente che vi si era radunata.

Quando abbiamo iniziato a pregare, sopra la gente è apparsa una nube luminosa. Però

subito ci si è accorti che si trattava della Madonna; noi l’abbiamo vista subito

chiaramente. Si librava nell’aria; i suoi vestiti ondeggiavano. Veniva verso di noi. Era

una cosa meravigliosa; non si può descriverla”31. Tornati a Medjugorje i ragazzi

subiscono un altro interrogatorie da fra Jozo.

L’indomani la polizia convoca presso la scuola di Medjugorje i ragazzi e i loro

genitori per recarsi a Čitluk. Negli uffici della Milizia si presentano solo i genitori, che

vengono intimiditi a proibire ai figli di salire sul Podbrdo. Nel pomeriggio, quando i

veggenti si stanno preparando per salire sulla collina delle apparizioni, si presentano due

incaricati del comune con la scusa di un interrogatorio in canonica. La macchina

prosegue oltre la chiesa, nonostante le proteste dei passeggeri. Quel giorno l’apparizione

avviene in automobile durante il tragitto.

Il 3 luglio 1981 fra Jozo è in chiesa a pregare per essere illuminato sugli eventi,

dopo aver chiesto ai fedeli invano di non andare al Podbrdo, quando sente una voce che

30 R. Caniato, V. Sansonetti, Maria, alba del terzo millennio, Edizioni Ares, Milano 2001, pp. 21-22. 31 J. Bubalo, op. cit., p. 48.

11

gli dice: “Esci subito fuori e metti in salvo i ragazzi”32. Fra Jozo apre la porta della chiesa

e vede accorrere i veggenti inseguiti dalla polizia e decide quindi di proteggerli,

nascondendoli nella casa parrocchiale dove hanno la prima di una serie di apparizioni che

si susseguiranno in quello stesso luogo.

Il giorno successivo i veggenti non sono riuniti, e la Madonna appare a ciascuno

là dove si trova. La stampa del regime menziona per la prima volta gli eventi di

Medjugorje giudicandoli sovversivi. Il 9 luglio le apparizioni riprendono al Podbrdo, ma

il 13 luglio la Milizia blocca l’accesso al monte con guardie e cani. Le apparizioni però

continuano dovunque siano i veggenti alle 17,45 circa. In questo periodo, secondo la

testimonianza di Marija, accade un fatto particolare ai veggenti, in un punto più a valle

del consueto luogo delle apparizioni: “Noi passavamo di là e ad un tratto la Madonna ci è

apparsa. Non ce lo aspettavamo! Allora abbiamo pregato e cantato. In quel momento i

miliziani ci cercavano e incolleriti percorrevano tutta la zona. Sono passati di lì,

vicinissimi a noi ma erano come accecati: non ci hanno visti! Non sentivano nemmeno i

nostri canti. Era incredibile, avanzavano e parlavano tra loro come se non fossimo là,

mentre noi cantavamo a pochi metri da loro. Da quel giorno in poi, la Madonna ci è

apparsa molto spesso lassù e la milizia non ci ha mai trovati”33. Fra Jozo, che adesso è

convinto dell’autenticità dell’apparizione, viene arrestato con l’accusa di sedizione: in

una predica dell’11 luglio infatti il parroco parla di “quarant’anni di deserto”34 e sono

esattamente quarant’anni che Tito ha preso il potere, quindi la rivoluzione comunista

sarebbe il deserto descritto dal frate sovversivo. Il regime comunista prosegue la propria

intimidazione prendendo nota di tutte le auto che giungono a Medjugorje, minacciando i

proprietari di far perdere loro il lavoro o di arrestarli. Dal momento che tutte le misure

repressive risultano inutili, il regime cerca di far leva sulla paura, radunando l’esercito

all’ingresso di Medjugorje con cannoni e cani poliziotto.

Tra la fine di luglio e i primi giorni di agosto la gente assiste a segni straordinari

del sole e degli astri: la notte del 6 agosto appare nel cielo la scritta luminosa MIR

(PACE)35 e tali fenomeni inspiegabili si susseguono nel corso del tempo36. Una notte la

Madonna chiede ai veggenti di andare alla collina delle apparizioni e durante la preghiera

comincia a scendere dal cielo una sfera luminosa esplodendo sopra la terra e facendo

32 G. Sgreva, L. Fanzaga, L. Crotti, I messaggi della Regina della Pace, Shalom, Camerata Picena (AN) 2003, p. 110. 33 E. Maillar, Medjugorje gli anni ’90, Shalom, Camerata Picena (AN) 1998, p. 28. 34 R. Caniato, V. Sansonetti, op. cit., p. 28. 35 Ivi, p. 29. 36 L. Rupčić, Manifestazioni che accompagnano le apparizioni, in I messaggi della Madonna alla comunità parrocchiale di Medjugorje, Edizioni Medjugorje, Tocco Causaria (PE) 2003, p. 19.

12

uscire migliaia di piccole stelle37. Il 2 agosto 1981, poco dopo le sei di sera, secondo

alcuni testimoni oculari, dal sole sembra staccarsi un cerchio luminoso che si avvicina

alla terra, poi comincia a ondulare emettendo sfere luminose che si dirigono verso

Medjugorje e un fascio di luce a forma di arcobaleno verso il luogo delle apparizioni e

subito dopo fino al campanile della chiesa dove appare l’immagine limpida della

Madonna38. Alla fine di agosto, durante un’apparizione, la Vergine si definisce “Regina

della Pace”39. Il 28 ottobre il Podbrdo sembra andare a fuoco, ma nulla viene trovato

bruciato, una guardia addetta al controllo locale si inginocchia e prega. Molte altre

guardie si convertiranno40. Il 22 ottobre 1982 scompare improvvisamente la grande croce

in cemento armato che si erge sul monte Križevac e appare al suo posto una figura

luminosa di donna41 e il fenomeno si ripete anche il 17 aprile 198342.

Dal 14 gennaio 1982 le apparizioni cominciano ad avvenire regolarmente nella

stanza di fronte la sacrestia fino all’aprile 1985 quando, su esplicita richiesta del vescovo

diocesano, i veggenti saranno costretti a lasciare la stanza per spostarsi nella casa

parrocchiale. A Medjugorje accanto alle apparizioni si affiancano anche le locuzioni

interiori: il 15 dicembre 1982 Jelena Vasilj, di dieci anni, afferma di vedere la Madonna

nel suo intimo e di udirne la voce, il 5 ottobre 1983 a lei si aggiunge Marijana Vasilj, di

dodici anni. Dal 1° marzo 1984, per lo più tramite Marija, la Madonna da ogni giovedì

dei messaggi per la parrocchia di Medjugorje e per il mondo intero e, dal 25 gennaio

1987, comincia a darli ogni 25 del mese43.

Il 25 giugno 1991 la Croazia e la Slovenia proclamano la loro separazione dalla

Federazione Jugoslava e il 26 giugno la Serbia invade la Slovenia, esattamente dieci anni

dopo l’apparizione della Vergine in lacrime a Marija, implorante pace e riconciliazione.

Nel marzo 1992 la Bosnia-Erzegovina vota la sua indipendenza dalla Serbia, che attacca

il nuovo stato. La guerra cessa il 21 novembre 1995 per l’intervento delle forze dell’Onu

e della Nato. Nonostante la guerra i pellegrini, seppur diminuiti di numero, continuano a

raggiungere il santuario mariano44, mentre convogli umanitari portano cibo e vestiti dai

37 J. Bubalo, op. cit., pp. 120-121. 38 Ivi, pp. 177-178; L. Rupčić, op. cit., p. 18. 39 J. Bubalo, op. cit., pp. 137-138. 40 R. Caniato, V. Sansonetti, op. cit., pp. 29-30. 41 J. Bubalo, op. cit., pp. 159-161. 42 L. Rupčić, op. cit., p. 17. 43 Come spiegatomi dalla stessa veggente Marija: “messaggio che all’inizio era ogni giovedì adesso è ogni 25, il giovedì era solo per la parrocchia adesso ogni 25 invece è per tutti quelli che vogliono prendere questi messaggi e metterli in pratica nella vita”. Intervista a Marija, Medjugorje, agosto 2003. 44 Come riferitomi da Manuel di Ivrea (TO) in una e-mail: “nel 1992 scoppia la guerra e nessuna agenzia andava. Io e mia madre non ci arrendemmo e trovammo un gruppo di Varese che andava! Ci accodammo subito. Certamente la guerra fu terribile, ogni sera, all'uscita di Chiesa, sentivamo in lontananza i colpi di

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paesi dell’europa occidentale. In questo periodo i messaggi della Madonna appaiono

orientati verso la pace, l’amore verso il prossimo e la preghiera contro Satana.

Nella creazione dell’universo simbolico delle apparizioni riveste un ruolo

fondamentale quella che Paolo Apolito chiama “cultura visionaria cattolica”45; è infatti lo

stesso Umberto Eco a sottolineare come “nell’esperienza mistica i contenuti da assegnare

all’espressione simbolica vengono in qualche modo suggeriti dalla tradizione precedente

e da qualche auctoritas e l’interprete è persuaso (deve essere persuaso) che essi non siano

culturali, ma referenti, aspetti di una verità extrasoggettiva ed extraculturale”46.

All’interno delle apparizioni di Medjugorje possiamo infatti riscontrare delle cosiddette

costanti o isotopi delle apparizioni mariane, come quelle di Lourdes o Fatima, per citarne

soltanto alcune, senza dimenticare che è la stessa Madonna, nel messaggio del 25 agosto

1991, a riferirsi espressamente a Fatima: “perché con il vostro aiuto si realizzi tutto ciò

che voglio realizzare secondo i segreti iniziati a Fatima”47.

Fatima offre un modello cui gli altri luoghi visionari si richiameranno: il prodigio

solare. Lucia aveva chiesto alla Madonna un segno affinché tutti credessero, ed Essa ne

promise uno in occasione dell’ultima apparizione, il 13 ottobre 1917, quando il sole

cominciò a girare: “vertiginosamente su se stesso simile ad una ruota di fuoco,

proiettando in ogni direzione fasci di luce gialla, verde, rossa, azzurra, viola…che

colorano fantasticamente le nubi del cielo, gli alberi, le rocce, la terra, la folla immensa.

Si ferma, per alcuni momenti, poi ricomincia di nuovo la sua danza di luce come una

girandola ricchissima, fatta dai più valenti pirotecnici. Si arresta ancora per incominciare

una terza volta più svariato, più colorito, più brillante quel fuoco di artificio”48. Oltre agli

esempi già riportati di Medjugorje, sono stati registrati fenomeni straordinari del sole

collegati alla Madonna in altre località, enfatizzando il tradizionale accostamento

metaforico della luce e della divinità, in particolar modo del sole e di Gesù. Nel Vangelo

di Giovanni Gesù stesso afferma: “Io sono la luce del mondo”49 e l’equazione Dio-Luce

trova espressione pure nel Credo cattolico, dove il Figlio di Dio è definito “Luce da

mortaio che sparava, ma Medjugorje non fu mai toccata (posso dirtelo, perché io sono andato una volta all'anno anche durante tutta la guerra)”. 45 P. Apolito, Il cielo in terra, Il Mulino, Bologna 1992, p. 20. 46 U. Eco, Simbolo, in Enciclopedia Einaudi, vol. XII, Einaudi, Torino 1981, p. 911. 47 Questo e i successivi messaggi dati dalla Madonna a Medjugorje sono tratti da G. Sgreva, L. Fanzaga, L. Crotti, I messaggi della Regina della Pace, Shalom, Camerata Picena (AN) 2003 e da I messaggi della Madonna alla comunità parrocchiale di Medjugorje, Edizioni Medjugorje, Tocco Causaria (PE) 2003 tranne dove espressamente indicato. 48 L.G. Da Fonseca, Le meraviglie di Fatima, Edizioni Paoline, Roma 1981, p. 104. 49 Vangelo di Giovanni 8,12. Questo e i successivi passi biblici sono tratti da La Bibbia di Gerusalemme, EDB, Bologna 1971.

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Luce”50. Nella Bibbia la luce è simbolo della presenza e della salvezza: “Il Signore è mia

luce e mia salvezza”51; “Alla tua luce vediamo la luce”52; “Camminiamo nella luce del

Signore”53. C’è una connessione ovvia tra luce e sole in quanto sorgente di luce, in modo

generico la luce simboleggia la vita, la prosperità e, in un senso più ampio, l’essere

perfetto. Molte manifestazioni divine quindi sono spesso descritte come epifanie di

luce54. Il collegamento tra il sole e la Madonna può forse essere ricondotto alla “donna

vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e sul capo una corona di dodici

stelle”55dell’Apocalisse di Giovanni, in cui è presente un altro simbolo che ritroviamo

nelle apparizioni bosniache: la corona di dodici stelle. Fatima sembra essere il primo caso

di prodigio solare registrato, genesi di un simbolo che sarà presente nelle successive

apparizioni mariane.

Ma Fatima offre anche altri simboli costanti che ritroviamo nelle apparizioni di

Medjugorje: la nube e i lampi di luce. A Fatima i presenti vedono formarsi sulla terra dal

nulla una nuvola bianca che circonda l’elce delle apparizioni o i tre pastorelli e che dopo

una decina di minuti si allontana verso il cielo e scompare, e tale fenomeno si riproduce

anche in assenza dei veggenti, impediti a venire, tra la terza e la quarta apparizione. A

Medjugorje una nube luminosa si distacca dal Podbrdo il settimo giorno delle apparizioni

mentre i veggenti pregano a distanza, ma nubi luminose compaiono anche in altre

occasioni: padre Umberto Loncar, francescano bosniaco, dopo aver visto un’incredibile

nube rosso-viola, vide che “una magnifica figura di donna saliva tra le nubi rosso-

viola…Questa bellissima figura s’alzò maestosamente in cielo e scomparve in alto,

perdendo a poco a poco i suoi splendidi colori rosso-viola. Alla fine, vidi un velo bianco

restare un poco sotto i suoi piedi fluttuando elegantemente nell’aria per circa mezzo

minuto; poi sbiadì e scomparve”56. Inoltre, sia a Fatima che a Medjugorje la Madonna

appare sopra una nube.

A Fatima come a Medjugorje l’apparizione della Madonna è preceduta da lampi

di luce: “Mentre stavo per giocare con Giacinta e Francesco, in cima al pendio di Cova da

Iria […] vedemmo, all’improvviso, qualcosa come un lampo. […] Arrivati all’incirca a

metà pendio, quasi vicino a un grande leccio che c’era lì, vedemmo un altro lampo”

50 Messale di ogni giorno, Edizioni Piemme, Casale Monferrato (AL) 1984, p. 638. 51 Salmi 27,1. 52 Ivi, 36,10. 53 Isaia 2,5. 54 R.J. Zwi Werblowsky, Luce e tenebre, in Enciclopedia delle religioni, diretta da Mircea Eliade, cit., vol. IV, pp. 402-405. 55 Apocalisse 12,1. 56 S. Kraljević, C. Maggioni, Incontri a Medjugorje. Storia e testimonianze, Mursia, Milano 1988, p. 83.

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riferisce Lucia dos Santos descrivendo la prima apparizione di Fatima57 e Vicka,

riferendosi al secondo giorno delle apparizioni, racconta che “Ad un tratto brillò un

lampo improvviso e apparve la Madonna”58.

Il segreto è un altro stereotipo delle grandi apparizioni contemporanee, come a

Fatima, Lourdes e la stessa Medjugorje. Spesso il segreto è personale: a Lourdes

Bernardette riceve tre segreti privati da non comunicare neppure al suo confessore, come

ci informa Estrade, uno dei primi relatori delle apparizioni di Lourdes59. A Beauraing

(1932) la Madonna confida ai piccoli veggenti segreti personali sulla loro vita60. A

Fatima Lucia riceve tre segreti riguardanti il destino dell’intera umanità61. A Medjugorje

ogni veggente è depositario di dieci segreti affidati dalla Madonna, e la rivelazione del

decimo segreto sembra coincidere col termine delle apparizioni giornaliere per il

veggente, così come è accaduto per Mirjana, che dal 25 dicembre 1982 non ha più

apparizioni, eccetto il 18 marzo e, dal 2 agosto 1987, il 2 di ogni mese, in cui prega per i

non credenti; Ivanka dal 6 maggio 1985 non vede più la Madonna, tranne che per il 25

giugno mentre le apparizioni quotidiane per Jacov sono terminate il 12 settembre 1998 e

può vedere la Madonna solo il 25 dicembre, date non casuali come spiega Mirjana:

“Quando incominceranno a realizzarsi molte cose, allora, si comprenderanno queste date

che la Madonna ha dato”62. Mirjana ha ricevuto il compito dalla Madonna di rivelare al

mondo i segreti prima che si compiano: “Ecco io ho dovuto scegliere un sacerdote a cui

dire i dieci segreti e ho scelto il padre francescano Petar Ljubičić. Devo dire che cosa

succederà e dove dieci giorni prima che accada. Dobbiamo trascorrere sette giorni nel

digiuno e nella preghiera e tre giorni prima egli dovrà dirlo a tutti”63. Dei segreti di

Medjugorje si sa che il terzo si riferisce a un grande segno che la Madonna lascerà sulla

collina delle apparizioni, visibile a tutti e indistruttibile mentre il settimo segreto è stato

mitigato grazie alle preghiere.

Altro elemento costante nelle apparizioni mariane moderne è il ruolo mitico-

simbolico dei bambini, che appaiono quasi sempre essere i protagonisti indiscussi delle

apparizioni: Bernardette a Lourdes (14 anni); Lucia (10 anni), Francesco (9 anni) e

57 Lucia racconta Fatima, Editrice Queriniana, Brescia 1977, p. 118. 58 J. Bubalo, op. cit., p. 22. 59 J.B. Estrade, Le apparizioni di Lourdes narrate da Bernadette a Jean-Baptiste Estrade, Edizioni Paoline, Cinisello Balsamo (MI) 1986, pp. 148-180. 60 P. Boutry, J. Bouflet, Le apparizioni della Vergine, Marietti, Genova 1999, pp. 291-292; G. Hierzenberger, O. Nedomansky, Tutte le apparizioni della Madonna in 2000 anni di storia, Piemme, Casale Monferrato (AL) 1996, pp.312-322. 61 G. Cionchi, Le Apparizioni di Fatima, Shalom, Camerata Picena (AN) 2003, pp. 235-267. 62 M. Dragicević, L. Fanzaga, La Madonna prepara per il mondo un futuro di Pace, Shalom, Camerata Picena (AN) 2002, p. 54. 63 Ivi, p. 90.

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Giacinta (7 anni) a Fatima; Vicka (16 anni), Mirjana (16 anni), Marjia (16 anni), Ivanka

(15 anni), Ivan (16 anni) e Jacov (10 anni). Nell’immaginario popolare i bambini sono

l’incarnazione dell’innocenza, simbolo della purezza, mediatori tra il cielo e la terra, tra il

mondo dell’invisibile e del visibile, coloro che sanno comunicare col mondo dell’aldilà64:

“la prossimità del bambino alla nascita comporta con la precarietà una maggiore

vicinanza ed esposizione al rischio radicale del non esserci. Non ancora compiutamente

essere, il bambino può smarrire, più di qualsiasi altro, il suo esserci. In questa prospettiva

la nascita appare come emersione da quella zona indistinta da cui si dipartono vita e

morte, dimensione precategoriale che fonda la categorialità della vita e della morte”65. È

inoltre lo stesso Gesù ad affermare che “se non vi convertirete e non diventerete come i

bambini, non entrerete nel regno dei cieli66.

Il sentimento della paura sembra dominare i veggenti nelle prime manifestazioni

epifaniche così come nel Vangelo di Luca, quando si parla della grande paura che

colpisce i pastori alla visione dell’angelo venuto ad annunziare la nascità di Gesù67,

reazione naturale di fronte a un evento straordinario come un’apparizione: è ben nota la

paura di Vicka che corre via il primo giorno dell’apparizione, o il timore provato da

Bernardette o dai pastorelli di Fatima. Ma più storicamente la paura rappresenta una

reazione culturalmente fondata di fronte allo straordinario, al mitico, al mondo del

soprannaturale, specialmente dei morti e degli spiriti68.

Il rapporto con l’aldilà sembra essere parte integrante delle apparizioni di Fatima

e di Medjugorje: Lucia, nel primo segreto di Fatima, racconta della visione dell’inferno

avuta dai tre veggenti69; a Medjugorje invece il 2 novembre 1981 la Madonna trasporta,

in anima e corpo, Vicka e Jacov nell’inferno, purgatorio e paradiso70; le descrizioni date

dai veggenti si richiamano all’iconografia cattolica classica. A Ivanka, per il suo

compleanno, la Madonna fa la sorpresa di apparirle con la madre morta da poco, e

l’evento si ripeterà altre volte71, infatti “L’esigenza di rivedere il morto ha indotto la

cultura folklorica a elaborare delle tecniche di visione atte a riprendere l’antico rapporto.

64 W.B. Clift, Fanciullo, in Enciclopedia delle religioni, diretta da Mircea Eliade, cit., vol. I, pp. 289-292. 65 L.M. Lombardi Satriani, M. Meligrana, Il ponte di San Giacomo, Rizzoli, Milano 1982, pp. 107-108. 66 Vangelo di Matteo 18,3. 67 Vangelo di Luca 2,8-9. 68 L.M. Lombardi Satriani, M. Meligrana, op. cit., pp. 22-31. 69 Il messaggio di Fatima, cit., pp. 24-28 70 L. Fanzaga, V. Ivanković, Vicka parla ai giovani e alle famiglie, Shalom, Camerata Picena (AN) 1998, pp. 166-182; L. Fanzaga, J. Čolo, La mia giovinezza con la Madonna, Shalom, Camerata Picena (AN) 2000, pp. 94-128. 71 J. Bubalo, op. cit., pp. 146-148.

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Nell’organizzazione folklorica della visione rientra la delega al veggente, che assume su

di sé il rischio della consuetudine visionaria con i defunti”72.

Altro elemento comune delle grandi apparizioni mariane sembrano essere le prove

di sofferenza cui i veggenti sono chiamati. A Lourdes la Madonna annuncia a

Bernardette: “Non vi prometto di farvi felice in questo mondo, ma nell’altro”73e infatti la

veggente passerà da una malattia all’altra fino alla morte nel 16 aprile 1879. A Fatima la

Madonna chiede ai veggenti di offrirsi a Dio “per sopportare tutte le sofferenze che Egli

vorrà inviarvi, in atto di riparazione dei peccati con cui egli è offeso e di supplica per la

conversione dei peccatori”74e Francesco e Giacinta sopporteranno profonde sofferenze

fino alla loro morte. A Medjugorje nel 1983-84 Vicka aveva una grave malattia cerebrale,

che le faceva perdere conoscenza per lunghe ore e, alla proposta della madre di prendere

un calmante, replica: “se tu sapessi le grazie che la mia sofferenza ottiene per me e per gli

altri non parleresti così!”75. Dopo un lungo periodo di stasi, la Madonna le ha comunicato

il giorno della sua guarigione, che lei ha poi trasmesso per iscritto a due sacerdoti.

L’incombenza di castighi per l’umanità nel caso in cui non si penta sono motivi

costanti dei messaggi mariani nelle varie apparizioni: a La Salette (1846), nell’unica

apparizione a Massimino e Mélanie, la Madonna piangente annuncia l’arrivo di immani

sciagure sul mondo e sulla Francia a causa dei peccati degli uomini, se essi non si fossero

pentiti immediatamente76; a Fatima la Madonna annuncia una nuova guerra se gli uomini

non avessero smesso di offendere Dio77 e proprio Fatima è stata inglobata in una

dimensione apocalittica alimentata dalla lunga attesa della rivelazione del terzo segreto,

poi pubblicato nel 2000. Nei messaggi di Medjugorje sono le scelte dell’uomo a portare

l’umanità verso il baratro della distruzione, ma la Madonna esorta costantemente a

pregare per non avere paura del futuro, come nel messaggio del 25 gennaio 2001: “chi

prega non ha paura del futuro”.

All’inizio dei fenomeni visionari, quando ancora non si è fatta chiarezza

sull’intera vicenda narrata, è immediato il ricorso a orizzonti simbolici tradizionali. A

Lourdes la madre di Bernardette, dopo un dubbio iniziale sulla sincerità della figlia,

cominciò a pensare che l’apparizione fosse di un’anima del purgatorio78. Alcune vicine,

ritenevano invece che la descrizione della visione corrispondesse a Elise Lapatie,

72 L.M. Lombardi Satriani, M. Meligrana, op. cit., p. 275. 73 R. Laurentin, Bernardetta vi parla, Edizioni San Paolo, Cinisello Balsamo (MI) 1986, p. 35. 74 Lucia racconta Fatima, cit., p. 119. 75 E. Maillar, op. cit., p. 260. 76 P. Bountry, J. Bouflet, op. cit., pp. 315-316. 77 Il messaggio di Fatima, cit., pp. 24-28. 78 J.B. Estrade, op. cit., p. 66.

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dirigente dell’associazione dei Figli di Maria, morta pochi mesi prima79. Le prime

spiegazioni dell’evento proposte vennero attinte dal simbolismo tradizionale delle anime

purganti, come del resto le successive esperienze di veggenza di Lourdes, nate ad

imitazione delle apparizioni di Bernardette.

Anche a Ezquioga un veggente pensò di vedere un’anima purgante80. A Banneaux

invece la madre della veggente pensava che si trattasse della manifestazione di una

strega81. Riguardo alle apparizioni di Kibeho, le compagne di una delle veggenti

ritenevano che le visioni fossero frutto di sortilegi ad opera di spiriti, conformandosi alle

tradizioni culturali della regione82. Il riferimento al repertorio culturale tradizionale può

essere presente anche durante il periodo di sviluppo degli eventi come a Medjugorje,

dove la tradizione erboristica popolare viene incanalata all’interno del fenomeno delle

apparizioni. Cvija Kuzman, che soffriva di poliartrite da undici anni, “Alla vigilia della

festa dell’Assunzione, il 15 agosto 1981, andò sulla collina delle apparizioni. Portò con sé

un po’ di terra. Con quella terra, sciolta in acqua, sua figlia la massaggiò per tre o quattro

volte, recitando sette Padre, Ave e Gloria e un Credo. È completamente guarita”83.

“Bozica Susac, di Liubuski, aveva da lungo tempo una piaga aperta sul petto. I medici

non riuscivano a curarla. Prese un po’ d’erba sulla collina delle apparizioni e, con l’acqua

nella quale aveva fatto macerare l’erba, si lavò la piaga. Due o tre giorni dopo, la piaga

cicatrizzò e non si è più formata”84. “Anda Marić, di Sinj, aveva avuto un incidente.

Tagliando le spighe di mais, si era ferita un occhio e da quell’occhio non ci vedeva più.

Inoltre ne soffriva molto. Non volle andare dal medico. Suo marito andò a Medjugorje.

Portò delle erbe della collina delle apparizioni. Anda lavò l’occhio con l’acqua nella

quale erano state macerate le erbe e pregò. Ricuperò subito la vista, come dice lei, e i

dolori sono scomparsi”85.

L’utilizzazione agli inizi degli eventi di questi livelli simbolici, consente di

riempire quell’incertezza di senso che si produce quando qualcuno dichiara di avere

visioni, ma successivamente, quando il fenomeno viene legittimato dalle istituzioni della

società, le simbologie folkloriche vengono spinte ai margini del contesto culturale

79 Ivi, p. 68. 80 W. Christian, Tapping and Defining New Power: the First Month of Vision at Ezquioga, July 1931, in ‹‹American Ethnologist›› 14, n. 1, febbraio 1987, p. 154. 81 P. Mantero, La Madonna di Medjugorje, Sugargo, Milano 1987, p. 19. 82 G. Maindron, Apparizioni a Kibeho. Annuncio di Maria nel cuore dell’Africa, Queriniana, Brescia 1985, p. 39. 83 K. Juarez, La Madonna di Medjugorje. Perché è vera, perché appare, Editoriale Albero, Milano 1987, p. 164. 84 Ivi, p. 165-166. 85 Ivi, p. 168.

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dell’apparizione, perdendo di visibilità. Ma quando un’apparizione riceve una condanna

dall’autorità ecclesiastica, tornano alla luce queste simbologie, come nel caso di

Ezquioga dove l’ideologia del rapporto con i morti, rifiorì subito dopo la condanna

dell’apparizione da parte dell’autorità ecclesiastica86.

Victor e Edith Turner sostengono che nel corso dell’Ottocento e del Novecento, in

cui sono stati costruiti gli importanti santuari di Lourdes e Fatima, c’è stata una graduale

trasformazione della devozione mariana: dal “ciclo dei pastori” in cui la Madonna

chiedeva la costruzione di un santuario sul luogo dell’apparizione, a un nuovo ciclo

basato sui messaggi rivolti all’intera umanità affinché si penta per poter essere salvata87.

Sebbene le apparizioni di Lourdes e di Fatima comprendano anche la costruzione di un

santuario, il loro significato centrale appare proiettato verso un messaggio universale.

Anche a medjugorje la Madonna avrebbe espresso il desiderio dell’edificazione di una

cappella sul monte delle apparizioni. Marija afferma infatti che la cappella deve essere

costruita sul posto dove la Madonna è apparsa il 26 giugno 1981, terzo giorno delle

apparizioni. Nel 1998 Marija ha chiesto quando si doveva incominciare a costruire la

cappella, ma la Madonna ha risposto che non e ancora arrivato il tempo88.

Secondo le dichiarazioni dei veggenti di Medjugorje, la Madonna possiede

caratteristiche psico-fisiche umane: abbraccia e bacia i veggenti, parla, canta. Appare

etnicamente connotata nel vestire, richiamandosi agli abiti ebraici e nelle festività indossa

vesti dorate. A Natale porta in braccio il bambino Gesù appena nato e una volta in

occasione del Venerdì Santo è apparsa con a fianco Gesù flagellato, insanguinato e

incoronato di spine: “Il giorno di Natale la Madonna arriva con Gesù bambino in

braccio”89, “Gesù l’ho visto ogni volta a Natale come bambino appena nato e qualche

anno fà, il Venerdì Santo, la Madonna è venuta con Gesù adulto, sanguinato, fasciato,

con la corona di spine, e la Madonna ha detto: sono venuta con Gesù adulto affinché voi

vediate quanto Gesù abbia sofferto per tutti voi”90. La Madonna sorride come una

persona reale e a volte appare anche triste o in lacrime, come il 26 giugno 1981 a Marija.

Nei messaggi invita alla pace e alla riconciliazione, è infatti venuta come Regina della

Pace, e non forza nessuno a seguire ciò che dice nei messaggi, ma invita rispettando il

libero arbitrio umano. Richiama tutti gli uomini a un cristianesimo delle origini, al

digiuno a pane e acqua il mercoledì e il venerdì, alla messa giornaliera e alla confessione

86 P. Apolito, Il Cielo…, cit., pp. 73-74; W. Christian, op. cit., p. 155. 87 V. Turner, E. Turner, Il pellegrinaggio, Argo, Lecce 1997, pp. 260-261. 88 Testimonianza riportata da Nedjo Brečić. 89 Intervista a Marija, Medjugorje, agosto 2003. 90 Intervista a Vicka, Medjugorje, agosto 2003.

20

mensile, indicando come arma contro le tentazioni del diavolo il rosario, da recitarsi ogni

giorno per intero, i misteri gaudiosi, dolorosi e gioiosi. La conversione nei suoi messaggi

appare un cammino costante che dura tutta la vita ed è orientata verso la Chiesa. Nelle

apparizioni di Medjugorje la Vergine Maria enfatizza il suo ruolo di mediatrice tra Dio e

gli uomini, come già nel Vangelo di Giovanni ai piedi della croce, quando Gesù affida

l’umanità intera a Maria, madre di tutti gli uomini91, ed è infatti come madre che la

Madonna viene a Medjugorje.

91 Vangelo di Giovanni 19,26-27.

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Capitolo II

Il concetto e la possibilità delle apparizioni

Quasi tutte le religioni monoteiste sostengono che un dio si sia rivelato agli

uomini, comunicando la propria volontà. I musulmani considerano il Corano libro sacro,

così come i cristiani ritengono che la Bibbia sia la parola di Dio, da lui indirizzata a tutti

gli uomini e per questo definita rivelazione pubblica. Nella Lettera agli Ebrei San Paolo

ribadisce che Dio “aveva già parlato nei tempi antichi molte volte e in diversi modi ai

padri per mezzo dei profeti”92. Secondo il Concilio Vaticano II, Dio ha un dialogo

costante con la Chiesa, che è corpo mistico di Cristo. Per mezzo del battesimo l’uomo

diventa parte delle sue membra in Cristo, che inizia a vivere in lui e a parlare in quanto

Verbo di Dio. Attraverso i doni dello Spirito, l’uomo può udire la parola di Dio e

rispondere ad essa93. Quindi, in quanto parte della Chiesa, l’uomo dialoga costantemente

con Cristo, in un rapporto mistico che caratterizza l’esistenza di tutti i cristiani e che in

alcuni si esprime in forme e modi particolari, come nel caso di Santa Teresa d’Avila94,

Maria Margherita Alacoque95, Anna Caterina Emmerick96, e così via.

La rivelazione biblica viene chiamata kanon (linea guida, misura), in quanto unità

di misura con la quale si valuta la veridicità di ogni rivelazione esterna alla Bibbia,

altrimenti detta privata. Il Concilio di Trento (1545–1561), riconosce l’esistenza delle

apparizioni e delle rivelazioni al di fuori della Bibbia, definendole rivelazioni speciali97.

La Chiesa riconosce la possibilità che Dio possa parlare al di fuori della Bibbia, in ogni

epoca e ad ogni uomo e ha il compito di esaminare e valutare tutto secondo quanto

espresso da Dio: “Non disprezzate le profezie, esaminate ogni cosa, tenete ciò che è

buono”98. Il contenuto dei messaggi riferiti dai veggenti deve essere verificato in base a

criteri dogmatico-teologici della dottrina ecclesiastica, in sintonia col principio teologico

secondo il quale la natura non distrugge la natura, perché “se noi o un angelo disceso dal

92 Lettera agli Ebrei 1,1. 93 Lumen Gentium 7, 48; Presbiterorum Ordinis 2; Unitatis Redintegratio 3; Apostolicam Actuositatem 3; Christus Dominus 1, in I Documenti del Concilio Vaticano II, Edizioni San Paolo, Milano 1987. 94 T. d’Avila, Il castello interiore, Edizioni San Paolo, Cinisello Balsamo (MI) 1994. 95 M.M. Alacoque, Vita scritta da lei stessa, Sellerio, Palermo 1997. 96 E. Pilla, Le rivelazioni di Caterina Emmerick, Edizioni Cantagalli, Siena 1998. 97 K. Rahner, Nuovi saggi. 7. Dio e rivelazione, Edizione San Paolo, Cinisello Balsamo (MI) 1981. 98 Prima lettera ai Tessalonicesi 5,20-21.

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cielo annunciassimo a voi un vangelo diverso da quello che vi abbiamo annunciato, sia

votato alla maledizione divina”99.

Le autentiche rivelazioni, visioni e messaggi al di fuori della Bibbia non recano

con sé alcuna verità nuova, poiché nella Bibbia tutto è già stato rivelato ma, come

sostiene Karl Rahner, “la loro essenza non sta nel contenuto oggettivo; invece le

rivelazioni private sono imperative nella propria essenza, indicano alla Chiesa come agire

in una determinata situazione storica. Esse non contengono affermazioni nuove, ma un

comandamento nuovo”100 che è “un imperativo di Dio per un membro della Chiesa, un

comandamento ispirato per l’opera della Chiesa in una determinata situazione storica”101.

Quindi l’obiettivo delle rivelazioni private è quello di riattualizzare e rifondare il

messaggio biblico nella vita di ogni cristiano, adattandolo all’attuale assetto storico-

culturale.

Alle verità rivelate nelle Sacre Scritture i credenti devono aggiungere il consenso

della fidei catholicæ, dogma ecclesiastico di adesione alla Chiesa Cattolica, mentre le

verità rivelate al di fuori della Bibbia non costituiscono dogma di fede e ognuno è libero

di credervi o meno, come puntualizza Benedetto XIV nell’enciclica De servorum dei

beatificatione. Sin dal Medioevo esiste una letteratura molto vasta sulle apparizioni e le

visioni, già Tommaso d’Aquino distingue le visioni immaginarie, che si svolgono

nell’occhio della mente, dalle apparizioni, che vengono percepite dagli occhi della carne.

Nelle visioni il veggente si sposta dal proprio spazio a un altro, in una condizione di

estasi o sogno102. Nella visione il veggente prova una sensazione di cambiamento di

luogo, di potenza di una forza soprannaturale, di aspetto figurato, di estasi, sogno o

rivelazione103. “Le caratteristiche dell’apparizione sono: arrivo di qualcosa di esterno,

mantenimento della coscienza e dell’ambiente quotidiano, aspetto figurato e nella

maggior parte dei casi rivelazione o comando, cioè l’invito quale contenuto della

comunicazione con la persona destinataria dell’apparizione”104. In base alla loro finalità,

la teologia distingue le visioni mistiche dalle visioni profetiche. Le prime riguardano solo

la persona in questione e la sua crescita spirituale personale, come è stato per tanti mistici

della Chiesa, tra cui Gemma Galgani105, anche se non si esclude una certa dimensione

pubblica di tali fenomeni. Le visioni profetiche invece fin dall’inizio hanno un carattere

99 Lettera ai Galati 1,8. 100 K. Rahner, Visioni e profezie, Vita e pensiero, Milano 1995, pp. 27-28. 101 Ivi, p. 30. 102 P. Dizelbacher, Vision und Visionliteratur im Mittelalter, A. Hiersemann, Stuttgart 1981, p. 29. 103 A. Sharma, Estasi, in Enciclopedia delle religioni, diretta da Mircea Eliade, cit., vol. III, pp. 218-225. 104 A.T. Khoury, Zur Unterscheidung der Geister, Oros-Verlag, Altenberg 1994, p. 66. 105 G. Galgani, Sola con Gesù solo, Edizioni San Paolo, Cinisello Balsamo (MI) 2002.

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pubblico, dono o carisma per una o più persone, a vantaggio di tutta la Chiesa. Il

veggente è chiamato a rivolgersi alla comunità dei credenti con il messaggio ricevuto,

come nel caso di Maria Margherita Alacoque.

Un altro criterio fondamentale per determinare l’autenticità delle visioni,

apparizioni e rivelazioni esterne alla Bibbia è costituito dalla valutazione dei frutti:

“Guardatevi dai falsi profeti che vengono a voi in veste di pecore, ma dentro son lupi

rapaci. Dai loro frutti li riconoscerete. Si raccoglie forse uva dalle spine, o fichi dai rovi?

Così ogni albero buono produce frutti buoni e ogni albero cattivo produce frutti cattivi;

un albero buono non può produrre frutti cattivi, né un albero cattivo produrre frutti buoni:

Ogni albero che non produce frutti buoni viene tagliato e gettato nel fuoco. Dai loro frutti

dunque li potrete riconoscere”106.

Un ulteriore accertamento volto a determinare la veridicità delle apparizioni è

condotto sullo stato di salute psico-fisica e sul comportamento morale dei veggenti. A

differenza di altre apparizioni del passato, a Medjugorje è stato possibile utilizzare le più

moderne e avanzate tecnologie per osservare e documentare i fenomeni mistici: non a

caso sono state infatti denominate “le apparizioni più studiate della storia”.

Nel 1981 i veggenti vengono esaminati due volte per conto delle autorità: a Čitluk

il 27 giugno, dal dottor Ante Bijević e a Mostar il 29 giugno, dalla dottoressa Ďzuda e

riconosciuti perfettamente sani di mente. Dopo quattro esami compiuti tra il 1982 e il

1983, il dottor Stopar, psichiatra, parapsicologo e ipnoterapeuta, dichiara i veggenti privi

di sintomi psicopatologici. In due esami nel 1984 la dottoressa Magatti riporta che nei

veggenti non ci sono reazioni né agli stimoli dolorifici, né a quelli visivo-uditivi durante

le estasi. Non sono presenti catalessi, sudori o lacrime. Nello stesso anno la dottoressa

Capello studia i tre sincronismi del gruppo (caduta in ginocchio, movimenti labiali in

assenza di suoni e sollevamento delle teste alla fine dell’apparizione), concludendo che

non sono spiegabili e rimandano a cause esterne percepibili solo dai veggenti. Sempre nel

1984 il dottor Gabrici dichiara che non c’è traccia di complicità nei loro sguardi che

possa spiegare la contemporanea caduta in ginocchio all’inizio dell’apparizione.

La prima accurata analisi scientifica dei fenomeni delle apparizioni di

Medjugorje, realizzata con l’ausilio delle più sofisticate apparecchiature durante lo stato

di estasi, viene condotta dal prof. Joyeux con l’aiuto di René Laurentin, in quattro fasi nel

1984, monitorando le condizioni di estasi dei veggenti prima, ponendo attenzione

particolare alla sincronizzazione delle loro reazioni sensoriali. I risultati mostrano che

106 Vangelo di Matteo 7,15-20.

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l’oggetto percepito è esterno ai veggenti. Il fenomeno delle estasi risulta scientificamente

inspiegabile e i ragazzi vengono giudicati capaci di intendere e di volere, mentre vengono

esclusi disturbi della personalità, psicosi o altre patologie cliniche. Alle stesse conclusioni

hanno portato gli esami condotti tra il 1984 e il 1985 dal dottor Frigerio: “Fermo restando

che, al di fuori dell’estasi, questi ragazzi risultano perfettamente normali sul piano psico-

fisico, la condizione estatica dei veggenti di Medjugorje non può essere scientificamente

spiegata in linea puramente naturale”107. Il 14 gennaio 1986 a Paina una commissione

italo-francese, composta da 17 scienziati, medici, psichiatri e teologi, giunge a una

conclusione in dodici punti, basata sugli esami condotti fino ad allora, sollecitando un

riconoscimento ecclesiatico dei fatti108.Nel 1998 viene condotta un’ulteriore ricerca

psichica e neurologica sui veggenti. Nelle ricerche sono coinvolti l’Istituto per la scienza

di confine di Innsbuck, il Centro per lo studio e la valutazione dello stato psico-fisico

della coscienza di Milano, la Scuola europea per l’ipnosi psico-terapeutica Amisi di

Milano, il Centro di parapsicologia di Bologna. Le conclusioni mostrano che i fenomeni

di estasi sono accomunabili con quelli del 1985, presentando tuttavia una minore intensità

ed escludendo ogni possibile condizione di sonno ipnotico109. Questi studi hanno

107 R. Caniato, V. Sansonetti, op. cit., pp. 303-308. 108 1. Secondo le indagini psicologiche si può escludere con certezza la frode e l’inganno da parte di tutti e ciascuno dei veggenti. 2. Secondo gli esami medici, test, osservazioni cliniche, ecc…, si può escludere che ci siano allucinazioni patologiche per tutti e ciascuno dei veggenti. 3. Secondo i risultati delle indagini precedenti, si può escludere una spiegazione puramente naturale di questi fenomeni, per tutti e ciascuno dei veggenti. 4. Secondo le informazioni e le osservazioni documentabili, si può escludere, per tutti e ciascuno dei veggenti, che questi fenomeni siano di ordine preternaturale, ossia sotto l’influenza diabolica. 5. Secondo le osservazioni e le informazioni documentabili, c’è corrispondenza tra questi fenomeni e quelli descritti abitualmente nella teologia mistica. 6. Secondo le informazioni e le osservazioni documentabili, si può parlare di progressi spirituali e di progressi nelle virtù teologali e morali dei veggenti, dall’inizio di questi fenomeni fino a oggi. 7. Secondo le informazioni e le osservazioni documentabili, si può escludere un insegnamento o atteggiamento dei veggenti chiaramente in contraddizione con la Fede o la Morale cristiana. 8. Secondo le informazioni e le osservazioni documentabili si può parlare di frutti spirituali buoni, sul popolo coinvolto e favorevole all’azione soprannaturale di questi fenomeni. 9. Dopo più di quattro anni, le correnti e i diversi movimenti nati a Medjugorje in seguito a queste manifestazioni, influenzano il Popolo di Dio nella Chiesa, in perfetta armonia con la Fede e la Morale cristiana. 10. Dopo più di quattro anni, si può parlare di frutti spirituali oggettivi e duraturi per i movimenti nati a Madjugorje. 11. Si può affermare che tutte le iniziative ecclesiali buone e spirituali, e in perfetta armonia con il Magistero autentico della Chiesa, trovino un sostegno nei fatti di Medjugorje. 12. Si può quindi concludere che, dopo l’esame approfondito dei protagonisti, dei fatti e dei loro effetti, non solo nell’ambito locale ma anche riguardo alle ripercussioni nell’ambito ecclesiale, sia un bene per la Chiesa riconoscere l’origine e quindi il fine soprannaturale dei fatti di Medjugorje. L. Rupčić, Medjugorje nella storia della salvezza, Edizioni Medjugorje, Tocco Causaria (PE) 1990, pp. 202-203. 109 Rapporto della ricerca redatto a Capiago Intimiano il 12 dicembre 1998: - in un arco di tempo di 17 anni, dall’inizio delle loro esperienze di apparizione, i soggetti non hanno mostrato sintomi patologici come per esempio trance, disturbi dissociativi o di perdita del contatto con la realtà; - tutti i soggetti esaminati, tuttavia, hanno mostrato sintomi che sono legati a reazioni di stress giustificato, derivante da un grande stimolo emotivo esogeno ed endogeno, conseguenza della vita quotidiana; - in base alle loro testimonianze personali, è emerso che l’iniziale e successivo cambiamento dello stato di coscienza è determinato da circostanze insolite, che essi solo conoscono e che definiscono come visioni/apparizioni della Madonna; - l’esame psichiatrico e psicologico sulle persone, che aveva come obiettivo quello di definire le caratteristiche personali più significative, non può essere reso noto poiché appartiene alla sfera privata; - la

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concluso che i veggenti di Medjugorje entrano in uno stato psico-fisico di coscienza

alterata, comunemente definito estasi, tipico di esperienze mistiche cattoliche110.

Tutti questi esperimenti erano volti soprattutto a valutare lo stato di salute psico-

fisica dei veggenti, ma altri esperimenti hanno preteso di verificare la presenza e la

dimensione di un’energia spirituale nella stanza delle apparizioni. Il dottor Lipinski,

medico americano di origine polacca, ha utilizzato un apparecchio con il quale ha

accertato una presenza di radioattività molto superiore alla norma, in base alla quale egli

ha riconosciuto l’esistenza di una forte energia spirituale. Queste sperimentazioni sono

stati contestati dal fisico italiano Emanuele Mor, direttore dell’Istituto per la corrosione

marina dei metalli, secondo cui: “le ricerche di Lipinski, pur rivestendo molto interesse,

sono superficiali, in quanto non definiscono innanzi tutto i rapporti tra ioni positivi e ioni

negativi”111. Il dottor Mor ha effettuato esperimenti successivi che lo hanno portato a

negare la presenza di radioattività spirituale, presupposta dal dottor Lipinski, accertando

tuttavia una ionizzazione dell’aria dieci volte superiore alla media. Sembra di essere

tornati alle ideologie dello spiritismo che “pretese di dimostrare positivamente, coi fatti,

l’esistenza dell’oltretomba”112, tentando così di provare scientificamente l’autenticità

delle apparizioni.

A Lourdes la prima attestazione documentata dei miracoli avvenuti fu fatta nel

1862, quattro anni dopo l’inizio delle apparizioni. L’allora vescovo mons. Laurence,

riconobbe l’autenticità delle apparizioni, dopo presa visione dei risultati di una

commissione da lui nominata, che aveva approvato la condotta morale di Bernardette, le

conversioni di massa dei pellegrini e la natura miracolosa di sette guarigioni. L’inchiesta

sulle guarigioni era stata condotta da una sottocommissione, i cui membri ecclesiastici si

erano proposti di desumere la loro origine soprannaturale, dal punto di vista teologico e

scientifico. Il vescovo Laurence invitò inoltre il dottor Vergez, professore della Facoltà di

Medicina di Montpellier, a dare un giudizio propriamente scientifico. Vergez divise i casi

in tre categorie e la prima con la dicitura: fatti che possiedono pienamente e in maniera

evidente il carattere soprannaturale. Commenta a tal proposito il professore di teologia

fondamentale Locatelli: “Oggi un uomo di scienza si limiterebbe a dichiarare

valutazione psico-fisiologica è stata condotta in quattro diversi stati di coscienza: veglia, stato di coscienza alterato (ipnosi con provocazione di estasi), visualizzazione di immagini mentali, stato di coscienza alterato (definito come estasi delle apparizioni). R. Caniato, V. Sansonetti, op. cit., pp. 312-313. 110 M. Margnelli, G. Gagliardi, Le apparizioni della Madonna da Lourdes a Medjugorje, in ‹‹Riza Scienze››, n. 16, luglio 1987, p. 20. 111 E. Sala, P. Mantero, Il miracolo di Medjugorje, Edizioni Mediterranee, Roma 1986, pp. 71-73. 112 C. Gallini, La sonnambula meravigliosa. Magnetismo e ipnotismo nell’Ottocento italiano, Feltrinelli, Milano 1983, p. 59.

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semplicemente se una guarigione è o non è spiegabile da un punto di vista clinico. Allora,

come si vede, la linea di demarcazione tra il compito degli ecclesiastici e quello degli

uomini di scienza era certamente meno chiara di quanto non sia oggi”113. Il Bureau des

Constatations Médicales, ufficio medico per l’accertamento scientifico delle guarigioni

miracolose avvenute a Lourdes, nascerà solo molto più tardi, nel 1883. Nel 1891 esce

Lourdes; histoire médicale 1858-1891 , di Gustave Boissarie, direttore del Bureau, in cui

il discorso scientifico si fa centrale, a differenza dei precedenti libri sui miracoli, trattati

come storie religiose edificanti. Oggigiorno la scienza ammette come possibili gli eventi

eccezionali, secondo la dichiarazione del prof. Gildo Spaziante, direttore sanitario degli

Istituti Clinici di Perfezionamento dell’Università di Milano: “Il determinismo assoluto

oggi è fortemente temperato dall’interpretazione stocastica di fenomeni a tutti i livelli

della realtà cosmica. La comparsa di eventi eccezionali di per sé non contraddice

l’ordinamento delle leggi naturali note, ché, anzi, da un ‹‹fissismo›› rigido e immutabile,

sempre più si tende ad ammettere una realtà dinamica, variabile, mutevole, che espone

alla evoluzione, alla novità, alla imprevedibilità”114. Da queste dichiarazioni emerge

quindi la possibilità di un nuovo incontro tra scienza e religione, attraverso la

sperimentazione del sacro.

La Chiesa si affida alla prudenza, aspettando lo sviluppo degli eventi e invitando

alla cautela. Né approva, né condanna, facendosi carico del dovere di garantire

l’assistenza spirituale ai pellegrini. Il giudizio sulla validità delle apparizioni spetta in

prima istanza all’ordinario diocesano, che può avvalersi della collaborazione di esperti in

materia. All’inizio delle apparizioni il vescovo Pavao Žanić, vanta un atteggiamento di

prudenza o addirittura di difesa dei veggenti dagli attacchi delle autorità comuniste, come

risulta dall’omelia pronunciata a Medjugorje in occasione della festa di San Giacomo del

25 luglio 1981: “Sono profondamente certo che nessun ragazzo, tra quelli che dicono di

aver visto la Madonna, nessuno di loro è stato istigato. Se qualcuno li avesse convinti,

proprio perché si tratta di sei innocenti, sei semplici ragazzi, nel giro di mezz’ora

direbbero tutto. Nessuno dei sacerdoti, lo garantisco personalmente, ha mai avuto

intenzione o fatto in modo di indurli a dire qualcosa contro la loro volontà. Quindi sono

persuaso: non affermano il falso! Dicono esattamente quello che sentono nei loro cuori.

E’ sicuro: i ragazzi non mentono”115. Il 16 agosto 1981, al settimanale cattolico di

113 A. Locatelli, Il riconoscimento dei miracoli di Lourdes, Nuove Edizioni Duomo, Milano 1979, p. 13. 114 G. Spaziante, Guarigioni straordinarie. Problematiche e casistica clinica in rapporto con la vicenda di Medjugorje, in S. Kraliević e C. Maggioni, op. cit., p. 282. 115 L. Rupčić, Medjugorje porta del cielo ed inizio di un mondo migliore, Edizioni Medjugorje, Tocco Causaria (PE) 2000, pp. 165-166.

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Zagabria Glas Koncila, portavoce della Chiesa Cattolica in Jugoslavia, monsignor Žanić

dichiara: “È certo che ciò non è stato suggerito loro da terzi, ed essi non sono stati

incoraggiati da nessuno a raccontare cose false, certamente non dalla Chiesa. Tutto porta

a credere che questi ragazzi non mentano”. Addirittura il 1° settembre 1981, in

riferimento all’accusa di controrivoluzione, Žanić manda una lettera al presidente della

Repubblica Federale Jugoslava, Kraigher, scrivendo: “Le calunnie irresponsabili e gli

attacchi di cattivo gusto non possono aiutare a guardare serenamente gli avvenimenti

accaduti nella parrocchia di Medjugorje. Un simile comportamento offende i diritti

fondamentali dell’uomo e del cittadino”116.

Poco tempo dopo però il vescovo ribalterà completamente la sua posizione nei

confronti degli eventi di Medjugorje, schierandosi apertamente contro di essi. Il 10

gennaio 1982 Žanić istituisce una commissione diocesana formata da quattro sacerdoti,

due secolari e due francescani, per esaminare i fatti riguardanti le presunte apparizioni di

Medjugorje. A causa di un lavoro di indagine mal condotto, la Conferenza Episcopale

Jugoslava propone al vescovo di nominare una commissione di esperti più ampia così, nel

febbraio 1984, la commissione è portata a quattordici membri ecclesiastici, di cui cinque

francescani, uno psicologo dell’Università di Zagabria e alcuni medici. A differenza di

Lourdes, dove il parroco padre Peyramale apparteneva alla commissione, a Medjugorje

nessun religioso della parrocchia viene invitato a far parte della commissione di indagine.

Il vescovo si dichiara da subito presidente e fondatore della commissione, la quale terrà

sette incontri nell’episcopato di Mostar. Il 30 ottobre 1984 Žanić pubblica un dossier di

denuncia personale, La posizione attuale della curia vescovile di Mostar nei confronti

degli eventi di Medjugorje, in cui si può leggere: “Il vescovo di Mostar, dopo aver difeso

Medjugorje dalle calunnie, si è fatto un dovere di difendere questo fenomeno spirituale

dai rischi di una sicurezza eccessiva o prematura”. Nella lettera della Segreteria di Stato

del Vaticano n. 150.458, dell’1 aprile 1985, il cardinale Casaroli chiede al cardinale

croato Kuharić, allora presidente della Conferenza Episcopale Jugoslava, di pregare il

vescovo Žanić, in seguito alla pubblicazione del dossier, di “evitare qualsiasi

dichiarazione personale, fino a quando non saranno stati raccolti gli elementi necessari

per fare chiarezza sugli avvenimenti ed emettere un giudizio definitivo”117. Ma nel 1990

il vescovo prosegue le accuse con il pamphlet Medjugorje, in cui si schiera apertamente

contro le apparizioni di Medjugorje, paragonandole alle vicende di mamma Ebe in Italia

116 L. Rupčić, V. Nuić, Ancora una volta la verità su Medjugorje, K. Krešimir, Zagabria 2003, pp. 216-217. 117 R. Caniato, V. Sansonetti, op. cit., p. 333.

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o del reverendo Jones in America: “Non credo alle apparizioni di Medjugorje e chiunque

sia sano di mente e istruito nella fede non può che giungere alle mie stesse conclusioni”.

I francescani indicano la “questione erzegovinese” come causa del ripensamento

del vescovo nei confronti di Medjugorje. I turchi occuparono la Dalmazia nel 1474,

perseguitando i cattolici, fedeli al Papa, nemico a causa delle crociate. Venne imposto

l’Islam in tutta la regione, ma i francescani riuscirono a rimanere in incognito nell’area

dell’attuale Bosnia-Erzegovina, mentre il clero secolare trovò rifugio presso gli Asburgo.

Conventi e monasteri vennero distrutti o adibiti ad altri usi, e venne proibita ogni forma

di manifestazione cristiana, mentre per quattro secoli l’ordine dei frati minori mantenne

viva la fede cattolica tra il popolo. Nel 1878, conclusa la dominazione ottomana, il clero

secolare rivendicò i suoi antichi possedimenti nella regione. Papa Leone XIII nel 1881

restaurò la diocesi, chiedendo ai francescani di restituire tutte le parrocchie, cosa che oggi

non è del tutto avvenuta. Ad aggravare la situazione nel 1942, per decisione pontificia, la

diocesi di Mostar, fino ad allora in mani francescane, venne affidata ad un esponente del

clero secolare. Un altro motivo del cambiamento di opinione del vescovo, strettamente

collegato alla questione dell’Erzegovina, sembrerebbe essere il “caso di Mostar”. Due

francescani, Ivica Vego e Ivan Prusina, cappellani di Mostar erano stati condannati per

aver continuato la loro attività pastorale a Mostar, presso fedeli che volevano ricevere i

sacramenti solo da frati francescani. I frati vennero sospesi a divinis per disubbidienza,

dal vescovo Žanić, ed espulsi dall’ordine. In una delle loro visite a Medjugorje,

interpellarono la veggente Vicka sulla questione, la quale, consultata la Madonna, riferì

che il vescovo aveva agito troppo precipitosamente. Žanić, a questo punto, denigrò

categoricamente le apparizioni di Medjugorje: “La Madonna parla contro il vescovo

nell’esercizio della sua funzione pastorale? Ma contro il vescovo vuol dire contro la

Chiesa. Dunque, quella di Medjugorje non è la Madonna!”118. A questa affermazione

rispose l’arcivescovo di Spalato, monsignor Franić, durante una riunione della

Conferenza Episcopale: “Ma nel libro dell’Apocalisse lo Spirito Santo rimprovera sette

vescovi”119.

Del resto, la storia della Chiesa, offre vari esempi di casi in cui profeti hanno

criticato le alte cariche ecclesiatiche, come nei casi di S. Brigida di Svezia e S. Caterina

da Siena che, su ordine di Dio, hanno spinto papa Gregorio XI a ritornare da Avignone a

Roma120. A undici anni di distanza dal caso di Mostar, la Signatura Apostolica giudicò

118 Ivi, p. 332. 119 Ibidem. 120 B. Guillemain, I papi di Avignone, Edizioni San Paolo, Cinisello Balsamo (MI) 2003.

29

che la dichiarazione amministrativa presa contro i frati era invalida e contraria al Diritto

Canonico.

Nel 1986 viene istituita una nuova commissione, nell’ambito della Conferenza

Episcopale Jugoslava, grazie all’interessamento del prefetto della Congregazione per la

dottrina della fede cardinale Ratzinger, operativa dal 9 gennaio 1987. Aveva sostituito la

commissione diocesana precedente, sciolta d’autorità dal Vaticano il 2 maggio 1986, per

le sue conclusioni troppo affrettate. L’esito del lavoro della commissione dei vescovi

jugoslavi produrrà la Dichiarazione di Zara del 10 aprile 1991, che ha valore ancora

oggi:

1. I vescovi lasciano aperto a ulteriori approfondimenti il carattere

soprannaturale dei fenomeni di Medjugorje: non lo riconoscono, ma non

lo negano.

2. I vescovi sottolineano la propria attenzione pastorale per i fedeli che,

spinti da vari motivi, vengono a Medjugorje.

3. I vescovi intendono promuovere una sana devozione verso la Beata

Vergine Maria, conformemente all’insegnamento della Chiesa. A tal fine

forniranno specifiche direttive liturgico-pastorali.

4. Attraverso le proprie commissioni, i vescovi continueranno a seguire gli

avvenimenti di Medjugorje.

Questa dichiarazione della Conferenza Episcopale della Jugoslavia rappresenta la

posizione ufficiale della Chiesa nei confronti degli avvenimenti di Medjugorje. I vescovi

lasciano aperto a ulteriori approfondimenti il carattere soprannaturale dei fenomeni,

garantendo allo stesso tempo assistenza pastorale ai pellegrini e promuovendo una

devozione verso la Madonna. Punti che saranno confermati dalla Congregazione per la

dottrina della fede, in una lettera del 23 marzo 1996 al vescovo Taverdet e in un’altra del

26 maggio 1998 al vescovo Aubry.

Il 16 giugno 1991 viene nominata a Mostar la commissione per la vita pastorale

nella parrocchia di Medjugorje, con a capo monsignor Komarica, mentre Žanić è

chiamato a presiedere la commissione della Conferenza Episcopale Jugoslava per

Medjugorje. A causa dello scoppio della guerra il 26 giugno 1991 le riunioni della

commissione non avranno luogo. Giunto al limite d’età il 20 maggio 1993, il vescovo

Žanić viene sostituito da monsignor Perić, il quale respinge ogni possibilità di

apparizione della Madonna a Medjugorje. Il ruolo della Chiesa in questo caso è quello di

stabilire il confine tra verità e menzogna, per questo motivo le sue decisioni prendono il

30

nome di definitiones (confini): nel caso di Medjugorje il magistero della Chiesa non

ritiene che i confini della verità siano stati ancora superati e non vieta quindi i

pellegrinaggi.

Nonostante l’atteggiamento di prudenza della Chiesa, l’autenticità delle

apparizioni della Madonna a Medjugorje è stata testimoniata da alcuni dei più importanti

teologi di fama mondiale, attraverso libri, interviste, conferenze e apparizioni radio-

televisive, da Hans Urs von Balthasar, René Laurentin, Michael Caroll, ecc. Ma anche

persone autorevoli all’interno della Chiesa si sono schierate più volte a favore di

Medjugorje, come il vescovo Franić e il cardinale Kuharić, presidenti della Conferenza

Episcopale Jugoslava. In italia il famoso esorcista Gabriele Amorth è impegnato a

difendere l’autenticità delle apparizioni in Bosnia. In America Wayne Weible, ex

protestante convertitosi dopo una visita a Medjugorje, è autore affermato di libri

devozionali. Nel suo libro, A time for truth and a time for action, Denis Nolan espone le

testimonianze di quaranta vescovi in favore di Medjugorje. In tutto il mondo numerosi

vescovi hanno accolto i veggenti nelle loro diocesi per dare pubblica testimonianza delle

apparizioni della Regina della Pace. La stessa Madre Teresa di Calcutta, in una lettera del

12 agosto 1991 a Denis Nolan, scrive: “Noi preghiamo un’Ave Maria a Nostra Signora di

Medjugorje prima della Santa Messa”121.

121 E. Maillar, Medjugorje cosa dice la chiesa, Shalom, Camerata Picena (AN) 1996, p. 36.

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Capitolo III

Apparizioni apocalittiche?

Una sempre più vasta corrente sensazionalistica del cristianesimo sembra

orientarsi verso l’aspetto apocalittico dei fenomeni epifanici, minimizzando la

dimensione di redenzione del Credo Cattolico: estratti di documenti ecclesiastici, frasi

papali non confermate ufficialmente, profezie da varie fonti vengono fuse insieme e

diffuse attraverso libretti devozionali, giornaletti, foglietti volanti, trasmissioni televisive,

siti internet, creando una sorta di nevrosi futuristica da fine dei tempi.

La concezione drammatica del mondo e della vita è presente già nel cattolicesimo,

come ci fanno notare Edith e Victor Turner, quando sottolineano che la Chiesa Cattolica

ha “concepito la lotta per la salvezza come un dramma che dura tutta la vita, giocato

essenzialmente nell’anima individuale, ma coinvolgente un enorme cast di attori, alcuni

visibili, altri invisibili, alcuni naturali, altri soprannaturali: Dio, Maria, la madre di Dio,

gli angeli, i santi, le tre divisioni della Chiesa vivente, la Chiesa trionfante delle anime

invisibili in cielo, la Chiesa sofferente delle anime invisibili in Purgatorio e la Chiesa

militante dei viventi assediati dalla carne e dal diavolo e dagli avversari umani. L’anima

individuale è vista come drammaticamente coinvolta, fino al momento della morte, con

tutte queste persone, personaggi e gruppi”122. Lo stesso tema è presente infatti anche in

alcuni documenti del Concilio Vaticano II, dove “la vita umana, sia individuale che

collettiva, presenta i caratteri di una lotta drammatica tra il bene e il male, tra la luce e le

tenebre”123, infatti “Tutta intera la storia umana è […] pervasa da una lotta tremenda

contro le potenze delle tenebre; lotta cominciata fin dall’origine del mondo, che durerà,

come dice il Signore (Mt 24, 13; 13, 24-30 e 36-43), fino all’ultimo giorno”124.

La minaccia di castighi per l’umanità nel caso in cui non si penta è presente in

molti messaggi mariani, dove l’invito alla conversione appare fondato su un modello di

fede basato sulla paura del diavolo e di Dio castigatore. Sempre secondo i Turner, “Dal

1830 […] si è verificato un notevole aumento di racconti riguardanti le apparizioni

mariane, sempre più associate ad avvertimenti di terribili calamità che avrebbero colpito

gli uomini nel caso in cui essi non si fossero pentiti e non si fossero rimessi sulla retta

122 V. Turner, E. Turner , op. cit., p. 16. 123 Gaudium et spes 13, in I Documenti Del Concilio Vaticano II, cit. 124 Ivi, 37.

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via: una sorta di millenarismo cattolico”125. A Rue du Bac nel 1830, Caterina Labouré

riceve un avvertimento delle sciagure che si sarebbero abbattute sulla Francia e sul

mondo intero126; ad Akita in Giappone (1973) la Madonna avverte che: “Se gli uomini

non si convertiranno, il Padre lascerà cadere su tutta la razza umana un grande castigo. Il

fuoco cadrà dal cielo. A causa di questo castigo una gran parte dell’umanità sarà

annientata”127; a Kibeho il 15 agosto 1982 i tre veggenti ricevono una visione della

Madonna triste e piangente, che dura circa otto ore, davanti a venti mila persone presenti,

in cui videro cose terribili, massacri, teste decapitate, un fiume di sangue, cadaveri

abbandonati128. Nell’aprile 1994 verranno massacrati venti mila tutsi e hutu nel santuario

di Kibeho.

Il clima catastrofico è notevolmente cresciuto intorno al terzo segreto di Fatima,

di cui sono state pubblicate, in tutti i giornali del mondo e in numerosi libri, versioni

false, che profetizzavano imminenti disgrazie e catastrofi future. Il 13 maggio 1991 a

Fatima, a dieci anni dall’attentato a Piazza San Pietro, Papa Giovanni Paolo II ha

affermato: “Da Cova da Iria sembra diffondersi una luce consolatrice colma di speranza

che illumina i fatti che caratterizzano la fine di questo secondo millennio”129. Lo stesso

papa ha poi reso finalmente pubblico il famoso terzo segreto, fermando così il dilagare

delle tensioni apocalittiche. Wojcik distingue le credenze apocalittiche, in fataliste e non

fataliste. Le prime escludono ogni possibile iniziativa umana per scongiurare l’avvenire

di eventi futuri, mentre le seconde affermano la possibilità dell’intervento umano per

modificare il futuro130. Nei messaggi apocalittici mariani l’uomo può ottenere la pietà di

Dio attraverso la penitenza e la preghiera, come promesso a Rue du Bac, La Salette,

Fatima e come affermato nel Salmo 130: “Ma presso di te è il perdono”131.

Accanto alla prospettiva apocalittica che interpreta la sofferenza come castigo

divino troviamo, all’interno del mondo cattolico, uno spostamento ideologico dal

Vecchio al Nuovo Testamento, dall’idea di una sofferenza interpretata come castigo132 a

quella di una sofferenza vista attraverso il valore della redenzione133: “Nemmeno le più

125 V. Turner, E. Turner, op. cit., p. 198. 126 G. Palmarita, Caterina Labouré e le apparizioni della Vergine a Rue du Bac, Edizioni San Paolo, Cinisello Balsamo (MI) 1997, pp. 89-91. 127 E. Sala, P. Mantero, op. cit., p. 139. 128 G. Sgreva, Le apparizioni della Madonna in Africa: Kibeho, Shalom, Camerata Picena (AN) 2002, pp. 239-244. 129 ‹‹L’Osservatore Romano››, 13-14.5.1991, p. 7. 130 D. Wojcik, The End of the World As We Know It: Faith, Fatalism, & Apocalypse in America, New York University Press 1997, pp. 100-121. 131 Salmi 130,4. 132 Proverbi 22,8. 133 Lettera ai Romani 8,15.

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grandi calamità possono essere considerate come castighi; se ci si pone la domanda:

grazia o castigo?, bisogna rispondere che la prova è sempre una grazia tendente a dare

all’esistenza umana una fecondità nell’ordine della salvezza […]. Sulla terra, dunque, non

vi è dolore che sia inflitto da Dio come castigo del peccato. […] Troppi cristiani, ancora,

interpretano le loro sofferenze come una punizione dall’alto: ciò significa che il valore

della redenzione operata da Cristo non è stato sufficientemente compreso”134. Anche

Vicka vede la sofferenza come una grazia: “Quando la Madonna chiede o vuole qualcosa,

quando Dio manda a noi una sofferenza, una croce, una malattia, dobbiamo prenderla

come un grande dono, e Dio sa perché ha dato a me questa sofferenza e sa anche il

momento quando prenderla, ma io devo solo ringraziare il Signore e dico sempre alla

Madonna: se hai ancora qualcosa da dare io sono pronta a prendere, solo in questo

momento chiedo la tua forza e coraggio, ché possa andare avanti. Anche la Madonna ha

detto chiaramente: voi non sapete quanto valore ha la sofferenza davanti agli occhi di

Dio. Anch’io sai, quando Dio mi ha dato questo dono, non ho detto mai che è stato un

peso o una cosa che non potevo affrontare, ma sono stata contentissima che ho potuto

fare e dare una piccola cosa da parte mia alla Madonna. E dico anche adesso alla

Madonna: quando tu vuoi sai che cosa io posso fare per te, sono pronta finché tu

vuoi…”135.

Già nella tradizione ebraica la sofferenza costituisce un elemento della condizione

del profeta, che è segnato dal peso dell’elevazione136. In risposta alla domanda se a

Medjugorje si possa parlare di castighi o minacce per l’umanità, Vicka risponde: “La

Madonna dice: chi prega non deve avere paura del futuro, perché pregando e digiunando

si può allontare anche la guerra. Sai il male è sempre presente, disturba, ma se noi

mettiamo un po’ di buona volontà, se preghiamo di più, il male non può fare niente”137.

Nei luoghi di apparizione, l’eterna lotta tra Bene e Male, normalmente inserita in

un proprio contesto mitologico ben definito, si riattualizza assumendo una dimensione

storica contemporanea: “Marija vede la Vergine in camera sua: “Andate tutti insieme nel

campo di Gumno. È in corso un grande combattimento. Un combattimento tra mio figlio

134 J. Galot, Sofferenza dell’uomo e parola di Dio, in ‹‹La Civiltà Cattolica››, 132, 3155, 1981, p. 443. 135 Intervista a Vicka, Medjugorje, agosto 2003. 136 J. Bemporad, Sofferenza, in Enciclopedia delle religioni, diretta da Mircea Eliade, cit., vol. III, pp. 614-620. 137 Intervista a Vicka, Medjugorje, agosto 2003.

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e Satana. La posta in gioco sono le anime”. I veggenti seguiti da una quarantina di

persone, si recano nella piana di Gumno a 22 metri dalla casa di Vicka”138.

A Medjugorje la lotta tra Dio e il diavolo si manifesta anche negli esorcismi nella

parrocchia di padre Jozo, o nelle manifestazioni demoniache dei “posseduti”, negli

incontri con Vicka, dove i presenti, intimoriti, cominciano subito a pregare per “la

salvezza di quell’anima”139, come dice un signore di Verona, infatti non dobbiamo

dimenticare che “al centro dell’esperienza di rapporto con il demonio e al centro della

relazione che il demonio stabilisce con gli uomini e gli animali si pone, nel pensiero

cattolico e cristiano, il fenomeno della possessione, che, dal punto di vista strettamente

scientifico, è una forma schizoide e delirante, nella quale il malato avverte un ‹‹essere

dominato da››, ‹‹essere gestito da›› in modo che l’estraneità dominante determina un

dissesto fisiopsichico nella relazione con il mondo reale e occupa come idea fissa la

mente del malato”140.

Il diavolo è presente già nelle apparizioni di Lourdes, dove Bernardette ascolta

rumori e schiamazzi provenire da un lato della grotta, che cessano a un imperioso

sguardo e gesto della Madonna141. Anche nei suoi messaggi la Regina della Pace chiede

l’aiuto dei fedeli nella lotta contro Satana: “Pregate perché Satana desidera distruggere i

miei progetti di pace”142 perché “Senza di voi il Signore non può realizzare quello che

vuole”143; “Satana è forte e per questo chiedo le vostre preghiere e che me le offriate per

quelli che stanno sotto il suo influsso, perché si salvino”144; “Satana è forte e con tutta la

sua forza desidera distruggere la pace che viene da Dio”145. L’interpretazione allegorica

ufficiale dell’Apocalisse di Giovanni lascia spazio a una dimensione storico-visiva, in cui

ognuno ha un ruolo concreto nella salvezza eterna. Durante una disputa tra contadini e

aziende di stato sul prezzo dell’uva, la Madonna svela l’interesse del diavolo: “Cari figli,

vi invito alla preghiera. In modo particolare adesso quando Satana vuole servirsi dell’uva

delle vostre vigne. Pregate affinché non ci riesca”146. È la stessa Madonna a confidare che

“In qualunque luogo io vada ed è con me pure mio figlio, là mi raggiunge anche

138 R. Laurentin, R. Lejeune, Messaggio e pedagogia di Maria a Medjugorje, Queriniana, Brescia 1988, p. 142. 139 Medjugorje, agosto 2003 140 A.M. Di Nola, Il diavolo, Newton Compton, Roma 1994, p. 288. 141 J.B. Estrade, op. cit., p. 81. 142 Messaggio del 25 dicembre 1990. 143 Messaggio del 30 gennaio 1986. 144 Messaggio del 25 febbraio 1988. 145 Messaggio del 25 ottobre 1990. 146 Messaggio del 29 agosto 1985.

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Satana”147. Il 14 febbraio 1982 Mirjana ha una visione di Satana: “È stata una apparizione

nella quale il diavolo mi si è presentato con le sembianze della Vergine. Ma ho capito che

era lui: era brutto, bruttissimo; non mi sarei immaginata che potesse essere tanto orribile,

mi uccideva con il suo sguardo, sono quasi svenuta”148.

Nella tradizione cattolica al diavolo viene attribuita la capacità di intervenire

fisicamente nella vita degli uomini, attraverso la possessione: “La caratteristica storica

del fenomeno sta nel fatto che l’immagine delirante che determina l’esser posseduto ha

sempre valore culturale, ed è, cioè, connessa ai quadri mitici e culturali che appartengono

alla persona o al gruppo coinvolto”149. Il combattimento fisico col demonio è già presente

nella storia del cristianesimo e nell’immaginario religioso popolare, legato a molte figure

di santi, come padre Pio150, Sant’Antonio Abate151. La preesistenza di questo tema

popolare insieme al clima fortemente drammatico dei luoghi di apparizioni mariane

contribuisce a trasformare la semplice paura di tentazione al male, a paura di un vero e

proprio scontro fisico col demonio che, da nemico spirituale diventa aggressore fisico del

fedele152, come durante gli esorcismi a Široki Brieg, quando molte persone abbandonano

la chiesa impaurite per la propria incolumità.

Secondo Di Nola “Dallo stretto punto di vista della tipologia storico-religiosa,

l’esorcismo si pone come rito difensivo o apotropaico, squisitamente magico, a mezzo del

quale si eliminano dalle persone e dalle cose le situazioni negative che ostacolano la

pienezza vitale […] opera sempre nel quadro di male e di limitazione esistenziale

emergenti, avvertiti come reali e attuali”153. Negli episodi di possessione sotto casa di

Vicka si assiste a una sorta di partecipazione dei presenti alla lotta contro il demonio. Le

possessioni consentono infatti ai devoti di partecipare personalmente allo scontro tra

Bene e Male, attraverso invocazioni e preghiere, come la Madonna stessa raccomanda:

“Solo tramite la preghiera potete vincere ogni influenza di Satana nel luogo dove

siete”154, enfatizzando così l’efficacia e il potere stesso della preghiera155.

147 Messaggio del 28 gennaio 1987. 148 R. Caniato, V. Sansonetti, op. cit., p. 213. 149 A.M. Di Nola, op. cit., p 288. 150 Padre Pio da Pietrelcina, Epistolario, vol. I, Edizioni ‹‹Padre Pio da Pietrelcina››, San Giovanni Rotondo (FG) 2000, lett. 203, 205, 209s, 212, 252, 266, 273, 292, 297, 300, 306, 313, 315, 330, 334, 338s, 353, 549, 562, 924. 151 A.M. Di Nola, op. cit., pp. 188-190, 332-334; Sant’Atanasio, La vita di Antonio, Edizioni Messaggero, Padova 1998, pp. 106-129. 152 P. Apolito, Il Cielo…, cit., pp. 191-194. 153 A.M. Di Nola, op. cit., pp. 295-296. 154 Messaggio del 7 agosto 1986. 155 G. van der Leeuw, Fenomenologia della religione, Bollati-Boringhieri, Torino 1975, pp. 329-334.

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A Medjugorje un tassista, a ritorno da Cerno, viene fermato da un povero, che gli

da un fazzoletto insanguinato, raccomandandogli di buttarlo nella prima acqua che avesse

incontrato, altrimenti gli sarebbe successo qualcosa di terribile. Prima di arrivare al fiume

vicino, incontra una donna vestita di nero, che gli chiede il fazzoletto, ma lui non glielo

da e lei, dicendogli che se non le avesse dato il fazzoletto sarebbe successo qualcosa di

terribile, ottiene il fazzoletto dall’uomo. Alla veggente Vicka viene chiesto di domandare

spiegazioni alla Madonna, che conferma l’accaduto, spiegando che l’uomo povero era

suo figlio e la donna in nero lei156. Interessanti analogie possono essere riscontrate nei

numerosi racconti in cui un autostoppista, che poi si scopre essere un fantasma, ferma

un’auto per chiedere un passaggio, o per ammonire contro un evento futuro, scomparendo

poi improvvisamente senza lasciare traccia di sé157.

Nel racconto di Medjugorje, oltre l’auto fermata e la profezia, troviamo altri

elementi simbolici importanti come il sangue sul fazzoletto e l’invito a lavarlo. Il sangue

è un elemento vivo nella tradizione cristiana: il sangue di Cristo versato per gli uomini

per riscattarli dal peccato originale. Nella tradizione popolare è presente la doppia

valenza simbolica del sangue, tra vita e morte, come traspare in questa descrizione.158

Nel contesto delle apparizioni gli eventi celesti vengono vissuti all’interno di una

dimensione storica del quotidiano, assumendo anche caratteristiche umane. La Madonna

di Medjugorje, che appare ogni giorno da oltre 22 anni, a differenza delle altre

apparizioni del passato, secondo la testimonianza di Vicka, è presenza viva: “la sento

come una persona viva. Quando è il suo compleanno o il nostro compleanno lei ci da la

mano, ci abbraccia, proprio come una persona viva, si sente, in carne e ossa”159. La

Madonna ha una concretezza fisica, ha contatti fisici con i veggenti, che la sentono reale.

Nel 1981 qualche volta la Madonna ha permesso ai presenti di toccarla, su indicazione

dei veggenti, e qualcuno ha sentito questo contatto, “Una ragazza ha emesso un urlo

quando l’ha toccata. Ha poi detto che la mano le si era impigliata nella corona della

Madonna”160.

In quanto presenza viva e reale la Madonna mostra un proprio profilo psicologico:

è sorridente e felice per quando i suoi “cari figli” accolgono l’invito alla conversione,

così come appare triste e addolorata per la loro indifferenza e ostinazione a condurre una

vita nel peccato.Le immagini della Madonna sorridente e della Madonna addolorata

156 J. Bubalo, op. cit., pp. 144-145. 157 C. Berlitz, Il libro dei fatti incredibili ma veri, Rizzoli, Milano 1989. 158 L.M. Lombardi Satriani, M. Meligrana, op. cit., p. 290. 159 Intervista a Vicka, Medjugorje, agosto 2003. 160 J. Bubalo, op. cit., p. 151.

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richiamano alla mente quelle tipiche dell’iconografia mariana ufficiale: “l’immagine

della gioia e l’immagine del dolore sono le due polarità della figura della Madonna come

madre, sintesi mnemoniche immediate della pastorale che invita al pentimento per i

peccati commessi, ma non alla disperazione. Si finisce per dare alla Madonna un suo

vissuto psicologico attuale, un ritmo di emozioni, sentimenti, reazioni in termini di

piacere e di dispiacere, che ne fanno un essere che non vive in una dimensione

metaforica, bensì storica, sia pure superiore a quella umana”161.

La Madonna scandisce gli anni festeggiando le feste liturgiche, come il Natale o

la Pasqua, o l’anniversario delle apparizioni, così come il suo compleanno, in cui appare

con vesti dorate. A Medjugorje i veggenti precisano che la data del compleanno della

Vergine non coincide con la festa liturgica dell’8 settembre, ma con il 5 agosto. La

Madonna partecipa alla vita e ai drammi quotidiani della parrocchia di Medjugorje, dopo

le abbondanti piogge nell’autunno 1984, che recarono gravi danni ai vigneti, disse infatti:

“Cari figli, grazie perché offrite al Signore tutta la vostra fatica, anche ora che egli vi

prova nei frutti che raccogliete”162. Qualche giorno dopo l’attentato alle Twin Towers la

Madonna disse a Ivan, nel corso di un’apparizione straordinaria, “sono addolorata per

quello che è successo in America dove sono morti tanti miei figli”163, apparendo

emotivamente coinvolta nelle vicende del mondo contemporaneo.

A Medjugorje verso la fine del 1982, intorno alle 15, la Madonna ha portato

Vicka e Jacov in un viaggio nell’aldilà. Mentre si trovavano nella stanza di Jacov,

apparve la Madonna dicendo: “Voi due venite con me a vedere il Paradiso, il Purgatorio e

l’Inferno perché possiate raccontarlo agli altri e in un attimo la Madonna ha preso me per

la mano destra e Jacov per la mano sinistra e il tetto si è aperto per lasciarci passare. In

pochi istanti siamo arrivati in Paradiso. Abbiamo visto un grande spazio avvolto da una

luce che non esiste qui sulla terra. Abbiamo visto le persone che non sono né grasse, né

magre, ma tutte uguali e hanno vesti in tre colori: grigio, giallo e rosso. Le persone

cantano e pregano. Ci sono anche dei piccoli angeli che volano e c’è una gioia che non si

può descrivere e che qui sulla terra non esiste. Anche il Purgatorio è un grande spazio,

però non si vedono le persone, ma si vede solo una grande nebbia e si sente che le

persone soffrono. La Madonna dice che loro hanno bisogno delle nostre preghiere per

andare quanto prima in Paradiso. All’Inferno abbiamo visto un grande fuoco, abbiamo

visto le persone che prima di entravi sono normali e poi escono trasformati in orribili

161 P. Apolito, Il Cielo…, cit., pp. 176-191. 162 Messaggio dell’11 ottobre 1984. 163 Messaggio del 14 settembra 2001 dato a Ivan.

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bestie. Si sentono tante bestemmie e persone che urlano e gridano. La Madonna ha detto

che Dio non manda nessuno all’Inferno, siamo noi che ci andiamo per nostra scelta”164.

Gli altri veggenti bosniaci hanno invece visto solo in visione questi luoghi, a differenza di

Vicka e Jacov che li hanno visitati in anima e corpo.

I modelli dell’Inferno, Purgatorio e Paradiso non si discostano troppo

dall’iconografia classica, e li ritroviamo anche a Fatima, dove i veggenti hanno avuto una

visione dell’Inferno, senza esserci stati trasportati: “La Madonna ci mostrò un grande

mare di fuoco, che sembrava stare sotto terra. Immersi in quel fuoco, i demoni e le anime,

come se fossero braci trasparenti e nere o bronzee, con forma umana che fluttuavano

nell’incendio, portate dalle fiamme che uscivano da loro stesse insieme a nuvole di fumo,

cadendo da tutte le parti simili al cadere delle scintille nei grandi incendi, senza peso né

equilibrio, tra grida e gemiti di dolore e disperazione che mettevano orrore e facevano

tremere dalla paura. I demoni si riconoscevano dalle forme orribili e ributtanti di animali

spaventosi e sconosciuti, ma trasparenti e neri”165. La tradizione dei viaggi e delle visioni

nei tre regni dell’aldilà affonda le sue radici nelle antiche trattazioni apocalittiche

giudaico-cristiane166, trovando ampia diffusione nell’alto medioevo europeo167, dove si

possono riscontrare interessanti analogie.

Nella Dichiarazione del primo seminario di preghiera e formazione per le guide

dei gruppi di preghiera e gruppi Caritas e dei centri per la pace sorti grazie all’impulso

delle apparizioni di Medjugorje, tenuto nel giugno 1994 a Medjugorje, leggiamo:

“Desideriamo anche ricordare che i messaggi di Medjugorje non contengono in sé

l’incubo di tempi apocalittici. Si tratta invece di un messaggio di pace tra l’uomo e Dio e

tra gli uomini”168, smentendo quindi possibili interpretazioni da fine dei tempi dei

messaggi mariani dati a Medjugorje.

164 Vicka all’incontro con i pellegrini, Medjugorje, agosto 2003. 165 Il messaggio di Fatima, cit., pp. 26-27. 166 J. Le Goff, La nascita del Purgatorio, Giulio Einaudi Editore, Torino 1982, pp. 38-51. 167 Ivi, pp. 119-133. 168 I. Landeka, Dichiarazione, in Seminario di preghiera e formazione, Informativni centar Mir-Međugorje, Medjugorje 2000, p. 13.

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Capitolo IV

Messaggi della Gospa e pratiche devozionali

“Vorrei che la gente in questi giorni pregasse con me. E che pregasse il più

possibile! Che inoltre digiunasse rigorosamente il mercoledì e il venerdì; che ogni giorno

recitasse almeno il rosario: i misteri gaudiosi, dolorosi e gloriosi”.169

La Preghiera: Rosario, Messa, Adorazione

La diffusione del rosario nel cristianesimo viene generalmente attribuita ai

crociati (sec. XI-XIII), tuttavia rosari sono stati trovati nelle tombe della badessa

Gertrude (sec. VII) figlia del re Pipino I, e di Santa Rosalia (sec. IX) a Palermo. Un breve

accenno alla pratica di pregare utilizzando una collana di gemme la ritroviamo nella

History of the Kings of England di William of Malmesbury, dove la nobildonna Godiva

di Coventry chiese che alla sua morte la collana venisse messa al collo di una statua della

Vergine (sec. XI)170. Marina Warner fa risalire l’origine della catena di grani all’India

braminica, dove è ancora in uso nel culto di Visnu e Shiva. Dall’induismo il suo uso si

sarebbe propagato al buddismo e successivamente all’islamismo, a partire dal nono

secolo. La collana presenterebbe inoltre delle affinità con quelle di chicchi d’ambra che

in Grecia, in Asia Minore e in Africa del Nord gli uomini si fanno scorrere tra le dita per

distendersi, ma mentre in quei paesi quella abitudine aveva un valore profano, in

occidente si sarebbe trasformata in una pratica esclusivamente religiosa171. Tuttavia

Wilkins sostiene che non vi è alcuna prova a sostegno dell’origine orientale del rosario172.

La combinazione del saluto dell’arcangelo Gabriele a Maria, “Ti saluto, o piena di

grazia, il Signore è con te”173, con quello di Elisabetta, “Benedetta tu fra le donne e

benedetto il frutto del tuo grembo!”174, si ritrova nelle antiche liturgie orientali di

Giacomo e Marco, in un offertorio del VII secolo per la festa dell’Annunciazione, ma la

sua diffusione si deve a Pier Damiani (sec. XI), che lo definì il “versetto angelico”175.

169 Messaggio del 14 agosto 1984, dato a Ivan. 170 E. Wilkins, The rose garden game. The symbolic background to the European prayer beads, Victor Gollancz Ltd., London 1969, p. 25. 171 M. Warner, op. cit., pp. 386-387. 172 E. Wilkins, op. cit., p. 30. 173 Vangelo di Luca, 1, 28. 174 Ivi, 1,42. 175 Maria. Testi teologici e spirituali dal I al XX secolo, Mondadori, Milano 2000, pp. 879-881.

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Alla fine del dodicesimo secolo un sinodo della Chiesa raccomandò al clero di recitarlo

insieme al Padre Nostro e al credo apostolico. I francescani e i domenicani ne diffusero

l’uso tra i laici, incoraggiando a recitarlo come il “Salterio della Madonna”176. Nel 1495

papa Alessandro VI concesse l’approvazione della Santa Sede. Nel 1475 Jacob

Sprengher, il celebre persecutore di streghe177, fondò la prima confraternita laica dedicata

al rosario. Successivamente venne aggiunta l’implorazione “Prega per noi peccatori,

adesso e nell’ora della nostra morte”, e questa formula fu ufficialmente riconosciuta da

papa Pio V nel 1568 e da lui inclusa nel breviario riformato. Papa Pio V cita come prova

per dimostrare l’autenticità della devozione una visione della Madonna avuta da San

Domenico, mentre guidava l’Inquisizione contro gli eretici albigesi all’inizio del

tredicesimo secolo, il quale ricevette il rosario dalla stessa Vergine, raccomandandone

l’uso a tutti i cristiani178.

In numerose apparizioni la Vergine ha confermato il suo particolare amore per il

rosario. A Lourdes Bernardette lo recitò diverse volte assieme alla figura

dell’apparizione, mentre a Fatima la visione si definì Madonna del Rosario, invitando a

recitarlo sempre. Nel 1933 a Banneaux, la Vergine apparve con la corona di grani alla

cinta, mentre Mariette Beco recitava il rosario. Il rosario completo consta di 150 Ave

Maria suddivise in quindici decadi, intervallate dalla meditazione su un mistero della vita

di Gesù e Maria, da un Padre Nostro seguito da un Gloria al Padre. I misteri sono a loro

volta divisi in gaudiosi, dolorosi e gloriosi179.

Tutte le domeniche la parrocchia di Medjugorje sale la Collina delle Apparizioni

per recitare il rosario alle 16. Una gran folla di pellegrini di tutte le nazionalità comincia

la salita con in mano la corona del rosario. La recita del rosario viene diretta dai padri

francescani, che pregano la prima parte in croato mentre i fedeli pregano la seconda parte

ognuno nella propria lingua madre. La salita è intervallata dalle soste davanti i misteri di

bronzo posti ai lati del sentiero collinare. Molti pellegrini salgono a piedi scalzi per

devozione o per chiedere o ringraziare la Madonna per una grazia. Oltre al momento

della recita collettiva del rosario, il Podbrdo è continuamente percorso da fedeli che

recitano il rosario, da soli o in gruppi, fermandosi nei vari misteri o continuando a salire.

176 Il Rosario Biblico, Shalom, Camerata Picena (AN) 1999, pp. 10-11. 177 G. Bonomo, Caccia alle streghe, Palumbo, Palermo 1959, pp. 99-104. 178 H. Vicaire, Storia di San Domenico, Edizioni San Paolo, 1987. 179 I Misteri Gaudiosi sono l’Annunciazione, la Visitazione, la Natività, la Presentazione al Tempio, il Ritrovamento nel Tempio. I Misteri Dolorosi sono l’Orazione nell’Orto, la Flagellazione, la Coronazione di Spine, il Trasporto della Croce, la Crocifissione e Morte di Gesù Cristo. I Misteri Gloriosi sono la Resurrezione, l’Ascensione, la Discesa dello Spirito Santo, l’Assunzione e l’Incoronazione di Maria Vergine.

41

Gli atteggiamenti durante la preghiera sono molteplici, dal sorriso estatico alle lacrime di

gioia o di contrizione. Beverly Moon nota come nella tradizione evangelica le lacrime

penitenti del devoto abbiano la capacità di suscitare la compassione divina e la grazia

salvifica180, come nella storia della donna che bagnò i piedi di Gesù con le sue lacrime e

fu liberata dai peccati181. Non di rado si possono incontrare pellegrini salire o scendere la

collina a piedi scalzi, così come sul Križevac, per ringraziare la Madonna per una grazia

ricevuta o per supplicarla di concederne una o per la sacralità del luogo, come fa notare

Giovanna da Barcellona P.G. (ME): “perché questo è un monte sacro”182. La stessa donna

afferma tra l’altro che, nonostante i ciottoli e i sassi lungo il sentiero, salendo il monte

“non si sente niente”183, mentre altre persone scalze sembrano sopportare a mala pena il

dolore causato dalle pietre. La meta della breve salità è rappresentata dal luogo delle

prime apparizioni, dove oggi si erge una statua in marmo della Regina della Pace, mentre

fino a qualche tempo fà vi si trovava una croce di latta. Sul luogo dell’apparizione i

pellegrini sono soliti fermarsi, per periodi più o meno lunghi, pregando in silenzio, a

occhi chiusi, o soffermando lo sguardo verso la statua. Di notte, intorno alle 22, è

possibile incontrare gruppi di italiani, principalmente del sud, salire con candele e pregare

e cantare ad alta voce, incuranti degli altri pellegrini in preghiera eventualmente presenti.

A Medjugorje il rosario viene recitato comunitariamente ogni giorno un’ora prima

della messa vespertina delle 19. Dentro la chiesa o nell’area esterna ad essa, adibita ad

altare e utilizzata in occasione di grande affluenza di pellegrini, vengono recitate le due

parti del rosario: i misteri gaudiosi e i dolorosi, intervallati da vari canti in croato, latino o

nelle lingue dei pellegrini. Sull’altare, nella recita del rosario, si alternano preti locali con

preti stranieri venuti ad accompagnare i pellegrini, e il rosario viene declamato nelle varie

lingue, mentre i fedeli rispondono usando la propria lingua madre, formando “una

preghiera unica che sale al cielo”184, come sostiene Valeria di Palermo. Alle 18,40 il

suono delle campane annuncia il momento dell’apparizione della Madonna e il sacerdote

prega di fare silenzio, mentre si avverte come sottofondo musicale l’inno Kraljice Mira

(Regina della Pace). I partecipanti restano in assoluto silenzio, col rosario nelle mani,

fermi, in ginocchio, chi con gli occhi chiusi, chi guardando verso il cielo e ognuno affida

le proprie intenzioni alla Madonna, come promette di fare Vicka agli incontri per i

pellegrini del mattino: “Stasera, quando la Madonna verrà, io pregherò per le vostre

180 B. Moon, Lacrime, in Enciclopedia delle religioni, diretta da Mircea Eliade, cit., vol. IV, pp. 368-370. 181 Vangelo di Luca 7,36-50. 182 Medjugorje, agosto 2000. 183 Ibidem. 184 Intervista a Valeria di Palermo, Medjugorje, agosto 2003.

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intenzioni; ma voi aprite il vostro cuore e date tutti i vostri desideri alla Madonna”185.

Dopo cinque minuti la recita del rosario riprende, seguita dalle litanie lauretane, cantate

in croato e dall’inno allo Spirito Santo Veni Creator Spiritus. Nei suoi messaggi infatti la

Madonna ha chiesto più volte di invocare lo Spirito Santo, affinché guidi la preghiera186.

All’interno della messa il vangelo viene letto nelle lingue dei pellegrini. Dato il

gran numero di partecipanti, durante la comunione sono i sacerdoti a passare per

distribuire l’eucarestia ai pellegrini, disposti in file opposte, nei corridoi tra i banchi. La

Madonna raccomanda la partecipazione giornaliera alla celebrazione eucaristica, come

parte più importante della giornata: “La santa messa sia per voi vita”187; “Cari figli, vi

invito a una preghiera più attiva e all’ascolto della messa. Desidero che ogni vostra messa

sia esperienza di Dio”. Alla fine della messa tutti recitano il credo apostolico, seguito da

sette Padre Nostro, sette Ave Maria e sette Gloria al Padre, preghiera tradizionale croata,

che la Madonna ha raccomandato di recitare durante i primi giorni delle apparizioni,

aggiungendovi il credo. Secondo la testimonianza di Janko Bubalo, i veggenti avrebbero

recitato questa coroncita in chiesa per la prima volta il 2 luglio 1981188. Segue la

benedizione degli oggetti di devozione, in croato o anche in inglese.

La preghiera di guarigione e la terza parte del rosario (misteri gloriosi) sono

sostituiti il giovedì dall’adorazione al Santissimo Sacramento e il venerdì dalla preghiera

alla croce. La Madonna stessa in numerosi messaggi ha chiesto di pregare davanti la

croce: “vi raccomando, cari figli, di pregare per la pace davanti alla croce”189, “Pregate in

particolare davanti alla croce, da cui derivano grandi grazie”190, “rinnovate la preghiera

davanti alla croce”191. Un grande crocifisso viene posto al centro dell’altare mentre

iniziano musiche di violini e chitarre acustiche. Il sacerdote recita delle preghiere

spontanee, che vengono immediatamente tradotte in diverse lingue. Segue una pausa di

silenzio e un canto, ripetente la stessa strofa, ma in varie lingue. Durante l’adorazione i

fedeli restano seduti o in ginocchio per terra, in molti si affollano intorno all’altare e,

quasi a intermittenza, si possono vedere i flash delle macchine fotografiche. In mezzo alla

folla ci sono persone che sorridono e altre che piangono, alcuni anche assopiti. Alla

conclusione il sacerdote benedice l’assemblea. L’adorazione della croce si può fare

risalire alla pratica della venerazione della sacra reliquia della Vera Croce a

185 Discorso di Vicka a un incontro dei pellegrini, Medjugorje, agosto 2003. 186 Messaggio del 25 luglio 1995. 187 Messaggio del 25 aprile 1988. 188 J. Bubalo, op. cit., p. 134. 189 Messaggio del 6 settembre 1984. 190 Messaggio del 12 settembre 1985. 191 Messaggio del 20 febbraio 1986.

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Gerusalemme, descritta nel Pellegrinaggio di Etheria (ca. 380). Tale pratica si estese

ovunque esistessero reliquie della Vera Croce e, in mancanza di queste, presso croci

ordinarie che la sostituivano192.

L’adorazione eucaristica si fonda sulla credenza che nell’ostia sia presente il

corpo di Gesù Cristo, così come affermato più volte da San Paolo nella Prima Lettera ai

Corinzi193. Già i primi eremiti, in Palestina e in Egitto, riservavano nelle loro celle un

posto per l’eucaristia, mentre a partire dal Concilio di Nicea (325) l’eucaristia cominciò a

essere posta presso chiese di monasteri e conventi, originariamente posta in camere

adiacenti e, a partire dal nono secolo, in speciali ostensori posti sopra l’altare.

Nell’undicesimo secolo, in risposta alle continue affermazioni che negavano il mistero

della transustanziazione, papa Gregorio VII affermò: “Intimamente credo e apertamente

confesso che il pane e il vino posti sull'altare, per il mistero della orazione sacra e le

parole del nostro Redentore, si convertono sostanzialmente nella vera e propria e

vivificante carne e sangue di Nostro Signore Gesù Cristo; e che dopo la consacrazione c'è

il vero corpo di Cristo, che è nato dalla Vergine e per la salvezza del mondo fu offerto e

sospeso sulla croce e ora siede alla destra del Padre; e c'è anche il vero sangue di Cristo,

che uscì dal suo fianco, non soltanto come segno e virtù del sacramento, ma anche nella

proprietà della natura e nella realtà della sostanza”194. Per effetto di questa professione di

fede vennero istituite processioni del Santissimo Sacramento, atti di adorazione, cappelle

per permettere ai fedeli di vedere e adorare l’ostia nel tabernacolo. Nel tredicesimo secolo

anche San Francesco d’Assisi prende posizione a favore della vera presenza del corpo e

del sangue di Cristo nell’eucaristia195. Nel sedicesimo secolo il Concilio di Trento, per

porre fine alle dichiarazioni ostili dei riformatori contro il mistero eucaristico, dichiarò:

“L’unigenito Figlio di Dio deve essere adorato nel Santissimo Sacramento

dell’Eucaristia, con l’adorazione della latria, includendo l’adorazione esteriore. Il

Sacramento quindi deve essere onorato con straordinarie celebrazioni festive e

solennemente portato di luogo in luogo in processioni in base all’uso e al rito universale

di lode della Santa Chiesa. Il Sacramento deve essere pubblicamente esposto per

l’adorazione comunitaria”196. Questo decreto venne inoltre approvato da papa Giulio III.

A Medjugorje l’adorazione del Santissimo Sacramento, oltre al giovedì dopo la

messa, viene fatta anche il mercoledì e il sabato, dalle 21 alle 22. L’adorazione

192 H. Thurston, The Cross and Crucifix in Liturgy, in The Catholic Encyclopedia, cit., vol. IV. 193 Prima Lettera ai Corinzi 10,16-17; 11,26-29. 194 Paolo VI, Mysterium Fidei 53, Libreria Editrice Vaticana, 1965 Città del Vaticano. 195 Fonti Francescane 142, Editrici Francescane, Assisi 1986. 196 J.A. Hardon, The History of Eucharistic Adoration, Inter Mirifica, Kensington 1996.

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eucaristica non si discosta molto per forme dalla preghiera davanti la croce: il

Sacramento viene portato dal sacerdote al centro dell’altare, tra canti accompagnati da

vari strumenti acustici, e “illuminato” dai flash degli apparecchi fotografici. I fedeli si

accalcano intorno all’altare, o siedono nei banchi, mentre altri si inginocchiano. Iniziano

le brevi preghiere del sacerdote, tradotte nelle numerose lingue dei pellegrini, dopo la

consueta pausa di preghiera, cominciano i canti, anch’essi in più lingue. Alla fine il

sacerdote passa in mezzo all’assemblea portando il sacramento e facendo il segno della

croce e la benedizione conclude l’adorazione con l’ultimo canto finale.

La pratica della benedizione del Santissimo Sacramento ha inizio nel tredicesimo

secolo sotto l’influenza dell’istituzione della festa del Corpus Christi da parte di papa

Urbano VI. Un aspetto della storia di questa benedizione non molto conosciuto è la sua

associazione con la devozione alla Beata Vergine: le confraternite laudesi usavano

accompagnare le laude alla Madonna con l’esposizione dell’eucaristia. Questa

consuetudine si propagò nelle processioni del Santissimo Sacramento, quando gli astanti

venivano benedetti con l’ostia santa197.

La pratica di benedire l’assemblea con il Santissimo Sacramento, a Medjugorje e

a Lourdes, è un’estensione della benedizione eucaristica combinata con la devozione alla

Vergine Maria. Nei suoi messaggi la Madonna ha chiesto di adorare il Santissimo

Sacramento: “Adorate senza interruzione il Santissimo Sacramento dell’altare. Io sono

sempre presente quando i fedeli sono in adorazione. In quel momento si ottengono grazie

particolari”198. La comunità Oasi della Pace ha preso alla lettera questo messaggio,

adorando incessamente l’ostia esposta giorno e notte all’interno della sua cappella, dove

vige il più assoluto silenzio. Nella cappella dell’adorazione adiacente la parrocchia è

invece possibile adorare il corpo di Cristo dalle 9 alle 17 di ogni giorno.

Nella storia della Chiesa numerosi ordini hanno posto alla base della loro

fondazione l’adorazione perpetua al Santissimo Sacramento, come i Benedettini della

Perpetua Adorazione del Benedetto Sacramento in Austria (1654), che facevano uno

speciale voto di perpetua adorazione, o come la Pia Unione degli Adoratori del

Santissimo Sacramento a Roma il cui scopo era la perpetua adorazione eucaristica

(1810). Presso i laici è doveroso ricordare la confraternita dei Padri del Benedetto

Sacramento fondata a Parigi nel 1856 da San Peter Julian Eymard. Christian Lupus fa

risalire le origini dell’adorazione perpetua alla fine del quarto secolo, ai tempi si

Sant’Ambrogio e Sant’Agostino, quando i nuovi convertiti al cattolicesimo adoravano il

197 Ibidem. 198 Messaggio del 15 marzo 1984.

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Sacramento esposto per otto giorni dopo il loro battesimo199. Dopo la vittoria sugli

albigesi, re Luigi VII di Francia fece esporre il Santissimo Sacramento nella Cappella

della Santa Croce (14 settembre 1226) e l’affluenza di adoratori fu tale che il vescovo di

Avignone decise di far continuare l’adorazione ininterrottamente, a cui seguì

l’approvazione della Santa Sede. Verso la fine del sedicesimo secolo papa Clemente VIII

istituì l’adorazione del Santissimo Sacramento delle Quaranta Ore consecutive200.

Il Digiuno a pane e acqua

La Madonna di Medjugorje ha invitato più volte nei suoi messaggi a digiunare a

pane e acqua, il mercoledì e il venerdì. Vicka afferma infatti: “Noi le abbiamo chiesto

come si deve digiunare e lei ci ha risposto ‹‹A pane e acqua››”201. Maria raccomanda il

digiuno e la preghiera come strumenti migliori nella lotta contro il male, come si evince

dal messaggio del 4 settembre 1986: “Cari figli, vi invito oggi alla preghiera e al digiuno.

Sapete, cari figli, che col vostro aiuto io posso fare tutto e costringere Satana a non

indurvi al male”. Conformemente con quanto espresso nel Vangelo di Marco, in cui Gesù

afferma che “Questa specie di demoni non si può scacciare in alcun modo, se non con la

preghiera e con il digiuno”202. Durante la guerra la Madonna ha chiesto di digiunare e di

pregare per la pace: “Cari figli, oggi vi invito a pregare per la pace. In questo tempo la

pace è minacciata in modo particolare e chiedo a voi di rinnovare il digiuno e la preghiera

nelle vostre famiglie”203. Nel Vecchio Testamento troviamo la pratica del digiuno per

implorare l’aiuto del Signore di fronte al pericolo della guerra: “Andarono ad annunziare

a Giosafat : ‹‹Una grande moltitudine è venuta contro di te da oltre il mare, da Edom.

Ecco sono in Cazezon-Tamar, cioè in Engaddi››. Nella paura Giosafat si rivolse al

Signore; per questo indisse un digiuno per tutto Giuda. Quelli di Giuda si radunarono per

implorare aiuto dal Signore; vennero da tutte le città di Giuda per implorare aiuto dal

Signore”204.

Nell’ Antico Testamento il digiuno è legato alla preghiera e alla conversione. I

profeti digiunavano prima di ricevere rivelazioni divine: “Mosè rimase con il Signore

quaranta giorni e quaranta notti senza mangiar pane e senza bere acqua. Il Signore scrisse

199 J.H. McMahon, Perpetual Adoration, in The Catholic Encyclopedia, cit., vol. I. 200 H. Thurston, Forty Hours’ Devotion, in The Catholic Encyclopedia, cit., vol. VI. 201 J. Bubalo, op. cit., p. 139. 202 Vangelo di Marco 9,29. 203 Messaggio del 25 luglio 1991. 204 Secondo libro delle Cronache 20,2-4.

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sulle tavole le parole dell’alleanza, le dieci parole”205. Il popolo d’Israele digiunava per

l’espiazione dei propri peccati, per essere salvato dalle catastrofi o nelle sventure e per

supplicare la misericordia di Dio: “Subito gli israeliti eliminarono i Baal e le Astarti e

servirono solo il Signore. Disse poi Samuele: ‹‹Radunate tutto Israele a Mizpa, perché

voglio pregare il Signore per voi››. Si radunarono pertanto a Mizpa, attinsero acqua, la

sparsero davanti al Signore e digiunarono in quel giorno, dicendo: ‹‹Abbiamo peccato

contro il Signore!››”206, “Il ventiquattro dello stesso mese, gli israeliti si radunarono per

un digiuno, vestiti di sacco e coperti di polvere. Quelli che appartenevano alla stirpe

d’Israele si separarono da tutti gli stranieri, si presentarono dinanzi a Dio e confessarono i

loro peccati e le iniquità dei loro padri”207. Digiuni venivano fatti nel momento del

dolore: “Quando gli abitanti di Iabes vennero a sapere ciò che i filistei avevano fatto a

Saul, tutti i loro guerrieri andarono a prelevare il cadavere di Saul e i cadaveri dei suoi

figli e li portarono in Iabes; seppellirono le loro ossa sotto la quercia in Iabes, quindi

digiunarono per sette giorni”208, “Si era fatta preparare una tenda sul terrazzo della sua

casa, si era cinta i fianchi di sacco e portava le vesti delle vedove. Da quando era vedova

digiunava tutti i giorni, eccetto le vigilie dei sabati e i sabati, le vigilie dei noviluni e i

noviluni, le feste e i giorni di gioia per Israele”209. Si digiunava anche per chiedere la

benedizione e la protezione di Dio: “Là, presso il fiume Aava, ho indetto un digiuno, per

umiliarci davanti a Dio nostro e implorare da lui un felice viaggio per noi, i nostri

bambini e tutti i nostri averi. Avevo infatti vergogna di domandare al re soldati e cavalieri

per difenderci lungo il cammino da un eventuale nemico; anzi, avevamo detto al re: ‹‹La

mano del nostro Dio è su quanti lo cercano, per il loro bene; invece la sua potenza e la

sua ira su quanti lo abbandonano››. Così abbiamo digiunato e implorato da Dio questo

favore ed egli ci è venuto in aiuto”210.

Nel Nuovo Testamento Gesù digiuna prima di essere tentato dal diavolo: “Allora

Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto per esser tentato dal diavolo. E dopo aver

digiunato quaranta giorni e quaranta notti, ebbe fame”211. E raccomanda il digiuno contro

i demoni: “Questa razza di demoni non si scaccia se non con la preghiera e il digiuno”212.

Negli Atti degli Apostoli, il digiuno è praticato prima di svolgere l’opera dello Spirito

205 Esodo 34,27-28. 206 Primo libro di Samuele 7,4-6. 207 Neemia 9,1-2. 208 Primo libro delle Cronache 10,11-12. 209 Giuditta 8,6-7. 210 Esdra 8,21-23. 211 Vangelo di Matteo 4,1-2. 212 Ivi, 17,21.

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Santo: “Mentre essi stavano celebrando il culto del Signore e digiunando, lo Spirito Santo

disse: ‹‹Riservate per me Barnaba e Saulo per l’opera alla quale li ho chiamati››. Allora

dopo aver digiunato e pregato, imposero loro le mani e li accomiatarono”213.

Nella pratica ecclesiastica oggi sono rimasti soltanto due giorni di digiuno: il

Mercoledì delle Ceneri e il Venerdì Santo. Il venerdì è giorno in cui i cristiani non

mangiano carne, ma ciò è lasciato al libero arbitrio. Nel Catechismo della Chiesa

Cattolica214, mentre al tema della preghiera sono dedicate 70 pagine, il digiuno viene a

malapena nominato in 9 punti. È citato nei paragrafi 575, 1434 e 1969, facendo

riferimento alle forme di pietà e di penitenza: “elemosina, preghiera e digiuno”. Nel

paragrafo 1387 il digiuno viene citato in riferimento alla preparazione alla Santa

Comunione (digiuno eucaristico), secondo le leggi della chiesa locale, senza stabilirne la

durata. Nel paragrafo 1438 si fa riferimento ai tempi e ai giorni di penitenza: “il tempo

della Quaresima e il venerdì in memoria della morte del Signore”. Il paragrafo 2043

prescrive il digiuno come preparazione alle feste liturgiche, per “farci acquistare il

dominio sui nostri istinti e la libertà del cuore”.

Il digiuno a pane e acqua, il mercoledì e il venerdì, proposto dalla Madonna a

Medjugorje, affonda le sue radici nella secolare tradizione della Chiesa d’Oriente e

d’Occidente. Mentre gli Ebrei digiunavano il lunedì e il giovedì, nella storia della Chiesa

lo si faceva il mercoledì e il venerdì215: il venerdì in ricordo della morte di Cristo sulla

croce e il mercoledì in espiazione dei peccati, perché Giuda, il mercoledì della Settimana

Santa, si recò dai farisei per barattare la consegna di Gesù. Questa prassi si diffuse nella

Chiesa d’Irlanda, lasciando le proprie tracce nella nomenclatura dei giorni della

settimana: ceadaoin (mercoledì), letteralmente primo giorno, daordaoin (giovedì), tra i

digiuni, aoine (venerdì), digiuno216. Il pane è il sostegno della vita e diviene simbolo

cristiano di suprema importanza quando Gesù parla di se stesso come “il pane di vita”217,

capace di donare la vita eterna a coloro che avrebbero creduto218. L’acqua può essere

identificata con le forze che danno la vita e con la stessa fecondità, date le sue qualità

vivificanti e generatrici. L’acqua è infatti elemento essenziale per la vita dell’uomo e

213 Atti degli Apostoli 13,2-3. 214 Catechismo della Chiesa Cattolica, a cura di R. Fisichella, Piemme, Casale Monferrato (AL) 1993. 215 R. Rader, Digiuno, in Enciclopedia delle religioni, diretta da Mircea Eliade, cit., vol. III, pp. 151-155. 216 S. Barbarić, Digiunate con il cuore, Medjugorje, Tocco Causaria (PE) 2001, pp. 61-62. 217 Vangelo di Giovanni 6,35. 218 J.E. Latham, Pane, in Enciclopedia delle religioni, diretta da Mircea Eliade, cit., vol. IV, pp. 505-506.

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necessaria per la crescita delle piante, ma è anche un agente di purificazione, come è

enfatizzato dalla stessa acqua santa nella religione cristiana219.

Via Crucis

I crociati in ritorno dalla Terrasanta portarono testimonianze della Via Dolorosa,

il vero tragitto percorso da Gesù, dal tribunale di Pilato fino al Golgota, dove fu

crocifisso. Nel diciassettesimo secolo, anche in seguito alla dominazione turca nei luoghi

santi, i frati francescani inserirono nelle proprie chiese le stazioni della Via Crucis,

affinché anche coloro che non potevano permettersi il viaggio a Gerusalemme, avessero

l’opportunità di vivere l’esperienza della Passione220. Le quattordici stazioni sono dedotte

dai racconti della passione, presenti nei vangeli, e da antiche tradizioni orali221.

A Medjugorje la via crucis viene meditata collettivamente sul monte Križevac,

tutti i venerdì alle 16 in estate e alle 14 in inverno. La gente sale il monte numerosa,

ripercorrendo le tappe della Passione di Gesù Cristo e recitando le formule tradizionali,

fino ad arrivare alla grande croce di cemento, innalzata nel 1933, anno di

commemorazione della crocifissione. Ad ogni ora del giorno e della notte si possono

incontrare persone solitarie o in gruppi da tre a venti membri, salire il monte,

soffermandosi sulle varie stazioni bronzee della via crucis, che si trovano lungo il

sentiero montano, o passare velocemente verso la cima. Molti di questi devoti percorrono

la ripida salita a piedi scalzi, per ringraziare per una particolare grazia o chiederla o per

semplice devozione. La Madonna stessa ha chiesto più volte di recarsi sul monte

Križevac a pregare, dichiarando che la croce eretta era già nel disegno di Dio: “Cari figli,

anche la croce faceva parte del disegno di Dio, quando voi l’avete costruita.

Particolarmente in questi giorni recatevi sul monte e pregate davanti alla croce”222.

Spiega infatti Vicka: “Tante volte la Madonna ci ha chiamato per andare al Križevac,

durante la Quaresima, per fare sacrifici, pregare la via crucis e adesso questo è rimasto il

secondo posto dopo il Podbrdo”223.

Alcuni pellegrini pregano la via crucis davanti alle piccole stazioni poste intorno

alla grande statua bronzea del Cristo risorto dalla croce, sita nell’area posteriore della

219 J. Rudhardt, Acqua, in Enciclopedia delle religioni, diretta da Mircea Eliade, cit., vol. IV, pp. 7-15. 220 G. Cyprian Alston, Way of the Cross, in The Catholic Encyclopedia, cit., vol. XV. 221 Le stazioni della via crucis sono: Gesù Cristo condannato a morte; Gesù Cristo prende la croce; Gesù Cristo cade la prima volta; Gesù Cristo incontra sua madre; Gesù Cristo aiutato da Simone di Cirene; Veronica asciuga il volto di Gesù Cristo; Gesù Cristo cade la seconda volta; Gesù Cristo incontra le donne piangenti; Gesù Cristo cade la terza volta; Gesù Cristo viene spogliato; Gesù Cristo viene inchiodato alla croce; Gesù Cristo muore in croce; Gesù Cristo deposto dalla croce; Gesù Cristo deposto nel sepolcro. 222 Messaggio del 30 agosto 1984. 223 Intervista a Vicka, Medjugorje, agosto 2003.

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parrocchia di San Giacomo. Dall’anno del Giubileo del 2000 è stata rilevata una

fuoriuscita di una sostanza liquida dal ginocchio destro del Cristo. Padre Ljubo, l’attuale

parroco, mi spiega: “Un pellegrino ha notato che usciva del liquido dal ginocchio della

statua. Ancora però non sono state fatte delle analisi scientifiche. C’è chi pensa che sia un

miracolo, chi invece sostiene che sia la condensa naturale del bronzo”224. Molte sono le

persone che si soffermano ai piedi della statua, cercando di raccogliere il liquido con

fazzoletti o fialette di vetro. È evidente soprattutto in questo caso il richiamo al culto

delle sante reliquie, che si credevano impresse delle stesse proprietà taumaturgiche della

persona santa a cui erano appartenute225, come mostrato nel racconto evangelico della

donna sofferente di emorragia che venne guarita toccando il lembo del mantello di

Gesù226.

La Confessione

Il Concilio di Trento ha riconosciuto come dogma di fede cattolica che i

sacramenti sono sette (battesimo, cresima, eucaristia, penitenza, estrema unzione, ordine

e matrimonio), precisando che essi sono stati istituiti da Gesù Cristo. La Chiesa indica nel

passo del Vangelo di Giovanni 20, 22–23 l’istituzione della confessione: “Ricevete lo

Spirito Santo; a chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete,

resteranno non rimessi”. Con queste parole Cristo risorto conferì agli apostoli il potere di

perdonare i peccati nel sacramento della penitenza. Il sacramento della penitenza è

costituito dagli atti del penitente - contrizione, confessione e soddisfazione – e del

sacerdote che giudica e assolve227.

Nell’Enciclopedia delle religioni a cura di Mircea Eliade, la confessione dei

peccati viene definita come “quell’insieme di dichiarazioni relative a peccato o colpe che

vengono pronunciate al fine di sfuggire a tali peccati e alle loro conseguenze. Questa

confessione dei peccati in senso stretto ricorre di solito in un contesto ritualizzato che

trascende l’individualità del peccatore, o colpevole. Essa deve inoltre essere compiuta

davanti a un ‹‹ricevente›› che ascolta la confessione”228. Raffaele Pettazzoni elaborò la

teoria secondo la quale la confessione dei peccati avrebbe avuto origine da forme di

magia, in particolare della magia della parola pronunciata. La confessione sarebbe stata in

224 Intervista a Padre Ljubo, Medjugorje giugno 2004. 225 H. Thurston, Relics, in The Catholic Encyclopedia, cit., vol. XII. 226 Vangelo di Matteo 9, 21; Vangelo di Marco 5, 28; Vangelo di Luca 8, 44. 227 D. Sartore, I sette sacramenti della chiesa, in Catechismo della Chiesa Cattolica, cit., pp. 865; 890-901. 228 U. Bianchi, Confessione dei peccati, in Enciclopedia delle religioni, diretta da Mircea Eliade, cit., vol. II, pp. 111-118.

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origine un rito finalizzato a espellere o eliminare un peccato attraverso la pura

espressione verbale, particolarmente in contesti culturali come quelli delle società

agricole e matriarcali229.

Nella religione ebraica la predicazione profetica propone un pentimento che

realizza il ritorno a Dio, attraverso un riconoscimento dei propri peccati, intesi come

comportamenti responsabili che hanno posto in crisi l’Alleanza fra l’uomo e Jaweh.

Tuttavia tale riconoscimento dei peccati non assume l’aspetto di un vero e proprio rito di

confessione. Soltanto successivamente si sviluppa una liturgia di confessione, i cui primi

accenni sono contenuti in Neemia 9, 2. L’espulsione dei peccati, con la confessione dei

peccati durante la liturgia del Giorno delle Espiazioni, è di epoca posteriore e presente

nell’attuale culto sinagogale nelle forme di litanie e di preghiere che liberano il popolo

dalle colpe230.

La confessione dei peccati, indipendentemente dalle sue particolari qualificazioni

storiche ed etnologiche, resta un atto volontario o imposto dagli ordinamenti liturgici e

cerimoniali, attraverso il quale il peccatore o la comunità, responsabile di omissioni o di

commissioni, ricostituiscono un ordine di rapporti con il mondo divino o con il mondo

delle potenze magiche, che è stato turbato dal comportamento volontario231, che oscilla

fra un livello di infrazioni riguardanti la purezza rituale e un livello di comportamenti

eticamente rilevanti, in rapporto a una norma di origine divina. Il peccato, che determina

un disquilibrio nella relazione con il mondo soprannaturale, può essere concepito come

una situazione di impurità materiale che comporta l’esposizione dell’uomo a una serie

indefinita di rischi, tra cui la punizione divina. La confessione dei peccati, con i suoi

rituali penitenziali, è finalizzata a garantire nuovamente al peccatore di rinsaldare

l’equilibrio perduto, sottraendo il gruppo alle potenze distruttrici emergenti. La

purificazione può essere realizzata mediante la semplice elencazione verbale dei peccati,

perché il dichiarare verbalmente il proprio peccato significa distruggerlo, secondo

un’ideologia che appartiene alle concezioni relative all’efficacia magica della parola232.

Nel cristianesimo, in cui il peccato è invece concepito come offesa rivolta a Dio e

dipendente dal comportamento dell’uomo, la confessione dei peccati assume gli aspetti di

un atto di sottomissione alla volontà divina, di mortificazione individuale, di

229 R. Pettazzoni, La confessione dei peccati, Zanichelli, Bologna 1929-36. 230 D.E. Aune, Pentimento, in Enciclopedia delle religioni, diretta da Mircea Eliade, cit., vol. III, pp. 496-503. 231 A.M. Di Nola, Confessione dei peccati, in Enciclopedia delle religioni, Vallecchi, Firenze 1970, vol. II, pp. 311-316. 232 J.G. Frazer, Il ramo d’oro, Newton Compton, Roma, 1992 pp. 35-47.

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riconoscimento della propria dipendenza e condizione creaturale, prescindendo quindi da

ogni efficacia magica automatica233.

Fin dagli inizi delle apparizioni di Medjugorje, la Madonna ha esortato i fedeli a

confessarsi, tanto che una sera, l’allora parroco Jozo, ha dovuto chiedere l’aiuto degli altri

frati dei paesi limitrofi, data l’enorme affluenza di penitenti. Medjugorje è stato spesso

definito il confessionale del mondo: “I pellegrini in questo santuario, già da 21 anni,

incontrano Dio faccia a faccia, con il loro sguardo dritto nel Suo. Lo stesso avviene nel

confessionale. Qui l´uomo si riconcilia col passato, butta via il vecchio e prende un uomo

nuovo. Nel confessionale il credente abbandona le tenebre ed entra in uno spazio di luce

che è visibile a qualsiasi sguardo. Da qui il calzante appellativo: Medugorje, il

confessionale del mondo!”234. In molti messaggi Maria invita alla confessione e alla

riconciliazione fraterna: “Oggi voglio invitare tutti alla confessione”235. Nel messaggio

del 25 gennaio 1995 la confessione è strumento per realizzare la pace: “Gesù desidera

riempire i vostri cuori di pace e di gioia. Non potete, figlioli, realizzare la pace se non

siete in pace con Gesù; per questo vi invito alla confessione, affinché Gesù sia la vostra

verità e la vostra pace”. A Medjugorje le persone possono confessarsi dalle 17 fino alle

21 circa, nei confessionali sul lato sinistro della Chiesa di S. Giacomo, o presso il muro

nella stessa area laterale, dove vari preti confessano i fedeli, che formano anche lunghe

file, restando spesso in attesa per periodi di tempo abbastanza lunghi.

Incontri con i pellegrini

Il programma settimanale di preghiera a Medjugorje è scandito da vari incontri

con i pellegrini, affluiti da varie nazioni, tenuti dai veggenti disponibili e dai sacerdoti

della parrocchia e dall’ex parroco che ha assistito ai primi eventi, padre Jozo a Široki

Brieg, a 30 km da Medjugorje. Gli incontri con padre Jozo sono suddivisi nel corso di

tutta la settimana, organizzati per i pellegrini di ogni nazione e lingua. Durante l’incontro

il parroco racconta la storia delle prime apparizioni e il suo passaggio graduale dallo

scetticismo alla fede, fino alla difesa degli avvenimenti di Medjugorje. L’esposizione dei

fatti è intervallata dalla coroncina dei sette Padre Nostro e dalle continue invocazioni allo

Spirito Santo, seguendo infatti il consiglio della Madonna: “pregate per avere lo Spirito di

verità. Particolarmente voi della parrocchia, perché a voi è necessario lo Spirito di verità,

233 L. Della Torre, Confessione dei peccati nel Cristianesimo, in Enciclopedia delle religioni, Vallecchi, cit., vol. II, pp. 316-318. 234 M. Knezovic, Gli occhi di Medjugorje, in Press Bulletin n. 174, 26 maggio 2002. 235 Messaggio del 24 marzo 1985.

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in modo che possiate trasmettere i messaggi così come sono, non aggiungendo né

togliendo alcunché: così come io li ho dati”236.

Negli incontri della mattina segue la messa, mentre in quelli del pomeriggio si

passa direttamente alla benedizione con l’imposizione delle mani, da parte dei sacerdoti

presenti, molti dei quali sono le guide spirituali venute con i pellegrini. I sacerdoti

passano tra l’enorme folla di gente ammassata all’interno della chiesa, imponendo le

mani per la discesa dello Spirito Santo sui fedeli disposti in fila ai lati dei corridoi. Molti

cadono sul pavimento, restando immobili, in una sorta di catalessi, chiamata dai presenti

“riposo dello spirito”. Durante la messa, e dopo durante le benedizioni, è possibile anche

assistere a scene di esorcismo, con grida e “stridore di denti”, uscenti dalla bocca

dell’esorcizzato, accompagnate spesso da vomiti, mentre molti fedeli escono dalla chiesa

impauriti. Crapanzano spiega come i posseduti agiscano quasi attraverso una diversa

personalità, anima o spirito che sia, entrata nel loro corpo assumendone il controllo e

causando alterazioni evidenti nella fisionomia, nella voce e nei modi abituali, che spesso

divengono grotteschi e blasfemi. Il posseduto viene sottratto alla propria esistenza

quotidiana dallo spirito che entra in possesso di lui e introdotto in un mondo liminare,

quello della dissociazione e della possessione, e solo attraverso l’esorcismo (che

riproduce la struttura tripartita della possessione stessa237) può rientrare nel proprio

mondo ordinario238. Durante l’imposizione delle mani, molti si accalcano intorno alla

figura di padre Jozo, desiderosi di ricevere la benedizione dalle sue mani, da colui,

secondo voci non confermate ufficialmente, che si è convertito alle apparizioni dopo aver

egli stesso visto la Madonna all’interno della chiesa di Medjugorje.

Vicka è indicata dai pellegrini come la veggente più disponibile, infatti è quella

che riceve più spesso i pellegrini nell’abitazione dei suoi genitori a Medjugorje. Gli

incontri si svolgono generalmente di mattina alle 8 per poi continuare anche fino alle 13,

per il susseguirsi di pellegrini di diverse nazionalità. Vicka parla dei messaggi principali

della Madonna e del suo viaggio, insieme al veggente Jacov, all’inferno, purgatorio e

paradiso, le cui descrizioni non si discostano molto dall’iconografia uffiale. Poi segue una

preghiera silenziosa fatta dalla veggente per i presenti, durante la quale è possibile

assistere a episodi di possessione diabolica. Durante gli incontri, alcune persone,

soprattutto italiani, cercano di avere un colloquio o una benedizione personale dalla

236 Messaggio del 9 giugno 1984. 237 A. Van Gennep, I riti di passaggio, Bollati Boringhieri, Torino 1985, pp. 3-14. 238 V. Crapanzano, Possessione spiritica, in Enciclopedia delle religioni, diretta da Mircea Eliade, cit., vol. III, pp. 511-520.

53

veggente, o cercano di stringerle la mano durante il racconto, o di toccarla, in una calca

che spinge la folla sopra la righiera dove Vicka parla e saluta, sorridendo continuamente

nonostante la pressante ressa.

In questi incontri, come in altre occasioni che contraddistinguono la vita religiosa

di Medjugorje, si possono riscontrare modelli comportamentali, riconducibili alle varie

differenze etno-culturali dei vari gruppi di pellegrini. Durante gli incontri di Vicka, per

esempio, gli italiani e i libanesi si caratterizzano per quella che Hall definisce “distanza

intima”239, cioè la distanza zero che implica il contatto dei corpi. Secondo Hall, fondatore

della Prossemica, ogni cultura definisce lo spazio in maniera diversa, secondo un proprio

bisogno istintivo di delimitare il proprio territorio. Entrambi i popoli si accalcano alla

ricerca di un contatto con la veggente, come ad un concerto rock, con grida, richiami e

pianti. Se prendiamo in esame invece irlandesi, francesi e tedeschi, essi si

contraddistinguono per un’osservazione e un ascolto silenzioso, una marcata “distanza

personale”240 e la quasi immobilità tipica delle conferenze. I popoli dell’est europeo, a

loro volta, sembrano avere un comportamento a metà strada tra il primo e il secondo

gruppo: vicinanza tra loro e col veggente, ma priva delle spinte e dei richiami, quasi

immobile. Questi stessi comportamenti si ripresentano anche agli altri incontri con i

pellegrini. Queste differenziazioni possiamo comunque osservarle anche nelle salite ai

monti, dove italiani e libanesi usano pregare e cantare a voce alta, incuranti dell’altrui

preghiera, nonostante un cartello in cinque lingue posto nei luoghi sacri inviti al silenzio;

mentre irlandesi, tedeschi, francesi pregano in silenzio, temendo quasi di disturbare i

pellegrini vicini nella meditazione.

Il veggente Ivan e la veggente Marija, sono soliti tenere i loro incontri presso

un’edificio giallo, dietro la parrocchia. Anche loro, come Vicka, parlano dei principali

messaggi della Madonna e di qualche loro esperienza, intervallati dalla coroncina dei

sette Padre Nostro, come da padre Jozo. A fine incontro francesi, tedeschi, irlandesi

escono dalle uscite laterali, mentre italiani e libanesi cercano “disperatamente” di

fotografare o toccare o fare toccare un oggetto sacro al veggente di turno, spingendo

incuranti gli altri pellegrini che possano accidentalmente trovarsi lungo il tragitto che li

separa dal veggente.

Marija riceve i pellegrini anche nel pomeriggio, durante incontri di preghiera

interrotti dall’apparizione quotidiana. Ivan li riceve invece il lunedì (o martedì) e venerdì,

nel luogo chiamato Croce Blu, alle pendici del Podbrdo, dove intorno alle 22 il veggente

239 E.T. Hall, La dimensione nascosta, Bompiani, Milano 1968. 240 Ibidem.

54

ha le “apparizioni straordinarie”, in cui la Madonna benedice i presenti e spesso da loro

anche un breve messaggio. Il veggente raccomanda ai pellegrini di andare sul luogo

un’ora prima dell’apparizione, per pregare. Molti affollano il posto, e allo spuntare di

Ivan, i flash cominciano a lampeggiare. Dopo un breve saluto e la continuazione della

preghiera, il veggente cade a terra in ginocchio: l’apparizione è iniziata. In quel momento

molti stanno in silenzio, in ginocchio o in piedi o semplicemente seduti sulla terra. Altri

parlano incuranti e altri ancora filmano o fotografano l’avvenimento, nella speranza di

riprendere qualcosa di soprannaturale. Finita l’apparizione, che è durata circa cinque

minuti, il veggente riferisce l’eventuale messaggio, in croato che viene subito tradotto, e

si congeda dalla folla che tenta ancora di avvicinarlo. Molti sono i pellegrini che

rimangono a pregare sull luogo dell’avvenuta apparizione.

Ovviamente non cè bisogno qui di descrivere nuovamente i modelli

comportamentali dei vari gruppi linguistici. Alcuni tra i presenti sostengono di avere

sentito una sensazione interiore, un calore o un profumo durante l’apparizione: “[la

Madonna] mi ha toccato, mi sono emozionata, anche perché la Madonna appare a lui

[Ivan], però poi tocca a tutti quanti”241. La Croce Blu è il luogo di preghiera preferito

degli italiani e dei francesi, che si recano lì all’imbrunire (gli ultimi), o verso sera tardi (i

primi), a pregare il rosario in silenzio i francesi e a voce alta accompagnato con canti i

secondi.

Altri luoghi di preghiera

Di fronte la chiesa parrocchiale, nell’enorme spiazzo, è situata una statua della

Madonna, in marmo bianco, dove i pellegrini amano sostare a tutte le ore del giorno e

della notte, pregando in ginocchio, o seduti nelle panche poste intorno al recinto. È

possibile vedere donne percorrere in ginocchio o a piedi l’area intorno alla statua, col

rosario in mano, per devozione o per chiedere una particolare grazia, secondo un uso

tipicamente croato. Di notte questo luogo è affollato di pellegrini in atteggiamenti di

preghiera e tra tutti si distinguono quelli italiani per la modalità estroversa della loro

devozione, soprattutto di gruppo, con chitarre e non di rado danze tipiche del movimento

carismatico, altrimenti conosciuto come Rinnovamento nello Spirito. Questi gruppi si

ritrovano molto spesso, la prima notte del loro arrivo o la notte prima della partenza, a

salutare la Vergine di fronte la Chiesa, in piena effervescenza fisica ed emotiva, in una

241 Intervista a Melania, Medjugorje, agosto 2003.

55

preghiera contraddistinta da canti accompagnati da vari strumenti, chitarre, tamburi, e

balli.

Secondo Cantucci: “I carismatici si rivolgono principalmente allo Spirito Santo,

dal quale vogliono essere posseduti per ottenere i doni, appunto “i carismi”, come ad

esempio il dono di parlare in lingue sconosciute. Nelle loro riunioni si chiamano per

nome di battesimo, si abbracciano, si baciano, cantano e suonano”242. In Italia sono noti i

sacerdoti carismatici del Rinnovamento nello Spirito, come padre Tardif o padre

Betancourt, capaci di radunare ai loro incontri migliaia di persone. Proprio dietro le più

note apparizioni mariane contemporanee sembrano esserci movimenti carismatici. Nel

maggio 1981 a Roma, a un incontro del Rinnovamento nello Spirito, era presente padre

Tomislav Vlasić, che presto sarebbe divenuto parroco di Medjugorje. Durante una

incontro padre Vlasić chiese che si pregasse sopra di lui in aiuto all’indifferenza dei

fedeli della propria parrocchia a Capljina. Durante la preghiera la suora irlandese Briege

McKenna lo vide seduto sulla poltrona di una chiesa a due torri, circondata da una grande

folla di gente. Il giorno successivo padre Emiliano Tardif diede a padre Vlasić un

messaggio profetico da parte di Gesù: “Non aver paura, sto per mandarti mia madre!”243

242 F. Ferrarotti, G. De Lutiis, M.I. Macioti, L. Cantucci, Studi sulla produzione sociale del sacro. Forme del sacro in un’epoca di crisi, vol. I, Liguori, Napoli 1978, p. 298. 243 W. Weible, The Final Harvest, Paraclete Press, Brewster 199, pp. 4-5.

56

Capitolo V

Miracoli e segni prodigiosi

Il concetto di miracolo risale etimologicamente al termine latino miraculu, cioè

avvenimento che suscita stupore attraverso la propria manifestazione sensibile. Già nel

diciannovesimo e all’inizio del ventesimo secolo con questo termine venivano designati

principalmente fenomeni naturali insoliti, come le guarigioni da gravi e incurabili

malattie. Ogni definizione di miracolo presupponeva la sua natura esterna e visibile, che

va oltre e contro natura e, poiché Dio è più grande della stessa natura in quanto suo

creatore, tutti questi fatti gli furono attribuiti244. L’apologetica ha visto nel miracolo la

prova della legittimità e del significato sovrannaturale della rivelazione, tentando di

dimostrare, con metodi e criteri scientifici, l’esistenza di Dio e il significato

soprannaturale della rivelazione. Nella teologia cattolica, il miracolo è l’opera prodigiosa

di Dio nel mondo, per la salvezza dell’uomo. Il miracolo pertanto è allo stesso tempo un

intervento divino, una rivelazione e una teofania, che si manifesta e realizza attraverso un

evento o una persona. Per mezzo del miracolo Dio si manifesta, pur restando

contemporaneamente invisibile, lasciando al libero arbitrio del cristiano la facoltà di

credere o meno al miracolo stesso245.

Secondo la rivelazione biblica il significato principale di miracolo è segno o

simbolo, riferendosi a Dio, indicato quale vincitore del peccato e della malattia, che

rendono l’uomo incapace e lo riducono in schiavitù. Inoltre esso rappresenta

un’aticipazione della venuta del regno di Dio: “Se invece io scaccio i demoni con il dito

di Dio, è dunque giunto a voi il regno di Dio”246. La reazione dell’uomo di fronte al

miracolo, si esprime in un’estrema meraviglia: “Quegli si alzò, prese il suo lettuccio e se

ne andò in presenza di tutti e tutti si meravigliarono e lodavano Dio dicendo: ‹‹Non

abbiamo mai visto nulla di simile!››”247; o in una sorta di timore: “alzati, disse allora al

paralitico, prendi il tuo letto e va a casa tua. Ed egli si alzò e andò a casa sua. A quella

vista, la folla fu presa da timore e rese gloria a Dio che aveva dato un simile potere agli

uomini”248.

244 M. Waida, Miracolo, in Enciclopedia delle religioni, diretta da Mircea Eliade, cit., vol. I, pp. 352-359. 245 K. Rahner, Saggi di antropologia e soprannaturale, Edizioni San Paolo, Cinisello Balsamo (MI) 1968. 246 Vangelo di Luca 11,20. 247 Vangelo di Marco 2,12. 248 Vangelo di Matteo 9,7-8.

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Quello che in teologia si definisce miracolo, viene considerato in ambito

scientifico un fenomeno naturale, del quale non si conosce ancora la causa. Il miracolo

contiene in sé una realtà naturale e una soprannaturale. La prima è oggetto di studi da

parte della scienza, che tuttavia non può negare o ammettere una realtà che si trova al di

fuori delle sue conoscenze scientifiche e che definisce quindì non ancora spiegabile. Il

giudizio conclusivo sul miracolo spetta alla teologia, il cui compito è quello di penetrare

la Rivelazione con la luce della ragione, puntando a una spiegazione viva della fede”249.

I segni rappresentano un tema costante di ogni apparizione, desiderati dai

pellegrini, che soddisfano così il loro bisogno di credere agli eventi straordinari attraverso

queste manifestazioni epifaniche. I veggenti in questi casi risultano spesso intermediari,

chiedendo alla visione di manifestarsi a tutti attraverso un segno. A Lourdes il parroco

dice a Bernardette che avrebbe creduto se Aquero avesse fatto fiorire il roseto selvatico

accanto alla grotta, ma la Madonna a questa richiesta non rispose e sorrise250. A Fatima,

in seguito alla richiesta di un segno, si ebbe il grandioso prodigio solare del 13 ottobre

1917251. A Medjugorje i veggenti hanno chiesto varie volte un segno, ma a questa

richiesta la Madonna cominciava a cantare o scompariva improvvisamente252, esistono

registrazioni in cui i ragazzi chiedono un segno per convincere gli altri che non sono

bugiardi253. Successivamente la Madonna cominciò a rispondere, promettendo un segno,

che è parte del terzo segreto dato ai veggenti: “Ci sarà un segno sulla collina delle

apparizioni, come un dono per tutti noi, perché si veda che la Madonna è qui presente

come nostra madre. […] Sarà un segno ben visibile, che non sarebbe potuto essere fatto

da mani umane; una cosa del Signore”254. In quell’occasione alcuni malati saranno

guariti, i veggenti raccontano di avere avuto una visione della guarigione di un ragazzo a

cui fu amputata una gamba255, del resto protagonista di un simile caso, avvenuto a a

Saragozza nel 1640, fu il giovane Miguel-Juan Pellicer di Calanda, a cui ricrebbe una

gamba amputata anni addietro256. A Ezquioga previsioni di un grande segno che avrebbe

provato la verità delle apparizioni si diffusero già tre giorni dopo il primo evento257.

Sin dagli inizi, a Medjugorje alcune manifestazioni prodigiose hanno

accompagnato le apparizioni della Madonna. Tra questi fenomeni, quelli riferiti più di

L.G. Da Fonseca, op. cit., p. 104.

249 W. Kasper, Introduzione alla fede, Queriniana, Brescia 1994. 250 J.B. Estrade, op. cit., p. 157. 251

252 R. Laurentin, Racconto e messaggio delle apparizioni di Medjugorje, Queriniana, Brescia 1987, p. 129. 253 J. Bubalo, op. cit., p. 40. 254 M. Dragicević, L. Fanzaga, op. cit., pp. 96-98. 255 E. Sala, P. Mantero, op. cit., 184. 256 V. Messori, Il Miracolo, Rizzoli, Milano 2000. 257 W. Christian, op. cit., pp. 129-131.

58

frequente sono stati strani movimenti del sole, la comparsa a grandi lettere della scritta

MIR (PACE) nel cielo, sfere di straordinaria luminosità, e altri fenomeni e immagini

particolari. Mirko di Čitluk mi racconta a tal proposito: “Nei primi giorni tutti hanno

visto tante cose, tutti hanno visto ad esempio quando nel cielo c’era scritto MIR, è stato

un’ora e anche di più, come nuvola bianca, lunga, grande”258. E la stessa scritta nel cielo

è stata vista anche da altre persone: “Mia sorella più grande era stata a Medjugorje due

anni dopo l’inizio delle apparizioni e lei aveva visto la scritta MIR nel cielo”259. Padre

Rupčić riferisce di un fenomeno miracoloso del sole visto da lui stesso e da più di due

mila persone presenti: “Il 19 maggio 1985 […] circa alle 18,49, quando doveva iniziare la

messa serale concelebrata […] uscii davanti la chiesa e vidi nel cortile la gente che si

assiepava – più di mille uomini, donne e bambini – con lo sguardo rivolto verso ovest, da

dove venivo io. Mi guardai meglio intorno e vidi, con mia grande meraviglia,

un’immensa luce verso ovest di colore chiaramente bianco. Il sole vi era totalmente

immerso. Era una luce così forte e magnifica da avvolgere quasi tutta la chiesa, arrivando

fino ai nostri piedi. Alcuni istanti dopo la scena cambiò: apparve il sole circondato da un

anello scuro, ma dietro l’anello la luce splendeva in diversi colori in tutte le direzioni. In

quel momento il sole iniziò a ruotare nel suo anello. Successivamente tutto questo si

indirizzò sulla chiesa e su di noi, come se volesse cadere su di noi. Questo suscitò in noi

per un istante una strana paura. E quando il sole fu quasi vicino a noi, iniziò a tornare

nuovamente al punto di partenza. La cosa si ripetè alcune volte. Il sole si avvicinò quindi

diverse volte per tornare indietro. […] Poi mi guardai intorno per vedere come reagivano

gli altri. Alcuni erano eccitati, alcuni parlavano ad alta voce e con qualcuno accanto a

loro; alcuni si alzavano tesi in punta di piedi e seguivano immobili quel che il sole stava

facendo; alcuni riprendevano con la telecamera o un apparecchio fotografico”260. Il 4

agosto 1981, padre Loncar, parroco di Gradnić, vide una donna stupenda librarsi dalla

collina delle apparizioni fino alla Chiesa di Medjugorje261.

Il collegamento tra apparizione e cielo appare quasi ovvio nelle apparizioni

mariane contemporanee data la simbologia celeste della religione cristiana262.

Nell’Antico Testamento si fa riferimento ai cieli come alla casa di Dio263 mentre nel

258 Medjugorje, agosto 2003. 259 Intervista a Frances, Medjugorje, agosto 2003. 260 L. Rupčić, Medjugorje nella storia…, cit., Medjugorje, Tocco Causaria (PE) 1990, p. 187. 261 S. Kraljević, C. Maggioni, op. cit., p. 81. 262 P.C. Chemery, Cielo, in Enciclopedia delle religioni, diretta da Mircea Eliade, cit., vol. IV, pp. 135-143. 263 Genesi 11,5.

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Nuovo Testamento Gesù viene visto salire al cielo dopo essere risorto da morte264. A

Fatima una nuvola bianca circonda l’elce delle apparizioni o i tre pastorelli e dopo pochi

minuti sale verso il cielo e scompare265. Per la terza e la quarta apparizione il fenomeno

della nuvola si produce anche in assenza dei veggenti, impediti a venire, così come a

Medjugorje una nube luminosa si distacca dal Podbrdo il settimo giorno delle

apparizioni, mentre i veggenti pregano a distanza, impossibilitati a raggiungere il

luogo266. A Fatima i testimoni dichiararono di aver visto le nuvole colorarsi: “dei brillanti

colori dell’arcobaleno”267, a Medjugorje padre Loncar vide una incredibile nube rosso-

viola, distinguendo in essa “una magnifica figura di donna”268. Anche Valeria di Palermo

mi racconta di aver visto una nuvola particolare a Medjugorje: “Ero a messa, la messa era

all’aperto e il mio amico accanto a me mi ha fatto segno di guardare nel cielo. Io ho

guardato e ho visto nel cielo la forma di Gesù Cristo in croce, con le braccia allargate,

come se fossero delle nuvole che formavano tutto questo, però era una forma piuttosto

reale, però era formata con le nuvole. Appunto aveva le braccia aperte, distese e la bocca

come se stesse dicendo qualcosa e subito dopo ho visto sempre Gesù inginocchiato, come

in genere nelle raffigurazioni di Gesù che prega nell’orto, che possiamo trovare nelle

santine, quindi di profilo, che guardava in alto, inginocchiato e poi nella stessa posa,

sempre inginocchiata, una figura che mi sembrava la Madonna, con un velo, un vestito

lungo, sempre inginocchiata che pregava con le mani giunte”269.

A Lourdes il parroco Peyramale racconta di aver visto in chiesa una domenica un

fascio di luce brillare intorno alla testa di Bernardette270. A La Salette i bambini parlano

di un fenomeno luminoso: un “bagliore che galleggia”271 da cui prende forma la visione.

Caterina Labouré vede un globo d’oro nelle mani della Vergine, simboleggiante “il

mondo intero, particolarmente la Francia e ogni persona in particolare”272 che, secondo

Guitton, “fa pensare a quei carri di luce, a quei roveti che appaiono talvolta nella

Scrittura, come il ricettacolo, il tabernacolo della presenza di Dio. Si pensi al roveto

ardente; si pensi al carro di Elia”273. In questi esempi siamo di fronte al tradizionale

264 Vangelo di Marco 16,19; Vangelo di Luca 24,50-53. 265 L.G. Da Fonseca, op. cit., p. 48, 85. 266 J. Bubalo, op. cit., p. 48. 267 Ivi, p. 48. 268 S. Kraljević, C. Maggioni, op. cit., p. 83. 269 Intervista a Valeria, Medjugorje, agosto 2003. 270 J.B. Estrade, op. cit., p. 216. 271 R. Masson, La Salette. 19 settembre 1846. La Madonna vestita di primavera, Editrice Rogate, Roma 1988, p. 23. 272 J. Guitton, La medaglia miracolosa al di là della superstizione. La Vergine a Rue du Bac, Edizioni San Paolo, Cinisello Balsamo (MI) 1995, p 58. 273 Ibidem.

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accostamento metaforico della luce e della divinità274, che trova particolare enfasi nella

costituzione del simbolo ottico-visivo del sole, come avverrà da Fatima in poi275.

Molti pellegrini a Medjugorje mi hanno riferito di essere stati testimoni di segni o

movimenti particolari del sole: “una volta ho visto il segno del sole, ma non l’ho mai

chiesto, è stato il 6 agosto dell’anno scorso, giorno della Trasfigurazione”276. Anne Mary

mi raconta: “Era pomeriggio, tutti guardavano in alto, anch’io guardai in alto e vidi

qualcosa come l’eucaristia, si era l’eucaristia che stava ricoprendo il sole. Il sole allora

cominciò a pulsare e lo vidi farsi sempre più vicino”277. Anche Janet di Cleveland, Ohio,

assiste ad un prodigio solare: “Il sole riempiva il cielo come una croce un giorno mentre

stavo camminando sul monte e non potei andare più avanti, sembrava riempire tutto il

cielo, ma indubbiamente il più grande fenomeno che ho trovato qui è la pace. Ho parlato

con tantissime persone che mi hanno confessato che il più grande miracolo è il senso di

pace e si sono sentite spinte alla messa, rosario, confessione, eucaristia, in un modo del

tutto nuovo, includendo Dio nella loro vita, cambiandola”278.

La conversione, intesa come radicale cambiamento di comportamenti e abitudini

esistenziali279, mi è stata spesso annoverata dai pellegrini tra i segni o fenomeni

particolari di Medjugorje: “La gente viene toccata, a volte sono guarigioni fisiche o

miracoli forse, ma un altro miracolo è quello della guarigione dei cuori, la gente va a

confessarsi e la sua fede aumenta, crede che c’è Dio e più prega più ha fede e quindi c’è

la conversione: ecco il miracolo spirituale. Gente senza speranza che viene qui e trova la

speranza, trova Dio e il sacramento della riconciliazione, capisce che c’è un Dio e ha

speranza e questo è il reale fenomeno”280. Dello stesso parere sembra essere Annalisa:

“Particolare qua ho visto la fede delle persone, questo è il segno più grande: il riuscire, in

mezza giornata, a risolvere problemi che c’ho messo dieci anni, cose

assurde…Medjugorje mi ha dato tanto. Non so se conosci quella storia di quel ragazzo,

tossicodipendente, suonava in un gruppo rock. La prima volta è venuto a Medjugorje, è

entrato in chiesa, si è inginocchiato e si è messo a pregare, ha sentito un gran calore

dentro di sé, s’è messo a piangere e non sentiva più lo stimolo alla droga, a bucarsi. È

uscito fuori, si sentiva bene, rigenerato. Ha fatto le analisi appena tornato a casa: era

274 R.J. Zwi Werblowsky, op. cit. 275 J. Rhys Bram, Sole, in Enciclopedia delle religioni, diretta da Mircea Eliade, cit., vol. IV, pp. 573-585. 276 Intervista a Damiano, Medjugorje, agosto 2003. 277 Intervista ad Anne Mary, Medjugorje, agosto 2003. 278 Medjugorje, agosto 2003. 279 L.R. Rambo, Conversione, in Enciclopedia delle religioni, diretta da Mircea Eliade, cit., vol. III, pp. 114-120. 280 Intervista a padre Romeo, Medjugorje, agosto 2003.

61

come se gli avessero cambiato il sangue. E lui ha fatto questa canzone, Ti prego

abbracciami Gesù”281.

Altri pellegrini mi hanno parlato della loro conversione personale e della loro

esperienza religiosa, nel significato attribuito a tale espressione da Martin: “il vivere

concretamente in qualche evento; il godimento o la sofferenza sul giudizio oppure sul

sentimento prodotto da impressioni personali o dirette”282. “Sono qui perché nel 1998

venni qui in un pellegrinaggio che cambiò la mia vita, fui coinvolta e mi innamorai della

nostra Madre Benedetta e ho capito sempre più l’amore del Signore Gesù e ciò che

voleva da me e attraverso la mia prima visita qui io divenni sempre più vicina a Dio. Ero

arrivata al punto che pensavo di abbandonare la fede cattolica, quando fui invitata a

venire qui, da allora divenni più vicina a Dio e il mio amore per la Madonna è aumentato

e anche la mia famiglia, mio marito, i miei figli, hanno conosciuto l’amore della Santa

Madre. E io ho incontrato la Madonna qui a Medjugorje con il mio bellissimo gruppo di

preghiera e ciò ha cambiato la mia vita. Questa volta sono tornata perché volevo rivivere

la pace che c’è qui e desideravo proprio essere qui dove sono Gesù e la Madonna, dove

avvengono miracoli e cambiamenti del cuore. E comunque volevo venire per ringraziare

la Madre per tutto quello che è avvenuto nella mia vita”283.

Molto simile la storia di Frances: “dodici anni fà venni qui a Medjugorje per la

prima volta. Non andavo a messa prima da quasi venti, non ci andavo, ero diventata

alcolista, ero disperata. Così venni a Medjugorje e vidi dei segni alla Croce Blu e da

allora non ho perso un messaggio. Ha cambiato la mia vita, adesso ho raggiunto la pace,

che non avevo mai avuto prima”284. Michael mi racconta la sua conversione: “L’anno

scorso, era la prima volta, avevo un biglietto gratuito e quindi sono venuto e qualcosa

accadde in me, sentii la pace e quest’anno non potevo fare a meno di venire e da allora la

mia vita è migliorata: ho trovato uno scopo, ho trovato Dio”285. Precisa inoltre Kateřina:

“Allora, i fenomeni particolari, diceva sempre padre Slavko, sono coloro che si sono

convertiti nel cuore, la gente che qui si è convertita, che ha iniziato a credere a Dio e alla

Madonna, più delle guarigioni, perché noi abbiamo bisogno più della guarigione

dell’anima che del corpo. Ci sono anche state guarigioni del corpo, ho visto persone che

sono state guarite, per esempio un uomo da epilessia, lui non sentiva neanche le gambe,

281 Intervista ad Annalisa, Medjugorje, agosto 2003. 282 J.A. Martin Jr., Esperienza religiosa, in Enciclopedia delle religioni, diretta da Mircea Eliade, cit., vol. III, pp. 207-215. 283 Intervista ad Anne Mary. 284 Intervista a Frances, Medjugorje, agosto 2003. 285 Intervista a Michael, Medjugorje, agosto 2003.

62

le mani e una sera, dopo la preghiera di guarigione dopo la messa, festa dell’Immacolata

Concezione, lui ha sentito un calore nel suo corpo e tutto il dolore che andava via e lui

adesso è sano e va sempre a medjugorje. Sono tante le cose, però dovete sapere che a

Lourdes, dove sono 150 anni che è apparsa la Madonna, c’erano 250 mila persone guarite

nel corpo, i dottori hanno detto che sono veri solo 60 mila casi di questi e la Chiesa solo

62 persone sono vere: allora voi potete immaginare qui a Medjugorje che è 22 anni che

appare la Madonna”286.

Le guarigioni rappresentano un altro tratto distintivo delle apparizioni mariane287.

Nella tradizione biblica, Dio stesso annuncia: “Io sono il Signore che ti guarisce” 288.

Nella tradizione cristiana le guarigioni miracolose operate da Gesù costituiscono il segno

distintivo della venuta del Messia e del sorgere della nuova era che porterà il regno di

Dio289. Una posizione particolare occupa la guarigione di Diana Basile di Ferro, vicino

Milano, per il fatto di essere stata la più analizzata e approfondita. Diana soffriva dal

1972 di sclerosi multipla, non potendo né alzarsi né camminare da sola. Nonostante fosse

in cura presso una clinica milanese, la sua condizione era in continuo peggioramento.

Divenuta completamente cieca all’occhio destro, decise di recarsi in pellegrinaggio a

Medjugorje, il 23 maggio 1984. Subito dopo aver assistito all’apparizione della Madonna

all’interno della cappella a destra dell’altare principale della chiesa, fu guarita, vide e si

alzò da sola. Il giorno seguente, dall’hotel Bigeste di Ljubuski, dove alloggiava, percorse

a piedi dodici chilometri fino a Medjugorje e salì sulla collina delle apparizioni per

rendere grazie alla Vergine per la sua guarigione. Al suo ritorno a Milano i medici che la

tenevano in cura decisero di creare una commissione per esaminare tutto il decorso della

malattia, raccogliendo 142 documenti che attestano le diagnosi eseguite e l’attuale

guarigione. Venticinque specialisti sono giunti alla conclusione che la signora Basile

soffriva della malattia precedentemente diagnosticata, ma che è perfettamente guarita e

che ciò non è accaduto né sarebbe potuto accadere per effetto delle loro cure. Oggi Diana

Basile sta bene e si prende cura della sorella malata e afferma che Dio stessa l’ha guarita

per mezzo della Vergine290.

Un altro caso di guarigione riguarda Rita Klaus, di Pittsburg, Pennsylvania, che

spiega: “Soffrivo di sclerosi multipla da ventisei anni e gli ultimi sei erano stati

286 Intervista a Kateřina, Medjugorje, agosto 2003. 287 L.E. Sullivan, Guarigione, in Enciclopedia delle religioni, diretta da Mircea Eliade, cit., vol. III, pp. 254-263. 288 Esodo 15,26; Salmi 103,3. 289 Vangelo di Matteo 4,23; 10,1; 11,4. 290 L. Rupčić, V. Nuić, op. cit., pp. 143-145.

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particolarmente duri. La malattia peggiorava costantemente, provocando la paralisi dei

piedi e delle caviglie nonché la deformazione strutturale delle gambe. Le ginocchia erano

rivolte all’indietro. Soprattutto la gamba sinistra era in gravi condizioni. A casa riuscivo a

coprire piccole distanze con l’aiuto di una protesi per tutta la lunghezza della gamba e

una stampella sotto l’avambraccio. Trascorrevo gran parte della giornata in carrozzella.

Mercoledì 18 giugno 1986, dopo aver recitato il Rosario giornaliero ed essermi riposata,

all’improvviso mi venne il pensiero di pregare Gesù perché mi guarisse per mezzo della

Madonna di Medjugorje. Non molto tempo prima in alcune riviste cattoliche avevo letto

dell’apparizione di Maria a Medjugorje e inoltre avevo letto anche il libro di padre René

Laurentin e di Rupčić: La Vergine Maria appare a Medjugorje? Come chiede la nostra

madre, avevo iniziato a digiunare alcuni giorni della settimana. Prima di allora non avevo

mai pregato per la guarigione. Pregavo soltanto di fare la volontà di Dio bene e con gioia.

[…] Mentre pregavo Maria affinché intercedesse per me, sentii come un’elettricità che mi

attraversava. […] Entrai nella camera da letto a pianterreno per togliermi la protesi dalla

gamba. Quando mi chinai per sganciarla, mi resi conto che le mie gambe avevano

qualcosa di strano. Con sorpresa mi resi conto che si erano raddrizzate. Fui così felice che

iniziai a gridare, ringraziando Dio e Maria. Mi tolsi la protesi e con l’aiuto delle

stampelle andai fino ai gradini che conducono al secondo piano. […] Corsi per le scale!

Poi corsi per tutta la casa ridendo e piangendo di gioia. Lunedì 23 giugno il mio medico

mi visitò presso lo Harmarwill Rehabilitation Hospital di Pittsburg. Non c’era alcuna

traccia della sclerosi multipla. Tutti i riflessi erano normali, l’equilibrio e la tensione dei

muscoli normali e il tremito era scomparso. […] Nel 1987, in occasione del primo

anniversario della mia guarigione, mi recai a Medjugorje […] per rendere grazie alla

Regina della Pace e a suo figlio”291. Gildo Spaziante, famoso medico e professore di

Milano, dopo aver seguito le sopra citate guarigioni, ha concluso che dal punto di vista

scientifico sono inspiegabili, impreviste e durature292. Bella di Houston, Texas, mi ha

parlato della sua guarigione: “È la mia terza visita qui ma prima di venire qui sono

sempre stata devota alla Beata Vergine e nel 1998 stavo morendo per un tumore ai miei

occhi, anzi al mio occhio destro, non potevo neanche muoverlo e il dottore mi disse ciò

che dovevo fare. Feci la biopsia e vidi che avevo un tumore e allora mi rivolsi a Dio

chiedendogli quale fosse la cosa giusta da fare, che mi desse un segno e il segno fu che

uno dei dottori mi disse di ritornare nel suo ufficio, ma non mi segnò l’appuntamento per

291 R. Klaus, La storia di Rita, Neri Pozza, Milano 1998. 292 G. Spaziante, Guarigioni straordinarie e loro problematiche. Studi per Medjugorje, Mimep-Docete, Pessano (MI) 1993.

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tornare e io interpretai questo come segno. Quindi quando il mio dottore mi disse che si

trattava di un cancro e avrei dovuto consultare uno specialista, io prima decisi di venire

qui a Medjugorje con un gruppo di amici per pregare per la guarigione. Era l’otto

novembre e io avrei dovuto recarmi dallo specialista l’undici e così, appena arrivai [a

Medjugorje], i miei occhi cominciarono a muoversi e tutti i test che feci dopo la mia

venuta qui, messi a confronto con quelli che avevo fatto prima, dimostrarono che ci

vedevo e io sono qui un testimone vivente che sono stata guarita. Dopo feci altri test, che

confermarono questo. Io ero sempre stata devota, ma dopo la mia venuta qui la mia fede è

diventata più profonda, mi sono sentita sempre più vicina a Dio o alla Madonna”293.

Laurentin riporta un altro fatto insolito avvenuto a Medjugorje durante

l’intervento NATO in Bosnia. Il 2 giugno 1995, Scott O’Grady, pilota americano, si

lanciò col paracadute dopo che il suo aereo, era stato abbattuto, sopravvivendo e restando

nascosto diversi giorni. In America venne accolto dall’allora presidente Clinton come un

eroe di guerra. Scott raccontò la sua sorprendente vicenda in un’intervista ad Anne Ryder

del Medjugorje Magazine: “Ho pregato Maria, Mia Madre, il primo giorno ho pregato

tutti i santi, persino i miei nonni e mia zia. Ho detto loro: “Se avete contatto con il Grande

Padre Iddio lassù in alto, tiratemi fuori da qui”. Ma ho pregato anche Maria, Mia Madre,

ed Ella mi è apparsa come…è un’altra cosa e non so come si possa spiegare a parole. Non

era come se vedessi qualcuno camminare nella foresta, ma mentre pregavo vidi Nostra

Signora di Medjugorje. Non so come spiegarlo. Non era fantasia, non posso spiegarlo.

Era come se io vedessi, ma la vedessi attraverso il sentimento, non so come spiegarlo, era

un sentimento di bene e di pace come non avevo mai provato prima. Per tutto il tempo

percepii una visione positiva come se fosse stata veramente presente”294 L’atteggiamento

della Chiesa di fronte a tali fenomeni è consuetudinariamente prudente, permettendo sia il

dubbio che l’adesione fideistica, come ho già esposto dettagliatamente nel capitolo Il

concetto e la possibilità delle apparizioni della presente trattazione.

293 Medjugorje, agosto 2003. 294 R. Laurentin, È stata la vergine di Medjugorje che mi ha salvato, in ‹‹Il segno del soprannaturale››, n. 100, agosto 1996, p. 32.

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Capitolo VI

Comunità e gruppi di preghiera

A Medjugorje sono nati moltissimi movimenti religiosi, comunità e gruppi di

preghiera ispirati dai messaggi della Regina della Pace, la quale ha espressamente

invitato i fedeli alla formazione di gruppi di preghiera in cui poter sperimentare i suoi

messaggi: “Rinnovate la preghiera nelle vostre famiglie e formate gruppi di preghiera,

così sperimenterete la gioia nella preghiera e nella comunione. Tutti quelli che pregano e

sono membri di gruppi di preghiera, nel cuore sono aperti alla volontà di Dio e

testimoniano gioiosamente l’amore di Dio”295. Le fondamenta bibliche e teologiche del

gruppo di preghiera si trovano tra l’altro nella parola di Cristo: “In verità vi dico ancora:

se due di voi sopra la terra si accorderanno per domandare qualunque cosa, il Padre mio

che è nei cieli ve la concederà. Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, io sono

in mezzo a loro”296. Oltre ai motivi teologici, esistono anche motivi sociologici per

spiegare l’esistenza dei gruppi di preghiera: nel gruppo infatti l’individuo trova sostegno

e la possibilità di condividere gli stessi ideali e raggiungere gli stessi obiettivi. Gli studi

della scuola di Lewin hanno portato all’opinione che: “il gruppo rappresenta in sostanza

un ‹‹punto d’ancoraggio››, un termine di riferimento stabile in relazione al quale il

soggetto tende ad operare. È il gruppo che fornisce l’immagine della realtà, una ‹‹realtà

sociale›› sempre condizionata e mutabile di comune accordo”297.Il soggetto tende ad

ancorare il proprio modo di vedere le cose alla realtà sociale che il gruppo di cui è parte

gli fornisce, infatti “Esperimenti sulla memoria e sull’influenza esercitata dal gruppo

sull’individuo, dimostrano che ciò che esiste come realtà per l’individuo è determinato in

larga misura da ciò che viene socialmente accettato quale realtà”298. A tal proposito

chiarisce infatti Ker: “Sono cattolica e appartengo a un gruppo Youth 2000 dal 1999 e

penso che sia importante perché quando torni a casa hai bisogno del gruppo, di qualcuno

che ti dia il sostegno per mettere in pratica i messaggi. Ci riuniamo una volta la

settimana, diciamo il rosario, vediamo la messa, cantiamo le lodi e dopo parliamo delle

nostre esperienze davanti una tazza di tè. C’è la fratellanza e la preghiera”299.

295 Messaggio del 25 settembre 2000. 296 Vangelo di Matteo 18,19-20. 297 G. Statera, Società e comunicazioni di massa, Palumbo, Palermo 1993, p. 49. 298 E. Katz, P.F. Lazarfeld, L’influenza personale nelle comunicazioni di massa, ERI, Torino 1968, p. 65. 299 Intervista a Ker, Medjugorje, agosto 2003.

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Il primo gruppo di preghiera della Regina della Pace è stato formato il 4 luglio

1982, circa un anno dopo l’inizio delle apparizioni di Medjugorje, ed è ancora attivo.

Secondo la testimonianza del veggente Ivan, la Madonna avrebbe chiesto, a coloro che lo

desideravano, di radunarsi e pregare insieme, aggiungendo che lei stessa sarebbe stata

presente con loro in modo speciale. La Vergine aveva anche chiesto di formare dei gruppi

di preghiera in tutte le comunità parrocchiali, per aiutarla, attraverso la preghiera, a

realizzare i suoi piani. All’inizio il gruppo di Ivan si radunava tre volte la settimana sul

Podbrdo: lunedì, mercoledì e venerdì. Durante la preghiera la Madonna appare a Ivan,

Marija e Vicka, dando dei brevi messaggi che solo Ivan può sentire. Quando lui non è

presente, lo sostituiscono Marija o Vicka e gli incontri possono essere riservati soltanto al

gruppo formato da una quarantina di membri, o aperti a tutti coloro che vogliono

assistervi. Adesso invece gli incontri si svolgono due volte la settimana: lunedì (o

martedì) e venerdì. Essi si svolgono sul Podbrdo o sul monte Križevac,

indipendentemente dalle condizioni climatiche: si prega il rosario, si canta, si legge la

Bibbia e il messaggio della Madonna300.

Un secondo gruppo di preghiera è stato fondato da Jelena Vasilj nel marzo 1983,

che a quel tempo aveva dieci anni e aveva locuzioni interiori. Questo gruppo si radunava

nella canonica dopo la messa serale ed era sotto la guida di padre Tomislav Vlasić.

Durante l’incontro, tra preghiere e canti, la Madonna dava dei messaggi al gruppo

attraverso Jelena, insegnando a pregare. Il gruppo è stato attivo fino al 1987 e chi voleva

parteciparvi doveva impegnarsi a non prendere nessuna decisione per la propria vita per

quattro anni. Oltre agli incontri settimanali, la Madonna ha chiesto al gruppo l’adorazione

eucaristica notturna una volta al mese, cosa che il gruppo faceva la notte del primo sabato

del mese, terminando con la messa mattutina della domenica301.

Padre Tomislav Vlasić ha successivamente formato una comunità di preghiera

chiamata Kraljice Mira (Regina della Pace), i cui membri sono chiamati all'offerta della

propria vita "come sacrificio vivente, santo e gradito a Dio" (Rm 12,1), in una preghiera

continua e un'incessante adorazione al Padre a favore di tutti gli uomini. I consacrati

offrono la propria vita al Padre in unione all'Agnello immolato in un cammino che si

rivela e si realizza gradualmente. Come mi spiega suor Krista: “Nella nostra comunità è

importante l’adorazione, la preghiera e l’offerta: oltre ai tre voti di povertà, castità e

obbedienza, ne abbiamo un altro di offerta della vita per la salvezza del mondo”302. Nel

300 S. Barbarić, Pregate insieme con cuore gioioso, Medjugorje, Tocco Causaria (PE) 1998, pp. 55-58. 301 Ivi, pp. 58-63. 302 Intervista a suor Krsta, Medjugorje, agosto 2003.

67

gennaio del 1987 ha inizio la vita della Comunità come Associazione privata dei fedeli,

così come previsto dal diritto canonico attualmente in vigore. La Comunità costituisce

una famiglia spirituale di vita contemplativa composta di chierici e laici insieme, fratelli e

sorelle che vivono secondo la "Regola dei fratelli e delle sorelle del Terz'ordine regolare

di San Francesco"303, approvata da Papa Giovanni Paolo II nel 1982. Oltre ai membri

interni fanno parte della Comunità anche dei soggetti esterni, ovvero laici consacrati che

pur restando nel mondo cercano di vivere la stessa spiritualità e la chiamata all'offerta

della propria vita.

Nata per rispondere ad una precisa chiamata di Maria Santissima Regina della

Pace al fondatore padre Gianni Sgreva, attraverso la veggente Marija, l’Oasi della Pace è

una comunità contemplativa di fratelli e sorelle, celibi, tra i quali anche fratelli sacerdoti,

che vivono insieme in comunità residenziali, dette “Oasi della Pace”, a cui sono aggregati

pure laici e sacerdoti consacrati con voti nel mondo, denominati consacrati secolari. I

membri della comunità svolgono una vita consacrata, semplice, di preghiera, di lavoro e

di studio, consacrati al Signore per mezzo di Maria con i voti di povertà, castità,

obbedienza e soprattutto con il voto primo e peculiare di essere pace e di intercedere per

la pace della Chiesa e dell’umanità: ““una nostra caratteristica è che noi abbiamo fatto un

voto uguale, di essere pace, che non si fa nelle altre comunità. Noi facciamo il voto di

povertà, castità, obbedienza e il quarto voto, che è quello”304. A scandire il ritmo della

giornata è la preghiera comunitaria e personale che comprende l’adorazione al SS.

Sacramento, esposto giorno e notte, come espressamente richiesto dalla Madonna:

“Adorate senza interruzione il Santissimo Sacramento dell’altare. Io sono sempre

presente quando i fedeli sono in adorazione. In quel momento si ottengono grazie

particolari”305. Come chiede Maria e come già lo facevano i primi cristiani, il digiuno a

pane e acqua è praticato il mercoledì e il venerdì di ogni settimana, salvo circostanze

festive particolari. I membri delle comunità non svolgono attività lavorative esterne alla

Comunità, ma vivono evangelicamente in totale fede e fiducia nella Divina Provvidenza,

amando il lavoro materiale ed intellettuale, come estensione della preghiera e del clima

contemplativo. Il compito principale richiesto dal carisma della vocazione è

l’accoglienza, cioè l’accompagnamento in un cammino di pace e di guarigione di quanti

vengono afflitti da varie povertà spirituali: “Noi viviamo l’esperienza del carisma della

pace, l’accoglienza e la preghiera. L’accoglienza soprattutto perché qui ci sono tanti

303 Suor Sabina, medjugorje, agosto 2004. 304 Intervista a Damiano, cit. 305 Messaggio del 15 marzo 1984.

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pellegrini e la comunità offre alle persone questa possibilità di vivere i messaggi di

Medjugorje, cioè un luogo in cui si possa vedere con gli occhi quello che la Madonna sta

chiedendo”306.

La Comunità Cenacolo è presente a Medjugorje con la fratenità maschile Campo

della Vita e con la femminile Campo della Gioia. La fondatrice suor Elvira Petrozzi ha

risposto alla chiamata di Dio di aiutare i giovani tossicodipendenti ed emarginati dalla

società, credendo che la vita cristiana sia la risposta vera ad ogni inquietudine dell’uomo,

e che nessuno più di Colui che lo ha creato, Dio Padre, sia in grado di ricostruire il suo

cuore smarrito e perso in una vita senza senso. All’interno della comunità viene proposto

uno stile di vita semplice, familiare, alla riscoperta del lavoro vissuto come dono,

dell’amicizia vera e della fede nella Parola di Dio. Dopo aver riordinato letti e stanze ci si

ritrova in cappella per la recita del rosario e la condivisione della Parola di Dio del

giorno. Un ragazzo a turno ha il compito di leggerla e commentarla sottolineando ciò che

più l’ha colpito. Grazie alla disponibilità di numerosi amici sacerdoti, generalmente viene

celebrata la messa tre volte la settimana in ogni fraternità.

La preghiera e il lavoro sono il centro ed il cuore della giornata comunitaria,

perché “Quando c’è la preghiera c’è obbedienza, umiltà, amore, incontro l’uno con

l’altro, anche con il lavoro”307. Il lavoro oltre ad essere strumento di dialogo e conoscenza

di sé e degli altri, diventa anche espressione della pazienza, della volontà,

dell’intelligenza, del sacrificio, della fantasia, della creatività, dell’umiltà, della gioia di

collaborare all’opera creatrice di Dio Padre per il bene dei fratelli. Esiste la possibilità,

dopo un certo periodo di cammino, di frequentare alcuni corsi di formazione

professionale all’interno della comunità stessa (saldocarpenteria, muratura, lavorazione

alluminio, ecc) guidati da professori e professionisti volontari. Sono un’importante

opportunità di apprendimento per coloro che non hanno mai svolto un lavoro regolare

prima di entrare in comunità. Al termine della giornata lavorativa ci si ritrova in cappella

per vivere un momento di preghiera comunitaria con la recita del rosario, la lettura del

Vangelo del giorno e la condivisione. “Ogni giorno si legge e commenta la Parola di Dio

e si cerca sempre di parlare di sé, delle proprie cose negative, quelle positive devono

vederle gli altri!”308. Ciascuno può condividere liberamente con i fratelli il vissuto del

giorno, per aprire il proprio cuore e superare le barriere della chiusura e della falsa

timidezza perché, come sostiene suor Elvira, i problemi veri non sono mai fuori ma

306 Intervista a Damiano, cit. 307 Intervista a Goran, Medjugorje, agosto 2003. 308 Ibidem.

69

dentro di noi: la droga, l’alcool non sono che risposte sbagliate al disagio, al peccato e

alla solitudine che ciascuno di noi aveva dentro.

I fondamenti della Communauté des Béatitudes (Comunità delle Beatitudini),

fondata da Efraim e Josette Croissant, si riuniscono in uno spirito di obbedienza per la

preghiera, la lettura della Parola, la Celebrazione Eucaristica, degli uffici liturgici, il

servizio, mettendo tutto in comune con uno spirito di povertà in vista di un impegno

comune nella Chiesa. La vita della comunità è prima di tutto contemplativa, centrata

sull'eucaristia quotidiana, prolungata con l'adorazione del SS. Sacramento. La spiritualità

della comunità da il primo posto alla vita di orazione e la ricerca della preghiera continua

indirizzandosi alla scuola del Carmelo. Essa è fortemente impregnata dal desiderio di fare

della vita presente un'anticipazione del regno che a venire, attraverso la lode, la bellezza

della liturgia, la vita fraterna.

La vita della comunità è anche caratterizzata da un'apertura ai carismi e ai doni

che lo Spirito Santo suscita per rinnovare la Chiesa. Questa apertura vuole mostrare che

Cristo è risorto e che il Suo Spirito è sempre all'opera in mezzo a noi per suscitare delle

risposte adatte ai bisogni del mondo d'oggi. L'interesse dato dalla Comunità alle radici

ebraiche della nostra fede riserva una attenzione particolare alla preghiera per il popolo

ebraico e per l'unità dei cristiani e contribuisce a stabilire su solide basi la fede in Gesù, il

Cristo annunciato dai profeti e nelle Scritture. La consacrazione a Maria secondo lo

spirito di Luigi Maria Grignon di Montfort309 e anche un aspetto costitutivo della

spiritualità delle Beatitudini. I "Membri di Alleanza" della Comunità sono delle persone

che si nutrono e vivono della sua spiritualità (orazione, ritmo liturgico della settimana e

dell'anno, abbandono alla provvidenza, accoglienza in famiglia). Essi sono come un

prolungamento, un'estensione della realtà comunitaria nel mondo. Tali membri sentono la

chiamata a restare presenti nel mondo, là dove sono inseriti nel loro lavoro, nel loro

impegno associativo, nella parrocchia e nella Chiesa. A differenza dei comunitari

(residenziali) essi non lasciano tutto per condurre una vita comune e di condivisione

radicale ma sentono una chiamata ad agire con la comunità là dove vivono secondo la

loro grazia propria nello spirito delle Beatitudini e in sottomissione alla Comunità.

La Fraternidade dos Discìpulos de Jesus (Fraternità dei Discepoli di Gesù) in

Brasile è stata fondata da padre Eugenio Maria La Barbera Pirovano per ispirazione della

spiritualità di Medjugorje. Secondo la testimonianza di Maximiliano, “Vicka, se ricordo

bene, dopo un’apparizione, ha parlato a padre Eugenio del Brasile, il nostro fondatore,

309 L.M. Grignon de Montfort, Trattato della vera devozione a Maria, Shalom, Camerata Picena (AN) 1997.

70

dicendo che la Madonna aveva questo desiderio di fondare una comunità di preghiera,

che lavorasse con i bambini di strada e gli ha detto che lui avrebbe dovuto fondare questa

comunità con i soldi della sua famiglia, perché lui era ricco, e fare questa casa dei

bambini”310. I membri della comunità si sforzano di vivere in comunione come i primi

cristiani, mettendo in pratica i messaggi della Regina della Pace. Il loro scopo principale

è quello di togliere i bambini dalla strada, insegnando l’oro l’importanza della preghiera

e, grazie ai membri laici della comunità, lo svolgimento di un lavoro pratico.

Il fondatore della Caritas of Birmingham, Terry Colafrancesco, assistendo a

un’apparizione a Medjugorje nel 1986, ebbe il desiderio di esportare la spiritualità di

Medjugorje nella propria patria, in Alabama. La Regina della Pace confermò questo

progetto attraverso un messaggio datogli personalmente dalla veggente Marija, con cui

iniziò una profonda amicizia. Nel 1988 Marija alloggiò per tre mesi presso l’abitazione di

Terry a Birmingham, a causa della donazione del proprio rene al fratello Andrija. Le

apparizioni che ebbero luogo a casa Colafrancesco radunarono tantissime persone, per

poi proseguire nel campo di Sterret. Marija diventò perfino la madrina del figlio di Terry

e di sua moglie. La Caritas cominciò a organizzare pellegrinaggi per Medjugorje uno dei

quali, sul finire degli anni ottanta, venne seguito dalla trouppe dell’ABC News Program

20/20, dando origine al documentario The Lasting Sign, narrato tra l’altro dal celebre

attore Martin Sheen. Grazie al sostegno dei fedeli, la Caritas potè diffondere in tutti gli

Stati Uniti notizie e informazioni riguardanti Medjugorje, attraverso cartelloni

pubblicitari, libri, audio e video cassette e ogni altro mezzo di comunicazione, divenendo

una vera e propria multinazionale. Allo scoppio della guerra del golfo spedì pacchetti

postali contenenti rosari, scapolari, medaglie miracolose e cenni su Medjugorje ai soldati

americani impegnati al fronte. Durante la guerra dei balcani invece convogliò vari aiuti

umanitari, tra viveri e medicine, diretti in Bosnia, oltre a organizzare incontri di preghiera

per far finire la guerra, come espressamente richiesto dalla Madonna: “Cari figli, anche

oggi v’invito alla preghiera. Solo con la preghiera e il digiuno si può fermare la

guerra”311. Nel 1994 venne ultimato il Tabernacle of Our Lady’s Messages, struttura per

ospitare i ritiri spirituali dei pellegrini, a cui partecipò pure Marija nel 1999 e

successivamente nel 2001. Poco dopo venne costruita la sede di Medjugorje, da cui

vengono distribuiti gratuitamente ai numerosi pellegrini cartoline con il messaggio

mensile della Madonna, tradotto nelle varie lingue.

310 Intervista a Maximiliano, Medjugorje, agosto 2003. 311 Messaggio del 25 aprile 1992.

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L’associazione religioso-umanitaria Medjugorje – Mir di Spalato è stata istituita

nel 1992 al fine di portare avanti le attività della Caritas dell’Ufficio Parrocchiale di

Medjugorje. L’associazione riunisce persone di buona volontà, ispirate dai valori del

Vangelo e motivate in modo particolare dalle apparizioni della Beata Vergine Maria nella

parrocchia di Medjugorje. Promuove la diffusione della fede, della pace e della

solidarietà, fornisce aiuto sociale e spirituale e provvede a informare in modo esaustivo

sugli avvenimenti legati alle apparizioni della Vergine a Medjugorje. Sostenuta dagli

amici di Medjugorje in tutte le parti del mondo, l’associazione ha sviluppato varie forme

di attività tra cui: raccolta e distribuzione di aiuti umanitari; assistenza a malati e portatori

di handicap attraverso un laboratorio ortopedico a Spalato che realizza protesi e sussidi

ortopedici per gli invalidi; ricostruzione delle zone distrutte dalla guerra; ruolo di

mediazione nella soluzione di problemi sociali; educativi, formativi e culturali; aiuto al

Kosovo ed all’Albania; progetti di missioni di evangelizzazione.

L'istituzione Majcino Selo (Villaggio della Madre) è stata ideata secondo il

desiderio del suo fondatore il compianto fra Slavko Barbarić col proposito di offrire ai

bambini e ai giovani bisognosi un lavoro organizzato e una cura nella formazione e

nell'educazione attraverso il quale organizzare uno sviluppo basillare a tutti i livelli:

corporale, mentale, morale, religioso e culturale. L'Istituzione per l'educazione e la cura

dei bambini, curata dalle suore dell’Erzegovina, in realta opera gia dai tempi della guerra

civile, per l'accoglienza e la sistemazione dei bambini profughi della Bosnia centrale che

erano rimasti senza cura paterna o provenivano da famiglie disperse, divise o distrutte dai

colpi della guerra e della povertà. Da questa situazione e nata l'idea della costruzione del

Villaggio per i bambini, dove è prevista anche la sistemazione per le ragazze madri e gli

uomini che vogliono ricominciare la propria vita sulle basi del Vangelo. La sua

realizzazione e cominciata subito grazie agli aiuti dei benefattori di tutto il mondo. Nel

1995 sono state benedette le prime case, mentre l'Istituzione ufficialmente ha cominciato

a lavorare l' 8 settembre 1996.

72

Capitolo VII

La Madonna multimediale

Negli ultimi anni si è assistito in internet alla comparsa di un sempre maggior

numero di siti, homepage, webring, mailing list, forum con testimonianze, foto

miracolose, video dedicati alle manifestazioni del mondo visionario cattolico. Paul Virilio

fa giustamente notare come la nostra era sia caratterizzata da una sorta di “voyerismo

universale”312, in cui l’immagine, mediata attraverso le moderne risorse tecnologiche,

assume un ruolo di primaria e quasi fondamentale importanza. Paradossalmente a

Medjugorje gli stessi veggenti già dall’inizio delle apparizioni, riferirono che la Madonna

chiedeva di ridurre l’uso del televisore per concentrarsi maggiormente sulla preghiera, e

in un successivo messaggio chiede inoltre: “Spegnete il televisore e lasciate in disparte le

varie cose che non sono utili per voi”313. Attraverso Jelena il diavolo stesso avrebbe

promesso: “darò dei soldi alle persone le quali lavorano in tv per mettere i filmati brutti

sulla televisione per allontanare i giovani dalla preghiera, metterò quei filmati nelle teste

dei giovani per allontanarli dalle Messe”314. Anche le recenti apparizioni di Medjugorje

sembrano subire l’influenza di questo “regime della visualizzazione generalizzata”315,

attraverso una massiccia diffusione delle informazioni tramite televisione, radio, internet,

stampa, editoria.

Certamente anche la fotografia ha contribuito in parte ad amplificare l’interesse

nei confronti del soprannaturale. Il 7 novembre 2002 la trasmissione Excalibur ha

mostrato per la prima volta in televisione una fotografia scattata a Vicka nel 1988, in cui

appare la sagoma di una giovane alle spalle della veggente. Vicka interpellata in merito,

ha riconosciuto nella figura la Madonna316. Nelle riviste, nei libri e soprattutto in internet,

è possibile imbattersi in fotografie prodigiose, in cui particolari effetti luminosi, ombre,

sfumature di colore, vengono interpretati come manifestazioni epifaniche. Inoltre

possiamo vedere “foto autentiche” di Gesù e di Maria, scattate per un improvviso

impulso del fotografo, o apparse casualmente nel momento dello sviluppo del rullino. Le

immagini fotografiche della Madonna e di suo figlio Gesù circolano in tutto il mondo,

312 P. Virilio, La bomba informatica, Cortina, Milano 2000, p. 14. 313 Messaggio del 13 febbraio 1986. 314 E. Sala, P. Mantero, op. cit., pp. 101 e 148. 315 P. Virilio, La bomba…, cit., p.14. 316 http://www.raidue.rai.it.

73

provenienti da Medjugorje e da altri luoghi di apparizioni, come denuncia lo stesso

Morin: “Il settimanale ‹‹Match››, dal canto suo, ha potuto riprodurre, senza denunziarla

come sopercheria, una fotografia del cielo di Corea con la gigantesca figura di un Cristo

in sovrimpressione su dei bombardieri in volo”317.

Sembra quasi che l’obiettivo fotografico sia in grado di catturare ciò che non è

apparentemente visibile a occhio nudo, com’era convinzione nell’ottocento: “I primi

esemplari di quelle che sarebbero state chiamate ‹‹fotografie spiritiche›› risalgono al

1855, allorché ci si accorse che, nel corso di alcune sedute, le lastre fotografiche

potevano risultare impressionate da strane macchie biancastre. L’insistenza nell’uso del

mezzo, per parte dei più diversi sperimentatori europei, avrebbe portato poi a risultati

ritenuti più importanti. Labili immagini, frammenti di corpo ‹‹fluidico››, in casi

eccezionali figure intere si concretizzavano in quelle che allora si chiamarono le

‹‹materializzazioni››. Queste ‹‹materializzazioni›› potevano essere ‹‹visibili››, cioè

impressionare la retina umana, o ‹‹invisibili››, impressionando solo la lastra

fotografica”318. A Medjugorje una coppia di coniugi fa una foto a un prodigio solare,

avvenuto alla stessa ora dell’apparizione: “Notiamo che nella foto scattata al momento

dell’apparizione, attorno al sole, c’è un alone immenso e dentro questo, vicino al

campanile della chiesa, c’è il viso di Gesù bambino con occhi, naso e bocca, la testina in

giù e la Madonna che lo sta baciando, sulla guancia, di profilo. Addirittura c’è lo stacco

delle fronti, il velo”319. Oltre alle figure celesti anche le presenze demoniache invisibili,

possono svelarsi nella pellicola. Un avvocato di Pavia fotografa il sole a Medjugorje, ma

nella foto appaiono le figure di tre demoni: “con le corna nere e la coda, uno con la forca

a sinistra, un altro che sta sfottendo e ha un braccio appoggiato sul fianco, le gambe

incrociate e mi sta guardando: uno in un cerchietto azzurro, uno in uno bianco e l’altro in

un cerchio arancione coperto da una nuvola rosa nel cielo vicino al sole”320.

Anche se le presenze dell’aldilà non sono visibili da tutti, esse sono costantemente

vicine ai viventi nella vita quotidiana. La Regina della Pace avverte che accanto alle forze

del bene agiscono e sono presenti anche quelle del male: “In qualunque luogo io vada ed

è con me pure mio figlio, là mi raggiunge anche Satana”321. La Madonna esorta i suoi

figli: “armatevi contro Satana e sconfiggetelo con il rosario in mano”322, “La corona del

317 E. Morin, Il cinema o l’uomo immaginario, Feltrinelli, Milano 1982, p. 40. 318 C. Gallini, op. cit., p. 30. 319 E. Sala, P. Mantero, op. cit., pp. 104-105. 320 Ivi, p. 170. 321 Messaggio del 28 gennaio 1987. 322 Messaggio del 8 agosto 1985.

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rosario sia sempre nelle vostre mani, come segno per Satana che appartenete a me”323 e a

proteggersi con oggetti benedetti: “Oggi vi invito a collocare nelle vostre case numerosi

oggetti sacri, e ogni persona porti addosso qualche oggetto benedetto. Benedite tutti gli

oggetti; così Satana vi tenterà di meno, perché avrete la necessaria armatura contro di

lui”324.

Le apparecchiature fotografiche sembrano avere la capacità di poter rendere

oggettive quelle manifestazioni soprannaturali che normalmente possiedono un valore

soggettivo325. La moderna tecnologia fotografica, attraverso la riproduzione

dell’immagine epifanica in diverse copie, consente a chiunque di avere un approccio

visivo diretto con il divino. Tuttavia gli strumenti umani sembrano avere dei limiti nella

riproduzione del sacro, dato i veggenti di Medjugorje sostengono che la Madonna che

essi vedono è molto più bella di quella riprodotta nelle fotografie326. Alle medesime

conclusioni conduce il racconto di un pittore che a Medjugorje vede la Madonna e cerca

di ritrarla: “Non si riesce a rendere questa immagine; credo sia impossibile. Io ho avuto

questa fortuna, ma non so spiegarla: non c’è nulla nella tavolozza. Posso spiegarle tutta la

tematica della tavolozza fredda o calda, ma non ci sono questi colori sacri, colori che

hanno questa luce particolare. Sto cercando con tutte le mie capacità di ritrarre quello che

ho visto e sto soffrendo di questa impresa impossibile”327. Il cattolicesimo ha sempre

fatto largo uso di immagini sacre nel suo culto, fino ad arrivare alla violenta lotta

dell’eresia iconoclasta dell’ottavo secolo, che oppose chiesa d’Occidente e d’Oriente e si

concluse col Concilio di Trento, nella corretta funzione di mediazione e di rinvio al

trascendente dell’icona sacra328. La fotografia della sagoma della Madonna o del volto di

Gesù non sono innovazioni, ma rimandano a una tradizione molto antica e radicata nella

Chiesa cattolica, quella delle acheiropoietai, immagini non fatte da mani d’uomo e

pertanto infuse di venerabilità fin dall’inizio329.

Un’immagine epifanica famosa è la Sindone conservata a Torino che è

considerata il sudario su cui sarebbe rimasta impressionata in negativo l’immagine del

corpo di Cristo. Tuttavia, prima dell’autenticazione da parte di Carlo Borromeo, in

323 Messaggio del 25 febbraio 1988. 324 Messaggio del 18 luglio 1985. 325 P. Mantero, op. cit., p. 108. 326 R. Laurentin, R. Lejeune, op. cit., p. 69. 327 S. Kraljević, C. Maggioni, op. cit., p. 139. 328 The canons and decrees of the sacred and oecumenical Council of Trent, Ed. and trans. J. Waterworth, London 1848, pp. 230-236. 329 J.S. Strong, Venerazione delle Immagini, in Enciclopedia delle religioni, diretta da Mircea Eliade, cit., vol. II, pp. 277-284.

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Europa circolavano diversi sudari attribuiti a Gesù Cristo330. Un’altra immagine

miracolosa riconosciuta dalla Chiesa è quella della Madonna di Guadalupe, in Messico,

che avrebbe impressionato la propria immagine sulla tilma di Juan Diego, agli inizi del

Cinquecento. È lo stesso Wojcik a notare che: “le descrizioni della creazione di queste

immagini richiamano le caratteristiche delle fotografie, come emanazioni e impronte

luminose, e, come queste precedenti immagini divine, le fotografie miracolose sembrano

altrettanto libere da influenze umane”331. Negli ultimi anni, immagini prodigiose sono

comparse anche su altri materiali, come i petali di rose in Betania, Venezuela e a

Medjugorje.

I veggenti di Medjugorje utilizzano spesso la metafora del modello percettivo

televisivo per spiegare le caratteristiche di alcune apparizioni. Vicka racconta di aver

visto la madre morta di Ivanka “una volta, di sfuggita; come in televisione”332; un’altra

volta vede “come in un film”333 il parroco, messo in carcere per attività sovversiva. La

stessa veggente spiega il modo in cui scompaiono alcuni simboli, croce, cuore, sole, che a

volte la Madonna fa loro vedere quando scompare, “come le immagini in televisione”334.

Osserva Mantero: “Quando a volte mostra ai giovani scene o immagini al di fuori della

sua persona esse si profilano ai loro occhi come spezzoni di un film”335, come quando

mostra a Mirjana per otto minuti un segreto, “come in un filmato”336. Vicka dichiara

inoltre in un’intervista come apprende la vita della Madonna: “Mi fa vedere come una

foto nel film, poi mi spiega e mi dice due o tre parole. Praticamente vedo come

un’immagine nel film e la Madonna mi spiega il significato di queste immagini”337. A

confermare la relazione tra visione e tele-visione, intervengono pure guarigioni attraverso

le immagini sacre mediate attraverso l’apparecchio televisivo, come nel caso della

guarigione di suor Nazarena Zoni, che guarisce agli occhi mentre stava guardando una

videocassetta sugli eventi di Medjugorje”338. Anche la lunga durata delle apparizioni di

Medjugorje è rapportata alle regole della comunicazione televisiva: “Viviamo in un

330 F. Cavazzuti, L. Coppini, Le icone di Cristo e la Sindone, Edizioni San Paolo, Cinisello Balsamo (MI) 2000. 331 D. Wojcik, “Polaroids from Heaven”: Photography, Folk Religion, and the Miraculous Image Tradition at a Marian Apparition Site, in ‹‹Journal of American Folklore››, n. 432, 1996, p. 140. 332 J. Bubalo, op. cit., p. 147. 333 R. Laurentin, L. Rupčić, La Vergine appare a Medjugorje. Un messaggio urgente dato al mondo in un paese marxista, Queriniana, Brescia 1988, p. 67. 334 Ivi, p. 165. 335 P. Mantero, op. cit., p. 54. 336 Ivi, p. 95. 337 S. Kraljević, C. Maggioni, op. cit. , p. 256. 338 R. Laurentin, Racconto..., cit., p. 148.

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mondo ripetitivo. La televisione è quotidiana. Ciò che non viene ripetuto si trova

sommerso. Questo richiede la ripetizione prolungata di un messaggio”339.

In internet è possibile imbattersi in siti che offrono foto prodigiose di Gesù o di

Maria, come il sito Real Photographs of Jesus and Mary Collected from the Web340, che è

una banca dati di risorse di foto epifaniche presenti in rete. Dalle foto di nuvole formanti

la sagoma di Gesù, provenienti in gran parte dagli Stati Uniti, si passa a quelle di Maria,

scattate a Medjugorje, fino ad arrivare al volto di Gesù, scaturito dalle foto all’eucaristia,

come quella di suor Anna Ali, che apparteneva all’ordine religioso fondato da Emanuel

Milingo, insieme al messaggio attribuito a Gesù: “Io permetto che mi si veda dopo molti

avvertimenti. Mi rendo visibile per riconquistare anime. Amo l’umanità e mi rendo

visibile allo scopo di dare i miei avvertimenti di misericordia. Molti non mi ascoltano

perché non credono nella mia realtà”341. Nel sito sono presenti anche collegamenti a frasi

della Bibbia di Re Giacomo, riferentisi a segni nel cielo, tra cui nubi particolari. Inoltre vi

è la possibilità di scaricare video dell’apparizione della Madonna a Zeitoun, in Egitto,

dove Maria compare sulla cima di un campanile, sostando interi giorni senza dare alcun

messaggio. Ma la foto del vero volto di Gesù Cristo più diffusa e conosciuta sembra

essere quella scattata a Colma di Valduggia, nei pressi di Vicenza, da Pino Casagrande,

durante un incontro di preghiera, il 13 agosto 1983, per effetto di un impulso interiore a

scattare una foto all’altare dove era collocato l’ostensorio342. Nella storia della Chiesa

erano presenti altre immagini autentiche del volto di Cristo, come il fazzoletto della

Veronica, icona venerata a Roma sin dal Medioevo, che si diceva fosse stato

miracolosamente impresso da una donna sul volto di Gesù durante il trasporto della croce

e, come per la Sindone, se ne contavano altre sparse in tutta Europa, tra cui quella di

Laon, in Francia343.

Internet rappresenta un nuovo orizzonte virtuale di devozioni mariane, perché

permette di pregare e visitare luoghi di preghiera tradizionali, come la grotta di Lourdes,

nel sito lourdes-france.com344 dove, attraverso una webcam, si può vedere la grotta di

Massabielle in tempo reale; ma in internet è presente anche la possibilità di fare

l’adorazione eucaristica on-line, attraverso un’altra webcam puntata sul Santissimo

339 R. Laurentin, L. Rupčić, op. cit., p. 112. 340 http://www.jesusphotographs.org. 341 http://www.apparitions.org/Ali.homepage.html. 342 F. Romano, Madonne che piangono. Visioni e miracoli di fine millennio, Meltemi, Roma 1997, p. 91. 343 M. Centini, Alla ricerca della Veronica, Edizioni San Paolo, Cinisello Balsamo (MI) 2002. 344 http://www.lourdes-france.org/gb/gbwcam.htm.

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Sacramento345. Internet è anche un luogo di aggregazione comunitaria, perché al suo

interno si organizzano gruppi di preghiera, si scambiano consigli e pareri, si parla

dell’ultimo messaggio della Madonna dato a Medjugorje, come nelle mailing list

Medjugorje-Pray with the heart346, mir_peace_shalom347 e

informazioni_da_medjugorje348. Attraverso forum e guestbook si possono scambiare

opinioni o inserire richieste di preghiera ai vari membri.

Tuttavia la rete non impedisce sconfinamenti e sovrapposizioni tra sacro e

profano, tra universo visionario cattolico e cultura new age349 o manifestazioni UFO350, a

causa del quasi annullamento dei tradizionali punti di riferimento, tipici invece del

mondo esterno. The Supernatural World351 unisce insieme apparizioni mariane, fenomeni

poltergeist, case e luoghi infestati da spettri, tracce aliene e altri temi legati al

paranormale, all’occulto, alle profezie, esempio di un sincretismo religioso diventato

ormai comune in internet.

Fuori della rete le religioni sono nettamente distinguibili, attraverso la loro storia

e tradizione, da cui derivano miti e rituali e determinati comportamenti devozionali e le

alterità sono spesso talmente marcate da scontrarsi in aspri conflitti. Ma in internet

delocalizzazione e depersonalizzazione tendono ad annullare tali differenze e proprio le

apparizioni mariane si prestano a essere assimilate ad altri fenomeni straordinari352.

Questi processi tuttavia non sono presenti soltanto nel mondo sfaccettato di internet:

sincretismi, mescolamenti, sono aspetti dominanti dell’epoca post-moderna353, in cui le

contestualizzazioni e le unioni di senso sono ordinari e allo stesso tempo incompatibili354.

La stessa pubblicità assume come propria politica le regole della sovrapposizione e degli

sconfinamenti simbolici355.

Medjugorje è indubbiamente il primo luogo di apparizioni mariane che abbia

usufruito degli effetti della globalizzazione nel campo delle comunicazioni. Radio Maria

si è impegnata fin dagli inizi delle apparizioni a diffondere i messaggi della Regina della

Pace ed è oggi presente con le sue trasmissioni in cinque continenti. Un importante

345 http://adore.inetcam.com. 346 http://groups.yahoo.com/group/Medjugorje. 347 http://groups.yahoo.com/group/mir_peace_shalom. 348 http://it.groups.yahoo.com/group/informazioni_da_medjugorje 349 L. Berzano, Le generazioni dei new agers, in ‹‹Quaderni di sociologia››, 19, 1999, pp- 9-10. 350 U. Fabietti, R. Malighetti, V. Matera, Dal tribale al globale, Bruno Mondadori, Milano 2002, pp. 30-31, 100-101, 131-136. 351 http://www.thesupernaturalworld.co.uk/index.php?act=main&code=01&type=00&topic_id=2593 352 P. Apolito, Internet e la Madonna, Feltrinelli, Milano 2002, pp. 162-188. 353 U. Hannerz, La diversità culturale, il Mulino, Bologna 2001, pp. 19-40; 67-86. 354 G. Balandier, Il disordine. Elogio del movimento, Dedalo, Bari 1991, pp. 167-181. 355 A. Appiano, Manuale di immagine, Meltemi, Roma 1998, pp. 180-208.

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strumento di divulgazione dei messaggi della Regina della Pace è rappresentato dai

numerosi viaggi che veggenti, sacerdoti e teologi sostenitori fanno in giro per il mondo: il

veggente Ivan Dragicević è spesso impegnato in incontri e conferenze soprattutto negli

Stati Uniti e durante queste riunioni il veggente ha spesso le sue visioni di fronte ai fedeli

presenti, come del resto testimonia in una e-mail un devoto: “Ho avuto una gioia

immensa e il privilegio di essere lì, quando la Madonna ha fatto visita a Ivan Dragicević a

Seattle nel marzo 1999. Io voglio consacrare il resto della mia vita alla diffusione dei

messaggi della nostra Madre e dell’amore di Dio nella comunità vietnamita”356.

Riviste come Newsweek e Life Magazine hanno dedicato diverse loro copertine

alle apparizioni bosniache, vari canali televisivi trasmettono documentari e interviste

sull’argomento, come in Unsolved Mysteries e Inside Edition, in America. Gospa, un film

con Martin Sheen e Michael York, narra le vicende di padre Jozo a Medjugorje. Se poi si

immette la parola Medjugorje nei motori di ricerca compaiono quantità impressionanti di

siti e pagine web, in francese, tedesco, spagnolo, croato, ebraico, arabo, ma quelli più

numerosi sono i siti in lingua inglese e italiana.

Nel sito ufficiale di Medjugorje Svetište Kraljice Mira357 sono riportati, in sette

lingue, tutti i messaggi della Regina della Pace con relativa storia delle apparizioni e vari

documenti dei seminari di preghiera tenuti nel corso degli anni. Nel sito è anche possibile

ascoltare il rosario o la messa attraverso collegamenti a Radio Mir, che opera all’interno

della struttura parrocchiale di Medjugorje. È inoltre presente un elenco di siti su

Medjugorje, divisi per paese, tra cui spiccano per numero i siti americani, italiani seguiti

da quelli tedeschi e francesi. Tra i siti statunitensi Florida Center for Peace358 merita

indubbiamente la nostra attenzione per la grande quantità di contenuti in esso presente e

per l’ottima qualità grafica. Oltre ai messaggi della Regina della Pace, sono presenti

preghiere, documenti del Vaticano, foto, i numeri del Press Bullettin di Medjugorje e

numerose testimonianze di laici e clerici pellegrini a Medjugorje. Medjugorje U.S.A.

invece oltre a testimonianze su Medjugorje, messaggi e preghiere, presenta interviste ai

veggenti, vari resoconti di miracoli e fenomeni meravigliosi insieme a foto di luci

particolari. Conclude la cornice una carrellata di link dedicata alle più importanti

apparizioni mariane della storia, come Fatima, Lourdes, Garabandal, Kibeho, Akita, ecc.

Center for Peace – West359 offre, oltre la possibilità di consultare tutti i messaggi della

356 http://members.aol.com/UticaCW/Mar-lady.html. 357 http://www.medjugorje.hr. 358 http://www.fcpeace.com. 359 http://www.aracnet.com/~cfpw.

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Madonna dal 1981 a oggi, una lista con relativa mappa delle principali parrocchie

cattoliche presenti negli Stati Uniti, divise per stato, e dei relativi gruppi di preghiera

orientati verso la spiritualità di Medjugorje.

Molti siti su Medjugorje sono diventati soprattutto vetrine dei loro prodotti

venduti on-line, come Medjugorje Web360 che, oltre a presentare messaggi, testimonianze

e altro ancora, mette in primo piano un link con relativa foto sui pellegrinaggi “offerti”

dal sito e un collegamento alla pagina Online Store, con articoli di ogni genere importati

da Medjugorje, dai rosari alle statue, con prezzi da capogiro se paragonati alla moneta

locale della Bosnia-Erzegovina. Un ottimo sito italiano è Medjugorje Oggi361, dove è

possibile leggere la storia delle apparizioni con i relativi messaggi della Madonna, vedere

foto di Medjugorje, collegarsi al sito ufficiale del Vaticano o a quello di Radio Maria, con

il sottofondo musicale delle canzoni di Medjugorje. Nel sito Maria Medjugorje si

possono leggere diversi articoli di Laurentin, Gabriele Amorth, Slavko Barbarić su

Medjugorje e la Madonna e varie interviste ai veggenti. Sono anche presenti diversi link

ad altre apparizioni mariane e libri mariani da scaricare, tra cui La vita della Madonna

rivelata ad Anna Caterina Emmerick362.

In questa sede non possiamo assolutamente non citare il sito dell’ormai famoso

Eco di Maria, Medjugorje OnLine363, multilingue come il bollettino. Ricchissimo di

testimonianze, interviste, commenti ai messaggi, articoli di Laurentin e Amorth, oltre ai

link sulle altre apparizioni mariane. Tra i siti tedeschi spicca Medjugorje364 con schede

tecniche su Medjugorje e le sue comunità, sui veggenti, messaggi, alcuni numeri del

Press Bulletin e foto dei monti. Nel Regno Unito troviamo invece Medjugorje apostolate

for England and Wales365 con notizie sui veggenti, messaggi della Madonna, foto.

MedjugorjeIreland.com si proclama sito ufficiale di Medjugorje in Irlanda e contiene i

messaggi della Madonna, foto, storia delle apparizioni, interviste ai veggenti, ma è

appena essenziale. In Francia non c’è un sito dedicato esclusivamente alle apparizioni di

Medjugorje, che sono invece nomenclate in siti riguardanti le apparizioni mariane in

generale.

Il primo bollettino sulle apparizioni di Medjugorje nasce in Italia, a Mantova, nel

1984, col compito di diffondere i messaggi della Madonna nel mondo, Eco di Maria,

360 http://www.medjugorje.org/index.html. 361 http://www.medjugorje-oggi.org. 362 A.C. Emmerick, La vita della Madonna, Editrice Ancilla, Conegliano (TV) 1997. 363 http://www.medj.org. 364 http://www.medjugorje.de. 365 http://www.medjugorje.org.uk.

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oggi tradotto in quindici lingue. Numerose sono le associazioni e organizzazioni, sorte

per diffondere i messaggi di Medjugorje, come Caritas di Birmingham o Alive

Communications di Linwood, in Pennsylvania, o Gospa Mission di Evans City, sempre in

Pennsylvania, con altre sedi dislocate in Croazia e in Africa. La maggior parte di queste

organizzazioni sono state fondate da pellegrini in ritorno da Medjugorje, come nel caso di

Behold Thy Mother Prayer Center, fondata da Tom Collins in Texas nel 1992, ex

protestante convertitosi al cattolicesim, o la Queen Of Peace, fondata nel 1988 in

California. Quasi tutte queste associazioni hanno loro siti presenti in internet.

In uno spazio non più lineare, privo di centri gerarchici definiti, sembra quasi

impossibile riconoscere il controllo istituzionale della Chiesa Cattolica. Molti sono infatti

i siti che professano di riportare le posizioni ufficiali della Chiesa nei confronti delle

numerose apparizioni mariane, come New Jerusalem366, in cui Medjugorje è

erroneamente annoverata tra le false apparizioni condannate. Il Vaticano sembra aver

compreso l’importanza degli effetti della nuove frontiere multimediali, come traspare

dalle conclusioni del convegno tenuto a Denver nel 1998, Le nuove tecnologie e la

persona umana: come comunicare la fede nel nuovo millennio: “Internet è un “dono di

Dio”: se la Chiesa cattolica non si prepara subito a conoscerlo, accettarlo e usarlo, ne

verrà sommersa”367.

366 http://www.newjerusalem.com/GreatApostasy.htm 367 G. Maritati, Le nuove tecnologie, l’uomo, la religione, in ‹‹Vita pastorale››, n. 6, giugno 1998.

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Conclusioni

Pellegrinaggio di Pace

Il pellegrinaggio presenta una struttura tripartita tipica del rito di passaggio: la

fase di separazione (l’inizio del viaggio); la fase liminale (durante il viaggio e poi

all’arrivo al luogo santo, fino al momento del contatto con il ‹‹sacro››); la fase di

riaggregazione (il ritorno). A differenza dell’iniziazione il viaggio del pellegrino è rivolto

verso un centro situato oltre, senza passare attraverso un varco che segna un mutamento

nella condizione sociale dell’individuo368. La fase intermedia del pellegrinaggio è

caratterizzata dalla percezione di un momentaneo allentamento dei consueti rapporti

sociali e da un senso di profonda communitas, di solidarietà con gli altri, che derivata dal

senso di condivisione di valori, credenze e regole appartenenti a una determinata

religione369. Il pellegrinaggio sembra essere, secondo Turner, un processo spontaneo in

continua evoluzione. La sua resitenza, la sua elasticità, la sua capacità di rinnovarsi nel

tempo e la stessa diffusione mondiale del fenomeno, testimoniano quanto questa

esperienza possa essere superiore al potere stesso delle parole370.

La parola latina peregrinus designava originariamente il viaggiatore per paesi

stranieri o colui era privo del diritto di cittadinanza. Peregrinatio indicava quindi il

soggiorno in terre straniere. Soltanto a partire dal dodicesimo secolo tale termine ha

assunto la valenza semantica di pratica religiosa consistente nel visitare i luoghi santi. Nel

quarto e quinto secolo si manifesta il movimento ascetico, con migrazioni e lunghe

permanenze nel deserto. Girolamo e le sue discepole Paola ed Eustachia partono per la

Terra Santa, alloggiando a Betlemme, vicino alla grotta in cui nacque Gesù. In questo

periodo Girolamo e gli altri padri della Chiesa invitavano i fedeli ad andare in

pellegrinaggio nei luoghi santificati da Cristo, ma quando gli arabi nel settimo secolo

conquistarono la Terra Santa e i viaggi nei luoghi santi divennero di conseguenza più

rischiosi, sorsero nuovi itinerari verso occidente, a Roma, San Giacomo di Campostela,

Loreto, Czestochowa, caratterizzando il Medio Evo come era dei grandi pellegrinaggi

europei. Nel dodicesimo secolo San Francesco d’Assisi si reca con i suoi confratelli in

368 A. Van Gennep, op. cit., pp. 145-165. 369 V. Turner, Pilgrimage as social process, in Dramas, Fields and Metaphors,Ithaka/N.Y. 1974, pp. 167-230. 370 E. Turner, op. cit.

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Terra Santa e ancora oggi i francescani continuano a essere i custodi dei luoghi santi in

Palestina. Intorno al 1300 venne fondata l’associazione dei Pellegrini di Cristo e nello

stesso anno a Roma venne proclamato il primo Giubileo, che attirò in città migliaia di

pellegrini. Nel diciottesimo e diciannovesimo secolo i pellegrinaggi si indirizzano verso

nuovi luoghi caratterizzati dalle apparizioni della Madonna, come Lourdes, Guadalupe371.

Nel ventesimo secolo Paolo VI, con i suoi viaggi in Terra Santa, stimola una nuova

ondata di pellegrinaggi in quei luoghi, che verrà rinsaldata ulteriormente dai viaggi

apostolici di Giovanni Paolo II. Il Concilio Vaticano II presenta la Chiesa come

pellegrina372, definendo la stessa vita cristiana come un pellegrinaggio.

Il pellegrinaggio rappresenta un denso viaggio simbolico verso Dio, del resto

secondo la concezione cristiana, tutta la vita è un pellegrinaggio, un cammino continuo

verso il cielo, attraverso la purificazione. Il cristiano è consapevole che qui sulla terra è

un “viandante, un forestiero e uno straniero”373, la sua “casa è nei cieli”374 e la sua vita un

pellegrinare verso la Gerusalemme celeste375 e la Chiesa stessa, popolo messianico di

Dio, è in cammino verso la città eterna376. Il giorno della salvezza è inteso come incontro

di tutti i popoli pellegrini. Attraverso il profeta Isaia il Signore dice: “Io verrò a

raccogliere tutte le nazioni e tutte le lingue; essi verranno e vedranno la mia gloria. Darò

loro un segno e invierò alcuni dei loro superstiti verso le nazioni […]. Ricondurranno

tutti i vostri fratelli da tutte le nazioni come offerta al Signore, su cavalli, su carri, su

portantine, sui muli, sui dromedari, al mio santo monte di Gerusalemme”377. E il profeta

Michea scrive: “Quel giorno verranno fino a te dall’Assiria e dall’Egitto, da Tiro fino

all’Eufrate, da mare e mare e da monte e monte”378. Nel Salmo 121 leggiamo: “Là

salgono insieme le tribù, le tribù del Signore, secondo la legge di Israele, per lodare il

nome del Signore”. Il pellegrino entra all’interno della zona sacra consapevole di vedere

coi propri occhi e di toccare con mano il luogo dove si sono verificati eventi miracolosi;

il senso della sacralità finisce per pervaderlo completamente, infondendogli quasi un

senso di soggezione379. È questo il caso di Kateřina, che racconta: “Ho sentito pace, non

so come dire, per esempio quando ho pregato nella chiesa, ho messo le mani e mi

371 B. Jarrett, Pilgrimages, in The Catholic Encyclopedia, Robert Appleton Company, Remy Lafort, S.T.D. 1913, vol. XII. 372 Sacrosantum Concilium 2, in I Documenti del Concilio vaticano II, cit. 373 Lettera agli Efesini 2,19. 374 Lettera agli Ebrei 13,13-14. 375 Apocalisse 21. 376 Lumen Gentium 9, in I Documenti del Concilio vaticano II, cit. 377 Isaia 66,18-20. 378 Michea 7,12. 379 E. Turner, Pellegrinaggio, in Enciclopedia delle religioni, diretta da Mircea Eliade, cit., vol. II, pp. 401-409.

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sembrava tutto santo, tutto da baciare, ho messo le mani a terra e sentivo che qui c’è la

Madonna, che io sono nelle mani della Madonna” 380.

La pace è sicuramente il messaggio primario della Madonna di Medjugorje, che

proprio in questo luogo ha rivelato di essere la Regina della Pace. Secondo la

testimonianza unanime dei veggenti, la Madonna invita ognuno alla pace e alla

riconciliazione fraterna, “Io vengo a convertire e a riconciliare il mondo intero” ha infatti

detto il terzo giorno e qualche ora dopo sarebbe apparsa a Marija ripetendo: “Pace, pace,

pace! Soltanto pace! Fate la pace con Dio e tra voi”, esattamente dieci anni prima dello

scoppio della guerra in Bosnia. Qualche giorno dopo la Madonna ha invitato nuovamente

i parrocchiani a riconciliarsi: “Questa sera, prima di cominciare a pregare, ognuno di voi

deve perdonare il proprio prossimo”381, in un messaggio dato durante la celebrazione

pomeridiana. Dopo la recita del rosario completo, secondo quanto riporta padre Jozo,

“Tutti cominciarono a piangere e a singhiozzare ad alta voce. […] E ognuno cercava una

mano da stringere. […] E dopo, in tutto il paese, ci fu una grande festa di

riconciliazione”382. Molti pellegrini mi hanno parlato della pace che riescono a sentire

proprio a Medjugorje: “Nel cuore si sente la presenza della pace che da la Madonna qui.

Mi ricordo la prima volta che sono venuta qui cosa ho sentito. Sono stata shockata di

questa pace qua, era una pace da morire per me”383. Pace che si ottiene seguendo i

messaggi della Regina della Pace: “Vivendo questo messaggio ero sempre più convinto

che fossero veri, per il fatto che dentro di me provocava un effetto di pace”384

Nel pensiero ebraico antico la pace (shalom) non era soltanto assenza di guerra, ma

anche benessere o addirittura prosperità385. La pace è la ricompensa assicurata a coloro

che confidano in Dio e invocano il suo aiuto anche nelle sciagure386. Dio benedice il suo

popolo con la pace387 e la dispensa a chi ritorna a lui388 e a chi segue i suoi

comandamenti389. Il Messia viene designato come Principe della Pace e il suo regno

descritto come un godimento di un dominio e di una pace illimitati390. Nella tradizione

ebraica la pace era un concetto sociale: essa era tangibile e produceva un rapporto

armonioso all’interno della famiglia, nella società locale e tra le nazioni. Lo stesso saluto

380 Intervista a Kateřina, 26 anni, Rep. Ceca, Medjugorje, Agosto 2003. 381 Testimonianza di Padre Jozo a Široki Brieg , agosto 2003. 382 Ibidem. 383 Intervista a Kateřina, Medjugorje, agosto 2003. 384 Intervista a Damiano, Medjugorje, agosto 2003. 385 Siracide 45,24. 386 Giobbe 5; Isaia 26,3. 387 Salmi 29,11. 388 Salmi 85,9-14. 389 Levitico 26,6; Salmi 4; 119, 165. 390 Isaia 9,5-6.

84

shalom esprimeva un incoraggiamento alla cooperazione fraterna e alla vita comunitaria

per ottenerne un beneficio reciproco391. Nel Nuovo Testamento Cristo è venuto ad

annunziare la pace392e soltanto per mezzo di lui si può essere in pace con Dio393, che S.

Paolo definisce “Dio della pace”394. Nella loro missione evangelizzatrice, Gesù insegna

agli apostoli a dare “pace a questa casa”395, e i membri della chiesa primitiva venivano

esortata a “darsi alle opere della pace e alla edificazione vicendevole”396. Per coloro che

si trovavano oppressi la pace rappresentava la tranquillità spirituale, secondo quanto

promesso da Cristo: “Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la

do a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore”397. Il Regno di Dio è

“giustizia e pace e gioia nello Spirito Santo”398 e chi vive secondo lo Spirito avrà pace399.

La formula di saluto con la parola pace è frequente nel Vecchio400 e Nuovo Testamento401

e presente anche nella liturgia durante lo scambio del segno di pace tra i partecipanti

all’assemblea402.

Sono numerosissimi i messaggi in cui Maria chiama alla pace e al perdono:

“desidero invitarvi tutti alla pace del Signore. Desidero che ognuno di voi sperimenti nel

proprio cuore quella pace che Dio dà”403; “oggi vi invito a pregare in modo speciale per

la pace”404; “Cari figli, oggi vi invito a vivere la pace nei vostri cuori e nelle vostre

famiglie. Non c’è pace figlioli dove non si prega”405. La pace può essere realizzata solo

attraverso la preghiera, che è motivo costante nei messaggi della Madonna a Medjugorje,

la quale ha esortato già nei primi giorni i veggenti a pregare la coroncina dei sette Padre

Nostro col credo e successivamente il rosario. Sarebbe impossibile in questa sede

riportare tutti i messaggi dedicati alla preghiera, dato il gran numero: nei messaggi la

Madonna invita a una “preghiera col cuore”406, preghiera che può essere imparata

soltanto pregando costantemente: “Cari figli! Invito ognuno di voi a cominciare a vivere

nell' amore di Dio. Cari figli, voi siete pronti a commettere il peccato e a mettervi nelle

391 G. Parrinder, Pace, in Enciclopedia delle religioni, diretta da Mircea Eliade, cit., vol. III, pp. 485-488. 392 Efesini 2,17. 393 Romani 5,1-2. 394 Romani 16,20; Filippesi 4,9; Ebrei 13,20; 1Tessalonicesi 5,23. 395 Vangelo di Luca,10,6. 396 Romani 14,19. 397 Vangelo di Giovanni 14,27. 398 Lettera ai Romani 14,17. 399 Romani 8,5-6. 400 1Samuele 25,6. 401 Luca 24,36; Giovanni 20,19; 20,26. 402 Messale di ogni giorno, cit., pp. 696-698. 403 Messaggio del 25 giugno 1987. 404 Messaggio del 25 dicembre 1990. 405 Messaggio del 25 marzo 1995. 406 Messaggi del 2 maggio 1985, 30 maggio 1985, 25 aprile 1987, ecc.

85

mani di Satana, senza riflettere. Io invito ciascano di voi a decidersi coscientemente per

Dio e contro Satana. Io sono vostra Madre; perciò desidero condurvi tutti alla santità

completa. Desidero che ognuno di voi sia felice qui sulla terra e che ognuno di voi sia con

me in cielo. Questo è, cari figli, lo scopo della mia venuta qui e il mio disiderio. Grazie

per aver risposto alla mia chiamata!”407.

407 Messaggio del 25 maggio 1987.

86

Appendice

Interviste condotte a Medjugorje nell’agosto 2003

Marija Pavlović-Lunetti, 38 anni, Bijakovići, Bosnia-Erzegovina

Sono circa 22 anni che vedi la madonna ogni giorno e in questi anni è cambiato

qualcosa, la visione è sempre la stessa?

Sempre la stessa, l’unica cosa è che quando la Madonna appare ogni giorno è sempre

un’esperienza più forte. La Madonna quando appare ha sempre un vestito grigio, un velo

bianco, capelli neri, occhi azzurri, e lei è sempre sopra una nuvola.

In questi anni è cambiato il tuo rapporto con la Madonna, come con un’amica con cui si

acquista più confidenza?

Si, si, la Madonna è diventata più amica, nonostante lei sia una regina.

E in quanto amica tu hai mai chiesto consigli personali alla Madonna?

No, no, perché la Madonna sempre dice pregate, così noi abbiamo sempre cercato di

pregare e di avvicinarci sempre di più alla preghiera.

A parte la Madonna, hai visto anche Gesù, i Santi…

Il giorno di Natale la Madonna arriva con Gesù bambino in braccio, poi altri giorni da

sola, qualche volta appare sulla collina con tre o cinque angeli.

Dopo la morte di padre Slavko, la Madonna ha dato un messaggio in cui diceva che egli

era nato in cielo, e questo vuol dire che era una persona importante, una sorta di santo?

Si, ha preso la via della santità, ha cominciato a vivere i messaggi della Madonna, come

la Madonna ci invita tutti alla santità, sicuro per lui soprattutto, è stata una grazia per noi

averlo conosciuto.

87

Durante l’apparizione del 25 del mese la Madonna ti da un messaggio da trasmettere…

Un messaggio che all’inizio era ogni giovedì adesso è ogni 25, il giovedì era solo per la

parrocchia adesso ogni 25 invece è per tutti quelli che vogliono prendere questi messaggi

e metterli in pratica nella vita.

Come avviene..

La Madonna me lo dice, poi io lo scrivo dopo l’apparizione.

Il tuo rapporto con gli altri veggenti…

È buono, speriamo di fare un incontro, facendo una cena di fine estate.

Quindi vi vedete…

Ci vediamo, ma non spesso purtroppo, perché ci sono tanti pellegrini, tanta gente, non è

possibile mai, vogliamo fare di più quando è possibile.

Vicka mi ha detto che la Madonna a volte le ha chiesto di soffrire per qualcosa, a te lo ha

mai chiesto?

No.

Perché ognuno ha dei compiti diversi?

Si, le sofferenze ci sono sempre (ride).

In Italia Paolo Apolito, un noto antropologo, ha parlato di come la Madonna attraverso

la promessa di castighi futuri, quindi anche di segreti, leghi i pellegrini a sé, come nel

caso di Fatima o La Salette…

No, non è vero, noi vediamo sempre che la Madonna ci da libertà in ogni occasione.

Quindi non lega attraverso la promessa di castighi?

No, la Madonna ci invita con tanto amore, mai ci obbliga, questa è una cosa bellissima,

che ci sentiamo figli di Dio, non perché siamo obbligati, ma perché siamo liberi.

Ho letto una cosa nelle prime interviste, che tu inizialmente volevi entrare in una

comunità, farti suora se non sbaglio…

Si, si.

88

…e poi invece come mai hai cambiato idea?

Perché ho cercato nel convento, ho visto che non potevo fare testimonianza come faccio

adesso, parlando della Madonna, ecc, e per questo ho scelto la famiglia.

E non te ne sei pentita?

No, finora no (ridiamo entrambi).

Prima e dopo il matrimonio è cambiato qualcosa, nel tuo rapporto con la Madonna?

No, sempre chiediamo alla Madonna la sua protezione, la sua benedizione, grazie a Dio,

per ciò che fa per noi.

I pellegrini come ti vedono…

Io sono una veggente e per questo mi vedono vicina a Dio, vicina alla Madonna e come la

Madonna dice intercedo davanti a Dio per voi, così noi anche ci sentiamo come strumenti

che Dio ha scelto e sentiamo il bisogno di dare testimonianza, comunque noi siamo

sempre normali tranquilli, cerchiamo di fare il più possibile.

E loro come ti vedono…

Tante volte come amica.

Non succede che cercano di toccarti…

Qualche volta c’è anche fanatismo, gente che vuole vedermi in altro modo, ma noi

cerchiamo sempre di spiegargli che noi non siamo santi, ma che la Madonna ci invita tutti

alla santità.

Tu segui i messaggi della Madonna?

Sicuro, cerchiamo, ma non è mai abbastanza, la buona volontà c’è sempre.

Ho letto lì nel cartello (davanti il cancello di casa) che di pomeriggio c’è la preghiera,

come avviene?

Al pomeriggio noi abbiamo il rosario e c’è il momento dell’apparizione.

89

E quindi vengono anche pellegrini ad assistere?

Si, quando è possibile, tante volte è impossibile ammettere tutti perché sono tanti gruppi,

come in questi giorni, impossibile scegliere, cerchiamo di fare il nostro meglio.

Attraverso voi veggenti è mai successo che abbiate interceduto per qualche miracolo o

guarigione?

Si, tante volte, tutti noi abbiamo avuto questa esperienza. Delle persone che abbiamo

chiesto, la Madonna ha guarito, aiutato, convertito.

90

Vicka Ivanković-Mijatović, 38 anni, Bijakovići, Bosnia-Erzegovina

Sono 22 anni circa che vedi la Madonna ogni giorno e in questi anni è cambiato il tuo

rapporto con la Madonna, intendo hai acquistato maggiore confidenza, come con una

amica dopo tutti questi anni?

Ma guarda, tante volte parlo, non si può descrivere il momento dell’apparizione, 22 anni,

ogni giorno è nuovo giorno, per dire che ogni giorno che la Madonna viene è nuova

giornata e nuova esperienza. Ma con la Madonna mi comporto di più che come con una

madre, come con un amica, con cui tu puoi stare bene, con cui senti una pace, una gioia,

una tranquillità, che non senti in nessun altro posto del mondo.

Tu hai detto come un’amica e proprio come amica è mai capitato che tu hai chiesto

consigli alla Madonna per qualcosa?

Per me non bisogna chiedere, quando la Madonna parla e da il messaggio è per tutti e

anche prima lo da a me così io posso trasmetterlo ad altri, ma non ho chiesto mai nessuna

cosa particolare: quello che dice per gli altri riguarda anche me.

Il tuo rapporto con gli altri veggenti…

Stiamo benissimo, solo che stiamo in posti diversi, come Ivan tra qui e l’America e

Marija tra qui e l’Italia, ma gli altri siamo qui e quando loro arrivano, stiamo insieme, ci

vediamo ci salutiamo.

È cambiato qualcosa in questi anni oppure no?

Ma no, sai è cambiato che abbiamo le nostre famiglie, ma l’incontro e quello che la

Madonna vuole è sempre uguale.

Adesso che sei sposata e hai una figlia è cambiato qualcosa nel tuo rapporto con la

Madonna?

Adesso, come madre, capisci meglio la maternità. Anche prima io ho capito, ho fatto

quello che lei voleva, ma adesso sei madre e capisci tante cose di più.

91

E il tuo rapporto coi pellegrini?

Ma sai, io non mi sento in nessun posto così bene, come quando sono davanti ai

pellegrini, ma davvero, con tutto il cuore, e posso fare tante cose, ma sono più contenta

quando posso, con tutto l’amore, con tutto il cuore, trovare tempo per i pellegrini, anche

persone che arrivano per i loro bisogni. È il posto principale, dopo viene il resto.

Secondo te i pellegrini come ti vedono?

Io mi presento come una persona normalissima, perché non mi sento per niente grande,

siamo tutti uguali, solo che io ho questo grandissimo dono, ma io trasmetto in senso

spirituale, non nel senso di essere qualcuno glorioso, questo da Dio non c’entra, siamo

tutti uguali, ma lui guarda la nostra umiltà, la nostra semplicità e queste sono cose che

dobbiamo trasmettere. Io provo a fare tutto il possibile affinché loro mi possano vedere in

questo modo.

In Italia Paolo Apolito, un noto antropologo, ha parlato del fatto che la Madonna, come

a Fatima, La Salette, leghi i pellegrini a sé attraverso la promessa di castighi anche qui a

Medjugorje…

La Madonna dice: chi prega non deve avere paura del futuro, perché pregando e

digiunando si può allontanare anche la guerra. Sai il male è sempre presente, disturba, ma

se noi mettiamo un po’ di buona volontà, se preghiamo di più, il male non può fare

niente. Ma non solo, la Madonna spesso dice: voi siete pronti a pregare e fare tutto per

bisogno e quando si riceve questa grazia, poi ciao ci vediamo per un prossimo bisogno.

Ma Dio vuole che noi ogni giorno lo ringraziamo per tutto, ogni giorno dobbiamo

imparare a ringraziare e quando noi impariamo a ringraziare tutto il resto arriva, passo

per passo.

Medjugorje in tutti questi anni l’hai vista cambiare?

Medjugorje è cresciuta, abbiamo tantissime comunità italiane, tedesche, anche tanta gente

che vuole restare qua è normale, e anche la Madonna tante volte dice: non guardate solo

le cose che si costruiscono, le case, ma dovete costruire dentro, dovete proprio costruire

dentro il vostro cuore, quando mettete questa cosa al primo posto, dopo tutto il resto

arriva.

92

Tu hai detto che vedi la Madonna come persona viva…

Come adesso a te, uguale

Cioè la puoi anche toccare?

Si, si la sento come una persona viva. Quando è il suo compleanno o il nostro

compleanno lei ci da la mano, ci abbraccia, proprio come una persona viva, si sente, in

carne e ossa.

E tu hai anche locuzioni interiori?

No, no, sono contenta con questa grazie e non chiedo mai di più (ride).

A proposito, tu hai detto che questo per te è un dono, il vedere la Madonna ogni giorno,

ma l’hai mai visto invece come un peso, hai mai pensato per esempio, perché a me

quando invece potrei essere a divertirmi con amici…

Ma la Madonna non è contraria al divertimento al gioco, ma io mi sento che posso fare di

più in questo modo, aiutare la gente e dare la gioia che la Madonna ha dato a me, che io

possa trasmetterla ad altri: questo per me è il divertimento più bello che c’è. Se adesso

voglio stare con amici, si trova il tempo, basta solo un po’ di buona volontà. E una volta

abbiamo chiesto alla Madonna, perché proprio a noi, siamo più bravi di altri? E la

Madonna ha detto: questa è stata proprio volontà di Dio, Dio ha proprio scelto.

Una domanda personale, se vuoi non mi rispondere…

No, no, nessun problema.

Ho letto, in un libro di Bubalo, che nell’83-84, tu hai avuto una malattia molto grave, che

molti medici credevano inguaribile, ma poi improvvisamente sei guarita. Tu sei chiamata

alla sofferenza per la conversione delle persone, soffri per gli altri?

Quando la Madonna chiede o vuole qualcosa, quando Dio manda a noi una sofferenza,

una croce, una malattia, dobbiamo prenderla come un grande dono, e Dio sa perché ha

dato a me questa sofferenza e sa anche il momento quando prenderla, ma io devo solo

ringraziare il Signore e dico sempre alla Madonna: se hai ancora qualcosa da dare io sono

pronta a prendere, solo in questo momento chiedo la tua forza e coraggio, ché possa

andare avanti. Anche la Madonna ha detto chiaramente: voi non sapete quanto valore ha

la sofferenza davanti agli occhi di Dio. Anch’io sai, quando Dio mi ha dato questo dono,

93

non ho detto mai che è stato un peso o una cosa che non potevo affrontare, ma sono stata

contentissima che ho potuto fare e dare una piccola cosa da parte mia alla Madonna. E

dico anche adesso alla Madonna: quando tu vuoi sai che cosa io posso fare per te, sono

pronta finché tu vuoi…

Ma la Madonna ti ha mai chiesto: vuoi soffrire per me?

Ma lei ha chiesto, sicuro, e anche se lo vuole adesso io dico: sono pronta.

Oltre alla Madonna hai visto Gesù…

Gesù l’ho visto ogni volta a Natale come bambino appena nato e qualche anno fà, il

Venerdì Santo, la Madonna è venuta con Gesù adulto, sanguinato, fasciato, con la corona

di spine, e la Madonna ha detto: sono venuta con Gesù adulto affinché voi vediate quanto

Gesù abbia sofferto per tutti voi.

E gli hai mai parlato?

No, si è solo presentato insieme con la Madonna.

Il Podbrdo è il monte delle apparizioni

Si, il monte dove c’è stata la Madonna.

La Croce Blu…

La Croce Blu è dove Ivan va col suo gruppo di preghiera. Tante volte quando la Madonna

dice per tutti si va sul monte, tante volte dice alla Croce Blu solo per il gruppo.

e il Križevac?

Tante volte la Madonna ci ha chiamato per andare al Križevac, durante la Quaresima, per

fare sacrifici, pregare la via crucis e adesso questo è rimasto il secondo posto dopo il

Podbrdo.

94

Damiano, Brasile, Oasi della Pace

Come mai sei qui?

Sono venuto dal Brasile. Ho sentito la chiamata, come tutte le persone sentono quando

cercano la vocazione. Ho cercato la mia vocazione, io cercavo sempre una comunità che

avesse l’esperienza della pace, poi sono entrato in seminario, però ho conosciuto molto

prima Medjugorje e attraverso Medjugorje ho scoperto questa comunità.

Come hai conosciuto Medjugorje?

Attraverso i libri in Brasile. Ho iniziato a leggere di Medjugorje, nell’87-88 e poi ho

conosciuto questa spiritualità, questi messaggi semplici della Madonna e mi sono molto

stupito che la Madonna parlasse così a lungo, come mai fosse possibile in questo secolo.

Vivendo questo messaggio ero sempre più convinto che fossero veri, per il fatto che

dentro di me provocava un effetto di pace.

E questi messaggi hai iniziato a viverli in Brasile o quando sei venuto qui?

Io sono venuto qui solo due anni fà. Prima non sono mai venuto qui. Ho vissuto

l’esperienza dei messaggi della Madonna in Brasile, senza venire a Medjugorje.

In una comunità come questa?

No, prima da vita normale, ogni giorno ho dato tempo a Dio attraverso questo messaggio,

che la Madonna ci lascia delle indicazioni per fare un’esperienza con Dio e incontrare

Dio e la sua pace e io ho fatto questa esperienza senza venire qui a Medjugorje, anche se

ho sempre desiderato, dentro di me, venire.

E qui a Medjugorje hai sentito qualcosa di particolare?

Quello che ho sentito di particolare a Medjugorje è questa presenza molto forte, fisica,

reale, concreta che la Madonna è qui, cioè che la Madonna ha un progetto qui che sta

realizzando in questo luogo, vedendo, andando alla collina o sul Križevac, anche in

parrocchia, tante persone che vanno e ritornano e ci sono stati anche tanti segni nelle

persone, ho visto anche delle persone guarite dalle malattie.

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Quali sono le attività che fate in questa comunità?

Questa comunità è frutto di Medjugorje. È nata grazie a un sacerdote italiano e noi siamo

consacrati alla Madonna, Regina della Pace. Cioè questa comunità è nata grazie ai

messaggi della Madonna dati a un sacerdote italiano, attraverso la veggente Marija, verso

l’88, che ancora non sapeva niente. Lui è venuto qui come pellegrino e piano piano ha

capito che la Madonna desiderava qualcosa da lui. Noi viviamo l’esperienza del carisma

della pace, l’accoglienza e la preghiera. L’accoglienza soprattutto perché qui ci sono tanti

pellegrini e la comunità offre alle persone questa possibilità di vivere i messaggi di

Medjugorje, cioè un luogo in cui si possa vedere con gli occhi quello che la Madonna sta

chiedendo.

Quindi voi seguite i messaggi della Madonna…

Si, perché siamo nati da un messaggio. Mercoledì e venerdì facciamo il digiuno,

facciamo l’adorazione eucaristica ogni giorno, personalmente e comunitariamente,

preghiamo il Santo Rosario, le tre parti, facciamo la Santa Messa ogni giorno, perché la

Madonna, nei suoi messaggi, ci invita a non andare solo la domenica e poi meditiamo la

parola di Dio e poi anche ogni giorno leggiamo i messaggi della Madonna, perché la

Madonna ci chiede che siano quotidianamente vissuti e poi svolgiamo anche una vita

normale, ordinaria, cioè lavoro, le esigenze normali, ma siamo consacrati alla Madonna,

abbiamo affidato tutta la nostra vita alla Madonna di Medjugorje. Siamo talmente

consacrati a lei, che portiamo l’abito della Madonna di Medjugorje e noi sappiamo che

questa comunità è frutto suo, uno dei tanti frutti che ci sono qui a Medjugorje.

Questa è una comunità mista?

Si, una nostra caratteristica è che noi abbiamo fatto un voto uguale, di essere pace, che

non si fa nelle altre comunità. Noi facciamo il voto di povertà, castità, obbedienza e il

quarto voto, che è quello.

Hai visto i veggenti?

Si.

E cosa pensi di loro?

Io penso che le apparizioni sono vere. Personalmente conosco Marija, ho avuto

l’opportunità di parlare, stare con lei. Cioè nella curiosità di ogni giorno tu stesso senti

96

questa curiosità di vedere un veggente cosa fa. È una persona normalissima, scherza,

semplice. È una persona come noi, che non si sente diversa dagli altri. Lei stessa dice: io

non sono diversa dagli altri, non so perché la Madonna mi ha scelta, perché c’erano tante

altre persone più brave di me. Lei fa, come tutti noi, un cammino di ogni giorno, di

preghiera, di confessione mensile, messa, però fa anche la mamma, la casalinga, la

persona normale. Siamo stati con lei una settimana e ho visto che sono persone

abbastanza normali. Con Marija è nata anche una bella amicizia, perché lei è la veggente

che ci ha dato, non solo uno ma due o tre messaggi per la comunità. Per il momento non

posso dirli.

A Medjugorje hai visto fenomeni particolari?

Personalmente no, dentro di me si. Anche la liberazione di abitudini cattive con la

preghiera, per me erano cose impossibili. E per me questo è uno dei segni che

Medjugorje è vero. Il primo segno più forte è quello che vedo dentro di me, la certezza

che la Madonna appare e il secondo segno è essere qui a Medjugorje, anche se sono un

brasiliano, lontano dalla mia cultura, lontano dal mio paese, lingua e l’altro segno è

quello della pace. Mi da una sicurezza come se fossi sempre stato qui, ci sono problemi,

pressioni di ogni giorno e c’è questa pace che mi porta avanti, mentre prima, alla prima

difficoltà mi fermavo e invece dopo Medjugorje sono molto cambiato dentro. Per

esempio, io non ho mai pensato di lasciare il Brasile, non mi sono mai impegnato a

imparare altre lingue, cioè non avevo mai pensato di trovarmi qui, è successo da un

giorno all’altro, tutto cambiato, anche parlare altre lingue, esperienze di altre culture,

arricchirsi così dentro, questa pace, essere così in comunione con altre persone, con altri

popoli. È segno anche vedere tantissima gente venire qui, anche persone handicappate,

malate, disperate, per me è segno ogni giorno vedere questo e la pace che c’è in questo

luogo. Sono stato anche presente a tante apparizioni, personalmente fuori non ho visto

niente, ma dentro si, ogni volta che finiva un’apparizione, era chiaro che la Madonna per

me era apparsa, c’era dentro di me una pace ancora più forte e sentivo gli effetti nella mia

vita e i segni per me sono nel mio cuore. Io non ne ho bisogno, perché una volta ho visto

il segno del sole, ma non l’ho mai chiesto, è stato il 6 agosto dell’anno scorso, giorno

della trasfigurazione.

97

Hai visto altri luoghi di apparizione?

Si, in Brasile. Un veggente vicino casa mia che ha provocato tanto chiasso anche a livello

nazionale. Verso queste apparizioni io provavo antipatia e questa era una cosa strana

perché io ho sempre creduto a Fatima, Medjugorje, Africa. Ho dovuto seguire

personalmente questo veggente, ero seminarista e trovare se c’era o no verità in questa

storia. L’ho esaminato, fatto delle registrazioni del momento dell’apparizione, partecipato

e anche se c’erano stati dei segni molto forti del sole, anche se non volessi ho visto

anch’io. La differenza è che qui ho trovato la pace e lì c’era inquietudine intorno alla

gente e alla fine, esaminando bene, ho avuto questa grazia e abbiamo scoperto che era il

demonio che agiva in questo, le stigmate le faceva lui, abbiamo trovato delle batterie che

facevano gli effetti e nelle registrazioni ho visto che aveva il messaggio già preparato.

98

Suor Krsta, 35 anni, Croazia, Kraljice Mira

Come mai sei qui a Medjugorje?

Perché vivo in una comunità che è nata a Medjugorje.

Come si chiama questa comunità?

Kraljice Mira, Regina della Pace.

Quali sono le attività di questa comunità?

Vita contemplativa attiva.

Seguite i messaggi della Regina della Pace?

Si, con una spiritualità francescana e mariana. Abbiamo la Regola dei fratelli e delle

sorelle del Terz’ordine regolare di San Francesco. Nella nostra comunità è importante

l’adorazione, la preghiera e l’offerta: oltre ai tre voti di povertà, castità e obbedienza, ne

abbiamo un altro di offerta della vita per la salvezza del mondo.

Sei già venuta qui altre volte?

Si, tante volte.

E hai notato cambiamenti in questi anni?

Si, sempre più gente. Mi pare che la base sia sempre la stessa. Mi pare anche che la

parrocchia all’inizio fosse più aperta, partecipava, ma adesso sono tutti chiusi, perché è

diventato anche un luogo di turismo. Secondo me bisogna pregare anche per loro, perché

possano portare il messaggio della Madonna, con tutto questo che è attorno a loro.

Hai visto i veggenti?

No, conosco la storia di ognuno, ma personalmente nessuno.

E cosa pensi di loro?

Sono persone come tutti noi, che devono camminare, decidersi per Dio ogni giorno, come

ogni cristiano, solo hanno avuto una grazia particolare, ma questo non dipende da loro.

Questa è una grazia di Dio gratuita e loro devono rispondere ogni giorno, come tutti noi.

99

Questa comunità è riconosciuta dalla Chiesa?

Siamo riconosciuti come associazione privata, aspettiamo il riconoscimento ufficiale.

Secondo me dipende anche da Medjugorje, perché Medjugorje non è riconosciuta e noi

siamo frutto di Medjugorje. Una vita semplice, cristiana, si va proprio alle radici

dell’anima, perché noi siamo una comunità internazionale, viviamo con fratelli e sorelle,

tocchiamo tutte le realtà che sono nel mondo e così possiamo capire noi ed essere fari per

gli altri.

Come mai tu hai deciso di entrare in questa comunità?

Perché ho sentito la chiamata di offrire la vita.

100

Maximiliano, San Paolo, Brasile, Fraternidade dos Discìpulos de Jesus

Come mai sei qui a Medjugorje?

Sono qui per la seconda volta. Sto facendo esperienza di noviziato perché la nostra

comunità è nata qui a Medjugorje. Lavoriamo coi bambini di strada, facciamo la

preghiera normale in monastero. Sto qui cinque mesi, facendo questa esperienza per

approfondire la spiritualità di medjugorje.

Come si chiama questa comunità?

Fraternidade dos Discìpulos de Jesus, Fraternità dei Discepoli di Gesù.

E tu segui i messaggi della Madonna?

Si, siamo un frutto di Medjugorje, come l’Oasi della Pace. Alcuni anni fà è stata

approvata dalla Chiesa, la prima comunità che ha questa approvazione e non ha una sede

qui adesso, ma ha una casa in Brasile.

Hai visto fenomeni particolari?

Si, ho visto. Ma non vedo questo come cosa principale. A esempio, dopo un’apparizione

di Mirjana alla Comunità Cenacolo, il secondo giorno del mese, al ritorno del sole c’era

un arcobaleno. Io l’altro giorno ho visto il sole girare, ma questa non è la cosa più

importante perché se ho la fede, la fede è qualcosa che Dio da, una grazia, un dono. Non

c’è bisogno di queste cose particolari.

Conosci i veggenti?

Si, conosciamo Vicka, perché Vicka, se ricordo bene, dopo un’apparizione, ha parlato a

padre Eugenio del Brasile, il nostro fondatore, dicendo che la Madonna aveva questo

desiderio di fondare una comunità di preghiera, che lavorasse con i bambini di strada e gli

ha detto che lui avrebbe dovuto fondare questa comunità con i soldi della sua famiglia,

perché lui era ricco, e fare questa casa dei bambini. Dopo è venuto un ex musulmano, che

adesso è cattolico, e ha aiutato tutti noi. Se è volontà di Dio, anche ai soldi pensa la

provvidenza.

101

Cosa pensi dei veggenti?

La Madonna non prende persone particolari o speciali e anche loro hanno chiesto alla

Madonna: perché noi? La Madonna ha detto: non ho scelto le persone più buone, è una

cosa di Dio. Sono persone normali, solo che loro vedono con gli occhi della carne, noi

vediamo con gli occhi dell’anima.

E tu come hai conosciuto Medjugorje?

L’ho conosciuto attraverso la mia famiglia. Mio padre leggeva una rivista, Medjugorje e

ho iniziato a conosce Medjugorje.

Tu perché sei entrato in questa comunità?

Prima una vocazione, per cui non c’è spiegazione e sentivo la spiritualità di Medjugorje,

l’adorazione eucaristica, il santo rosario. Perché prima io cercavo una comunità di

monaci, ma non c’è questa cosa dell’adorazione o della preghiera del rosario e questa

cosa mi piace.

102

Kateřina, 26 anni, Repubblica Ceca

Come mai sei qui a Medjugorje?

Mi sono sposata qua tre anni fà, adesso ho una figlia, Lucia, di quasi due anni. Mio

marito è stato nella Comunità Cenacolo, dove sono tossicodipendenti, quattro anni è stato

là per fare esperienza di guarigione.

E lui era tossicodipendente?

Lui era tossicodipendente, dodici anni che prendeva eroina, lui è di Spalato, croato, Lui è

uscito dalla comunità. Io sono venuta qui, primo pellegrinaggio, nel 1995, ancora

studiavo, mi piaceva qui a Medjugorje la preghiera. Tutto questo l’ho imparato qua.

Quando tu sei venuta qua credevi già nelle apparizioni?

Sono venuta per curiosità, non sapevo niente di Medjugorje, si sentito qualcosa, per

questo mi interessava. Quando sono venuta non sapevo neanche pregare il rosario, in

pullman ho iniziato a pregare il rosario e ho sentito che sarei dovuta venire di nuovo,

quando sono stata qui la prima volta. Dopo tre anni sono venuta d’estate, che ho finito la

scuola e sono voluta restare qui un po’ di tempo. Ho trovato una famiglia del mio paese e

volevo stare da loro, aiutare con i pellegrini, pulire, cucinare e stare qui a Medjugorje,

pregare, andare sul monte. In questo periodo è uscito mio marito [dalla comunità].

L’hai conosciuto qui?

Lui conosceva questa famiglia, perché sono andati spesso in comunità e allora lui è

andato da loro a fare visita, così ci siamo conosciuti. Poi lui ha lavorato alla parrocchia e

adesso ha iniziato a lavorare in un centro a Mostar per tossicodipendenti, dove adesso ha

una sua comunità e aiuta i ragazzi. Il vescovo ha dato loro una casa e così lui aiuta i

ragazzi con la sua esperienza. Io sono qua e lavoro in questo negozio italiano, da quasi tre

anni e ho fatto anche il corso come guida, qui a Medjugorje, per i pellegrini

cecoslovacchi, per la gente che verrà dal mio paese.

Qui hai visto i veggenti?

Si, conosco tutti i veggenti.

103

E cosa pensi di loro?

Io li vedo come persone normali, anche loro sono peccatori, anche loro possono fare male

e bene, tutti siamo uguali, solo che a loro è apparsa la Madonna.

Hai visto fenomeni particolari qui a Medjugorje?

Allora, i fenomeni particolari, diceva sempre padre Slavko, sono coloro che si sono

convertiti nel cuore, la gente che qui si è convertita, che ha iniziato a credere a Dio e alla

Madonna, più delle guarigioni, perché noi abbiamo bisogno più della guarigione

dell’anima che del corpo. Ci sono anche state guarigioni del corpo, ho visto persone che

sono state guarite, per esempio un uomo da epilessia, lui non sentiva neanche le gambe,

le mani e una sera, dopo la preghiera di guarigione dopo la messa, festa dell’Immacolata

Concezione, lui ha sentito un calore nel suo corpo e tutto il dolore che andava via e lui

adesso è sano e va sempre a Medjugorje. Sono tante le cose, però dovete sapere che a

Lourdes, dove sono 150 anni che è apparsa la Madonna, c’erano 250 mila persone guarite

nel corpo, i dottori hanno detto che sono veri solo 60 mila casi di questi e la Chiesa solo

62 persone sono vere: allora voi potete immaginare qui a Medjugorje che è 22 anni che

appare la Madonna.

Hai mai assistito a un’apparizione?

Si, sono stata all’apparizione di Marija Pavlović all’Oasi della Pace e dopo

all’apparizione di Ivan Dragicević, col suo gruppo alla Croce Blu, al Podbrdo, la sera,

dove va anche la gente e a Mirjana, che ogni due del mese prega per i non credenti. Lei

sempre appare in questo periodo, alla Comunità Cenacolo, sempre ogni due del mese a

Mirjana.

E durante queste apparizioni tu hai sentito o visto qualcosa?

Nel cuore si sente la presenza della pace che da la Madonna qui. Mi ricordo la prima

volta che sono venuta qui cosa ho sentito. Sono stata shockata di questa pace qua, era una

pace da morire per me.

La prima volta che sei venuta questa pace dove l’hai sentita?

Ho sentito pace, non so come dire, per esempio quando ho pregato nella chiesa, ho messo

le mani e mi sembrava tutto santo, tutto da baciare, ho messo le mani a terra e sentivo che

qui c’è la Madonna, che io sono nelle mani della Madonna.

104

Goran, 40 anni, Spalato, Croazia

Come mai sei qui a Medjugorje?

Veramente a me ha salvato la Madonna, ma proprio la Madonna di Medjugorje, Regina

della Pace, perché io mi drogavo, prendevo eroina da dodici anni e vivevo da nove sulla

strada e tante volte sono stato in carcere, manicomi, una vita sbagliata e proprio un

giorno, dopo tanti anni di inferno, io ho iniziato a pregare, però a Spalato. Io non sapevo

Ave Maria, io non sapevo, perché quando ero piccolo andavo in chiesa e dopo, quando ho

iniziato a prendere pastiglie, alcool e tutte queste cose, ho dimenticato la famiglia, chiesa,

tutto e allora dopo tanti anni, ho iniziato a pregare e pregavo col cuore, pregavo e

piangevo, pregavo con lacrime. Ho perso la fiducia in tutti e ho perso la speranza perché

allora non sapevo come si potesse uscire dalla droga, dall’eroina, perché tanti miei amici

sono morti, il 90%, la mia generazione, nessuno è uscito dalla droga e allora io ho perso

la speranza e tante volte ho pensato al suicidio, una volta ho preso la pistola, l’ho messa

in testa e ho premuto il grilletto e il proiettile mi è rimasto in testa, e tagliato le vene tante

volte e preso tanta eroina con pastiglie e alcool, perché non avevo speranza e quella vita

mi è iniziata a pesare, perché anche mio padre mi ha sbattuto fuori casa nel 1982 e non

avevo contatti con la mia famiglia: ero proprio solo come un cane.

Ma ti ha sbattuto fuori casa dopo che hai cominciato a drogarti?

Si, si, dopo sei mesi, dopo che l’ha saputo. Ma lui mi voleva aiutare, però a quei tempi

per me l’aiuto era sono soldi, nient’altro. Lui non mi poteva dare tanti soldi quanto ne

avessi bisogno e allora lui mi ha mandato la prima volta in carcere. Sono stato tre mesi,

uscito peggio di prima e dopo messo in centro psichiatrico, perché mio padre pensava che

i dottori mi aiutassero. Sono stato di là anche due, tre mesi, sono uscito anche di là peggio

di prima e alla fine lui mi ha trovato un lavoro, perché pensava: va bene adesso va a

lavorare, sta otto ore sul lavoro, con gente che lui conosceva. Però io sono andato di là e

ho rubato tutto quello che potevo e fatto prestare tanti soldi che non ho restituito e alla

fine andavo a lavorare un giorno e due giorni no e così sempre facevo casino e allora

anche loro mi hanno sbattuto fuori dal lavoro. Ho rubato a casa tutto quello che avevamo

anche e lui alla fine mi ha sbattuto fuori di casa. Così sono stato nove anni sulla strada.

Quando ho iniziato a pregare, io pregavo: Madonna, ti prego, o mi prendi su con te, che

voleva dire mi fai morire, o mi dai una mano per cambiare la vita. E dopo un po’, non so

105

neanch’io, una settimana così, io ero di mattina in un giardino, guardavo le macchine così

per rubare qualcosa ed è venuta una signora, ma proprio verso di me. Non sapevo chi

fosse, non sapevo se restare o andare via, alla fine sono rimasto, è venuta lei: buon

giorno, dice, cerco un ragazzo che chiamano Čiuh, tu lo conosci, puoi aiutarmi a

trovarlo? Cercava me! Io la guardo e mi chiedo: chi è quella lì? E io dico: sono io. E lei

ha iniziato a piangere e mi ha preso sottobraccio, siamo andati a fare un giro e lei era

madre di un mio conoscente, anche lui drogato. La polizia l’ha preso mentre rubava e lui

è finito in carcere e la madre spesso andava di là a visitare suo figlio ed è pazzesco

questo, perché i drogati sono tanto egoisti e ogni volta che sua madre veniva lui le

parlava di me: dai mamma, aiuta un mio amico che è sulla strada da tanti anni, lui tante

volte ha provato il suicidio, ma è buono, dai aiutalo, perché anche ai genitori non frega

niente di lui. E questa madre mi ha cercato e trovato in questo modo. Mi ha fatto la carta

d’identità, perché io ero un barbone e alla fine mi ha comprato un biglietto del pullman

per Medjugorje. Sono venuto a medjugorje, sono andato fino al cancello, perché lei mi ha

spiegato che a Medjugorje c’è una comunità di drogati, ma io non sapevo niente di

comunità.

Ma sapevi già che la Madonna qui appariva?

Certo. Io pregavo anche quando non avevo i soldi dicevo: dai Signore, dammi qualche

soldo per comprare la roba. Quando compravo la roba dicevo: dai Signore, fa che sia roba

buona. E solo queste erano le mie preghiere. Ma poi per la prima volta ho pregato per

cambiare la vita e la Madonna, proprio la Madonna di Medjugorje, perché alla fine io

sono di Spalato, non sono di qui. È proprio strano perché sono rimasto qui, perché tanti

ragazzi che entrano in comunità, dopo quando escono tornano al loro paese e giù trovano

lavoro, si sposano e vivono una vita normale, qualcuno anche cade di nuovo, però il 90%

torna al suo paese, ma io sono rimasto qui proprio perché qui ho trovato pace, ma proprio

una pace profonda. Perché per tutta la mia vita, dentro il mio cuore, c’era odio, ma odio

per tutti, odio per mio padre, odio per mia madre che è morta, odio per mia sorella che è

morta, odio per mio fratello che è sordomuto, odio per i bambini, odio per i vecchietti,

per i ragazzi, per le genti, ma odiavo tutto il mondo. La Madonna mi ha salvato la vita, ha

proprio cambiato la mia vita, ma proprio il mio cuore, la mia mente, il mio

comportamento con la gente, con le ragazze, con i bambini. Adesso voi mi vedete per la

prima volta, non conoscete com’ero prima e non potete neanche immaginare com’ero. I

106

miei pochi amici che ancora si drogano giù a Spalato, quando mi vedono dicono come

sono prete!

Quando hai sentito questa pace?

Quando sono entrato in comunità io non capivo che mi ha salvato la Madonna, io

pensavo al destino, tutto venuto solo così. E il primo anno, io ho perso sonno, non sapevo

parlare, solo gridare, bestemmie e parolacce, sapevo solo questo, ma non sapevo niente,

ero limitato in testa, non sapevo chi fosse presidente. Sono stato in manicomio due anni e

mezzo e sono uscito e dopo cinque mesi ho ricominciato di nuovo a drogarmi e non

potevo dormire, non potevo mangiare, non potevo far niente: ero proprio scemo. Perché,

quando sono uscito da questo manicomio, sono uscito con la diagnosi di paranoico-

schizofrenico. E io non sapevo in comunità, il primo anno, chi fossi io, chi fosse Dio,

cosa fosse la preghiera, cosa fosse la fede perché, da quando avevo vent’anni, non sono

stato un giorno normale. Perché, prima dell’eroina, fumavo canne e prendevo pastiglie,

mi ubriacavo, facevo proprio pietà, ma ogni giorno, neanche un giorno sono stato

normale. In comunità, quando mi alzavo la mattina e guardavo allo specchio, non sapevo

chi fossi e dopo, piano piano, i ragazzi mi hanno aiutato tanto. Io volevo tutto in fretta:

cambiare modo di vivere, cambiare vita subito, oggi martedì, domani mercoledì, mi

sveglio al mattino uomo nuovo e non capivo come ci fosse un passaggio, come dovessi

andare piano, passo dopo passo. I ragazzi, suor Elvira, mi hanno aiutato tanto, perché io

mi chiedevo: perché devo pregare tre rosari al giorno, io voglio solo togliermi dalla droga

e nient’altro. E Elvira mi ha detto: se tu non vuoi pregare, tu siediti in cappella e non

preghi, prego io e altri ragazzi pregano per te e dopo, piano piano, ho iniziato a dire

un’Ave Maria, poi due tre, ho detto una decina e, piano piano, ho fatto un cammino.

All’interno della Comunità Cenacolo come è strutturato il programma di guarigione?

Preghiera e lavoro. Quando c’è la preghiera c’è obbedienza, umiltà, amore, incontro l’uno

con l’altro, anche con il lavoro.

E che lavori fate?

Ma tutto, muratura, animali, orto, falegnameria, pulizie, cucina, ma tutto, proprio una

piccola città e io ho imparato in comunità a fare le icone e così tanti ragazzi che hanno

imparato a fare i piastrellisti, adesso lavorano fuori. Martedì e venerdì c’è messa e

domenica. Ogni sabato sera, prima era alle dieci, mentre adesso penso alle due di notte,

107

c’è adorazione. Ogni giorno si legge e commenta la parola di Dio e si cerca sempre di

parlare di sé, delle proprie cose negative, quelle positive devono vederle gli altri! E

spesso vengono anche sacerdoti a fare catechesi, confessioni. È difficile, è più facile

cambiare gli altri, ma cambiare se stessi è una cosa proprio…

Ti capitava di avere crisi di astinenza?

Io già da un mese e mezzo non dormivo. Ero proprio cambiato da fare pietà. Avevo crisi

di astinenza ed epilessia, ma sono rimasto! Tante volte volevo andare via, però c’era una

mano che mi teneva ed era lei e io dopo l’ho capito e anche adesso tante volte, quando

vado a dormire e quando mi sveglio al mattino, penso a queste cose ed è stata proprio Lei

e nessun altro. Potevo tornare a Spalato e vivere giù e trovare lavoro, ma io mi sento qui a

Medjugorje come se fossi nato qui. Quando vado giù a visitare mio padre e mio fratello e

i suoi figli, io vado felice, ma quando ritorno qua, mi sento a casa.

E quindi hai ripreso i rapporti con tuo padre…

Si. Quando sono uscito dalla comunità lui non sapeva, lui non voleva sentirmi, perché

tante volte ho detto di cambiare vita, di non drogarmi più. Tante volte ho pianto, ma solo

per prendere soldi e lui ha perso la fiducia, è normale e in un anno ci siamo sentiti al

telefono poche volte. Lui voleva chiamare, ma io non volevo chiamare perché volevo

proprio iniziare da zero e quando sono uscito dalla comunità avevo un paio di scarpe

rotte, un paio di mutande, non avevo un giubotto invernale, perché sono uscito proprio il

giorno del mio compleanno, il 27 novembre 1997, non avevo niente, neanche mille lire,

niente e ho trovato lavoro. Sono andato dai frati a chiedere un favore per trovare lavoro e

il primo lavoro che ho trovato è stato giù nel bagno pubblico e dopo i frati mi hanno

cambiato lavoro, un gradino di più, mi hanno dato scopa e così, pulivo le strade intorno la

chiesa. In comunità ero stato operato alla schiena, ma non volevo dire ai frati che ero

stato operato, perché avevo paura che non mi prendessero a lavorare e alla fine sono

finito di nuovo all’ospedale per essere operato alla schiena a Mostar. I frati l’hanno

saputo e mi hanno detto: ma tu sei scemo, perché non lo hai detto? Ma questo perché non

avevo tanta fiducia nella gente ancora e dopo quattro anni in comunità non avevo fiducia

nei frati. Però loro, quando l’hanno sentito, mi hanno pagato l’ospedale e mi hanno fatto

l’assicurazione, mi hanno fatto tutto. E dopo ho lavorato un anno nell’ufficio

parrocchiale, prendevo appuntamenti per le messe e un giorno è venuto padre Slavko e

mi ha detto: ho trovato un buon lavoro per te. E dopo è venuto a parlarmi un dottore di

108

Mostar che voleva aprire un centro e aiutare tossici e lui cercava un ex tossicodipendente

che, attraverso la sua storia, la sua vita, la sua esperienza, potesse dimostrare a questi

ragazzi come si può uscire dalla droga. Io sono andato lì, ho fatto dei colloqui e adesso

lavoro giù a Mostar. Lavoravo da due anni e mezzo e mi dava fastidio l’uso del

metadone, perché un drogato non cambia la vita con le pastiglie, può togliere l’astinenza,

ma solo questa, nient’altro, ma tutti i ragazzi che si drogano devono cambiare vita, come

l’ho cambiata io, come l’hanno cambiata tanti ragazzi che sono usciti dalla comunità. E

allora, a me dava fastidio, io volevo fare una comunità e dopo un po’, dopo due anni e

mezzo, anche i dottori hanno detto di provare e il vescovo di Mostar mi ha regalato la sua

terra. Abbiamo fatto la comunità e adesso c’è la comunità da quasi due anni, due anni il

4 febbraio, io lavoro come capo.

Questa comunità si basa sugli stessi programmi della Comunità Cenacolo?

Tutte le comunità hanno programmi simili. Si alza alle sette, si fa la barba ogni due

giorni, si va a messa, si va a confessare, si lavora. Più o meno è tutto uguale, ci sono

poche differenze.

Nella Comunità Cenacolo si usa il metadone?

No, mai.

Neanche nella tua?

No, no, niente. Solo si parla, si lavora, così non c’è tempo di pensare alla droga.

E nella comunità di Mostar la preghiera ha un ruolo importante?

Si, si prega, Ma all’inizio a loro ho detto di pregare solo un rosario, perché tutti questi

ragazzi sono venuti dalla strada, come me, e allora io ho detto di pregare un rosario e

niente di più, perché non posso dire a un ragazzo che è appena venuto in comunità di

pregare tre rosari, andare a confessarsi, che dice: ma vai a cac... E allora tutto piano piano

e dopo tre mesi subito, quando si svegliano, prima dicono il rosario e dopo fanno

colazione e vanno a lavorare. E sono venuto una volta alle due di pomeriggio e adesso ne

pregano tre, ma tutto da soli, io non ho detto niente e così si vede il cambiamento. Sai,

quando dico, tu devi, devi, devi, non va. Io sono là solo per indirizzare, ma lascio a loro

tutto il resto, tante cose loro vedono da soli che non vanno e cambiano.

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Tutto questo cambiamento tu lo attribuisci alla Madonna?

Ma chi mi ha cambiato? Sicuro da solo no. I ragazzi mi possono cambiare, però se io non

ho qualcosa dentro di me che mi spinge, qualcuno che mi tiene, qualcuno che mi

guida…Guarda, io non sono un sacerdote, io sono solo un ragazzo ex drogato che non è

scemo, che non è schizzofrenico e capisco perché tante cose siano successe, ma anche la

riappacificazione con mio padre, ma anche con gente a cui ho fatto tanto male, rubato

cose, rubati tanti soldi e loro sono venuti da me e mi hanno perdonato, piangevano anche.

Ma tantissime cose anche più piccole, impossibile che siano successe solo così, come dal

caso, ma anche il mio cambiamento…Io adesso voglio, per gloria della Madonna, per

gloria di Dio, aiutare altre persone e dimostrare a queste persone, non solo drogati, ma

anche alcolisti, anche quelle persone che non si trovano nella vita e questo è per me un

ringraziamento, fare sempre qualcosa per gli altri.

110

Kathleen , Frances, Philippe, 64 anni, Irlanda

Perché siete venute qui a Medjugorje?

K. Penso, per la chiamata della Madonna.

F. Perché dodici anni fà venni qui a Medjugorje per la prima volta. Non andavo a messa

prima da quasi venti, non ci andavo, ero diventata alcolista, ero disperata. Così venni a

Medjugorje e vidi dei segni alla Croce Blu e da allora non ho perso un messaggio. Ha

cambiato la mia vita, adesso ho raggiunto la pace, che non avevo mai avuto prima.

P. Sono venuta in pellegrinaggio, direi per fare un’esperienza. Ma come posso dire, fin da

quando sono venuta le cose sono andate come mi avevano detto: tutto è fantastico qui. E

mi sono convertita rispetto a com’ero quando sono venuta e quindi voglio dire: grazie!

È la prima volta che venite qui?

K. No, la quarta, la prima volta nel 1995.

F. Dodicesima.

P. Si, la prima.

Cosa ti ha spinto a venire qui così tante volte?

F. Perché la mia relazione era finita dopo ventiquattro anni e mia sorella, che ha venti

anni, mi disse: perché non vai a Medjugorje? E io andai, totalmente contro i miei

desideri, contro voglia, ma dopo solo due giorni tutto era cambiato.

Avete visto dei cambiamenti qui in questi anni?

F. Si, che la mia vita in dodici anni è totalmente cambiata. Per quanto riguarda qui, la

musica prima non c’era, c’era solo il silenzio. Certo io sono una persona di 64 anni, però

secondo me c’e troppa musica quest’anno qui, troppo rock n’ roll, troppa confusione,

dovuta al Festival anche e penso che se questo continuerà la Madonna sarà messa da

parte qui. Se andavo alla cappella dell’adorazione, non riuscivo a pregare perché la

musica era troppo alta. Io penso alla gente che viene per la prima volta qui, perché io

sono venuta già tante volte, ma per loro c’è troppa confusione. Questo è almeno ciò che

ho provato io. Io preferisco la tranquillità e la calma nel mio rapporto con Dio. Nel

silenzio la Madonna ci parla, per questo motivo al momento della visione non dovrebbe

esserci alcuna musica.

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K. La spiritualità in questi anni non è cambiata. Durante il Festival avrei preferito che ci

fosse più silenzio, ma comunque io sono molto grande e la Madonna ci chiama in molti

modi.

Come sei venuta a sapere di Medjugorje?

F. Mia sorella più grande era stata a Medjugorje due anni dopo l’inizio delle apparizioni e

lei aveva visto la scritta MIR nel cielo e quando è tornata mi ha portato una piccola statua

e dopo, quando la mia vita stava andando a rotoli, anche io decisi di andare.

Avete visto fenomeni particolari?

K. Si, il sole che danza. Penso che sia una sorta di dono, ma tu puoi anche non vedere, ma

è sempre una grazia divina. A Medjugorje c’è una grande conversione.

F. Io sono stata alla Croce Blu e mentre ero lì ho visto una luce provenire dalla croce.

Guardando verso sinistra ho visto una piccola statua della Madonna, con dodici stelle,

allora dissi a mia sorella: hai visto qualcosa? Lei disse di no ma io andai a letto convinta

di aver visto qualcosa e il giorno dopo parlai al prete e lui mi disse: è meraviglioso, hai

una buona immaginazione! E l’anno dopo, quando sono tornata con il mio rosario in

mano, chiesi alla Madonna che mi desse la pace quando tornavo in Irlanda, dato che

avevo molti problemi con la persona con cui stavo. Quando sono tornata ho fatto

sviluppare le foto e nessuna di quelle che avevo fatto alla Croce Blu era venuta e allora

mi tornò in mente questa frase: tu non hai bisogno di fotografie per ricordarmi! E da

allora non ho mai perso una messa. Medjugorje ha veramente cambiato la mia vita: non

guardo più TV, non leggo più l’oroscopo per conoscere il mio futuro e sono molto felice,

non mi manca nulla.

Siete mai state in altri luoghi di apparizioni?

K. Si, sono stata a Lourdes e a Fatima.

P. Sono stata a Fatima.

Avete visto differenze tra lì e qui?

K. Fondamentalmente no, però qui c’è una profonda spiritualità. Qui a Medjugorje ho

visto come la gente ha aperto il proprio cuore a Dio.

P. La differenza è che quello che accade qui sta accadendo adesso. Qui invece la

Madonna sta realmente apparendo e io mi ero chiesta: ma è veramente possibile? E ho

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pensato che potesse essere il diavolo, ma poi mi sono detta: se fosse il diavolo non ci

sarebbero tutti questi buoni frutti e quindi ci ho creduto.

F. Io sono stata a Fatima e due giorni dopo la partenza i miei problemi alle ginocchia

erano spariti, avevo sentito un bellissimo profumo di rose e quindi sono felice!

Avete visto i veggenti?

F. Si, varie volte. L’anno scorso due volte Ivan, una delle ragazze e ho visto il sole

danzare. Io ho visto Vicka, lei ha pregato su di me a casa sua. Ho visto anche gli altri, ma

se avessi potuto avrei visto Vicka tutti i giorni: il suo viso, l’espressione dei suoi occhi è

molto particolare, è bellissima. Quando lei prega su di te, senti qualcosa, io ho pianto,

pianto e pianto: lei è veramente molto speciale.

K. Si e penso che siano delle persone veramente benedette da Dio. Comunque gente

semplice come me o te, ma Vicka è quella che più degli altri mi sembra uno strumento

del cielo, attraverso cui la benedizione di Dio scende sugli uomini.

Pensate di tornare?

F e P. Si, penso di si.

113

Ker, 20 anni, Irlanda

È la prima volta che vieni a Medjugorje?

È la quarta volta.

Cosa ti ha spinto qui così tante volte?

Penso per fare esperienza di pace e per trovare motivazioni che diano la forza per

continuare a pregare, perché è difficile credere e pregare in questo mondo, mantenere la

tua fede tra i tuoi coetanei. Perché io vivo in Irlanda ed è sempre più complicato e penso

che ti dia proprio la forza di pregare e di capire quanto la preghiera sia importante nella

tua vita. E quando arrivi a casa è il momento di continuare a digiunare, leggere la Bibbia,

confessarsi, perché è difficile quando torni a casa mantenerla salda. Come dice Nostra

Signora: quando torni a casa vuoi portare ciò che hai vissuto qui, in famiglia e agli amici,

nel tuo luogo di lavoro, al college.

Hai visto differenze in questi anni?

La prima volta che venni qui avevo sette anni e adesso ne ho venti e quindi sono molto

cambiata. Ogni anno che sono venuta ho provato qualcosa di diverso, perché sono

differenti periodi di vita. Ero a scuola, ora sono al college e sono più impegnata. Quando

arrivi qua ottieni la grazia, ti da la saggezza per affrontare quel particolare periodo della

tua vita che stai vivendo. Penso che i messaggi della Madonna in ventidue anni siano

cambiati, ma la pace, la tranquillità, il senso della preghiera, il senso di comunità, questo

non è cambiato. Dalla prima volta che sono venuta nel 1990, è diventato tutto più caotico,

ma le cose fondamentali non sono cambiate. E questo è ciò che è importante, perché la

gente viene ogni anno per la prima volta e ha bisogno di conoscere Dio e di continuare la

sua strada. Chi non conosce Dio vuole conoscerlo e avere un rapporto con lui, continuare

nella vita cristiana.

Come hai conosciuto Medjugorje?

Attraverso i miei genitori che hanno letto dei libri su Medjugorje e io ho avuto la

possibilità di venire qui anche se ero una bambina. I miei hanno iniziato a pregare,

digiunare, hanno messo in pratica i messaggi della Madonna già prima di venire qui e

hanno ricevuto forza e grazia. E quindi quando ebbero l’opportunità andammo tutti.

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Hai visto i veggenti?

Si, questa mattina Vicka e Marija e abbiamo avuto l’opportunità di vederli al Festival dei

Giovani e penso che loro testimonino Medjugorje e la pace.

Cosa pensi di loro?

Sono gente comune, come me e te, persone che la Madonna ha scelto, come lei ha detto,

non ha scelto i migliori né i peggiori, solo gente comune che la Madonna ha scelto, che la

vede e che vuole dare i suoi messaggi a tutti quelli che vengono qui. È difficile per loro,

per esempio Vicka viene qui ogni mattina, riceve pellegrini da ventidue anni, è difficile,

ma lei mostra sempre il sorriso sul suo volto, è felice di vedere tutti quanti e questa

grazia, capisci, può essere solo soprannaturale, perché penso che umanamente, alla fine

chiunque avrebbe smesso, perché comunque ci saremmo detti che non ne valeva la pena,

perché qui è Lei che da la grazia ai veggenti di parlare alla gente e penso che il senso

della preghiera sia la cosa più importante: io non credo in un Dio che divide.

Sei stata in altri luoghi di apparizioni mariane?

Knock in Irlanda e penso che la differenza sia che qui la Madonna appare ogni giorno,

Knock è passato, questa sta accadendo oggi, non è passata, ma Medjugorje invece è stata

scelta per il mondo di oggi. Se confronto Medjugorje rispetto agli altri luoghi di

preghiera, preferisco Medjugorje perché sta accadendo ora.

Hai visto fenomeni particolari qui a Medjugorje?

Non ho visto niente perché non ho bisogno di vedere niente. Ho trovato la pace nel mio

cuore e questo è quello che conta, che non avrei potuto ottenere da locali notturni, negozi,

uscire ogni sera e quindi ho smesso di fumare, di bere, tutto solo per la preghiera. E

quando la gente vede il sole che danza, questo è un modo per fare esperienza della

Madonna e può essere anche buono, ma io non ho bisogno di queste cose perché ho la

pace nel cuore.

Appartieni a qualche gruppo religioso?

Sono cattolica e appartengo a un gruppo Youth 2000 dal 1999 e penso che sia importante

perché quando torni a casa hai bisogno del gruppo, di qualcuno che ti dia il sostegno per

mettere in pratica i messaggi. Ci riuniamo una volta la settimana, diciamo il rosario,

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vediamo la messa, cantiamo le lodi e dopo parliamo delle nostre esperienze davanti una

tazza di tè. C’è la fratellanza e la preghiera.

Riguardo ai segreti di Medjugorje, tu hai paura per il futuro?

Sono ottimista perché la Madonna continua sempre a dirci di non avere paura e io credo

in questo perché chi legge la Bibbia non può avere paura. Io non ho paura perché seguo i

messaggi d Medjugorje, per cui nel mio cuore non ho paura, perché so che qualsiasi cosa

accade, deve accadere, se ci sono calamità vuol dire che fanno parte del piano divino,

però pregando e digiunando noi possiamo ridurre queste cose.

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Michael, 40 anni, Irlanda

È la prima volta?

Seconda volta.

Cosa ti ha portato di nuovo qui?

L’anno scorso, era la prima volta, avevo un biglietto gratuito e quindi sono venuto e

qualcosa accadde in me, sentii la pace e quest’anno non potevo fare a meno di venire e da

allora la mia vita è migliorata: ho trovato uno scopo, ho trovato Dio.

Come hai conosciuto Medjugorje?

È molto noto, gente che conoscevo me ne ha parlato, così ne sono venuto a conoscenza.

Hai visto altri luoghi di apparizioni?

Solo Knock, vivo a sette chilometri da quel posto.

Hai visto differenze?

Qui c’è più credo, più fede ed è più recente [rispetto a Knock nel 1898], ma penso che in

Irlanda a quei tempi vi fosse la stessa fede.

Hai visto i veggenti?

Li ho visti al Festival dei Giovani e quello che hanno da dire è importante. Penso che

sono molto speciali, anche se sono gente come me o come te, scelti, tutti noi siamo scelti,

ma comunque loro hanno qualcos’altro, la loro missione è più importante.

Segui i messaggi?

Ci provo, quello che trovo più difficile è quando torno a casa, perché pochissime persone

provano quello che provo io e quindi devi trovare il coraggio di continuare e anche per

questo vengo di nuovo qui ed è sempre questo il motivo per cui vengo con un gruppo: ti

diverti e puoi esprimere la tua fede.

117

Hai visto fenomeni particolari?

Non sono venuto qui per vedere fenomeni particolari, ma l’altra volta che sono venuto,

all’apparizione alla Comunità Cenacolo, c’era un tempo terribile, ma all’inizio

dell’apparizione spuntò il sole e scomparve alla fine e per me questo è stato un segno.

118

Anne Mary, 52 anni, Houston, Texas

Perché sei qui?

Sono venuta in pellegrinaggio con un gruppo di amici. Prima siamo stati in Italia, al

Vaticano e poi siamo venuti qui dalla Madre Benedetta. Sono qui perché nel 1998 venni

qui in un pellegrinaggio che cambiò la mia vita, fui coinvolta e mi innamorai della nostra

Madre Benedetta e ho capito sempre più l’amore del Signore Gesù e ciò che voleva da

me e attraverso la mia prima visita qui io divenni sempre più vicina a Dio. Ero arrivata al

punto che pensavo di abbandonare la fede cattolica, quando fui invitata a venire qui, da

allora divenni più vicina a Dio e il mio amore per la Madonna è aumentato e anche la mia

famiglia, mio marito, i miei figli, hanno conosciuto l’amore della Santa Madre. E io ho

incontrato la Madonna qui a Medjugorje con il mio bellissimo gruppo di preghiera e ciò

ha cambiato la mia vita. Questa volta sono tornata perché volevo rivivere la pace che c’è

qui e desideravo proprio essere qui dove sono Gesù e la Madonna, dove avvengono

miracoli e cambiamenti del cuore. E comunque volevo venire per ringraziare la Madre

per tutto quello che è avvenuto nella mia vita.

Segui i messaggi?

Rosario, messa, confessione per quanto riguarda il digiuno, digiuno da altre cose, un

digiuno non soltanto dal cibo, ma offrendo sacrifici perché, secondo quanto detto dalla

Beata Vergine, quando venni qui ricordo l’abbandonarsi completamente a Gesù, come il

modo in cui Gesù si abbandonava a Dio e attraverso gli anni ho capito come abbandonare

me stessa e la mia volontà a Dio e quindi qualsiasi cosa voglia Dio è quella che voglio io,

la mia volontà.

Hai visto i veggenti?

La prima volta che venni sono stata a casa di Vicka.

Cosa pensi di loro?

Penso che sono gente comune che la Madonna ha scelto per trasmettere messaggi,

benedetti da Nostra Signora e attraverso la benedizione che hanno ricevuto, la Madonna

ha benedetto il mondo intero.

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Hai visto altri luoghi di apparizioni?

Si, sono stata a Fatima e a Lourdes e a Città del Messico.

Hai notato differenze?

La prima volta che venni qui la mia fede è aumentata tantissimo e ho sentito la pace di

Dio, anche a Fatima, ma qui ho ricevuto il dono della compassione. Quando vidi la gente

che veniva guarita, tornai con questa compassione e ho capito che qui Dio benediceva e

ciò ha aumentato la mia fede e ho capito che questo è tutto ciò che Dio ci chiede.

Hai visto fenomeni particolari?

Si, la prima volta che venni, nel 1998. Era pomeriggio, tutti guardavano in alto, anch’io

guardai in alto e vidi qualcosa come l’eucaristia, si era l’eucaristia che stava ricoprendo il

sole. Il sole allora cominciò a pulsare e lo vidi farsi sempre più vicino. Dopo andammo in

Italia e ad Assisi vedemmo la stessa cosa, fu eccitante.

Hai intenzione di tornare?

Mi piacerebbe, spero che Nostra Signora ci inviti qui di nuovo.

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Padre Romeo Salinas, 48 anni, Texas

Perché sei qui?

Per fare un pellegrinaggio e venire in un luogo di preghiera dove la Madonna sta

apparendo ai bambini, ai veggenti, insomma al mondo.

Credi in queste apparizioni?

Si, credo nelle apparizioni e nei frutti spirituali. C’è così tanta preghiera che io credo in

queste apparizioni, come lei tocca i cuori e ci sono miracoli e tanta fede qui.

Prima volta?

No, è la quinta volta.

Quali sono questi frutti che hai notato?

La gente viene toccata, a volte sono guarigioni fisiche o miracoli forse, ma un altro

miracolo è quello della guarigione dei cuori, la gente va a confessarsi e la sua fede

aumenta, crede che c’è Dio e più prega più ha fede e quindi c’è la conversione: ecco il

miracolo spirituale. Gente senza speranza che viene qui e trova la speranza, trova Dio e il

sacramento della riconciliazione, capisce che c’è un Dio e ha speranza e questo è il reale

fenomeno.

Hai visto i veggenti?

Li ho visto. Non ho parlato personalmente a loro, ma quando li guardi vedi il frutto delle

loro parole, loro toccano la gente e c’è una pace nei loro insegnamenti! Sono persone

comuni ed è importante per noi sapere che la Madonna appare a gente comune, ma la

cosa importante è vivere una vita di preghiera, perché noi vediamo loro che conducono

una vita di preghiera e siamo attratti, ci danno la speranza che anche noi possiamo fare lo

stesso e vogliamo conoscere Dio, pregare, perché Dio è per tutti noi.

121

Annalisa, 28 anni, Senigallia (AN), Italia

È la prima volta che vieni qui?

No, è la quarta volta. La prima volta sono venuta nel 2000.

Perché sei tornata?

Qui ho scoperto il tesoro unico di spiritualità e di pace. Mi ha colpito il cuore e adesso,

ogni anno, se posso vengo. Ti si sbrogliano dei nodi enormi che magari per anni e anni

rischiavi di andare da psicologi, in mezza giornata, praticamente risolvi tutto, in modo

molto semplice, non traumatico, senza grandi drammi. Pensa che la Madonna mi ha

trovato anche un lavoro per poter venire, con traversie particolari, che il caso, non esiste,

perché troppo preciso è stato tutto, insomma, aiuta in un modo che nemmeno sogni.

Medjugorje ti ha cambiato la vita in qualche modo?

Mi ha cambiato la vita, perché prima non credevo, cioè andavo in chiesa, però vedevo le

persone che mi sembravano piuttosto false, andavano però non credevano concretamente.

Sono venuta qui a Medjugorje e ho visto gente povera, semplice, però sincera, quando

pregava si voleva bene davvero: ingegneri con operai, le classi tutte insieme. Tutti gli

anni torno e mi vengono le lacrime agli occhi: ci devi venire a Medjugorje, sennò non

puoi capire. Poi ho sentito un forte amore tra le persone qui, che ci si riesce a capire

anche senza tante parole, in modo molto semplice. Poi l’ora di adorazione, la preghiera in

comune, il tuo creatore ti trasforma, cioè con un po’ di fede, un briciolo. Io non sono

uguale a prima, mi ha aiutato tantissimo Maria, anche perché io ero proprio in un mare di

problemi, se non c’era Lei a quest’ora non so dov’ero.

Segui i messaggi della Regina della Pace?

Si, ci provo. Fumavo, più di venti sigarette al giorno, a gennaio sono riuscita a smettere,

cosa che ho detto: questo non ci riuscirò mai. Invece sono cose che neanche con la forza

di volontà riesci a spiegare.

Hai visto i veggenti?

Ho visto Vicka, molto aperta, più degli altri, più disponibile. Gli altri hanno avuto subito i

loro ritmi, lei invece si è data completamente.

122

Cosa pensi di loro?

Mi hanno colpito tantissimo proprio perché erano normali, cioè vedono la Madonna tutti i

giorni e sono più normali di me, cioè si fanno meno paranoie di quelle che c’ho io. Loro

hanno una gioia, una trasparenza, una serenità, perché tanto prima o poi una persona la

scopri, non è che può per ventidue anni fingere un comportamento. La serenità negli

occhi, la emani dal corpo, anche se stai in silenzio e questo mi ha sempre colpito fin dalla

prima volta che sono venuta a Medjugorje e mi hanno insegnato tantissimo, anche

quando vedo le famiglie che hanno messo insieme nello Spirito.

Hai visto differenze tra la prima volta che sei venuta e adesso?

Ogni cosa che qui vedi la senti dentro di te, come un messaggio particolare. È come se

tutto mi parlasse qui e ogni volta che vengo c’è un messaggio particolare.

Sei stata in altri luoghi di apparizioni?

No, vengo qua perché Lei appare qua. A Lourdes è apparsa e ha dato il suo messaggio e

adesso sta apparendo quà in particolare. È dappertutto, però qua ha scelto di insegnarci di

nuovo a pregare e riavvicinarci a Dio.

Hai visto fenomeni particolari?

Particolare qua ho visto la fede delle persone, questo è il segno più grande: il riuscire, in

mezza giornata, a risolvere problemi che c’ho messo dieci anni, cose

assurde…Medjugorje mi ha dato tanto. Non so se conosci quella storia di quel ragazzo,

tossicodipendente, suonava in un gruppo rock. La prima volta è venuto a Medjugorje, è

entrato in chiesa, si è inginocchiato e si è messo a pregare, ha sentito un gran calore

dentro di sé, s’è messo a piangere e non sentiva più lo stimolo alla droga, a bucarsi. È

uscito fuori, si sentiva bene, rigenerato. Ha fatto le analisi appena tornato a casa: era

come se gli avessero cambiato il sangue. E lui ha fatto questa canzone, Ti prego

abbracciami Gesù.

123

Valeria, 28 anni, Palermo, Italia

Perché sei qui a Medjugorje?

Ma perché è la quarta volta che vengo qui. La prima volta che sono venuta è stata

un’esperienza che mi ha cambiato la vita totalmente, per cui sono tornata.

In che senso?

Prima di andare a Medjugorje vedevo la vita in un certo modo, poi quando sono tornata

da lì vedevo tutto diversamente, intendo sia la mia fede, i rapporti sociali, la vita, lo

studio, tutto quanto, cioè tutto ridimensionato in base ai messaggi della Madonna e quello

che avevo sentito qua.

E tu segui questi messaggi?

Li ho seguiti di più all’inizio, ora di meno, però mi sforzo.

Perché sei qui quindi?

Perché tutti gli anni che sono venuta mi è sempre successo qualcosa di particolare,

soprattutto la prima volta e perché comunque ho molti interrogativi a cui volevo risposte

e ho pensato che venendo qui forse le idee mi sarebbero state più chiare, sulla mia vita, il

futuro, ecc…

Hai visto i veggenti?

Si, Vicka, Ivan.

E cosa pensi di loro?

Più che altro ti posso parlare di Vicka, perché Ivan l’ho visto di sfuggita a un incontro,

però non mi ha coinvolto come Vicka, che invece riesce a coinvolgermi, perché quando

parla della sua esperienza ha uno sguardo particolare, un sorriso particolare, sembra la tua

vicina di casa, una tua amica, è normalissima. Penso che sono stati scelti dalla Madonna

come testimoni dei messaggi nel mondo e che quindi sono gente scelta, cioè che fanno

parte di un progetto divino, stanno portando avanti un progetto di Dio particolare e

sicuramente come Vicka alcuni, almeno lei credo che abbia anche il potere di guarire,

cioè lei prega, Dio si serve di lei e io ho visto, durante gli incontri, gente che è stata

124

liberata, perché posseduta dal diavolo o da qualche spirito maligno. Moltissima gente fa

la coda per ricevere una preghiera da lei, per cui sicuramente Lui si serve di lei anche per

questo.

Hai visto anche altri luoghi in cui la Madonna è apparsa?

Si, ho visto Lourdes.

Che differenze hai visto?

Medjugorje mi è piaciuta molto di più, perché ho sentito qualcosa di particolare, una pace

particolare, anche i canti, la messa, tutto mi ha coinvolto di più. A Lourdes era come

essere in Italia, le lunghe processioni, l’ho trovato noioso, però è anche vero che, quando

sono andata a Lourdes, ero abbastanza atea, però non mi è piaciuto tantissimo devo dire.

Come hai conosciuto Medjugorje?

Anche mia sorella, che per anni appendeva i messaggi della Madonna alle pareti oppure li

dava, li distribuiva in famiglia. Metteva Radio Maria, tutto il giorno, per anni me ne ha

parlato, ma l’ho ignorata per anni, poi un mio amico mi ha parlato di un libro sui

messaggi, siccome questo mio amico per me è una persona particolare, gli ho dato più

credito forse, rispetto a mia sorella, con la quale, riguardo alla religione, non ho proprio

un rapporto…Forse lei mi ha sempre parlato troppo, infatti è suora! Quindi ho letto

questo libro, ho cominciato un po’ a pregare il rosario, mi sono accorta che non è la solita

cosa noiosissima che i nostri genitori ci insegnano, è un modo comunque diverso per

parlare con la Madonna, per cui ho cominciato così. Poi io e questo mio amico abbiamo

sentito la voglia di andarci, abbiamo trovato questo pellegrinaggio appeso in una chiesa,

non c’era posto, stranamente il giorno dopo ci hanno detto che i posti si erano liberati e

siamo partiti.

Qui a Medjugorje hai visto qualche fenomeno particolare?

Si, la prima volta che sono venuta, che poi era il 2000, anno del Giubileo, credo il

secondo o terzo giorno. Ero a messa, la messa era all’aperto e il mio amico accanto a me

mi ha fatto segno di guardare nel cielo. Io ho guardato e ho visto nel cielo la forma di

Gesù Cristo in croce, con le braccia allargate, come se fossero delle nuvole che

formavano tutto questo, però era una forma piuttosto reale, però era formata con le

nuvole. Appunto aveva le braccia aperte, distese e la bocca come se stesse dicendo

125

qualcosa e subito dopo ho visto sempre Gesù inginocchiato, come in genere nelle

raffigurazioni di Gesù che prega nell’orto, che possiamo trovare nelle santine, quindi di

profilo, che guardava in alto, inginocchiato e poi nella stessa posa, sempre inginocchiata,

una figura che mi sembrava la Madonna, con un velo, un vestito lungo, sempre

inginocchiata che pregava con le mani giunte.

E tu dopo questa visione hai creduto?

Io credevo già da prima.

Quindi non ti ha cambiato…

No, sicuramente mi ha fatto una certa impressione e anche un certo piacere il fatto che ho

visto, questo non lo posso negare, perché dico: Io ho visto qualcosa! Però, al di là di

questo, io già credevo da prima, mi ero convertita da prima, dopo anni di ateismo e

quindi ha rafforzato forse la mia fede. Però comunque già avevo sentito in questo luogo

qualcosa di particolare, già il primo giorno, quando entrai in chiesa, già alle apparizioni

credevo, ho sentito un’atmosfera strana, era come se per la prima volta entrassi in chiesa,

perché non ho mai visto cose simili nelle chiese dove sono stata, per esempio non ho

visto la partecipazione della gente che ho visto qui, giovani, vecchi, con uno sguardo

fisso verso l’altare, quasi magnetico, oppure uno sguardo proprio intimo nella preghiera.

Non l’ho mai visto io, in una chiesa italiana alle sei, dei giovani che pregano il rosario in

questo modo, realmente coinvolti. Tutto questo mi ha colpito molto all’inizio, poi tutti i

canti in tutte le lingue, è un’atmosfera molto carina, cioè era come se fossimo tutti uniti in

una preghiera unica che sale verso il cielo.

126

Melania, 19 anni, Nuoro, Italia

È la prima volta che sei qui a Medjugorje?

No, la terza volta, la prima volta sono stata qui nel 1999.

Come mai sei tornata così tante volte?

Perché qui a Medjugorje c’è una pace immensa. È qualcosa di straordinario, di

soprannaturale: c’è la Madonna qua, appare tutti i giorni.

Rispetto alla prima volta che sei venuta, hai trovato differenze qui?

Si, qua hanno costruito, non dal punto di vista spirituale, spiritualmente è rimasto uguale.

Hai visto qualche veggente?

Si, sono stata a casa di Jacov e all’apparizione straordinaria di Ivan.

Durante questa apparizione tu hai sentito qualcosa personalmente?

Si, mi ha toccato, mi sono emozionata, anche perché la Madonna appare a lui [Ivan], però

poi tocca a tutti quanti.

Cosa pensi dei veggenti?

Sono persone normalissime, anche perché capita di incontrarli qua per strada. Ci sono

tanti che li inseguono: ah voglio vedere quello, voglio vedere quell’altro. Però sono

persone normalissime, come noi, che hanno questo dono di vedere la Madonna, chi tutti i

giorni, chi una volta l’anno.

Pensi di tornare?

Si, tornerò (ride).

Ti ha cambiato la vita?

Si, mi ha dato pace.

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