UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PALERMO
FACOLTÀ DI LETTERE E FILOSOFIA
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CORSO DI LAUREA IN LINGUE E LETTERATURE STRANIERE
Medjugorje
Apparizioni mariane e mondo globale
Tesi di Laurea di
Giuseppe Daniele Perniciaro
Relatore
Prof.ssa Fatima Giallombardo
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ANNO ACCADEMICO 2003-2004 1
Indice
Introduzione pag. 3 Capitolo I L'evento e le sue costanti pag. 9 Capitolo II Il concetto e la possibilità
delle apparizioni pag. 22
Capitolo III Apparizioni apocalittiche? pag. 32 Capitolo IV Messaggi della Gospa
e pratiche devozionali pag. 40
• La Preghiera: Rosario, Messa,
Adorazione pag. 40
• Il Digiuno a pane e acqua pag. 46
• Via Crucis pag. 49
• La Confessione pag. 50
• Incontri con i pellegrini pag. 52
• Altri luoghi di preghiera pag. 55
Capitolo V Miracoli e segni prodigiosi pag. 57 Capitolo VI Comunità e gruppi di preghiera pag. 66 Capitolo VII La Madonna multimediale pag. 73 Conclusioni Pellegrinaggio di Pace pag. 82 Appendice Interviste condotte a Medjugorje
nell'agosto 2003 pag. 87
Bibliografia pag. 128
2
Introduzione
Apparizioni e visioni hanno da sempre contraddistinto la religione cattolica, che
“vanta una visibilità del soprannaturale che altre religioni mondiali non conoscono in
uguale misura”1, ma come ci fa notare Carroll: “a dispetto dell’importanza delle
apparizioni per così numerosi cattolici, esse non hanno ricevuto molta attenzione da parte
dei sociologi della religione”2.
San Tommaso d’Aquino fa una distinzione tra visioni, che si svolgono nella
mente, e apparizioni, che vengono percepite attraverso gli occhi3, tuttavia in questo
lavoro userò entrambi i termini come sinonimi. Ad apparire possono essere santi, angeli,
Gesù Cristo, ma indubbiamente è la figura della Madonna a predominare in tali
fenomeni, come possiamo riscontrare a Lourdes e a Fatima, dove sono avvenute le più
grandi apparizioni mariane riconosciute dalla Chiesa, e recentemente a Kibeho in Ruanda
e a Medjugorje in Bosnia-Erzegovina.
Marina Warner mette in evidenza come “attraverso l’esperienza di un singolo
mistico un’intera località veniva benedetta”4 e visitare il luogo dell’apparizione faccia
“sentire i pellegrini in contatto col divino”5. La Chiesa ha sempre avuto un atteggiamento
di prudenza nei confronti delle apparizioni, entrando spesso in contrasto con la devozione
popolare. Essa ha infatti riconosciuto ufficialmente soltanto alcune apparizioni rispetto a
tutte quelle avvenute: La Salette (1846), Lourdes (1858), Fatima (1917), Akita (1973),
Kibeho (1981), ecc, ponendo attenzione più che al fenomeno soprannaturale, al
messaggio pubblico. Possiamo inoltre notare un atteggiamento promozionale della Chiesa
nei confronti delle apparizioni di Lourdes e di Fatima.
Alla sedicesima apparizione, nel giorno della festa dell’Annunciazione del 1858,
la figura dell’apparizione di Lourdes dichiara a Bernardette Soubirous di essere
l’Immacolata Concezione6, esattamente quattro anni dopo la proclamazione del dogma
dell’Immacolata Concezione, l’otto dicembre 1854, da parte di Pio IX7. Quasi un secolo
dopo un altro papa, Pio XII, riconosce nell’apparizione di Lourdes una conferma divina
1 P. Apolito, ‹‹Dice che hanno visto la Madonna››, Il Mulino, Bologna 1990, p. 11. 2 M. Carroll, The Virgin Mary at La Salette and Lourdes: Whom Did the Children See?, in ‹‹Journal for the Scientific Study of Religion››, n. 24, 1985, pp. 56-74. 3 F.D. Goodman, Visione, in Enciclopedia delle religioni, diretta da Mircea Eliade, Jaca Book, Milano 1994, vol. III, pp. 695-701. 4 M. Warner, Sola fra le donne, Sellerio, Palermo 1999, p. 382. 5 Ibidem. 6 R. Laurentin, Lourdes, Mondadori, Milano 2002, p. 201. 7 Pio IX, Ineffabilis Deus, Vaticano 1854.
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al dogma proclamato da Pio IX8, che concludeva finalmente una disputa durata oltre tre
secoli. Ma Lourdes rappresentava anche uno strumento di lotta agli errori
dell’Illuminismo e del Positivismo, che ponevano la ragione e l’uomo al centro
dell’universo negando quindi l’egocentrismo di Dio, e uno strumento in grado di fare
arrivare alle masse incolte, che non seguivano i dibattiti teologici, il concetto stesso di
Immacolata Concezione: perché il popolo “per ristorare la sua fede ha bisogno di obbietti
concreti, e di verità che non parlino al solo intelletto, ma alla fantasia altresì, ai sensi, e
che parlando al cuore, si facciano meno forse intendere che sentire”9.
Il 16 aprile 1917 arrivano a San Pietroburgo Lenin e Trotzki e con loro il
bolscevismo; il 13 maggio 1917 la Madre di Dio appare a Fatima, mettendo in guardia
contro il pericolo che la Russia “spargerà i suoi errori per il mondo, promuovendo guerre
e persecuzioni alla Chiesa”10. Anche Fatima diventa quindi baluardo contro il dilagare del
comunismo in Europa che poneva lo Stato al di sopra della Chiesa. La diffusione della
devozione alla Madonna di Fatima si deve in particolar modo a Pio XII, che sottolineò
più volte come la sua consacrazione episcopale a Roma fosse avvenuta proprio nel giorno
della prima apparizione a Cova da Iria (13 maggio 1917) e, secondo la testimonianza del
cardinale Todeschini, amico personale del papa, lo stesso Pio XII ebbe una visione nei
giardini vaticani nell’ottobre del 1950: “egli avrebbe guardato verso il sole e vi avrebbe
visto il ritratto della Vergine, circondata da raggi”11.
Pio XII non è l’unico papa ad essere legato a Nostra Signora di Fatima, infatti
l’attuale pontefice Giovanni Paolo II, ferito da Alì Agca in piazza San Pietro il 13 maggio
1981, anniversario della prima apparizione di Fatima, attribuisce la sua salvezza
dall’attentato all’intervento della Vergine Maria. Alla luce dei fatti esposti fin’ora, non
possiamo non accorgerci del fatto che le apparizioni “si infittiscono nei periodi
caratterizzati da guerre, tensioni, difficoltà economiche, epidemie, lotte fratricide. […]
Anche le vigilie di grandi eventi, i momenti che conoscono l’angoscia dell’attesa di
catastrofi acuiscono la percezione del soprannaturale”12.
8 Pio XII, Fulgens Corona, Vaticano 1953. 9 P.G. Calvetti, Congruenze sociali di una definizione dogmatica sull’immacolato concepimento della B.V. Maria, in ‹‹Civiltà Cattolica››, n. 8, 1852, pp. 391-392. 10 Il messaggio di Fatima, Congregazione per la Dottrina della Fede, Edizioni Paoline, Milano 2000, p. 28. 11 W. Von Loewenich, Il cattolicesimo moderno, Feltrinelli, Milano 1962, p. 225. 12 A.M. Turi, Perché oggi appare la Madonna, in ‹‹Sette giorni illustrati del Corriere della Sera››, n. 21, 1988, p. 40.
4
Dal 1960 al 1980 le apparizioni diminuiscono radicalmente, forse a causa
dell’atteggiamento repressivo del cardinale Ottaviani preposto al Sant’Uffizio13.
Successivamente invece si assiste a una ripresa dei fenomeni soprannaturali, sia per la
soppressione degli articoli del Codice di Diritto Canonico che vietavano la libera
diffusione delle notizie sulle apparizioni14, sia per l’elezione a pontefice nel 1978 di Carol
Wojtila, papa mariano favorevole alle manifestazioni della Vergine. Il cardinale
Ratzinger, prefetto della Sacra Congregazione per la dottrina della fede (ex Sant’Uffizio),
vanta un atteggiamento favorevole nei confronti delle apparizioni, sottolineando come
queste ultime “mostrano tra l’altro che la Rivelazione – pur essendo unica, conchiusa e
dunque non superabile – non è cosa morta, è viva e vitale”15. La politica della
Congregazione diretta da Ratzinger enfatizza l’importanza dei frutti spirituali sui fatti
reali: “uno dei nostri criteri è separare l’aspetto della vera o presunta soprannaturalità
dell’apparizione da quello dei suoi frutti spirituali. I pellegrinaggi della cristianità antica
si dirigevano verso luoghi a proposito dei quali il nostro spirito critico di moderni sarebbe
talvolta perplesso quanto alla “verità scientifica” della tradizione che vi è legata. Ciò non
toglie che quei pellegrinaggi fossero fruttuosi, benefici, importanti per la vita del popolo
cristiano. Il problema non è tanto quello della ipercritica moderna ma è quello della
valutazione della vitalità e dell’ortodossia della vita religiosa che si sviluppa attorno a
questi luoghi”16.
Come Lourdes è stato il modello delle apparizioni del diciannovesimo secolo e
Fatima del ventesimo, Medjugorje sembra essere il modello delle apparizioni del nostro
secolo. Molte apparizioni ed eventi miracolosi di questi anni appaiono in relazione agli
avvenimenti di Medjugorje, sia perché avvenute a persone o cose che sono entrate in
contatto diretto con quel luogo17, sia perché spesso si sono collegate a quel fenomeno
subendone l’influenza simbolica, in quella che Paolo Apolito chiama “una sorta di
13 R. Laurentin, Le apparizioni della Vergine si moltiplicano. È lei? Cosa vuol dirci?, Piemme, Casale Monferrato (AL) 1989, p. 27. 14 Ivi, p. 148. 15 V. Messori, J. Ratzinger, Rapporto sulla fede, Edizioni Paoline, Milano 1984, p. 113. 16 Ibidem. 17 Gianna Talone Sullivan del Maryland, riceve messaggi dalla Vergine, dopo un pellegrinaggio a Medjugorje nel 1988; Lena Shipley di New York, dal suo pellegrinaggio a Medjugorje nel 1988, riceve messaggi da Dio Padre, da Gesù e dalla Madonna. Anche gli oggetti si animano, come. Tra tutti gli episodi di statue della Madonna che piangono, il più recente è caratterizzato dalla lacrime di sangue scaturite da una statua della Regina della Pace a Civitavecchia, comprata a Medjugorje. La Madonnina di Civitavecchia ha pianto tra le mie mani, a cura di E. Malatesta, Piemme, Casale Monferrato (AL) 1997
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epidemia visionaria”18, alimentata anche grazie al contributo delle comunicazioni di
massa, che rendono il mondo in cui viviamo un “villaggio globale”19.
A differenza dei modelli precedenti a Medjugorje, dove prevale la centralità del
luogo delle apparizioni, anche dopo la morte (Francesco e Giacinta a Fatima) o la
chiusura in convento dei veggenti (Lucia di Fatima e Bernardette a Lourdes), le
apparizioni contemporanee non appaiono più legate indissolubilmente a un luogo ma ai
veggenti, che hanno visioni ovunque si trovino, come nel caso di Medjugorje, dove
tuttavia la delocalizzazione delle apparizioni non ha privato il luogo della sua sacralità
per i numerosi pellegrini che vi si recano. Un altro aspetto che caratterizza i veggenti
odierni è la vita matrimoniale: tutti e sei i veggenti di Medjugorje sono infatti sposati,
rispetto ai veggenti del passato, come Bernardette e Lucia, entrate in convento subito
dopo la fine delle apparizioni pubbliche e, a differenza di queste ultime, quasi tutti i
veggenti bosniaci sono spesso in giro per il mondo, impegnati a diffondere il messaggio
della Regina della Pace.
A volte assistiamo pure a una sorta di sostegno incrociato tra veggenti, come nel
caso di Georgette Faniel, veggente canadese, stigmatizzata dagli anni Cinquanta che,
sotto richiesta di Dio stesso, esce allo scoperto per testimoniare la veridicità delle
apparizioni di Medjugorje. A sua volta una delle veggenti di Medjugorje, Marija
Pavlović, dopo aver chiesto alla Madonna la fondatezza delle esperienze mistiche di
Georgette Faniel, conferma l’autenticità della sua testimonianza.
Nel presente lavoro analizzerò il fenomeno delle apparizioni a Medjugorje da un
punto di vista prettamente etnometodologico, che attribuisce “alle attività più ordinarie
della vita quotidiana l’attenzione generalmente accordata agli eventi straordinari”20.
Un’apparizione mariana non sembra essere un evento ordinario, tuttavia lo diventa per il
suo ripetersi quotidiano, divenendo una sorta di routine e quindi, per meglio analizzare il
fatto sociale, dobbiamo spogliarlo della sua “ovvietà” e “naturalezza”, guardandolo come
realtà straordinaria, non dando nulla per scontato. L’etnometodologia adotta procedure
induttive, basate su ripetute osservazioni empiriche, per scoprire le regole di
funzionamento delle più comuni interazioni sociali e le interpretazioni che ne danno gli
attori coinvolti, attraverso descrizioni, resoconti o spiegazioni21. Sono gli stessi Baylot e
Mignot a farci notare che “il compito dell’etnometodologia non è quello di cercar di
18 P. Apolito, op. cit., p. 15. 19 M. McLuhan, B. Powers, Il villaggio globale, Sugarco, Milano 1992. 20 H. Garfinkel, Che cos’è l’etnometodologia, Il Mulino, Bologna 1983, p. 55. 21 P.P. Giglioli, A. Dal Lago, Etnometodologia, Il Mulino, Bologna 1983.
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sapere perché i membri di una società compiono certe azioni, ma tentare di scoprire le
procedure che servono agli attori a costruire la realtà e la società, ovvero comprendere
come la realtà sociale sia opera di quegli attori. […] La realtà sociale non è data
obiettivamente, infatti, ma è fabbricata costantemente dagli attori sociali nelle loro
interazioni. Sul piano della vita quotidiana, essa esiste nelle interpretazioni che servono
da fondamento alle attività dei partner sociali”22. Durante la mia permanenza a
Medjugorje tra il 2000 e il 2004 ho avuto modo di analizzare personalmente il fenomeno
nella sua specificità, entrando a diretto contatto con i pellegrini, i veggenti e la gente del
luogo. È infatti sulle interpretazioni e spiegazioni degli astanti che si concentrerà la mia
attenzione, su coloro che in pratica producono il contesto dell’apparizione, attraverso
inchieste etnografiche direttamente svolte sul campo, con ripetuti sopralluoghi e
interviste, perché proprio “I resoconti (le giustificazioni, le spiegazioni, i discorsi) degli
attori sociali sono elementi costitutivi di ciò di cui essi sono resoconti, di quella realtà a
proposito della quale essi parlano, forniscono descrizioni, spiegazioni, connessioni,
valutazioni, ecc”23. I segni dell’apparizione vengono infatti caricati di senso nel momento
in cui una comunità decide che ne abbiano uno, come sostiene infatti Sahlins, affermando
che “l’evento è un avvenimento interpretato”24, perché la visione poggia su un
determinato mondo simbolico che trae forza e sostegno grazie alla parola comunicata.
Cercherò inoltre di descrivere e valutare gli effetti che il fenomeno Medjugorje ha
provocato nel campo sociale-religioso, con la formazione di nuove comunità e gruppi di
preghiera, e nel panorama della comunicazione, con la diffusione dei messaggi della
Madonna attraverso radio, televisione e stampa, fino alle nuove frontiere multimediali
offerte da internet.
Nella presente trattazione non intendo in alcun modo stabilire l’autenticità o meno
dei fenomeni legati a Medjugorje, giudizio che compete all’autorità ecclesiatica. È infatti
lo stesso Paolo Apolito a sostenere che: “non tocca all’antropologo rispondere alla
domanda se la Madonna è apparsa. Ma ammettiamo che sia apparsa. La sua irruzione nel
mondo degli uomini sarebbe stata priva di senso se questi non ne avessero attribuito uno
alla sua comparsa, se non ne avessero riconosciuti validi certi segni e certe testimonianze,
se non avessero prodotto informazioni e comunicazioni sull’evento, in una parola se non
avessero prodotto il contesto della sua apparizione. Ciò che rende visibile la Madonna è il
22 C. Baylot, X. Mignot, La Communication, Nathan Université, Paris 1994, p. 262, cit. in M. Giacomarra, Al di qua dei media, Meltemi, Roma 2000, pp. 98-99. 23 M. Wolf, Sociologie della vita quotidiana, Espresso Strumenti, Editoriale ‹‹L’Espresso›› 1979, p. 129. 24 M. Sahlins, Isole di storia, Einaudi, Torino 1986, p. 134.
7
contesto. Ed è a questo lavoro degli uomini che definisce l’apparizione, che si rivolge
l’indagine dell’antropologo”25. Ho utilizzato le parole “apparizione, visione, miracoli,
Madonna, ecc” come semplice valore di testimonianza, così come non mi è sembrato
opportuno usare condizionali per non appesantire eccessivamente l’esposizione dei fatti.
25 P. Apolito, op. cit., p. 33.
8
Capitolo I
L’evento e le sue costanti
La mattina del 24 giugno 1981, festa di San Giovanni Battista, tre ragazze, Ivanka
Ivancović di quindici anni, Mirjana Dragicević di sedici e Vicka Ivancović di diciassette
si mettono d’accordo per fare una passeggiata verso sera ma Vicka, stanca dopo il
viaggio in corriera a Mostar per ripetizioni scolastiche, si addormenta mancando quindi
all’appuntamento. Arrivate alle pendici del monte Crnica, in una località chiamata
Podbrdo, Ivanka distingue una figura luminosa ed evanescente di una giovane donna e
avverte l’amica della presenza della Madonna. Prese dal panico e intimorite, le ragazze
fuggono via, ma lungo la strada del ritorno incontrano Milka Pavlović, di dodici anni, che
le prega di aiutarla a far rientrare le pecore. Così, sia per aiutare Milka, sia per la curiosità
di rivedere il luogo indicato da Ivanka, ritornano sui loro passi ed ecco su una nube
apparire loro la figura di una giovane donna con un bambino in braccio. In questo primo
incontro la visione non parla, fa solo un segno con la mano affinché le tre amiche si
avvicinino. A questo punto Vicka, ricordatasi dell’appuntamento, le raggiunge: “Quando
le raggiunsi, esse mi dissero insieme: ‹‹Vicka, ecco lì la Madonna!››. Ma cosa succedeva
loro? Ma quale Madonna? In realtà pensavo che avessero visto un serpente e che avessero
voglia di prendermi in giro. Mi sono tolta le ciabatte e sono fuggita scalza, come una
matta…”26. Strada facendo Vicka incontra Ivan Ivancović, di venti anni e Ivan
Dragicević di sedici, e li prega di accompagnarla dalle tre ragazze che dicono di vedere la
Madonna. Giunti sul posto trovano le tre ragazze incantate davanti a qualcosa e anche
Vicka resta subito rapita, mentre i due ragazzi fuggono via impauriti. La figura col
bambino in braccio fa nuovamente cenno alle quattro ragazze di avvicinarsi, ma esse
rimangono ferme, non trovando il coraggio di farlo. Finalmente la figura scompare senza
parlare.
La notizia dell’apparizione si diffonde per tutto il paese e la sera del giorno
successivo il monte è già pieno di gente. Ivanka, Mirjana e Vicka decidono di tornare al
luogo dell’apparizione alla stessa ora del giorno prima e vanno a chiamare Milka,
impossibilitata a venire perché la madre la reclama per le faccende domestiche, mentre
Ivan Ivancović decide di non andarci: entrambi, pur partecipando a successive
26 J. Bubalo, Mille incontri con la Madonna, Edizioni Messaggero, Padova 1985, p. 18.
9
apparizioni, non vedranno più la Madonna. Iniziata la salita al monte, vedono un lampo
di luce, poi la giovane donna, molto più in alto e senza il bambino fra le braccia. Vicka
scende di corsa dalla collina a chiamare Marija Pavlović (16 anni), sorella maggiore di
Milka, a cui la madre aveva dato il permesso di andare, e Jacov Čolo di dieci anni, cugino
di Vicka che in quel momento si trova con Marija. Ivan Dragicević invece decide di salire
sulla collina per un’altra via, con alcuni suoi amici. La Madonna, come nel giorno
precedente, fa loro segno di avvicinarsi, che lo fanno senza esitazione, e li saluta prima di
scomparire. In questo giorno si forma il gruppo dei sei veggenti di Medjugorje e, secondo
le indicazioni della Madonna, viene considerato il primo giorno delle apparizioni27.
Il terzo giorno i tre ragazzi all’ora consueta si recano nel luogo dell’apparizione,
mentre la gente accorsa in massa si stringe intorno a loro. L’apparizione questa volta è
anticipata da tre lampi di luce che molte persone vedono e avviene in un posto più in alto
del giorno precedente. Vicka asperge la visione con dell’acqua benedetta dicendo: “Se sei
la Madonna, rimani; se non lo sei, vattene via da noi”28, e la figura sorride e rimane
rispondendo alla domanda di Mirjana sulla sua identità: “Io sono la Beata Vergine
Maria”29. Dopo aver risposto ad altre domande, la Madonna saluta e va via. Scendendo la
collina prima degli altri, Marija vede la Madonna addolorata e piangente con una grande
croce, che chiede pace e riconciliazione.
Il giorno dopo i ragazzi vengono prelevati da due automobili della polizia e
condotti presso gli uffici della Milizia a Čitluk, sede del comune, dove subiscono un
lungo interrogatorio; poi vengono portati in un piccolo centro ospedaliero per essere
sottoposti ad alcuni esami medico-psichiatrici: il dottor Ante Vujević dichiara la loro
perfetta sanità mentale. Rilasciati, i veggenti, tranne Ivan, prendono un taxi per dirigersi
verso la collina delle apparizioni (come ormai è stata ribattezzata) dove vedono la
Madonna a cui rivolgono qualche domanda.
Il quinto giorno, domenica, dopo la messa il parroco Jozo Zovko, ritornato dopo
un ritiro spirituale di un mese a Zagabria, interroga i veggenti nella canonica dopo la
messa, sospettando qualche macchinazione organizzata dal regime comunista per
screditare la chiesa locale, invitando i fedeli alla prudenza, che accorrono in massa sul
luogo delle apparizioni nonostante l’invito alla cautela.
Il 29 giugno 1981, festa dei Santi Pietro e Paolo, mentre stanno andando a messa,
i ragazzi vengono prelevati da una macchina della polizia e da un’ambulanza per un
27 Ivi, pp. 179-180. 28 Ivi, p. 29. 29 Ivi, p. 30.
10
controllo da effettuarsi presso il reparto psichiatrico dell’ospedale di Mostar, dove la
dottoressa Milija Ďzudza li dichiara perfettamente sani di mente, rimanendo colpita dalla
loro fede. Al ritorno a casa, sul Podbrdo, la Madonna li sostiene e li incoraggia per le
persecuzioni patite a causa sua. In quel giorno avviene il primo di una lunga serie di
miglioramenti e guarigioni: Danijel Šetka, un bambino di tre anni, colpito da setticemia,
malattia che lo costringe al mutismo e al ricorso di un aiuto per camminare. La Madonna,
a cui Vicka chiede la guarigione del bimbo, invita i genitori alla preghiera e alla fede e le
condizioni di salute di Danijel migliorano notevolmente di lì a poco. Fino al 1986 i
registri parrocchiali riportano già trecento guarigioni ritenute miracolose e di cui viene
depositata relativa documentazione30.
Il settimo giorno dall’inizio delle apparizioni due giovani donne, Mirjana e
Ljubica, che agiscono per conto del regime comunista, portano i ragazzi a fare una breve
gita in automobile, con lo scopo di mantenerli lontani dalla collina delle apparizioni. A
Sarajevo sospettano infatti che si tratti di un complotto clerico-nazionalista e per questa
ragione, le autorità vietano al popolo di pregare al di fuori delle mura della chiesa,
credendo così di fermare il crescente fenomeno delle apparizioni della Madonna. Fatta
fermare la macchina, i veggenti cominciano a pregare in un punto da cui era visibile il
Podbrdo: “Noi da quel luogo vedevamo il Podbrdo e la gente che vi si era radunata.
Quando abbiamo iniziato a pregare, sopra la gente è apparsa una nube luminosa. Però
subito ci si è accorti che si trattava della Madonna; noi l’abbiamo vista subito
chiaramente. Si librava nell’aria; i suoi vestiti ondeggiavano. Veniva verso di noi. Era
una cosa meravigliosa; non si può descriverla”31. Tornati a Medjugorje i ragazzi
subiscono un altro interrogatorie da fra Jozo.
L’indomani la polizia convoca presso la scuola di Medjugorje i ragazzi e i loro
genitori per recarsi a Čitluk. Negli uffici della Milizia si presentano solo i genitori, che
vengono intimiditi a proibire ai figli di salire sul Podbrdo. Nel pomeriggio, quando i
veggenti si stanno preparando per salire sulla collina delle apparizioni, si presentano due
incaricati del comune con la scusa di un interrogatorio in canonica. La macchina
prosegue oltre la chiesa, nonostante le proteste dei passeggeri. Quel giorno l’apparizione
avviene in automobile durante il tragitto.
Il 3 luglio 1981 fra Jozo è in chiesa a pregare per essere illuminato sugli eventi,
dopo aver chiesto ai fedeli invano di non andare al Podbrdo, quando sente una voce che
30 R. Caniato, V. Sansonetti, Maria, alba del terzo millennio, Edizioni Ares, Milano 2001, pp. 21-22. 31 J. Bubalo, op. cit., p. 48.
11
gli dice: “Esci subito fuori e metti in salvo i ragazzi”32. Fra Jozo apre la porta della chiesa
e vede accorrere i veggenti inseguiti dalla polizia e decide quindi di proteggerli,
nascondendoli nella casa parrocchiale dove hanno la prima di una serie di apparizioni che
si susseguiranno in quello stesso luogo.
Il giorno successivo i veggenti non sono riuniti, e la Madonna appare a ciascuno
là dove si trova. La stampa del regime menziona per la prima volta gli eventi di
Medjugorje giudicandoli sovversivi. Il 9 luglio le apparizioni riprendono al Podbrdo, ma
il 13 luglio la Milizia blocca l’accesso al monte con guardie e cani. Le apparizioni però
continuano dovunque siano i veggenti alle 17,45 circa. In questo periodo, secondo la
testimonianza di Marija, accade un fatto particolare ai veggenti, in un punto più a valle
del consueto luogo delle apparizioni: “Noi passavamo di là e ad un tratto la Madonna ci è
apparsa. Non ce lo aspettavamo! Allora abbiamo pregato e cantato. In quel momento i
miliziani ci cercavano e incolleriti percorrevano tutta la zona. Sono passati di lì,
vicinissimi a noi ma erano come accecati: non ci hanno visti! Non sentivano nemmeno i
nostri canti. Era incredibile, avanzavano e parlavano tra loro come se non fossimo là,
mentre noi cantavamo a pochi metri da loro. Da quel giorno in poi, la Madonna ci è
apparsa molto spesso lassù e la milizia non ci ha mai trovati”33. Fra Jozo, che adesso è
convinto dell’autenticità dell’apparizione, viene arrestato con l’accusa di sedizione: in
una predica dell’11 luglio infatti il parroco parla di “quarant’anni di deserto”34 e sono
esattamente quarant’anni che Tito ha preso il potere, quindi la rivoluzione comunista
sarebbe il deserto descritto dal frate sovversivo. Il regime comunista prosegue la propria
intimidazione prendendo nota di tutte le auto che giungono a Medjugorje, minacciando i
proprietari di far perdere loro il lavoro o di arrestarli. Dal momento che tutte le misure
repressive risultano inutili, il regime cerca di far leva sulla paura, radunando l’esercito
all’ingresso di Medjugorje con cannoni e cani poliziotto.
Tra la fine di luglio e i primi giorni di agosto la gente assiste a segni straordinari
del sole e degli astri: la notte del 6 agosto appare nel cielo la scritta luminosa MIR
(PACE)35 e tali fenomeni inspiegabili si susseguono nel corso del tempo36. Una notte la
Madonna chiede ai veggenti di andare alla collina delle apparizioni e durante la preghiera
comincia a scendere dal cielo una sfera luminosa esplodendo sopra la terra e facendo
32 G. Sgreva, L. Fanzaga, L. Crotti, I messaggi della Regina della Pace, Shalom, Camerata Picena (AN) 2003, p. 110. 33 E. Maillar, Medjugorje gli anni ’90, Shalom, Camerata Picena (AN) 1998, p. 28. 34 R. Caniato, V. Sansonetti, op. cit., p. 28. 35 Ivi, p. 29. 36 L. Rupčić, Manifestazioni che accompagnano le apparizioni, in I messaggi della Madonna alla comunità parrocchiale di Medjugorje, Edizioni Medjugorje, Tocco Causaria (PE) 2003, p. 19.
12
uscire migliaia di piccole stelle37. Il 2 agosto 1981, poco dopo le sei di sera, secondo
alcuni testimoni oculari, dal sole sembra staccarsi un cerchio luminoso che si avvicina
alla terra, poi comincia a ondulare emettendo sfere luminose che si dirigono verso
Medjugorje e un fascio di luce a forma di arcobaleno verso il luogo delle apparizioni e
subito dopo fino al campanile della chiesa dove appare l’immagine limpida della
Madonna38. Alla fine di agosto, durante un’apparizione, la Vergine si definisce “Regina
della Pace”39. Il 28 ottobre il Podbrdo sembra andare a fuoco, ma nulla viene trovato
bruciato, una guardia addetta al controllo locale si inginocchia e prega. Molte altre
guardie si convertiranno40. Il 22 ottobre 1982 scompare improvvisamente la grande croce
in cemento armato che si erge sul monte Križevac e appare al suo posto una figura
luminosa di donna41 e il fenomeno si ripete anche il 17 aprile 198342.
Dal 14 gennaio 1982 le apparizioni cominciano ad avvenire regolarmente nella
stanza di fronte la sacrestia fino all’aprile 1985 quando, su esplicita richiesta del vescovo
diocesano, i veggenti saranno costretti a lasciare la stanza per spostarsi nella casa
parrocchiale. A Medjugorje accanto alle apparizioni si affiancano anche le locuzioni
interiori: il 15 dicembre 1982 Jelena Vasilj, di dieci anni, afferma di vedere la Madonna
nel suo intimo e di udirne la voce, il 5 ottobre 1983 a lei si aggiunge Marijana Vasilj, di
dodici anni. Dal 1° marzo 1984, per lo più tramite Marija, la Madonna da ogni giovedì
dei messaggi per la parrocchia di Medjugorje e per il mondo intero e, dal 25 gennaio
1987, comincia a darli ogni 25 del mese43.
Il 25 giugno 1991 la Croazia e la Slovenia proclamano la loro separazione dalla
Federazione Jugoslava e il 26 giugno la Serbia invade la Slovenia, esattamente dieci anni
dopo l’apparizione della Vergine in lacrime a Marija, implorante pace e riconciliazione.
Nel marzo 1992 la Bosnia-Erzegovina vota la sua indipendenza dalla Serbia, che attacca
il nuovo stato. La guerra cessa il 21 novembre 1995 per l’intervento delle forze dell’Onu
e della Nato. Nonostante la guerra i pellegrini, seppur diminuiti di numero, continuano a
raggiungere il santuario mariano44, mentre convogli umanitari portano cibo e vestiti dai
37 J. Bubalo, op. cit., pp. 120-121. 38 Ivi, pp. 177-178; L. Rupčić, op. cit., p. 18. 39 J. Bubalo, op. cit., pp. 137-138. 40 R. Caniato, V. Sansonetti, op. cit., pp. 29-30. 41 J. Bubalo, op. cit., pp. 159-161. 42 L. Rupčić, op. cit., p. 17. 43 Come spiegatomi dalla stessa veggente Marija: “messaggio che all’inizio era ogni giovedì adesso è ogni 25, il giovedì era solo per la parrocchia adesso ogni 25 invece è per tutti quelli che vogliono prendere questi messaggi e metterli in pratica nella vita”. Intervista a Marija, Medjugorje, agosto 2003. 44 Come riferitomi da Manuel di Ivrea (TO) in una e-mail: “nel 1992 scoppia la guerra e nessuna agenzia andava. Io e mia madre non ci arrendemmo e trovammo un gruppo di Varese che andava! Ci accodammo subito. Certamente la guerra fu terribile, ogni sera, all'uscita di Chiesa, sentivamo in lontananza i colpi di
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paesi dell’europa occidentale. In questo periodo i messaggi della Madonna appaiono
orientati verso la pace, l’amore verso il prossimo e la preghiera contro Satana.
Nella creazione dell’universo simbolico delle apparizioni riveste un ruolo
fondamentale quella che Paolo Apolito chiama “cultura visionaria cattolica”45; è infatti lo
stesso Umberto Eco a sottolineare come “nell’esperienza mistica i contenuti da assegnare
all’espressione simbolica vengono in qualche modo suggeriti dalla tradizione precedente
e da qualche auctoritas e l’interprete è persuaso (deve essere persuaso) che essi non siano
culturali, ma referenti, aspetti di una verità extrasoggettiva ed extraculturale”46.
All’interno delle apparizioni di Medjugorje possiamo infatti riscontrare delle cosiddette
costanti o isotopi delle apparizioni mariane, come quelle di Lourdes o Fatima, per citarne
soltanto alcune, senza dimenticare che è la stessa Madonna, nel messaggio del 25 agosto
1991, a riferirsi espressamente a Fatima: “perché con il vostro aiuto si realizzi tutto ciò
che voglio realizzare secondo i segreti iniziati a Fatima”47.
Fatima offre un modello cui gli altri luoghi visionari si richiameranno: il prodigio
solare. Lucia aveva chiesto alla Madonna un segno affinché tutti credessero, ed Essa ne
promise uno in occasione dell’ultima apparizione, il 13 ottobre 1917, quando il sole
cominciò a girare: “vertiginosamente su se stesso simile ad una ruota di fuoco,
proiettando in ogni direzione fasci di luce gialla, verde, rossa, azzurra, viola…che
colorano fantasticamente le nubi del cielo, gli alberi, le rocce, la terra, la folla immensa.
Si ferma, per alcuni momenti, poi ricomincia di nuovo la sua danza di luce come una
girandola ricchissima, fatta dai più valenti pirotecnici. Si arresta ancora per incominciare
una terza volta più svariato, più colorito, più brillante quel fuoco di artificio”48. Oltre agli
esempi già riportati di Medjugorje, sono stati registrati fenomeni straordinari del sole
collegati alla Madonna in altre località, enfatizzando il tradizionale accostamento
metaforico della luce e della divinità, in particolar modo del sole e di Gesù. Nel Vangelo
di Giovanni Gesù stesso afferma: “Io sono la luce del mondo”49 e l’equazione Dio-Luce
trova espressione pure nel Credo cattolico, dove il Figlio di Dio è definito “Luce da
mortaio che sparava, ma Medjugorje non fu mai toccata (posso dirtelo, perché io sono andato una volta all'anno anche durante tutta la guerra)”. 45 P. Apolito, Il cielo in terra, Il Mulino, Bologna 1992, p. 20. 46 U. Eco, Simbolo, in Enciclopedia Einaudi, vol. XII, Einaudi, Torino 1981, p. 911. 47 Questo e i successivi messaggi dati dalla Madonna a Medjugorje sono tratti da G. Sgreva, L. Fanzaga, L. Crotti, I messaggi della Regina della Pace, Shalom, Camerata Picena (AN) 2003 e da I messaggi della Madonna alla comunità parrocchiale di Medjugorje, Edizioni Medjugorje, Tocco Causaria (PE) 2003 tranne dove espressamente indicato. 48 L.G. Da Fonseca, Le meraviglie di Fatima, Edizioni Paoline, Roma 1981, p. 104. 49 Vangelo di Giovanni 8,12. Questo e i successivi passi biblici sono tratti da La Bibbia di Gerusalemme, EDB, Bologna 1971.
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Luce”50. Nella Bibbia la luce è simbolo della presenza e della salvezza: “Il Signore è mia
luce e mia salvezza”51; “Alla tua luce vediamo la luce”52; “Camminiamo nella luce del
Signore”53. C’è una connessione ovvia tra luce e sole in quanto sorgente di luce, in modo
generico la luce simboleggia la vita, la prosperità e, in un senso più ampio, l’essere
perfetto. Molte manifestazioni divine quindi sono spesso descritte come epifanie di
luce54. Il collegamento tra il sole e la Madonna può forse essere ricondotto alla “donna
vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e sul capo una corona di dodici
stelle”55dell’Apocalisse di Giovanni, in cui è presente un altro simbolo che ritroviamo
nelle apparizioni bosniache: la corona di dodici stelle. Fatima sembra essere il primo caso
di prodigio solare registrato, genesi di un simbolo che sarà presente nelle successive
apparizioni mariane.
Ma Fatima offre anche altri simboli costanti che ritroviamo nelle apparizioni di
Medjugorje: la nube e i lampi di luce. A Fatima i presenti vedono formarsi sulla terra dal
nulla una nuvola bianca che circonda l’elce delle apparizioni o i tre pastorelli e che dopo
una decina di minuti si allontana verso il cielo e scompare, e tale fenomeno si riproduce
anche in assenza dei veggenti, impediti a venire, tra la terza e la quarta apparizione. A
Medjugorje una nube luminosa si distacca dal Podbrdo il settimo giorno delle apparizioni
mentre i veggenti pregano a distanza, ma nubi luminose compaiono anche in altre
occasioni: padre Umberto Loncar, francescano bosniaco, dopo aver visto un’incredibile
nube rosso-viola, vide che “una magnifica figura di donna saliva tra le nubi rosso-
viola…Questa bellissima figura s’alzò maestosamente in cielo e scomparve in alto,
perdendo a poco a poco i suoi splendidi colori rosso-viola. Alla fine, vidi un velo bianco
restare un poco sotto i suoi piedi fluttuando elegantemente nell’aria per circa mezzo
minuto; poi sbiadì e scomparve”56. Inoltre, sia a Fatima che a Medjugorje la Madonna
appare sopra una nube.
A Fatima come a Medjugorje l’apparizione della Madonna è preceduta da lampi
di luce: “Mentre stavo per giocare con Giacinta e Francesco, in cima al pendio di Cova da
Iria […] vedemmo, all’improvviso, qualcosa come un lampo. […] Arrivati all’incirca a
metà pendio, quasi vicino a un grande leccio che c’era lì, vedemmo un altro lampo”
50 Messale di ogni giorno, Edizioni Piemme, Casale Monferrato (AL) 1984, p. 638. 51 Salmi 27,1. 52 Ivi, 36,10. 53 Isaia 2,5. 54 R.J. Zwi Werblowsky, Luce e tenebre, in Enciclopedia delle religioni, diretta da Mircea Eliade, cit., vol. IV, pp. 402-405. 55 Apocalisse 12,1. 56 S. Kraljević, C. Maggioni, Incontri a Medjugorje. Storia e testimonianze, Mursia, Milano 1988, p. 83.
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riferisce Lucia dos Santos descrivendo la prima apparizione di Fatima57 e Vicka,
riferendosi al secondo giorno delle apparizioni, racconta che “Ad un tratto brillò un
lampo improvviso e apparve la Madonna”58.
Il segreto è un altro stereotipo delle grandi apparizioni contemporanee, come a
Fatima, Lourdes e la stessa Medjugorje. Spesso il segreto è personale: a Lourdes
Bernardette riceve tre segreti privati da non comunicare neppure al suo confessore, come
ci informa Estrade, uno dei primi relatori delle apparizioni di Lourdes59. A Beauraing
(1932) la Madonna confida ai piccoli veggenti segreti personali sulla loro vita60. A
Fatima Lucia riceve tre segreti riguardanti il destino dell’intera umanità61. A Medjugorje
ogni veggente è depositario di dieci segreti affidati dalla Madonna, e la rivelazione del
decimo segreto sembra coincidere col termine delle apparizioni giornaliere per il
veggente, così come è accaduto per Mirjana, che dal 25 dicembre 1982 non ha più
apparizioni, eccetto il 18 marzo e, dal 2 agosto 1987, il 2 di ogni mese, in cui prega per i
non credenti; Ivanka dal 6 maggio 1985 non vede più la Madonna, tranne che per il 25
giugno mentre le apparizioni quotidiane per Jacov sono terminate il 12 settembre 1998 e
può vedere la Madonna solo il 25 dicembre, date non casuali come spiega Mirjana:
“Quando incominceranno a realizzarsi molte cose, allora, si comprenderanno queste date
che la Madonna ha dato”62. Mirjana ha ricevuto il compito dalla Madonna di rivelare al
mondo i segreti prima che si compiano: “Ecco io ho dovuto scegliere un sacerdote a cui
dire i dieci segreti e ho scelto il padre francescano Petar Ljubičić. Devo dire che cosa
succederà e dove dieci giorni prima che accada. Dobbiamo trascorrere sette giorni nel
digiuno e nella preghiera e tre giorni prima egli dovrà dirlo a tutti”63. Dei segreti di
Medjugorje si sa che il terzo si riferisce a un grande segno che la Madonna lascerà sulla
collina delle apparizioni, visibile a tutti e indistruttibile mentre il settimo segreto è stato
mitigato grazie alle preghiere.
Altro elemento costante nelle apparizioni mariane moderne è il ruolo mitico-
simbolico dei bambini, che appaiono quasi sempre essere i protagonisti indiscussi delle
apparizioni: Bernardette a Lourdes (14 anni); Lucia (10 anni), Francesco (9 anni) e
57 Lucia racconta Fatima, Editrice Queriniana, Brescia 1977, p. 118. 58 J. Bubalo, op. cit., p. 22. 59 J.B. Estrade, Le apparizioni di Lourdes narrate da Bernadette a Jean-Baptiste Estrade, Edizioni Paoline, Cinisello Balsamo (MI) 1986, pp. 148-180. 60 P. Boutry, J. Bouflet, Le apparizioni della Vergine, Marietti, Genova 1999, pp. 291-292; G. Hierzenberger, O. Nedomansky, Tutte le apparizioni della Madonna in 2000 anni di storia, Piemme, Casale Monferrato (AL) 1996, pp.312-322. 61 G. Cionchi, Le Apparizioni di Fatima, Shalom, Camerata Picena (AN) 2003, pp. 235-267. 62 M. Dragicević, L. Fanzaga, La Madonna prepara per il mondo un futuro di Pace, Shalom, Camerata Picena (AN) 2002, p. 54. 63 Ivi, p. 90.
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Giacinta (7 anni) a Fatima; Vicka (16 anni), Mirjana (16 anni), Marjia (16 anni), Ivanka
(15 anni), Ivan (16 anni) e Jacov (10 anni). Nell’immaginario popolare i bambini sono
l’incarnazione dell’innocenza, simbolo della purezza, mediatori tra il cielo e la terra, tra il
mondo dell’invisibile e del visibile, coloro che sanno comunicare col mondo dell’aldilà64:
“la prossimità del bambino alla nascita comporta con la precarietà una maggiore
vicinanza ed esposizione al rischio radicale del non esserci. Non ancora compiutamente
essere, il bambino può smarrire, più di qualsiasi altro, il suo esserci. In questa prospettiva
la nascita appare come emersione da quella zona indistinta da cui si dipartono vita e
morte, dimensione precategoriale che fonda la categorialità della vita e della morte”65. È
inoltre lo stesso Gesù ad affermare che “se non vi convertirete e non diventerete come i
bambini, non entrerete nel regno dei cieli66.
Il sentimento della paura sembra dominare i veggenti nelle prime manifestazioni
epifaniche così come nel Vangelo di Luca, quando si parla della grande paura che
colpisce i pastori alla visione dell’angelo venuto ad annunziare la nascità di Gesù67,
reazione naturale di fronte a un evento straordinario come un’apparizione: è ben nota la
paura di Vicka che corre via il primo giorno dell’apparizione, o il timore provato da
Bernardette o dai pastorelli di Fatima. Ma più storicamente la paura rappresenta una
reazione culturalmente fondata di fronte allo straordinario, al mitico, al mondo del
soprannaturale, specialmente dei morti e degli spiriti68.
Il rapporto con l’aldilà sembra essere parte integrante delle apparizioni di Fatima
e di Medjugorje: Lucia, nel primo segreto di Fatima, racconta della visione dell’inferno
avuta dai tre veggenti69; a Medjugorje invece il 2 novembre 1981 la Madonna trasporta,
in anima e corpo, Vicka e Jacov nell’inferno, purgatorio e paradiso70; le descrizioni date
dai veggenti si richiamano all’iconografia cattolica classica. A Ivanka, per il suo
compleanno, la Madonna fa la sorpresa di apparirle con la madre morta da poco, e
l’evento si ripeterà altre volte71, infatti “L’esigenza di rivedere il morto ha indotto la
cultura folklorica a elaborare delle tecniche di visione atte a riprendere l’antico rapporto.
64 W.B. Clift, Fanciullo, in Enciclopedia delle religioni, diretta da Mircea Eliade, cit., vol. I, pp. 289-292. 65 L.M. Lombardi Satriani, M. Meligrana, Il ponte di San Giacomo, Rizzoli, Milano 1982, pp. 107-108. 66 Vangelo di Matteo 18,3. 67 Vangelo di Luca 2,8-9. 68 L.M. Lombardi Satriani, M. Meligrana, op. cit., pp. 22-31. 69 Il messaggio di Fatima, cit., pp. 24-28 70 L. Fanzaga, V. Ivanković, Vicka parla ai giovani e alle famiglie, Shalom, Camerata Picena (AN) 1998, pp. 166-182; L. Fanzaga, J. Čolo, La mia giovinezza con la Madonna, Shalom, Camerata Picena (AN) 2000, pp. 94-128. 71 J. Bubalo, op. cit., pp. 146-148.
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Nell’organizzazione folklorica della visione rientra la delega al veggente, che assume su
di sé il rischio della consuetudine visionaria con i defunti”72.
Altro elemento comune delle grandi apparizioni mariane sembrano essere le prove
di sofferenza cui i veggenti sono chiamati. A Lourdes la Madonna annuncia a
Bernardette: “Non vi prometto di farvi felice in questo mondo, ma nell’altro”73e infatti la
veggente passerà da una malattia all’altra fino alla morte nel 16 aprile 1879. A Fatima la
Madonna chiede ai veggenti di offrirsi a Dio “per sopportare tutte le sofferenze che Egli
vorrà inviarvi, in atto di riparazione dei peccati con cui egli è offeso e di supplica per la
conversione dei peccatori”74e Francesco e Giacinta sopporteranno profonde sofferenze
fino alla loro morte. A Medjugorje nel 1983-84 Vicka aveva una grave malattia cerebrale,
che le faceva perdere conoscenza per lunghe ore e, alla proposta della madre di prendere
un calmante, replica: “se tu sapessi le grazie che la mia sofferenza ottiene per me e per gli
altri non parleresti così!”75. Dopo un lungo periodo di stasi, la Madonna le ha comunicato
il giorno della sua guarigione, che lei ha poi trasmesso per iscritto a due sacerdoti.
L’incombenza di castighi per l’umanità nel caso in cui non si penta sono motivi
costanti dei messaggi mariani nelle varie apparizioni: a La Salette (1846), nell’unica
apparizione a Massimino e Mélanie, la Madonna piangente annuncia l’arrivo di immani
sciagure sul mondo e sulla Francia a causa dei peccati degli uomini, se essi non si fossero
pentiti immediatamente76; a Fatima la Madonna annuncia una nuova guerra se gli uomini
non avessero smesso di offendere Dio77 e proprio Fatima è stata inglobata in una
dimensione apocalittica alimentata dalla lunga attesa della rivelazione del terzo segreto,
poi pubblicato nel 2000. Nei messaggi di Medjugorje sono le scelte dell’uomo a portare
l’umanità verso il baratro della distruzione, ma la Madonna esorta costantemente a
pregare per non avere paura del futuro, come nel messaggio del 25 gennaio 2001: “chi
prega non ha paura del futuro”.
All’inizio dei fenomeni visionari, quando ancora non si è fatta chiarezza
sull’intera vicenda narrata, è immediato il ricorso a orizzonti simbolici tradizionali. A
Lourdes la madre di Bernardette, dopo un dubbio iniziale sulla sincerità della figlia,
cominciò a pensare che l’apparizione fosse di un’anima del purgatorio78. Alcune vicine,
ritenevano invece che la descrizione della visione corrispondesse a Elise Lapatie,
72 L.M. Lombardi Satriani, M. Meligrana, op. cit., p. 275. 73 R. Laurentin, Bernardetta vi parla, Edizioni San Paolo, Cinisello Balsamo (MI) 1986, p. 35. 74 Lucia racconta Fatima, cit., p. 119. 75 E. Maillar, op. cit., p. 260. 76 P. Bountry, J. Bouflet, op. cit., pp. 315-316. 77 Il messaggio di Fatima, cit., pp. 24-28. 78 J.B. Estrade, op. cit., p. 66.
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dirigente dell’associazione dei Figli di Maria, morta pochi mesi prima79. Le prime
spiegazioni dell’evento proposte vennero attinte dal simbolismo tradizionale delle anime
purganti, come del resto le successive esperienze di veggenza di Lourdes, nate ad
imitazione delle apparizioni di Bernardette.
Anche a Ezquioga un veggente pensò di vedere un’anima purgante80. A Banneaux
invece la madre della veggente pensava che si trattasse della manifestazione di una
strega81. Riguardo alle apparizioni di Kibeho, le compagne di una delle veggenti
ritenevano che le visioni fossero frutto di sortilegi ad opera di spiriti, conformandosi alle
tradizioni culturali della regione82. Il riferimento al repertorio culturale tradizionale può
essere presente anche durante il periodo di sviluppo degli eventi come a Medjugorje,
dove la tradizione erboristica popolare viene incanalata all’interno del fenomeno delle
apparizioni. Cvija Kuzman, che soffriva di poliartrite da undici anni, “Alla vigilia della
festa dell’Assunzione, il 15 agosto 1981, andò sulla collina delle apparizioni. Portò con sé
un po’ di terra. Con quella terra, sciolta in acqua, sua figlia la massaggiò per tre o quattro
volte, recitando sette Padre, Ave e Gloria e un Credo. È completamente guarita”83.
“Bozica Susac, di Liubuski, aveva da lungo tempo una piaga aperta sul petto. I medici
non riuscivano a curarla. Prese un po’ d’erba sulla collina delle apparizioni e, con l’acqua
nella quale aveva fatto macerare l’erba, si lavò la piaga. Due o tre giorni dopo, la piaga
cicatrizzò e non si è più formata”84. “Anda Marić, di Sinj, aveva avuto un incidente.
Tagliando le spighe di mais, si era ferita un occhio e da quell’occhio non ci vedeva più.
Inoltre ne soffriva molto. Non volle andare dal medico. Suo marito andò a Medjugorje.
Portò delle erbe della collina delle apparizioni. Anda lavò l’occhio con l’acqua nella
quale erano state macerate le erbe e pregò. Ricuperò subito la vista, come dice lei, e i
dolori sono scomparsi”85.
L’utilizzazione agli inizi degli eventi di questi livelli simbolici, consente di
riempire quell’incertezza di senso che si produce quando qualcuno dichiara di avere
visioni, ma successivamente, quando il fenomeno viene legittimato dalle istituzioni della
società, le simbologie folkloriche vengono spinte ai margini del contesto culturale
79 Ivi, p. 68. 80 W. Christian, Tapping and Defining New Power: the First Month of Vision at Ezquioga, July 1931, in ‹‹American Ethnologist›› 14, n. 1, febbraio 1987, p. 154. 81 P. Mantero, La Madonna di Medjugorje, Sugargo, Milano 1987, p. 19. 82 G. Maindron, Apparizioni a Kibeho. Annuncio di Maria nel cuore dell’Africa, Queriniana, Brescia 1985, p. 39. 83 K. Juarez, La Madonna di Medjugorje. Perché è vera, perché appare, Editoriale Albero, Milano 1987, p. 164. 84 Ivi, p. 165-166. 85 Ivi, p. 168.
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dell’apparizione, perdendo di visibilità. Ma quando un’apparizione riceve una condanna
dall’autorità ecclesiastica, tornano alla luce queste simbologie, come nel caso di
Ezquioga dove l’ideologia del rapporto con i morti, rifiorì subito dopo la condanna
dell’apparizione da parte dell’autorità ecclesiastica86.
Victor e Edith Turner sostengono che nel corso dell’Ottocento e del Novecento, in
cui sono stati costruiti gli importanti santuari di Lourdes e Fatima, c’è stata una graduale
trasformazione della devozione mariana: dal “ciclo dei pastori” in cui la Madonna
chiedeva la costruzione di un santuario sul luogo dell’apparizione, a un nuovo ciclo
basato sui messaggi rivolti all’intera umanità affinché si penta per poter essere salvata87.
Sebbene le apparizioni di Lourdes e di Fatima comprendano anche la costruzione di un
santuario, il loro significato centrale appare proiettato verso un messaggio universale.
Anche a medjugorje la Madonna avrebbe espresso il desiderio dell’edificazione di una
cappella sul monte delle apparizioni. Marija afferma infatti che la cappella deve essere
costruita sul posto dove la Madonna è apparsa il 26 giugno 1981, terzo giorno delle
apparizioni. Nel 1998 Marija ha chiesto quando si doveva incominciare a costruire la
cappella, ma la Madonna ha risposto che non e ancora arrivato il tempo88.
Secondo le dichiarazioni dei veggenti di Medjugorje, la Madonna possiede
caratteristiche psico-fisiche umane: abbraccia e bacia i veggenti, parla, canta. Appare
etnicamente connotata nel vestire, richiamandosi agli abiti ebraici e nelle festività indossa
vesti dorate. A Natale porta in braccio il bambino Gesù appena nato e una volta in
occasione del Venerdì Santo è apparsa con a fianco Gesù flagellato, insanguinato e
incoronato di spine: “Il giorno di Natale la Madonna arriva con Gesù bambino in
braccio”89, “Gesù l’ho visto ogni volta a Natale come bambino appena nato e qualche
anno fà, il Venerdì Santo, la Madonna è venuta con Gesù adulto, sanguinato, fasciato,
con la corona di spine, e la Madonna ha detto: sono venuta con Gesù adulto affinché voi
vediate quanto Gesù abbia sofferto per tutti voi”90. La Madonna sorride come una
persona reale e a volte appare anche triste o in lacrime, come il 26 giugno 1981 a Marija.
Nei messaggi invita alla pace e alla riconciliazione, è infatti venuta come Regina della
Pace, e non forza nessuno a seguire ciò che dice nei messaggi, ma invita rispettando il
libero arbitrio umano. Richiama tutti gli uomini a un cristianesimo delle origini, al
digiuno a pane e acqua il mercoledì e il venerdì, alla messa giornaliera e alla confessione
86 P. Apolito, Il Cielo…, cit., pp. 73-74; W. Christian, op. cit., p. 155. 87 V. Turner, E. Turner, Il pellegrinaggio, Argo, Lecce 1997, pp. 260-261. 88 Testimonianza riportata da Nedjo Brečić. 89 Intervista a Marija, Medjugorje, agosto 2003. 90 Intervista a Vicka, Medjugorje, agosto 2003.
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mensile, indicando come arma contro le tentazioni del diavolo il rosario, da recitarsi ogni
giorno per intero, i misteri gaudiosi, dolorosi e gioiosi. La conversione nei suoi messaggi
appare un cammino costante che dura tutta la vita ed è orientata verso la Chiesa. Nelle
apparizioni di Medjugorje la Vergine Maria enfatizza il suo ruolo di mediatrice tra Dio e
gli uomini, come già nel Vangelo di Giovanni ai piedi della croce, quando Gesù affida
l’umanità intera a Maria, madre di tutti gli uomini91, ed è infatti come madre che la
Madonna viene a Medjugorje.
91 Vangelo di Giovanni 19,26-27.
21
Capitolo II
Il concetto e la possibilità delle apparizioni
Quasi tutte le religioni monoteiste sostengono che un dio si sia rivelato agli
uomini, comunicando la propria volontà. I musulmani considerano il Corano libro sacro,
così come i cristiani ritengono che la Bibbia sia la parola di Dio, da lui indirizzata a tutti
gli uomini e per questo definita rivelazione pubblica. Nella Lettera agli Ebrei San Paolo
ribadisce che Dio “aveva già parlato nei tempi antichi molte volte e in diversi modi ai
padri per mezzo dei profeti”92. Secondo il Concilio Vaticano II, Dio ha un dialogo
costante con la Chiesa, che è corpo mistico di Cristo. Per mezzo del battesimo l’uomo
diventa parte delle sue membra in Cristo, che inizia a vivere in lui e a parlare in quanto
Verbo di Dio. Attraverso i doni dello Spirito, l’uomo può udire la parola di Dio e
rispondere ad essa93. Quindi, in quanto parte della Chiesa, l’uomo dialoga costantemente
con Cristo, in un rapporto mistico che caratterizza l’esistenza di tutti i cristiani e che in
alcuni si esprime in forme e modi particolari, come nel caso di Santa Teresa d’Avila94,
Maria Margherita Alacoque95, Anna Caterina Emmerick96, e così via.
La rivelazione biblica viene chiamata kanon (linea guida, misura), in quanto unità
di misura con la quale si valuta la veridicità di ogni rivelazione esterna alla Bibbia,
altrimenti detta privata. Il Concilio di Trento (1545–1561), riconosce l’esistenza delle
apparizioni e delle rivelazioni al di fuori della Bibbia, definendole rivelazioni speciali97.
La Chiesa riconosce la possibilità che Dio possa parlare al di fuori della Bibbia, in ogni
epoca e ad ogni uomo e ha il compito di esaminare e valutare tutto secondo quanto
espresso da Dio: “Non disprezzate le profezie, esaminate ogni cosa, tenete ciò che è
buono”98. Il contenuto dei messaggi riferiti dai veggenti deve essere verificato in base a
criteri dogmatico-teologici della dottrina ecclesiastica, in sintonia col principio teologico
secondo il quale la natura non distrugge la natura, perché “se noi o un angelo disceso dal
92 Lettera agli Ebrei 1,1. 93 Lumen Gentium 7, 48; Presbiterorum Ordinis 2; Unitatis Redintegratio 3; Apostolicam Actuositatem 3; Christus Dominus 1, in I Documenti del Concilio Vaticano II, Edizioni San Paolo, Milano 1987. 94 T. d’Avila, Il castello interiore, Edizioni San Paolo, Cinisello Balsamo (MI) 1994. 95 M.M. Alacoque, Vita scritta da lei stessa, Sellerio, Palermo 1997. 96 E. Pilla, Le rivelazioni di Caterina Emmerick, Edizioni Cantagalli, Siena 1998. 97 K. Rahner, Nuovi saggi. 7. Dio e rivelazione, Edizione San Paolo, Cinisello Balsamo (MI) 1981. 98 Prima lettera ai Tessalonicesi 5,20-21.
22
cielo annunciassimo a voi un vangelo diverso da quello che vi abbiamo annunciato, sia
votato alla maledizione divina”99.
Le autentiche rivelazioni, visioni e messaggi al di fuori della Bibbia non recano
con sé alcuna verità nuova, poiché nella Bibbia tutto è già stato rivelato ma, come
sostiene Karl Rahner, “la loro essenza non sta nel contenuto oggettivo; invece le
rivelazioni private sono imperative nella propria essenza, indicano alla Chiesa come agire
in una determinata situazione storica. Esse non contengono affermazioni nuove, ma un
comandamento nuovo”100 che è “un imperativo di Dio per un membro della Chiesa, un
comandamento ispirato per l’opera della Chiesa in una determinata situazione storica”101.
Quindi l’obiettivo delle rivelazioni private è quello di riattualizzare e rifondare il
messaggio biblico nella vita di ogni cristiano, adattandolo all’attuale assetto storico-
culturale.
Alle verità rivelate nelle Sacre Scritture i credenti devono aggiungere il consenso
della fidei catholicæ, dogma ecclesiastico di adesione alla Chiesa Cattolica, mentre le
verità rivelate al di fuori della Bibbia non costituiscono dogma di fede e ognuno è libero
di credervi o meno, come puntualizza Benedetto XIV nell’enciclica De servorum dei
beatificatione. Sin dal Medioevo esiste una letteratura molto vasta sulle apparizioni e le
visioni, già Tommaso d’Aquino distingue le visioni immaginarie, che si svolgono
nell’occhio della mente, dalle apparizioni, che vengono percepite dagli occhi della carne.
Nelle visioni il veggente si sposta dal proprio spazio a un altro, in una condizione di
estasi o sogno102. Nella visione il veggente prova una sensazione di cambiamento di
luogo, di potenza di una forza soprannaturale, di aspetto figurato, di estasi, sogno o
rivelazione103. “Le caratteristiche dell’apparizione sono: arrivo di qualcosa di esterno,
mantenimento della coscienza e dell’ambiente quotidiano, aspetto figurato e nella
maggior parte dei casi rivelazione o comando, cioè l’invito quale contenuto della
comunicazione con la persona destinataria dell’apparizione”104. In base alla loro finalità,
la teologia distingue le visioni mistiche dalle visioni profetiche. Le prime riguardano solo
la persona in questione e la sua crescita spirituale personale, come è stato per tanti mistici
della Chiesa, tra cui Gemma Galgani105, anche se non si esclude una certa dimensione
pubblica di tali fenomeni. Le visioni profetiche invece fin dall’inizio hanno un carattere
99 Lettera ai Galati 1,8. 100 K. Rahner, Visioni e profezie, Vita e pensiero, Milano 1995, pp. 27-28. 101 Ivi, p. 30. 102 P. Dizelbacher, Vision und Visionliteratur im Mittelalter, A. Hiersemann, Stuttgart 1981, p. 29. 103 A. Sharma, Estasi, in Enciclopedia delle religioni, diretta da Mircea Eliade, cit., vol. III, pp. 218-225. 104 A.T. Khoury, Zur Unterscheidung der Geister, Oros-Verlag, Altenberg 1994, p. 66. 105 G. Galgani, Sola con Gesù solo, Edizioni San Paolo, Cinisello Balsamo (MI) 2002.
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pubblico, dono o carisma per una o più persone, a vantaggio di tutta la Chiesa. Il
veggente è chiamato a rivolgersi alla comunità dei credenti con il messaggio ricevuto,
come nel caso di Maria Margherita Alacoque.
Un altro criterio fondamentale per determinare l’autenticità delle visioni,
apparizioni e rivelazioni esterne alla Bibbia è costituito dalla valutazione dei frutti:
“Guardatevi dai falsi profeti che vengono a voi in veste di pecore, ma dentro son lupi
rapaci. Dai loro frutti li riconoscerete. Si raccoglie forse uva dalle spine, o fichi dai rovi?
Così ogni albero buono produce frutti buoni e ogni albero cattivo produce frutti cattivi;
un albero buono non può produrre frutti cattivi, né un albero cattivo produrre frutti buoni:
Ogni albero che non produce frutti buoni viene tagliato e gettato nel fuoco. Dai loro frutti
dunque li potrete riconoscere”106.
Un ulteriore accertamento volto a determinare la veridicità delle apparizioni è
condotto sullo stato di salute psico-fisica e sul comportamento morale dei veggenti. A
differenza di altre apparizioni del passato, a Medjugorje è stato possibile utilizzare le più
moderne e avanzate tecnologie per osservare e documentare i fenomeni mistici: non a
caso sono state infatti denominate “le apparizioni più studiate della storia”.
Nel 1981 i veggenti vengono esaminati due volte per conto delle autorità: a Čitluk
il 27 giugno, dal dottor Ante Bijević e a Mostar il 29 giugno, dalla dottoressa Ďzuda e
riconosciuti perfettamente sani di mente. Dopo quattro esami compiuti tra il 1982 e il
1983, il dottor Stopar, psichiatra, parapsicologo e ipnoterapeuta, dichiara i veggenti privi
di sintomi psicopatologici. In due esami nel 1984 la dottoressa Magatti riporta che nei
veggenti non ci sono reazioni né agli stimoli dolorifici, né a quelli visivo-uditivi durante
le estasi. Non sono presenti catalessi, sudori o lacrime. Nello stesso anno la dottoressa
Capello studia i tre sincronismi del gruppo (caduta in ginocchio, movimenti labiali in
assenza di suoni e sollevamento delle teste alla fine dell’apparizione), concludendo che
non sono spiegabili e rimandano a cause esterne percepibili solo dai veggenti. Sempre nel
1984 il dottor Gabrici dichiara che non c’è traccia di complicità nei loro sguardi che
possa spiegare la contemporanea caduta in ginocchio all’inizio dell’apparizione.
La prima accurata analisi scientifica dei fenomeni delle apparizioni di
Medjugorje, realizzata con l’ausilio delle più sofisticate apparecchiature durante lo stato
di estasi, viene condotta dal prof. Joyeux con l’aiuto di René Laurentin, in quattro fasi nel
1984, monitorando le condizioni di estasi dei veggenti prima, ponendo attenzione
particolare alla sincronizzazione delle loro reazioni sensoriali. I risultati mostrano che
106 Vangelo di Matteo 7,15-20.
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l’oggetto percepito è esterno ai veggenti. Il fenomeno delle estasi risulta scientificamente
inspiegabile e i ragazzi vengono giudicati capaci di intendere e di volere, mentre vengono
esclusi disturbi della personalità, psicosi o altre patologie cliniche. Alle stesse conclusioni
hanno portato gli esami condotti tra il 1984 e il 1985 dal dottor Frigerio: “Fermo restando
che, al di fuori dell’estasi, questi ragazzi risultano perfettamente normali sul piano psico-
fisico, la condizione estatica dei veggenti di Medjugorje non può essere scientificamente
spiegata in linea puramente naturale”107. Il 14 gennaio 1986 a Paina una commissione
italo-francese, composta da 17 scienziati, medici, psichiatri e teologi, giunge a una
conclusione in dodici punti, basata sugli esami condotti fino ad allora, sollecitando un
riconoscimento ecclesiatico dei fatti108.Nel 1998 viene condotta un’ulteriore ricerca
psichica e neurologica sui veggenti. Nelle ricerche sono coinvolti l’Istituto per la scienza
di confine di Innsbuck, il Centro per lo studio e la valutazione dello stato psico-fisico
della coscienza di Milano, la Scuola europea per l’ipnosi psico-terapeutica Amisi di
Milano, il Centro di parapsicologia di Bologna. Le conclusioni mostrano che i fenomeni
di estasi sono accomunabili con quelli del 1985, presentando tuttavia una minore intensità
ed escludendo ogni possibile condizione di sonno ipnotico109. Questi studi hanno
107 R. Caniato, V. Sansonetti, op. cit., pp. 303-308. 108 1. Secondo le indagini psicologiche si può escludere con certezza la frode e l’inganno da parte di tutti e ciascuno dei veggenti. 2. Secondo gli esami medici, test, osservazioni cliniche, ecc…, si può escludere che ci siano allucinazioni patologiche per tutti e ciascuno dei veggenti. 3. Secondo i risultati delle indagini precedenti, si può escludere una spiegazione puramente naturale di questi fenomeni, per tutti e ciascuno dei veggenti. 4. Secondo le informazioni e le osservazioni documentabili, si può escludere, per tutti e ciascuno dei veggenti, che questi fenomeni siano di ordine preternaturale, ossia sotto l’influenza diabolica. 5. Secondo le osservazioni e le informazioni documentabili, c’è corrispondenza tra questi fenomeni e quelli descritti abitualmente nella teologia mistica. 6. Secondo le informazioni e le osservazioni documentabili, si può parlare di progressi spirituali e di progressi nelle virtù teologali e morali dei veggenti, dall’inizio di questi fenomeni fino a oggi. 7. Secondo le informazioni e le osservazioni documentabili, si può escludere un insegnamento o atteggiamento dei veggenti chiaramente in contraddizione con la Fede o la Morale cristiana. 8. Secondo le informazioni e le osservazioni documentabili si può parlare di frutti spirituali buoni, sul popolo coinvolto e favorevole all’azione soprannaturale di questi fenomeni. 9. Dopo più di quattro anni, le correnti e i diversi movimenti nati a Medjugorje in seguito a queste manifestazioni, influenzano il Popolo di Dio nella Chiesa, in perfetta armonia con la Fede e la Morale cristiana. 10. Dopo più di quattro anni, si può parlare di frutti spirituali oggettivi e duraturi per i movimenti nati a Madjugorje. 11. Si può affermare che tutte le iniziative ecclesiali buone e spirituali, e in perfetta armonia con il Magistero autentico della Chiesa, trovino un sostegno nei fatti di Medjugorje. 12. Si può quindi concludere che, dopo l’esame approfondito dei protagonisti, dei fatti e dei loro effetti, non solo nell’ambito locale ma anche riguardo alle ripercussioni nell’ambito ecclesiale, sia un bene per la Chiesa riconoscere l’origine e quindi il fine soprannaturale dei fatti di Medjugorje. L. Rupčić, Medjugorje nella storia della salvezza, Edizioni Medjugorje, Tocco Causaria (PE) 1990, pp. 202-203. 109 Rapporto della ricerca redatto a Capiago Intimiano il 12 dicembre 1998: - in un arco di tempo di 17 anni, dall’inizio delle loro esperienze di apparizione, i soggetti non hanno mostrato sintomi patologici come per esempio trance, disturbi dissociativi o di perdita del contatto con la realtà; - tutti i soggetti esaminati, tuttavia, hanno mostrato sintomi che sono legati a reazioni di stress giustificato, derivante da un grande stimolo emotivo esogeno ed endogeno, conseguenza della vita quotidiana; - in base alle loro testimonianze personali, è emerso che l’iniziale e successivo cambiamento dello stato di coscienza è determinato da circostanze insolite, che essi solo conoscono e che definiscono come visioni/apparizioni della Madonna; - l’esame psichiatrico e psicologico sulle persone, che aveva come obiettivo quello di definire le caratteristiche personali più significative, non può essere reso noto poiché appartiene alla sfera privata; - la
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concluso che i veggenti di Medjugorje entrano in uno stato psico-fisico di coscienza
alterata, comunemente definito estasi, tipico di esperienze mistiche cattoliche110.
Tutti questi esperimenti erano volti soprattutto a valutare lo stato di salute psico-
fisica dei veggenti, ma altri esperimenti hanno preteso di verificare la presenza e la
dimensione di un’energia spirituale nella stanza delle apparizioni. Il dottor Lipinski,
medico americano di origine polacca, ha utilizzato un apparecchio con il quale ha
accertato una presenza di radioattività molto superiore alla norma, in base alla quale egli
ha riconosciuto l’esistenza di una forte energia spirituale. Queste sperimentazioni sono
stati contestati dal fisico italiano Emanuele Mor, direttore dell’Istituto per la corrosione
marina dei metalli, secondo cui: “le ricerche di Lipinski, pur rivestendo molto interesse,
sono superficiali, in quanto non definiscono innanzi tutto i rapporti tra ioni positivi e ioni
negativi”111. Il dottor Mor ha effettuato esperimenti successivi che lo hanno portato a
negare la presenza di radioattività spirituale, presupposta dal dottor Lipinski, accertando
tuttavia una ionizzazione dell’aria dieci volte superiore alla media. Sembra di essere
tornati alle ideologie dello spiritismo che “pretese di dimostrare positivamente, coi fatti,
l’esistenza dell’oltretomba”112, tentando così di provare scientificamente l’autenticità
delle apparizioni.
A Lourdes la prima attestazione documentata dei miracoli avvenuti fu fatta nel
1862, quattro anni dopo l’inizio delle apparizioni. L’allora vescovo mons. Laurence,
riconobbe l’autenticità delle apparizioni, dopo presa visione dei risultati di una
commissione da lui nominata, che aveva approvato la condotta morale di Bernardette, le
conversioni di massa dei pellegrini e la natura miracolosa di sette guarigioni. L’inchiesta
sulle guarigioni era stata condotta da una sottocommissione, i cui membri ecclesiastici si
erano proposti di desumere la loro origine soprannaturale, dal punto di vista teologico e
scientifico. Il vescovo Laurence invitò inoltre il dottor Vergez, professore della Facoltà di
Medicina di Montpellier, a dare un giudizio propriamente scientifico. Vergez divise i casi
in tre categorie e la prima con la dicitura: fatti che possiedono pienamente e in maniera
evidente il carattere soprannaturale. Commenta a tal proposito il professore di teologia
fondamentale Locatelli: “Oggi un uomo di scienza si limiterebbe a dichiarare
valutazione psico-fisiologica è stata condotta in quattro diversi stati di coscienza: veglia, stato di coscienza alterato (ipnosi con provocazione di estasi), visualizzazione di immagini mentali, stato di coscienza alterato (definito come estasi delle apparizioni). R. Caniato, V. Sansonetti, op. cit., pp. 312-313. 110 M. Margnelli, G. Gagliardi, Le apparizioni della Madonna da Lourdes a Medjugorje, in ‹‹Riza Scienze››, n. 16, luglio 1987, p. 20. 111 E. Sala, P. Mantero, Il miracolo di Medjugorje, Edizioni Mediterranee, Roma 1986, pp. 71-73. 112 C. Gallini, La sonnambula meravigliosa. Magnetismo e ipnotismo nell’Ottocento italiano, Feltrinelli, Milano 1983, p. 59.
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semplicemente se una guarigione è o non è spiegabile da un punto di vista clinico. Allora,
come si vede, la linea di demarcazione tra il compito degli ecclesiastici e quello degli
uomini di scienza era certamente meno chiara di quanto non sia oggi”113. Il Bureau des
Constatations Médicales, ufficio medico per l’accertamento scientifico delle guarigioni
miracolose avvenute a Lourdes, nascerà solo molto più tardi, nel 1883. Nel 1891 esce
Lourdes; histoire médicale 1858-1891 , di Gustave Boissarie, direttore del Bureau, in cui
il discorso scientifico si fa centrale, a differenza dei precedenti libri sui miracoli, trattati
come storie religiose edificanti. Oggigiorno la scienza ammette come possibili gli eventi
eccezionali, secondo la dichiarazione del prof. Gildo Spaziante, direttore sanitario degli
Istituti Clinici di Perfezionamento dell’Università di Milano: “Il determinismo assoluto
oggi è fortemente temperato dall’interpretazione stocastica di fenomeni a tutti i livelli
della realtà cosmica. La comparsa di eventi eccezionali di per sé non contraddice
l’ordinamento delle leggi naturali note, ché, anzi, da un ‹‹fissismo›› rigido e immutabile,
sempre più si tende ad ammettere una realtà dinamica, variabile, mutevole, che espone
alla evoluzione, alla novità, alla imprevedibilità”114. Da queste dichiarazioni emerge
quindi la possibilità di un nuovo incontro tra scienza e religione, attraverso la
sperimentazione del sacro.
La Chiesa si affida alla prudenza, aspettando lo sviluppo degli eventi e invitando
alla cautela. Né approva, né condanna, facendosi carico del dovere di garantire
l’assistenza spirituale ai pellegrini. Il giudizio sulla validità delle apparizioni spetta in
prima istanza all’ordinario diocesano, che può avvalersi della collaborazione di esperti in
materia. All’inizio delle apparizioni il vescovo Pavao Žanić, vanta un atteggiamento di
prudenza o addirittura di difesa dei veggenti dagli attacchi delle autorità comuniste, come
risulta dall’omelia pronunciata a Medjugorje in occasione della festa di San Giacomo del
25 luglio 1981: “Sono profondamente certo che nessun ragazzo, tra quelli che dicono di
aver visto la Madonna, nessuno di loro è stato istigato. Se qualcuno li avesse convinti,
proprio perché si tratta di sei innocenti, sei semplici ragazzi, nel giro di mezz’ora
direbbero tutto. Nessuno dei sacerdoti, lo garantisco personalmente, ha mai avuto
intenzione o fatto in modo di indurli a dire qualcosa contro la loro volontà. Quindi sono
persuaso: non affermano il falso! Dicono esattamente quello che sentono nei loro cuori.
E’ sicuro: i ragazzi non mentono”115. Il 16 agosto 1981, al settimanale cattolico di
113 A. Locatelli, Il riconoscimento dei miracoli di Lourdes, Nuove Edizioni Duomo, Milano 1979, p. 13. 114 G. Spaziante, Guarigioni straordinarie. Problematiche e casistica clinica in rapporto con la vicenda di Medjugorje, in S. Kraliević e C. Maggioni, op. cit., p. 282. 115 L. Rupčić, Medjugorje porta del cielo ed inizio di un mondo migliore, Edizioni Medjugorje, Tocco Causaria (PE) 2000, pp. 165-166.
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Zagabria Glas Koncila, portavoce della Chiesa Cattolica in Jugoslavia, monsignor Žanić
dichiara: “È certo che ciò non è stato suggerito loro da terzi, ed essi non sono stati
incoraggiati da nessuno a raccontare cose false, certamente non dalla Chiesa. Tutto porta
a credere che questi ragazzi non mentano”. Addirittura il 1° settembre 1981, in
riferimento all’accusa di controrivoluzione, Žanić manda una lettera al presidente della
Repubblica Federale Jugoslava, Kraigher, scrivendo: “Le calunnie irresponsabili e gli
attacchi di cattivo gusto non possono aiutare a guardare serenamente gli avvenimenti
accaduti nella parrocchia di Medjugorje. Un simile comportamento offende i diritti
fondamentali dell’uomo e del cittadino”116.
Poco tempo dopo però il vescovo ribalterà completamente la sua posizione nei
confronti degli eventi di Medjugorje, schierandosi apertamente contro di essi. Il 10
gennaio 1982 Žanić istituisce una commissione diocesana formata da quattro sacerdoti,
due secolari e due francescani, per esaminare i fatti riguardanti le presunte apparizioni di
Medjugorje. A causa di un lavoro di indagine mal condotto, la Conferenza Episcopale
Jugoslava propone al vescovo di nominare una commissione di esperti più ampia così, nel
febbraio 1984, la commissione è portata a quattordici membri ecclesiastici, di cui cinque
francescani, uno psicologo dell’Università di Zagabria e alcuni medici. A differenza di
Lourdes, dove il parroco padre Peyramale apparteneva alla commissione, a Medjugorje
nessun religioso della parrocchia viene invitato a far parte della commissione di indagine.
Il vescovo si dichiara da subito presidente e fondatore della commissione, la quale terrà
sette incontri nell’episcopato di Mostar. Il 30 ottobre 1984 Žanić pubblica un dossier di
denuncia personale, La posizione attuale della curia vescovile di Mostar nei confronti
degli eventi di Medjugorje, in cui si può leggere: “Il vescovo di Mostar, dopo aver difeso
Medjugorje dalle calunnie, si è fatto un dovere di difendere questo fenomeno spirituale
dai rischi di una sicurezza eccessiva o prematura”. Nella lettera della Segreteria di Stato
del Vaticano n. 150.458, dell’1 aprile 1985, il cardinale Casaroli chiede al cardinale
croato Kuharić, allora presidente della Conferenza Episcopale Jugoslava, di pregare il
vescovo Žanić, in seguito alla pubblicazione del dossier, di “evitare qualsiasi
dichiarazione personale, fino a quando non saranno stati raccolti gli elementi necessari
per fare chiarezza sugli avvenimenti ed emettere un giudizio definitivo”117. Ma nel 1990
il vescovo prosegue le accuse con il pamphlet Medjugorje, in cui si schiera apertamente
contro le apparizioni di Medjugorje, paragonandole alle vicende di mamma Ebe in Italia
116 L. Rupčić, V. Nuić, Ancora una volta la verità su Medjugorje, K. Krešimir, Zagabria 2003, pp. 216-217. 117 R. Caniato, V. Sansonetti, op. cit., p. 333.
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o del reverendo Jones in America: “Non credo alle apparizioni di Medjugorje e chiunque
sia sano di mente e istruito nella fede non può che giungere alle mie stesse conclusioni”.
I francescani indicano la “questione erzegovinese” come causa del ripensamento
del vescovo nei confronti di Medjugorje. I turchi occuparono la Dalmazia nel 1474,
perseguitando i cattolici, fedeli al Papa, nemico a causa delle crociate. Venne imposto
l’Islam in tutta la regione, ma i francescani riuscirono a rimanere in incognito nell’area
dell’attuale Bosnia-Erzegovina, mentre il clero secolare trovò rifugio presso gli Asburgo.
Conventi e monasteri vennero distrutti o adibiti ad altri usi, e venne proibita ogni forma
di manifestazione cristiana, mentre per quattro secoli l’ordine dei frati minori mantenne
viva la fede cattolica tra il popolo. Nel 1878, conclusa la dominazione ottomana, il clero
secolare rivendicò i suoi antichi possedimenti nella regione. Papa Leone XIII nel 1881
restaurò la diocesi, chiedendo ai francescani di restituire tutte le parrocchie, cosa che oggi
non è del tutto avvenuta. Ad aggravare la situazione nel 1942, per decisione pontificia, la
diocesi di Mostar, fino ad allora in mani francescane, venne affidata ad un esponente del
clero secolare. Un altro motivo del cambiamento di opinione del vescovo, strettamente
collegato alla questione dell’Erzegovina, sembrerebbe essere il “caso di Mostar”. Due
francescani, Ivica Vego e Ivan Prusina, cappellani di Mostar erano stati condannati per
aver continuato la loro attività pastorale a Mostar, presso fedeli che volevano ricevere i
sacramenti solo da frati francescani. I frati vennero sospesi a divinis per disubbidienza,
dal vescovo Žanić, ed espulsi dall’ordine. In una delle loro visite a Medjugorje,
interpellarono la veggente Vicka sulla questione, la quale, consultata la Madonna, riferì
che il vescovo aveva agito troppo precipitosamente. Žanić, a questo punto, denigrò
categoricamente le apparizioni di Medjugorje: “La Madonna parla contro il vescovo
nell’esercizio della sua funzione pastorale? Ma contro il vescovo vuol dire contro la
Chiesa. Dunque, quella di Medjugorje non è la Madonna!”118. A questa affermazione
rispose l’arcivescovo di Spalato, monsignor Franić, durante una riunione della
Conferenza Episcopale: “Ma nel libro dell’Apocalisse lo Spirito Santo rimprovera sette
vescovi”119.
Del resto, la storia della Chiesa, offre vari esempi di casi in cui profeti hanno
criticato le alte cariche ecclesiatiche, come nei casi di S. Brigida di Svezia e S. Caterina
da Siena che, su ordine di Dio, hanno spinto papa Gregorio XI a ritornare da Avignone a
Roma120. A undici anni di distanza dal caso di Mostar, la Signatura Apostolica giudicò
118 Ivi, p. 332. 119 Ibidem. 120 B. Guillemain, I papi di Avignone, Edizioni San Paolo, Cinisello Balsamo (MI) 2003.
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che la dichiarazione amministrativa presa contro i frati era invalida e contraria al Diritto
Canonico.
Nel 1986 viene istituita una nuova commissione, nell’ambito della Conferenza
Episcopale Jugoslava, grazie all’interessamento del prefetto della Congregazione per la
dottrina della fede cardinale Ratzinger, operativa dal 9 gennaio 1987. Aveva sostituito la
commissione diocesana precedente, sciolta d’autorità dal Vaticano il 2 maggio 1986, per
le sue conclusioni troppo affrettate. L’esito del lavoro della commissione dei vescovi
jugoslavi produrrà la Dichiarazione di Zara del 10 aprile 1991, che ha valore ancora
oggi:
1. I vescovi lasciano aperto a ulteriori approfondimenti il carattere
soprannaturale dei fenomeni di Medjugorje: non lo riconoscono, ma non
lo negano.
2. I vescovi sottolineano la propria attenzione pastorale per i fedeli che,
spinti da vari motivi, vengono a Medjugorje.
3. I vescovi intendono promuovere una sana devozione verso la Beata
Vergine Maria, conformemente all’insegnamento della Chiesa. A tal fine
forniranno specifiche direttive liturgico-pastorali.
4. Attraverso le proprie commissioni, i vescovi continueranno a seguire gli
avvenimenti di Medjugorje.
Questa dichiarazione della Conferenza Episcopale della Jugoslavia rappresenta la
posizione ufficiale della Chiesa nei confronti degli avvenimenti di Medjugorje. I vescovi
lasciano aperto a ulteriori approfondimenti il carattere soprannaturale dei fenomeni,
garantendo allo stesso tempo assistenza pastorale ai pellegrini e promuovendo una
devozione verso la Madonna. Punti che saranno confermati dalla Congregazione per la
dottrina della fede, in una lettera del 23 marzo 1996 al vescovo Taverdet e in un’altra del
26 maggio 1998 al vescovo Aubry.
Il 16 giugno 1991 viene nominata a Mostar la commissione per la vita pastorale
nella parrocchia di Medjugorje, con a capo monsignor Komarica, mentre Žanić è
chiamato a presiedere la commissione della Conferenza Episcopale Jugoslava per
Medjugorje. A causa dello scoppio della guerra il 26 giugno 1991 le riunioni della
commissione non avranno luogo. Giunto al limite d’età il 20 maggio 1993, il vescovo
Žanić viene sostituito da monsignor Perić, il quale respinge ogni possibilità di
apparizione della Madonna a Medjugorje. Il ruolo della Chiesa in questo caso è quello di
stabilire il confine tra verità e menzogna, per questo motivo le sue decisioni prendono il
30
nome di definitiones (confini): nel caso di Medjugorje il magistero della Chiesa non
ritiene che i confini della verità siano stati ancora superati e non vieta quindi i
pellegrinaggi.
Nonostante l’atteggiamento di prudenza della Chiesa, l’autenticità delle
apparizioni della Madonna a Medjugorje è stata testimoniata da alcuni dei più importanti
teologi di fama mondiale, attraverso libri, interviste, conferenze e apparizioni radio-
televisive, da Hans Urs von Balthasar, René Laurentin, Michael Caroll, ecc. Ma anche
persone autorevoli all’interno della Chiesa si sono schierate più volte a favore di
Medjugorje, come il vescovo Franić e il cardinale Kuharić, presidenti della Conferenza
Episcopale Jugoslava. In italia il famoso esorcista Gabriele Amorth è impegnato a
difendere l’autenticità delle apparizioni in Bosnia. In America Wayne Weible, ex
protestante convertitosi dopo una visita a Medjugorje, è autore affermato di libri
devozionali. Nel suo libro, A time for truth and a time for action, Denis Nolan espone le
testimonianze di quaranta vescovi in favore di Medjugorje. In tutto il mondo numerosi
vescovi hanno accolto i veggenti nelle loro diocesi per dare pubblica testimonianza delle
apparizioni della Regina della Pace. La stessa Madre Teresa di Calcutta, in una lettera del
12 agosto 1991 a Denis Nolan, scrive: “Noi preghiamo un’Ave Maria a Nostra Signora di
Medjugorje prima della Santa Messa”121.
121 E. Maillar, Medjugorje cosa dice la chiesa, Shalom, Camerata Picena (AN) 1996, p. 36.
31
Capitolo III
Apparizioni apocalittiche?
Una sempre più vasta corrente sensazionalistica del cristianesimo sembra
orientarsi verso l’aspetto apocalittico dei fenomeni epifanici, minimizzando la
dimensione di redenzione del Credo Cattolico: estratti di documenti ecclesiastici, frasi
papali non confermate ufficialmente, profezie da varie fonti vengono fuse insieme e
diffuse attraverso libretti devozionali, giornaletti, foglietti volanti, trasmissioni televisive,
siti internet, creando una sorta di nevrosi futuristica da fine dei tempi.
La concezione drammatica del mondo e della vita è presente già nel cattolicesimo,
come ci fanno notare Edith e Victor Turner, quando sottolineano che la Chiesa Cattolica
ha “concepito la lotta per la salvezza come un dramma che dura tutta la vita, giocato
essenzialmente nell’anima individuale, ma coinvolgente un enorme cast di attori, alcuni
visibili, altri invisibili, alcuni naturali, altri soprannaturali: Dio, Maria, la madre di Dio,
gli angeli, i santi, le tre divisioni della Chiesa vivente, la Chiesa trionfante delle anime
invisibili in cielo, la Chiesa sofferente delle anime invisibili in Purgatorio e la Chiesa
militante dei viventi assediati dalla carne e dal diavolo e dagli avversari umani. L’anima
individuale è vista come drammaticamente coinvolta, fino al momento della morte, con
tutte queste persone, personaggi e gruppi”122. Lo stesso tema è presente infatti anche in
alcuni documenti del Concilio Vaticano II, dove “la vita umana, sia individuale che
collettiva, presenta i caratteri di una lotta drammatica tra il bene e il male, tra la luce e le
tenebre”123, infatti “Tutta intera la storia umana è […] pervasa da una lotta tremenda
contro le potenze delle tenebre; lotta cominciata fin dall’origine del mondo, che durerà,
come dice il Signore (Mt 24, 13; 13, 24-30 e 36-43), fino all’ultimo giorno”124.
La minaccia di castighi per l’umanità nel caso in cui non si penta è presente in
molti messaggi mariani, dove l’invito alla conversione appare fondato su un modello di
fede basato sulla paura del diavolo e di Dio castigatore. Sempre secondo i Turner, “Dal
1830 […] si è verificato un notevole aumento di racconti riguardanti le apparizioni
mariane, sempre più associate ad avvertimenti di terribili calamità che avrebbero colpito
gli uomini nel caso in cui essi non si fossero pentiti e non si fossero rimessi sulla retta
122 V. Turner, E. Turner , op. cit., p. 16. 123 Gaudium et spes 13, in I Documenti Del Concilio Vaticano II, cit. 124 Ivi, 37.
32
via: una sorta di millenarismo cattolico”125. A Rue du Bac nel 1830, Caterina Labouré
riceve un avvertimento delle sciagure che si sarebbero abbattute sulla Francia e sul
mondo intero126; ad Akita in Giappone (1973) la Madonna avverte che: “Se gli uomini
non si convertiranno, il Padre lascerà cadere su tutta la razza umana un grande castigo. Il
fuoco cadrà dal cielo. A causa di questo castigo una gran parte dell’umanità sarà
annientata”127; a Kibeho il 15 agosto 1982 i tre veggenti ricevono una visione della
Madonna triste e piangente, che dura circa otto ore, davanti a venti mila persone presenti,
in cui videro cose terribili, massacri, teste decapitate, un fiume di sangue, cadaveri
abbandonati128. Nell’aprile 1994 verranno massacrati venti mila tutsi e hutu nel santuario
di Kibeho.
Il clima catastrofico è notevolmente cresciuto intorno al terzo segreto di Fatima,
di cui sono state pubblicate, in tutti i giornali del mondo e in numerosi libri, versioni
false, che profetizzavano imminenti disgrazie e catastrofi future. Il 13 maggio 1991 a
Fatima, a dieci anni dall’attentato a Piazza San Pietro, Papa Giovanni Paolo II ha
affermato: “Da Cova da Iria sembra diffondersi una luce consolatrice colma di speranza
che illumina i fatti che caratterizzano la fine di questo secondo millennio”129. Lo stesso
papa ha poi reso finalmente pubblico il famoso terzo segreto, fermando così il dilagare
delle tensioni apocalittiche. Wojcik distingue le credenze apocalittiche, in fataliste e non
fataliste. Le prime escludono ogni possibile iniziativa umana per scongiurare l’avvenire
di eventi futuri, mentre le seconde affermano la possibilità dell’intervento umano per
modificare il futuro130. Nei messaggi apocalittici mariani l’uomo può ottenere la pietà di
Dio attraverso la penitenza e la preghiera, come promesso a Rue du Bac, La Salette,
Fatima e come affermato nel Salmo 130: “Ma presso di te è il perdono”131.
Accanto alla prospettiva apocalittica che interpreta la sofferenza come castigo
divino troviamo, all’interno del mondo cattolico, uno spostamento ideologico dal
Vecchio al Nuovo Testamento, dall’idea di una sofferenza interpretata come castigo132 a
quella di una sofferenza vista attraverso il valore della redenzione133: “Nemmeno le più
125 V. Turner, E. Turner, op. cit., p. 198. 126 G. Palmarita, Caterina Labouré e le apparizioni della Vergine a Rue du Bac, Edizioni San Paolo, Cinisello Balsamo (MI) 1997, pp. 89-91. 127 E. Sala, P. Mantero, op. cit., p. 139. 128 G. Sgreva, Le apparizioni della Madonna in Africa: Kibeho, Shalom, Camerata Picena (AN) 2002, pp. 239-244. 129 ‹‹L’Osservatore Romano››, 13-14.5.1991, p. 7. 130 D. Wojcik, The End of the World As We Know It: Faith, Fatalism, & Apocalypse in America, New York University Press 1997, pp. 100-121. 131 Salmi 130,4. 132 Proverbi 22,8. 133 Lettera ai Romani 8,15.
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grandi calamità possono essere considerate come castighi; se ci si pone la domanda:
grazia o castigo?, bisogna rispondere che la prova è sempre una grazia tendente a dare
all’esistenza umana una fecondità nell’ordine della salvezza […]. Sulla terra, dunque, non
vi è dolore che sia inflitto da Dio come castigo del peccato. […] Troppi cristiani, ancora,
interpretano le loro sofferenze come una punizione dall’alto: ciò significa che il valore
della redenzione operata da Cristo non è stato sufficientemente compreso”134. Anche
Vicka vede la sofferenza come una grazia: “Quando la Madonna chiede o vuole qualcosa,
quando Dio manda a noi una sofferenza, una croce, una malattia, dobbiamo prenderla
come un grande dono, e Dio sa perché ha dato a me questa sofferenza e sa anche il
momento quando prenderla, ma io devo solo ringraziare il Signore e dico sempre alla
Madonna: se hai ancora qualcosa da dare io sono pronta a prendere, solo in questo
momento chiedo la tua forza e coraggio, ché possa andare avanti. Anche la Madonna ha
detto chiaramente: voi non sapete quanto valore ha la sofferenza davanti agli occhi di
Dio. Anch’io sai, quando Dio mi ha dato questo dono, non ho detto mai che è stato un
peso o una cosa che non potevo affrontare, ma sono stata contentissima che ho potuto
fare e dare una piccola cosa da parte mia alla Madonna. E dico anche adesso alla
Madonna: quando tu vuoi sai che cosa io posso fare per te, sono pronta finché tu
vuoi…”135.
Già nella tradizione ebraica la sofferenza costituisce un elemento della condizione
del profeta, che è segnato dal peso dell’elevazione136. In risposta alla domanda se a
Medjugorje si possa parlare di castighi o minacce per l’umanità, Vicka risponde: “La
Madonna dice: chi prega non deve avere paura del futuro, perché pregando e digiunando
si può allontare anche la guerra. Sai il male è sempre presente, disturba, ma se noi
mettiamo un po’ di buona volontà, se preghiamo di più, il male non può fare niente”137.
Nei luoghi di apparizione, l’eterna lotta tra Bene e Male, normalmente inserita in
un proprio contesto mitologico ben definito, si riattualizza assumendo una dimensione
storica contemporanea: “Marija vede la Vergine in camera sua: “Andate tutti insieme nel
campo di Gumno. È in corso un grande combattimento. Un combattimento tra mio figlio
134 J. Galot, Sofferenza dell’uomo e parola di Dio, in ‹‹La Civiltà Cattolica››, 132, 3155, 1981, p. 443. 135 Intervista a Vicka, Medjugorje, agosto 2003. 136 J. Bemporad, Sofferenza, in Enciclopedia delle religioni, diretta da Mircea Eliade, cit., vol. III, pp. 614-620. 137 Intervista a Vicka, Medjugorje, agosto 2003.
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e Satana. La posta in gioco sono le anime”. I veggenti seguiti da una quarantina di
persone, si recano nella piana di Gumno a 22 metri dalla casa di Vicka”138.
A Medjugorje la lotta tra Dio e il diavolo si manifesta anche negli esorcismi nella
parrocchia di padre Jozo, o nelle manifestazioni demoniache dei “posseduti”, negli
incontri con Vicka, dove i presenti, intimoriti, cominciano subito a pregare per “la
salvezza di quell’anima”139, come dice un signore di Verona, infatti non dobbiamo
dimenticare che “al centro dell’esperienza di rapporto con il demonio e al centro della
relazione che il demonio stabilisce con gli uomini e gli animali si pone, nel pensiero
cattolico e cristiano, il fenomeno della possessione, che, dal punto di vista strettamente
scientifico, è una forma schizoide e delirante, nella quale il malato avverte un ‹‹essere
dominato da››, ‹‹essere gestito da›› in modo che l’estraneità dominante determina un
dissesto fisiopsichico nella relazione con il mondo reale e occupa come idea fissa la
mente del malato”140.
Il diavolo è presente già nelle apparizioni di Lourdes, dove Bernardette ascolta
rumori e schiamazzi provenire da un lato della grotta, che cessano a un imperioso
sguardo e gesto della Madonna141. Anche nei suoi messaggi la Regina della Pace chiede
l’aiuto dei fedeli nella lotta contro Satana: “Pregate perché Satana desidera distruggere i
miei progetti di pace”142 perché “Senza di voi il Signore non può realizzare quello che
vuole”143; “Satana è forte e per questo chiedo le vostre preghiere e che me le offriate per
quelli che stanno sotto il suo influsso, perché si salvino”144; “Satana è forte e con tutta la
sua forza desidera distruggere la pace che viene da Dio”145. L’interpretazione allegorica
ufficiale dell’Apocalisse di Giovanni lascia spazio a una dimensione storico-visiva, in cui
ognuno ha un ruolo concreto nella salvezza eterna. Durante una disputa tra contadini e
aziende di stato sul prezzo dell’uva, la Madonna svela l’interesse del diavolo: “Cari figli,
vi invito alla preghiera. In modo particolare adesso quando Satana vuole servirsi dell’uva
delle vostre vigne. Pregate affinché non ci riesca”146. È la stessa Madonna a confidare che
“In qualunque luogo io vada ed è con me pure mio figlio, là mi raggiunge anche
138 R. Laurentin, R. Lejeune, Messaggio e pedagogia di Maria a Medjugorje, Queriniana, Brescia 1988, p. 142. 139 Medjugorje, agosto 2003 140 A.M. Di Nola, Il diavolo, Newton Compton, Roma 1994, p. 288. 141 J.B. Estrade, op. cit., p. 81. 142 Messaggio del 25 dicembre 1990. 143 Messaggio del 30 gennaio 1986. 144 Messaggio del 25 febbraio 1988. 145 Messaggio del 25 ottobre 1990. 146 Messaggio del 29 agosto 1985.
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Satana”147. Il 14 febbraio 1982 Mirjana ha una visione di Satana: “È stata una apparizione
nella quale il diavolo mi si è presentato con le sembianze della Vergine. Ma ho capito che
era lui: era brutto, bruttissimo; non mi sarei immaginata che potesse essere tanto orribile,
mi uccideva con il suo sguardo, sono quasi svenuta”148.
Nella tradizione cattolica al diavolo viene attribuita la capacità di intervenire
fisicamente nella vita degli uomini, attraverso la possessione: “La caratteristica storica
del fenomeno sta nel fatto che l’immagine delirante che determina l’esser posseduto ha
sempre valore culturale, ed è, cioè, connessa ai quadri mitici e culturali che appartengono
alla persona o al gruppo coinvolto”149. Il combattimento fisico col demonio è già presente
nella storia del cristianesimo e nell’immaginario religioso popolare, legato a molte figure
di santi, come padre Pio150, Sant’Antonio Abate151. La preesistenza di questo tema
popolare insieme al clima fortemente drammatico dei luoghi di apparizioni mariane
contribuisce a trasformare la semplice paura di tentazione al male, a paura di un vero e
proprio scontro fisico col demonio che, da nemico spirituale diventa aggressore fisico del
fedele152, come durante gli esorcismi a Široki Brieg, quando molte persone abbandonano
la chiesa impaurite per la propria incolumità.
Secondo Di Nola “Dallo stretto punto di vista della tipologia storico-religiosa,
l’esorcismo si pone come rito difensivo o apotropaico, squisitamente magico, a mezzo del
quale si eliminano dalle persone e dalle cose le situazioni negative che ostacolano la
pienezza vitale […] opera sempre nel quadro di male e di limitazione esistenziale
emergenti, avvertiti come reali e attuali”153. Negli episodi di possessione sotto casa di
Vicka si assiste a una sorta di partecipazione dei presenti alla lotta contro il demonio. Le
possessioni consentono infatti ai devoti di partecipare personalmente allo scontro tra
Bene e Male, attraverso invocazioni e preghiere, come la Madonna stessa raccomanda:
“Solo tramite la preghiera potete vincere ogni influenza di Satana nel luogo dove
siete”154, enfatizzando così l’efficacia e il potere stesso della preghiera155.
147 Messaggio del 28 gennaio 1987. 148 R. Caniato, V. Sansonetti, op. cit., p. 213. 149 A.M. Di Nola, op. cit., p 288. 150 Padre Pio da Pietrelcina, Epistolario, vol. I, Edizioni ‹‹Padre Pio da Pietrelcina››, San Giovanni Rotondo (FG) 2000, lett. 203, 205, 209s, 212, 252, 266, 273, 292, 297, 300, 306, 313, 315, 330, 334, 338s, 353, 549, 562, 924. 151 A.M. Di Nola, op. cit., pp. 188-190, 332-334; Sant’Atanasio, La vita di Antonio, Edizioni Messaggero, Padova 1998, pp. 106-129. 152 P. Apolito, Il Cielo…, cit., pp. 191-194. 153 A.M. Di Nola, op. cit., pp. 295-296. 154 Messaggio del 7 agosto 1986. 155 G. van der Leeuw, Fenomenologia della religione, Bollati-Boringhieri, Torino 1975, pp. 329-334.
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A Medjugorje un tassista, a ritorno da Cerno, viene fermato da un povero, che gli
da un fazzoletto insanguinato, raccomandandogli di buttarlo nella prima acqua che avesse
incontrato, altrimenti gli sarebbe successo qualcosa di terribile. Prima di arrivare al fiume
vicino, incontra una donna vestita di nero, che gli chiede il fazzoletto, ma lui non glielo
da e lei, dicendogli che se non le avesse dato il fazzoletto sarebbe successo qualcosa di
terribile, ottiene il fazzoletto dall’uomo. Alla veggente Vicka viene chiesto di domandare
spiegazioni alla Madonna, che conferma l’accaduto, spiegando che l’uomo povero era
suo figlio e la donna in nero lei156. Interessanti analogie possono essere riscontrate nei
numerosi racconti in cui un autostoppista, che poi si scopre essere un fantasma, ferma
un’auto per chiedere un passaggio, o per ammonire contro un evento futuro, scomparendo
poi improvvisamente senza lasciare traccia di sé157.
Nel racconto di Medjugorje, oltre l’auto fermata e la profezia, troviamo altri
elementi simbolici importanti come il sangue sul fazzoletto e l’invito a lavarlo. Il sangue
è un elemento vivo nella tradizione cristiana: il sangue di Cristo versato per gli uomini
per riscattarli dal peccato originale. Nella tradizione popolare è presente la doppia
valenza simbolica del sangue, tra vita e morte, come traspare in questa descrizione.158
Nel contesto delle apparizioni gli eventi celesti vengono vissuti all’interno di una
dimensione storica del quotidiano, assumendo anche caratteristiche umane. La Madonna
di Medjugorje, che appare ogni giorno da oltre 22 anni, a differenza delle altre
apparizioni del passato, secondo la testimonianza di Vicka, è presenza viva: “la sento
come una persona viva. Quando è il suo compleanno o il nostro compleanno lei ci da la
mano, ci abbraccia, proprio come una persona viva, si sente, in carne e ossa”159. La
Madonna ha una concretezza fisica, ha contatti fisici con i veggenti, che la sentono reale.
Nel 1981 qualche volta la Madonna ha permesso ai presenti di toccarla, su indicazione
dei veggenti, e qualcuno ha sentito questo contatto, “Una ragazza ha emesso un urlo
quando l’ha toccata. Ha poi detto che la mano le si era impigliata nella corona della
Madonna”160.
In quanto presenza viva e reale la Madonna mostra un proprio profilo psicologico:
è sorridente e felice per quando i suoi “cari figli” accolgono l’invito alla conversione,
così come appare triste e addolorata per la loro indifferenza e ostinazione a condurre una
vita nel peccato.Le immagini della Madonna sorridente e della Madonna addolorata
156 J. Bubalo, op. cit., pp. 144-145. 157 C. Berlitz, Il libro dei fatti incredibili ma veri, Rizzoli, Milano 1989. 158 L.M. Lombardi Satriani, M. Meligrana, op. cit., p. 290. 159 Intervista a Vicka, Medjugorje, agosto 2003. 160 J. Bubalo, op. cit., p. 151.
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richiamano alla mente quelle tipiche dell’iconografia mariana ufficiale: “l’immagine
della gioia e l’immagine del dolore sono le due polarità della figura della Madonna come
madre, sintesi mnemoniche immediate della pastorale che invita al pentimento per i
peccati commessi, ma non alla disperazione. Si finisce per dare alla Madonna un suo
vissuto psicologico attuale, un ritmo di emozioni, sentimenti, reazioni in termini di
piacere e di dispiacere, che ne fanno un essere che non vive in una dimensione
metaforica, bensì storica, sia pure superiore a quella umana”161.
La Madonna scandisce gli anni festeggiando le feste liturgiche, come il Natale o
la Pasqua, o l’anniversario delle apparizioni, così come il suo compleanno, in cui appare
con vesti dorate. A Medjugorje i veggenti precisano che la data del compleanno della
Vergine non coincide con la festa liturgica dell’8 settembre, ma con il 5 agosto. La
Madonna partecipa alla vita e ai drammi quotidiani della parrocchia di Medjugorje, dopo
le abbondanti piogge nell’autunno 1984, che recarono gravi danni ai vigneti, disse infatti:
“Cari figli, grazie perché offrite al Signore tutta la vostra fatica, anche ora che egli vi
prova nei frutti che raccogliete”162. Qualche giorno dopo l’attentato alle Twin Towers la
Madonna disse a Ivan, nel corso di un’apparizione straordinaria, “sono addolorata per
quello che è successo in America dove sono morti tanti miei figli”163, apparendo
emotivamente coinvolta nelle vicende del mondo contemporaneo.
A Medjugorje verso la fine del 1982, intorno alle 15, la Madonna ha portato
Vicka e Jacov in un viaggio nell’aldilà. Mentre si trovavano nella stanza di Jacov,
apparve la Madonna dicendo: “Voi due venite con me a vedere il Paradiso, il Purgatorio e
l’Inferno perché possiate raccontarlo agli altri e in un attimo la Madonna ha preso me per
la mano destra e Jacov per la mano sinistra e il tetto si è aperto per lasciarci passare. In
pochi istanti siamo arrivati in Paradiso. Abbiamo visto un grande spazio avvolto da una
luce che non esiste qui sulla terra. Abbiamo visto le persone che non sono né grasse, né
magre, ma tutte uguali e hanno vesti in tre colori: grigio, giallo e rosso. Le persone
cantano e pregano. Ci sono anche dei piccoli angeli che volano e c’è una gioia che non si
può descrivere e che qui sulla terra non esiste. Anche il Purgatorio è un grande spazio,
però non si vedono le persone, ma si vede solo una grande nebbia e si sente che le
persone soffrono. La Madonna dice che loro hanno bisogno delle nostre preghiere per
andare quanto prima in Paradiso. All’Inferno abbiamo visto un grande fuoco, abbiamo
visto le persone che prima di entravi sono normali e poi escono trasformati in orribili
161 P. Apolito, Il Cielo…, cit., pp. 176-191. 162 Messaggio dell’11 ottobre 1984. 163 Messaggio del 14 settembra 2001 dato a Ivan.
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bestie. Si sentono tante bestemmie e persone che urlano e gridano. La Madonna ha detto
che Dio non manda nessuno all’Inferno, siamo noi che ci andiamo per nostra scelta”164.
Gli altri veggenti bosniaci hanno invece visto solo in visione questi luoghi, a differenza di
Vicka e Jacov che li hanno visitati in anima e corpo.
I modelli dell’Inferno, Purgatorio e Paradiso non si discostano troppo
dall’iconografia classica, e li ritroviamo anche a Fatima, dove i veggenti hanno avuto una
visione dell’Inferno, senza esserci stati trasportati: “La Madonna ci mostrò un grande
mare di fuoco, che sembrava stare sotto terra. Immersi in quel fuoco, i demoni e le anime,
come se fossero braci trasparenti e nere o bronzee, con forma umana che fluttuavano
nell’incendio, portate dalle fiamme che uscivano da loro stesse insieme a nuvole di fumo,
cadendo da tutte le parti simili al cadere delle scintille nei grandi incendi, senza peso né
equilibrio, tra grida e gemiti di dolore e disperazione che mettevano orrore e facevano
tremere dalla paura. I demoni si riconoscevano dalle forme orribili e ributtanti di animali
spaventosi e sconosciuti, ma trasparenti e neri”165. La tradizione dei viaggi e delle visioni
nei tre regni dell’aldilà affonda le sue radici nelle antiche trattazioni apocalittiche
giudaico-cristiane166, trovando ampia diffusione nell’alto medioevo europeo167, dove si
possono riscontrare interessanti analogie.
Nella Dichiarazione del primo seminario di preghiera e formazione per le guide
dei gruppi di preghiera e gruppi Caritas e dei centri per la pace sorti grazie all’impulso
delle apparizioni di Medjugorje, tenuto nel giugno 1994 a Medjugorje, leggiamo:
“Desideriamo anche ricordare che i messaggi di Medjugorje non contengono in sé
l’incubo di tempi apocalittici. Si tratta invece di un messaggio di pace tra l’uomo e Dio e
tra gli uomini”168, smentendo quindi possibili interpretazioni da fine dei tempi dei
messaggi mariani dati a Medjugorje.
164 Vicka all’incontro con i pellegrini, Medjugorje, agosto 2003. 165 Il messaggio di Fatima, cit., pp. 26-27. 166 J. Le Goff, La nascita del Purgatorio, Giulio Einaudi Editore, Torino 1982, pp. 38-51. 167 Ivi, pp. 119-133. 168 I. Landeka, Dichiarazione, in Seminario di preghiera e formazione, Informativni centar Mir-Međugorje, Medjugorje 2000, p. 13.
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Capitolo IV
Messaggi della Gospa e pratiche devozionali
“Vorrei che la gente in questi giorni pregasse con me. E che pregasse il più
possibile! Che inoltre digiunasse rigorosamente il mercoledì e il venerdì; che ogni giorno
recitasse almeno il rosario: i misteri gaudiosi, dolorosi e gloriosi”.169
La Preghiera: Rosario, Messa, Adorazione
La diffusione del rosario nel cristianesimo viene generalmente attribuita ai
crociati (sec. XI-XIII), tuttavia rosari sono stati trovati nelle tombe della badessa
Gertrude (sec. VII) figlia del re Pipino I, e di Santa Rosalia (sec. IX) a Palermo. Un breve
accenno alla pratica di pregare utilizzando una collana di gemme la ritroviamo nella
History of the Kings of England di William of Malmesbury, dove la nobildonna Godiva
di Coventry chiese che alla sua morte la collana venisse messa al collo di una statua della
Vergine (sec. XI)170. Marina Warner fa risalire l’origine della catena di grani all’India
braminica, dove è ancora in uso nel culto di Visnu e Shiva. Dall’induismo il suo uso si
sarebbe propagato al buddismo e successivamente all’islamismo, a partire dal nono
secolo. La collana presenterebbe inoltre delle affinità con quelle di chicchi d’ambra che
in Grecia, in Asia Minore e in Africa del Nord gli uomini si fanno scorrere tra le dita per
distendersi, ma mentre in quei paesi quella abitudine aveva un valore profano, in
occidente si sarebbe trasformata in una pratica esclusivamente religiosa171. Tuttavia
Wilkins sostiene che non vi è alcuna prova a sostegno dell’origine orientale del rosario172.
La combinazione del saluto dell’arcangelo Gabriele a Maria, “Ti saluto, o piena di
grazia, il Signore è con te”173, con quello di Elisabetta, “Benedetta tu fra le donne e
benedetto il frutto del tuo grembo!”174, si ritrova nelle antiche liturgie orientali di
Giacomo e Marco, in un offertorio del VII secolo per la festa dell’Annunciazione, ma la
sua diffusione si deve a Pier Damiani (sec. XI), che lo definì il “versetto angelico”175.
169 Messaggio del 14 agosto 1984, dato a Ivan. 170 E. Wilkins, The rose garden game. The symbolic background to the European prayer beads, Victor Gollancz Ltd., London 1969, p. 25. 171 M. Warner, op. cit., pp. 386-387. 172 E. Wilkins, op. cit., p. 30. 173 Vangelo di Luca, 1, 28. 174 Ivi, 1,42. 175 Maria. Testi teologici e spirituali dal I al XX secolo, Mondadori, Milano 2000, pp. 879-881.
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Alla fine del dodicesimo secolo un sinodo della Chiesa raccomandò al clero di recitarlo
insieme al Padre Nostro e al credo apostolico. I francescani e i domenicani ne diffusero
l’uso tra i laici, incoraggiando a recitarlo come il “Salterio della Madonna”176. Nel 1495
papa Alessandro VI concesse l’approvazione della Santa Sede. Nel 1475 Jacob
Sprengher, il celebre persecutore di streghe177, fondò la prima confraternita laica dedicata
al rosario. Successivamente venne aggiunta l’implorazione “Prega per noi peccatori,
adesso e nell’ora della nostra morte”, e questa formula fu ufficialmente riconosciuta da
papa Pio V nel 1568 e da lui inclusa nel breviario riformato. Papa Pio V cita come prova
per dimostrare l’autenticità della devozione una visione della Madonna avuta da San
Domenico, mentre guidava l’Inquisizione contro gli eretici albigesi all’inizio del
tredicesimo secolo, il quale ricevette il rosario dalla stessa Vergine, raccomandandone
l’uso a tutti i cristiani178.
In numerose apparizioni la Vergine ha confermato il suo particolare amore per il
rosario. A Lourdes Bernardette lo recitò diverse volte assieme alla figura
dell’apparizione, mentre a Fatima la visione si definì Madonna del Rosario, invitando a
recitarlo sempre. Nel 1933 a Banneaux, la Vergine apparve con la corona di grani alla
cinta, mentre Mariette Beco recitava il rosario. Il rosario completo consta di 150 Ave
Maria suddivise in quindici decadi, intervallate dalla meditazione su un mistero della vita
di Gesù e Maria, da un Padre Nostro seguito da un Gloria al Padre. I misteri sono a loro
volta divisi in gaudiosi, dolorosi e gloriosi179.
Tutte le domeniche la parrocchia di Medjugorje sale la Collina delle Apparizioni
per recitare il rosario alle 16. Una gran folla di pellegrini di tutte le nazionalità comincia
la salita con in mano la corona del rosario. La recita del rosario viene diretta dai padri
francescani, che pregano la prima parte in croato mentre i fedeli pregano la seconda parte
ognuno nella propria lingua madre. La salita è intervallata dalle soste davanti i misteri di
bronzo posti ai lati del sentiero collinare. Molti pellegrini salgono a piedi scalzi per
devozione o per chiedere o ringraziare la Madonna per una grazia. Oltre al momento
della recita collettiva del rosario, il Podbrdo è continuamente percorso da fedeli che
recitano il rosario, da soli o in gruppi, fermandosi nei vari misteri o continuando a salire.
176 Il Rosario Biblico, Shalom, Camerata Picena (AN) 1999, pp. 10-11. 177 G. Bonomo, Caccia alle streghe, Palumbo, Palermo 1959, pp. 99-104. 178 H. Vicaire, Storia di San Domenico, Edizioni San Paolo, 1987. 179 I Misteri Gaudiosi sono l’Annunciazione, la Visitazione, la Natività, la Presentazione al Tempio, il Ritrovamento nel Tempio. I Misteri Dolorosi sono l’Orazione nell’Orto, la Flagellazione, la Coronazione di Spine, il Trasporto della Croce, la Crocifissione e Morte di Gesù Cristo. I Misteri Gloriosi sono la Resurrezione, l’Ascensione, la Discesa dello Spirito Santo, l’Assunzione e l’Incoronazione di Maria Vergine.
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Gli atteggiamenti durante la preghiera sono molteplici, dal sorriso estatico alle lacrime di
gioia o di contrizione. Beverly Moon nota come nella tradizione evangelica le lacrime
penitenti del devoto abbiano la capacità di suscitare la compassione divina e la grazia
salvifica180, come nella storia della donna che bagnò i piedi di Gesù con le sue lacrime e
fu liberata dai peccati181. Non di rado si possono incontrare pellegrini salire o scendere la
collina a piedi scalzi, così come sul Križevac, per ringraziare la Madonna per una grazia
ricevuta o per supplicarla di concederne una o per la sacralità del luogo, come fa notare
Giovanna da Barcellona P.G. (ME): “perché questo è un monte sacro”182. La stessa donna
afferma tra l’altro che, nonostante i ciottoli e i sassi lungo il sentiero, salendo il monte
“non si sente niente”183, mentre altre persone scalze sembrano sopportare a mala pena il
dolore causato dalle pietre. La meta della breve salità è rappresentata dal luogo delle
prime apparizioni, dove oggi si erge una statua in marmo della Regina della Pace, mentre
fino a qualche tempo fà vi si trovava una croce di latta. Sul luogo dell’apparizione i
pellegrini sono soliti fermarsi, per periodi più o meno lunghi, pregando in silenzio, a
occhi chiusi, o soffermando lo sguardo verso la statua. Di notte, intorno alle 22, è
possibile incontrare gruppi di italiani, principalmente del sud, salire con candele e pregare
e cantare ad alta voce, incuranti degli altri pellegrini in preghiera eventualmente presenti.
A Medjugorje il rosario viene recitato comunitariamente ogni giorno un’ora prima
della messa vespertina delle 19. Dentro la chiesa o nell’area esterna ad essa, adibita ad
altare e utilizzata in occasione di grande affluenza di pellegrini, vengono recitate le due
parti del rosario: i misteri gaudiosi e i dolorosi, intervallati da vari canti in croato, latino o
nelle lingue dei pellegrini. Sull’altare, nella recita del rosario, si alternano preti locali con
preti stranieri venuti ad accompagnare i pellegrini, e il rosario viene declamato nelle varie
lingue, mentre i fedeli rispondono usando la propria lingua madre, formando “una
preghiera unica che sale al cielo”184, come sostiene Valeria di Palermo. Alle 18,40 il
suono delle campane annuncia il momento dell’apparizione della Madonna e il sacerdote
prega di fare silenzio, mentre si avverte come sottofondo musicale l’inno Kraljice Mira
(Regina della Pace). I partecipanti restano in assoluto silenzio, col rosario nelle mani,
fermi, in ginocchio, chi con gli occhi chiusi, chi guardando verso il cielo e ognuno affida
le proprie intenzioni alla Madonna, come promette di fare Vicka agli incontri per i
pellegrini del mattino: “Stasera, quando la Madonna verrà, io pregherò per le vostre
180 B. Moon, Lacrime, in Enciclopedia delle religioni, diretta da Mircea Eliade, cit., vol. IV, pp. 368-370. 181 Vangelo di Luca 7,36-50. 182 Medjugorje, agosto 2000. 183 Ibidem. 184 Intervista a Valeria di Palermo, Medjugorje, agosto 2003.
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intenzioni; ma voi aprite il vostro cuore e date tutti i vostri desideri alla Madonna”185.
Dopo cinque minuti la recita del rosario riprende, seguita dalle litanie lauretane, cantate
in croato e dall’inno allo Spirito Santo Veni Creator Spiritus. Nei suoi messaggi infatti la
Madonna ha chiesto più volte di invocare lo Spirito Santo, affinché guidi la preghiera186.
All’interno della messa il vangelo viene letto nelle lingue dei pellegrini. Dato il
gran numero di partecipanti, durante la comunione sono i sacerdoti a passare per
distribuire l’eucarestia ai pellegrini, disposti in file opposte, nei corridoi tra i banchi. La
Madonna raccomanda la partecipazione giornaliera alla celebrazione eucaristica, come
parte più importante della giornata: “La santa messa sia per voi vita”187; “Cari figli, vi
invito a una preghiera più attiva e all’ascolto della messa. Desidero che ogni vostra messa
sia esperienza di Dio”. Alla fine della messa tutti recitano il credo apostolico, seguito da
sette Padre Nostro, sette Ave Maria e sette Gloria al Padre, preghiera tradizionale croata,
che la Madonna ha raccomandato di recitare durante i primi giorni delle apparizioni,
aggiungendovi il credo. Secondo la testimonianza di Janko Bubalo, i veggenti avrebbero
recitato questa coroncita in chiesa per la prima volta il 2 luglio 1981188. Segue la
benedizione degli oggetti di devozione, in croato o anche in inglese.
La preghiera di guarigione e la terza parte del rosario (misteri gloriosi) sono
sostituiti il giovedì dall’adorazione al Santissimo Sacramento e il venerdì dalla preghiera
alla croce. La Madonna stessa in numerosi messaggi ha chiesto di pregare davanti la
croce: “vi raccomando, cari figli, di pregare per la pace davanti alla croce”189, “Pregate in
particolare davanti alla croce, da cui derivano grandi grazie”190, “rinnovate la preghiera
davanti alla croce”191. Un grande crocifisso viene posto al centro dell’altare mentre
iniziano musiche di violini e chitarre acustiche. Il sacerdote recita delle preghiere
spontanee, che vengono immediatamente tradotte in diverse lingue. Segue una pausa di
silenzio e un canto, ripetente la stessa strofa, ma in varie lingue. Durante l’adorazione i
fedeli restano seduti o in ginocchio per terra, in molti si affollano intorno all’altare e,
quasi a intermittenza, si possono vedere i flash delle macchine fotografiche. In mezzo alla
folla ci sono persone che sorridono e altre che piangono, alcuni anche assopiti. Alla
conclusione il sacerdote benedice l’assemblea. L’adorazione della croce si può fare
risalire alla pratica della venerazione della sacra reliquia della Vera Croce a
185 Discorso di Vicka a un incontro dei pellegrini, Medjugorje, agosto 2003. 186 Messaggio del 25 luglio 1995. 187 Messaggio del 25 aprile 1988. 188 J. Bubalo, op. cit., p. 134. 189 Messaggio del 6 settembre 1984. 190 Messaggio del 12 settembre 1985. 191 Messaggio del 20 febbraio 1986.
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Gerusalemme, descritta nel Pellegrinaggio di Etheria (ca. 380). Tale pratica si estese
ovunque esistessero reliquie della Vera Croce e, in mancanza di queste, presso croci
ordinarie che la sostituivano192.
L’adorazione eucaristica si fonda sulla credenza che nell’ostia sia presente il
corpo di Gesù Cristo, così come affermato più volte da San Paolo nella Prima Lettera ai
Corinzi193. Già i primi eremiti, in Palestina e in Egitto, riservavano nelle loro celle un
posto per l’eucaristia, mentre a partire dal Concilio di Nicea (325) l’eucaristia cominciò a
essere posta presso chiese di monasteri e conventi, originariamente posta in camere
adiacenti e, a partire dal nono secolo, in speciali ostensori posti sopra l’altare.
Nell’undicesimo secolo, in risposta alle continue affermazioni che negavano il mistero
della transustanziazione, papa Gregorio VII affermò: “Intimamente credo e apertamente
confesso che il pane e il vino posti sull'altare, per il mistero della orazione sacra e le
parole del nostro Redentore, si convertono sostanzialmente nella vera e propria e
vivificante carne e sangue di Nostro Signore Gesù Cristo; e che dopo la consacrazione c'è
il vero corpo di Cristo, che è nato dalla Vergine e per la salvezza del mondo fu offerto e
sospeso sulla croce e ora siede alla destra del Padre; e c'è anche il vero sangue di Cristo,
che uscì dal suo fianco, non soltanto come segno e virtù del sacramento, ma anche nella
proprietà della natura e nella realtà della sostanza”194. Per effetto di questa professione di
fede vennero istituite processioni del Santissimo Sacramento, atti di adorazione, cappelle
per permettere ai fedeli di vedere e adorare l’ostia nel tabernacolo. Nel tredicesimo secolo
anche San Francesco d’Assisi prende posizione a favore della vera presenza del corpo e
del sangue di Cristo nell’eucaristia195. Nel sedicesimo secolo il Concilio di Trento, per
porre fine alle dichiarazioni ostili dei riformatori contro il mistero eucaristico, dichiarò:
“L’unigenito Figlio di Dio deve essere adorato nel Santissimo Sacramento
dell’Eucaristia, con l’adorazione della latria, includendo l’adorazione esteriore. Il
Sacramento quindi deve essere onorato con straordinarie celebrazioni festive e
solennemente portato di luogo in luogo in processioni in base all’uso e al rito universale
di lode della Santa Chiesa. Il Sacramento deve essere pubblicamente esposto per
l’adorazione comunitaria”196. Questo decreto venne inoltre approvato da papa Giulio III.
A Medjugorje l’adorazione del Santissimo Sacramento, oltre al giovedì dopo la
messa, viene fatta anche il mercoledì e il sabato, dalle 21 alle 22. L’adorazione
192 H. Thurston, The Cross and Crucifix in Liturgy, in The Catholic Encyclopedia, cit., vol. IV. 193 Prima Lettera ai Corinzi 10,16-17; 11,26-29. 194 Paolo VI, Mysterium Fidei 53, Libreria Editrice Vaticana, 1965 Città del Vaticano. 195 Fonti Francescane 142, Editrici Francescane, Assisi 1986. 196 J.A. Hardon, The History of Eucharistic Adoration, Inter Mirifica, Kensington 1996.
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eucaristica non si discosta molto per forme dalla preghiera davanti la croce: il
Sacramento viene portato dal sacerdote al centro dell’altare, tra canti accompagnati da
vari strumenti acustici, e “illuminato” dai flash degli apparecchi fotografici. I fedeli si
accalcano intorno all’altare, o siedono nei banchi, mentre altri si inginocchiano. Iniziano
le brevi preghiere del sacerdote, tradotte nelle numerose lingue dei pellegrini, dopo la
consueta pausa di preghiera, cominciano i canti, anch’essi in più lingue. Alla fine il
sacerdote passa in mezzo all’assemblea portando il sacramento e facendo il segno della
croce e la benedizione conclude l’adorazione con l’ultimo canto finale.
La pratica della benedizione del Santissimo Sacramento ha inizio nel tredicesimo
secolo sotto l’influenza dell’istituzione della festa del Corpus Christi da parte di papa
Urbano VI. Un aspetto della storia di questa benedizione non molto conosciuto è la sua
associazione con la devozione alla Beata Vergine: le confraternite laudesi usavano
accompagnare le laude alla Madonna con l’esposizione dell’eucaristia. Questa
consuetudine si propagò nelle processioni del Santissimo Sacramento, quando gli astanti
venivano benedetti con l’ostia santa197.
La pratica di benedire l’assemblea con il Santissimo Sacramento, a Medjugorje e
a Lourdes, è un’estensione della benedizione eucaristica combinata con la devozione alla
Vergine Maria. Nei suoi messaggi la Madonna ha chiesto di adorare il Santissimo
Sacramento: “Adorate senza interruzione il Santissimo Sacramento dell’altare. Io sono
sempre presente quando i fedeli sono in adorazione. In quel momento si ottengono grazie
particolari”198. La comunità Oasi della Pace ha preso alla lettera questo messaggio,
adorando incessamente l’ostia esposta giorno e notte all’interno della sua cappella, dove
vige il più assoluto silenzio. Nella cappella dell’adorazione adiacente la parrocchia è
invece possibile adorare il corpo di Cristo dalle 9 alle 17 di ogni giorno.
Nella storia della Chiesa numerosi ordini hanno posto alla base della loro
fondazione l’adorazione perpetua al Santissimo Sacramento, come i Benedettini della
Perpetua Adorazione del Benedetto Sacramento in Austria (1654), che facevano uno
speciale voto di perpetua adorazione, o come la Pia Unione degli Adoratori del
Santissimo Sacramento a Roma il cui scopo era la perpetua adorazione eucaristica
(1810). Presso i laici è doveroso ricordare la confraternita dei Padri del Benedetto
Sacramento fondata a Parigi nel 1856 da San Peter Julian Eymard. Christian Lupus fa
risalire le origini dell’adorazione perpetua alla fine del quarto secolo, ai tempi si
Sant’Ambrogio e Sant’Agostino, quando i nuovi convertiti al cattolicesimo adoravano il
197 Ibidem. 198 Messaggio del 15 marzo 1984.
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Sacramento esposto per otto giorni dopo il loro battesimo199. Dopo la vittoria sugli
albigesi, re Luigi VII di Francia fece esporre il Santissimo Sacramento nella Cappella
della Santa Croce (14 settembre 1226) e l’affluenza di adoratori fu tale che il vescovo di
Avignone decise di far continuare l’adorazione ininterrottamente, a cui seguì
l’approvazione della Santa Sede. Verso la fine del sedicesimo secolo papa Clemente VIII
istituì l’adorazione del Santissimo Sacramento delle Quaranta Ore consecutive200.
Il Digiuno a pane e acqua
La Madonna di Medjugorje ha invitato più volte nei suoi messaggi a digiunare a
pane e acqua, il mercoledì e il venerdì. Vicka afferma infatti: “Noi le abbiamo chiesto
come si deve digiunare e lei ci ha risposto ‹‹A pane e acqua››”201. Maria raccomanda il
digiuno e la preghiera come strumenti migliori nella lotta contro il male, come si evince
dal messaggio del 4 settembre 1986: “Cari figli, vi invito oggi alla preghiera e al digiuno.
Sapete, cari figli, che col vostro aiuto io posso fare tutto e costringere Satana a non
indurvi al male”. Conformemente con quanto espresso nel Vangelo di Marco, in cui Gesù
afferma che “Questa specie di demoni non si può scacciare in alcun modo, se non con la
preghiera e con il digiuno”202. Durante la guerra la Madonna ha chiesto di digiunare e di
pregare per la pace: “Cari figli, oggi vi invito a pregare per la pace. In questo tempo la
pace è minacciata in modo particolare e chiedo a voi di rinnovare il digiuno e la preghiera
nelle vostre famiglie”203. Nel Vecchio Testamento troviamo la pratica del digiuno per
implorare l’aiuto del Signore di fronte al pericolo della guerra: “Andarono ad annunziare
a Giosafat : ‹‹Una grande moltitudine è venuta contro di te da oltre il mare, da Edom.
Ecco sono in Cazezon-Tamar, cioè in Engaddi››. Nella paura Giosafat si rivolse al
Signore; per questo indisse un digiuno per tutto Giuda. Quelli di Giuda si radunarono per
implorare aiuto dal Signore; vennero da tutte le città di Giuda per implorare aiuto dal
Signore”204.
Nell’ Antico Testamento il digiuno è legato alla preghiera e alla conversione. I
profeti digiunavano prima di ricevere rivelazioni divine: “Mosè rimase con il Signore
quaranta giorni e quaranta notti senza mangiar pane e senza bere acqua. Il Signore scrisse
199 J.H. McMahon, Perpetual Adoration, in The Catholic Encyclopedia, cit., vol. I. 200 H. Thurston, Forty Hours’ Devotion, in The Catholic Encyclopedia, cit., vol. VI. 201 J. Bubalo, op. cit., p. 139. 202 Vangelo di Marco 9,29. 203 Messaggio del 25 luglio 1991. 204 Secondo libro delle Cronache 20,2-4.
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sulle tavole le parole dell’alleanza, le dieci parole”205. Il popolo d’Israele digiunava per
l’espiazione dei propri peccati, per essere salvato dalle catastrofi o nelle sventure e per
supplicare la misericordia di Dio: “Subito gli israeliti eliminarono i Baal e le Astarti e
servirono solo il Signore. Disse poi Samuele: ‹‹Radunate tutto Israele a Mizpa, perché
voglio pregare il Signore per voi››. Si radunarono pertanto a Mizpa, attinsero acqua, la
sparsero davanti al Signore e digiunarono in quel giorno, dicendo: ‹‹Abbiamo peccato
contro il Signore!››”206, “Il ventiquattro dello stesso mese, gli israeliti si radunarono per
un digiuno, vestiti di sacco e coperti di polvere. Quelli che appartenevano alla stirpe
d’Israele si separarono da tutti gli stranieri, si presentarono dinanzi a Dio e confessarono i
loro peccati e le iniquità dei loro padri”207. Digiuni venivano fatti nel momento del
dolore: “Quando gli abitanti di Iabes vennero a sapere ciò che i filistei avevano fatto a
Saul, tutti i loro guerrieri andarono a prelevare il cadavere di Saul e i cadaveri dei suoi
figli e li portarono in Iabes; seppellirono le loro ossa sotto la quercia in Iabes, quindi
digiunarono per sette giorni”208, “Si era fatta preparare una tenda sul terrazzo della sua
casa, si era cinta i fianchi di sacco e portava le vesti delle vedove. Da quando era vedova
digiunava tutti i giorni, eccetto le vigilie dei sabati e i sabati, le vigilie dei noviluni e i
noviluni, le feste e i giorni di gioia per Israele”209. Si digiunava anche per chiedere la
benedizione e la protezione di Dio: “Là, presso il fiume Aava, ho indetto un digiuno, per
umiliarci davanti a Dio nostro e implorare da lui un felice viaggio per noi, i nostri
bambini e tutti i nostri averi. Avevo infatti vergogna di domandare al re soldati e cavalieri
per difenderci lungo il cammino da un eventuale nemico; anzi, avevamo detto al re: ‹‹La
mano del nostro Dio è su quanti lo cercano, per il loro bene; invece la sua potenza e la
sua ira su quanti lo abbandonano››. Così abbiamo digiunato e implorato da Dio questo
favore ed egli ci è venuto in aiuto”210.
Nel Nuovo Testamento Gesù digiuna prima di essere tentato dal diavolo: “Allora
Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto per esser tentato dal diavolo. E dopo aver
digiunato quaranta giorni e quaranta notti, ebbe fame”211. E raccomanda il digiuno contro
i demoni: “Questa razza di demoni non si scaccia se non con la preghiera e il digiuno”212.
Negli Atti degli Apostoli, il digiuno è praticato prima di svolgere l’opera dello Spirito
205 Esodo 34,27-28. 206 Primo libro di Samuele 7,4-6. 207 Neemia 9,1-2. 208 Primo libro delle Cronache 10,11-12. 209 Giuditta 8,6-7. 210 Esdra 8,21-23. 211 Vangelo di Matteo 4,1-2. 212 Ivi, 17,21.
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Santo: “Mentre essi stavano celebrando il culto del Signore e digiunando, lo Spirito Santo
disse: ‹‹Riservate per me Barnaba e Saulo per l’opera alla quale li ho chiamati››. Allora
dopo aver digiunato e pregato, imposero loro le mani e li accomiatarono”213.
Nella pratica ecclesiastica oggi sono rimasti soltanto due giorni di digiuno: il
Mercoledì delle Ceneri e il Venerdì Santo. Il venerdì è giorno in cui i cristiani non
mangiano carne, ma ciò è lasciato al libero arbitrio. Nel Catechismo della Chiesa
Cattolica214, mentre al tema della preghiera sono dedicate 70 pagine, il digiuno viene a
malapena nominato in 9 punti. È citato nei paragrafi 575, 1434 e 1969, facendo
riferimento alle forme di pietà e di penitenza: “elemosina, preghiera e digiuno”. Nel
paragrafo 1387 il digiuno viene citato in riferimento alla preparazione alla Santa
Comunione (digiuno eucaristico), secondo le leggi della chiesa locale, senza stabilirne la
durata. Nel paragrafo 1438 si fa riferimento ai tempi e ai giorni di penitenza: “il tempo
della Quaresima e il venerdì in memoria della morte del Signore”. Il paragrafo 2043
prescrive il digiuno come preparazione alle feste liturgiche, per “farci acquistare il
dominio sui nostri istinti e la libertà del cuore”.
Il digiuno a pane e acqua, il mercoledì e il venerdì, proposto dalla Madonna a
Medjugorje, affonda le sue radici nella secolare tradizione della Chiesa d’Oriente e
d’Occidente. Mentre gli Ebrei digiunavano il lunedì e il giovedì, nella storia della Chiesa
lo si faceva il mercoledì e il venerdì215: il venerdì in ricordo della morte di Cristo sulla
croce e il mercoledì in espiazione dei peccati, perché Giuda, il mercoledì della Settimana
Santa, si recò dai farisei per barattare la consegna di Gesù. Questa prassi si diffuse nella
Chiesa d’Irlanda, lasciando le proprie tracce nella nomenclatura dei giorni della
settimana: ceadaoin (mercoledì), letteralmente primo giorno, daordaoin (giovedì), tra i
digiuni, aoine (venerdì), digiuno216. Il pane è il sostegno della vita e diviene simbolo
cristiano di suprema importanza quando Gesù parla di se stesso come “il pane di vita”217,
capace di donare la vita eterna a coloro che avrebbero creduto218. L’acqua può essere
identificata con le forze che danno la vita e con la stessa fecondità, date le sue qualità
vivificanti e generatrici. L’acqua è infatti elemento essenziale per la vita dell’uomo e
213 Atti degli Apostoli 13,2-3. 214 Catechismo della Chiesa Cattolica, a cura di R. Fisichella, Piemme, Casale Monferrato (AL) 1993. 215 R. Rader, Digiuno, in Enciclopedia delle religioni, diretta da Mircea Eliade, cit., vol. III, pp. 151-155. 216 S. Barbarić, Digiunate con il cuore, Medjugorje, Tocco Causaria (PE) 2001, pp. 61-62. 217 Vangelo di Giovanni 6,35. 218 J.E. Latham, Pane, in Enciclopedia delle religioni, diretta da Mircea Eliade, cit., vol. IV, pp. 505-506.
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necessaria per la crescita delle piante, ma è anche un agente di purificazione, come è
enfatizzato dalla stessa acqua santa nella religione cristiana219.
Via Crucis
I crociati in ritorno dalla Terrasanta portarono testimonianze della Via Dolorosa,
il vero tragitto percorso da Gesù, dal tribunale di Pilato fino al Golgota, dove fu
crocifisso. Nel diciassettesimo secolo, anche in seguito alla dominazione turca nei luoghi
santi, i frati francescani inserirono nelle proprie chiese le stazioni della Via Crucis,
affinché anche coloro che non potevano permettersi il viaggio a Gerusalemme, avessero
l’opportunità di vivere l’esperienza della Passione220. Le quattordici stazioni sono dedotte
dai racconti della passione, presenti nei vangeli, e da antiche tradizioni orali221.
A Medjugorje la via crucis viene meditata collettivamente sul monte Križevac,
tutti i venerdì alle 16 in estate e alle 14 in inverno. La gente sale il monte numerosa,
ripercorrendo le tappe della Passione di Gesù Cristo e recitando le formule tradizionali,
fino ad arrivare alla grande croce di cemento, innalzata nel 1933, anno di
commemorazione della crocifissione. Ad ogni ora del giorno e della notte si possono
incontrare persone solitarie o in gruppi da tre a venti membri, salire il monte,
soffermandosi sulle varie stazioni bronzee della via crucis, che si trovano lungo il
sentiero montano, o passare velocemente verso la cima. Molti di questi devoti percorrono
la ripida salita a piedi scalzi, per ringraziare per una particolare grazia o chiederla o per
semplice devozione. La Madonna stessa ha chiesto più volte di recarsi sul monte
Križevac a pregare, dichiarando che la croce eretta era già nel disegno di Dio: “Cari figli,
anche la croce faceva parte del disegno di Dio, quando voi l’avete costruita.
Particolarmente in questi giorni recatevi sul monte e pregate davanti alla croce”222.
Spiega infatti Vicka: “Tante volte la Madonna ci ha chiamato per andare al Križevac,
durante la Quaresima, per fare sacrifici, pregare la via crucis e adesso questo è rimasto il
secondo posto dopo il Podbrdo”223.
Alcuni pellegrini pregano la via crucis davanti alle piccole stazioni poste intorno
alla grande statua bronzea del Cristo risorto dalla croce, sita nell’area posteriore della
219 J. Rudhardt, Acqua, in Enciclopedia delle religioni, diretta da Mircea Eliade, cit., vol. IV, pp. 7-15. 220 G. Cyprian Alston, Way of the Cross, in The Catholic Encyclopedia, cit., vol. XV. 221 Le stazioni della via crucis sono: Gesù Cristo condannato a morte; Gesù Cristo prende la croce; Gesù Cristo cade la prima volta; Gesù Cristo incontra sua madre; Gesù Cristo aiutato da Simone di Cirene; Veronica asciuga il volto di Gesù Cristo; Gesù Cristo cade la seconda volta; Gesù Cristo incontra le donne piangenti; Gesù Cristo cade la terza volta; Gesù Cristo viene spogliato; Gesù Cristo viene inchiodato alla croce; Gesù Cristo muore in croce; Gesù Cristo deposto dalla croce; Gesù Cristo deposto nel sepolcro. 222 Messaggio del 30 agosto 1984. 223 Intervista a Vicka, Medjugorje, agosto 2003.
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parrocchia di San Giacomo. Dall’anno del Giubileo del 2000 è stata rilevata una
fuoriuscita di una sostanza liquida dal ginocchio destro del Cristo. Padre Ljubo, l’attuale
parroco, mi spiega: “Un pellegrino ha notato che usciva del liquido dal ginocchio della
statua. Ancora però non sono state fatte delle analisi scientifiche. C’è chi pensa che sia un
miracolo, chi invece sostiene che sia la condensa naturale del bronzo”224. Molte sono le
persone che si soffermano ai piedi della statua, cercando di raccogliere il liquido con
fazzoletti o fialette di vetro. È evidente soprattutto in questo caso il richiamo al culto
delle sante reliquie, che si credevano impresse delle stesse proprietà taumaturgiche della
persona santa a cui erano appartenute225, come mostrato nel racconto evangelico della
donna sofferente di emorragia che venne guarita toccando il lembo del mantello di
Gesù226.
La Confessione
Il Concilio di Trento ha riconosciuto come dogma di fede cattolica che i
sacramenti sono sette (battesimo, cresima, eucaristia, penitenza, estrema unzione, ordine
e matrimonio), precisando che essi sono stati istituiti da Gesù Cristo. La Chiesa indica nel
passo del Vangelo di Giovanni 20, 22–23 l’istituzione della confessione: “Ricevete lo
Spirito Santo; a chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete,
resteranno non rimessi”. Con queste parole Cristo risorto conferì agli apostoli il potere di
perdonare i peccati nel sacramento della penitenza. Il sacramento della penitenza è
costituito dagli atti del penitente - contrizione, confessione e soddisfazione – e del
sacerdote che giudica e assolve227.
Nell’Enciclopedia delle religioni a cura di Mircea Eliade, la confessione dei
peccati viene definita come “quell’insieme di dichiarazioni relative a peccato o colpe che
vengono pronunciate al fine di sfuggire a tali peccati e alle loro conseguenze. Questa
confessione dei peccati in senso stretto ricorre di solito in un contesto ritualizzato che
trascende l’individualità del peccatore, o colpevole. Essa deve inoltre essere compiuta
davanti a un ‹‹ricevente›› che ascolta la confessione”228. Raffaele Pettazzoni elaborò la
teoria secondo la quale la confessione dei peccati avrebbe avuto origine da forme di
magia, in particolare della magia della parola pronunciata. La confessione sarebbe stata in
224 Intervista a Padre Ljubo, Medjugorje giugno 2004. 225 H. Thurston, Relics, in The Catholic Encyclopedia, cit., vol. XII. 226 Vangelo di Matteo 9, 21; Vangelo di Marco 5, 28; Vangelo di Luca 8, 44. 227 D. Sartore, I sette sacramenti della chiesa, in Catechismo della Chiesa Cattolica, cit., pp. 865; 890-901. 228 U. Bianchi, Confessione dei peccati, in Enciclopedia delle religioni, diretta da Mircea Eliade, cit., vol. II, pp. 111-118.
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origine un rito finalizzato a espellere o eliminare un peccato attraverso la pura
espressione verbale, particolarmente in contesti culturali come quelli delle società
agricole e matriarcali229.
Nella religione ebraica la predicazione profetica propone un pentimento che
realizza il ritorno a Dio, attraverso un riconoscimento dei propri peccati, intesi come
comportamenti responsabili che hanno posto in crisi l’Alleanza fra l’uomo e Jaweh.
Tuttavia tale riconoscimento dei peccati non assume l’aspetto di un vero e proprio rito di
confessione. Soltanto successivamente si sviluppa una liturgia di confessione, i cui primi
accenni sono contenuti in Neemia 9, 2. L’espulsione dei peccati, con la confessione dei
peccati durante la liturgia del Giorno delle Espiazioni, è di epoca posteriore e presente
nell’attuale culto sinagogale nelle forme di litanie e di preghiere che liberano il popolo
dalle colpe230.
La confessione dei peccati, indipendentemente dalle sue particolari qualificazioni
storiche ed etnologiche, resta un atto volontario o imposto dagli ordinamenti liturgici e
cerimoniali, attraverso il quale il peccatore o la comunità, responsabile di omissioni o di
commissioni, ricostituiscono un ordine di rapporti con il mondo divino o con il mondo
delle potenze magiche, che è stato turbato dal comportamento volontario231, che oscilla
fra un livello di infrazioni riguardanti la purezza rituale e un livello di comportamenti
eticamente rilevanti, in rapporto a una norma di origine divina. Il peccato, che determina
un disquilibrio nella relazione con il mondo soprannaturale, può essere concepito come
una situazione di impurità materiale che comporta l’esposizione dell’uomo a una serie
indefinita di rischi, tra cui la punizione divina. La confessione dei peccati, con i suoi
rituali penitenziali, è finalizzata a garantire nuovamente al peccatore di rinsaldare
l’equilibrio perduto, sottraendo il gruppo alle potenze distruttrici emergenti. La
purificazione può essere realizzata mediante la semplice elencazione verbale dei peccati,
perché il dichiarare verbalmente il proprio peccato significa distruggerlo, secondo
un’ideologia che appartiene alle concezioni relative all’efficacia magica della parola232.
Nel cristianesimo, in cui il peccato è invece concepito come offesa rivolta a Dio e
dipendente dal comportamento dell’uomo, la confessione dei peccati assume gli aspetti di
un atto di sottomissione alla volontà divina, di mortificazione individuale, di
229 R. Pettazzoni, La confessione dei peccati, Zanichelli, Bologna 1929-36. 230 D.E. Aune, Pentimento, in Enciclopedia delle religioni, diretta da Mircea Eliade, cit., vol. III, pp. 496-503. 231 A.M. Di Nola, Confessione dei peccati, in Enciclopedia delle religioni, Vallecchi, Firenze 1970, vol. II, pp. 311-316. 232 J.G. Frazer, Il ramo d’oro, Newton Compton, Roma, 1992 pp. 35-47.
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riconoscimento della propria dipendenza e condizione creaturale, prescindendo quindi da
ogni efficacia magica automatica233.
Fin dagli inizi delle apparizioni di Medjugorje, la Madonna ha esortato i fedeli a
confessarsi, tanto che una sera, l’allora parroco Jozo, ha dovuto chiedere l’aiuto degli altri
frati dei paesi limitrofi, data l’enorme affluenza di penitenti. Medjugorje è stato spesso
definito il confessionale del mondo: “I pellegrini in questo santuario, già da 21 anni,
incontrano Dio faccia a faccia, con il loro sguardo dritto nel Suo. Lo stesso avviene nel
confessionale. Qui l´uomo si riconcilia col passato, butta via il vecchio e prende un uomo
nuovo. Nel confessionale il credente abbandona le tenebre ed entra in uno spazio di luce
che è visibile a qualsiasi sguardo. Da qui il calzante appellativo: Medugorje, il
confessionale del mondo!”234. In molti messaggi Maria invita alla confessione e alla
riconciliazione fraterna: “Oggi voglio invitare tutti alla confessione”235. Nel messaggio
del 25 gennaio 1995 la confessione è strumento per realizzare la pace: “Gesù desidera
riempire i vostri cuori di pace e di gioia. Non potete, figlioli, realizzare la pace se non
siete in pace con Gesù; per questo vi invito alla confessione, affinché Gesù sia la vostra
verità e la vostra pace”. A Medjugorje le persone possono confessarsi dalle 17 fino alle
21 circa, nei confessionali sul lato sinistro della Chiesa di S. Giacomo, o presso il muro
nella stessa area laterale, dove vari preti confessano i fedeli, che formano anche lunghe
file, restando spesso in attesa per periodi di tempo abbastanza lunghi.
Incontri con i pellegrini
Il programma settimanale di preghiera a Medjugorje è scandito da vari incontri
con i pellegrini, affluiti da varie nazioni, tenuti dai veggenti disponibili e dai sacerdoti
della parrocchia e dall’ex parroco che ha assistito ai primi eventi, padre Jozo a Široki
Brieg, a 30 km da Medjugorje. Gli incontri con padre Jozo sono suddivisi nel corso di
tutta la settimana, organizzati per i pellegrini di ogni nazione e lingua. Durante l’incontro
il parroco racconta la storia delle prime apparizioni e il suo passaggio graduale dallo
scetticismo alla fede, fino alla difesa degli avvenimenti di Medjugorje. L’esposizione dei
fatti è intervallata dalla coroncina dei sette Padre Nostro e dalle continue invocazioni allo
Spirito Santo, seguendo infatti il consiglio della Madonna: “pregate per avere lo Spirito di
verità. Particolarmente voi della parrocchia, perché a voi è necessario lo Spirito di verità,
233 L. Della Torre, Confessione dei peccati nel Cristianesimo, in Enciclopedia delle religioni, Vallecchi, cit., vol. II, pp. 316-318. 234 M. Knezovic, Gli occhi di Medjugorje, in Press Bulletin n. 174, 26 maggio 2002. 235 Messaggio del 24 marzo 1985.
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in modo che possiate trasmettere i messaggi così come sono, non aggiungendo né
togliendo alcunché: così come io li ho dati”236.
Negli incontri della mattina segue la messa, mentre in quelli del pomeriggio si
passa direttamente alla benedizione con l’imposizione delle mani, da parte dei sacerdoti
presenti, molti dei quali sono le guide spirituali venute con i pellegrini. I sacerdoti
passano tra l’enorme folla di gente ammassata all’interno della chiesa, imponendo le
mani per la discesa dello Spirito Santo sui fedeli disposti in fila ai lati dei corridoi. Molti
cadono sul pavimento, restando immobili, in una sorta di catalessi, chiamata dai presenti
“riposo dello spirito”. Durante la messa, e dopo durante le benedizioni, è possibile anche
assistere a scene di esorcismo, con grida e “stridore di denti”, uscenti dalla bocca
dell’esorcizzato, accompagnate spesso da vomiti, mentre molti fedeli escono dalla chiesa
impauriti. Crapanzano spiega come i posseduti agiscano quasi attraverso una diversa
personalità, anima o spirito che sia, entrata nel loro corpo assumendone il controllo e
causando alterazioni evidenti nella fisionomia, nella voce e nei modi abituali, che spesso
divengono grotteschi e blasfemi. Il posseduto viene sottratto alla propria esistenza
quotidiana dallo spirito che entra in possesso di lui e introdotto in un mondo liminare,
quello della dissociazione e della possessione, e solo attraverso l’esorcismo (che
riproduce la struttura tripartita della possessione stessa237) può rientrare nel proprio
mondo ordinario238. Durante l’imposizione delle mani, molti si accalcano intorno alla
figura di padre Jozo, desiderosi di ricevere la benedizione dalle sue mani, da colui,
secondo voci non confermate ufficialmente, che si è convertito alle apparizioni dopo aver
egli stesso visto la Madonna all’interno della chiesa di Medjugorje.
Vicka è indicata dai pellegrini come la veggente più disponibile, infatti è quella
che riceve più spesso i pellegrini nell’abitazione dei suoi genitori a Medjugorje. Gli
incontri si svolgono generalmente di mattina alle 8 per poi continuare anche fino alle 13,
per il susseguirsi di pellegrini di diverse nazionalità. Vicka parla dei messaggi principali
della Madonna e del suo viaggio, insieme al veggente Jacov, all’inferno, purgatorio e
paradiso, le cui descrizioni non si discostano molto dall’iconografia uffiale. Poi segue una
preghiera silenziosa fatta dalla veggente per i presenti, durante la quale è possibile
assistere a episodi di possessione diabolica. Durante gli incontri, alcune persone,
soprattutto italiani, cercano di avere un colloquio o una benedizione personale dalla
236 Messaggio del 9 giugno 1984. 237 A. Van Gennep, I riti di passaggio, Bollati Boringhieri, Torino 1985, pp. 3-14. 238 V. Crapanzano, Possessione spiritica, in Enciclopedia delle religioni, diretta da Mircea Eliade, cit., vol. III, pp. 511-520.
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veggente, o cercano di stringerle la mano durante il racconto, o di toccarla, in una calca
che spinge la folla sopra la righiera dove Vicka parla e saluta, sorridendo continuamente
nonostante la pressante ressa.
In questi incontri, come in altre occasioni che contraddistinguono la vita religiosa
di Medjugorje, si possono riscontrare modelli comportamentali, riconducibili alle varie
differenze etno-culturali dei vari gruppi di pellegrini. Durante gli incontri di Vicka, per
esempio, gli italiani e i libanesi si caratterizzano per quella che Hall definisce “distanza
intima”239, cioè la distanza zero che implica il contatto dei corpi. Secondo Hall, fondatore
della Prossemica, ogni cultura definisce lo spazio in maniera diversa, secondo un proprio
bisogno istintivo di delimitare il proprio territorio. Entrambi i popoli si accalcano alla
ricerca di un contatto con la veggente, come ad un concerto rock, con grida, richiami e
pianti. Se prendiamo in esame invece irlandesi, francesi e tedeschi, essi si
contraddistinguono per un’osservazione e un ascolto silenzioso, una marcata “distanza
personale”240 e la quasi immobilità tipica delle conferenze. I popoli dell’est europeo, a
loro volta, sembrano avere un comportamento a metà strada tra il primo e il secondo
gruppo: vicinanza tra loro e col veggente, ma priva delle spinte e dei richiami, quasi
immobile. Questi stessi comportamenti si ripresentano anche agli altri incontri con i
pellegrini. Queste differenziazioni possiamo comunque osservarle anche nelle salite ai
monti, dove italiani e libanesi usano pregare e cantare a voce alta, incuranti dell’altrui
preghiera, nonostante un cartello in cinque lingue posto nei luoghi sacri inviti al silenzio;
mentre irlandesi, tedeschi, francesi pregano in silenzio, temendo quasi di disturbare i
pellegrini vicini nella meditazione.
Il veggente Ivan e la veggente Marija, sono soliti tenere i loro incontri presso
un’edificio giallo, dietro la parrocchia. Anche loro, come Vicka, parlano dei principali
messaggi della Madonna e di qualche loro esperienza, intervallati dalla coroncina dei
sette Padre Nostro, come da padre Jozo. A fine incontro francesi, tedeschi, irlandesi
escono dalle uscite laterali, mentre italiani e libanesi cercano “disperatamente” di
fotografare o toccare o fare toccare un oggetto sacro al veggente di turno, spingendo
incuranti gli altri pellegrini che possano accidentalmente trovarsi lungo il tragitto che li
separa dal veggente.
Marija riceve i pellegrini anche nel pomeriggio, durante incontri di preghiera
interrotti dall’apparizione quotidiana. Ivan li riceve invece il lunedì (o martedì) e venerdì,
nel luogo chiamato Croce Blu, alle pendici del Podbrdo, dove intorno alle 22 il veggente
239 E.T. Hall, La dimensione nascosta, Bompiani, Milano 1968. 240 Ibidem.
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ha le “apparizioni straordinarie”, in cui la Madonna benedice i presenti e spesso da loro
anche un breve messaggio. Il veggente raccomanda ai pellegrini di andare sul luogo
un’ora prima dell’apparizione, per pregare. Molti affollano il posto, e allo spuntare di
Ivan, i flash cominciano a lampeggiare. Dopo un breve saluto e la continuazione della
preghiera, il veggente cade a terra in ginocchio: l’apparizione è iniziata. In quel momento
molti stanno in silenzio, in ginocchio o in piedi o semplicemente seduti sulla terra. Altri
parlano incuranti e altri ancora filmano o fotografano l’avvenimento, nella speranza di
riprendere qualcosa di soprannaturale. Finita l’apparizione, che è durata circa cinque
minuti, il veggente riferisce l’eventuale messaggio, in croato che viene subito tradotto, e
si congeda dalla folla che tenta ancora di avvicinarlo. Molti sono i pellegrini che
rimangono a pregare sull luogo dell’avvenuta apparizione.
Ovviamente non cè bisogno qui di descrivere nuovamente i modelli
comportamentali dei vari gruppi linguistici. Alcuni tra i presenti sostengono di avere
sentito una sensazione interiore, un calore o un profumo durante l’apparizione: “[la
Madonna] mi ha toccato, mi sono emozionata, anche perché la Madonna appare a lui
[Ivan], però poi tocca a tutti quanti”241. La Croce Blu è il luogo di preghiera preferito
degli italiani e dei francesi, che si recano lì all’imbrunire (gli ultimi), o verso sera tardi (i
primi), a pregare il rosario in silenzio i francesi e a voce alta accompagnato con canti i
secondi.
Altri luoghi di preghiera
Di fronte la chiesa parrocchiale, nell’enorme spiazzo, è situata una statua della
Madonna, in marmo bianco, dove i pellegrini amano sostare a tutte le ore del giorno e
della notte, pregando in ginocchio, o seduti nelle panche poste intorno al recinto. È
possibile vedere donne percorrere in ginocchio o a piedi l’area intorno alla statua, col
rosario in mano, per devozione o per chiedere una particolare grazia, secondo un uso
tipicamente croato. Di notte questo luogo è affollato di pellegrini in atteggiamenti di
preghiera e tra tutti si distinguono quelli italiani per la modalità estroversa della loro
devozione, soprattutto di gruppo, con chitarre e non di rado danze tipiche del movimento
carismatico, altrimenti conosciuto come Rinnovamento nello Spirito. Questi gruppi si
ritrovano molto spesso, la prima notte del loro arrivo o la notte prima della partenza, a
salutare la Vergine di fronte la Chiesa, in piena effervescenza fisica ed emotiva, in una
241 Intervista a Melania, Medjugorje, agosto 2003.
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preghiera contraddistinta da canti accompagnati da vari strumenti, chitarre, tamburi, e
balli.
Secondo Cantucci: “I carismatici si rivolgono principalmente allo Spirito Santo,
dal quale vogliono essere posseduti per ottenere i doni, appunto “i carismi”, come ad
esempio il dono di parlare in lingue sconosciute. Nelle loro riunioni si chiamano per
nome di battesimo, si abbracciano, si baciano, cantano e suonano”242. In Italia sono noti i
sacerdoti carismatici del Rinnovamento nello Spirito, come padre Tardif o padre
Betancourt, capaci di radunare ai loro incontri migliaia di persone. Proprio dietro le più
note apparizioni mariane contemporanee sembrano esserci movimenti carismatici. Nel
maggio 1981 a Roma, a un incontro del Rinnovamento nello Spirito, era presente padre
Tomislav Vlasić, che presto sarebbe divenuto parroco di Medjugorje. Durante una
incontro padre Vlasić chiese che si pregasse sopra di lui in aiuto all’indifferenza dei
fedeli della propria parrocchia a Capljina. Durante la preghiera la suora irlandese Briege
McKenna lo vide seduto sulla poltrona di una chiesa a due torri, circondata da una grande
folla di gente. Il giorno successivo padre Emiliano Tardif diede a padre Vlasić un
messaggio profetico da parte di Gesù: “Non aver paura, sto per mandarti mia madre!”243
242 F. Ferrarotti, G. De Lutiis, M.I. Macioti, L. Cantucci, Studi sulla produzione sociale del sacro. Forme del sacro in un’epoca di crisi, vol. I, Liguori, Napoli 1978, p. 298. 243 W. Weible, The Final Harvest, Paraclete Press, Brewster 199, pp. 4-5.
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Capitolo V
Miracoli e segni prodigiosi
Il concetto di miracolo risale etimologicamente al termine latino miraculu, cioè
avvenimento che suscita stupore attraverso la propria manifestazione sensibile. Già nel
diciannovesimo e all’inizio del ventesimo secolo con questo termine venivano designati
principalmente fenomeni naturali insoliti, come le guarigioni da gravi e incurabili
malattie. Ogni definizione di miracolo presupponeva la sua natura esterna e visibile, che
va oltre e contro natura e, poiché Dio è più grande della stessa natura in quanto suo
creatore, tutti questi fatti gli furono attribuiti244. L’apologetica ha visto nel miracolo la
prova della legittimità e del significato sovrannaturale della rivelazione, tentando di
dimostrare, con metodi e criteri scientifici, l’esistenza di Dio e il significato
soprannaturale della rivelazione. Nella teologia cattolica, il miracolo è l’opera prodigiosa
di Dio nel mondo, per la salvezza dell’uomo. Il miracolo pertanto è allo stesso tempo un
intervento divino, una rivelazione e una teofania, che si manifesta e realizza attraverso un
evento o una persona. Per mezzo del miracolo Dio si manifesta, pur restando
contemporaneamente invisibile, lasciando al libero arbitrio del cristiano la facoltà di
credere o meno al miracolo stesso245.
Secondo la rivelazione biblica il significato principale di miracolo è segno o
simbolo, riferendosi a Dio, indicato quale vincitore del peccato e della malattia, che
rendono l’uomo incapace e lo riducono in schiavitù. Inoltre esso rappresenta
un’aticipazione della venuta del regno di Dio: “Se invece io scaccio i demoni con il dito
di Dio, è dunque giunto a voi il regno di Dio”246. La reazione dell’uomo di fronte al
miracolo, si esprime in un’estrema meraviglia: “Quegli si alzò, prese il suo lettuccio e se
ne andò in presenza di tutti e tutti si meravigliarono e lodavano Dio dicendo: ‹‹Non
abbiamo mai visto nulla di simile!››”247; o in una sorta di timore: “alzati, disse allora al
paralitico, prendi il tuo letto e va a casa tua. Ed egli si alzò e andò a casa sua. A quella
vista, la folla fu presa da timore e rese gloria a Dio che aveva dato un simile potere agli
uomini”248.
244 M. Waida, Miracolo, in Enciclopedia delle religioni, diretta da Mircea Eliade, cit., vol. I, pp. 352-359. 245 K. Rahner, Saggi di antropologia e soprannaturale, Edizioni San Paolo, Cinisello Balsamo (MI) 1968. 246 Vangelo di Luca 11,20. 247 Vangelo di Marco 2,12. 248 Vangelo di Matteo 9,7-8.
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Quello che in teologia si definisce miracolo, viene considerato in ambito
scientifico un fenomeno naturale, del quale non si conosce ancora la causa. Il miracolo
contiene in sé una realtà naturale e una soprannaturale. La prima è oggetto di studi da
parte della scienza, che tuttavia non può negare o ammettere una realtà che si trova al di
fuori delle sue conoscenze scientifiche e che definisce quindì non ancora spiegabile. Il
giudizio conclusivo sul miracolo spetta alla teologia, il cui compito è quello di penetrare
la Rivelazione con la luce della ragione, puntando a una spiegazione viva della fede”249.
I segni rappresentano un tema costante di ogni apparizione, desiderati dai
pellegrini, che soddisfano così il loro bisogno di credere agli eventi straordinari attraverso
queste manifestazioni epifaniche. I veggenti in questi casi risultano spesso intermediari,
chiedendo alla visione di manifestarsi a tutti attraverso un segno. A Lourdes il parroco
dice a Bernardette che avrebbe creduto se Aquero avesse fatto fiorire il roseto selvatico
accanto alla grotta, ma la Madonna a questa richiesta non rispose e sorrise250. A Fatima,
in seguito alla richiesta di un segno, si ebbe il grandioso prodigio solare del 13 ottobre
1917251. A Medjugorje i veggenti hanno chiesto varie volte un segno, ma a questa
richiesta la Madonna cominciava a cantare o scompariva improvvisamente252, esistono
registrazioni in cui i ragazzi chiedono un segno per convincere gli altri che non sono
bugiardi253. Successivamente la Madonna cominciò a rispondere, promettendo un segno,
che è parte del terzo segreto dato ai veggenti: “Ci sarà un segno sulla collina delle
apparizioni, come un dono per tutti noi, perché si veda che la Madonna è qui presente
come nostra madre. […] Sarà un segno ben visibile, che non sarebbe potuto essere fatto
da mani umane; una cosa del Signore”254. In quell’occasione alcuni malati saranno
guariti, i veggenti raccontano di avere avuto una visione della guarigione di un ragazzo a
cui fu amputata una gamba255, del resto protagonista di un simile caso, avvenuto a a
Saragozza nel 1640, fu il giovane Miguel-Juan Pellicer di Calanda, a cui ricrebbe una
gamba amputata anni addietro256. A Ezquioga previsioni di un grande segno che avrebbe
provato la verità delle apparizioni si diffusero già tre giorni dopo il primo evento257.
Sin dagli inizi, a Medjugorje alcune manifestazioni prodigiose hanno
accompagnato le apparizioni della Madonna. Tra questi fenomeni, quelli riferiti più di
L.G. Da Fonseca, op. cit., p. 104.
249 W. Kasper, Introduzione alla fede, Queriniana, Brescia 1994. 250 J.B. Estrade, op. cit., p. 157. 251
252 R. Laurentin, Racconto e messaggio delle apparizioni di Medjugorje, Queriniana, Brescia 1987, p. 129. 253 J. Bubalo, op. cit., p. 40. 254 M. Dragicević, L. Fanzaga, op. cit., pp. 96-98. 255 E. Sala, P. Mantero, op. cit., 184. 256 V. Messori, Il Miracolo, Rizzoli, Milano 2000. 257 W. Christian, op. cit., pp. 129-131.
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frequente sono stati strani movimenti del sole, la comparsa a grandi lettere della scritta
MIR (PACE) nel cielo, sfere di straordinaria luminosità, e altri fenomeni e immagini
particolari. Mirko di Čitluk mi racconta a tal proposito: “Nei primi giorni tutti hanno
visto tante cose, tutti hanno visto ad esempio quando nel cielo c’era scritto MIR, è stato
un’ora e anche di più, come nuvola bianca, lunga, grande”258. E la stessa scritta nel cielo
è stata vista anche da altre persone: “Mia sorella più grande era stata a Medjugorje due
anni dopo l’inizio delle apparizioni e lei aveva visto la scritta MIR nel cielo”259. Padre
Rupčić riferisce di un fenomeno miracoloso del sole visto da lui stesso e da più di due
mila persone presenti: “Il 19 maggio 1985 […] circa alle 18,49, quando doveva iniziare la
messa serale concelebrata […] uscii davanti la chiesa e vidi nel cortile la gente che si
assiepava – più di mille uomini, donne e bambini – con lo sguardo rivolto verso ovest, da
dove venivo io. Mi guardai meglio intorno e vidi, con mia grande meraviglia,
un’immensa luce verso ovest di colore chiaramente bianco. Il sole vi era totalmente
immerso. Era una luce così forte e magnifica da avvolgere quasi tutta la chiesa, arrivando
fino ai nostri piedi. Alcuni istanti dopo la scena cambiò: apparve il sole circondato da un
anello scuro, ma dietro l’anello la luce splendeva in diversi colori in tutte le direzioni. In
quel momento il sole iniziò a ruotare nel suo anello. Successivamente tutto questo si
indirizzò sulla chiesa e su di noi, come se volesse cadere su di noi. Questo suscitò in noi
per un istante una strana paura. E quando il sole fu quasi vicino a noi, iniziò a tornare
nuovamente al punto di partenza. La cosa si ripetè alcune volte. Il sole si avvicinò quindi
diverse volte per tornare indietro. […] Poi mi guardai intorno per vedere come reagivano
gli altri. Alcuni erano eccitati, alcuni parlavano ad alta voce e con qualcuno accanto a
loro; alcuni si alzavano tesi in punta di piedi e seguivano immobili quel che il sole stava
facendo; alcuni riprendevano con la telecamera o un apparecchio fotografico”260. Il 4
agosto 1981, padre Loncar, parroco di Gradnić, vide una donna stupenda librarsi dalla
collina delle apparizioni fino alla Chiesa di Medjugorje261.
Il collegamento tra apparizione e cielo appare quasi ovvio nelle apparizioni
mariane contemporanee data la simbologia celeste della religione cristiana262.
Nell’Antico Testamento si fa riferimento ai cieli come alla casa di Dio263 mentre nel
258 Medjugorje, agosto 2003. 259 Intervista a Frances, Medjugorje, agosto 2003. 260 L. Rupčić, Medjugorje nella storia…, cit., Medjugorje, Tocco Causaria (PE) 1990, p. 187. 261 S. Kraljević, C. Maggioni, op. cit., p. 81. 262 P.C. Chemery, Cielo, in Enciclopedia delle religioni, diretta da Mircea Eliade, cit., vol. IV, pp. 135-143. 263 Genesi 11,5.
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Nuovo Testamento Gesù viene visto salire al cielo dopo essere risorto da morte264. A
Fatima una nuvola bianca circonda l’elce delle apparizioni o i tre pastorelli e dopo pochi
minuti sale verso il cielo e scompare265. Per la terza e la quarta apparizione il fenomeno
della nuvola si produce anche in assenza dei veggenti, impediti a venire, così come a
Medjugorje una nube luminosa si distacca dal Podbrdo il settimo giorno delle
apparizioni, mentre i veggenti pregano a distanza, impossibilitati a raggiungere il
luogo266. A Fatima i testimoni dichiararono di aver visto le nuvole colorarsi: “dei brillanti
colori dell’arcobaleno”267, a Medjugorje padre Loncar vide una incredibile nube rosso-
viola, distinguendo in essa “una magnifica figura di donna”268. Anche Valeria di Palermo
mi racconta di aver visto una nuvola particolare a Medjugorje: “Ero a messa, la messa era
all’aperto e il mio amico accanto a me mi ha fatto segno di guardare nel cielo. Io ho
guardato e ho visto nel cielo la forma di Gesù Cristo in croce, con le braccia allargate,
come se fossero delle nuvole che formavano tutto questo, però era una forma piuttosto
reale, però era formata con le nuvole. Appunto aveva le braccia aperte, distese e la bocca
come se stesse dicendo qualcosa e subito dopo ho visto sempre Gesù inginocchiato, come
in genere nelle raffigurazioni di Gesù che prega nell’orto, che possiamo trovare nelle
santine, quindi di profilo, che guardava in alto, inginocchiato e poi nella stessa posa,
sempre inginocchiata, una figura che mi sembrava la Madonna, con un velo, un vestito
lungo, sempre inginocchiata che pregava con le mani giunte”269.
A Lourdes il parroco Peyramale racconta di aver visto in chiesa una domenica un
fascio di luce brillare intorno alla testa di Bernardette270. A La Salette i bambini parlano
di un fenomeno luminoso: un “bagliore che galleggia”271 da cui prende forma la visione.
Caterina Labouré vede un globo d’oro nelle mani della Vergine, simboleggiante “il
mondo intero, particolarmente la Francia e ogni persona in particolare”272 che, secondo
Guitton, “fa pensare a quei carri di luce, a quei roveti che appaiono talvolta nella
Scrittura, come il ricettacolo, il tabernacolo della presenza di Dio. Si pensi al roveto
ardente; si pensi al carro di Elia”273. In questi esempi siamo di fronte al tradizionale
264 Vangelo di Marco 16,19; Vangelo di Luca 24,50-53. 265 L.G. Da Fonseca, op. cit., p. 48, 85. 266 J. Bubalo, op. cit., p. 48. 267 Ivi, p. 48. 268 S. Kraljević, C. Maggioni, op. cit., p. 83. 269 Intervista a Valeria, Medjugorje, agosto 2003. 270 J.B. Estrade, op. cit., p. 216. 271 R. Masson, La Salette. 19 settembre 1846. La Madonna vestita di primavera, Editrice Rogate, Roma 1988, p. 23. 272 J. Guitton, La medaglia miracolosa al di là della superstizione. La Vergine a Rue du Bac, Edizioni San Paolo, Cinisello Balsamo (MI) 1995, p 58. 273 Ibidem.
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accostamento metaforico della luce e della divinità274, che trova particolare enfasi nella
costituzione del simbolo ottico-visivo del sole, come avverrà da Fatima in poi275.
Molti pellegrini a Medjugorje mi hanno riferito di essere stati testimoni di segni o
movimenti particolari del sole: “una volta ho visto il segno del sole, ma non l’ho mai
chiesto, è stato il 6 agosto dell’anno scorso, giorno della Trasfigurazione”276. Anne Mary
mi raconta: “Era pomeriggio, tutti guardavano in alto, anch’io guardai in alto e vidi
qualcosa come l’eucaristia, si era l’eucaristia che stava ricoprendo il sole. Il sole allora
cominciò a pulsare e lo vidi farsi sempre più vicino”277. Anche Janet di Cleveland, Ohio,
assiste ad un prodigio solare: “Il sole riempiva il cielo come una croce un giorno mentre
stavo camminando sul monte e non potei andare più avanti, sembrava riempire tutto il
cielo, ma indubbiamente il più grande fenomeno che ho trovato qui è la pace. Ho parlato
con tantissime persone che mi hanno confessato che il più grande miracolo è il senso di
pace e si sono sentite spinte alla messa, rosario, confessione, eucaristia, in un modo del
tutto nuovo, includendo Dio nella loro vita, cambiandola”278.
La conversione, intesa come radicale cambiamento di comportamenti e abitudini
esistenziali279, mi è stata spesso annoverata dai pellegrini tra i segni o fenomeni
particolari di Medjugorje: “La gente viene toccata, a volte sono guarigioni fisiche o
miracoli forse, ma un altro miracolo è quello della guarigione dei cuori, la gente va a
confessarsi e la sua fede aumenta, crede che c’è Dio e più prega più ha fede e quindi c’è
la conversione: ecco il miracolo spirituale. Gente senza speranza che viene qui e trova la
speranza, trova Dio e il sacramento della riconciliazione, capisce che c’è un Dio e ha
speranza e questo è il reale fenomeno”280. Dello stesso parere sembra essere Annalisa:
“Particolare qua ho visto la fede delle persone, questo è il segno più grande: il riuscire, in
mezza giornata, a risolvere problemi che c’ho messo dieci anni, cose
assurde…Medjugorje mi ha dato tanto. Non so se conosci quella storia di quel ragazzo,
tossicodipendente, suonava in un gruppo rock. La prima volta è venuto a Medjugorje, è
entrato in chiesa, si è inginocchiato e si è messo a pregare, ha sentito un gran calore
dentro di sé, s’è messo a piangere e non sentiva più lo stimolo alla droga, a bucarsi. È
uscito fuori, si sentiva bene, rigenerato. Ha fatto le analisi appena tornato a casa: era
274 R.J. Zwi Werblowsky, op. cit. 275 J. Rhys Bram, Sole, in Enciclopedia delle religioni, diretta da Mircea Eliade, cit., vol. IV, pp. 573-585. 276 Intervista a Damiano, Medjugorje, agosto 2003. 277 Intervista ad Anne Mary, Medjugorje, agosto 2003. 278 Medjugorje, agosto 2003. 279 L.R. Rambo, Conversione, in Enciclopedia delle religioni, diretta da Mircea Eliade, cit., vol. III, pp. 114-120. 280 Intervista a padre Romeo, Medjugorje, agosto 2003.
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come se gli avessero cambiato il sangue. E lui ha fatto questa canzone, Ti prego
abbracciami Gesù”281.
Altri pellegrini mi hanno parlato della loro conversione personale e della loro
esperienza religiosa, nel significato attribuito a tale espressione da Martin: “il vivere
concretamente in qualche evento; il godimento o la sofferenza sul giudizio oppure sul
sentimento prodotto da impressioni personali o dirette”282. “Sono qui perché nel 1998
venni qui in un pellegrinaggio che cambiò la mia vita, fui coinvolta e mi innamorai della
nostra Madre Benedetta e ho capito sempre più l’amore del Signore Gesù e ciò che
voleva da me e attraverso la mia prima visita qui io divenni sempre più vicina a Dio. Ero
arrivata al punto che pensavo di abbandonare la fede cattolica, quando fui invitata a
venire qui, da allora divenni più vicina a Dio e il mio amore per la Madonna è aumentato
e anche la mia famiglia, mio marito, i miei figli, hanno conosciuto l’amore della Santa
Madre. E io ho incontrato la Madonna qui a Medjugorje con il mio bellissimo gruppo di
preghiera e ciò ha cambiato la mia vita. Questa volta sono tornata perché volevo rivivere
la pace che c’è qui e desideravo proprio essere qui dove sono Gesù e la Madonna, dove
avvengono miracoli e cambiamenti del cuore. E comunque volevo venire per ringraziare
la Madre per tutto quello che è avvenuto nella mia vita”283.
Molto simile la storia di Frances: “dodici anni fà venni qui a Medjugorje per la
prima volta. Non andavo a messa prima da quasi venti, non ci andavo, ero diventata
alcolista, ero disperata. Così venni a Medjugorje e vidi dei segni alla Croce Blu e da
allora non ho perso un messaggio. Ha cambiato la mia vita, adesso ho raggiunto la pace,
che non avevo mai avuto prima”284. Michael mi racconta la sua conversione: “L’anno
scorso, era la prima volta, avevo un biglietto gratuito e quindi sono venuto e qualcosa
accadde in me, sentii la pace e quest’anno non potevo fare a meno di venire e da allora la
mia vita è migliorata: ho trovato uno scopo, ho trovato Dio”285. Precisa inoltre Kateřina:
“Allora, i fenomeni particolari, diceva sempre padre Slavko, sono coloro che si sono
convertiti nel cuore, la gente che qui si è convertita, che ha iniziato a credere a Dio e alla
Madonna, più delle guarigioni, perché noi abbiamo bisogno più della guarigione
dell’anima che del corpo. Ci sono anche state guarigioni del corpo, ho visto persone che
sono state guarite, per esempio un uomo da epilessia, lui non sentiva neanche le gambe,
281 Intervista ad Annalisa, Medjugorje, agosto 2003. 282 J.A. Martin Jr., Esperienza religiosa, in Enciclopedia delle religioni, diretta da Mircea Eliade, cit., vol. III, pp. 207-215. 283 Intervista ad Anne Mary. 284 Intervista a Frances, Medjugorje, agosto 2003. 285 Intervista a Michael, Medjugorje, agosto 2003.
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le mani e una sera, dopo la preghiera di guarigione dopo la messa, festa dell’Immacolata
Concezione, lui ha sentito un calore nel suo corpo e tutto il dolore che andava via e lui
adesso è sano e va sempre a medjugorje. Sono tante le cose, però dovete sapere che a
Lourdes, dove sono 150 anni che è apparsa la Madonna, c’erano 250 mila persone guarite
nel corpo, i dottori hanno detto che sono veri solo 60 mila casi di questi e la Chiesa solo
62 persone sono vere: allora voi potete immaginare qui a Medjugorje che è 22 anni che
appare la Madonna”286.
Le guarigioni rappresentano un altro tratto distintivo delle apparizioni mariane287.
Nella tradizione biblica, Dio stesso annuncia: “Io sono il Signore che ti guarisce” 288.
Nella tradizione cristiana le guarigioni miracolose operate da Gesù costituiscono il segno
distintivo della venuta del Messia e del sorgere della nuova era che porterà il regno di
Dio289. Una posizione particolare occupa la guarigione di Diana Basile di Ferro, vicino
Milano, per il fatto di essere stata la più analizzata e approfondita. Diana soffriva dal
1972 di sclerosi multipla, non potendo né alzarsi né camminare da sola. Nonostante fosse
in cura presso una clinica milanese, la sua condizione era in continuo peggioramento.
Divenuta completamente cieca all’occhio destro, decise di recarsi in pellegrinaggio a
Medjugorje, il 23 maggio 1984. Subito dopo aver assistito all’apparizione della Madonna
all’interno della cappella a destra dell’altare principale della chiesa, fu guarita, vide e si
alzò da sola. Il giorno seguente, dall’hotel Bigeste di Ljubuski, dove alloggiava, percorse
a piedi dodici chilometri fino a Medjugorje e salì sulla collina delle apparizioni per
rendere grazie alla Vergine per la sua guarigione. Al suo ritorno a Milano i medici che la
tenevano in cura decisero di creare una commissione per esaminare tutto il decorso della
malattia, raccogliendo 142 documenti che attestano le diagnosi eseguite e l’attuale
guarigione. Venticinque specialisti sono giunti alla conclusione che la signora Basile
soffriva della malattia precedentemente diagnosticata, ma che è perfettamente guarita e
che ciò non è accaduto né sarebbe potuto accadere per effetto delle loro cure. Oggi Diana
Basile sta bene e si prende cura della sorella malata e afferma che Dio stessa l’ha guarita
per mezzo della Vergine290.
Un altro caso di guarigione riguarda Rita Klaus, di Pittsburg, Pennsylvania, che
spiega: “Soffrivo di sclerosi multipla da ventisei anni e gli ultimi sei erano stati
286 Intervista a Kateřina, Medjugorje, agosto 2003. 287 L.E. Sullivan, Guarigione, in Enciclopedia delle religioni, diretta da Mircea Eliade, cit., vol. III, pp. 254-263. 288 Esodo 15,26; Salmi 103,3. 289 Vangelo di Matteo 4,23; 10,1; 11,4. 290 L. Rupčić, V. Nuić, op. cit., pp. 143-145.
63
particolarmente duri. La malattia peggiorava costantemente, provocando la paralisi dei
piedi e delle caviglie nonché la deformazione strutturale delle gambe. Le ginocchia erano
rivolte all’indietro. Soprattutto la gamba sinistra era in gravi condizioni. A casa riuscivo a
coprire piccole distanze con l’aiuto di una protesi per tutta la lunghezza della gamba e
una stampella sotto l’avambraccio. Trascorrevo gran parte della giornata in carrozzella.
Mercoledì 18 giugno 1986, dopo aver recitato il Rosario giornaliero ed essermi riposata,
all’improvviso mi venne il pensiero di pregare Gesù perché mi guarisse per mezzo della
Madonna di Medjugorje. Non molto tempo prima in alcune riviste cattoliche avevo letto
dell’apparizione di Maria a Medjugorje e inoltre avevo letto anche il libro di padre René
Laurentin e di Rupčić: La Vergine Maria appare a Medjugorje? Come chiede la nostra
madre, avevo iniziato a digiunare alcuni giorni della settimana. Prima di allora non avevo
mai pregato per la guarigione. Pregavo soltanto di fare la volontà di Dio bene e con gioia.
[…] Mentre pregavo Maria affinché intercedesse per me, sentii come un’elettricità che mi
attraversava. […] Entrai nella camera da letto a pianterreno per togliermi la protesi dalla
gamba. Quando mi chinai per sganciarla, mi resi conto che le mie gambe avevano
qualcosa di strano. Con sorpresa mi resi conto che si erano raddrizzate. Fui così felice che
iniziai a gridare, ringraziando Dio e Maria. Mi tolsi la protesi e con l’aiuto delle
stampelle andai fino ai gradini che conducono al secondo piano. […] Corsi per le scale!
Poi corsi per tutta la casa ridendo e piangendo di gioia. Lunedì 23 giugno il mio medico
mi visitò presso lo Harmarwill Rehabilitation Hospital di Pittsburg. Non c’era alcuna
traccia della sclerosi multipla. Tutti i riflessi erano normali, l’equilibrio e la tensione dei
muscoli normali e il tremito era scomparso. […] Nel 1987, in occasione del primo
anniversario della mia guarigione, mi recai a Medjugorje […] per rendere grazie alla
Regina della Pace e a suo figlio”291. Gildo Spaziante, famoso medico e professore di
Milano, dopo aver seguito le sopra citate guarigioni, ha concluso che dal punto di vista
scientifico sono inspiegabili, impreviste e durature292. Bella di Houston, Texas, mi ha
parlato della sua guarigione: “È la mia terza visita qui ma prima di venire qui sono
sempre stata devota alla Beata Vergine e nel 1998 stavo morendo per un tumore ai miei
occhi, anzi al mio occhio destro, non potevo neanche muoverlo e il dottore mi disse ciò
che dovevo fare. Feci la biopsia e vidi che avevo un tumore e allora mi rivolsi a Dio
chiedendogli quale fosse la cosa giusta da fare, che mi desse un segno e il segno fu che
uno dei dottori mi disse di ritornare nel suo ufficio, ma non mi segnò l’appuntamento per
291 R. Klaus, La storia di Rita, Neri Pozza, Milano 1998. 292 G. Spaziante, Guarigioni straordinarie e loro problematiche. Studi per Medjugorje, Mimep-Docete, Pessano (MI) 1993.
64
tornare e io interpretai questo come segno. Quindi quando il mio dottore mi disse che si
trattava di un cancro e avrei dovuto consultare uno specialista, io prima decisi di venire
qui a Medjugorje con un gruppo di amici per pregare per la guarigione. Era l’otto
novembre e io avrei dovuto recarmi dallo specialista l’undici e così, appena arrivai [a
Medjugorje], i miei occhi cominciarono a muoversi e tutti i test che feci dopo la mia
venuta qui, messi a confronto con quelli che avevo fatto prima, dimostrarono che ci
vedevo e io sono qui un testimone vivente che sono stata guarita. Dopo feci altri test, che
confermarono questo. Io ero sempre stata devota, ma dopo la mia venuta qui la mia fede è
diventata più profonda, mi sono sentita sempre più vicina a Dio o alla Madonna”293.
Laurentin riporta un altro fatto insolito avvenuto a Medjugorje durante
l’intervento NATO in Bosnia. Il 2 giugno 1995, Scott O’Grady, pilota americano, si
lanciò col paracadute dopo che il suo aereo, era stato abbattuto, sopravvivendo e restando
nascosto diversi giorni. In America venne accolto dall’allora presidente Clinton come un
eroe di guerra. Scott raccontò la sua sorprendente vicenda in un’intervista ad Anne Ryder
del Medjugorje Magazine: “Ho pregato Maria, Mia Madre, il primo giorno ho pregato
tutti i santi, persino i miei nonni e mia zia. Ho detto loro: “Se avete contatto con il Grande
Padre Iddio lassù in alto, tiratemi fuori da qui”. Ma ho pregato anche Maria, Mia Madre,
ed Ella mi è apparsa come…è un’altra cosa e non so come si possa spiegare a parole. Non
era come se vedessi qualcuno camminare nella foresta, ma mentre pregavo vidi Nostra
Signora di Medjugorje. Non so come spiegarlo. Non era fantasia, non posso spiegarlo.
Era come se io vedessi, ma la vedessi attraverso il sentimento, non so come spiegarlo, era
un sentimento di bene e di pace come non avevo mai provato prima. Per tutto il tempo
percepii una visione positiva come se fosse stata veramente presente”294 L’atteggiamento
della Chiesa di fronte a tali fenomeni è consuetudinariamente prudente, permettendo sia il
dubbio che l’adesione fideistica, come ho già esposto dettagliatamente nel capitolo Il
concetto e la possibilità delle apparizioni della presente trattazione.
293 Medjugorje, agosto 2003. 294 R. Laurentin, È stata la vergine di Medjugorje che mi ha salvato, in ‹‹Il segno del soprannaturale››, n. 100, agosto 1996, p. 32.
65
Capitolo VI
Comunità e gruppi di preghiera
A Medjugorje sono nati moltissimi movimenti religiosi, comunità e gruppi di
preghiera ispirati dai messaggi della Regina della Pace, la quale ha espressamente
invitato i fedeli alla formazione di gruppi di preghiera in cui poter sperimentare i suoi
messaggi: “Rinnovate la preghiera nelle vostre famiglie e formate gruppi di preghiera,
così sperimenterete la gioia nella preghiera e nella comunione. Tutti quelli che pregano e
sono membri di gruppi di preghiera, nel cuore sono aperti alla volontà di Dio e
testimoniano gioiosamente l’amore di Dio”295. Le fondamenta bibliche e teologiche del
gruppo di preghiera si trovano tra l’altro nella parola di Cristo: “In verità vi dico ancora:
se due di voi sopra la terra si accorderanno per domandare qualunque cosa, il Padre mio
che è nei cieli ve la concederà. Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, io sono
in mezzo a loro”296. Oltre ai motivi teologici, esistono anche motivi sociologici per
spiegare l’esistenza dei gruppi di preghiera: nel gruppo infatti l’individuo trova sostegno
e la possibilità di condividere gli stessi ideali e raggiungere gli stessi obiettivi. Gli studi
della scuola di Lewin hanno portato all’opinione che: “il gruppo rappresenta in sostanza
un ‹‹punto d’ancoraggio››, un termine di riferimento stabile in relazione al quale il
soggetto tende ad operare. È il gruppo che fornisce l’immagine della realtà, una ‹‹realtà
sociale›› sempre condizionata e mutabile di comune accordo”297.Il soggetto tende ad
ancorare il proprio modo di vedere le cose alla realtà sociale che il gruppo di cui è parte
gli fornisce, infatti “Esperimenti sulla memoria e sull’influenza esercitata dal gruppo
sull’individuo, dimostrano che ciò che esiste come realtà per l’individuo è determinato in
larga misura da ciò che viene socialmente accettato quale realtà”298. A tal proposito
chiarisce infatti Ker: “Sono cattolica e appartengo a un gruppo Youth 2000 dal 1999 e
penso che sia importante perché quando torni a casa hai bisogno del gruppo, di qualcuno
che ti dia il sostegno per mettere in pratica i messaggi. Ci riuniamo una volta la
settimana, diciamo il rosario, vediamo la messa, cantiamo le lodi e dopo parliamo delle
nostre esperienze davanti una tazza di tè. C’è la fratellanza e la preghiera”299.
295 Messaggio del 25 settembre 2000. 296 Vangelo di Matteo 18,19-20. 297 G. Statera, Società e comunicazioni di massa, Palumbo, Palermo 1993, p. 49. 298 E. Katz, P.F. Lazarfeld, L’influenza personale nelle comunicazioni di massa, ERI, Torino 1968, p. 65. 299 Intervista a Ker, Medjugorje, agosto 2003.
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Il primo gruppo di preghiera della Regina della Pace è stato formato il 4 luglio
1982, circa un anno dopo l’inizio delle apparizioni di Medjugorje, ed è ancora attivo.
Secondo la testimonianza del veggente Ivan, la Madonna avrebbe chiesto, a coloro che lo
desideravano, di radunarsi e pregare insieme, aggiungendo che lei stessa sarebbe stata
presente con loro in modo speciale. La Vergine aveva anche chiesto di formare dei gruppi
di preghiera in tutte le comunità parrocchiali, per aiutarla, attraverso la preghiera, a
realizzare i suoi piani. All’inizio il gruppo di Ivan si radunava tre volte la settimana sul
Podbrdo: lunedì, mercoledì e venerdì. Durante la preghiera la Madonna appare a Ivan,
Marija e Vicka, dando dei brevi messaggi che solo Ivan può sentire. Quando lui non è
presente, lo sostituiscono Marija o Vicka e gli incontri possono essere riservati soltanto al
gruppo formato da una quarantina di membri, o aperti a tutti coloro che vogliono
assistervi. Adesso invece gli incontri si svolgono due volte la settimana: lunedì (o
martedì) e venerdì. Essi si svolgono sul Podbrdo o sul monte Križevac,
indipendentemente dalle condizioni climatiche: si prega il rosario, si canta, si legge la
Bibbia e il messaggio della Madonna300.
Un secondo gruppo di preghiera è stato fondato da Jelena Vasilj nel marzo 1983,
che a quel tempo aveva dieci anni e aveva locuzioni interiori. Questo gruppo si radunava
nella canonica dopo la messa serale ed era sotto la guida di padre Tomislav Vlasić.
Durante l’incontro, tra preghiere e canti, la Madonna dava dei messaggi al gruppo
attraverso Jelena, insegnando a pregare. Il gruppo è stato attivo fino al 1987 e chi voleva
parteciparvi doveva impegnarsi a non prendere nessuna decisione per la propria vita per
quattro anni. Oltre agli incontri settimanali, la Madonna ha chiesto al gruppo l’adorazione
eucaristica notturna una volta al mese, cosa che il gruppo faceva la notte del primo sabato
del mese, terminando con la messa mattutina della domenica301.
Padre Tomislav Vlasić ha successivamente formato una comunità di preghiera
chiamata Kraljice Mira (Regina della Pace), i cui membri sono chiamati all'offerta della
propria vita "come sacrificio vivente, santo e gradito a Dio" (Rm 12,1), in una preghiera
continua e un'incessante adorazione al Padre a favore di tutti gli uomini. I consacrati
offrono la propria vita al Padre in unione all'Agnello immolato in un cammino che si
rivela e si realizza gradualmente. Come mi spiega suor Krista: “Nella nostra comunità è
importante l’adorazione, la preghiera e l’offerta: oltre ai tre voti di povertà, castità e
obbedienza, ne abbiamo un altro di offerta della vita per la salvezza del mondo”302. Nel
300 S. Barbarić, Pregate insieme con cuore gioioso, Medjugorje, Tocco Causaria (PE) 1998, pp. 55-58. 301 Ivi, pp. 58-63. 302 Intervista a suor Krsta, Medjugorje, agosto 2003.
67
gennaio del 1987 ha inizio la vita della Comunità come Associazione privata dei fedeli,
così come previsto dal diritto canonico attualmente in vigore. La Comunità costituisce
una famiglia spirituale di vita contemplativa composta di chierici e laici insieme, fratelli e
sorelle che vivono secondo la "Regola dei fratelli e delle sorelle del Terz'ordine regolare
di San Francesco"303, approvata da Papa Giovanni Paolo II nel 1982. Oltre ai membri
interni fanno parte della Comunità anche dei soggetti esterni, ovvero laici consacrati che
pur restando nel mondo cercano di vivere la stessa spiritualità e la chiamata all'offerta
della propria vita.
Nata per rispondere ad una precisa chiamata di Maria Santissima Regina della
Pace al fondatore padre Gianni Sgreva, attraverso la veggente Marija, l’Oasi della Pace è
una comunità contemplativa di fratelli e sorelle, celibi, tra i quali anche fratelli sacerdoti,
che vivono insieme in comunità residenziali, dette “Oasi della Pace”, a cui sono aggregati
pure laici e sacerdoti consacrati con voti nel mondo, denominati consacrati secolari. I
membri della comunità svolgono una vita consacrata, semplice, di preghiera, di lavoro e
di studio, consacrati al Signore per mezzo di Maria con i voti di povertà, castità,
obbedienza e soprattutto con il voto primo e peculiare di essere pace e di intercedere per
la pace della Chiesa e dell’umanità: ““una nostra caratteristica è che noi abbiamo fatto un
voto uguale, di essere pace, che non si fa nelle altre comunità. Noi facciamo il voto di
povertà, castità, obbedienza e il quarto voto, che è quello”304. A scandire il ritmo della
giornata è la preghiera comunitaria e personale che comprende l’adorazione al SS.
Sacramento, esposto giorno e notte, come espressamente richiesto dalla Madonna:
“Adorate senza interruzione il Santissimo Sacramento dell’altare. Io sono sempre
presente quando i fedeli sono in adorazione. In quel momento si ottengono grazie
particolari”305. Come chiede Maria e come già lo facevano i primi cristiani, il digiuno a
pane e acqua è praticato il mercoledì e il venerdì di ogni settimana, salvo circostanze
festive particolari. I membri delle comunità non svolgono attività lavorative esterne alla
Comunità, ma vivono evangelicamente in totale fede e fiducia nella Divina Provvidenza,
amando il lavoro materiale ed intellettuale, come estensione della preghiera e del clima
contemplativo. Il compito principale richiesto dal carisma della vocazione è
l’accoglienza, cioè l’accompagnamento in un cammino di pace e di guarigione di quanti
vengono afflitti da varie povertà spirituali: “Noi viviamo l’esperienza del carisma della
pace, l’accoglienza e la preghiera. L’accoglienza soprattutto perché qui ci sono tanti
303 Suor Sabina, medjugorje, agosto 2004. 304 Intervista a Damiano, cit. 305 Messaggio del 15 marzo 1984.
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pellegrini e la comunità offre alle persone questa possibilità di vivere i messaggi di
Medjugorje, cioè un luogo in cui si possa vedere con gli occhi quello che la Madonna sta
chiedendo”306.
La Comunità Cenacolo è presente a Medjugorje con la fratenità maschile Campo
della Vita e con la femminile Campo della Gioia. La fondatrice suor Elvira Petrozzi ha
risposto alla chiamata di Dio di aiutare i giovani tossicodipendenti ed emarginati dalla
società, credendo che la vita cristiana sia la risposta vera ad ogni inquietudine dell’uomo,
e che nessuno più di Colui che lo ha creato, Dio Padre, sia in grado di ricostruire il suo
cuore smarrito e perso in una vita senza senso. All’interno della comunità viene proposto
uno stile di vita semplice, familiare, alla riscoperta del lavoro vissuto come dono,
dell’amicizia vera e della fede nella Parola di Dio. Dopo aver riordinato letti e stanze ci si
ritrova in cappella per la recita del rosario e la condivisione della Parola di Dio del
giorno. Un ragazzo a turno ha il compito di leggerla e commentarla sottolineando ciò che
più l’ha colpito. Grazie alla disponibilità di numerosi amici sacerdoti, generalmente viene
celebrata la messa tre volte la settimana in ogni fraternità.
La preghiera e il lavoro sono il centro ed il cuore della giornata comunitaria,
perché “Quando c’è la preghiera c’è obbedienza, umiltà, amore, incontro l’uno con
l’altro, anche con il lavoro”307. Il lavoro oltre ad essere strumento di dialogo e conoscenza
di sé e degli altri, diventa anche espressione della pazienza, della volontà,
dell’intelligenza, del sacrificio, della fantasia, della creatività, dell’umiltà, della gioia di
collaborare all’opera creatrice di Dio Padre per il bene dei fratelli. Esiste la possibilità,
dopo un certo periodo di cammino, di frequentare alcuni corsi di formazione
professionale all’interno della comunità stessa (saldocarpenteria, muratura, lavorazione
alluminio, ecc) guidati da professori e professionisti volontari. Sono un’importante
opportunità di apprendimento per coloro che non hanno mai svolto un lavoro regolare
prima di entrare in comunità. Al termine della giornata lavorativa ci si ritrova in cappella
per vivere un momento di preghiera comunitaria con la recita del rosario, la lettura del
Vangelo del giorno e la condivisione. “Ogni giorno si legge e commenta la Parola di Dio
e si cerca sempre di parlare di sé, delle proprie cose negative, quelle positive devono
vederle gli altri!”308. Ciascuno può condividere liberamente con i fratelli il vissuto del
giorno, per aprire il proprio cuore e superare le barriere della chiusura e della falsa
timidezza perché, come sostiene suor Elvira, i problemi veri non sono mai fuori ma
306 Intervista a Damiano, cit. 307 Intervista a Goran, Medjugorje, agosto 2003. 308 Ibidem.
69
dentro di noi: la droga, l’alcool non sono che risposte sbagliate al disagio, al peccato e
alla solitudine che ciascuno di noi aveva dentro.
I fondamenti della Communauté des Béatitudes (Comunità delle Beatitudini),
fondata da Efraim e Josette Croissant, si riuniscono in uno spirito di obbedienza per la
preghiera, la lettura della Parola, la Celebrazione Eucaristica, degli uffici liturgici, il
servizio, mettendo tutto in comune con uno spirito di povertà in vista di un impegno
comune nella Chiesa. La vita della comunità è prima di tutto contemplativa, centrata
sull'eucaristia quotidiana, prolungata con l'adorazione del SS. Sacramento. La spiritualità
della comunità da il primo posto alla vita di orazione e la ricerca della preghiera continua
indirizzandosi alla scuola del Carmelo. Essa è fortemente impregnata dal desiderio di fare
della vita presente un'anticipazione del regno che a venire, attraverso la lode, la bellezza
della liturgia, la vita fraterna.
La vita della comunità è anche caratterizzata da un'apertura ai carismi e ai doni
che lo Spirito Santo suscita per rinnovare la Chiesa. Questa apertura vuole mostrare che
Cristo è risorto e che il Suo Spirito è sempre all'opera in mezzo a noi per suscitare delle
risposte adatte ai bisogni del mondo d'oggi. L'interesse dato dalla Comunità alle radici
ebraiche della nostra fede riserva una attenzione particolare alla preghiera per il popolo
ebraico e per l'unità dei cristiani e contribuisce a stabilire su solide basi la fede in Gesù, il
Cristo annunciato dai profeti e nelle Scritture. La consacrazione a Maria secondo lo
spirito di Luigi Maria Grignon di Montfort309 e anche un aspetto costitutivo della
spiritualità delle Beatitudini. I "Membri di Alleanza" della Comunità sono delle persone
che si nutrono e vivono della sua spiritualità (orazione, ritmo liturgico della settimana e
dell'anno, abbandono alla provvidenza, accoglienza in famiglia). Essi sono come un
prolungamento, un'estensione della realtà comunitaria nel mondo. Tali membri sentono la
chiamata a restare presenti nel mondo, là dove sono inseriti nel loro lavoro, nel loro
impegno associativo, nella parrocchia e nella Chiesa. A differenza dei comunitari
(residenziali) essi non lasciano tutto per condurre una vita comune e di condivisione
radicale ma sentono una chiamata ad agire con la comunità là dove vivono secondo la
loro grazia propria nello spirito delle Beatitudini e in sottomissione alla Comunità.
La Fraternidade dos Discìpulos de Jesus (Fraternità dei Discepoli di Gesù) in
Brasile è stata fondata da padre Eugenio Maria La Barbera Pirovano per ispirazione della
spiritualità di Medjugorje. Secondo la testimonianza di Maximiliano, “Vicka, se ricordo
bene, dopo un’apparizione, ha parlato a padre Eugenio del Brasile, il nostro fondatore,
309 L.M. Grignon de Montfort, Trattato della vera devozione a Maria, Shalom, Camerata Picena (AN) 1997.
70
dicendo che la Madonna aveva questo desiderio di fondare una comunità di preghiera,
che lavorasse con i bambini di strada e gli ha detto che lui avrebbe dovuto fondare questa
comunità con i soldi della sua famiglia, perché lui era ricco, e fare questa casa dei
bambini”310. I membri della comunità si sforzano di vivere in comunione come i primi
cristiani, mettendo in pratica i messaggi della Regina della Pace. Il loro scopo principale
è quello di togliere i bambini dalla strada, insegnando l’oro l’importanza della preghiera
e, grazie ai membri laici della comunità, lo svolgimento di un lavoro pratico.
Il fondatore della Caritas of Birmingham, Terry Colafrancesco, assistendo a
un’apparizione a Medjugorje nel 1986, ebbe il desiderio di esportare la spiritualità di
Medjugorje nella propria patria, in Alabama. La Regina della Pace confermò questo
progetto attraverso un messaggio datogli personalmente dalla veggente Marija, con cui
iniziò una profonda amicizia. Nel 1988 Marija alloggiò per tre mesi presso l’abitazione di
Terry a Birmingham, a causa della donazione del proprio rene al fratello Andrija. Le
apparizioni che ebbero luogo a casa Colafrancesco radunarono tantissime persone, per
poi proseguire nel campo di Sterret. Marija diventò perfino la madrina del figlio di Terry
e di sua moglie. La Caritas cominciò a organizzare pellegrinaggi per Medjugorje uno dei
quali, sul finire degli anni ottanta, venne seguito dalla trouppe dell’ABC News Program
20/20, dando origine al documentario The Lasting Sign, narrato tra l’altro dal celebre
attore Martin Sheen. Grazie al sostegno dei fedeli, la Caritas potè diffondere in tutti gli
Stati Uniti notizie e informazioni riguardanti Medjugorje, attraverso cartelloni
pubblicitari, libri, audio e video cassette e ogni altro mezzo di comunicazione, divenendo
una vera e propria multinazionale. Allo scoppio della guerra del golfo spedì pacchetti
postali contenenti rosari, scapolari, medaglie miracolose e cenni su Medjugorje ai soldati
americani impegnati al fronte. Durante la guerra dei balcani invece convogliò vari aiuti
umanitari, tra viveri e medicine, diretti in Bosnia, oltre a organizzare incontri di preghiera
per far finire la guerra, come espressamente richiesto dalla Madonna: “Cari figli, anche
oggi v’invito alla preghiera. Solo con la preghiera e il digiuno si può fermare la
guerra”311. Nel 1994 venne ultimato il Tabernacle of Our Lady’s Messages, struttura per
ospitare i ritiri spirituali dei pellegrini, a cui partecipò pure Marija nel 1999 e
successivamente nel 2001. Poco dopo venne costruita la sede di Medjugorje, da cui
vengono distribuiti gratuitamente ai numerosi pellegrini cartoline con il messaggio
mensile della Madonna, tradotto nelle varie lingue.
310 Intervista a Maximiliano, Medjugorje, agosto 2003. 311 Messaggio del 25 aprile 1992.
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L’associazione religioso-umanitaria Medjugorje – Mir di Spalato è stata istituita
nel 1992 al fine di portare avanti le attività della Caritas dell’Ufficio Parrocchiale di
Medjugorje. L’associazione riunisce persone di buona volontà, ispirate dai valori del
Vangelo e motivate in modo particolare dalle apparizioni della Beata Vergine Maria nella
parrocchia di Medjugorje. Promuove la diffusione della fede, della pace e della
solidarietà, fornisce aiuto sociale e spirituale e provvede a informare in modo esaustivo
sugli avvenimenti legati alle apparizioni della Vergine a Medjugorje. Sostenuta dagli
amici di Medjugorje in tutte le parti del mondo, l’associazione ha sviluppato varie forme
di attività tra cui: raccolta e distribuzione di aiuti umanitari; assistenza a malati e portatori
di handicap attraverso un laboratorio ortopedico a Spalato che realizza protesi e sussidi
ortopedici per gli invalidi; ricostruzione delle zone distrutte dalla guerra; ruolo di
mediazione nella soluzione di problemi sociali; educativi, formativi e culturali; aiuto al
Kosovo ed all’Albania; progetti di missioni di evangelizzazione.
L'istituzione Majcino Selo (Villaggio della Madre) è stata ideata secondo il
desiderio del suo fondatore il compianto fra Slavko Barbarić col proposito di offrire ai
bambini e ai giovani bisognosi un lavoro organizzato e una cura nella formazione e
nell'educazione attraverso il quale organizzare uno sviluppo basillare a tutti i livelli:
corporale, mentale, morale, religioso e culturale. L'Istituzione per l'educazione e la cura
dei bambini, curata dalle suore dell’Erzegovina, in realta opera gia dai tempi della guerra
civile, per l'accoglienza e la sistemazione dei bambini profughi della Bosnia centrale che
erano rimasti senza cura paterna o provenivano da famiglie disperse, divise o distrutte dai
colpi della guerra e della povertà. Da questa situazione e nata l'idea della costruzione del
Villaggio per i bambini, dove è prevista anche la sistemazione per le ragazze madri e gli
uomini che vogliono ricominciare la propria vita sulle basi del Vangelo. La sua
realizzazione e cominciata subito grazie agli aiuti dei benefattori di tutto il mondo. Nel
1995 sono state benedette le prime case, mentre l'Istituzione ufficialmente ha cominciato
a lavorare l' 8 settembre 1996.
72
Capitolo VII
La Madonna multimediale
Negli ultimi anni si è assistito in internet alla comparsa di un sempre maggior
numero di siti, homepage, webring, mailing list, forum con testimonianze, foto
miracolose, video dedicati alle manifestazioni del mondo visionario cattolico. Paul Virilio
fa giustamente notare come la nostra era sia caratterizzata da una sorta di “voyerismo
universale”312, in cui l’immagine, mediata attraverso le moderne risorse tecnologiche,
assume un ruolo di primaria e quasi fondamentale importanza. Paradossalmente a
Medjugorje gli stessi veggenti già dall’inizio delle apparizioni, riferirono che la Madonna
chiedeva di ridurre l’uso del televisore per concentrarsi maggiormente sulla preghiera, e
in un successivo messaggio chiede inoltre: “Spegnete il televisore e lasciate in disparte le
varie cose che non sono utili per voi”313. Attraverso Jelena il diavolo stesso avrebbe
promesso: “darò dei soldi alle persone le quali lavorano in tv per mettere i filmati brutti
sulla televisione per allontanare i giovani dalla preghiera, metterò quei filmati nelle teste
dei giovani per allontanarli dalle Messe”314. Anche le recenti apparizioni di Medjugorje
sembrano subire l’influenza di questo “regime della visualizzazione generalizzata”315,
attraverso una massiccia diffusione delle informazioni tramite televisione, radio, internet,
stampa, editoria.
Certamente anche la fotografia ha contribuito in parte ad amplificare l’interesse
nei confronti del soprannaturale. Il 7 novembre 2002 la trasmissione Excalibur ha
mostrato per la prima volta in televisione una fotografia scattata a Vicka nel 1988, in cui
appare la sagoma di una giovane alle spalle della veggente. Vicka interpellata in merito,
ha riconosciuto nella figura la Madonna316. Nelle riviste, nei libri e soprattutto in internet,
è possibile imbattersi in fotografie prodigiose, in cui particolari effetti luminosi, ombre,
sfumature di colore, vengono interpretati come manifestazioni epifaniche. Inoltre
possiamo vedere “foto autentiche” di Gesù e di Maria, scattate per un improvviso
impulso del fotografo, o apparse casualmente nel momento dello sviluppo del rullino. Le
immagini fotografiche della Madonna e di suo figlio Gesù circolano in tutto il mondo,
312 P. Virilio, La bomba informatica, Cortina, Milano 2000, p. 14. 313 Messaggio del 13 febbraio 1986. 314 E. Sala, P. Mantero, op. cit., pp. 101 e 148. 315 P. Virilio, La bomba…, cit., p.14. 316 http://www.raidue.rai.it.
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provenienti da Medjugorje e da altri luoghi di apparizioni, come denuncia lo stesso
Morin: “Il settimanale ‹‹Match››, dal canto suo, ha potuto riprodurre, senza denunziarla
come sopercheria, una fotografia del cielo di Corea con la gigantesca figura di un Cristo
in sovrimpressione su dei bombardieri in volo”317.
Sembra quasi che l’obiettivo fotografico sia in grado di catturare ciò che non è
apparentemente visibile a occhio nudo, com’era convinzione nell’ottocento: “I primi
esemplari di quelle che sarebbero state chiamate ‹‹fotografie spiritiche›› risalgono al
1855, allorché ci si accorse che, nel corso di alcune sedute, le lastre fotografiche
potevano risultare impressionate da strane macchie biancastre. L’insistenza nell’uso del
mezzo, per parte dei più diversi sperimentatori europei, avrebbe portato poi a risultati
ritenuti più importanti. Labili immagini, frammenti di corpo ‹‹fluidico››, in casi
eccezionali figure intere si concretizzavano in quelle che allora si chiamarono le
‹‹materializzazioni››. Queste ‹‹materializzazioni›› potevano essere ‹‹visibili››, cioè
impressionare la retina umana, o ‹‹invisibili››, impressionando solo la lastra
fotografica”318. A Medjugorje una coppia di coniugi fa una foto a un prodigio solare,
avvenuto alla stessa ora dell’apparizione: “Notiamo che nella foto scattata al momento
dell’apparizione, attorno al sole, c’è un alone immenso e dentro questo, vicino al
campanile della chiesa, c’è il viso di Gesù bambino con occhi, naso e bocca, la testina in
giù e la Madonna che lo sta baciando, sulla guancia, di profilo. Addirittura c’è lo stacco
delle fronti, il velo”319. Oltre alle figure celesti anche le presenze demoniache invisibili,
possono svelarsi nella pellicola. Un avvocato di Pavia fotografa il sole a Medjugorje, ma
nella foto appaiono le figure di tre demoni: “con le corna nere e la coda, uno con la forca
a sinistra, un altro che sta sfottendo e ha un braccio appoggiato sul fianco, le gambe
incrociate e mi sta guardando: uno in un cerchietto azzurro, uno in uno bianco e l’altro in
un cerchio arancione coperto da una nuvola rosa nel cielo vicino al sole”320.
Anche se le presenze dell’aldilà non sono visibili da tutti, esse sono costantemente
vicine ai viventi nella vita quotidiana. La Regina della Pace avverte che accanto alle forze
del bene agiscono e sono presenti anche quelle del male: “In qualunque luogo io vada ed
è con me pure mio figlio, là mi raggiunge anche Satana”321. La Madonna esorta i suoi
figli: “armatevi contro Satana e sconfiggetelo con il rosario in mano”322, “La corona del
317 E. Morin, Il cinema o l’uomo immaginario, Feltrinelli, Milano 1982, p. 40. 318 C. Gallini, op. cit., p. 30. 319 E. Sala, P. Mantero, op. cit., pp. 104-105. 320 Ivi, p. 170. 321 Messaggio del 28 gennaio 1987. 322 Messaggio del 8 agosto 1985.
74
rosario sia sempre nelle vostre mani, come segno per Satana che appartenete a me”323 e a
proteggersi con oggetti benedetti: “Oggi vi invito a collocare nelle vostre case numerosi
oggetti sacri, e ogni persona porti addosso qualche oggetto benedetto. Benedite tutti gli
oggetti; così Satana vi tenterà di meno, perché avrete la necessaria armatura contro di
lui”324.
Le apparecchiature fotografiche sembrano avere la capacità di poter rendere
oggettive quelle manifestazioni soprannaturali che normalmente possiedono un valore
soggettivo325. La moderna tecnologia fotografica, attraverso la riproduzione
dell’immagine epifanica in diverse copie, consente a chiunque di avere un approccio
visivo diretto con il divino. Tuttavia gli strumenti umani sembrano avere dei limiti nella
riproduzione del sacro, dato i veggenti di Medjugorje sostengono che la Madonna che
essi vedono è molto più bella di quella riprodotta nelle fotografie326. Alle medesime
conclusioni conduce il racconto di un pittore che a Medjugorje vede la Madonna e cerca
di ritrarla: “Non si riesce a rendere questa immagine; credo sia impossibile. Io ho avuto
questa fortuna, ma non so spiegarla: non c’è nulla nella tavolozza. Posso spiegarle tutta la
tematica della tavolozza fredda o calda, ma non ci sono questi colori sacri, colori che
hanno questa luce particolare. Sto cercando con tutte le mie capacità di ritrarre quello che
ho visto e sto soffrendo di questa impresa impossibile”327. Il cattolicesimo ha sempre
fatto largo uso di immagini sacre nel suo culto, fino ad arrivare alla violenta lotta
dell’eresia iconoclasta dell’ottavo secolo, che oppose chiesa d’Occidente e d’Oriente e si
concluse col Concilio di Trento, nella corretta funzione di mediazione e di rinvio al
trascendente dell’icona sacra328. La fotografia della sagoma della Madonna o del volto di
Gesù non sono innovazioni, ma rimandano a una tradizione molto antica e radicata nella
Chiesa cattolica, quella delle acheiropoietai, immagini non fatte da mani d’uomo e
pertanto infuse di venerabilità fin dall’inizio329.
Un’immagine epifanica famosa è la Sindone conservata a Torino che è
considerata il sudario su cui sarebbe rimasta impressionata in negativo l’immagine del
corpo di Cristo. Tuttavia, prima dell’autenticazione da parte di Carlo Borromeo, in
323 Messaggio del 25 febbraio 1988. 324 Messaggio del 18 luglio 1985. 325 P. Mantero, op. cit., p. 108. 326 R. Laurentin, R. Lejeune, op. cit., p. 69. 327 S. Kraljević, C. Maggioni, op. cit., p. 139. 328 The canons and decrees of the sacred and oecumenical Council of Trent, Ed. and trans. J. Waterworth, London 1848, pp. 230-236. 329 J.S. Strong, Venerazione delle Immagini, in Enciclopedia delle religioni, diretta da Mircea Eliade, cit., vol. II, pp. 277-284.
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Europa circolavano diversi sudari attribuiti a Gesù Cristo330. Un’altra immagine
miracolosa riconosciuta dalla Chiesa è quella della Madonna di Guadalupe, in Messico,
che avrebbe impressionato la propria immagine sulla tilma di Juan Diego, agli inizi del
Cinquecento. È lo stesso Wojcik a notare che: “le descrizioni della creazione di queste
immagini richiamano le caratteristiche delle fotografie, come emanazioni e impronte
luminose, e, come queste precedenti immagini divine, le fotografie miracolose sembrano
altrettanto libere da influenze umane”331. Negli ultimi anni, immagini prodigiose sono
comparse anche su altri materiali, come i petali di rose in Betania, Venezuela e a
Medjugorje.
I veggenti di Medjugorje utilizzano spesso la metafora del modello percettivo
televisivo per spiegare le caratteristiche di alcune apparizioni. Vicka racconta di aver
visto la madre morta di Ivanka “una volta, di sfuggita; come in televisione”332; un’altra
volta vede “come in un film”333 il parroco, messo in carcere per attività sovversiva. La
stessa veggente spiega il modo in cui scompaiono alcuni simboli, croce, cuore, sole, che a
volte la Madonna fa loro vedere quando scompare, “come le immagini in televisione”334.
Osserva Mantero: “Quando a volte mostra ai giovani scene o immagini al di fuori della
sua persona esse si profilano ai loro occhi come spezzoni di un film”335, come quando
mostra a Mirjana per otto minuti un segreto, “come in un filmato”336. Vicka dichiara
inoltre in un’intervista come apprende la vita della Madonna: “Mi fa vedere come una
foto nel film, poi mi spiega e mi dice due o tre parole. Praticamente vedo come
un’immagine nel film e la Madonna mi spiega il significato di queste immagini”337. A
confermare la relazione tra visione e tele-visione, intervengono pure guarigioni attraverso
le immagini sacre mediate attraverso l’apparecchio televisivo, come nel caso della
guarigione di suor Nazarena Zoni, che guarisce agli occhi mentre stava guardando una
videocassetta sugli eventi di Medjugorje”338. Anche la lunga durata delle apparizioni di
Medjugorje è rapportata alle regole della comunicazione televisiva: “Viviamo in un
330 F. Cavazzuti, L. Coppini, Le icone di Cristo e la Sindone, Edizioni San Paolo, Cinisello Balsamo (MI) 2000. 331 D. Wojcik, “Polaroids from Heaven”: Photography, Folk Religion, and the Miraculous Image Tradition at a Marian Apparition Site, in ‹‹Journal of American Folklore››, n. 432, 1996, p. 140. 332 J. Bubalo, op. cit., p. 147. 333 R. Laurentin, L. Rupčić, La Vergine appare a Medjugorje. Un messaggio urgente dato al mondo in un paese marxista, Queriniana, Brescia 1988, p. 67. 334 Ivi, p. 165. 335 P. Mantero, op. cit., p. 54. 336 Ivi, p. 95. 337 S. Kraljević, C. Maggioni, op. cit. , p. 256. 338 R. Laurentin, Racconto..., cit., p. 148.
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mondo ripetitivo. La televisione è quotidiana. Ciò che non viene ripetuto si trova
sommerso. Questo richiede la ripetizione prolungata di un messaggio”339.
In internet è possibile imbattersi in siti che offrono foto prodigiose di Gesù o di
Maria, come il sito Real Photographs of Jesus and Mary Collected from the Web340, che è
una banca dati di risorse di foto epifaniche presenti in rete. Dalle foto di nuvole formanti
la sagoma di Gesù, provenienti in gran parte dagli Stati Uniti, si passa a quelle di Maria,
scattate a Medjugorje, fino ad arrivare al volto di Gesù, scaturito dalle foto all’eucaristia,
come quella di suor Anna Ali, che apparteneva all’ordine religioso fondato da Emanuel
Milingo, insieme al messaggio attribuito a Gesù: “Io permetto che mi si veda dopo molti
avvertimenti. Mi rendo visibile per riconquistare anime. Amo l’umanità e mi rendo
visibile allo scopo di dare i miei avvertimenti di misericordia. Molti non mi ascoltano
perché non credono nella mia realtà”341. Nel sito sono presenti anche collegamenti a frasi
della Bibbia di Re Giacomo, riferentisi a segni nel cielo, tra cui nubi particolari. Inoltre vi
è la possibilità di scaricare video dell’apparizione della Madonna a Zeitoun, in Egitto,
dove Maria compare sulla cima di un campanile, sostando interi giorni senza dare alcun
messaggio. Ma la foto del vero volto di Gesù Cristo più diffusa e conosciuta sembra
essere quella scattata a Colma di Valduggia, nei pressi di Vicenza, da Pino Casagrande,
durante un incontro di preghiera, il 13 agosto 1983, per effetto di un impulso interiore a
scattare una foto all’altare dove era collocato l’ostensorio342. Nella storia della Chiesa
erano presenti altre immagini autentiche del volto di Cristo, come il fazzoletto della
Veronica, icona venerata a Roma sin dal Medioevo, che si diceva fosse stato
miracolosamente impresso da una donna sul volto di Gesù durante il trasporto della croce
e, come per la Sindone, se ne contavano altre sparse in tutta Europa, tra cui quella di
Laon, in Francia343.
Internet rappresenta un nuovo orizzonte virtuale di devozioni mariane, perché
permette di pregare e visitare luoghi di preghiera tradizionali, come la grotta di Lourdes,
nel sito lourdes-france.com344 dove, attraverso una webcam, si può vedere la grotta di
Massabielle in tempo reale; ma in internet è presente anche la possibilità di fare
l’adorazione eucaristica on-line, attraverso un’altra webcam puntata sul Santissimo
339 R. Laurentin, L. Rupčić, op. cit., p. 112. 340 http://www.jesusphotographs.org. 341 http://www.apparitions.org/Ali.homepage.html. 342 F. Romano, Madonne che piangono. Visioni e miracoli di fine millennio, Meltemi, Roma 1997, p. 91. 343 M. Centini, Alla ricerca della Veronica, Edizioni San Paolo, Cinisello Balsamo (MI) 2002. 344 http://www.lourdes-france.org/gb/gbwcam.htm.
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Sacramento345. Internet è anche un luogo di aggregazione comunitaria, perché al suo
interno si organizzano gruppi di preghiera, si scambiano consigli e pareri, si parla
dell’ultimo messaggio della Madonna dato a Medjugorje, come nelle mailing list
Medjugorje-Pray with the heart346, mir_peace_shalom347 e
informazioni_da_medjugorje348. Attraverso forum e guestbook si possono scambiare
opinioni o inserire richieste di preghiera ai vari membri.
Tuttavia la rete non impedisce sconfinamenti e sovrapposizioni tra sacro e
profano, tra universo visionario cattolico e cultura new age349 o manifestazioni UFO350, a
causa del quasi annullamento dei tradizionali punti di riferimento, tipici invece del
mondo esterno. The Supernatural World351 unisce insieme apparizioni mariane, fenomeni
poltergeist, case e luoghi infestati da spettri, tracce aliene e altri temi legati al
paranormale, all’occulto, alle profezie, esempio di un sincretismo religioso diventato
ormai comune in internet.
Fuori della rete le religioni sono nettamente distinguibili, attraverso la loro storia
e tradizione, da cui derivano miti e rituali e determinati comportamenti devozionali e le
alterità sono spesso talmente marcate da scontrarsi in aspri conflitti. Ma in internet
delocalizzazione e depersonalizzazione tendono ad annullare tali differenze e proprio le
apparizioni mariane si prestano a essere assimilate ad altri fenomeni straordinari352.
Questi processi tuttavia non sono presenti soltanto nel mondo sfaccettato di internet:
sincretismi, mescolamenti, sono aspetti dominanti dell’epoca post-moderna353, in cui le
contestualizzazioni e le unioni di senso sono ordinari e allo stesso tempo incompatibili354.
La stessa pubblicità assume come propria politica le regole della sovrapposizione e degli
sconfinamenti simbolici355.
Medjugorje è indubbiamente il primo luogo di apparizioni mariane che abbia
usufruito degli effetti della globalizzazione nel campo delle comunicazioni. Radio Maria
si è impegnata fin dagli inizi delle apparizioni a diffondere i messaggi della Regina della
Pace ed è oggi presente con le sue trasmissioni in cinque continenti. Un importante
345 http://adore.inetcam.com. 346 http://groups.yahoo.com/group/Medjugorje. 347 http://groups.yahoo.com/group/mir_peace_shalom. 348 http://it.groups.yahoo.com/group/informazioni_da_medjugorje 349 L. Berzano, Le generazioni dei new agers, in ‹‹Quaderni di sociologia››, 19, 1999, pp- 9-10. 350 U. Fabietti, R. Malighetti, V. Matera, Dal tribale al globale, Bruno Mondadori, Milano 2002, pp. 30-31, 100-101, 131-136. 351 http://www.thesupernaturalworld.co.uk/index.php?act=main&code=01&type=00&topic_id=2593 352 P. Apolito, Internet e la Madonna, Feltrinelli, Milano 2002, pp. 162-188. 353 U. Hannerz, La diversità culturale, il Mulino, Bologna 2001, pp. 19-40; 67-86. 354 G. Balandier, Il disordine. Elogio del movimento, Dedalo, Bari 1991, pp. 167-181. 355 A. Appiano, Manuale di immagine, Meltemi, Roma 1998, pp. 180-208.
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strumento di divulgazione dei messaggi della Regina della Pace è rappresentato dai
numerosi viaggi che veggenti, sacerdoti e teologi sostenitori fanno in giro per il mondo: il
veggente Ivan Dragicević è spesso impegnato in incontri e conferenze soprattutto negli
Stati Uniti e durante queste riunioni il veggente ha spesso le sue visioni di fronte ai fedeli
presenti, come del resto testimonia in una e-mail un devoto: “Ho avuto una gioia
immensa e il privilegio di essere lì, quando la Madonna ha fatto visita a Ivan Dragicević a
Seattle nel marzo 1999. Io voglio consacrare il resto della mia vita alla diffusione dei
messaggi della nostra Madre e dell’amore di Dio nella comunità vietnamita”356.
Riviste come Newsweek e Life Magazine hanno dedicato diverse loro copertine
alle apparizioni bosniache, vari canali televisivi trasmettono documentari e interviste
sull’argomento, come in Unsolved Mysteries e Inside Edition, in America. Gospa, un film
con Martin Sheen e Michael York, narra le vicende di padre Jozo a Medjugorje. Se poi si
immette la parola Medjugorje nei motori di ricerca compaiono quantità impressionanti di
siti e pagine web, in francese, tedesco, spagnolo, croato, ebraico, arabo, ma quelli più
numerosi sono i siti in lingua inglese e italiana.
Nel sito ufficiale di Medjugorje Svetište Kraljice Mira357 sono riportati, in sette
lingue, tutti i messaggi della Regina della Pace con relativa storia delle apparizioni e vari
documenti dei seminari di preghiera tenuti nel corso degli anni. Nel sito è anche possibile
ascoltare il rosario o la messa attraverso collegamenti a Radio Mir, che opera all’interno
della struttura parrocchiale di Medjugorje. È inoltre presente un elenco di siti su
Medjugorje, divisi per paese, tra cui spiccano per numero i siti americani, italiani seguiti
da quelli tedeschi e francesi. Tra i siti statunitensi Florida Center for Peace358 merita
indubbiamente la nostra attenzione per la grande quantità di contenuti in esso presente e
per l’ottima qualità grafica. Oltre ai messaggi della Regina della Pace, sono presenti
preghiere, documenti del Vaticano, foto, i numeri del Press Bullettin di Medjugorje e
numerose testimonianze di laici e clerici pellegrini a Medjugorje. Medjugorje U.S.A.
invece oltre a testimonianze su Medjugorje, messaggi e preghiere, presenta interviste ai
veggenti, vari resoconti di miracoli e fenomeni meravigliosi insieme a foto di luci
particolari. Conclude la cornice una carrellata di link dedicata alle più importanti
apparizioni mariane della storia, come Fatima, Lourdes, Garabandal, Kibeho, Akita, ecc.
Center for Peace – West359 offre, oltre la possibilità di consultare tutti i messaggi della
356 http://members.aol.com/UticaCW/Mar-lady.html. 357 http://www.medjugorje.hr. 358 http://www.fcpeace.com. 359 http://www.aracnet.com/~cfpw.
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Madonna dal 1981 a oggi, una lista con relativa mappa delle principali parrocchie
cattoliche presenti negli Stati Uniti, divise per stato, e dei relativi gruppi di preghiera
orientati verso la spiritualità di Medjugorje.
Molti siti su Medjugorje sono diventati soprattutto vetrine dei loro prodotti
venduti on-line, come Medjugorje Web360 che, oltre a presentare messaggi, testimonianze
e altro ancora, mette in primo piano un link con relativa foto sui pellegrinaggi “offerti”
dal sito e un collegamento alla pagina Online Store, con articoli di ogni genere importati
da Medjugorje, dai rosari alle statue, con prezzi da capogiro se paragonati alla moneta
locale della Bosnia-Erzegovina. Un ottimo sito italiano è Medjugorje Oggi361, dove è
possibile leggere la storia delle apparizioni con i relativi messaggi della Madonna, vedere
foto di Medjugorje, collegarsi al sito ufficiale del Vaticano o a quello di Radio Maria, con
il sottofondo musicale delle canzoni di Medjugorje. Nel sito Maria Medjugorje si
possono leggere diversi articoli di Laurentin, Gabriele Amorth, Slavko Barbarić su
Medjugorje e la Madonna e varie interviste ai veggenti. Sono anche presenti diversi link
ad altre apparizioni mariane e libri mariani da scaricare, tra cui La vita della Madonna
rivelata ad Anna Caterina Emmerick362.
In questa sede non possiamo assolutamente non citare il sito dell’ormai famoso
Eco di Maria, Medjugorje OnLine363, multilingue come il bollettino. Ricchissimo di
testimonianze, interviste, commenti ai messaggi, articoli di Laurentin e Amorth, oltre ai
link sulle altre apparizioni mariane. Tra i siti tedeschi spicca Medjugorje364 con schede
tecniche su Medjugorje e le sue comunità, sui veggenti, messaggi, alcuni numeri del
Press Bulletin e foto dei monti. Nel Regno Unito troviamo invece Medjugorje apostolate
for England and Wales365 con notizie sui veggenti, messaggi della Madonna, foto.
MedjugorjeIreland.com si proclama sito ufficiale di Medjugorje in Irlanda e contiene i
messaggi della Madonna, foto, storia delle apparizioni, interviste ai veggenti, ma è
appena essenziale. In Francia non c’è un sito dedicato esclusivamente alle apparizioni di
Medjugorje, che sono invece nomenclate in siti riguardanti le apparizioni mariane in
generale.
Il primo bollettino sulle apparizioni di Medjugorje nasce in Italia, a Mantova, nel
1984, col compito di diffondere i messaggi della Madonna nel mondo, Eco di Maria,
360 http://www.medjugorje.org/index.html. 361 http://www.medjugorje-oggi.org. 362 A.C. Emmerick, La vita della Madonna, Editrice Ancilla, Conegliano (TV) 1997. 363 http://www.medj.org. 364 http://www.medjugorje.de. 365 http://www.medjugorje.org.uk.
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oggi tradotto in quindici lingue. Numerose sono le associazioni e organizzazioni, sorte
per diffondere i messaggi di Medjugorje, come Caritas di Birmingham o Alive
Communications di Linwood, in Pennsylvania, o Gospa Mission di Evans City, sempre in
Pennsylvania, con altre sedi dislocate in Croazia e in Africa. La maggior parte di queste
organizzazioni sono state fondate da pellegrini in ritorno da Medjugorje, come nel caso di
Behold Thy Mother Prayer Center, fondata da Tom Collins in Texas nel 1992, ex
protestante convertitosi al cattolicesim, o la Queen Of Peace, fondata nel 1988 in
California. Quasi tutte queste associazioni hanno loro siti presenti in internet.
In uno spazio non più lineare, privo di centri gerarchici definiti, sembra quasi
impossibile riconoscere il controllo istituzionale della Chiesa Cattolica. Molti sono infatti
i siti che professano di riportare le posizioni ufficiali della Chiesa nei confronti delle
numerose apparizioni mariane, come New Jerusalem366, in cui Medjugorje è
erroneamente annoverata tra le false apparizioni condannate. Il Vaticano sembra aver
compreso l’importanza degli effetti della nuove frontiere multimediali, come traspare
dalle conclusioni del convegno tenuto a Denver nel 1998, Le nuove tecnologie e la
persona umana: come comunicare la fede nel nuovo millennio: “Internet è un “dono di
Dio”: se la Chiesa cattolica non si prepara subito a conoscerlo, accettarlo e usarlo, ne
verrà sommersa”367.
366 http://www.newjerusalem.com/GreatApostasy.htm 367 G. Maritati, Le nuove tecnologie, l’uomo, la religione, in ‹‹Vita pastorale››, n. 6, giugno 1998.
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Conclusioni
Pellegrinaggio di Pace
Il pellegrinaggio presenta una struttura tripartita tipica del rito di passaggio: la
fase di separazione (l’inizio del viaggio); la fase liminale (durante il viaggio e poi
all’arrivo al luogo santo, fino al momento del contatto con il ‹‹sacro››); la fase di
riaggregazione (il ritorno). A differenza dell’iniziazione il viaggio del pellegrino è rivolto
verso un centro situato oltre, senza passare attraverso un varco che segna un mutamento
nella condizione sociale dell’individuo368. La fase intermedia del pellegrinaggio è
caratterizzata dalla percezione di un momentaneo allentamento dei consueti rapporti
sociali e da un senso di profonda communitas, di solidarietà con gli altri, che derivata dal
senso di condivisione di valori, credenze e regole appartenenti a una determinata
religione369. Il pellegrinaggio sembra essere, secondo Turner, un processo spontaneo in
continua evoluzione. La sua resitenza, la sua elasticità, la sua capacità di rinnovarsi nel
tempo e la stessa diffusione mondiale del fenomeno, testimoniano quanto questa
esperienza possa essere superiore al potere stesso delle parole370.
La parola latina peregrinus designava originariamente il viaggiatore per paesi
stranieri o colui era privo del diritto di cittadinanza. Peregrinatio indicava quindi il
soggiorno in terre straniere. Soltanto a partire dal dodicesimo secolo tale termine ha
assunto la valenza semantica di pratica religiosa consistente nel visitare i luoghi santi. Nel
quarto e quinto secolo si manifesta il movimento ascetico, con migrazioni e lunghe
permanenze nel deserto. Girolamo e le sue discepole Paola ed Eustachia partono per la
Terra Santa, alloggiando a Betlemme, vicino alla grotta in cui nacque Gesù. In questo
periodo Girolamo e gli altri padri della Chiesa invitavano i fedeli ad andare in
pellegrinaggio nei luoghi santificati da Cristo, ma quando gli arabi nel settimo secolo
conquistarono la Terra Santa e i viaggi nei luoghi santi divennero di conseguenza più
rischiosi, sorsero nuovi itinerari verso occidente, a Roma, San Giacomo di Campostela,
Loreto, Czestochowa, caratterizzando il Medio Evo come era dei grandi pellegrinaggi
europei. Nel dodicesimo secolo San Francesco d’Assisi si reca con i suoi confratelli in
368 A. Van Gennep, op. cit., pp. 145-165. 369 V. Turner, Pilgrimage as social process, in Dramas, Fields and Metaphors,Ithaka/N.Y. 1974, pp. 167-230. 370 E. Turner, op. cit.
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Terra Santa e ancora oggi i francescani continuano a essere i custodi dei luoghi santi in
Palestina. Intorno al 1300 venne fondata l’associazione dei Pellegrini di Cristo e nello
stesso anno a Roma venne proclamato il primo Giubileo, che attirò in città migliaia di
pellegrini. Nel diciottesimo e diciannovesimo secolo i pellegrinaggi si indirizzano verso
nuovi luoghi caratterizzati dalle apparizioni della Madonna, come Lourdes, Guadalupe371.
Nel ventesimo secolo Paolo VI, con i suoi viaggi in Terra Santa, stimola una nuova
ondata di pellegrinaggi in quei luoghi, che verrà rinsaldata ulteriormente dai viaggi
apostolici di Giovanni Paolo II. Il Concilio Vaticano II presenta la Chiesa come
pellegrina372, definendo la stessa vita cristiana come un pellegrinaggio.
Il pellegrinaggio rappresenta un denso viaggio simbolico verso Dio, del resto
secondo la concezione cristiana, tutta la vita è un pellegrinaggio, un cammino continuo
verso il cielo, attraverso la purificazione. Il cristiano è consapevole che qui sulla terra è
un “viandante, un forestiero e uno straniero”373, la sua “casa è nei cieli”374 e la sua vita un
pellegrinare verso la Gerusalemme celeste375 e la Chiesa stessa, popolo messianico di
Dio, è in cammino verso la città eterna376. Il giorno della salvezza è inteso come incontro
di tutti i popoli pellegrini. Attraverso il profeta Isaia il Signore dice: “Io verrò a
raccogliere tutte le nazioni e tutte le lingue; essi verranno e vedranno la mia gloria. Darò
loro un segno e invierò alcuni dei loro superstiti verso le nazioni […]. Ricondurranno
tutti i vostri fratelli da tutte le nazioni come offerta al Signore, su cavalli, su carri, su
portantine, sui muli, sui dromedari, al mio santo monte di Gerusalemme”377. E il profeta
Michea scrive: “Quel giorno verranno fino a te dall’Assiria e dall’Egitto, da Tiro fino
all’Eufrate, da mare e mare e da monte e monte”378. Nel Salmo 121 leggiamo: “Là
salgono insieme le tribù, le tribù del Signore, secondo la legge di Israele, per lodare il
nome del Signore”. Il pellegrino entra all’interno della zona sacra consapevole di vedere
coi propri occhi e di toccare con mano il luogo dove si sono verificati eventi miracolosi;
il senso della sacralità finisce per pervaderlo completamente, infondendogli quasi un
senso di soggezione379. È questo il caso di Kateřina, che racconta: “Ho sentito pace, non
so come dire, per esempio quando ho pregato nella chiesa, ho messo le mani e mi
371 B. Jarrett, Pilgrimages, in The Catholic Encyclopedia, Robert Appleton Company, Remy Lafort, S.T.D. 1913, vol. XII. 372 Sacrosantum Concilium 2, in I Documenti del Concilio vaticano II, cit. 373 Lettera agli Efesini 2,19. 374 Lettera agli Ebrei 13,13-14. 375 Apocalisse 21. 376 Lumen Gentium 9, in I Documenti del Concilio vaticano II, cit. 377 Isaia 66,18-20. 378 Michea 7,12. 379 E. Turner, Pellegrinaggio, in Enciclopedia delle religioni, diretta da Mircea Eliade, cit., vol. II, pp. 401-409.
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sembrava tutto santo, tutto da baciare, ho messo le mani a terra e sentivo che qui c’è la
Madonna, che io sono nelle mani della Madonna” 380.
La pace è sicuramente il messaggio primario della Madonna di Medjugorje, che
proprio in questo luogo ha rivelato di essere la Regina della Pace. Secondo la
testimonianza unanime dei veggenti, la Madonna invita ognuno alla pace e alla
riconciliazione fraterna, “Io vengo a convertire e a riconciliare il mondo intero” ha infatti
detto il terzo giorno e qualche ora dopo sarebbe apparsa a Marija ripetendo: “Pace, pace,
pace! Soltanto pace! Fate la pace con Dio e tra voi”, esattamente dieci anni prima dello
scoppio della guerra in Bosnia. Qualche giorno dopo la Madonna ha invitato nuovamente
i parrocchiani a riconciliarsi: “Questa sera, prima di cominciare a pregare, ognuno di voi
deve perdonare il proprio prossimo”381, in un messaggio dato durante la celebrazione
pomeridiana. Dopo la recita del rosario completo, secondo quanto riporta padre Jozo,
“Tutti cominciarono a piangere e a singhiozzare ad alta voce. […] E ognuno cercava una
mano da stringere. […] E dopo, in tutto il paese, ci fu una grande festa di
riconciliazione”382. Molti pellegrini mi hanno parlato della pace che riescono a sentire
proprio a Medjugorje: “Nel cuore si sente la presenza della pace che da la Madonna qui.
Mi ricordo la prima volta che sono venuta qui cosa ho sentito. Sono stata shockata di
questa pace qua, era una pace da morire per me”383. Pace che si ottiene seguendo i
messaggi della Regina della Pace: “Vivendo questo messaggio ero sempre più convinto
che fossero veri, per il fatto che dentro di me provocava un effetto di pace”384
Nel pensiero ebraico antico la pace (shalom) non era soltanto assenza di guerra, ma
anche benessere o addirittura prosperità385. La pace è la ricompensa assicurata a coloro
che confidano in Dio e invocano il suo aiuto anche nelle sciagure386. Dio benedice il suo
popolo con la pace387 e la dispensa a chi ritorna a lui388 e a chi segue i suoi
comandamenti389. Il Messia viene designato come Principe della Pace e il suo regno
descritto come un godimento di un dominio e di una pace illimitati390. Nella tradizione
ebraica la pace era un concetto sociale: essa era tangibile e produceva un rapporto
armonioso all’interno della famiglia, nella società locale e tra le nazioni. Lo stesso saluto
380 Intervista a Kateřina, 26 anni, Rep. Ceca, Medjugorje, Agosto 2003. 381 Testimonianza di Padre Jozo a Široki Brieg , agosto 2003. 382 Ibidem. 383 Intervista a Kateřina, Medjugorje, agosto 2003. 384 Intervista a Damiano, Medjugorje, agosto 2003. 385 Siracide 45,24. 386 Giobbe 5; Isaia 26,3. 387 Salmi 29,11. 388 Salmi 85,9-14. 389 Levitico 26,6; Salmi 4; 119, 165. 390 Isaia 9,5-6.
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shalom esprimeva un incoraggiamento alla cooperazione fraterna e alla vita comunitaria
per ottenerne un beneficio reciproco391. Nel Nuovo Testamento Cristo è venuto ad
annunziare la pace392e soltanto per mezzo di lui si può essere in pace con Dio393, che S.
Paolo definisce “Dio della pace”394. Nella loro missione evangelizzatrice, Gesù insegna
agli apostoli a dare “pace a questa casa”395, e i membri della chiesa primitiva venivano
esortata a “darsi alle opere della pace e alla edificazione vicendevole”396. Per coloro che
si trovavano oppressi la pace rappresentava la tranquillità spirituale, secondo quanto
promesso da Cristo: “Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la
do a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore”397. Il Regno di Dio è
“giustizia e pace e gioia nello Spirito Santo”398 e chi vive secondo lo Spirito avrà pace399.
La formula di saluto con la parola pace è frequente nel Vecchio400 e Nuovo Testamento401
e presente anche nella liturgia durante lo scambio del segno di pace tra i partecipanti
all’assemblea402.
Sono numerosissimi i messaggi in cui Maria chiama alla pace e al perdono:
“desidero invitarvi tutti alla pace del Signore. Desidero che ognuno di voi sperimenti nel
proprio cuore quella pace che Dio dà”403; “oggi vi invito a pregare in modo speciale per
la pace”404; “Cari figli, oggi vi invito a vivere la pace nei vostri cuori e nelle vostre
famiglie. Non c’è pace figlioli dove non si prega”405. La pace può essere realizzata solo
attraverso la preghiera, che è motivo costante nei messaggi della Madonna a Medjugorje,
la quale ha esortato già nei primi giorni i veggenti a pregare la coroncina dei sette Padre
Nostro col credo e successivamente il rosario. Sarebbe impossibile in questa sede
riportare tutti i messaggi dedicati alla preghiera, dato il gran numero: nei messaggi la
Madonna invita a una “preghiera col cuore”406, preghiera che può essere imparata
soltanto pregando costantemente: “Cari figli! Invito ognuno di voi a cominciare a vivere
nell' amore di Dio. Cari figli, voi siete pronti a commettere il peccato e a mettervi nelle
391 G. Parrinder, Pace, in Enciclopedia delle religioni, diretta da Mircea Eliade, cit., vol. III, pp. 485-488. 392 Efesini 2,17. 393 Romani 5,1-2. 394 Romani 16,20; Filippesi 4,9; Ebrei 13,20; 1Tessalonicesi 5,23. 395 Vangelo di Luca,10,6. 396 Romani 14,19. 397 Vangelo di Giovanni 14,27. 398 Lettera ai Romani 14,17. 399 Romani 8,5-6. 400 1Samuele 25,6. 401 Luca 24,36; Giovanni 20,19; 20,26. 402 Messale di ogni giorno, cit., pp. 696-698. 403 Messaggio del 25 giugno 1987. 404 Messaggio del 25 dicembre 1990. 405 Messaggio del 25 marzo 1995. 406 Messaggi del 2 maggio 1985, 30 maggio 1985, 25 aprile 1987, ecc.
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mani di Satana, senza riflettere. Io invito ciascano di voi a decidersi coscientemente per
Dio e contro Satana. Io sono vostra Madre; perciò desidero condurvi tutti alla santità
completa. Desidero che ognuno di voi sia felice qui sulla terra e che ognuno di voi sia con
me in cielo. Questo è, cari figli, lo scopo della mia venuta qui e il mio disiderio. Grazie
per aver risposto alla mia chiamata!”407.
407 Messaggio del 25 maggio 1987.
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Appendice
Interviste condotte a Medjugorje nell’agosto 2003
Marija Pavlović-Lunetti, 38 anni, Bijakovići, Bosnia-Erzegovina
Sono circa 22 anni che vedi la madonna ogni giorno e in questi anni è cambiato
qualcosa, la visione è sempre la stessa?
Sempre la stessa, l’unica cosa è che quando la Madonna appare ogni giorno è sempre
un’esperienza più forte. La Madonna quando appare ha sempre un vestito grigio, un velo
bianco, capelli neri, occhi azzurri, e lei è sempre sopra una nuvola.
In questi anni è cambiato il tuo rapporto con la Madonna, come con un’amica con cui si
acquista più confidenza?
Si, si, la Madonna è diventata più amica, nonostante lei sia una regina.
E in quanto amica tu hai mai chiesto consigli personali alla Madonna?
No, no, perché la Madonna sempre dice pregate, così noi abbiamo sempre cercato di
pregare e di avvicinarci sempre di più alla preghiera.
A parte la Madonna, hai visto anche Gesù, i Santi…
Il giorno di Natale la Madonna arriva con Gesù bambino in braccio, poi altri giorni da
sola, qualche volta appare sulla collina con tre o cinque angeli.
Dopo la morte di padre Slavko, la Madonna ha dato un messaggio in cui diceva che egli
era nato in cielo, e questo vuol dire che era una persona importante, una sorta di santo?
Si, ha preso la via della santità, ha cominciato a vivere i messaggi della Madonna, come
la Madonna ci invita tutti alla santità, sicuro per lui soprattutto, è stata una grazia per noi
averlo conosciuto.
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Durante l’apparizione del 25 del mese la Madonna ti da un messaggio da trasmettere…
Un messaggio che all’inizio era ogni giovedì adesso è ogni 25, il giovedì era solo per la
parrocchia adesso ogni 25 invece è per tutti quelli che vogliono prendere questi messaggi
e metterli in pratica nella vita.
Come avviene..
La Madonna me lo dice, poi io lo scrivo dopo l’apparizione.
Il tuo rapporto con gli altri veggenti…
È buono, speriamo di fare un incontro, facendo una cena di fine estate.
Quindi vi vedete…
Ci vediamo, ma non spesso purtroppo, perché ci sono tanti pellegrini, tanta gente, non è
possibile mai, vogliamo fare di più quando è possibile.
Vicka mi ha detto che la Madonna a volte le ha chiesto di soffrire per qualcosa, a te lo ha
mai chiesto?
No.
Perché ognuno ha dei compiti diversi?
Si, le sofferenze ci sono sempre (ride).
In Italia Paolo Apolito, un noto antropologo, ha parlato di come la Madonna attraverso
la promessa di castighi futuri, quindi anche di segreti, leghi i pellegrini a sé, come nel
caso di Fatima o La Salette…
No, non è vero, noi vediamo sempre che la Madonna ci da libertà in ogni occasione.
Quindi non lega attraverso la promessa di castighi?
No, la Madonna ci invita con tanto amore, mai ci obbliga, questa è una cosa bellissima,
che ci sentiamo figli di Dio, non perché siamo obbligati, ma perché siamo liberi.
Ho letto una cosa nelle prime interviste, che tu inizialmente volevi entrare in una
comunità, farti suora se non sbaglio…
Si, si.
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…e poi invece come mai hai cambiato idea?
Perché ho cercato nel convento, ho visto che non potevo fare testimonianza come faccio
adesso, parlando della Madonna, ecc, e per questo ho scelto la famiglia.
E non te ne sei pentita?
No, finora no (ridiamo entrambi).
Prima e dopo il matrimonio è cambiato qualcosa, nel tuo rapporto con la Madonna?
No, sempre chiediamo alla Madonna la sua protezione, la sua benedizione, grazie a Dio,
per ciò che fa per noi.
I pellegrini come ti vedono…
Io sono una veggente e per questo mi vedono vicina a Dio, vicina alla Madonna e come la
Madonna dice intercedo davanti a Dio per voi, così noi anche ci sentiamo come strumenti
che Dio ha scelto e sentiamo il bisogno di dare testimonianza, comunque noi siamo
sempre normali tranquilli, cerchiamo di fare il più possibile.
E loro come ti vedono…
Tante volte come amica.
Non succede che cercano di toccarti…
Qualche volta c’è anche fanatismo, gente che vuole vedermi in altro modo, ma noi
cerchiamo sempre di spiegargli che noi non siamo santi, ma che la Madonna ci invita tutti
alla santità.
Tu segui i messaggi della Madonna?
Sicuro, cerchiamo, ma non è mai abbastanza, la buona volontà c’è sempre.
Ho letto lì nel cartello (davanti il cancello di casa) che di pomeriggio c’è la preghiera,
come avviene?
Al pomeriggio noi abbiamo il rosario e c’è il momento dell’apparizione.
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E quindi vengono anche pellegrini ad assistere?
Si, quando è possibile, tante volte è impossibile ammettere tutti perché sono tanti gruppi,
come in questi giorni, impossibile scegliere, cerchiamo di fare il nostro meglio.
Attraverso voi veggenti è mai successo che abbiate interceduto per qualche miracolo o
guarigione?
Si, tante volte, tutti noi abbiamo avuto questa esperienza. Delle persone che abbiamo
chiesto, la Madonna ha guarito, aiutato, convertito.
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Vicka Ivanković-Mijatović, 38 anni, Bijakovići, Bosnia-Erzegovina
Sono 22 anni circa che vedi la Madonna ogni giorno e in questi anni è cambiato il tuo
rapporto con la Madonna, intendo hai acquistato maggiore confidenza, come con una
amica dopo tutti questi anni?
Ma guarda, tante volte parlo, non si può descrivere il momento dell’apparizione, 22 anni,
ogni giorno è nuovo giorno, per dire che ogni giorno che la Madonna viene è nuova
giornata e nuova esperienza. Ma con la Madonna mi comporto di più che come con una
madre, come con un amica, con cui tu puoi stare bene, con cui senti una pace, una gioia,
una tranquillità, che non senti in nessun altro posto del mondo.
Tu hai detto come un’amica e proprio come amica è mai capitato che tu hai chiesto
consigli alla Madonna per qualcosa?
Per me non bisogna chiedere, quando la Madonna parla e da il messaggio è per tutti e
anche prima lo da a me così io posso trasmetterlo ad altri, ma non ho chiesto mai nessuna
cosa particolare: quello che dice per gli altri riguarda anche me.
Il tuo rapporto con gli altri veggenti…
Stiamo benissimo, solo che stiamo in posti diversi, come Ivan tra qui e l’America e
Marija tra qui e l’Italia, ma gli altri siamo qui e quando loro arrivano, stiamo insieme, ci
vediamo ci salutiamo.
È cambiato qualcosa in questi anni oppure no?
Ma no, sai è cambiato che abbiamo le nostre famiglie, ma l’incontro e quello che la
Madonna vuole è sempre uguale.
Adesso che sei sposata e hai una figlia è cambiato qualcosa nel tuo rapporto con la
Madonna?
Adesso, come madre, capisci meglio la maternità. Anche prima io ho capito, ho fatto
quello che lei voleva, ma adesso sei madre e capisci tante cose di più.
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E il tuo rapporto coi pellegrini?
Ma sai, io non mi sento in nessun posto così bene, come quando sono davanti ai
pellegrini, ma davvero, con tutto il cuore, e posso fare tante cose, ma sono più contenta
quando posso, con tutto l’amore, con tutto il cuore, trovare tempo per i pellegrini, anche
persone che arrivano per i loro bisogni. È il posto principale, dopo viene il resto.
Secondo te i pellegrini come ti vedono?
Io mi presento come una persona normalissima, perché non mi sento per niente grande,
siamo tutti uguali, solo che io ho questo grandissimo dono, ma io trasmetto in senso
spirituale, non nel senso di essere qualcuno glorioso, questo da Dio non c’entra, siamo
tutti uguali, ma lui guarda la nostra umiltà, la nostra semplicità e queste sono cose che
dobbiamo trasmettere. Io provo a fare tutto il possibile affinché loro mi possano vedere in
questo modo.
In Italia Paolo Apolito, un noto antropologo, ha parlato del fatto che la Madonna, come
a Fatima, La Salette, leghi i pellegrini a sé attraverso la promessa di castighi anche qui a
Medjugorje…
La Madonna dice: chi prega non deve avere paura del futuro, perché pregando e
digiunando si può allontanare anche la guerra. Sai il male è sempre presente, disturba, ma
se noi mettiamo un po’ di buona volontà, se preghiamo di più, il male non può fare
niente. Ma non solo, la Madonna spesso dice: voi siete pronti a pregare e fare tutto per
bisogno e quando si riceve questa grazia, poi ciao ci vediamo per un prossimo bisogno.
Ma Dio vuole che noi ogni giorno lo ringraziamo per tutto, ogni giorno dobbiamo
imparare a ringraziare e quando noi impariamo a ringraziare tutto il resto arriva, passo
per passo.
Medjugorje in tutti questi anni l’hai vista cambiare?
Medjugorje è cresciuta, abbiamo tantissime comunità italiane, tedesche, anche tanta gente
che vuole restare qua è normale, e anche la Madonna tante volte dice: non guardate solo
le cose che si costruiscono, le case, ma dovete costruire dentro, dovete proprio costruire
dentro il vostro cuore, quando mettete questa cosa al primo posto, dopo tutto il resto
arriva.
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Tu hai detto che vedi la Madonna come persona viva…
Come adesso a te, uguale
Cioè la puoi anche toccare?
Si, si la sento come una persona viva. Quando è il suo compleanno o il nostro
compleanno lei ci da la mano, ci abbraccia, proprio come una persona viva, si sente, in
carne e ossa.
E tu hai anche locuzioni interiori?
No, no, sono contenta con questa grazie e non chiedo mai di più (ride).
A proposito, tu hai detto che questo per te è un dono, il vedere la Madonna ogni giorno,
ma l’hai mai visto invece come un peso, hai mai pensato per esempio, perché a me
quando invece potrei essere a divertirmi con amici…
Ma la Madonna non è contraria al divertimento al gioco, ma io mi sento che posso fare di
più in questo modo, aiutare la gente e dare la gioia che la Madonna ha dato a me, che io
possa trasmetterla ad altri: questo per me è il divertimento più bello che c’è. Se adesso
voglio stare con amici, si trova il tempo, basta solo un po’ di buona volontà. E una volta
abbiamo chiesto alla Madonna, perché proprio a noi, siamo più bravi di altri? E la
Madonna ha detto: questa è stata proprio volontà di Dio, Dio ha proprio scelto.
Una domanda personale, se vuoi non mi rispondere…
No, no, nessun problema.
Ho letto, in un libro di Bubalo, che nell’83-84, tu hai avuto una malattia molto grave, che
molti medici credevano inguaribile, ma poi improvvisamente sei guarita. Tu sei chiamata
alla sofferenza per la conversione delle persone, soffri per gli altri?
Quando la Madonna chiede o vuole qualcosa, quando Dio manda a noi una sofferenza,
una croce, una malattia, dobbiamo prenderla come un grande dono, e Dio sa perché ha
dato a me questa sofferenza e sa anche il momento quando prenderla, ma io devo solo
ringraziare il Signore e dico sempre alla Madonna: se hai ancora qualcosa da dare io sono
pronta a prendere, solo in questo momento chiedo la tua forza e coraggio, ché possa
andare avanti. Anche la Madonna ha detto chiaramente: voi non sapete quanto valore ha
la sofferenza davanti agli occhi di Dio. Anch’io sai, quando Dio mi ha dato questo dono,
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non ho detto mai che è stato un peso o una cosa che non potevo affrontare, ma sono stata
contentissima che ho potuto fare e dare una piccola cosa da parte mia alla Madonna. E
dico anche adesso alla Madonna: quando tu vuoi sai che cosa io posso fare per te, sono
pronta finché tu vuoi…
Ma la Madonna ti ha mai chiesto: vuoi soffrire per me?
Ma lei ha chiesto, sicuro, e anche se lo vuole adesso io dico: sono pronta.
Oltre alla Madonna hai visto Gesù…
Gesù l’ho visto ogni volta a Natale come bambino appena nato e qualche anno fà, il
Venerdì Santo, la Madonna è venuta con Gesù adulto, sanguinato, fasciato, con la corona
di spine, e la Madonna ha detto: sono venuta con Gesù adulto affinché voi vediate quanto
Gesù abbia sofferto per tutti voi.
E gli hai mai parlato?
No, si è solo presentato insieme con la Madonna.
Il Podbrdo è il monte delle apparizioni
Si, il monte dove c’è stata la Madonna.
La Croce Blu…
La Croce Blu è dove Ivan va col suo gruppo di preghiera. Tante volte quando la Madonna
dice per tutti si va sul monte, tante volte dice alla Croce Blu solo per il gruppo.
e il Križevac?
Tante volte la Madonna ci ha chiamato per andare al Križevac, durante la Quaresima, per
fare sacrifici, pregare la via crucis e adesso questo è rimasto il secondo posto dopo il
Podbrdo.
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Damiano, Brasile, Oasi della Pace
Come mai sei qui?
Sono venuto dal Brasile. Ho sentito la chiamata, come tutte le persone sentono quando
cercano la vocazione. Ho cercato la mia vocazione, io cercavo sempre una comunità che
avesse l’esperienza della pace, poi sono entrato in seminario, però ho conosciuto molto
prima Medjugorje e attraverso Medjugorje ho scoperto questa comunità.
Come hai conosciuto Medjugorje?
Attraverso i libri in Brasile. Ho iniziato a leggere di Medjugorje, nell’87-88 e poi ho
conosciuto questa spiritualità, questi messaggi semplici della Madonna e mi sono molto
stupito che la Madonna parlasse così a lungo, come mai fosse possibile in questo secolo.
Vivendo questo messaggio ero sempre più convinto che fossero veri, per il fatto che
dentro di me provocava un effetto di pace.
E questi messaggi hai iniziato a viverli in Brasile o quando sei venuto qui?
Io sono venuto qui solo due anni fà. Prima non sono mai venuto qui. Ho vissuto
l’esperienza dei messaggi della Madonna in Brasile, senza venire a Medjugorje.
In una comunità come questa?
No, prima da vita normale, ogni giorno ho dato tempo a Dio attraverso questo messaggio,
che la Madonna ci lascia delle indicazioni per fare un’esperienza con Dio e incontrare
Dio e la sua pace e io ho fatto questa esperienza senza venire qui a Medjugorje, anche se
ho sempre desiderato, dentro di me, venire.
E qui a Medjugorje hai sentito qualcosa di particolare?
Quello che ho sentito di particolare a Medjugorje è questa presenza molto forte, fisica,
reale, concreta che la Madonna è qui, cioè che la Madonna ha un progetto qui che sta
realizzando in questo luogo, vedendo, andando alla collina o sul Križevac, anche in
parrocchia, tante persone che vanno e ritornano e ci sono stati anche tanti segni nelle
persone, ho visto anche delle persone guarite dalle malattie.
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Quali sono le attività che fate in questa comunità?
Questa comunità è frutto di Medjugorje. È nata grazie a un sacerdote italiano e noi siamo
consacrati alla Madonna, Regina della Pace. Cioè questa comunità è nata grazie ai
messaggi della Madonna dati a un sacerdote italiano, attraverso la veggente Marija, verso
l’88, che ancora non sapeva niente. Lui è venuto qui come pellegrino e piano piano ha
capito che la Madonna desiderava qualcosa da lui. Noi viviamo l’esperienza del carisma
della pace, l’accoglienza e la preghiera. L’accoglienza soprattutto perché qui ci sono tanti
pellegrini e la comunità offre alle persone questa possibilità di vivere i messaggi di
Medjugorje, cioè un luogo in cui si possa vedere con gli occhi quello che la Madonna sta
chiedendo.
Quindi voi seguite i messaggi della Madonna…
Si, perché siamo nati da un messaggio. Mercoledì e venerdì facciamo il digiuno,
facciamo l’adorazione eucaristica ogni giorno, personalmente e comunitariamente,
preghiamo il Santo Rosario, le tre parti, facciamo la Santa Messa ogni giorno, perché la
Madonna, nei suoi messaggi, ci invita a non andare solo la domenica e poi meditiamo la
parola di Dio e poi anche ogni giorno leggiamo i messaggi della Madonna, perché la
Madonna ci chiede che siano quotidianamente vissuti e poi svolgiamo anche una vita
normale, ordinaria, cioè lavoro, le esigenze normali, ma siamo consacrati alla Madonna,
abbiamo affidato tutta la nostra vita alla Madonna di Medjugorje. Siamo talmente
consacrati a lei, che portiamo l’abito della Madonna di Medjugorje e noi sappiamo che
questa comunità è frutto suo, uno dei tanti frutti che ci sono qui a Medjugorje.
Questa è una comunità mista?
Si, una nostra caratteristica è che noi abbiamo fatto un voto uguale, di essere pace, che
non si fa nelle altre comunità. Noi facciamo il voto di povertà, castità, obbedienza e il
quarto voto, che è quello.
Hai visto i veggenti?
Si.
E cosa pensi di loro?
Io penso che le apparizioni sono vere. Personalmente conosco Marija, ho avuto
l’opportunità di parlare, stare con lei. Cioè nella curiosità di ogni giorno tu stesso senti
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questa curiosità di vedere un veggente cosa fa. È una persona normalissima, scherza,
semplice. È una persona come noi, che non si sente diversa dagli altri. Lei stessa dice: io
non sono diversa dagli altri, non so perché la Madonna mi ha scelta, perché c’erano tante
altre persone più brave di me. Lei fa, come tutti noi, un cammino di ogni giorno, di
preghiera, di confessione mensile, messa, però fa anche la mamma, la casalinga, la
persona normale. Siamo stati con lei una settimana e ho visto che sono persone
abbastanza normali. Con Marija è nata anche una bella amicizia, perché lei è la veggente
che ci ha dato, non solo uno ma due o tre messaggi per la comunità. Per il momento non
posso dirli.
A Medjugorje hai visto fenomeni particolari?
Personalmente no, dentro di me si. Anche la liberazione di abitudini cattive con la
preghiera, per me erano cose impossibili. E per me questo è uno dei segni che
Medjugorje è vero. Il primo segno più forte è quello che vedo dentro di me, la certezza
che la Madonna appare e il secondo segno è essere qui a Medjugorje, anche se sono un
brasiliano, lontano dalla mia cultura, lontano dal mio paese, lingua e l’altro segno è
quello della pace. Mi da una sicurezza come se fossi sempre stato qui, ci sono problemi,
pressioni di ogni giorno e c’è questa pace che mi porta avanti, mentre prima, alla prima
difficoltà mi fermavo e invece dopo Medjugorje sono molto cambiato dentro. Per
esempio, io non ho mai pensato di lasciare il Brasile, non mi sono mai impegnato a
imparare altre lingue, cioè non avevo mai pensato di trovarmi qui, è successo da un
giorno all’altro, tutto cambiato, anche parlare altre lingue, esperienze di altre culture,
arricchirsi così dentro, questa pace, essere così in comunione con altre persone, con altri
popoli. È segno anche vedere tantissima gente venire qui, anche persone handicappate,
malate, disperate, per me è segno ogni giorno vedere questo e la pace che c’è in questo
luogo. Sono stato anche presente a tante apparizioni, personalmente fuori non ho visto
niente, ma dentro si, ogni volta che finiva un’apparizione, era chiaro che la Madonna per
me era apparsa, c’era dentro di me una pace ancora più forte e sentivo gli effetti nella mia
vita e i segni per me sono nel mio cuore. Io non ne ho bisogno, perché una volta ho visto
il segno del sole, ma non l’ho mai chiesto, è stato il 6 agosto dell’anno scorso, giorno
della trasfigurazione.
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Hai visto altri luoghi di apparizione?
Si, in Brasile. Un veggente vicino casa mia che ha provocato tanto chiasso anche a livello
nazionale. Verso queste apparizioni io provavo antipatia e questa era una cosa strana
perché io ho sempre creduto a Fatima, Medjugorje, Africa. Ho dovuto seguire
personalmente questo veggente, ero seminarista e trovare se c’era o no verità in questa
storia. L’ho esaminato, fatto delle registrazioni del momento dell’apparizione, partecipato
e anche se c’erano stati dei segni molto forti del sole, anche se non volessi ho visto
anch’io. La differenza è che qui ho trovato la pace e lì c’era inquietudine intorno alla
gente e alla fine, esaminando bene, ho avuto questa grazia e abbiamo scoperto che era il
demonio che agiva in questo, le stigmate le faceva lui, abbiamo trovato delle batterie che
facevano gli effetti e nelle registrazioni ho visto che aveva il messaggio già preparato.
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Suor Krsta, 35 anni, Croazia, Kraljice Mira
Come mai sei qui a Medjugorje?
Perché vivo in una comunità che è nata a Medjugorje.
Come si chiama questa comunità?
Kraljice Mira, Regina della Pace.
Quali sono le attività di questa comunità?
Vita contemplativa attiva.
Seguite i messaggi della Regina della Pace?
Si, con una spiritualità francescana e mariana. Abbiamo la Regola dei fratelli e delle
sorelle del Terz’ordine regolare di San Francesco. Nella nostra comunità è importante
l’adorazione, la preghiera e l’offerta: oltre ai tre voti di povertà, castità e obbedienza, ne
abbiamo un altro di offerta della vita per la salvezza del mondo.
Sei già venuta qui altre volte?
Si, tante volte.
E hai notato cambiamenti in questi anni?
Si, sempre più gente. Mi pare che la base sia sempre la stessa. Mi pare anche che la
parrocchia all’inizio fosse più aperta, partecipava, ma adesso sono tutti chiusi, perché è
diventato anche un luogo di turismo. Secondo me bisogna pregare anche per loro, perché
possano portare il messaggio della Madonna, con tutto questo che è attorno a loro.
Hai visto i veggenti?
No, conosco la storia di ognuno, ma personalmente nessuno.
E cosa pensi di loro?
Sono persone come tutti noi, che devono camminare, decidersi per Dio ogni giorno, come
ogni cristiano, solo hanno avuto una grazia particolare, ma questo non dipende da loro.
Questa è una grazia di Dio gratuita e loro devono rispondere ogni giorno, come tutti noi.
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Questa comunità è riconosciuta dalla Chiesa?
Siamo riconosciuti come associazione privata, aspettiamo il riconoscimento ufficiale.
Secondo me dipende anche da Medjugorje, perché Medjugorje non è riconosciuta e noi
siamo frutto di Medjugorje. Una vita semplice, cristiana, si va proprio alle radici
dell’anima, perché noi siamo una comunità internazionale, viviamo con fratelli e sorelle,
tocchiamo tutte le realtà che sono nel mondo e così possiamo capire noi ed essere fari per
gli altri.
Come mai tu hai deciso di entrare in questa comunità?
Perché ho sentito la chiamata di offrire la vita.
100
Maximiliano, San Paolo, Brasile, Fraternidade dos Discìpulos de Jesus
Come mai sei qui a Medjugorje?
Sono qui per la seconda volta. Sto facendo esperienza di noviziato perché la nostra
comunità è nata qui a Medjugorje. Lavoriamo coi bambini di strada, facciamo la
preghiera normale in monastero. Sto qui cinque mesi, facendo questa esperienza per
approfondire la spiritualità di medjugorje.
Come si chiama questa comunità?
Fraternidade dos Discìpulos de Jesus, Fraternità dei Discepoli di Gesù.
E tu segui i messaggi della Madonna?
Si, siamo un frutto di Medjugorje, come l’Oasi della Pace. Alcuni anni fà è stata
approvata dalla Chiesa, la prima comunità che ha questa approvazione e non ha una sede
qui adesso, ma ha una casa in Brasile.
Hai visto fenomeni particolari?
Si, ho visto. Ma non vedo questo come cosa principale. A esempio, dopo un’apparizione
di Mirjana alla Comunità Cenacolo, il secondo giorno del mese, al ritorno del sole c’era
un arcobaleno. Io l’altro giorno ho visto il sole girare, ma questa non è la cosa più
importante perché se ho la fede, la fede è qualcosa che Dio da, una grazia, un dono. Non
c’è bisogno di queste cose particolari.
Conosci i veggenti?
Si, conosciamo Vicka, perché Vicka, se ricordo bene, dopo un’apparizione, ha parlato a
padre Eugenio del Brasile, il nostro fondatore, dicendo che la Madonna aveva questo
desiderio di fondare una comunità di preghiera, che lavorasse con i bambini di strada e gli
ha detto che lui avrebbe dovuto fondare questa comunità con i soldi della sua famiglia,
perché lui era ricco, e fare questa casa dei bambini. Dopo è venuto un ex musulmano, che
adesso è cattolico, e ha aiutato tutti noi. Se è volontà di Dio, anche ai soldi pensa la
provvidenza.
101
Cosa pensi dei veggenti?
La Madonna non prende persone particolari o speciali e anche loro hanno chiesto alla
Madonna: perché noi? La Madonna ha detto: non ho scelto le persone più buone, è una
cosa di Dio. Sono persone normali, solo che loro vedono con gli occhi della carne, noi
vediamo con gli occhi dell’anima.
E tu come hai conosciuto Medjugorje?
L’ho conosciuto attraverso la mia famiglia. Mio padre leggeva una rivista, Medjugorje e
ho iniziato a conosce Medjugorje.
Tu perché sei entrato in questa comunità?
Prima una vocazione, per cui non c’è spiegazione e sentivo la spiritualità di Medjugorje,
l’adorazione eucaristica, il santo rosario. Perché prima io cercavo una comunità di
monaci, ma non c’è questa cosa dell’adorazione o della preghiera del rosario e questa
cosa mi piace.
102
Kateřina, 26 anni, Repubblica Ceca
Come mai sei qui a Medjugorje?
Mi sono sposata qua tre anni fà, adesso ho una figlia, Lucia, di quasi due anni. Mio
marito è stato nella Comunità Cenacolo, dove sono tossicodipendenti, quattro anni è stato
là per fare esperienza di guarigione.
E lui era tossicodipendente?
Lui era tossicodipendente, dodici anni che prendeva eroina, lui è di Spalato, croato, Lui è
uscito dalla comunità. Io sono venuta qui, primo pellegrinaggio, nel 1995, ancora
studiavo, mi piaceva qui a Medjugorje la preghiera. Tutto questo l’ho imparato qua.
Quando tu sei venuta qua credevi già nelle apparizioni?
Sono venuta per curiosità, non sapevo niente di Medjugorje, si sentito qualcosa, per
questo mi interessava. Quando sono venuta non sapevo neanche pregare il rosario, in
pullman ho iniziato a pregare il rosario e ho sentito che sarei dovuta venire di nuovo,
quando sono stata qui la prima volta. Dopo tre anni sono venuta d’estate, che ho finito la
scuola e sono voluta restare qui un po’ di tempo. Ho trovato una famiglia del mio paese e
volevo stare da loro, aiutare con i pellegrini, pulire, cucinare e stare qui a Medjugorje,
pregare, andare sul monte. In questo periodo è uscito mio marito [dalla comunità].
L’hai conosciuto qui?
Lui conosceva questa famiglia, perché sono andati spesso in comunità e allora lui è
andato da loro a fare visita, così ci siamo conosciuti. Poi lui ha lavorato alla parrocchia e
adesso ha iniziato a lavorare in un centro a Mostar per tossicodipendenti, dove adesso ha
una sua comunità e aiuta i ragazzi. Il vescovo ha dato loro una casa e così lui aiuta i
ragazzi con la sua esperienza. Io sono qua e lavoro in questo negozio italiano, da quasi tre
anni e ho fatto anche il corso come guida, qui a Medjugorje, per i pellegrini
cecoslovacchi, per la gente che verrà dal mio paese.
Qui hai visto i veggenti?
Si, conosco tutti i veggenti.
103
E cosa pensi di loro?
Io li vedo come persone normali, anche loro sono peccatori, anche loro possono fare male
e bene, tutti siamo uguali, solo che a loro è apparsa la Madonna.
Hai visto fenomeni particolari qui a Medjugorje?
Allora, i fenomeni particolari, diceva sempre padre Slavko, sono coloro che si sono
convertiti nel cuore, la gente che qui si è convertita, che ha iniziato a credere a Dio e alla
Madonna, più delle guarigioni, perché noi abbiamo bisogno più della guarigione
dell’anima che del corpo. Ci sono anche state guarigioni del corpo, ho visto persone che
sono state guarite, per esempio un uomo da epilessia, lui non sentiva neanche le gambe,
le mani e una sera, dopo la preghiera di guarigione dopo la messa, festa dell’Immacolata
Concezione, lui ha sentito un calore nel suo corpo e tutto il dolore che andava via e lui
adesso è sano e va sempre a Medjugorje. Sono tante le cose, però dovete sapere che a
Lourdes, dove sono 150 anni che è apparsa la Madonna, c’erano 250 mila persone guarite
nel corpo, i dottori hanno detto che sono veri solo 60 mila casi di questi e la Chiesa solo
62 persone sono vere: allora voi potete immaginare qui a Medjugorje che è 22 anni che
appare la Madonna.
Hai mai assistito a un’apparizione?
Si, sono stata all’apparizione di Marija Pavlović all’Oasi della Pace e dopo
all’apparizione di Ivan Dragicević, col suo gruppo alla Croce Blu, al Podbrdo, la sera,
dove va anche la gente e a Mirjana, che ogni due del mese prega per i non credenti. Lei
sempre appare in questo periodo, alla Comunità Cenacolo, sempre ogni due del mese a
Mirjana.
E durante queste apparizioni tu hai sentito o visto qualcosa?
Nel cuore si sente la presenza della pace che da la Madonna qui. Mi ricordo la prima
volta che sono venuta qui cosa ho sentito. Sono stata shockata di questa pace qua, era una
pace da morire per me.
La prima volta che sei venuta questa pace dove l’hai sentita?
Ho sentito pace, non so come dire, per esempio quando ho pregato nella chiesa, ho messo
le mani e mi sembrava tutto santo, tutto da baciare, ho messo le mani a terra e sentivo che
qui c’è la Madonna, che io sono nelle mani della Madonna.
104
Goran, 40 anni, Spalato, Croazia
Come mai sei qui a Medjugorje?
Veramente a me ha salvato la Madonna, ma proprio la Madonna di Medjugorje, Regina
della Pace, perché io mi drogavo, prendevo eroina da dodici anni e vivevo da nove sulla
strada e tante volte sono stato in carcere, manicomi, una vita sbagliata e proprio un
giorno, dopo tanti anni di inferno, io ho iniziato a pregare, però a Spalato. Io non sapevo
Ave Maria, io non sapevo, perché quando ero piccolo andavo in chiesa e dopo, quando ho
iniziato a prendere pastiglie, alcool e tutte queste cose, ho dimenticato la famiglia, chiesa,
tutto e allora dopo tanti anni, ho iniziato a pregare e pregavo col cuore, pregavo e
piangevo, pregavo con lacrime. Ho perso la fiducia in tutti e ho perso la speranza perché
allora non sapevo come si potesse uscire dalla droga, dall’eroina, perché tanti miei amici
sono morti, il 90%, la mia generazione, nessuno è uscito dalla droga e allora io ho perso
la speranza e tante volte ho pensato al suicidio, una volta ho preso la pistola, l’ho messa
in testa e ho premuto il grilletto e il proiettile mi è rimasto in testa, e tagliato le vene tante
volte e preso tanta eroina con pastiglie e alcool, perché non avevo speranza e quella vita
mi è iniziata a pesare, perché anche mio padre mi ha sbattuto fuori casa nel 1982 e non
avevo contatti con la mia famiglia: ero proprio solo come un cane.
Ma ti ha sbattuto fuori casa dopo che hai cominciato a drogarti?
Si, si, dopo sei mesi, dopo che l’ha saputo. Ma lui mi voleva aiutare, però a quei tempi
per me l’aiuto era sono soldi, nient’altro. Lui non mi poteva dare tanti soldi quanto ne
avessi bisogno e allora lui mi ha mandato la prima volta in carcere. Sono stato tre mesi,
uscito peggio di prima e dopo messo in centro psichiatrico, perché mio padre pensava che
i dottori mi aiutassero. Sono stato di là anche due, tre mesi, sono uscito anche di là peggio
di prima e alla fine lui mi ha trovato un lavoro, perché pensava: va bene adesso va a
lavorare, sta otto ore sul lavoro, con gente che lui conosceva. Però io sono andato di là e
ho rubato tutto quello che potevo e fatto prestare tanti soldi che non ho restituito e alla
fine andavo a lavorare un giorno e due giorni no e così sempre facevo casino e allora
anche loro mi hanno sbattuto fuori dal lavoro. Ho rubato a casa tutto quello che avevamo
anche e lui alla fine mi ha sbattuto fuori di casa. Così sono stato nove anni sulla strada.
Quando ho iniziato a pregare, io pregavo: Madonna, ti prego, o mi prendi su con te, che
voleva dire mi fai morire, o mi dai una mano per cambiare la vita. E dopo un po’, non so
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neanch’io, una settimana così, io ero di mattina in un giardino, guardavo le macchine così
per rubare qualcosa ed è venuta una signora, ma proprio verso di me. Non sapevo chi
fosse, non sapevo se restare o andare via, alla fine sono rimasto, è venuta lei: buon
giorno, dice, cerco un ragazzo che chiamano Čiuh, tu lo conosci, puoi aiutarmi a
trovarlo? Cercava me! Io la guardo e mi chiedo: chi è quella lì? E io dico: sono io. E lei
ha iniziato a piangere e mi ha preso sottobraccio, siamo andati a fare un giro e lei era
madre di un mio conoscente, anche lui drogato. La polizia l’ha preso mentre rubava e lui
è finito in carcere e la madre spesso andava di là a visitare suo figlio ed è pazzesco
questo, perché i drogati sono tanto egoisti e ogni volta che sua madre veniva lui le
parlava di me: dai mamma, aiuta un mio amico che è sulla strada da tanti anni, lui tante
volte ha provato il suicidio, ma è buono, dai aiutalo, perché anche ai genitori non frega
niente di lui. E questa madre mi ha cercato e trovato in questo modo. Mi ha fatto la carta
d’identità, perché io ero un barbone e alla fine mi ha comprato un biglietto del pullman
per Medjugorje. Sono venuto a medjugorje, sono andato fino al cancello, perché lei mi ha
spiegato che a Medjugorje c’è una comunità di drogati, ma io non sapevo niente di
comunità.
Ma sapevi già che la Madonna qui appariva?
Certo. Io pregavo anche quando non avevo i soldi dicevo: dai Signore, dammi qualche
soldo per comprare la roba. Quando compravo la roba dicevo: dai Signore, fa che sia roba
buona. E solo queste erano le mie preghiere. Ma poi per la prima volta ho pregato per
cambiare la vita e la Madonna, proprio la Madonna di Medjugorje, perché alla fine io
sono di Spalato, non sono di qui. È proprio strano perché sono rimasto qui, perché tanti
ragazzi che entrano in comunità, dopo quando escono tornano al loro paese e giù trovano
lavoro, si sposano e vivono una vita normale, qualcuno anche cade di nuovo, però il 90%
torna al suo paese, ma io sono rimasto qui proprio perché qui ho trovato pace, ma proprio
una pace profonda. Perché per tutta la mia vita, dentro il mio cuore, c’era odio, ma odio
per tutti, odio per mio padre, odio per mia madre che è morta, odio per mia sorella che è
morta, odio per mio fratello che è sordomuto, odio per i bambini, odio per i vecchietti,
per i ragazzi, per le genti, ma odiavo tutto il mondo. La Madonna mi ha salvato la vita, ha
proprio cambiato la mia vita, ma proprio il mio cuore, la mia mente, il mio
comportamento con la gente, con le ragazze, con i bambini. Adesso voi mi vedete per la
prima volta, non conoscete com’ero prima e non potete neanche immaginare com’ero. I
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miei pochi amici che ancora si drogano giù a Spalato, quando mi vedono dicono come
sono prete!
Quando hai sentito questa pace?
Quando sono entrato in comunità io non capivo che mi ha salvato la Madonna, io
pensavo al destino, tutto venuto solo così. E il primo anno, io ho perso sonno, non sapevo
parlare, solo gridare, bestemmie e parolacce, sapevo solo questo, ma non sapevo niente,
ero limitato in testa, non sapevo chi fosse presidente. Sono stato in manicomio due anni e
mezzo e sono uscito e dopo cinque mesi ho ricominciato di nuovo a drogarmi e non
potevo dormire, non potevo mangiare, non potevo far niente: ero proprio scemo. Perché,
quando sono uscito da questo manicomio, sono uscito con la diagnosi di paranoico-
schizofrenico. E io non sapevo in comunità, il primo anno, chi fossi io, chi fosse Dio,
cosa fosse la preghiera, cosa fosse la fede perché, da quando avevo vent’anni, non sono
stato un giorno normale. Perché, prima dell’eroina, fumavo canne e prendevo pastiglie,
mi ubriacavo, facevo proprio pietà, ma ogni giorno, neanche un giorno sono stato
normale. In comunità, quando mi alzavo la mattina e guardavo allo specchio, non sapevo
chi fossi e dopo, piano piano, i ragazzi mi hanno aiutato tanto. Io volevo tutto in fretta:
cambiare modo di vivere, cambiare vita subito, oggi martedì, domani mercoledì, mi
sveglio al mattino uomo nuovo e non capivo come ci fosse un passaggio, come dovessi
andare piano, passo dopo passo. I ragazzi, suor Elvira, mi hanno aiutato tanto, perché io
mi chiedevo: perché devo pregare tre rosari al giorno, io voglio solo togliermi dalla droga
e nient’altro. E Elvira mi ha detto: se tu non vuoi pregare, tu siediti in cappella e non
preghi, prego io e altri ragazzi pregano per te e dopo, piano piano, ho iniziato a dire
un’Ave Maria, poi due tre, ho detto una decina e, piano piano, ho fatto un cammino.
All’interno della Comunità Cenacolo come è strutturato il programma di guarigione?
Preghiera e lavoro. Quando c’è la preghiera c’è obbedienza, umiltà, amore, incontro l’uno
con l’altro, anche con il lavoro.
E che lavori fate?
Ma tutto, muratura, animali, orto, falegnameria, pulizie, cucina, ma tutto, proprio una
piccola città e io ho imparato in comunità a fare le icone e così tanti ragazzi che hanno
imparato a fare i piastrellisti, adesso lavorano fuori. Martedì e venerdì c’è messa e
domenica. Ogni sabato sera, prima era alle dieci, mentre adesso penso alle due di notte,
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c’è adorazione. Ogni giorno si legge e commenta la parola di Dio e si cerca sempre di
parlare di sé, delle proprie cose negative, quelle positive devono vederle gli altri! E
spesso vengono anche sacerdoti a fare catechesi, confessioni. È difficile, è più facile
cambiare gli altri, ma cambiare se stessi è una cosa proprio…
Ti capitava di avere crisi di astinenza?
Io già da un mese e mezzo non dormivo. Ero proprio cambiato da fare pietà. Avevo crisi
di astinenza ed epilessia, ma sono rimasto! Tante volte volevo andare via, però c’era una
mano che mi teneva ed era lei e io dopo l’ho capito e anche adesso tante volte, quando
vado a dormire e quando mi sveglio al mattino, penso a queste cose ed è stata proprio Lei
e nessun altro. Potevo tornare a Spalato e vivere giù e trovare lavoro, ma io mi sento qui a
Medjugorje come se fossi nato qui. Quando vado giù a visitare mio padre e mio fratello e
i suoi figli, io vado felice, ma quando ritorno qua, mi sento a casa.
E quindi hai ripreso i rapporti con tuo padre…
Si. Quando sono uscito dalla comunità lui non sapeva, lui non voleva sentirmi, perché
tante volte ho detto di cambiare vita, di non drogarmi più. Tante volte ho pianto, ma solo
per prendere soldi e lui ha perso la fiducia, è normale e in un anno ci siamo sentiti al
telefono poche volte. Lui voleva chiamare, ma io non volevo chiamare perché volevo
proprio iniziare da zero e quando sono uscito dalla comunità avevo un paio di scarpe
rotte, un paio di mutande, non avevo un giubotto invernale, perché sono uscito proprio il
giorno del mio compleanno, il 27 novembre 1997, non avevo niente, neanche mille lire,
niente e ho trovato lavoro. Sono andato dai frati a chiedere un favore per trovare lavoro e
il primo lavoro che ho trovato è stato giù nel bagno pubblico e dopo i frati mi hanno
cambiato lavoro, un gradino di più, mi hanno dato scopa e così, pulivo le strade intorno la
chiesa. In comunità ero stato operato alla schiena, ma non volevo dire ai frati che ero
stato operato, perché avevo paura che non mi prendessero a lavorare e alla fine sono
finito di nuovo all’ospedale per essere operato alla schiena a Mostar. I frati l’hanno
saputo e mi hanno detto: ma tu sei scemo, perché non lo hai detto? Ma questo perché non
avevo tanta fiducia nella gente ancora e dopo quattro anni in comunità non avevo fiducia
nei frati. Però loro, quando l’hanno sentito, mi hanno pagato l’ospedale e mi hanno fatto
l’assicurazione, mi hanno fatto tutto. E dopo ho lavorato un anno nell’ufficio
parrocchiale, prendevo appuntamenti per le messe e un giorno è venuto padre Slavko e
mi ha detto: ho trovato un buon lavoro per te. E dopo è venuto a parlarmi un dottore di
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Mostar che voleva aprire un centro e aiutare tossici e lui cercava un ex tossicodipendente
che, attraverso la sua storia, la sua vita, la sua esperienza, potesse dimostrare a questi
ragazzi come si può uscire dalla droga. Io sono andato lì, ho fatto dei colloqui e adesso
lavoro giù a Mostar. Lavoravo da due anni e mezzo e mi dava fastidio l’uso del
metadone, perché un drogato non cambia la vita con le pastiglie, può togliere l’astinenza,
ma solo questa, nient’altro, ma tutti i ragazzi che si drogano devono cambiare vita, come
l’ho cambiata io, come l’hanno cambiata tanti ragazzi che sono usciti dalla comunità. E
allora, a me dava fastidio, io volevo fare una comunità e dopo un po’, dopo due anni e
mezzo, anche i dottori hanno detto di provare e il vescovo di Mostar mi ha regalato la sua
terra. Abbiamo fatto la comunità e adesso c’è la comunità da quasi due anni, due anni il
4 febbraio, io lavoro come capo.
Questa comunità si basa sugli stessi programmi della Comunità Cenacolo?
Tutte le comunità hanno programmi simili. Si alza alle sette, si fa la barba ogni due
giorni, si va a messa, si va a confessare, si lavora. Più o meno è tutto uguale, ci sono
poche differenze.
Nella Comunità Cenacolo si usa il metadone?
No, mai.
Neanche nella tua?
No, no, niente. Solo si parla, si lavora, così non c’è tempo di pensare alla droga.
E nella comunità di Mostar la preghiera ha un ruolo importante?
Si, si prega, Ma all’inizio a loro ho detto di pregare solo un rosario, perché tutti questi
ragazzi sono venuti dalla strada, come me, e allora io ho detto di pregare un rosario e
niente di più, perché non posso dire a un ragazzo che è appena venuto in comunità di
pregare tre rosari, andare a confessarsi, che dice: ma vai a cac... E allora tutto piano piano
e dopo tre mesi subito, quando si svegliano, prima dicono il rosario e dopo fanno
colazione e vanno a lavorare. E sono venuto una volta alle due di pomeriggio e adesso ne
pregano tre, ma tutto da soli, io non ho detto niente e così si vede il cambiamento. Sai,
quando dico, tu devi, devi, devi, non va. Io sono là solo per indirizzare, ma lascio a loro
tutto il resto, tante cose loro vedono da soli che non vanno e cambiano.
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Tutto questo cambiamento tu lo attribuisci alla Madonna?
Ma chi mi ha cambiato? Sicuro da solo no. I ragazzi mi possono cambiare, però se io non
ho qualcosa dentro di me che mi spinge, qualcuno che mi tiene, qualcuno che mi
guida…Guarda, io non sono un sacerdote, io sono solo un ragazzo ex drogato che non è
scemo, che non è schizzofrenico e capisco perché tante cose siano successe, ma anche la
riappacificazione con mio padre, ma anche con gente a cui ho fatto tanto male, rubato
cose, rubati tanti soldi e loro sono venuti da me e mi hanno perdonato, piangevano anche.
Ma tantissime cose anche più piccole, impossibile che siano successe solo così, come dal
caso, ma anche il mio cambiamento…Io adesso voglio, per gloria della Madonna, per
gloria di Dio, aiutare altre persone e dimostrare a queste persone, non solo drogati, ma
anche alcolisti, anche quelle persone che non si trovano nella vita e questo è per me un
ringraziamento, fare sempre qualcosa per gli altri.
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Kathleen , Frances, Philippe, 64 anni, Irlanda
Perché siete venute qui a Medjugorje?
K. Penso, per la chiamata della Madonna.
F. Perché dodici anni fà venni qui a Medjugorje per la prima volta. Non andavo a messa
prima da quasi venti, non ci andavo, ero diventata alcolista, ero disperata. Così venni a
Medjugorje e vidi dei segni alla Croce Blu e da allora non ho perso un messaggio. Ha
cambiato la mia vita, adesso ho raggiunto la pace, che non avevo mai avuto prima.
P. Sono venuta in pellegrinaggio, direi per fare un’esperienza. Ma come posso dire, fin da
quando sono venuta le cose sono andate come mi avevano detto: tutto è fantastico qui. E
mi sono convertita rispetto a com’ero quando sono venuta e quindi voglio dire: grazie!
È la prima volta che venite qui?
K. No, la quarta, la prima volta nel 1995.
F. Dodicesima.
P. Si, la prima.
Cosa ti ha spinto a venire qui così tante volte?
F. Perché la mia relazione era finita dopo ventiquattro anni e mia sorella, che ha venti
anni, mi disse: perché non vai a Medjugorje? E io andai, totalmente contro i miei
desideri, contro voglia, ma dopo solo due giorni tutto era cambiato.
Avete visto dei cambiamenti qui in questi anni?
F. Si, che la mia vita in dodici anni è totalmente cambiata. Per quanto riguarda qui, la
musica prima non c’era, c’era solo il silenzio. Certo io sono una persona di 64 anni, però
secondo me c’e troppa musica quest’anno qui, troppo rock n’ roll, troppa confusione,
dovuta al Festival anche e penso che se questo continuerà la Madonna sarà messa da
parte qui. Se andavo alla cappella dell’adorazione, non riuscivo a pregare perché la
musica era troppo alta. Io penso alla gente che viene per la prima volta qui, perché io
sono venuta già tante volte, ma per loro c’è troppa confusione. Questo è almeno ciò che
ho provato io. Io preferisco la tranquillità e la calma nel mio rapporto con Dio. Nel
silenzio la Madonna ci parla, per questo motivo al momento della visione non dovrebbe
esserci alcuna musica.
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K. La spiritualità in questi anni non è cambiata. Durante il Festival avrei preferito che ci
fosse più silenzio, ma comunque io sono molto grande e la Madonna ci chiama in molti
modi.
Come sei venuta a sapere di Medjugorje?
F. Mia sorella più grande era stata a Medjugorje due anni dopo l’inizio delle apparizioni e
lei aveva visto la scritta MIR nel cielo e quando è tornata mi ha portato una piccola statua
e dopo, quando la mia vita stava andando a rotoli, anche io decisi di andare.
Avete visto fenomeni particolari?
K. Si, il sole che danza. Penso che sia una sorta di dono, ma tu puoi anche non vedere, ma
è sempre una grazia divina. A Medjugorje c’è una grande conversione.
F. Io sono stata alla Croce Blu e mentre ero lì ho visto una luce provenire dalla croce.
Guardando verso sinistra ho visto una piccola statua della Madonna, con dodici stelle,
allora dissi a mia sorella: hai visto qualcosa? Lei disse di no ma io andai a letto convinta
di aver visto qualcosa e il giorno dopo parlai al prete e lui mi disse: è meraviglioso, hai
una buona immaginazione! E l’anno dopo, quando sono tornata con il mio rosario in
mano, chiesi alla Madonna che mi desse la pace quando tornavo in Irlanda, dato che
avevo molti problemi con la persona con cui stavo. Quando sono tornata ho fatto
sviluppare le foto e nessuna di quelle che avevo fatto alla Croce Blu era venuta e allora
mi tornò in mente questa frase: tu non hai bisogno di fotografie per ricordarmi! E da
allora non ho mai perso una messa. Medjugorje ha veramente cambiato la mia vita: non
guardo più TV, non leggo più l’oroscopo per conoscere il mio futuro e sono molto felice,
non mi manca nulla.
Siete mai state in altri luoghi di apparizioni?
K. Si, sono stata a Lourdes e a Fatima.
P. Sono stata a Fatima.
Avete visto differenze tra lì e qui?
K. Fondamentalmente no, però qui c’è una profonda spiritualità. Qui a Medjugorje ho
visto come la gente ha aperto il proprio cuore a Dio.
P. La differenza è che quello che accade qui sta accadendo adesso. Qui invece la
Madonna sta realmente apparendo e io mi ero chiesta: ma è veramente possibile? E ho
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pensato che potesse essere il diavolo, ma poi mi sono detta: se fosse il diavolo non ci
sarebbero tutti questi buoni frutti e quindi ci ho creduto.
F. Io sono stata a Fatima e due giorni dopo la partenza i miei problemi alle ginocchia
erano spariti, avevo sentito un bellissimo profumo di rose e quindi sono felice!
Avete visto i veggenti?
F. Si, varie volte. L’anno scorso due volte Ivan, una delle ragazze e ho visto il sole
danzare. Io ho visto Vicka, lei ha pregato su di me a casa sua. Ho visto anche gli altri, ma
se avessi potuto avrei visto Vicka tutti i giorni: il suo viso, l’espressione dei suoi occhi è
molto particolare, è bellissima. Quando lei prega su di te, senti qualcosa, io ho pianto,
pianto e pianto: lei è veramente molto speciale.
K. Si e penso che siano delle persone veramente benedette da Dio. Comunque gente
semplice come me o te, ma Vicka è quella che più degli altri mi sembra uno strumento
del cielo, attraverso cui la benedizione di Dio scende sugli uomini.
Pensate di tornare?
F e P. Si, penso di si.
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Ker, 20 anni, Irlanda
È la prima volta che vieni a Medjugorje?
È la quarta volta.
Cosa ti ha spinto qui così tante volte?
Penso per fare esperienza di pace e per trovare motivazioni che diano la forza per
continuare a pregare, perché è difficile credere e pregare in questo mondo, mantenere la
tua fede tra i tuoi coetanei. Perché io vivo in Irlanda ed è sempre più complicato e penso
che ti dia proprio la forza di pregare e di capire quanto la preghiera sia importante nella
tua vita. E quando arrivi a casa è il momento di continuare a digiunare, leggere la Bibbia,
confessarsi, perché è difficile quando torni a casa mantenerla salda. Come dice Nostra
Signora: quando torni a casa vuoi portare ciò che hai vissuto qui, in famiglia e agli amici,
nel tuo luogo di lavoro, al college.
Hai visto differenze in questi anni?
La prima volta che venni qui avevo sette anni e adesso ne ho venti e quindi sono molto
cambiata. Ogni anno che sono venuta ho provato qualcosa di diverso, perché sono
differenti periodi di vita. Ero a scuola, ora sono al college e sono più impegnata. Quando
arrivi qua ottieni la grazia, ti da la saggezza per affrontare quel particolare periodo della
tua vita che stai vivendo. Penso che i messaggi della Madonna in ventidue anni siano
cambiati, ma la pace, la tranquillità, il senso della preghiera, il senso di comunità, questo
non è cambiato. Dalla prima volta che sono venuta nel 1990, è diventato tutto più caotico,
ma le cose fondamentali non sono cambiate. E questo è ciò che è importante, perché la
gente viene ogni anno per la prima volta e ha bisogno di conoscere Dio e di continuare la
sua strada. Chi non conosce Dio vuole conoscerlo e avere un rapporto con lui, continuare
nella vita cristiana.
Come hai conosciuto Medjugorje?
Attraverso i miei genitori che hanno letto dei libri su Medjugorje e io ho avuto la
possibilità di venire qui anche se ero una bambina. I miei hanno iniziato a pregare,
digiunare, hanno messo in pratica i messaggi della Madonna già prima di venire qui e
hanno ricevuto forza e grazia. E quindi quando ebbero l’opportunità andammo tutti.
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Hai visto i veggenti?
Si, questa mattina Vicka e Marija e abbiamo avuto l’opportunità di vederli al Festival dei
Giovani e penso che loro testimonino Medjugorje e la pace.
Cosa pensi di loro?
Sono gente comune, come me e te, persone che la Madonna ha scelto, come lei ha detto,
non ha scelto i migliori né i peggiori, solo gente comune che la Madonna ha scelto, che la
vede e che vuole dare i suoi messaggi a tutti quelli che vengono qui. È difficile per loro,
per esempio Vicka viene qui ogni mattina, riceve pellegrini da ventidue anni, è difficile,
ma lei mostra sempre il sorriso sul suo volto, è felice di vedere tutti quanti e questa
grazia, capisci, può essere solo soprannaturale, perché penso che umanamente, alla fine
chiunque avrebbe smesso, perché comunque ci saremmo detti che non ne valeva la pena,
perché qui è Lei che da la grazia ai veggenti di parlare alla gente e penso che il senso
della preghiera sia la cosa più importante: io non credo in un Dio che divide.
Sei stata in altri luoghi di apparizioni mariane?
Knock in Irlanda e penso che la differenza sia che qui la Madonna appare ogni giorno,
Knock è passato, questa sta accadendo oggi, non è passata, ma Medjugorje invece è stata
scelta per il mondo di oggi. Se confronto Medjugorje rispetto agli altri luoghi di
preghiera, preferisco Medjugorje perché sta accadendo ora.
Hai visto fenomeni particolari qui a Medjugorje?
Non ho visto niente perché non ho bisogno di vedere niente. Ho trovato la pace nel mio
cuore e questo è quello che conta, che non avrei potuto ottenere da locali notturni, negozi,
uscire ogni sera e quindi ho smesso di fumare, di bere, tutto solo per la preghiera. E
quando la gente vede il sole che danza, questo è un modo per fare esperienza della
Madonna e può essere anche buono, ma io non ho bisogno di queste cose perché ho la
pace nel cuore.
Appartieni a qualche gruppo religioso?
Sono cattolica e appartengo a un gruppo Youth 2000 dal 1999 e penso che sia importante
perché quando torni a casa hai bisogno del gruppo, di qualcuno che ti dia il sostegno per
mettere in pratica i messaggi. Ci riuniamo una volta la settimana, diciamo il rosario,
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vediamo la messa, cantiamo le lodi e dopo parliamo delle nostre esperienze davanti una
tazza di tè. C’è la fratellanza e la preghiera.
Riguardo ai segreti di Medjugorje, tu hai paura per il futuro?
Sono ottimista perché la Madonna continua sempre a dirci di non avere paura e io credo
in questo perché chi legge la Bibbia non può avere paura. Io non ho paura perché seguo i
messaggi d Medjugorje, per cui nel mio cuore non ho paura, perché so che qualsiasi cosa
accade, deve accadere, se ci sono calamità vuol dire che fanno parte del piano divino,
però pregando e digiunando noi possiamo ridurre queste cose.
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Michael, 40 anni, Irlanda
È la prima volta?
Seconda volta.
Cosa ti ha portato di nuovo qui?
L’anno scorso, era la prima volta, avevo un biglietto gratuito e quindi sono venuto e
qualcosa accadde in me, sentii la pace e quest’anno non potevo fare a meno di venire e da
allora la mia vita è migliorata: ho trovato uno scopo, ho trovato Dio.
Come hai conosciuto Medjugorje?
È molto noto, gente che conoscevo me ne ha parlato, così ne sono venuto a conoscenza.
Hai visto altri luoghi di apparizioni?
Solo Knock, vivo a sette chilometri da quel posto.
Hai visto differenze?
Qui c’è più credo, più fede ed è più recente [rispetto a Knock nel 1898], ma penso che in
Irlanda a quei tempi vi fosse la stessa fede.
Hai visto i veggenti?
Li ho visti al Festival dei Giovani e quello che hanno da dire è importante. Penso che
sono molto speciali, anche se sono gente come me o come te, scelti, tutti noi siamo scelti,
ma comunque loro hanno qualcos’altro, la loro missione è più importante.
Segui i messaggi?
Ci provo, quello che trovo più difficile è quando torno a casa, perché pochissime persone
provano quello che provo io e quindi devi trovare il coraggio di continuare e anche per
questo vengo di nuovo qui ed è sempre questo il motivo per cui vengo con un gruppo: ti
diverti e puoi esprimere la tua fede.
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Hai visto fenomeni particolari?
Non sono venuto qui per vedere fenomeni particolari, ma l’altra volta che sono venuto,
all’apparizione alla Comunità Cenacolo, c’era un tempo terribile, ma all’inizio
dell’apparizione spuntò il sole e scomparve alla fine e per me questo è stato un segno.
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Anne Mary, 52 anni, Houston, Texas
Perché sei qui?
Sono venuta in pellegrinaggio con un gruppo di amici. Prima siamo stati in Italia, al
Vaticano e poi siamo venuti qui dalla Madre Benedetta. Sono qui perché nel 1998 venni
qui in un pellegrinaggio che cambiò la mia vita, fui coinvolta e mi innamorai della nostra
Madre Benedetta e ho capito sempre più l’amore del Signore Gesù e ciò che voleva da
me e attraverso la mia prima visita qui io divenni sempre più vicina a Dio. Ero arrivata al
punto che pensavo di abbandonare la fede cattolica, quando fui invitata a venire qui, da
allora divenni più vicina a Dio e il mio amore per la Madonna è aumentato e anche la mia
famiglia, mio marito, i miei figli, hanno conosciuto l’amore della Santa Madre. E io ho
incontrato la Madonna qui a Medjugorje con il mio bellissimo gruppo di preghiera e ciò
ha cambiato la mia vita. Questa volta sono tornata perché volevo rivivere la pace che c’è
qui e desideravo proprio essere qui dove sono Gesù e la Madonna, dove avvengono
miracoli e cambiamenti del cuore. E comunque volevo venire per ringraziare la Madre
per tutto quello che è avvenuto nella mia vita.
Segui i messaggi?
Rosario, messa, confessione per quanto riguarda il digiuno, digiuno da altre cose, un
digiuno non soltanto dal cibo, ma offrendo sacrifici perché, secondo quanto detto dalla
Beata Vergine, quando venni qui ricordo l’abbandonarsi completamente a Gesù, come il
modo in cui Gesù si abbandonava a Dio e attraverso gli anni ho capito come abbandonare
me stessa e la mia volontà a Dio e quindi qualsiasi cosa voglia Dio è quella che voglio io,
la mia volontà.
Hai visto i veggenti?
La prima volta che venni sono stata a casa di Vicka.
Cosa pensi di loro?
Penso che sono gente comune che la Madonna ha scelto per trasmettere messaggi,
benedetti da Nostra Signora e attraverso la benedizione che hanno ricevuto, la Madonna
ha benedetto il mondo intero.
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Hai visto altri luoghi di apparizioni?
Si, sono stata a Fatima e a Lourdes e a Città del Messico.
Hai notato differenze?
La prima volta che venni qui la mia fede è aumentata tantissimo e ho sentito la pace di
Dio, anche a Fatima, ma qui ho ricevuto il dono della compassione. Quando vidi la gente
che veniva guarita, tornai con questa compassione e ho capito che qui Dio benediceva e
ciò ha aumentato la mia fede e ho capito che questo è tutto ciò che Dio ci chiede.
Hai visto fenomeni particolari?
Si, la prima volta che venni, nel 1998. Era pomeriggio, tutti guardavano in alto, anch’io
guardai in alto e vidi qualcosa come l’eucaristia, si era l’eucaristia che stava ricoprendo il
sole. Il sole allora cominciò a pulsare e lo vidi farsi sempre più vicino. Dopo andammo in
Italia e ad Assisi vedemmo la stessa cosa, fu eccitante.
Hai intenzione di tornare?
Mi piacerebbe, spero che Nostra Signora ci inviti qui di nuovo.
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Padre Romeo Salinas, 48 anni, Texas
Perché sei qui?
Per fare un pellegrinaggio e venire in un luogo di preghiera dove la Madonna sta
apparendo ai bambini, ai veggenti, insomma al mondo.
Credi in queste apparizioni?
Si, credo nelle apparizioni e nei frutti spirituali. C’è così tanta preghiera che io credo in
queste apparizioni, come lei tocca i cuori e ci sono miracoli e tanta fede qui.
Prima volta?
No, è la quinta volta.
Quali sono questi frutti che hai notato?
La gente viene toccata, a volte sono guarigioni fisiche o miracoli forse, ma un altro
miracolo è quello della guarigione dei cuori, la gente va a confessarsi e la sua fede
aumenta, crede che c’è Dio e più prega più ha fede e quindi c’è la conversione: ecco il
miracolo spirituale. Gente senza speranza che viene qui e trova la speranza, trova Dio e il
sacramento della riconciliazione, capisce che c’è un Dio e ha speranza e questo è il reale
fenomeno.
Hai visto i veggenti?
Li ho visto. Non ho parlato personalmente a loro, ma quando li guardi vedi il frutto delle
loro parole, loro toccano la gente e c’è una pace nei loro insegnamenti! Sono persone
comuni ed è importante per noi sapere che la Madonna appare a gente comune, ma la
cosa importante è vivere una vita di preghiera, perché noi vediamo loro che conducono
una vita di preghiera e siamo attratti, ci danno la speranza che anche noi possiamo fare lo
stesso e vogliamo conoscere Dio, pregare, perché Dio è per tutti noi.
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Annalisa, 28 anni, Senigallia (AN), Italia
È la prima volta che vieni qui?
No, è la quarta volta. La prima volta sono venuta nel 2000.
Perché sei tornata?
Qui ho scoperto il tesoro unico di spiritualità e di pace. Mi ha colpito il cuore e adesso,
ogni anno, se posso vengo. Ti si sbrogliano dei nodi enormi che magari per anni e anni
rischiavi di andare da psicologi, in mezza giornata, praticamente risolvi tutto, in modo
molto semplice, non traumatico, senza grandi drammi. Pensa che la Madonna mi ha
trovato anche un lavoro per poter venire, con traversie particolari, che il caso, non esiste,
perché troppo preciso è stato tutto, insomma, aiuta in un modo che nemmeno sogni.
Medjugorje ti ha cambiato la vita in qualche modo?
Mi ha cambiato la vita, perché prima non credevo, cioè andavo in chiesa, però vedevo le
persone che mi sembravano piuttosto false, andavano però non credevano concretamente.
Sono venuta qui a Medjugorje e ho visto gente povera, semplice, però sincera, quando
pregava si voleva bene davvero: ingegneri con operai, le classi tutte insieme. Tutti gli
anni torno e mi vengono le lacrime agli occhi: ci devi venire a Medjugorje, sennò non
puoi capire. Poi ho sentito un forte amore tra le persone qui, che ci si riesce a capire
anche senza tante parole, in modo molto semplice. Poi l’ora di adorazione, la preghiera in
comune, il tuo creatore ti trasforma, cioè con un po’ di fede, un briciolo. Io non sono
uguale a prima, mi ha aiutato tantissimo Maria, anche perché io ero proprio in un mare di
problemi, se non c’era Lei a quest’ora non so dov’ero.
Segui i messaggi della Regina della Pace?
Si, ci provo. Fumavo, più di venti sigarette al giorno, a gennaio sono riuscita a smettere,
cosa che ho detto: questo non ci riuscirò mai. Invece sono cose che neanche con la forza
di volontà riesci a spiegare.
Hai visto i veggenti?
Ho visto Vicka, molto aperta, più degli altri, più disponibile. Gli altri hanno avuto subito i
loro ritmi, lei invece si è data completamente.
122
Cosa pensi di loro?
Mi hanno colpito tantissimo proprio perché erano normali, cioè vedono la Madonna tutti i
giorni e sono più normali di me, cioè si fanno meno paranoie di quelle che c’ho io. Loro
hanno una gioia, una trasparenza, una serenità, perché tanto prima o poi una persona la
scopri, non è che può per ventidue anni fingere un comportamento. La serenità negli
occhi, la emani dal corpo, anche se stai in silenzio e questo mi ha sempre colpito fin dalla
prima volta che sono venuta a Medjugorje e mi hanno insegnato tantissimo, anche
quando vedo le famiglie che hanno messo insieme nello Spirito.
Hai visto differenze tra la prima volta che sei venuta e adesso?
Ogni cosa che qui vedi la senti dentro di te, come un messaggio particolare. È come se
tutto mi parlasse qui e ogni volta che vengo c’è un messaggio particolare.
Sei stata in altri luoghi di apparizioni?
No, vengo qua perché Lei appare qua. A Lourdes è apparsa e ha dato il suo messaggio e
adesso sta apparendo quà in particolare. È dappertutto, però qua ha scelto di insegnarci di
nuovo a pregare e riavvicinarci a Dio.
Hai visto fenomeni particolari?
Particolare qua ho visto la fede delle persone, questo è il segno più grande: il riuscire, in
mezza giornata, a risolvere problemi che c’ho messo dieci anni, cose
assurde…Medjugorje mi ha dato tanto. Non so se conosci quella storia di quel ragazzo,
tossicodipendente, suonava in un gruppo rock. La prima volta è venuto a Medjugorje, è
entrato in chiesa, si è inginocchiato e si è messo a pregare, ha sentito un gran calore
dentro di sé, s’è messo a piangere e non sentiva più lo stimolo alla droga, a bucarsi. È
uscito fuori, si sentiva bene, rigenerato. Ha fatto le analisi appena tornato a casa: era
come se gli avessero cambiato il sangue. E lui ha fatto questa canzone, Ti prego
abbracciami Gesù.
123
Valeria, 28 anni, Palermo, Italia
Perché sei qui a Medjugorje?
Ma perché è la quarta volta che vengo qui. La prima volta che sono venuta è stata
un’esperienza che mi ha cambiato la vita totalmente, per cui sono tornata.
In che senso?
Prima di andare a Medjugorje vedevo la vita in un certo modo, poi quando sono tornata
da lì vedevo tutto diversamente, intendo sia la mia fede, i rapporti sociali, la vita, lo
studio, tutto quanto, cioè tutto ridimensionato in base ai messaggi della Madonna e quello
che avevo sentito qua.
E tu segui questi messaggi?
Li ho seguiti di più all’inizio, ora di meno, però mi sforzo.
Perché sei qui quindi?
Perché tutti gli anni che sono venuta mi è sempre successo qualcosa di particolare,
soprattutto la prima volta e perché comunque ho molti interrogativi a cui volevo risposte
e ho pensato che venendo qui forse le idee mi sarebbero state più chiare, sulla mia vita, il
futuro, ecc…
Hai visto i veggenti?
Si, Vicka, Ivan.
E cosa pensi di loro?
Più che altro ti posso parlare di Vicka, perché Ivan l’ho visto di sfuggita a un incontro,
però non mi ha coinvolto come Vicka, che invece riesce a coinvolgermi, perché quando
parla della sua esperienza ha uno sguardo particolare, un sorriso particolare, sembra la tua
vicina di casa, una tua amica, è normalissima. Penso che sono stati scelti dalla Madonna
come testimoni dei messaggi nel mondo e che quindi sono gente scelta, cioè che fanno
parte di un progetto divino, stanno portando avanti un progetto di Dio particolare e
sicuramente come Vicka alcuni, almeno lei credo che abbia anche il potere di guarire,
cioè lei prega, Dio si serve di lei e io ho visto, durante gli incontri, gente che è stata
124
liberata, perché posseduta dal diavolo o da qualche spirito maligno. Moltissima gente fa
la coda per ricevere una preghiera da lei, per cui sicuramente Lui si serve di lei anche per
questo.
Hai visto anche altri luoghi in cui la Madonna è apparsa?
Si, ho visto Lourdes.
Che differenze hai visto?
Medjugorje mi è piaciuta molto di più, perché ho sentito qualcosa di particolare, una pace
particolare, anche i canti, la messa, tutto mi ha coinvolto di più. A Lourdes era come
essere in Italia, le lunghe processioni, l’ho trovato noioso, però è anche vero che, quando
sono andata a Lourdes, ero abbastanza atea, però non mi è piaciuto tantissimo devo dire.
Come hai conosciuto Medjugorje?
Anche mia sorella, che per anni appendeva i messaggi della Madonna alle pareti oppure li
dava, li distribuiva in famiglia. Metteva Radio Maria, tutto il giorno, per anni me ne ha
parlato, ma l’ho ignorata per anni, poi un mio amico mi ha parlato di un libro sui
messaggi, siccome questo mio amico per me è una persona particolare, gli ho dato più
credito forse, rispetto a mia sorella, con la quale, riguardo alla religione, non ho proprio
un rapporto…Forse lei mi ha sempre parlato troppo, infatti è suora! Quindi ho letto
questo libro, ho cominciato un po’ a pregare il rosario, mi sono accorta che non è la solita
cosa noiosissima che i nostri genitori ci insegnano, è un modo comunque diverso per
parlare con la Madonna, per cui ho cominciato così. Poi io e questo mio amico abbiamo
sentito la voglia di andarci, abbiamo trovato questo pellegrinaggio appeso in una chiesa,
non c’era posto, stranamente il giorno dopo ci hanno detto che i posti si erano liberati e
siamo partiti.
Qui a Medjugorje hai visto qualche fenomeno particolare?
Si, la prima volta che sono venuta, che poi era il 2000, anno del Giubileo, credo il
secondo o terzo giorno. Ero a messa, la messa era all’aperto e il mio amico accanto a me
mi ha fatto segno di guardare nel cielo. Io ho guardato e ho visto nel cielo la forma di
Gesù Cristo in croce, con le braccia allargate, come se fossero delle nuvole che
formavano tutto questo, però era una forma piuttosto reale, però era formata con le
nuvole. Appunto aveva le braccia aperte, distese e la bocca come se stesse dicendo
125
qualcosa e subito dopo ho visto sempre Gesù inginocchiato, come in genere nelle
raffigurazioni di Gesù che prega nell’orto, che possiamo trovare nelle santine, quindi di
profilo, che guardava in alto, inginocchiato e poi nella stessa posa, sempre inginocchiata,
una figura che mi sembrava la Madonna, con un velo, un vestito lungo, sempre
inginocchiata che pregava con le mani giunte.
E tu dopo questa visione hai creduto?
Io credevo già da prima.
Quindi non ti ha cambiato…
No, sicuramente mi ha fatto una certa impressione e anche un certo piacere il fatto che ho
visto, questo non lo posso negare, perché dico: Io ho visto qualcosa! Però, al di là di
questo, io già credevo da prima, mi ero convertita da prima, dopo anni di ateismo e
quindi ha rafforzato forse la mia fede. Però comunque già avevo sentito in questo luogo
qualcosa di particolare, già il primo giorno, quando entrai in chiesa, già alle apparizioni
credevo, ho sentito un’atmosfera strana, era come se per la prima volta entrassi in chiesa,
perché non ho mai visto cose simili nelle chiese dove sono stata, per esempio non ho
visto la partecipazione della gente che ho visto qui, giovani, vecchi, con uno sguardo
fisso verso l’altare, quasi magnetico, oppure uno sguardo proprio intimo nella preghiera.
Non l’ho mai visto io, in una chiesa italiana alle sei, dei giovani che pregano il rosario in
questo modo, realmente coinvolti. Tutto questo mi ha colpito molto all’inizio, poi tutti i
canti in tutte le lingue, è un’atmosfera molto carina, cioè era come se fossimo tutti uniti in
una preghiera unica che sale verso il cielo.
126
Melania, 19 anni, Nuoro, Italia
È la prima volta che sei qui a Medjugorje?
No, la terza volta, la prima volta sono stata qui nel 1999.
Come mai sei tornata così tante volte?
Perché qui a Medjugorje c’è una pace immensa. È qualcosa di straordinario, di
soprannaturale: c’è la Madonna qua, appare tutti i giorni.
Rispetto alla prima volta che sei venuta, hai trovato differenze qui?
Si, qua hanno costruito, non dal punto di vista spirituale, spiritualmente è rimasto uguale.
Hai visto qualche veggente?
Si, sono stata a casa di Jacov e all’apparizione straordinaria di Ivan.
Durante questa apparizione tu hai sentito qualcosa personalmente?
Si, mi ha toccato, mi sono emozionata, anche perché la Madonna appare a lui [Ivan], però
poi tocca a tutti quanti.
Cosa pensi dei veggenti?
Sono persone normalissime, anche perché capita di incontrarli qua per strada. Ci sono
tanti che li inseguono: ah voglio vedere quello, voglio vedere quell’altro. Però sono
persone normalissime, come noi, che hanno questo dono di vedere la Madonna, chi tutti i
giorni, chi una volta l’anno.
Pensi di tornare?
Si, tornerò (ride).
Ti ha cambiato la vita?
Si, mi ha dato pace.
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