Medipav Magazine

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magazine DOCUMENTAZIONE E APPROFONDIMENTI SULLE NOSTRE PAVIMENTAZIONI Polizza postuma decennale di rimpiazzo opere Strutture nella massicciata Dossier su pavimento post-teso Glass House IKEA Relazione tecnica sulla tecnologia della post-tensione www.medipav.com

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Il primo magazine Medipav

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magazineDOCUMENTAZIONE E APPROFONDIMENTI SULLE NOSTRE PAVIMENTAZIONI

Polizza postuma decennale di rimpiazzo opere Strutture nella

massicciata

Dossier su pavimento post-teso

Glass House IKEA

Relazione tecnicasulla tecnologia della post-tensione

www.medipav.com

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Nota dell’AmministratoreVito Pizzo

Mission condivisa:la qualità dei pavimenti al servizio dei clienti

Medipav nasce una decina di anni fa dal lavoro e

dall’abnegazione di tecnici ed esperti del settore delle pa-

vimentazioni industriali che, fondendo esperienze e risorse

hanno dato vita ad un progetto innovativo e di sviluppo.

Oggi Medipav rappresenta una solida realtà che, grazie alla

professionalità e al senso di appartenenza dei propri colla-

boratori può contare su notevoli referenze e su realizzazioni

importanti che rappresentano veri e propri case history nel

settore delle pavimentazioni industriali. Proiettati sempre

all’innovazione e alle soluzioni d’avanguardia, i tecnici Me-

dipav hanno la missione di diffondere nuove tecnologie e

promuovere la qualità diffusa nella realizzazione di ogni

pavimentazione industriale.

Il presente Magazine rappresenta la sintesi di docu-

mentazioni tecniche e divulgative delle nostre lavorazioni;

intendiamo fornire alle committenze e ai tecnici spunti di

riflessione e di sviluppo sulle nuove tecnologie applicative

che Medipav propone in esclusiva in Italia ed in Europa.

La rivista non intende esaurire gli argomenti trattati ma

rimanda alla possibilità di approfondimento degli stessi da

parte dei nostri tecnici. Medipav si è sempre distinta nell’as-

sistenza e nella consulenza specifica facendo dei clienti il

nostro focus e dei tecnici gli interlocutori privilegiati per i

nostri progetti di sviluppo e qualificazione del settore.

Vito Pizzo

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La post-tensione nelle pavimentazioni continue in calcestruzzo

Medipav associata al PTI

Referenze Medipav pavimento senza giunti posteso al 30 dicembre 2009

Dossier su pavimento post-teso Glass House IKEA

Polizza postuma decennale di rimpiazzo opere

I dissesti nelle pavimentazioni in calcestruzzo per erronea preparazione del sottofondo

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Sommario

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In Italia vengono realizzati circa 30 milioni di metri qua-dri di pavimentazioni in calcestruzzo per uso industriale.

Sostanzialmente queste sono piastre su appoggio conti-nuo, sottoposte a sollecitazioni di tipo flessionale e di taglio originanti dal trasferimento dei carichi superficiali al sotto-fondo.

Parliamo quindi di strutture soggette ai principi fonda-mentali delle Norme Tecniche per le Costruzioni, recente-mente emanate, che quindi devono essere progettate, ese-guite, collaudate e sottoposte a manutenzione programmata in modo da consentirne la prevista utilizzazione, in forma economicamente sostenibile e con il livello di sicurezza pre-visto dalle anzidette Norme Tecniche.

In particolare, queste opere devono garantire sicurezza nei confronti degli stati limite d’esercizio (SLE), quindi la ca-pacità di garantire le prestazioni previste per le condizioni di esercizio, anche attraverso la conservazione delle carat-teristiche fisiche e meccaniche dei materiali utilizzati, per il tempo di vita utile di progetto (per la UNI 11146:2005, il sistema pavimentazione appartiene alla classe 2, quindi con un limite di 25 anni); questo evidenzia e conferma come la progettazione delle pavimentazioni debba essere indirizzata al controllo delle fessurazioni e delle deformazioni.

Purtroppo la cattiva abitudine di trascurare importanza ed obbligatorietà della progettazione del pavimento inteso come struttura, determina, con elevata frequenza, la rapida caduta della sua funzionalità, con conseguente elevato dan-no economico.

I tipi di carico normalmente applicati alle pavimentazioni in calcestruzzo, in particolare a quelle industriali, comporta-no stati di sforzo complessi che, in relazione allo sfavorevole rapporto tra la lunghezza della piastra (L) ed il suo spessore (h), determinano frequentemente il suo distacco dal suppor-to.

Questo fenomeno, conosciuto come curling, consiste nella curvatura (imbarcamento) delle piastre indotta dal riti-ro differenziale o dalle variazioni termiche differenziali la cui conseguenza, se la piastra è soggetta al solo peso proprio, è il suo sollevamento e distacco parziale dal sottofondo, in particolare in corrispondenza dei bordi.

Il tema dello stato fessurativo, dovrebbe condurre il Progettista della pavimentazione ad un’attenta analisi della

definizione degli stati limite di fessurazione, che si distin-guono, in ordine di severità in:

1. stato limite di decompressione;2. stato limite di formazione delle fessure;3. stato limite di apertura delle fessure, nel quale, per la

combinazione di azioni prescelta, il valore limite di apertura della fessura calcolato al livello considerato è pari ad uno dei seguenti valori nominali:

• w1 = 0,2 mm• w2 = 0,3 mm• w3 = 0,4 mmSino ad oggi, una pavimentazione industriale era pro-

gettata utilizzando ipotesi di comportamento strutturale tra: calcestruzzo non armato, debolmente armato, fibrorinforzato (con o senza armatura convenzionale). Proprio la preoccupa-zione nei confronti dello stato fessurativo e del curling, ha portato l’attenzione del Progettista nei confronti della Post-Tensione: le attuali Norme Tecniche per le Costruzioni defini-scono due distinte applicazioni tecnologiche, a cavi scorrevoli ancorati alle estremità o a cavi aderenti.

La Post-Tensione applicata alle pavimentazioni continue, in particolare a quelle industriali e commerciali, rappresenta la rivoluzione del settore che nasce da una nuova concezio-ne di qualità e professionalità. Questa tecnologia consente di risolvere positivamente quelli che sono i problemi costruttivi tradizionali di ogni pavimentazione, garantendo l’eliminazio-ne dei giunti, l’assenza di fessure da ritiro, l’eliminazione dei fenomeni di imbarcamento, l’annullamento dei dislivelli tra i bordi delle piastre, l’elevata planarità ed il raccordo tra le piastre. A questi vantaggi possiamo aggiungere la riduzione degli spessori, il sicuro abbattimento dei costi di manutenzio-ne, il superiore confort di utilizzo ed il migliore effetto estetico dell’opera.

La tecnologia del Post-Teso consiste nel sostituire la clas-sica armatura del calcestruzzo, quindi le reti elettrosaldate e le fibre metalliche o polimeriche, con cavi monotrefolo di tipo non aderente (unbonded) ingrassati ed inguainati, annegati nel calcestruzzo e in seguito Post-Tesi con martinetti idraulici, che impongono uno stato di forza indotta opposta alle defor-mazioni che si sviluppano durante l’esercizio della struttura.

L’aspetto ingegneristico del sistema Post-Teso è fonda-mentale, in quanto il dimensionamento della piastra di pavi-

La post-tensione nelle pavimentazioni continue in calcestruzzo

AutoreFrancesco Bianchi

Ufficio Progetti TECHINFLOORSistema TENSIOPAV

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mentazione e la disposizione dei trefolo e dell’armatura sup-plementare, sono preventivamente calcolati in funzione delle caratteristiche tecniche del sottofondo, della portanza richie-sta e dei carichi previsti, sia statici, sia dinamici. Da questi ele-menti scaturisce, tra l’altro, la prescrizione delle caratteristiche del calcestruzzo da utilizzare e le conseguenti indicazioni per la sua corretta messa in opera e stagionatura protetta. In par-ticolare, le Norme sopra richiamate specificano, per strutture precompresse, una classe di resistenza a compressione mini-ma C28/35 ed uno stato limite di fessurazione ≤ w1, quindi con un limite d’ apertura della fessura ≤ 0,2 mm.

La pavimentazione Post-Tesa rappresenta la prima vera applicazione ingegneristica nel settore, con utilizzo di softwa-re d’ultima generazione, che consentono di sviluppare i calcoli in relazione agli sforzi che la pavimentazione sopporterà, in relazione alla destinazione d’uso della struttura, alle previsio-ni di carichi puntiformi o distribuiti, alle esigenze della com-mittenza. In tal modo si ricavano sia il passo della maglia dei trefoli, sia i parametri costruttivi che vengono tracciati sul pro-getto specifico, ricco di particolari, sia i dettagli tecnici sul po-sizionamento delle armature lente e su tutti gli altri particolari costruttivi della pavimentazione progettata. Anche con questa tecnologia di calcolo, la preparazione accurata del sottofondo risulta fondamentale, per cui se ne deve verificare la capacità portante e il grado di compattazione per ridurre od eliminare il rischio di cedimenti durante lo stato di esercizio della pavi-mentazione. Questi controlli devono essere eseguiti puntual-mente, con prove di carico con piastra statica per il calcolo del modulo di deformazione e del coefficiente K di Winkler; per verificare l’omogeneità del sottofondo anche sulle aree difficilmente valutabili con la piastra statica, si può utilizzare il sistema a piastra dinamica, dopo averne parametrizzato i valori, che consente di operare in tempi brevi e a bassi costi.

L’ottenimento di buona planarità e chiusura della su-perficie della massicciata, si consegue con lo spargimento a saturazione di uno strato di sabbia fine (max 2-3 cm); fonda-mentale quindi la stesura di un foglio di polietilene in doppio strato, che svolge la duplice funzione di barriera al vapore, contrastando la risalita di umidità, e di strato di scorrimento che isola la lastra di calcestruzzo dal terreno desolidarizzan-do i due elementi al fine di ridurre gli attriti conseguenti agli spostamenti che si svilupperanno durante la fase di tesatura e per le deformazioni differite nel tempo.

In relazione alle prescrizioni progettuali di base, si prose-gue, direttamente in cantiere, con il taglio dei trefoli inguainati dalle bobine, che vengono svolte con un sistema spingitrefolo comandato da una centralina idraulica (Fig. 1).

I trefoli, tagliati a misura secondo le specifiche di pro-getto, vengono in seguito inserirti nella casseratura di chiu-sura, che viene utilizzata per delimitare il getto e che viene solitamente posizionata in modo tale da lasciare una fascia perimetrale che conceda sufficiente spazio all’inserimento del martinetto da utilizzare per la tesatura; in recenti realizzazio-ni è stato consentito di utilizzare i pannelli perimetrali come

contenimento ai getti, dopo che gli stessi erano stati forati alla base per consentire il passaggio ed il fissaggio dei trefoli.

L’ultima fase della preparazione, consiste nel posiziona-mento dei trefoli a maglia di progetto e al posizionamento nelle testate dei cunei di fissaggio, all’estremità del trefolo stesso (Fig. 2).

Le strutture verticali inglobate nei getti (pilastri, pozzetti, muri, cordoli, ecc.) vengono isolate con materiale comprimi-bile, di spessore sufficiente a garantire lo scorrimento delle lastre in fase di tesatura. Per assorbire gli stati tensionali

Fig. 1. Sistema spingitrefolo con centralina idraulica

Fig. 2. Inserimento dei trefoli nelle testate come da progetto

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in corrispondenza degli spiccati in elevazione ed evitare il possibile insorgere di fessurazioni concentrate sugli spigoli, si predispongono particolari armature lente supplementari (Fig. 3).

Le procedure concernenti il processo costruttivo del si-stema del Post-Teso, prevedono la qualifica dell’impianto di betonaggio al fine di garantire il mix-design del calcestruzzo come progettato ed il controllo puntuale della miscela fornita, verificandone preventivamente la qualità già presso il Forni-tore.

La posa in opera del calcestruzzo è preferibilmente effet-tuata con tecnologia Laser Screed (Fig.4), la vibrofinitrice a controllo laser dotata di staggia vibrante, che ne garantisce un’elevata compattazione unitamente ad un alto livello di planarità; contestualmente al getto si collocano i distanzia-tori in corrispondenza degli incroci della maglia dei trefoli, per posizionare la stessa in asse baricentrico, e si effettuano le operazioni di vibrazione ad ago, nella zona del cassero di chiusura.

Un’attenta e adeguata protezione alla stagionatura, con-clude le fasi di realizzazione del pavimento: bagnatura del pa-

vimento, copertura con TNT ed imbibizione dello stesso, fogli di polietilene in ambiente freddo contro le gelate di stagione.

Le operazioni di tesatura rappresentano quindi la fase evolutiva che caratterizza il sistema:

• per la tesatura parziale si utilizza un martinetto, con particolare imboccatura che garantisce la presa del trefolo esattamente nel punto di ripresa del getto; inducendo lo stato di pre-sollecitazione calcolato in funzione della resistenza a compressione del calcestruzzo a quella stagionatura, si è in grado di compensare, parzialmente o totalmente, le tensioni di trazione indotte dallo spontaneo ritiro del calcestruzzo in fase di indurimento (Fig. 5);

• la tesatura finale, che assicura alla lastra la capacità portante richiesta, si esegue normalmente a 72 ore, nel rispet-to delle caratteristiche prestazionali del calcestruzzo, dopo averne verificato la resistenza a compressione con rottura dei cubetti in laboratorio. La resistenza normalmente richiesta per quest’operazione deve essere pari a circa il 70% di quella di classe, quindi di almeno 21 N/mm2 se la classe del calcestruz-zo è quella minima di C25/30 (Fig. 6).

Fig. 4. Getto e stesura con Laser Screed

Fig. 3. Isolamenti e armature di rinforzo

Fig. 6. Tesatura finale

Fig. 5. Stagionatura protetta e tesatura parziale

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Successivamente alle operazioni di tesatura, si rilevano gli allungamenti reali del trefolo, che si confrontano con quelli te-oricamente attesi per avere la certezza che il carico applicato abbia prodotto realmente l’allungamento dell’acciaio armoni-co come calcolato.

Anche con la tecnica del Post-Teso, è di fondamentale importanza progettare, in funzione della destinazione d’uso della pavimentazione, il tipo e la prestazione dello strato di finitura delle superfici, attraverso collaudati interventi che possono consistere (da soli o in combinazione tra di loro) in:

• levigatura e lucidatura meccanica del calcestruzzo in-durito;

• applicazione e finitura di un indurente minerale, natura-le o sintetico, con suo incorporamento nel calcestruzzo fresco con frattazzatura meccanica;

• applicazione di trattamenti indurenti chimici penetranti nel calcestruzzo;

• applicazione di selezionati cicli a base di resine polime-riche, per la protezione chimica del calcestruzzo indurito.

A seguito delle elevate caratteristiche prestazionali, il Si-stema Post-Teso è ideale per tutti gli ambienti che prevedano alte scaffalature, elevati carichi concentrati, puntiformi e di-namici, circolazione sistematica di veicoli a bassa impronta, nonché per forme geometriche irregolari e per le pavimen-tazioni radianti. Per quest’ultima voce, la Post-Tensione del calcestruzzo genera caratteristiche positive difficilmente otte-nibili con altre tecnologie, in quanto contrasta il manifestarsi di fessurazioni indotte dai continui cicli di raffreddamento e riscaldamento, e risulta essere l’unico sistema in grado di ri-durre efficacemente le dilatazioni lineari indotte dalle varia-zioni termiche, garantendo la perfetta efficienza dell’intera struttura.

Con la tecnologia della Post-Tensione, è veramente ini-ziata la rivoluzione industriale nella realizzazione delle pa-vimentazioni industriali: la possibilità di realizzare una pa-vimentazione continua in calcestruzzo senza giunti e senza fessurazioni e crepe, non è più una remota possibilità o una soluzione avveniristica ma è una concreta realtà già speri-mentata in numerose pavimentazioni industriali.

Concludiamo con una sintesi in dieci punti relativa agli aspetti positivi derivanti dall’adozione della Post-Tensione del calcestruzzo nelle pavimentazioni:

1. eliminazione dei giunti2. assenza di fessure3. eliminazione dell’imbarcamento delle lastre4. annullamento del movimento verticale differenziato

delle lastre (giunti di costruzione) al passaggio dei car-relli elevatori

5. eliminazione del dislivello tra i bordi delle lastre6. possibilità di riduzione degli spessori7. elevata planarità 8. abbattimento dei costi di manutenzione9. maggiore comfort di utilizzo10. migliore effetto estetico

BIBLIOGRAFIA

• TENSIOPAV – Pavimentazioni industriali Post-Tese;

• Tattoni, Madeddu, Civati – PAVIMENTAZIONI SU SUOLO (1^ parte);

• UNI Ente Nazionale Italiano di Unificazione - UNI 11146:2005 – Pavimenti di calcestruzzo ad uso industriale – Criteri per la progettazione, la costruzione ed il collaudo;

• Norme Tecniche per le Costruzioni – GU N.29 del 4-2-2008 – Suppl. Ordinario N.30.

Pavimento post-teso joint-less

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Medipav associata al PTIPTI, Post Tensioning Institute, rappresenta la massima istituzione in fatto di ricerca e sviluppo per ciò che concerne il sistema della post-tensione a livello mondiale. L’associazione di Medipav a questo ente rappresenta un ulteriore passo avanti allo sviluppo di questa tecnologia innovativa e crescita per il know how applicativo.

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Installing Company Members

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COMAL SRLMONTALTO DI CASTRO (VT) mq 1.964 anno 2007Tipo di lavorazione: Pav.Posteso + Trattamento Ashford Formula

CORIMA EDIL BRICK SNCMONTERIGGIONI (SI) mq 4.171 anno 2007 Tipo di lavorazione: Pav.Posteso + Trattamento Ashford Formula

ALFA IMMOBILIARE SRLALCAMO (TP) mq 3.160 anno 2008Tipo di lavorazione: Pav.Posteso + Trattamento Ashford Formula

VALLONE SRLMONTALTO DI CASTRO (VT) mq 405 anno 2008Tipo di lavorazione: Pav.Posteso

F.LLI FIASCONARO SASCASTELBUONO (PA) mq 30 anno 2008Tipo di lavorazione: Pav.Posteso + Trattamento Ashford Formula

JOBSON ITALIA SRLLA SPEZIA mq 505 anno 2008Tipo di lavorazione: Pav.Posteso + Trattamento Ashford Formula

I.D.P. INDUSTRIA DOLCIARIA SRLPIERANTONIO SCARLUMBERTIDE (PG) mq 5.625 anno 2008Tipo di lavorazione: Pav.Posteso + Trattamento Ashford Formula+ Idro-Oleo repellente + Antiskid

POLIPACK SRLMARSALA (TP) mq 2.400 anno 2008Tipo di lavorazione: Pav.Posteso

MERKUR SGD STRDIN d.o.o.SPODNJE HOCE (SLOVENIA) mq 4.190 anno 2008Tipo di lavorazione: Pav.Posteso

OPUS SPACASTEL SAN GIOVANNI (PI) mq 1.700 anno 2008Tipo di lavorazione: Pav.Posteso

IKEA ITALIA - EDILPAV SRLRIMINI mq 900 anno 2008Tipo di lavorazione: Pav.Posteso

SER TECNES SRLTORINO mq 1.500 anno 2008Tipo di lavorazione: Pav.Posteso + Trattamento Retro Plate

ACQUA SRL - IMMOBILIARE SILE SRLPONTE FELCINO (PG) mq 1.070 anno 2009Tipo di lavorazione: Pav.Posteso + Trattamento Ashford Formula

IKEA ITALIACOLLEGNO (TO) mq 1.970 anno 2009Tipo di lavorazione: Pav.Posteso + Trattamento impermeabile ai silani

COMUNE DI ARCOLACONSORZIO KRESTOTESARCOLA (SP) mq 923 anno 2009Tipo di lavorazione: Pav.Posteso

SEA SPA BALANZANO-PERUGIA mq 9.560 anno 2009Tipo di lavorazione: Pav.Posteso + Trattamento Ashford Formula

PASTA JULIA SPA SPELLO (PG) mq 4.100 anno 2009Tipo di lavorazione: Pav.Posteso

SICILIA DISCOUNT IMMOBILIARE SRLBELPASSO (CT) mq 20.000 anno 2009Tipo di lavorazione: Pav.Posteso + Trattamento Ashford Formula

MONDO LEGNO SRLGIAMMORO (ME) mq 2.000 anno 2009Tipo di lavorazione: Pav.Posteso

DECATHLON ITALIA SRLMANTOVA mq 2.750 anno 2009Tipo di lavorazione: Pav.Posteso + Trattamento Ashford Formula

IZOCOPBELGRADO (SERBIA) mq 18.000 anno 2009Tipo di lavorazione: Pav.Posteso

ASTER SRLMARSALA (TP) mq 15.000 anno 2009Tipo di lavorazione: Pav.Posteso

Referenze Medipav pavimento senza giunti posteso al 30 dicembre 2009

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PREMESSAL’attenzione di committenti, professionisti e imprese alle

problematiche tipiche delle pavimentazioni industriali sta au-mentando. Quella che spesso, a torto, è considerata un’opera minore all’interno del cantiere, sta acquisendo rilevanza, in particolare per quanto concerne gli aspetti legati alla sua cor-retta progettazione ed esecuzione. L’ottenimento delle presta-zioni attese di un pavimento industriale e il loro mantenimen-to nel tempo dipendono da molteplici fattori, il più delle volte riconducibili alla qualità della progettazione e dell’esecuzio-ne. Come in molti casi, anche per le pavimentazioni industriali una soluzione di “minimo costo” non rappresenta necessaria-mente la scelta migliore.

Nel seguito viene esaminata la pavimentazione di circa 2000 m2 realizzata presso l’area espositiva del nuovo centro commerciale IKEA. La particolarità dell’opera consiste nell’es-sere una realizzazione postesa senza alcun giunto (né di co-struzione né di dilatazione), alla presenza di tubi radianti per il riscaldamento a pavimento ed alla geometria planimetrica trapezia. Tali particolarità giustificano un’analisi tecnica dei vantaggi introdotti da questo tipo di soluzione, al fine di poter capire appieno la sfruttabilità del tipo di tecnologia.

FASE ESECUTIVAL’esecuzione delle pavimentazioni postese è codificata in

una serie precisa di operazioni da effettuarsi, per poter realiz-zare correttamente l’intervento. Tuttavia anche se è codificato l’insieme delle operazioni da effettuare, è compito dell’ese-cutore realizzare ogni singola fase nel modo più opportuno e tecnicamente vantaggioso.

SottofondoNormalmente è importante che la pavimentazione, poste-

sa e non, sia realizzata su di un sottofondo adeguato, omo-geneo e compatto. Per le pavimentazioni postese inoltre è necessario che la pavimentazione possa scorrere liberamente, quindi che si sviluppi poco attrito all’interfaccia pavimento-sottofondo, in modo da limitare l’entità delle tensioni di scor-rimento. In questo caso, al fine di realizzare il sistema radiante eurotherm, sono stati posizionati dei pannelli isolanti sui quali poggia il sistema di tubi flessibili per il riscaldamento.

Diversamente dalle realizzazioni comuni, questa situazio-ne risulta più delicata sia dal punto di vista progettuale che esecutivo. L’esecuzione risente delle difficoltà dovute al cam-

minamento ed alla corretta posa in opera delle armature, al fine di evitare il danneggiamento del sistema eurotherm. Si è scelto pertanto di posizionare uno strato di rete tipo 620 (come mostrato in figura 1 e 2) su tralicci di altezza adeguata al successivo posizionamento in quota del trefolo. La proget-tazione ha dovuto tener conto degli effetti termici generati dal gradiente termico dovuto al riscaldamento. Normalmen-te nelle pavimentazioni industriali non si prendono in conto questi aspetti, sottovalutando di fatto lo stato tensionale che possono generare. In questo caso invece una progettazione mirata ha potuto tener in conto tali effetti, garantendone il corretto assorbimento da parte della precompressione.

Dossier su pavimento post-teso Glass House IKEA

AutoreIng. Nicola Recchia

Progettista Glass House IkeaTorino

CommittenteIKEA

Illustrazione 1

Illustrazione 2

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Preparazione campi di gettoÉ importante che prima dell’inizio dei getti, si prov-

veda a preparare correttamente il singolo campo in modo da evitare interruzioni durante l’esecuzione. A tal fine sono state isolate tutte le pareti e gli elementi pas-santi (pilastri, fori, ecc.) con un adeguato spessore di materiale isolante. Questa operazione ha un duplice sco-po. Primo evitare che il calcestruzzo della pavimentazio-ne aderisca alle superfici con cui è a contatto; secondo, consentire la libera deformazione di ritiro alla pavimen-tazione a causa della precompressione applicata.

É stato successivamente posizionato il necessario rinforzo con armatura tradizionale. Il rinforzo risulta ne-cessario nelle zone in cui si ha un incremento di tensioni dovuto ad una qualche variazione geometrica (angoli, ecc.) o discontinuità nella struttura (pilastri, fori, ecc.). In mancanza di tale rinforzo o in caso di errato posizio-namento, le tensioni di trazione che nascono potrebbero indurre a stati fessurativi localizzati.

L’armatura di rinforzo è stata posizionata anche a ri-dosso delle testate di ancoraggio, sia attive che passive. L’utilizzo di tralicci assemblati in opera, come eseguito in questo caso, costituisce una buona soluzione esecutiva, garantendo il corretto posizionamento e fissaggio delle testate.

Illustrazione 5

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Illustrazione 8

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Appositi rinforzi puntuali (inserti metallici a molla) e continui (Ø 12 correnti) sono stati posizionati, per as-sorbire gli sforzi di trazione che nascono a ridosso delle teste a seguito della tesatura.

Grazie alla precompressione in opera è possibile re-alizzare superfici pavimentate senza giunti o interruzioni di nessun tipo. Tuttavia per effettuare la tesatura dei cavi risulta necessario in genere, lasciare un cordolo perime-trale per consentire tale operazione. Pur non costituen-do un problema tecnico-strutturale, risulta una soluzione antiestetica.

La soluzione adottata in questa realizzazione pre-vede invece l’esecuzione di fori passanti (perpendicolari e inclinati) nei tamponamenti esterni. In questo modo è stato eliminata la presenza del cordolo perimetrale, garantendo un effetto estetico maggiore altre al minor tempo di esecuzione ed un minor quantitativo di arma-tura di rinforzo necessaria.

La soluzione tecnica adottata ha permesso di limi-tare la mano d’opera, usufruendo unicamente del per-sonale tecnico dedicato all’esecuzione dei fori ma esclu-dendo quello necessario alla casseratura e armamento del cordolo perimetrale. Si è scelto quindi di effettuare la tesatura dei trefoli dall’esterno della struttura, impie-gando carrelli elevatori e martinetti a “siluro” idonei.

Taglio e posizionamento dei trefoliGeneralmente la precompressione si realizza dispo-

nendo una maglia di cavi (trefoli), dipendente in numero e passo dai carichi agenti, secondo il calcolo strutturale. I cavi sono del tipo monotrefolo non aderente (unbon-ded). Ogni trefolo, ingrassato per facilitarne lo scorri-mento, è ricoperto da una guaina di polietilene in modo da ridurre al minimo gli attriti e garantirne la protezione dagli agenti aggressivi. Tale situazione ha il vantaggio di permettere l’utilizzo di cavi anche molto lunghi, con ripresa della tesatura in fasi successive mediante utilizzo di ancoraggi specifici.

Illustrazione 9

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La realizzazione in oggetto prevede la presenza di un lato obliquo, generando una pianta trapezia. La scel-ta è stata quella di prevedere comunque la disposizione classica del tracciato dei cavi, ossia lungo le due direzio-ni principali (trasversale e longitudinale).

Il calcolo avviene tenendo conto degli effetti combi-nati...

Il corretto posizionamento del trefolo è un’impor-tante aspetto esecutivo che se tralasciato, può innescare fenomeni imprevisti. I particolari costruttivi adottati ri-guardano le distanze minime dal bordo dei pilatri, non inferiori ai 30 cm, l’uso di pendenze poco accentuate (massimo 1:6) nel caso di deviazioni dell’asse del trefolo e la scelta di testate passive adeguatamente posiziona-te.

GettiL’esecuzione dei getti nel caso di pavimentazioni

precompresse, non presenta differenze rispetto le tradi-zionali. É infatti possibile effettuare la lavorazione classi-ca “a mano” oppure mediante l’utilizzo di mezzi mecca-nici (laser screed), scegliendo la finitura superficiale che meglio soddisfa le esigenze costruttive. La presenza dei cavi da precompressione non ostacola la normale esecu-zione, richiedendo unicamente il minimo di attenzione, nel movimentare il mezzo meccanico, necessaria per non poggiare gli stabilizzatori a diretto contatto col trefolo.

Nel caso in esame l’esecuzione dei getti ha tuttavia richiesto particolare dovizia tecnica, non a causa della tecnologia utilizzata (precompressione), quanto per il rispetto delle pendenze richieste. La zona oggetto d’in-tervento è destinata all’esposizione di piante, con con-seguente necessità d’innaffiamento regolare. É stato pertanto necessario, prevedere adeguate pendenze per

convogliare le acque nei numerosi canali di scolo previsti e garantirne quindi il corretto smaltimento. Al fine di as-sicurare la corretta esecuzione è stato scelto di realizza-re la pavimentazione in 3 getti in serie, eseguiti a mano, scelta completamente svincolata dalla tecnologia pro-gettuale impiegata. Si evidenzia anzi, come la posten-sione risulti flessibile e facilmente adattabile a moltepli-ci situazioni, senza imporre scelte esecutive vincolanti. Vista l’impossibilità fisica da parte delle autobetoniere di fornire il calcestruzzo a pie d’opera, è stato necessa-rio utilizzare la betonpompa. La singolarità dell’opera si evidenzia anche in questo caso avendo come unici due accessi, le aperture lasciate nella parete vetrata. L’uti-lizzo di betonpompe a favore delle autobetoniere, non comporta nessun vantaggio dal punto di vista della so-luzione tecnologica postesa ma al contrario ne aumenta i tempi. L’intervento in esame presenta impedimenti tali per cui la scelta effettuata risulta obbligata.

La scelta della precompressione impone un calce-struzzo in classe C25/30, valore minimo richiesto dalle attuali norme, per garantire la durabilità dell’opera.

Illustrazione 15

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In questo caso, vista l’esigenza di lavorazione ma-nuale, è stata richiesta una classe di lavorabilità super-fluida (S5), necessaria per consentire la corretta esecu-zione senza aggiunte di acqua in cantiere nocive alla resistenza finale. La qualità del calcestruzzo è un aspetto alla base di qualsiasi realizzazione.

Ad una corretta prescrizione deve seguire un’ade-guata fornitura da parte del produttore, verificata in can-tiere durante l’esecuzione. A tal fine sono stati eseguiti idonei controlli in cantiere per valutare la lavorabilità del calcestruzzo fornito, oltre al confezionamento di provini cubici in numero adeguato. Tali provini, comunemente chiamati “cubetti”, risultano sempre necessari al fine di valutare la resistenza a compressione del calcestruzzo fornito. Particolare importanza rivestono nel caso delle pavimentazione precompresse, utili per poter calibrare il livello di tesatura da utilizzare durante la tesatura dei trefoli ed impedire la formazione delle fessure dovute al ritiro differenziale del calcestruzzo.

TesaturaIl sistema di precompressione adottato è da inten-

dersi baricentrico a cavi scorrevoli con tecnica applicati-va della postensione. I cavi vengono posizionati in asse, fissati alle testate di ancoraggio e tesati. Il cavo, poten-do liberamente scorrere all’interno della guaina che lo avvolge, si deforma allungandosi. Il meccanismo di tra-smissione delle forze dall’acciaio al calcestruzzo, avviene grazie ai vincoli (cunei) presenti nelle testate di ancorag-gio e debitamente posizionati prima della tesatura.

La tesatura è stata eseguita in due fasi. La prima, chiamata generalmente “parziale”, effettuata entro le 24 ore successive al getto è funzione della resistenza a compressione sviluppata dal calcestruzzo. Per valutare questa resistenza si sono portati a rottura per compres-sione i provini cubici, debitamente confezionati durante le singole operazioni di getto. Il numero e l’orario di rot-tura sono stabiliti dal responsabile delle tesature che, trascorse 15-16 ore dal getto, richiede al servizio tecnico i valori di resistenza raggiunti dall’ultimo provino confe-zionato.

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Terminata questa prima tesatura, l’area di getto ri-sulta protetto dalla formazione di fessure. Questa pro-cedura è stata ripetuta per ogni campo di getto previ-sto per l’esecuzione della pavimentazione (3 in questo caso).

Terminati i getti occorre attendere che il calcestruz-zo sviluppi una resistenza tale da sopportare la precom-pressione totale, prevista in fase progettuale. La verifica avviene nuovamente portando a rottura i provini confe-zionati durante l’esecuzione dei getti. É stato sufficiente attendere un paio di giorni dopo l’esecuzione dell’ultimo getto per raggiungere la resistenza necessaria e quindi eseguire correttamente la seconda tesatura, chiamata generalmente “totale”. Terminata la tesatura finale il pavimento è pronto per l’utilizzo a cui è destinato.

Verifica allungamentiPer poter verificare se il meccanismo di trasmissione

delle tensioni dall’acciaio al calcestruzzo ha funzionato in maniera corretta, sono stati misurati gli allungamenti dei singoli trefoli. Questa operazione, com’è stato fatto,

deve essere effettuata sia durante la tesatura parziale che la totale. Analizzando gli allungamenti, sia local-mente che globalmente, è possibile individuare possi-bili problemi e quindi intervenire in fase preventiva. Il confronto con l’allungamento teorico del cavo, calcolato con le formule classiche della scienza delle costruzioni, permette infatti di capire se si sono manifestati difetto-sità latenti durante la tesatura.

Sigillatura trefoliEffettuata la tesatura totale e misurati tutti gli allun-

gamenti, si è proceduto al taglio dei trefoli e sigillatura della relativa sede. Questa operazione è necessaria al fine di proteggere il trefolo e soprattutto la testata di an-coraggio, dal possibile deterioramento promosso dagli agenti esterni aggressivi. Per garantire il corretto isola-mento del sistema trefolo-testata, è necessario taglia-re il cavo all’interno del foro ricavato per effettuare la tesatura. Sigillando opportunamente è quindi possibile previene in maniera efficace il deterioramento del siste-ma demandato al funzionamento di trasmissione della precompressione.

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VANTAGGI DELLA PRECOMPRESSIONEIntrodurre nelle pavimentazioni uno stato di pre-

sollecitazione in grado di compensare, parzialmente o totalmente, le tensioni di trazione indotte da gradien-ti termici, ritiro differenziale o carichi, è una soluzione adottata da molto tempo. Le soluzioni attualmente di-sponibili sono a limitato “accumulo di energia poten-ziale” e le deformazioni impresse, in tal modo, tendono a perdersi per effetto dei fenomeni viscosi. Viceversa, la presollecitazione del calcestruzzo ottenuta mediante l’impiego di cavi d’acciaio ad alto limite elastico (trefoli) è ad alto “accumulo di energia potenziale” dunque sta-bile nel tempo.

Nelle pavimentazioni tradizionali per governare, ridurre o limitare la formazione delle fessure, vengono effettuati dei tagli o sono utilizzate reti elettrosalda-te in acciaio o ancora, più recentemente, fibre. Queste soluzioni prevedono l’utilizzo di armatura, concentrata nel caso delle reti diffusa nel caso delle fibre, che limi-ta l’apertura delle fessure una volta che queste si sono formate, senza però impedirne la formazione. Queste soluzioni agiscono quindi per limitare l’avanzare di una lesione che si è ormai creata. La soluzione descritta risol-ve il problema “a monte”, impedendo di fatto la forma-zione stessa delle fessure, sfruttando la presollecitazione impressa nella pavimentazione mediante i cavi. Esistono numerosi vantaggi offerti dalla tecnologia della posten-sione, tra i quali:• riduzione dello spessore della pavimentazione a parità

di carichi applicati;• eliminazione dei giunti, sia di costruzione che di dila-

tazione;• riduzione dell’imbarcamento lungo i bordi liberi;• maggiore durabilità generale della pavimentazione;• maggiore permeabilità;

• minori costi di manutenzione;• maggior confort di utilizzazione;

CONCLUSIONILa disanima dei punti precedenti mostra come l’in-

tervento effettuato rappresenti una soluzione proget-tualmente e tecnicamente evoluta, disponibile anche in Italia. Le pavimentazioni postese rappresento il giusto connubio tra libertà progettuale ed adattabilità esecu-tiva.

In questo caso è stato possibile calcolare lo stato tensionale generato dalla contemporaneità del gradien-te termico dovuto al sistema radiante e dal ritiro dif-ferenziale del calcestruzzo, progettando la precompres-sione necessaria ad assorbire tali sforzi ed eliminare la possibilità di fessurazione. Sarebbe stato altre sì possibi-le, valutare lo stato tensionale più gravoso derivante dal-la combinazione più sfavorevole dei carichi fissi e mobili, progettando l’armatura attiva in modo da limitare lo spessore totale del pavimento o viceversa garantire una certa portata del pavimento a prescindere dai carichi che andranno a gravare.

Dal punto di vista esecutivo la soluzione postesa ri-sulta completamente versatile ed adattabile alle diverse esigenze. La possibilità di utilizzare cavi passanti per tut-ta la lunghezza (e larghezza) del pavimento, consente di ottenere lastre uniche di qualsiasi dimensione. Anche la geometria dell’intervento non costituisce ostacolo, com’è possibile visionare nel caso in esame a forma tra-pezia.

La precompressione, da sempre utilizzata nelle strut-ture propriamente dette, è disponibile anche per le pavi-mentazioni industriali.

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La Ditta Contraente dichiara di aver ottenuto, preventivamente alla stipulazione della polizza, il “giudizio positivo di assicurabilità” dalla Talento Consulting Srl - C,so Garibaldi, 68 – 20025 Legnano (Ml), società di Auditing Tecnologico per l’edilizia benevisa dalla Società Reale Mutua di Assicurazioni.

NORME CHE REGOLANO L’ASSICURAZIONE RIMPIAZZO OPERE(Estratto dalla Polizza n. 12337)

Art. 58 - Oggetto dell’assicurazioneLa Società si obbliga nei confronti del Contraente ed in favore

dell’Assicurato, durante il periodo indicato nel Certificato di Assi-curazione a indennizzare i costi necessari per il rimpiazzo totale o parziale dei lavori assicurati, a seguito di danni materiali e diretti dì cui il Contraente sia involontariamente responsabile ai sensi dì leg-ge, nei limiti, alle condizioni e con la modalità di cui alta presente polizza, a condizione che:

a) il ripristino sia reso necessario: per difetti di posa in opera, intesa come applicazione, per errata preparazione dei prodotti e/o dei loro componenti; per difetti dei prodotti impiegati e fermo il di-ritto di rivalsa della Società nei confronti della ditta produttrice. Nel caso in cui il Produttore risultasse essere il Contraente la Società rinuncerà ad avvalersi di tale diritto di rivalsa.

b) il difetto renda i materiali ed i manufatti non idonei alle prestazioni cui sono destinati;

c) il sinistro si sia verificato non oltre la data indicata sul certi-ficato di cui all’art. 59), e comunque nel momento di efficacia della polizza, fermi restando eventuali termini inferiori fissati contrattual-mente con il Committente, e sia stato regolarmente denunciato secondo le modalità previste dall’art. 62).

d) il Contraente abbia consegnato alla Società la documen-tazione richiesta e in particolare la “SCHEDA LAVORO”, come da allegato <B> che fa parte integrante delle presente polizza, prima dell’inizio di ogni singolo lavoro. Si precisa che la garanzia deca-de ove il Contraente non abbia rispettato quanto dichiarato nella “SCHEDA LAVORO”, o in fase di verifica ispettiva si dovessero ac-certare e/o riscontrare, da parte dei tecnici della Compagnia, mo-difiche e/o variazioni che non siano state comunicate ed approvate esplicitamente dalla Compagnia.

Art. 59 - Modalità di assicurazioneIl Contraente all’inizio di ogni lavoro consegnerà la “SCHEDA

LAVORO” debitamente compilata e sottoscritta, come da modello <B> che fa parte integrante della presente polizza, all’Agenzia cui è assegnata la stessa, unitamente ai documenti in essa richiesti. La scheda porterà tutte le annotazioni necessarie alla Società per la valutazione del rischio, per l’eventuale controllo tecnico in fase

d’opera ed alla fine della stessa, e per ogni successiva valutazione in caso di sinistro.

La Società, in ogni caso, entro e non oltre venti giorni lavorativi dalla data di ricevimento della “SCHEDA LAVORO”, espletate le va-lutazioni suindicate, potrà eccepire la non assicurabilità del rischio dandone comunicazione, motivata e scritta, al Contraente.

In mancanza, come detto all’art.58 lett.d), la garanzia non po-trà essere concessa...... (omissis)

Il Contraente si impegna altresì, a fine lavori, a far pervenire all’Agenzia Reale Mutua

Assicurazioni di Legnano (Ml) i sottoelencati documenti:1. Certificato come da modulo <A>, che fa parte integrante

della presente polizza, compilato in ogni sua parte;2. Copia delle fatture emesse durante l’esecuzione delle opere

oggetto dell’appalto, solo se esplicitamente richieste dalla Società;3. Verbale di collaudo positivo delle opere eseguite og-

getto dell’assicurazione, compilato e firmato dal Direttore Lavori o da Società di Controllo (terza parte indipendente).

In mancanza del certificato di collaudo, occorrerà esibire il certificato di accettazione dei lavori firmato dal Committen-te o documentazione equipollente (omissis) La Società, dopo aver controllato la regolarità dei certificati ricevuti, provvede-rà a sottoscriverli (omissis).

A decorrere dalla data della sottoscrizione da parte della Società la garanzia avrà efficacia. (omissis).

Art. 60 - Rischi esclusiL’assicurazione non copre i danni:a) Dovuti a difetti occulti in genere, cedimenti, assesta-

menti del supporto e/o delle opere sovrastanti o sottostanti i prodotti posti in opera, spinte idrostatiche, accumuli di umi-dità e/o dì risalita della stessa presenza anomala dì umidità, rapportata ai parametri indicati negli strumenti di rilevazione più comunemente utilizzati, salvo quanto meglio specificato nel capitolato tecnico descrittivo dette opere da garantire (o documenti equipollenti) allegato alla “Scheda Lavoro”;

b) Dovuti a difetti di applicazione su supporti a causa dì lavori eseguiti in presenza di pioggia e/o nebbia e/o conden-sa, olii, grassi, polvere ed agenti inquinanti in genere, salvo quanto meglio specificato nel capitolato tecnico descrittivo delle opere da garantire (o documenti equipollenti) allegato alla “Scheda Lavoro”:

c) per errata scelta del ciclo e/o dei prodotti e/o errata progettazione, se in assenza della scheda lavoro a cui è stata autorizzata l’assicurabilità;

d) dovuti ad azioni meccaniche (ad esempio: urti, abra-

Polizza postuma decennale di rimpiazzo opere

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sioni, etc.,etc.), chimiche, termiche o di qualsiasi altro genere, salvo quanto meglio specificato nel capitolato tecnico de-scrittivo delle opere da garantire (o documenti equipollenti) allegato alla “Scheda Lavoro”;

e) derivanti da errata o mancata manutenzione o da uso improprio dell’opera;

f) dovuti a normale usura, salvo quanto meglio specifica-to nel capitolato tecnico descrittivo delle opere da garantire (o documenti equipollenti) allegato alla ‘Scheda Lavoro”;

g) conseguenti a variazioni nella destinazione delle opere;h) conseguenti ad inquinamento, ad esplosione, emana-

zione di calore o radiazioni provenienti da trasmutazioni nel nucleo dell’atomo;

i) causati da alluvioni, inondazioni, rigurgiti di fogna, ce-dimenti, smottamenti e franamenti del terreno, valanghe e slavine, accumulo di neve, grandine e qualunque altra mani-festazione violenta della natura;

j) verificatisi a causa dei lavori non fatturati direttamente dalla Ditta assicurata, salvo quanto disposto all’art. 61.

k) derivanti dalla mancata osservanza dei ”Codici di Buo-na Pratica” e delle schede e specifiche tecniche previste dai produttori dei materiali da posare e/o dal mancato rispetto della regola dell’arte così come indicato nella “Scheda La-voro”;

l) danni dovuti a dolo dell’Assicurato e/o Contraente, del Committente o di terzi, nonché delle persone di cui gli stessi debbano rispondere a norma di legge;

m) derivanti dall’esecuzione di opere che comportino in tutto o in parte l’adozione di nuove concezioni, salva esplicita preventiva autorizzazione della Società;

n) relativi ad inestetismi in genere, ivi compreso il “punto colore”, salvo quanto meglio specificato nel capitolato tecni-co descrittivo delle opere da garantire (o documenti equipol-lenti) allegato alla “Scheda Lavoro”;

o) dovuti a vizi, palesi od occulti, noti al Contraente, all’Assicurato ovvero al Committente, prima della decorrenza dell’Assicurazione.

Art. 61 - Somma assicurataPer somma assicurata si intende per ogni singolo lavoro

l’ammontare complessivo di quanto fatturato al Committente con aggiunta degli oneri relativi a materiali, accessori ed ope-re provvisionali forniti direttamente dal Committente o a Lui fatturati da terzi, necessari per il ripristino dell’opera in caso di danno, qualora non compresi nella fattura.

Nel caso in cui l’impresa assicurata figuri come capo commessa l’ammontare complessivo risulta dalla somma fatturata da tutte le Ditte partecipanti al raggruppamento, tale importo sarà comunicato alla Società con le modalità indicate all’art. 59).

Il valore massimo per lavoro assicurabile non potrà supe-rare € 258.000,00.

In caso di lavori per importi superiori le modalità di assi-curazione saranno oggetto di separata trattativa tra le parti, da farsi prima dell’inizio dei lavori. (omissis)

Art. 64 - Determinazione del dannoL’indennizzo, sempre IVA esclusa, sarà comprensivo:a) delle spese di rimozione, riparazione e messa in ope-

ra dei materiali e manufatti installati e danneggiati incluse le spese per la manodopera anche specializzata valutata al costo cognito orano di lavoro normale, base bollettino “Prez-zi informativi delle Opere Edili in Milano” edito a cura della Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura di Milano, o il bollettino camerale edito nel capoluogo regionale della sede legale dell’impresa, in vigore al momento degli interventi di riparazione;

b) del controvalore dei materiali e manufatti danneggia-ti, calcolato sulla base del prezzo di mercato vigente al mo-mento del sinistro, al netto di ogni eventuale ricarico operato dall’Assicurato ed al lordo delle spese dì trasporto e imballo;

c) dell’eventuale costo del rifacimento delle opere sovra-stanti o sottostanti i lavori eseguiti, reso necessario per ese-guire i lavori di cui al punto a);

d) delle spese necessarie per lo spostamento e/o risiste-mazione degli impianti eventualmente sovrastanti la zona interessata al danno.

Art. 65 - Scoperto e franchigiaDall’ammontare del danno determinato secondo i criteri

dell’articolo precedente, verrà dedotto, per ogni sinistro, uno scoperto pari al 10% con un minimo dì € 5.164,00 per i punti a) e b) ed uno scoperto pari al 40% con un minimo di € 5.164,00 per i punti c) e d).

Per i lavori la cui somma assicurata sia inferiore a Euro 51.600,00, le franchigie minime si intendono ridotte a Euro 2.582,00.

E’ facoltà delle parti accordarsi per scoperti e franchi-gie differenti in deroga alle condizioni su indicate a seguito dell’esame delle singole schede lavoro. (Omissis)

Art. 67 - RiparazioniIn caso dì sinistro, tutte le riparazioni ed i rifacimenti

devono essere fatti dall’Assicurato con gli stessi materiali e con le stesse modalità risultanti dalla “Scheda Lavoro”, salvo casi documentati in cui risulti necessaria una sostituzione dei prodotti o dei cicli. In tale caso, la Compagnia risarcirà un ammontare comunque non superiore ai costi che avrebbero dovuto essere sostenuti per il ripristino, come dalla “Scheda Lavoro” citata, valutati al momento del sinistro. (Omissis)

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Pavimenti in calcestruzzo

Post-Tesi

Joint-LessSenza crepeSenza imbarcamentiGarantiti 10 annicon Polizza Postuma

Semplicemente... il futuro.Semplicemente... il futuro.

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Semplicemente... il futuro.

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L’articolo, tratto dal numero 35 della rivista “In Concreto”, evidenzia l’importanza della cura del sottofondo e la corretta realizzazione dei pavimenti industriali.

Medipav opera nel rispetto delle normative vigenti e dei codici di buona pratica per la realizza-zione di pavimentazioni industriali in calcestruzzo e in resina. La progettazione, il controllo, l’atten-zione minuziosa dei particolari, l’organizzazione logistica e di cantiere, le attrezzature all’avanguar-dia e il Know How tecnico-applicativo fanno di Medipav il referente professionale e privilegiato di ogni committente.

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Normative da seguire per la corretta progettazione dei pavimenti industriali

La qualità certificata Medipav

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Fiere ed eventi

Pavimentazione in calcestruzzo senza giuntiLa Post-Tensione e la nuova Laser Screed Somero: tecnologia e innovazione

Medipav e Somero, in col-laborazione da diversi anni per lo sviluppo e l’innovazio-ne delle pavimentazioni in-dustriali in calcestruzzo, sono liete di annunciare un evento internazionale che avrà luogo a Perugia dal 4 all’8 e dall’11 al 14 Maggio 2009.

Le due aziende leader nel settore collaboreranno nella realizzazione di una pavi-mentazione industriale in

calcestruzzo di 9.800 metri quadrati con l’utilizzo di tec-nologie innovative:

• Il sistema della Post-Tensione, la rivoluzione delle pavimentazioni in-dustriali, per la cui appli-cazione e diffusione Me-dipav è leader in Italia.

• La nuova Somero SXPTM-D, l’ultima Laser Screed® nata in casa Somero®.

Il cantiere di Perugia sarà l’occasione per presentare in Europa il nuovo modello La-ser Screed® Somero SXPTM-D.Medipav e Somero® Vi invi-tano a partecipare a questo importante evento, occasio-ne per mostrarVi diretta-mente che il sistema della Post-Tensione e la nuova La-ser Screed® Somero SXPTM-D sono la soluzione tecnica ideale per le Vostre realizza-

zioni e per migliorare il Vo-stro business.Per informazioni Vi preghia-mo di contattarci ai numeri:

Tel. 0924 92 20 66Fax 0924 92 25 52

Medipav e Somero®, speran-do di incontrarVi per fornirVi tutte le informazioni neces-sarie durante l’evento, Vi in-viano i più cordiali saluti.

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Il Marketing Medipav

www.medipav.com

Medipav, da sempre attenta alle aspettative dei propri clienti, ha creato

una rete capillare di tecnici specializzati nel settore delle pavimentazioni

industriali. Alla divulgazione di materiale illustrativo e tecnico ai

committenti si affianca la consulenza specifica e qualificata su ogni

problematica inerente i pavimenti. Medipav mette a servizio della propria

clientela esperienza decennale, competenza e qualità affiancando

progettisti e studi tecnici nelle fasi di progettazione della pavimentazione,

le imprese nella fase della realizzazione dell’opera, il committente nella

scelta della soluzione tecnica più idonea alle proprie esigenze.

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