Medicina narrativa e letteratura - San Carlo · come se non riuscivo a respirare. Mi mancava …...
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Medicina narrativa e letteratura
Pazienti che narrano,
medici che scrivono
Piero Bottino
22 aprile 2013
Noi siamo una storia
Noi siamo dentro una storia
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PER CAPIRE COS’E’ LA MEDICINA NARRATIVA BISOGNA PENSARE IN MODO
NARRATIVO
L’IDENTITA’ E’ UNA COSTRUZIONE NARRATIVA
(R. Charon)
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L’insorgere di una malattia è l’inizio di
una nuova storia
La malattia è un fenomeno complesso, non solo biologico, che
coinvolge aspetti emotivi, relazionali, progettuali.
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Medicina basata sulle narrazioni Narrative based medicine
Greenhlagh e Hurwitz 1998
Medicina narrativa Narrative medicine
Rita Charon 2006
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La narrazione di una malattia varia a seconda
del contesto e dei protagonisti coinvolti
La malattia, le terapie, il percorso diagnostico, sono per il malato un insieme di problemi di vita, per il
medico un iter inevitabile. Si usano linguaggi diversi.
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La storia di una malattia raccontata con parole diverse
Per il paziente
• Non riesco ad alzarmi dal letto
• Non mi vesto da solo
• Sono lento
• Tremo
• Ho bisogno di aiuto in tutto
• Prima facevo tante cose, ora non più
• Non riesco ad andare a fare la spesa
Per la medicina
• Tremore
• Rigidità
• Bradicinesia
• Disturbo del cammino
• Alterazioni della postura
• Disturbi dell’equilibrio
• Disfagia
• Alterazioni della voce
• Depressione dell’umore
Il discorso della vita è più ampio, denso ed imprevedibile di quanto la medicina tecnica può prevedere
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Dal modello biologico a quello
bio psico sociale Engel 1977
Approccio sistemico alla malattia
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Un percorso di esplorazione nel mondo
dell’altro
Del mondo dell’altro non sappiamo nulla o quasi
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Per esplorare questo mondo, se vogliamo, occorre avere
competenze diverse, che hanno a che fare con la relazione.
Nel colloquio tra un medico ed un paziente si incontrano (o si
scontrano) due mondi e due culture diverse.
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La comunicazione della diagnosi
“Ma a me quando mi hanno detto morbo del Parkinson, la prima volta quando me lo hanno detto, a parte che io sono stata scioccata, non ho chiesto niente, non vedevo l’ora di uscire, di andarmene fuori e di chiudere quella porta. Poi invece ho detto no, voglio sapere. Quando sono andata nel centro, la prima volta, sono andata e io speravo che lui mi spiegava un po’ cos’era sto morbo del Parkinson perché io volevo una conferma, poi proprio da sto medico. Lui mi ha detto lei ha il morbo del… prenda queste pastiglie.”
Il paziente racconta la sua storia… il medico pensa quale sia in realtà la
vera storia… il paziente pensa a cosa il medico sta pensando di
lui….
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Relazione medico paziente
Può provocare reazioni diverse:
disponibilità, simpatia compassione, irritazione, antipatia, giudizi morali.
Lo stesso vale per il paziente
Ciò può provocare comportamenti diversi, non sempre corretti
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La relazione in medicina
• E’ asimmetrica
•Può essere paritaria se si cerca la reciprocità
•La parità è legata all’accoglienza ed al rispetto
•La relazione è una danza, è flessibile
•Lo strumento che la regola è l’empatia (la risonanza con le emozioni dell’altro)
Medico - Operatore
Paziente – care giver
Relazione – co costruzione -
trasformazione
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Chi deve condurre il
colloquio ?
Il professionista ha il dovere di condurre il
colloquio, ma ne deve avere la competenza
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La malattia •Danneggia il corpo
•Può alterare l’identità personale
•L’identità di ogni persona è una struttura complessa
•Altera l’intero sistema relazionale e di vita
•La nostra identità è costruita narrativamente
L’identità personale
• Cambia a seconda del contesto (esperienza di persona ospedalizzata)
• Cambia a seconda di chi la “racconta” e a chi la “racconta”
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L’esternalizzazione
Bisogna aiutare il paziente a vivere la malattia al di fuori di lui, e non far coincidere la sua persona con la
malattia.
La malattia non coincide con il malato
La narrazione è uno strumento che
permette di esternalizzare
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La narrazione serve a riparare il danno che la malattia ha provocato
nella persona malata (Frank 1995)
I pericoli della esplorazione
• Si possono incontrare emozioni intense, intime e non previste
• Si può essere “spiazzati” da argomenti non aspettati (suicidio, rivalse, rabbia profonda…)
• Si possono fare “danni”. La nostra parola ha un valore di cui a volte non siamo consapevoli.
• Si può perdere la giusta distanza e smarrire l’obiettività professionale.
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Le emozioni • Esistono
• Possono manifestarsi in molti modi
• Sono difficili da gestire
• Occorre essere preparati
La rabbia Ma quando le hanno detto questa parola così … cosa le ha evocato, cosa è successo?
Cosa mi è successo? Niente mi son sentita come una pugnalata, come se non riuscivo a respirare. Mi mancava … non lo so, non riesco a decifrare. Ero arrabbiata con tutti, arrabbiata con mio
marito. I primi tempi me la prendevo con lui perché lui non chiedeva niente. Lui mi guardava e non chiedeva niente. Io avevo già tutta sta rabbia dentro e ero arrabbiata con tutti, proprio. Poi invece poi ho pensato, dopo un bel po’, ci è voluto un bel po’, che
era meglio tirare fuori le unghie e affrontare e allora ho detto “ mi compro…se gli altri non mi dicono cos’è, mi compro dei libri e provo a mettermi sopra e a capire che cosa è sto morbo del
Parkinson.
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Se non si è preparati a gestire le proprie emozioni si può arrivare al
blocco delle capacità relazionali
La narrazione Uso delle parole
La medicina narrativa usa le parole, ne riscopre il
significato, la potenza in una relazione di cura.
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Nella medicina narrativa (narrative based medicine) Il linguaggio non descrive, ma
costruisce la realtà.
Ad esempio, quando si esplorano le ipotesi del paziente sul suo problema di salute, non si vanno ad esplicitare tali ipotesi, ma le si
co-costruiscono L. Zannini
NARRAZIONE IN MEDICINA
TEMPORALITA’ - c’è una temporalità della medicina e una del paziente.
SINGOLARITA’ – c’è una singolarità e unicità del paziente perché quella malattia è la sua e c’è una singolarità del curante
CAUSALITA’ – sia il paziente che il curante creano nessi causali e danno senso agli avvenimenti.
INTERSOGGETTIVITA’ – il paziente racconta la sua storia per il curante. Il curante per il paziente.
ETICA – come queste storie si rapportano le une alle altre? Come regola il medico l’accesso al mondo dell’altro che gli racconta la
propria storia? In un rapporto diseguale un comportamento etico è permettere alla storia dell’altro di diventare visibile. Violenza
consiste nel negare la storia dell’altro.
(L. Zannini)
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La narrazione in medicina Temporalità: “Prima stavo bene…” Singolarità: “Non posso, ho i nipotini” Causalità: “Se non avessi…” Intersoggettività: “Non mi ha neanche ascoltato” Etica: “Vediamo se ho capito”
Cosa serve per praticare la medicina narrativa?
• Curiosità per il mondo dell’altro
• Competenze comunicative
• Leggere scrivere ascoltare…
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Le competenze
• Capacità comunicative di elevata qualità (abilità di counselling)
• Capacità di leggere, scrivere, narrare se stessi ed accogliere ed interpretare le narrazioni degli altri, di costruire storie
• Medical humanities
Come sapere ciò che l’altro sa?
Esiste un potente strumento di conoscenza che tutti noi
possiamo usare:
le domande
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Domande
• Per sapere occorre chiedere
• Bisogna però saper chiedere senza invadere
• Senza fornire risposte implicite
• Accettando il senso delle risposte, anche se per noi il senso non c’è
• Bisogna saper ascoltare le risposte.
Lavorare in equipe • Lo spazio narrativo di un gruppo di operatori è
prezioso per la condivisione
• Permette una relazione di reciprocità tra i diversi ruoli
• Consente di esaminare aspetti difficili da esplorare in altro modo
• È uno spazio empatico anche tra colleghi
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La medicina narrativa
Permette una relazione di qualità elevata tra operatore e paziente, rinnova il piacere del proprio lavoro.
Non si contrappone in nessun modo alla medicina scientifica, ne costituisce al contrario un ampliamento necessario a costruire o mantenere tra medico e paziente una relazione terapeutica.
Richiede competenze più vaste di quelle strettamente scientifiche.
Cosa non è medicina narrativa (G. Bert)
• Sfogo caotico del paziente
• Spazio spontaneo di racconto biografico
• Interventi psicologici, interpretativi, di “lettura del pensiero” da parte del medico
• Ironizzare, cercare complicità o umorismo non richiesto
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Scrivere • Effetto liberatorio
• Permette di avere uno spazio tra il sé vissuto e il sé narrato
• Obbliga a fare selezione
• Permette di dare spazio alla creatività
La medicina narrativa serve a…
• Prendersi cura della persona, non solo della patologia…
• Assumere una dimensione etica della cura
• Costruire una relazione condivisa che permetta un progetto di cura accettato ed accettabile
• Dare spazio a ciò che è difficilmente dicibile
• Favorire il lavoro in equipe
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La medicina narrativa serve a…
• Aumentare la consapevolezza (le parole fanno succedere cose…)
• Esercitare una medicina sostenibile (fa risparmiare – medicina difensiva, trattamenti e diagnostiche inappropriate ecc…)
• Rendere il proprio lavoro più… (sostegno a chi cura)
“Medicina praticata con competenza narrativa”
R. Charon
È importante pensare a percorsi di formazione per gli operatori
sanitari.
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Ogni malattia può essere narrata in diversi modi. La costruzione di una alleanza terapeutica tra medico e paziente richiede una narrazione
condivisa, che si costruisce momento per momento, giorno per giorno e non
è mai definitiva. (G. Bert)
Raccontarsi è permettersi di costruire il proprio io giorno per giorno, da protagonisti
consapevoli.
Buon cammino a tutti voi