MEDICINA DEL LAVORO - Siti Personali | Libero...

23

Click here to load reader

Transcript of MEDICINA DEL LAVORO - Siti Personali | Libero...

Page 1: MEDICINA DEL LAVORO - Siti Personali | Libero …digilander.libero.it/sbobinrete/Igiene_21_01_2004.doc · Web viewQuesta diapositiva è per farvi vedere come dal punto di vista tecnologico

MEDICINA DEL LAVORO21/1/2004

Dott.Magrini

Argomenti della lezione:Danno professionale da radiazioni ionizzanti,Problematiche legate all’utilizzo dei videoterminali

Avvertimento: il prof ha un modo di spiegare molto discorsivo, anche per gli argomenti che tratta, quindi ho pensato di lasciare tutti i suoi esempi di varie situazioni che riedono bene l’idea di quello che spiega. Stessa cosa per quanto riguarda le sue frequentissime domande. Poi si avvale di una caterva di diapositive che anche volendo non potevano essere copiate perché passavano velocemente, ma ovviamente tutte quelle su cui si è soffermato sono state approfondite da lui stesso.

Il rischio professionale da radiazioni è un argomento particolarmente importante che ovviamente riguarda la professione medica o comunque sanitaria, e l’associazione con il rischio neoplastico è intuitiva per tutti, medici e non . Cercheremo di vederlo per sommi capi sempre cercando di far vedere come sia diverso l’approccio tipico della medicina del lavoro per i fattori di rischio rispetto magari ad un approccio clinico a cui siamo abituati nel corso degli studi.Invece le problematiche legate ai video terminali è vero che non provocano lesioni neoplastiche ma sicuramente sono uno strumento di lavoro che ormai fa parte dell’abitudine lavorativa di gran parte dei lavoratori e quindi pur non causando danni alla salute gravissimi sicuramente può essere fonte di grave disagio.Quindi mentre il primo è un fattore di rischio che interessa poche persone e che può provocare gravi danni per la salute, dall’altra parte abbiamo un fattore di rischio che interessa milioni di persone ma i cui effetti per la salute non sono poi così gravi. In entrambi i casi ci sono diversi elementi di fisica e matematica che ho cercato di ridurre al minimo.

DANNO PROFESSIONALE DA RADIAZIONI IONIZZANTILe radiazioni per cui esiste un’evidenza di danno alla salute sono quelle ionizzanti. Quelle non ionizzanti, ad esempio quelle di un radar, sono invece correlate a qualche rischio?Sostanzialmente il riscaldamento.Dei tantissimi studi che si sono fatti sulle radiazioni non ionizzanti ne troverete pressappoco la metà che affermano che sono innocue e l’altra metà che afferma il contrario..attualmente tutte le trattazioni si concludono con:”sono necessari ulteriori studi”. Però se dovessimo dar retta ad una sensazione che in qualche modo anche la popolazione avverte è che se uno c’ha una casa sotto un elettrodotto qualche problemino probabilmente lo avvisa…magari psicosomatico…comunque una serie di studi epidemiologici rileva che un certo numero di patologie sono aumentate nei bambini che vivono vicino ad elettrodotti. Quindi tutta questa evidenza che le radiazioni non ionizzanti siano assolutamente prive di rischio secondo me è una cosa un po’ dubbia. Comunque anche il

Page 2: MEDICINA DEL LAVORO - Siti Personali | Libero …digilander.libero.it/sbobinrete/Igiene_21_01_2004.doc · Web viewQuesta diapositiva è per farvi vedere come dal punto di vista tecnologico

riscaldamento che è l’unico effetto biologico certo non è detto che sia privo di conseguenze.Che tipo di particelle esistono:particelle con carica elettrica:elettroni,protoni,ioni in genere;particelle senza carica elettrica:i neutroni; radiazioni elettromagnetiche:raggi X e raggi gamma .Normalmente l’esposizione a radiazioni ionizzanti avviene in un ospedale, o in un ambiente di ricerca o in un laboratorio, sia sotto forma di sostanze radioattive sia di macchine che emettono radiazioni quando sono in funzione. A volte anche nelle industrie ci sono fonti di radiazione: ad esempio in alcuni cicli produttivi esistono delle macchine che servono ad identificare e caratterizzare i materiali le quali hanno all’interno la fonte radiante, e il personale che lavora con quella macchina vi è esposto. Molto semplicemente si definisce decadimento radioattivo il processo in cui un nucleo stabile si rompe perdendo particelle.Le sorgenti radioattive si caratterizzano sia per il tipo di radiazione emessa che per il tempo di dimezzamento della sostanza. Quando a un paziente viene iniettato un tracciante oltre a tenere conto del pericolo per la persona che inietta, bisogna definire il comportamento del paziente che è a quel punto una fonte radiogena. L’attività di una sorgente radioattiva viene definita come il numero di atomi che si disintegrano in un secondo..sarebbe interessante riuscire a ricordare queste misure, perché l’approccio a questa materia diventa complesso perché c’è una sovrapposizione di misure di grandezza che non è supportata da chiare conoscenze di fisica. Bisognerebbe almeno ricordare che l’attività deve essere espresso in Beckerell= numero di atomi che si disintegra in un secondo.Il tempo di dimezzamento dà un’idea del tipo di materiale che abbiamo e del tempo che impiegherà per non essere più nocivo. Quindi un sito contenente una fonte radiogena con un tempo di dimezzamento di trent’anni sarà inquinato per trent’anni, ma al tempo stesso il tempo di dimezzamento breve non è indice di non pericolosità, perché è spesso caratterizzato da un’alta energia di emissione e quindi avere un effetto più dannoso di quello lungo ma a bassa energia.Le particelle alfa e le altre possono essere emesse da sostanze radioattive oppure da acceleratori. Ovviamente avranno un range di penetrazione che varia a seconda della sostanza. Quindi se sono esposto o so di dover lavorare con un paziente che è una fonte radiogena devo usare dei sistemi di barriera, uno schermo che facilmente abbatte l’emissione. E’ molto importante che si definiscano si le zone dell’ospedale dove esiste questo rischio e sia i dispositivi di sicurezza che devono essere utilizzati. Gli elettroni comunque hanno una capacità di penetrazione maggiore delle radiazioni corpuscolate. Qui si vede come all’aumentare dell’energia deve aumentare anche lo spessore del materiale che in qualche modo serve a bloccare le radiazioni. Quelle emesse da un tubo a raggi X sono a bassa energia quindi basta uno strato molto sottile di materiale, magari di piombo, per ridurre la probabilità di essere investiti da questo tipo di radiazioni.

Page 3: MEDICINA DEL LAVORO - Siti Personali | Libero …digilander.libero.it/sbobinrete/Igiene_21_01_2004.doc · Web viewQuesta diapositiva è per farvi vedere come dal punto di vista tecnologico

Altra definizione che vi dovreste ricordare: l’esposizione interna e l’esposizione esterna a seconda che la fonte radiante sia all’interno o all’esterno dell’organismo. Ovviamente mentre la protezione dalle fonti esterne è facile quella dall’esposizione interna è pressoché impossibile. Questi sono i modi in cui è possibile esercitare un’azione preventiva sul danno da radiazioni.Primo concetto è quello di mantenere la maggiore distanza possibile fra sorgente ed operatore, perché l’intensità si riduce in modo “drammatico” (quadratico) con la distanza. Poi minimizzare i tempi di esposizione. Voi sapete che chi lavora in radiologia ha un piccolo esposimetro che serve a definire la quantità di radiazioni ionizzanti a cui il soggetto è esposto nel tempo, e quando questo dosimetro evidenzia che ci sono stati dei picchi di esposizione il soggetto viene allontanato dal reparto. Però il discorso è un po’ più complesso, intanto perché l’esposimetro sta in un punto fisso e magari non è detto che sia proprio quello il punto colpito dal fascio di radiazioni: ad esempio se la mia esposizione è legata soprattutto alle mani perché sono un interventista sarebbe opportuno avere un esposimetro al braccio piuttosto che sul petto, e viceversa se c’è un organo particolarmente sensibile come la tiroide sarebbe opportuno avere un esposimetro specifico per questa sede.L’altra cosa che bisogna prevedere per proteggere i lavoratori che sono esposti a radiazioni ionizzanti è la schermatura delle pareti con materiale opportuno, quindi di solito l’istituto di radiologia e gli altri luoghi sede di fonti radianti (primo soccorso o altri laboratori) hanno pareti in cemento armato oppure in cemento amato e piombo: questo per fare in modo che si definiscano dei locali ben evidenziati dove si può lavorare per avere un’ esposizione minima e controllata: in altre parole in quei locali entra solo il personale addetto, per poco tempo, e possibilmente durante l’attività della macchina il personale viene posto in una posizione di maggior controllo. Un conto è lavorare in vecchie cliniche o in vecchi laboratori dove non c’è nessun tipo di protezione e un conto è lavorare negli ospedali costruiti di recente e comunque con caratteristiche avanzate di tutela e salvaguardia dell’attività lavorativa, in cui l’istituto di radiologia è un istituto blindato.Non vi ho introdotto una serie di leggi che tutelano il lavoratore esposto a radiazioni ionizzanti ma, tanto per essere chiari, considerate che essendo questo un rischio molto molto importante, se il soggetto viene esposto a una quantità di radiazioni troppo elevata la probabilità che compaiano degli eventi neoplastici è alta, quindi il legislatore ha formulato una normativa, una normativa europea che è stata poi fatta propria anche dall’Italia, che tutela in modo pesante i lavoratori esposti: il lavoratori esposti sono costretti a seguire delle specifiche norme di comportamento così come lo è il datore di lavoro, e in più il legislatore crea due nuove forme di autorità: una è l’esperto qualificato, che di solito è un ingegnere chiamato a fare tutte le misurazioni sul posto per vedere quali sono i luoghi con alta emissione, e il tecnico qualificato che è un tecnico che obbligatoriamente l’ospedale deve avere, va nel reparto e stanza per stanza, luogo per luogo, definisce bene qual è la mappa

Page 4: MEDICINA DEL LAVORO - Siti Personali | Libero …digilander.libero.it/sbobinrete/Igiene_21_01_2004.doc · Web viewQuesta diapositiva è per farvi vedere come dal punto di vista tecnologico

dell’esposizione. E’ anche la persona che legge i dosimetri, i quali vengono consegnati ogni tot tempo. Informazione importante: le macchine radiogene quando sono spente non emettono radiazioni: questo è importante saperlo perché la gente è terrorizzata anche di fare le pulizie vicino alla TAC quando è spenta. A macchine spente salvo eccezioni non c’è esposizione alle radiazioni e quindi ad esempio gli addetti alle pulizie non sono lavoratori a rischio. Poi vedremo a macchine accese quali sono le diverse situazioni di rischio a seconda della vicinanza o meno al fascio di radiazioni.Entriamo in un argomento un po’ critico dove c’è almeno un concetto che dovete tener ben presente: sapete bene che l’esposizione a radiazioni ionizzanti è legata alla comparsa di tumori, però se uno dovesse dire quali radiazioni e quante ne servono per far comparire un tumore sostanzialmente non è che si può avere una risposta precisa tipo: se stai esposto per 15 ore c’è una probabilità superiore a 2 che ti compaia un tumore poi vedremo di che cosa….no! E’ un tipo di relazione lineare in cui anche la persona che fa una radiografia nella sua vita ha una probabilità –minima- di avere un danno. E’ lo stesso motivo per cui anche il medico nel definire il processo diagnostico per un paziente non è che può eccedere nella richiesta di esami radiologici: questi esami devono essere commisurati al problema, quindi si accetta di far correre un rischi al paziente a fronte dell’informazione importante che la radiografia può dare…la persona con una cervicale non può fare 8 rx della colonna per vedere come sta questa cervicale. E’ anche lo stesso motivo per cui abbiamo delle difficoltà nell’impostazione di uno screening epidemiologico per esempio del tumore della mammella: perché facciamo si la radiografia ma ogni quanto? Ogni anno, ogni due, tre..E quando cominciamo? A 30 anni, a 25, a 40…Tutte queste scelte implicano un equilibrio fra beneficio dell’informazione e rischio che decidiamo di far correre al paziente. Quindi anche una minima esposizione a radiazioni ionizzanti costituisce un elemento di rischio. Questo è il concetto nuovo attualmente accettato da tutti e cioè che ci sia una relazione lineare tra intensità della radiazione e probabilità che compaia un danno. Il principio che si adopera è quello di linearità senza soglia e quindi sostanzialmente bisogna ridurre al minimo qualsiasi tipo di esposizione.(Per dovere di cronaca descrivo il grafico che mostra: danno in funzione dell’intensità, ovvero una bella retta passante per l’origine degli assi)Questo sembrerebbe banale, però immaginate che difficoltà ci sarebbe nello svolgere attività medica in ambito radiologico: si io dovessi non far esporre nessun lavoratore a radiazioni non si potrebbe ad esempio fare radiologia interventistica. Quindi si decide di accettare la quota di rischio, sapendo bene che potrebbe comportare la comparsa di patologie anche molto gravi.Ovviamente questo concetto del rischio accettabile è anche eticamente complesso: decidiamo comunque di accettare un rischio anche per un’altra persona, un altro lavoratore, che però sappiamo sta facendo qualcosa di utile ed indispensabile per la tutela della salute dei pazienti.C’è un aspetto quantitativo ovvero qual è il limite di radiazioni che si è disposti a far arrivare al soggetto, e quindi il rischio che gli si fa correre.

Page 5: MEDICINA DEL LAVORO - Siti Personali | Libero …digilander.libero.it/sbobinrete/Igiene_21_01_2004.doc · Web viewQuesta diapositiva è per farvi vedere come dal punto di vista tecnologico

Esempio assolutamente banale: è come tenere in mano una lampadina da 1 Watt e una da 100 Watt: la prima è una lampadina dell’albero di natale e possiamo tenerla in mano senza che ci succeda assolutamente niente, viceversa quella da 100 watt ci scotta e quindi ci fa cambiare idea sulla innocenza di questa azione. Quindi è in gioco un discorso relativo alla potenza delle radiazioni che utilizziamo, se hanno caratteristiche tali che portano all’esposizione ad alte quantità di energia dobbiamo prevedere la possibilità di avere un danno importante.A questo punto: ma voi sapete che cosa le radiazioni provocano normalmente? Quali sono le conseguenze cliniche? Gli organi bersaglio sono soprattutto: l’apparato ematopoietico, le gonadi, la tiroide, la cute,l’apparato gastrointestinale. Non sono sedi casuali: alcuni hanno un grosso turnover cellulare, altri (la cute) hanno invece una collocazione esterna che li rende subito esposti.Cosa andiamo a cercare in particolare con l’ispezione della cute? Le radiodermiti sono forme infiammatorie cutanee riconducibili ad esposizione a radiazioni.Ma la sede colpita più frequentemente, anche per una questione di facilità di indagine, qual è? Di solito ai radiologi che cosa si va a vedere in una visita? ..E’ una specie di dosimetro naturale (…se aspettate che arriva alle radiodermiti è come il pollo cotto al microonde…ce ne vuole…): il cristallino. E’ la struttura che per la sua posizione più facilmente viene investita da un fascio corpuscolato o non, e quindi la legge obbliga durante la visita ad ispezionare il cristallino, perché può presentare delle lesioni precoci. Quindi la legge obbliga il medico radiologo o comunque esposto a sottoporsi a: visita oculistica, visita dermatologica, e non del medico ….Lui qui lo dice e qui lo nega ma io lo scrivo, molti radiologi in alcune situazioni staccano il dosimetro e lavorano, perché il controllo limiterebbe la loro attività. Se lavora molto non vuole che poi il medico del lavoro gli dice che ha lavorato troppo e questo mese si riposa, anche perché molto spesso le persone lavorano sia in pubblico che in privato, e non è facile controllarne l’esposizione. Però se qualcuno dovesse ragionare su quello che abbiamo detto noi stiamo discutendo di un modo di fare sorveglianza sanitaria che aspetta la comparsa della malattia: sostanzialmente il radiologo è esposto alle radiazioni ionizzanti e noi stiamo facendo una specie di decalogo di controlli che però hanno come obbiettivo quello di vedere, seppur precocemente, un danno, non un segno. Quindi già arriviamo tardi. Quindi ci si è concentrati anche dal punto di vista scientifico nel tentativo di trovare test in grado di identificare la presenza precoce di elementi del DNA che abbiano mutazioni particolari che in qualche modo potevano essere il segnale precoce di un danno che poi in seguito si sarebbe manifestato come neoplasia o un disturbo importante magari anche per quel che riguarda le generazioni successive per l’irradiazione delle gonadi. Questi test purtroppo non hanno mai dato soddisfazione perché tutta la capacità diagnostica che può servire per evidenziare danni precoci al DNA è un po’ grossolana, se per esempio una persona è esposta oltre che a radiazioni ionizzanti anche al fumo di sigaretta probabilmente c’è una sovrapposizione tale per cui non si riesce a capire se quel numero di microlesioni è da legare all’uno o all’altro fattore.

Page 6: MEDICINA DEL LAVORO - Siti Personali | Libero …digilander.libero.it/sbobinrete/Igiene_21_01_2004.doc · Web viewQuesta diapositiva è per farvi vedere come dal punto di vista tecnologico

Questo è un altro concetto ma dovete ricordarlo in modo molto sintetico: il danno biologico è proporzionale alla dose ma solo in alcuni casi, perché ovviamente uno degli elementi che caratterizzano il rapporto fra esposizione e danno è anche il tipo di radiazioni, tant’è che per ogni radiazione esiste un fattore Q che identifica la capacità che questa radiazione ha di creare un danno al patrimonio genetico del soggetto. E quindi si può identificare anche una dose equivalente, ovvero dose per Q: per raggi X,gamma ed elettroni il Q è 1 quindi non c’è differenza fra dose e dose equivalente, invece per altri tipi di irraggiamento questo Q è un fattore moltiplicativo che a parità di dose identifica un maggior danno per le strutture biologiche del soggetto.Altra cosa semplice ma che dovete ricordare: la legge ha fatto uno sforzo per capire quali sono le persone esposte e quali sono quelle non esposte. Le persone esposte sono tutte quelle che hanno una storia lavorativa o lavorano in reparti in cui viene fatto uso di radiazioni ionizzanti. I non esposti stanno al di fuori. All’interno degli esposti però identifica due categorie:

B: Dose Equivalente <6m Sv (Sivert) /anno A:DE<100 mSv/5 anni oppure <20/anno

Non dovete ricordare i valori ma almeno l’esistenza di queste due categorie di esposti. I soggetti in categoria A sono tutelati in modo ancora più aggressivo.Ultimamente si è visto che se andiamo a fare una visita medica un radiologo che è stato assunto da poco e che sta bene non abbiamo una qualità di strumenti diagnostici in grado di evidenziare i soggetti che svilupperanno da lì a qualche anno una malattia neoplastica, allora per tutelarne efficacemente la salute sarebbe opportuno che questi lavoratori intraprendessero nel corso della vita lavorativa, a parte le visite di controllo che vengono fatte ogni 6 mesi o ogni anno, anche degli screening specifici su tumori che frequentemente sono associati a radiazioni. Ad esempio se un radiologo inizia la sua attività lavorativa è inutile che io gli faccia fare la spirometria, ma è molto più utile un esame ematologico: quindi andare a cercare proprio linee guida specifiche per possibilità specifiche di sviluppo del tumore. Quindi si cerca di evitare una sorveglianza sanitaria “ministeriale”, fatta di bolli e di timbri, ma si cercano con un certo approfondimento diagnostico quegli aspetti più peculiari collegati alle radiazioni ionizzanti. Ad esempio: se doveste fare un esame più raffinato della funzionalità tiroidea che gli fate? (<< la scintigrafia!>> Così lo esponete ad altre radiazioni ionizzanti! Quello si fa una scintigrafia da solo al giorno!) Uno dei principi che deve passare è che soprattutto in medicina del lavoro gli esami devono essere il meno invasivi possibile. L’ecografia dà un’idea della morfologia, quindi se è conservata o se ci sono formazioni nodulari. Ma anche il nodulo è un aspetto morfologico che arriva sempre tardi, anche se piccoli sono noduli. La cosa migliore è il dosaggio ormonale: FT3,FT4, TSH , Ab anti tireoglobulina. Tenete presente che invece c’è una grande difficoltà nel verificare l’attività riproduttiva. E’ ovvio che se assumiamo un atteggiamento passivo dovremo aspettarci un numero aumentato di mutazioni, ma andare a monitorare l’aumento di mutazioni magari tramite il numero di aborti nel personale della radiologia è un aspetto un pochino tardivo..è chiaro che se andiamo a monitorare l’abortività

Page 7: MEDICINA DEL LAVORO - Siti Personali | Libero …digilander.libero.it/sbobinrete/Igiene_21_01_2004.doc · Web viewQuesta diapositiva è per farvi vedere come dal punto di vista tecnologico

abbiamo perso, teoricamente bisogna fare in modo che la struttura sia dal punto di vista ambientale sicuramente tutelata, quindi con bassi livelli espositivi, e poi anche qui nella tutela dei lavoratori è meglio avere un atteggiamento preventivo: sarebbe opportuno che persone che hanno sentore di gravidanza escano rapidamente da quel tipo di reparto o comunque siano impiegate all’interno del reparto in zone dove non ci sia l’esposizione…però è una cosa che deve essere fatta a priori…una volta veniva fatto solo il controllo dell’abortività…Questo è quello che deve fare l’esperto qualificato: niente altro che valutare l’ambiente di lavoro, quindi: verificare la presenza delle radiazioni ionizzanti nel reparto, classificare il personale secondo le categorie che abbiamo detto, leggere i dosimetri dei soggetti…sulla dosimetria c’è una battaglia perché anche il personale tante volte non si fida dell’esperto qualificato in qualche modo deputato dal datore di lavoro a tutelarne la salute, e allora prende il dosimetro, lo mette sotto la fonte radiante, lo fa cuocere e glielo dà…lo dice con la nonchalanche di chi lo vede fare ogni giorno… oppure lavora senza dosimetro.

Principi importanti: informarsi sul tipo di radiazione, limitare l’esposizione al minimo, seguire le istruzioni dell’esperto qualificato, comunicare al medico deputato alla sorveglianza sanitaria dei lavoratori esposti qualunque cambiamento, in particolare lo stato di gravidanza.

Questa diapositiva è per farvi vedere come dal punto di vista tecnologico siano migliorate moltissimo le apparecchiature sia per quanto riguarda la qualità delle immagini ma anche per la dose di emissione.

Questa è l’immagine di un fascio prodotto da un apparecchio radiante, dove distinguiamo un fascio primario fra la fonte e il bersaglio, cui normalmente i lavoratori non sono esposti, perché normalmente l’operatore non sta mai fra l’oggetto e la fonte. Le radiazioni che in qualche modo possono interessare l’operatore sono quelle che sfuggono dal fascio,. Qual è un’attività tipica che prevede che il radiologo venga esposto più del normale? Avete mai visto fare le radiografie ai pazienti allettati che non possono essere spostati? Se il paziente ad esempio si muove, ha delle precarietà che richiedono che una persona stia là vicino capita che gli operatori stiano troppo vicini alla fonte, e questa è una delle situazioni in cui eventuali fughe delle radiazioni ionizzanti possono investire l’operatore. Dalla macchina radiante possono sfuggire delle perdite che finché sono minime sono fisiologiche, certe volte in apparecchi non ben conservati può aumentare in modo importante l’intensità delle radiazioni che poi costituiscono la fuga dalla macchina radiogena. Sulla diapositiva distingueva: Radiazione principale-Radiazione diffusa-Perdite

Altro messaggio che serve un po’ a fissare il concetto: un grembiule di gomma piombifera di 25 mm di spessore riduce da 10 a 20 volte la dose assorbita. Quindi l’importanza di utilizzare anche in sala operatoria e non solo in radiologia

Page 8: MEDICINA DEL LAVORO - Siti Personali | Libero …digilander.libero.it/sbobinrete/Igiene_21_01_2004.doc · Web viewQuesta diapositiva è per farvi vedere come dal punto di vista tecnologico

inteventistica quei fastidiosissimi camici piombati. Anche gli occhiali hanno una loro utilità ma vengono usati realmente molto poco.

Questo vi dà un’idea di quanta energia può essere chiamata in gioco quando vengono fatte attività di radiologia tradizionale. Di solito anche quando funziona tutto bene chi sta in radiologia a fare la tradizionale ha comunque la possibilità di essere investito da una quantità di energia: 0,1 microSv è una quantità minima per radiogramma, quindi un lavoratore di categoria A è un soggetto che fa 80 radiografie al giorno. Di solito i carichi di lavoro sono minori ma ci sono situazioni di lavoro ripetitivo in cui si raggiungono numeri così importanti.Nella TC in generale le dosi in gioco per il paziente sono più alte mentre quelle in gioco per il personale sono più basse, anche perché è una metodica di nuova concezione e di solito le strutture sono più curate. Queste sono situazioni in cui vengono utilizzate apparecchiature radiogene: radiologia dentale, radioimmunologia…Questo è quello che dovrebbe essere presente in un laboratorio dove si fa uso di agenti RIA: efficace sistema di ventilazione, dovrebbe esserci una cappa, e il personale dovrebbe abituato ed informato lavorare sotto cappa, il pavimento dovrebbe avere delle caratteristiche di efficace pulizia, perché dovete immaginare lo spandimento delle sostanze radioattive...una volta che si sono disperse dovete andarle a cercare con il contatore Geiger.. ci dovrebbe essere una adeguata strumentazione di monitoraggio delle contaminazioni, un buon deposito di stoccaggio delle scorie…su questo c’è ovviamente una normativa strettissima.Le informazioni più quantitative ve le risparmio perché hanno una valenza troppo specialistica.Queste sono indicazioni che dovrebbero essere fornite al personale a rischio che lavora in questi reparti, si tratta soprattutto di accorgimenti progettuali quindi un reparto ben pensato può tutelare la salute di questi lavoratori: anche qui un buon sistema di ventilazione, dovrebbero essere chiari i percorsi che i pazienti devono fare, non si dovrebbe fare in modo che il paziente che ha preso la dose “si mischi” con altri pazienti o con i familiari, ma deve essere tenuto in condizioni di tutela per tutto il tempo necessario e in questo tempo anche il personale dovrebbe essere tutelato.Le indicazioni che dovrebbero essere presenti anche come cartellonistica:i divieti dovrebbero essere ben evidenti e chiari anche per infermiere magari in gravidanza che vengono da altri reparti. Importante: non si dovrebbe mangiare nell’istituto di radiologia.

PROBLEMATICHE LEGATE ALL’USO DEI VIDEOTERMINALILa prima cosa da tenere presente è che l’attività dei lavoratori esposti a videoterminale è un’attività che interessa milioni di persone, quindi una popolazione

Page 9: MEDICINA DEL LAVORO - Siti Personali | Libero …digilander.libero.it/sbobinrete/Igiene_21_01_2004.doc · Web viewQuesta diapositiva è per farvi vedere come dal punto di vista tecnologico

lavorativa molto rilevante, e vi dico che molto frequente che i pazienti riferiscano problemi per la salute legati all’uso di videoterminali..AIDV sta per apparecchiature informatizzate dotate di video,ed è il nuovo modo per definire tutto ciò che a ha che fare col computer, perché se si definiva solo come computer probabilmente una serie di apparecchi presenti nei luoghi di lavoro non sarebbe rientrata nella categoria.. un lavoratore può lavorare con uno schermo che però non è un computer ma per esempio è il ?? di un server che magari sta in un altro palazzo, quindi invece di definire computer quindi tutto l’apparecchio in toto si usa la sigla AIDV per raccogliere tutte quante le apparecchiature che comunque costringono un soggetto a stare di fronte a uno schermo. Questa è una statistica abbastanza interessante di chi ha a che fare con queste apparecchiature: il 45% degli europei e il 41,9% degli italiani.Qualcuno hai dea di quello che potrebbe essere qualche problema per la salute legato all’utilizzo del computer? La postura è sicuramente una risposta valida,perché se il computer è messo una posizione scomoda lavorarci significa stare otto ore in una posizione scomoda.. In particolare c’è qualche tipo di lavoratore che vi sembra particolarmente “vittima” dell’attività al computer? Ancora una volta…la donna in gravidanza, nella quale stare tanto tempo davanti ad un computer senza muoversi può peggiorare alcune problematiche della gravidanza, soprattutto la stasi dei liquidi e l’edema..Oltre ai computer classici cui siamo abituati a pensare noi esiste un quarto della popolazione che lavora con i notebook,computer piccolini che si possono usare in qualsiasi situazione .Questo significa che il lavoratore al computer non ve lo dovete necessariamente immaginare come un che sta seduto al computer ma può essere anche uno persona che sta magari al bancone di un bar che sta chattare parando di affari o facendo acquisti in borsa. Le postazioni di lavoro sono ormai limitate solo dalla fantasia. Sono circa 13milioni computer utilizzati nei posti di lavoro, ed è un numero rilavante se ripensa che molti non vengono utilizzati da una persona sola.Le cose che di solito vengono fatte da chi lavora al computer sono acquisizione e inserimento dei dati, comunicazioni e interattività, word processing, progettazione e processazione di dati,progettazione, eccetera. C’è una bella differenza fra l’impiegato, che c’ha il fiato sul collo del capoufficio e deve inserire schede con migliaia di numeri e magari il progettista che sta di fronte al computer ed elabora un lavoro qualsiasi,oppure un ingegnere,perché il livello di gratificazione che questi lavoratori hanno è diverso, tant’è che anticipo subito che i lavoratori che esporranno maggiormente i disturbi da lavoro sono quelli che hanno una bassa gratificazione del compito: se andate ad intervistare 100 ingegneri e gli chiedete se hanno problemi al computer questi vi diranno:no! E racconta l’aneddoto dell’ingegnere che lavora 8 ore in ufficio davanti al computer,torna a casa, saluta la moglie, mangia e poi si rimette al computer.. viceversa i lavoratori dei call-center,la figura numericamente più diffusa di lavoratore davanti al computer, hanno un auricolare, parlano con il cliente, ricevono delle domande e danno delle risposte interrogando il computer,queste persone stanno 8 ore davanti al computer con una paga bassissima, prospettive di lavoro zero,e di solito hanno anche un contratto a tempo…quindi

Page 10: MEDICINA DEL LAVORO - Siti Personali | Libero …digilander.libero.it/sbobinrete/Igiene_21_01_2004.doc · Web viewQuesta diapositiva è per farvi vedere come dal punto di vista tecnologico

possiamo definirli i nuovi schiavi…in quel caso il computer diventa causa di un numero infinito di patologie. Negli Stati Uniti ci sono difficoltà a trovare queste persone da “legare” al computer, e si sta pensando in molte aziende ed in alcune si è già fatto di esportare questo problema,come si fa in Italia per le lavorazioni pericolose. Molte aziende americane hanno la sede del call-center in India, dove magari le caratteristiche della popolazione sono ritenute più adatte ad un lavoro così ripetitivo e la manodopera costa pochissimo.Quindi anche l’attività che viene svolta è un elemento caratterizzante l pericolosità della mansione….ne vogliamo parlare invece dei poveracci che passano ore davanti al computer con gli auricolari a trascrivere quello che dice il prof? Esigo una normativa anche per loro!Il videoterminale è definito dalla legge 626 del ’94 come uno schermo alfanumerico o grafico a prescindere dal tipo di procedimento di visualizzazione utilizzata. Le definizioni sono importanti perché questa legge impose che tutti quanti i lavoratori che lavoravano più di 20 ore a settimana al video terminale fossero considerati videoterminalisti e inseriti in programmi di sorveglianza sanitaria, con inoltre una serie di diritti, come la pausa di 15 minuti ogni due ore, una postazione che risponda ad una serie di indicazioni precise…questo comporta un peso anche economico (assumere un medico, avere postazioni perfette) per un’azienda che identifica come videoterminalisti buona parte del suo personale. Quello a cui viene spontaneo pensare è: perché tutta questa attenzione da parte del legislatore per un’attività lavorativa che da un punto di vista medico non è effettivamente “pericolosa”…ed in effetti da medico devo dire che è troppo il peso che gli è stato dato. Inizialmente c’era la forte paura che questo nuovo strumento di lavoro potesse provocare danni alla vista per i soggetti che ne facevano un grande utilizzo. Questo dopo tanti anni di verifiche epidemiologiche si è visto che non è vero, se io sono miope e sto tante ore davanti al videoterminale non è detto che questo porti ad un peggioramento della mia miopia,magari potrà provocare un affaticamento dell’apparato visivo,ma non il peggioramento di un problema refrattivo.(Dicevamo che la legge impone al datore di lavoro di concedere 15 minuti di pausa ogni due ore di lavoro al videoterminalisti, ma già 2 ore di seguito fissi davanti al computer non è che sia una cosa tanto piacevole…soprattutto per persone che hanno patologie o anche stati fisiologici particolari, come la gravidanza,che è uno di quei momenti in cui anche le pause di 15 min ogni due ore sono assolutamente insufficienti.)In questo schema ci sono una serie di fattori che sono legati all’attività al videoterminale,in qualche modo vi fanno vedere come si tratti di un argomento che ha una sua complessità a fronte di un’apparente semplicità.Ci sono problemi legati all’ORGANIZZAZIONE del lavoro, problemi legati al POSTO di lavoro, caratteristiche dell’AMBIENTE FISICO (illuminazione, ventilazione temperatura umidità sono tutte situazioni che possono rendere l’ambiente di lavoro particolarmente ostile ), le CARATTERISTICHE DEL VIDEOTERMINALE, le CARATTERISTICHE DELL’OPERATORE,quindi come

Page 11: MEDICINA DEL LAVORO - Siti Personali | Libero …digilander.libero.it/sbobinrete/Igiene_21_01_2004.doc · Web viewQuesta diapositiva è per farvi vedere come dal punto di vista tecnologico

sta dal punto di vista della salute. Tutto questo può influenzare il rendimento, la soddisfazione,l’affaticamento. Anche se qui rispetto alla cancerogenesi delle radiazioni ionizzanti si tratta di situazioni che apparentemente sono di minor rilievo dal punto di vista clinico, ribadisco che:queste situazioni interessano una moltitudine di lavoratori, spesso sono lavoratori che soffrono questo tipo di attività, e quando un impiegato è costretto a fare un’attività ripetitiva,ha una scarsa gratificazione sul lavoro, ha uno scarso rendimento, è insoddisfatto e si sente anche affaticato, questa problematica se non vengono modificate le condizioni di lavorolo segue per tutta la vita, quindi non dico che è una malattia grave, ma sicuramente una situazione occupazionale che porta a d un peggioramento, a volte anche rilevante, delle condizioni di vita. Questa è quella che dovrebbe essere una postazione ideale: lo schermo è all’altezza degli occhi, il che evita che ci siano “posizioni fisse” della colonna cervicale che se mantenute per molte ore danno dolorabilità riflesse del tratto cervicale, il piano di lavoro deve essere adeguatamente comodo per potervi appoggiare sia la tastiera/portatile che i documenti ed il mouse. A questo proposito qual è la malattia pi frequente legata all’utilizzo improprio del videoterminale ed in particolare del mouse?La scoliosi è più legata al rapporto sedia-tavolo e postura, mentre il tunnel carpale è frequente ed è legato al piano di lavoro scomodo. Il tunnel carpale è frequente in tutte quelle persone che fanno attività ripetitive,ad esempio uno che fa il “parquettista”(quello che vi mette il parquet) e passa metà della sua giornata a battere il parquet con le mani, nell’arco della sua vita avrà una buona probabilità che patologie infiammatorie possano verificarsi a livello del polso. Anche se l’uso del mouse di pesante non ha niente, quando è caratterizzato da un’alta ripetitività può comportare uno stato infiammatorio che se cronicizza può diventare una sindrome del tunnel carpale…questo ovviamente però soltanto nei soggetti che hanno una certa predisposizione. Un altro problema molto importante quello relativo alla circolazione del sangue negli arti inferiori. Se una persona è bassa ed ha i piedi che penzolano dalla sedia…che so l’impiegato di banca che sta sul trespolo ovviamente sta seduto ma con le gambe sospese,ed è una posizione che può essere tenuta per qualche minuto,non per ore. Tenuta per ore può comportare una serie di patologie a carico degli ari inferiori: stasi, edema, varici e via discorrendo.Di solito il medico del lavoro o il tecnico che si occupa di valutare l’ambiente di lavoro va nell’ufficio e comincia a controllare tutte le strutture che devono per legge rispondere a queste caratteristiche.Un aspetto importante è quello del benessere termico,:immaginate che cosa significa stare in un ufficio dove la temperatura o è troppo bassa o è troppo alta…voi direte ma tra i tanti problemi dei lavoratori, ci interessa un aspetto così marginale? Si, ci interessa perché un lavoratore che lavora in condizioni soddisfacenti lavora meglio lui e questo è importante anche nell’ottica della produzione aziendale. E quello del malessere termico può essere una delle situazioni più critiche. Poi probabilmente per rendersene conto meglio bisognerebbe sapere dove sono gli uffici…normalmente si trovano in edifici detti sigillati, che hanno una climatizzazione interna.. questo è un

Page 12: MEDICINA DEL LAVORO - Siti Personali | Libero …digilander.libero.it/sbobinrete/Igiene_21_01_2004.doc · Web viewQuesta diapositiva è per farvi vedere come dal punto di vista tecnologico

edificio sigillato,se vogliamo aprire la finestra non possiamo, la temperatura e il numero di ricambi dell’aria vengono decisi dall’impianto di condizionamento, e se l’aula fosse piena oppure vuota come in questo momento ci sarebbero delle differenze termiche sostanziali. Certo è che se qui fa freddo o se fa caldo voi vi alzate e ve ne andate,oppure accendiamo il riscaldamento, però il lavoratore non è che può alzarsi e andarsene, magari può dire voglio aumentare la temperatura ma magari gli altri 25 colleghi nella stessa stanza non vogliono. Quindi i parametri della temperatura devono rispondere a caratteristiche comunemente accettate altrimenti sono una fonte di disagio.Anche il rumore può essere una fonte di disagio, ovviamente in un ufficio il rumore non raggiunge livelli lesivi ma sicuramente raggiunge livelli disturbanti, quindi diminuendo la concentrazione del soggetto può essere una fonte non di malattia ma di disturbo.L’altra informazione che deve passare è che l’ambiente di lavoro deve essere caratterizzato da una buona illuminazione, quindi il computer non è che può stare davanti ad una finestra dove c’è un sole così e costringe il mio occhio ad un accomodamento forzato ma deve stare in quella posizione (laterale) per fare in modo che non ci sia neanche un effetto riflettente sullo schermo. Piccole cose fonti di gravi fastidi, perché nelle tre ore in cui ho il sole sullo schermo sono costretto o a stare in strane posizioni per evitarlo o ad accomodare forzatamente l’occhio che quindi si stanca notevolmente. Esistono delle schede che vengono utilizzate per il controllo della qualità degli ambienti di lavoro. La scienza che si occupa di adattare l’ambiente di lavoro dal punto di vista visivo e anche funzionale è l’ergoftalmologia.

Andiamo direttamente all’aspetto delle patologie vere e proprie.Quelle che dovete ricordare sono i disturbi visivi e una sindrome in particolare che si chiama astenopia, che non viene quasi mai studiata perché è una sindrome a carattere funzionale e non una vera e propria malattia, però è una situazione di disagio che si manifesta durante o dopo lo svolgimento dell’attività lavorativa, ed ha una serie di sintomi che sono i più vari e che poi vedremo.Altri disturbi sono la cataratta (discorso legato più ad una paura passata, si pensava che lo schermo e specialmente il tubo catodico fossero fonte di radiazioni ionizzanti, ed è vero, però se si va a vedere queste radiazioni sono attive per qualche millimetro dallo schermo,quindi è difficile immaginare un soggetto che sta con gli occhi a pochi millimetri dallo schermo…) La dermatite allergica del volto può essere data dall’attivazione di sostanze normalmente presenti nell’aria in presenza del campo elettromagnetico provocato dallo schermo,in soggetti molto sensibili. Molto più frequente, anche se non legata all’ambiente di lavoro ma all’uso domestico è l’epilessia fotogena, legata allo stimolo che il videoterminale può costituire per quelle forme di epilessia più o meno latenti che possono poi essere slatentizzate .

Page 13: MEDICINA DEL LAVORO - Siti Personali | Libero …digilander.libero.it/sbobinrete/Igiene_21_01_2004.doc · Web viewQuesta diapositiva è per farvi vedere come dal punto di vista tecnologico

I rischi per la salute riproduttiva sono stati ampliamente ridotti come importanza perché ovviamente sono state prese delle cautele maggiori…il discorso della donna in gravidanza, la cui tutela nell’ambiente di lavoro è oggi garantita

Questa ve la dovete ricordare. Definizione di astenopia: sindrome causata da noxae occupazionali in grado di concorrere a determinare anche in rapporto alle caratteristiche oftalmologiche dell’operatore un disagio nella visione. Si manifesta con una serie di segni oculari e visivi ma anche generali.Le cause possono essere le più diverse ma di solito è legata o una cattiva postazione di lavoro o ad una scarsa soddisfazione nel lavoro. Anche una scarsa umidificazione dell’aria può concorrere. E’molto più frequente nelle donne che negli uomini. Questi sono i sintomi non oculari :ansia,cefalea, prurito, rigidità del tratto cervicale, nausea,dispepsia, vertigine…c’è di tutto, e alcuni lavoratori, non mentendo, riferiscono questo dopo una giornata di lavoro. Alcuni sono fisiologici da stanchezza, ma spesso vanno oltre. Sintomi oculovisivi:bruciore, secchezza, difficoltà nell’accomodazione…ovviamente sono fastidi che possono anche essere collegati ad un correzione sbagliata.Quello che va visto è quante volte accade,se iniziano a essere due o tre volte a settimana non è più trascurabile, più di tre volte a settimana è sicuramente necessario fare qualcosa anche da un punto di vista medico.

Altra categoria di disturbi: quelli muscoloscheletrici. Tenete presente che lo stare seduti per molto tempo è sicuramente un fattore che contribuisce a slatentizzare i disturbi dolorosi legati all’ernia del disco.

Un altro capitolo che va ricordato quello dello stress occupazionale, causa di disagio e a volte anche di malattia, quindi il carico di lavoro superiore, la mancanza di riconoscimento, l’isolamento dei colleghi, fattori ambientali (rumore, aria secca irrespirabile).Durante l’attività lavorativa ripetitiva possono slatentizzarsi delle le malattie psichiatriche: crisi di panico, per esempio. Quindi a fronte di una banalità del compito, tipo rispondere al telefono e dare delle informazioni, può esserci una grossa pressione psicologica. Sempre rifacendoci all’immagine del call-center, in un’unica stanza sono raccolti 25,30,50 e addirittura 150 persone, e in uno schermo della sala ci sono i tempi di risposta:tutte le persone vengono controllate per il tempo che impiegano a rispondere, e quando il tempo di risposta cresce c’è un controllore che ha un certo potere e che viene lì e dice: guarda hai un tempo di risposta 5, devi scendere a 4…ed è un ordine di lavoro: il capoufficio viene lì e ti sanziona davanti a tutti…quindi questo può essere fonte di una grande ansia anche a fronte di un compito banale.

Volendo riassumere le cose che ci interessano di più sono: problemi visivi legati ad una cattiva correzione della vista, problemi visivi di tipo ambientale quindi astenopia, problemi legati alla postura, all’affaticamento fisico, all’affaticamento mentale,

Page 14: MEDICINA DEL LAVORO - Siti Personali | Libero …digilander.libero.it/sbobinrete/Igiene_21_01_2004.doc · Web viewQuesta diapositiva è per farvi vedere come dal punto di vista tecnologico

condizioni ergonomiche e quelle di igiene ambientale intese come caratteristiche microclimatiche.

La lezione è finita..e mi sono resa conto in questo momento di avere mal di collo, mal di schiena, fastidio agli occhi, le gambe che penzolano, un po’ di freddo, il sole in faccia, il fiato sul collo dei controllori sbobinatori, e non mi sento molto gratificata…mi scuso per il ritardo ma se volete vi elenco anche i problemi del mio computer…il mouse non clicca, la tastiera non digita, la stampante non stampa e la scatola fa un rumore da reattore nucleare.Buono studio! gio