Medicina del lavoro per le professioni sanitarie - epc.it · Manuale per gli studenti dei corsi di...

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Angelo Sacco Matteo Ciavarella Giuseppe De Lorenzo Medicina del lavoro per le professioni sanitarie Manuale per gli studenti dei corsi di laurea in: infermieristica, ostetricia, fisioterapia, tecniche di laboratorio biomedico, tecniche di radiologia medica, ecc.

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Angelo SaccoMatteo Ciavarella

Giuseppe De Lorenzo

Medicina del lavoroper le professioni

sanitarieManuale per gli studenti dei corsi di laurea in:

infermieristica, ostetricia, fisioterapia, tecniche di laboratorio biomedico, tecniche di radiologia medica, ecc.

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INDICE GENERALE

INDICE GENERALE

Prefazione ...............................................................................9

Nota degli autori.................................................................. 11

CAPITOLO 1 LAVORO E SALUTE 13

1.1 Definizione di lavoro ..................................................13

1.2 Le prime testimonianze ..............................................13

1.3 Bernardino Ramazzini e la nascita della Medicina del Lavoro .........................................14

1.4 La nascita del capitalismo ..........................................14

1.5 La risposta istituzionale e scientifica ........................15

1.6 Obiettivi della Medicina del Lavoro ....................................................................19

1.7 Fondamenti della Medicina del Lavoro ....................................................................22

1.8 Test di autovalutazione (Lavoro e salute) ...............26

CAPITOLO 2 TUTELA PREVENTIVA E ASSICURATIVA: ASPETTI NORMATIVI 29

2.1 Introduzione ................................................................29

2.2 Norme di carattere generale ......................................29

2.3 Norme specifiche ........................................................31

2.4 Sistema istituzionale di vigilanza sull’applicazione delle norme ...................................46

2.5 Test di autovalutazione (Tutela preventiva e assicurativa …) .......................50

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MEDICINA DEL LAVORO PER LE PROFESSIONI SANITARIE

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CAPITOLO 3 RISCHI PROFESSIONALI 53

3.1 Introduzione ................................................................ 533.2 Agente .......................................................................... 533.3 Pericolo (Hazard) ........................................................ 533.4 Rischio (Risk) ............................................................... 543.5 Effetto biologico o danno ........................................... 583.6 L’analisi del rischio ..................................................... 583.7 Obiettivi dell’analisi e della gestione

del rischio ..................................................................... 633.8 L’analisi del fenomeno infortunistico

e tecnopatico ................................................................ 643.9 Test di autovalutazione (Rischi professionali) ....... 68

CAPITOLO 4 LE MALATTIE PROFESSIONALI 71

4.1 Definizione e nosografia ............................................ 714.2 L’accertamento della malattia professionale .......... 804.3 Test di autovalutazione

(Le malattie professionali) ......................................... 83

CAPITOLO 5 MONITORAGGIO AMBIENTALE E BIOLOGICO 85

5.1 Introduzione ................................................................ 855.2 Il monitoraggio ambientale ....................................... 855.3 Monitoraggio biologico ............................................. 885.4 Scheda per l’autovalutazione

(Monitoraggio ambientale e biologico) ................... 91

CAPITOLO 6 LA SORVEGLIANZA SANITARIA 93

6.1 Introduzione ................................................................ 936.2 Visita medica preventiva ........................................... 946.3 Visita medica periodica ............................................. 946.4 Visita medica “su richiesta del lavoratore” ............ 94

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INDICE GENERALE

6.5 Visita medica a seguito di assenza dal lavoro per malattia ...............................................95

6.6 Visita medica “all’atto della cessazione dell’esposizione” e “all’atto della cessazione del rapporto di lavoro” ..............................................95

6.7 Accertamenti specialistici ..........................................95

6.8 Giudizio d’idoneità .....................................................97

6.9 La cartella sanitaria e di rischio ................................97

6.10 Scheda per l’autovalutazione (La sorveglianza sanitaria) .......................................100

CAPITOLO 7 IL PRIMO SOCCORSO IN AZIENDA 103

7.1 Introduzione ..............................................................103

7.2 Obblighi del datore di lavoro ..................................103

7.3 Argomenti di primo soccorso negli ambienti di lavoro .....................................................................107

7.4 Scheda per l’autovalutazione (Il primo soccorso in azienda) .................................126

CAPITOLO 8 I RISCHI PER LA SALUTE DEGLI OPERATORI SANITARI 129

8.1 Introduzione ..............................................................129

8.2 Infortuni e malattie professionali ...........................130

8.3 Rischi fisici .................................................................134

8.4 Rischi biologici ..........................................................135

8.5 Rischi psicosociali .....................................................146

8.6 Altri rischi ..................................................................151

8.7 Rischi in ambito veterinario ....................................153

8.8 Gestione degli infortuni a rischio biologico .....................................................161

8.9 Scheda per l’autovalutazione (I rischi professionali degli operatori sanitari) .....165

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MEDICINA DEL LAVORO PER LE PROFESSIONI SANITARIE

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CAPITOLO 9 ELEMENTI DI RADIOPROTEZIONE 167

9.1 Introduzione .............................................................. 167

9.2 La normativa di radioprotezione ........................... 167

9.3 Strumenti operativi della radioprotezione ........... 169

9.4 Scheda per l’autovalutazione (Elementi di radioprotezione) ................................. 177

CAPITOLO 10 GLI OPERATORI DI MEDICINA DEL LAVORO 179

10.1 Introduzione .............................................................. 179

10.2 L’infermiere del lavoro ............................................ 179

10.3 Il Tecnico della Prevenzione nell’Ambiente e nei Luoghi di Lavoro (TdP) .................................. 182

CAPITOLO 11 BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE 185

CAPITOLO 12 RIFERIMENTI NORMATIVI 187

APPENDICE 1 LA PROFILASSI VACCINALE 189

A.1 Aspetti generali ........................................................ 189

A.2 Le vaccinazioni obbligatorie ................................... 190

A.3 Brevi cenni su alcune vaccinazioni ........................ 194

APPENDICE 2 ORGANISMI CHE SI OCCUPANO DI PREVENZIONE E SICUREZZA SUL LAVORO 197

B.1 Enti nazionali ............................................................ 197

B.2 Enti internazionali .................................................... 198

B.3 Le società scientifiche e professionali nazionali e internazionali ........................................ 200

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INDICE GENERALE

APPENDICE 3 APPROFONDIRE LA MEDICINA DEL LAVORO 201

Manuali ................................................................................201

Manuali operativi ...............................................................201

Riviste scientifiche ..............................................................201

Linee guida della Società Italiana di Medicina del Lavoro e Igiene Industriale (SIMLII).........................202

APPENDICE 4 GLOSSARIO 203

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PREFAZIONE

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Prefazione

Il materiale didattico presentato nel volume origina dalle dispense dame preparate diversi anni fa (aggiornate nel corso del tempo) per la forma-zione degli infermieri, dei tecnici della prevenzione, dei fisioterapisti e deitecnici di radiologia per immagini e radioterapia nell’ambito dei Corsi diLaurea di primo livello e dei Master di Coordinamento delle citate profes-sioni sanitarie presso le sedi delle ASL di Frosinone e Roma D delle Uni-versità di Roma “Tor Vergata” e “La Sapienza”. Parte di detto materiale hoaltresì utilizzato nell’ambito del Corso di “Programmazione di interventidi prevenzione negli ambienti di lavoro” per gli specialisti in formazionedella Scuola di Specializzazione di Igiene e Medicina Preventiva dell’Uni-versità di Roma “Tor Vergata” nel periodo 2003-2008.

Grazie alla esperienza maturata in anni di formazione sulla medicinadel lavoro dagli amici e colleghi Matteo Ciavarella e Giuseppe De Lorenzoin analoghi corsi di laurea, il materiale originario a suo tempo elaboratosotto forma di dispense, è stato sottoposto ad attenta revisione critica, ag-giornato e integrato per poter fornire allo studente uno strumento utile allapreparazione dell’esame di medicina del lavoro.

L’opera, pur nella rigorosa trattazione sistematica degli argomenti,vuole avere un approccio pratico, enfatizzando gli aspetti di attualità delladisciplina e, per quanto sia destinato precipuamente alla preparazione uni-versitaria degli studenti dei Corsi di Laurea delle professioni sanitarie, sipresta anche alla consultazione di tutti quei professionisti già in attività de-siderosi di rinverdire le proprie conoscenze acquisite nel corso degli studiuniversitari.

Angelo Sacco

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NOTA DEGLI AUTORI

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Nota degli autori

Ormai da molti anni l’insegnamento della medicina del lavoro è statoinserito all’interno dei Corsi di Laurea delle professioni sanitarie.

Il volume vede la luce tenendo conto degli indirizzi scientifici più avan-zati, completo degli innovativi contenuti in tema di tutela e promozionedella salute negli ambienti di lavoro maturati negli ultimi decenni e in granparte recepiti dal legislatore con la emanazione del T.U. 81/2008 e s.m.i.

Al termine di ogni capitolo vengono presentati, oltre alla sintesi diquanto trattato, una serie di quesiti con l’obiettivo di permettere al discentedi ripercorrere sinteticamente il percorso formativo, di fissare gli argomen-ti più importanti e di chiarire eventuali dubbi.

Segue, al termine del volume, un’ampia rassegna bibliografica sulle te-matiche trattate per gli eventuali approfondimenti della medicina del lavo-ro, una ricca rassegna normativa e un elenco con una breve descrizionedegli Enti nazionali e internazionali che si occupano di prevenzione dei ri-schi professionali.

Chiude il volume un glossario che riporta, in ordine alfabetico, i princi-pali concetti trattati nel volume per una rapida consultazione.

Gli Autori

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LAVORO E SALUTE

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1 Lavoro e salute

1.1 Definizione di lavoro

Il lavoro, impiego di energie fisiche e psichiche per la produzione di benio servizi, necessari od utili alla collettività, può influenzare positivamenteo negativamente chi lo compie.

Un lavoro gradito e soddisfacente è fonte di gratificazione per l’uomo; unlavoro poco gradito o che si svolga in condizioni ambientali od organizza-tive precarie può incidere negativamente sulla condizione psicofisica dellavoratore fino a comprometterne lo stato di salute e può essere causadiretta o indiretta di infortuni o di malattie.

1.2 Le prime testimonianze

L’osservazione che l’esercizio di determinati lavori può essere causa dimalattia si perde nella notte dei tempi.

Nell’antichità classica Ippocrate, Galeno, Plinio segnalavano forme mor-bose che si manifestavano con particolare frequenza in determinate catego-rie di artigiani.

Tito Lucrezio Caro nel «De rerum natura» (VI, 806-815) ha tracciato unquadro drammatico delle condizioni di lavoro degli schiavi nelle miniere.

Nei secoli successivi Georgius Agricola, con l’opera «De re metallica» eParacelso hanno trattato dei vari aspetti del lavoro dei minatori e dei fon-ditori di metalli nonché degli effetti dannosi sull’organismo di alcunimetalli come il mercurio.

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MEDICINA DEL LAVORO PER LE PROFESSIONI SANITARIE

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1.3 Bernardino Ramazzini e la nascita della Medicina del Lavoro

Il primo grande trattato che illustra le malattie pro-fessionali lo si deve a Bernardino Ramazzini da Car-pi (1633-1714), professore di Medicina pressol’Università di Padova, che svolse per primo studisistematici sulle malattie da lavoro in molte catego-rie degli artigiani della sua epoca. Spetta al Ramaz-zini il merito di avere per primo intuito l’originelavorativa di alcune malattie e pertanto di avereindagato sui rapporti esistenti tra varie attività lavo-rative ed insorgenza di malattie. Nel 1700 Ramazzi-ni pubblica a Modena il De Morbis artificum diatriba,la prima opera nella quale vengono illustrate organi-camente le malattie dei lavoratori.

In questo trattato Ramazzini non solo descrive la singola malattia causatadallo svolgimento del mestiere, ma suggerisce, per primo, la necessità di intro-durre l’anamnesi lavorativa nell’approccio al paziente. Il Ramazzini, pertanto,deve essere considerato il padre della Medicina del Lavoro, in quanto hadescritto i sintomi e i segni di alcune malattie professionali tentando - attraver-so l’osservazione sistematica dell’uomo al lavoro - di spiegarne le possibilicause, anche al fine di suggerire gli opportuni rimedi preventivi e terapeutici.

1.4 La nascita del capitalismo

La rivoluzione industriale

Il lavoro fino alla seconda metà del XVIII secolo si è svolto in attività agri-cole o zootecniche ed in forma artigianale. A partire dalla comparsa in GranBretagna della macchina a vapore e del telaio meccanico si ha nei paesidell’Europa nord-occidentale e negli Stati Uniti un profondo rivolgimentodel mondo del lavoro, comunemente indicato come “rivoluzione industria-le”, che si caratterizza per le numerose e straordinarie scoperte tecnologiche,per la poderosa progressiva accelerazione della produzione e dello scambiodelle merci, ma anche per il drammatico sfruttamento operaio, reso possibiledall’assenza di norme a protezione della salute dei lavoratori.

Gli aspetti più importanti della rivoluzione industriale, nel periodo com-

Fig. 1.1 - Bernardino Ramazzini da Carpi

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LAVORO E SALUTE

preso tra la seconda metà del Seicento e la fine dell’Ottocento, che caratte-rizzeranno fin dal nascere il capitalismo rispetto al precedente periodo,sono l’automazione, la parcellizzazione e la razionalizzazione della produ-zione. Anche la ricerca scientifica assume un significativo potenziamento,registrando la nascita della psicotecnica industriale (1880) in ossequio alleteorie di Taylor, con la somministrazione di test attitudinali ai lavoratori pervalutarne l’adattabilità alla macchina e ai cicli produttivi.

L’esplosione della questione sociale

All’avvio della rivoluzione industriale le spaventose condizioni igieni-che delle fabbriche (con orari di lavoro di 14-18 ore al giorno, assurdamenteprolungati al di là di ogni limite di sopportabilità dall’organismo umano,impiego indiscriminato di mano d’opera femminile, di ragazzi e anche difanciulli) determinano in breve tempo la comparsa di gravissime conse-guenze sia sul piano sanitario sia su quello sociale.

Ad esempio, in tutta l’Inghilterra gli inizi del XIX secolo sono caratteriz-zati da tumultuosi processi di ristrutturazione della società, il più rilevantedei quali è l’urbanizzazione non pianificata. In breve tempo le campagnesi spopolano e milioni di persone si riversano nelle città, che si trasformanoin orrendi luoghi di miseria e di degrado, dove la vita è impossibile.

Queste condizioni lavorative e sociali inducono la nascita di un movimentooperaio molto ampio e ben organizzato e l’avvio di lotte per l’introduzione diuna legislazione di tutela e di protezione in tutti i paesi capitalistici.

1.5 La risposta istituzionale e scientifica

La risposta istituzionale

La Germania è stata la nazione capofila per questo genere di risposta,seguita, a partire dalla fine del 1800 e all’inizio del 1900, dagli altri paesicapitalistici, Regno d’Italia compreso. La risposta istituzionale tedesca hasostanzialmente due aspetti: da un lato contrasta le lotte di un movimentooperaio molto ampio e ben organizzato con una politica fortemente repres-siva nei confronti delle organizzazioni operaie, dall’altro punta ad integra-re le masse operaie nel sistema politico-sociale dominante attraversol’introduzione di una legislazione sociale molto avanzata. Pertanto, nel1883 viene istituita l’assicurazione obbligatoria contro le malattie, attraver-so la costituzione di casse sociali alimentate per due terzi dagli operai e perun terzo dagli imprenditori (coloro che non risultano iscritti a nessuna cas-

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MEDICINA DEL LAVORO PER LE PROFESSIONI SANITARIE

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sa vengono iscritti d’ufficio all’Assicurazione Comunale); nel 1885 il parla-mento tedesco approva una legge che istituisce un’assicurazione contro gliinfortuni sul lavoro, completamente a carico dei datori di lavoro.

Avvio nel Regno d’Italia della legislazione di tutela previdenziale

Le nuove conoscenze in patologia del lavoro e la risposta istituzionaledei paesi capitalistici più avanzati determinano in Italia, a partire dal 1898,la creazione di una legislazione di tutela del lavoratore mediante le assicu-razioni obbligatorie contro gli infortuni e le malattie professionali; nelnostro Paese i provvedimenti legislativi si sono così susseguiti nel tempo:

● nel 1898: provvedimenti contro gli infortuni in industria (1);

● nel 1917: provvedimenti contro gli infortuni in agricoltura (2);

● nel 1929: prima legge emanata nel nostro Paese per la tutela “assicurati-va” contro le malattie professionali nell’industria (3);

● nel 1933: la gestione delle assicurazioni obbligatorie contro gli infortunie le malattie professionali viene affidata all’Istituto Nazionale per l’As-sicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro (I.N.A.I.L.).

Le assicurazioni obbligatorie, per loro stessa natura, hanno il limite di esse-re strumenti che entrano in azione solo quando si è già verificato un eventoavverso (infortunio, malattia professionale), con il risarcimento del lavora-tore per il danno da causa lavorativa subito. La legislazione di tutela assicu-rativa, pertanto, può fornire uno stimolo all’attuazione di misure diprevenzione primaria limitato ed indiretto, in quanto, come tutte le assicu-razioni, innalza il costo del premio assicurativo, ogni qualvolta vienedenunciato un nuovo caso.

Per avviare un’azione di contrasto delle violazioni alle norme di sicurezza edi prevenzione e protezione dei lavoratori si dovrà attendere il 1956, conl’emanazione di norme vincolanti il datore di lavoro in tema di lotta contro gliinfortuni e contro i vari aspetti della nocività negli ambienti di lavoro.

1. La prima legge che introdusse l’obbligo dell’assicurazione nell’industria è la L. 17/3/1898.2. La L. 23/5/1917 n. 1450 estese l’obbligatorietà dell’assicurazione all’agricoltura.3. È il R.D. 13/5/1929 n. 928 che ha introdotto un Sistema basato su una Tabella con un nu-mero di sei voci: intossicazione da piombo, mercurio, fosforo bianco e giallo, solfuro di car-bonio, benzolo e omologhi e anchilostomiasi.

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LAVORO E SALUTE

La risposta scientifica

Le prime ricerche sulle malattie professionaliSe dopo la fondamentale testimonianza di Bernardino Ramazzini nella

fase iniziale della rivoluzione industriale lo studio delle malattie dei lavo-ratori subisce una battuta d’arresto, alla fine del 1800 il progresso delleconoscenze mediche consente di mettere in luce i gravi pericoli per la salu-te insiti in molte lavorazioni industriali.

Ebbero molto risalto nel mondo accademico dell’epoca le ricerche ese-guite alla fine del 1800 ed all’inizio del 1900 sull’anchilostomiasi (4) dei mina-tori del traforo del Gottardo, sul fosforismo nelle fabbriche di fiammiferi, sulsaturnismo (5) dei fonditori di piombo e dei tipografi, sulla silicosi (6) dei mina-tori d’oro del Sud Africa ecc.

La nascita della Medicina del Lavoro

La Medicina del Lavoro è una disciplina sanitaria che tutela la salute deilavoratori nei luoghi di lavoro con l’obiettivo della promozione del più altolivello di benessere fisico, mentale e sociale nonché dello sviluppo dellacoscienza di salute dei lavoratori secondo i principi dettati dall’Organizza-zione Mondiale della Sanità. La Medicina del Lavoro ha come suo compitola promozione e la conservazione del completo benessere fisico e psichicodei lavoratori; per questo l’ambito in cui si muove questa disciplina è lamedicina preventiva.

4. Anchilostomiasi: malattia parassitaria, detta anche anemia dei minatori del San Gottardo,colpisce anche mattonai ed ortolani ed è dovuta all’infestazione da parte dell’anchilostomaduodenale; in Italia l’Anchilostomiasi è riconosciuta come malattia professionale.5. Saturnismo (o intossicazione da piombo): può manifestarsi in forma acuta o cronica congravi sintomi che coinvolgono il sistema emopoietico (anemia), cardiovascolare (ipertensionearteriosa), renale (insufficienza renale cronica), gastroenterico (colica saturnina) ecc..6. Silicosi: pneumoconiosi causata dalla inalazione di polvere contenente silice che deter-mina fibrosi polmonare e conseguente insufficienza respiratoria.

Per medicina preventiva si intende quell'area della medicina in cui si applicano agliindividui le tecniche e le conoscenze delle scienze mediche, sociali e del comporta-mento, per prevenire le malattie, e, quando non abbia potuto evitarne la comparsa,cercando di impedirne la progressione e di attenuare i danni che ne risultano.L'intervento preventivo comprende tre livelli:❑ primario: radicale eliminazione dei fattori di rischio❑ secondario: diagnosi precoce❑ terziario: prevenzione delle complicanze e della progressione della patolo-

gia, terapia e riabilitazione.

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MEDICINA DEL LAVORO PER LE PROFESSIONI SANITARIE

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Se le radici di questa disciplina medica risalgono ai primi studi di fine otto-cento sull’anchilostomiasi e sulle altre malattie dei lavoratori (fosforismo, satur-nismo, silicosi), le fondamenta sono state posate a partire dal giugno del 1906,quando a Milano si tiene il primo Congresso Internazionale sulle Malattiedel Lavoro (7); in tale occasione viene costituita la Commissione Internaziona-le Permanente per la Medicina del Lavoro - attualmente denominata Inter-national Commission on Occupational Health (ICOH). Un altro eventofondante per questa disciplina è stato il primo Congresso di Medicina delLavoro dal titolo “I° Congresso Nazionale per le Malattie del Lavoro (Malat-tie professionali)”, che si tenne a Palermo nel 1907 con la successiva nascitadella Società Italiana di Medicina del Lavoro (SIML), società scientifica tut-tora attiva con la denominazione di Società Italiana di Medicina del Lavoroed Igiene Industriale (SIMLII).

L’istituzione della Clinica del Lavoro di Milano

Nel 1902 viene istituita a Milano, ad opera del Comune, la prima Clinica delLavoro. Gli scopi della Clinica (8) sono riportati nel documento approvato dalConsiglio Comunale di Milano il 20 novembre 1902, attualmente custoditoproprio a Milano, nell’atrio dell’Aula Magna della Clinica del Lavoro.

Nel 1908, Luigi Devoto, è chiamato a ricoprire, proprio presso la Clinica delLavoro di Milano, la titolarità del primo insegnamento universitario di Medi-

7. La data fu scelta per celebrare l’apertura del traforo del Sempione la cui costruzione, no-nostante l’utilizzo di tecniche innovative rispetto a quelle impiegate per la realizzazione deltraforo del S. Gottardo avvenuta vent’anni prima, aveva richiesto un elevato sacrificio di viteumane, con 106 morti per infortuni e malattie.8. Inaugurata nel 1910, la Clinica del Lavoro di Milano rappresenta il primo istituto scienti-fico al mondo avente come propria finalità lo studio delle patologie professionali.

LA NASCITA DELLA CLINICA DEL LAVORO DI MILANO

Scopi della clinicaStudiare scientificamente le cause delle malattie professionali, diffonderne la cono-scenza clinica tra i medici, ospitare a scopo diagnostico e terapeutico i lavoratorisospetti, iniziati ed inoltrati nelle malattie professionali, controllare periodicamentelo stato di salute degli operai addetti alle industrie in genere e ai lavori insalubri inmodo speciale.

Il SindacoG. MUSSI

Nella seduta del 20 novembre 1902 del Consiglio Comunale di Milano

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LAVORO E SALUTE

cina del Lavoro. Nel periodo in cui ha diretto la Clinica del Lavoro (1910-1935),Luigi Devoto ha promosso attività di ricerca scientifica, con importanti studisulla fatica, sull’alimentazione, sull’azione delle polveri minerali nelle malattiepolmonari, sul saturnismo, sulla pellagra e sulla tubercolosi.

Da allora si è assistito ad una continua evoluzione della Medicina del Lavoroverso un indirizzo sempre più orientato alla prevenzione, adattando questadisciplina ai mutamenti dei sistemi di produzione e del mercato del lavoro,ottenendo, seppure con grande difficoltà, importanti risultati almeno nel cam-po della prevenzione degli infortuni e delle malattie professionali.

1.6 Obiettivi della Medicina del Lavoro

La Commissione congiunta International Labour Organization (ILO) /World Health Organization (WHO) ha aggiornato nel 1995 gli obiettivi del-la Medicina del Lavoro già definiti dall’ILO nel 1950: “Scopi primari dellaMedicina del Lavoro sono la promozione e il mantenimento del più elevato gradodi benessere fisico, mentale e sociale dei lavoratori in tutte le attività: la prevenzio-ne delle alterazioni della salute provocate dalle condizioni di lavoro; la tutela deilavoratori sul luogo di lavoro dai pericoli per la salute; la collocazione ed il mante-nimento dei lavoratori in un ambiente di lavoro idoneo alle loro capacità fisiologi-che e psicologiche ed in definitiva l’adattamento del lavoro all’uomo e dell’uomoalla sua mansione”. Secondo la Commissione “Tre sono gli obiettivi principalidella medicina del lavoro: (i) il mantenimento e la promozione della salute e dellacapacità lavorativa; (ii) il miglioramento dell’ambiente di lavoro e del lavoro stessoper renderli compatibili ad esigenze di sicurezza e di salute; (iii) lo sviluppo di unaorganizzazione e di una cultura del lavoro che vada nella direzione della salute edella sicurezza, creando nello stesso tempo un clima positivo e non conflittuale etale da poter migliorare la produttività delle imprese. Il concetto di cultura dellavoro va inteso in questo contesto come una riflessione sui sistemi di valori essen-ziali adottati dalle imprese in causa. Tale cultura si traduce nella pratica nei siste-mi di gestione, nella politica del personale, in una maggiore partecipazione deilavoratori, nelle politiche di formazione e nella gestione di qualità delle imprese”.

Prevenzione e Promozione della salute

Rispetto agli inizi, negli anni si è registrato un progressivo spostamentodell’obiettivo della medicina del lavoro dal campo diagnostico-terapeuticoa quello preventivo ed, infine, a quello di promozione della salute.

Infatti, aderendo agli obiettivi della Commissione congiunta ILO/WHO,la definizione riportata nel Codice Internazionale di Etica per gli Operatori

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MEDICINA DEL LAVORO PER LE PROFESSIONI SANITARIE

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di Medicina del Lavoro (2002) afferma che “obiettivo della medicina del lavoroè quello di proteggere e promuovere la salute dei lavoratori, sostenere ed incremen-tare le loro capacità lavorative, contribuendo a istituire e a mantenere un ambientedi lavoro salubre e sicuro per tutti, promuovendo altresì l’adattamento del lavoroalle capacità dei lavoratori, tenendo in dovuto conto il loro stato di salute”.

In quanto disciplina preventiva, la Medicina del Lavoro ha, dunque, lafinalità di perseguire il benessere fisico e psichico dei lavoratori attraversouna metodologia complessa ed articolata che si estrinseca a diversi livelli(preventivo, diagnostico, terapeutico e riabilitativo) (Tabella 1.1).

La disciplina si situa attualmente nell’ambito delle scienze mediche dellaprevenzione ed utilizza in modo del tutto peculiare gli strumenti e gliorientamenti della medicina preventiva attuando:

● la prevenzione dei disturbi e delle malattie professionali e degli infortu-ni sul lavoro, privilegiando interventi alla fonte finalizzati ad eliminareo a contenere i fattori di nocività, mantenendo le condizioni ambientalial più alto livello di salubrità e di sicurezza che la tecnica consente;

● la diagnosi, la terapia e la riabilitazione nei soggetti che abbiano patitoun danno da lavoro.

Tab. 1.1 - Esempi di prevenzione primaria, secondaria e terziaria in Medicina delLavoro

Prevenzione Primaria

● riduzione dei livelli di rumore con interventi alla fonte (es.: utilizzo dimacchinari non rumorosi, installazione di barriere fonoassorbenti ecc.)

● abbattimento delle emissioni di polveri, fumi, gas e vapori con interventialla fonte (es.: aspiratori) o sui soggetti esposti (fornitura di DPI)

● vaccinazioni nelle categorie di lavoratori a rischio● educazione sanitaria (informazione sui rischi e formazione sulle strategie

preventive e protettive)● ….

Prevenzione Secondaria

● sorveglianza sanitaria dei lavoratori esposti a rischio

Prevenzione Terziaria

● allontanamento dall’esposizione al rischio dei soggetti malati● riabilitazione dei malati professionali● prevenzione delle complicanze delle malattie professionali (es.: preven-

zione della tubercolosi nei pazienti con silicosi)● …

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LAVORO E SALUTE

La Medicina del Lavoro, inol-tre, promuove la salute negliambienti di lavoro perseguen-do, in un’ottica ergonomica e dipromozione del benessere psi-cofisico del lavoratore, l’adatta-mento del lavoro all’uomo.

Nel tempo l’affinamento dellemetodiche per la determinazio-ne deg l i inquinant i neg l iambienti di lavoro (monitoraggioambientale) e nei liquidi biologi-ci (sangue, urina, ecc.) degliesposti (monitoraggio biologico),accanto ad un rinnovato e piùsentito interesse per il concettodi salute (intesa non come assen-za di malattia ma come stato di completo benessere fisico, psichico e sociale) han-no accelerato il processo evolutivo degli interessi e degli obiettivi dellaMedicina del Lavoro spostando l’attenzione dalla prevenzione alla promo-zione della salute mediante azioni per il miglioramento delle condizioni disalute dell’individuo (ad es.: campagne antifumo) ed interventisull’ambiente e sull’organizzazione del lavoro (ad es.: eliminazione o ridu-zione dei fattori di nocività chimici, fisici, biologici, organizzativi).

Nella Tabella 1.2 sono esemplificati alcuni interventi di promozione dellasalute negli ambienti di lavoro diretti all’individuo, all’ambiente edall’organizzazione.

Tab. 1.2 - Interventi di promozione della salute negli ambienti di lavoro

INTERVENTI DIRETTI ALL’INDIVIDUO

INTERVENTI DIRETTI ALL’AMBIENTE

INTERVENTI SULL’ORGANIZZAZIONE

● Campagne antifumo● Programmi di educazione alimentare● Programmi di prevenzione del mal

di schiena● Campagne contro l’ipertensione● Campagne per il corretto uso dei far-

maci

● Stima, valutazione egestione dei rischichimici, fisici e bio-logici

● Interventi ergonomici

● Campagne informativesu norme e politiche perla sicurezza

● Campagne di promo-zione di procedure daadottare

Fig. 1.2 - Un esempio di prevenzione primaria: un banco aspirato utilizzato per la captazione alla fonte delle polveri immesse nell’ambiente nel corso della lavorazione

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È evidente che un intervento di promozione della salute negli ambienti dilavoro, per essere efficace, deve poter comprendere tutte e tre le dimensioni;risulta altrettanto importante sottolineare come la scelta di questo o quell’inter-vento dovrà basarsi sui bisogni della popolazione lavorativa oggetto di atten-zione e sull’analisi delle sue caratteristiche sociali, economiche, lavorative.

1.7 Fondamenti della Medicina del Lavoro

La Medicina del Lavoro si fonda su solide basi cliniche e sulla conoscen-za approfondita della tecnologia delle lavorazioni e dei rapporti intercor-renti, sia sul piano fisico che su quello psichico, fra l’uomo e l’ambiente dilavoro nel quale egli opera.

Le aree della Medicina del Lavoro

La Medicina del Lavoro si articola in varie aree, fra loro strettamente col-legate, di cui è indispensabile ricordare le seguenti:

● l'ergonomia, che persegue l’adattamento del lavoro all’uomo nell’otticadi migliorare il funzionamento del sistema uomo – macchina – ambienteattraverso la progettazione di nuovi strumenti, macchine, utensili, siste-mi organizzati (ergonomia di concezione) o la modifica e l’adattamento diquelli già in uso alle capacità e alle condizioni del lavoratore (ergonomiadi correzione);

● la fisiologia del lavoro, che studia gli effetti esercitati dal lavoro muscolaree psichico sulle funzioni di apparati ed organi; la moderna fisiologia dellavoro s’inserisce nel più vasto campo dell’ergonomia del lavoro umano,contribuendo allo studio degli effetti fisici e mentali del lavoro sull’or-ganismo umano ed in particolare delle modificazioni dell’organismoalla fatica;

● l’igiene del lavoro, ha come finalità il controllo dei fattori di nocività negliambienti di lavoro attraverso l’individuazione e la misurazione direttadegli inquinanti chimici, fisici e biologici (parametri microclimatici; illu-minazione; rumore; inquinamento dell’aria da polveri, fumi, gas, vaporiecc.); essa fornisce, pertanto, elementi assai utili per la valutazione deirischi lavorativi e, di conseguenza, per l’impostazione dei programmi dirisanamento degli ambienti di lavoro;

● la tossicologia industriale, che si occupa dello studio del percorso delle so-stanze tossiche nell’organismo (assorbimento, metabolismo ed elimina-

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LAVORO E SALUTE

zione dei tossici); la tossicologia industriale studia nello specifico ilmeccanismo d’azione dei tossici;

● la patologia del lavoro studia gli effetti nocivi delle lavorazioni sulla salutedell’uomo alla luce, anche, degli elementi forniti dalla tossicologia indu-striale; i dati raccolti servono all’identificazione, se possibile in fase pre-clinica, delle patologie da lavoro;

● la psicologia del lavoro ha come obiettivo il benessere psicologico e socialedel lavoratore attraverso lo studio delle reazioni psicologiche del lavo-ratore e delle organizzazioni di fronte al lavoro stesso;

● l’epidemiologia occupazionale studia, attraverso metodi epidemiologici estatistici, le eventuali modificazioni intervenute sul benessere e sullostato di salute di gruppi di lavoratori esposti ai medesimi fattori di ri-schio.

L’ambito operativo della Medicina del Lavoro richiede pertanto unapproccio multidisciplinare ed interdisciplinare ed impiega, oltre medici conuna specifica preparazione, specialisti di altre discipline (fisiologi, psicolo-gi, statistici ed epidemiologi, fisici, chimici ecc.). La multidisciplinarietà e lainterdisciplinarietà nella progettazione degli interventi di prevenzione è

L’ERGONOMIA

Il termine ergonomia (dal greco ergon: lavoro e nomos: legge) fu utilizzato per la pri-ma volta alla fine degli anni quaranta dallo psicologo inglese K.F.H. Murrel per inten-dere “la scienza che si propone di adattare il lavoro all’uomo”. Tale innovazionenacque in evidente opposizione al pensiero prevalente della prima metà del Nove-cento, che, presupponendo l’immutabilità dell’ambiente di lavoro, mirava, invece, adadattare l’uomo alla macchina.L’International Ergonomics Association (IEA) definisce, nel 2003 l’ergonomia come“(…) disciplina scientifica che riguarda lo studio delle interazioni tra l’uomo e gli altrielementi di un sistema, e la professione che applica teoria, principi, dati e metodialla progettazione al fine di ottimizzare il comportamento umano e le prestazioni delsistema nel suo complesso”.Già dalla fondazione della Ergonomics Reasearch Society, che avvenne ad Oxfordnel 1949 ad opera di Murrel, il pensiero ergonomico si caratterizzò per l’interdiscipli-narietà, cioè la convergenza di più discipline come ad esempio la medicina del lavo-ro, la psicologia del lavoro, l’antropometria, la biomeccanica, la fisiologia, latossicologia, la sociologia ecc.Nella sua accezione più moderna l’ergonomia si propone di migliorare il funziona-mento del sistema lavoratore–macchina-ambiente attraverso una fase proget-tuale caratterizzata dalla globalità degli obiettivi, dalla interdisciplinarietà degliinterventi e dalla partecipazione degli utenti.

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oggi indispensabile, considerata la notevole complessità di molte lavora-zioni, la continua trasformazione del lavoro e l’introduzione sul mercato disempre nuovi prodotti industriali.

“Validazione consensuale” e “non delega”

Anche se s’interviene con una metodologia scientifica corretta, l’approc-cio interdisciplinare dei tecnici del lavoro non dà risultati efficaci senza lapartecipazione dei lavoratori e delle loro rappresentanze e senza tener con-to della loro esperienza e delle loro indicazioni.

La consapevolezza dei problemi sanitari connessi con il lavoro da partedelle maestranze e delle loro organizzazioni è uno degli elementi caratte-rizzanti della Medicina del Lavoro: il deterioramento dei processi lavorati-vi in un determinato ambiente (cattive condizioni igieniche, lavoro faticosoper intensità o ritmi eccessivi ecc.) devono esser percepiti in primo luogodai soggetti che direttamente ne subiscono le conseguenze; un gruppo omo-geneo per mansione e rischi lavorativi può raccogliere dati molto significa-tivi per una valutazione realistica della situazione. In altre parole, lasicurezza del lavoro raggiunge i migliori traguardi quando esistono real-mente i requisiti della “non delega” e della “validazione consensuale” ovveroquando i lavoratori non lasciano gli esperti da soli a protezione della lorosalute e richiedono di dar peso alla loro esperienza (non delega) e partecipa-no direttamente alla valutazione dei risultati delle indagini svolte dagliesperti (validazione consensuale).

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Riassunto del capitolo “Lavoro e salute”

La nascita della “medicina del lavoro” si fa risalire al 1700 quando Bernardi-no Ramazzini svolse per primo studi sistematici sulle malattie da lavoro inmolte categorie di artigiani della sua epoca. Nel XIX secolo, a seguito deicambiamenti socio-economici provocati dalla rivoluzione industriale sonostate adottate tutele previdenziali e assicurative sempre più estese a favoredei lavoratori. Questi cambiamenti sono stati accompagnati da un incremen-to delle conoscenze scientifiche sulle malattie lavorative. Un segno tangibiledell’ineresse del mondo scientifico su questo settore della medicina è l’isti-tuzione a Milano, agli inizi del 1900 della Clinica del Lavoro.Gli scopi primari della medicina del lavoro – secondo la definizione congiun-ta dell’ILO e della WHO – sono la promozione ed il mantenimento del più ele-vato grado di benessere fisico, mentale e sociale dei lavoratori in tutte leattività: la prevenzione delle alterazioni della salute provocate dalle condizio-ni di lavoro; la tutela dei lavoratori sul luogo di lavoro da pericoli per la salute;la collocazione ed il mantenimento dei lavoratori in un ambiente di lavoroidoneo alle loro capacità fisiologiche e psicologiche ed in definitiva l’adatta-mento del lavoro all’uomo.La medicina del lavoro si articola in vari settori: l’ergonomia, che perseguel’adattamento del lavoro all’uomo; la fisiologia del lavoro, che studia gli effettiesercitati dal lavoro muscolare e psichico sulle funzioni di apparati ed organi;l’igiene del lavoro, che ha come finalità il controllo dei fattori di nocività negliambienti di lavoro attraverso l’individuazione e la misurazione diretta degliinquinanti chimici, fisici e biologici; la tossicologia industriale, che studia ilpercorso delle sostanze tossiche nell’organismo; la patologia del lavoro, chestudia gli effetti nocivi delle lavorazioni sulla salute dell’uomo; la psicologiadel lavoro, che ha come obiettivo il benessere psicologico e sociale del lavo-ratore e l’epidemiologia occupazionale che studia le modificazioni intervenu-te sul benessere e sullo stato di salute di gruppi di lavoratori esposti aimedesimi fattori di rischio.

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1.8 Test di autovalutazione (Lavoro e salute)

Indicare una sola risposta1) Principali aree nelle quali si articola la medicina del lavoro (scriverne di se-guito almeno 3):

a) ……………….…………….…………...........................................................................

b) ………….………………….…………...........................................................................

c) …….……………………….…………...........................................................................

2) L’ergonomia si propone:

a) di adattare il lavoro all’uomo

b) di adattare l’uomo al lavoro

c) di migliorare il funzionamento del sistema uomo – macchina – ambiente

3) Tra gli interventi di promozione della salute negli ambienti di lavoro:

a) esecuzione di test audiologici agli esposti a rumore

b) campagne di educazione sanitaria contro il fumo di tabacco e l’obesità

c) esecuzione di test di funzionalità respiratoria agli esposti a polveri dannose per l’ap-parato respiratorio (es.: silice)

4) La medicina del lavoro è oggi:

a) disciplina prevalentemente riabilitativa

b) disciplina prevalentemente preventiva

c) disciplina prevalentemente clinico/terapeutica

5) La prevenzione primaria consiste:

a) nella cura delle malattie

b) nella riabilitazione del paziente

c) nella promozione della salute

6) La prevenzione secondaria consiste:

a) nella cura delle malattie

b) nella diagnosi precoce delle malattie

c) nella conservazione e nella promozione della salute

7) La vaccinazione è un intervento di:

a) prevenzione primaria

b) prevenzione secondaria

c) prevenzione terziaria

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LAVORO E SALUTE

8) In un soggetto già affetto da ipoacusia (sordità) professionale da rumore:

a) è ancora possibile effettuare un intervento di prevenzione primaria

b) non si può più svolgere un intervento di prevenzione primaria perché è già malato

c) l’allontanamento dal rischio d’esposizione a rumore è un intervento di prevenzioneprimaria

9) La tossicologia occupazionale studia:

a) il percorso delle varie sostanze nell’organismo

b) gli effetti nocivi delle lavorazioni sulla salute umana

c) nessuna delle precedenti

10) La fornitura di un dispositivo di protezione individuale (DPI) è un intervento di:

a) prevenzione secondaria

b) prevenzione primaria

c) prevenzione terziaria

Risposte: 1: fisiologia del lavoro, epidemiologia occupazionale, tossicologia occupazio-nale, ergonomia; 2: c); 3: b); 4: b); 5: c); 6: b); 7: a); 8: b); 9: a); 10) b.

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TUTELA PREVENTIVA E ASSICURATIVA: ASPETTI NORMATIVI

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2 Tutela preventiva e assicurativa: aspetti normativi

2.1 Introduzione

Il sistema di tutela della salute e della sicurezza sul lavoro è disciplinatocon norme di carattere generale (Costituzione Italiana; Codice Civile; CodicePenale; Statuto dei lavoratori) e norme specifiche (Leggi, Decreti del Presiden-te della Repubblica, Decreti Legislativi e Circolari Ministeriali).

In questo capitolo si affronterà il tema delle norme di tutela preventiva eassicurativa vigenti nel nostro Paese e si utilizzeranno delle abbreviazioni,il cui significato è il seguente:

- RD: Regio Decreto

- L: Legge

- D.Lgs.: Decreto Legislativo

- DPR: Decreto del Presidente della Repubblica

- DM: Decreto Ministeriale.

- DL: Decreto Legge.

2.2 Norme di carattere generale

Norme costituzionali

L’articolo 32 della Costituzione Italiana afferma che la Repubblica tutelala salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collet-tività e garantisce cure agli indigenti. L’articolo 35 indica come esigenzaprimaria dello Stato la tutela del lavoro in tutte le sue forme e applicazioni.La stessa Carta Costituzionale, all’articolo 41 stabilisce che l’iniziativa pri-vata è libera, ma non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o inmodo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana.

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Codice Penale

Gli articoli 437 e 451 sanzionano rispettivamente la rimozione e omissio-ne dolosa e colposa di cautele o difese contro disastri o infortuni sul lavoro.In relazione ai danni derivanti da un infortunio o da una malattia profes-sionale occorre, inoltre, evidenziare gli articoli 589 “omicidio colposo” e590 “lesioni personali colpose”.

Codice Civile

L’art. 2087 del codice civile precisa le responsabilità dell’imprenditore, ilquale, nell’esercizio dell’impresa “ha l'obbligo di adottare le misure che, secon-do la particolarità del lavoro, l'esperienza e la tecnica, sono necessarie a tutelarel'integrità fisica e la personalità morale dei prestatori di lavoro”. L’art. 2087 rap-presenta una “norma di chiusura” dell’intero sistema legislativo preven-zionistico, perché considera obbligatorie tutte le misure necessarie atutelare l’integrità psicofisica del lavoratore, indipendentemente dal fattoche esse siano esplicitamente indicate da una norma di legge vigente.

Statuto dei lavoratori (legge n. 300/70)

Lo Statuto dei lavoratori (1) è una legge di avanguardia che assicura ai lavo-ratori i diritti di libertà e dignità umana garantiti dalla Costituzione.

Di grande importanza è l’articolo 9 (Tutela della salute e dell'integrità fisica),che prevede che “i lavoratori, mediante le loro rappresentanze, hanno diritto dicontrollare l'applicazione delle norme per la prevenzione degli infortuni e dellemalattie professionali e di promuovere la ricerca, l'elaborazione e l'attuazione ditutte le misure idonee a tutelare la loro salute e la loro integrità fisica”.

Egualmente di rilievo è l’articolo 5 (Accertamenti sanitari) che recita: “Sonovietati accertamenti da parte del datore di lavoro sulla idoneità e sulla infermità permalattia o infortunio del lavoratore dipendente. Il controllo delle assenze per infer-mità può essere effettuato soltanto attraverso i servizi ispettivi degli istituti previ-denziali competenti, i quali sono tenuti a compierlo quando il datore di lavoro lorichieda. Il datore di lavoro ha facoltà di far controllare la idoneità fisica del lavo-ratore da parte di enti pubblici ed istituti specializzati di diritto pubblico”.

Legge 833/78

La L. 833 del 1978 - che, come è noto, ha istituito il Servizio Sanitario

1. Legge n. 300 del 20 maggio 1970: Norme sulla tutela della libertà e dignità dei lavoratori, dellalibertà sindacale e dell'attività sindacale nei luoghi di lavoro e norme sul collocamento o “Statuto deilavoratori”.

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TUTELA PREVENTIVA E ASSICURATIVA: ASPETTI NORMATIVI

Nazionale (SSN) - ha attribuito il controllo e la vigilanza sulla applicazionedelle norme di tutela della salute e sicurezza dei lavoratori di tutte le azien-de attive in un determinato territorio ai competenti Servizi di Prevenzione eSicurezza nei Luoghi di Lavoro (2) delle Aziende Unità Sanitarie Locali (Azien-de USL) (3).

La stessa Legge attribuisce alle Regioni il compito di legiferare in materiadi prevenzione e sicurezza sui luoghi di lavoro. Istituisce, inoltre, l’IstitutoSuperiore per la Prevenzione e la Sicurezza del Lavoro (ISPESL) con com-piti di ricerca, di studio, di sperimentazione e funzioni consultive per gliorgani centrali e locali del Servizio Sanitario Nazionale. In seguito alla L.30/7/2010 n. 122 l’ISPESL è stato soppresso e le sue funzioni sono state tra-sferite all’INAIL.

2.3 Norme specifiche

A) Norme “storiche” di tutela preventiva e assicurativa del lavoratore

Queste norme garantiscono due forme di tutela:

❏ una tutela di tipo preventivo, con l’obiettivo di evitare che il lavorato-re si infortuni e/o contragga una malattia professionale; capisaldi del-le descritte norme sono i DPR n. 547/1955 (che riporta le norme ditutela contro gli infortuni sul lavoro, contenenti precetti indirizzati agarantire ambienti di lavoro sicuri) e n. 303/1956 (che riporta le normedi tutela contro le malattie professionali, contenenti precetti indirizza-ti a garantire ambienti di lavoro salubri) (4); queste norme in parte sonoconfluite nel Testo Unico sulla Sicurezza sul lavoro (D.Lgs. 81/2008),in parte sono state abrogate;

2. Questi servizi fanno capo ai Dipartimenti di Prevenzione delle Aziende USL.3. Successive modifiche ed integrazioni normative attribuiscono oggi anche ad altri Enti(Servizi di Ispezione del Lavoro delle Direzioni Provinciali del Lavoro, Vigili del Fuoco ecc.)funzioni di vigilanza in specifici comparti produttivi.4. Le norme per l’igiene del lavoro e per la prevenzione degli infortuni sul lavoro hannoavuto come obiettivo prioritario la prevenzione degli infortuni e delle malattie professionali;per tale ragione il corpus normativo che racchiude le leggi “preventive” è molto ricco di pre-cetti (per la salubrità degli ambienti e la sicurezza di impianti, attrezzature, macchinare e am-bienti ecc.); ma - fino all’emanazione nel nostro Paese, con il D. Lgs. del 9 aprile 2008 n. 81, del“Testo Unico per la tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori” - tali norme, numeroseed alquanto disomogenee, hanno spesso confuso e reso poco efficaci le azioni di quanti voles-sero operare in questo campo con efficacia ed efficienza.

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❏ una tutela di tipo assicurativo, con lo scopo di garantire un adeguatorisarcimento nel caso di danno all’integrità psicofisica del lavoratoredeterminato da un infortunio o da una malattia professionale (5); capo-saldo di queste norme è il DPR 1124/1965, tuttora vigente.

Di seguito verrà brevemente descritto il contenuto delle principali normedi tutela preventiva e assicurativa.

DPR n. 547 del 27 aprile 1955: Norme per la prevenzione degli infortuni sullavoro

Norma base per la protezione antinfortunistica, è stata in parte abrogatae in parte inserita nel D.Lgs. 81/2008. Si trattava di una raccolta di precetti,con specifici obblighi per i datori di lavoro e doveri per i prestatori d’operain merito ai dispositivi di sicurezza per ambienti, macchine, attrezzature,nonché i dispostivi individuali di protezione e di pronto soccorso.

DPR n. 303 del 19 marzo 1956: Norme generali sull’igiene del lavoro

Norma caposaldo della normativa prevenzionistica italiana in tema diigiene del lavoro e per la prevenzione delle malattie professionali, è stataabrogata dal D.Lgs. 81/2008. Si trattava di una raccolta di precetti, con spe-cifici obblighi per i datori di lavoro in merito ai requisiti dei locali di lavoro,servizi igienici e spogliatoi, dormitori, mense, servizi di pronto soccorsoaziendale. Conteneva precetti per la difesa dagli agenti nocivi (polveri,radiazioni, rumori, vibrazioni) e l’obbligo del controllo sanitario per deter-minate categorie di lavoratori a rischio da eseguirsi a cura di un “medicocompetente”. Una tabella riportava le lavorazioni a rischio per le quali vige-va l’obbligo di sorveglianza sanitaria e la periodicità dei controlli.

DPR n. 1124 del 30 giugno 1965: Testo unico delle disposizioni per l'assicu-razione obbligatoria contro gli infortuni e le malattie professionali

E’ il vero e proprio pilastro della normativa “assicurativa” a tutela deilavoratori vigente nel nostro paese.

In base a questo decreto tutti i lavoratori che svolgano attività alle dipen-denze di terzi devono essere obbligatoriamente assicurati contro gli infor-tuni sul lavoro e le malattie professionali. La gestione di questo sistema

5. Come si vedrà, fino al 2000 la fattispecie del danno oggetto di risarcimento era la “ridu-zione della capacità lavorativa generica”. Con l’emanazione del D.Lgs. 38/00 la fattispecie as-sicurata è il cosiddetto “danno biologico” o “danno alla salute”.

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TUTELA PREVENTIVA E ASSICURATIVA: ASPETTI NORMATIVI

assicurativo è affidata all’Istituto Nazionale contro gli Infortuni sul Lavoro e leMalattie Professionali (I.N.A.I.L.). È obbligo del Datore di Lavoro assicuraretutti i suoi dipendenti e denunciare all’Istituto gli infortuni e le malattieprofessionali. L’INAIL, dal canto suo, dopo le opportune indagini e valu-tazioni, se si verificano le condizioni di legge (ovvero la sussistenzadell’infortunio o della malattia professionale), corrisponde al lavoratore iltrattamento previsto dal più recente D.Lgs. 38 del 2000:

❏ indennità per inabilità temporanea assoluta della durata superiore ai3 giorni;

❏ indennizzo una tantum per danno biologico in misura eguale o supe-riore al 6%;

❏ rendita per danno biologico superiore al 15%.

Definizione d’infortunio sul lavoro

L’infortunio sul lavoro è il danno alla persona in occasione di lavoro, deter-minato da una causa lesiva di elevata intensità (causa violenta), concentrata neltempo; la “concentrazione cronologica”, elemento essenziale per definirel’infortunio sul lavoro, si assimila, per convenzione, a un turno di lavoro.Gli elementi che caratterizzano l’infortunio sul lavoro sono dunque:

a) la causa violenta che investe l’organismo in un breve lasso di tempo e,comunque, non oltre il turno di lavoro;

b) l’occasione di lavoro (la causa violenta deve avere agito a causa enell’esercizio del lavoro);

c) il danno alla salute del lavoratore, con ripercussioni negative, tempora-nee (temporanea non idoneità assoluta al lavoro per almeno un giorno)e/o permanenti, sulla attitudine al lavoro e sull’integrità psicofisica.

Definizione malattia professionale

Si definisce malattia professionale la patologia contratta a causa e nell'eser-cizio del lavoro; nella malattia professionale la noxa patogena (ovvero la cau-sa) agisce in maniera diluita nel tempo e comunque in un periodo di temposuperiore al turno di lavoro. L’elemento caratterizzante la malattia profes-sionale è, dunque, l’andamento cronologico protratto nel tempo col qualeagisce la noxa patogena (alcuni fattori di rischio lavorativi debbono agireaddirittura per anni prima di determinare la malattia professionale: adesempio il mesotelioma indotto dalla esposizione ad amianto, insorgedecenni dopo l’inizio dell’esposizione al rischio).

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Norme preventive d’igiene e di sicurezza sul lavoro in recepimento delledirettive comunitarie

Con l’ingresso dell’Italia nella Comunità Europea (CE) e con il recepi-mento delle direttive emanate dalla medesima CE (6) ora Unione Europea(UE), si realizza nel nostro Paese il completamento e il miglioramento dellenorme in tema di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro con l’estensionedegli obblighi preventivi alla maggior parte dei comparti produttivi, indi-pendentemente dal numero dei lavoratori impiegati.

I Decreti Legislativi emanati in recepimento delle Direttive Comunitariesi collocano all’interno di un corpus legislativo già esistente, che, comun-que, era già in crisi per la necessità di rincorrere gli sviluppi tecnologici connorme adeguate.

Le caratteristiche comuni di queste norme sono:

- la previsione di un vero e proprio sistema organizzato di prevenzioneall’interno delle unità produttive, distinto dalle figure che hanno re-sponsabilità operative;

- il passaggio da una protezione di tipo “oggettivo” delle macchine, im-pianti, ambienti ed attrezzature ad una prevenzione di tipo “soggetti-vo” in cui l’attenzione è focalizzata sul lavoratore, in linea con i concettipiù avanzati di “salute” individuati dall’Organizzazione Mondiale del-la Sanità;

- la responsabilizzazione e la partecipazione dei lavoratori al sistema diprevenzione aziendale, in linea con i precetti dello Statuto dei Lavora-tori.

La prima e più importante di tali norme è il D.Lgs. 277/1991, al quale èseguito, qualche anno dopo, l’emanazione del più noto D.Lgs. 626/1994.

Quest’ultimo decreto ha subito, dopo la sua emanazione, numerosemodifiche ed integrazioni che sono seguite al recepimento di ulterioridirettive comunitarie, fino alla stesura della vigente normativa di riferi-mento del sistema di sicurezza e salute nei luoghi di lavoro, il D.Lgs. 9 apri-le 2008 n. 81, anch’esso già modificato dal D.Lgs. “correttivo” 106/2009.

6. La Comunità Europea, allo scopo di armonizzare la normativa in tema di salute e sicu-rezza dei lavoratori sui luoghi di lavoro vigente negli Stati membri, ha emanato specifiche Di-rettive, alle quali gli Stati membri (tra i quali il nostro Paese) si sono progressivamenteadeguati.

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