Meccanica Applicata alle Macchine – Allievi Aerospaziali ...
MECCANICA APPLICATA ALLE MACCHINE...MECCANICA APPLICATA ALLE MACCHINE CINEMATICA Posizione...
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MECCANICA APPLICATA ALLE MACCHINE
CINEMATICA
Posizione Descrizione della posizione di un corpo ad ogni istante rispetto ad un sistema di
riferimento fissato. Come riferimento si possono prendere diversi sistemi:
Piano cartesiano: ! = #(%) = #'((%), *(%)+ = (, + *.
Piano di Gauss: ! = #(%) = ( + /* = |#|123
´ Nel piano di Gauss la posizione e la velocità sono rappresentate come vettori
Velocità Derivata della posizione in funzione del tempo
4! =55%
#(%) =55%
|#|123 = 6#6123 + /8|#|123 → 4! = |;<|12=
´ Si dimostra che la velocità è tangente alla traiettoria in ogni punto (infatti
moltiplicare per i significa ruotare un vettore di 90° in senso antiorario)
Accelerazione Derivata della velocità in funzione del tempo
>! =55%
;< = |;<|12= + /?|;<|12=
´ L’accelerazione è somma di una componente normale alla traiettoria e una
tangenziale (moltiplicata infatti per i)
´ Il primo termine varia al variare del modulo della velocità mentre il secondo risente
delle variazioni angolari
P, v, a nel piano di Gauss
Tipi di moto Moto rettilineo: Moto circolare:
8 = @AB%dunque tutte le sue derivate
sono nulle
! = |#|123
4! = 6#6123
>! = 6#6123
8 = 8(%), D = @AB%
! = D123
4! = /8D123
>! = /8D123 − 8FD123
* moto traslatorio ¹ moto rettilineo: il moto traslatorio impone che il corpo non ruoti rispetto a se stesso, ma
può essere anche lungo una circonferenza
IL CORPO RIGIDO
Gradi di libertà e vincoli
Si definisce spostamento rigido lo spostamento di un corpo che non subisce
deformazioni; conoscendo lo spostamento di un punto sono univocamente determinate
le componenti di tutti gli altri punti del corpo.
Nel piano il corpo rigido ha 3 GdL: (G, *G, 8
I vincoli imposti sul corpo rigido annullano uno o più gradi di libertà del sistema e sono
di diverso tipo: cerniera, incastro, carrello, manicotto, pattino, …
H5IJKJLM2 = H5IN2NJOPL − H5Q
Atto di moto e CIR
Si definisce atto di moto la fotografia delle velocità di ciascun punto del corpo ad un
determinato istante.
Tracciando le perpendicolari alle velocità in ciascun punto esse si
incontrano in un ponto, detto centro di istantanea rotazione (CIR),
la cui velocità è nulla in quell’istante.
4RST = 0
´ La velocità del CIR è nulla, ma la sua accelerazione può non esserlo
´ Se il moto di un corpo ad un certo istante è solo traslatorio il CIR è all’infinito (rette
perpendicolari alle velocità sono parallele)
Teorema di Rivals
4V = 4W + 4WV = 4W + X × (V − W)
Riferita al CIR la legge di Rivals diventa:
4V = X × (V − RST)
Derivando tale legge si possono ottenere anche le
accelerazioni:
>V = >W + X × (V − W) − ZF(V − W)
´ Z velocità angolare e Z accelerazione angolare
Terna di riferimento mobile
Se si prende come sistema di riferimento una terna mobile, velocità e accelerazione sono
la somma di due componenti: una componente di trascinamento (velocità della terna
rispetto al sistema assoluto) e una componente relativa (velocità del punto rispetto alla
terna mobile)
4! = [((\,] + *\.]) + X × (! − ^_)] + ((< ,_ + *<._)
Traslazione terna Rotazione terna
VRELATIVA
VTRASCINAMENTO
>! = [((\,] + *\.]) + X × X × (! − ^_) + X × (! − ^_)] +
Accelerazione terna Rotazione terna
aTRASCINAMENTO
+2X × 4T + ((< ,_ + *<._)
aCORIOLIS aRELATIVA
´ VTR è la velocità che il punto P avrebbe se fosse solidale alla terna mobile dal punto
di vista dell’osservatore assoluto
´ >bKc2KM2N = 2X × 4T con Z velocità angolare della terna e vR velocità relatica
del corpo rispetto alla terna
´ Se la terna è solo traslante, l’accelerazione di Coriolis è nulla
I MECCANISMI
Tipi di meccanismi
Un meccanismo è una serie di corpi rigidi vincolati tra loro. I meccanismi sono di due tipi:
- Catene cinematiche aperte: serie di corpi rigidi con vincoli che uniscono il
precedente al successivo (2 GdL totali)
- Catene cinematiche chiuse: serie di corpi rigidi vincolati tra loro e vincolati alle
estremità ad un telaio (1 GdL totale); sono essenzialmente di tre tipi:
Cinematica di un meccanismo
Lo studio di velocità e accelerazione di ogni punto del meccanismo si può operare in due
modi:
1. Chiusura vettoriale: ogni elemento del meccanismo si può rappresentare con un
vettore nel piano di Gauss (numeri complessi), l’insieme di tutti i vettori forma una
spezzata chiusa; derivando una o due volte l’eq. di chiusura si ottengono velocità e
accelerazioni di tutti i punti
d12= + e12f = @
2. Terne mobili: si sceglie una terna mobile traslante o rotante e si esprimono le velocità
dei punti come somma di velocità di trascinamento e velocità relativa
4< = 4gh + 4hij
´ Nella chiusura vettoriale gli angoli vanno sempre calcolati in verso antiorario!
´ Nel secondo metodo non si sceglie mai una terna roto-traslante per comodità
´ La terna traslante si usa quando gli elementi del meccanismo hanno lunghezza fissa, mentre se un elemento ha lunghezza variabile si usa una terna rotante
´ Quando possibile è più conveniente usare una terna traslante perché annulla
l’accelerazione di Coriolis
Statica di un meccanismo
Un meccanismo è stabile quando sono stabili tutti i corpi rigidi che lo compongono. Un
corpo rigido è stabile quando la risultante delle forze è nulla e la risultante dei momenti
rispetto ad ogni punto è nulla
Nel piano: k∑ Dm = 0∑Dn = 0∑ oK = 0
´ Per un corpo puntiforme è sufficiente la risultante delle forze nulla affinché il corpo
sia in equilibrio, mentre per i corpi rigidi serve anche la risultante dei momenti perché
il corpo può ruotare
´ Nella risultante delle forze vanno considerate anche le reazioni vincolari
Dinamica di un meccanismo
L’analisi dinamica di un meccanismo consiste nel considerare le forze e le coppie di inerzia
dovute alle accelerazioni del corpo, che si sommano alle forze e alle coppie esterne
⎩⎪⎨
⎪⎧t(uONJOcvO + u2vOcw2L) = ]5A;1u2vOcw2L = x>
t'yzONJOcv2 + yz
2vOcw2L + R,{+ = ]5A;1 yz2vOcw2L = xZ(|^ × ^|)
R,{ = }~X
´ Cin è la coppia di inerzia ed è ottenuta come prodotto del momento di inerzia per
l’accelerazione angolare
´ La coppia di inerzia è sempre tale da opporsi all’accelerazione angolare mentre la forza
di inerzia è tale da opporsi all’accelerazione lineare
´ Il momento totale è dato dalla somma dei momenti delle forze esterne, dei momenti
delle forze di inerzia e della coppia di inerzia di ogni corpo
Manovellismo ordinario (biella-manovella)
Manovellismo ordinario centrato
Serve a trasformare il moto rotatorio della manovella in un moto lineare alternato del
carrello o viceversa
´ Gli angoli vanno calcolati sempre in verso antiorario!
´ Dopo aver derivato, le quantità moltiplicate per l’unità immaginaria i si possono
anche vedere come gli stessi vettori ruotati in senso antiorario di p/2
´ Dopo aver scritto l’eq. di chiusura per risolvere si scompongono i vettori lungo x e y
con rispettivamente coseni e seni ´ Fare attenzione a quali angoli e quali moduli sono variabili nel tempo e quali no
quando si deriva! In questo caso ad esempio varia solo il modulo di c, mentre a e b
rimangono di lunghezza costante
´ Il CIR del meccanismo si sposta nel tempo, dunque esso roto-trasla
´ Se si vuole studiare il cinematismo con una terna mobile si può usare una terna traslante in A o in B poiché gli elementi hanno tutti lunghezza costante
´ Quando la biella e la manovella sono allineate e B si trova il più lontano possibile da
O si dice che B è nel punto morto esterno, mentre quando sono allineate e B è il più
vicino possibile ad O è nel punto morto interno. In entrambi questi punti la velocità
di B è nulla e l’accelerazione massima
Manovellismo ordinario deviato
´ Lo studio di accelerazioni e velocità è analogo al manovellismo centrato
* Studio cinematico fatto attraverso il metodo della chiusura vettoriale, ma si può fare anche con le terne mobili
Glifo oscillante
Glifo Il glifo è costituto da due cerniere esterne e un vincolo prismatico. Il moto rotatorio
completo della manovella viene trasformato in moto rotatorio alternato del glifo.
´ Il vettore d ha modulo e angolo costanti poiché è il telaio
´ Se si vuole studiare il cinematismo con una terna mobile bisogna usare una terna rotante perché gli elementi non hanno lunghezza fissa (ci sarà allora anche
l’accelerazione di Coriolis)
Quadrilatero articolato
Quadrilatero articolato
Costituito da due cerniere fisse e due mobili, che uniscono due manovelle/bilancieri e
una biella al telaio.
´ Il vettore d ha modulo e angolo costanti poiché è il telaio
´ Fare attenzione a quali angoli e quali moduli sono variabili nel tempo e quali no
quando si deriva!
´ Se si vuole studiare il cinematismo con una terna mobile si può usare una terna traslante poiché gli elementi hanno tutti lunghezza costante
´ Se Lmin+Lmax < S(altri lati) , allora il lato più corpo compie rotazioni complete rispetto agli altri (regola di Grashof)
Parallelogramma articolato
Le manovelle OA e BC hanno la stessa lunghezza, di conseguenza anche gli angoli sono
uguali a due a due.
´ L’asta AB trasla solo e non ruota!
* Geometria delle masse e momenti
Baricentro (~
� =1Ω
Ç (�dΩ
Ñ*~
� =1Ω
Ç *�dΩ
Ñ
(~� =
ΩÖ(′~Ö + ΩF(′~F
Ω *~
� =ΩÖ*′~Ö + ΩF*′~F
Ω
´ Il momento si calcola rispetto ad un sistema (x’,y’) generico, e poi pone un nuovo
sistema di riferimento baricentrico (x,y) nel punto G trovato
´ Le formule della seconda riga si calcolando dal momento statico S
´ Il momento delle forze calcolato rispetto al baricentro è sempre nullo! S MG=0
Momento di inerzia
Il momento di inerzia indica come la massa è distribuita nel corpo e il suo valore dipende
dal punto rispetto al quale la si calcola
}K = ÇáF
à5x5x = â5;
Per un corpo con spessore h
e densità r costanti:
}K = âℎ Ç áF
Ñ5Ω
Asta: Momento di inerzia rispetto al baricentro G di un’asta di lunghezza L
}~ =112
xIF
Rettangolo: Momento di inerzia rispetto al baricentro G di un rettangolo con base
maggiore di lunghezza L e base minore b
}~ =112
x(IF + eF)
Trasporto del momento
Se il polo rispetto al quale si calcola il momento non è il baricentro bisogna applicare le
formule del trasporto
}z = }~ + x(ãHåååå)F
´ Il valore del momento di inerzia varia al variare del polo considerato
´ Quando un solido è composto da diversi blocchi si può calcolare il momento di
inerzia di ciascun blocco e ottenere quello totale sommando tutti i momenti di
inerzia e aggiungendo i relativi trasporti rispetto al punto considerato
POTENZA E ENERGIA CINETICA
Equazione del bilancio di potenza e PLV
Dato un sistema con n corpi, immaginando che su ciascuno di essi agiscano delle forze
Ni, se i vincoli a terra e quelli intermedi sono non dissipativi, allora in ogni istante la
somma delle potenze delle forze attive (esterne) e reattive (inerziali) deve essere nulla.
Ciò equivale a dire che la somma dei lavori virtuali è nulla.
t çt é2è
ê2
èëÖ
í + téìê,2
êî
2ëÖ
= 0
êî
2ëÖ
→ t'ïI2 + ïIìê,2+ = 0ê
2ëÖ
5A;1é = ñ;1ïI = ñïB
´ Nc numero di corpi, Ni numero di forze, dv velocità virtuale infinitesima, ds
spostamento virtuale infinitesimo
´ Il bilancio di potenza è molto comodo nei meccanismi ad 1 GdL poiché invece di 3
eq. della statica possiamo scriverne solo 1 (oppure si può sostituire ad una delle eq.
di equilibrio dinamico quella del bilancio di potenza)
´ L’eq. di bilancio di potenza può essere scritta al posto di una eq. di equilibrio
dinamico, ma mai in aggiunta ad esse, poiché è una loro combinazione lineare,
dunque non aggiunge altre informazioni
´ In condizioni statiche si considera solo il lavoro delle forze esterne mentre in
condizioni dinamiche si considera anche quello delle forze e coppie inerziali ! ´ Sia nel bilancio di potenza sia nel PLV non si considerano mai le reazioni vincolari
poiché i vincoli impongono spostamento nullo
´ Il PLV consente di scrivere un numero di equazioni pari al numero di GdL del sistema
mentre il bilancio di potenza una sola equazione scalare
Teorema di König
Detti vG velocità del baricentro e JG momento d’inerzia del corpo rispetto al baricentro,
l’energia cinetica di un corpo rigido è data da:
óî =12
x;~F +
12
}~ZF
´ Il teorema di Konig vale solo rispetto al baricentro e non rispetto ad altri punti (se si
conoscono le quantità riferite ad altri punti bisogna applicare il teorema di Rivals per
le velocità e il trasporto del momento per l’inerzia)
Teorema dell’energia cinetica
Il teorema dell’energia cinetica afferma che la somma delle potenze di tutte le forze attive agenti sul sistema è istantaneamente uguale alla derivata dell’energia cinetica del
sistema
t çt é2è
ê2
èëÖ
í = − téìê,2
êî
2ëÖ
=55%
t óî,2
êî
2ëÖ
êî
2ëÖ
´ Teorema molto utile perché per un corpo rigido è facile scrivere e derivare l’energia
cinetica
´ Anche in questo caso i vincoli devono essere per ipotesi non dissipativi
ATTRITO
Tipi di attrito L’attrito è la forza che si oppone al movimento relativo tra due corpi ed è dovuto alle
irregolarità delle superfici che entrando in contatto creano legami molecolari che vanno
rotti. L’attrito può essere:
- Statico: tra due corpi in quiete tra loro; la forza applicata non è ancora in grado
di rompere i legami molecolari e il corpo è fermo (fs coefficiente di attrito
statico)
- Dinamico: tra due corpi in moto relativo tra loro; la forza applicata è superiore
alla forza di primo distacco e il corpo inizia a muoversi (fd coefficiente di attrito
dinamico)
- Volvente: attrito che si manifesta nel moto di un corpo che si muove su un altro
corpo senza strisciare (rotolando), cambiando quindi continuamente superficie
di contatto (fv coefficiente di attrito volvente)
In generale fs>fd poiché i legami molecolari tra le superfici
sono più forti quando il corpo è fermo.
´ In ogni caso la forza di attrito è sempre tale da opporsi al moto del corpo
Condizioni di attrito
Strisciamento: Si ha strisciamento quando nel punto di contatto la velocità
relativa tangenziale tra corpo e superficie è non nulla:
ò;ê
hij = 0;g
hij ≠ 0
Puro rotolamento: Si ha puro rotolamento quando nel punto di contatto la velocità
relativa tangenziale tra corpo e superficie è nulla:
ò;ê
hij = 0;g
hij = 0
Urto: Si ha un urto se la velocità relativa sia tangenziale sia normale è
non nulla:
ò;ê
hij ≠ 0;g
hij ≠ 0
Attrito statico Secondo il modello coulombiano dell’attrito, non vi è movimento relativo finché la forza
applicata è minore della forza di primo distacco:
|ö| ≤ úN|ù| = öM2P2JO
´ T forza che agisce parallelamente alla superficie di contatto, N forza normale
applicata dal corpo sulla superficie di contatto, fs coeff. di attrito statico
´ È una DISEQUAZIONE, dunque non fornisce un valore esatto della forza T!!!
´ Durante il puro rotolamento nel punto di contatto deve essere verificata la
condizione di attrito statico, altrimenti vi è strisciamento
Attrito dinamico Se tra i due corpi vi è una velocità relativa non nulla siamo in condizione di strisciamento,
ovvero di attrito dinamico
ûÖ = úü|ùÖ|†@A°† =4g
cOM
64gcOM6
´ fd coefficiente di attrito dinamico
´ In questo caso è un’EQUAZIONE, non una disequazione, dunque si conosce il valore
esatto della forza
´ Il versore k indica che T è diretta come la velocità relativa
Attrito volvente Attrito che si manifesta in un corpo che rotola senza strisciare. In condizioni ideali il
punto di appoggio tra corpo e superficie si considera uniforme. I condizioni reali però a
causa delle deformazioni si genera un’impronta di appoggio. Integrando la forza N che
agisce sulla superficie dell’impronta si ottiene una risultante che in generale non passa
per il baricentro del corpo ma è spostata di una quantità u
Nel caso di un disco che rotola senza strisciare:
¢ = ú£D
Il modulo di N si ricava imponendo risultante
nulla in direzione verticale u
´ fv coefficiente di attrito volvente
´ u è indipendente dalla massa del disco
´ L’attrito volvente è causato dalla deformazione del disco sulla superficie d’appoggio
(impronta) e dalla conseguente dissipazione di energia; calcolare tale energia
attraverso la deformazione è però molto complicato, dunque si ricorre ad un
modello meccanico (forza N)
´ L’attrito statico e dinamico impongono delle condizioni sulla forza tangente alla
superficie, l’attrito volvente invece è modellizzato da una forza normale alla
superficie e in generale non passante per la retta del baricentro, ma spostato di una
certa quantità u
´ Poiché u¹0, la forza N produce un momento non nullo rispetto al baricentro
o~ = ù¢
´ Invece di una forza N spostata di una quantità u si può anche rappresentare il
sistema con una forza N baricentrica e un momento (equipollenza tra forza e
momento)
´ La forza normale che dipende dall’attrito si sviluppa sempre dalla parte di avanzamento relativo tra terreno e disco
´ Nel caso del disco u dipende da R, dunque solo dalla geometria del corpo
´ Più l’impronta aumenta di dimensione e più energia viene dissipata, infatti:
éü2NN = −¢|ù|Z
Potenza delle forze di contatto
Le forze di attrito dissipano energia, che in generale si trasforma in calore (Joule)
éü2NN = −úü|ù||;cOM|
´ fd coefficiente di attrito dinamico (se c’è attrito stativo v=0 dunque non viene
dissipata energia)
´ W<0 poiché viene dissipata
´ W dissipata dalle sole forze di contatto, non da tutte le forze!
MACCHINE A 1 GdL
Macchine ad 1 GdL
I motori ad 1 GdL possono essere schematizzati con un motore che produce energia, una
trasmissione che trasferisce l’energia da M a U e un utilizzatore che utilizza l’energia
prodotta.
Bilancio di potenza
Per il teorema dell’energia cinetica:
é§ + é• + é¶ =55%
óî,JKJ
´ WM potenza motrice prodotta dal motore, WU potenza utilizzata dall’utilizzatore, Wp
potenza persa dalla trasmissione a causa degli attriti
´ EC=ECM+ECU energia cinetica di motore e utilizzatore, il contributo della trasmissione
si considera trascurabile
Motore Il motore è il componente che produce energia. Esso eroga una coppia che si traduce in
una certa velocità angolare a seconda del momento di inerzia equivalente del motore.
ób§ =12
}§∗ Z§
F
´ Ogni motore ha una certa curva caratteristica, che mette in relazione la velocità
angolare e la coppia erogata dal motore: ad una determinata coppia non può
corrispondere un valore qualsiasi di velocità
Utilizzatore L’utilizzatore è l’elemento che utilizza l’energia prodotta. Anche l’utilizzatore è
caratterizzato da un momento di inerzia equivalente, una certa velocità angolare e una
coppia
´ Anche per U si può tracciare una curva caratteristica (lineare, quadratica, …)
Trasmissione La trasmissione è l’elemento che trasferisce energia dal motore all’utilizzatore e funge
da legame cinematico tra i due. È caratterizzata da un parametro cinematico, ovvero il
rapporto di trasmissione delle velocità, e un parametro dinamico, che indica quanta
energia viene dissipata
Rapporto di trasmissione: ® = ©™
©´= b´
b™
Potenza dissipata: é§ + é• + é¶ = 0
´ Il rapporto di trasmissione si calcola considerando Wp=0: Z•¨• = Z§¨§
´ Nel calcolo della potenza si suppone che l’energia cinetica dei componenti di T sia
trascurabile
´ La potenza dissipata dipende dai segni di WM e WU, dunque se il moto è retrogrado
o diretto
´ Moto diretto o retrogrado NON sono associate al verso in cui sono dirette le velocità
di M e U, ma al segno della potenza!
´ Il moto in uno stesso meccanismo può essere in un istante diretto e nel successivo
retrogrado, dunque non è una proprietà del motore
Moto diretto: Il moto è diretto se é§ > 01°%ád°%1, é• < 0¢B@1°%1
Rendimento: Ø∞ = ±≤≥
≤¥± → é¶ = µ1 − Ö
∂∑∏ |éF|
Moto retrogrado: Il moto è retrogrado se é§ < 0¢B@1°%1, é• > 01°%ád°%1
Rendimento: Øh = ±≤¥
≤≥± → é¶ = µ1 − Ö
∂π∏ |éÖ|
´ In questo caso il motore si comporta come un freno e deve
dissipare energia
In generale: Ø = ±≤∫ªº
≤Ωæ± ≤ 1é¶ = (1 − Ø)|é2v|
Inoltre W1, W2 sono anche dette potenza lato motore e potenza lato utilizzatore
rispetto alla trasmissione
VIBRAZIONI MECCANICHE
Vibrazioni armoniche
Le vibrazioni sono moti oscillatori a cui sono soggetti i sistemi di corpi rigidi. Si possono
approssimare ad una combinazione lineare di armoniche e sono associate all’energia
potenziale elastica e cinetica dei corpi.
Smorzatore Poiché i corpi non sono completamente elastici si ha una dissipazione di energia che
genera uno smorzamento delle vibrazioni nel tempo, che può essere schematizzato da
uno smorzatore
uOMLNJ2îL = −ø¿
uNPKcwLJKcO = −á¿
Z = ¡øx
´ ¿ spostamento, ¿ velocità, r costante di smorzamento
´ w pulsazione del sistema
´ Sia la forza elastica sia lo smorzamento si oppongono in verso a spostamento e
velocità rispettivamente
´ Lo smorzatore può essere un elemento immaginario, che rappresenta la dissipazione interna della molla o reale, che si aggiunge al sistema per diminuire le vibrazioni
Equazione di moto
(Sistemi ad 1 GdL con smorzatori)
Scrivendo l’equilibrio delle forze per sistemi ad 1 GdL con smorzatori si ottiene
un’equazione differenziale di secondo ordine lineare:
Equazione di moto: x( + á( + ø( = ñ
´ m massa del sistema (forza inerziale), f costante dello smorzatore (forza smorzante),
k costante della molla (forza elastica)
´ Tale equazione è anche detta equazione di equilibrio dinamico
´ Se non agiscono forze esterne l’equazione è omogenea, se invece ci sono è non
omogenea (ad esempio se il sistema è in verticale agisce la forza peso F=mg)
´ Si risolve come una normale eq. differenziale sommando la soluzione dell’omogenea
associata e della particolare
´ 1 GdL: spostamento lungo x
Moto libero L’omogenea associata dell’ equazione di moto descrive il moto libero del sistema, ovvero
il moto del sistema senza forzanti per solo effetto delle condizioni iniziali
x( + á( + ø( = 0
Moto libero non smorzato:
x( + ø( = 0
Soluzioni del tipo: ( = (\1¬J@A°√Ö,F = ±/≈∆
P= ±/Z
Z frequenza propria del sistema
Moto libero smorzato:
x( + á( + ø( = 0
Sol. del tipo: ( = (\1¬J@A°√Ö,F = − c
FP± ≈µ c
FP∏
F− ∆
P
Esiste un valore critico in corrispondenza del quale le due soluzioni
sono coincidenti; chiamiamo tale valore smorzamento critico rc:
áî = 2xZ
Si introduce inoltre il fattore di smorzamento h, ovvero il rapporto
tra smorzamento e smorzamento critico
ℎ =ááî
Smorzamento critico
A seconda di quali valori assume lo smorzamento √Ö,F assumono valori reali o complessi
(a seconda del segno del determinante), che determinano l’andamento delle soluzioni.
´ á < áî sotto-smorzamento
´ á = áî smorzamento critico
´ á > áî sovra-smorzamento
Moto forzato Quando nell’equazione di moto compare una forzante di qualsiasi tipo il moto si dice
forzato (equazione non omogenea)
x( + á( + ø( = ñ
´ Il sistema a regime avrà lo stesso tipo di moto della forzante (se F è un’armonica ad
esempio, x a regime sarà un’armonica con la stessa pulsazione)
Vincolo mobile Consideriamo un sistema in cui non sia la massa a vibrare ma il vincolo; in questo caso
va considerato sia lo spostamento del vincolo, sia quello relativo tra vincolo e massa.
Supponiamo che il vincolo si sposti seguendo un moto armonico * = *\12ÑJ
(, (, ( coordinata relativa tra vincolo e massa
*, *, * spostamento assoluto del vincolo
x(( + *) + á(( + *) + ø(( + *) = 0
Soluzioni del tipo:
( = (\12ÑJ
(\
*\=
¨(ø − xΩF)F + /áΩ
´ W frequenza della forzante, che diviene anche la frequenza della soluzione x
´ A seconda di come si pongono le coordinate x e y cambia l’equazione differenziale
´ I termini in y vanno portati a secondo membro come termini noti, poiché derivando
l’equazione del moto del vincolo * = *\12ÑJ si possono ricavare e sostituire
´ La costante C si ricava risolvendo l’eq. differenziale
* Equazione di moto generalizzata
In un sistema generico si imposta l’equazione differenziale e si
ricavano massa, smorzamento e costante elastica generalizzati guardando il coefficiente dei vari termini
x∗( + á∗( + ø∗( = ñ
´ Tutti gli altri termini (come la frequenza propria) si ricavano
utilizzando «∗, »∗, †∗
Non ci sono oscillazioni
poiché determinante =0
(√Ö,F ∈ D)
Non ci sono oscillazioni poiché determinante >0
(√Ö,F ∈ D)
Ci sono oscillazioni poiché determinante <0
(√Ö,F ∈ ¨)
Isolamento dalle vibrazioni mediante fondazione
La fondazione è un sistema costituito da una molla e uno smorzatore che serve a limitare
le vibrazioni indesiderate di un corpo rigido. Per isolare bene il corpo dobbiamo
conoscere la forza Ft che viene trasmessa a terra dal sistema.
Quando il rapporto tra la forzante Ft e
l’ampiezza della forzante F0 è minore di 1
significa che le vibrazioni vengono attutite
bene
ñJ
ñ\ =
À1 + (2dℎ)F
À(1 − dF)F + (2dℎ)F
LÃ√FŒ⎯⎯⎯–≪ 1
´ Ciò significa che si deve avere una fondazione con frequenza propria molto più
piccola della frequenza della forzante (d = Ñ
©)
´ ±“º
“”± ≪ 1 significa che la forza trasmessa a terra è minore di quella applicata dalla
forzante, quindi la fondazione funziona
´ Per a»1 si ha risonanza del sistema (molto dannosa!) e per a<<1 la massima forza
trasmessa è circa uguale a quella applicata, come se non ci fosse la fondazione