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Il Lazio è un territorio tutto da scoprire, una terra ricca di connubi di arte, cultura e natura, crocevia della civiltà mediterranea, della storia etrusca, sabina, sannita, campana e latina. Proprio dai Latini probabilmen-te trae origine il nome della regione, la cui storia più recente si intreccia con quella di Roma e dello Stato Pontificio, della Terra di Lavoro e del Regno delle Due Sicilie. Una memoria composita, che solo da pochi de-cenni ha recuperato la sua vocazione attrat-tiva per un turismo unico, insieme a quello della Capitale. E che oggi si propone con le sue tante seduzioni che vanno dalle terme ai laghi spettacolari, dai dolci paesaggi collinari alle suggestive spiagge, dall’archeologia e arte al grande patrimonio di tradizioni. Un Lazio delle meraviglie, vero concentrato di bellez-ze naturali, testimonianze storiche e varietà dell’offerta enogastronomica legata alla terra e alla semplicità e genuinità delle coltivazio-ni. I numerosi siti archeologici sono il rifles-so antico di tutto il territorio, dalle testimo-nianze etrusche di Tuscania e Tarquinia, alla necropoli di Cerveteri, oggi siti UNESCO insieme alla Villa Adriana e Villa d’Este a Tivoli. Da non perdere, anche i siti aecheolo-gici del tempio di Giove Anxur a Terracina, i basolati romani di Arpino,la colonia romana dell’antica Minturno. I borghi medievali e le mura poligonali sono un’altra ricchezza che segna il territorio senza soluzione di continu-ità: per citarne solo alcuni, ricordiamo Viter-bo col suo quartiere del pellegrino e il Palaz-zo dei Papi, Anagni col Palazzo di Bonifacio VIII e la cripta della Cattedrale, ricca di af-freschi, Alatri con le imponenti mura ciclopi-che, Fumone col suo incontaminato borgo, Civita di Bagnoregio, la splendida “città che muore”, Calcata e Ninfa, vere e proprie icone del bello, oasi di ruderi e romantici giardini che stregano il visitatore e lasciano ricordi indelebili. La cultura del benessere e le ter-

me sono un altro punto di forza del Lazio: le acque termali scorrono tra paesaggi naturali e monumenti storici. Si va dalle Terme dei Papi di Viterbo alle Terme di Bonifacio di Fiuggi. Poi ci sono il mare, le spiagge, le in-cantevoli scogliere a picco, che creano attrat-tiva su tutto il litorale, dal lido di Tarquinia alla bianca sabbia di Sabaudia con le famose dune, alle acque cristalline di San Felice al Circeo e di Sperlonga, autentico borgo ma-rinaro del Tirreno, fino a Gaeta, con la sua montagna spaccata a strapiombo dal cielo al mare. Molto suggestivi sono gli itinerari subacquei negli splendidi fondali delle isole pontine, alla scoperta di grotte sotto il mare, di pianure di posidonia, di aragoste e, per-ché no, di relitti di navi sommerse. Al mare fanno da controcanto le belle montagne ric-che di avifauna e di biodiversità, che segnano la dorsale della regione e ne accompagnano il dolce profilo dai confini della Toscana alla Campania, dalla via del sale nel reatino sino al Parco Nazionale d’Abruzzo. Ecco i Monti della Laga e della Duchessa, i magici Simbruini cuore pulsante del Lazio, i Mon-ti Ausoni e gli Aurunci che occhieggiano la bellezza della costa sottostante e sembrano accompagnare il territorio verso i profumi e i paesaggi del Mediterraneo. Il Lazio è infatti un luogo privilegiato per chi voglia godere di percorsi naturalistici tra le decine di aree na-turalistiche protette. Laghi, campagna, mari e montagne sono alle porte di Roma e nei pressi degli innnumerevoli borghi medievali. Sentieri escursionistici, corsi d’acqua, boschi e faggete sono il parterre di ambienti natu-rali spesso incontaminati. I Parchi Regionali Naturali e le Oasi Protette propongono al vi-sitatore svariati itinerari, le Strade dei Parchi, che consentono di immergersi della natura del Lazio etrusco o di arrivare in Umbria attraverso tratti di strade romane, necropo-li, cascate e grotte. Oppure di raggiungere il

LAZIO

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versante laziale del Parco Na-zionale d’Abruzzo-Monti della Laga, che propone centinaia di sentieri attrezzati percorri-bili anche con la neve, dove è ancora possibile avvistare orsi, lupi, camosci e persino l’aquila reale. Nel Lazio meridionale gli amanti della montagna e del mare potranno attraver-sare il Parco del Circeo, su antichi tracciati romani come la Via Flacca. In questa zona, tra Sperlonga, Itri e Gaeta, per gli amanti del genere, è anche possibile praticare l’arrampica-ta sportiva su pareti predispo-ste. Una maniera efficace per scoprire il territorio del Lazio è il cammino sulle antiche vie di pellegrinaggio, utilizzate sin dal Medioevo per raggiungere Roma, dove si potevano vene-rare le tombe dei Santi Pietro e Paolo e ricevere l’indulgenza plenaria. La più importante è la Via Francigena, strada di mercanti e di viaggiatori sulla

quale circolavano idee, arte, leggende, lingue, costumi. Scende dalle Alpi per giungere nel Lazio settentrionale, passa per Acquapendente, dove si trova il sacello a imitazione del Santo Sepolcro di Gerusalem-me, attraversa Bolsena, nota per il miracolo di Santa Rosa, Capranica, Sutri, Campagna-no, Formello, per giungere a Roma da Monte Mario, l’an-tico Mons Gaudii, così det-to proprio per la gioia che il viandante provava alla vista della Città Eterna. L’itinerario ricalca il pellegrinaggio che Sigerico, arcivescovo di Can-terbury, compì alla fine del X secolo, compilando un diario che nella nostra regione elenca nove tappe a partire dal confi-ne con la Toscana.Nel Lazio meridionale si può percorrere la Via Francigena del Sud, che da Roma con-duce verso i litorali adriatici dove il pellegrino si imbarca-

va verso Gerusalemme. Nel reatino troviamo il Cammino di Francesco, un anello che collega i santuari francesca-ni della Valle Santa, Greccio, La Foresta, Poggio Bustone e Fontecolombo, incastonati nel verde di boschi e faggete. Tut-ti questi percorsi sono aree di strada nel territorio laziale, un vero e proprio fil rouge seguen-do il quale si possono scoprire intorno paesaggi meravigliosi, piccoli borghi d’eccellenza, e anche tradizioni del gusto.Un territorio così variegato e di tradizione millenaria ha reso possibile la straordinaria ric-chezza di tradizioni popolari, rievocazioni storiche, manife-stazioni folkloriche, anch’ esse diffuse a macchia d’olio nelle diverse provincie. Ne ricordia-mo alcune tra le più suggestive. A Greccio, in provincia di Rie-ti, patria del primo presepe del mondo, nel periodo natalizio c’è la rievocazione della Nati-

Villa Adriana (Archivio Fotografico Regione Lazio)

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vità con raffinate scenografie; a Ronciglione, presso Viterbo, si festeggia il Carnevale con corse di cavalli, carri allegorici e confraternite in costume. A Priverno, in provincia di Lati-na, la Passione di Cristo sfila con macchine processionali di grande effetto portate a spalla per il centro storico. Ad Ac-quapendente nel viterbese la seconda domenica di maggio le contrade si sfidano nella realizzazione dei coreografici Pugnaloni, pannelli giganti ottenuti assemblando petali e foglie che danno vita a raffinati mosaici. Nel mese di giugno in occasione del Corpus Domini, tante sono le infiorate, magni-fici tappeti di petali colorati che cospargono le vie cittadine, prima tra tutte la plurisecolare Infiorata di Genzano, che dal 1773 è simbolo della cittadina. Non mancano i palii, tradizio-nali competizioni a cavallo in cuii gareggiano le contrade dei borghi: famoso nel Lazio è il Palio dei Rioni di Morlupo, in provincia di Roma, che ricorre il 16 agosto, uno spettacolare torneo a squadre. Molte sono le sagre e le feste legate alle pro-duzioni agricole locali. C’è la Sagra delle Castagne di Soria-no nel Cimino a ottobre, che è l’occasione per una giostra in

costume delle contrade. Mol-to famosa è la Sagra dell’Uva di Marino, citata anche nella canzone Nannì resa celebre da Petrolini, e che ha radici nella cinquecentesca vittoria di Le-panto di Marcantonio Colon-na; come dice la canzone, la storica fontana di Marino an-cora oggi versa vino rosato dal-le sue bocche in occasione della festa. L’enogastronomia laziale ha mantenuto nel tempo le sue caratteristiche, fatte di sapori forti, legati all’agricoltura e alla tradizione pastorale. Squisite le carni, come la salsiccia DOP di Monte san Biagio, lavora-ta mano e condita con pepe rosso, o come le classiche “cop-piette”, fatte di carne di caval-lo speziata e essiccata. Molto nota è la porchetta di Ariccia e di tutta la zona dei Castelli Romani, da gustare magari in una delle numerose “fraschet-te” all’aperto che una volta erano le regine delle gite fuori porta. Tanti i primi piatti del-la tradizione, come i bucatini all’Amatriciana, rigorosamente preparati col guanciale locale e col pecorino di Amatrice, dal sapore unico, o i rigatoni con la pajata, cioè l’intestino del vi-tellino ancora gonfio del latte materno. I carciofi romaneschi sono i principi di sagre e feste

sul territorio, mentre le fragole di Nemi e di Terracina conser-vano il delicato profumo della frutta di una volta. La produ-zione del vino laziale ha origini antichissime: già decantato da Columella, da Plinio il vecchio e da Orazio, l’antico Falerno ha oggi rinomati eredi, dall’A-leatico di Gradoli al Cesanese del Piglio, dall’Est Est Est di Montefiascone al Moscato di Terracina, che la tradizio-ne vuole sia stato utilizzato dalla maga Circe per stregare Ulisse. Eccellenti le varietà di olio extravergine del Lazio, come il Canino e il Sabino, entrambi col marchio DOP. È anche possibile percorrere una Strada del vino, dell’olio e dei prodotti tipici che permet-te di visitare le campagne del reatino con i luoghi dedicati a San Benedetto. Il Lazio è an-che ricco di agriturismi, dalla Tuscia alla Sabina, dalla Cio-ciaria alla Riviera di Ulisse, che offrono ospitalità in antichi casali e fattorie ristrutturate, mulini storici e appartamenti d’atmosfera, con cibi prove-nienti direttamente dalla filiera agricola, in un ambiente in cui le tradizioni dell’accoglienza sono ancora vive. Gli appassio-nati di fiere e mercati di anti-quariato e artigianato artistico

Lago di Albano (Archivio Fotografico Regione Lazio)

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troveranno molteplici occasio-ni di shopping dedicato, nelle cornici di antichi borghi e città d’arte: nei castelli Romani, per citarne solo alcuni, si tiene il Mercato dell’Antiquariato e Artigianato, a Civitavecchia troviamo un Fiera dell’Anti-quariato molto quotata anche per il collezionismo; a Viterbo si tiene un mercato di arreda-mento, mobili restaurati e vin-tage; a Latina si può visitare il Mercatino della Memoria, le-gato alla tradizione delle Città di Fondazione e in Ciociaria i principali borghi storici, Ana-gni, Ferentino, Sora e Veroli ospitano sfiziosi mercatini do-menicali. Notevole nella nostra regione la presenza di festival musicali e di stagioni liriche e concertistiche. Molto impor-tante il Tuscia In Jazz Spring a Viterbo, ma anche il Festival Lirico a Casamari in Ciociaria o il Reate Festival del Teatro Flavio a Rieti che promuove la tradizione operistica italiana. Da non dimenticare il Festival Pontino in provincia di Lati-na, che sostiene giovani artisti

emergenti. E queste sono solo alcune suggestioni per itinerari di scoperta e di piacere in un territorio da favola.

Roma

Città Eterna, caput mundi, ombelico del mondo, Grande Meta…gli appellativi di questa splendida città sono stati molti nel corso del tempo. Ma per conoscerla si deve camminare per le sue strade, vivere le sen-sazioni che si provano quando lungo i suoi vicoli si scoprono scorci pittoreschi. Suggeriamo di partire da Piazza Venezia, che può considerarsi il cuore pulsante di Roma con il mae-stoso Vittoriano, monumento dedicato a Vittorio Emanuele II sulla cui scalinata si trova l’Altare della Patria, in memo-ria dei tanti militari caduti in guerra che non hanno avuto una tomba con il loro nome. Alle spalle, Piazza del Campi-doglio, progettata da Miche-langelo Buonarroti con i tre Palazzi a delimitarne lo spazio e la statua di Marco Aurelio al

centro. Qui è possibile visitare i Musei Capitolini, dove si rac-colgono opere che riflettono l’evoluzione artistica e cultura-le della città.La cordonata, strada in pendiocostituita da larghi elementi in pietra, collega il Campidoglio alla Piazza dell’Aracoeli, da cui riparte a salire la scalinata che porta alla Chiesa di Santa Ma-ria in Aracoeli, nella quale han-no lavorato nomi importanti del panorama artistico, tra cuiPinturicchio e Donatello.Da Piazza Venezia, si dira-mano strade importanti che hanno legato il loro nome alla storia della città. Via dei Fori Imperiali è una di queste. Per-correndo l’antica Via dell’Im-pero, così il nome originario, a destra si apre davanti ai nostri occhi il Foro Romano, fulcro civile ed economico della città romana, con i Mercati di Tra-iano sul lato opposto. Percor-rendo la Via, già si scorge sullo sfondo la sagoma di uno dei monumenti più conosciuti al mondo, il Colosseo, simbolo di Roma. Accanto l’Arco di

Roma, Basolato di Via Appia (Archivio Fotografico Regione Lazio)

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Costantino, considerato for-se il più grande ed il meglio conservato di Roma, un vero e proprio museo di scultura romana. Vicino si erge il Pa-latino, uno dei sette colli di Roma, vero fulcro della città antica con le tracce della fon-dazione di Romolo e la antiche dimore imperiali; da un lato lo sguardo spazia sul Foro Roma-no e, dall’altro verso il Circo Massimo. Da qui, proseguen-do per Viale Aventino si arriva alla Piramide di Caio Cestio, monumento funerario ispirato allo stile egizio mentre voltan-do a destra, verso il Lungoteve-re, si trovano i Tempi del Foro

Boario, il Tempio di Portuno ed il Tempio di Ercole Vinci-tore, due degli edifici meglio conservati della Roma antica che si ergono intorno a Piazza della Bocca della Verità.Nei dintorni si può visitare la Chiesa di Santa Maria in Co-smedin, capolavoro dell’arte romanica riconoscibile anche per il bel campanile, dove si trova il famoso mascherone detto Bocca della Verità, che dà il nome alla piazza, e che la tradizione vuole capace di mordere la mano di chi dice bugie. Da Piazza Venezia si dirama Via del Corso, arteria centrale che raggiunge Piazza

del Popolo. Subito a sinistra il Palazzo Doria Pamphilj mentre sulla destra si estende, in alto, il Colle Quirinale, sede del pa-lazzo omonimo dove risiede il Presidente della Repubblica. Lungo Via del Corso, incasto-nate nelle stradine del lato de-stro, si incontrano Fontana di Trevi e Piazza di Spagna. Qui salendo i 135 scalini che com-pongono la scalinata di Trinità dei Monti si arriva al Pincio, con Villa Medici, attuale sede dell’Accademia di Francia a Roma e Villa Borghese, il terzo parco più grande della città che ospita, al suo interno, il Tem-pio di Esculapio, Piazza di Sie-na e la Galleria Borghese, che unisce alla suggestione del luo-go in cui si trova il pregio delle sue collezioni. Dalla terrazza belvedere del Pincio si ammira la sottostante Piazza del Popo-lo sul cui lato destro si trova la Basilica di Santa Maria del Popolo, con opere di Caravag-gio, Pinturicchio, Sansovino, Bramante, Raffaello e Bernini. Se da Piazza del Popolo ci ad-dentriamo nelle vie adiacenti, in prossimità del Lungoteve-re scorgiamo l’Ara Pacis, una delle più significative testimo-nianze dell’Età Augustea che simboleggia la pace e la pro-sperità raggiunte dall’impera-tore. Si oltrepassa Piazza Mon-tecitorio, dove nell’omonimo palazzo risiede la Camera dei Deputati della Repubblica con l’adiacente Piazza Colonna che prende il nome dalla colonna che celebra le vittorie di Marco Aurelio e si arriva al Pantheon, antico tempio dedicato a tutte le divinità, oggi sacrario dei Re d’Italia e dove si trova la tombadi Raffaello Sanzio. Poco di-stante la spettacolare Piazza Navona con al centro la celebre Fontana dei Fiumi di Bernini.

Eur Roma, Palazzo della Civiltà del Lavoro (Archivio Fotografico Regione Lazio)

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Intorno a quest’area gravitano chiese e monumenti di mirabi-le importanza, come la Chiesa di Sant’Ivo alla Sapienza, capo-lavoro del Barocco e opera del-la maturità di Francesco Bor-romini, San Luigi dei Francesi, con i capolavori di Caravaggio, Palazzo Altemps, sede del Mu-seo Nazionale Romano, che espone collezioni pregevoli di scultura antica, la Chiesa di Santa Maria della Pace, con affreschi di Raffaello ed il raf-finato Chiostro del Bramante. Da Piazza Navona si arriva Corso Vittorio Emanuele II, nelle cui adiacenze si trovano il Palazzo della Cancelleria e Santa Maria in Vallicella detta Chiesa Nuova, che colpisce per la sua sontuosità ed il suo fa-stoso interno. Da qui, attraver-sato il Corso, si arriva a Cam-po de’ Fiori, sede della movida romana, con al centro la statua di Giordano Bruno che qui fu buciato; da non perdere l’adiacente Piazza Farnese con l’omonimo Palazzo, splendido edificio rinascimentale sede dell’Ambasciata di Francia con la celebre Galleria affrescata da Annibale Carracci e poco oltre,

Palazzo Spada con la galleria prospettica di Francesco Bor-romini, nota per il suo gioco di illusone ottica, una delle curio-sità della Roma secentesca da non perdere. Attraversata via Giulia, memorabile strada che immerge il visitatore nel con-testo urbano cinquecentesco, si arriva sul Lungotevere e si può attraversare il fiume sullo storico Ponte Sisto. Percorren-do Via della Lungara, verso si-nistra, si va verso la Basilica di Santa Maria in Trastevere con i caratteristici mosaici sulla fac-ciata , e che si affaccia su una delle più belle piazze della cit-tà. Proseguendo verso il Giani-colo Si giunge alla Chiesa di S. Pietro in Montorio, situata in uno dei punti più panoramici di Roma, con il Tempietto delBramante che ne costituisce la principale attrattiva. Riparten-do dalla Lungara, ma questa volta dirigendosi verso destra, si arriva alla cinquecentesca Villa Farnesina, una delle più nobili e armoniose realizza-zioni del Rinascimento al cui interno si possono ammirare tra l’altro il celebre affresco di Raffaello, il trionfo della ninfa

Galatea, e la Loggia di Amo-re e Psiche della sua scuola. Alle spalle, Palazzo Corsini, i cui giardini accolgono l’orto botanico e sede della Galle-ria Nazionale di Arte Antica, che conserva tra le altre, ope-re di Beato Angelico, Rubens, Murillo, Luca Giordano. Pro-seguendo verso Borgo Santo Spirito si arriva alla Città del Vaticano, il più piccolo stato almondo nel cuore della capitalecon la splendida Basilica di San Pietro. All’interno delle mura, si trovano i Musei Vaticani, meraviglioso crogiolo dell’arte e della storia di tutti i tempi e di tutti i luoghi, con opere di immenso valore storico ed arti-stico: da non perdere le Stanze di Raffaello, la Galleria delle Carte Geografiche e la cele-bre Cappella Sistina affrescata da Michelangelo. Percorrendo Via della Conciliazione verso il Lungotevere si arriva a Castel S. Angelo, antica fortezza più volte modificata in età medio-evale e rinascimentale, dalla quale è possibile godere del panorama circostante. Fanno parte dello Stato del Vaticano anche le altre tre basiliche pa-triarcali di San Giovanni in La-terano, Santa Maria Maggiore e San Paolo Fuori le Mura. Da ammirare, a magari da salire in ginocchio per devozione, ecco la Scala Santa, che la tradizione cristiana vuole sia stata percor-sa da Gesù per raggiungere il luogo dove subì l’interrogato-rio di Ponzio Pilato, prima di essere crocifisso, poi traspor-tata a Roma da Sant’Elena, madre di Costantino. Nelle adiacenze, sulla direttrice che unisce il Colosseo al Laterano, c’è la splendida Basilica di San Clemente, con mosaici e af-freschi all’interno anche della basilica inferiore. La Basilica

Greccio (Rieti) (Archivio Fotografico Regione Lazio)

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di Santa Maria Maggiore, po-sta sul colle Esquilino, è la sola ad aver mantenuto la struttura paleocristiana originaria, an-che se con arricchimenti suc-cessivi. Nelle vicinanze si può visitare la Chiesa di S. Pietro in Vincoli dove sono conser-vate le catene di S. Pietro ed una delle più famose statue di Michelangelo, il Mosé. Infine la Basilica di San Paolo Fuori le Mura, la più grande dopo quella di S. Pietro che ci por-ta fuori dal centro storico, al confine con un quartiere nuo-vo rispetto alla Roma che ab-biamo visto fino ad ora, l’Eur, progettato negli anni Trenta del Novecento. Tra i vari per-corsi alternativi segnaliamo il suggestivo itinerario delle Ca-tacombe cristiane, luoghi di sepoltura prima, e di rifugio poi per la celebrazione dell’Eu-carestia durante le persecuzioni cristiane. A Roma ci sono più di sessanta catacombe e tra le più importanti si ricordano le Catacombe di S. Agnese, Pri-scilla, Domitilla, S. Sebastiano e S.Callisto. Da non perdere infine una visita a Ostia An-tica, miglior esempio di città di epoca romana giunto fino a noi, il cui Teatro Romano offre in estate un vasto cartel-lone di eventi e spettacoli nella splendida cornice degli scavi archeologici dove si respira un’aria magica. Naturalmente è impossibile descrivere ogni angolo e ogni meraviglia della Capitale: abbiamo solo volu-to dare alcuni suggerimenti, a partire dai quali ciascuno potrà dedicarsi alla propria personale scoperta di una città che riser-va per tutti visioni incantate e infinite meraviglie.Per maggiori informazioni consultare il sito: www.visitlazio.com

Fontana Monumentale a Piazza di Spagna, nel cuore di Roma, ai piedi della scalinata.

Giardino di Ninfa Monumento Naturale - Cisterna di Latina(Archivio Fotografico Regione Lazio)