Mazzochin, S. - La Ceramica Comune Romana (Nora)

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NORA. IL FORO ROMANO Storia di un’area urbana dall’età fenicia alla tarda antichità 1997-2006 VOLUME II.2 - I MATERIALI ROMANI E GLI ALTRI REPERTI Padova 2009 Università degli Studi di Padova - Dipartimento di Archeologia a cura di JACOPO BONETTO - GIOVANNA FALEZZA - ANDREA RAFFAELE GHIOTTO

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  • NORA. Il fORO ROmANOStoria di unarea urbana

    dallet fenicia alla tarda antichit

    1997-2006

    VOlume II.2 - I mAteRIAlI ROmANI e GlI AltRI RePeRtI

    Padova 2009

    universit degli Studi di Padova - Dipartimento di Archeologia

    a cura di

    JACOPO BONettO - GIOVANNA fAleZZA - ANDReA RAffAele GHIOttO

  • universit di Padova - Dipartimento di Archeologia Piazza Capitaniato, 7 - 35139 Padovatel. +39 0498274574 - +39 0498274591www.archeologia.unipd.it

    la presente opera, suddivisa in quattro volumi, lesito di una ricerca condotta nell'ambito di una Convenzione tra il ministero per i Beni e le Attivit culturali, Soprintendenza per i Beni Archeologici per le Province di Cagliari e Oristano, e il Dipartimento di Archeologia dell'universit di Padova.

    La collana Scavi di Nora raccoglie studi monografici sulla citt antica editi dalle Universit di Genova, Milano, Padova e Viterbo che operano in sinergia con la Soprintendenza per i Beni Archeologici per le Province di Cagliari e Oristano.

    ministero per i Beni e le Attivit Culturali Soprintendenza per i Beni Archeologici per le Province di Cagliari e OristanoPiazza Indipendenza, 7 - 09124 Cagliaritel. +39 070605181 www.archeocaor.beniculturali.it

    lopera stata realizzata con il contributo e la partecipazione di:

    Dipartimento di Architettura, urbanistica e Rilevamento - universit di Padova

    Dipartimento di Costruzioni e Trasporti - universit di Padova

    ISBN: 978-88-902721-2-7 Italgraf - Noventa Padovana 2009.Tutti i diritti sono riservati. vietata in tutto o in parte la riproduzione dei testi e delle illustrazioni.

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  • SCAVI DI NORAI

    padova 2009

  • Capitolo 21

    La ceramica comune romanasTeFaNia MazzocchiN

    Lo studio della ceramica comune, trascurata in passato per la bassa valenza estetica, pone sempre notevoli problemi soprattutto per la sua corretta definizione, nonostante il recente incremento di ri-cerche scientifiche al riguardo1. Con ceramica co-mune o meglio ceramiche comuni come stato proposto da Gloria Olcese nel suo lavoro sulle ce-ramiche di Albintimilium2, si definisce il vasellame per la cottura di alimenti, per il servizio sulla mensa, per la conservazione e la preparazione delle pietan-ze. Questa ceramica risponde quindi a diversi uti-lizzi, che hanno determinato la creazione di forme precise, dove laspetto funzionale preponderante su quello estetico.

    Alla luce di recenti approfondimenti di indagine archeometrica sugli impasti di questa classe viene definitivamente superata la teoria che la cerami-ca comune sia una ceramica di produzione locale: accanto a forme prodotte in loco, ve ne sono altre, sia da fuoco, sia da mensa, che sono commercia-te a breve, medio e lungo raggio3. Non semplice individuare, attraverso una prima classificazione, il materiale locale da quello importato: per questo motivo, in attesa della programmazione di specifi-che indagini archeometriche sul materiale di Nora si propone una descrizione degli impasti da una visio-ne macroscopica.

    Le osservazioni di tipo tecnologico effettuate sul materiale esaminato, permettono di operare una di-stinzione importante tra le ceramiche destinate alla cottura dei cibi, comunemente indicate come cera-miche grezze, da cucina o da fuoco e quelle utiliz-

    1 Un recente complessivo approccio alla ceramica comune si trova in olcese 2003.

    2 olcese 1993, 43-56.3 olcese 1993, 107-139; corTese 2005; saNToro biaNchi

    2005a; saNToro biaNchi 2005b.

    zate per la mensa e la dispensa. Questa distinzione fondamentale, ed interessante rilevare che essa era nota anche agli artigiani antichi, poich i manu-fatti che dovevano essere esposti al fuoco e quindi ad escursioni termiche ripetute dovevano essere re-alizzati con una materia prima dalle caratteristiche particolari, con unalta percentuale di degrassante costituito da quarzo o da materiale di origine vul-canica e con tecnologie specifiche; al contrario le ceramiche non da fuoco, che non devono resistere allesposizione al calore, sono foggiate con una ma-teria prima diversa4.

    Per questa ricerca sono stati presi in considera-zione 1038 frammenti ceramici (fig. 1), dei quali 470, pari al 45,3%, riconducibili a forme determi-nate e per le quali si sono potuti trovare riscontri e confronti in altri siti archeologici, e 568, pari al 54,7% sono invece quei frammenti di orli, fondi, pareti e anse che, soprattutto per le ridottissime di-mensioni conservate, non sono stati utili alla rico-struzione della forma di riferimento.

    Le forme della ceramica da cucina riscontrate tra il materiale di Nora (fig. 2) sono le olle, le pentole e

    4 olcese 2003, 19.

    Fig. 1. Percentuale dei frammenti diagnostici e non diagnostici.

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    i tegami; si individuano poi le forme della ceramica da dispensa e da mensa, con bottiglie, brocche, cop-pe, piatti-coperchio, anforette e alcune forme che presentano impasti semidepurati, adatti ad essere utilizzati per la preparazione dei cibi o per la con-servazione, come i bacini e i grandi contenitori.

    Per la sua funzionalit di ceramica da fuoco, includiamo anche la descrizione dei pochissimi frammenti di ceramica con vernice rossa interna rinvenuti nellarea P, che potrebbero rappresentare un elemento di importazione nel panorama della ceramica comune, se, con indagini archeometriche, si verificasse che limpasto marcato da indicatori vulcanici campani o laziali 5.

    Concludono la rassegna i balsamari, presenti in numero piuttosto ridotto, in genere privi di rivesti-mento: tra essi, degno di particolare interesse un frammento di orlo e collo di un balsamario di di-mensioni piuttosto consistenti e di probabile produ-zione campana.

    5 GoudiNeau 1970; chiosi 1996; leoTTa 2005.

    Fig. 2

  • la ceraMica coMuNe roMaNa 701

    1. aNNoTazioNi TecNoloGiche

    Losservazione di ogni singolo frammento ha permesso di individuare la ricorrenza di una certa variet di impasti, pi grossolani alcuni, caratte-rizzati dalla presenza di abbondanti inclusi, anche di dimensioni notevoli, pi depurati altri, distinti da inclusi di dimensioni pi piccole e di frequen-za minore. Tale differenza di tessitura dellimpasto corrisponde, quasi sempre, alla differente funzione dei materiali: con impasto grossolano e pareti spes-se sono foggiate quelle forme destinate alla cottura degli alimenti e alla ripetuta esposizione alle fonti di calore; al contrario, presentano limpasto depurato e pareti pi assottigliate quegli oggetti che sono im-piegati per la conservazione degli alimenti o per la mensa. Si notato che alcuni impasti, grossolani e depurati, presentano in sezione una colorazione pi scura del nucleo, il cosiddetto cuore nero, dovuto ad una combustione incompleta delle materie orga-niche presenti nellimpasto, a causa della limitata disponibilit di ossigeno nellatmosfera di cottura6.

    Nessun oggetto rivestito. Si rileva solo in al-cuni casi una patina, spesso bruna, sulla superficie esterna, probabilmente un sottile strato di argilla pi fine steso sulla superficie allo scopo di eliminare la porosit troppo evidente e le asperit dovute agli inclusi. Molto limitate sono anche le decorazioni, presenti unicamente sul collo di alcune brocche e sulla spalla di poche olle con impasto depurato: si tratta di linee di piccole tacche incise con una stec-ca oppure di linee lucide, steccature, ottenute per strofinamento sulla superficie presumibilmente di uno strumento con la punta larga.

    Impasti GrossolaniImpasto G1: corpo ceramico rosso mattone e bruno, con molti piccoli inclusi di calcite e mica e pi rari grandi inclusi quarzosi.Impasto G2: corpo ceramico arancio, con cuore nero, semidepurato, con molti piccoli inclusi di cal-cite, quarzo e mica. Impasto G3: corpo ceramico marrone bruno, con inclusi piccoli di calcite e mica, medi e grandi di quarzo, molto grandi rari rossi; patina bruna sulle superfici.Impasto G4: corpo ceramico arancio mattone, duro, a frattura irregolare con piccoli e rari inclusi di cal-cite.Impasto G5: corpo ceramico arancio mattone, duro

    6 cuoMo di caPrio 2007, 493-494; sui materiali dellarea C era stata fatta la medesima osservazione: caNePa 2003a, 183-185.

    con piccoli inclusi neri, di mica, di quarzo e calci-te.

    Impasti DepuratiImpasto D1: corpo ceramico dallarancio al bruno, depurato, con rari inclusi molto piccoli di calcite. Patina non uniforme grigiastra sulle superfici inter-na ed esterna.Impasto D2: corpo ceramico bruno marrone, semi-depurato, con piccoli inclusi di calcite, raramente medi. Impasto D3: corpo ceramico rosato, semidepurato, con molti piccoli inclusi marroni, pochi di calcite.Impasto D4: corpo ceramico semidepurato, con grossi e medi inclusi rossi, piccoli inclusi di calcite e molta mica.Impasto D5: corpo ceramico arancione, con mol-tissimi inclusi piccoli e medi di calcite, pi rari di quarzo e mica.Impasto D6: corpo ceramico mattone con piccoli in-clusi di calcite e quarzo.Impasto D7: corpo ceramico beige arancio, depura-to con molta mica, piccoli inclusi di calcite e rossi.

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    2. la ceraMica da cuciNa

    Tra la ceramica comune impiegata in cucina per la cottura dei cibi troviamo poche forme funziona-li, tutte caratterizzate dallimpasto ricco di inclusi (fig. 3). Le pi numerose sono le pentole, recipienti con una larga imboccatura, lorlo appiattito o estro-flesso, spesso marcato dalla solcatura per lappog-gio del coperchio; il corpo generalmente capiente, con il profilo quasi cilindrico o poco arrotondato e il fondo piano. Nelle fonti questo tipo di recipiente denominato caccabus, poteva essere di metallo o di terracotta e rappresentava certamente uno degli strumenti fondamentali in cucina, dato il gran nu-mero di ricette nelle quali utilizzato; poteva essere posto direttamente sulla brace oppure sopra un trep-piede o mediante piedi in terracotta applicati7.

    Seguono le olle, distinte dal diametro dellorlo inferiore a quello massimo, che si attesta a livello della spalla; lorlo variamente conformato, spesso adatto allappoggio del coperchio, la spalla arro-tondata e il fondo si presenta piano. Con aula o olla si indica nelle fonti un recipiente in terracotta, me-tallo o vetro; il principale uso dellolla in ceramica la cottura di varie pietanze e la bollitura; lolla po-teva essere anche impiegata per contenere provviste nella dispensa8.

    La patina, patena o patella corrisponde alla for-ma del tegame, recipiente dalla larga imboccatu-

    7 hilGers 1969, 40-41; 124-125; caraNdiNi, ricci 1985, 25-26.

    8 hilGers 1969, 39-40; 112-116; caraNdiNi, ricci 1985, 24-25.

    ra, vasca pi o meno profonda, con parete diritta, fondo piano. Patina e caccabus costituivano il set indispensabile per la cucina romana; il tegame era utilizzato per la cottura di carni, pesci e verdure e poteva servire anche come piatto da portata9. Alla medesima forma sono riconducibili anche quei con-tenitori da fuoco caratterizzati da uno spesso strato di vernice rosso scuro, steso sulla superficie interna e fino allorlo, come antiaderente, funzionale alla cottura del pane e della patina, una pietanza molto comune a base di uova, che avveniva a fuoco lento in forno o direttamente sulle braci; oppure tali tega-mi, chiusi con il coperchio, potevano essere posti sotto la cenere10.

    2.1 Le olle

    Olle con orlo a tesa e imposta per il coperchioQuesto tipo di olla caratterizzato dalla presen-

    za di una tesa pi o meno obliqua, con la superficie piana, a volte leggermente concava, sempre segna-ta da una solcatura per lappoggio del coperchio. Il corpo sembra generalmente globulare, sebbene si conservino frammenti davvero ridotti; i diametri degli orli sono variabili, e compresi tra i 15,5 e gli 8 cm. Questo tipo pu essere avvicinato ad un compo-sito gruppo rinvenuto ad Albintimilium e datato ad et tardo romana11.1. NR06/PG/11379/CR/3. Fig. 4. Olla con orlo inclinato allinterno, breve tesa obliqua con solcatura per lappog-

    9 hilGers 1969, 245-247; caraNdiNi, ricci 1985, 27-28.10 leoTTa 2005, 119.11 olcese 1993, figg. 37-38, 203-208.

    Fig. 3

  • la ceraMica coMuNe roMaNa 703

    gio del coperchio, parete leggermente arrotondata. Stec-cature orizzontali sulla parete esterna, poco sotto lorlo; tracce di affumicature. Impasto G1.2. NR05/PI/5295/CR/13+14. Fig. 4. Olla con orlo incli-nato allinterno, breve tesa convessa con margine rilevato e ingrossata allesterno, parete obliqua. Tracce di stesura di argilla depurata sulle superfici. Impasto G2.3. NR05/PG/11150/CR/11. Fig. 4. Olla con orlo incli-nato allinterno, breve tesa concava e rilevata, con parte terminale appuntita, parete svasata. Impasto G1.

    4. NR03/PF/5983/CR/11. Fig. 4. Olla con orlo inclinato allinterno, breve tesa arrotondata con leggera depressio-ne per lappoggio del coperchio, parete svasata. Impasto G1.5. NR05/PF/12035/CR/19. Fig. 5. Olla con orlo inclinato e sporgente allinterno, con tesa orizzontale arrotondata con solcatura per lappoggio del coperchio. Tracce di pa-tina bruna allesterno. Impasto G2 (senza cuore nero).6. NR06/PH/11624/CR/4. Fig. 5. Olla con orlo a tesa obliqua con margine arrotondato e solco per lappog-

    Fig. 4

    Fig. 5

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    gio del coperchio. Tracce di patina arancio chiaro stesa allesterno e sullorlo. Impasto G1.

    Olle con orlo a tesa Si riuniscono qui alcune olle con orli che si pre-

    sentano genericamente a tesa; il primo tipo, con col-lo molto evidente, trova confronti in area laziale nel I sec. d.C.12, gli altri, sporgenti allinterno, sono av-vicinabili ad un tipo di produzione dei Colli Albani, datato tra il II sec. a.C. e la fine del I sec. d.C.13.

    7. NR03/PF/5965/CR/33. Fig. 6. Olla con orlo verticale a tesa inclinata allesterno, gola cilindrica e spalla arro-

    12 olcese 2003, tipo 10, tav. XII, 6, 84.13 olcese 2003, tipo 14, tav. XIII, 4, 84-85.

    tondata. Patina bruno nerastra sulla superficie esterna e sullorlo. Impasto G1.8. NR06/PH/11649/CR/16. Fig. 6. Olla con orlo inclina-to e sporgente allinterno, a tesa obliqua, parete svasata. Tracce di patina marrone chiaro stesa sullorlo e allester-no. Impasto G1.9. NR05/PG/11033/CR/61+66. Fig. 6. Olla con orlo in-clinato e sporgente allinterno, a tesa piana, parete svasa-ta. Impasto G1.10. NR01/PF/5708/CR/254. Fig. 6. Olla con orlo incli-nato e sporgente allinterno, a tesa piana, parete svasata. Impasto G1, con cuore nero.

    11. NR06/PH/11685/CR/29. Fig. 7. Olla con orlo inclina-

    Fig. 6

    Fig. 7

  • la ceraMica coMuNe roMaNa 705

    to e sporgente allinterno, a tesa piana, parete arrotondata. Impasto G1, con tracce di patina bruno scura allesterno e cuore nero.

    12. NR03/PG/11011/CR/1. Fig. 7. Olla con orlo inclinato e sporgente allinterno, a tesa piana, parete svasata. Im-pasto G1.

    13. NR03/PG/11010/CR/1. Fig. 8. Olla con orlo inclinato e sporgente allinterno, a tesa piana, parete svasata. Im-pasto G1 con cuore nero.

    14. NR/05/PG/11150/CR/9. Fig. 8. Olla con orlo inclina-to e sporgente allinterno e ingrossato, a tesa piana, pare-te svasata. Impasto G1, parete sottile.

    15. NR/06/PG/11373/CR/1. Fig. 8. Olla con orlo inclinato e sporgente allinterno e ingrossato, a tesa piana obliqua, parete svasata. Impasto G1, con inclusi molto piccoli.

    Olla con orlo a sezione triangolareUn solo esemplare presenta lorlo a sezione trian-

    golare, appuntito e con una solcatura interna pro-babilmente per lappoggio del coperchio. Presenta impasto arancio, semi depurato, con la superficie

    caratterizzata da una patina pi scura dellimpasto. Il tipo non sembra trovare confronti puntuali tra i materiali di Nora.

    16. NR01/PF/5722/CR/311. Fig. 8. Olla con orlo vertica-le appuntito a sezione triangolare sporgente sulla parete, parete verticale. Impasto G2, uniforme, con patina bruna sulla superficie esterna e allinterno dellorlo.

    2.2 Le pentole

    Pentola con orlo a tesa e solco per il coperchioQuesta forma di pentola compare gi a Nora,

    nellarea C, dove conservato anche il corpo, che si presenta cilindrico con pareti dallandamento verti-cale, e fa parte di livelli di III sec. d.C.14.

    1. NR02/PF/5841/CR/54. Fig. 9. Pentola con orlo ver-ticale, a breve tesa leggermente inclinata allesterno, sul margine interno profonda solcatura funzionale allappog-gio del coperchio, gola verticale e parete obliqua. Impasto G1.

    14 caNePa 2003a, 140, tipo If, tav. 35, 4.

    Fig. 8

    Fig. 9

  • 706 sTeFaNia MazzocchiN

    Pentola con orlo appiattito e scalino allinternoSi riuniscono in questo grande gruppo fram-

    menti di orli di pentole dalle dimensioni piuttosto consistenti, con il diametro che supera i 30 cm, e di dimensioni pi contenute, con il diametro che si attesta attorno ai 20 cm. Si tratta di olle caratteriz-zate dallorlo piano con la gola concava segnata da uno scalino allinterno. Questa forma sembra essere gi attestata a Nora, poich presente tra i materiali dellarea C e dellarea G, databili genericamente ad et imperiale15.

    Ad Albintimilium sono presenti pentole di forma simile, con orlo a tesa e gola accentuata da uno sca-lino, documentate dalla met del I sec. a.C. al I sec. d.C.16. Anche a Roma e nel Lazio presente un tipo di pentola morfologicamente avvicinabile a quello in esame, datato tra let tardo repubblicana e let flavia17.

    2. NR04/PG/11000/CR/110. Fig. 10. Grande pentola con orlo verticale, sporgente allinterno e allesterno, con

    15 caNePa 2003a, 140-141, tipo Ii, tav. 35, 6; Frezza 2001-2002, pentole ad orlo vagamente quadrangolare, 304-307.

    16 olcese 1993, 218-221, fig. 43, 105-107.17 olcese 2003, 74-75, tav. ii.

    parte superiore leggermente bombata, allinterno la gola dritta e segnata da uno scalino al passaggio con la pare-te; parete obliqua. Impasto G3.

    3. NR04/PF/5469/CR/19. Fig. 10. Grande pentola con orlo verticale, appiattito e sporgente allesterno, allinter-no la gola concava e segnata da uno scalino al passag-gio con la parete; parete obliqua. Impasto G1.

    4. NR06/PH/11681/CR/1+4. Fig. 10. Grande pentola con orlo leggermente inclinato allesterno, appiattito e sporgente allesterno, allinterno la gola concava e se-gnata da uno scalino al passaggio con la parete; parete obliqua. Impasto G1, patina bruno nerastra allesterno e sullorlo.

    5. NR05/PG/11033/CR/62. Fig. 11. Pentola con orlo verticale appiattito, leggermente sporgente allinterno e allesterno, allinterno la gola concava e segnata da uno scalino al passaggio con la parete; parete obliqua. Impa-sto G1, patina bruno nerastra allesterno e sullorlo.

    6. NR05/PG/11164/CR/26+27. Fig. 11. Pentola con orlo verticale appiattito, sporgente allesterno; allinterno, la

    Fig. 11

    Fig. 10

  • la ceraMica coMuNe roMaNa 707

    gola concava e segnata da uno scalino al passaggio con la parete; parete obliqua. Impasto G1, patina bruno nera-stra allesterno e sullorlo.

    7. NR04/PF/5470/CR/19. Fig. 12. Pentola con orlo ver-ticale appiattito, sporgente allesterno; allinterno, la gola leggermente concava e segnata da uno scalino al pas-saggio con la parete; parete verticale. Impasto G1, patina bruno nerastra allesterno e sullorlo.

    8. NR98/PB/5047/CR/24. Fig. 12. Pentola con orlo ver-ticale appiattito, sporgente allesterno; allinterno, la gola leggermente concava e segnata da uno scalino al pas-saggio con la parete; parete verticale. Impasto G1, con anima nocciola chiaro; patina rossiccia sulle superfici.

    9. NR04/PG/11000/CR/106. Fig. 12. Pentola con orlo

    verticale appiattito, sporgente allesterno; allinterno, la gola leggermente concava e segnata da uno scalino al passaggio con la parete; parete obliqua, con carena arro-tondata. Impasto G1; patina nerastra sulla carena della parete.

    10. NR04/PG/11033/CR/49. Fig. 13. Pentola con orlo verticale appiattito, sporgente allesterno; allinterno, la gola leggermente concava e segnata da uno scalino al passaggio con la parete; parete obliqua. Impasto G1; pa-tina nocciola sulla superficie esterna, nerastra sullorlo e sulla parte pi bassa della parete.

    11. NR03/PI/5295/CR/18. Fig. 13. Pentola con orlo ver-ticale appiattito, sporgente allesterno; allinterno, la gola leggermente concava e segnata da uno scalino al pas-saggio con la parete. Impasto G1.

    Fig. 13

    Fig. 12

  • 708 sTeFaNia MazzocchiN

    12. NR01/PF/5708/CR/261. Fig. 13. Pentola con orlo arrotondato sporgente allesterno; allinterno, la gola leggermente concava e segnata da un leggero scalino al passaggio con la parete obliqua. Impasto G1; patina ne-rastra sullorlo.

    13. NR98/PB/5047/CR/25. Fig. 13. Pentola con orlo ap-piattito e obliquo verso linterno, sporgente allesterno; allinterno la gola leggermente concava e segnata da un leggero scalino al passaggio con la parete arrotondata. Impasto G1.

    Pentole con orlo a tesa orizzontaleQuesta forma assai semplice trova riscontro so-

    prattutto a Roma e nel Lazio, in esemplari che pre-sentano dimensioni maggiori, soprattutto nella tesa e che vengono datati tra I e II sec. d.C.18; tutti sono accomunati dalla presenza di affumicature sullorlo e sulla parete esterna.

    14. NR01/PF/5722/CR/324. Fig. 13. Pentola con orlo a

    18 olcese 2003, 75-77, tavv. iii-iv.

    tesa orizzontale appiattita e sporgente allesterno, parete leggermente arrotondata. Impasto G2, senza cuore nero; patina bruno nerastra sullorlo.

    15. NR05/PG/11164/CR/23. Fig. 13. Pentola con orlo a tesa orizzontale appiattita e sporgente allesterno, parete obliqua con carena arrotondata. Impasto G2, senza cuore nero; patina bruno nerastra sullorlo e sulla carena.

    Pentola con orlo arrotondato e rivolto allesternoUn solo frammento di pentola presenta lorlo

    ingrossato e rivolto allesterno, ma non sembra fa-cilmente confrontabile con analoghe forme da altri contesti.

    16. NR04/PF/5482/CR/15. Pentola con orlo ingrossato allinterno, arrotondato e rivolto allesterno, parete ver-ticale. Impasto G2, patina bruna allesterno.

    Fig. 14

  • la ceraMica coMuNe roMaNa 709

    Pentola con orlo impostato sulla pareteLe tre pentole qui esaminate presentano lorlo

    allungato sia allinterno, sia allesterno della pare-te, in maniera quasi speculare. Sono presenti a Nora nellarea C e in altri contesti sardi e sono ritenuti probabilmente di produzione locale e datati alla pri-ma et imperiale19.

    17. NR97/PA/5015/CR/1. Fig. 15. Grande pentola con orlo orizzontale impostato sulla parete verticale, lorlo sporgente sia allinterno che allesterno e appuntito, la parte superiore convessa. Impasto G2.

    18. NR05/PH/11560/CR/10. Fig. 15. Pentola con orlo orizzontale impostato sulla parete verticale, lorlo spor-gente sia allinterno che allesterno con i margini arro-tondati, la parte superiore convessa. Impasto G2.

    19. NR01/PF/5722/CR/293. Fig. 15. Pentola con orlo orizzontale impostato sulla parete verticale, lorlo spor-gente sia allinterno che allesterno e appuntito, la parte superiore piana. Impasto G2, patina nerastra sullorlo.

    19 caNePa 2003a, 140, tipo Ie, tav. 35, 3.

    Pentole con orlo bifidoSono state isolate tre pentole con orlo solcato

    sulla parte superiore per lappoggio del coperchio. La morfologia generale consente di accostare que-sti frammenti alle casseruole in ceramica da cucina africana, ma il tipo di impasto, lassenza di vernice e di patine inducono ad ipotizzare probabilmente una produzione locale anzich dal Nord Africa. Le forme corrispondono chiaramente a modelli noti e in circolazione anche a Nora tra la met del III sec. d.C. e il IV-V sec. d.C.20.

    20. NR05/PG/11295/CR/2. Fig. 16. Pentola con orlo ver-ticale arrotondato, con una profonda solcatura sulla parte superiore. Impasto G4.

    21. NR06/PG/11331/CR/114. Fig. 16. Pentola con orlo leggermente inclinato allesterno, con una profonda sol-catura sulla parte superiore, parete verticale. Impasto G4, con cuore nero.

    20 Oltre al tipo Ostia III, fig. 108, i tipi Ostia III, fig. 267 e Ostia I, fig. 269 sono bene rappresentati sia nellarea C, sia nellarea G: Gazzerro 2003e, 128; Frezza 2001-2002, 66-68.

    Fig. 15

    Fig. 16

  • 710 sTeFaNia MazzocchiN

    22. NR05/PH/11531/CR/88. Pentola con orlo verticale ribattuto allesterno, con una profonda solcatura sulla parte superiore. Impasto G4.

    Pentole con orlo ricurvo allinternoQuesto pi folto gruppo di pentole ha un carat-

    teristico orlo appiattito e aggettante verso linterno; comprende forme piuttosto grandi, con il diametro che supera anche i 26 cm, e forme pi contenute, con il diametro di 20-24 cm. La parete sembra cur-va e di spessore variabile, ma generalmente molto sottile. Forme simili si ritrovano in Sardegna, tra il materiale dello scavo di S. Eulalia a Cagliari, e pos-sono essere datate tra il IV e lVIII sec. d.C., pi precisamente forse tra il IV e il V sec. d.C.21; anche presso il nuraghe Losa di Abbasanta sono presenti pentole con orlo sagomato, impostato sulla parete

    21 saNGiorGi 2005, 257, fig. 9, 5-6; PiNNa 2005, 270, fig. 3, 5.

    e che tende a rientrare, riferite ad et tardo roma-na, V-VI sec. d.C.22. Il caratteristico orlo rientrante e soprattutto limpasto ricco di degrassante di pic-cole dimensioni, la patina bruna stesa allesterno e lo spessore molto sottile delle pareti permettono di confrontare gli esemplari di Nora con quelli rin-venuti a Cornus, in stratigrafie prevalentemente di VI-VII sec. d.C.23. Sullorlo di un solo frammento (NR01/PF/5708/CR/11, n. 30) si notano delle linee ottenute a stecca, che sembrano essere motivo di-stintivo di questa forma, sebbene tra i frammenti di Nora analizzati questo sia lunico caso24.

    23. NR06/PH/11628/CR/4. Fig. 17. Grande pentola con orlo obliquo ricurvo allinterno e leggermente sporgente allesterno, con margini arrotondati e parte terminale pia-na, parete obliqua spessa. Impasto G3, patina bruna sulla superficie esterna.

    24. NR06/PH/11618/CR/2. Fig. 17. Grande pentola con orlo obliquo ricurvo allinterno e leggermente sporgente allesterno, con margini arrotondati e parte terminale pia-na, parete obliqua spessa. Impasto G3, grigio.

    22 bacco 1997, 80, tav. XIII, 3-11.23 Fichera, MaNciNelli 2000, 256.24 PiNNa 2005, 270.

    Fig. 17

  • la ceraMica coMuNe roMaNa 711

    25. NR04/PH/11524/CR/11. Fig. 17. Pentola ricostruibile per buona parte, con orlo obliquo ricurvo allinterno e leggermente sporgente allesterno, con margini arroton-dati e parte terminale piana, corpo ovoidale con spalla arrotondata, parete sottile. Impasto G1, patina bruna sulla superficie esterna.

    26. NR06/PH/11681/CR/5. Fig. 18. Pentola con orlo obli-quo ricurvo allinterno e leggermente sporgente allester-no, con margini arrotondati e parte terminale piana. Im-pasto G1, patina nera sullorlo.

    27. NR01/PF/5708/CR/256. Fig. 18. Pentola con orlo obliquo ricurvo allinterno e leggermente sporgente allesterno, con margini arrotondati e parte terminale pia-na, parete arrotondata. Impasto G1.

    28. NR05/PH/11542/CR/13. Fig. 18. Pentola con orlo obli-

    quo ricurvo allinterno e leggermente sporgente allester-no, con margini arrotondati e parte terminale piana, pare-te arrotondata. Impasto G1, patina bruna allesterno.

    29. NR06/PH/11618/CR/1. Fig. 19. Pentola con orlo obli-quo ricurvo allinterno a formare un angolo acuto con la parete e leggermente sporgente allesterno, con margini arrotondati e parte terminale piana, parete arrotondata. Impasto G1.

    30. NR01/PF/5708/CR/11. Fig. 19. Pentola con orlo obli-quo ricurvo allinterno e leggermente sporgente allester-no, con margini arrotondati e parte terminale piana, pare-te arrotondata molto sottile. Impasto G1, con cuore nero; sullorlo steccature irregolari.

    Fig. 18

    Fig. 19

  • 712 sTeFaNia MazzocchiN

    2.3 I tegami

    Tegami con orlo bifidoLa forma del tegame ad orlo bifido ha una lunga

    persistenza nel tempo, poich nota dalla fine del II sec. a.C. al I sec. d.C. e oltre e diffusa in tutto il bacino del Mediterraneo. I tre esemplari di Nora presentano impasti diversi: il fr. NR01/PF/5722/CR/289+NR01/PF/5708/CR/290 (n. 1) con inclusi molto evidenti di quarzo avvicinabile a due tega-mi rinvenuti ad Albintimilium25 mentre solamente uno, il fr. NR06/PG/11373/CR/2 (n. 3) presenta un impasto con inclusi neri, probabilmente vulcanici, permettendo di ipotizzare una produzione in am-bito campano e unimportazione di questa forma, insieme forse ai tegami con vernice rossa interna cui assomigliano morfologicamente. Questo tipo di tegame confrontabile con forme di Pompei, datate alla fine del II-I sec. a.C. ma documentate anche nel I sec. d.C.26. Nellarea C erano presenti esemplari di forma analoga, probabilmente materiali residuali da livelli di III-IV sec. d.C.27.

    1. NR01/PF/5722/CR/289+NR01/PF/5708/CR/290. Fig. 20. Grande tegame con orlo arrotondato e bifido,

    25 olcese 1993, 232, fig. 48, 134-135.26 olcese 1993, 225, fig. 45, 115.27 caNePa 2003a, 146, tipo IIc, tav. 40, 2.

    parete leggermente bombata. Impasto G3; patina bruno nerastra sullorlo e verso il fondo.2. NR00/PD/5165/CR/4. Fig. 20. Tegame con orlo ar-rotondato e bifido, parete leggermente bombata, fondo piano. Impasto G2.3. NR06/PG/11373/CR/2. Fig. 20. Gegame con orlo ar-rotondato e bifido, parete leggermente bombata. Impasto G5.

    Tegami a vernice rossa internaInseriamo a questo punto i pochissimi frammenti

    di pareti o fondi di tegami con vernice rossa interna (Pompejanisch-rote Platten), dei quali si offre sola-mente il computo numerico poich le ridottissime dimensioni conservate non permettono di riferirsi a tipologie precise: solo il frammento NR02/P/5187/CR/5 (n. 4) pu essere identificato come un grande tegame con piede ad anello. Sebbene tali manufatti siano stati studiati in modo autonomo, in virt delle loro caratteristiche morfologiche, sono comunque recipienti destinati a scopi funzionali legati alla cot-tura degli alimenti28.

    Questa classe ceramica comprende essenzial-mente tegami e in minor misura coperchi, adatti allesposizione al fuoco e rivestiti allinterno fino allorlo da uno spesso strato di vernice rossa, com-

    28 La medesima scelta viene operata anche per la vernice rossa interna di Albintimilium: olcese 1993, 45; 232.

    Fig. 20

  • la ceraMica coMuNe roMaNa 713

    patta, sulla quale a volte compaiono solcature circo-lari concentriche29. Questi tegami vengono prodotti in vari centri dellItalia e delle province, comples-sivamente tra il II sec. a.C. e il III sec. d.C.; in par-ticolare quelli realizzati in area vesuviana e a Cu-ma30 e, nel Lazio, a Tivoli si datano tra il II sec. a.C. e il I sec. d.C. e si diffondono in tutte le province dellImpero, per la preparazione della patina e di altre pietanze a base di uova, carne e legumi, per le quali era necessaria la cottura in forno, sulla brace o sotto le ceneri31.

    4. NR02/PD/5187/CR/5. Tegame con accenno di piede ad anello. Impasto G3; vernice rosso mattone, opaca. Pie-de annerito.5. NR03/PF/5984/CR/30. Tegame con fondo piatto, sul-la superficie esterna profondi solchi del tornio. Impasto G4; vernice arancio mattone, opaca. Annerito sulla su-perficie esterna.6. NR01/PF/5708/CR/178. Tegame con parete concava e ingrossata verso il fondo. Impasto G2; vernice arancio mattone, opaca, poco spessa.

    29 Una prima sistematizzazione di questa classe ceramica si deve a GoudiNeau 1970; unultima trattazione sulla ceramica a vernice rossa interna si trova in leoTTa 2005, con i riferimenti alla bibliografia e agli studi precedenti.

    30 chiosi 1996, 225.31 leoTTa 2005, 119.

    Tegami con orlo ingrossatoSi tratta di due tegami con orlo ingrossato, il

    primo arrotondato e sporgente allesterno, simile al tipo VIb rinvenuto nellarea C di Nora e datato allet imperiale32; il secondo ingrossato allesterno ma con parete interna dritta, forse utilizzato con la duplice funzione di tegame e coperchio33.

    7. NR01/PF/5722/CR/319. Fig. 21. Grande tegame con orlo arrotondato e ricurvo allesterno, parete obliqua, ac-cenno di fondo piano. Impasto G2; patina marrone ros-siccia sulle superfici.8. NR04/PG/11033/CR/53. Fig. 21. Tegame con orlo con parte terminale assottigliata, ingrossato allesterno, parete obliqua, fondo piano. Impasto G2, patina nerastra allesterno e sullorlo.

    Tegami con orlo appiattitoI tegami con orlo appiattito e ingrossato sono

    ben rappresentati a Nora anche nellarea C, sia con impasto depurato, da livelli tardi, sia con corpo ce-ramico ricco di inclusi, come quelli qui esaminati, datati invece pi precocemente tra I sec. a.C. e I d.C.34. Isolato rimane invece il terzo esemplare, ca-ratterizzato dallo spessore ridotto delle pareti.

    32 caNePa 2003a, 148-149, tipo VIb, tav. 42, 4.33 Frezza 2003, 368, qui compreso infatti tra le ciotole/co-

    perchio.34 caNePa 2003a, 147, tipo IIIa, tav. 40, 6.

    Fig. 21

  • 714 sTeFaNia MazzocchiN

    9. NR01/PF/5708/CR/264. Fig. 21. Tegame con orlo verticale appiattito e ingrossato sia allinterno che allesterno, parete curva. Impasto G1, con cuore nero; patina nerastra sulla superficie esterna e sullorlo.

    10. NR04/PH/11524/CR/4. Fig. 22. Tegame con orlo ap-piattito e ingrossato sia allinterno che allesterno, parete dritta. Impasto G1.

    11. NR04/PG/11029/CR1. Fig. 22. Tegame con orlo ap-piattito a tesa concava con i margini assottigliati, parete verticale. Impasto G1, con orlo annerito.

    Fig. 22

  • la ceraMica coMuNe roMaNa 715

    3. la ceraMica da MeNsa e da disPeNsa

    Rispetto alla ceramica da cucina, sono pi nu-merose le forme che compongono il corredo della ceramica da mensa e da dispensa (fig. 24): accanto a quelle destinate a contenere, come le coppe, pre-valgono quelle con la doppia funzione di piatto e di coperchio, ma numerose sono anche le brocche e le bottiglie, adatte a contenere e versare liquidi. Indi-viduano i materiali da dispensa le olle, le anforette e i pochi contenitori di grandi dimensioni, mentre bacini e mortaria sono impiegati per lo pi per la preparazione dei cibi.

    Le olle, o meglio le aululae o ollulae35, hanno impasto depurato e pareti sottili ed erano impiega-te per contenere provviste, come frutta, olio, noci36. Le bottiglie, lagoenae nelle fonti37, sono caratteriz-zate da uno stretto e lungo collo, corpo ovoidale o arrotondato, una o due anse e fondo piano; la loro funzione principale in et romana era quella di con-tenere il vino o il mosto sulla mensa, mentre in et tardoantica testimoniato luso della lagoena per contenere lacqua38. Le brocche sono assai nume-rose e caratterizzate da un ampio orlo, a volte an-che trilobato, generalmente unansa, corpo ovale e

    35 hilGers 1969, 117.36 caraNdiNi, ricci 1985, 24-25.37 hilGers 1969, 203-205.38 caraNdiNi, ricci 1985, 21-22.

    fondo piano. Erano utilizzate per contenere acqua, vino, aceto, mosto o conserve di frutta, ma anche come misure di capacit, e denominate urcei o urce-oli39. Sono attestate le coppe, gli acetabula, conteni-tori con imboccatura larga, ampia vasca e piede ge-neralmente ad anello, utilizzati per svariati usi sulla mensa, nella dispensa e forse anche per la toilette e la cosmesi40. La forma presente in maggior nume-ro quella del piatto, catinus, catillus o patina41, recipiente con una larga apertura e vasca poco pro-fonda, utilizzato sulla mensa per servire i cibi e per mangiare: la loro dimensione anche piuttosto gran-de permette di ipotizzare un uso collettivo del piat-to, uso che sar tipico del modo di mangiare dellet tardoantica. Proprio il largo diametro e la ridotta profondit consentono di utilizzare i piatti anche come coperchi, sia di contenitori da fuoco, sia da dispensa42. Con la definizione di anforetta si intende un contenitore caratterizzato dal collo generalmen-te cilindrico, corpo arrotondato e capiente, fondo piano e due anse, destinato a conservare nella di-spensa derrate alimentari in quantit ridotte rispetto alle anfore da trasporto. I bacini, pelves o conchae43, servivano per molteplici usi, connessi alla vita do-mestica, soprattutto per operazioni di lavaggio44,

    39 hilGers 1969, 298-300; caraNdiNi, ricci 1985, 22.40 hilGers 1969, 91-92; caraNdiNi, ricci 1985, 23.41 hilGers 1969, 142-144; 245-247.42 caraNdiNi, ricci 1985, 26-27.43 hilGers 1969, 248-249; 151-152.44 caraNdiNi, ricci 1985, 21.

    Fig. 24

  • 716 sTeFaNia MazzocchiN

    mentre i mortaria45 erano specificatamente destinati alla preparazione dei cibi, per schiacciare o tritura-re46. Si distinguono i grandi contenitori che, come i dolia, presentano spessore delle pareti e dimensioni maggiori delle altre stoviglie ed erano impiegati per lo stoccaggio delle derrate liquide e solide47.

    3.1 Le olle

    Olle con orlo concavoCon questa denominazione si riuniscono le olle

    che presentano lorlo generalmente concavo o a fa-scia, con uno spigolo o sporgenza interna piuttosto accentuata, probabilmente funzionale allappoggio del coperchio. Si tratta di contenitori destinati alla conservazione di alimenti, di dimensioni piuttosto ridotte: i diametri ricavati dalla ricostruzione gra-fica, in assenza di esemplari integri, vanno dagli 11-12 cm ai 22-23 cm. Probabilmente presentavano fondo piano e apodo, mentre non sono state rilevate tracce di anse o prese. Gli impasti, di colore varia-bile tra larancio e il bruno, sono di tipo depurato o semi depurato, con rari e piccoli inclusi visibili e in alcuni casi una patina bruna stesa sulla superficie esterna e a volte sullorlo. Due frammenti, con pare-te piuttosto sottile, presentano una decorazione a file orizzontali di tacche incise, sulla spalla in un caso, mentre sullintera superficie esterna nellaltro.

    Questa tipologia trova ampi confronti con il ma-teriale di Nora, sia dallarea C, sia dallarea G, per i quali si propone una datazione compresa tra la fine del I sec. d.C. e gli inizi del III sec., analogamente a quanto si risconta a Sulci, sebbene altrove forme analoghe siano presenti gi in et repubblicana48.

    1. NR01/PF/5708/CR/192. Orlo verticale con parte ter-minale piana, concavo, gola segnata e parete svasata; sullorlo allesterno una solcatura. Impasto D1. Fattura non regolare.

    2. NR01/PF/5722/CR/287. Orlo verticale con parte ter-

    45 hilGers 1969, 225-227.46 caraNdiNi, ricci 1985, 24.47 caraNdiNi, ricci 1985, 23.48 siriGu 1999, 145, forma 10, 6.1-6.2, tav. VIII; Frezza

    2001-2002, 201-206; caNePa 2003a, 159, tipo IIIb.

    minale arrotondata e leggermente ricurva verso lesterno, concavo, gola segnata e parete svasata; sulla spalla due solcature incise. Impasto D2.

    3. NR01/PF/5722/CR/403. Orlo ingrossato e arroton-dato, concavo, gola segnata e parete svasata; sullorlo allesterno una solcatura. Impasto D1. Fattura non rego-lare.

    4. NR04/PG/11054/CR/4. Orlo inclinato allesterno, arrotondato, leggermente cavo, gola segnata allinterno dallappoggio per il coperchio, parete svasata. Impasto D2 con superficie ruvida.

    5. NR06/PG/11379/CR/5. Orlo verticale con parte ter-minale arrotondata, concavo, gola segnata allinterno dallappoggio per il coperchio, parete svasata. Impasto D1.

    6. NR06/PH/11685/CR/35. Fig. 25. Orlo con parte terminale appuntita, concavo, gola segnata allinterno dallappoggio per il coperchio, parete svasata. Impasto D1.

    7. NR04/PF/5472/CR/13. Fig. 25. Orlo arrotondato e concavo, gola segnata e parete svasata. Impasto D3.

    8. NR05/PG/11331/CR/17. Fig. 25. Orlo leggermen-te inclinato allesterno e concavo, parete obliqua; sulla spalla doppia fila orizzontale di tacche incise. Impasto D1.

    9. NR04/PG/11000/CR/179. Fig. 25. Orlo inclinato allesterno, concavo con gola segnata allinterno per

  • la ceraMica coMuNe roMaNa 717

    lappoggio del coperchio, parete svasata; fila di tacche orizzontali incise sulla superficie esterna. Impasto D1 con cuore nero.

    10. NR04/PG/11000/CR/180. Fig. 25. Orlo verticale, concavo, con gola segnata per lappoggio del coperchio, allesterno due cordoli a rilievo, parete obliqua. Impasto D1.

    Olle con orlo a tesaAlcune olle presentano lorlo conformato a tesa,

    leggermente obliqua, con la parte terminale a vol-te squadrata, pi spesso arrotondata. Come per il tipo precedente, le dimensioni sembrano piuttosto ridotte. Si tratta in genere di ollette utilizzate per la conservazione, con il diametro dellorlo compreso tra gli 11 e i 19 cm circa. Anche in questo caso nes-sun esemplare si presenta integro, n si conservano porzioni di fondo associate, tuttavia probabilmente esso doveva essere piano. Gli impasti pi frequenti sono quelli definiti depurati, con piccole percentua-li di inclusi molto piccoli visibili ad occhio nudo. Nessun frammento decorato.

    Questo tipo presente a Nora in livelli di et im-

    periale49, a Sulci sembrerebbe databile tra la fine del I sec. a.C. e gli inizi del I sec. d.C.50, a Turris Libi-sonis al II sec. d.C.51.11. NR06/PH/11685/CR/38. Olletta con orlo leggermen-te obliquo, arrotondato, parete arrotondata. Impasto D2.

    12. NR06/PN/5295/CR/32. Olletta con orlo obliquo e squadrato, parete obliqua. Impasto D1.

    13. NR03/PF/5983CR/12. Fig. 26. Olletta con orlo leg-

    49 Frezza 2001-2001, 192-194; caNePa 2003a, 158.50 siriGu 1999, 145, tav. VII, 10, 1-3.51 Qui presente una forma con orlo a tesa orizzontale: vil-

    ledieu 1984, 145, fig. 88.

    Fig. 25

  • 718 Stefania Mazzocchin

    germente obliquo e arrotondato, parete verticale. Impasto D1.

    14. NR01/PF/5747/CR/16. Fig. 26. Olletta con orlo leg-germente obliquo e arrotondato, parete verticale. Impasto D1, con cuore nero.

    15. NR01/PF/5722/CR/291. Fig. 26. Olla con orlo leg-germente obliquo e arrotondato, parete verticale. Impasto D1, con cuore nero e sporadico un grosso incluso quarzoso.

    16. NR06/PH/11624/CR/38. Fig. 26. Olletta con orlo legger-mente obliquo e arrotondato, parete svasata. Impasto D1.

    17. NR05/PG/11164/CR/20. Fig. 26. Olletta con orlo leg-germente obliquo e arrotondato, parete svasata. Impasto D1 con cuore nero.

    3.2 Le bottiglie

    Bottiglia con orlo verticaleQuesta bottiglia con orlo che non si espande sul

    collo non sembra trovare confronti puntuali tra i materiali della Sardegna esaminati, tuttavia non mo-

    stra caratteristiche marcatamente differenti dai tipi con orlo estroflesso, n nel tipo di impasto, n nelle dimensioni.1. NR01/PF/5710/CR/20+14+15. Bottiglia con orlo ar-rotondato e leggermente inclinato allesterno, collo cilin-drico, attacco superiore dellansa a met collo. Sul collo vi sono steccature verticali irregolari. Impasto D1.

    Bottiglie con orlo estroflessoBottiglie con orlo variamente estroflesso mo-

    danato, con nervature a rilevo che sottolineano il passaggio con il collo sono state rinvenute a Nora nellarea G e C52, sempre con argille depurate, dove sono visibili solamente piccoli inclusi di calcite e databili al III sec. d.C.53. Bottiglie simili si ritrovano in Sardegna, a Sulci, datate tra la fine del I sec. a.C. e il III sec. d.C.54 e ad Albintimilium, con la medesi-ma morfologia, di prima et imperiale55.

    Si nota, in particolare sul collo delle bottiglie, la presenza di una decorazione a steccature, ottenuta a crudo con un piccolo strumento dalla punta piatta; ne risultano linee lucide verticali, pi o meno regola-ri. Questa decorazione, che notata sugli esemplari dallarea G di Nora, sembra una pratica comune gi

    52 frezza 2001-2001, 115; canepa 2003a, 170-171, tipo Ia.

    53 canepa 2003a, 171.54 Sirigu 1999, 145, tav. V, tipo 2, 6-21.55 olceSe 1993, 270-276.

    Fig. 26

  • la ceraMica coMuNe roMaNa 719

    tra I e III sec. d.C., si mantiene in uso nei secoli, fino al VII sec. d.C., e pare tipica della Sardegna centro-meridionale, in particolare del Campidano, dove si ipotizzano alcuni centri di produzione di ceramica polita a strisce56.

    2. NR00/PD/5246/CR/20. Bottiglia con orlo inclinato allesterno, a sezione quasi triangolare, collo cilindrico. Impasto D1.

    3. NR03/PF/5965/CR/31. Bottiglia con orlo leggermen-te inclinato allesterno, arrotondato con margine appuntito, collo cilindrico, attacco di ansa a nastro poco sotto lorlo. Impasto D1, nella sezione dellansa si nota il cuore nero.

    4. NR04/PF/5470/CR/2. Bottiglia con orlo rivolto allesterno, leggermente appiattito nella parte superiore, linea a rilievo al passaggio con il collo, collo troncoconi-co. Sul collo vi sono steccature verticali irregolari. Impa-sto D1 con cuore nero.

    5. NR06/PG/11331/CR/125. Bottiglia con orlo orizzon-tale estroflesso, con parte terminale ricurva, linea a rilie-vo sotto lorlo, inizio di collo forse troncoconico. Impa-sto D1.

    56 TroNcheTTi 1996a, 108; PiNNa 2005, 270-271.

    6. NR06/PG/11331/CR/136. Bottiglia con orlo rilevato e pendente obliquo allesterno, solcatura nella parte su-periore, collo cilindrico, attacco superiore di ansa a na-stro subito sotto lorlo. Impasto D2.

    3.3 Le brocche

    Brocche con orlo estroflessoIn questo gruppo rientrano varie brocche acco-

    munate dallorlo estroflesso, con il profilo varia-mente modanato; il caratteristico limitato spessore delle pareti la causa dellestrema frammentariet degli esemplari, per i quali difficile determinare se avessero una o due anse57. Tipi analoghi trovano confronti a Nora, a Sulci e in Sardegna, ad Albinti-milium soprattutto tra I e III sec. d.C.58.

    1. NR01/PF/5722/CR/105. Brocca con orlo inclina-to allesterno, arrotondato, nervatura a rilievo sul col-lo troncoconico; subito sotto lorlo attacco superiore di ansa a nastro, con due solcature. Impasto D1, con leggera patina sulla superficie esterna.

    57 caNePa 2003a, 167.58 olcese 1993, 282-284; TroNcheTTi 1996a, 119, tav. 21,

    1-4; siriGu 1999, 145, tavv. I, II; Frezza 2001-2002, 230; ca-NePa 2003a, 167-168, tipo IIb, tav. 52, 1.

  • 720 Stefania Mazzocchin

    2. NR00/PE/5632/CR/1. Brocca con orlo inclinato allesterno, profonda solcatura sulla parte superiore; su-bito sotto lorlo attacco superiore di ansa a nastro, con due solcature. Impasto D1, con leggera patina sulla su-perficie esterna.

    3. NR06/PM/5385/CR/106. Brocca con orlo ripiegato allesterno, con parte superiore concava e solcata. Impa-sto D3.

    4. NR05/PF/5599/CR/11. Brocca con orlo rivolto allesterno, arrotondato. Impasto D2.

    5. NR05/PI/5315/CR/13. Brocca con orlo rivolto allesterno, arrotondato. Impasto D4. Tracce di patina grigia sullorlo.

    6. NR06/PH/11685/CR/34. Brocca con orlo rivolto allesterno, arrotondato; nervatura a rilievo sotto lorlo. Impasto D1, con mica superficiale.

    7. NR06/PG/11331/CR/129. Brocca con orlo rivol-to allesterno, ripiegato allinterno; profonda solcatura

    allinterno. Impasto D1 con cuore nero sullorlo.

    Brocche con largo collo cilindricoQui si riuniscono pochi esemplari di brocche ca-

    ratterizzati da un largo collo cilindrico con stacco netto dalla spalla e orlo estroflesso. Questo tipo ben attestato ad Albintimilium e in Italia centrale, ma ha confronti anche ad Atene e a Laodicea, ed datato tra I e III sec. d.C.59. In Sardegna il tipo sembra diffuso e confrontabile con materiale prove-niente dallarea C di Nora e datato in un ampio arco cronologico, dal II sec. a.C. al III sec. d.C.60.

    Gli esemplari esaminati presentano tutti sul collo una decorazione a linee orizzontali di tacche incise e a steccature irregolari verticali, simile, questulti-ma, a quella che si ritrova sulle bottiglie.

    8. NR01/PF/5722/CR/348. Brocca con orlo verticale a sezione quadrangolare con le superfici superiore ed ester-na concave, sporgente sul collo; collo cilindrico con una solcatura al passaggio con la spalla. Decorazione a file orizzontali e parallele di tacche triangolari incise. Impa-sto D1 con cuore nero.

    9. NR01/PF/5722/CR/110+111+112. Brocca con orlo verticale a piccola tesa orizzontale con la superficie su-periore concava, sporgente sul collo; collo cilindrico con una solcatura al passaggio con la spalla. Decorazione a file orizzontali e parallele di tacche incise. Impasto D1.

    59 olceSe 1993, 288, fig. 74, 323.60 canepa 2003a, 168, tipo IIIa, tav. 52, 6.

  • la ceraMica coMuNe roMaNa 721

    10. NR01/PF/5708/CR/4. Brocca con orlo arrotondato leggermente inclinato allesterno, collo cilindrico bom-bato. Sul collo decorazione a steccature verticali irrego-lari. Impasto D1.

    Brocche con orlo trilobatoTra il materiale di Nora sono rappresentate an-

    che le brocche con orlo trilobato, e solcatura nella parte superiore, conformazione adatta al deflusso di liquidi. Tali brocche sono presenti nellarea G e C di Nora, dove sono datate dallet repubblicana al III sec. d.C.61, ma sono molto diffuse nel mondo roma-

    61 Frezza 2001-2002, 245; caNePa 2003a, 168-169, tipi IVa e IV b, tav. 53, 2-3.

    no e di lunga persistenza cronologica e per questo difficilmente databili62.

    11. NR02/PF/5841/CR/14+15. Fig. 27. Brocca con orlo trilobato, verticale ingrossato allesterno, con solcatura sulla parte superiore. Impasto D2.

    12. NR06/PG/11331/CR/123. Fig. 27. Brocca con orlo trilobato, verticale ingrossato, con solcatura sul margine esterno. Impasto D2; patina bruna allesterno.

    Brocche con orlo a sezione triangolareQueste brocche, caratterizzate dalla particolari-

    t dellansa che parte dallorlo, senza soluzione di continuit, e lo sormonta, in analogia con model-li gi presenti in ambito punico, presentano pareti di spessore considerevole e impasti per lo pi poco depurati. Esse sono presenti a Nora nellarea G e nellarea C e sono molto diffuse in Sardegna, e da-tate tra il II e il III sec. d.C.63.

    13. NR01/PE/5625/CR/29+26. Fig. 27. Brocca con orlo a sezione triangolare con parte superiore arrotondata e appuntita verso lesterno. Sullorlo si imposta lansa a

    62 olcese 2003, 95.63 TroNcheTTi 1996a, 121, tav. 22, 2; Frezza 2001-2002,

    241-242; caNePa 2003a, 166, tipo Ia, tav. 51, 4.

    Fig. 27

  • 722 sTeFaNia MazzocchiN

    sezione ovale. Impasto D2 con cuore nero.

    14. NR01/PF/5708/CR/184. Brocca con orlo a sezione triangolare con parte superiore arrotondata e appuntita verso lesterno. Impasto D1 con ingobbio giallastro sulle superfici.

    Brocca con orlo a fascia

    15. NR06/PM/5340/CR/1. Brocca con orlo verticale a fa-scia, concavo allinterno. Scalino al passaggio con il col-lo; attacco di ansa allinizio del collo. Impasto D2, con ingobbio giallastro sulle superfici.

    Ansa di brocca

    16. NR04/PG/5496/CR/7. Ansa a sezione quadrangolare di brocca, con un margine incavato. Impasto D3.

    3.4 Le coppe

    Coppe con vasca arrotondataQueste coppe presentano lorlo indistinto rispet-

    to alla parete o appena ingrossato, e vasca concava arrotondata: si tratta di tipi molto diffusi sia in am-bito punico che romano, con paralleli anche in clas-si ceramiche diverse, quali la vernice nera e la sigil-lata64. Un esemplare, il fr. NR01/PF/5708/CR/190 (n. 1), caratterizzato dallorlo leggermente inclinato allesterno, si ritrova in Sardegna in contesti di I sec. d.C., a Cagliari oltre che a Nora 65.

    1. NR01/PF/5708/CR/190. Coppa con orlo arrotondato e leggermente inclinato allesterno, vasca arrotondata. Impasto D1.

    2. NR04/PF/5470/CR/42. Fig. 28. Coppa con orlo ver-ticale arrotondato, vasca arrotondata con la superficie esterna costolata. Impasto D5.

    3. NR04/PF/5472/CR/24+19. Fig. 28. Grande coppa con orlo verticale arrotondato, segnato da alcune solcatu-re allesterno. Impasto D2 con cuore nero.

    4. NR03/PF/5965/CR/34. Fig. 28. Coppa con orlo ver-ticale leggermente appuntito e ingrossato allesterno, solcatura allesterno al passaggio con la parete concava. Impasto D2 con cuore nero.

    5. NR01/PF/5708/CR/189. Fig. 28. Coppa con orlo verti-cale arrotondato, con una solcatura allesterno al passaggio con la parete concava. Impasto D2 con cuore nero.

    Coppe con vasca carenataLe due coppe seguenti si caratterizzano per lor-

    lo quasi indistinto dalla parete e per la carenatura, arrotondata e a spigolo vivo, della parte stessa. La sua forma pu derivare da modelli in vernice nera diffusi dallet repubblicana e persistenti anche in epoca pi tarda. In ambito sardo questi tipo pre-sente a Sulci, Cagliari e Nora, in et imperiale66.

    6. NR02/PF/5841/CR/22. Fig. 29. Coppa con piccolo orlo verticale arrotondato, parete leggermente obliqua con carena arrotondata. Impasto D1.

    64 caNePa 2003a, 162.65 caNePa 2003a, 163, tipo IIa.66 siriGu 1999, tav. VI, tipo 4/12; caNePa 2003a, 162, tipo

    Ib.

  • la ceraMica coMuNe roMaNa 723

    7. NR06/PI/5335/CR/4. Fig. 29. Coppa con orlo verti-cale leggermente ingrossato allesterno, parete diritta con carena a spigolo vivo. Impasto D5.

    Coppe con orlo ingrossatoQuesto genere di coppa, identificato anche come

    scodellone, stato rinvenuto tra i materiali di

    Nora nellarea G e sembra essere modellato con il medesimo impasto, di colore arancio vivo e con molti inclusi di calcite, dei frammenti qui analizzati. Nellarea G queste coppe si trovano in livelli com-presi tra let augustea e la met del II sec. d.C.67.

    8. NR05/PI/5295/CR/12. Fig. 29. Coppa con orlo verti-cale, ingrossato allesterno nella parte mediana, con due

    67 Frezza 2001-2002, 168-171.

    Fig. 28

    Fig. 29

  • 724 sTeFaNia MazzocchiN

    solcature allesterno. Impasto D5.

    9. NR05/PF/12036/CR/5. Coppa con orlo verticale, in-grossato allesterno nella parte mediana, con una solcatu-re allesterno. Impasto D5.

    3.5 I piatti/coperchio

    Gli orli, variamente conformati, ma sempre ca-ratterizzati da una linea dappoggio piana, costitui-scono coperchi adatti a coprire forme quali le olle, le pentole o i tegami che vengono avvicinati o posti direttamente sulle fonti di calore. Si rinvengono in-fatti coperchi con argille poco depurate e con orlo annerito, indizio di tale utilizzo, accanto a coperchi foggiati con argille pi depurate e privi di anneri-menti: probabilmente sar stata prevalente in questi casi la funzione di piatti o vassoi sulla mensa. Data lessenzialit delle forme, difficilmente possibi-le datare questi oggetti68, che ricorrono tuttavia a

    68 Per una panoramica sui coperchi dellarea centro italica, si veda olcese 2003, 89-91.

    Nora, nellarea C, in livelli compresi tra il I e il III sec. d.C. 69.

    Piatti/coperchio con orlo indistinto

    1. NR04/PF/5470/CR/43+38. Fig. 30. Piatto/coperchio con orlo arrotondato indistinto. Impasto D3.

    2. NR05/PG/1164/CR/24. Fig. 30. Piatto/coperchio con orlo arrotondato indistinto. Impasto D6.

    Piatti/coperchio con orlo ingrossato

    3. NR04/PG/11000/CR/84. Fig. 30. Piatto/coperchio con orlo ingrossato allesterno e appuntito nel margine interno, indistinto dalla parete. Impasto D1 con orlo annerito.

    4. NR01/PF/5722/CR/323. Fig. 30. Grande piatto/co-perchio con orlo leggermente ricurvo allinterno, ingros-sato. Impasto D2, tracce di annerimento.

    Piatto/coperchio con orlo ricurvo allesterno

    5. NR03/PF/5983/CR/10. Fig. 30. Piatto/coperchio con orlo arrotondato e ricurvo allesterno, parete concava. Impasto D6, con orlo annerito.

    69 Per una disamina sulle varie tipologie di Nora, avvicina-bili a quelle qui esaminiate, si veda caNePa 2003a, 150-153.

    Fig. 30

  • la ceraMica coMuNe roMaNa 725

    Piatto/coperchio con tesa piana

    6. NR04/PG/11033/CR/54. Fig. 31. Piatto/coperchio con orlo arrotondato e tesa piana. Impasto D6, con orlo annerito.

    Prese di coperchioLe prese di coperchio con il pomello variamen-

    te sagomato sono bene attestate negli altri scavi di Nora, e presenti con un lungo excursus cronologico dallet repubblicana al III sec. d.C.70. La conforma-zione del pomello circolare con base piana permette lappoggio del coperchio anche sulla presa stessa, permettendo lutilizzo di questa forma sia come piatto o vassoio, sia come coperchio.

    7. NR01/PE/5743/CR/16. Fig. 31. Presa di coperchio a rocchetto, cava allinterno e nella parte superiore, con umbonatura. Impasto D1.8. NR05/PI/5295/CR/19. Fig. 31. Presa di coperchio a basso rocchetto, cava allinterno e nella parte superiore, tesa svasata. Impasto D5.9. NR04/PG/11110/CR/29. Fig. 31. Presa di coperchio ci-lindrica, con parte terminale piatta ed espansa, leggermente cavo allinterno. Impasto D1 con patina grigiastra.

    3.6 Le anforette

    Le anforette sono contenitori destinati alla di-spensa, per la conservazione di derrate liquide o semiliquide. Presentano in genere una larga imboc-catura, corpo capiente ovoidale o globulare, due anse e fondo piano. Tra i contenitori per liquidi si rinvengono in quantit decisamente minori, rispetto a brocche e bottiglie, probabilmente per la difficolt di isolare frammenti di anforette dalle altre forme simili71, e sono diffuse ovunque nel mondo romano tra I sec. a.C. e I sec. d.C.72.

    70 caNePa 2003a, 153-154.71 della PorTa, sFredda, TassiNari 1998, 135-136.72 ciPriaNo, de Fabrizio 1996, 210; della PorTa, sFredda,

    TassiNari 1998, 203-204.

    Anforette con orlo ingrossato

    1. NR04/PG/11052/CR/8. Anforetta con orlo verticale ingrossato ed espanso sul collo, con una solcatura nella parte superiore e scalino al passaggio con il collo cilin-drico. Impasto D5.

    2. NR04/PG/11061/CR/3. Anforetta con orlo verticale ingrossato ed espanso sul collo, con una solcatura nella parte superiore e scalino al passaggio con il collo cilin-drico. Impasto D5.

    3. NR01/PE/5625/CR/32. Anforetta con orlo verticale ingrossato ed espanso sul collo, con una solcatura nella

    Fig. 31

  • 726 sTeFaNia MazzocchiN

    parte superiore e scalino al passaggio con il collo cilin-drico. Impasto D5.

    3.7 I bacini e i mortaria

    Si riuniscono sotto la denominazione di bacini quei recipienti, con vasca molto ampia e pareti spes-se, destinati alla preparazione degli alimenti. In al-cuni casi, nei mortaria, per facilitare loperazione di sminuzzamento degli alimenti, la superficie interna si presenta disseminata di grossi inclusi sporgenti, appositamente inseriti nellimpasto, ma tra i mate-riali esaminati questa forma scarsamente attestata; la funzione di schiacciare era destinata anche ai ba-cini73.

    Bacino a listelloQuesta forma sembra ricorrere a Nora nellarea

    C, in contesti di III sec. d.C.74. Il tipo generico del bacino a listello ben documentato tra i materiali di et tardo repubblicana; con impasto depurato e dimensioni contenute compare in livelli di I e II sec. d.C.75.

    73 olcese 2003, 100.74 caNePa 2003a, 172-173, tipo III, tav. 55, 3.75 olcese 1993, 289-290.

    1. NR03/PF/5409/CR/69. Fig. 32. Bacino con orlo ver-ticale appuntito con piccolo listello sporgente allesterno. Impasto D1.

    Bacini a tesa I primi due bacini, frr. NR98/PB/5047/CR/26 e

    NR99/PC/5134/CR/4 (nn. 2 e 3), in argilla piuttosto depurata, trovano confronto con alcuni esemplari rinvenuti nellarea C, ma di difficile inquadramento cronologico76. Gli altri esemplari presentano argilla semidepurata con inclusi evidenti soprattutto di cal-cite e parete pi spessa.

    2. NR98/PB/5047/CR/26. Fig. 32. Bacino con orlo leg-germente inclinato allinterno a tesa piana, vasca conca-va. Impasto D7.3. NR99/PC/5134/CR/4. Fig. 32. Bacino con orlo leg-germente inclinato allinterno a tesa piana, vasca conca-va. Impasto D7.4. NR97/PA/5015/CR/2. Fig. 32. Bacino con orlo a breve tesa piana, ingrossato allattacco con la parete. Impasto D4.5. NR03/PF/5966/CR/9. Fig. 32. Bacino con orlo a tesa piana pendente allesterno, vasca concava. Impasto D4.

    76 caNePa 2003a, 172, tipo I, tav. 55,1.

    Fig. 32

  • la ceraMica coMuNe roMaNa 727

    6. NR04/PF/5470/CR/26. Fig. 33. Bacino con orlo a tesa piana leggermente ingrossata nella parte terminale. Impasto D5.7. NR 01/PF/5722/CR/296. Fig. 33. Bacino con orlo a tesa leggermente concava e obliqua sulla parete concava. Impasto D5.

    Bacini con orlo pendenteSi riuniscono i bacini accomunati per avere lor-

    lo pendente allesterno, dimensioni piuttosto grandi, con i diametri compresi tra i 30 e i 42 cm, e pareti spesse con impasto ricco di inclusi. Un parallelo pu essere proposto con i bacini rinvenuti nellarea G di

    Nora, di difficile inquadramento cronologico77.8. NR01/PE/5625/CR/16+NR04/PF/5469/CR/17. Fig. 34. Grande bacino con orlo inclinato allesterno e pen-dente, vasca concava. Sullorlo e sulla superficie della vasca si notano lisciature orizzontali. Impasto D4.9. NR03/PF/5966/CR/5. Fig. 34. Grande bacino con orlo inclinato allesterno e pendente, vasca concava. La superfi-cie dellorlo percorsa da scanalature. Impasto D2.10. NR05/PG/11164/CR/21. Fig. 34. Grande bacino con orlo inclinato allesterno e pendente, vasca concava. La superficie dellorlo percorsa da scanalature. Impasto D1 con cuore nero.11. NR04/PG/11061/CR/6. Fig. 34. Grande bacino con

    77 Frezza 2001-2002, 332-333.

    Fig. 33

    Fig. 34

  • 728 sTeFaNia MazzocchiN

    orlo arrotondato, inclinato allesterno e pendente, vasca concava. La superficie dellorlo percorsa da scanalatu-re. Impasto D5.

    MortariumQuestunico frammento - ma la bassa percentua-

    le di presenze di mortaria comune a molti siti - si distingue per il tipo di impasto, depurato. La limita-ta porzione conservata della vasca non consente di verificare la presenza dei granuli che solitamente ri-coprono la superficie interna. I mortai sono presenti, in forme variabili soprattutto nella conformazione della tesa, tra I sec. a.C. e I sec. d.C.78.

    12. NR01/PF/5722/CR/373. Fig. 35. Mortarium con orlo appiattito e presa a listello orizzontale. Impasto D6.

    3.8 Contenitori di grande formato

    Si riuniscono qui due frammenti che per dimen-sioni e forma sembrano essere grandi contenitori per la conservazione di derrate o per un pi gene-rale utilizzo domestico. Difficile stabilire confronti e cronologia dei frammenti, che per il loro impiego hanno certamente mantenuto inalterata la forma per un lungo excursus cronologico79.

    78 olcese 1993, 131-134.79 Per la tipologia in generale si veda olcese 1993, 322-

    324.

    1. NR06/PH/11624/CR/2. Fig. 36. Grande contenitore con orlo arrotondato e inclinato allesterno, parete obli-qua. Impasto D5.

    2. NR02/PF/5860/CR/1. Fig. 36. Orlo a tesa obliqua di grande contenitore. Impasto D6.

    3.9 Prese e beccucci

    Vengono presi in considerazione alcuni fram-menti di prese o anse e un beccuccio, riconducibili in alcuni casi chiaramente, in altri meno, alla forma di riferimento. Il beccuccio semicilindrico, imposta-to subito al di sotto dellorlo a tesa orizzontale, pu essere riferito a recipienti destinati probabilmente alla preparazione di cibi liquidi; questa tipologia di contenitore sembra tipica di epoche tarde, tra V e VI sec. d.C.80.

    La presa molto piccola orizzontale pu essere ri-ferita ad una pentola, mentre le altre due, impostate orizzontalmente, potrebbero appartenere ad un pic-colo tegame, quella sagomata circolare, ad un pi massiccio mortaio quella allungata.

    1. NR01/PF/5722/CR/393. Fig. 37. Beccuccio semici-lindrico con margine arrotondato impostato al di sotto di

    80 olcese 1993, 319.

    Fig. 35

    Fig. 36

  • la ceraMica coMuNe roMaNa 729

    un orlo a tesa obliqua verso lesterno, con due solcature. Impasto D1 con tracce di affumicatura.

    2. NR01/PF/5708/CR/219. Fig. 37. Piccola presa oriz-zontale a nastro; evidenti segni di ditate alle estremit. Impasto D2 con cuore nero.

    3. NR05/PH/11524/CR/9. Fig. 37. Piccola presa arro-tondata e appiattita orizzontale impostata sullorlo indi-stinto. Impasto D2.

    4. NR01/PF/5722/CR/392. Fig. 37. Presa allungata a se-zione triangolare. Impasto D5, con tracce di patina bru-na.

    Fig. 37

  • 730 sTeFaNia MazzocchiN

    4. NR05/PG/11296/CR/1. Piede di balsamario, stelo al-lungato e pieno, base piana ed espansa. Impasto D1.

    5. NR05/PG/11552/CR/3. Piede di balsamario, stelo ci-lindrico e pieno, base piana ed espansa. Impasto D1.

    6. NR06/PM/12521/CR/5. Piede di balsamario con base piana ed espansa. Impasto D1.

    Tipo Nora area CSi tratta di un unico esemplare di cui si conserva-

    no il corpo arrotondato, il fondo allungato e vuoto, il piede arrotondato e pieno. Questo balsamario tro-va un puntuale confronto con un esemplare integro dallarea C di Nora, proveniente da contesti di II sec. a.C.84.

    7. NR06/PG/11373/CR/6. Balsamario con corpo arro-tondato, stelo allungato e vuoto, piede piano e arrotonda-to. Impasto D5; la superficie sembra poco rifinita.

    84 caNePa 2003b, 245, tav. 75, 5.

    4. i balsaMari

    Questi recipienti, destinati a contenere unguenti e oli profumati, sono molto diffusi in ambito romano dallet tardo repubblicana allinizio del I sec. d.C., quando vengono sostituiti dai balsamari in vetro81.

    Tipo Haltern 30Si tratta di frammenti con impasti depurati e pri-

    vi di vernice, caratterizzati dal corpo di forma affu-solata, lungo collo cilindrico, piede allungato pieno con appoggio piano ed espanso; questa forma, di derivazione ellenistica, diffusa in tutto il mondo romano a partire dal II sec. a.C. allet tiberiana82. I balsamari dellarea C di Nora appartengono a que-sto tipo e sono datati dal II sec. a.C. al I sec. d.C.83.

    1. NR00/PD/5246/CR/21. Balsamario con orlo verticale a sezione triangolare espanso sul collo, con scanalatura allinterno. Impasto D6.

    2. NR06/PM/12521/CR/16. Fondo di balsamario affu-solato. Impasto D1.

    3. NR06/PH/11681/CR/15. Fondo di balsamario affuso-lato. Impasto D1.

    81 della PorTa, sFredda, TassiNari 1998, 225; caNePa 2003b, 245.

    82 loeschcke 1909, 201-202, tav. XI, 30.83 caNePa 2003b, 245.

  • la ceraMica coMuNe roMaNa 731

    Tipo Capua stato rinvenuto, frammentato, un balsamario

    di notevoli dimensioni, con alto collo bombato e orlo espanso, precisamente confrontabile con un esemplare da Capua, rinvenuto in un contesto ante-cedente il I sec. d.C., con fasi che partono dallet repubblicana. La Campania, in et romana, ed in particolare il centro di Capua erano noti per la pro-duzione di balsami e profumi, produzione cui pu essere associata anche quella dei balsamari85.

    8. NR06/PG/11385/CR/8. Balsamario di grandi dimen-sioni, con orlo verticale espanso allesterno a piccola tesa, collo cilindrico bombato, spalla svasata. Vernice bruna stesa allinterno e allesterno fino alla met del collo. Impasto D1.

    85 GasPereTTi 1996, 54, fig. 12.

  • Bibliografia*

    a cura di andrea roppa

    * Per le abbreviazioni si rimanda all Archologische Bibliographie: http://opac.dainst.org.

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