MAURO DI SILVESTRE - z2ogalleria.it · adesive di finto legno applicate direttamente sulla tela. A...

28
MAURO DI SILVESTRE

Transcript of MAURO DI SILVESTRE - z2ogalleria.it · adesive di finto legno applicate direttamente sulla tela. A...

Page 1: MAURO DI SILVESTRE - z2ogalleria.it · adesive di finto legno applicate direttamente sulla tela. A Di Silvestre piace la decorazione e ne fa un uso ostentato,

MAURO DI SILVESTRE

Page 2: MAURO DI SILVESTRE - z2ogalleria.it · adesive di finto legno applicate direttamente sulla tela. A Di Silvestre piace la decorazione e ne fa un uso ostentato,

3

MAURO DI SILVESTRE18 MARZO _ 30 APRILE 2010

IL PROGETTO HA IL PATROCINIODELL’AMBASCIATA DI DANIMARCA

Galleria | Sara Zanin

via dei Querceti 6_00184 Roma tel. +39 06 704 522 [email protected] www.z2ogalleria.it

Page 3: MAURO DI SILVESTRE - z2ogalleria.it · adesive di finto legno applicate direttamente sulla tela. A Di Silvestre piace la decorazione e ne fa un uso ostentato,

32

È difficile pensare ad una coppia di pittori più agli antipo-di di Mauro Di Silvestre e Peter Ravn. Nella rotta che sepa-ra i loro emisferi, è quasi impossibile trovare approdi,insenature, baie, che pemettano di fare una sosta, diriprendere fiato, di fare riserve d’acqua per la navigazione.Dall’uno all’altro si passa con un tuffo, in apnea, senzaavere tempo di abituarsi, senza sfumature di luce e dicolore che ammorbidiscano il viaggio.Più che di un confronto allora, in questo caso si tratta diuna dissociazione. Da una parte un pittore che tenta diricucire una perdita temporale e psicologica (Di Silvestre),dall’altra uno che cerca di portare in superficie e accen-tuare, esibendoli, la tensione e il dolore di questa rottura(Ravn). Entrambi, però, stimolano idealmente a porci ilproblema della biografia personale e del vissuto comeproblemi vitali e centrali della pittura, soprattutto di quel-la figurativa, un aspetto che nessuno dei due può né sa,per fortuna, evitare. In tal senso allora, la pittura diventauna strategia di elaborazione di vicende prima personali epoi, eventualmente, sociali. Di Silvestre e Ravn parlano infatti della condizione, spintaal limite, dell’uomo, e nel far questo si mettono in due

posizioni complementari. Di Silvestre spia dal buco dellaserratura di una porta, dal foro illuminato di una cameraoscura, attraverso le crepe e le ferite del tempo che vuolebendare e risanare. Ravn si mette in bilico sul baratro,vuole liberarsi di sé attraverso l’altro, liberarsi dell’altrocome forma di sé, quasi esorcizzare, allontanare il dissidioe comunque non manifestando alcuna speranza di poterrecuperare se stesso, sempre che creda ancora nella pos-sibilità di parlare di un sé che non sia fratturato, interrotto,squilibrato.Tra queste due isole si distende un mare fatto di visionidifferenti del mondo, dell’uomo e della società, visionicosì inconciliabili da frustrare ogni tentativo di annodaredei fili in comune.Se Di Silvestre sembra riconnettersi, detto banalmente, almondo del ricordo trascolorante di Marcel Proust, Ravn silega a quello allucinatorio e automortificante di KnutHamsun, scrittore norvegese che ha saputo trasformare,in alcuni suoi romanzi, i letti in deserti di solitudine creati-va, le strade di una città o le camere da letto in prigioni espazi di tensione e nevrosi.La pittura di Di Silvestre riporta a riva, come recuperate da

Primo e secondo paradossodi Marco Tonelli

“Mauro, concerning your work, I prefer the ones without a big overall pattern.I feel that I can get deeper in with the motif that way, through to the subtlethings that are happening in the ‘transparent’ layer. Maybe you can say that I like when you speak with a more quiet voice...”

Peter Ravn

Page 4: MAURO DI SILVESTRE - z2ogalleria.it · adesive di finto legno applicate direttamente sulla tela. A Di Silvestre piace la decorazione e ne fa un uso ostentato,

54

mentazione archeologica, reperto storico, immessa real-mente nei suoi spazi dipinti, nelle sue stanze, nei suoiambienti, affiancata ai suoi personaggi reali, e poi fecon-data dalla sua storia personale, resa pittoricamente ancorpiù fertile e rigogliosa, come un’edera che abbia finito persommergere una casa abbandonata alle intemperie e alpassaggio del tempo. Nel caso di Ravn, al contrario, con una puntualità opposi-tiva e contrappuntistica a cui ci siamo ormai abituati, nonesiste altro spazio che quello occupato dalle figure. Nonc’è tempo per lasciare traccie di sé, figuriamoci per deco-rare il vuoto, che rende ancor più assordante la nevrosimuta dei suoi uomini isolati e anonimi. Pittura fredda edistaccata quella del pittore danese, ma allo stesso tempodescrizione di una sofferenza, come dimostrano le suefigure interrotte. Per certi versi, se osserviamo alcuneposizioni richiuse su di sé, con lo sguardo nel vuoto,potremmo richiamare alcune figure di Lucian Freud, priva-te però di tutte quelle connotazioni pittoriche che rende-rebbero più credibili e reali le figure stesse: lo spessore ela pesantezza della carne e della sessualità, l’uso grassodel colore o la descrizione di un ambiente reale. Ma Ravnnon è Freud, seppure scopre con più senso didascalico lanevrosi interiore dell’essere umano, privato di nomi e dinote biografiche, ma generalizzato nella sua condizioneuniversale, o qualcosa di molto vicino a ciò. Registriamo ora il secondo paradosso: la pittura di Ravn èespressiva di una condizione interiore, di certo non idillia-ca, quasi potessimo capire, dagli atteggiamenti dei suoipersonaggi, alcune patologie reali, eppure tutto è dipintoin modo così impersonale, piatto, anestetizzato, appuntoclinico, come se Ravn guardasse il conflitto interiore conuno sguardo obiettivo e lucido in grado di esteriorizzare ilsoggetto e, quindi, di fare una diagnosi, di salvarlo e diripararlo. Mentre in Di Silvestre il felice e ironico eccesso

del raccontare di sé porta praticamente ad annullare laleggibilità della sua stessa biografia, a confondere le trac-ce, a complicare la storia. Se sua intenzione era riparare ilpassaggio del tempo, conservare la memoria, il risultatosarà il suo opposto: il tempo stratificato, esaltato, offu-scherà ancor più la memoria, rendendola praticamenteinutile, caotica, priva di singoli e definiti ricordi. In questoinatteso scambio di paradossi, la figura anonima di Ravnfinirà per essere più determinata ed obiettiva di quel chesembrava, mentre quella caratterizzata al dettaglio di DiSilvestre finirà per essere icona e segnaletica generica diuna comune esperienza personale.Due mondi paralleli si oppongono dunque, due modi nonsolo di dipingere ma di interpretare l’esistenza psichica,quasi a ricordarci che la realtà, soprattutto quella cheriguarda la figura umana, la biografia personale e le rela-zioni clinico-sociali, è troppo complessa per poter esserericondotta a principi estetici unitari, dovendosi confronta-re con esperienze emotive tanto diverse e peculiari, spes-so autoreferenziali e ancora più spesso inconciliabili.

un naufragio, le pareti dipinte con raffinato gusto per ladecorazione, tra Ottocento e Novecento, da MarioCavaglieri o quelle figure interrotte e sparite di FaustoPirandello. Da parte sua, Ravn mette in scena i pensierimuti e le isterie già trattenute da Edward Hopper, che poiEric Fischl, a partire dagli anni Ottanta, aveva saputo libe-rare dalla gabbia dell’inconscio e lasciare scabrosamentesfogare. La pittura di Ravn costringe l’azione umana aduna condizione sterile e masturbatoria, come avvenivatutto sommato in Hopper, ma senza più l’alibi della noiadel quotidiano né il voyeurismo erotizzante di Fischl. DiSilvestre si riprende lo spazio domestico e familiare che inCavaglieri era vetrina della buona società e in Pirandellosortilegio pittorico, e a questi due stili, tipicamente italia-ni, aggiunge una visione iperrealista angloamericana enordeuropea, che per la prima volta, in questo ciclo dicarte, viene praticamente negata, messa in crisi, se nonaddirittura nascosta o cancellata. E così, ecco dispiegatedue biografie pittoriche che, attraverso le loro figure, sinegano a vicenda: quella con tanto di nome e cognome diDi Silvestre, e quella anonima di Ravn.Se il primo infatti ci dice giorno, ora e anno delle sue vicis-situdini, di cui riporta sulla carta testimonianze e provedirette, il secondo concepisce i suoi uomini come deivagabondi nello spazio e nel tempo, identità senza dimo-ra, luogo o storia, impiegati di banca privati di connessio-ni con il mondo reale. Se Di Silvestre è storia, racconto,autobiografia autorizzata, Ravn è resoconto scientifico,cartella clinica, anonimato. Nasce da qui, dunque, il primoparadosso: nessuno può infatti identificarsi nei soggetti diDi Silvestre, troppo personali e privati, anche se tutti neconservano certamente di simili ritratti su fotografie difamiglia nascoste in cassetti, armadi o soffitte, mentre, alcontrario, tutti potrebbero trovarsi nella condizione dellefigure di Ravn, anche se pochi hanno avuto occasione di

denudarsi e scoprirsi fino a tal punto e con tanta lucidafreddezza.Di Silvestre confida nell’esistenza di una memoria da tuttiesperita e utilizzata quotidianamente, senza la quale nonsaremmo quello che siamo, non avremmo ruoli sociali,legami affettivi, familiari o personali, non saremmo nien-te. O meglio, saremmo quello che sono le figure di Ravn,esseri sottoposti ad una condizione di totale isolamentodal mondo e ad uno shock psichico, prigionieri, catatonicio isterici, di se stessi e impossibilitati a rompere questecatene invisibili. Il tempo della pittura di Di Silvestre èlungo, stratificato, ha letteralmente “tutto il tempo” disparire o apparire (a seconda dei punti di vista), quello diRavn è istantaneo, immediato, eccessivo, concentrato,l’impulso arriva prima ancora di rendersi visibile, figuria-moci quindi se si abbia il tempo di percepire qualcosacome lo scomparire o il dissolversi. Ecco perché Di Silvestre sovrappone e affianca stili, super-fici e segni tanto diversi. Carte da parati vere ma continua-te da disegni che le semplificano, o annullate da merletti,biglietti del cinema, di una mostra, foglietti scarabocchiatia mano, stralci di pagelle scolastiche, compongono la suabiografia, sintetizzata con molta ironia in quel titolo perfet-tamente figurato “a cavallo tra 1969 e 2010”. Non c’èintenzione formale né di struttura linguistica in DiSilvestre, come neanche finalità decorativa o d’illusione,come era ad esempio nella pittura cubista di Picasso eBraque con quelle inserzioni di biglietti del tram o carteadesive di finto legno applicate direttamente sulla tela. ADi Silvestre piace la decorazione e ne fa un uso ostentato,ma non per questo la sua pittura può dirsi decorativa, nonpiù di qualsiasi altra pittura insomma, dipinta da artisticontemporanei come Peter Doig, Neo Rauch o JasonMartin o antichi come Raffaello, Caravaggio, Poussin. Ladecorazione in Di Silvestre è, prima di tutto, reale, docu-

Page 5: MAURO DI SILVESTRE - z2ogalleria.it · adesive di finto legno applicate direttamente sulla tela. A Di Silvestre piace la decorazione e ne fa un uso ostentato,

006

Piccola sposa, 2010, tecnica mista su carta, 93 x 68 cm

Page 6: MAURO DI SILVESTRE - z2ogalleria.it · adesive di finto legno applicate direttamente sulla tela. A Di Silvestre piace la decorazione e ne fa un uso ostentato,

008

Grace, 2010, tecnica mista su carta, 70 x 50 cm

Page 7: MAURO DI SILVESTRE - z2ogalleria.it · adesive di finto legno applicate direttamente sulla tela. A Di Silvestre piace la decorazione e ne fa un uso ostentato,

0010

A cavallo tra il 1969 e il 2010, 2010, tecnica mista su carta, 70 x 50 cm

Page 8: MAURO DI SILVESTRE - z2ogalleria.it · adesive di finto legno applicate direttamente sulla tela. A Di Silvestre piace la decorazione e ne fa un uso ostentato,

0012

Back to New York, 2010, tecnica mista su carta, 70 x 50 cm

Page 9: MAURO DI SILVESTRE - z2ogalleria.it · adesive di finto legno applicate direttamente sulla tela. A Di Silvestre piace la decorazione e ne fa un uso ostentato,

0014

Uno strappo alla regola, 2010, tecnica mista su carta, 70 x 50 cm

Page 10: MAURO DI SILVESTRE - z2ogalleria.it · adesive di finto legno applicate direttamente sulla tela. A Di Silvestre piace la decorazione e ne fa un uso ostentato,

0016

Retaggio, 2010, tecnica mista su carta, 93 x 68 cm

Page 11: MAURO DI SILVESTRE - z2ogalleria.it · adesive di finto legno applicate direttamente sulla tela. A Di Silvestre piace la decorazione e ne fa un uso ostentato,

0018

Circle of life, 2010, tecnica mista su carta, 70 x 50 cm

Page 12: MAURO DI SILVESTRE - z2ogalleria.it · adesive di finto legno applicate direttamente sulla tela. A Di Silvestre piace la decorazione e ne fa un uso ostentato,

0020

Buon compleanno!, 2010, tecnica mista su carta, 70 x 50 cm

Page 13: MAURO DI SILVESTRE - z2ogalleria.it · adesive di finto legno applicate direttamente sulla tela. A Di Silvestre piace la decorazione e ne fa un uso ostentato,

2322

Mauro Di Silvestre è nato nel 1968 a Roma dove vive e lavora. Born in Rome, Italy, 1968. Lives and works in Rome, Italy.

ESPOSIZIONI PERSONALI / SOLO EXHIBITIONS

2010 Di Silvestre / Ravn, z2o Galleria I Sara Zanin, Roma, 18 marzo - 30 aprile 2010

2009 Pareti, parati e parenti, Galleria Traghetto, Venezia, 28 agosto - 12 ottobre 2009

2007 Lontano da casa, a cura di Giancarlo Buontempo e Gabriella Lonardi Buontempo, Spazio Millesimato, Montalcino, luglio - agosto 2007

Mauro Di Silvestre, testo in catalogo di Achille Bonito Oliva, z2o Galleria I Sara Zanin, Roma, 2 Marzo - 23 Aprile 2007

ESPOSIZIONI COLLETTIVE / GROUP EXHIBITIONS

2009 Venticinque tondi tondi, Galleria Maniero, Roma, 12 dicembre 2009 - 20 gennaio 2010

AB OVO. All’origine della forma, a cura di Flavio Alivernini e Alessandra Caponi, Studio Abate, Roma, 9 ottobre 2009

Que du papíer, Galerie Placido, Parigi, 3 ottobre - 20 novembre 2009

Ditalia Contemporanei 2009, collettiva a cura di Maria Chiara Valacchi, Civica Pinacoteca Modigliani, Follonica, 19 luglio - 20 settembre 2009

ARTABÙ. Icone della trasgressione, a cura di Salvatore Colantuoni, Giffoni Film Festival, Convento San Francesco, Giffoni Valle Piana, Salerno, 12 - 25 luglio 2009

Sursum corda, a cura di Cinzia Fratucello, Interno Ventidue Arte Contemporanea, Roma, 24 giugno - 14 settembre 2009

Echi futuristi - Echos futuristas, a cura di Marco Meneguzzo, Museo Municipal “Dr. Genaro Pérez”, Córdoba, Argentina, giugno 2009

Ad Memoriam. Momenti, ricordi e visioni su tela, collettiva che rientra nel progetto …Scanning…un’esplorazione a

puntate della pittura figurativa romana, a cura di Stefano Elena, Studio Soligo, Roma, 18 - 30 maggio

A Bartolo, a cura di Achille Bonito Oliva, Sala delle Capriate, Chiostro del Bramante, 20 marzo - 14 aprile 2009

Incontri nr. 2 Italia - Ungheria, a cura di Loránd Hegyi, Accademia d’Ungheria in Roma, 27 febbraio 2009

Donne di Roma, a cura di Giuseppe Cerasa, Auditorium Parco della Musica, Roma, 28 gennaio - 8 marzo 2009,

2008 Impronta globale. Inchiostro indelebile. Impronte a regola d’arte, a cura di Daniele Arzenta, ISA - Istituto Sup. Antincendi, Roma, 15 - 30 dicembre 2008

Natura e Arte in Certosa: Ortus Artis e Fresco Bosco, a cura di Achille Bonito Oliva, Certosa di San Lorenzo, Padula, 5 - 6 settembre 2008

Collezione Farnesina Experimenta, 5 luglio 2008, Ministero degli Affari Esteri, Piazzale della Farnesina, Roma

15ª Quadriennale d’arte di Roma, a cura di C. Bertola, L. Canova, B. Corà, D. Lancioni, C. Spadoni, Palazzo delle Esposizioni, Roma, 19 Giugno - 14 Settembre 2008

I colori di Roma, 4 Febbraio - 6 Marzo 2008, Auditorium Parco della Musica, Roma

2007 Cantiere in Corso, a cura di Lorenzo Canova e di Flavia Monceri, Università degli Studi del Molise - ARATRO, Campobasso

Sottovetro, a cura di Pier Paolo Pancotto, Cafè Dagnino, Galleria Esedra, Roma settembre 2007

Visioni e Illusioni. Il realismo visionario nella pittura italiana moderna e contemporanea, a cura di Silvia Pegoraro, Castello Cinquecentesco, L’Aquila, giugno 2007

On the edge of vision - New idioms in Indian & Italian contemporary art, a cura di Lorenzo Canova e Rajeev Lochan,Museo del Victoria Memorial, Calcutta, febbraio 2007

2006 O mia cara trementina, Romberg Arte Contemporanea, Latina, dicembre 2006

Pittura elettrica 2, a cura di Lorenzo Canova, GiaMaArt Studio, Vitulano, Benevento, settembre 2006

Pittori al muro, a cura di Marco Tonelli, Galleria L’Attico di Fabio Sargentini, Roma, aprile2006

Mito e velocità, a cura di Massimo Scaringella, Maneggio degli Zar, Mosca, gennaio 2006

2005 Colazzo - Di Silvestre - Nardi, Galleria Maniero, Roma, dicembre 2005 - gennaio 2006

Plotart Europe, a cura di Gianluca Marziani e Massimo Lupoli, Rar Gallery, Spijkenisse, Olanda, settembre 2005

Forza motrice, a cura di Fabio Sargentini e Marco Delogu, Officine Trambus, Roma, maggio 2005

S/AGO/ME 547, a cura di Paola D’Andrea e Domenico Giglio, Traforo di Via Nazionale, Roma, marzo 2005

2004 MATCH. Critica a confronto, a cura di Lorenzo Canova e Marco Tonelli, Galleria Russo, RomaGalleria Civica - Galleria Albero Celeste, San Gimignano, dicembre 2004

Cortilarte: La notte bianca, a cura di Valentina Casacchia, Piazza dei Sanniti, San Lorenzo, Roma, settembre 2004

Faccia a faccia - Premio Camposauro, a cura di Lorenzo Canova, Complesso di Santa Maria delle Grazie, Vitulano, Benevento

2003 Pagine nere, Galleria L’Attico di Fabio Sargentini, Roma

Inchiostro indelebile - Inchiostro d’artista, a cura di Domenico Giglio, MACRO al Mattatoio, Museo d’Arte Contemporanea di Roma, Roma, novembre 2003

2002 Art Box, a cura della Fondazione Volume!, Centro per l’Arte e la Cultura “A. Capezzano”, Rende (CO), aprile2002

1999 Arte 2000, Temple Gallery, Temple University, Roma

PREMI / AWARDS

2008 01 Premio Terna per l’Arte Contemporanea, finalista sezioneMegawatt, a cura di Gianluca Marziani e Francesco Cascino,dicembre 2008

2006 Premio Vasto, Il Fantastico oggettuale, a cura di Silvia Pegoraro, Palazzo D’Avalos, Vasto, luglio 2006

2005 Premio Termoli 2005, a cura di Carlo Fabrizio Carli, Pinacoteca della città di Termoli, Campobasso, luglio 2005

Premio Serrone-Biennale Giovani, a cura di Gianluca Marziani, Serrone della Villa Reale di Monza, giugno 2005

2004 Premio Celeste 2004 - Vincitore del 1° premio per gli Artisti Emergenti, a cura di Gianluca Marziani, Galleria Civica - Galleria Albero Celeste, San Gimignano

2001 Premio d’arte città di Lissone, a cura di Claudio Rizzi, Vincitore del 2° premio di Pittura, Museo Civico d’Arte Contemporanea, Lissone, Milano

FIERE D’ARTE INTERNAZIONALI / INTERNATIONAL ART FAIRS

2010 Arte Fiera 2010, Fiera Internazionale d’Arte Contemporanea,Bologna, 29 - 31 gennaio 2009

2009 Roma. The Road to Contemporary Art, Fiera Internazionale d’Arte Contemporanea, Sezione Start Up, Complesso Monumentale di S. Spirito in Sassia, 2 - 5 aprile 2009, Roma

Arte Fiera 2009, Fiera Internazionale d’Arte Contemporanea, Bologna, 23 - 26 gennaio 2009. Galleria di riferimento: z2o Galleria I Sara Zanin, Roma

2008 MiArt08 ArtNow!, Fiera Internazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Milano, 4 aprile - 7 aprile 2008. Galleria di riferimento: z2o Galleria I Sara Zanin, Roma

Page 14: MAURO DI SILVESTRE - z2ogalleria.it · adesive di finto legno applicate direttamente sulla tela. A Di Silvestre piace la decorazione e ne fa un uso ostentato,

0026

Le foto delle opere sono di Daniele RagazziLa foto di Mauro Di Silvestre è di Alice PaltrinieriTraduzione di Eddy StefaniProgetto grafico di Riccardo Gemma

Si ringraziano:Aldo Colutto & Co., Sonia Di Giorgio, Memmo Mancini, Renato Mangione, Michela Minnucci, Alice Paltrinieri, Pier Paolo Perilli, Alessandro Zanzie Tiziana Brusa per la sua pazienza e la sua tenacia

Page 15: MAURO DI SILVESTRE - z2ogalleria.it · adesive di finto legno applicate direttamente sulla tela. A Di Silvestre piace la decorazione e ne fa un uso ostentato,

00 PETER RAVN

Page 16: MAURO DI SILVESTRE - z2ogalleria.it · adesive di finto legno applicate direttamente sulla tela. A Di Silvestre piace la decorazione e ne fa un uso ostentato,

0000

31

PETER RAVNMARCH 18_ APRIL 30 2010

IL PROGETTO HA IL PATROCINIODELL’AMBASCIATA DI DANIMARCA

Galleria | Sara Zanin

via dei Querceti 6_00184 Roma tel. +39 06 704 522 [email protected] www.z2ogalleria.it

Page 17: MAURO DI SILVESTRE - z2ogalleria.it · adesive di finto legno applicate direttamente sulla tela. A Di Silvestre piace la decorazione e ne fa un uso ostentato,

2 3

It’s hard to think of two painters more polar opposite than

Mauro Di Silvestre and Peter Ravn. Along the route that

separates their hemispheres, there’s almost no chance to

find landings, inlets or bays that allow you to take a break,

to catch your breath or to fill up your water supply before

you go back out to sea. To go from one to the other, you

have to dive in while holding your breath, without having

time to get used to it, without the subtle changes of light

or colour to soften the journey.

Rather than a comparison then, this case deals with a dis-

sociation. On one hand you have a painter trying to mend

a temporal and psychological loss (Di Silvestre); on the

other is a painter trying to accentuate the tension and pain

of such a break by bringing it to the surface (Ravn). Both

of them, however, ideally stimulate the viewer to consider

the problem of personal history and of life experiences as

vital and central problems of painting, especially figura-

tive painting, an element that neither of the two artists,

fortunately, can avoid. Thus, in this sense, painting

becomes a strategy for the development of everyday

events, first on a personal level and then on a social level.

Indeed, Di Silvestre and Ravn talk about the condition of

mankind pushed to the limit. To do so, they put them-

selves into two complementary positions: Di Silvestre

spies through the keyhole, through the piercing light of

the enlarger in a darkroom, through the cracks and

wounds of time he intends to mend and heal. Ravn places

himself poised on the brink, aching to free himself through

the other, to get rid of the other as a form of self, in a sort

of exorcism, creating distance from the conflict. However,

he doesn’t demonstrate any desire of ever recovering him-

self, who still believes in the possibility to speak of a self

that may not yet be broken, interrupted or imbalanced.

Between these two islands stretches a sea of different

visions of the world, man and society; visions so irrecon-

cilable as to frustrate any attempt to tie these threads

together. If Di Silvestre appears to reconnect them, so to

speak, to the world of fading memories of Marcel Proust,

Ravn is bound to the hallucinatory and self-mortifying

Knut Hamsum, a Norwegian writer who, in some of his

novels, transformed beds into deserts of creative solitude

and city streets or bedrooms into prisons and places of

tension and neuroses.

As if retrieved from a shipwreck, Di Silvestre´s painting

First and Second Paradoxby Marco Tonelli

“Peter, mi piacciono i tuoi soggetti e mi piace molto il modo in cui li dipingi, ma non potrei mai resi-stere con tutto quello spazio vuoto che li circonda. Tutto quel vuoto non mi permette di penetrarenel tuo mondo. Sembra strano, ma davanti a tutti quei vuoti mi sento mancare il respiro, anche seso che l'horror vacui è un problema mio. Ogni volta che inizio un nuovo lavoro mi riprometto di eliminare il superfluo, per arrivare ad unapittura più simile alla tua, ma alla fine mi sembra di fare il contrario...Se posso essere sincero, ho una voglia di prendere uno dei tuoi quadri e cominciare a dipingerciuna delle mie decorazioni e magari anche un pezzo di mobilio per riempirlo ancora di piu'. Ma non preoccuparti e torna pure in Danimarca tranquillo, prometto che non lo farò...”

Mauro Di Silvestre

Page 18: MAURO DI SILVESTRE - z2ogalleria.it · adesive di finto legno applicate direttamente sulla tela. A Di Silvestre piace la decorazione e ne fa un uso ostentato,

4 5

masters like Raphael, Caravaggio and Poussin. First of all,

the decoration in Di Silvestre is real: archaeological

records and historical relics are actually placed in his

painted space, in his rooms, in his environment, alongside

real-life characters saturated in his personal history, picto-

rially made more fertile and lush, like ivy that swallows a

house abandoned to the elements and the passage of

time.

In Ravn’s case, on the contrary, with a punctuality and

oppositional counterpoint to which we have become

accustomed, there is no more space than that occupied by

the figures. There is no time for them to leave traces of

themselves, let alone to decorate the negative space,

which makes the silent neurosis of his isolated and anony-

mous men even more deafening. The Danish painters’

work is cold and detached, but at the same time describes

pain as seen in his interrupted figures. In another way, if

we observe some of Ravn’s forms with squinty eyes, we

can see resemblances to some of Lucian Freud’s figures,

without, however, all of those pictorial connotations that

would make the figures more credible and real: the thick-

ness and heaviness of the flesh and sexuality, the thick use

of color or the description of a real place and time. But

Ravn isn’t Freud, even though he discovers a more didac-

tic sense of internal human neurosis, stripped of names or

biographical notes, but generalized in its universal condi-

tion, or at least something very close to it.

Let’s consider now the second paradox: Ravn´s painting

expresses an inner condition; certainly not idyllic, as we

can gather evidence of some pathological conditions from

his characters’ behavior, yet, everything is painted so

impersonally and flat in an anesthetized and clinical way

as if he could see the characters’ internal conflict with an

objective and unblinking eye, possessing the ability to

externalize his subjects and thus make a diagnosis, to save

and heal them. Di Silvestre’s happy and ironic excess in

recounting his life story practically negates the readability

of his own biography, covering his tracks and complicat-

ing the tale. If his intention was to mend the passage of

time and to preserve memory, the result will be the oppo-

site: this stratified, glorified time will blur these memories

even more, rendering them virtually useless and chaotic,

without even a single, distinct memory remaining. In this

unexpected shift of paradoxes, the anonymous figures of

Ravn will ultimately be more specific and objective than at

first glance, while those characterized in heavy detail by Di

Silvestre will eventually end up as generic icons and signs

of common personal experience.

Thus, two parallel worlds oppose each other. They are not

just two different ways of painting, but two ways of inter-

preting mental existence, as if to remind us that reality,

especially regarding the human figure, personal biogra-

phy and clinical-social relationships, is too complex to be

reduced into compartmentalized aesthetic principles; it

must be defined instead by numerous and unique emo-

tional experiences that are often self-referential and are

even more frequently incompatible.

brings back to the shore walls painted with the refined

decorative taste of the Nineteenth and the Twentieth cen-

turies, from Mario Cavaglieri to those interrupted and fad-

ing figures of Fausto Pirandello. For his part, Ravn stages

unspoken thoughts and hysteria in keeping with Edward

Hopper, and later with Eric Fischl, who since the Eighties,

freed the unconscious from its cage and let it wildly vent

its rage. The painting of Ravn reduces human action to a

sterile and masturbatory condition, as is evident, after all,

in Hopper, but without the excuse of the tedious boredom

of everyday life or the erotic voyeurism of Fischl.

Di Silvestre takes back the familiar and domestic space

that Cavaglieri used to showcase the “good society” and

in which Pirandello found a pictorial magic. These two

styles, typically Italian, adds a hyper-realistic vision of the

Anglo- American and the Northern European, which for

the first time in these volumes, is virtually negated, under-

mined, if not hidden or erased. And so, here unfold two

pictorial biographies that, through their figures, cancel

each other out: one who identifies himself with the sur-

name Di Silvestre and the other that takes on the

anonymity of Ravn.

While the former factually tells us the day, hour and year

of his vicissitudes, providing testimonials and direct evi-

dences on paper; the later conceives his men as vagrants

in space and time, homeless entities, without place or his-

tory, like bank employees with no connection to the real

world. If Di Silvestre is history, narrative, authorized auto-

biography, Ravn is scientific research, medical records,

anonymity. Here the first paradox begins: no one can in

fact identify with the characters of Di Silvestre, they all too

personal and private, even if they all contain a certain sim-

ilarity with family photos hidden in our drawers, closets

and attics. On the contrary, everyone can find themselves

in Ravn’s figures, although few of us have taken the

opportunity to strip naked and examine ourselves with

such cold lucidity.

Di Silvestre believes in the existence of a memory which

we all have experienced and use daily, without which we

would not be what we are, we would not have social roles,

emotional ties, either familial or personal; we would not

be anything. Or rather, we would be what Ravn’s figures

are: beings subjected to complete isolation from the world

and under psychic shock; prisoners, catatonic and hyster-

ical who in and of themselves are unable to break these

invisible chains. Time in Di Silvestre´s painting is long and

layered, it literally has “all the time in the world” for its

elements to appear or disappear (depending on your point

of view). Ravn’s time is instantaneous, immediate, exces-

sive, concentrated; the impulse arrives even before one

becomes visible, forget having the time to see something

disappear or dissolve.

This is why Di Silvestre overlaps and combines styles, sur-

faces and marks so different from the other. Real wallpa-

per, whose design is simplified and continued in drawing,

the holes seen through lace, movie tickets, an exhibition,

doodled scraps of paper, torn-out pages from school

reports; these compose his biography, ironically summed

up in that perfect title “Between 1969 and 2010”. Neither

formal intention or linguistic structure is present in Di

Silvestre’s work, nor is found a decorative or illusionary

end, as, for example, in the Cubist painting of Picasso and

Braque with the additions of tram tickets or fake wood

adhesives applied directly to the canvas. Di Silvestre likes

decoration and flaunts it ostentatiously, but it is not for

this fact that his painting could be called decorative, not

anymore than any other paintings by contemporary artists

like Peter Doig, Neo Rauch and Jason Martin or of the old

Page 19: MAURO DI SILVESTRE - z2ogalleria.it · adesive di finto legno applicate direttamente sulla tela. A Di Silvestre piace la decorazione e ne fa un uso ostentato,

600

Leaving Buildings, 2010, oil on canvas, 80 x 80 cm

Page 20: MAURO DI SILVESTRE - z2ogalleria.it · adesive di finto legno applicate direttamente sulla tela. A Di Silvestre piace la decorazione e ne fa un uso ostentato,

800

Only Elevation, 2010, oil on canvas, 105 x 150 cm

Page 21: MAURO DI SILVESTRE - z2ogalleria.it · adesive di finto legno applicate direttamente sulla tela. A Di Silvestre piace la decorazione e ne fa un uso ostentato,

1000

Part of Me has Already Left, 2010, oil on canvas, 80 x 80 cm

Page 22: MAURO DI SILVESTRE - z2ogalleria.it · adesive di finto legno applicate direttamente sulla tela. A Di Silvestre piace la decorazione e ne fa un uso ostentato,

1200

Suspension, 2010, oil on canvas, 80 x 80 cm

Page 23: MAURO DI SILVESTRE - z2ogalleria.it · adesive di finto legno applicate direttamente sulla tela. A Di Silvestre piace la decorazione e ne fa un uso ostentato,

1400

Luggage, 2010, oil on canvas, 50 x 50 cm

Page 24: MAURO DI SILVESTRE - z2ogalleria.it · adesive di finto legno applicate direttamente sulla tela. A Di Silvestre piace la decorazione e ne fa un uso ostentato,

1600

Hood, 2010, oil on canvas, 80 x 80 cm

Page 25: MAURO DI SILVESTRE - z2ogalleria.it · adesive di finto legno applicate direttamente sulla tela. A Di Silvestre piace la decorazione e ne fa un uso ostentato,

1800

I non indifferenti, 2010, oil on canvas, 115 x 150 cm

Page 26: MAURO DI SILVESTRE - z2ogalleria.it · adesive di finto legno applicate direttamente sulla tela. A Di Silvestre piace la decorazione e ne fa un uso ostentato,

2000

Rotkäppchen, 2010, oil on canvas, 50 x 50 cm

Page 27: MAURO DI SILVESTRE - z2ogalleria.it · adesive di finto legno applicate direttamente sulla tela. A Di Silvestre piace la decorazione e ne fa un uso ostentato,

0023

Peter Ravn, born in Copenhagen, Denmark, 1955.Lives and works in Copenhagen, Denmark.

SOLO EXHIBITIONS

2010 Di Silvestre / Ravn, z2o | Galleria Sara Zanin, Rome, Italy

2009 Peter Ravn, Galleri Brix, Herning, Denmark

DURCH[FÜR]GEGEN[OHNE]UM, Gallery Poulsen, Copenhagen, Denmark

2008 Peter Ravn, Copenhart Gallery, Copenhagen, Denmark

GROUP EXHIBITIONS

2010 Gallery Franz Pedersen, Horsens, Denmark

Poulsen on Paper, Gallery Poulsen, Copenhagen, Denmark

2009 Emergency Room, Hanoi, Vietnam

Forårsudstillingen, Charlottenborg, Copenhagen, Denmark

Portræt Nu, Brewer J.C. Jacobsen’s 2. Portrait Exhibition 2009, Museum of National History, Frederiksborg Castle, Hillerød, Denmark

Emergency Room, Palazzo delle Arti Napoli, Napoli, Italy

2008 Portræt Nu, Brewer J.C. Jacobsen’s 1. Portrait Exhibition 2008, Museum of National History, Frederiksborg Castle, Hillerød, Denmark

2007 Spring 07 - KP, Århus Kunstbygning, Århus, Denmark

2005 Forårsudstillingen, Charlottenborg, Copenhagen, Denmark

2004 Efterårsudstillingen, Den Frie, Centre of Contemporary Art, Copenhagen, Denmark

EDUCATION

2010 The Royal Danish Academy of Fine Arts, School of Architecture, Dept. of Design, Copenhagen

Parsons School of Design, New York, NY. Syracuse University, Dept. of Design, Syracuse, NY

Through the 80s and 90s Peter Ravn was a central figure in thedanish field of design and music with his work on design and visu-al identity as sleeve and poster designer, director of music videosand concept developer.

He was behind a string of the most remarkable Danish recordsleeves and was a pioneer in the danish music video. Through the80s and 90s he developed groundbreaking and visually experi-menting music videos for many of the biggest names inScandinavian rock and pop.

In the 90s, Ravn was the architect behind the fashion projectDemocrats, which was characterised by T-shirts with conceptualgraphic designs boasting philosophical, political and often contro-versial slogans.

Website: www.peterravn.com

Page 28: MAURO DI SILVESTRE - z2ogalleria.it · adesive di finto legno applicate direttamente sulla tela. A Di Silvestre piace la decorazione e ne fa un uso ostentato,

00

Photographs of works by Dorte KroghPhoto of Peter Ravn by Signe LoentoftTranslation by Eddy StefaniGraphic design by Riccardo Gemma

Thanks to:Ambasciata di Danimarca, Accademia di Danimarca,The Danish Arts Agency, Julia Draganovic, Michela Minnucci, Lisa Wade