Maurizio Padovan - progettisonori.it · 5 PREFAZIONE La presenza della danza nella scuola di base...

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Maurizio Padovan DANZARE A SCUOLA Proposte operative per un’attività di danza nella Scuola di Base Progetti Sonori Edizioni - Via Nazionale, 15 - 61040 Mercatello sul Metauro (PU) - Italy Tel. 0722 816053 - 0722 816895 • Fax 0722 816055

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Maurizio Padovan

DANZARE A SCUOLAProposte operative per un’attività di danza

nella Scuola di Base

Progetti Sonori Edizioni - Via Nazionale, 15 - 61040 Mercatello sul Metauro (PU) - ItalyTel. 0722 816053 - 0722 816895 • Fax 0722 816055

INDICE

GIROTONDI E BALLI INFANTILISette salti 26Kalimba 31Gibouli 36Ballo dei campanelli 40Bingo 46Pop goes the weasel 50

GIROTONDI E BALLI STORICICarola 56Pavana 60L’Orchésographie e i Branles 66Branle delle lavandaie 70Branle degli eremiti 76Branle dell’asino 82John Playford e le “country dances” 85Sellenger’s round 86Hunsdon House 90

GIROTONDI E BALLI DEL MONDO

Batti le mani 102Ballo dei gobbi 106Vinca 113Raspa 116Yankee Doodle 119Circolo circassiano 124Lucky seven 128Square dance 133

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PREFAZIONE 5

Obiettivi 7 Interdisciplinarietà 15 Itinerari didattici e repertorio 17 Legenda 22

INTRODUZIONE 7

Jiffy mixer 138Troika 141Debka kafrit 145Nigun atik 149Ma navu 153

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BIBLIOGRAFIA 159

CONTENUTO DEL CD 160

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PREFAZIONE

La presenza della danza nella scuola di base è limitata a vaghi cenni espressi nei programmi mi-nisteriali della Scuola Primaria e della Scuola Secondaria di Primo Grado. Non esiste quindi una

adeguata per svolgere un’attività di danza, anche a supporto di altre discipline quale l’Educazio-ne Fisica o l’Educazione Musicale.È risaputo che l’elemento ritmico-musicale riveste un’importanza fondamentale nella formazionedell’individuo. In particolare, secondo il noto teorico e coreografo Rudolf Laban, nella danza sirealizza una cooperazione organizzata delle nostre facoltà mentali, emotive e corporee che si tra-duce in azioni la cui esperienza è della massima importanza per lo sviluppo della coordinazione,dell’armonia e della personalità.L’attuale sistema di vita riserva poco spazio alla danza. La stessa scuola è un luogo dove si staprevalentemente seduti e le attività del tempo libero degli alunni vengono spesso svolte nell’im-mobilità imposta dal computer o dalla playstation.Con il prevalere del lavoro intellettivo su quello manuale, l’energia vitale viene repressa e si crea

-tano ad attenuare l’aggressività, a procurare benessere e sicurezza, a favorire il rilassamento el’armonia tra mente, corpo e spirito in perfetta sintonia con la celeberrima frase di Giovenale:“Mens sana in corpore sano”.

relazionali e cognitivi in un contesto divertente e socializzante.Il libro è concepito come un manuale che accompagna il docente nell’applicazione dell’attività co-reutica nell’ambito scolastico. Un libro che indica gli obiettivi da perseguire, che fornisce gli stru-menti per la contestualizzazione delle proposte e gli spunti per reali collegamenti interdisciplinari.La danza infatti è movimento e quindi attività motoria, ma la danza è ritmo e pertanto è una atti-vità intimamente legata alla musica.La danza è uso dello spazio e quindi è geometria, non quella statica dei libri, ma quella vissuta con

frontiere politiche e culturali; da qui la possibilità di conoscere culture ed espressioni di epochepassate e di popoli lontani favorendo l’interculturalità.“Danzare a scuola” non è, e non vuole essere, un corso di “danza creativa”, realizzabile esclusiva-mente da esperti del settore, ma una“danza delle regole”rivolta a insegnanti di Educazione Fisica,

-che, necessitano o desiderano attuare un’attività di danza nella scuola. Il presente volume segue dopo diciassette anni il precedente La danza nella scuola dell’obbligo, dame pubblicato insieme a Federica Calvino Prina ed esaurito da oltre un decennio.Questa nuova edizione, interamente riveduta e aggiornata, è il frutto del lavoro condotto in que-sti anni a contatto con i docenti della Scuola dell’Infanzia, Primaria e Secondaria, in occasione dinumerosi corsi di aggiornamento da me tenuti in Italia e in Portogallo per istituzioni scolastiche,centri di formazione per professori e associazioni di educazione musicale.

Maurizio Padovan

INTRODUZIONE

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OBIETTIVI

Le attività motorie, per essere funzionali e influire positivamente su tutte le dimen-sioni della personalità, devono essere praticate in forma ludica, variata, polivalente, partecipata nel corso di numerosi interventi di opportuna durata e con differenzia-zioni significative a seconda delle varie fasce d’età […]. L’importanza della ludicità nell’educazione motoria risponde al bisogno primario del fanciullo di una forma gra-tificante e motivata delle attività (Programmi Ministeriali, Educazione Motoria, “Indi-cazioni didattiche”).

«L’insegnamento della psicomotricità, quando viene effettuato anche attraverso la pratica del suono e del ritmo, agevola senz’altro nei giovanissimi alunni la capacità di interiorizzare e di ap-propriarsi dei concetti topologici e spazio-temporali, ma non dà quanto può dare invece un’attivi-tà espressivo-motoria così gratificante come la danza, che viene costruita insieme alla musica, alle sue immagini e alla sua emotività1» .In ambito scolastico, l’acquisizione di abilità motorie attraverso la pratica di balli collettivi risulta particolarmente efficace, in quanto favorita da una dimensione di divertimento e di piacere fun-zionale. Nella danza, infatti, coordinazione, spazio e ritmo si completano, si affinano e si armoniz-zano attraverso un’esperienza di gioco collettivo all’interno di una situazione musicale.Tramite la danza è possibile, in un contesto ludico e socializzante, raggiungere obiettivi dell’area funzionale, relazionale e cognitiva.

1 Giordano Bianchi, Introduzione, in F. Calvino Prina - M. Padovan, La danza nella scuola dell’obbligo, S.G.M, Milano 1995, p. 5.

Obiettivi funzionali

Coordinazione motoria

a) Coordinazione generaleLa percezione del proprio corpo in movimento favorisce la strutturazione dello schema corporeo e la danza contribuisce a integrare e completare tale processo.Come qualsiasi attività dinamica, il ballo necessita di una coordinazione complessa che si traduce nella capacità di compiere gesti appropriati ed economici.I bambini di età tra i sei e gli otto anni eseguono a volte movimenti scoordinati. Per quanto già manifestino uno spiccato interesse per il ritmo musicale, i loro movimenti possono manifestarsi

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in forma disordinata e disarticolata. La danza contribuisce al miglioramento e allo sviluppo dello schema corporeo, consolidando e affinando gli schemi motori statici e dinamici indispensabili per l’organizzazione dei movimenti.Il miglioramento delle capacità coordinative consente al fanciullo di raggiungere nel tempo una motricità sempre più ricca, efficace e armoniosa, che si manifesta nella precisione e fluidità dei gesti motori.

b) LateralitàQuesta capacità è nella danza costantemente stimolata. Attraverso lo sviluppo delle azioni coreo-grafiche e le relazioni con gli altri partecipanti, l’individuo che balla è infatti sollecitato a prendere coscienza della propria lateralità (destra e sinistra), non solo in relazione a sé, ma anche rispetto agli altri e allo spazio circostante.

c) Coordinazione segmentariaMediante la danza è possibile migliorare la cosiddetta “coordinazione segmentaria”, ovvero la ca-pacità di usare gli arti inferiori e superiori, sia indipendentemente, sia in relazione agli altri. La sim-metria naturale del movimento, che consiste nel muovere gamba e braccio opposti (ex. gamba destra e braccio sinistro o viceversa), trova nella danza costanti e diversificate applicazioni. Inoltre, l’uso indipendente degli arti superiori e inferiori (ex. eseguire passi e gesti contemporaneamen-te), così come previsto in alcune coreografie, favorisce ancor più la presa di coscienza del proprio schema corporeo.

Obiettivi cognitivi

Organizzazione spazio-temporale

Attraverso la danza si favorisce l’acquisizione di:

concetti relativi alla spazio e all’orientamento (avanti/dietro, sinistra/destra, grande/piccolo, corto/lungo, vicino/lontano, alto/basso, sopra/sotto);

concetti relativi al tempo e alle strutture ritmiche (lento/veloce, prima/dopo, contemporanea-mente/insieme).

Ogni situazione di movimento ha una componente spaziale e una temporale. Quella spaziale è caratterizzata dalla direzione, dall’estensione, dal livello e dal percorso.

La direzione definisce il muoversi in avanti, all’indietro, di lato o circolarmente.

L’estensione indica la misura del movimento, che può essere piccolo, grande, corto, lungo e, in relazione a se stessi e agli altri, vicino o lontano.

Il livello esprime le diverse altezze del movimento: muoversi in alto, muoversi alla propria altezza e muoversi in basso (flettendo le ginocchia oppure coricandosi fino ad assumere una posizione orizzontale).

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Il percorso è definito dalla traccia lasciata dallo spostamento, che può consistere in una linea dirit-ta, curva, a zig zag, spirale, etc.

La temporalità dei movimenti si esprime attraverso la durata (lento/veloce) e la successione delle azioni (prima/dopo); le azioni possono inoltre essere eseguite contemporaneamente (due mo-vimenti diversi nello stesso momento) o insieme (due movimenti uguali nello stesso momento).

Durante un’esperienza di danza l’individuo si pone in relazione con l’ambiente, maturando un funzionale rapporto spazio/tempo consono al percorso da realizzare e nel rispetto delle sequenze prestabilite.

Attraverso la danza l’alunno imparerà quindi a:

valutare l’ampiezza e la rapidità dei gesti e dei movimenti;ottimizzare il rapporto spazio/tempo nel compiere un determinato percorso; muoversi nello spazio tracciando linee prestabilite e figure geometriche, quali il quadrato, il cerchio, la croce, etc.;collocarsi in modo corretto rispetto agli oggetti e ai compagni;memorizzare le sequenze dei passi e delle figure che compongono le diverse coreografie;rappresentare graficamente le figure realizzate dal movimento individuale e da quello collettivo;identificare la successione delle parti che compongono una coreografia.

Senso ritmico

«Il ritmo è un movimento naturale che favorisce la comunicazione gestuale e risponde al bisogno di manifestare se stessi e le proprie istanze interiori mediante una serie di movimenti coordinati2».Il ritmo si esprime attraverso il movimento e il nostro corpo è lo strumento principale che ci permette di vivere e manifestare una sollecitazione ritmica. Già Platone affermava che il ritmo è l’ordine del movimento e che quando l’equilibrio interno di un individuo viene alterato è pos-sibile armonizzarlo nuovamente attraverso l’uso di ritmi appropriati. Secondo il medico arabo Ububchasym da Bagdad (XI sec.), l’ordine ritmico si ottiene quando “vi è proporzione tra il suono e i movimenti della persona”. L’eventuale “danno”, provocato dalla mancanza di tale proporzione, potrà essere rimosso attraverso la ritrovata sincronia tra musica e movimento. Questo semplice, ma basilare concetto, anticipava di alcuni secoli il principio fondamentale dell’arte della danza, la cosiddetta Misura, intesa dai maestri di ballo del Quattrocento come la chiave del rapporto tra musica e movimento.

2 Rino Gori, Educazione al suono e alla musica, in I programmi della scuola elementare, Armando Editore, Roma 1987, p. 77.

Il senso ritmico verrà maturato non solo attraverso un tradizionale strumentario ma anche attraverso una pratica fono-gestuale individuale e collettiva (dai semplici mo-vimenti ritmici alla danza) (Programmi Ministeriali, Educazione Musicale, “Sviluppo delle capacità e proposte dei contenuti”).

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L’importanza del ritmo nella formazione dell’età evolutiva, e più in generale sull’equilibrio dell’uo-mo, sarà ripresa nella pedagogia moderna da Emil Jacques Dalcroze (1885-1950), fondatore di una scuola educativa che influenzerà tutti i metodi successivi.Il bambino della Scuola Primaria manifesta spesso una mancanza di ritmo, che si traduce nell’in-capacità di trovare la giusta coordinazione in relazione a quanto richiesto.Attraverso le proposte contenute in “Danzare a scuola”, l’alunno si confronterà con differenti ritmi e moduli ritmici, acquisendo nel tempo un maggiore controllo e una migliore coscienza delle proprie capacità e potenzialità. Se il corpo è lo strumento ritmico per eccellenza, la danza è l’attività privilegiata per favorire il controllo musicale dei movimenti e la coscienza ritmica ai vari livelli di energia e rapidità: movi-menti veloci necessitano di scioltezza e vivacità, quelli lenti presuppongono controllo, equilibrio e calma interiore.

Contare con il tempo

Tutti sappiamo contare. Contiamo gli oggetti, le persone, i soldi, contiamo i minuti, le ore e i gior-ni, contiamo con la mente ma difficilmente con il corpo.La quasi totalità della musica da danza è composta da frasi musicali della durata di otto (o quattro o sedici) battute. Di conseguenza le sequenze coreografiche sono composte da un numero di otto tempi, dal suo divisore quattro o dai multipli sedici, trentadue, etc.Se nelle azioni quotidiane contare fino a quattro o a otto è un processo del tutto banale e ovvio, nella danza può rappresentare inaspettatamente una difficoltà. È infatti del tutto normale che fanciulli, adolescenti o adulti esauriscano sin dal quinto o dal sesto tempo sequenze di otto passi, senza percepire l’incompletezza della loro azione.Imparare a eseguire correttamente una semplice sequenza di passi significa, quindi, imparare a scandire il tempo, a rispettare la durata delle frasi musicali percependone l’inizio e la fine, a suddi-videre gli spazi in quattro, otto o sedici parti uguali, a comprendere che prima di iniziare una nuo-va sequenza bisogna terminare quella precedente; in conclusione, bisogna sintonizzare il proprio corpo sull’onda del sistema di numerazione della musica.Dal punto di vista aritmetico il progetto didattico “Danzare a scuola” può essere perciò inteso come “contar danzando” o “imparare a contare fino a otto”.

Sensibilità espressiva ed estetica: l’attività motoria come linguaggio

Collegare la motricità all’acquisizione di abilità relative alla comunicazione gestuale e mimi-ca, alla drammatizzazione, al rapporto tra movimento e musica, per il miglioramento della sensibilità espressiva ed estetica (Programmi Ministeriali, Educazione Motoria).Il movimento è uno dei linguaggi attraverso il quale l’uomo esprime il suo mondo interio-re ed entra in rapporto con gli altri. Tale linguaggio deve pur essere utilizzato nella scuola, accanto ai linguaggi verbali, visuali e musicali, per consentire all’alunno l’esplorazione e la valorizzazione di tutti i mezzi d’espressione e d’interrelazione (Programmi Ministeriali, Edu-cazione Fisica, “L’attività motoria come linguaggio”).

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Attraverso la danza, la motricità diviene un mezzo per acquisire abilità relative alla comunicazione gestuale e mimica: l’alunno imparerà a cogliere le sensazioni prodotte dal suo corpo accrescendo la capacità di esprimere le proprie emozioni attraverso i gesti. A questo scopo sono particolar-mente indicati quei balli caratterizzati da elementi pantomimici (Ballo dei gobbi, Branles, etc.) o da coreografie costruite in stretta relazione con la partitura musicale (Ballo dei campanelli) che con-sentono all’alunno di personalizzare i movimenti scoprendone la musicalità e le infinite gamme espressive. Con la pratica della danza l’alunno acquisirà quindi maggiore consapevolezza della sua corporeità, adattando passi, gesti e stili alla propria personalità.Il ballo è un’espressione delle diverse realtà culturali che nel corso del tempo si sono evolute, differenziate e stratificate e come ogni linguaggio è il riflesso di codici, convenzioni e mode. Ecco quindi che gli alunni possono imparare a riconoscere repertori coreografico-musicali di epoche e culture differenti, acquisendone gli elementi peculiari.Acquisiti gli stili e i modelli base dei diversi linguaggi coreografici, quali ad esempio il portamen-to solenne di una pavana rinascimentale in contrapposizione alla vivace gestualità di un ballo carnevalesco o lo sviluppo geometrico di una contraddanza rispetto alla sequenza di un ballo di cerchio, l’alunno potrà cimentarsi nella creazione di nuove danze funzionali alla realizzazione di spettacoli ed eventi teatrali.

Imitazione motoria - qualità del movimento

La danza si apprende per imitazione e il movimento da imitare deve essere chiaro e preciso. Tra-smettere a livello elementare la meccanica di un movimento o di un passo significa rendere co-sciente l’alunno del gesto da riprodurre, della differenza tra un movimento confuso e uno preciso, tra uno espressivo e uno meccanico. Al termine di una sequenza coreografica o di una intera danza, l’alunno potrà ripetere a livello mentale l’esperienza motoria vissuta in precedenza.Rivivere mentalmente una serie di passi e figure favorisce la capacità di interiorizzare e di rappre-sentare situazioni dinamiche.La capacità di memorizzazione può essere stimolata attraverso la descrizione delle coreografie ac-quisite con sistemi di notazione grafica e verbale. Rappresentare graficamente un ballo costituisce un importante momento di rielaborazione che consente di:

stimolare la memoria;trasferire l’esperienza motoria dalla dimensione corporea a quella mentale; analizzare la struttura delle danze;individuare gli sviluppi geometrici delle coreografie.

Analizzare e rielaborare una danza recentemente acquisita significa pertanto ridurre a livello ele-mentare un’azione coreografica più o meno complessa.

Potenziamento fisiologico

Il potenziamento fisiologico costituisce, oltre che un obiettivo di per sé apprezzabile, il pre-supposto per il normale svolgimento delle attività [motorie] (Programmi Ministeriali, Educa-zione Fisica, “Potenziamento fisologico”).

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Percezione sonora e musicale

Ascolto di brani che propongono musica dei diversi popoli relativa agli aspetti della loro vita; di brani di musica delle diverse epoche e di vario stile, anche in rapporto al teatro, al cinema, alla danza (Programmi ministeriali, Educazione al suono e alla musica, “Percezione e comprensione”).

La pratica della danza, oltre a favorire la memorizzazione delle musiche che accompagnano i rispettivi balli, consentirà all’alunno di:

associare una musica al rispettivo ballo;associare le parti coreografiche di una danza alle rispettive frasi musicali;individuare la relazione fra l’andamento della melodia e il ritmo di una danza;associare lo stile musicale ai gesti e ai passi;comprendere gli stili musicali relativi alle diverse epoche e culture.

Produzione musicale

La produzione musicale dei popoli dei differenti paesi ed epoche sono il campo delle attività di esplorazione, conoscenza e apprendimento (Programma ministeriale, Educazione al suono e alla musica, “La realtà acustica nella natura e nella cultura”).Sarà utile organizzare forme di attività quali: […] esecuzione di brani musicali, con strumenti di facile uso, collegati a rappresentazioni gestuali e mimiche, a forme di teatro danzato e alla elaborazione di altri progetti di spettacolo (Programma ministeriale, Educazione al suono e alla musica, “Produzione”).

La danza costituisce un pretesto per lo svolgimento di attività musicale, corale e strumentale, ad essa correlata.Per l’attività corale sono indicate le canzoni che accompagnano i balli Pop goes the weasel, Bingo eYankee Doodle. L’esperienza può essere estesa a filastrocche e giochi danzati locali.L’attività strumentale, finalizzata all’accompagnamento dei balli acquisiti, può essere realizzata con gli strumenti musicali disponibili nell’ambito scolastico.

Attraverso l’attività di danza l’alunno migliorerà la funzione cardio-respiratoria, la mobilità e la scioltezza muscolare. In particolare, l’esecuzione di danze rapide e vivaci (ex. Gibouli) favorirà la capacità di eseguire azioni motorie nel breve tempo con gesti efficaci ed economici.

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Obiettivi relazionali

Socializzazione, cooperazione e integrazione

La danza favorisce la socializzazione, facilita l’integrazione, promuove relazioni dinamiche e sti-mola l’autostima.

Concorrere allo sviluppo di coerenti comportamenti relazionali mediante la verifica vissuta in esperienze di gioco e di avviamento sportivo, dell’esigenza di regole e di rispetto delle regole stesse sviluppando anche la capacità di iniziativa e di soluzione dei problemi (Pro-grammi Ministeriali, Educazione Motoria).Valorizzazione di un ambito privilegiato per lo svolgimento di esperienze formative di vita di gruppo e di partecipazione sociale (Programmi Ministeriali, Educazione Fisica, “Indicazioni generali”).

«La danza è una rappresentazione corale e come tale sviluppa nel gruppo un sentimento di unione e solidarietà, ridimensiona le manifestazioni egocentriche e incoraggia gli alunni più ti-midi e introversi3».La danza è un’attività collettiva che si attua in un contesto di gioco e di divertimento; per tale ra-gione favorisce il senso di appartenenza e di coesione, concorre allo sviluppo di coerenti compor-tamenti relazionali, accentua i sentimenti collettivi e l’autocontrollo e alimenta la cooperazione in vista del raggiungimento di un fine comune.Fondata sul rispetto delle regole, la danza di gruppo sviluppa la fiducia in se stessi e degli altri con conseguente miglioramento dei processi di autostima.In una società multietnica in cui le scuole sono sempre più frequentate da alunni appartenenti a culture e religioni differenti, la danza rappresenta un’attività di animazione che facilita l’inte-grazione degli stranieri e la mediazione culturale. Lo studente straniero può a sua volta essere portatore di tradizioni e costumi del suo Paese, pur riadattandole al modus vivendi della nazione che lo ospita.

Relazioni dinamiche

Grazie alla danza è possibile superare i problemi di contatto fra gli studenti dei due sessi che nella scuola dell’obbligo risultano piuttosto marcati. La tendenza di maschi e femmine a non aggregar-si, la difficoltà nel darsi la mano o il rifiuto nel relazionarsi con un particolare compagno, vengono agevolmente superati nei balli in cerchio, in cui ogni componente dà la mano a due ballerini di sesso opposto o in quelle coreografie in cui è prevista la formazione di coppie variabili.

3 F. Calvino Prina - M. Padovan, La danza nella scuola dell’obbligo, cit., p. 9.

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Oltre a superare questi ostacoli, i balli collettivi offrono agli alunni numerose situazioni in cui sco-prire il “piacere di fare e giocare” con uno o più compagni attraverso il movimento. Questo accade in tutte le coreografie che prevedono giochi di coppia o scambi di partner (Bingo, Batti le mani, Vinca, Raspa, Yankee Doodle, Circolo circassiano, Lucky seven e Jiffy mixer).

Autostima

Attraverso la danza è possibile stimolare l’acquisizione di qualità personali quali l’autostima e la fiducia in se stessi. In particolare, nei balli in cui è previsto il ruolo del capofila, è possibile incenti-vare la considerazione di sé degli alunni più timidi affidando a loro il ruolo di protagonista.

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INTERDISCIPLINARIETÀ

“Danzare a scuola” è una attività che consente di operare relazioni oltre che con la Musica, con cui è strettamente legata, anche con la Geometria, la Storia, la Geografia, le Lingue Straniere e l’Educazione all’Immagine, facilitando il loro collegamento e concorrendo al raggiungimento di una visione globale del sapere.

Geometria e disegno

Attraverso la danza è possibile vivere con il corpo la costruzione di figure geometriche semplici e complesse, statiche e dinamiche.La componente geometrica della danza si manifesta in due fasi successive, la prima pratica e cor-porea, la seconda mentale e di rielaborazione:

1. la fase corporea consiste nel tracciare sul piano linee curve, linee rette, cerchi, quadrati etc;2. la fase di rielaborazione consiste nello studio delle figure geometriche realizzate attraverso

l’interazione di movimenti contemporanei di più individui.

La percezione dello sviluppo dinamico delle coreografie è particolarmente complessa per chi è impegnato nell’esecuzione di un ballo. Chi danza infatti difficilmente può cogliere lo sviluppo delle figure geometriche definite dal proprio e altrui movimento. Pertanto, affinché tutti gli alunni possano osservare dall’esterno le sequenze coreografiche più complesse, si consiglia di alternare i partecipanti nel ruolo di protagonisti e di spettatori.Lo studio dello sviluppo dinamico delle coreografie può essere inoltre realizzato mediante rap-presentazioni grafiche che permettano di analizzare l’evoluzione delle figure dei balli più articola-ti (Hunsdon House, Square dance).

Lingua straniera

La terminologia della danza, sia storica sia popolare, rappresenta un elemento di motivazione per l’apprendimento e la diffusione delle lingue straniere, in particolare francese e inglese:

Uso dei termini coreografici originali in lingua straniera (swing, turn, back to back, dos-à-dos, pieds en l’air…).Lettura e traduzione di fonti coreografiche:

- T. Arbeau, Orchésographie, Lengres 1589 (Branle degli eremiti).- H. Playford, The Dancing Master, Londra 1703 (Hunsdon House).

Esecuzione di canti legati a balli gioco e contraddanze popolari in lingua inglese (Bingo, Pop goes the weasel, Yankee Doodle).

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Storia e culture del mondo

Trattandosi di una attività radicata nella storia dell’uomo, la danza offre agli alunni un insieme di elementi cognitivi, sensoriali ed estetici che contribuiscono a una migliore comprensione delle culture e dei popoli.

Storia

La danza è il prodotto di molteplici fattori socio-culturali che ne identificano il luogo, il tempo e l’ambiente in cui si è venuta delineando. Per tale ragione, l’esecuzione di danze storiche permette all’alunno di rivivere con il proprio corpo usi e costumi delle epoche passate, contribuendo a una migliore coscienza storica. In particolare sarà possibile operare approfondimenti e stabilire collegamenti in relazione agli spunti storici insiti nelle singole danze, quali la spensierata Carola per la vita del castello e della cit-tà medievale, la cerimoniale Pavana per le corti del Rinascimento, l’infantile Pop goes the weasel per la storia delle colonie inglesi del Nord America, Yankee Doodle per la Rivoluzione Americana, etc.

Culture del mondo

Balli-gioco infantili e danze popolari divengono un mezzo per viaggiare alla scoperta delle tradi-zioni europee ed extraeuropee, per comprendere il significato del Carnevale e delle sue manife-stazioni e per valutare il ruolo della danza nelle identità culturali di alcune nazioni (ex. Israele), etc.

Educazione artistica

Scene di danza sono presenti nell’arte di tutte le epoche e di tutte le culture. Il confronto tra i balli acquisiti e le relative immagini tratte dall’iconografia, consente di contestualizzare l’evento coreo-grafico nelle diverse occasioni (feste nuziali, feste di carnevale, passatempi…), nei diversi am-bienti (aristocratico, cortese, popolare…) e nelle diverse epoche (Medioevo, Rinascimento, XVIII secolo, XX secolo…). Dalla danza è poi possibile allargare il campo d’indagine agli altri elementi della vita quotidiana: il costume, i giochi, le attività umane, l’alimentazione, etc.

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ITINERARI DIDATTICI E REPERTORIO

Il repertorio contenuto in questo volume è distinto in tre categorie di danze: girotondi e balli in-fantili, girotondi e balli storici, girotondi e balli del mondo.

A) Girotondi e balli infantili

La prima categoria, particolarmente adatta agli alunni della Scuola dell’Infanzia, della Scuola Pri-maria e del primo anno della Scuola Secondaria, raccoglie girotondi infantili provenienti dalla tradizione popolare e semplici coreografie composte per uso didattico.

B) Girotondi e balli storici

La seconda categoria presenta semplici balli storici tratti da varie epoche, sia in versione originale, sia adattati a uso scolastico.

C) Girotondi e balli del mondo

La terza categoria, rivolta agli alunni del secondo biennio della Scuola Primaria, della Scuola Se-condaria di Primo e di Secondo Grado, è dedicata a danze popolari provenienti da alcune culture europee ed extraeuropee.La finalità di questa categoria non è quella di acquisire stili di differenti repertori etnocoreutici, ma proporre diversificati contesti coreografici, musicali e di aggregazione attraverso i quali scoprire e apprendere.La danza tradizionale è un linguaggio di una comunità che può essere appreso solo a diretto con-tatto con la realtà che lo ha prodotto. Ecco quindi il rischio di trasmettere eccessive semplificazioni e stereotipie culturali, di svilire l’identità e il valore delle differenti culture. Da qui la scelta di danze popolari di semplice esecuzione, spesso tratte dal repertorio dei balli di società e privi di codici e stili di specifiche culture regionali o etniche. Va inoltre ricordato che numerose danze popolari possono risultare inadatte a scopi didattici, in quanto manifestazioni degli adulti. Anche in relazione a ciò è stata operata una selezione, privile-giando i balli privi di temi legati al corteggiamento e facilmente trasferibili nella realtà scolastica.

La composizione delle tre categorie, così come è stata stilata, è indicativa e suscettibile di modi-fiche. Vi sono infatti numerosi balli dotati di valenze e contenuti comuni all’area infantile, storica e geografica.Fra i numerosi esempi si citano il Gibouli, girotondo infantile, ma anche ballo tradizionale francese (infantile - geografica); la Carola, danza medievale per antonomasia, ma nel contempo ballo po-polare e infantile (infantile - storica) o Pop goes the weasel, contemporaneamente contraddanza e canzoncina per bambini, le cui origini risalgono al XVII secolo (infantile - storica - geografica).

Il repertorio proposto si presta a differenti chiavi di lettura, che consentono di individuare più itinerari didattici.

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Itinerario coreografico

Un primo elemento di distinzione tra i balli proposti è rappresentato dal ruolo dei partecipanti, che può essere unico (uguale per tutti a prescindere dal sesso) o differenziato (uomo/donna).

a) Ruolo unico

Categoria di balli in cerchio in cui tutti i ballerini svolgono lo stesso ruolo. Non è prevista la distin-zione fra ruolo maschile e femminile. È questo il modello coreografico più semplice, che può trovare largo impiego in tutti i livelli di scolarità.Negli abituali contesti scolastici formati da gruppi-classe misti si consiglia comunque di alternare maschio e femmina.

Appartengono a questa categoria:Sette saltiKalimbaBallo dei campanelliGibouli

Branle degli eremitiSellenger’s roundNigun atikMa navu

a.1) Ruolo unico con leader

Categoria di balli in cui tutti i ballerini tenendosi per mano formano una catena condotta da un capofila. Tutti i partecipanti svolgono lo stesso ruolo. Si consiglia di alternare maschi e femmine.

Appartengono a questa categoria:CarolaDebka kafrit

b) Ruolo differenziato

Sono i balli in cui è previsto un ruolo differenziato fra maschi e femmine.In base all’assetto coreografico iniziale, queste danze si distinguono nelle seguenti categorie:

Ballo in cerchio con ruolo differenziato Balli con due ruoli ma non necessariamente maschio/femmina. I partecipanti possono essere distinti in ballerini A e ballerini B attraverso segni di riconosci-mento (nastri colorati, cappello, etc.).

Nell’ambito di gruppi misti l’alternanza maschio/femmina nella disposizione contribuisce a rendere più visibile la differenza dei ruoli.

Appartengono a questa categoria:Branle dell’asinoBallo dei gobbi

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Balli in cerchio con cambio di partnerBalli di coppia in disposizione circolare con cambio di partner a ogni ripetizione della danza.

Appartengono a questa categoria:VincaCircolo circassianoLucky seven

Balli di coppia con cambio di partnerBalli con formazione iniziale in coppia con cambio di partner a ogni ripetizione della danza.

Appartengono a questa categoria:BingoBatti le maniRaspaYankee DoodleJiffy mixer

Ballo in corteoÈ il caso della Pavana in cui i ballerini procedono in coppia senza cambio di partner.

Ballo in trioNel ballo Troika i ballerini procedono in trio con maschio al centro e due femmine laterali (o vice-versa). A ogni ripetizione della danza sarà effettuato il cambio del ballerino/della ballerina centrale.

Balli per coppie disposte in quadratoAppartengono a questa categoria:

Hunsdon House Pop goes the weaselSquare dance

Itinerario storico

Balli rappresentativi di epoche passate:

Carola (Medioevo, XIV sec.)Pavana (Rinascimento, XVI secolo europeo)Branle delle lavandaie (XVI secolo francese)Branle degli eremiti (XVI secolo francese)Sellenger’s round (XVII secolo inglese)Hunsdon House (XVIII secolo inglese)

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Itinerario geografico

Balli rappresentativi di alcune regioni del mondo:

Sette salti (Danimarca)Bingo (USA)Gibouli (Francia)Batti le mani (Germania)Ballo dei gobbi (Italia)Vinca (Italia)Raspa (Messico)Circolo circassiano (Paesi Britannici)Lucky seven (Paesi Britannici)

Pop goes the weasel (USA)Yankee Doodle (USA)Square dance (USA)Jiffy mixer (USA)Troika (Russia)Debka kafrit (Israele)Nigun atik (Israele)Ma navu (Israele)

All’interno del repertorio sono inoltre individuabili una categoria di danze con caratteristiche tea-trali e una adatta a situazioni di festa e animazioni:

Danze a uso teatrale

Balli di carnevale, danze con inserti pantomimici o coreografie adattabili a esigenze di copione teatrale:

Branle dell’asinoBranle delle lavandaieBranle degli eremitiBallo dei gobbi

KalimbaBallo dei campanelliNigun atikMa navu

Danze di animazione

Balli di immediato o semplice apprendimento adatti a feste dell’accoglienza, feste di fine anno, etc.

Sette saltiCarolaGibouliRaspaPop goes the weasel

Yankee doodleCircolo circassianoVincaTroika

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Danzare insieme

I percorsi verticali (storia) e orizzontali (geografia) individuati all’interno del repertorio proposto pos-sono costituire il canovaccio per l’allestimento di spettacoli in collaborazione con altre discipline.Si consiglia di finalizzare l’attività di danza alla produzione di una grande festa, concepita non come uno spettacolo rivolto a un pubblico spettatore, ma come un momento di incontro tra classi e scuole diverse, nel quale gli alunni possano condividere un’esperienza comune nel pieno spirito di aggregazione che sta alla base del danzare insieme.

Tavola riassuntiva delle caratteristiche delle danze

TITOLO INFANTILE STORICA GEOGRAFICA1 Sette salti

2 Kalimba

3 Gibouli

4 Ballo dei campanelli

5 Bingo

6 Pop goes the weasel

ANIMAZIONE TEATRALE

7 Carola

8 Pavana

9 Branle delle lavandaie

10 Branle degli eremiti

11 Branle dell’asino

12 Sellenger’s Round

13 Hunsdon House

14 Batti le mani

15 Ballo dei gobbi

16 Vinca

17 Raspa

18 Yankee Doodle

19 Circolo circassiano

20 Lucky seven

21 Square dance

22 Jiffy mixer

23 Troika

24 Debka kafrit

25 Nigun atik

26 Ma Navu

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Uomo

Donna

I ballerini si prendono per mano. L’uomo dà la mano destra, la donna la mano sinistra.

I ballerini si prendono entrambe le mani.

I ballerini si prendono per la mano destra (o braccio destro).

I ballerini si prendono per la mano sinistra (o braccio sinistro).

I ballerini, presi per mano, procedono in avanti.

I ballerini, presi per mano, procedono all’indietro.

L’area bianca rappresenta la parte anteriore, quella nera la parte posteriore.

Prese delle mani

Presa “V” Presa “W”

LEGENDA

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Presa “Incrociata anteriore”

Presa “Incrociata posteriore”

Presa di“entrambe le mani”

Presa “swing”

Presa a “farfalla”

Presa del“braccio”

Figure

Arco Tunnel

Catena ingleseStella con mano sinistra

Stella con mano destra

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YANKEE DOODLE

Ballo proveniente dagli Stati Uniti d’America realizzato sulla musica dell’omonima canzone po-polare. Appartiene al genere dei mixers in cui è previsto il cambio di partner a ogni ripetizione della danza. È particolarmente indicato per attività interdisciplinari con la Storia (nascita degli Stati Uniti d’America) e con l’Educazione Musicale (attività di canto corale). Per ragioni didattiche si riportano sia la versione usuale sia la versione semplificata priva del passo denominato “swing”.

Genere: Fonte: Provenienza: MusicaLivello:

STRUTTURA COREOGRAFICA FIGURE STRUTTURA MUSICALE N° DI BATTUTE

AA1

PassaggioCambio partner

A 44

B Swing/Giro a coppie B 8

Yankee Doodle è un mixer tripartito con due parti coreografiche (A e A1) associate alla prima frase musicale (A) e una parte (B) associata alla seconda frase (B).L’esecuzione musicale prevede undici ripetizioni.

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Passeggio e cambio partner A-A1

Le coppie si dispongono lungo la circonferenza per procedere in senso antiorario con passo camminato.Uomini all’interno, donne all’esterno del cerchio. Uomo e donna si prendono con posizione “W”.

1-4 Otto passi camminati in senso antiorario.

Ci si lascia le mani e ci si volta viso a viso*.

5-6 Quattro passi all’indietro (uomini verso l’interno, don-ne verso l’esterno).

7-8 Quattro passi avanzando verso destra per incontrare un nuovo partner (l’uomo incontra la donna che se-gue, la donna l’uomo che precede).

Swing/Giro a coppieB

Uomini e donne sono disposti uno di fronte all’altro su due cerchi concentrici, gli uomini all’interno con la schiena verso il centro del cerchio, le donne all’esterno con lo sguardo rivolto verso l’interno. Presa “swing”: uomo e donna, disposti l’uno di fronte all’altra, si prendo-no la mano sinistra e appoggiano la destra sulla spalla destra del partner.

9-16 Swing. Sedici passi girando in senso orario.

* 5-6 7-8

1-4

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Passo di swing: ogni passo si compone di due movimenti, il primo con il piede destro, il se-condo con il sinistro. Il piede destro si muove all’interno il piede sinistro all’esterno. Il piede destro funge da perno della rotazione, quello sinistro imprime il movimento.

Versione semplificata: giro a coppie

9-12 Uomo e donna si prendono entrambe le mani e girano con otto passi in sen-so orario.

13-16 Uomo e donna mantengono la presa delle mani e girano con otto passi in senso antiorario.

Al termine dei sedici passi di swing o del giro antiorario uomo e donna si dispongono in coppia lungo la circonferenza per ricominciare la danza dall’inizio.

OBIETTIVI

Coordinazione Eseguire correttamente il passo dello swing.

Organizzazione spazio-temporaleProcedere lungo la circonferenza.Orientarsi nella figura del cambio del partner.Alternare correttamente e con il giusto tempo la direzione oraria e antioraria dei giri con il partner (B semplificato).

YANKEE DOODLE, 1754.

Yankee Doodle è probabilmente la canzone più rappresentativa della nascita degli Stati Uniti d’America. Dopo oltre due secoli di grande popolarità la sua melodia è giunta ai giorni nostri oltre che attraverso numerose versioni testuali, dal contenuto parodico o nonsense, anche sotto forma di danza. Nota come filastrocca infantile sin dalla prima metà del 1600, la sua ori-gine si presta a differenti ipotesi. In Inghilterra, dove il motivetto era un canto gioco chiamato “Lucy Locket”, venne adattato dai monarchici durante la guerra civile per deridere il leader puritano Oliver Cromwell, reo di voler imitare i costumi dei nobili cavalcando e vestendo alla moda: da tirchio borghese montando un pony e da rigido calvinista esibendo un antico cappello con piuma tipico della moda italiana del secolo precedente, da cui “maccherone”.

(Il signor Cromwell venne in città / in groppa a un pony / infilò una piuma sul cappello / e lo chiamavano maccherone).

Mister Cromwell went at town. Riding on a pony.Stuck a feather on is hat.And called it macaroni.

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Nel secolo successivo, la stessa strofa comparirà in Nord America ma riferita a un differente personaggio: “Yankee Doodle went at town”.Ma chi era Yankee e da dove derivava il suo nome?Secondo alcuni il suo significato va ricercato nel termine Scozzese o Gaelico “Yankie” che significa astuto, esperto e ingegnoso; per altri deriva dalla difettosa pronuncia degli Indiani canadesi del vocabolo francese Anglais in Yenghees o dello stesso English in Yenghis. Altri ancora ipotizzano un legame con l’olandese Janke, termine affettuoso con significato di “Lit-tle John”. Sta di fatto che alla fine del 1600 esisteva un canto di lavoro olandese noto agli abi-tanti dl New England che suonava esattamente come la versione di Yankee Doodle: “Yanker didee dudel down”.Per i soldati britannici, Yankees erano gli ex connazionali delle colonie americane e “Doodle” (burino, buzzurro) era il termine dispregiativo con cui le giubbe rosse di Sua Maestà deride-vano i locali straccioni miliziani, impegnati al loro fianco nella guerra contro i Francesi e gli Indiani del Canada (1754-1763).

(Yankee Doodle su con il morale/ Yankee Doodle dandy / pensa alla musica e ai passi / e sii abile con le ragazze). Morale: pensa alle feste e ai balli e lascia perdere la carriera militare.

Yankee Doodle Keep it up.Yankee Doodle dandy.Mind the music and the step.And with the girls be handy.

Quando dopo pochi anni, inglesi e coloni americani si trovarono a combattere gli uni contro gli altri nella Guerra di Indipendenza, la canzone venne aggiornata con una strofa di scherno indirizzata al “Capitan Washington” (declassato da Generale). Ma curiosamente, man mano che le sorti della guerra volgevano dalla parte delle colonie, la canzone diventò un inno della rivoluzione con cui i miliziani ironizzavano l’irrisione degli sprezzanti inglesi.Da canzone antiamericana Yankee Doodle si trasformò in canto patriottico e divenne la me-lodia preferita dalle bande militari di flauto e tamburo dell’esercito coloniale:

(Yankee Doodle è una melodia/che può essere utile/Tutti i nemici scappano via/ All’Yankee Doodle dandy).

Yankee Doodle is a tune.That comes in might handy.The enemies all run away.At Yankee Doodle Dandy!

Per ironia della sorte, la canzone fu intonata dall’esercito coloniale a Yorktown (1781) quando il generale Cornwallis dichiarò la resa al “capitano” Washington.

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INDICAZIONI DIDATTICHE

Appreso il ballo e assimilata la relativa melodia, si consiglia di proporre l’esecuzione vocale della canzone originaria in lingua inglese:

1. Father’n I went down to camp. Along with captain Gooding. And there we saw the men and boys. As thick as hasty pudding.

Yankee Doodle keep it up. Yankee Doodle Dandy. Mind the music and the step. And with the girls be handy.

2. There was captain Washington. Upon a slapping stallion. A giving orders to his men. There must have been a million.

Yankee Doodle keep it up.

3. Then I saw a swamping gun. As large as logs of maple. Upon a very little cart. A load for father’s cattle.

Yankee Doodle keep it up.

4. Ev’ry time they shot it off. It took a horn of powder. And made a noise like father’s gun. Only a nation louder.

Yankee Doodle keep it up.

5. There I saw a wooden keg. With heads made out of leather. They knocked upon it with some sticks. To call the folks together.

Yankee Doodle keep it up.

6. Then they’d fife away like fun. And play on cornstalk fiddles. And some had ribbons red as blood. All bound around their middles.

Yankee Doodle keep it up.

7. Trooppers too would gallop up. And shood right in our faces. It scared me almost half to death. To see them run such races.

Yanke Doodle keep it up.

8. I can’t tell you I saw. They kept up such a smother. I took my hat off, made a bow. And scampered home to mother.

Yankee Doodle keep it up.