Materiale didattico - Centro Studi Repubblica Sociale Italiana · distinzione tra genocidio ed...

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Materiale didattico Prof. Roberto Chiarini

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Materiale didattico

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Riepilogo

Come pensare i genocidi? (definizione etimologica, giuridica, storica).

Le radici del comportamento genocidario contemporaneo.

Armenia: 1915: il primo genocidio moderno

Politiche genocidiarie nella Russia sovietica

Il genocidio estremo: lo sterminio degli ebrei d’Europa

Il genocidio impunito della Cambogia

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Lo STERMINIO: abitudine ancestrale dell’uomo?

Alcuni esempi di sterminio nella storia:

La distruzione di Babilonia del 689 a.C. La distruzione di Cartagine alla fine della III guerra

punica da parte dei romani (146 a.C.): 150 mila morti

La persecuzione dei cristiani nel Giappone shogunale (XVI-XVII secolo): 285 mila morti

Lo sterminio dei marranos (ebrei convertiti al cattolicesimo) nella Cordoba della reconquista spagnola (1473)

La conquista delle Americhe: si calcola una “riduzione” delle popolazioni autoctone del 90 % (ca. 70 milioni di vittime “varie”) solo durante il primo secolo di colonizzazione (XVI secolo).

La colonizzazione del Nord America (alla fine del XIX secolo sopravviveva appena il 15 % dei nativi americani).

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Lo STERMINIO: definizione ETIMOLOGICA

Raphael Lemkin (1944)

Ebreo americano, docente di diritto internazionale

genocidio = génos (razza) + -cidium (da “uccidere”)

«L’insieme di quelle azioni persecutorie aventi il fine di distruggere un gruppo di esseri umani (“gruppo-vittima”)

in quanto gruppo».

Bruneteau

distinzione tra genocidio ed etnocidio:

GENOCIDIO: annientamento fisico (ebrei)

ETNOCIDIO: morte come conseguenza di un atto di annientamento culturale (indiani, slavi sotto il nazismo)

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Lo STERMINIO: definizione GIURIDICA

A Norimberga non

viene citato il genocidio ma

il “crimine contro l’umanità” (ovvero contro la popolazione civile in generale):

Assassinio, sterminio, riduzione in schiavitù, deportazione e qualsiasi atto inumano commesso contro tutte le popolazioni civili, prima e durante la guerra, così come le persecuzioni per motivi politici, razziali o religiosi.

Ma sterminio e persecuzione sono due concetti distinti.

Non a caso, negli atti del processo di Norimberga, lo sterminio degli ebrei è citato marginalmente, e non è accusa diretta per nessun imputato.

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Lo STERMINIO: definizione GIURIDICA

Dibattito all’ONU (1946-1948)

Genocidio come crimine contro l’umanità

9 dicembre 1948 (in vigore dal 1951) «Convenzione per la prevenzione e

la repressione del delitto di genocidio»:

Art. II

Il genocidio rappresenta l’insieme di tutti gli atti commessi con l’intenzione di distruggere, in tutto o in

parte, un gruppo nazionale, etnico, razziale o religioso

Atti previsti dall’articolo:

Omicidio, lesioni all’integrità fisica o mentale dei membri del gruppo-vittima (GV), danni arrecati alle condizioni di vita del GV, misure per impedire le nascite all’interno del GV, trasferimento forzato dei bambini del GV.

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Lo STERMINIO: definizione GIURIDICA

Creazione di una definizione giuridica

Obbligo di raccolta di documenti sul passato

Nasce una «Storiografia dei genocidi».

Problemi della definizione ONU del 1948:

L’intenzione del genocidio deve essere esplicita o implicita? (nel primo caso, solo la Shoah è genocidio!)

La volontà di distruzione può riferirsi a una parte del GV? (i pogrom sono una forma di genocidio? E i linciaggi negli Usa degli anni ’20 e ’30?)

Distinzione tra “crimine immotivato” (razziale) e “motivato” (politico): l’URSS cerca di sottrarsi alle accuse. Il rischio è escludere le stragi staliniane, il massacro dei comunisti indonesiani del 1965, gli “hutu moderati” nel Ruanda del 1994 o i 2 milioni di vittime di Pol Pot.

Per chiarire la situazione ci vuole una DEFINIZIONE STORICA

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Lo STERMINIO: alla ricerca di una definizione STORICA

Tra il 1959 e oggi, numerosi tentativi di definizione storica del genocidio, orientati a demolire la definizione del 1948.

Pieter N. Drost giurista

Genocidio: distruzione fisica intenzionale di essere umani in ragione della loro appartenenza a una qualunque collettività umana

Definizione ampia: non è circoscritto alcun GV. Definizione restrittiva: è considerato solo l’annientamento.

Helen Fein sociologa americana

G. «di sviluppo»: distruzione di GV che ostacolano il progresso;

G. «dispotico»: eliminazione dell’opposizione; G. «ideologico»: distruzione di un GV inteso come

nemico.

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Leo Kuper sociologo sudafricano

La critica più radicale alla definizione giuridica del 1948. La motivazione criminale dell’aggressore è la discriminante per definire i genocidi.

Yehuda Bauer storico israeliano

Esclude la Shoah dalla categoria dei genocidi. Genocidio: massacro di massa selettivo (denazionalizzare o schiavizzare un popolo)

Olocausto: annientamento fisico pianificato di tutti i membri di un gruppo nazionale, etnico o razziale.

Intenzione ideologica degli aguzzini +

universalità della persecuzione +

sterminio totale =

UNICITÀ DELLA SHOAH

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Dibattito diviso tra

concezioni restrittive concezioni troppo ampie I rischi delle

concezioni troppo ampie

Bernard Bruneteau

«Una concezione troppo ampia indispone perché mescola nello stesso calderone il concetto di genocidio insieme a tutti i massacri di massa di persone innocenti che hanno in comune il solo fatto di essere organizzati da un governo».

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Rudolph J. Rummel politologo americano

autore del termine «democidio», Rummel calcola tutti i 170 milioni di morti del XX secolo quali vittime di un enorme genocidio.

Eric Markusen

i bombardamenti = genocidi

Frank Chalk e Kurt Jonassohn

«Il genocidio è una forma di massacro di massa unilaterale con cui uno stato o un’altra autorità ha intenzione di distruggere un gruppo. Il gruppo è definito – così come i suoi membri – dall’aggressore».

Definizione del carnefice (Stato o altra autorità) Intenzione criminale e ideologia alla base della decisione Individuazione del GV da parte dell’aggressore

Da ciò ne consegue la validità dell’approccio comparativo.

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Approccio COMPARATIVO

Alla base del ragionamento di Bruneteau, vi è lo studio compiuto da Israel Charny, psicologo israeliano.

4 elementi necessari per procedere all’analisi comparativa: 1. DEFINIZIONE DEL GV. Insieme delle motivazioni

ideologiche alla base della persecuzione. Volontà genocidaria: risposta e difesa al presunto attacco del futuro GV.

2. INTENZIONALITÀ. Il genocidio deve essere

pianificato, devono essere individuati i documenti che attestano l’effettiva volontà di sterminio.

3. ANALISI DEGLI ESECUTORI. Profilo culturale dei

carnefici. 4. SISTEMI E METODOLOGIA DEL GENOCIDIO.

Per concludere il confronto tra casi, è fondamentale confrontare le tecniche di sterminio.

L’autore aggiunge che, per poter procedere con la comparazione, è necessario anche conoscere L’HUMUS CULTURALE alla base del genocidio.

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LE RADICI DEL GENOCIDIO

Hannah Arendt

Ricerca non delle cause ma delle origini del terrore genocidiario.

I MASSACRI DEL COLONIALISMO

72 milioni di km2 e più di mezzo miliardo di persone colonizzate (1918). Estirpazione delle culture, sfruttamento indiscriminato della manodopera, diffusione di malattie sconosciute, sovvertimento delle strutture sociali tradizionali. Il caso degli Herero. Genocidio coloniale che ha le caratteristiche dei genocidi del XX secolo.

IL DARWINISMO SOCIALE

Applicazione delle teorie di Darwin alle razze: eugenetica. Marestang: come gli anziani muoiono, così scompaiono le razze deboli.

Ludwig Gumplowicz sociologo austriaco, autore de La Lotta delle Razze

Le razze sono alla base dei progressi sociali. Lotta tra le razze come motore della storia. La razza più debole viene dominata dalla più forte.

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Alexander Tille

Houston S. Chamberlain scrittori imperialisti inglesi

Tille unifica il darwinismo al superomismo nietzschano. Chamberlain individua nella razza tedesca la razza dominatrice.

Georges Vacher de Lapouge

Applicazione del darwinismo sociale all’Europa.

Ludwig Woltmann

Parla espressamente di sterminio quale mezzo per sopraffare le razze deboli.

Protonazismo? Hitler ha nel razzismo l’unico motore, i darwinisti sociali hanno interessi economici e geopolitici.

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L’HUMUS: LA PRIMA GUERRA MONDIALE

1. CARATTERE E CONCEZIONE DELLA GUERRA

Distruzione del nemico; numero elevato di vittime Il nemico è INFERIORE GENETICAMENTE, è DEGENERATO, è INUMANO, è IL MALE ASSOLUTO, è SATANA Consenso alla morte di massa (M. Déat) Piacere di dare la morte Si pensa a una società distrutta e rinnovata: la “morte del sociale” (Sofsky) Violenza inflitta ai civili: il civile come nemico oggettivo Sistematicità, quasi scientifica, nel modo di uccidere, stuprare, mutilare => prodromo dello sterminio

2. EREDITÀ DELLA GUERRA «La contrapposizione tra la morte dell’amico e quella del nemico fu trasposta in tempo di pace nell’ambito della lotta politica» (G. Mosse)

Il lessico bellico applicato alla politica Il FRONTERLEBNIS: sterminare il nemico politico, razziale o di classe (Ernst Jűnger) Eredi: fascismo e bolscevismo (François Furet) Milioni di persone senza più cittadinanza

Apolidi Rifugiati Minoranze politiche Negati i principi del 1789 Minoranze etniche Minoranze religiose

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LO YEGHÈRN: IL GENOCIDIO ARMENO (1915)

Negazionismo

Tipiche analisi riduttive

Massacro come antica tradizione ottomana

Strumento della normale politica di Stato

Apice di tutti i massacri della Prima guerra mondiale

NO

IL GENOCIDIO ARMENO INAUGURA L’ERA MODERNA DEI GENOCIDI

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La mentalità protogenocidaria

Questione armena: problema regionale

- I notabili locali rifiutano la centralizzazione del Tanzimat (1839-1876).

- I capi delle tribù curde aumentano conseguentemente il loro potere (funzioni politiche e militari).

- Arrivano i rifugiati mussulmani dalla Russia e dai Balcani.

- Si deteriorano le condizioni di vita degli armeni. - Risentimento anticristiano.

Sale al trono ‘Abd ul-Hamid (1876): islamismo ideologia ufficiale; si interrompe il Tanzimat

- Si afferma la supremazia mussulmana nell’Impero. - Le minoranze non devono oltrepassare i limiti

imposti. - Assenza di intervento della comunità internazionale

(Berlino, 1878). - Violenze; gli armeni si organizzano.

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Il massacro del 1894-1896

- Rivolte armene - Massacro del Sansun (estate 1894) - Occupazione della Banca Ottomana di Costantinopoli - Rappresaglia ottomana (50 mila morti) - 1896: fine dei pogrom 250 mila morti.

Vahkn Dadrian storico del genocidio armeno

Nasce la cultura e la mentalità omicida

I tre elementi dei pogrom del 1894-1896: 1. Impunità: la comunità internazionale è inerte 1. Esasperare per reprimere 2. Religione come strumento (curdi, circassi) Gli armeni perdono il diritto alla protezione.

Protogenocidio

Ma per un genocidio, mancano alcuni elementi:

1. Ideologia globale che sostituisce un generico dovere religioso

2. Intenzione di annientare una comunità 3. Coordinamento centrale e organizzazione governativa del

massacro 4. Contesto internazionale (guerra mondiale)

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Gli antefatti

Agosto 1908: Rivoluzione dei Giovani Turchi

(Ittihad). 1908-1913: L’Impero è continuamente

sconfitto (perde mezzo mio di km2 e 5 mio di abitanti).

Ottobre 1914: L’Impero entra in guerra al fianco

di Austria-Ungheria e Germania. Febbraio 1915: Sconfitta turca da parte dei russi a

Sarikamish. Aprile 1915: Primi provvedimenti contro gli

armeni.

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Versione turca

Repressione “mirata” per esigenze militari (sedizione e spionaggi degli armeni). Numero dei morti complessivi: 300 mila (per gli armeni 2,5 mio; versione più accreditata 1,5 mio). Molte morti per fatalità (1/3). Nessuna pianificazione. Nessun genocidio. Ribellioni armene con stragi di turchi o curdi.

Smentita da

Osservatori neutrali Funzionari alleati austro-tedeschi presenti in loco Associazioni umanitarie Testimonianze armene e anche curdo-ottomane

Versione storica

Arnold Toynbee storico di Oxford, 1916:

“OMICIDIO DI UNA NAZIONE”

“ABOMINEVOLE FRAMMENTO DI STORIA”

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Gli antefatti

Fase I

24 aprile 1915

(data sacra per gli armeni di tutto il Mondo):

Deportazione di migliaia di armeni Eccidi di soldati armeni dell’esercito ottomano Prime deportazioni mirate Eccidi di civili

27 maggio 1915:

Legge temporanea di deportazione (=> legalizza l’operazione) Dichiarazione che gli armeni sono un “pericolo generico”

Estate 1915:

Deportazione usando tecniche moderne (telegrafo, treni) Sequestro e liquidazione dei beni Annientamento durante le marce della morte verso la Siria e la Mesopotamia (=> sopravvive il 3-4 % dei deportati) Assenza di resistenza (=> eccezione la rivolta del Mussa Dagh)

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Fase II

Agosto 1915:

Istituita una “Organizzazione Speciale” governativa ad hoc per i “trasferimenti” (= deportazioni) Le marce della morte di massa verso la Siria settentrionale e la Mesopotamia (Valle dell’Eufrate)

I metodi delle marce

- Proibita la monta delle bestie da soma. - Tollerati e favoriti la depredazione e l’omicidio dei

deportati da parte dei briganti di strada. - Obbligo di percorrere impervi sentieri di montagna (= i

deportati sono costretti a lasciare il bagaglio). - Viveri limitati (1 kg di pane a testa al mese). - Proibito alcun aiuto. - Nessun sostegno sanitario

Alla fine dell’estate non ci sono più armeni in Anatolia: 300 mila fuggiti in Russia; 800 mila morti;

870 mila deportati.

Fase III

Settembre 1915-giugno 1916:

I campi di sterminio (versione ottomana: centri di raccolta) 870 mila detenuti Non vi è “insediamento nelle nuove terre” (versione ottomana) – restano nei campi Si annienta il 40 % dei deportati

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I metodi di annientamento

- Trasferimenti continui (selezione naturale) - Campi in condizioni inumane: ammassi di detenuti

all’aperto; niente servizi igienici; niente viveri (o scarsissimi e di pessima qualità); niente cure.

- Massacri indiscriminati da parte dei guardiani - Si uccidono gli uomini adulti; donne, bambini, vecchi e

malati saranno uccisi dalla natura

Fase IV

Massacro sistematico dei sopravvissuti Utilizzo su larga scala di altre minoranze come carnefici (curdi, ceceni) Ultimo atto: lo sterminio dei 2.000 bambini orfani a Deir-es-Zor (Valle dell’Eufrate)

Le responsabilità (Toynbee)

Autorità centrali Amministrazione locale Forze di polizia Organizzazione Speciale Milizie curde e cecene Popolazioni mussulmane locali

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Il progetto ideologico Il ministro dell’interno ottomano Tal’at (leader dei Giovani Turchi) dichiara che gli armeni: 1) Si sono arricchiti 2) Vogliono una nazione indipendente

armena 3) Sono alleati con i russi

Bruneteau risponde su ogni punto: 1. Gli armeni hanno subito un processo di arricchimento

economico sin dal XIX secolo. Sono diventati ricchi, ma seguendo più astutamente lo sviluppo dell’economia.

2. I primi moti insurrezionali nascono dopo i massacri del

1894-96 e del 1909. Prima gli armeni credono nel federalismo.

3. Sono i beneficiari di un accordo russo-turco del 1914 che

prevede la tutela delle minoranze in Anatolia.

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Il progetto dei Giovani Turchi

Data la perdita di quasi tutte le minoranze (crisi del 1878-1912) si “ottomanizza ” l’Impero.

La nazione sarà:

“una società unificata dai legami religiosi e morali e dagli ideali estetici, formata da persone che parlano la stessa lingua e hanno ricevuto la stessa educazione: insomma, da tutti coloro che hanno una cultura e una religione comuni” (Ziya Gökalp, sociologo e giovane turco)

Nasce un “determinismo biologico”: la razza turca è la più nobile, e deve dominare l’”era delle razze”.

Il Panturanesimo (da Turan = antico e leggendario nome della Turchia) di Yusuf Akçura:

Ricostruzione della “Nazione turanica” omogenea etnicamente ed economicamente, dall’Anatolia all’Altaj. Dinanzi alla sfida dell’Occidente cristiano, la nazione turanica reagisce eliminando i più occidentali presenti: gli armeni.

I Giovani Turchi vogliono una Turchia moderna, laica, con una borghesia ottomana => pregiudizi economici, oltre che cultural-religiosi, verso gli armeni

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Le condizioni per mettere in atto il genocidio

1. Creazione di un apparato di mobilitazione politica efficiente (Nasce il braccio operativo del partito Ittihad, 1910).

2. Strumentalizzazione di una grave crisi mondiale

L’Impero entra in guerra anche per risolvere il problema armeno

Il lavoro deve essere fatto adesso, dopo la guerra sarà troppo tardi (Tal’at, 1915)

Bruneteau

La memoria del genocidio

Le reazioni

L’intervento delle potenze dell’Intesa: riconosciuto il “crimine di lesa umanità” (maggio 1915).

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Trattato di Sévres (1920): richiesta di un tribunale

dell’Intesa che processi i responsabili.

Guerra civile in Turchia. L’Intesa si spacca (Italia e Francia favorevoli a Kemal; Gran Bretagna con il Sultano).

La Turchia non è occupata: non c’è competenza

giurisdizionale.

Il Sultano istituisce nel 1919 una Corte per il giudizio dei crimini. Tre condanne a morte (Tal’at, Gemal e Enver).

1921: rivoluzione kemalista.

1923: amnistia.

Dichiarazione del governo di M. Kemal: la

responsabilità è degli stessi armeni, colpevoli di avere intrigato contro il governo.

Negazione del genocidio.

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Tra memoria, oblio e negazione

1948: La Turchia sottoscrive la Dichiarazione dell’Onu sui genocidi.

1950-1970: La comunità armena in Turchia e

all’estero elabora una ricerca storica. 1973: La Commissione per i diritti umani

dell’Onu definisce i fatti del 1915-16 “il primo genocidio della storia”.

Escono gli atti di una poderosa ricerca

a cura di Yves Ternon; Crime de silence.

1986: Il rapporto Whitaker sul genocidio

armeno è adottato e riconosciuto dall’Onu.

1987: Il Parlamento europeo riconosce il

genocidio armeno. La Turchia non entra finché non lo ammetterà.

1998-2006: Le decisioni francesi: il genocidio è

riconosciuto per legge e si perseguita chi lo nega.

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Le reazioni turche

1. Il popolo armeno non è un popolo.

2. Il genocidio non è altro che uno scontro tra i nazionalisti armeni e le repressioni del sultanato

3. La posta in gioco era la sconfitta

dell’Impero.

Il negazionismo

Bernard Lewis storico britannico Il nazionalismo armeno avrebbe minacciato la Turchia, provocano una reazione sproporzionata ma logica del nazionalismo turco. Scontro tra due nazionalismi. LA LIBERTA’ DELLO STORICO NON PUO’ OLTREPASSARE IL LIMITE, QUELLA SOGLIA AL DI LÀ DELLA QUALE EGLI PERDE LA PROPRIA PREROGATIVA DI UOMO DI SCIENZA PER DIVERNTARE IL PORTAVOCE DI UNA POLITICA (Ternon)

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LE “POLITICHE GENOCIDARIE” IN URSS

Argomento assai controverso

Due letture contrapposte, respinte da Bruneteau:

1) Si tratta di massacri di natura socio-politica che esulano dalla tipologia genocidaria.

2) Si tratta di “errori” su un impianto complessivamente sano.

Per Bruneteau i massacri di massa in Urss hanno diverse caratteristiche, e solo talvolta sono da considerarsi veri e propri genocidi.

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Il «terrore di massa» di Lenin

Il “terrore rosso” del 1918: 15 mila morti solo nell’autunno 1918

Le vittime sono rinchiuse in campi e massacrate secondo criteri di classe

Il massacro della Crimea dell’inverno 1920: 50 mila morti (Sebastopoli: la città degli impiccati).

La persecuzione dei cosacchi di Don e del Kuban (1919-1920): 500 mila tra morti e deportati.

Caratteristiche - Odio di classe - Disinibizione dell’aggressore verso la

vittima (“insetti” da schiacciare) - Membri di “classi decadenti e

inadatte a vivere” (concetto quasi eugenetico).

Le tre giustificazioni del terrore leniniano

1. Le pratiche terroristiche della Russia rivoluzionaria sono un fenomeno metastorico (=> ma così si banalizza e si sminuisce il fenomeno stesso)

2. Reazione al terrore bianco (=> si giustifica il genocidio)

3. Violenza proveniente dal basso, popolare, che i bolscevichi hanno canalizzato (=> si assolve Lenin).

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La “liquidazione” dei kulak (1930-1932)

Le tesi di Bruneteau Il terrore di massa del 1918-1922 è specifico e volontaristico, non è

universalmente condiviso e non è inserito in alcuna cultura della violenza

Non si tratta della risultante della paranoia dell’assedio di Stalin. Le origini risalgono al disprezzo marxista verso i contadini. Campagne anti-contadine e anti-populiste dei bolscevichi (contro il Psr). Si inventa la classe sociale dei kulak. Quindi la si elimina, convogliando i sopravvissuti nei kolchoz.

Il metodo di sterminio fu la deportazione e l’abbandono.

Si tratta di genocidio?

1. L’aggressore definisce il GV secondo il suo schema ideologico

2. La dekulakizzazione è un’azione violenta e unilaterale, non è una guerra di classe.

3. Si tratta di un progetto da tempo pianificato in sede centrale, non di una violenza incontrollata degli strati bassi del partito.

4. Il passato o addirittura le origini kulak della famiglia della vittima sono già condizione sufficiente per ucciderla.

5. La deportazione è uno sterminio organizzato scientificamente (600 mila morti).

Ma manca, per Bruneteau, la “stabilità” del GV.

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L’Holodomor: la carestia-genocidio in Ucraina (1932-1933)

Evento gravissimo negato per sessant’anni. 5 milioni di morti pianificati da Stalin. Il gruppo nazionale ucraino è stato vittima di un

genocidio.

Caratteristiche

- Non ha collegamenti né con la collettivizzazione forzata né con la dekulakizzazione.

- La carestia non è provocata da cattivi raccolti. - Le autorità mantengono alte le percentuali di requisizione

(20 %) a prescindere dai tassi di produzione. - Disparità di trattamento tra russi e ucraini. - Requisiti in tutte le case ogni forma di alimento, anche gli

animali. - 1932: legge “delle spighe”. Pena di morte per chi ruba il

grano non ancora mietuto. Si vieta loro di comprare il pane. Si istituisce il passaporto interno per impedire la fuga in città.

- Aumentate le percentuali di requisizione. - Stalin manda Pavel Postyšev a Kiev: l’Ucraina è

controllata direttamente da Mosca. - Primavera 1933: apogeo del massacro. - Morti d’inedia, epidemie, cannibalismo. La metà delle

vittime sono bambini. - Dall’autunno 1933 le requisizioni si riducono. Obiettivo

raggiunto. Esportazioni a prezzi di dumping.

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LA TESI DI BRUNETEAU:

c’è anche una chiara volontà di annientamento di un popolo: condannando a morte il mondo contadino, infatti, si condanna a morte un popolo.

ORIGINI

Dal 1924 si ha un risveglio della Nazione ucraina. Nel 1928 Stalin dichiara inaccettabile ogni nazionalismo Attenzione: non sono istanze nazionaliste (i petl’juristi), già sgominate. Sono istanze nazionali provenienti dal Pcu.

DI CONSEGUENZA

È falso dire che la carestia del 1932-1933 ha colpito tutta l’Urss. Non vi è alcuna origine socio-ideologica nell’Holodomor: i kulak sono già stati liquidati. Non vi sono origini politiche: i nazionalisti sono stati parimenti sgominati Denazionalizzazione dell’Ucraina = Sovietizzazione = Russificazione

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La deportazioni etniche(1937-1949)

Conclusioni

12 piccole nazionalità sono state deportate da Stalin.

Inoltre alcuni cittadini dei paesi occupati (Polonia, Stati baltici).

Deportazioni denunciate al XX congresso.

Genocidio? Forse etnocidio (sradicamento culturale con distruzione biologica accessoria).

Più che di genocidio si dovrebbe parlare di massacri di massa determinati da un complesso progetto di ingegneria sociale.

Il massacro è contingente alle situazioni esterne o interne, non è scientificamente pianificato (unica eccezione, l’Ucraina).

Si ha una forma esteriore di genocidio, ma mancano le caratteristiche intrinseche.

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La Shoah e il sistema genocidario nazista

La Shoah = catastrofe, annientamento

Le tre interpretazioni della Shoah:

Evento centrale nella storia del popolo ebraico: atto finale di una lunga persecuzione

Importante avvenimento della storia tedesca: per comprenderlo, bisogna partire dalla Germania

Evento a sé stante nella storia umana: si devono analizzare il contesto e le circostanze

Per Bruneteau è un avvenimento unico, ma inserito in una lunga storia genocidaria

La natura della Shoah:

A. Il condizionamento ideologico della popolazione tedesca B. Il ruolo della macchina burocratica C. Le esigenze di guerra D. Il consenso straniero al genocidio

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Il condizionamento ideologico

della popolazione tedesca:

Antisemitismo passivo della società tedesca dopo la Prima guerra mondiale. A differenza di Gran Bretagna e Francia, in Germania lo Stato ha monopolizzato tardi “l’uso legittimo della violenza” (Norbert Elias)

Viene liberato dai vari impedimenti dopo il 1933: vengono accettate le “Leggi di Norimberga”.

Si avvia una lento e passivo processo di esclusione degli ebrei dalla società.

Si accetta la categoria di “sudditi del Reich”.

Si giunge alla guerra con la categoria del “giudeo-bolscevico”.

Nasce un approccio amministrativo-burocratico alla persecuzione del GV.

Fasi di annientamento tecnicamente perfette, condivise da un’intera comunità.

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Il ruolo della macchina burocratica

Le amministrazioni CIVILI coinvolte

Impianto legislativo

Gli ordini

♦ Cancelleria ♦ Ministero dell’Interno ♦ Ministero della Giustizia ♦ Ministero del Lavoro ♦ Ministero dei Trasporti ♦ Ministero dell’Industria ♦ In seguito (1939), nasce l’Ufficio Centrale

per la Sicurezza del Reich (RSHA).

♦ Definizione del GV ♦ Esclusioni (sudditi e non cittadini) ♦ Espropriazioni ♦ Arianizzazione della società ♦ Cattura ♦ Concentramento ♦ Annientamento

♦ La tesi intenzionalista ♦ La tesi funzionalista ♦ Bruneteau (mix)

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Gli strumenti di sterminio

Ufficio centrale per la sicurezza del Reich (Reichssicherheitshauptamt - RSHA)

Costituito nel 1939 agli ordini di Reynhard

Heydrich poi, dopo la morte di questi, di Ernst Kaltenbrunner

Servizio di sicurezza SS (SD)

Polizia criminale

(Kripo)

Polizia segreta di Stato

(Gestapo)

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4 Einsatzgruppen (Gestapo, SD, Waffen-SS, Kripo)

Divisi in Sonderkommandos e Einsatzkommandos.

Distribuiti in 4 aree orientali: Baltico, Bielorussia (ed ev. Mosca), Ucraina, Bessarabia-Causaso-Crimea.

Poi impiegati nei campi di sterminio.

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Le esigenze di guerra Grazie a Dio, ora, durante la guerra, abbiamo tutta

una serie di possibilità che in tempo di pace ci sarebbero precluse. Dobbiamo sfruttarle.

(Goebbels)

22 giugno 1941: Si modifica il clima ideologico e psicologico

Cronologia

GIUGNO-NOVEMBRE 1941:

Gli Einsatzgruppen fucilano nei territori orientali 1 milione di persone (“operazioni mobili” di massacro): ebrei e altri “individui superflui” o “bocche inutili”. Fase “artigianale” dello sterminio. Si parla però ancora di deportazione nei territori più orientali. Fase pre-genocidaria

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DICEMBRE 1941-FEBBRAIO 1942:

Si matura l’annientamento. 20 gennaio 1942: Convegno segreto di Wannsee (Berlino):

♦ Presieduta da Heydrich, presenti tra gli altri Roland Freisler, presidente del Tribunale del popolo (Volksgerichtshof) e Adolf Eichmann, colonnello delle SS e quadro della RSHA.

♦ Il regime decide la SOLUZIONE FINALE (Endloesung, parola coniata da Eichmann) della “questione ebraica”.

♦ I verbali della conferenza saranno uno degli atti d’accusa a Norimberga.

♦ Si programma lo sterminio di 11 milioni di persone.

Motivi: ♦ Dichiarazione di guerra degli Stati Uniti

(dicembre 1941): colpa, per Hitler, della “finanza ebraica”.

♦ Fallisce l’operazione Barbarossa: Mosca non cade. Sfuma l’ipotesi della soluzione territoriale

Si inaugura la stazione fissa dei camion della morte a Chelmno (Polonia).

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MARZO-ESTATE 1942:

Si predispongono gli strumenti per l’annientamento. Operazione Reinhard: sterminio iniziale di tutti gli ebrei polacchi. Vengono inaugurati i Vernichtungslager, campi d’annientamento (le «fabbriche della morte»): ♦ Belzec ♦ Sobibor ♦ Treblinka (metodi rudimentali) ♦ Majdanek (esercizio limitato) ♦ Auschwitz (il più “efficace”)

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ESTATE 1942-MAGGIO 1945:

Vengono mandati a morte 3 milioni di persone. «Operazioni tecnicamente perfette»: ♦ Selezione sulle pensiline ferroviarie. ♦ Riscaldamento dei forni per chi è

condannato da subito. ♦ Esecuzione (camere a gas o altri sistemi). ♦ Cernita effetti personali. ♦ Sfruttamento corpi (denti, capelli). ♦ Cremazione. ♦ Sfruttamento resti (ceneri, grassi). ♦ Pulizia dei forni.

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Il consenso delle popolazioni

Atteggiamenti differenti ma in gran parte antisemiti: - Indifferenza - Tolleranza - Approvazione - Partecipazione (nazionalisti ucraini, collaborazionisti

baltici)

I pogrom dopo il giugno 1941.

Accusa: gli ebrei collaborano con i sovietici

Motivi della collaborazione: 1) la locale cultura della violenza tra il 1914 e il 1921; 2) zone orientali: accumulatori di violenza: - odio multietnico, - il reducismo, - l’immagine dei “giudeo-bolscevichi”, - l’adesione degli ebrei alla rivoluzione russa (fine dei

pogrom zaristi), - l’adesione degli ebrei ai bolscevichi (contro i pogrom

antisemiti dei bianchi).

Il genocidio globalizzato

Politica razzista globale Combinazione con i progetti “igienisti” e demografico-sociali La biopolitica nazista: ♦ L’uomo è parte integrante della natura ♦ Ambientalismo antimodernista

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La rivoluzione nazionalsocialista intende far appello alle forze che tendono all’esclusione dei fattori di degenerazione biologica e al mantenimento della salute ereditaria del popolo. In altri termini, essa mira a rafforzare la salute della popolazione nel suo complesso e a eliminare le influenze che nuocciono allo sviluppo biologico della nazione. (Pubblico ufficiale Nsdap) Positivo Azione sanitaria I due volti della biopolitica NS

Negativo Eliminazione

delle “degenerazioni”

Non vi è differenza tra deviazione sociale, malattia e tara razziale.

Le vittime: ♦ I malati fisici (Aktion T$): 70 mila morti ♦ I malati di mente, gli alcolisti ♦ Gli zingari (“criminali asociali”, razza inferiore +

asociali): 170 mila morti

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Non c’è sistematicità nello sterminio: ♦ Lo sterminio dei malati è interrotto nel 1940-1941

(intervento della Chiesa). ♦ Gli zingari sono colpiti in modo discontinuo:

- per Hitler sono “insignificanti”, - diversi atteggiamenti da parte dei collaboratori, - non tutti i nazisti sono d’accordo nel considerarli

non ariani.

Il Nuovo Ordine nell’Europa orientale

La tesi di Götz Aly (storico tedesco): Alla base del genocidio non c’è un odio razziale irrazionale ma obiettivi utilitaristici: una “politica razziale negativa”.

Progetto della Wartheland: sostituire le popolazioni dell’est con i tedeschi (di Germania + Volksdeutsche)

Generalplan Ost: Devono essere eliminati per fame 30 milioni di russi (= Holodomor staliniano in Ucraina)

Gli ebrei dovranno essere trasferiti (opzione Madagascar)

Il rovescio bellico fa annullare il piano => GENOCIDIO

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I carnefici

Bruneteau analizza i 221 dirigenti della RSHA, del SD e degli altri gruppi destinati a eseguire lo sterminio: - Non sono psicopatici. - Cultura liceale o universitaria. - Nazionalisti estremisti. - “Figli della guerra”. - Utenti del Kriegserlebnis: la cultura di guerra. - Idea o desiderio che la Prima guerra mondiale

continui.

I 3 elementi psicologici di Omer Bartov: - Un combattente deve sopportare ogni atrocità

(come esecutore o spettatore). - Deve esaltare la distruzione, crogiolo per una

“comunità di puri”. - Deve individuare un nemico (il tradimento del

novembre 1918).

Bruneteau aggiunge: - La cultura del superuomo. - L’antisemitismo come catalizzatore (contro

l’universalismo occidentale e l’internazionalismo orientale = cultura ebraica).

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La Shoah è unica?

Unica per l’enorme lavoro di memoria

Unica per il coinvolgimento morale della società europea

Ma si può definire unico avvenimento del genere (Arno Mayer)?

Rischi:

Culto della memoria sempre più impersonale. Gerarchizzazione dei massacri: tutto è rapportato alla Shoah (Lewis – armeni). Se dimentica la “Seconda guerra dei 30 anni” (Mayer).

Banalizzazione, relativizzazione, assoluzione (Nolte).

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Bruneteau contesta gli assertori dell’unicità:

ASSERTORI DELL’UNICITÀ

BRUNETEAU

1 Genocidio ebraico: unico con basi ideologiche

Esistono basi ideologiche anche in altri genocidi

2 Unico genocidio a carattere universale

Odio di classe universale dei bolscevichi

3 Coinvolge tutti, donne e bambini compresi

Anche in Cambogia, in Ruanda, in Turchia

4 Unico genocidio tecnologico

Non è del tutto tecnologico, e comunque la tecnica è usata anche altrove

5 Terzo Reich, fenomeno unico

Anche lo stalinismo si contrappone agli stessi principi europei

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Le conclusioni di Bruneteau

Vi è una singolarità della Shoah, ma va sempre inserita nel contesto del “Secolo dei genocidi”

La Shoah è la sintesi estrema dei genocidi.

Auschwitz è ciò che ci ha permesso di creare la categoria dei genocidi.

La Shoah è la nostra guida morale e metodologica.

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L’autogenocidio cambogiano nella Kampuchea Democratica

Bruneteau: Il genocidio impunito

Periodo storico: 17 aprile 1975-7 gennaio 1979

Bilancio: Tra 1,7 e 2,5 milioni di morti (cioè, tra il 20 e il 30 % della popolazione totale cambogiana). Circa 1.500 morti al giorno, 1 morto al minuto. Calcolo difficile (molti cadaveri furono cremati in fosse comuni)

Il Gruppo vittima:

1. Categorie politiche - Ex esponenti della “Repubblica Khmer” del gen. Lon Nol

♦ 90 % dei magistrati ♦ 80 % degli ufficiali ♦ 70 % degli agenti di polizia ♦ 60 % dei funzionari pubblici

- Comunisti dissidenti, filo-vietnamiti o comunque considerati “eretici” dal regime

2. Categorie socio-territoriali - 40 % dei ceti urbani - 15 % dei ceti rurali

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3. Categorie intellettuali - 51 % dei laureati

(tra i quali, il 90 % dei medici)

4. Categorie religiose - 85 % dei monaci buddisti - 34 % dei musulmani cham - 48 % dei cattolici praticanti 5. Categorie etniche - 38% dei cinesi - 37,5 % dei vietnamiti

Sradicare tre montagne: l’imperialismo, il feudalesimo e il capitalismo reazionario (PCK)

La popolazione da colpire viene divisa in tre gruppi:

Il Piano strategico di sterminio:

IL “NUOVO POPOLO” Ceti popolari urbani (impiegati, operai, contadini urbanizzati perché rifugiati), “contagiati dallo spirito reazionario o capitalista”

DESTINO: vengono deportati in campagna, uniti al “Vecchio Popolo” (i contadini) e forzatamente rieducati e trasformati in ceti rurali.

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IL “SOTTOPOPOLO” Categorie socio-professionali legate indirettamente al regime di Sihanouk o di Lon Nol (liberi professionisti, intellettuali, clero).

DESTINO: Difficilmente rieducabili, in gran parte sterminati.

I “TRADITORI” Ufficiali, agenti, funzionari del precedente regime repubblicano-autoritario.

DESTINO: Annientamento immediato.

Metodi di sterminio

1. Le Comunità popolari ♦ Situate in zone rurali (presso il “Vecchio Popolo”). ♦ Condizioni di vita impossibili. ♦ 12 ore al giorno di lavoro, 1 giorno di riposo ogni 10, cibo

scarso (600 grammi di riso al giorno), assenza di cure mediche, pressioni psicologiche, omicidi arbitrari, torture, umiliazioni, vessazioni.

2. Esecuzioni di massa o individuali ♦ Eccidi sistematici dei traditori o degli eretici. ♦ Eliminazione fisica di membri del “sottopopolo”, decisa

arbitrariamente da autorità locali.

3. Tortura e inedia nelle prigioni (centri di sterminio) ♦ 150 centri, organizzati alla bisogna.

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Considerazioni di Bruneteau

♦ La metà delle vittime muore con le esecuzioni o la detenzione = > deliberata politica di sterminio.

♦ Inoltre, la sovra-mortalità nei campi aumenta nonostante

la fine della guerra e il conseguente miglioramento delle condizioni di vita generale = > la rieducazione è un pretesto.

I carnefici

Le “scatole cinesi” dei khmer rouge

Pracheadon (Partito popolare cambogiano), anni 50-60

Partito Comunista della Kampuchea (PCK) clandestino, sconosciuto

L’Angkar (L’“Organizzazione”)

Entità di PCK, misteriosa e ufficiale fino al 1977

La Santébal (Polizia politica dei KR)

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Al vertice dell’Angkar, 30 “Grandi Fratelli” (Ieng Sary, Son Sen, Hou Youn, Hu Nim, Khieu Samplhan, e altri).

Su tutti il “Grande Fratello nr. 1”: Saloth Sar (Pol-Pot)

La classe dirigente dei KR

ITER FAMIGLIARE Famiglie benestanti Legate talvolta alla monarchia Intellettuali francesizzati Funzionari Proprietari terrieri Buona o ottima cultura

ITER FORMATIVO Allievi di monasteri buddisti Liceali e universitari Studiano in Francia negli anni Cinquanta Insegnanti liceali in patria

ITER IDEOLOGICO Permanenza in Francia; scuola di partito nel PCF stalinista e giacobino (Robespierre + Stalin) Lotta politica al principe Sihanouk Clandestinità e isolamento alla macchia (guerra 1970-75) La Rivoluzione culturale cinese

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FORMAZIONE FINALE Stalinismo: - Annientamento del nemico - Totalitarismo - Collettivizzazione forzata - Modernizzazione forzata R. culturale: - Lettura ruralista - Ideologia antioccidentale (= anticapitalista = antiurbana) - Esaltazione della civiltà contadina scevra da contaminazioni

Atteggiamento “cattedratico” dei leader dei K

(gli “insegnanti-carnefici”):

La Cambogia è un’enorme classe indisciplinata da rieducare (Bruneteau).

I quadri dei KR

- Comunisti idealisti (ex studenti universitari e liceali degli anni Sessanta), disgustati da Sihanouk e Lon Nol, future vittime di sé stessi.

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- Emarginati sociali provenienti dalle campagne.

- Giovanissimi contadini (tra i 14 e i 20 anni) semianalfabeti.

- Gli emarginati cresceranno d’importanza

- I giovani diventeranno il braccio armato, violento del genocidio; “tabulae rasae” da addestrare allo sterminio (= i giovani hutu in Ruanda)

Le tesi a-ideologiche

Il genocidio cambogiano (o autogenocidio) non nasce

dall’alveo della cultura comunista.

1. Tesi contestuale (Serge Thion) ♦ Il contesto politico-internazionale degli anni ’70

come sfondo e giustificazione ♦ La sovramortalità del 1975-59 nasce da: - Reazione al regime di Lon Nol e ai bombardamenti

statunitensi - Purghe all’interno del PCK - Eccessi compiuti da un quadro locale incolto e

psicologicamente fragile (i giovanissimi KR)

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2. Tesi sociale (May Ebihara, antropologo)

♦ Genocidio sociale contro i centri urbani

3. Tesi etnonazionalista (Ben Kiernan, storico) ♦ Ricerca di una specificità khmer (sterminio di

cinesi, vitnamiti, mountagnards etc.) ♦ I KR sono una casta, un’élite che mantiene il potere,

concependo un discorso razziale (Kampuchea Democratica = Terzo Reich; KR = Nsdap)

4. Tesi culturale (François Bizot) ♦ Lettura estrema della cultura cambogiana ♦ Ispirazione e re-intepretazione buddista: - Rinuncia ai beni materiali - Rinuncia ai legami famigliari - Adesioni a “comandamenti morali” - Prove iniziatiche - Autocritica - Disciplina, sofferenza, castigo ♦ Lettura estremista del “Kum” (la “vendetta”): Una testa

per un occhio! Uccidi chi ti offende e la sua discendenza: non lo faranno più

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5. La tesi ideologica di Bruneteau

La condizione necessaria è che gli obiettivi e le pratiche dei khmer rossi hanno attinto dagli exempla del comunismo del XX secolo; le particolarità storiche della variante cambogiana non hanno fatto altro che portare alle estreme conseguenze un modello micidiale già sperimentato.

Paragone con lo sterminio kulako perpetrato da Stalin del 1930-1932.

.

Eliminazione dei parassiti sociali (i “contaminati dallo spirito borghese”).

La metodologia è stalinista: 1. Eliminazione immediata dei nemici politici 2. Annientamento dei borghesi 3. Eliminazione delle famiglie dei borghesi 4. Trasformazione forzata dei contaminati in contadini (il "“Nuovo Popolo" superstite) 5. Eliminazione di contaminazioni nel “Vecchio Popolo” (i contadini) 6. Eliminazione delle deviazioni nel Partito

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Si applicano 3 principi del sistema staliniano, riletti secondo i dettami della Rivoluzione culturale cinese: - Collettivizzazione e modernizzazione forzata - Deportazione-abbandono/Sterminio del

nemico - Purghe interne

Specificità del genocidio cambogiano: L’impatto demografico è più devastante Motivo: l’isolamento interno e internazionale del PCK La sconfitta della “banda dei Quattro” e della Rivoluzione culturale in Cina Sindrome dell’assedio I ricordi delle persecuzioni anticomuniste del 1955-60 I ricordi del violento regime di Lon Nol Disinteresse al consenso (14 mila membri a tutto il 1975).

I KR STERMINANO PER SOPRAVVIVERE

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.

La giustizia attesa

♦ Cambogia avamposto dell’ultima guerra fredda (invasa dal Vietnam filo-sovietico nel 1979).

♦ I KR, tornati alla macchia, diventano una pedina per gli Usa.

♦ La pacificazione iniziata nel 1989 comporta la negazione del genocidio.

♦ Amnistia del governo Hun Sen: i KR tornano al governo (coalizione).

♦ Alcuni distretti orientali restano sotto i KR. 1997: Destituzione di Pol Pot (alla macchia) da

parte dei suoi ex collaboratori. 1998: Morte di Pol Pot (assassinato?). 1999: Il governo cambogiano parla di

genocidio. Però, lo si inserisce nel contesto 1970-1998.

Unici due arrestati: il responsabile del centro di sterminio S-21, Kang Kech Eav detto “Duch”, e il capo della regione sud-occidentale Ta Mok (il “macellaio”).

2003: Accordo di cooperazione tra giudici internazionali e cambogiani.

2006: I giudici hanno giurato e hanno iniziato il lavoro.