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Time: 25/08/16 21:52 IL_MATTINO - NAZIONALE - 37 - 26/08/16 ----

37EstateVenerdì 26 agosto 2016

IlMattino

A Capri

Un premio a Vecchioni aspettando i principi del jazzAnnaMariaBoniello

N ell’ultima settimanadiagostol’isolaazzur-ra cambia scenario.

Diminuisce la movida nottur-na e protagonisti diventano lacultura, l’arte, la letteratura elamoda. È questo il cartellonericco di appuntamenti che siapre sin da stasera nell’anticoPalazzo Cerio all’interno dellarassegna Cerio Arte 2016 dovefino al 20 settembre si potran-no ammirare nella GalleriaLaetitiaCerioirepertiimpossi-bili di Michele Iodice. A CerioCultura,sabatoseral’economi-stanapoletanoMassimoLoCi-cero, autore del libro “Qualepolitica economica, Europa,ItaliaeMezzogiorno”acuradiLina Ladevala affronterà temi

di attualità conVincenzo Boc-cia,MarioMustilli eMarcoZi-gon.AlfonsoRuffomodererà ilfacciaa faccia cheprevedean-cheunavisitaguidataall’inter-no Museo Cerio. Gli amantidella pop-art invece, venerdìsera alle 19.30, nella caratteri-stica galleria d’arte di via delleBotteghe,potrannogustareun“Aperitivo Spritz Pop” ammi-rando le icone più famose diAndyWarhol esposteall’inter-nodellospazioconunacolon-na sonoradimusica funk-souldegli anni ’70-80. Gli amantidellaletteraturainvecepotran-no continuare a frequentareVilla Lysis, la villa del baronedandychequest’estateèdiven-tatateatroenpleinair:qui l’as-sociazione Apeiron continue-rà i reading affidati a attori fa-

mosi ed emergenti. Prossimoappuntamento a settembrecon autori della letteratura edella poesia italiana come lagrandeAldaMerini.Ma l’esta-te caprese in chiave culturale,che si è aperta giovedì seranell’Auditorium Paradiso conilPremioAnacapriBrunoLau-zi, dedicato ai musicisti emer-genti, padrino d’eccezioneRon, continua con la XXII edi-zione del Premio Faraglionichevedrà il 30 agosto salire sulpalcodel teatrodelGrandHo-telQuisisanaRobertoVecchio-ni. Ilcantautore faràascoltareipezzi forti del suo eccezionalerepertorioinunaseratapresen-tata da Fabrizio Frizzi. Dopo ipremi, l’irrinunciabile appun-tamentoconil jazzaCapri,chedalunedì29agostoal1settem-

brefaràrisuonaresotto leanti-che volte del chiostro piccolodella Certosa di San Giacomole note dei big della musicajazz internazionale. Apripistasarà il torinese Flavio Boltrocon la sua tromba accompa-gnatodaunquartetto,percon-tinuarepoiconlacantanteDe-borah Carter con il suo trio,mentreallavigiliadellachiusu-ra la serata è dedicata al sax diStefano Di Battista. ChiusurainbellezzaallaCertosaconEm-met Cohen al piano sbarcatodirettamente daNewYork perpartecipare alla chiusura dellaVIedizionedelfestivalorganiz-zatodall’associazione Jazz innCapri, nato per promuovereanchesull’isola il cultodi que-storaffinatogeneremusicale.

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CristinaCennamo

Cheun’applicazionedi fotoritocco ri-scuotessetantosuc-cesso non accade-va da tempo. MaPrisma, la nuova

modadell’estatepergliappassio-natidiselfieedeffettisemprenuo-vi,èriuscitanelgirodipochesetti-mane dal suo lancio ad attirarel’attenzione come nessuna altra,diventando così un vero e pro-priofenomenomediatico.Nesan-noqualcosa i fandelle celebritiesinternazionali che di punto inbiancohannoscopertolepeculia-rità della nuova app. In che mo-do? Dalle foto postate, ad esem-pio, dalla tennista Serena Wil-liams sulle pagine dei suoi profilisociale incui lacampionessasta-tunitense numero uno del mon-dodal18febbraio2013sièpresen-tataaisuoifollowerritrattainazio-ne sul campocome inunquadroogni volta diversodipintodaunodei suoi artisti preferiti. Il segretodelsuccessodiPrismanonstain-fattinell’avermessoadisposizio-neunaseriedifiltriingradoditra-sformare le foto in quadri, cosachegià facevanoanchealtreapp,manel fatto cheogni risultato se-guelostilediunartista famoso.Unasemplice immagineinpo-

chisecondidiventaunapitturadiVan Gogh, Pi-cassooaltroan-cora. E a chi delrestononsareb-bepiaciutoesse-re ritratto dauno dei piùgrandi artisticontempora-nei? Neanche ilmiliardario Do-nald Trump èriuscitoaresiste-re alla tentazio-

ne di ottenere, per di più gratis esenza particolare fatica, un’im-magine senz’altro nuova per lasuacampagnaelettoraleallapre-sidenzadegli Stati Uniti. ConPri-smainsommatuttoquestodiven-ta possibile, in modo semplice egratuito, sia che si utilizzi An-droid sia che si preferisca iOS euna volta avviata l’app ha ancheun’interfaccia molto sempliceche consente di applicare i filtrisia alle immagini già salvate sultelefonino che a quelle fatte sulmomento.Un gioco da bambini, che co-

metale sta conquistandosemprepiùadulti anchedallenostrepar-ti. In Italia, tra iprimivipadusarePrismafiguraadesempioValenti-noRossi, cheanche inquestoca-so ha dimostrato insommadi es-sere “il più veloce” e si è divertitoaproporsiquindiinunselfiealter-nativo che lo ritrae sornione conla divisa da gara. Ma non finiscequi. Anche la protagonista dellasoapUnpostoal SoleNinaSoda-no, sempre molto attenta allenuove tendenze, ha già fattomo-

stra di un colorato ritrattod’autore subito premiato dacentinaia di like, così comedelrestoildipintocheimmor-tala a sua volta il cantautoreEros Ramazzotti in un mo-mentodirelaxdalbarbieredifiducia.Ildivertimentodelre-sto consiste pur sempre nelpostare la foto-quadrosu in-stagram o facebook con unclickedaspettare i commentidegliamiciallasceltaoperatatra i quasi 20 filtri fin qui pre-

senti all’interno dell’app e chericordano opere famose come”L’urlo” di Edvard Munch o“Go for Baroque” di Roy Lich-tensteinnonché lo stilediWas-sily Kandinskyma anche quel-lo dei fumetti DC. Unmodo inpiùinsommapervedersiepro-porsi investinuove,magariag-giungendo l’immancabile ha-shtag#prismacheinpochigior-ni ha raggiunto quota 650milaimmaginipostate.

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Il libro

ViolettaElvina S. Agata

La festa

Al Bluemoonnotti di notecon deejaye cantanti

Laapp Una foto prima e dopo il trattamento di «Prisma»

ViolettaElvinsaràl’ospited’onoredellakermesse inprogrammadomanialle20aSant’Agata.NellasaladellaconfraternitadelRosariosaràpresentato«DanceTheLove», l’ultimolibroscrittodaRaffaeleLauroededicatoproprioalladanzatricerussa.All’evento,condottodalpresidentedellaProlocoDonatoIaccarino,prenderannoparteilsindacoLorenzoBalducelli,l’avvocatoGiovannaStaiano, ilgiornalistaRiccardoPiroddi, laristoratriceLiviaIaccarinoe ilpresidentedell’associazioneculturale«LaFenice»NicolaDiMartino,mentre ilprioredellaconfraternitaGiulioIaccarino leggeràalcunibranidalromanzo.ConclusioniaffidateaRaffaeleLauro.L’eventos’inquadranella16esimaedizionedelpremio«SalvatoreDiGiacomo»che ieriserahavissuto lasuaserata-clouconlaconsegnadelriconoscimentoall’attriceToscaD’AquinoealcantanteSalDaVinci.

Il musicista Emmet Cohenin scena a Capri. In foto con il «trio»

Lo showIl cantanteregaleràal pubblicodell’hotelQuisisanale canzonipiù belle

Musicadalvivoalchiarodi lunaperglihabituédelCilento,ospitidiVincenzoeFabioEspositoalBluemoondiCastellabate conValerioBuonocore,PaolaCoppolaeSalvatorePisano diEspluàaccompagnanogliirriducibilidellamovida inunanostopdieventiespettacoli ideatadaSergioPuglisieanimataanchedaSalDaVinci,UmbertoSmaila,Studio54, Isa Bedjda tutta Italia.Lasoluzione ideale insommaperconiugarebagnidimare,soleeliveshow,cometestimonia lapresenzadi tanti voltinotidelbynight:dallostilistaFrancescoScognamiglioagliaficionadosdellocaleAntonioeRosaDiDomenico,FedericaLaPorta,GennyAngeloni,LuigiLiccardo,AntonioCoppola,AlessandraBenenato,AlessandraAnnunziataetantialtri fotografatidaGiuseppeGrimaldicosìcomeAlfonso,RossellaeCarlottaAmbrosio, IoleParenti,YleniaedEmilianoPolise,GiordanaFresa,LiaD’Ambra,MariaPaolaPerisano,AlessandraCitarelli,GiovannaFinizio,PasqualeColmayer,VitalePerna,FrancescoCurci fotografatidaGiuseppeGrimaldi.

cri.ce.

La tendenza

«Prisma», fotoritocco da starsecondo lo stile Van GoghSpopola sui social la nuova app per gli amanti dei selfieLa moda

Bastaun clickpertrasformarele propriefoto in ritrattid’autore

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31/8/2016 Oggi a Palazzo Cerio ore 18.30 presentazione libro di Massimo Lo Cicero | Capri Press

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ULTIME NOTIZIEDa Rio a Capri. Sbarca sull’isola azzurra l’ex di Ronaldo. Vacanze al mare per Geppy Gleijeses e Liliana Cavani. Premio Bruno Lauzi, vince Vincenzo Salamone con il brano “Paris” VIDEO – Il Giubileo di Francesco – Speciale Capri Suoni, tradizione e cibo doc: al via la «Settembrata»

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Posted by Redazione Date: agosto 27, 2016 in: News

Oggi a Palazzo Cerio ore 18.30 presentazione libro diMassimo Lo Cicero

A Palazzo Cerio alle 18.30 presentazione del libro di Massimo LoCicero “Quale Politica Economica? Europa, Italia, Mezzogiorno” Nediscutono Vincenzio Boccia, Mario Mustilli, Marco Zigono. ModeraAlfonso Ruffo. Alle 20, visita guidata al museo Cerio e mostra diMichele Iodice. Poi light dinner.

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31/8/2016 Un premio a Vecchioni, aspettando i principi del jazz. Continuano gli appuntamenti culturali e gli spettacoli a Capri. | Capri Press

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ULTIME NOTIZIEVIDEO – Il Giubileo di Francesco – Speciale Capri Suoni, tradizione e cibo doc: al via la «Settembrata» Oggi a Palazzo Cerio ore 18.30 presentazione libro di Massimo Lo Cicero Grandi etoiles alla Certosa di San Giacomo in occasione della quarta edizione del Premio Capri Danza International

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Posted by Redazione Date: agosto 26, 2016 in: News

Un premio a Vecchioni, aspettando i principi del jazz.Continuano gli appuntamenti culturali e gli spettacoli aCapri.

Anna Maria Boniello Nell’ultima settimana di agostol’isola azzurra cambia scenario. Diminuisce la movidanotturna e protagonisti diventano la cultura, l’arte, laletteratura e la moda. È questo il cartellone ricco diappuntamenti che si apre sin da stasera nell’anticoPalazzo Cerio all’interno della rassegna Cerio Arte 2016dove fino al 20 settembre si potranno ammirare nellaGalleria Laetitia Cerio i reperti impossibili di MicheleIodice. A Cerio Cultura, sabato sera l’economista

napoletano Massimo Lo Cicero, autore del libro Quale politica economica, Europa, Italia eMezzogiorno a cura di Lina Ladevala affronterà temi di attualità con Vincenzo Boccia, Mario Mustillie Marco Zigon. Alfonso Ruffo modererà il faccia a faccia che prevede anche una visita guidataall’interno Museo Cerio. Gli amanti della popart invece, venerdì sera alle 19.30, nella caratteristicagalleria d’arte di via delle Botteghe, potranno gustare un Aperitivo Spritz Pop ammirando le icone piùfamose di Andy Warhol esposte all’interno dello spazio con una colonna sonora di musica funksouldegli anni ’7080. Gli amanti della letteratura invece potranno continuare a frequentare Villa Lysis, lavilla del barone dandy che quest’estate è diventata teatro en plein air: qui l’associazione Apeironcontinuerà i reading affidati a attori famosi ed emergenti. Prossimo appuntamento a settembre conautori della letteratura e della poesia italiana come la grande Alda Merini. Ma l’estate caprese in chiaveculturale, che si è aperta giovedì sera nell’Auditorium Paradiso con il Premio Anacapri Bruno Lauzi,dedicato ai musicisti emergenti, padrino d’eccezione Ron, continua con la XXII edizione del PremioFaraglioni che vedrà il 30 agosto salire sul palco del teatro del Grand Hotel Quisisana RobertoVecchioni. Il cantautore farà ascoltare i pezzi forti del suo eccezionale repertorio in una seratapresentata da Fabrizio Frizzi. Dopo i premi, l’irrinunciabile appuntamento con il jazz a Capri, che dalunedì 29 agosto al 1 settembre farà risuonare sotto le antiche volte del chiostro piccolo della Certosadi San Giacomo le note dei big della musica jazz internazionale. Apripista sarà il torinese Flavio Boltrocon la sua tromba accompagnato da un quartetto, per continuare poi con la cantante Deborah Cartercon il suo trio, mentre alla vigilia della chiusura la serata è dedicata al sax di Stefano Di Battista.Chiusura in bellezza alla Certosa con Emmet Cohen al piano sbarcato direttamente da New York perpartecipare alla chiusura della VI edizione del festival organizzato dall’associazione Jazz inn Capri,nato per promuovere anche sull’isola il culto di questo raffinato genere musicale.

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31/8/2016 Intervista con il libro “Quale politica economica?” di Massimo Lo Cicero |

http://matchingenergies.it/intervistaconillibroqualepoliticaeconomicadimassimolocicero/ 1/5

INTERVISTA CON IL LIBRO “QUALEPOLITICA ECONOMICA?” DI MASSIMO LO

CICEROHOMEMEF MAGAZZINEINTERVISTA CON IL LIBRO “QUALE POLITICA ECONOMICA?” DI MASSIMO

LO CICERO

“La politica economica non convenzionale di Mario Draghi è riuscita a tenere unital’area dell’euro, ma l’Italia non ha messo in campo una politica economica tale dariunire il Mezzogiorno al Centro Nord e all’Italia di mezzo: Rilanciare la crescita èpossibile se il Sud tirrenico scopre di essere parte attiva della “virgola di Ponente”,che lega Campania e Piemonte a un unico orizzonte sistemico. Per L’Italia non c’èaltra prospettiva che portare in Europa la voce di un Paese più credibile e piùaffidabile”. Interrogato a dovere, l’ultimo libro di Massimo Lo Cicero (Qualepolitica economica? Guida Editori) ha molte risposte e proposte da avanzare.Anche in merito a quello che non funziona nel Masterplan a parere di Lo Cicero Ilsudonline.it ha “intervistato” il volume (risposte vere su domande “costruite” adarte) che è stato presentato a Capri sabato 27 agosto a Palazzo Cerio, in un incontrocon Vincenzo Boccia, da quattro mesi presidente di Confindustria.

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31/8/2016 Intervista con il libro “Quale politica economica?” di Massimo Lo Cicero |

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La crisi alle nostre spalle, dopo il 2008, ha messo in luce gravi debolezze nellastruttura e nelle istituzioni di alcuni paesi partecipanti all’Unione economica emonetaria, che hanno mostrato da allora un calo considerevole del reddito realepro capite. Perché questo è accaduto?

L’Unione europea ha registrato una convergenza reale grazie al recupero deldivario nei paesi dell’Europa centrale e orientale. Mentre nei 12 Paesi che avevaadottato l’euro non c’è stato un processo analogo. Come in una matrioska,l’Europa si divide tra i Paesi con e senza l’euro, ma con un mercato comune ed unafiscalità bassa e una flessibilità accentrata.

E in questo contesto l’Italia è uno dei Paesi che soffre di più. Nel 2011 il pil erapari a 1.613 miliardi di euro. Nel 2012 si è ridotto del 2,8%. Nel 2013dell’1,7%. Nel 2014 dello 0,34. Sembra la corsa del gambero…

In tre anni prima del 2015 abbiamo perso il 4,9% del Pil. Nel 2015 il pil italiano haripreso molto moderatamente a crescere: 0,8%. Siamo giunti cioè a 1.547 miliardidi euro. Mancano ancora 4 punti percentuali per tornare al 2011.

Questa l’anamnesi. E la diagnosi?

L’Italia invece ha troppa spesa pubblica e troppe tasse… Ed è molto rigida nellestrutture. Si divide in un Centro Nord, che è meno gravato da istituzioni pubblichee ha un mercato dove famiglie, banche e in prese trovano i loro spazi.

E adesso possiamo esaminare elementi di possibile terapia?

Le condizioni del nostro Paese impongono un duplice risultato: ricollegare econnettere le reti economiche e istituzionali del mercato domestico. E presentarsicon la reputazione di una nazione capace di agire e di ottenere risultati nell’ambitodi una politica economica coerente con l’Unione europea.

In poco più di un decennio i tedeschi hanno eliminato il dualismo Est/Ovest. Checosa invece non ha funzionato, in Italia, a proposito della riduzione del divarioNord – Sud?

Per decenni in Italia si sono scontrati due indirizzi di politiche pubbliche riguardoal Mezzogiorno: bottom up (quelle affidate alle istituzioni locali che presidiano iterritori) e top down (quelle calate dall’alto). Nel Sud abbiamo esagerato con lepolitiche bottom up (programmazione negoziata). In ogni caso oggi inadeguateperché la crescita ha bisogno attualmente di contesti a largo raggio (reti lunghe).

Bisogna quindi trovare un nuovo equilibrio tra localismo e centralismo nelnostro Paese, per evitare che esso si spacchi in due…

Dobbiamo ritrovare come italiani l’equilibrio di una coesione nazionale sevogliamo riprenderci i 4 punti percentuali di crescita per tornare ai valori reali del2011.

Ma l’Italia da quasi due decenni non riesce a sviluppare un potenziale diproduttività ed anche questa condizione ha reso profonda e difficile larecessione, e la disoccupazione conseguente, dal 2007 ad oggi.

Ripeto. L’Italia (con Spagna e Grecia) non ha ancora recuperato le perdite accusatedal 2008. Negli ultimi due anni 2014/2016 ha trovato una leva, utile ma ancorainadeguata, nelle esportazioni e nella caduta dei costi dell’energia. Una flaccidaripresa si annuncia nel 2016, grazie a problemi di geopolitica mondiale ed al

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recente trauma della Brexit. Ma un paese senza capacità di sviluppare produttivitànon può competere adeguatamente sui mercati globali. La crisi ci ha solo mostrato,con durezza, quanto fossero diventatefragili ed insostenibili le nostre politiche.

Qual è stato il freno maggiore per il nostro Paese, quello che lo ha portato auno stato di inerzia?

Le ipotesi di federalismo fiscale, e la modifica del titolo V della Costituzione neldecennio alle nostre spalle – ed ancora prima la nascita delle Regioni – hannodeterminato una situazione nella quale si rischia di smarrire il senso dell’Unitànazionale, come punto di riferimento.

Così oggi il reddito pro capite del Sud ammonta a 17.000 euro, quello del CentroNord si colloca al 32 mila euro… Il Mezzogiorno ha un reddito che è il 54% diquello centrosettentrionale.

Nel 2015 Svimez dice che la media italiana della crescita si è attestata allo 0,8.Ma il centro Nord arriva all’1 mentre il Sud rimane a 0,1%.

E quindi è del tutto evidente che non ci possiamo permettere un paese spaccato indue. Anche perché non va sottaciuto che intanto nel Sud si è aperta una fratturalongitudinale.

In che senso?

Nel senso che a nord est ci sono Puglia e Basilicata, con una demografia piùleggera e una migliore capacità istituzionale… A sud Ovest c’è un eccesso dipopolazione (Calabria e Campania sommano 8milioni di persone), una baseeconomica efficace molto ridotta, larga disoccupazione e lavoro nero come effettodello scarto tra popolazione e produzione. E anche una eccessiva, e spesso pocoefficienti, presenza di organismi statali e locali.

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Intanto i consumi sono calati nel Mezzogiorno per il 2014 mentre si riprendononel resto del paese…

Nel Nord si è avviato un processo di crescita mentre nel Sud questo non accadeancora. Perché manca la dimensione di un ragionevole mercato domestico e restaaperto un ulteriore squilibrio tra demografia e capacità di produrre: un terzo dellapopolazione vive nel Mezzogiorno ma la capacità di produrre dell’industriamanifatturiera meridionale è caduta del 35% rispetto ai volumi del 2007: dieci voltela dimensione accusata dal totale del 28 economie dell’Unione europea nelmedesimo tempo. I consumi del Sud aumentano meno di quelli del centronordperché lo scarto tra reddito procapite, al centronord ed al Mezzogiorno, è moltodivaricato.

Nelle regioni meridionali si è chiusa la recessione, con il 2015, ma le regioni cheaccelerano sono quelle più piccole: Basilicata, Abruzzo e Molise.

Bisogna agire con determinazione su Campania e Puglia, che insieme contano diecimilioni di persone, e trovare una ragionevole politica per la Calabria. Per fortuna, siriprendono gli investimenti manifatturieri nel Mezzogiorno. Si riapre il mercato dellavoro ma nel Sud manca quasi mezzo milione di occupati rispetto a prima dellacrisi. Rispetto al centro nord il rischio di povertà e triplo nel Mezzogiorno.

Nel Sud l’industria e la cultura industriale non riescono a trovare la baseadeguata per supportare l’insieme dei servizi privati e delle strutture pubbliche,non è così?

Tra il Nord e il Sud esiste una tale differenza che dobbiamo chiamare dualismo.Superare il dualismo, e non ridursi solo alla ricerca di strumenti per chiudere ildivario, diventa una necessità che si deve esprimere in un percorso almenoquinquennale…

Cosa manca all’azione della mano pubblica affinché le politiche di svilupposiano veramente efficaci?

Non è il Governo che crea la crescita ma la relazione positiva tra Governo, banchee imprese: tra lo Stato e la Società. Ritrovare la strada della crescita diventa unastrada obbligata in tre passi: rinunciare alle identità locali e alle divergenze tra learee economiche del Paese. Collegare reciprocamente le parti del Paese, unire leforze per ottenere un risultato che superi la somma delle singole economie locali.

Molte imprese dopo la caduta del cambio dell’euro hanno ripreso vigoreesportando.

Si ma questo non basta a dare al Sud una finanza adeguata alla crescita. Perchémancano gli orizzonti unitari di una politica economica nazionale capace dirimettere insieme le tra Italie: il Nord Ovest, il Sud e l’Italia di mezzo. IlMezzogiorno come gli altri fragili paesi mediterranei ha bisogno di uno slancioimprenditoriale.

Che vuol dire?

Abbiamo bisogno di investimenti e non solo di investimenti pubblici. Servonoinfrastrutture e serve energia; servono reti per il turismo, e la cultura, e serve unanuova stagione dell’industria: che si deve fondare sulla cultura industriale e nonsolo sui capannoni e le macchine. Serve una partnership tra industria e lavori

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pubblici e serve un ridimensionamento delle macchine burocratiche cheimpediscono la libertà di creare e di investire.

Nel volume sono esposti i punti critici che, a detta di Lo Cicero, rendono ilMasterplan una riedizione della programmazione negoziata degli anni 90.Possiamo riassumerli?

Il ministro Padoan ragiona sulle grandezze macro: occupazione, dimensioni deldebito, crescita. Il capo del Governo Renzi propone una economia micro… dove leimprese sono ciascuna attori singolari della loro crescita… Meglio guardare a unaItalia che allarga la sua economia, e ne riduce le differenze, che chiudere nellariserva indiana i meridionali.

E’ per questo che manca una vera e propria visione di medio periodo, che sideve immaginare e poi comunicare al Paese?

Il Masterplan dovrebbe avere una strategia e una visione… Se desideriamo ridurrelo scarto tra Nord e Sud non basta la legge di stabilità ma serve anche un pianostrategico…

E il secondo punto da affrontare?

E’ la strana forma di governo del Masterplan: una cabina di regia, che si allarghiall’Agenzia per la coesione territoriale ma possa condividere anche le azioni delDipartimento per le politiche di coesione, ed Invitalia. Troppo diverse nel tempotrascorso e nelle funzioni attribuite a queste organizzazioni…

La terza osservazione: non si trova traccia di politiche per la relazione trabanche e imprese capaci di accelerare alla ripresa della crescita

Quarta osservazione: servirebbero sia la Cassa Depositi e Prestiti che la Bancaeuropea degli Investimenti per dare forza e presenza a un piano Junker, cheavrebbe dovuto decollare entro il 2015 e del quale invece si parla assai poco.

Quinto punto?

E’ curioso che la sola volta che si parli di imprenditorialità si debba leggere cheoccorre “mettere in movimento la società civile del Mezzogiorno…”. Sarebbemeglio parlare di imprenditori, banche, ricercatori che si colleghino alle imprese edagiscano per garantire processi innovativi… Perché è l’impresa che crea ricchezza,se e quando la logistica, le infrastrutture, i mercati finanziari e le banche offronoall’impresa pilastri sui quali poggiare le basi della propria azione.

Veniamo alla sesta osservazione.

Serve una politica fiscale che accompagni la capitalizzazione delle imprese e lariduzione dei costi delle imposte, delle tasse e dei cunei previdenziali: meno tasse emeno spesa pubblica inutile… per far posto ai consumi delle famiglie e agliinvestimenti delle imprese. Questa è la strada maestra della crescita.

Ed ora la settima…

Si parla molto di fondi europei e nazionali di ogni genere e tipo: la soluzione delproblema, che nasce dalla loro scarsa efficacia, è molto semplice: il modo persupportare le imprese, al di fuori dei circuiti dei mercati finanziari e delle banche,non dipende dal quantum e dalla procedura con cui lo stato o le sue appendiciregionali devono attribuire questi grants alle imprese.

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L’inverno è rigido e la coperta ècorta. Così tutti tentano di tirarlaverso di sé e non importa se

qualcuno resterà all’addiaccio. D’altraparte, sono già in molti (troppi) adover affrontare i rigori del freddosenza conforto e a questo nuovo climasenza sole e con poca luce bisognaabituarsi.

Oppure no. Invece di disputarci lacoperta corta – non sempre con ilrisultato di coprire chi ha più merito opiù bisogno – potremmo pensare diriprendere l’uncinetto in mano etentare finalmente di allungare ladispensatrice di calore per la gioia delmaggior numero possibile di persone.

Dunque esiste un’alternativa allalotta tra poveri e al disagio comesistema solo che si voglia tornare arivolgerci la domanda “Quale politicaeconomica per l’Europa, l’Italia e ilMezzogiorno?” come fa Massimo LoCicero nel titolo del suo ultimo libroscritto per Guida Editori.

Lo Cicero, mai convenzionale, è unconvinto assertore dell’economiaistituzionale. E non fidandosi troppodel Mercato verso il quale hacomunque simpatia, ammonisce sullanecessità che non sia lasciato a sestesso ma governato da mani espertee strumenti efficaci.

Racconta del contributo fornito allacrescita del Paese da protagonisti delmiracolo industriale come AlbertoBeneduce, Enrico Cuccia e PasqualeSaraceno mettendo in evidenza comele indiscusse capacità individuali sisiano sempre potute misurare conl’utilizzo di istituzioni operative.

La Cassa del Mezzogiorno, l’Iri,Mediobanca sono stati gli uncinetti coni quali – con diverse vocazioni esensibilità – quegli uomini fuoridell’ordinario sono riusciti adallungare la coperta italiana ridotta abrandelli dalle devastazioni fisiche emorali della seconda Guerra Mondiale.

Volendo riportare ai giorni nostriquei valori e quegli esempi l’autorenon riesce a vedere che la figura del

presidente della Banca europea MarioDraghi che seppure in evidentedifficoltà, forse per mancanza di stoffa,la sua battaglia nella trincea che gli èdata la sta combattendo tutta.

Non citato nel volume, macertamente della partita, è il vicepresidente della Banca europea per gliinvestimenti Dario Scannapieco cheavrà un ruolo da protagonistanell’applicazione del piano Junckersulle infrastrutture continentali il cuiplafond sembra passare da 300 a 500miliardi.

Mancano all’appello, in parte per glierrori compiuti (la carne è debole) inparte per la crisi di sistema che fasentire il suo doloroso morso, lebanche nostrane che stentano atrasferire al mondo delle imprese laliquidità pompata con forza e speranzadal banchiere centrale.

Il fatto, volendo stare alla trama delracconto, è che per tesserevelocemente e bene ci voglionoorganizzazioni funzionanti e uomini ingrado di guidarle per il benessere ditutti e non solo per sé. Dunque si poneil problema di verificare bontà ecompatibilità delle une e degli altri.

Tra gli attori che si aggiungono con

spirito nuovo ad allungare la copertac’è certamente il neo presidente diConfindustria Vincenzo Boccia che nona caso prenderà parte allapresentazione del volume inprogramma questo sabato a Capri conaltri autorevoli relatori (vedi invito).

Il ragionamento svolto dal numerouno degli imprenditori italiani, ribaditosolo qualche giorno fa al Meeting diRimini, è che bisogna riscoprirepolitiche che avvantaggino l’offerta e ifattori perché il Paese possa tornarecompetitivo e ridestare al più prestoper questa via la domanda che langue.

Dunque, le misure che il governo siappresta a inserire nella legge diStabilità dovranno tener conto dellanecessità di ricostruire lastrumentazione che servirà adallungare la coperta dell’economia, laricchezza nazionale, sotto cui potrannotrovare soddisfazione famiglie elavoratori.

Certo, un’impostazione del genere –che a parole riceve elogi trasversali –impone che qualità e merito (chi ha piùfilo tesse) si sostituiscano a rendite diposizione e patologie del capitalismodi relazione contro cui lo stessopremier Renzi si era schierato all’iniziodel suo mandato.

Per tessere, oggi, ci vuole anche ungrande coraggio. •••

EDITORIALE 327 agosto 2016

Chi ha più filo, tesse:come allungare la copertaPEZZI DI VETRODi ALFONSO RUFFO

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La copertina dell’ultimo libro di Massimo Lo Cicero

Il programmadella presentazionea Capri

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31/8/2016 «Reagire all’emergenza economica con una compattezza da sistema Paese» Il Sole 24 ORE

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«Reagire all’emergenzaeconomica con una compattezzada sistema Paese»–di Nicoletta Picchio 28 agosto 2016

Il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, ieri a Capri per la presentazione del libro di Massimo Lo Cicero:«Quale politica economica, Europa, Italia, Mezzogiorno»

Reagire con una compattezza da sistema paese. Con una visione difuturo a medio termine e individuando dove vogliamo che sia l’Italia neiprossimi anni. La vicenda terribile del terremoto ha dimostrato che difronte alle emergenze siamo in grado di reagire con determinazione e diaffrontare i momenti di grave difficoltà. «Dovremmo prendere adesempio questa determinazione che stiamo dimostrando come italiani eavere la stessa consapevolezza e la stessa capacità davanti alle questionieconomiche, tenuto conto che abbiamo avuto un calo di 9 punti di pildal 2008 ad oggi». Vincenzo Boccia risponde alla prima domanda delmoderatore, presentando il libro dell’economista Massimo Lo Cicero,dal titolo “Quale politica economica, Europa, Italia, Mezzogiorno”. Epone, sottolinea, una questione di «metodo». Non abbiamo maturato laconsapevolezza, ha aggiunto il presidente di Confindustria, della gravità

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31/8/2016 «Reagire all’emergenza economica con una compattezza da sistema Paese» Il Sole 24 ORE

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della questione economica, «rischiamo di essere un paese che vive diconfronto e muore di conflitto».

La legge di bilancio dovrebbe essere l’occasioneper avviare quello che Boccia definisce il circolovirtuoso dell’economia: una politica dell’offerta enon della domanda, che agisca sui fattori.«Siamo il secondo paese industriale d’Europadopo la Germania», con l’«orgoglio» di questaposizione, ma contemporaneamente la «rabbia»di sapere di poter essere primi se l’Italia nonavesse una serie di handicap rispetto ai tedeschi:

30% in meno di produttività, 30 % in più di costo dell’energia, il 20% inpiù di total tax rate. Occorre recuperare competitività, puntando su piùproduttività, più investimenti, più salari, più credito.E superare quel dualismo che vede il Mezzogiorno ancora distante dalresto l’Italia, con un reddito pro capite che è la metà del CentroNord,come hanno messo in evidenza gli altri relatori, Marco Zigon, numerouno della Getra, Mario Mustilli, economista, e Lo Cicero.

«Il Sud ha il doppio dei problemi del paese, occorre il doppio dellemisure che servono all’Italia, ma bisogna evitare di fare otto politicheterritoriali regionali», ha sottolineato Boccia. Aggiungendo che bisognaavere «la pazienza di aspettare il flusso temporale tra causa ed effetto,dandoci un’idea a lungo termine di dove vogliamo arrivare». È sempre laGermania l’esempio: oggi la Cancelliera Angela Merkel raccoglie glieffetti delle politiche sulla produttività di Gerhard Schroeder: «Si sonoposti 15 anni fa la domanda su quale paese realizzare ed hannoimboccato il percorso». La stessa cosa deve fare l’Italia che è un grandepaese industriale. Con scelte adeguate di politica economica.«Confindustria vuole essere ponte tra i problemi delle imprese e quellidel paese», ha rilanciato Boccia. Se si detassano i premi di produttivitàsul secondo livello di contrattazione, è il pensiero del presidente diConfindustria, si possono aumentare i salari, aumentando lacompetitività delle imprese e del sistema paese. Arrivando in questomodo ad una politica della domanda, «ma partendo dall’offerta».

MEETING DI RIMINI 21 agosto 2016Legge di stabilità, Boccia:«Servono scelte selettive,no assalti alla diligenza»

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31/8/2016 «Reagire all’emergenza economica con una compattezza da sistema Paese» Il Sole 24 ORE

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Quanto all’Europa, oggi si vive una discrasia tra la politica monetaria,«anticiclica» e una politica economica che va in direzione opposta.«Negli Usa, dove c’è coerenza, assistiamo ad una crescita». È importantequindi l’integrazione della politica economica europea. La scelta del sì alreferendum si va ad inserire in questo contesto: «La stabilitàgovernativa è un elemento indispensabile per lo sviluppo del paese e peravere un progetto a medio termine. Così come è necessario risolvere ilproblema del conflitto tra Stato e Regioni».

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31/8/2016 Confindustria, Boccia apre ai sindacati sui nuovi contratti Corriere.it

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Confindustria, Boccia apre ai sindacati sui nuovi contrattidi Paolo Grassi

«Questo è un Paese che sa reagire ai traumi. È proprio neimomenti peggiori, come quelli che stiamo purtroppo vivendoin questi giorni, che noi italiani diamo il meglio: dallamacchina dei soccorsi alla solidarietà, dagli aiuti allepopolazioni colpite alla voglia di rimboccarsi le maniche perrinascere. E lo facciamo insieme». Il presidente diConfindustria Vincenzo Boccia, da Capri — dove ieripomeriggio ha partecipato alla presentazione del libro diMassimo Lo Cicero «Quale politica economica: Europa, Italia,Mezzogiorno» (Guida editori) — chiede di conservare lospirito di queste ore e remare «tutti dalla stessa parte. Sempre».Aver «perso quasi dieci punti di Pil in pochi anni è come aversubìto, e lo affermo con i dovuti e logici distinguo, una sorta diterremoto economico — ha spiegato ancora il successore diGiorgio Squinzi —. Perché, allora, non riusciamo ad avere unavisione comune del futuro?». Certo, ha proseguito il numerouno di viale dell’Astronomia dal palco di Palazzo Cerio, siamodi fronte a un «debito pubblico monstre» e il Governo «può edeve fare di più», ma è altrettanto innegabile che «non ci sipuò limitare a discutere di uno 0,2% in meno di crescita delPil.

Il trend è stato comunque invertito, l’indicatore è finalmenteuscito dal territorio negativo. Per comprendere la frenatapotremmo parlare di effetto Brexit o Turchia, ma anche qui il

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31/8/2016 Confindustria, Boccia apre ai sindacati sui nuovi contratti Corriere.it

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confine con l’alibi sarebbe complicato da intravedere». Laquestione è una, e «l’Italia deve farla valere anche in Europa:serve più attenzione all’economia reale per rilanciare lacrescita». Secondo Boccia «è necessario mettersi bene in testache si può impostare una politica a saldo zero ma non certo acosto zero». Detto questo, il presidente degli industriali italianiresta «fiducioso» nella strada intrapresa da Palazzo Chigi. E sidefinisce «fiducioso» anche sull’esito del confronto con Cgil,Cisl e Uil: «Il primo settembre non c’è in agenda ladiscussione sui contratti, però – chiarisce – giovedì prossimoparleremo di welfare e crisi». Il patron di Arti Grafiche, poi,ribadisce l’importanza dello «scambio» tra salario eproduttività («nel senso che dobbiamo farli crescereentrambi»). A «parità di moneta, ovvero, nell’impossibilità disvalutare, la produttività diventa elemento essenziale per ilrilancio della competitività. Forse il principale grimaldello».

Dal 2000 a oggi, ha più volte specificato il leader diConfindustria, «la produttività nell’intera economia è salitadell’1% in Italia, contro il 17% dei nostri maggiori partnereuropei. Nel manifatturiero i distacchi aumentano: +17% danoi, +3334% in Germania e Spagna, +43% nel Regno Unito e+50% in Francia. Il nodo da sciogliere è qui». L’auspicio,come aveva già chiarito al momento del suo insediamento aviale dell’Astronomia è che le relazioni industriali«contribuiscano in maniera decisiva alla crescita dellaricchezza e del benessere delle imprese e delle persone.Devono diventare rapporti tra soggetti consapevoli checondividono gli obiettivi di sviluppo aziendale».

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31/8/2016 Parla MARCO ZIGON (MEF): Ecco come riaccendere i motori dello sviluppo |

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PARLA MARCO ZIGON (MEF): ECCO COMERIACCENDERE I MOTORI DELLO SVILUPPOHOMEMEF MAGAZZINEPARLA MARCO ZIGON (MEF): ECCO COME RIACCENDERE I MOTORI DELLO

SVILUPPO

di Melania Fiume

E’ il 27 agosto, il sole nel cielo di Capri ha appena impegnato la paraboladiscendente, la sala del Museo Cerio comincia a riempirsi. Benchè sia l’ultimosabato di un mese caldissimo, in poco tempo sarà piena. C’è il presidente diConfindustria Vincenzo Boccia, l’economista Mario Mustilli, c’è Massimo LoCicero, economista anch’egli, autore del volume che è all’origine della discussione:Quale politica economica (Guda Editori). E c’è Marco Zigon, numero uno di Getrae presidente della Fondazione Matching Energies, industriale che a Capri è di casa.“Si sentiva il bisogno – dice prima di prendere posto sul podio – di un volume chesistematizzasse i tanti interventi che Lo Cicero ha affidato ai giornali, soprattutto alMattino, sulle criticità che impegnano l’Europa, l’Italia e il Mezzogiorno”.

Presidente, qual è il suo giudizio sul lavoro di Lo Cicero?Dobbiamo tutti un grazie a Massimo, io credo, per aver saputo interpretare il ruolodi osservatore dell’economia e della società del Sud capace di andare oltre glistereotipi. Le sue analisi sempre lucide, gli spunti sempre interessanti, le propostesempre costruttive.

E’ il motivo per cui figura tra i componenti del Comitato Scientifico della suaFondazione?Certo. Massimo è fondamentale riferimento della Matching Energies sui temidell’economia. Dobbiamo riconoscere che Lo Cicero rappresentare l’occhio lungoche ci serve per guardare più in là della siepe di casa nostra, per non perdere ilrapporto con il “resto del mondo” e i suoi cambiamenti.

Che cosa le è piaciuto del suo libro?Massimo ricostruisce le tappe di un percorso di riflessione che condivisibile alarghi tratti. Il ruolo di Mario Draghi e della sua politica economica nonconvenzionale. La critica a un’Europa che non ha completato il suo percorso diunificazione politica e fiscale, dopo quella monetaria. La critica all’idea che lo

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sviluppo si ottiene spendendo i fondi pubblici. La convinzione che avere piùinfrastrutture è sufficiente nei contesti a sviluppo consolidato, ma non basta dove ènecessario gettare le basi per lo sviluppo.

Quali sono i passaggi che meritano di essere evidenziati a suo parere?Approvo l’indicazione che occorre creare valore affidandosi a chi fa questomestiere, e cioè imprese e banche (allo Stato il compito di assicurare il supporto diistituzioni più efficienti). Mi piace – perché la esperimento tutti i giorni – il concettodi “filiera frammentata”, tipica delle aggregazioni digitalizzate. Trovo apprezzabilel’idea di una “Virgola di Ponente”, cioè l’integrazione funzionale dell’areaoccidentale del Paese, dal Piemonte alla Campania.

E che cosa la convince di meno?L’ammonizione rivolta alla classe dirigente che ha guidato il Paese a non avermesso in campo una politica economica tale da riunire il Mezzogiorno al CentroNord e all’Italia di mezzo, rilanciare la crescita, portare in Europa la voce di unPaese più credibile e più affidabile. Su questo il mio giudizio è diverso.

Può provare a spiegarlo?Trovo che il taglio critico così presente nei ragionamenti di Lo Cicero siaassolutamente centrato per ciò che è stata l’Italia degli ultimi decenni. Ma non vale,a mio avviso, per quello che si è cominciato a fare da un anno in qua. Non si puònegare lo sforzo compiuto per iniziare un “nuovo corso”. Una fase “nuova” che,nella qualità di presidente della Fondazione Mef e di imprenditore, ho il dovere digiudicare in maniera positiva. Parlo dello sforzo di riportare il Sud nell’agenda diGoverno.

Visto che ci siamo, parliamo di Renzi senza remore. Che cosa pensa delle suepolitiche?Renzi ha legato il suo destino politico, forse con troppa enfasi, al Referendumcostituzionale, perché ritiene una priorità riuscire a dimostrare che l’Italia le riformele fa davvero. Perché solo così può ottenere le deroghe che servono per finanziarenuovi investimenti. Inoltre il presidente del Consiglio ha ingaggiato un confrontosevero con l’Europa delle burocrazie e delle rigidità, spesso a muso duro. Con leriforme avviate, ha rilanciato seriamente credibilità e reputazione dell’Italia inEuropa. Questo per amore di verità dobbiamo riconoscerlo.

Parla dello sforzo di innestare un processo di cambiamento del nostro Paese chelo renda più efficiente e competitivo? Ma quali sono i passaggi salienti a suoavviso?Jobs Act, Riforma PA, Riforma costituzionale volta a ottenere più governabilità emaggiore semplificazione legislativa. E’ un percorso appena cominciato, I prossimimesi sono cruciali. Il tema è come andare avanti e cioè come perseguire gliobiettivi di un Italia diversa in una Europa diversa.

Andare avanti significa puntare a una maggiore integrazione politica dei Paesieuropei. Se non si è riusciti a farlo quando l’Europa cresceva, come pensa sipossa farlo oggi?Condividendo le politiche di sicurezza e di difesa per fronteggiare il terrorismo egestire un fenomeno come l’immigrazione. Assieme a questo, occorre condividerepolitiche di stimolo della crescita e della coesione economica. Ci vuole ancheun’Europa unita e più forte: al mondo invece al mondo c’è chi vorrebbe l’Europaunita, ma paradossalmente la preferirebbe “debole”. Ossia sempre con qualcheproblema da risolvere.

L’Europa, si dice, non si fa in un giorno…E oggi più che mai l’idea europea ha bisogno di un aggregatore in grado disurrogare la mancanza di spirito unitivo dovuto al fatto che l’Europa viene dasecoli di conflitti aspri tra gli Stati nazionali. Ecco perché credo nel collante delladifesa comune contro il pericolo del terrorismo e del fanatismo. Ma per essere piùcredibile, per guadagnare la stima delle altre nazioni, il nostro Paese deve superare

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l’esame più grande: azzerare il proprio dualismo interno. E cioè giungere alla verae definitiva unificazione nazionale.

Il Sud ci mette fuori gioco?Siamo l’unico Paese d’Europa ad avere come caratteristica marcata il dualismointerno. Fino a pochi anni fa ci faceva compagnia la Germania, ora non più. Perchéi tedeschi hanno risolto il problema del divario tra Est e Ovest con una computariunificazione. Ma c’è di peggio: non abbiamo ancora ben chiaro che cosa staincubando nel Mezzogiorno, dove è saltata la possibilità di gestire il disagio socialeamministrando un consenso ottenuto per clientela. Ed è tramontata la possibilità diaffidarsi all’opzione dell’economia sommersa come espediente per reggerel’impatto della crisi.

Risposte distorte per surrogare la scarsa competitività del nostro Paese.Sì. Sono saltate. E al loro posto non c’è ancora nulla. Questo ha portato il disagiodel Sud a un punto vicino al collasso. Mi riferisco a un sondaggio di SWG, agenziademoscopica del Nord Est, ripreso dal Mattino a metà agosto. Un sondaggioallarmante e per molti versi anche inquietante.

Che cosa si rileva nell’indagine?I dati della ricerca parlano di un Sud che è come una polveriera pronta a esplodere.Rabbia, disgusto, voglia di cambiamenti radicali sono una sintesidel sentiment attuale dei meridionali. La ricerca fa tornare in auge una parola cheavevamo dimenticato, come lascito del secolo alle nostre spalle: la parola«rivoluzione». Viene auspicata dal 51% degli intervistati, contro il 39% delCentronord. Sottovalutare questo dato sarebbe una pericolosa miopia delle classidirigenti del nostro Paese.

E’ necessario prendere molto sul serio questo malessere strutturale. Lapopolazione del Sud è arrivata al limite della tolleranza: versa in una situazionenon più sostenibile sotto il profilo economico e sociale. Che fare?Necessariamente bisogna agire con immediatezza affinché le classi dirigenti(italiane e meridionali) possano ritrovare reputazione e capacità di leadership.Tocca a noi decidere dove andare. Vale sempre la frase di Giuseppe Mazzini: ltaliasarà quel che il Sud sarà, ma in un senso nuovo. Vale a dire che l’Italia sarà inEuropa quello che il Sud le consentirà di essere.

In un capitolo centrale del suo libro, Lo Cicero esamina in profondità i limiti delMasterplan.Si ha ragione. Serve un Masterplan che non chiuda i meridionali in una sorta diriserva indiana, ma che si intrecci con politiche nazionali. Con i seguenti obiettivi:ridurre il disagio sociale cambiando le condizioni di vita dei meridionali; riformarela burocrazia e la PA; rimodellare il federalismo che ha accentuato la disgregazionenazionale ed ha esasperato il clientelismo. Così potremo riaccendere i motori dellosviluppo a patto che il compito di fungere da elemento propulsivo sia affidato agliattori reali dell’economia. E cioè principalmente a banche e imprese.

di Melania Fiume

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Sull’isola azzurra... DALLA CULTURA ALLA MONDANITÀ : PARTY DANZANTE PER LA PRESENTAZIONE DEL LIBRO DI LO CICERO

Folla Palazzo Cerio, a Capri, per la presentazione del libro di Massimo Lo Cicero” Quale politica economica? Italia Europa Mezzogiorno». L'evento organizzato da Lina ladevaia, ha attirato un pubblico qualificato e attento al dibattito Alfonso Ruffo con Vincenzo Boccia, Mario Mustilli e Marco Zigon. Quindi la visita nelle sale con le sculture del artista napoletano Michele Iodice. Infine cena a Palazzo Vanalesti e musica con la console di Italo Pagano. Tra i tanti Gianni De Martino, Maurizio Bianconcini, Marco Agostini Celeste

Condorelli, Stefania Brancaccio, Marinella Rotondo, Alfonso Gambardella, Federica Ruffo, Antonella Zigon ,Armando e Raffaele de Nigris, Mauro e Giusi Ferrazzano, CarmineCaputo e Alida Labella, Fabrizio Pallotta e Gabriella Fabrocini, Mimmo Tuccillo e Rosita Puca, Francesco e Antonella Tuccillo, . Paolo e Roberta Vosa, Niki e Flaminia Salzano, Andrea e Anna Cozzolino, ,Alessandra Bardo, Paolo Cirino Pomicino, Ernesto Mazzetti e Carolina Visone.

Maria Carmen Villani

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