MASTER BIOETICA UNIVERSITÀ DI TORINO

- ORIGINE ED EVOLUZIONE DELLA MORALE

- COSCIENZA, LIBERO ARBITRIO, RESPONSABILITÀ INDIVIDUALE

- IL DECLINO DELLA VIOLENZA

Dott. Ernesto VIARENGOernesto.viarengo@tin.it

ORIGINE ED EVOLUZIONE

DELLA MORALE

Secondo il biologo evoluzionista Richard Dawkins(anni ‘70) tutti gli organismi, uomo compreso, sonodominati dal cosiddetto “gene egoista”, ciecamentevolto alla perpetuazione di sé stesso senza alcunscrupolo morale.

Tale impostazione resta sostanzialmente valida, anchese ulteriori scoperte hanno evidenziato come ilcomportamento “morale”, a livello di individuo esocietà, sia in ultima analisi il più efficiente perassicurare la trasmissione del gene.

CERVELLI MORALI

Dallo studio di quel che può essere chiamato “istinto morale”emerge una significativa analogia con la funzione delleemozioni, considerate una guida rapida, evolutivamentevantaggiosa, per segnalare il valore positivo o negativo dellediverse situazioni in cui si trova l’individuo, imponendo irelativi comportamenti (meccanismi rapidi automatici didifesa, disgusto ecc., con sede nell’amigdala). Emergonoanalogie anche con un altro istinto: il linguaggio (non a casofondamentale strumento di cooperazione sociale al pari dellamorale), studiato da Noam Chomsky negli anni cinquanta,che per la prima volta lo considera come un organoperfettamente progettato, una caratteristica universale di tuttele menti umane. La grammatica universale che si trova alcentro della nostra facoltà linguistica, e che fa parte delladotazione innata della nostra specie, ci fornisce gli strumenticon cui costruiamo i linguaggi specifici.

CERVELLI MORALI (2)

APPPRENDIMENTO PER “DIMENTICANZA”

L’apprendimento delle lingue non sarebbe un fenomeno dicostruzione, ma di selezione: le sintassi alle quali i bambini nonsono esposti si atrofizzano e muoiono. Quella che sopravvive tratutte dopo la potatura, invece, si stabilizza e diventa la sintassidella lingua madre. Questo processo, per cui Jacques Mehler (capodel laboratorio Linguaggio, cognizione e sviluppo presso la ScuolaInternazionale Superiore di Studi Avanzati di Trieste) coniò ladefinizione ormai classica di “apprendimento per dimenticanza”, èsembrato promettente anche sul piano della ricercaneuropsicologica, perché è stato interpretato come il riflesso dellaprogressiva riduzione dei contatti sinaptici nel cervello delbambino, studiata Pierre Changeux (Neurobiologo francese,docente presso l’Istituto Pasteur di Parigi e presidente del comitatonazionale di bioetica francese).

Andrea Moro – Scienza e filosofia –29/04/2012

Le lingue in cui ci esprimiamo differiscono, ma ognuna diesse viene generata sulla base di un insieme universale diprincipi.Analogamente la nostra facoltà morale è dotata di unagrammatica morale universale, un insieme di strumenti percostruire sistemi morali specifici.Alla base della vasta variazione interculturale cheosserviamo nelle nostre norme sociali espresse, esiste unagrammatica morale universale che permette ad ognibambino di sviluppare una gamma ristretta di possibilisistemi morali.Quando giudichiamo un’azione moralmente giusta osbagliata lo facciamo istintivamente, utilizzando un sistemadi conoscenza morale che opera inconsciamente e ci èinaccessibile.

CERVELLI MORALI (3)

Come nel linguaggio, l’apprendimento di sistemi moralispecificatamente espressi e culturalmente variabili èinfluenzato dal fatto che i contenuti dettagliati di particolarinorme sociali vengono acquisiti tramite l’esposizione allacultura locale; i principi astratti ed i parametri sono innati.Esiste una vasta gamma delle azioni di pertinenza morale cheil bambino esprime senza copiarle e senza ricevere istruzionidai genitori.L’istruzione parentale in merito alle norme morali puòspiegare solo una piccola parte della conoscenza delbambino, per la ragione principale che molti dei principi chesottendono i nostri giudizi morali sono inaccessibili allariflessione conscia. Fondamentali gli studi di Marc D. Hauser,professore di Psicologia e Biologia evolutiva all’Università diHarvard, basati su quesiti morali somministrati a soggetti didiversa età ed in diverse culture, giochi di ruolo, datiantropologico-culturali ed etologici, imaging cerebrale.

CERVELLI MORALI (4)

L’identificazione della morale con la religione è un luogo comune,ed è sbagliata per almeno due ragioni: assume falsamente che lepersone prive di fede religiosa manchino della comprensione di ciòche è moralmente giusto o sbagliato, e che chi possiede la fede siapiù virtuoso di chi è ateo o agnostico.

Sperimentalmente si è dimostrato che ebrei, cattolici, protestanti,musulmani, sikh, indios Cuna (una piccola tribù dell’Americacentrale che non ha una religione formale e non ha quasi nessuncontatto con gli occidentali) atei e agnostici, su un insieme didilemmi morali formulano gli stessi giudizi, con lo stesso livello diincoerenza o insufficienza quando si tratta di fornirne unagiustificazione; ciò significa che il sistema che generainconsciamente i giudizi morali è indipendente dalle dottrinereligiose.

CERVELLI MORALI (5)

Secondo Darwin “qualsiasi animale dotato di istinti sociali benmarcati, compresi quelli verso i genitori ed i figli, acquisirebbeinevitabilmente un senso morale ed una coscienza, non appena isuoi poteri intellettuali fossero diventati tanto sviluppati, o quasialtrettanto che nell’uomo”; Darwin assume che la selezioneagisce per favorire i gruppi morali.Ad esempio la riconciliazione si è evoluta come forma dirisoluzione del conflitto negli animali. Molto interessanti gli studisull’altruismo negli animali (compresi i pipistrelli vampiri),normalmente volto alla conservazione del patrimonio genetico,anche a spese della sopravvivenza individuale; la selezionefavorisce il buon comportamento perché beneficia il gruppo.Renderci conto del fatto che condividiamo una grammaticamorale universale, e che a seconda della nascita possiamoacquisire uno qualsiasi dei sistemi morali del mondo, dovrebbeconfortarci e stimolare la comprensione reciproca.

CERVELLI MORALI (6)

Le intuizioni morali che guidano molti dei nostrigiudizi si scontrano spesso con linee guida dettatedalla legge, dalla religione o da entrambe.Questo si è rivelato molto importante nel campo dellabioetica. Uno dei segreti meglio custoditi dallacomunità medica è il fatto che l’eutanasia attiva negliStati Uniti ed in Europa è cresciuta fortemente negliultimi 10 anni, anche se i principi ufficialmenteadottati non sono cambiati. I medici seguono le lorointuizioni contro le linee guida ed il rischio di essereaccusati di omicidio. Il conflitto tra intuizioni morali eleggi si è del tutto recentemente manifestato nelprocesso Cappato/Fabo (norme morali – codicepenale, art. 580 – Costituzione)

CERVELLI MORALI (7)

CICERONE (de senectute)

Una chiara prova, poi, che gli uomini possegganola più parte delle cognizioni prima ancora dinascere,…ante quam nati sint…è che sin dafanciulli, imparando difficili discipline, essi siimpadroniscono di innumerevoli cognizioni contanta prontezza, da far pensare che non leapprendano per la prima volta, ma che esseriaffiorino nella loro memoria…non tum primumaccipere videantur, sed meminisci et recordari.

Rif. E. Di Mauro – Epigenetica, il DNA che impara – Asterios 2017

«Il cielo stellato sopra di me, la legge moraledentro di me»

Immanuel Kant – 1788

«Sono convinto che una forte coscienzadell’importanza primaria dei principi morali,capaci di rendere la vita più degna e nobile, nonha bisogno di un legislatore che operi con ilmetodo del premio e del castigo »

Albert Einstein - 1950

KANT - EINSTEIN

Il mondo delle norme: norme giuridiche (sociali, volte a garantireil funzionamento della società) e norme morali (precettiincondizionati).

Conflitto pratico: situazione nella quale due o più norme,incompatibili fra loro, esprimono la pretesa di guidare ilcomportamento del medesimo destinatario.Possibili casi in cui il diritto diventa incompatibile con la morale.

Giusnaturalismo: sussiste una connessione necessaria tra dirittoe morale, con una supremazia gerarchica della morale, per cuiuna legge ingiusta perde di validità e l’obbedienza ad essa non ègiustificata e va anzi biasimata. La libertà ed il benessere umanocostituiscono beni morali fondamentali, eterni ed immutabili.

MORALITÀ E GIUSTIZIA

Giuspositivismo: le caratteristiche del diritto dipendono soltanto da

fatti sociali, il diritto non è necessariamente connesso con la morale.

Il diritto è semplicemente uno strumento creato dagli uomini per

guidare e organizzare le condotte sociali (H. Kelsen – N. Bobbio).

Dobbiamo in ogni caso ubbidire alle leggi, ma siamo liberi di

criticarle.

Neocostituzionalismo (Italia, Spagna e America Latina): il diritto si

fonda su principi costituzionali rigidi connessi con la morale. Per

essere valide le leggi devono essere conformi ai principi

costituzionali.

Concezioni della morale:

secondo la neuroetica le scelte non sono atti di libertà ma sono

determinate dalle leggi che governano il funzionamento del cervello.

I giudizi morali possono essere oggettivi (di origine divina o fondati

su principi universali come quelli di Kant) oppure relativi (possono

mutare nel tempo e nello spazio – pluralismo di valori).

MORALITÀ E GIUSTIZIA (2)

Eutanasia (caso Welby).Eutanasia attiva, passiva e suicidio assistito (nel caso di W. eutanasiapassiva volontaria).Nel 2006 il Tribunale civile di Roma respinse la richiesta di ordinareall’ospedale di sospendere le cure. Secondo il Giudice (orientamentogiuspositivista) il diritto di rifiutare le cure, desumibile dagli articoli dellaCostituzione, era privo di tutela giuridica, poiché il legislatore non avevapredisposto alcuna disciplina per questo tipo di casi. La legislazione vigenteal contrario tutelava esplicitamente la sacralità della vita (codici del 1930 e del1942); il Giudice affermò anche l’esistenza a tale proposito di una lacunatecnica nell’ordinamento. I medici dell’ospedale avrebbero anche potutoaccedere alla richiesta del paziente di staccare il respiratore, ma, in ognicaso, appena avrebbe perso conoscenza, avrebbero dovuto rianimarlo.Welby si rivolse al dott. Riccio, che il 20 dicembre 2006 sedò il paziente estaccò il respiratore.La Procura di Roma indagò il medico per omicidio del consenziente e aiuto alsuicidio (artt. 579 e 580 del c.p.). Nel luglio 2007 il medico venne prosciolto. IlGUP (orientamento neocostituzionalista) criticò le conclusioni del giudicecivile ed affermò il principio della gerarchia delle fonti, giustificando il reato inbase all’art. 51 c.p. (l’esercizio di un diritto o l’adempimento di undovere…esclude l’imputabilità).

MORALITÀ E GIUSTIZIA (3)

Le ragioni morali a favore del rifiuto delle cure: principio di autonomiadel soggetto competente (capace ed adeguatamente informato), dirittomorale che trova il suo unico limite nell’uguale diritto altrui (medico, ilcui intervento può essere permesso, ma non imposto). Difesa delladignità umana, talora compromessa nei malati terminali (in relazione alloro libero giudizio).Osservazione: spesso il malato terminale cade in uno statodepressivo, che può limitare la sua capacità (va valutata di caso incaso -Welby era stato giudicato pienamente capace dal ConsiglioSuperiore di Sanità).Teorie dell’irrazionalità del suicidio: Kant lo giudica un attocontraddittorio -Fondazione della metafisica dei costumi-.D. Hume lo difende.Immoralità della sofferenza inutile: la vita umana non costituisce unbene di per sé ma lo diventa nella misura in cui realizza il benessere.Cure palliative antidolore (sempre col consenso del paziente).Sedazione terminale (sempre col consenso del paziente, che peròannulla la sua autonomia).

MORALITÀ E GIUSTIZIA (4)

Caso Cappato/Fabo (art. 580 codice penale -istigazione o aiuto al

suicidio – invio a Corte Costituzionale)

Il valore delle sofferenze (religioso e non).

Sacralità della vita (ma ci sono eccezioni: legittima difesa e guerra,

distinzione tra uccisione del colpevole e dell’innocente).

L’argomento del pendio scivoloso: possibile estensione a pratiche

inaccettabili nei confronti di soggetti che costituiscono un peso per

la società e distraggono risorse da altri pazienti che potrebbero

avvalersene, sino a pratiche eugenetiche. Per escludere questi

pericoli basterebbe verificare molto strettamente che la volontà del

paziente sia attuale, consapevole e perfettamente informata.

MORALITÀ E GIUSTIZIA (5)

Ragioni giuridiche a favore del rifiuto delle cure: Costituzione, artt. 2– 3 – 13 (principio di autonomia), art. 32 (consenso). Oltre a diversenorme sovra-nazionali.

Ragioni giuridiche contro il rifiuto delle cure: artt. 579 e 580 c.p. piùart 5 c.c.(atti di disposizione del proprio corpo).Alcune interpretazioni minoritarie del dettato costituzionale (art. 2protegge il diritto alla vita, indispensabile per tutti gli altri diritti).

La recente legge sul biotestamento (consenso informato, nutrizionee idratazione artificiale, terapia del dolore e divieto di accanimento,disposizioni anticipate di trattamento, pianificazione condivisa dellecure) colma in parte il vuoto legislativo (lacuna tecnica) ricordato dalgiudice civile di Roma.

Damiano Canale (Professore ordinario Filosofia del diritto Università Bocconi) –Conflitti pratici – Quando il diritto diventa immorale – Laterza - 2017

MORALITÀ E GIUSTIZIA (6)

RELATIVISMOUn importante studioso dell’argomento è Raymond Boudon, sociologofrancese contemporaneo (“Il relativismo”- Mulino, 2009).Per trovare qualcosa di solido nel campo dei valori dobbiamo guardare almodo ed alle motivazioni per cui solo alcuni valori si sono affermati.I progressi morali possono essere attribuiti ad un certo grado direlativismo, unito però ad una facoltà che ne è l’esatto contrario: lacapacità di vagliare, tra le possibili visioni morali, quelle chegarantiscono una maggiore solidità e durata.La morale, i valori, i diritti, sono frutto di una lunga storia.; ma certi valori,una volta scoperti, si sono dimostrati assai più solidi di altri. Nellascienza, analogamente, non esistono principi e valori assoluti, ma unaprogressiva affermazione, quasi di tipo darwiniano, dei concetti più adattia spiegare i fenomeni osservati ed a fornire soluzioni ai problemi,tenendo sempre conto delle precedenti acquisizioni (Newton che vedepiù lontano perché è salito sulle spalle dei giganti del passato).Possiamo in altre parole distinguere un “relativismo buono”, fondato sulrispetto di quanto di valido è stato acquisito, da uno cattivo, che conduceal nichilismo e che uccide la stessa democrazia.

Il cervello si struttura morfologicamente e strutturalmente attraversoprocessi selettivi di natura darwiniana; questi consentono lacostruzione di pre-rappresentazioni che selezionano ed ordinano glistimoli esterni. Neconsegue che esiste una predisposizione biologica ad agiremoralmente e dei meccanismi che consentono di elaborare le norme(comprese quelle religiose e le religioni stesse) a partire comunque davalori fondamentali selezionati nel corso dell’evoluzione perpromuovere la cooperazione sociale e la conservazione della specie.Possibilità di pensare una ”etica universale”, svincolata da elementiculturali specifici. Esistequindi un fondamento naturale del senso morale con possibilità dipervenire ad una naturalizzazione dell’etica, con il contributo delleneuroscienze.

ETICA NEUROBIOLOGICO-EVOLUZIONISTICA

ETICA NEUROBIOLOGICO-EVOLUZIONISTICA (2)

• Sorta di “a priori” morale per la conservazionedell’individuo e, particolarmente, della specie;contemporaneamente “dato” e “costruito” dall’uomo,sostanziato (“cablato”) nelle strutture cerebrali eprerequisito formale per la conoscenza etica

• Indipendente da credenze religiose

• Maggiore stabilità ed universalità rispetto alle etichelaiche

• Può essere vista come una “terza via” dell’etica,accanto a quella religiosa ed a quella laica.

NEURONI SPECCHIO

NEURONI SPECCHIO

Per lo sviluppo del senso morale è fondamentale ilpossesso di una “teoria della mente”, della capacità cioèdi produrre inferenze sulle altrui convinzioni, desideri ecredenze per tale funzione svolgono un ruolofondamentale i neuroni specchio, recentemente scoperti.Costituiscono uno dei pochi vanti della ricerca italiana,con Rizzolatti, Fadiga e Fogassi (neuropsicologidell’università di Parma), Sinigaglia, (filosofodell’università di Milano), Iacoboni (neurofisiologo dellaUCLA di Los Angeles, da 15 anni emigrato negli USA);ricercatori stanno oggi lavorando sull’argomento in tutto ilmondo.Scoperta inizialmente casuale mediante un classicofenomeno di serendipità (o intuizione); fornisce datibiologici agli studi sull’origine evolutiva e biologica dellamoralità.

Ricerche sono state effettuate in tutto il mondo, neglianimali (mediante la registrazione diretta dell’attivitàneuronale) e nell’uomo, mediante indagini incruentequali la f-RMN, la PET, l’ EEG computerizzato, lamagnetoencefalografia (registrazione dell’attivitàmagnetica del cervello), il blocco (o la stimolazione )magnetico transcranico.I neuroni specchio sono una classe di neuroni che siattivano selettivamente sia quando si compie un'azione,sia quando la si osserva mentre è compiuta da altri.

NEURONI SPECCHIO

I neuroni dell'osservatore "rispecchiano" quindi ciò cheavviene nella mente del soggetto osservato, come se fossel'osservatore stesso a compiere l'azione.Nell'uomo, oltre ad essere localizzati nelle aree motorie epremotorie del lobo frontale, si trovano anche nell’area diBroca (espressione linguaggio, lobo frontale sinistro) e nellacorteccia parietale inferiore.

Anche il riconoscimento delle emozioni altrui poggia su uninsieme di circuiti neurali che, per quanto differenti,condividono quella proprietà "specchio" già rilevata nelcaso della comprensione delle azioni.Questi neuroni, che interagiscono con le aree classicheemotive del cervello, come l’insula e l'amigdala, sono statiindividuati nei primati, in alcuni uccelli e nell‘uomo.

NEURONI SPECCHIO

In campo evolutivo è evidente l’importanza dellaformazione di queste capacità di interazione, sia in campoindividuale che sociale.La capacità di parti del cervello umano di attivarsi allapercezione delle emozioni altrui, espresse con moti delvolto, gesti e suoni, la capacità di codificareistantaneamente questa percezione, l'esistenza di unmeccanismo che consente di comprendereimmediatamente non solo il significato delle azioni altrui,ma persino delle intenzioni ad esse sottese, senza porre inatto alcun tipo di ragionamento, rende ogni individuo ingrado di agire in base a un meccanismo neurale perottenere quella che gli scopritori chiamano "partecipazioneempatica".

NEURONI SPECCHIO

E' stato possibile studiare sperimentalmente alcuneemozioni primarie: quando si osserva negli altri unamanifestazione di dolore o di disgusto si attiva il medesimosubstrato neuronale collegato alla percezione in primapersona dello stesso tipo di emozione. Trattasiquindi di un comportamento bio-sociale, ad un livello cheprecede la comunicazione linguistica, che caratterizza esoprattutto orienta le relazioni inter-individuali, le qualisono poi alla base dell'intero comportamento sociale (vediesperimento della “matita tra i denti” nella decodificazione delleespressioni altrui). Si tratta di un meccanismo cerebralefondamentale, perché permette una sorta di comunicazionenon linguistica fra i cervelli.

NEURONI SPECCHIO

C'è di più: se quel che fai tu è simile a quel che faccio (opotrei fare) io, allora io sono in qualche modo tuo simile,e viceversa. L’attività dei neuroni specchio fa sì che“l’altro diventi un altro me”, come se l’intenzione dell’altroabitasse il mio corpo, e la mia il suo.

Se viene chiesto a dei soggetti di stringere una matita tra lelabbra (matita 2), facendo attenzione a non toccarla con i dentie forzando pertanto la bocca in una posizione simile al sorriso,questi valutano dei cartoni animati più divertenti che nel casoin cui venga chiesto loro di aggrottare le sopracciglia (“L’etàdell’empatia, Frans De Waal – Garzanti, 2011).Esiste quindi una priorità del corpo sulle emozioni, per cui ilnostro umore può essere migliorato semplicementesollevando gli angoli della bocca.

NEURONI SPECCHIO

La capacità di fare esperienza di ciò che prova l'altro nonimplica tuttavia necessariamente l'impossibilità di usare laviolenza contro di lui. Si potrebbe, al contrario, sostenereche non c'è miglior sadico di chi sa precisamente qualisiano le conseguenze della propria violenza su chi lasubisce. Empatizzare e simpatizzare con l'altro sono dueprocessi distinti.I neuroni specchio dimostrano che non siamo strutturaticome esseri soli, bensì abbiamo una base biologica,modellata attraverso l’evoluzione, che ci conduce a unaprofonda connessione reciproca con i nostri simili.Questo contributo delle neuroscienze può essereimportante nel suscitare nuove riflessioni in ambito etico,politico ed economico.

NEURONI SPECCHIO

Assai importante è inoltre la tendenza all’imitazione, una spinta

presente in maniera molto forte nell’essere umano fin dalla nascita.

Istintivamente neonati e genitori si imitano tra di loro: quando il

neonato contrae involontariamente le labbra all’insù e i genitori

rispondono a loro volta con un sorriso. Nelle situazioni sociali

tendiamo inconsciamente a imitare gli altri, i loro gesti: è quello che

gli psicologi chiamano “effetto camaleonte” o “contagio emotivo” .

E’ a causa di ciò che, quando vediamo una scena strappalacrime,

cediamo anche noi all’emozione. Allo stesso modo quando

guardiamo lo sport allo stadio o anche semplicemente in TV,

partecipiamo letteralmente alle performance degli atleti: spesso ne

assumiamo inconsciamente le posture e le espressioni del viso e ci

poniamo in un atteggiamento di tensione muscolare, come se ne

condividessimo lo sforzo.

NEURONI SPECCHIO

Dall’osservazione dell’attività dei neuroni specchio un

ricercatore può avere una buona conoscenza delle abilità

sociali di un soggetto (costituisce una sorta di

bioindicatore delle competenze sociali, particolarmente

bassa nei soggetti autistici); da notare che, in genere, come

sperimentalmente provato, la risposta emotiva è più

marcata nelle donne che nei maschi.

Si stanno studiando anche i bambini autistici e si è

scoperto che il loro sistema specchio è deficitario.

NEURONI SPECCHIO

NEURONI SPECCHIO

I bambini autistici possono avere capacità intellettivemolto alte, ma di fronte a foto che ritraggono voltiarrabbiati, impauriti, tristi o depressi non mostranonessuna reazione di empatia.Sono in corso studi per verificare la possibilità ditrattamento dell’autismo tramite l’imitazione; è infatticerto che il sistema dei neuroni specchio possa esseremodellato dall’esperienza (vedi studi di Kandel). Moltoimportanti dal punto di vista sociologico sono gli studisui neuroni specchio e media (violenza imitativa,marketing, propaganda politica).