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Ma (s)se riabitiamo?

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tesi di laurea in architettura: riattivazione di un territorio agricolo, attraverso il ripristino di un'azienda agricola all'interno di una masseria abbandonata nel nord Salento

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Ma (s)se riabitiamo?

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Ma (s)se riabitiamo?

Politecnico di Milano | Tesi di Laurea Magistrale in Architettura | Anno Accademico 2011-2012 | Relatore Gennaro Postiglione

Martina Guandalini Laura Di Donfrancesco

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Indice Abstract

1 | Patrimonio abbandonato

Conseguenza di un abbandono

2 | Storiografia di un patrimonio

Genesi temporale

Sistema difensivo

Elementi difensivi

Classificazioni

Vita nei campi

3 | Fieldwork

Mappatura

Landscape

4 | Riattivare un territorio

Biologico e biodiversità

Azienda a filiera corta

Attori under 40

5 | Caso studio Masseria paladini

Rilievo fotografico

6 | Concept

7 | Metaprogetto

8 | Proposta progettuale

Masterplan

Layout funzionale

Preesistenza + ampliament

Attualizzazione del muro

La residenza

Elementi e materiali

Dettagli

Bibliografia

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151

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Abstract

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Ma (s)se riabitiamo è il risultato di una ricerca volta ad indagare sul patrimonio edilizio rappresentato dalle masserie all’interno del territorio leccese.Il progetto parte dal presupposto di trovare una soluzione al problema diffuso dell’abbandono di questi manufatti, che genera numerose conseguenze dannose all’ambiente, all’agricoltura e alle comunità contadine che abitano questi territori.La masseria, da sempre, rappresenta un esempio di architettura agricola che instaura un rapporto biunivoco ed indissolubile con il territorio circostante. Attraverso questo rapporto si garantisce la preservazione del paesaggio coltivato: con l’abbandono del manufatto coincide anche il deterioramento delle campagne.L’indagine è stata svolta all’interno di una porzione specifica di campagna limitrofa al centro urbano di Lecce, nello specifico lungo un tratto di strada secondaria che si trova in posizione strategica, essendo a metà tra la città e la strada litoranea.La ricerca lungo l’asse stradario scelto, ha visto coinvolti una serie di complessi masserizi, attraverso l’analisi dei quali abbiamo delineato la strategia di recupero.L’azione del ri-abitare si basa sulla convinzione che il recupero dell’identità architettonica delle masserie sia fondamentale per evitare la perdita di un esempio di vita tradizionale e, allo stesso tempo, di sostenibilità, aspetto che gli conferisce un grado di attualizzazione nel

contesto corrente.L’intento principale è stato quello di formulare un’idea strategica che rispondesse ai requisiti di fattibilità, compatibilità con il territorio e rispetto degli stilemi architettonici originali; alternativa alle soluzioni già profondamente diffuse sul territorio come agriturismi o complessi turistici.Quest’ultimi recludono le masserie a essere entità passive, le quali private della loro funzione originale di azienda agricola, si limitano ad essere “monumenti” architettonici.Ma (s)se riabitiamo si pone come obbiettivo di ridare a questi oggetti architettonici un ruolo attivo, ripristinando la funzione originale e riportandole ad essere potenziali infrastrutture dinamiche del territorio.Il meta-progetto nasce da una formula precisa, 1+10+20, nello specifico una masseria, dieci soci e venti ettari.Il risultato è la creazione di una micro realtà autosufficiente, che si basa non soltanto sul lavoro e sulla produzione agricola, ma è volto a creare un ambiente che diventi sinergico e attrattivo non solo per le persone che vivono all’interno della masseria.Il progetto acquista fattibilità anche dal supporto del PSR, Piano di Sviluppo Rurale, segno che anche da parte delle amministrazioni pubbliche esiste l’interesse di preservare e incentivare lo sviluppo del paesaggio agricolo.La fase successiva ha visto la considerazione del caso studio della Masseria Paladini, con la quale si è giunti alla restituzione spaziale del meta-progetto.Il progetto è stato condotto a diverse

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scale d’intervento, partendo dalla configurazione dell’impianto, che vede la preesistenza rapportatasi con un nuovo elemento di annessione, che si pone sull’antica traccia della fortificazione, proseguendo poi con risposte spaziali adeguate alle diverse funzioni che l’azienda agricola prevede.Dall’analisi del caso studio è emersa dunque l’importanza del recupero dei complessi masserizi, risorsa fondamentale per la preservazione del territorio agricolo e come, attraverso il caso singolo, esso possa essere motore trainante di un strategia ampliata a tutto il territorio leccese, salentino e regionale, riacquistando col tempo una ricchezza altrimenti perduta.

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1 | Patrimonio abbandonato

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Osservando la penisola del Salento ad una macro scala, si può notare come il territorio sia articolato attraverso differenti costellazioni di elementi, in una successione di layer sovrapposti; questo perché oltre ai nuclei dei centri abitati, vi è un numero elevatissimo di architetture spontanee, entrambi con uno sviluppo diffuso su tutto il paese.Secondo un recente studio condotto dall’Istituto di Architettura e Urbanistica di Bari, la stima fatta riguardo queste architetture risulta di 1092 masserie presenti su tutto il territorio salentino, purtroppo solo per il 40 % risultano abitate.Il restante 60% si divide in 40% di manufatti abbandonati e il 20 % utilizzate in minima parte.Questo dato è segno dell’attuale crisi che interessa il settore agricolo, presente su tutto il territorio italiano ma che in questo specifico contesto è anche segno di un disinteresse progressivo che si è verificato in una regione come la Puglia, che non ha trovato, durante gli anni passati, una soluzione per difendere un patrimonio tradizionale che la contraddistingue a livello internazionale.437 sono dunque le masserie abbandonate in Puglia, delle quali è possibile stimarne un 25% in stato di rudere e il restante in buono stato di conservazione.Le ragioni che interessano la salvaguardia del patrimonio dei complessi masserizi sono diverse: innanzitutto la ricchezza ambientale che esse donano in quanto addendi connaturali del paesaggio rurale salentino, in secondo luogo sono un

esempio di sistema “vita-produzione” del tutto sostenibile e per questo motivo attualizzabile all’interno del contesto attuale.Inoltre, la questione cardine attorno a cui ruota il valore di questi manufatti, è sicuramente il rapporto intrinseco che da sempre instaurano con il territorio agricolo circostante: da loro è sempre dipesa la progettazione delle coltivazioni e quindi la geometria dei campi e le variazioni cromatiche che ne conseguono.Masseria e agricoltura diventano fattori di un’equazione perfetta, in cui entrambi sono determinanti reciprocamente e dalla quale nasce la definizione d’ambiente come sintesi di territorio e comunità umana.Il paesaggio del Salento non si definisce attraverso i singoli elementi che lo compongono ma bensì dall’articolarsi di essi in un rapporto dialettico, fatto di usi, costumi, stili di vita, modi di produrre e consuetudini più o meno radicate, in grado di giungere all’antropizzazione dell’ambiente.Di conseguenza, per questi motivi, mantenere le masserie come Cesare Daquino difinisce “cattedrali mummificate”, è controproducente anche per il sostegno del paesaggio agricolo, il quale potrebbe senza dubbio essere preservato grazie alla rivitalizzazione di esse.Secondo questi termini non basta quindi riutilizzare la masseria come involucro architettonico, come spesso capita per i complessi turistici che si limitano a ristrutturarle, modificandone l’uso, ma serve ripristinare la funzione originale

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perché solo in questo modo essa potrà essere allo stesso tempo testimonianza di ciò che è stato e risorsa per ciò che verrà.L’analisi generale a macroscala è stata poi constatata ad una scala più ravvicinata, per quanto riguarda il territorio della provincia di Lecce, così da poter verificare la presenza dello stesso tipo di costellazione anche ad una microscala.Utile restringere il campo per la successiva analisi, il territorio limitrofe alla provincia leccese è un perfetto esempio di costellazione masserizia, in cui poter comprendere meglio le dinamiche in atto tra i diversi complessi e verificare, attraverso una specifica mappatura, l’attuale stato dei manufatti.La riattivazione/ri-abitazione, del patrimonio architettonico in questione, interessa a livello sistematico, strategico e non soltanto singolare del caso a se stante.

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masserie

massa

insieme di terreni

architetture rurali

sistemi autarchici antichi

espressione della coltura contadina di Puglia

paesaggio in via di estinzione

patrimonio unico nel suo genere

modelli eco-sostenibili

poli di un sistema organizzato sul territorio

testimonianza dell’antropizzazione dell’ambiente

fulcro della progettazione agricola

paesaggi di pietra

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Costellazione Salento

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Costellazione masserie

1092

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Costellazione masserie abbandonate

437

40 % 40 %

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Costellazione Lecce

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Costellazione masserie

402

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Costellazione masserie abbandonate

120

30 % 30 %

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sottrazione di suolo all’agricoltura

assenza di controllo superiore

crisi economica del mercato agricolo

mancanza di ricambio generazionale

cambio della destinazione d’uso

utilizzo di colture estensive

aquisto da parte di paesi stranieri

mancanza di proposte alternative

disinteresse dei proprietari

Cause | abbandono | abbandono | abbandono |abbandono | abbandono | abbandono | abbandono | abbandono | abbandono | abbandono | abbandono | abbandono | abbandono | abbandono | abbandono | abbandono | Conseguenze

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sottrazione di suolo all’agricoltura

assenza di controllo superiore

crisi economica del mercato agricolo

mancanza di ricambio generazionale

cambio della destinazione d’uso

utilizzo di colture estensive

aquisto da parte di paesi stranieri

mancanza di proposte alternative

disinteresse dei proprietari

Cause | abbandono | abbandono | abbandono |abbandono | abbandono | abbandono | abbandono | abbandono | abbandono | abbandono | abbandono | abbandono | abbandono | abbandono | abbandono | abbandono | Conseguenze

perdita integrazione tra masseria e territorio

negazione della tutela del paesaggio

migrazione dai villaggi rurali

modificazioni urbanistiche

diffusione di impianti energetici

abusivismo selvaggio

perdita del patrimonio edilizio

perdita del territorio agricolo

mummificazionedelmanufattoarchitettonico

cambiamenti geologici

perdita della biodiverità leccese

alterazione degli ecosistemi

turismo non sostenibile

infiltarzioni di eco-mafie

alterazione caratteristiche architettoniche

Cause | abbandono | abbandono | abbandono |abbandono | abbandono | abbandono | abbandono | abbandono | abbandono | abbandono | abbandono | abbandono | abbandono | abbandono | abbandono | abbandono | Conseguenze

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Conseguenze di un abbandono

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Durante gli ultimi anni il Salento si è fatto notare a livello internazionale per la sua Green Economy, diventando il simbolo di una regione ecologica e sostenibile nel rispetto dell’ambiente.Secondo l’ultimo studio dell’Ihs iSuppli Market Brief, nel 2011 l’Italia ha superato la Germania come primato mondiale nel fotovoltaico, infatti rispetto il 2010 ha raddoppiato la potenza installata passando da 3, 9 a 6, 9 GW; la Germania invece è calata del 20 %, arrivando a quota 5,9 GW.Il primato regionale, fautore in parte di questi nuovi raggiungimenti, lo detiene la Puglia, che è arrivata ad avere 16.803 impianti, per una capacità produttiva pari a 1.486 MW. Per quanto riguarda l’energia eolica, si posiziona al secondo posto, subito dopo la Sicilia, con oltre 1300 MW, di pale corrispondenti al 17 % della potenza installata sulla penisola.In questo modo, secondo i dati Terna, un quinto di tutta l’energia prodotta dalla nazione rispetto le energie rinnovabili, proviene dalla Puglia.Questi dati risulterebbero più che positivi se non fosse che ormai sono evidenti alcune gravi dinamiche in atto.Molti degli impianti sia eolici che fotovoltaici sono stati ubicati lungo le campagne già largamente incolte, le quali, a causa di questo uso intensivo del suolo, non potranno essere recuperate, se non attraverso pratiche lunghe e remunerative di ripristino.Il danno che ciò può provocare è evidente a molti, che hanno già cercato di sensibilizzare le amministrazioni con manifestazioni, cortei e con

l’istituzione di comitati specifici.Il più importante è il Comitato Nazionale contro il Fotovoltaico ed Eolico nelle Aree Verdi, che proprio durante l’aprile 2012 ha vagliato una proposta al governo italiano per fermare gli incentivi pubblici a sostegno dell’impianti di energie rinnovabili, ubicati al di fuori degli edifici e delle aree industriali.Gli impianti in questioni ledono l’integrità delle aree naturali e rurali, che vengono private di terreni utili alla produzione agricola, in funzione di energie, non del tutto remunerative.Spesso, infatti, si confonde l’energia prodotta, (Kwh), quella realmente indicativa di ciò che consumano i cittadini, con la potenza, (Kw), quella messa dagli imprenditori.Sostenere l’energie rinnovabili è importante, ma non a discapito della salvaguardia del paesaggio rurale e naturale, per non parlare della fauna, che è messa a dura prova dalla presenza di questi dispositivi.Inoltre non esistono reali regolamentazioni per la costruzione di questi impianti, i quali non vengono censiti all’interno di un’anagrafe, segno della fattibile speculazione che subiscono queste pratiche.

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2010

2012

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2010

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2 | Storiografia di un patrimonio

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Le masserie rappresentano uno degli esempi più antichi dell’architettura spontanea pugliese. Per diversi secoli hanno detenuto il ruolo di garanti dell’agricoltura e dell’allevamento regionale, instaurando un rapporto biunivoco con il territorio.Delineare le genesi storica di questi fenomeni architettonici è altrettanto complicata quanto quella formale, dal momento che ogni masseria rappresenta un esempio unico e irripetibile, segno delle stratificazioni nel tempo degli eventi storici.Pertanto è attraverso la coralità dei diversi esempi presenti sul territorio che si possono tracciare eventuali classificazioni che tengono in considerazione le diverse peculiarità.Le masserie hanno visto il loro massimo sviluppo attorno ai secoli XVI e XVII, grazie alle classi cittadine più egemoni, i cosiddetti signori della terra, i quali sfruttarono la crisi tardo medievale che aveva visto lo spopolamento di feudi e casali, per riappropriarsi delle terre incolte.Queste aziende agricole nascevano spesso sul’insediamento di antiche ville rustiche romane o kastra bizantini e l’esempio precedente (più prossimo) denominato con l’appellativo di maxariae furono le masserie regie, proprietà feudali tipiche del periodo svevo-angioino.L’evoluzione formale di questi manufatti è completamente dipendente dalla correlazione che si crea tra forma e funzione, non solo riguardante l’aspetto dell’organizzazione produttiva agricola ma bensì un secondo aspetto

che li ha sempre contraddistinti, quello difensivo.Tutta la produzione dei complessi masserizi, ha infatti dovuto tenere conto, durante tutta la sua esistenza, di diversi parametri fondamentali atti a garantire la sopravvivenza dell’azienda da minacce molto diffuse, come la pirateria marinara, le invasioni straniere, il brigantaggio, le guerre tra città rivali, la precarietà della rete stradale.In questo senso esse sono state progettate con sapiente maestria, introducendo elementi difensivi per garantire l’incolumità dei suoi fruitori.In particolar modo durante la dominazione di Carlo V si verificò l’affermarsi di un esplicita rete difensiva, composta da torri costiere e masserie dalla complessa struttura di fortificazione, a causa delle invasioni turche.Per tanto, durante la classificazione formale utile a descrivere l’infinito patrimonio delle masserie, abbiamo optato per una scelta che non si basa sugli aspetti difensivi, perchè la presenza di elementi di fortificazione, quand’anche elementare, è comunque presente in tutti gli esempi, proprio perché oggettivante la loro funzione.Di conseguenza la distinzione è stata fatta tramite una classificazione qualitativa, in base alla vocazione produttiva:

_ masseria da pecore_ masseria da campo | cerealicoltura_ masseria da campo | olivocoltura

La seconda è distinta, invece, da due

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diverse sfaccettature architettoniche:

_ masseria con torre_ torre masseria

In ultima analisi si riportano due evoluzioni temporali:

-masseria con due torri-masseria a corte chiusa

Queste ultime fanno riferimento al periodo a cavallo tra fine seicento e settecento, periodo d’oro per questi complessi rurali, che andranno sempre più ad ampliare e articolare il loro sviluppo spaziale planimetrico.Durante l’ottocento le masserie finirono sotto la gestione della nuova signoria terriera dei galantuomini, la quale iniziò un processo di speculazione e rinnovamento dei manufatti, in particolare per quanto riguarda le facciate, così da renderle armoniche con la nuova funzione di rappresentanza, per esempio con l’introduzione di stemmi.Inoltre aumentarono le funzioni all’interno, così come anche il numero di persone necessarie al sostentamento generale della masseria.In questo modo il manufatto si arricchiva di ulteriori spazi orientati attorno allo spazio comune dell’aia, trasformandosi in una struttura a corte.Risalgono a questo periodo anche elementi di pregio come le torre colombaie .Il progressivo abbandono di queste realtà rurali iniziò, in modo evidente, durante il dopoguerra, con la graduale

deruralizzazione.no allo spazio comune dell’aia, trasformandosi in una struttura a corte.Risalgono a questo periodo anche el-ementi di pregio come le torre colom-baie .Il progressivo abbandono di queste realtà rurali iniziò, in modo evidente, durante il dopoguerra, con la graduale deruralizzazione.

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Genesi temporale

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Organizzazione della CHORA coloniale, si articolava in una serie di tipologie insediative:

Oikoi_FattorieKomai_Villaggi ruraliPhrouia_Stazioni forticate

Nelle fattorie si coltivavano grano, olivo e ci si occupva di allivamento ovino.

Durante la dominazione romana, si afferma il latifundium, cioè l’unità organizzativa del territorio agricolo, sviluppato in ambito molto ampio e volto alla produzione mercantile.I latifondi sorgevano attorno a strutture ed organizzazioni produttive complesse, le villae rusticae.

III sec

III sec

Dominazione greca

Fattoria

Dominazione romana

Villa Rustica

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Durante la dominazione bizanti-na, si avviò un processo di ristrut-turazione urbanistica.La ristrutturazione insediativa partì dalla ricostruzione di un sistema difensivo territoriale che faceva perno su una rete di abitati forticati, kastra o kastellia, dotati di funzioni amministrative e giurisdizionali.

Il periodo feudale ha visto la nascita di un sistema di casali, nuclei insediativi di piccole dimensioni, che rappresentavano una strutttura più essibile rispetto al centro forticato.Attorno al ‘300 si vericò una crisi generale, che provocò lo spopola-mento dei feudi.Cause principali:-guerre feudali-peste-crollo demograco

Genesi temporale

Fattoria

VI sec

X sec

Kastra e Kastellia

Feudalesimo

Casali

Dominazione bizantina

Durante la dominazione bizantina, si avviò un processo di ristrutturazione urbanistica.La ristrutturazione insediativa partì dalla ricostruzione di un sistema difensivo territoriale che faceva perno su una rete di abitati forticati, kastra o kastellia, dotati di funzioni amministrative e giurisdizionali.

Il periodo feudale ha visto la nascita di un sistema di casali, nuclei insediativi di piccole dimensioni, che rappresentavano una strutttura più flessibile rispetto al centro forticato.Attorno al ‘300 si vericò una crisi generale, che provocò lo spopolamento dei feudi.Cause principali:

-guerre feudali-peste-crollo demograco

Fattoria

VI sec

X sec

Kastra e Kastellia

Feudalesimo

Casali

Dominazione bizantina

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Lecce

Otranto

San Cataldo

Castro

Tricase

SalvePresicce

Morciano

1480

*

***

***

invasioni turche

A cavallo tra il XV-XVI sec. si vericò la nascita di una fitta rete difensiva, composta da torri costiere e masserie forticate.L’evento scatenante fu la presa di Otranto da parte dei turchi nel 1480, seguita da ulteriori incursioni su tutto il territorio salentino. La struttura difensiva voluta da Carlo V, prevedeva una prima cerchia di torri costierie in prossimitàdel litorale, seguita da una seconda composta da masserie, le quali proseguivano ulteriormente su assi radiali, così da garantire la protezione del centro abitato vicino.

Feudalesimo

Casali

1480

Nascita di una rete difensiva

Dominazione aragonese

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Durante il XX sec. il paesaggio agricolo pugliese subì dellemodiche notevoli a cuasa della progressiva deruralizzazione,sostentata dalle innovazioni industriali.La conseguenza principale fu il cambiamento del ruolo dellemasserie, che da fulcro della produzione agricola, iniziarono adentrare in crisi e con il tempo ad essere abbandonate.

Genesi temporale

Masseria con due torri a corte chiusa

prima evoluzione

1900 Rivoluzione industriale

Deruralizzazione

Durante il XVIII sec i complessi masserizi iniziaro a subire modi-che,influenzati da una borghesia cittadina sempre più interessata-alla campagna e alla produzione agricola.Le funzioni all’interno aumenta-no così come anche il numero di persone necessarie al sostenta-mento generale della masseria.In questo modo il manufatto si arricchisce di ulteriori spazi che si orientano attorno allo spazio comune dell’aia, trasformandosi in una struttura a corte.

Per quanto riguarda l’impianto planimetrico, le masserie forticate del salento hanno una struttura molto semplice, nella quale l’edicio-torre assume un ruolo determinante, ponendosi come elemento caratterizzante di tutto il paesaggio agrario e come punto di riferimento delle attività azien-dali.Di norma la torre divideva il giardino dallo spazio lavoro,(aia).Il problema delle incursioni rimase anche dopo la Vittoria di Lepanto, 1571, con la diusione del Brigantaggio, abbligando a man-tenere un carattere difensivo su tutto l’edicio.

1500

1700

Masseria con torre

Dominazione borbonica

Masseria con due torri a corte chiusa

Dominazione aragonese

prima evoluzione

seconda evoluzione

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Durante il XX sec. il paesaggio agricolo pugliese subì dellemodiche notevoli a cuasa della progressiva deruralizzazione,sostentata dalle innovazioni industriali.La conseguenza principale fu il cambiamento del ruolo dellemasserie, che da fulcro della produzione agricola, iniziarono adentrare in crisi e con il tempo ad essere abbandonate.

Genesi temporale

Masseria con due torri a corte chiusa

prima evoluzione

1900 Rivoluzione industriale

Deruralizzazione

Durante il XX sec. il paesaggio agricolo pugliese subì dellemodiche notevoli a causa della progressiva deruralizzazione,sostentata dalle innovazioni industriali.La conseguenza principale fu il cambiamento del ruolo dellemasserie, che da fulcro della produzione agricola, iniziarono adentrare in crisi e con il tempo ad essere abbandonate.

Masseria con due torri a corte chiusa

prima evoluzione

1900 Rivoluzione industriale

Deruralizzazione

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Sistema difensivo

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nord lecce

sud lecce

otranto

capo di leuca

gallipoli / nardò

galatina

Sistema difensivo | Salento

Divisione territoriale del sistema difensivo di

torri costiere del Salento

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Sistema difensivo | Lecce

Rete strategica di difesa della città di Lecce, tra

torri costiere e torri masserie

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mappa storica 1700

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Elementi difensivi

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Caditoia

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Garitta

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Feritoia

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Camminamento di ronda

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Scala di vedetta

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Ponte levatoio

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Classificazioni

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Classificazione architettonica

Torre Masseria

caso studio | Masseria Barone Vecchio

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stalla

ovile

fienile

abitazione massaro

recinto animali

deposito

aia

spazio lavoro

abitazione contadino

pozzo

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Classificazione architettonica

Masseria con torre

caso studio | Masseria Coccioli

Masseria con torre

caso studio | Masseria Coccioli

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stalla

ovile

fienile

abitazione massaro

recinto animali

deposito

aia

spazio lavoro

abitazione contadino

pozzo

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Classificazione temporale

Masseria con due torriMasseria con due torri

caso studio | Masseria Mendule

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stalla

ovile

fienile

abitazione massaro

recinto animali

deposito

aia

spazio lavoro

abitazione contadino

pozzo

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Classificazione temporale

Corte Chiusa

caso studio | Masseria Giammarino

Classificazione temporale

Corte Chiusa

caso studio | Masseria Giammarino

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stalla

ovile

fienile

abitazione massaro

recinto animali

deposito

aia

spazio lavoro

abitazione contadino

pozzo

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Classificazione qualitativa

Masseria da pecore

caso studio | Masseria Cippanocaso studio | Masseria Cippano

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stalla

ovile

fienile

abitazione massaro

recinto animali

deposito

aia

spazio lavoro

abitazione contadino

pozzo

Page 84: ma(s)se riabitiamo?

82

Classificazione qualitativa

Masseria da campo_olivocoltura

caso studio | Masseria Gianpaolocaso studio | Masseria Gianpaolo

Page 85: ma(s)se riabitiamo?

83

stalla

ovile

fienile

abitazione massaro

recinto animalirecinto animali

deposito

aia

spazio lavoro

abitazione contadinoabitazione contadino

pozzo

Page 86: ma(s)se riabitiamo?

84

Classificazione qualitativa

Masseria da campo_cerealicoltura

caso studio | Masseria Reca (La Greca)

Page 87: ma(s)se riabitiamo?

85

stalla

ovile

fienile

abitazione massaro

recinto animali

deposito

aia

spazio lavoro

abitazione contadino

pozzo

Page 88: ma(s)se riabitiamo?
Page 89: ma(s)se riabitiamo?

Vita nei campi

Page 90: ma(s)se riabitiamo?

88

Se de la chianta nasce lu pummadoru,de la zappa nasce lu fiu de lu campagnolu.

Se dalla pianta nasce il pomodoro, dalla zappa nasce il figlio del campagnolo.

Page 91: ma(s)se riabitiamo?

89

L’acqua de mare te strince la cigna,l’acqua de cielu te crisce la vigna.

L’acqua del mare ti stringe la cinghia, l’acqua del cielo ti cresce la vigna.

Page 92: ma(s)se riabitiamo?

90

Ci de caddhina nasci,terra scarnizzi.

Se nasci gallina, non puoi che beccare per terra.

Page 93: ma(s)se riabitiamo?

91

La male annata è guvernata de la sciruccata.

La cattiva annata è governata dallo scirocco.

Page 94: ma(s)se riabitiamo?

92

Se vole lu Patreternu,sìmmini a giugnu e mmeti d’invernu.

Se vuole il Padreterno, semini a giugno e mieti d’inverno.

Page 95: ma(s)se riabitiamo?

93

Ci voi ‘nna bona annata,Natale siccu e Pasca mmuddhata.

Se vuoi una buona annata, Natale secco e Pasqua bagnata.

Page 96: ma(s)se riabitiamo?

94

Cerialicoltura | Scansione temporale

SEMINA

autunno inverno

settembre ottobre novembre dicembre gennaio febbraio marzo

Page 97: ma(s)se riabitiamo?

95

MIETITURA

estateprimavera

marzo maggio giugno luglio agosto settembreaprile

Page 98: ma(s)se riabitiamo?

96

Aia

Mannocchi

Lu Laure

Raccolto

Mietitura

Page 99: ma(s)se riabitiamo?

97

Trebbiatura

Fosse granaieNicchie contenitive Granaio

Trebbiatura

Grano

Raccolta del grano

Page 100: ma(s)se riabitiamo?
Page 101: ma(s)se riabitiamo?

3 | Fieldwork

Page 102: ma(s)se riabitiamo?
Page 103: ma(s)se riabitiamo?

101

La ricerca sul campo ha interessato una porzione specifica di territorio nella campagna del capoluogo salentino.Lecce si trova ad una distanza dal mare di circa dieci km, per questo motivo durante le invasioni turche del XV – XVI sec. fu altamente protetta da un network difensivo di complessi masserizi, che facevano capo alle torri distribuite lungo la costa.Da queste premesse si intuisce il cospicuo numero di masserie presenti sul territorio, in particolare lungo il tratto di strada secondaria che collega il comune di Surbo alla frazione di san Ligorio rispettivamente ad nord-est e sud-est di Lecce.L’area campione considerata si trova esattamente lungo questo asse, importante anche per la sua particolare posizione strategica, esso si trova infatti a cavallo tra la città e la litoranea.Già precedentemente evidenziato dall’amministrazione pubblica con l’inserimento di un percorso ciclo-turistico che permettesse al visitatore di addentrarsi nel campagna leccese, questo tracciato può rappresentare il giusto punto di partenza da cui iniziare la strategia condotta.Ma (s)se riabitiamo si pone infatti come obbiettivo di tracciare un metodo di rinnovo di questi addendi del paesaggio, partendo da un caso studio e verificando la fattibilità dal punto di vista economico, architettonico e gestionale.La strada campione, grazie all’alta densità di masserie presenti, potrebbe riuscire a sfruttare il caso studio, una

volta riqualificato, come elemento sinergico per iniziare una riattivazione a largo spettro.Durante l’indagine sono state visitate un numero complessivo di 44 masserie, attraverso un’osservazione partecipante sul campo, per mezzo di interviste e visite in situ, così da poter entrare in contatto direttamente con le comunità che abitano questa realtà e rendersi conto anche di come esse considerano questo fenomeno.Al termine della ricerca, sono state registrate diverse categorie_ utili a delineare un abaco totale delle masserie analizzate:

_ abbandonate- private | residenziali_ agriturismi_ aziende agricole_ presidi naturalistici_ contenenti attività collaterali

Conseguentemente possiamo distinguere gli attori intervistati in tre categorie, i lavoratori agricoli, quindi la generazione di contadini che persiste ancora sul territorio, i quali hanno manifestato sconforto e resa per la situazione attuale nella campagne; i gestori turistici di un età media tra i 40 e i 60 anni di età mediamente soddisfatti nei confronti della loro attività; infine la nuova generazione di under 40. Quest’ ultimi si occupano della gestione di realtà in cui la produzione agricola si unisce ad attività collaterali, culturali e didattiche che ormai sono un fenomeno in crescita sul territorio, a febbraio 2012 è stata confermata la

Page 104: ma(s)se riabitiamo?

102

presenza di 70 masserie didattiche presenti su tutto il territorio pugliese.L’aspetto più interessante è stato proprio entrare in contatto con quella parte di comunità rurale under 40, non sempre proprietari diretti della masseria ma ugualmente propensi alla salvaguardia del luogo da loro abitato e gestito.In particolare sono tre i casi in cui, all’interno della struttura, convivono insieme le funzioni di abitazione, azienda agricola biologica e centro nevralgico per attività culturali che richiamano fruitori esterni.

-Masseria Miele_Masseria Liobello_Masseria Ospitale

Page 105: ma(s)se riabitiamo?

Mappatura

Page 106: ma(s)se riabitiamo?

104

8 km

4 km

masseriemasserie fortificatenodipercorso cicloturisticocollegamenti

Inquadramento della strada campione

Page 107: ma(s)se riabitiamo?

105

privato residenziale

azienda agricola

abbandono

agriturismo

attività collaterali

funzione storico naturalistica

Page 108: ma(s)se riabitiamo?

106

1

2

7

810

11

1213

14

15

1617

18

1920 21

22

2324

25

26

27

2829

3031

32

33 34

39

9

6

3

45

seminativo abbandonato uliveto

Page 109: ma(s)se riabitiamo?

107

masseria provenzani

masseria casa di mosto masseria caretti grande

masseria badessa

/

masseria barone vecchio

masseria badessa nuova

1

2

3

4

5

6

7

8

9

10

11

12

13

14

15

16

17

18

35

36

37

3839

40 41

4243 44

masseria coccioli

masseria cerrate grande

masseria rauccio

masseria monacelli

masseria giampaolo

masseria alcaini

masseria virgili

masseria gagliardi

masseria particelli

masseria fasani

/

Page 110: ma(s)se riabitiamo?

108

masseria barrera

masseria fragge

/

19

20

21

22

23

24

25

26

27

28

29

30

31

32

33

34

35

36

37

38

39

40

41

42

43

44

masseria mendole

masseria solicara

masseria papa

masseria forte di marello

masseria caputa

masseria strusci

masseria liobello

masseria ospitale

masseria grande

masseria ingrosso

masseria alari

masseria capitolicchio

masseria serraria

masseria lilla

masseria lizza

masseria miele

masseria crocifisso

masseria pisciaconche

masseria tresca

masseria ciccioprete

masseria paladini

masseria paladini

/

masseria gelsi

Page 111: ma(s)se riabitiamo?

109

privato residenziale

9

azienda agricola

7

abbandono

16

agriturismo

5

attività collaterali

5

funzione storico naturalistica

2

Page 112: ma(s)se riabitiamo?
Page 113: ma(s)se riabitiamo?

111

Masseria Caretti Grande

categoria | azienda agricolaclassificazione | masseria senza torreanno | 1700persone | 10ettari | 80

Page 114: ma(s)se riabitiamo?

112

Masseria Alcaini

categoria | privato residenzialeclassificazione | torre masseriaanno | 1550persone | 6ettari | 70

Page 115: ma(s)se riabitiamo?

113

Masseria Casa di Mosto

categoria | azienda agricolaclassificazione | senza torre anno | 1750persone | 10ettari | 60

Page 116: ma(s)se riabitiamo?

114

Masseria Provenzani

categoria | privato residenzialeclassificazione | masseria con torreanno | 1500persone | 6ettari | 50

Page 117: ma(s)se riabitiamo?

115

Masseria Cerrate Grande

categoria | funzione storico naturalisticaclassificazione | masseria senza torreanno | 1400persone | 1ettari | 70

Page 118: ma(s)se riabitiamo?

116

Masseria Monacelli

categoria | agriturismoclassificazione | masseria con torreanno | 1500persone | 5ettari | 60

Page 119: ma(s)se riabitiamo?

117

Masseria Giampaolo

categoria | agriturismoclassificazione | torre masseriaanno | 1400persone | 5ettari | 60

Page 120: ma(s)se riabitiamo?

118

Masseria Rauccio

categoria | funzione storico naturalisticaclassificazione | torre masseriaanno | 1650persone | 3ettari | 80

Page 121: ma(s)se riabitiamo?

119

Masseria Coccioli

categoria | agriturismoclassificazione | masseria senza torreanno | 1500persone | 8ettari | 120

Page 122: ma(s)se riabitiamo?

120

Masseria Fasani

categoria | azienda agricolaclassificazione | masseria senza torreanno | 1750persone | 12ettari | 80

Page 123: ma(s)se riabitiamo?

121

Masseria Barrera

categoria | privato residenzialeclassificazione | masseria con doppia torreanno | 1450persone | 4ettari | 50

Page 124: ma(s)se riabitiamo?

122

Masseria Mendole

categoria | abbandonoclassificazione | masseria con torreanno | 1500persone | /ettari | 30

Page 125: ma(s)se riabitiamo?

123

Masseria Gelsi

categoria | privato residenzialeclassificazione | masseria senza torreanno | 1800persone | 7ettari | 10

Page 126: ma(s)se riabitiamo?

124

Masseria Particelli

categoria | abbandonoclassificazione | masseria senza torreanno | 1750persone | /ettari | 30

Page 127: ma(s)se riabitiamo?

125

Masseria Ospitale

categoria | attività collateraliclassificazione | masseria senza torreanno | 1550persone | 5ettari | 70

Page 128: ma(s)se riabitiamo?

126

Masseria Caputa

categoria | attività collateraliclassificazione | masseria torreanno | 1600persone | 7ettari | 50

Page 129: ma(s)se riabitiamo?

127

Masseria Papa

categoria | abbandonoclassificazione | masseria con torreanno | 1700persone | /ettari | 40

Page 130: ma(s)se riabitiamo?

128

Masseria Liobello

categoria | attività collateraliclassificazione | masseria senza torreanno | 1750persone | 4ettari | 50

Page 131: ma(s)se riabitiamo?

129

Masseria Strusci

categoria | azienda agricolaclassificazione | masseria con doppia torreanno | 1700persone | 8ettari | 70

Page 132: ma(s)se riabitiamo?

130

Masseria Serraria

categoria | abbandonoclassificazione | masseria con torreanno | 1650persone | /ettari | 40

Page 133: ma(s)se riabitiamo?

131

Masseria Lizza

categoria | agriturismoclassificazione | masseria senza torreanno | 1750persone | 3ettari | 30

Page 134: ma(s)se riabitiamo?

132

Masseria Pisciaconche

categoria | azienda agricolaclassificazione | masseria senza torreanno | 1700persone | 7ettari | 20

Page 135: ma(s)se riabitiamo?

133

Masseria Lilla

categoria | privato residenzialeclassificazione | masseria con torreanno | 1700persone | 4ettari | 10

Page 136: ma(s)se riabitiamo?

134

Masseria Miele

categoria | attività collateraliclassificazione | masseria con torreanno | 1650persone | 4ettari | 20

Page 137: ma(s)se riabitiamo?

135

Masseria Alari

categoria | azienda agricolaclassificazione | torre masseriaanno | 1450persone | 10ettari | 40

Page 138: ma(s)se riabitiamo?
Page 139: ma(s)se riabitiamo?

Landscape

Page 140: ma(s)se riabitiamo?

138

masseria in

colto

incolto

incolto

incolto

incolto

incolto

incolto

incolto

incolto

incolto

uliveto

uliveto

uliveto

uliveto

uliveto

uliveto

uliveto

uliveto

uliveto

uliveto

uliveto

uliveto

masseria

masseria

masseria

masseria

masseria

seminativ

oin

sediamento

insediamento

muso a se

cco

muso a se

cco

muso a se

cco

muso a se

cco

muso a se

cco

muso a se

cco

muso a se

cco

muso a se

cco

muso a se

cco

muso a se

cco

muso a se

cco

muso a se

cco

muso a se

cco

muso a se

cco

fotovoltaico

fotovoltaico

fotovoltaico

fotovoltaico

fotovoltaico

1_1

2_2

3_3

Page 141: ma(s)se riabitiamo?

139

incolto

incolto

incolto

incolto

incolto

incolto

incolto

incolto

incolto

incolto

incolto

uliveto

uliveto

masseria

masseria

masseria

masseria

masseria

masseria

masseria

seminativ

o

seminativ

o

seminativ

o

seminativ

o

seminativ

o

seminativ

o

seminativ

o

seminativ

o

seminativ

o

insediamento

insediamento

insediamento

muso a se

cco

muso a se

cco

muso a se

ccomuso

a secco

muso a se

cco

muso a se

cco

eolico

eolico

eolico

eolico

eolico

fotovoltaico

fotovoltaico

4_4

5_5

6_6

Page 142: ma(s)se riabitiamo?

140

Page 143: ma(s)se riabitiamo?

141

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144

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145

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148

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149

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Page 155: ma(s)se riabitiamo?

4 | Riattivare un territorio

Page 156: ma(s)se riabitiamo?
Page 157: ma(s)se riabitiamo?

153

La strategia di riattivazione del territorio in questione si basa su tre specifiche risposte.

1 | Agricoltura biologica con tutela della biodiversità pugliese

2 | Filiera corta e associazionismo imprenditoriale

3 | Attori under 40

Ogni risposta promossa per la strategia di rinnovo dell’ambiente rurale salentino, da noi delineata, è sostenuta a livello amministrativo dal PSR, Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013.Il PSR mira a favorire la continuità, lo sviluppo dell’attività agricola e agroalimentare, aumentandone la competitività e la diversificazione, garantendo, nel contempo, la salvaguardia dello spazio naturale dell’ecosistema agricolo e del paesaggio naturale.Il programma si presuppone tre macro obbiettivi: competitività, ambiente e qualità della vita/diversificazione; declinati in quattro assi di intervento._ Miglioramento della competitività del settore agricolo e forestale;_Miglioramento dell’ambiente e dello spazio rurale;_Miglioramento della qualità di vita nelle aeree rurali e diversificazione dell’economia rurale;_Approccio Leader, per favorire le strategie di sviluppo, promosse da partenariati locali pubblico-privati chiamati Gal.Le risorse finanziarie sono suddivise

in diverse misure, in particolare, prendiamo in esamine la Misura 112 insediamento giovani agricolturi e Pacchetto Multimisura Giovani, il quale si spone come obietivi: _ mantenere e consolidare il tessuto socio-economico nelle zone rurali per garantire il mantenimento di aziende vitali e produttive;_ garantire un ricambio generazionale funzionale al rinnovato quadro di riferimento economico e sociale dell’agricoltura, e al ruolo che questa deve assumere nella società;_ incoraggiare il miglioramento delle capacità professionali dei giovani agricoltori, anche al fine di orientarli verso lo sviluppo di nuovi sbocchi per le produzioni agricole.

I soggetti che possono richiedere il premio di primo insediamento devono avere un’età compresa tra i 18 e 40 anni e non essere mai stati titolari di un’azienda agricola.Automaticamente rientrano nella possibilità di accedere al “Pacchetto Multimisura Giovani”:

_ Misura 111 – Azioni nel campo della formazione professionale e dell’informazione

_ Misura 114 - Utilizzo di servizi di consulenza

_ Misura 121 - Ammodernamento delle aziende agricole

_ Misura 132 - Partecipazione degli agricoltori ai sistemi di qualità alimentare

Page 158: ma(s)se riabitiamo?

154

_ Misura 311 - Diversificazione in attività non agricole

La Misura 112 prevede un investimento massimale di 550 000 euro con il 60 % a fondo perduto, inoltre si può richiedere un aiuto sotto forma di premio unico, a seconda della zona in cui ci si insedia.Nel caso delle aree definite “Poli Urbani” e “Aree Rurali ad Agricoltura Intensiva Specializzata”, che conincidono con l’area campione da noi esaminata, il premio unico ammonta a 40 000 euro.L’insediamento può avvenire nelle seguenti forme:

_ Impresa individuale

_ Società Agricola di persone o di capitale

_Cooperativa Agricola di conduzione

Un’altra misura che rientra nella nostra analisi è la Misura 214- Pagamenti agroambientali.Essa mira a favorire un utilizzo e una gestione sostenibile dei terreni agricoli della regione, in particolare promuovendo la salvaguardia delle risorse idriche, la tutela dle suolo, la protezione e valorizzazione della biodiversità e del paesaggio agrario, e il miglioramento della qualità dell’aria.

A sostegno della strategia per il rinnovo del territorio salentino, vi è anche un finanziamento a livello comunitario, che arriva dalla PAC, Politica Agraria Comunitaria.

La PAC si impegna a concedere un finanziamento a sostegno degli investimenti nelle aziende agricole; l’obiettivo è di ammodernare le installazioni, le attrezzature e i sistemi agricoli, per migliorare i redditi e le condizioni di vita, di lavoro e di produzione degli agricoltori.Il finanziamento per l’insediamento di giovani agricoltori, a livello comunitario, ammonta a 30 000 euro.

Page 159: ma(s)se riabitiamo?

Biologico e biodiversità

Page 160: ma(s)se riabitiamo?

156

Agricoltura biologica significa gestire in maniera sostenibile la produzione agricola utilizzando pratiche ambientali che garantiscono il mantenimento di un alto livello di biodiversità, l’applicazione di criteri rigorosi in materia di benessere degli animali e la tutela delle risorse territoriali. Il metodo di produzione biologica trova la sua realizzazione attraverso l’operato di produttori e consumatori sensibili a tematiche ambientali e sociali, i quali hanno l’intento di fornire beni che contribuiscono alla tutela della salute, del territorio e allo sviluppo sostenibile. Diversi punti concorrono a delineare il quadro generale di definizione del metodo biologico, prima fra tutti l’esclusione di prodotti chimici di sintesi, che alterano profondamente l’ambiente ed influiscono negativamente sulla salubrità delle produzioni ottenute.In secondo luogo, si prevede l’utilizzo di tecniche agronomiche idonee, come, per esempio, l’impiego di piante resistenti e insetti predatori contro i parassiti e l’incremento e il mantenimento della fertilità naturale del terreno, mediante l’utilizzo di tecniche di lavorazione non distruttive.Inoltre, il punto focale di un approccio biologico è il rispetto per la stagionalità dei prodotti coltivati, adottando quindi la tecnica della rotazione e dei sovesci; quest’ ultimi consistono nell’interrare apposite colture, allo scopo di mantenere o aumentare la fertilità del terreno.

Si prosegue inoltre con l’uso di fertilizzanti naturali e il non utilizzo di radiazioni per aumentare la conservabilità del prodotto e dei suoi ingredienti.Queste norme sono poi mantenute anche durante le azioni di trasformazione dei prodotti in alimenti finiti.Dai dati raccolti emerge una situazione positiva, per quanto riguarda l’agricoltura biologica italiana, prima in Europa come numero di aziende di questo settore e solo seconda per il numero di ettari coltivati con questo sistema.Sommariamente anche l’andamento sembra positivo, fatta eccezione per il periodo attorno al 2004-2005. Gli anni successivi fino ad oggi vedono la produzione biologica italiana in crescita.Per quanto riguarda la situazione regionale, la Puglia è al secondo posto come numero di ettari coltivati e al terzo per numero di azienda, preceduta solo dalla Sicilia e dalla Calabria.A livello amministrativo, l’agricoltura biologica pugliese è sostenuta dal PSR, Programma di Sviluppo Rurale, che sostiene tramite incentivi finanziari il lavoro agricolo.In particolare, attraverso la Misura 214, si incentivano le coltivazione di varietà tradizionali. Dal punto di vista economico, esse rappresentano un patrimonio anche per il futuro, avendo un buon grado di fertilità, robustezza, resistenza ai fattori ambientali ostili e alle malattie.

Page 161: ma(s)se riabitiamo?

157

Uso di sostenze chimiche di sintesi

Uso di mangimi OGM

Inquinamento delle acque

Inquinamento del suolo

Uso di energie non rinnovabili

Aumento del riscaldamento globale

Benessere animale

Biodiversità

Tutela animali selvatici e utili

Ecosostenibilità

Uso di coloranti, edulcoranti, esaltatori di sapidità

Residui di sostenze di sintesi sugli alimenti

Sistema di controllo specifico

BIOLOGICO CONVENZIONALE

Page 162: ma(s)se riabitiamo?

158

L’agricoltura biologica impegna una superficie di circa 37,2 milioni di ettari nel 2010: un aumento di oltre 2 milioni di ettari (+6,2%) del territorio coltivato a biologico rispetto al 2009. I produttori biologici sono circa 1.800.000 nel 2010, con un incremento del 31% rispetto al 2009 (dovuto soprattutto ad un forte aumento del numero dei produttori in India.Nel 2010 il mercato mondiale di prodotti biologici ha superato il valore di 55 miliardi di dollari, (40 miliardi dieuro, 5% in più sul 2006).

25%

EUROPA

14%

della superficie BIO mondiale

dei produttori BIO nel mondo

51% del mercato BIO mondiale

160 paesi nel 2009

Biologico | Mondo

Page 163: ma(s)se riabitiamo?

159

distribuzione per continente dei produttori biologici

250.000

720.0000

distribuzione per continente delle superfici coltivate ad agricoltura biologica

12.000.000 (Ha)

oceania

europa

america Latina

asia

nord Americaafrica

9.250.000

0

asia

oceania

europa

america Latina

nord America

africa

Page 164: ma(s)se riabitiamo?

160

Fonte: FiBl/IFOAM, “The World of Organic Agriculture: Statistics and Emerging Trends 2011” (dati relativi alla fine del 2010)

La crescita delle aree coltivate col metodo biologico è costante: a livello europeo nel 2008 esse hanno superato i 7,8 milioni di ettari (una superficie pari a quella di Belgio e Olanda messi assieme), con un aumento del 4,5% rispetto all’anno precedente; anche il numero dei bio-agricoltori è aumentato a oltre 180.000 (dati 2010).Quello biologico non solo è il comparto più in crescita (e meno intaccato dalla crisi finanziaria) dell’intero settore agroalimentare, ma ha anche in sé un grande potenziale di ulteriore

sviluppo, grazie alla scelta dell’Unione Europea di investire in sistemi di produzione ecologici per garantire contemporaneamente sicurezza alimentare e condizioni ambientali sostenibili nel medio e lungo termine.

25%

35%

ITALIA

della superficie BIO europea

dei produttori BIO in europa

34%del mercato BIO in europa

Biologico | Italia

Page 165: ma(s)se riabitiamo?

161

Numero dei produttori per stato

44.371

Italia

Grecia

Spagna

Austria

Germania

SpagnaItalia

GermaniaGran Bretagna

Francia

Numero ettari coltivati con sistema biologico

1.002.414

Ha

Page 166: ma(s)se riabitiamo?

162

In questo scenario globale, l’Italia riveste un ruolo di primaria importanza: nel settore della produzione biologica, grazie ad oltre un milione di ettari di terreno coltivati da circa 50.000 aziende agricole, il nostro Paese continua ad avere una posizione di rilievo anche in Europa. È il primo produttore al mondo di cereali, ortaggi, agrumi, uva ed olive; il secondo al mondo di riso. Il giro d’affari del settore viene stimato in oltre 3 miliardi di euro (inclusi 900 milioni di export).

È il primo Paese al mondo per le esportazioni di prodotti bio. L’Italia è il primo Paese europeo per numero di produttori biologici (44.371).

Fonte: l’Agricoltura Biologica in cifre, SINAB 2010 (su dati forniti dal MiPAAF e dagli OdC relativi alla fine del 2010)

Page 167: ma(s)se riabitiamo?

163

1990

3.023.344

2.593.090

1.679.439

20002007

-15%

-28%

-45%

convenzionale vs bio super�c

50.276

31.118

4.189

+61%

+642%

+1.185%

++ +1990

20002007

++ +

Page 168: ma(s)se riabitiamo?

164

Dal 1993 al 2001 si è registrato un incremento progressivo, in termini di aziende operanti nel settore e in termini di superficie destinata alla coltivazione di prodotti biologici. Nei tre anni successivi, si è registrata una diminuzione, sia del numero di aziende impegnato nella produzione sia della superficie utilizzata. Nel 2005 si è verificata, poi, un’inversione di tendenza, con una nuova crescita delle aziende biologiche, che hanno raggiunto circa le 50.000 unità (+20,7% sul 2004) e delle superfici, che hanno oltrepassato l’importante soglia del milione di ettari (+11,8%). Tale crescita è dovuta alla riapertura dei bandi dei PSR che molte Regioni hanno indirizzato quasi esclusivamente al biologico. La crescita è poi proseguita nel 2006, anno in cui si è registrato un nuovo aumento delle aziende biologiche,

che hanno superato le 51.000 unità (+2,4% sul 2005) e delle superfici, che hanno sfiorato gli 1,15 milioni di ettari (+7,6%). Questo ha consentito al nostro Paese di consolidare la leadership inEuropa per numero di aziende ed superfici bio.Nel 2007 si segnala un leggero calo del numero degli operatori pari a 50.276 unità (- 1,55%), a cui però ha corrisposto un aumento dello 0,18% della superficie (1.150.253 ettari).

Fonte: l’Agricoltura Biologica in cifre, SINAB 2010 (su dati forniti dal MiPAAF e dagli OdC relativi alla fine del 2010)

Page 169: ma(s)se riabitiamo?

165

Ha

19931995

10.000

20.000

30.000

40.000

50.000

60.000

70.000

200.000

400.000

600.000

800.000

1.000.000

1.200.000

1.400.000

19971999

20011994

19961998

20002002

20042003

20052006

20082007

2009

Page 170: ma(s)se riabitiamo?

166

Le aziende che si occupano di biologico (produttori, preparatori ed importatori) sono concentrate soprattutto nel Sud del nostro Paese, con tre Regioni (Sicilia, Calabria e Puglia) che vedono la presenza del 41% delle aziende.La leadership delle imprese di trasformazione e distribuzione è detenuta dall’Emilia Romagna, seguita dalla Lombardia, ma va segnalato il terzo posto della Sicilia, prima tra le Regioni del Sud.

Si ha, dunque, una maggiore concentrazione di aziende di produzione al Sud e di trasformatori ed importatori al Nord.

Fonte: l’Agricoltura Biologica in cifre, SINAB 2010 (su dati forniti dal MiPAAF e dagli OdC relativi alla fine del 2010)

12%

11%

PUGLIA

della superficie BIO nazionale

dei produttori BIO nazionali

34% del mercato BIO in europa

Biologico | Puglia

Page 171: ma(s)se riabitiamo?

167

Sicilia

Calabria

Puglia

Emilia Romagna

Lazio

Basilicata

Piemonte

Campagna

Toscana

Marche

Umbria

Veneto

Abruzzo

Sardegna

Lombardia

Liguria

Trentino Alto Adige

Friuli Venezia Giulia

Molise

Valle d’Aosta

7000

5371

0

Numero dei produttori

Hasiciliapuglia

basilicatatoscanacalabria

sardegnalazio

emilia romagnamarcheabruzzo

umbriapiemonte

campania

veneto

lombardia

trentino alto adige

liguria

friuli venezia giulia

molise

220.000

130.000

0

Numero dei produttori per stato

Numero ettari coltivati con sistema biologico

Page 172: ma(s)se riabitiamo?

168

I principali orientamenti produttivi interessano cereali, foraggi, prati e pascoli, che, nel loro insieme, rappresentano più del 50% della superficie ad agricoltura biologica. Seguono, in ordine di importanza, le superfici investite ad olivicoltura e viticoltura, la cui consistenza è la maggiore al mondo; aumentano di circa 4.400 ettari la superficie orticola, di oltre 9.000 quella a frutta secca, di oltre 7.500 quella ad agrumi e di oltre 3.000 quella a vite.In Puglia si coltiva il 12% della SAU

totale complessivamente investita ad agricoltura biologica sul territorio nazionale. La lettura dei dati relativi ai diversi orientamenti colturali rivela, inoltre, che in Puglia si estende il 31% della superficie nazionale coltivata a fruttiferi (escl. agrumi, vite e olivo),il 30% delle superfici ad olivo, il 17% delle estensioni cerealicole, 14% degli investimenti a vite e il 10% di quelli ad ortaggi.

Fonte: l’Agricoltura Biologica in cifre, SINAB 2010 (su dati forniti dal MiPAAF e dagli OdC relativi alla fine del 2010)

Page 173: ma(s)se riabitiamo?

169

52%

17%

24%

30%

11%31%

8%14%

3%10%

2%39%

cereali

185.735

84.025

37.520

27.408

10.891

6.436

olivo

frutta

vite

ortaggi

legumi

Percentuale di superfice utilizzata per le principali categorie di prodotti in Puglia in relazione alla superfice utilizzata in Italiana

Page 174: ma(s)se riabitiamo?

170

Nel decennio che volge al termine, dopo una prima fase di crisi terminata nel 2004, il settore biologico pugliese, nel secondo quinquennio, è ritornato a far registrare risultati a sei cifre. I dati riferiti a questa seconda fase mostrano una sostanziale stabilità. Nel 2010, si segnala una tendenza al rialzo per entrambe le variabili:• per gli operatori + 0,3%, cresciuti da 5.357 unità nel 2009 a 5.371 unità nel 2010;• per le superfici + 5%, con un incremento da 113.279 ha nel 2009 a 118.898 nel 2010.

Fonti: 2002-2010: Cardone e Pellegrino (2008); 2008: elaborazioni Osservatorio Regionale sull’Agricoltura Biologica – Regione Pu-glia-IAMB su dati OdC

Page 175: ma(s)se riabitiamo?

171

Ha

20.000

40.000

60.000

80.000

100.000

120.000

140.000

160.000

1.000

2.000

3.000

4.000

5.000

6.000

7.000

8.000

20012000

20022004

20032005

20062008

2007

Page 176: ma(s)se riabitiamo?

172

12%

11%

della superficie BIO regionale

dei produttori BIO regionali

LECCE

Gli operatori biologici pugliesi nel 2010 si concentrano per il 41% ed il 27%, rispettivamente, nelle province di Bari (2.210) e Foggia (1.466)Passando all’analisi della distribuzione provinciale delle superfici coltivate in biologico si segnala che il 44% della SAU bio totale, pari a 572.390 ha, ricade nel territorio di Bari, il 27% (9.384 ha) in quello di Foggia, seguono con percentuali decisamente inferiori Taranto, Lecce e Brindisi.

Fonte: Elaborazioni Osservatorio Regionale sull’Agricoltura Bio-logica – Regione Puglia-IAMB su dati OdC

Biologico | Salento

Page 177: ma(s)se riabitiamo?

173

Ha

barifoggia

tarantolecce

brindisi594

22100

barifoggia

tarantolecce

brindisi12.378

52.3900

44%8% 13%25%

10%SAU bio tot

41%9% 12%27%

11%Numero operatori bio

Provincia di LecceProvincia di BrindisiProvincia di FoggiaProvincia di TarantoProvincia di Bari

90%

Page 178: ma(s)se riabitiamo?

174

La lettura dei dati sulla distribuzione provinciale delle colture nel 2010, evidenzia una forte concentrazione della cerealicoltura biologica in due province: Bari (57%) e Foggia (26%).Anche nel caso degli ortaggi le superfici si estendono prevalentemente in due territori provinciali con una situazione invertita rispetto ai cereali: Foggia detiene la prima posizione (48%) seguita da Bari (25%).La distribuzione delle superfici appare più equilibrata nel caso dell’olivo con il primato di Bari (32%

degli investimenti totali) e un peso decisamente importante anche delle altre province. Infatti, la seconda posizione è occupata da Lecce (22%), seguono Foggia (19%), Brindisi (14%) e Taranto (13%).Infine, la viticoltura bio risulta principalmente diffusa nelle province di Bari, Taranto e Foggia, con, rispettivamente, il 36%, 25% e 22% degli investimenti totali.

Fonte: Elaborazioni Osservatorio Regionale sull’Agricoltura Bio-logica – Regione Puglia-IAMB su dati OdC

Page 179: ma(s)se riabitiamo?

175

31%

5%

26%22%

7.5%2%

5%

8%

3%8%

2%4%

cereali

40.600

34.500

9.700

6.500

4.100

3.500

olivo

frutta

vite

ortaggi

legumi

24%6%

31.100

altro

Percentuale di superfice coltivata con metodo biologico delle principali categori di prodotti nel Salento in relazione alla superfice coltivata in Puglia

Page 180: ma(s)se riabitiamo?

176

Provincia di LecceProvincia di BrindisiProvincia di FoggiaProvincia di TarantoProvincia di Bari

32%14% 13%19%

22%

36%9% 25%22%

25%9% 10%48%

57%4% 8%26%

8%

8%

5% cereali

ortaggi

vite

olivo

59%7% 20%12%

2% frutta

31%3% 51%11%

4%legumi

Page 181: ma(s)se riabitiamo?

177

15%

62%

2%

4%

2%

1%

cereali

1.815

7.600

180

446

260

104

olivo

frutta

vite

ortaggi

legumi

14%1.973

altro

Page 182: ma(s)se riabitiamo?

178

regolamento cee 2092/91 primo regolamento comunitario sul metodo di produzione biologica che pone termine alle 15 agricolture biologiche europee che si erano sviluppate in Europa, e stabilì norme di produzione e trasformazione che definiscono un metodo biologico unico, con un sistema di etichettatura univoco e riconoscibile da tutti i consumatori europei, grazie alla definizione di un logo comunitario.

regolamento cee 2078/92 prevede finanziamenti all’agricoltura biologica e le modalità per usufruirne.

PAC agenda 2000riforma per il futuro della politica comunitaria nell'ottica del previsto allargamento.Agenda 2000 ha fornito una solida base per lo sviluppo dell'agricoltura nel UE, ponendosi come obbiettivi una nuova politica dello sviluppo rurale e il miglioramento della qualità dei prodotti alimentari e della loro sicurezza. Con questa riforma si creano le condizioni per lo sviluppo nell'UE di un'agricoltura comunitaria multifunzionale, sostenibile e concorrenziale.

1991

1992

1997

regolamento ce 834/2007abroga i precedenti ed è relativo alla produzione biologica e all'etichettatura dei prodotti biologici sia di origine vegetale che animale.

2007

regolamento ue 271/2010definizione del nuovo logo e della modalità di applicazione dell’etichettatura dei prodotti biologici.

2010

PAC post 2013prime proposte e i primi orientamenti sul futuro della politiche agricole comunitarie per il periodo 2014-2020. Il dibattito attuale definisce la necessità di promuovere i modelli agricoli sostenibili e virtuosi.

2012

Page 183: ma(s)se riabitiamo?

179

biodiversità a rischio

con conseguente perdita di prodotti tipici in via di estinzione, stagionalità e mancanza di salvaguardia del patrimonio storico territorialeBio

Agricoltura biologica

Page 184: ma(s)se riabitiamo?

180

Biodiversità

batata mugnuli

rucola selvatica

pastanaca

carciofo

pomodoro

portulaca

indivia

Page 185: ma(s)se riabitiamo?

181

meloncella

arancia vaniglia

melone di gallipoli Paparina

cicerchia

fava di zollino

cicoria all’acquacima di rapa

Page 186: ma(s)se riabitiamo?

182

PSR | Programma di Sviluppo Rurale | prevede la misura 214, con la quale si stabilisce un premio verso una serie di coltivazioni che aiutano a preservare la biodiversità regionale

misura 214 | incentivi per biodiversità

86

186

Bio

+

417 €

premio | ha | anno

orticole

fruttiferi

colture da granella

Finanziamenti

Page 187: ma(s)se riabitiamo?

Aziende a filiera corta

Page 188: ma(s)se riabitiamo?

184

Attraverso i dati Istat 2010, riguardanti le attività legate alle aziende agricole, si è condotta un’analisi per distinguere diversi trend in atto e delineare un quadro generale.Da questo primo esame è poi conseguito un confronto diretto con le aziende agricole convenzionali e biologiche.In entrambi i casi, il 60 % delle aziende risulta a conduzione familiare, evidenziando una solida struttura gestionale alla base.In media, gli operatori del settore biologico, risultano però di età inferiore e con un grado di istruzione superiore, rispetto al convenzionale.Allo stesso modo, gli operatori biologici, manifestano un alto interesse a collaborare con il settore della ricerca.Questi dati sono generalizzabili su tutto il territorio nazionale; ciò che differisce invece a livello pugliese, rispetto il resto della nazione, è la mancanza di un forte associazionismo, utile alle aziende, per creare un network saldo fra loro, che aiuti ad essere competitivi verso la GDO, (grande distribuzione organizzata).La soluzione, per gli agricoltori biologici della regione, potrebbe essere quella di scegliere un metodo di trasformazione e commercializzazione a filiera corta e l’organizzazione di un sistema funzionante di OP (Organizzazione Operatori) che li aiuti a regolamentarsi e gestirsi attraverso questo metodo.L’insieme di aziende agricole biologiche che prediligono un sistema a filiera corta, è indice prima di tutto

che ognuna di esse riesce a sussistere come caso singolo; se a questo uniamo un forte associazionismo, da casi singoli, diventano un sistema così da diventare una realtà sempre più forte e competitiva.La regione Puglia sostiene ed incentiva questo metodo di gestione aziendale anche a livello amministrativo.Il PSR, Programma di Sviluppo Rurale, prevede al suo interno una misura speciale volta proprio all’ammodernamento delle strutture aziendali. Per poter partecipare al bando della Misura 121, si deve garantire: l’innovazione tecnologica, l’introduzione di impianti, macchine, attrezzature e sistemi che migliorino la qualità dei prodotti e che riducano i costi di produzione; la riconversione varietale e la diversificazione colturale delle produzioni agricole regionali; la realizzazione di interventi mirati al risparmio energetico.La filiera corta consiste in un’organizzazione che prevede il rapporto diretto tra produttore e consumatore; diventa, dunque, indispensabile, anche a livello amministrativo, la relazione paritaria che s’instaura tra gruppi d’offerta e gruppi di domanda.Quest’ultimi permettono di garantire un tipo di domanda aggregata, che facilita il produttore nell’organizzazione delle coltivazioni, evitando sprechi e lavorando nel rispetto della stagionalità.Per quanto riguarda i gruppi di offerta, invece, possono essere cooperative o società agricole, in cui si deve disporre

Page 189: ma(s)se riabitiamo?

185

di un locale idoneo per la prima lavorazione che consiste nel lavaggio, selezione e confezionamento dei prodotti.L’eventuale associazionismo tra diversi produttori permette di abbattere i costi del trasporto, incidendo positivamente sui prezzi finali.La filiera corta può avvenire attraverso la vendita diretta, nell’azienda agricola, attraverso i GAS, Gruppi d’Acquisto Solidale, oppure all’intarno di mercatini bio.

Page 190: ma(s)se riabitiamo?

186

ALLOGGIO

90 73 7

RISTORAZIONE DEGUSTAZIONE

50

ALTRE ATTIVITA’ TOT

90282 tot Puglia

Aziende Agrituristiche autorizzate per tipo

FINO A 3 MESI

- 28 -

DA OLTRE 3 A 6 MESI OLTRE 9 MESI

62

INTERO ANNO TOT

90230 tot Puglia

Aziende per durata autorizzata dell’attività

SOLA RITORAZIONE

- 73(1.817 coperti)

43(1.021 coperti)

+ALLOGGIO +ATTIVITA’

7(229 coperti)

+DEGUSTAZIONE TOT

73(1.817)243 tot Puglia6.654

Aziende agrituristicheautorizzate

alla ristorazione

SOLO ALLOGGIO

10(209 p.letto)

73(1.816 p.letto)

50(1.433 p.letto)

+RISTORO +ATTIVITA’

7(275 p.letto)

+DEGUSTAZIONE TOT

90(2.194)282 tot Puglia5.519

Aziende agrituristicheautorizzate all’alloggio

ABITAZIONI NON INDIPENDENTI

54(1.064 p.letto)

36(1.130 p.letto)

10(151 piazzole)

TOT

90(2.194)282 tot Puglia5.519

Aziende agrituristicheautorizzate all’alloggioper tipo di sitemazione

INDIPENDENTIINDIPENDENTISPAZI APERTI

EQUITAZIONE

6 22 29

TREKKING MOUNTAIN BIKE

25

ATTIVITA’ VARIE TOT

50141tot Puglia

Aziende agrituristicheautorizzate all’esercizio

di altre attività

MASCHI

56 34

TOTAziende agrituristiche

per genere del conduttore

FEMMINE

ANNO PRECEDENE

81 9

TOT

90282 tot Puglia

Aziende agrituristicheautorizzate

NUOVE AUTORIZZAZIONI

90282 tot Puglia

Aziende convenzionali

Page 191: ma(s)se riabitiamo?

187

Manodopera familiare 162.735

AZIENDE AGRICOLE PER FORMA DI CONDUZIONE

Manodopera familiare prevalente 40.523

Manodopera extrafamiliare prevalente 22.350Conduzione con salariati 19.644

Manodopera familiare 550.804 ha

SUPERFICIE TOTALE PER FORMA DI CONDUZIONE

Manodopera familiare prevalente 277.768 ha

Manodopera extrafamiliare prevalente 156.328 haConduzione con salariati 324.656 ha

Meno di 1 83.825

AZIENDE AGRICOLE CON SAU PER CLASSE DI SAU

2-5 47.890

10-20 13.6375o ed oltre 2.877

Meno di 1 46.169 ha

SAU PER CLASSE DI SAU

2-5 144.723 ha

10-20 190.250 ha50ed oltre 294.290 ha

522.911 ha

SAU PER FORMA DI CONDUZIONE

256.673 ha147.069 ha262.932 ha

Manodopera familiare

Manodopera familiare prevalente

Manodopera extrafamiliare prevalente Conduzione con salariati

1.639

TITOLO DI STUDIO DEL CAPO AZIENDA

11.24130.471177.560

Lauera o diploma agrario

Laurea o diplama altro tipo

Diploma superiore Licenza media inferiore-elementare

32.756

COMMERCIALIZZAZIONE DEI PRODOTTI

619

15.746

Vendita diretta al consumatore

183

60.185

1.542

Vendita con vincoli ad imprese commerciali

Vendita ad organismi associativi

Vendita con vincoli ad imprese industriali

3.034ATTIVITA’159NO ATTIVITA’

ATTIVITA’

NO ATTIVITA’

ATTIVITA’

NO ATTIVITA’

ATTIVITA’

NO ATTIVITA’

Fonte_Dario StefanoAssessore alle Risorse

Agroalimentari

Reddito per tipologia colturale

Regione Puglia

olivicoltura | 1521 euro/ha

ceralicoltura | 285 euro/ha

Page 192: ma(s)se riabitiamo?

188

Aziende biologiche

agriturismi

+ ristorazione

+ attività collaterali

aziende a conduzione familiare

LECCE

594

dei produttori BIO regionali

594

11%

73

50

60 %

15 %

357

90

81 %

55 %

Page 193: ma(s)se riabitiamo?

189

mancanza di associazionismo

la la mancanza di un network ben organizzato tra le aziende agricole biologiche che le aiuti a diventare competitive sul mercato

Aziende biologiche

Page 194: ma(s)se riabitiamo?

190

Filiera corta

vendita diretta

consumatoreproduttore

G.a.s

mercatini bio

1 | riduzione dei costi generali, con vantaggi sia per i consumatori che per i produttori

2 | riduzione dell’inquinamento, grazie al Km zero

3 | tutela ambiente, attraverso pratiche salvaguardano los viluppo rurale

4| incentivo della biodiversità

punti di forza

Page 195: ma(s)se riabitiamo?

191

Luoghi della filiera

Sono quelle organizzazioni di consumatori, informali o dotate di un proprio statuto, che decidono di riunirsi per acquistare i prodotti biologici direttamente dal produttore o da gruppi di produttori organizzati con piccole/medie piattaforme, beneficiando di un taglio importante sul prezzo finale, dovuto appunto all’accorciamento della filiera di vendita.Alcuni gruppi d’acquisto hanno

assunto come obiettivo prioritario la sensibilizzazione del consumatore alle problematiche dello sviluppo sostenibile e l’educazione al consumo critico; per questo hanno assunto la denominazione di GAS (Gruppo di Acquisto Solidale). Solidarietà tra consumatori; solidarietà tra consumatori e ambiente; solidarietà tra consumatori e produttori.

G.A.S. Gruppi d’Acquisto Solidale

Mercatini Bio | Farmer Market

Mercati nei quali si commerciano esclusivamente prodotti locali, dove i piccoli produttori del territorio hanno l’opportunità di vendere direttamente ai consumatori gli alimenti provenienti dalle loro aziende, evitando perciò i passaggi intermedi dei grossisti e delle grandi catene di distribuzione.I vantaggi dei farmers market sono moltepolici, come ad esempio la competitività dei prezzi di alcuni

prodotti, che non subiscono i ricarichi generati dal passaggio di mano fra un intermediario e l’altro. Inoltre, la provenienza locale dei prodotti garantisce la freschezza degli stessi, a differenza di quanto avviene nella grande distribuzione. Il presupposto stesso del “km zero”, fa sì che i cibi vengano trasportati solo su distanze relativamente brevi, il che consente la riduzione dei consumi energetici e inquinamento.

2008220

340

2010

2008185

250

2010

Page 196: ma(s)se riabitiamo?

192

Consumatori

78,8%

71,1

perchè bio?

49,5

38,4

maggiore sicurezza

salubrità

qualità superiore

gusto migliore

50%

30%dove bio?

20%

dettaglio specializzato

acquisto diretto

GDO

Consumatori

Indagine condotta da Federbio su un campione di 70 intervistati

Page 197: ma(s)se riabitiamo?

193

Yogurt

latte

25%

vino

olio

frutta

verdura

pane e pasta

latte

latticini

5%

5%

10%

17%

18%

25%

Consumatori

Prodotti bio

Page 198: ma(s)se riabitiamo?

194

Secondo un indagine condotta da Ismea, Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare, la filiera corta, grazie all’eliminazione di alcuni passaggi commerciali, consente di abbattere il prezzo finale, con vantaggi sia per il consumatore che per il produttore.Ques’ultimo ha discreti margini di guadagno più alti rispetto alla vednita ad altri operatori della filiera lunga e il consumatore arriva a risparmiare in media quasi il 100 %.

Confronto

Filiera corta

Filiera lunga

consumatoreproduttore

vendita diretta

guadagno risparmio100 %€

GDO

Dettaglio Specializzato consumatoreproduttore grossista

guadagno risparmio€

industria di

trasformazione

/

patate

cavolfiori

limoni

0.50

0.55

0,55

1.20

1.75

1.35

2.06

2.81

2.26

prezzo all’origine

prezzo vendita diretta

prezzo al consumo

Page 199: ma(s)se riabitiamo?

195

PAC | Politica Agricola Comunitaria| concede un finanziamento a sostegno degli investimenti nelle aziende agricole, l'obiettivo è di ammodernare le installazioni, le attrezzature e i sistemi agricoli per migliorare i redditie le condizioni di vita, di lavoro e di produzione degli agricoltori.

finanziamento | Insediamento giovani agricoltori+

+ 30.000 €

ammontare del finanziamento previsto e destinato a facilitare l'insediamento dei giovani agricoltori, concesso ad una azienda agricola che sia gestita da un un attore che abbia meno di 40 anni e che intraprenda per la prima volta l'attività agricola.

Finanziamenti

Page 200: ma(s)se riabitiamo?
Page 201: ma(s)se riabitiamo?

Attori under 40

Page 202: ma(s)se riabitiamo?

198

In Italia il ricambio generazionale dell’agricoltura è ai livelli più bassi d’Europa. Solo 112 mila aziende hanno un conduttore giovane, solo il 16% delle nuove aziende è guidato da un giovane e solo nel 2,3% delle aziende storiche è subentrato un giovane alla conduzione.Medesima situazione per la regione Puglia, in cui il tasso di senilità aziendale è elevatissimo: un solo imprenditore under 35 ogni dieci over 65.Negli ultimi anni, però, l’Assessorato alle Risorse Agroalimentari sta cercando di arrestare questa tendenza, incentivando la presenza di operatori giovani, fondamentali per la progressione del settore agricolo.

Se si tiene conto che il tasso di disoccupazione giovanile a Lecce è del 47,3%, l’offerta di una nuova strada lavorativa rivolta a degli attori di età compresa tra i 18 e i 40, risulta essere più che positiva.

Dunque, il PSR (Programma di Sviluppo Rurale) prevede al suo interno la Misura 112 per l’insediamento di giovani agricoltori under 40.

Page 203: ma(s)se riabitiamo?

199

Agricoltura2.8 % Pil

2001 2004

0,2 %

2004 2005

14 %

2006 2009

0,7 %

2010 2014

/

2001 2005

1,9 %

2006 2009

0,8 %

2010 2014

produttività del lavorovalore aggiunto

Settore agricolo | Italia

Page 204: ma(s)se riabitiamo?

200

13 % occupati

occupati totali-unità di lavoro

1980

3.7 % occupati

2014 3.1 % occupati

2009

Settore agricolo | Italia

850 000 unità

2010 2011

4,6 %

Page 205: ma(s)se riabitiamo?

201

Agricoltura4.46 % Pil

occupati-totale economia occupati-agricoltura

2001 2007

0,8 %

2008 2014

1,2 %

2001 2007

1,8 %

2008 2014

2,9 %

Settore agricolo | Puglia

Page 206: ma(s)se riabitiamo?

202

occupati 2009 occupati 2014assunzioni per sostituzione

assunzioni aggiuntive

384.998 343.532

68.093 -41.466

268.649 232.704 195.575

-35.946

2008 2014

10,8 %

occupati 2009 occupati 2014assunzioni per sostituzione

assunzioni aggiuntive2008 2014

13,4 %

Agricoltori e operai agricoli specializzati

occupati domanda di lavoro

Personale non qualificato dell’agricoltura

occupati domanda di lavoro

Page 207: ma(s)se riabitiamo?

203

femminemaschi

31.83 %

68.17%

>=40 anni< 40 anni

69.66 %

30.34%

indipendentidipendenti

74.21%

25.79%

Agricoltori e operai agricoli specializzati di coltivazioni legnose agrarie

111.000 occupati

femminemaschi

30.26 %

69.74%

61.000 occupati

femminemaschi

29.46 %

70.54%

>=40 anni< 40 anni

27.14 %

72.86%

Agricoltori e operai agricoli specializzati di ortive protette e orti stabili

104.000 occupati

femminemaschi

15.45 %

84.55%

Agricoltori e operai agricoli specializzati di colture miste

68.000 occupati

Agricoltori e operai agricoli specializzati in colture a pieno campo

indipendentidipendenti

43.23 %

56.77%

>=40 anni< 40 anni

55.78 %

44.22%

indipendentidipendenti

83.16 %

16.84%

>=40 anni< 40 anni

24.74 %

75.26%

indipendentidipendenti

92.56 %

7.44%

Page 208: ma(s)se riabitiamo?

204

Occupazione nel settore agricolo in Puglia

LECCE

3,1 %

tasso di occupazione settore agricolo

2001

1,3 %

2007 2008 2014

2,9 %

Agricoltori e operai agricoli specializzati di coltivazioni legnose agrarie

<35

1

>= 65

10 tasso di senilità aziendale

Page 209: ma(s)se riabitiamo?

205

bassa percentuale di under 40 nel settore agricolo

dai dati emerge una presenza inferiore di partecipanti under 40, che determina l’assenza di ricambio generazionale, fondamentale nel garantire il progredire di un settore

Aziende biologiche

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206

Attori under 40

1 | grado di istruzione più elevato

2 | apertura verso metodi innovativi

3 | maggiore sensibilizzazione verso la sostenibilità

4| riduzione del tasso di disoccupazione

< 40

punti di forza

Page 211: ma(s)se riabitiamo?

207

PSR | Programma di Sviluppo Rurale | prevede il pacchetto multimisura giovani, con la quale l’attore in questione, di età compresa tra i 18 e 40 anni, potrà richiedere un aiuto sotto forma di premio unico.Il beneficiario del finanziamento potrà usufruire nello specifico anche della misura 112.

misura 112 | Insediamento giovani agricoltori

+ 40.000 + 40.000 + 40.000 € € €

+

50 %a fondo perduto

+

max 500.000 €

premio unico previsto a tutti i beneficiari della misura 112, ( nel caso si tratti di un azienda composta da più componenti, il premio unico spetta ad un individuo ogni tre componenti )

120.000 €

Finanziamenti

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5 | Caso studio Masseria Paladini

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211

Durante l’analisi condotta sull’area campione è stata raccolta la presenza di numero 16 masserie abbandonate, tra le quale è stata scelta quella campione che potesse fungere da caso studio.La decisione è ricaduta sulla Masseria Paladini, manufatto risalente al XVI sec, in buone condizioni statiche, la quale si trova al centro della strada campione, vicino a due dei tre complessi masserizi di maggiore interesse per la nostra analisi, ( Masseria Ospitale e Masseria Liobello).L’indagine condotta sul caso studio è iniziata attraverso un rilievo architettonico e fotografico ed è poi proseguita con una storiografica a compimento della quale si è giunti alla formulazione della morfogenesi completa del manufatto e l’individuazione delle sue peculiarità formali.Lo stato di fatto del caso studio è il risultato dell’ evoluzione formale che il manufatto ha ottenuto negli anni, individuando nello specifico quattro soglie storiche.Il primo nucleo originario, interamente fortificato dal muro di cinta, prevedeva l’accostamento di due elementi indipendenti, l’edifico torre a due piani e le stalle con uno sviluppo longitudinale, limitato al solo piano terra.La conformazione interna della torre, prevede al piano terra due vani distinti, voltati a botte, mentre al primo piano si hanno due ambienti comunicanti voltati a botte e a stella; le stalle a loro volta erano e sono tutt’ora voltate interamente a stella.

Il complesso masserizio presenta fin dalle sue origini, un prospetto uniforme dalla simmetria delle aperture e dei parapetti, inoltre elemento caratterizzante è la scala in facciata, disposta longitudinalmente il prospetto principale.Essa rappresenta uno degli stilemi classici presenti in ogni masseria, attraverso cui esse si distinguono le une con l’altre; inoltre non si può dimenticare la funzionale difensiva che svolgeva: consentiva, infatti, di avere due ingressi distinti al primo e al piano terra.Altri elementi peculiari della difesa si possono costatare nella presenza della grande caditoia in posizione centrale sul prospetto principale e una serie di feritoie, lungo tutto il cornicione di copertura.Altro elemento peculiare della Masseria Paladina è la scala di vedetta sempre in copertura, apparsa in secondo memento, insieme all’ accorpamento dei due distinti corpi di fabbrica.La scala di vedetta è elemento protagonista delle terrazze di copertura, spazi abitabili, dal grande potenziale che mettono in comunicazione diretta con il paesaggio rurale circostante, fino a raggiungere la vista del mare.Sostanziale cambiamento durante l’anno 1700, oltre l’introduzione di ulteriori spazi adibiti al lavoro, come ovili e fienili, fu l’ampliamento dell’edificio torre, che vide l’annessione di due nuovi elementi, rispettivamente a destra e a sinistra di esso.L’ultima soglia storica risale al 1755,

Page 216: ma(s)se riabitiamo?

212

anno che segna anche il passaggio di proprietà della masseria, la famiglia Paladini le cede ai Palmieri; questo periodo coincide con il progressivo sviluppo della nuova signoria terriera, che fu sempre interessata a donare un carattere di rappresentatività a queste architetture rurali.Risalgono a questo periodo, la torre colombaia, il pozzo e gli stemmi di famiglia; gli ultimi due trafugati in secondo momento. Attualmente sono ancora evidenti i resti al suolo della cinta muraria e gli spazi lavoro, come depositi e fienili, risultano in stato di rudere, probabilmente a causa della loro natura più fragile e vulnerabile, (spesso la copertura di questi spazi era fatta di materiali biodegradabili, come legno o paglia).Il resto del volume architettonico, composto dalla torre, le stalle e gli spazi aggiunti nel tempo, si mostrano rigidi e composti, segno della grande maestria dei costruttori tradizionali salentini, fautori di opere durevoli nel tempo.

Page 217: ma(s)se riabitiamo?

213

Masseria Paladini

categoria | abbandonataclassificazione | masseria con torreanno | 1500persone | /ettari | 40

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Stato di fatto

0 50 m

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1500

Soglie storiche

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1500

Page 222: ma(s)se riabitiamo?

1700

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1755

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220

stalla

ovile

dispense

abitazione massaro

recinto animali

deposito

giardino | orto

aia

spazio lavoro abitazione contadino

Distribuzione funzionale

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Rilievo fotografico

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222

La torre+

L’aia

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223

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224

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225

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226

La torre colombaia

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227

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228

L’ovile

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229

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230

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231

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232

Il giardino

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233

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234

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235

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236

Le stalle _ 1

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240

Le stalle _ 2

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241

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242

L’abitazione dei contadini

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243

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244

Il deposito

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245

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246

Le stanze per il lavoro _ 1

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247

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248

Le stanze per il lavoro _ 2

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250

Le dispense _ 1

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251

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252

Le dispense _ 2

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253

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254

L’abitazione del massaro _ 1

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255

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L’abitazione del massaro _ 2

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260

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262

La terrazza

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La vedetta

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6 | Concept

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273

Masseria, parola che deriva dal latino massa e che sta ad indicare un qualità fisica, ma che durante l’età medioevale è servito anche ad indicare i possedimenti terrieri.Questo duplice significato è perfettamente in linea con l’altrettanta duplice valenza del manufatto architettonico masseria.Essa, infatti, è allo stesso tempo espressione fisica dell’antica organizzazione della produzione agricola del Salento e manifestazione tettonica dell’uso sapiente della massa.Massa quindi intesa come blocco che nel linguaggio architettonico dei complessi masserizi si esplica attraverso l’utilizzo di un unico materiale, il tufo.Osservando queste architetture spontanee sparse lungo la campagna, siano esse ruderi o in buono stato di conservazione, ciò che colpisce è la loro conformazione volumetrica, ortogonale, solida e monolitica, in un’alternanza di forme mai uguali, le quali, nonostante la compostezza, trasmettono movimento ed espressione.Il tufo grazie alla sua facile lavorabilità, ha permesso ai costruttori di arricchirle ogni volta di dettagli, i quali creano effetti chiaroscurali evidenti sulla perfezione geometrica degli elementi.La massa si esprime ad una microscala con il concio strutturale e diventa fortificazione ad una scala più ampia.Nel relazionarsi con la preesistenza si è tenuto in considerazione questo aspetto peculiare dell’estetica delle masserie; esse contengono al loro interno ogni declinazione della pietra,

che parte dal singolo concio, passa per muro di fortificazione e arriva al volume intero, il quale se osservato da lontano torna ad assomigliare al blocco iniziale.Questo rapporto circolare è l’esplicitarsi dell’espressione della massa.Affiancare la Masseria Paladini con un nuovo edificio ha significato rispettare la sua conformazione antica, andando a ricalcare l’antica traccia della fortificazione e ripristinando una conformazione a corte chiusa.IL nuovo muro che diventa edificio stesso, diventa il link tra preesistente e nuovo, pur mostrando un linguaggio estetico differente.Nel passato ha rappresentato un modo per chiudersi e proteggersi dall’esterno, oggi può rappresentare, come elemento connotativo, il criterio con cui rivendicare la ritrovata riattivazione.Riattivazione conforme alla tradizione.

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0’

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7’

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7 | Metaprogetto

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285

Ma (s)se riabitiamo giunge a delineare una strategia di intervento con la formulazione di un meta progetto, in cui agricoltura, vita comunitaria e cultura convivono insieme.La formula della strategia si riassume in 1+10+20, rispettivamente una masseria, dieci soci e venti ettari.Questi numeri sono la risposta adeguata al fine di tutelare un manufatto alla volta, creando allo stesso tempo una proposta di vita e di lavoro realizzabile per un numero equo di persone, attraverso una quantità di ettari proporzionata alla scala della comunità.L’espressione numerica è il frutto di una serie di tentavi che si sono susseguiti, in cui modificando alternativamente ciascun addendo si è sempre giunti a proposte che si sono rivelate sproporzionate al conseguimento della strategia. In certi casi si è trattato di considerare un numero di soci troppo elevato, con il conseguente abbassamento delle salario individuale; in altri casi, invece, l’idea di occuparsi di due masserie contemporaneamente, pur aumentando il numero di persone, si è rivelata pretenziosa e inefficace per assicurare dei buoni livelli di gestione, senza considerare i costi eccessivi di partenza.Le interviste raccolte durante il fieldwork, si sono dimostrate utili per valutare le funzioni da inserire all’interno dell’azienda e capire le necessità che un progetto del genere implicasse, stilando anche una media riguardante il numero di possedimenti terrieri presenti nelle masserie.

L’ultimo censimento Istat riguardante la produzione agricola in Puglia, in particolare nella provincia di Lecce, è stato utilizzato per verificare la situazione attuale riguardante il settore convenzionale e da li creare un confronto con quello biologico.A sostegno del meta progetto è stato redatto un business plan che verifichi dal punto di vista economico-finanziario, la fattibilità del progetto, registrando l’evoluzione di esso dall’anno preliminare la realizzazione, fino al decimo anno di vita.

Page 290: ma(s)se riabitiamo?

286

1

masseria

Attività collaterali

365 giorni 183 giornin^

n^ giorni

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287

Slow food

50 coperti

Si prevede all’interno della Masseria uno spazio ristorante servito con prodotti alimentari coltivati diretta-mente dall’azienda, conferendogli la possibilità di entrare a far parte dei presidi Slow Food.

73 000 €ricavo al netto

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288

Turismo sostenibile

6 alloggi

Si sostiene un tipo di turismo che rispetti il paesaggio dell’entroterra, evitando di alimentare la congestio-ne delle realtà balneari.Il visitatore può partecipare in modo attivo alla quotidianità della masse-ria, diventando parte integrante della comunità composta dai dieci soci.

43 800 €ricavo al netto

Page 293: ma(s)se riabitiamo?

289

2 alloggi

Artist in residence

Viene prevista la collaborazione con aritisti e artigiani, offrendo loro la possibilità di vivere all’interno della masseria con un affitto limitato, con l’idea che essi possano al contempo creare situzioni favorevoli e sinergici per la comunità.

6480 €ricavo al netto

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290

Attività culturali 100 posti

Didattica adulti 20 adulti

Didattica bambini 50 bambini

Workshop

La masseria diventa spazio didattico e ricreativo, prevedendo l’organizzazione di diversi eventi culturali, rivolti ad un pubblico che coinvolge adulti e bambini.

€38.220ricavo al netto

26

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291

Attività collaterali | ricavi

UNITA’ /UNITA’ GIORNI / MESI

ristorazione

didattica bambini

didattica adulti

attività Culturali

camere ospiti

artist in residence

TOT

50 20 183 182.500

6 480 183 87.600

2 300 12 7200

50 10 26 13.000

20 30 26 15.600

100 10 26 26.000

Page 296: ma(s)se riabitiamo?

292

Attività collaterali | costi

TOT COSTI % COSTI TOT

ristorazione 60 % 109.500 73.000

didattica bambini 30 % 3.900 9.100

didattica adulti 30 % 4.680 10.920

attività Culturali 30 % 7.800 18.200

artist in residence 10 % 720 6.480

camere ospiti 50 % 43.800 43.800

Page 297: ma(s)se riabitiamo?

293

Attività collaterali | reddito netto

161.500 €

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294

soci

10

affittuarioturistafruitori esterni

Attori

TOT

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295

20

ettari

Agricoltura

365 giorni 183 giornin^

n^ giorni

Page 300: ma(s)se riabitiamo?

296

677 mq spazio mercato

Coltivazione | vendita diretta

72.133 €ricavo al netto

Spazio mercato con vendita di prodotti biologici a kilometro zero, derivanti dalla diretta coltivazione nei campi annessi alla massseria, con il rispetto della stagionalità e qualità.

Page 301: ma(s)se riabitiamo?

297

frutta

ortaggi

tuberi

legumi

lereali

arance

pesche

batata

frumento

pastinaca

favececi

peperoni

melanzanemeloncella

muguli

carciofi

pomodori

rapaindivia

melone

rucola

10 %

25 %

10 %

50%

5 %

Programma colture

Page 302: ma(s)se riabitiamo?

298

Lavorazione | vendita prodotti lavorati

Un quarto del raccolto viene destina-to alla lavorazione di prodotti finiti, quali marmellate, confetture e salse, da vendere direttamente in masseria.

34 mq bioshop

12.091 €ricavo al netto

Page 303: ma(s)se riabitiamo?

299

Seminativi

SUPERFICIE (Ha)

frumento duro 22.000 396.000 380.000

PRODUZIONE TOT. PRODUZIONE RACCOLTA

orzo 4.500 81.000 79.000avena 4.000 64.000 63.000

mais 70 4.550 4.550

fava da granella 70 1.050 1.029

fagiolo 40 600 590pisello da granella 40 600 590

cece 45 810 785patata primaticcia 1.800 216.00 211.680

patata comune 50 6.000 6.000

fava fresca 60 3.000 2.960

fagiolino 145 185.125 185.125pisello 120 8.400 8.150

aglio e scalogno 40 2.000 1.960carota e pastinaca 15 1.950 1.950

cipolla 90 10.800

cere

ali

legu

min

ose

e tu

beri

orta

ggi i

n p

ien

a ar

ia

10.800

broccolo rapa 225 45.000 43.000

cavolo cappuccio 60 9.000 9.000cavolo verza 70 11.200 11.200

finocchio 300 66.000 66.000indivia 30 4.500 4.500

lattuga 140 22.400 22.400

radicchio 250 45.000 45.000

cocomero 450 315.000 300.000fragola 7 430 410

melanzana 200 70.000 70.000peperone 240 84.000 84.000

melone 180 36.000 36.000

zuccina 300 75.000 75.000

pomodoro 220 30.800 30.800

pomodoro da industria 400 280.000 280.000

Dati Istat Convenzionale

Page 304: ma(s)se riabitiamo?

300

Coltivazioni legnose

SUPERFICIE (Ha)

melo 20 3.000 2.950

PRODUZIONE TOT. PRODUZIONE RACCOLTA

pero 88 12.320 12.050albicocca 47 6.600 6.500

ciliegio 6 170 165

pesco 129 19.350 18.950

nettarina 79 11.850 11.600susino 27 3.645 3.535

mandorle 80 1.440 1.412

arancio 450 67.500 67.500

mandarino 40 5.800 5.800clementina 155 23.250 23.250

limone 50 6.750 6.750

fru

tta

fres

caag

rum

i

uva da tavola 200 46.000 44.620

uva da vino 13.000 1.120.000 1.085.000vino - - 760.300 - -v

ite

e v

ino

olive 89.300 3.125.500 3.125.500oliv

oDati Istat Convenzionale

Page 305: ma(s)se riabitiamo?

301

Colt. legnose | vite

superficie tot. 13.200 Ha

Coltivazioni superficie tot. 139.828 Ha

fava fresca

fagiolinopisello

aglio e scalognocarota e pastinaca

cipolla

broccolo rapa

cavolo cappucciocavolo verza

finocchioindivia

lattuga

radicchio

cocomerofragola

melanzanapeperone

melone

zuccina

pomodoro

pomodoro da industria

melo

peroalbicocca

ciliegiopesco

nettarinasusino

cereali

leguminose e tuberiortaggi

fruttaagrumi

viteolivo

mandorle

arancio

mandarinoclementina

limone

uva da tavola

uva da vino

Seminativi | cereali

superficie tot. 30.570 Ha

Colt. legnose | frutta

superficie tot. 476 Ha

Colt. legnose | agrumi

superficie tot. 695 Ha

Seminativi | leguminose e tuberi

superficie tot. 2.045 Ha

Seminativi | ortaggi

superficie tot. 3.542 Ha

frumento duro 71%

3.4%

4.2%18%

10%1.2%

65%6%

22.3%7%

2%

22%

1.5%2.5%

0.3%

9.5%64%

0.5%

98%

27%

16.5%5.6%

17%

1.7%

4%3.4%

1.2%

0.5%2.5%

6.3%

1.7%1.8%

8.5%

0.8%4%

7%

13%0.2%

6%

6.8%5%

8.5%

6.2%11.3%

2%2%2.2%

2.5%88%

14%13%

0.2%

orzoavena

mais

fava da granella

fagiolopisello da granella

cecepatata primaticcia

patata comune

Dati Istat Convenzionale

64%64%64%64%64%64%64%64%9.5%

139.828 Ha139.828 Ha139.828 Ha139.828 Ha139.828 Ha139.828 Ha139.828 Ha

olivoolivoolivo

9.5%9.5%9.5%

0.5%0.3%0.5%

9.5%9.5%

0.5%0.5%0.3%0.5%

2.5%0.3%0.3%2.5%

0.3%

139.828 Ha139.828 Ha

22%

139.828 Ha139.828 Ha139.828 Ha139.828 Ha139.828 Ha139.828 Ha139.828 Ha139.828 Ha139.828 Ha139.828 Ha139.828 Ha139.828 Ha

viteolivo

agrumi

viteolivo

agrumi

vite

agrumifrutta

agrumi

viteolivo

agrumi

vite

agrumifrutta

agrumifrutta

agrumi0.3%0.5%agrumi

2.5%0.3%frutta

agrumifrutta

ortaggifrutta 0.3%

2.5%

agrumifrutta

ortaggifrutta

leguminose e tuberiortaggi 2.5%

22%

1.5%2.5%1.5%1.5%

superficie tot.

1.5%2.5%

22%

1.5%2.5%1.5%

superficie tot. 139.828 Ha

22%

139.828 Ha

22%

139.828 Ha superficie tot. 139.828 Ha superficie tot. 139.828 Ha

22%

139.828 Ha

22%

139.828 Ha superficie tot. superficie tot. 139.828 Ha139.828 Ha

fruttaortaggiortaggi

leguminose e tuberileguminose e tuberiortaggi

fruttaortaggi

leguminose e tuberileguminose e tuberileguminose e tuberiortaggi

cereali

leguminose e tuberiortaggi

cereali

leguminose e tuberi

cereali

leguminose e tuberi

superficie tot.

cereali

leguminose e tuberileguminose e tuberiortaggi

cereali

leguminose e tuberiortaggi

cereali

leguminose e tuberi

cereali

leguminose e tuberi

superficie tot.

cereali

superficie tot. superficie tot.

cereali

superficie tot. superficie tot. superficie tot. superficie tot. superficie tot.

cereali

superficie tot. superficie tot. superficie tot. superficie tot. superficie tot.

leguminose e tuberileguminose e tuberileguminose e tuberileguminose e tuberileguminose e tuberileguminose e tuberileguminose e tuberileguminose e tuberi

superficie tot.

leguminose e tuberileguminose e tuberileguminose e tuberileguminose e tuberileguminose e tuberi

superficie tot. superficie tot. superficie tot. Coltivazioni superficie tot. Coltivazioni superficie tot. Coltivazioni superficie tot. superficie tot. superficie tot. Coltivazioni superficie tot. Coltivazioni superficie tot. Coltivazioni superficie tot. superficie tot. ColtivazioniColtivazioni superficie tot. Coltivazioni

leguminose e tuberi

superficie tot.

superficie tot. superficie tot. superficie tot. Coltivazioni superficie tot. Coltivazioni superficie tot. Coltivazioni superficie tot. superficie tot. superficie tot. Coltivazioni superficie tot. Coltivazioni superficie tot. Coltivazioni superficie tot. Coltivazioni superficie tot. ColtivazioniColtivazioniColtivazioniColtivazioni superficie tot. ColtivazioniColtivazioni superficie tot. superficie tot. Coltivazioni superficie tot. Coltivazioni superficie tot. superficie tot. Coltivazioni superficie tot. ColtivazioniColtivazioni superficie tot. ColtivazioniColtivazioniColtivazioniColtivazioni superficie tot. ColtivazioniColtivazioni

Page 306: ma(s)se riabitiamo?

302

Colt. legnose | agrumi

produzione tot. 103.300 q

Colt. legnose | vite

produzione tot. 1.129.620 q

Coltivazioni produzione tot. 6.451.061 q

fava fresca

fagiolinopisello

aglio e scalognocarota e pastinaca

cipolla

broccolo rapa

cavolo cappucciocavolo verza

finocchioindivia

lattuga

radicchio

cocomerofragola

melanzanapeperone

melone

zuccina

pomodoro

pomodoro da industria

melo

peroalbicocca

ciliegiopesco

nettarinasusino

cereali

leguminose e tuberiortaggi

fruttaagrumi

viteolivo

mandorle

arancio

mandarinoclementina

limone

uva da tavola

uva da vino

Seminativi | cereali

produzione tot. 526.550 q

Colt. legnose | frutta

produzione tot. 57.162 q

Seminativi | leguminose e tuberi

produzione tot. 220.674 q

Seminativi | ortaggi

produzione tot. 1.288.255 q

frumento duro 72%

0.5%

5.2%21%

11.4%0.3%

65%5.6%

22.5%6.5%

4%

8%

3.5%20%

1%

17.5%48.5%

1.6%

96%

33%

20%6.2%

2.5%

0.2%

14.4%0.6%

0.1%

0.1%

1%3.4%

0.7%1.2%

5%

0.4%1.7%

3.2%

23%0.1%

5.4%

6.5%

2.3%5.5%

2%21.7%

0.2%0.2%0.3%

2.7%95%

15%12%

1%

orzoavena

mais

fava da granella

fagiolopisello da granella

cecepatata primaticcia

patata comune

Dati Istat Convenzionale

48.5%48.5%48.5%48.5%48.5%48.5%48.5%48.5%48.5%17.5%17.5%17.5%17.5%17.5%17.5%17.5%17.5%17.5%

6.451.061 q6.451.061 q6.451.061 q6.451.061 q6.451.061 q6.451.061 q6.451.061 q

olivovite

olivoolivovite

olivo

1.6%1.6%1%

vite

1.6%1.6%1.6%1%

vite

20%

1.6%

20%

1.6%

3.5%

1%20%

1.6%1%

3.5%

1%20%20%

6.451.061 q

20%20%

6.451.061 q6.451.061 q6.451.061 q6.451.061 q6.451.061 q6.451.061 q6.451.061 q6.451.061 q6.451.061 q6.451.061 q6.451.061 q6.451.061 q6.451.061 q

viteolivo

agrumi

vite

agrumiagrumifrutta

agrumi

viteolivo

agrumiagrumifrutta

agrumifrutta

agrumiagrumifrutta

agrumi

ortaggifrutta

leguminose e tuberiortaggi

fruttaagrumifrutta

agrumi

ortaggifrutta

leguminose e tuberiortaggi

frutta

leguminose e tuberiortaggi

frutta

3.5%

8%

3.5%

8%

produzione tot.

leguminose e tuberi 3.5%

8%

3.5%

produzione tot. 6.451.061 q6.451.061 q

8%

6.451.061 q produzione tot. 6.451.061 q produzione tot. 6.451.061 q

8%

6.451.061 q

8%

6.451.061 q produzione tot. produzione tot. 6.451.061 q6.451.061 q

ortaggileguminose e tuberileguminose e tuberi

ortaggileguminose e tuberileguminose e tuberileguminose e tuberi

ortaggi

cereali

leguminose e tuberiortaggi

cereali

leguminose e tuberi

cereali

leguminose e tuberi

produzione tot.

leguminose e tuberileguminose e tuberiortaggi

cereali

leguminose e tuberi

cereali

leguminose e tuberi

cereali

leguminose e tuberi

produzione tot. produzione tot.

cereali

produzione tot.

cereali

produzione tot. produzione tot. produzione tot. produzione tot.

cereali

produzione tot.

cereali

produzione tot. produzione tot. produzione tot. produzione tot. produzione tot.

leguminose e tuberileguminose e tuberileguminose e tuberileguminose e tuberileguminose e tuberileguminose e tuberileguminose e tuberi

produzione tot.

leguminose e tuberileguminose e tuberileguminose e tuberileguminose e tuberileguminose e tuberi

produzione tot. produzione tot. produzione tot. produzione tot. produzione tot. Coltivazioni produzione tot. produzione tot. produzione tot. produzione tot. Coltivazioni produzione tot. Coltivazioni produzione tot. produzione tot. produzione tot. produzione tot. produzione tot. produzione tot. produzione tot. Coltivazioni produzione tot. Coltivazioni produzione tot. Coltivazioni produzione tot. produzione tot. produzione tot. Coltivazioni produzione tot. Coltivazioni produzione tot. Coltivazioni produzione tot. Coltivazioni produzione tot. ColtivazioniColtivazioniColtivazioniColtivazioni produzione tot. ColtivazioniColtivazioni

produzione tot. produzione tot. Coltivazioni produzione tot. Coltivazioni produzione tot. Coltivazioni produzione tot. produzione tot. produzione tot. Coltivazioni produzione tot. Coltivazioni produzione tot. ColtivazioniColtivazioni produzione tot. ColtivazioniColtivazioniColtivazioniColtivazioni produzione tot. ColtivazioniColtivazioniColtivazioniColtivazioni

6.451.061 q

Page 307: ma(s)se riabitiamo?

303

Seminativi

grano duro locale 0.17

unità €/Kg unità €/Kg

orzo locale 0.13avena locale 0.17

mais - -

fava sguscaite 1.03

fagiolo 0.92pisello da granella - -

cece 0.92patata novella 0.5

patata comune 0.65

fava fresca 2.00

fagiolino - -pisello - -

aglio e scalogno - -carota - -cipolla 0.50

cere

ali

legu

min

ose

e tu

beri

orta

ggi i

n p

ien

a ar

ia

broccolo rapa 0.50

cavolfiore 0.55cavolo verza 0.50

finocchio 0.50indivia 2.20

lattuga 1.00

radicchio - -

cocomero nero 1.10fragola - -

melanzana locale 1.00peperone 1.80

melone - -

zuccina locale 0.70

pomodoro 1.20

pomodoro da industria - -

Coltivazioni legnose

melo locali - -pere locali - -albicocche - -

ciliegie - -pesche - -

nettarina - -susine 3.90

mandorle - -

arancie 0.80mandarini 0.65

clementine 0.90limoni locale 0.55

fru

tta

fres

caag

rum

i

Fonte: Camera di commercio Lecce

Fonte: Istat, indagine sui prezzi dei prodotti venduti dagli agricoltori.

I prezzi riportati si riferiscono alla produzione al netto dell’IVA di prodotti agricoli, nel mese di Marzo 2011. La mancata indicazione di alcuni prodotti significa che la merce non è stata quotata.

A cuasa della forte variabilità del mercato dei prezzi ortofrutticoli e della stagionalità di molto colture, è difficile stabilire delle medie annua-li. Dai numeri indici dei prezzi si può però vedere l’andamento del mercato in confronto al 2005 (base 2005 = 100)

Dati Istat Convenzionale

altri ceralifrumento

ortaggi freschipatatefrutta

vinoolio d’oliva

197.5201.7 +101.7%

+97.5%

+76.4%+14.6%

+6.9%

-9%

-4.2%

91.0176.4114.6106.9

95.8

%+76.4%%%+76.4%

+101.7%

%%+101.7%

%+101.7%

+76.4+76.4+76.4+76.4+76.4+76.4+76.4+76.4+76.4

+97.5

+76.4

+97.5+97.5

+101.7%

+97.5+97.5

+76.4

+97.5

+76.4

+97.5+97.5

+101.7%

+97.5

+101.7%

%+101.7%

+97.5

+101.7%+101.7%+101.7%+101.7%

+97.5%+101.7%

+97.5

+101.7%+101.7%+101.7%+101.7%+101.7%

-4.2%-4.2%-4.2%-4.2%+6.9%

-4.2%

+14.6+6.9%

+14.6+6.9%

-4.2%

+14.6+6.9%+6.9%

+14.6+6.9%

-4.2%

+14.6+6.9%

+14.6+6.9%

%%+14.6%+14.6%+14.6%+14.6

+101.7%+101.7%+101.7%+101.7%

+6.9%-4.2%

+6.9%-4.2%

+6.9%-4.2%

+6.9%-4.2%

+14.6+6.9%+6.9%

-9%

+14.6+6.9%

-9%

95.8olio d’olivaolio d’olivaolio d’oliva 95.8106.9

95.8106.9

95.8

114.6106.9114.6106.9

95.8106.9

95.8

114.6106.9

95.8

114.6106.9114.6106.9114.6176.4114.6114.6176.4

-9%-9%-9%-9%-9%

olio d’olivaolio d’olivaolio d’olivaolio d’olivaolio d’olivaolio d’olivavino

olio d’olivavino

olio d’olivavino

olio d’oliva

fruttafruttavino

olio d’olivavino

olio d’oliva

fruttavino

olio d’oliva

fruttafrutta 114.6176.4114.6frutta

176.4patatepatatefrutta

ortaggi freschipatate

vino

176.4114.6frutta

176.4patatepatatefrutta

176.4patatefrutta

ortaggi freschipatate 176.4

91.0176.4

197.5

91.0

197.5

91.0

197.5201.7

91.0176.4

91.0176.4

197.5

91.0

197.5197.5201.7201.7201.7201.7

olio d’olivaolio d’oliva

patatefrutta

patatepatateortaggi freschiortaggi freschi

patatepatateortaggi freschiortaggi freschiortaggi freschiortaggi freschi

patate

altri cerali

ortaggi freschipatate

altri cerali

ortaggi freschi

altri cerali

ortaggi freschi

altri ceralifrumento

ortaggi freschiortaggi freschipatate

altri cerali

ortaggi freschi

altri cerali

ortaggi freschi

altri cerali

ortaggi freschi

altri ceralifrumento

197.5201.7

altri cerali

201.7

altri ceralifrumentofrumentofrumento

altri cerali

201.7

altri cerali

201.7frumentofrumentofrumento 201.7

ortaggi freschi

altri cerali

ortaggi freschi

altri cerali

ortaggi freschiortaggi freschiortaggi freschi

altri cerali

ortaggi freschiortaggi freschi

altri ceralifrumento

altri ceralifrumento

altri ceralifrumentofrumento

altri ceralifrumento

altri ceralifrumentofrumento +101.7%

Page 308: ma(s)se riabitiamo?

304

Q KG HA RACCOLTO

117 11.700 1 11.700

53 5.300 1 5.300

48.7 4.870 2.5 12.175

5.8 580 1 580

64 6.400 1 6.400

60 6000 1 6.000

peperoni

melanzane

carciofi

arance

pesche

batata

fave

ceci

pomodori

pastinaca

rapa

indivia

melone

rucola

meloncella

muguli

67 6700 1 6.700

50 5000 1 5.000

43.3 4.330 1 4.330

47 4.700 1 4.700

53 5.300 1 5.300

40 4.000 1 4.000

50 5000 2.5 12.500

73 7.300 1 7.300

83 8.300 1 8.300

117 11.700 1 11.700

Dati raccolto

Page 309: ma(s)se riabitiamo?

305

DIRETTA LAVORATO

11.115 292.5

5.035 132.5

11.566,25 304.375

551 14.5

6080 160

5700 150

peperoni

melanzane

carciofi

arance

pesche

batata

fave

ceci

pomodori

pastinaca

rapa

indivia

melone

rucola

meloncella

muguli

6.532,5 167.5

4875 125

4.113,5 108.25

4.465 117.5

5.035 132.5

3.900 100

11.875 312.5

6.935 182.5

8.02,5 207.5

11.115 292.5

Dati raccolto

292.5

132.5

304.375

14.5

160

150

0

0

108.25

117.5

132.5

0

312.5

182.5

0

292.5

PERSONALE

Page 310: ma(s)se riabitiamo?

306

2.3

0.8

1.2

1

1.25

0.6

0.9

0.7

0.95

1.35

1.1

0.9

1.5

2

1.2

1.15

Dati raccolto | costi e ricavi

TOT DIRETTA LAVORATO TOT LAVORATO

12 3.510

10 1.325

0 4.565,626

10 145

12 1.920

20 3.000

peperoni

melanzane

carciofi

arance

pesche

batata

fave

ceci

pomodori

pastinaca

rapa

indivia

melone

rucola

meloncella

muguli

0 0

0 0

12 1.299

10 1.175

10 1.325

100 0

15 4.687,5

15 2555

0 0

12 3.510

25.564,5

4.028

13.879,5

551

7.600

3.420

5.879,25

4.412,5

3.907,825

6.027,75

5.538,5

3.510

17.812,5

13.870

9.711

12.782,25

DIRETTA €€

Page 311: ma(s)se riabitiamo?

307

Dati raccolto | costi e ricavi

72.132,65 €

12.091 €

Tot 110.973,3

35 % costi ricavo al netto

Tot 24.182,125

50 % costi ricavo al netto

Page 312: ma(s)se riabitiamo?

308

Agricoltura | reddito netto

84.224 €

Page 313: ma(s)se riabitiamo?

309

meloncella arancia vaniglia melone di gallipoli

cicerchia fava di zollino

Finanziamenti | biodiversità

ETTARI

600 12.000PAC

PSR 4.675

20

TOT

Granella 86 1722

Frutta 417 20855

Page 314: ma(s)se riabitiamo?

310

batata mugnuli

rucola selvaticapastanaca carciofo pomodoro

paparina

portulaca

indivia

cicoria all’acquacima di rapa

TOT ETTARI TOT

Orticolo 186 241813

Finanziamenti | biodiversità

Finanziamenti | reddito netto

TOT

16.675 €Bio

Page 315: ma(s)se riabitiamo?

311

Finanziamenti | reddito netto

TOT

16.675 €Bio

Page 316: ma(s)se riabitiamo?

312

Situazione preliminare

+

ToT110.000 €capitale iniziale

10.000 €( 1.000 € a testa a fondo perduto )

10 soci

100.000 €1 proprietario

( cifra che viene restituita in 5 anni )

Business Plan

Page 317: ma(s)se riabitiamo?

313

- 100.000 €

+ 150.000 €

- 10.000 €

20o.000 €

PSR_40.000 € x 3 soci_120.000 € PAC_30.000 €

mutuo da estinguere in 10 anni con la metà a fondo perduto finanziato dal PSR

1.000 a socio come quota di inizio attività

460.000 €

+

ToTcapitale iniziale

Anno zero

Page 318: ma(s)se riabitiamo?

314

/

84.223,7 €

10.000 €

16.675 €

ricavo annuo dalla agricoltura

PSR incentivi biodiversità

quota annuale per estinguere mutuo e finanziamento

75.900 €reddito netto primo anno632 € mensili

15.000 €contributi previdenziali

ToT

+

-

+

-

Primo anno

(10 quote + 1 proprietario)

Page 319: ma(s)se riabitiamo?

315

84.223,7 €

10.000 €

16.675 €

ricavo annuo dalla agricoltura

23.854 €entrata annua

PSR incentivi biodiversità

quota annuale per estinguere mutuo e finanziamento

15.000 €contributi previdenziali

262.400 €

1.720 € mensili

reddito netto primo annoToT

ricavo annuo dalle attività161.500 €

+

-

+

-

+

+

Quinto anno

(10 quote + 1 proprietario)

Page 320: ma(s)se riabitiamo?

316

245.725 €

16 675 €

15 000 €

1.820 € mensili

ricavo annuo dalla agricoltura e dalle attività

PSR incentivi biodiversità

contributi previdenziali

23.854 €entrata annua

262.400 €reddito netto primo annoToT

+

+

-

+

Decimo anno

1.820 € mensili1.820 € mensili1.820 € mensili1.820 € mensili1.820 € mensili1.820 € mensili1.820 € mensili1.820 € mensili1.820 € mensili1.820 € mensili

262.400 €262.400 €262.400 €262.400 €262.400 €262.400 €reddito netto primo annoreddito netto primo annoreddito netto primo anno 262.400 €reddito netto primo anno 262.400 €reddito netto primo annoreddito netto primo annoreddito netto primo annoreddito netto primo annoToTreddito netto primo annoreddito netto primo annoreddito netto primo annoreddito netto primo annoToTToTreddito netto primo annoreddito netto primo annoreddito netto primo annoreddito netto primo annoToTToT

entrata annuaentrata annua23.854 €entrata annuaentrata annuaentrata annuaentrata annua23.854 €entrata annua

contributi previdenzialicontributi previdenziali

entrata annua23.854 €+ 23.854 €entrata annua

+ 23.854 €entrata annua23.854 €

contributi previdenziali15 000 €contributi previdenziali

23.854 €

contributi previdenzialicontributi previdenziali15 000 €contributi previdenzialicontributi previdenzialicontributi previdenzialicontributi previdenzialicontributi previdenziali15 000 €contributi previdenzialicontributi previdenzialicontributi previdenziali15 000 €

PSR incentivi biodiversità PSR incentivi biodiversità PSR incentivi biodiversità PSR incentivi biodiversità PSR incentivi biodiversità PSR incentivi biodiversità

ricavo annuo dalla agricoltura e dalle ricavo annuo dalla agricoltura e dalle ricavo annuo dalla agricoltura e dalle ricavo annuo dalla agricoltura e dalle ricavo annuo dalla agricoltura e dalle ricavo annuo dalla agricoltura e dalle

15 000 €contributi previdenziali15 000 €-

PSR incentivi biodiversità PSR incentivi biodiversità 16 675 €PSR incentivi biodiversità 16 675 €PSR incentivi biodiversità 16 675 €PSR incentivi biodiversità PSR incentivi biodiversità 16 675 €PSR incentivi biodiversità 16 675 €PSR incentivi biodiversità PSR incentivi biodiversità

ricavo annuo dalla agricoltura e dalle

PSR incentivi biodiversità

ricavo annuo dalla agricoltura e dalle ricavo annuo dalla agricoltura e dalle ricavo annuo dalla agricoltura e dalle ricavo annuo dalla agricoltura e dalle ricavo annuo dalla agricoltura e dalle ricavo annuo dalla agricoltura e dalle ricavo annuo dalla agricoltura e dalle ricavo annuo dalla agricoltura e dalle ricavo annuo dalla agricoltura e dalle ricavo annuo dalla agricoltura e dalle ricavo annuo dalla agricoltura e dalle

++

ricavo annuo dalla agricoltura e dalle

245.725 €

ricavo annuo dalla agricoltura e dalle attività

245.725 €

ricavo annuo dalla agricoltura e dalle attività

245.725 €+ricavo annuo dalla agricoltura e dalle attività

245.725 €

ricavo annuo dalla agricoltura e dalle attività

245.725 €

ricavo annuo dalla agricoltura e dalle

245.725 €++

(10 quote + 1 proprietario)

Page 321: ma(s)se riabitiamo?

317

Previsione

1.600 €

1.300 €

1.500 €

1.700 €

2.453 €

2.000 €

1.820 €1.800 €

libero professionista

insegnate scuola pubblica

bracciante agricolo

commerciante

ferroviviere

impiegato di posta

socio all’interno della masseria 1.700 €

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8 | Proposta progettuale

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Page 325: ma(s)se riabitiamo?

321

L’intervento architettonico prevede l’annessione alla preesistenza di un nuovo blocco che si sviluppa lungo la traccia dell’antica fortificazione.Questo, attraverso una conformazione ad L, permette di riacquistare la disposizione a corte chiusa, appartenuta alla masseria in precedenza.All’interno del nuovo elemento sono contenute le funzioni private dei diversi alloggi. Al piano terra, sviluppati su due livelli, sono presenti i dieci duplex riservati ai soci dell’azienda, al secondo piano fuori terra invece si trovano sei monolocali per il turismo e due appartamenti destinati all’affitto.I due prospetti principali del nuovo edificio sono trattati diversamente: quello interno, il quale si rivolge verso i giardini privati, presenta grandi aperture vetrate, in alternanza al policarbonato, che garantiscono un’illuminazione continua e sono schermati da oscuramenti in lamiera stirata ossidata.La stessa facciata è ulteriormente filtrata dalla presenza del ballatoio, anch’esso realizzato in lamiera che consente di avere una zona di semiombra e di ventilazione continue di fronte alle residenze.La permeabilità tra interno ed esterno è consentita al piano terra e al secondo grazie a serramenti a libro.A quota zero, gli appartamenti prevedono una zona esterna che diventa uno spazio unico con il soggiorno, mentre al secondo gli spazi interni si estendono direttamente al ballatoio.

Il rapporto con la luce e l’aria è stato determinante anche per la conformazione del secondo prospetto, verso l’esterno, il quale presenta bucature meno estese rispetto al lato opposto ma ugualmente efficaci nel garantire la ventilazione trasversale tra i due fronti, in quanto anch’esse provviste di oscuramenti apribili in lamiera stirata.Il nuovo edificio ospita al suo interno anche le funzioni tecniche e di supporto al lavoro agricolo, posizionate lungo il lato est, quali i garage, i magazzini e il granaio.Questo elemento si differenzia dal resto dell’annessione per la presenza di una copertura a shed e per la mobilità completa dell’ involucro esterno che agevola il lavoro e il passaggio dei macchinari.All’interno della preesistenza è stata rispettata la distribuzione degli spazi originaria, limitando l’intervento alla realizzazione di arredi fissi e mobili ad hoc per le diverse funzioni.La conformazione interna della masseria prevede la successione di diverse nicchie verticali nel muro create dalle strutture a volte di copertura, al loro interno sono stati inseriti gli arredi mobili, giustapposti, sempre per garantire un intervanto meno invasivo.Nel manufatto antico sono inserite le funzioni collettive, diventando il vero cuore dell’intero complesso; ospita, infatti, la cucina e il salotto comune, oltre che gli spazi di lavoro come il ristorante, il Foodshop e l’area accoglienza.Al primo piano dell’edificio torre

Page 326: ma(s)se riabitiamo?

322

sono ospitate tutte le aule workshop ricavate all’interno dell’antica dimora del massaro; da questi spazi si ha l’accesso diretto alle terrazze, spazi rimasti intatti con la funzione originaria di belvedere.Il manufatto antico e il nuovo blocco presentano un collegamento diretto proprio in prossimità degli spazi workshop, dove l’antico ballatoio è collegato da un nuovo passaggio che permette di raggiungere l’area centrale dell’edificio annesso, anch’essa ospitante aule lavoro.Tutto il progetto è volto al rispetto della conformazione originaria della masseria, con l’inserimento di un nuovo elemento che pur nascendo morfologicamente dall’antica traccia della fortificazione, acquista poi un’identità propria per quanto riguarda il trattamento formale dei materiali.Materiali ripresi poi nella realizzazione dei piccoli interventi puntuali, riguardanti arredi e serramenti, presenti nella masseria: in tutto il progetto vi è l’utilizzo di legno, policarbonato e lamiera stirata.

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Masetrplan

Page 328: ma(s)se riabitiamo?

0 50 m

Page 329: ma(s)se riabitiamo?
Page 330: ma(s)se riabitiamo?
Page 331: ma(s)se riabitiamo?

Layout funzionale

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Page 333: ma(s)se riabitiamo?

329

servizi

toilette

dispensa

lavanderia depositi

attività collaterali

ristorante slow food

workshop

accoglienza

attività agricola

mercato bio

bio shop

spazio esterno attrezzato

spazi esterni

orto verticale

giardino privato

area barbeque

produzione agricola

area collettiva

salotto comune

cucina comune

residenza

alloggi affittuari

alloggi turisti

alloggi soci

attori

affittuario

esterno

turista

socioi

Page 334: ma(s)se riabitiamo?

330

giardini 410 mq

orto verticale

residenza

28 mq servizi 94 mq

2423 mqarea collettiva 400 mq

area attività 150 mq

area produzione agricola 500 mq

aia 677 mq

workshop 137 mq

Intervento

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331

giardini 410 mq

orto verticale

residenza

28 mq servizi 94 mq

2423 mqarea collettiva 400 mq

area attività 150 mq

area produzione agricola 500 mq

aia 677 mq

workshop 137 mq

Page 336: ma(s)se riabitiamo?

salotto comune

workshop

workshop

1 x 4 mq1 x 5 mq

73 mq92 mq

80 mq

330 mq

toilette

aule

archivio

9 mq

1 x 20 mq1 x 36 mq

56 mq

18 mq

interno

area barbeque

giardino privato

esterno

Preesistenza

Page 337: ma(s)se riabitiamo?

2 x 10 mq

toilette 20 mq

ristorante slow food

cucina comune

spazio esterno attrezzato

mercato bio 370 mq

bio shop 34 mq

accoglienza 20 mq

dispensa 44 mq

66 mq54 mq

54 mq

50 mq

interno esterno

Page 338: ma(s)se riabitiamo?

334

mercato bio

spazio esterno attrezzato

am pm

Aia | spazio pubblico

Page 339: ma(s)se riabitiamo?

335

verde non atrezzato

area barbeque

am pm

Giardini | spazio privato

Page 340: ma(s)se riabitiamo?

servizi

lavanderia depositi

2 x 30 mq

34 mq

60 mq

residenza

10 x 68 mq680 mqalloggi soci

residenza

2 x 88 mq176mq

residenza

6 x 38 mq228 mqalloggi turisti alloggi affittuari

Ampliamento

Page 341: ma(s)se riabitiamo?

workshop

aule

1 x 92 mq1 x 48 mq

4 x 46 mq

140 mq rimessa 128 mq

granaio 45 mq

produzione agricola

produzione agricola

produzione agricola

garage 184mq

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338

giorno

servizi | bagno

esterno

connessione

notte

esterno | ballatoio

Alloggio turista | standard

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339

esterno

giorno

servizi | bagno cucina

connessione

notte

studio

Alloggio socio | duplex

Page 344: ma(s)se riabitiamo?

340

esterno

giorno

servizi | bagno cucina

connessione

notte

studio/atelier

Alloggio affittuario | patio

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Preesistenza + Ampliamento

Page 346: ma(s)se riabitiamo?

0 10 m

Page 347: ma(s)se riabitiamo?

pianta + 0.50

Page 348: ma(s)se riabitiamo?

0 10 m

Page 349: ma(s)se riabitiamo?

pianta + 5.90

Page 350: ma(s)se riabitiamo?

0 10 m

Page 351: ma(s)se riabitiamo?

b-b

a-a

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Page 353: ma(s)se riabitiamo?
Page 354: ma(s)se riabitiamo?

0 10 m

Page 355: ma(s)se riabitiamo?

d-d

c-c

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Page 359: ma(s)se riabitiamo?

Attualizzazione del muro

Page 360: ma(s)se riabitiamo?

0 10 m

Page 361: ma(s)se riabitiamo?

prospetto nord

prospetto est

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Page 363: ma(s)se riabitiamo?
Page 364: ma(s)se riabitiamo?

0 10 m

Page 365: ma(s)se riabitiamo?

prospetto sud

prospetto ovest

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Page 369: ma(s)se riabitiamo?

La residenza

Page 370: ma(s)se riabitiamo?

366

rapporto con la luce | il balaltoio

Page 371: ma(s)se riabitiamo?

367

La rete metallica staccandosi dalla facciata crea un’intercapedine d’aria,

ambienti interni della residenza.

La rete metallica staccandosi dalla facciata crea un’intercapedine d’aria, che

ambienti interni della residenza.

L’involucro del ballatoio in lamiera stirata ha la fuzione di ombreggiare il collegamento orizzontale , permettendo allo stesso tempo un filtraggio continuo della luce

La ventilazione e il raffrescamento delle parti antistanti la residenza sono garantite dalla presenza del ballatoio, che funge da intercapedine d’aria.

Page 372: ma(s)se riabitiamo?

0 5 m

Page 373: ma(s)se riabitiamo?

f-f

Page 374: ma(s)se riabitiamo?

370

rapporto con la luce | la facciata

Page 375: ma(s)se riabitiamo?

371

La rete metallica staccandosi dalla facciata crea un’intercapedine d’aria,

ambienti interni della residenza.

La rete metallica staccandosi dalla facciata crea un’intercapedine d’aria, che

ambienti interni della residenza.

Un secondo sistema di ombreggiamento in lamiera stirata applicato direttamente in facciata, protegge gli ambienti della residenza dalla luce solare diretta.

Il sistema continuo della facciata composto da serramenti in legno e pannelli di policarbonato crea diverse intensità di luce, in relazione degli spazi interni della residenza.

Page 376: ma(s)se riabitiamo?

0 5 m

Page 377: ma(s)se riabitiamo?

e-e

Page 378: ma(s)se riabitiamo?

0 1 m

Page 379: ma(s)se riabitiamo?

pianta + 0.50

Page 380: ma(s)se riabitiamo?

0 1 m

Page 381: ma(s)se riabitiamo?

pianta + 3.20

Page 382: ma(s)se riabitiamo?

0 1 m

Page 383: ma(s)se riabitiamo?

pianta + 5.90

Page 384: ma(s)se riabitiamo?

0 1 m

Page 385: ma(s)se riabitiamo?

sezione longitudinale

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Page 387: ma(s)se riabitiamo?

Elementi e Materiali

Page 388: ma(s)se riabitiamo?

384

Residenza | alloggio standard

Page 389: ma(s)se riabitiamo?

385

3

4

2

1 | blocco doccia legno

3| copertura servizi policarbonato

4 | blocco letto policarbonato

2| blocco servizi policarbonato

Page 390: ma(s)se riabitiamo?

386

Residenza | alloggio duplex

Page 391: ma(s)se riabitiamo?

387

1

2

3

4

1 | scala attrezzata legno

3| divisioni interne policarbonato

4 | blocco bagno legno

2| blocco cucina legno

Page 392: ma(s)se riabitiamo?

388

Preesistenza | serramenti

Page 393: ma(s)se riabitiamo?

389

giustapposizione

Page 394: ma(s)se riabitiamo?

390

Page 395: ma(s)se riabitiamo?

391

1 | serramento legno

2 | struttura portante legno

3 | oscuramento lamiera stirata

1

2

3

Page 396: ma(s)se riabitiamo?

392

Preesistenza | arredi

Page 397: ma(s)se riabitiamo?

393

giustapposizione

Page 398: ma(s)se riabitiamo?

394

Page 399: ma(s)se riabitiamo?

395

1 | seduta legno

2 | cassetto policarbonato

3 | base legno

1

2

3

Page 400: ma(s)se riabitiamo?
Page 401: ma(s)se riabitiamo?

Dettagli

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Page 403: ma(s)se riabitiamo?

399

serramento fisso di legno

oscuramento apribile in lamiera stirata

oscuramento fisso in lamiera stirata

serramento mobile di legno

struttura di legno copri imbotto porta

serramento fisso di legno

serramento mobile di legno

struttura di legno copri imbotto porta

struttura di legno copri soglia porta

profilo L metallico portante per oscuramento in lamiera stirata

87

6

4

2

5

3

1

9

10

8

7

6

4

2

5

3

1

9

10

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400

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401

8

7

6

4

2

5

3

1 9

12

10

11

32

33

29

28

27

25

31

30

20

19

18

17

21

34

22

23 39

40

37

35

38

36

15

13

14

24

26

16

pannello cassero in EPS per sistema solaio

armatura in cls gettato in opera

massetto 100 mm

cordolo in cls gettato in opera

impermeabilizzazione

pavimento di finitura in lengo

rete elettrosaldata

serramento scorrevole a libro di legno

oscuramento in lamiera stirata

isolante 50 mm

profilo L acciaio di ancoraggio per sostegno del sistema di facciata

trave di bordo di legno

serramento scorrevole a libro di legno

sistema di facciata doppiapannello di policarbonato 50 mm

sistema di facciata doppiaintercapedine d’aria

sistema di facciata doppiapannello di policarbonato 50 mm

doppio profilo d’ancoraggio per pannelli di policrabonato

isolante 50 mm

profilo L acciaio di ancoraggio per sostegno del sistema di facciata

pannello cassero in EPS per sistema solaio

armatura in cls gettato in opera

massetto 100 mm

pavimento di finitura in lengo

cordolo in cls gettato in opera

oscuramento in lamiera stirata

isolante 50 mm

profilo L acciaio di ancoraggio per sostegno del sistema di facciata

trave di bordo di legno

serramento scorrevole a libro di legno

isolante 50 mm

pavimento di finitura in lengo

trave di bordo di legno

massetto

oscuramento in lamiera stirata

oscuramento in lamiera stirata

pilastro acciaio Hea 200 mm

profilo C metallico portante per oscuramento in lamiera stirata

trave acciaio Hea 200 mm

profilo doppia C metallico portante per oscuramento in lamiera stirata

rete metallica per piano di calpestio

876

4

2

5

3

1

9

12

10

11

32

33

29

28

27

25

31

30

20191817

21

34

22

23

3940

37

35

38

36

15

13

14

24

26

16

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