Marzo2014
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ANNO VII
Marzo
2014
LA RIVINCITA DELLA CREATIVITA’
In terprete d i v i ta l i tà cu l tura le
L’analisi si incentra sulla figura in
movimento: il volto spesso viene
nascosto lasciando alle parti sco-
perte la sua funzione.
Deputati a dare il senso di questa
espressività sono i singoli partico-
lari della figura oppure la mutevo-
lezza del contesto nel suo tingersi
di irreale.
Nasce così un tributo al corpo
umano immortalato in tutta la sua
complessità.
Kalia Genova: Protagonista dei
suoi scatti è una figura fem-
minile che pare librarsi in
movimenti delicati all’interno
di un’atmosfera metafisica,
sfumata, quasi impercettibi-
le.
La leggerezza delle vesti e
la pacatezza della gestualità
simulano la visione di un so-
gno ed una fuga dalla con-
cretezza della realtà.
Chiara Mazzocchi: Si pre-
senta col progetto realizzato
a Berlino intitolato “Human
Alienation”. Chiara lavora
esclusivamente sull’auto-
scatto e autoripresa video e
sulla corporeità.
Si ritrae in diverse posizioni
e situazioni, spesso copren-
do il volto con delle calze
per enfatizzare il senso di
alienazione dal mondo dato
dal meccanismo sociale im-
posto.
Gli stessi indumenti dello
scatto vengono, in alcuni ca-
si, materialmente inseriti sul-
la cornice rendendo l’opera
un pezzo unico.
Ramona Zordini: Mette in
comunicazione due ambienti
o mondi di diversa sostanza: l’a-
ria e l’acqua.
La sua ricerca è sul mutamento di
una condizione spirituale che il
corpo rivela.
I suoi scatti ritraggono corpi
emergenti o immersi nel liquido,
che perdono la loro autonomia o
la loro apollinea armonia nell’av-
vicinarsi al nostro mondo.
Sevill Seven: Sevil Amini è un’ar-
tista iraniana nata e cresciuta a
Teheran.
I lavori proposti per la collettiva
consistono in autoscatti di nudo
stampati su vari fogli di acetato
che vengono sovrapposti con leg-
gera distanza ed inseriti in un te-
laio.
Si creano così stratificazioni di
colore, volumi evanescenti e gio-
chi di luce che sono tesi a valoriz-
zare la corporeità ed allo stesso
tempo la spiritualità del soggetto.
Andrea Perego: La sua serie di
opere si basa sulla tecnica del
collage digitale; sopra foto
che hanno come soggetto
dei volti, applica delle picco-
le immagini di paesaggi ur-
bani creando un’ ordinata
composizione geometrica
che mira a fondere l’espres-
sività dei ritratti umani con la
freddezza ed il rigore degli
scorci cittadini.
Marco Casolino: Se per gli
altri artisti il corpo viene
scomposto o celato, per Ca-
solino è un oggetto di gioco
pirandelliano: come la psi-
che è disgregata in diverse
e opposte identità, così il fo-
tografo opera sul corpo ri-
tratto, che è il suo.
Anche qui il progetto si fa
autobiografico; il linguaggio
è irriverente ma rappresenta
seriamente la sua visione
del mondo, e in maniera
surreale si esplorano temi
come l’amore, il sesso, la
religione, la natura e il dolo-
re.
La 77ar tgal lery presenta per la pr ima vol ta una co l le t t iva d i fotograf ia composta da
sei g iovani ta lent i legat i da un ’ indagine ar t is t ica comune: l ’ immagine de l corpo
e de i suoi gest i come di ogni poss ib i le espress ione re la t iva ad esso.
‘Linguaggi del corpo’ Galleria: '77artgallery' C.so Porta Ticinese 77 Milano Periodo: 19 Feb/2 Mar 2014 Art Director: Giovanni Manzoni
L'arte nelle forme delle opere dell'artista milanese. La manipolazione della materia,
interpretazione uniche di design d'arte.
Leonardo D'Anneo nasce a Milano nel 1954, vive la sua adolescenza nei roventi anni '70, con gli scontri politici, la rivoluzione di costumi obsoleti, l'avanzare del progresso, la nascita di nuove correnti artisti-che e musicali, in un momento in cui l'artista Christo impacchetta-va i monumenti in piazza Duomo nella plastica e i Pink Floyd suona-vano The Dark Side of the Moon. Negli anni Leonardo D'Anneo si porta dentro questo vissuto di passioni e di ideali vivissimi, ter-minata la scuola, lavora in un am-biente esule dal campo artistico, ma sente la necessità di esprimer-si attraverso la musica suonando la chitarra elettrica tra swing e blues, la ceramica arriva poi negli anni novanta, egli stesso dichiara che è stato un vero: “coup de foudre”, amore a prima vista. Egli non si ispira a nessun artista o ad uno stile particolare, fumando la sua pipa e ascoltando la musica, lascia che la sua vena interiore la-vori nei momenti in cui l'idea chia-ma il creatore a produrre, allora plasma la materia e porta alla luce forme morbide e sinuose che di-ventano: sculture, vasi, lampade. L'artista utilizza un tipo di argilla o ne mescola diverse, porta la cottura a differenti gradazioni ottenendo risultati estetici unici: alcune opere sembrano di pietra grezza, altre sono lucide perché vetrificate a 1.100 gradi, nascono così vasi “Siamesi” dai rilievi rigati che ricordano il cartone ondulato o punzonati come nelle antiche
tavole medioevali, o texture di muri bicolori o pareti rocciose. Spesso D'Anneo si ispira al mag-ma vulcanico che raffreddandosi porta in luce minerali diversi fusi insieme, un esito naturale a cui l'artista fa riferimento e molte sue lampade in monocottura ripetono l'effetto grezzo dei marmi agglo-merati. La sua intuizione nella foratura delle lampade, fa si che l'artista crei un linguaggio personalissimo e contemporaneo. “Notte” ricorda i concetti spaziali di Lucio Fontana dove la tela viene bucata per an-dare aldilà del supporto a cattura-re l'universo, ma anche i processi di combustione di Alberto Burri, creati in un momento in cui l'Arte ricorda la distruzione dopo le guerre mondiali e lavora con i ma-teriali di riciclo. L'artista opera con la stessa forza gestuale: ora i fori sono casuali, ora prendono la forma dei semi
delle carte, o delle stelle, sono grandi e piccoli distribuiti in ma-niera imprevedibile lungo tutta la superficie delle lampade, fori geo-metrici raggruppati in alto o in basso per generare un effetto di controllata luce bianca o colorata. Nei vasi, i fori sono piccole dilata-zioni che vanno a contribuire a quel ricamo estetico informale utile ad alleggerire la materia. Le sue sculture ci riportano alle vellutate linee delle opere di Hen-ry Moore e alle onde fluttuanti di Giò Pomodoro , i titoli rievocano temi sociali come” Fuga”, “Abbraccio” “Vita”, ed ecologici come : “Vulcano”. “i Cocci di Leo” sono corpi in movi-mento, hanno le caratteristiche della sensualità femminile, le tinte sono grezze virili e delicate insieme, gioca-no con qualsiasi ambiente e stile in cui vengono collocati, le luci creano atmosfere intime e rilassanti: cro-moterapia, in un rituale quotidiano.
Curata dal professore Giuseppe
Luigi Marini e realizzata in col-
laborazione con Arte Futura di
Giuliana Godio, la mostra rap-
presenta il secondo appunta-
mento con gli “omaggi” alla
pittura dell’800 e affronta il pe-
riodo orientalista del pittore
emiliano.
Accanto a una sessantina di
opere, per lo più di collezionisti
privati, sarà esposta per la pri-
ma volta una serie di fotografie
e di disegni, che appartengono
ai discendenti del pittore.
La mostra rappresenta il secon-
do appuntamento con gli
“omaggi” alla pittura dell’800 e
affronta il periodo orientalista
del pittore emiliano.
Una rassegna monografica inti-
tolata ad Alberto Pasini.
Alla Fondazione Accorsi Ometto
una grande rassegna di un
pittore dell' 800 che dedicò il
suo estro artistico alla rappre-
sentazione di molti PAESI lonta-
ni, secondo una moda ovvia-
mente accelerata dallo sviluppo
dei trasporti per via terra e per
mare.
Compaesano di Giuseppe Verdi,
nacque nel 1826 e si spense a
CAVORETTO (allora Comune in-
dipendente, ora inglobato da
Torino) nel 1899.
Iniziò i suoi viaggi nel 1855, in
quello che oggi chiamiamo -
impropriamente - MEDIO
ORIENTE. Egitto, Libano, Pale-
stina, Turchia le sue mete.
Presenti una sessantina di ope-
re pittoriche, foto e disegni.
Atmosfere particolari che si col-
locano in quella che diventerà
una sorta di tradizione di una
certa cultura torinese.
Sono noti i legami, nello stesso
periodo, con il SIAM (ora THAI-
LANDIA) con l' intervento di
molti architetti italiani o con il
GIAPPONE (con Antonio Fonta-
nesi), non estranei poi alla buli-
mica vicenda creativa di SALGA-
RI.
La vicenda artistica di PASINI si
realizza con una calibrata e mi-
rabile resa dei soggetti, con
puntuale e limpida visione degli
scorci e degli ambienti, sia inti-
mi sia di maggior spazialità.
Roberto Curione
Una rassegna monografica intitolata ad Alberto Pasini. La mostra rappresenta il secondo appuntamentocon gli “omaggi” alla pittura dell’800 e affronta il periodo orientalista del pittore emiliano.
Fondazione Accorsi Olmetto
Via Po 55, Torino
Mostra aperta fino al 29 giugno 2014
Orari:
mar/ven 10/13-14/18 sab/dom 10/13-
CATALOGO 'AD ARTE' Testi di G.L. Marini e L. Mana.
re pittoriche, foto e disegni.
Atmosfere particolari che si col-
locano in quella che diventerà
una sorta di tradizione di una
certa cultura torinese.
Sono noti i legami, nello stesso
periodo, con il SIAM (ora THAI-
LANDIA) con l' intervento di
molti architetti italiani o con il
GIAPPONE (con Antonio Fonta-
nesi), non estranei poi alla buli-
mica vicenda creativa di SALGA-
La vicenda artistica di PASINI si
realizza con una calibrata e mi-
rabile resa dei soggetti, con
puntuale e limpida visione degli
scorci e degli ambienti, sia inti-
mi sia di maggior spazialità.
Una rassegna monografica intitolata ad Alberto Pasini. La mostra rappresenta il secondo appuntamento con gli “omaggi” alla pittura dell’800 e affronta il periodo orientalista del pittore emiliano.
Mostra aperta fino al 29 giugno 2014
14/18 sab/dom 10/13-14/19
La galleria A arte Invernizzi inaugura marte-dì 25 febbraio 2014 alle ore 18.30 la mostra “L’occhio musicale” a cura del pianista e musicologo Alfonso Alberti, che intende in-dagare il rapporto fra arte visiva e musica. Questa relazione è vasta e dalle molteplici implicazioni: affinità costitutive delle due discipline, parallelismi storici, dialogo fra gli artisti. L’attenzione si è centrata sulla presenza, nella creatività artistica contemporanea, di due temi - a cui corrispondono le due se-zioni della mostra - che mettono particolar-
mente in evidenza il procedere congiunto delle due discipline. La prima tematica è quella del "tempo", elemento specifico della musica, senza il quale l’opera musicale semplicemente non esiste, ed analogamente, anche in ambito visivo, dimensione del fare e dell’esistere, sfida perenne a una rappresentazione e spiegazione possibile. Niele Toroni esprime questa dimensione nella maniera più essenziale, lasciando im-pronte di pennello che scandiscono con-temporaneamente il tempo del creare e
quello dell’esserci. Anche Dadamaino ripete un unico ge-sto, un breve tratto, che nella sua infi-nita iterazione va a comporre linee che sono «fatti della vita», unione inscindi-bile di essere e tempo, “Sein und Zeit”. Nelle opere di Riccardo De Marchi, la ripetizione di un elemento costitutivo si configura esplicitamente come lin-guaggio, che si mostra, tuttavia, privo di un codice di decrittazione e perciò diviene pura presenza di segni nel tempo. François Morellet, poi, nella sua inda-gine delle strutture del reale, va a coin-volgere quel rapporto matematico senza il quale non si dà oscillazione né evento sonoro.
Nell’opera di Gianni Colombo, il tempo di-viene la condizione stessa dell’esistenza, esattamente come accade per l’opera mu-sicale: le sue strutture in movimento inda-gano il farsi e disfarsi delle forme, la loro modificazione, la loro inafferrabilità.Il lavoro di Mario Nigro conduce, quindi, idealmente verso la seconda sezione della mostra: nel suo "Tempo totale" il succeder-si dei gesti e degli istanti viene declinato attraverso l’uso del colore e delle sue varia-zioni che appaiono talvolta scandite, talvol-ta infinitesime.Il secondo tema, di cui appunto si indaga la realizzazione attraverso il colore, è quello dell’armonia.Nelle opere di Carlo Ciussi consonanze e dissonanze possibili si inseguono in forme curvilinee che, alla musicalità dell’esito ar-monico, aggiungono la musicalità della li-nea.Günter Umberg indaga la superficie mono-
Rodolfo Aricò, Carlo Ciussi, Gianni Colombo, Dadamaino, Riccardo De Marchi,François Morellet, Mario Nigro, Bruno Querci, Niele Toroni, David Tremlett, Günter Umberg.
mente in evidenza il procedere congiunto
La prima tematica è quella del "tempo", elemento specifico della musica, senza il quale l’opera musicale semplicemente non esiste, ed analogamente, anche in ambito visivo, dimensione del fare e dell’esistere, sfida perenne a una rappresentazione e
Niele Toroni esprime questa dimensione nella maniera più essenziale, lasciando im-pronte di pennello che scandiscono con-temporaneamente il tempo del creare e
Anche Dadamaino ripete un unico ge-sto, un breve tratto, che nella sua infi-nita iterazione va a comporre linee che sono «fatti della vita», unione inscindi-
Nelle opere di Riccardo De Marchi, la ripetizione di un elemento costitutivo si configura esplicitamente come lin-guaggio, che si mostra, tuttavia, privo di un codice di decrittazione e perciò diviene pura presenza di segni nel
François Morellet, poi, nella sua inda-gine delle strutture del reale, va a coin-volgere quel rapporto matematico senza il quale non si dà oscillazione né
Nell’opera di Gianni Colombo, il tempo di-viene la condizione stessa dell’esistenza, esattamente come accade per l’opera mu-sicale: le sue strutture in movimento inda-gano il farsi e disfarsi delle forme, la loro modificazione, la loro inafferrabilità. Il lavoro di Mario Nigro conduce, quindi, idealmente verso la seconda sezione della mostra: nel suo "Tempo totale" il succeder-si dei gesti e degli istanti viene declinato attraverso l’uso del colore e delle sue varia-zioni che appaiono talvolta scandite, talvol-ta infinitesime. Il secondo tema, di cui appunto si indaga la realizzazione attraverso il colore, è quello dell’armonia. Nelle opere di Carlo Ciussi consonanze e dissonanze possibili si inseguono in forme curvilinee che, alla musicalità dell’esito ar-monico, aggiungono la musicalità della li-nea. Günter Umberg indaga la superficie mono-
croma e la sua imprendibile concretezza e fisicità e nei “Territorium” sceglie di am-pliare questa ricerca mettendo a confronto superfici diverse, mondi diversi. Nell’opera di David Tremlett la creatività ar-monica si connota in maniera unica attra-verso il rapporto diretto delle mani dell’ar-tista con il pigmento e con la superficie, scandita da colori che si mettono in rappor-to specifico con luoghi e situazioni. In Rodolfo Aricò l’elemento dissonante, eterodosso, è una preoccupazione poetica costante intesa come rottura dell’armonia non sanata, e tanto meno compresa, ma nel contempo unica armonia reale e possi-bile. Nel lavoro di Bruno Querci, infine, la ricerca armonica si riduce singolarmente alla pre-messa di due soli colori: il bianco ed il nero, dalle cui consonanze e dissonanze nascono spazi da percorrere con occhio musicale.
L’OCCHIO MUSICALE
A cura del pianista e musicologo Alfonso Alberti
Galleria A arte Invernizzi via D. Scarlatti 12 Milano In mostra dal 25 febbraio al 17 aprile
ORARI: lun/ven 10/13 15/19, sabato su appuntamento
In occasione della mostra verrà pubblicato un catalogo bilingue con la riproduzione delle opere esposte, un saggio introduttivo di Alfonso Alberti, una poesia di Carlo
Invernizzi e un apparato biografico.
Rodolfo Aricò, Carlo Ciussi, Gianni Colombo, Dadamaino, Riccardo De Marchi, François Morellet, Mario Nigro, Bruno Querci, Niele Toroni, David Tremlett, Günter Umberg.
Quando parliamo di creatività, ci vengono in
mente Mozart, Picasso, Einstein: gente che ha
avuto in dono, insieme, un gran talento e un
buon sistema di opportunità.
Ma provate a pensare alla scuola di tatuaggio
nelle prigioni russe (e qui non vi dico di che
cos’è fatto l’inchiostro per tatuare, né com’è
costruito l’attrezzo per riuscirci.
Ma potete immaginare bene che l’ambiente
non sia dei più confortevoli.
E aggiungo che, per illustrare questo post, ho
fatto fatica a trovare un’immagine di tatuaggio
che non fosse troppo disturbante).
Ebbene: quei tatuaggi sono sì un rito brutale,
ma sono anche un’espressione di sé, e una
manifestazione di risorse.
Esordisce con questa considerazione un lun-
go, bell’articolo pubblicato da Psychology
Today.
Ci trovate molte considerazioni non banali sul-
la creatività, sulla creatività quotidiana, sui trat-
ti di carattere di chi la pratica, sul come svilup-
pare il vostro stile creativo e diverse altre sto-
rie interessanti, da Cuba ai college americani.
Prendetevi il tempo necessario per leggerlo e,
credo, non ve ne pentirete.
Anche i suggerimenti conclusivi (a parte quello
riguardante il dipingere le pareti di blu, sul qua-
le continuo a nutrire diversi dubbi) sono, in ge-
nerale, fondati e pieni di fertile buonsenso.
… ma come si fa a farsi venire buone idee?
Ve lo dice in quattro minuti una pubblicazione
video di Steve Johnson.
Non dovete aver fretta: ma concedervi il tempo
necessario per l’incubazione e, soprattutto,
permettete alle vostre idee di entrare in contat-
to con altre idee (sì, la
rete è un ottimo posto
per farlo).
La creatività si nutre di
scambi e di contagi, e
non dobbiamo mai scor-
darlo.
Se, a questo punto, vi è
venuta voglia di sapere
meglio come funziona il
cervello creativo, quali
sono le origini della
creatività umana, perché
dobbiamo integrare in-
tuizione e pensiero ra-
zionale, quali sono i pre-
requisiti e i segni distinti-
vi di un’organizzazione
creativa.
C r e a t i v i t à q u o t i d i a n a , t a t u a g g i r u s s i e a l t r e s t o r i e
Test i e immagini t rat t i da ‘Nuovo e ut i le ’ Fonte: www.nuovoeut i le . i t Concess ione ‘Nuovo e Ut i le ’ - redazione@nuovoeut i le. i t .
I d e e : c i n q u e p r o g e t t i v i s i o n a r i
L’etimologia della parola “visione” è interes-
sante. Leggete qui:dal latino visio derivazione
di visus, participio passato di videre che signi-
fica “vedere”.
La radice del latino videor è id, e la si ritrova
anche in greco antico nel verbo “οιδα”(oida),
(anticamente ϝοιδα, da leggere “voida”) che si-
gnifica sapere (“οιδα” è una forma verbale co-
niugata al perfetto e quindi esprime la conse-
guenza dell’azione del vedere, in poche paro-
le: io so perché ho visto).
Tutto questo potrebbe suggerirvi che il vedere
(con gli occhi, l’organo della vista) e l’avere vi-
sioni (con lo sguardo della mente) siano, en-
trambi, modi per sapere, o per conquistare la
conoscenza.
Magari, realizzando immagini e progetti visio-
nari.
Se vi dico “visione” e riuscite per un momento
ad allontanarvi dal gergo aziendalese che par-
la (e a volte straparla) di vision, mission, goals
eccetera, forse potreste apprezzare questa se-
lezione eclettica di cose a vario titolo visionarie
che ho raccolto in rete.
Buona visione (in ogni senso) a tutti voi.
L’ENCICLOPEDIA. Il Codex Seraphinianus: è
una dettagliata enciclopedia che mostra ogget-
ti e fenomeni inesistenti, scritta (in un linguag-
gio inesistente) e disegnata tra il 1976 e il
1978 da Luigi
Serafini, archi-
tetto e desi-
gner. Rizzoli
l’ha recente-
mente ripub-
blicato.
Qui potete
scaricare l’in-
tera opera
(abbiate pa-
zienza, però. Il
pdf è pesante e ci vuole un po’ di tempo).
IL MONDO. I video di Cyriac partono da imma-
gini in apparenza banali che, attraverso un
gioco di sdoppiamenti, inserimenti, deforma-
zioni e salti dimensionali si trasformano in
qualcosa di completamente diverso.
L’OCEANO. Un video d’animazione semplicis-
simo, ma davvero suggestivo. Allo stesso indi-
rizzo, sul canale YouTube di PESfilm, potete
vedere altri deliziosi video di Adam Pesapane.
L’UMANITÀ. Il fotografo inglese Jimmy Nelson
(qui un’intervista del New York Times) visita
decine di tribù sperdute nei posti più remoti del
mondo, riesce a metterle in posa e cattura im-
magini di straordinaria bellezza e potenza
(guardatevi anche il video in fondo alla pagina:
spiega come le immagini sono state catturate).
Qui il sito del progetto, con gli itinerari e le im-
magini divise per tribù.
IL CIELO. Ci sono voluti due anni di sveglie
all’alba per riuscire a intercettare l’esatto mo-
mento in cui la nebbia cala dalle montagne
verso San Francisco in un time lapse ipnotico
e magico. Qui il sito dell’autore, il fotografo Si-
mon Christsen.
La Commissione Nazionale Italia-
na per l’UNESCO ha celebrato il
novembre scorso l’ottava edizione
della Settimana UNESCO di Edu-
cazione allo Sviluppo Sostenibile
dedicandola ai temi del paesag-
gio, della bellezza e della creativi-
tà.
La ricchezza del nostro paese ri-
siede nella bellezza dell’insieme
dei nostri patrimoni, naturali e cul-
turali, racchiusi in modo inscindibi-
le nel nostro paesaggio. Il nostro
paesaggio è il capolavoro dell’in-
terazione tra la nostra creatività –
la bellezza delle nostre città, dei
nostri monumenti, delle nostre tra-
dizioni, del nostro tessuto produtti-
vo - e il nostro ambiente.
Cosa rappresenta oggi il nostro
paesaggio e, ancor di più, cosa
ne sarà di esso domani?
Se da una parte dobbiamo pen-
sare alla tutela e valorizzazione di
ciò che abbiamo, dobbiamo altret-
tanto pensare - proprio nell’ottica
dello sviluppo sostenibile - al suo
futuro e alla nostra visione di ciò
che sarà, alla
creazione di nuo-
va bellezza: nel
nostro modo di
spostarci, di vive-
re e organizzare
le nostre città e i
nostri centri, nel
nostro modo di produrre, crescere
e soprattutto innovare, in tutti i
campi.
L’ambiente e la
sostenibilità non
sono un vincolo,
ma rappresenta-
no l’occasione
per creare, inno-
vare, produrre
bellezza.
E’ quindi fonda-
mentale che le
nuove genera-
zioni vengano
incoraggiate non
solo a conserva-
re e tutelare, ma
a trarre ispirazio-
ne e slancio
creativo nel pen-
sare al nuovo,
vedere il loro fu-
turo e il loro svi-
luppo sostenibile.
Per questi motivi centinaia di real-
tà - istituzioni, scuole, associazio-
ni, imprese, fondazioni, università
– hanno dato vita, sotto l’egida e il
coordinamento della Commissio-
ne Nazionale Italiana per l’UNE-
SCO, ad un ricco calendario di
eventi in rete, i più diversi: conve-
gni, laboratori, escursioni, mostre,
giochi, spettacoli, dimostrazioni
pratiche...
I p a e s a g g i d e l l a b e l l e z za d a l l a v a l o r i z za z i o n e a l l a c r e a t i v i tà : l a S e t t i m a n a U N E S C O d i Ed u c a z i o n e a l l o S v i l u p p o S o s t e n i b i l e .
Commissione Nazionale Italiana per l’UNESCO - Settore Sviluppo Sostenibile
La fortunata rassegna fotografica "Gente di paese" dedicata alle per-sone e ai personaggi di Ponte a Egola, torna a poco più di un anno di distanza. Nel 2011 è iniziato questo percorso ricognitivo (arrivato oggi alla terza edizione), che non è altro che un racconto per immagini, il racconto di un paese attraverso le persone che lo vivono quotidianamente con i loro mestieri e le loro attività, ogni anno immortalati dagli scatti di un fotografo diverso. Quest anno le fo-to sono di Francesco Sgherri, foto-grafo professionista sanminiatese, classe 1966, figlio d´arte, titolare dell omonimo negozio di foto ottica di San Miniato Basso. La mostra ideata dal curatore d´arte Filippo Lotti e realizzata dall associazione culturale "La Ru-ga", è composta di ventiquattro foto e sarà visitabile da domenica 9 marzo 2014, con inaugurazione al-le ore 17.30, nella sala Marinella Marianelli, sede dell associazione, a Ponte a Egola (via 1° Maggio, 200). La vita di un piccolo centro di pro-vincia è diverso da quello di una cit-tà, grande o piccola che sia. È fatta di sguardi, di persone, di rac-conti, di memoria.
Come nelle due edizioni precedenti questo progetto si propone di invita-re le persone a mantenere vivo il ri-cordo. Il ricordo che viene tramandato da-gli anziani ma anche quello di un aneddoto che col passare del tem-po diventa quasi leggenda. Attra-verso l occhio di un obbiettivo si col-gono quelle sfumature che rendono vero il racconto e si fissano nella mente le persone. Persone uniche, straordinarie, vere. Vere come solo la "gente di paese" lo è. Gli scatti hanno colto lo spirito dei vari lavori e le varie professioni, dei mestieri, delle passioni: ci sono il Mister Massimiliano Alvini, allenato-re della blasonata squadra di calcio ponteaegolese, la Tuttocuoio, foto-grafato durante un allenamento e poi Renzo Baronti detto "Calistri" che della compagine neroverde ne è un po il tuttofare, c´è l agente im-mobiliare Renzo Matteoli (conosciuto con il soprannome di "Migliotto") il riparatore di elettrodo-mestici Antonio Bassi, l estetista Laura Brunetto, Edda Fasce della tabaccheria "Non solo tabacchi", il tipografo Armando Fermalvento, Al-berto Fioravanti, titolare de La Pa-lextra, e anche sua moglie, Iovana
Cappelli che fa la cartolaia. E poi ancora Suor Rosetta, direttrice della scuola mater-na parrocchiale "Stellato Spalletti", l avv. Chiara Rossi, fotografata nel suo ufficio al Comune di San Miniato, qui nelle vesti di vice sindaco e assessore alla cultura e Mar-ta Salvini, banconista della Coop "La Risorta" di Ponte a Egola. Poi ci sono il venditore di vini Roberto Scutaro, Il veterina-rio dott. Sabato Moscia, il barbiere Antonio Greco, la negoziante Paola Signorini, Giuseppina Soldaini del ne-gozio di abbigliamento "Bonnie and Clyde" e
l eclettico Stefano Vincenti (per tutti Bubi), musicista e componente del gruppo musicale degli "Homo Sa-piens". Per quanto riguarda il settore con-ciario, simbolo del territorio, e i lavori relativi all indotto, i protagonisti degli scatti di Sgherri sono le tre sorelle Beatrice, Greta e Melissa Calvetti, imprenditrici, il rappresentante di pellami Gian Luca Couston, l imprenditore conciario Giovanni Tempesti, Simona Marianelli della conceria l Artigiano del Cuoio, l ing. Mario Serrini, fondatore della Ital-progetti, ditta specializzata nella co-struzione di macchinari per conce-ria e Emiliano Savino, operaio nel settore terziario e camionista. Ad integrare la mostra sarà presen-tato un video del backstage dei ser-vizi fotografici girato e montato dallo stesso Lotti. L inaugurazione della mostra sarà ripresa dalle telecamere di Toscana Tv per la rubrica "Incontri con l Arte" di Fabrizio Borghini. L´esposizione sarà visitabile, ad in-gresso libero, fino al 30 marzo, con il seguente orario: lunedì, mercoledì e domenica dalle 16.30 alle 19.30; martedì dalle 21.45 alle 23.45. Informazioni: T. 3392393899 Mail [email protected]
Si inaugura sabato 8 marzo 2014 alle 17.30 al Museo
Piaggio di Pontedera la mostra di pittura, scultura e in-
cisione dell’artista Marcello Scarselli dal titolo
“Humanitas Machinæ (il lavoro dipinto)”.
Terza e ultima tappa del percorso espositivo itinerante
che l’artista pisano ha portato in giro per la Toscana e
che lo ha visto protagonista nel gennaio dello scorso
anno a Palazzo Medici Riccardi di Firenze e poi, in set-
tembre, in un’altra prestigiosa location, Palazzo Medi-
ceo di Seravezza.
L’esposizione, organizzata per la sua terza tappa dalla
Fondazione Piaggio e fortemente voluta dal suo Presi-
dente Riccardo Costagliola, è patrocinata da Regione
Toscana, Provincia di Pisa e Comune di Pontedera e
fatta in collaborazione con FuoriLuogo – servizi per
l’Arte, con l’associazione culturale “La Ruga” e Casa
d’Arte San Lorenzo è curata da Giupeppe Cordoni e
Filippo Lotti (curatori anche del catalogo) in collabora-
zione con Riccardo Ferrucci e Roberto Milani e, per la
Fondazione Piaggio, Sabrina Caredda e Annalisa
Rossi.
Il prezioso e importante lavoro artistico di Marcello
Scarselli è sancito anche dall’importanza di questa
mostra che nel chiudere il ciclo delle esposizioni ne è
anche il fulcro ideale dato che tutto il progetto è nato da
qui: “L’Azienda Piaggio, nel cui indotto ho lavorato per
anni - dice Scarselli - e i suoi lavoratori sono stati la
partenza da cui ho tratto l’ispirazione per queste opere,
quindi questo per me è come un ritorno.
Ho dedicato diversi anni a questo progetto che mi sta
molto a cuore ed ho dipinto con impeto senza trovarmi
mai senza argomenti. Spero che il mio lavoro di oggi,
da artista, venga apprezzato”.
Il ventaglio tematico di “Humanitas Machinæ” (Il lavoro
dipinto) è racchiuso in una serie di opere realizzate tra
il 2005 e il 2013; sono un resoconto artistico, un excur-
sus, un viaggio attraverso il periodo storico (gli anni
Settanta e Ottanta) in cui Scarselli era operaio in fab-
brica, un momento decisivo, fondamentale, della sua
formazione umana e professionale.
Dalla “fabbrica”, dall’osservazione del lavoro, ha assi-
milato il suo linguaggio e da essa si è nutrito di situa-
zioni esistenziali intense dalle quali è scaturita una li-
nea pittorica che ha travalicato il “reale” trasformandolo
in astrazione informale.
La sua “mano libera”, scevra di stereotipi e pregiudizi,
ha reso, attraverso la peculiarità del linguaggio
“scarselliano”, la sua poetica e la ricerca artistica e stili-
stica, l’umanità del lavoro e delle macchine.
Il suo lavoro artistico (pittura, scultura, incisione e persi-
no installazioni) si è, indubbiamente, ispirato alla pre-
senza del vissuto e del suo ricordo, di quella quotidiani-
tà di un tempo che, sedimentata nel ricordo, racchiude
in sé anche momenti di sofferenza che il tempo ha tra-
sformato in deflagrazioni cromatiche capaci di rappre-
sentare la gioia di Marcello Scarselli.
Inizia la sua carriera artistica negli anni ’70 partecipan-
do a numerose mostre collettive intervenendo nell’ani-
mato dibattito estetico di quel periodo.
Al suo esordio improntata ad una rappresentazione
d’un “vero” tradizionalmente inteso, l’opera di Scarselli,
volge sempre più verso l’idea d’un “reale” pittorico ritro-
vato interiormente raccontato attraverso tecniche e
contenuti d’avanguardia, la cui evoluzione espressiva
è soggetta ad una costante ricerca.
“Credo di aver sempre cercato di esprimermi attraver-
so il disegno e la pittura aggiunge Scarselli.
Ho iniziato ispirandomi a ciò che realmente vedevo in-
torno a me, man mano che la mia esperienza cresce-
va sentivo sempre di più il desiderio di esprimere i miei
sentimenti e di far vedere agli altri le cose reali attraver-
so la mia immaginazione fino ad arrivare all’informale,
sus, un viaggio attraverso il periodo storico (gli anni
brica, un momento decisivo, fondamentale, della sua
nea pittorica che ha travalicato il “reale” trasformandolo
La sua “mano libera”, scevra di stereotipi e pregiudizi,
ha reso, attraverso la peculiarità del linguaggio
tà di un tempo che, sedimentata nel ricordo, racchiude
Al suo esordio improntata ad una rappresentazione
d’un “vero” tradizionalmente inteso, l’opera di Scarselli,
vato interiormente raccontato attraverso tecniche e
contenuti d’avanguardia, la cui evoluzione espressiva
va sentivo sempre di più il desiderio di esprimere i miei
so la mia immaginazione fino ad arrivare all’informale,
al fascino del segno nella sua gestualità.
Ho continuato, ho portato sulle tele visioni dettate dalla
memoria, ho scavato dentro il mio interiore portandomi
sempre al limite ed oltre , accarezzando la gioia e la
sofferenza.
Per me si fa arte quando si dipinge ad occhi chiusi, si
crea una strana sensazione ed è il sentimento che gui-
da”.
Come dice il critico Giuseppe Cordoni: “gran parte del-
la critica ha più volte già rimarcato la duttile complessi-
tà e l’eclettismo stilistico che alimenta la sintesi a cui il
linguaggio di Scarselli a mano a mano perviene:
espressionismo astratto ed informale, gestualità segni-
ca e onirismo infantile”.
Dal canto suo Elena Capone sottolinea “quel suo agile
appropriarsi d’una modernità che prende in prestito
tecniche e procedure arcaiche, in un astrattismo ibrido
in cui affiorano forme riconoscibili e familiari; un’indagi-
ne artistica che fa del silenzio e dell’introspezione il suo
motivo conduttore complesso, infinito e mai risolto”.
La sua professione di pittore si consolida negli anni sia
attraverso una costante attività espositiva sia in Italia
che all’estero (Austria, Belgio, Germania, Francia,
Svizzera), con antologiche personali d’ampio respiro
fino all’ultima mostra in Portogallo organizzata dal Cen-
trum Sete Sois Sete Luas di Pontedera.
Per affermare la necessità di una
Cultura Sostenibile ho associato il
concetto di sostenibilità e il concet-
to di cultura e ho verificato se que-
sta sintesi di significati si presenti
realmente.
Nelle moderne società complesse
non ho riscontrato né rispetto per
l’ambiente e attenzione per la sua
conservazione, né un progresso
equo sia in campo economico sia
in campo sociale, ma al contrario
una mancanza di prospettive per le
nuove generazioni e forti tensioni
sociali con una gerarchia di culture
ben evidente che porta allo
scontro.
La paura del diverso, l’intol-
leranza nei suoi confronti, il
mancato rispetto e il man-
cato riconoscimento dell’Al-
tro portano a forti difficoltà
di integrazione; i principi
universali che dovrebbero
essere anche quelli di una
Cultura Sostenibile non so-
no garantiti.
La nostra cultura attuale la-
scia alle generazioni future
uno scenario ad alto ri-
schio.
Il turismo responsabile è un
esempio di Cultura Sostenibile che
si è realizzato in modo concreto e
la dimostrazione della possibilità di
un cambiamento.
Partendo da questa realtà occorre
acquisire consapevolezza e giun-
gere a un cambiamento di mentali-
tà nell’ottica della sostenibilità in
ogni ambito del sistema.
Lorenzo Bonato Università Statale di Milano
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Nel rispetto della privacy come da D.L. 196/03. Contatti: [email protected]
OPERA (20 febbraio 2013) - Educare i più
piccoli a rispettare l’ambiente sensibiliz-
zandoli sulle tematiche dell’efficienza
energetica e allo stesso tempo offrire ser-
vizi e consulenze agli adulti per capire
quale è il modo migliore per riqualificare
energicamente le nostre case e sfruttare
al meglio le opportunità di risparmio che le
normative offrono.
Procede in tandem, su due livelli, la politi-
ca “green” del comune di Opera che dal
mese di marzo metterà a disposizione dei
cittadini un servizio gratuito di consulenza
sulle tematiche energetiche grazie allo
Sportello Infoenergia.
In concreto, Infoenergia è costituita da
una Rete di Sportelli distribuiti sul territorio
provinciale con la precisa volontà di per-
mettere alle Amministrazioni pubbliche di
essere sempre più vicine ai propri cittadi-
ni, quale punto di riferimento per favorire
la diffusione delle fonti energetiche rinno-
vabili e l'uso razionale dell'energia.
Da mercoledì 5 marzo, quindi, presso il
centro polifunzionale, una equipe di esper-
ti sarà a disposizione dei cittadini per for-
nire tutte le informazioni necessarie a di-
ventare “amici” dell’energia, razionalizzar-
ne l’uso e conoscere le fonti rinnovabili.
Un servizio di informazione al cittadino sui
temi del risparmio energetico, detrazioni
fiscali, valutazione di preventivi, valutazio-
ne dei possibili interventi di riqualificazione
energetica degli edifici e sugli aspetti tec-
nico-normativi della certificazione energe-
tica ma, anche, un sostegno agli Uffici co-
munali supportandoli su aspetti tecnici le-
gati all’energia come regolamenti edilizi,
pratiche edilizie, impianti a fonte rinnova-
bile, pianificazione energetica, mobilità so-
stenibile, nell’attività amministrativa legata
alla gestione
degli impianti
termici, nella
promozione ed
organizzazione
di progetti di
educazione am-
bientale, di atti-
vità di formazio-
ne, di eventi e
convegni pubbli-
ci finalizzati
all’informazione
e alla sensibiliz-
zazione dei cit-
tadini.
Ma l’educazione
ambientale va
sostenuta sensi-
bilizzando i più
piccoli, gli uomi-
ni di domani.
Proprio per que-
sto ieri pomerig-
gio, l’ammini-
strazione comu-
nale ha voluto
che la presentazione dello sportello fosse
affiancata da momenti ludici dedicati ai più
piccoli attraverso il progetto raccontami
l’energia che sarà proposto anche nelle
scuole della Città.
Attraverso un semplice gioco-racconto ai
bambini saranno infatti svelati tutti quei
piccoli trucchi che permettono il risparmio
energetico e la costruzione di una casa ef-
ficiente.
Dopo l'inaugurazione e la merenda offerta
alla folla di bimbi si è dato libero sfogo al
gioco educativo che ha avuto come tema
guida il risparmio energetico.
L ’ i n t e r a c o l l e z i o n e d e l l e 2 7 o p e r e V e r d i a n e d i R a i n i e r i i n u n
e l e g a n t e c o f a n e t t o c a r t o l i n e .
L ’ E C C E L L E N Z A PA R M E N S E A M I L A N O
Regalati la collezione dei 27 vini
Verdiani creati in occasione del
Bicentenario dedicati al grande
maestro GIUSEPPE VERDI