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Anno 57 N° 3/4 MARZO-APRILE 2020 T SPETTAT RE ELE IL INSERTO Il grande successo del sondaggio targato Aiart ESTRATTI TRE VINCITORI T NASCE ORIENTASERIE.IT, LA BUSSOLA PER ORIENTARSI TRA LE SERIE TV Poste Italiane S.p.A.- spedizione in abb. postale D.L. 353/2003 (conv. in L.27/2/2004 n.46) art. 1 comma 2- DCB Roma L’ITALIA SCOPRE LA CITTADINANZA MEDIALE: BENVENUTO SALTO TECNOLOGICO COVID-19 Disinformazione… virale?

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Anno 57 N° 3/4MARZO-APRILE 2020

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SPETTAT REELEIL INSERTO

Il grande successodel sondaggiotargato Aiart

ESTRATTI TRE VINCITORI

T NASCE ORIENTASERIE.IT, LA BUSSOLAPER ORIENTARSITRA LE SERIE TV

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L’ITALIA SCOPRE LA CITTADINANZA MEDIALE:

BENVENUTOSALTO TECNOLOGICO

COVID-19Disinformazione… virale?

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SPAZIO APERTOA TU PER TU CON IL LETTORE

3/4/2020in questo numero

EditorialeE dopo? Dobbiamo discuternedi Giovanni Baggio 3

News Aiart 4

Commenti67 anni e non molliamodi Maria Elisa Scarcello 5

Covid-19,siamo tutti cittadini medialidi Lorenzo Lattanzi 7

L’overdose delle paroledi Roberto Alborghetti 9

Sanità per l’Uomo,non l’Uomo per la sanitàdi Antonio Marfella 11

Inserto Sondaggio. Occhi apertidavanti al video I

CommentiEuropa coraggiosa cercasidi Domenico Delle Foglie 13

Fascia protetta,dolce chimeradi Domenico Infante 14

Sfida all’ultima offertadi Daniela Zambonini 15

I limiti della libertàdi Giacomo Buoncompagni 18

Social Media Analisi 2020di Olga Tilly 20

Pillole di dirittodi Riccardo Colangelo 21

Rassegna stampa 23

Direttore responsabile:Maria Elisa ScarcelloMobile 333 1133942

Bimestrale dell’Aiart - Associazione Cittadini Mediali OnlusVia Aurelia 468, 00165 Roma - Tel. 06 66048450

www.aiart.org - [email protected]/C Postale n. 45032000 distribuzione gratuita ai soci Poste Italiane SpA

Spedizione in Abbonamento Postale D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46)art. 1, comma 2 - DCB Roma - Filiale di Roma - Abbonamento annuo € 20,00

Registrazione Tribunale di Roma n. 10108 del 5/12/64Grafica, Impaginazione e Stampa a cura di STILGRAFICA Srl Roma

2 Il Telespettatore - N. 3-4 - Marzo/Aprile 2020

Un palinsesto inappropriatoIn quanto abbonata e affezionata RAI ritengo che il servizio pubblico non siimpegni abbastanza con il palinsesto in un periodo particolare come quel-lo che stiamo vivendo. Mi piacerebbe avere la possibilità di poter sceglieretra programmi sul Covid-19 e magari anche qualche bel film più recente,interessante e rilassante. Il palinsesto della Rai al di là della ‘comunicazio-ne virus’ non è degno di un servizio pubblico. Vorrei una maggiore tuteladei miei diritti di abbonata.

Luciana Fattori

Ancora critiche a Pechino ExpressSegnalo le indecenti volgarità, in prima serata, senza ormai nessuno sforzodi censura, della trasmissione Pechino Express. Da gradevole appuntamen-to seguito negli scorsi anni, la attuale versione mi costringe a non vederla,causa soprattutto la presenza bambini. Il messaggio che passa, ovvero chetale linguaggio è ormai lecito e approvato anche da chi dovrebbe controllare,è una vergogna soprattutto per il servizio pubblico.

Francesco Lombardo

La visione… barbarica in fascia protettaIl 12/02/2020 alle ore 21.05 circa su canale CINE34 (nuovo canale Media-set) è andato in onda il film ‘LE FOTO DI GIOIA’ (Genere thriller, erotico, maanche horror e giallo); il 18/03/2020 alle ore 21.15 circa e il giorno successi-vo (riproposto) alle ore 12.47 circa è stato trasmesso il film ‘La Morte ha sor-riso all’assassino’. Anche in quest’ultimo caso la pellicola è catalogata comegenere horror, ma in realtà si tratta di un genere erotico, anche conturbante,perverso con triangoli amorosi, esposizioni di nudità, atteggiamenti conchiaro contenuto erotizzante. Purtroppo questa pellicola non segue quelloche dovrebbe essere il genere, con immagini e scene forzate e gratuite.Con il caos Virus ci sembra che si approfitti delle situazioni per la messa inonda di programmi non idonei. Il nostro comitato chiede di vigilare su que-sta programmazione e garanzie agli Organi competenti.

Marco Vanni e Sonia Berlingeri

Associazione tutela consumatori

Media audiovisivi

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Q uando leggeremo que-sto editoriale saremoentrati nella cosiddet-

ta FASE due dell’emergenzasanitaria che ha colpito cosìduramente il nostro Paese eha seminato in alcune Regio-ni un numero impressionantedi lutti.In questo momento saremochiamati tutti a fare i conti conquanto ci è capitato e a capirecosa ci ha lasciato l’esperienzache siamo stati costretti a vive-re. Se saremo capaci di qualcheseria riflessione, senza perdercinelle polemiche o nelle dietro-logie, oltre a comprendere glierrori o i ritardi (colpevoli ono), sarà possibile vedere conchiarezza almeno due elementiemergere come nuovi punti diriferimento.Il primo sarà lo spessore uma-no e professionale di tanti chehanno dato il massimo di sénelle settimane di marzo eaprile: il mondo della sanità,del volontariato, delle forzedell’ordine, ma anche delle no-

stre famiglie che, ignorate perdecenni dalle politiche econo-miche e sociali, sono statechiamate ad uno sforzo gigan-tesco a diversi livelli, per far sìche il blocco totale potessereggere.Il secondo è la tecnologia digi-tale ed i suoi device, gli stru-menti e la rete grazie alle qualiè stato possibile continuare atenerci in contatto, avere infor-mazioni, fare scuola, averemomenti di svago o di studio,lavorare da casa.Certo che abitavamo già in unmondo digitale o perlomeno cisembrava: abbiamo scopertoche in realtà la tecnologia puòoffrire molte soluzioni a pro-blemi che non ci eravamo po-sti con l’urgenza che la pande-mia ci ha chiesto, almeno indue grandi ambiti: l’istruzioneed il lavoro.La scuola a distanza con la di-dattica on line ha infatti offer-to la possibilità di mantenerevivo il rapporto con i percorsiscolastici, educativi e di ap-

prendimento, a 8 milioni di ra-gazzi e ragazze, evidenziandopossibilità finora inesplorateda molti dei nostri docenti eaiutando i nostri studenti a vi-vere ‘nell’ambiente digitale’ an-che per studiare. Certo ha mo-strato anche le diverse velocitàdella scuola italiana e la diffi-coltà di operare on line in alcu-ni contesti particolarmente de-privati.Anche lo smart working, il la-voro on line da casa ha com-piuto un balzo inatteso graziealla tecnologia diffusa in quasitutte le case degli italiani, mo-strando che molte attività nonnecessitano di presenza fisicain luoghi fisici di lavoro, conmolti vantaggi e qualche in-conveniente su cui intervenire.L’umanità straordinaria cheabbiamo visto e vissuto, insie-me con il digitale finalmenteintegrato davvero nelle nostrevite di tutti i giorni potrannogenerare un nuovo e più con-sapevole modo di essere citta-dini mediali.

Il Telespettatore - N. 3-4 - Marzo/Aprile 2020 3

EDITORIALE

E dopo? DobbiamodiscuterneNell’ora più buia il Paese compie un obbligato ebenvenuto salto tecnologico. La nuova Italia digitaleintegrata al suo spessore umano è un segnale disperanza nel profondo, dolorosissimo e imprevedi-bile ‘reset’ che ci attende nel ‘day after’.

di Giovanni Baggio [email protected]

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4 Il Telespettatore - N. 3-4 - Marzo/Aprile 2020

U na bussola per orien-tarsi nel complessomondo delle serie tv,

conoscerle, valutarle e indivi-duare così le proprie rotte, icontenuti più interessanti dalpunto di vista educativo. Nascecon quest’ambizione Orientase-rie.it (www.orientaserie.it), ilnuovo sito ideato da Aiart e rea-lizzato in collaborazione con ilMaster MISP, InternationalScreenwriting and Production,dell’Università Cattolica di Mila-no e con il CORECOM (Comi-

tato Regionale per le Comunica-zioni) della Lombardia. “Ci po-niamo l’obiettivo di aiutare fa-miglie, insegnanti e tutte le figu-re educative a capire, giudicare escegliere nella molteplicità di of-ferta di serie tv, caratterizzataormai spesso da realizzazioni dialto livello, incentrate su temati-che anche piuttosto impegnati-ve quanto a contenuti e impian-to narrativo, oltre che emotiva-mente complesse”, sottolinea laPresidente del CORECOM,Marianna Sala.

Si tratta di un servizio rivolto so-prattutto a genitori ed educatoriche vogliano documentarsi su unmondo nel quale gli adolescentitrascorrono ormai una buonaparte del loro tempo libero. Unmondo in continua evoluzione ericco di servizi e prodotti semprenuovi, sui quali è ormai difficilerimanere aggiornati.Orientaserie ospita recensionidi critici ed esperti e promuovecontenuti adatti alla visione infamiglia, offrendo tutte le infor-mazioni necessarie per valutare i

NEWS AIART

Come orientarsitra le serie tv

Parte di questo numero de Il Telespettatore è la testimonianza visiva di come l’im-prevedibile comparsa del Covid-19 ha segnato improvvisamente le nostre vite.Probabilmente alcuni articoli, visti con l’occhio di quando leggerete la rivista,sembreranno pezzi di antiquariato anche se abbiamo cercato di lasciarvi piccole‘fotografie’ fatte, più che di cronaca, di approfondimento e riflessione.Come il mondo dell’informazione, dei media e della scuola si stanno misurandocon il coronavirus? Quali precauzioni avremmo dovuto prendere? È stata rispet-

tata la fascia protetta? Quali comportamenti hanno favorito il crollo dell’economia mondiale come uncastello di carta e come risponde l’Europa alla pandemia? Fino all’emergenza sanitaria e al nodo cen-trale di questa storia, il Ssn.Apriamo con un grande affresco che abbiamo dedicato al tema ‘violenza e media; allarghiamo gliorizzonti con un approfondimento dedicato a come i grandi colossi del mondo televisivo e streaminghanno reagito al pericolo di essere disintermediati: con una Rai che si è svegliata e si è messa al serviziodella scuola e dei ragazzi. Ci soffermiamo sulla convinzione che la professionalità e la passione delgiornalismo vincono su ogni contagio da fake news e pressapochismo social; strumenti, questi ultimi, pe-rò, di cui ‘impadronirsi’ e che possono rivelarsi preziosi alleati. E concludiamo con la certezza ‘comu-ne’ che questa pandemia, solleverà delle questioni fondamentali su un mondo post-frontiere e ipercon-nesso. Questa crisi planetaria è un’immensa lezione di modestia per l’uomo moderno e prova fino a chepunto, nonostante i folgoranti progressi tecnologici, la storia resti incontrollabile… perché l’imprevisto,come sappiamo, negli ultimi 100 anni, ha sempre avuto un ruolo cruciale.

SPECIALE - INFORMAZIONE E CORONAVIRUS

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prodotti piùpopolari e po-ter così espri-mere un primogiudizio fonda-to e credibilescegliendo inmodo critico econsapevole cosa vedere.Le recensioni offrono un giudi-zio riassuntivo e un’analisi arti-colata, che prende in considera-

zione le varie stagioni di ogni se-rie ed evidenzia anche gli spuntidi discussione che è possibile ri-prendere per un dialogo in fa-

miglia o in altri am-bienti educativi.La supervisionescientifica del sito èaffidata ad ArmandoFumagalli, direttoredel master Misp (dalquale proviene la

maggior parte dei recensori),mentre Stefania Garassini, presi-dente di Aiart Milano, è responsa-bile del coordinamento editoriale.

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NEWS AIART

COMMENTI

67 anni e non molliamo11.190 NO alla violenza in tv nelle sue diverse declinazioni. Un triste record checi obbliga a invertire la rotta e a investire in qualità, tutela, approfondimento,cultura e dignità dell’informazione; destinando risorse e salvaguardandocompetenza e indipendenza.

di Maria Elisa Scarcello [email protected]

M i ero ripromessa dinon scriverne per unpo’. Forse mi ero

semplicemente augurata di nondoverne scrivere per un po’, in-vece no, eccoci qua a riparlaredi violenza e media. E i risultatidel sondaggio condotto dal-l’Aiart (pubblicati nelle pagine aseguire) sono la riprova della ir-riformabilità dei media e dellain tv, in particolare, senza unconcreto e auspicabile provve-

dimento. Mi riferisco all’idea,attraverso un codice di com-portamento, di indirizzare il lin-guaggio, i toni e la serietà concui gli utenti si divertono, si in-formano, discutono. E su que-sto l’Aiart ha sempre avuto leidee chiare. E tutti sappiamoquanto sarebbe importante nelmondo agitato dei social medial’esistenza di regole concrete –per tutti gli operatori di mass-media – che prevedano provve-

dimenti contro coloro che, oper fini di parte o per puro gu-sto del sensazionale, concedo-no ampio spazio a ben determi-nati fatti. Su questa idea è natal’indicazione di un ‘Codice Me-dia’, accompagnata subito dal-l’insopportabile ‘muro del si-lenzio’ degli Organi competen-ti. Ma la fotografia scattata dalsondaggio e le 11.190 rispostepervenuteci parlano per l’Aiart:qualità, tutela, approfondimen-

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to, cultura, dignità dell’informa-zione, riforma dei talk show.E l’improvvisa comparsa delmaledetto COVID-19 è l’enne-sima testimonianza visiva diquanto sia indispensabile ed ur-gente un tale provvedimento peruscire da questo vicolo cieco.“Si ritiene doveroso richiamare l’at-tenzione di tutti gli operatori dell’in-formazione al rispetto del requisitodell’essenzialità delle notiz ie chevengono fornite, evitando riferimentiparticolareggiati alla situazione cli-nica delle persone affette dalla ma-lattia come prescrive l’art. 10 delleRegole deontologiche relative all’atti-vità giornalistica”. Con questeparole il Garante per la Privacyha richiamato, su segnalazionedegli utenti, gli organi d’infor-mazione sottol ineando chel’obbligo di rispettare la dignitàe la riservatezza dei malati edelle persone decedute vigeanche per gli utenti dei socialche spesso diffondono dati eimmagini senza valutarne inte-ramente le conseguenze.

Mostrare la sequenza di un cu-mulo di malati sdraiati a terra inattesa di un posto letto per esse-re curati, la disperazione di untestimone o di un parente, l’im-magine di una nonna che salutaper l’ultima volta tramite video-chiamata la nipote, attiva emoti-vamente gli spettatori ma è irri-spettoso verso le vittime e il do-lore dei familiari. Si può raccon-tare senza indulgere nei dettaglie riducendo i tempi di esposi-zione, con la consapevolezzache le immagini hanno una for-za ben superiore alle parole. Èchiaro che la violenza suglischermi, nello specifico, è un te-ma spinoso, perché chiunqueintenda affrontarlo si trova in-trappolato tra due fuochi: da unlato la completezza della noti-zia, dall’altro lo spauracchio del-la censura. Il rischio di essereaccusati di oscurantismo, di vo-ler porre dei limiti alle libertàdegli spettatori è molto alto. Ep-pure non si possono ignorare glieffetti che sulla psiche delle per-

sone, in particolarequella di bambini eragazzi, possonoavere le scene vio-lente, crude, reali-stiche, insistite.Lo squilibrio dei si-stemi sociali attualie il ruolo di amplifi-cazione della tecno-logia mediaticacreano un’aggressi-vità sociale e indivi-duale come pre-messa alla violenzanelle sue diverse de-clinazioni. E la vio-lenza psicologica, inparticolare, diventasempre più una fe-

nomenologia plurale. Un pro-cesso spesso molto sottovaluta-to che prima o poi però qualcu-no dovrà affrontare; e mi chie-do se non sia un po’ troppo pre-tenderlo da chi tra Camera e Se-nato neppure riesce a nominarei nuovi commissari Agcom edella Privacy.Di certo, la cronaca della vio-lenza ha assunto proporzionigigantesche in tutto il mondo enon esiste una linea comune ditrattazione. Un traguardo au-spicabile in favore del progres-so sociale e della istituzione diun ordine tale da lasciare a tuttila possibilità di espressione èurgente e indispensabile. Altrevie d’uscita non si intravedono,se non la distopica prospettivafinale di un ‘mondo città’ di 11miliardi di individui, intera-mente connesso, che è il nododella densità delle complessitàsovrapposte, della tecnologiafalsificante alla ‘Blade Runner’,e non potrà che essere un mon-do violento.

COMMENTI

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Q uando la nostra associa-zione nel 2017 ha sceltodi abbandonare la stori-

ca definizione “associazionespettatori”, che da decenni lacontraddistingueva nel panora-ma associativo, per passare alconcetto di “cittadini mediali”,a qualcuno forse poteva sem-brare una semplice operazionedi restyling, ma chi da anni mili-ta convintamente nell’Aiart sabene che, invece, si è trattato delnaturale recepimento di istanzeche, dall’avvento del web e deldigitale, giungevano alla nostraassociazione da parte di fami-glia, scuola e società civile. Es-sere cittadini mediali significa,infatti, non considerarsi sempli-ci fruitori, bensì abitanti dell’u-niverso mediale. E come gli abi-tanti di una realtà locale, i citta-dini mediali vogliono essereconsapevoli dei propri diritti edoveri, esercitando senso civicoe responsabilità. Non ci si puòpiù limitare a pretendere chesoltanto gli organismi di con-trollo – che pure ancora esisto-no e dovrebbero fare il loro do-vere – intervengano in difesadelle fasce più ingenue e deboli

dei cittadini mediali; occorre in-vece impegnarsi profondamen-te nella promozione del neces-sario senso critico, indispensa-bile a smascherare le logicheperverse della comunicazionecontemporanea. Una comuni-

cazione quasi sempre progettataa tavolino per essere funzionaleall’audience o al clickbait maproprio per questo insidiosa-mente superficiale, emotiva,strumentalmente “usa e getta”.

In questo delicato momentostorico abbiamo il dovere mora-le di non abbassare la guardia ri-spetto all’uso fazioso che vienefatto dai social, che, di fatto, so-no diventati il principale canaledi collegamento familiare e so-

ciale, ma anche di informazionee disinformazione, capace di in-fluenzare nel bene e nel maletutto il sistema mediale. Ognimessaggio, a prescindere dallafonte, è pericolosamente messo

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COMMENTI

Covid-19, siamo tutticittadini medialiAbitare, abitare, abitare è la parola d’ordine ripetuta come un mantra dall’Aiart.Un virus letale mostra i limiti degli scettici e convince tutti delle prodigioseopportunità offerte dal contesto digitale che va abitato da cittadino e non dasemplice fruitore.

di Lorenzo Lattanzi

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sullo stesso piano: dalle fuor-vianti anticipazioni del prossi-mo DPCM, al nuovo moduloper l’autocertificazione; dai pas-si in avanti fatti sulla ricerca diun vaccino o di una cura, alle te-si complottiste di chi crede chela pandemia sia stata pianificatada qualche potere occulto o, ad-dirittura, che si tratti dell’esitodella sperimentazione di un’ar-ma batteriologica sfuggita dimano. Persino nelle chat diWhatsapp, progettate per man-darsi messaggi piuttosto che peracquisire informazioni, vengo-no condivise e si diffondono lenotizie più disparate, contri-buendo al disorientamento ge-nerale.

Se da un lato l’Italia in quaran-tena ha riscoperto la televisio-ne d’intrattenimento, nel cam-po dell’informazione raramen-te si è saputo approfittare dellecircostanze con interventi au-torevoli in cui emergesse laprofessionalità dei giornalistinelle diverse trasmissioni. Si èpreferito per lo più il rilanciodelle informazioni “virali” (ag-gettivo che attualmente risultapersino grottesco) del web conscivoloni che, nel lungo perio-do, probabilmente costerannocari alle trasmissioni cosiddettedi approfondimento. Si pensiallo spazio dato a virologi chehanno frettolosamente definitoil coronavirus poco più di una

semplice influenza, per nonparlare dell’inquietante pubbli-cità istituzionale di Michele Mi-rabella, realizzata per il Mini-stero della Salute, che dall’ini-zio di febbraio ha imperversatoin tutte le reti con l’assurdo re-frain «non è affatto facile ilcontagio». E giustamente la no-stra associazione ne ha chiestol’immediato ritiro, denuncian-done banalità e irresponsabili-tà. Allora come cittadini media-li, specialmente nell’emergenzaCOVID-19, dobbiamo sentireforte il dovere di fare tesorodella grande lezione del filoso-fo Michel de Montaigne: solochi esercita il dubbio è vera-mente libero.

COMMENTI

Paradossalmente, invece, la chiusura forzata delle scuole ha messo tutti i docenti – dalla scuola dell’In-fanzia all’Università – di fronte alla possibilità di una svolta evolutiva, cimentandosi nella DAD (didat-tica a distanza). In realtà da parecchi anni numerose avanguardie guardavano al contesto digitale co-me a una frontiera verso cui orientare l’insegnamento, che non può più essere ridotto alla semplice tra-smissione di contenuti. Infatti, non si può educare limitandosi a mettere in guardia dai “pericoli del ma-re”, ma stando insieme “in acqua” e insegnando a “nuotare”. La relazione didattico-educativa, cheprima della pandemia a qualcuno poteva sembrare quasi “raffreddata” dallo schermo, oggi invece sialimenta e viene “riscaldata” proprio dalle lezioni in diretta streaming. Gran parte del corpo docente,anche quello più recalcitrante rispetto al contesto digitale, in queste circostanze terribili e impreviste,si è rimesso in discussione, rimboccandosi le maniche. Certamente non manca chi rimane assillato dalprogramma, riversando sugli alunni valanghe di materiale da scaricare e compiti da fare, come purechi si avventura in lezioni online senza tener conto degli alunni sprovvisti di computer o che devonocondividerlo negli stessi orari con altri familiari, oppure con connessione internet scadente o limitata.Ma c’è anche chi, in questa situazione sta imparando a valorizzare gli strumenti straordinari che latecnologia mette a nostra disposizione, collocando in secondo piano il cosa, il quando e il dove dellacomunicazione didattica e della relazione educativa a favore del come e del perché. Il sistema scola-stico, dunque, è stato finalmente messo in condizione di sperimentare come la qualità dell’insegnamen-to non dipenderà mai esclusivamente dall’efficienza degli strumenti (peraltro difficilmente garantibile),ma dall’efficacia di scelte di senso condivise. Si tratta senza dubbio di un’occasione d’oro anche persuperare visioni valutative in ottica sommativa, per valorizzare impegno, partecipazione, originalità,secondo una prospettiva formativa che restituisca dignità e centralità alla persona, dedicando maggio-re attenzione all’empatia e alla motivazione rispetto ai contenuti. Sta al mondo della scuola coglierel’opportunità offerta da questa terribile contingenza storica di diventare davvero “smart”; per impara-re e insegnare che la tecnologia è utile quando semplifica e avvicina, mentre è inutile – se non addi-rittura dannosa – quando complica e allontana.

A SCUOLA… IL ROVESCIO DELLA MEDAGLIA?

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N on c’era bisogno di unvirus come il covid-19per rivelare le proble-

matiche dei media. Come per ilvaso di Pandora, i vizi antichi enuovi del sistema della comuni-cazione sono tracimati in unflusso ininterrotto, in quell’esa-sperazione dell’attenzione suglieventi che è un vecchio male delsistema mediatico. Rimarrannonella storia della comunicazione(?) le giornate confuse, isterichee psicotiche via via vissute inItalia, a partire dalla manifesta-zione dei primi casi dell’influen-za virale e fino all’evoluzionedella pandemia.Impressionante e senza prece-denti il parossismo delle parole,delle teorie e dei pensieri in li-bertà, in onda a piè sospinto suogni canale, web o televisivo esatellitare, sui social e sui blog.Una modalità ossessiva e com-pulsiva senza freni e fuori con-trollo, a conferma della mala-comunicazione del villaggioglobale, giocata sul ricambiocontinuo di notizie o finte noti-zie, per dare al pubblico l’im-pressione di novità che incalza-no, di fatti che si rincorronosenza soluzione di continuità, inmodo da lasciare tutti senza re-spiro, senza concedere il tempo

di assimilare, comprendere, ca-pire, valutare. Un fenomeno,questo, appesantito ed aggrava-to dagli imbonitori e dai ciarla-tani della grande ragnatela di In-ternet, dalle maglie larghissimee senza filtri, dove passa di tuttoe di più, nell’esplosione di quella“imbecillità digitale” già stigma-tizzata da Umberto Eco.Tutti si sono improvvisati tutto-logi del virus. Dai TG ai salottiTV dei talk shows, una valanga,anzi, uno tsunami di parole echiacchiere alla rinfusa si è river-sato per l’etere, causando nonpochi problemi alla salute men-tale del popolo italiano, tenutosotto pressione e sotto scaccoda una violenza psicologicainaudita. L’obbligo di restare trale mura di casa – sollecitando lefughe virtuali sulla rete o lescorribande tra le tivù – ha fa-vorito la voracità nel consumodi notizie e di immagini, assunteacriticamente come antidoto alpanico e alla mancanza del mo-vimento all’aria aperta.È stato innescato il cortocircui-to della nevrosi, spesso nell’as-senza di tatto psicologico e disensibilità comunicativa chesono i primi elementi da impie-gare in una situazione che, co-me quella di una pandemia, è

destinata comunque a condi-zionare le nostre esistenze.Evidenti l’incapacità e la diffi-coltà di prendere in mano le re-dini di una comunicazione cor-retta e precisa, che lasciasse daparte l’autoreferenzialità, lasubordinazione ai poteri parti-tici, gli interessi particolari deigruppi di potere, l’asservimen-to agli appetiti economici ecommerciali, la ricerca di tuttoquanto fa spettacolo, sulla pelledei cittadini.Nella schizofrenia delle notizieè sovente mancato il rispettoper le persone. Le stesse imma-gini insistite e ripetute su un do-lore immane – simboleggiatodalla colonna degli automezzimilitari che portano decine diferetri alla cremazione e dallescene degli ammalati ripresi nel-le terapie intensive – hanno sol-levato interrogativi sull’usostrumentale della sofferenza, aifini dell’audience e di qualche Ilike in più.La tempesta del covid-19 ha tra-volto e stravolto tutto, non soloi palinsesti televisivi, piegati al-l’idea che è sempre meglioun’indigestione di programmi-fotocopia piuttosto che un ri-spettoso digiuno. Il virus ha fa-gocitato cose, persone e buon

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COMMENTI

L’overdose delle paroleLa ‘distanza’ invocata come prevenzione del contagio da covid-19 è stataapplicata nel racconto dei fatti? Chi sono i primi referenti dell’informazione?Interrogativi e conferme che chiamano in causa un sistema informativo bloccatodal ‘cortocircuito della nevrosi’.

di Roberto Alborghetti

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senso: si pensi alle sceneggiatedei logori tele-contenitori po-meridiani. Si è smarrito il sensodelle proporzioni e la gerarchiadegli avvenimenti. L’“effettomarmellata” del sensazionali-smo ha rivelato la memoria cor-ta dei media proprio in riferi-mento alla dimensione dellemorti dimenticate, quelle chequotidianamente ci accompa-gnano e ci accompagnavano, inItalia, anche prima dell’emer-

genza del coronavirus. Sono nu-meri oltremodo drammatici,dietro i quali ci sono persone efamiglie. Come, ad esempio, icirca 1.500 decessi, solo nel2019, per l’alto tasso di inquina-mento causato a Taranto dalleattività dell’ex Ilva, ora ArcelorMittel.La strage silenziosa nella cittàpugliese è purtroppo un esem-pio da manuale per il suo obliomediatico, quasi in ossequio aquella famigerata “legge diMcLurg”, studiata nelle scuoledi giornalismo, per la quale lanotiziabilità è data dalla scala

graduata tra numero di morti ela loro collocazione geografica...A Taranto si muore per una gra-ve situazione di evidenza quoti-diana, fatta da decenni di conti-nue morti per patologie tumo-rali, anche in età infantile. Baste-rebbe leggere il quinto Rappor-to Sentieri – studio epidemiolo-gico nazionale dei territori e de-gli insediamenti esposti a rischioda inquinamento – per esseresconvolti dai dati per mortalità e

ricoveri. È denunciata unaquantità di morti definite “in ec-cesso”, nel senso che eccedonotutti i livelli e parametri, come ilnumero dei nati con malforma-zioni congenite. Una situazionedrammatica, per la quale il silen-zio è assordante, colpevolmentestridente in questi mesi nei qualiil sistema informativo è pratica-mente bloccato sul (e dal) co-vid-19.Il virus è arrivato a confermar-ci una realtà lapalissiana: qual-cosa non va nel sistema con cuisi fa informazione e nel modocon cui si usano i social net-

work. Sono sempre più ineludi-bili le domande sul senso delgiornalismo e dell’informazio-ne. Non andrebbe mai dimenti-cato che i primi referenti del-l’informazione sono i cittadini.Sarebbe dunque importantechiederci criticamente: è pro-prio il caso di ricorrere al sen-sazionalismo di titoli e immagi-ni? È il caso di spingere sull’en-fasi dell’emotività? È il caso digenerare stati ansiogeni, come

se tutto fosse breakingnews? È il caso di tra-sformare gli effetti del-la pandemia in unospettacolo live? Inter-rogativi che chiamanoin campo la responsa-bilità di una informa-zione corretta ed equi-librata, a servizio delpubblico e del bene co-mune.C’è stata – e continuaad esserci – una over-dose di parole, di narra-zioni esasperate. La “di-stanza” invocata comeprevenzione basilaredel contagio, non è sta-

ta per nulla applicata nelle mo-dalità del racconto dei fatti.Tanto che il momento più alto esignificativo delle cronache delcoronavirus va trovato nelle im-magini di una piazza vuota.Quella del colonnato della Basi-lica di San Pietro, in una seratapiovosa di marzo, con le imma-gini di Papa Francesco che, solodavanti al mondo, pregava in si-lenzio. Un silenzio dalla forzadirompente: poneva domande elasciava spazio a qualche rispo-sta sul senso di queste giornateche ci rimarranno per semprenella mente e nel cuore.

COMMENTI

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I n Italia, ogni anno muoio-no 633.000 persone.1.700 al giorno. 43.000

morti (117 al giorno) sono at-tribuiti all’inquinamento. Inpoco più di un mese abbiamogià superato 22mila morti sol-tanto per covid-19 e tutti stia-mo scoprendo quanto sia fra-gile e a rischio sopravvivenza ilnostro Sistema Sanitario Na-zionale, universale, solidale,pubblico.

È stato il più bel regalo che inostri Padri ci hanno lasciato enoi lo stiamo distruggendoperché non ci preoccupiamoinnanzitutto di evitare che lepersone si ammalino, anzichépensare soltanto a curarle almeglio, dopo.

Ce lo sta facendo capire il co-vid 19. La più bella e grande le-zione (involontaria) che questaterribile esperienza ci sta inse-gnando, è che se si attua unaseria, draconiana campagna diPrevenzione Primaria, che perle malattie infettive si chiama“profilassi”, ed una sana ed ef-

ficiente Medicina PubblicaTerritoriale (Prevenzione Se-condaria), il nostro Sistema Sa-

nitario non va in sovraccaricoe può permettersi, per la quali-tà anche professionale dei no-

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COMMENTI

Sanità per l’Uomo,non l’Uomo per la sanitàIl Medico deve sempre essere “di parte”: ma di quale parte? Quella del pazienteo quella del profitto e della sanità privata? Quanto conta un’azione coordinatafra medici e giornalisti nel veicolare un’informazione attendibile e nell’illuminarele ‘zone d’ombra’ del nostro bel Paese?

di Antonio Marfella

ANTONIO MARFELLA: Presidente medici per l’ambiente (NA), Tossicologo,Oncologo, Farmacologo, Dirigente Responsabile SSD Farmacoeconomiac/o Direzione Sanitaria Aziendale dell’IRCCS Fondazione Sen. G. Pascale.Autore di oltre 100 tra pubblicazioni e comunicazioni scientifiche recensite.Già consulente alla salute per la giunta De Magistris a Napoli. Il 6 aprile2017 ottiene il Premio Internazionale Livatino-Saetta – Costa per l’impegnocivile a favore della legalità e contro le mafie. Il 2 giugno 2017: Con decretodel Presidente della Repubblica S. Mattarella, riceve la distinzione onorificadi “Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana”.

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stri figli, di continuare a resti-tuire vita a chi, purtroppo, co-munque si ammala.

Il nostro SSN è nato Grandeed è restato Grande perchénon ha ancora smesso dipreoccuparsi innanzitutto didiffondere la salute e non lamalattia.

Mai come in questa epoca dicovid 19 stiamo vedendo tuttie capendo quanto la Medicinasia un’Arte che usa la Scienzae non semplicemente unaScienza, obbligata ad essereneutra e riduzionista ed incontinua contraddizione conse stessa, proprio per potereprogredire.

Il Medico è sempre e innanzi-tutto un Filosofo, diceva Ga-leno, e Ippocrate rincarava ladose sostenendo che il Medi-co deve essere “puro” comeun Sacerdote. Io credo che, infondo, non può esistere unvero Medico/“Scienziato”. Osi è Medici o si è Scienziatiperché il Medico deve sempreessere “di parte”: ma di qualeparte?

Quella del paziente o quelladel profitto e della sanità pri-vata?

Gli Stati e le Regioni vessillidella Sanità privata di eccel-lenza, Stati Uniti e Lombardiain Italia, stanno pagando condecine di migliaia di mortiquesta cattiva “interpretazio-ne” della Sanità più privatache pubblica.

Come il Lavoro, la Sanità è fat-ta per l’Uomo, non il contrariocome ha imposto in questi ulti-

mi decenni la concezione delliberismo spinto all’eccessoche ha distrutto il Pianeta, ilclima, nostra Madre Terra equindi la nostra Salute.

Se a guidare le nostre scelte so-ciali e terapeutiche sarà ancorae solo la pura e semplice ricer-ca del profitto economico in-dividuale come è adesso e nonuna sana e profonda riflessio-ne sulle regole di uso di stru-menti potenti come i farmaci ei tossici di oggi a vantaggio o atutela di tutte le persone, sia-mo condannati ad avvelenarcida soli, con le nostre stesse

mani e senza neanche render-cene conto. La farmacologia ela Filosofia devono ritrovare leradici comuni, riunirsi oggi co-me Branca di studio nella co-mune esigenza di riassunto divita guidato dall’Etica e indi-rizzare l’Uomo (Politica) versole scelte corrette (Prevenzionecome stile di vita) che ci pos-sono ancora salvare.

Il complesso momento stori-co che stiamo attraversando

conta tra le sue peculiarità ilbisogno di ridefinire metodo-logie e paradigmi da parte deisaperi e delle discipline. Unosguardo generale ai dibattittiall’interno delle discipline faemergere che i principi comu-ni da cui dovrebbero muoveregli sforzi per una ‘ricostruzio-ne’ sono quelli della ‘verità’ edella ‘realtà’. Ed è proprio daqui che bisogna partire perun’azione coordinata fra me-dici e giornalisti nel veicolareinformazioni il più possibilechiare, corrette e di supportonell’aprire gli occhi anche sualtri virus che continuano ainfestare il nostro Paese e acui troppi hanno fatto l’abitu-dine sottovalutandone il dan-no: dalle ecomafie alla distru-zione ambientale. A comin-ciare dalla consapevolezza cheproduciamo oltre 6.5 miliardidi tonnellate l’anno di rifiutiper 7 miliardi di esseri umaninel mondo (e di questi rifiutisolo 1 miliardo sono rifiuti ur-bani) e che il commercio in-ternazionale dei rifiuti indu-striali e tossici è diventata laseconda fonte di reddito dellamalavita organizzata nel mon-do, ormai addirittura più delcommercio delle armi. Inquesto terzo millennio l’alfa el’omega della Medicina Ippo-cratica che abbiamo del tuttodimenticato sono la Bioeticaambientale e la Farmacosofia:due discipline che nessunostudia, che nessuno affrontacon responsabilità e razionali-tà, e su cui si fonda ormai l’E-conomia, la Medicina e la so-pravvivenza stessa di questoPianeta.

COMMENTI

“La modernità

delGiuramentodi Ippocrate „

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Il Telespettatore - N. 3-4 - Marzo/Aprile 2020 I

INSERTO

SONDAGGIO

Quando guardi la TV? Preferibilmente in quale fascia oraria?

Fino adue oreal giorno

48%Da duea tre oreal giorno

37%

Oltre tre oreal giorno

15%

Con quale frequenza guardi la tv?

In base a quale criterio scegli un programma radiotelevisivo?

Interessi socialie politici

Divertimento/passatempo

Interessiculturali

Come giudichi complessivamente la produzione radiotelevisiva?

Premessa MetodologicaCampione di riferimento: Spettatori-utenti web-tv nel Paese ItaliaPeriodo di Rilevazione: Dal 1° maggio 2019 al 28 febbraio 2020Riferimenti metodologici: Analisi qualitativa e quantitativa su percezione e giudizio sulla violenza in tv; indice di ascolto evalutazione dei programmi televisivi; itinerari, comportamenti e gradimento del bambino davanti al video.

L’Aiart, paziente e costante segugio che sol-leva indignazione e proteste, alla fine raccoglieconsenso e rispetto. E nel mare di segnalazioni,false proteste e notizie grottesche che ricevequotidianamente c’è sempre qualche pepita d’o-ro che dà inizio ad un sondaggio: “Vorremmoche vi fosse meno posto per la violenza nei pro-grammi televisivi perché se è vero che ne esistemolta nella realtà del mondo odierno, è pur veroche ogni coscienza ben formata la rifiuta semprein ogni suo aspetto come anti-umana e si sforzadi contrapporle un autentico vivere civile”.

GRANDE SUCCESSOPER IL SONDAGGIO TARGATO AIART

Estratti a sorte TRE VINCITORI, ai quali saràrimborsata una cifra pari all’ammontare del ca-none dell’anno 2020:

1 – Mauri Angela – Reggio Calabria2 – Florio Valentina – Torino3 – Ferri Martina – Milano

Elaborazione grafica dei risultati

OCCHI APERTI DAVANTI AL VIDEO

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II Il Telespettatore - N. 3-4 - Marzo/Aprile 2020

INSERTO

Programmi tv maggiormente segui� Tipologie di programmi Rai a cui dare maggiore spazio

Web tv maggiormente seguiteSegui le web tv?

Come avviene questa influenza?

Per condizionamentogenerale

Per mancanzadi riflessione

Per pubblicità

Ri�eni che la Tv influisca sulla mentalità dei minori?

Quale tg segui maggiormente?Proposte uten� nel campo delle trasmissioni televisive

Maggioreobie vità

Piùcultura

Menoviolenza

Maggioreserietà

Gradires� che nei tg ci fossero meno filma� violen�?A quali servizi si dovrebbe dare più spazio?

Poli�ca estera

Poli�ca interna

Eco-nomia

Cronacanera

Cronacarosa

Sport Curiosità No�zielocali

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Il Telespettatore - N. 3-4 - Marzo/Aprile 2020 III

INSERTO

Pensi che la spe�acolarizzazione dei processi in tv sia: Secondo te la violenza in tv è:

Indicaci dove:Con che frequenza � capita di vedere scene violente in tv?

Pensi che la violenza con�nuamente mostrata in tv e condivisanei social possa diminuire la sensibilità e normalizzarla?

La violenza in tv può contribuire a fenomeni imita�viportando a comportamen� aggressivi e an�sociali nei minori?

Sei tu a scegliere i programmi del bambino?

Sì No Talvolta

Per quanto tempo circa, ogni giorno, il bambino guarda tv e/o web tv?

Fino a 2 ore Da 2 a 3 ore Oltre 3 ore

Mai Da mezz’oraa un’ora al giorno

Più di un’oraal giorno

Quanto tempo lasci il bambino da solo davan� al video?Quale programma preferisce?

Documentari

Il bambino davanti al video

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IV Il Telespettatore - N. 3-4 - Marzo/Aprile 2020

INSERTO

Il bambino dimostra apertamente di non gradire alcuni programmi?

Sì NoSpegne la Tv

e giocaCambiacanale

Contesta Altro

Se sì, come?

Guardi la tv con il bambino?

Sì No TalvoltaSì No Talvolta

U�lizzi la tv come strumento di compagniaper il bambino mentre sei occupato

nei tuoi lavori?

Il bambino guarda anche i tuoi programmi?

Sì No Talvolta

Trasmissioni da salvareTrasmissioni da dimen�care

Relazione d’ascolto

ConclusioniLa Tv ha degli obblighi giuridici che le Istituzio-

ni hanno il compito di far rispettare, sanzionando-ne le violazioni in forza delle norme vigenti.

Con determinazione, i tele-utenti dicono ba-sta con la violenza nelle immagini, nel linguag-gio, negli spettacoli, nella pubblicità, nell’infor-mazione. E chiedono:

1. Una programmazione di qualità, che tengacostantemente conto dei minori, evitando ogniforma diretta o indiretta di educazione alla vio-lenza: verificando in quale misura ciò possaemergere anche da film aperti a tutti i problemi;

2. Un’attenzione particolare al palinsesto eall’orario di inizio del prime time per tutelare iltempo della visione da vivere in famiglia;

3. Un’efficace e concreta azione di tutela at-traverso un organico sistema di regole a salva-guardia dei minori, prevedendo sanzioni ade-guate e tempestive contro i trasgressori;

4. Il monitoraggio qualitativo dei programmicon l’uso di strumenti idonei ed esperti ricerca-tori imparziali e autonomi rispetto agli editori ealle emittenti TV.

I risultati del sondaggio sono inequivocabili eci forniscono preziose indicazioni per program-mazioni in tal senso. Passiamo, quindi, le loro ri-chieste agli Organi competenti e alla Rai-tv – inquanto servizio pubblico – con la certezza che lescelte e le indicazioni dei tele-utenti, se realizzatee continuate, potrebbero fare della Rai un’istitu-zione di cui gli italiani possano andare orgogliosi.

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L’ Europa (con tutte lesue istituzioni) comerisponde alla pande-

mia da coronavirus? Con la ra-gione o con il cuore?Sino ad ora ha prevalso la gelidaragion di Stato, che è cosa diver-sa dalla ragione ben orientatache sa tenere in debito conto al-tre variabili, oltre l’asfittico oriz-zonte ragionieristico. Ossia, sapesare il valore aggiunto dellasocialità, della sostenibilità, dellasalvaguardia ambientale, dellaqualità di vita dei popoli. Pur-troppo la stringente logica con-tabile è già stata applicata in oc-casione della crisi finanziariadella Grecia, con esiti socialidrammatici.In ogni caso, sarà la Storia a giu-dicare le attuali classi dirigentieuropee. Se cioè la pandemia dacoronavirus sarà ricordata comela Caporetto dell’Europa comu-nitaria, oppure come il laborato-rio della nascita degli Stati Unitid’Europa. È presto per poteresprimere un giudizio comples-sivo sugli strumenti messi incampo dall’Unione europea perfronteggiare la crisi economica esociale, mentre resta pungente lasensazione che ciascun Paese va-da, comunque, per la propria

strada. Non solo in termini fi-nanziari, ma anche in prospettivasociale, nel cui perimetro rientracertamente la questione sanita-ria. È infatti l’Europa sociale og-gi in affanno, quanto se non dipiù di quella economica. Anchese entrambe dipendono soprat-tutto dal deficit di Europa politi-ca. Solo la politica democratica erappresentativa, quindi legittima-ta da un voto dei popoli, può in-vocare la condivisione del rischioanche attraverso una mutualitàfinanziaria. Nella prospettiva diun’Europa dei popoli in cui fede-

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COMMENTI

Europa coraggiosa cercasiIl destino dell’Europa è sulla graticola del coronavirus. Quali scenari si aprirannoquando tutto sarà finito? La sfida è epocale per il futuro comune. Il presentepreme e le scelte per fronteggiare il futuro che l’insegue vanno operate adesso,attraverso la basilare ‘solidarietà della cura’.

di Domenico Delle Foglie

ralismo e sussidiarietà siano basicondivise della vita comune. Mala voce degli europei, purtroppo,non si leva potente a chiedere so-lidarietà per tutti.Forse oggi manca il coraggio deifondatori (Adenauer, Schumane De Gasperi). Latita persino lalungimiranza di Helmut Kohlche volle l’unificazione tedescaa tutti i costi, anche al prezzo digrandi sacrifici per il suo popo-lo. Ora la Germania è una sola,mentre l’Europa non ha ancoraabbracciato definitivamente ilsuo destino unitario.

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COMMENTI

Fascia protetta,dolce chimeraLa fotografia della tutela dei minorinell’audiovisivo è chiara: la fascia protettasi indebolisce ulteriormente. E quando gliinteressi di emittenti e utenti noncoincidono, scompare la razionalità delledecisioni e gli effetti sono fuori controllo.

di Domenico Infante

“I n questa situazione diemergenza i genitorisentono di aver perso

le fila, di non riuscire a staredietro a tutto”, spiega ElisaCampagnoli, psicoterapeuta eautrice del libro Eccomi!, dedica-to allo sviluppo dei neonati. “Ibambini vivono la confusionedi avere i genitori a casa ma nonnella modalità che vorrebbero,non tollerano la presenza-as-senza. In questa circostanza,più che mai, è necessario fareattenzione ai loro comporta-menti, osservarli”. Questa pre-messa è il necessario corollarioper ben introdurre una rifles-sione sull’efficacia della fasciaprotetta, prevista dal Codice diautoregolamentazione Tv e Mi-nori, che di fatto si è indebolitaulteriormente, in questo perio-do di coronavirus. Ora, sarebbelogico attendersi dalle famiglieuna maggiore protezione per iminori, stante l’occhio vigile deigenitori. Tuttavia, spessissimo, igenitori stanno in smart wor-king e, presi dal lavoro (e dalla

pressione psicologica di avereun’intera classe al di là delloschermo, nel caso di insegnan-ti), non hanno nemmeno iltempo di attendere alle primariefunzioni casalinghe. Peraltro, igenitori più attenti cercano dicoinvolgere i bambini in attivitàdi vario genere sia per far vince-re la noia sia per manteneresempre alto il feeling formativo.Premesso tanto, mi sembra dif-ficile che possa esserci per i ge-nitori un residuo di tempo dadedicare ai figli nell’ascolto tele-visivo o nella navigazione socialsui vari device digitali disponi-bili in famiglia. Consola l’an-nuncio della RAI circa l’inten-zione di potenziare i program-mi per ragazzi sia di tipo forma-tivo che ricreativo. Tuttavia lealtre emittenti televisive nonsolo non hanno adottato alcunprovvedimento del genere maaddirittura, in alcuni casi, han-no peggiorato l’offerta con pro-grammi vecchi e poco creativi,costituiti sostanzialmente dafilm, spesso con bollino rosso,

trasmessi durante tutto l’arcodella giornata. D’altra parte, te-nere alti gli indici di ascolto èsempre un interesse primariodelle emittenti in quanto da essidipendono le quote di pubblici-tà che oggi sono più che mainecessarie per compensare ilparziale fermo produttivo. E al-lora non bisogna meravigliarsidell’imperversare del trash nelletrasmissioni di Barbara D’Urso,nonostante le sanzioni già irro-gate da parte dell’Agcom. Inverità il trash ha subito un leg-gero calo, compreso quello deireality show, perché la gente sirivolge soprattutto ai program-mi informativi, in particolarecorrelati alle vicende del coro-navirus. Intanto, tra un telegior-nale ed un altro, anche nelle orecentrali della giornata, vengonomessi in onda film vietati ai mi-nori di 14 anni, con scene diviolenza di ogni genere, di ses-so alluso e a volte ostentato, chesono i momenti più gettonatidai ragazzi quando non sonopresi dai loro smartphone.

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“P ensa, credi, sogna, eosa”, diceva WaltDisney. La riflessio-

ne del pensare, la fiducia del cre-dere, la speranza del sognare e ilcoraggio dell’osare. Una piccolaformula magica capace di faresplodere mille pozioni veleno-se, proprio come nei suoi film.Un piccolo, potente concentra-to utile in caso di...adolescenzaper esempio.Tra sogni, problemi, dubbi easpettative questo è il periododella trasformazione. I processidi formazione dell’identità sonopiù attivi che mai mentre gli ami-ci e il gruppo acquistano semprepiù importanza per l’immaginedi sé. Con questa visione diamouno sguardo all’offerta per loro,i “teen”, presente nel mondo te-levisivo e in streaming.La Rai con i suoi due canali RaiYoyo e Rai Gulp è il principaleeditore italiano di programmiper bambini e ragazzi attraversoun polo unico, Rai Ragazzi. Di-retta da Luca Milano, Rai Ra-gazzi comprende le produzionioriginali italiane e ciò che vieneconsiderato migliore nell’offer-ta internazionale. Centrata suitemi di attualità per i teen, RaiGulp propone un’offerta cheponendo particolare attenzionealla cura della lingua italiana,

considera il rifiuto del bullismoe degli stereotipi di genere, l’a-buso sui minori, l’inclusione ela disabilità, il piacere della let-tura, l’alfabetizzazione digitale,la lingua inglese e le altre linguestraniere. Segnaliamo in parti-colare la serie italiana Jams damarzo in onda con la secondastagione.

Prodotta dalla casa di produzio-ne romana Stand by me per RaiGulp, Jams affronta con delica-tezza il potere dell’amicizia tracoetanei in relazione al temadell’abuso sui minori per af-frontare il quale ci si è avvalsidella collaborazione dell’equipedi neuropsichiatria infantiledell’Ospedale pediatrico Bam-bino Gesù di Roma.

Diversificata e abbondante l’of-ferta su Rai Play, la piattaformaonline. Oltre ai film e le serie tvtroviamo “Indomite” (storie didonne che “fanno ciò che vo-gliono”), I miti del fumetto, Atutto volume (programma mu-sicale), Tutti in laboratorio#la-scuolanonsiferma, Leggi di na-tura, In orbita#lascuolanonsi-

ferma, Nel Blu dipinto di blu(mondo naturale), Sport, Calcionon amor, Animazione, #Ex-plorers, che suggerisce espe-rienze con una modalità socialper i ragazzi e le ragazze di oggi.Da fine aprile sarà in onda suRai Gulp in diretta per tre ore algiorno La Banda dei fuoriclasse.Dal centro di produzione Rai diTorino ogni giorno La Banda

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COMMENTI

Sfida all’ultima offertaRai, Disney, Netflix in un epico confronto per il contatto diretto con il consumatoreoltre che un esempio di come si reagisce al pericolo di essere disintermediati.Un’ampia programmazione che ascolta le aspettative della generazione ‘teen’.

di Daniela Zambonini

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dei fuoriclasse si ri-volgerà a quei ra-gazzi costretti aconcludere l’annofuori dalla scuolaoffrendo lezioni,collegamenti conesperti e toccheràpossibilmente tuttele materie curricola-ri. Affiancherà laproduzione di RaiScuola e Rai Culturaorientate soprattut-to ai ragazzi dellesuperiori.Nell ’offer ta Raiteen non si trovanonaturalmente pro-grammi vietati aiminori.Recentemente arri-vato in Italia in mo-dalità streaming vi-deo (marzo), trovia-mo poi il canaleDisney + in abbo-namento. Con un’offerta riccadi film, serie tv, documentari ecartoni animati di 5 aree temati-che, Disney, Pixar, Marvel, Na-tional Geographic, Star Wars.

A marzo, oltre all’Italia, Di-sney+ ha debuttato in otto Paesi

dell’Europa occidentale, RegnoUnito, Irlanda, Francia, Germa-nia, Spagna, Austria e Svizzera.Sulla piattaforma Disney+ damarzo è disponibile la prima

stagione diThe Man-da lor ian ,la serie tvstatuniten-se live ac-tion creatada Jon Fa-vreau eprodot t ada Luca-sfilm am-b i e n t a t an e l l ’ un i -verso di

Guerre Stellari. Il 4 maggio –Star Wars Day – Disney+ ren-

derà disponibilenuovi contenuti ori-ginali: The CloneWars insieme allaprima mondiale del-la nuova docs-seriein 8 episodi, DisneyGallery: Star Wars:The Mandalorian,un documentariodietro le quinte. Laseconda stagione èprevista invece inarrivo in Italia per ilmese di ottobre.Da aprile, per ren-dere omaggio almese della Terra, edecisamente per unpubblico variegato,Disney + presenta inuovi film Disney-nature La famiglia dielefanti e Echo il Delfi-no, il primo con lavoce narrante diElisa (nell’originale

la voce è di Meghan, duchessadel Sussex), il secondo conquella di Cristiana Capotondi(l’originale è con Natalie Port-man). Protagonista de La fami-glia di elefanti, l’elefante africa-no Shani e il suo vivace cuccioloJomo che insieme al loro brancointraprendono un epico viaggio.Disneynature e Disney Conser-vation Fund sostengono Ele-phant Without Borders, un’or-ganizzazione che opera in Bot-swana per garantire la prosperi-tà di umani ed elefanti.Il delfino Echo, attraverso le le-zioni della madre Kumu e dellasua famiglia imparerà il proprioruolo e a vivere nell’ambientemarino. Disney sostiene da tem-po gli oceani e la vita marina intutto il mondo.

COMMENTI

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Su Disney+ troviamo un cata-logo molto ampio che com-prende tutti i classici Disney da-gli anni ‘60 ai ‘90, 100 film pro-dotti da Disney channel e le se-rie tv. Tra i titoli più famosi ri-volti ai teen, High SchoolMusi-cal, Hannah Montana e LizzieMc Giure. La proposta si carat-terizza come da tradizione per ivalori della gioia e dell’ottimi-smo e per la priorità di conte-nuti adatti per la famiglia. An-che su Disney+ non sono pre-senti titoli vietati ai minori.Sulla piattaforma di Netflixmolto conosciuto dai teen sem-bra essere Riverdale, per la veri-tà uno dei pochi appetibili aquesta fascia di età non vietatoai minori. Un dramma thrilleradolescenziale, serie tv statuni-tense. Si narra la vi-ta di Archie, teena-ger bello, popolaredel liceo nella cittàdi Riverdale. Undrama comunquemolto dark, che sisnoda tra relazioniproibite tra studen-te e insegnante,strane morti (omici-di?) e adolescentitossicodipendenti.Moltissimi sono i ti-toli in catalogo vie-tati ai minori di 14anni, non mancatuttavia qualche al-tra offerta. Peresempio, tra gli altri,Una serie di sfortu-nati eventi (2019),Greenhouse Aca-demy (2020), o L’u-niverso in espansio-ne di Ashley Garcia(2020), serie tv

commedia doveAshley, studen-tessa adolescen-te fresca di dot-torato decide ditrasferirsi dallozio Victor perlavoro: la Nasal’ha voluta comemembro delteam. Ashley af-fronterà le sfidetipiche dell’ado-lescenza confrontandosi con leprime cotte, le amicizie ed ilmondo esterno.In arrivo a fine aprile Summerti-me, una serie tipo soap romanti-ca ispirata ai romanzi di Federi-co Moccia. Due giovani prove-nienti da ambienti molto diversisi innamorano durante un’estate

sulla riviera adriatica. Presentenel colosso americano una vastaofferta di documentari apparte-nenti a generi diversi, true crimequindi ispirati a storie criminalirealmente accadute, mistero,storia, scienza e natura.Adolescenza tra sogni, paure,problemi e aspettative, diceva-

mo. Come trasmet-tere tutto ciò nel-l’intrattenimento ri-volto alla generazio-ne teen?Quando si è in gra-do di incuriosire, di-vertire e al tempostesso far riflettere,suscitare speranza,aiutare a crescere econfrontarsi con lesfide tipiche delcambiamento versol’età adulta. Ma an-che quando si è ca-paci di far scaturireatteggiamenti pro-sociali e promuove-re valori universalicome quelli dell’a-micizia, del rispetto,dell’amore e dellaparità pur nella di-versità degli esseriumani. Sicuramenteottimi segnali.

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COMMENTI

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I l teologo e pedagogistaMartin Buber, nel suo libro“L’io e il Tu”, descrive l’em-

patia come il dono più preziosoche un essere umano possa of-frire a un altro essere umano at-traverso la comunicazione.In una società complessa, glo-balizzata e digitalizzata, comequella contemporanea, caratte-rizzata da “muri”, odio, bufaleonline, scarsa empatia, dove piùche una cultura dell’emozione edella comunicazione, si sta in-traprendendo un cammino ver-so una cultura dell’odio e dellaviolenza, è necessario rivalutare,riflettere e rieducarci a comuni-care in modo corretto ed empa-tico.La logica medievale dell’occhioper occhio” che sembra preva-lere, passando prima per la Retee poi nei rapporti interpersonaliall’interno dei vari contesti so-ciali, lascia sempre più spazio al-l’odio, alla violenza verbale e al-la vendetta tra nazioni e popoli.Quello che sembra emergereoggi è una vera e propria emer-genza socio-antropologica: lamancanza di empatia e l’incapa-cità dell’individuo di comunica-re senza scontrarsi e riconosce-re l’Altro in quanto uomo.Alcuni sociologi, analizzando la

dimensione comunitaria nelnuovo scenario digitale, ricono-scono la nascita di nuove formedi legami che definiscono “neo-tribali”: le modalità per sentirsivicino ad una persona ruotanoesclusivamente attorno ad unostato emozionale comune: lasimpatia.Come le scienze comportamen-tali dimostrano nelle più recentiricerche, siamo più mossi dalleemozioni che dalla ragione, chepreferiamo mantenere intattinostri pregiudizi anche se ciò acui crediamo si dimostra poi to-talmente errato, che siamo sem-pre meno disponibili al con-fronto e abili haters davanti aduno schermo.Ogni giorno ci imbattiamo an-che per sbaglio in espressioniverbali violente in Rete (hatespeech).L’odio sul web nasce dalla realtàe lì poi ritorna creando catego-rie, in-differenza, spersonalizza-zione.Razzismo, omofobia, odio poli-tico e religioso, tutto questo di-venta “cyber” e si trasforma inviolenza verbale online, in azio-ni d’odio, le cui vittime sonospesso sconosciuti.Non esiste più l’odio di una per-sona contro l’altra, ma ci sono

migliaia e migliaia di personeche si coalizzano e condividonoespressioni d’odio nei confrontidi un singolo.Questo avviene perché la tecno-logia ha annullato le distanze edha consentito anche simili com-portamenti che appaiono nuovi,quantomeno nella loro ricor-renza. Internet ha equiparato lediscussioni, basta che l’argo-mento diventi un topic di ten-denza e arriva ad assumere unruolo di primaria importanzanella panoramica online.L’istituzionalizzazione dell’odioporta a un aumento del livello ditolleranza che è facile da rag-giungere, ma non da rimuoveree il rischio è quello di abituarsi acerti tipi di espressioni.L’hate speech è la nuova batta-glia (cyber)culturale da affronta-re per capire quanto siamo liberioggi di dire sempre e comunquequello che pensiamo, quantopossiamo permetterci di annul-lare il tempo di riflessione e dirisposta all’altro, quanto sono“pensanti” le parole scritte e leloro imprevedibili conseguenze.Tutto ciò è ancora più evidentese consideriamo il rapportoimmigrazione-informazione ele nuove pratiche mediali-nar-rative.

COMMENTI

I limiti della libertàRazzismo, xenofobia, antisemitismo in Rete e sui social network. La costantecrescita dei cosiddetti crimini d’odio: è ora di investire su nuove ‘regole’ e su un‘patto educativo globale’.

di Giacomo Buoncompagni

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I processi migratori, se da sem-pre costituiscono un fattore digrande importanza sulle struttu-re e sulle dinamiche complessi-ve dell’organizzazione sociale,da più di trent’anni hanno vistocrescere la loro rilevanza e il lo-ro impatto per essere al centrodei processi di globalizzazioneche investono anche il nostroPaese e del dibattito sociale, po-litico ed economico.Nonostante ciò risentono anco-ra di produzioni discorsive e vi-sive distorte, più orientate a co-struire confini nell’immaginariosociale e a legittimare la distin-zione tra “loro” e “noi”, chenon a fornire indicazioni utiliper sviluppare politiche di inte-grazione e cittadinanza.Troppo spesso, infatti, le notiziee le immagini sui migranti diffu-se dai mass media e in Rete, nonsolo non rendono giustizia delprofilo demografico, economi-co e sociale del fenomeno mi-gratorio, ma contribuiscono adalimentare quei processi di cate-gorizzazione, di etichettamentoe di insicurezza sociale da cuiscaturiscono stereotipi e discri-minazioni nei confronti dell’al-troL’incontro inter-culturale nellavita online e offline, in mancan-za di educazione e competenzeinterculturali e mediali, può ali-mentare pregiudizi, etnocentri-smi: vi è un serio rischio che siverifichino veri e propri conflittisociali tra popoli, che finiscanoper acuire le distanze e le possi-bilità di dialogo.Continua a essere “rom”, adesempio, il tema che ha scatena-to online, in particolare su Face-book e Twitter, il maggior nu-

mero di polemiche sui socialmedia, con l’80% (4 su 5) dicontenuti negativi. Al secondoposto è confermato “immigra-zione”, col 77% di contenutinegativi, mentre a seguire tro-viamo “donne” col 76%, che fascendere “minoranze religiose”(75%) e “solidarietà” (66%). Aspostare l’asticella dell’odio ver-so le donne sono gli utenti ge-nerici, con il 78% dei commentinegativi, incidenza che crolla al23% nel caso dei candidati. Il te-ma “Europa”, trattato solo nel2% dei contenuti valutati, è trat-tato in modo negativo in oltre il50% dei casi (Amnesty Interna-tional Italia 2019).A questo punto potrebbe aiu-tarci a trovare il giusto equili-

brio, non esaustivo certamente,ma utile in questa sede, il con-cetto di etica: “Un tipo del tuttonuovo di etica. Un’etica fatta su mi-sura dell’enorme distanza spazio-temporale in cui possiamo agire e sucui agiamo, anche se non lo sappiamoné lo vogliamo”, queste le paroledello studioso Bauman.Ri-pensare un nuovo modello, omeglio, ad una nuova “ pragma-tica della comunicazione umanaon-life “ sarebbe dunque neces-sario e significherebbe tenerconto dell’esistenza delle “rego-le” di conversazione anchenell’ambiente digitale, per evita-re il conflitto, e del concetto di“libertà”, qui intesa come lacondizione per cui l’individuopuò pensare. agire senza costri-

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COMMENTI

Al fine di tracciare i confini della punibilità di queste condotte devenecessariamente considerarsi l’opposto diritto di manifestare libe-ramente la propria opinione, che trova copertura costituzionalenell’art. 21 Cost. e riconoscimento sovranazionale nell’art. 10 del-la Convenzione europea dei diritti dell’uomo. Oltre al limite espli-citato dall’art. 21 Cost. del rispetto del buon costume, la libertà dimanifestazione del proprio pensiero trova ulteriori limiti implicitinel rispetto della dignità e della libertà delle persone e nel divietodi istigazione al reato. Infatti, il Codice Penale all’art. 604 bis pu-nisce la propaganda e l’istigazione a delinquere per motivi di dis-criminazione razziale, etnica e religiosa. Per l’ipotesi di apologiadel fascismo, le condotte di propaganda sono punite da una nor-ma speciale (art. 4 della cosiddetta legge Scelba, n. 645 del1952). Il necessario bilanciamento tra gli interessi costituzional-mente tutelati della libertà di manifestazione del pensiero e del ri-spetto della dignità altrui dà origine ad una delicata valutazionecomparativa che impone al giudice di decidere caso per caso, uti-lizzando il criterio della ragionevolezza.Ma mentre il giudice è vincolato dal rispetto dei canoni ermeneuti-ci frutto di un’elaborazione stratificata da anni di contributi di dot-trina e giurisprudenza; Facebook può demandare la decisione inordine alla potenzialità lesiva delle espressioni manifestate dallacittadinanza digitale al neocostituito Oversight Board: un consigliocomposto da non meno di 11 membri esperti, cui sarà rimessa ladecisione sulla cancellazione dei contenuti ovvero la riabilitazionedi account e post.

INTERESSI COSTITUZIONALMENTE TUTELATI

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zione, ma in modo consapevole,prevedendo le conseguenze del-la sua comunica-azione.Ma prima di tutto, per funziona-re correttamente, tale modello

dovrebbe essere fondato su un“patto educativo globale”, “perdialogare sul modo in cui stiamo co-struendo il futuro del pianeta e sullanecessità di investire i talenti di tutti,

perché ogni cambiamento ha bisognodi un cammino educativo per far ma-turare una nuova solidarietà univer-sale e una società più accogliente”(Papa Francesco).

COMMENTI

di Olga Tilly

Riportiamo il Report Digital 2020 un interessante studio realizzato dall’agenzia creativa We are socialin collaborazione con Hootsuite, la piattaforma per gestire i Social media da un’unica piattaforma.Secondo l’analisi relativa al nostro Paese, sono 50 milioni le persone connesse regolarmente e 35 milio-ni quelle presenti e attive sui canali social.Rispetto al 2019 sono aumentati gli attivi sul web, sui social e la permanenza su questi ultimi pari a 6 mi-nuti in più. Nel 2020 passiamo online 6 ore al giorno e 1 ora e 57 minuti sui social.Le connessioni social avvengono quasi totalmente dai dispositivi mobili, il 98% degli utenti infatti si con-nette dagli smartphone. In aumento anche gli utenti ingaggiati e attivi nel dialogo con un dato che pas-sa dal 74% del 2019 all’81% del 2020.Aumenta anche la con-sapevolezza sul temadelle fake news: unapersona su due, il 52%,ha espresso preoccupa-zione per questo temae per il trattamento deidati personali il 59%.Cresce contestualmentel’utilizzo di strumenti diad-blocking (dal 35%del 2019 al 30% del2020), strumenti perbloccare gli annuncipubblicitari.Le piattaforme preferitedagli italiani sono ab-bastanza in linea conquelle dello scorso an-no: al primo posto c’èYouTube, seguito dallafamiglia di app di Facebook: WhatsApp, Facebook, Instagram e Messenger. Instagram registra la cre-scita più evidente, dal 55% al 64%, così Pinterest che passa dal 24% al 29% anche in Italia come ac-cade globalmente.In crescita di un paio di punti percentuali Snapchat, Twitter, WeChat, Reddit.TikTok si attesta sull’11% che – spiega lo studio di We Are Social – “è indicatore di una penetrazioneancora più ampia sulla demografica prevalentemente espressa sulla piattaforma”, cioè la generazioneZ, i giovani nati dalla metà degli anni ‘90 e la fine degli anni 2000. A tenerci legati ai telefoni è sia ildesiderio di rimanere connessi con i nostri amici e colleghi e ai brand preferiti ma anche una ricerca diintrattenimento e desiderio di crescita personale.In aumento infine i dati relativi all’e-commerce: +1-2 punti percentuali rispetto al 2019 le ricerche onlinepre-acquisto (dal’86% all’87%) e le ricerche relative all’acquisto effettivo (dal 75% al 77%).

SOCIAL MEDIA ANALISI 2020

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Nuove normesulla diffamazionea mezzo stampa?Il disegno di legge S. 812, pre-sentato il 20 settembre 2018 edalla scorsa estate assegnato allaCommissione permanente Giu-stizia in sede referente, reca“Modifiche alla legge 8 febbraio1948, n. 47, al codice penale, alcodice di procedura penale, alcodice di procedura civile e alcodice civile, in materia di diffa-mazione, di diffamazione con ilmezzo della stampa o con altromezzo di diffusione, di ingiuriae di condanna del querelante nonché di segretoprofessionale, e disposizioni a tutela del soggettodiffamato”.Tra le numerose modifiche che si intenderebbeintrodurre, è opportuno ricordare che il disegnodi legge, oltre a statuire espressamente l’applica-bilità alle “testate giornalistiche online registrate”della disciplina di cui alla legge sulla stampa (art.1), intende modificare anche l’art. 595 del codicepenale, che punisce e prevede la diffamazione(art. 2). In esso, pertanto, non si riscontrerebberopiù riferimenti alla reclusione, ma ciò sarebbe ac-compagnato da un significativo aumento dellapena pecuniaria (multa). In argomento, chi “co-municando con più persone, offende l’altrui re-putazione” sarebbe punito con la multa da 3000 a10000 euro (e non più con la reclusione fino a unanno o con la multa fino a 1032 euro); qualoral’offesa consistesse “nell’attribuzione di un fattodeterminato”, sarebbe prevista una multa fino a15000 euro. Per la cosiddetta diffamazione me-diale (art. 595, comma 3, c.p.) si prevederebbe unaumento di pena pari alla metà e contestualmentesi specificherebbe il riferimento normativo all’of-fesa arrecata “in via telematica”, nonostante lacopiosa giurisprudenza in materia di diffamazio-ne on line già applichi da tempo l’articolo in que-stione.Infine, l’art. 3 prevede espresse “misure a tuteladel soggetto diffamato o del soggetto leso nell’o-nore o nella reputazione”, confermando quanto

previsto per la rettifica o l’aggiornamento del con-tenuto degli articoli giornalistici ritenuti lesivi, masancendo al contempo esplicitamente la facoltà,per l’interessato o, se defunto, dei di lui eredi o delconvivente, di “chiedere l’eliminazione, dai siti in-ternet e dai motori di ricerca, dei contenuti diffa-matori o dei dati personali trattati in violazione didisposizioni di legge”.L’iter parlamentare è ancora in corso, ma il dibatti-to in proposito al disegno di legge è particolar-mente attuale.

Verso la Commissioneparlamentare d’inchiestasulle fake news.Le Commissioni riunite Cultura e Trasporti dellaCamera dei deputati stanno proseguendo l’esamedella proposta di legge C. 1056 e abbinate, finaliz-zata alla “Istituzione di una Commissione parla-mentare di inchiesta sulla diffusione intenzionale emassiva di informazioni false attraverso la rete in-ternet e sul diritto all’informazione e alla liberaformazione dell’opinione pubblica”.Nel mese di marzo si sono svolte alcune audizioniin proposito: tra gli altri, Google, la Rai e il Garan-te per la protezione dei dati personali si sonoespressi in merito all’istituenda Commissione par-lamentare di inchiesta sulle fake news.

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PILLOLE DI DIRITTO

di Riccardo Colangelo

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In particolare, nell’audizione informale del 3 mar-zo scorso, il Presidente del Garante per la prote-zione dei dati personali, tratteggiando i profili del-la disinformazione e della malainformazione, hasottolineato che “ciò che con la rete si amplifica inmisura esponenziale è la viralità con cui persinonotizie palesemente false fanno il giro del web”.Nella consapevolezza di dover salvaguardare nonsolo la dignità della persona, ma anche della demo-crazia, il Garante ha ricordato che “l’automazionedel fact-checking, se priva di un adeguato suppor-to umano, contribuirebbe, infatti, a deprimere ul-teriormente il già debole senso critico e l’abitudineal riscontro dialettico”: uno stimolo al confrontoed alla dialettica, “non sostituibile con alcun Tri-bunale della verità”, e una conferma dell’utilitàdella educazione mediale.

Privacy e didatticaa distanzaCon provvedimento del 26 marzoscorso, recante “Didattica a distanza:prime indicazioni”, l’Autorità Garan-te per la protezione dei dati personaliha affrontato le implicazioni privacyin ambito scolastico al tempo del Co-ronavirus, “al fine di promuovere laconsapevolezza delle scelte da effet-tuare e favorire la più ampia com-prensione riguardo alle norme, allegaranzie e ai diritti che, anche nel

contesto dell’emergenza, devo-no essere rispettati in relazioneal trattamento dei dati personalidegli interessati”.Il Garante ha infatti rilevato “lanecessità di assicurare con ur-genza, in ragione dell’improvvi-sa sospensione dell’attività di-dattica in presenza, con rilevan-ti sforzi per superare le notevolidifficoltà derivanti dall’assenzadi adeguati mezzi e risorse, il di-ritto fondamentale all’istruzio-ne, attraverso modalità di ap-prendimento a distanza”.

Nello specifico, argomentando in merito alle basigiuridiche del trattamento e precisando talora quan-to contenuto nella precedente nota del Ministerodell’Istruzione del 17 marzo, ha chiarito, ad esempio,come non sia necessario, per i trattamenti di datipersonali correlati alla didattica a distanza, chiedereed ottenere il consenso degli studenti (o, a secondadei casi, dei loro genitori) né del personale docente.Inoltre, il Garante ha precisato che la valutazioned’impatto privacy, relativamente alle piattaformeper la didattica a distanza, non sia obbligatoria seed in quanto “il trattamento effettuato dalle istitu-zioni scolastiche e universitarie, ancorché relativoa soggetti in condizioni peculiari quali minorenni elavoratori, non presenta ulteriori caratteristichesuscettibili di aggravarne i rischi per i diritti e le li-bertà degli interessati”.

PILLOLE DI DIRITTO

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rassegnastampa

Dichiarazionie interventi

dell’Associazioneriportate da agenzie

giornali e web

In queste settimane si è rivelata la straordinaria capa-cità delle tecnologie digitali e anche i più scettici e re-stii tra docenti, educatori e formatori hanno compre-so che in questa situazione solo il digitale ha saputooffrire una risposta al bisogno di comunicare, di stareinsieme, di scambiarci idee, contenuti disciplinari,battute per sdrammatizzare o pensieri per darci co-raggio. Giovanni Baggio, presidente nazionaledell’Aiart, massmediologo e Rettore del Collegio Ar-civescovile De Filippi definisce come ‘inaspettata con-quista naturale’ l’accelerazione per l’uso didatticodel digitale ed esprime il totale apprezzamento peraver colto questa situazione di emergenza come unpotente trampolino per dare una svolta alla Scuolache finalmente si appropria della tecnologia ela usa e la fa usare per la didattica, lo studio,l’approfondimento culturale. Proposta, questa,da sempre sostenuta dall’Aiart, anche con una rac-colta di decine di migliaia di firme.Certo non tutto è perfetto – precisa Baggio – non tut-

to funziona ‘come in aula o in laboratorio’, la dinami-ca del gruppo dei compagni è anestetizzata, ma ab-biamo trovato il modo di spiegare e far apprenderenonostante la sospensione delle lezioni in aula.Come sappiamo però – aggiunge il presidente – que-sta nuova modalità di fare Scuola non significa affat-to perdere la Scuola tradizionale, ma come ogni con-quista nel campo della comunicazione, ci invita aSOMMARE questa a quella per trovare nuove sintesie nuovi percorsi e diventare davvero CITTADINI ME-DIALI.La sfida è per Baggio quella di mettere in prima lineanon solo la Scuola ma anche la Chiesa nell’usodel digitale non tanto per tenerci al sicuro e lontanidal contagio, quanto per poterci sentire ancora co-munità in cammino. Per questo l’Aiart rilancia l’invitodi don Fortunato Di Noto – sacerdote in prima lineacontro gli usi distorti della rete: “Distanti sì ma unitisempre nella Comunione”. Anche questa è CHIESAIN USCITA.

‘Una decisione a favore di una sobrietà digitale buo-na, giusta e pulita’. Giudica così, Giovanni Baggio,presidente nazionale dell’Aiart, l’appello Ue a Net-flix e alle altre streaming tv.Con centinaia di milioni di europei bloccati a casa dal-la pandemia di coronavirus, i servizi di streaming TVin alta definizione rischiano di mettere eccessivamentesotto pressione la rete. Da qui l’appello dell’Aiart a te-nere in forte considerazione l’invito dell’UE.‘Non utilizzare l’alta definizione se non necessaria’ –precisa Baggio – vuol dire a livello personale es-sere selettivi sulla scelta dei video da guardaree scegliere basse definizioni; a livello collettivo è ne-cessario che si stabiliscano delle collaborazioni tra i

diversi soggetti (enti di controllo, politici, providers,utilizzatori) che definiscano delle priorità d’uso.“I dati parlano – sottolinea Baggio – di un massic-cio aumento dello streaming video (+75% du-rante il fine settimana), e un incremento comples-sivo del 90% dei volumi sulla rete fissa e una crescitadi circa il 20% su quello mobile. E siamo di fronte allaprima epidemia social, un fenomeno da studiare conattenzione”.Digitalizzare non vuol dire dematerializzare – con-clude il presidente – è quindi necessaria una vera epropria alleanza che favorisca la consapevolezzadelle persone sulle implicazioni tecniche, sociali, am-bientali ed etiche associate alla Rete.

“Lo spot sul Coronavirus con Michele Mirabella chein un ristorante cinese dice ‘non è affatto facile il con-tagio’, sia immediatamente ritirato dai teleschermi”:rappresenta una goccia nel mare della disinformazio-ne su un’emergenza che deve essere gestita con equi-librio e responsabilità”. L’Aiart interviene tramite ilpresidente nazionale Giovanni Baggio sulla necessitàdi un’informazione piena e verificata, senza nascon-dere rischi e cautele da attuare ma evitando enfatiz-zazioni e allarmismi.“Il Governo ha pagato uno spot che brilla per bana-lità e ‘pesa’ per irresponsabilità. Necessario, affermaBaggio, uno spot che richiami l’attenzione sulla ne-cessità di garantire la stretta applicazione delle misu-re di prevenzione e implementi l’attività di sensibiliz-zazione della popolazione con particolare riferimen-to alle scuole e ai gestori di esercizi pubblici e privati.

Il Governo, precisa il presidente, ha l’obbligo costitu-zionale di tutelare i cittadini con un piano di salutepubblica”.“Risulta evidente da tempo – precisa l’associazionespettatori cattolici, la disorganicità e la frammenta-zione dei media e della Tv, in particolare, nel campodell’informazione sanitaria, ancora più rilevante se sitiene conto che una materia così delicata – quale è ladifesa della salute e della sensibilizzazione dell’opi-nione pubblica – richieda ampiezza e continuità ditrattazione”.“Un problema – conclude l’Aiart – che non è fine ase stesso ma che s’inquadra nella prospettiva del pro-gresso civile e sociale di un Paese che attraverso l’a-zione dei media ha il dovere di contribuire a sensibi-lizzare il cittadino a promuovere la coscienza civicaed una adeguata educazione sanitaria”.

La cittadinanzamediale al tempodel coronavirus.Aiart: “ SCUOLAe CHIESA IN USCITAper una comunitàin cammino”

Appello Ue su AltaDefinizione. Aiart:“Siamo di frontealla primaepidemia digitale,serve sobrietà”

Coronavirus, spotMirabella: Aiart:“Brilla per banalitàe ‘pesa’ perirresponsabilità”.Il Governo paghiuno spot su misuredi prevenzionepiene, verificatee garantiscacontinuitàdi trattazione.

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