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Marzo 2016 - n. 7 La Grande Famiglia del Pensionato San Giuseppe

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Marzo 2016 - n. 7

La Grande Famigliadel Pensionato San Giuseppe

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Direttore del Giornalino:Sr. Michelangela (Assunta Trentin)

Coordinatore redazionale:Sara Iseppon

Redazione:Tommasina Andriano, Tina Audo, Maddalena Baggio, Luciana Boldrin, Carmelina Borlengo, Fernanda De Gani, Maria Teresa Enrico.

A tutte va un ringraziamento corale da parte dell’Istituto, per la costanza, la solerzia e la simpatia con la quale portano avanti questo impegno.Tutti i dipinti pubblicati sono della Sig.ra Tina Audo.

Contatti:Via San Donato, 37 - 10144 Torino - Tel. 011.48.91.48 - [email protected] - www.faadibruno.net

Stampa: Arti Grafiche Favia s.r.l. - Modugno (BA)

L’istruzione personaleè uno scopoben meschino

se non è reso grande

dall’idea di essere utilealla società

Francesco Faà di Bruno

Sommario• Editoriale pag. 43

• La Voce della Chiesa pag. 44

• La Voce del Fondatore pag. 45

• Pagine di ecologia... pag. 46

• L’angolo della poesia pag. 48

• Il richiamo della Pasqua pag. 10

• La Voce dei ricordi pag. 11

• Stille di galateo pag. 15

• Le nostre iniziative pag. 16

• San Giuseppe pag. 23

Amici lettori, eccoci giunti ormai al settimo numero del Giornalino della Grande Famiglia del Pensionato San Giuseppe. In questo numero continuiamo ad affrontare il tema dell’ecologia e della poesia. Nella voce dei ricordi proseguiamo con le storie di alcune donne divenute molto importanti per l’emancipazione femminile e in questo numero approfondiamo la vita di Lidia Poet, la prima donna ad entrare nell’ordine degli avvocati.Infine noi della redazione porgiamo i migliori auguri alla sig.ra Marta che ha compiuto ben 105 anni a febbraio e alle sig.re Anita e Irma che compiranno a breve 100 anni.Sperando di allietare la vostra lettura, auguriamo a tutti voi una serena Pasqua!

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L’istruzione personaleè uno scopoben meschino

se non è reso grande

dall’idea di essere utilealla società

Francesco Faà di Bruno

Se ti chiedono qual è la cosa più importante

per l’umanità rispondi prima sempre la pace, dopo

la bontà. Carissimi lettori, la Santa Pasqua è sempre

un’occasione dove l’amore, la pace e la serenità si uniscono

in nome di Gesù nostro Salvatore. La gloria del Signore

rinnovi in tutti noi la speranza, la fede e la gioia.

Tanti auguri di Buona Pasqua.

Con rinnovato affetto. Sr. Michelangela

Risorgi, Signore... oggi!Abbiamo sete di resurrezione, Signore.Abbiamo fame di vita nuova,di quella vita attraversata dalla bellezzae illuminata dalla tenerezza.Vivi, Signore Risorto, vivi oggi! Risorgi tra noi,e spezza le catene di ogni morte,spalanca le porte di ogni sepolcro,prendici per mano ericonsegnaci alla vita.Amen

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La Voce della Chiesa

Cos’è la Pasqua: è l’esodo, il passaggio dell’uomo dalla schiavitù del peccato edel male alla libertà dell’amore e del bene. Perché Dio è vita, solo vita,e la sua gloria siamo noi: l’uomo vivente. (cfr Ireneo)

Gesù è risorto, c’è speranza per te, non sei più sotto il dominio del peccato, del male!Ha vinto l’amore, ha vinto la misericordia! L’invito che rivolgo a tutti: accogliamo la grazia della Risurrezione di Cristo!Lasciamoci rinnovare dalla misericordia di Dio, lasciamoci amare da Gesù, lasciamo che la

potenza del suo amore trasformi anche la nostra vita; e diventiamo strumenti di questa miseri-cordia, canali attraverso i quali Dio possa irrigare la terra, custodire tutto il creato e far fiorire la

giustizia e la pace. Portate nelle vostre case e a quanti incontrate il gioioso annuncio che è risorto il Si-gnore della vita, recando con sé amore, giu-stizia, rispetto e perdono!

“Cristo è risorto! Cristo è vivo e cammi-na con noi!” Il Signore risorto, vinci-tore del peccato e della morte, sia di sostegno a tutti, specie ai più de-boli e bisognosi. Domandiamo a Gesù risorto, che trasforma la morte in vita, di mutare

l’odio in amore, la vendetta in perdono, la guerra in pace. Sì, Cristo è la nostra pace e attraverso di Lui im-ploriamo pace per il mondo intero.Cari fratelli e sorelle concludo con il rinnovarvi il mio augurio di Buona Pasqua a tutti. Portate nelle vostre famiglie e nelle vostre comunità il lie-to annuncio che Cristo nostra pace e nostra speranza è risorto! Grazie, per la vostra preghiera e per la vostra testi-monianza di fede.

Buona Pasqua a tutti!

Nella solennità della Santa Pasqua, ricordiamo alcuni pensieri del papa:

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La Voce del Fondatore

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I piccoli difetti sono come la gramigna che impedisce alle buone erbe di riprodursi.

Conviene a tutti fare tutto… il merito delle azioni non sta nelle contingenze sue esterne,ma nella pura, retta intenzione con cui si fa.

Concentrate in un punto solo tutto il bello, il buono, il grande della terra; non sarà che una pallida idea del Paradiso.

L’ozio genera la povertà; nuoce al corpo e all’anima. L’uomo inutile non paga il debito suo alla società, perde la cosa, la più preziosa: il tempo, rende il lavoro di Dio inutile nella creazione.

L’istruzione è il primo bene dell’esistenza come fu il primo bene per l’uomo.

Tanto si ama quanto si conosce, quindi si agisce male, se male istruiti.

Tempo perduto non torna più.

La santità non consiste nel fare molte cose, ma nel far bene ciò che si è obbligati.

Le nostre opere vanno fatte per piacere solo a Dio, non per seguire i nostri gusti e capricci; non per vanità, interesse, amor proprio.

L’umiltà:• è il fondamento di tutte le virtù: fede, speranza, carità, castità.• ci accaparra la stima altrui.• l’umiltà ci fa fare attenzione alle minime cose; perciò, l’umile va sempre innanzi.

Suprema sapienza conoscere se stesso.

Il segreto della santità consiste nella pratica costante dei doveri, nell’assiduità alle funzioni pre-scritte, nell’esercizio continuo delle virtù.

Purtroppo non si parla che del male; non parleremo mai abbastanza del bene. Lavorare come se tutto il successo dipendesse da noi: confidare in Dio come se tutto il successo dipendesse da Dio.

Gocce di saggezza del BeatoFrancesco Faà di Bruno

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Pagine di ecologiaDalla parte del lupoUn’usanza che si perde nella notte dei tempi è quella di attribuire ad alcuni animali certe qualità proprie del genere umano. Così il leone è giunto fino a noi con la fama di coraggioso, l’aquila di intelligente, l’asino e l’oca di ottusi, il serpente di traditore e perfido e così via.E il lupo? Povero lupo! L’hanno etichettato come feroce e sanguinario e, nelle vecchie fiabe dei bambini, anche sciocco, in contrapposizione alla volpe, sempre intelligente e astuta.Ma è proprio così? No, non è così. Il lupo, per vivere, ha bisogno di vasti spazi boschivi montani e di prede per nu-trirsi. Dall’altra parte della barricata c’è l’uomo. Anche lui ha bisogno di vasti spazi, ma privi di alberi perchè deve costruire seconde e terze case, chalets, villaggi turistici. Poi c’è il progresso che esige ferrovie e autostrade, le quali tagliano i corridoi naturali di cui il lupo ha bisogno per spostarsi lungo i crinali della montagna. Il progresso vuole anche svaghi via via più sofisticati, campi da golf, piste da sci sempre più ampie, impianti di risalita più numerosi e chi più ne ha più ne metta. E che dire dei motocrossisti che portano il terremoto nella flora e nella fauna dei boschi, là dove regnavano la pace e il silenzio? E infine i cacciatori che uccidono tutto ciò che è cacciabile e, a volte, anche ciò che cacciabile non è. Il lupo, costretto in spazi spesso troppo angusti e privi di prede, si avvicina allora alle baite e, qualche volta, combina dei guai. San Francesco, nella sua infinita dolcezza, direbbe: “Io so che ti ha costretto a ciò la fame!”. L’uomo moderno è meno dolce e più sbrigativo. Impreca contro la maledetta bestiaccia e ricorre a fucili, tagliole, bocconi avvelenati. Anche se negli ultimi decenni la situazione del lupo è, sotto certi aspetti, miglio-rata, il lupo è ancora un animale non accettato e il bracconaggio uccide ancora molti individui. Il lupo viene ucciso non perchè considerato dannoso, ma perchè esiste. Qualcosa però si può fare. Le pecore si possono proteggere grazie ai cani da guardia e alle recinzioni elettrificate, onde ridurre al minimo il danno agli allevatori. Il lupo può persino diventare una risorsa per il turismo se si sensibilizzano allevatori, cacciatori e le giovani generazioni.Non dimentichiamo inoltre che il lupo è un animale protetto, quindi, per amore o per forza, ce lo dobbiamo tenere. Allora perchè non per amore? Perchè non cercare di conoscere questo splendido animale intelligente e schivo, la cui vita nel branco affascina per la sua socialità, che ricorda la nostra struttura familiare?È vero che la natura è un eterno conflitto e che in un conflitto con degli esseri inferiori, l’uomo avrà sempre la meglio, ma non si può sempre distruggere tutto ciò che ci disturba. La convivenza è possibile se portata avanti con saggezza. Accettiamo quindi il nostro fratello lupo e se qualcuno ci fa un augurio per qualcosa che ci sta a cuore e ci dice “In bocca al lupo” perchè non rispondere “Viva il lupo”?

Luciana

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San Francescoe il lupodi Angiolo Silvio Novaro

Viveva un dì, narra un’antica voce

intorno a Gubbio un lupo assai feroce

che aveva i denti più acuti che i mastini

e divorava uomini e bambini.

Dentro le mura piccole di Gubbio

stavano chiusi i cittadini e in dubbio

ciascuno della vita. La paura

non li lasciava uscire dalle mura.

E San Francesco venne a Gubbio, e intese

del lupo, delle stragi, delle offese;

ed ebbe un riso luminoso e fresco,

e disse: “O frati, incontro al lupo io esco!”.

Le donne avevano lagrime così

grosse, ma il Santo ilare e ardito uscì.

E a mezzo al bosco ritrovò il feroce

ispido lupo, e con amica voce

gli disse: “O lupo, mio fratello lupo,

perché mi guardi così ombroso e cupo?

Perché mi mostri quegli aguzzi denti?

Vieni un po’ qua, siedimi accosto e senti:

Io so che tu fai molto male a Gubbio

e tieni ognuno della vita in dubbio,

e so che rubi uccidi e non perdoni

nemmeno ai bimbi, e mangi i tristi e i buoni:

Orbene ascolta: come è vero il sole,

ciò che tu fai è male. Iddio non vuole!

Ma tu sei buono; e forse ti ha costretto

a ciò la fame. Ebbene, io ti prometto

che in Gubbio avrai d’ora in avanti il vitto:

ma tu prometti essere onesto e dritto

e non darai la minima molestia:

Sarai insomma una tranquilla bestia.

Prometti dunque tutto questo, dì?”.

Il lupo abbassò il capo, e fece: “Si!”.

“Davanti a Dio tu lo prometti?”.

E in fede il lupo alzò molto umilmente un piede.

Allora il Santo volse allegro il passo

a Gubbio, e il lupo dietro, a capo basso.

In Gubbio fu gran festa, immensi evviva:

scoppiò la gioia, e fino al ciel saliva.

E domestico il lupo entro rimase

le chiuse mura, e andava per le case

im mezzo ai bimbi come un vero agnello,

e leccava la gota a questo e a quello.

E poi morì. E fu da tutti pianto

e seppellito presso il campo santo.

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L’angolo della poesia...

Canto ‘dcò mi!Mario Albano (1880-1963)

Quand ch’im dësvijo, a la matin, mi canto.J’avzin ch’am sento certo ch’a diran:La vita për chiel-lì a-j va d’incanto,e forse, chi lo sa, m’invidieran. ‘Dcò ij passaròt ch’a fan na vita grama,che ant ël pì bon dl’invern, antant ch’as gela,a deurmo angrumolì ‘nsima na rama,quand ch’as dësvijo, a canto dla pì bela. ‘Dcò lor, ij pòvri oslèt, l’han dij pensé;për la campagna frèida as treuva ‘d gnente,e bzogna tuti ij dì ‘mpinì ‘l gosè,e pura a canto fòrt da fesse sente. Mi i fas l’istess, combin che ant la mia vital’abia ‘dcò mi ij mè crussi e dëspiasì;an facia al mond veuj nen ch’a sia dla dita,l’hai amparà da lor, canto ‘dcò mi!

Canto anchio!Mario Albano (1880-1963)

Quando mi sveglio al mattino io canto.I vicini che mi sentono diranno: la vita per lui va d’incanto,e forse chi lo sa mi invidierà.

Anche gli uccellini che fanno una vita difficile,e nel mezzo dell’inverno, quando gelae dormono rannicchiati su un ramoquando si svegliano cantano felici.

Anche loro poveri uccellini hanno dei pensieri;per la campagna gelata non si trova nientee bisogna tutti i giorni riempire il pancinoeppure cantano forte da farsi sentire.

Io faccio lo stesso, anche se nella mia vitaabbia anch’io i miei fastidi e dispiaceri;in faccia al mondo non voglio arrendermiho imparato da loro: canto anch’io.

Idea di Maria Teresa

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Canto anch’ioSi, è vero! Al mattino quando mi sveglio canto!Ciò provoca sentimenti di invidia nel cuore dei miei vicini perché pensano che la mia vita sia felice, senza pensieri e un po’ mi invidieranno. Se sapessero da chi ho imparato a cantare anche quando in me c’è amarezza!I miei maestri sono stati gli uccellini che vengono e vivono su un ramo nel mio giardino, mi hanno insegnato, senza salire in cattedra.Seguendoli ho pensato: sì, è vero, loro sono liberi di volare nel cielo, non hanno orari, per contro hanno sempre la possibilità di sentire spari dei cacciatori… Anche per loro il problema del sostentamento personale e per i figlioletti che aspettano nel nido esiste... eppure cantano... Il passero che si logora il beccuccio sulla pietra perché la neve ha coperto tutto il terreno dove sa-peva di trovare la pappa per il suo cip cip... eppure canta!Io ho imparato dagli uccellini: non mi lamento... non mi dispero… spero e canto!

Tina

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Il richiamodella PasquaScena agreste: casolare isolato nel mezzo di un prato; la gallinel-la mentre becca qua e là dice al nonno che se ne sta seduto su un sedile di pietra, con la pipa spenta nella bocca senza denti: “Co, co co... Ci sono io a farti compagnia!”. Il nonno invece è attento e pensieroso, sente un leggero suono di campane... è vero... è Pasqua! Ma quel suono non è quello delle campane della chiesa. Cosa è dunque? Il nonno lo scopre... guarda e vede un’intera famiglia di bucaneve che, tutta all’unisono, muove le loro corolle, che sono piccole campanelle che dicono: “Su, sveglia. È Pasqua!”. L’aria è più tiepida, sveglia tutto… erbe, formichine e mille insetti, fiori grandi e piccini…ma…a proposito di fiori, eccone uno…due foglie di violetta tengono strette un piccolo bocciolo di fiore che vorrebbe uscire, infatti con molti sforzi mette fuori la testina di co-lore viola pallido... poco lontano c’è una macchia bianca. È ancora neve? No, sono margherite bianche con petali spruzzati di rosso e un cuore giallo. Le margheritine si sentono importanti perché il loro stelo più robusto permette di essere più... esibizioniste... non sono sole perché, poco lontano, il nonno vede vicino al bianco una mac-chia più timida... ma ugualmente bella dei petali di una primula con il suo figlioletto! La natura si sveglia, sente il richiamo del suo crea-tore... E noi uomini viviamo con amore il richiamo della Pasqua?

Tina

Eccoci arrivati nella bella stagione, i fiori incominciano a farsi notare per i loro colori più belli, qualcuno per il loro delicato pro-fumo. Si avvicina la Pasqua, i pensieri, soliti e sempre belli; tante volte con apprensione le nonne che pensano ai nipoti, li vogliono buoni, studiosi e in salute, i più piccoli a volte birichini ma sem-pre tanto cari imparano ad attendere la risurrezione di Gesù, ma aspettano anche un uovo di cioccolato con la sorpresa. E allora perchè non donare a loro questo dono, pensando a quanti bimbi questo dono non lo riceveranno perchè vivono nella miseria e forse non sentono che è Pasqua, festa religiosa portatrice di tanto bene. I bambini e anche i parenti, genitori che vanno alla Santa Messa e ascoltano con amore la voce del sacerdote che invita con dolcezza ad essere buoni e capire chi ha bisogno di conforto e di amore. Ben venga l'uovo di Pasqua e qualche altro dono, ma inse-gniamo loro non solo a pregare per chi non ha nulla ma ad essere concretamente generosi. Solo così si mette in pratica il consiglio di Gesù: “Ama il prossimo tuo” e solo così con l'animo spoglio di egoismi la Pasqua sarà veramente degna di essere vissuta.

Maddalena

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Emancipazione delle donne

La Voce dei ricordi

Lidia PoetNon è possibile dimenticare alcune donne ce-lebri “pioniere” nel campo letterario, scientifi-co, giuridico e per di più italiane, non solo, ma di nascita piemontese! Una di queste è stata Lidia Poët che è stata la prima donna ad entra-re nell’Ordine degli Avvocati in Italia!Studiò a Pinerolo e dopo un periodo a Aubon per imparare il tedesco e l’inglese, ritornata in Italia, si iscrisse nel 1878 alla Facoltà di Giu-risprudenza all’Università di Torino dove si laureò con una tesi sulla condizione femmi-nile nella società e sul diritto di voto per le donne. Dopo due anni di pratica presso l’av-vocato Bertea e dopo aver superato gli esami per essere procuratore legale, chiese di entrare nell’Ordine degli Avvocati di Torino.“Una donna” nell’Ordine degli Avvocati?Quando mai!La cosa suscitò polemiche, diatribe, ma non essendoci un divieto specifico, l’avvocato Lidia Poët divenne la prima donna iscritta all’Ordine, il 9 agosto 1883.La cosa non fu così pacifica: non piacque al Procuratore Generale e il dibattito durò a lungo. A questo punto la sensibilità femminile si fa strada: è capibile, in un certo senso, il disappunto degli avvo-cati uomini che devono accettare una donna, forse anche riconoscendone i meriti, ma sempre donna è... La si vede sotto altra luce... più femminile... ma Lidia la sua femminilità la dimostrò in ben altro modo! Forza di carattere e sensibilità verso gli emarginati e le donne.

Lidia spese la sua vita in difesa dei poveri e degli “ultimi”; è questo il miglior biglietto di presentazione!Le discussioni durarono molto e Lidia per questi dissidi non poté esercitare a pieno titolo la sua professione.A queste delusioni si affiancarono due riconoscimenti: partecipò al primo Congresso Penitenziario In-ternazionale a Roma e venne invitata come delegata a San Pietroburgo al quarto Congresso Penitenziario Internazionale.Prestò servizio come infermiera della Croce Rossa, ottenendo riconoscimenti. Nel 1919 una legge finalmente autorizzò le donne a entrare nei pubblici uffici, tranne che nella magistra-tura e Lidia Poët, all’età di 65 anni, entrò nell’Ordine e divenne ufficialmente avvocata.

Tina

Idea Di Maria Teresa

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Una giornata di lavoro...

Il lavoro, per me, più bello ed entusiasmante l’ho svolto dopo il raggiungimento della pensione. L’università della terza età di Albenga mi chiamò per tenere un corso di francese. Insegnare! Piansi di gioia! Si avverava il sogno che da sempre avevo custodito nel cuore, come una chimera...

Luciana

Un responsabile di camera operatoria ha il dovere di accettare la reperibilità di qualunque giorno e ora essa sia...Un sabato mattina sono stata avvisata per telefono di raggiungere l’ospedale dove lavoravo per

un’emergenza molto grave: il medico chirurgo era già con i parenti di un ammalato, spiegando che l’esame della TAC segnava un’emorragia interna: si doveva operare con urgenza.La signora chiede: “ma se la caverà?” Quante volte il chirurgo ha dovuto rispondere a quella domanda?? e quante volte ha dovuto annunciare un decesso ai parenti in attesa, straziandoli?Negli occhi del gruppo di camera operatoria si vedeva l’eco di quel dolore, la fatica di ogni lotta contro la morte, il trionfo o la sconfitta. Tra le emergenze di ogni tipo, il ritmo forsennato di barelle e ambulanze che vanno e vengono, ci rendevamo conto di quanto fossero irrilevanti le nostre lamentele per le nostre recriminazioni. Ecco perchè sento il bisogno di ricordare un giorno qualsiasi di lavoro... Carmelina

Quanto ho ricevuto, dall’infanzia ad oggi da tutte le straordinarie persone che ho incontrato! Come insegnante sono stata sempre a contatto con la gioventù, sia in un primo tempo quella delle scuole medie inferiori, sia, in seguito, con ragazzi ormai vicini al completamento degli studi superiori.

Contemplando quei loro occhi così sereni così gioiosi e così colmi di fiducia mi sono abbeverata, anch’io di speranza per il futuro di un mondo che li avrebbe visti protagonisti delle proprie sorti e anche datori di sicurezze e di conquiste morali in ogni campo e in ogni specializzazione.Contemporaneamente essendo al servizio della parrocchia in vari gruppi assistenziali, colloquiavo nelle ore libere dal lavoro con tanti anziani o soli o molto inficiati e mi rispecchiavo nel loro dolore riconoscen-domi parte anche di questa umanità dolente.Queste esperienze mi hanno portata senza che quasi me ne accorgessi a ritrovarmi anziana anch’io in que-sto splendido angolo di cristiana accoglienza che è il Pensionato San Giuseppe e qui mi sono trovata alle prese con un grave problema di crollo vertebrale ma soprattutto con una drammatica caduta della vista.Pensavo che mi sarebbe mancata tanto la lettura, ma quando protendo le mani in cerca di chi mi aiuti trovo meravigliose persone che mi danno assistenza e conforto e che nel contempo mi narrano le loro storie luminose di donazione, complesse per tanti colpi di scena inaspettati e ricche di immenso coraggio.Quanti abbaglianti esempi!Non ho mai avuto nel mio cuore tanta luce come da quando i miei occhi ne hanno pochissima. Gianna

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Grazie a tutti i nonni!La matematica della mia nonnaMia nonna sapeva fare soltanto le quattro operazioni e credo non abbia mai sentito parlare dei mondiali.Aveva un’agilità tutta sua nel fare i conti: la sua vita è stata un’addizione di sacrifici, una sottrazione di denaro, si moltiplicava secondo le necessità, si divideva in cento per aiutare tutti e far sentire che lei c’era tutta per tutti: senza scrupoli, tutti le abbiamo sottratto la vita, il tempo, il cuore ed ella sentiva che il suo avvenire era tutto ipotecato, ma sorrideva e lasciava fare. Si lasciava prendere tutto e sempre!Come una fontana che versa l’acqua a chi la vuole anche di notte. Nella sua matematica credeva di sbaglia-re i conti, se sottraeva qualche cosa ai figli nella salute della loro anima e del loro corpo, comprava azioni a poco prezzo con un bacio, una carezza, una parola e con semplici addizioni accumulava un capitale nel nostro cuore, che restava suo e li sostituiva poi nel giorno in cui ne avevamo bisogno... Grazie nonna!

Carmelina

Mi chiamo Alex!«Ciao. Ciao a tutti i nonni! Io sono un vostro nipotino che fre-quenta l’ultimo anno della scuola materna. Mi chiamo Alex, sono un bimbo un po’ curioso e anche ordi-nato, infatti, nel mio zainetto, bel-lissimo, su cui c’è dipinta una breve ma allegra storiella, ogni mattina controllo, ci deve essere: il fazzo-lettino pulito, la scatola di matite colorate e il nuovo “tablet”, una “tavoletta piatta piatta” che ha nel suo cuoricino una quantità di noti-zie, di favolette e di curiosità quasi quante ce ne sono sul giornale del nonno. A proposito di giornale... il nonno voleva che imparassi a scri-vere le lettere come sono scritte sul “foglione” del giornale, ma io gli ho fatto notare che sul mio “tablet” è più semplice imparare a leggere e a scrivere... Un po’ di litigate, qualche lacrimuccia da parte mia, ma poi pace fatta perché il nonno mi ha detto cose che non sapevo né potevo immaginare... Lo dico anche a voi. I nostri avi, uomini vissuti tanti tanti tanti anni fa, si tramandavano le notizie incidendo i segni sulla pietra, sapevano leggere notizie di guerra, ringraziavano gli dei per le vittorie. Mi ha incantato con queste notizie, mi ha detto tutte le no-vità, mi ha anche parlato di un “pennino”, di una carta speciale, ma tutto questo con il passare del tempo e io sono confuso e stupito... Rivedrò tutto con più calma sul mio “tablet”. Devo però riconoscere che i miei avi sono stati bravi e molto studiosi. Mi riprometto di leggere tutto quanto mi ha detto il nonno con il mio amico “tablet” alla mano! Sono però curioso: quando sarò io un “avo” che cosa tramanderò di nuovo, di utile e di bello, che cosa lascerò ai miei nipotini?».

Tina

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Fine ingloriosa di due cintureMolti anni fa ebbi la bizzarra idea di iscrivermi ad un corso di karate.Ma, fosse l’istruttore poco bravo o, più verosimilmente, io non portata per quella disciplina, i ri-sultati furono deludenti. Ciò nonostante, periodicamente io ricevevo degli avanzamenti di grado, cioè di cintura. Ancora oggi però sono convinta che quelle promozioni mi siano state concesse per ragioni di età: ero la più vecchia del corso.La conferma della mia incapacità la ebbi a Ceriale, un paese vicino ad Albenga, dove trascorrevo le vacanze. Una sera, al ritorno da una visita ad un’amica, mi trovai in casa due malviventi.Dalla breve collutazione che ne nacque, inutile dire che fui io ad avere la peggio: ne uscii con una coltellata ad una mano. In tale frangente ebbi però una consolazione: Ceriale non è una metropoli e i carabinieri conoscono i loro polli. Un giovane fu fermato e interrogato. Confessò e fece il nome del complice. Entrambi furono arrestati, processati per direttissima e condannati a tre anni e mezzo di reclusione. La pena fu confermata in appello.Io rimasi con la mortificazione di non essere stata brava a difendermi e, lì per lì, decisi di restituire alla scuola le mie variopinte e immeritate cinture. Poi ci ripensai. Mi cucii due borse per la spesa e completai ciascuna borsa con un manico colorato: uno verde e uno blu.

Luciana

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Stilledi galateo

Grande spettacolo sotto le stelle presentatodal “Carro dei Tespi”Dramma drammatico

“La corrente d’aria nuoce gravemente alla salute”Atto unico di Maria Teresa

(regista, coreografa, scenografa e interprete)Personaggi e interpreti: una sessantina di Signore

(diversamente giovani) e una Suora.

Parte prima e unica:Il sipario si apre su una spaziosa sala da pranzo con 6 finestre e 3 porte fine-stra affacciate su un giardino, 4 porte affacciate su un corridoio e una porta di servizio laterale. 30/35 gradi all’ombra. Non un filo d’aria se non quella provocata dallo sventagliamento dei ventagli, eppure:

I voce: “Qui si gela...sento aria nella schiena...sarà meglio chiudere almeno un vetro...” (e una commensale si alza e chiude una finestra)II voce: “Non basta una finestra, l’aria adesso arriva solo a me, mi fa venire il torcicollo...” (e un’altra commensale si alza e chiude una porta)III voce: “ma scherziamo?? Con tutte queste porte chiuse si soffoca...bisogna aprire tutto!” ( e una terza commensale fa il giro per riaprire le porte)IV voce: “Per non creare corrente bisogna tenere aperte solo le finestre e chiudere le porte del corridoio” (e una quarta commensale si alza ed esegue).V voce: “Adesso non ne posso proprio più, questo tavolo è esposto a tutte le correnti...(e una quinta commensale vaga alla ricerca di un tavolo a lei confacente).VI voce: “Con questo apri e chiudi non si capisce più niente e finisce che ci ammaliamo tutte di polmonite...adesso chiamo Suor Teresa e deciderà tutto lei!”

E come per incanto dalla porta laterale ecco apparire Suor Teresa!...The End

Maria Teresa

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Le nostre iniziative AREA MOVIMENTO

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Il GirelloMi ricorda uno strumento in legno, formato da un disco piatto, in cui, nella parte inferiore, erano fissate quat-tro ruotine snodate e, in quella superiore delle aste convergenti, fissate in alto in un altro disco più piccolo.In questo disco si infilava un bambino alle prese con i primi tentativi di deambulazione. Il bambino muoveva i primi passi incerti senza cadere e la mamma, tranquilla, svolgeva i lavori di casa.Il girello attuale, il cui nome più appropriato è deambulatore, è uno strumento per vecchi, e totalmente diverso. Quattro ruote di 20 cm di diametro, silenziose e scorrevoli e due impugnature per comandare la direzione. Le ruote anteriori sono snodate, quelle posteriori munite di freno e bloccaggio; un piano per appoggiare oggetti o sedersi al bisogno e, in basso, un cestello per riporre piccoli acquisti e cose non troppo ingombranti. Il tutto assemblato con tubi in ferro, in parte cromato e in parte verniciato. La sua utilità è notevole e la sicurezza che offre è molto supe-riore al bastone. A volte è però indispensabile l’aiuto di una badante, il che psicologicamente può costare caro. Se si ha, per esempio, bisogno di una visita specialistica, l’infermiera di turno si rivolge unicamente alla badante. Chissà perché chi è ostacolato nella deambulazione è giudicato menomato anche nel cervello, per cui all’assistita non resta che guardare nel vuoto, come colpita da demenza senile. Il girello infine concilia con il prossimo. Si incontra sem-pre chi cede il passo, chi apre una porta, chi aiuta a superare un gradino o un qualsiasi piccolo ostacolo o chi sem-plicemente guarda con simpatia. E cosa c’è di più bello che ringraziare con un sorriso che viene dal cuore? E chissà che quel sorriso non faccia sbocciare nel cuore di chi lo riceve un prato fiorito di serenità e di gioia. Ben vengano quindi le badanti, se indispensabili, ma resti prezioso il girello, silenzioso e fedele amico di chi ha il passo incerto.

Luciana

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Equilibrio... e cadute...

In questo numero parleremo di equilibrio e rischio di cadute, argomento ahimè molto comune tra la popolazione non più molto giovane. Per tutte le persone la capacità di spostamento è fondamentale per mantenere l’autonomia. La deambulazione viene acquisita e sviluppata dall’individuo nei primi anni di vita per poi assumere gradualmente ca-ratteristiche automatiche e con il passare degli anni avvengono lente modificazioni a livello di controllo ed esecuzione del movimento. Dopo i 65/70 anni, il cammino può assumere “fisiologicamente” delle caratteristiche di alterata o ri-dotta funzionalità, divenendo responsabile di circa il 50% delle cadute. Le cadute rappresentano un problema di gran-de importanza assistenziale, psicologico ed economico: il 40-50% degli anziani che vivono in casa, cade almeno una volta all’anno. Per disturbi della deambulazione si intendono un rallentamento della velocità di marcia, una riduzione della fluidità, della simmetria o della sincronia dei movimenti corporei. Inoltre, l’anziano tende a camminare con passi più corti e a base leggermente allargata. Ricordiamo anche che l’equilibrio è ottenuto anche attraverso l’integrazione di informazioni sensoriali di natura visiva, vestibolare e propriocettiva. È anche importante mantenere una corretta dieta poiché una dieta poco equilibrata e povera di calcio e vitamina D può causare astenia muscolare, dolori al dorso e agli arti inferiori con effetti dannosi sull’equilibrio e sull’andatura.Nell’invecchiamento, comunque, la persona vede diminuire progressivamente le sue prestazioni, sia come forza e resistenza che come capacità sensoriale (aumentano i tempi di reazione), comportando di conseguenza un declino delle sue capacità motorie.Diventa perciò molto importante cercare di prevenire le cadute, identificando ed eliminando le situazioni legate all’ambiente frequentato quotidianamente come rimuovere i tappetini e arredi bassi in cui si possa inciampare, ridurre il disordine e gli oggetti a terra, assicurandosi che ci sia un’adeguata illuminazione durante la notte, specie lungo il percorso verso il bagno, eliminando sedie troppo basse per sedersi e facendo in modo che il telefono e gli oggetti utilizzati spesso siano a portata di mano e si possano raggiungere con facilità. Inoltre per prevenire le cadute è anche importante seguire qualche precauzione di carattere personale, come: chinarsi tenendosi ad un appoggio ben saldo, vestirsi possibilmente da seduti, usare delle pantofole senza tacco e con la suola antiscivolo, evitare di camminare con le sole calze, concedersi qualche minuto per trovare l’equilibrio quando si cambia posizione (da sdraiate a sedute nel letto e da sedute alla statica eretta), seguire una dieta ricca di calcio e vitamina D e fare un moderato esercizio fisico.

Sara

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Le formichine di SaraQui di seguito potete trovare qualche esercizio per migliorare l’equilibrio e prevenire così le cadute. Po-tete eseguire gli esercizi a corpo libero o aiutandovi tenendovi al vostro girello o a un tavolino, così da svolgerli in sicurezza. Oltre a questi piccoli esercizi, ricordo che un programma di marcia regolare è la prevenzione più efficace per mantenere la corretta mobilità.

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Stando in piedi, alzare il braccio

destro e piegare la gamba sini-

stra. Ripetere alternando braccio

destro gamba sinistra e braccio

sinistro gamba destra.

In piedi con le gambe tese, portare in fuori prima una gamba e poi l’altra (10 per gamba).

Partendo in statica eretta, elevarsi sulle punta dei piedi e poi andare sui talloni.

In piedi con un piede davanti all’altro come

per fare un passo: dondolare in avanti

staccando il tallone del piede che sta dietro

e dondolare indietro staccando la punta del

piede che sta in avanti. Ripetere 10 volte

per piede e ricordarsi di tenere la schiena

diritta.

Partendo in piedi con i piedi allineati, por-

tare in avanti prima il piede destro come

per fare un affondo e tornare alla posizione

di partenza. Alternare poi con il piede

sinistro e ripetere 10 volte.

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Le nostre iniziative AREA RICREATIVA

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UN POMERIGGIO IN COMPAGNIADI UN SIMPATICO MAGO!

INAUGURAzIONE DEllA TARGA COMMEMORATIvA

DI FAà DI BRUNO, NEl GIARDINO DI FRONTE All’ISTITUTO.

PEDAlIAMO INSIEME!!!

SORSEGGIANDO UN BUON CAFFè

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vISITA DEl vESCOvO CESARE NOSIGlIA

Al NOSTRO PENSIONATO

SIG.RA IRMA 100 ANNI

Il 2 APRIlE 2016SIG.RA ANITA 100 ANNIIl 24 SETTEMBRE 2016

TOMBOlA!!!

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SIG.RA MARTA 105 ANNI

Il 17 FEBBRAIO 2016

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La globalizzazione dell’indifferenzaUna signora è aggredita in casa da due malviventi. Grida e chiama aiuto. La porta dell’alloggio è aperta e la voce si diffonde per tutta la scala. Nessuno risponde...saranno tutti a passeggio.Il giorno dopo un vicino le dirà: “Ho sentito gridare, ma ho pensato che fossero i gatti”. I gatti “gridano aiuto”?!?!?!

Dei ladri forzano la serratura di un appartamento che, sono certi, al momento è disabitato.La serratura non cede e la porta non si apre. I malviventi tentano di scardinare un battente, ma anche questo resiste. Si accaniscono allora sul muro e picchiano per svellere la cornice e far cadere in un solo blocco la cornice e la porta. Inutile. Dopo tanto danno e rumore desistono e se ne vanno.Alla proprietaria dell’alloggio, un condomino dirà in seguito: “I signori che abitano sopra e sotto di lei hanno sen-tito dei rumori insoliti, ma non sono intervenuti perchè non sapevano di cosa si trattasse”.La buona educazione suggerisce di non mettere il naso in faccende altrui.

Un uomo corre a gambe levate. Un altro lo insegue gridando: “Fermatelo! È un ladro!”. Ad un incrocio l’inseguito va a finire quasi tra le braccia di due vigilesse che passeggiano tranquille. L’inseguitore inciampa e cade. L’inseguito si dilegua. Le vigilesse continuano serene la loro passeggiata.

Una strada solitaria tranne che per un uomo di mezza età. Un giovane lo raggiunge e gli chiede il portafogli. L’uo-mo rifiuta. Ne segue una breve collutazione. L’aggredito ha la peggio e cade a terra. Un uomo di colore, giunto nei pressi, vede l’ultima fase della scena e corre in aiuto del malcapitato. L’aggressore fugge.

Ben vengano gli extracomunitari se, con il loro esempio, ci ricordano che la vigliaccheria non può essere contrab-bandata come prudenza o saggezza.

Luciana

Tutti fattirealmente accaduti

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Il 19 Marzo la Chiesa festeggia il giorno

di San GiuseppeIl 19 di Marzo la Chiesa festeggia il giorno di San Giuseppe. Giorno molto caro al nostro Pensionato in quanto messo sotto la protezione di un santo buono e mite, a Lui ci rivolgiamo fiduciose affinché continui il Suo paterno aiuto, ci prenda sotto la Sua protezione e ci aiuti a vivere giorni sereni e di pace.

In occasione di tale festa Papa Francesco ebbe a dire:.. Il prendersi cura, il custodire chiede bontà, chiede di essere vissuto con tenerezza. Nei Vangeli, san Giusep-pe appare come un uomo forte, coraggioso, lavoratore, ma nel suo animo emerge una grande tenerezza, che non è la virtù del debole, anzi, al contrario, denota fortezza d’animo e capacità di attenzione, di compassio-ne, di vera apertura all’altro, capacità di amore. Non dobbiamo avere timore della bontà, della tenerezza...

Facciamo di cuore gli auguri alle Nostre Signore del Pensionato, a tutti i Papà, ai lavoratori, a coloro che portano il nome di Giuseppe, Giuseppina e cogliamo l’occasione per invitare tutti coloro che possono, il 19 Marzo alle ore 10 per una Santa Messa in onore di San Giuseppe nella Chiesa di N. S. del Suffragio di Via S. Donato 33 (TO).

L’altro grande appuntamento è la celebrazione del Giubileo della Misericordia con il passaggio attraverso la porta santa nella nostra bella Chiesa del Suffragio il giorno 18 di Marzo alle ore16. Questa possibilità è data a tutti coloro che non possono recarsi in cattedrale, perché nessuno può essere escluso dalla misericordia di Dio; Le porte della Chiesa permangono spalancate,per-ché quanti sono toccati dalla grazia possano trovare la certezza del perdono.

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Appuntamenti Religiosi da ricordare

MESE DI MARZOVEnERDì 18 MARZO ORE 16,00

celebrazione del Giubileo della Misericordiaà, Chiesa n.S. del Suffragio.

Sabato 19 Marzo ore 10,00Santa Messa in onore di San Giuseppe

Domenica 20 Marzo - Domenica delle palmeSante Messe ore 9,00 e ore 18,00 con processione delle palme

GIOVEDì 24 MARZO - GIOVEDì SAntO ORE 17,00Santa Messa in Coena Domini

VEnERDì 25 MARZO ORE 8,00Preghiera delle lodi

VEnERDì 25 MARZO ORE 17,00Azione Liturgica in Passione Domini

SAbAtO 26 MARZO ORE 21,00solenne Veglia Pasquale in Parrocchia

DOMEnICA 27 MARZOPasqua di Risurrezione Sante Messe ore 9,00 e ore 18,00

Sempre a Marzo appuntamenti di carattere ricreativo8 Marzo ore 16,00: “riflessioni sui maestri di vita incontrati”

Giovedì 10 Marzo ore 16,00: coro Panem et Sapientiam - “tre secoli di canti Piemontesi”Sabato 19 Marzo ore 16,00: “Roma barocca”

Sabato 12 ore 16,00: “Mongolia”Martedì 22 Marzo ore 16,00 : “La Pasqua nelle nostre vite”

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AUGURI

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2323AUGURI

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Pensionato San Giuseppe

Via San Donato, 37 Torino