Marzo 2009 n - Rivista Didattica NOSTRO GIO'3°.doc · Web viewIo vi consiglio la trilogia scritta...

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Marzo 2009 n. 3 Cari ragazzi e care ragazze, questo è un nuovo cammino che avete intrapreso e mi auguro che lo facciate con serenità e con ricco spirito di osservazione. Non restaste passivi di fronte al sapere: ciò che comunicate non può che rappresentare un valido esempio di crescita e di apprendimento culturale. Siate fieri della vostre capacità, non abbattetevi mai, ascoltate i consigli e i suggerimenti della vostra professoressa che vi guida in questa bella esperienza, e rispettate i vostri compagni perché soltanto da un confronto pacifico e costruttivo nasce la responsabilità di migliorarsi come esseri umani. Auguro a tutti voi un buon lavoro. Giornalino scolastico interattivo della SS I grado “A. Manzoni” -“De Sangro” Vi sono due modi di cambiare negli altri il loro modo di leggere le sensazioni, il loro rapporto con l’universo: la forza (di cui la guerra è la forma estrema) e l’insegnamento. Alla prima non ci si può associare (si può solo reagire), mentre ci si associa alla seconda … Con l’uso della forza si può abbassare gli altri, o impedire che siano abbassati; non si può elevare che con l’insegnamento. Vi è una terza maniera, il bello (l’esempio). S. Weil Ragazzi/e, che numero! Grazie davvero per essere stati così partecipi e sappiate che non sono mai stanco di ricevere i vostri contributi… anzi, non sarebbe male se nel prossimo numero di maggio (quando toccherà ai corsi CDH) ci fossero articoli sui progetti PON, sui vari laboratori scolastici dal cinema alla lettura alla storia. Sono proprio curioso e voglio farmi i fatti vostri! La prof. Mariani passerà dalle classi ogni martedì e sabato per tutto il mese di aprile e raccoglierà anche i contributi di coloro che non hanno fatto in tempo a partecipare a questo numero. Come sapete, possono partecipare tutte le discipline e anche personalmente tutti/e i/le docenti! In questo numero troverete a pag. 2 Ultime dalla scuola,

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Marzo 2009 n. 3

Cari ragazzi e care ragazze,

questo è un nuovo cammino che avete intrapreso e mi auguro che lo facciate con serenità e con ricco spirito di osservazione.Non restaste passivi di fronte al sapere: ciò che comunicate non può che rappresentare un valido esempio di crescita e di apprendimento culturale.

Siate fieri della vostre capacità, non abbattetevi mai, ascoltate i consigli e i suggerimenti della vostra professoressa che vi guida in questa bella esperienza, e rispettate i vostri compagni perché soltanto da un confronto pacifico e costruttivo nasce la responsabilità di migliorarsi come esseri umani.

Auguro a tutti voi un affettuoso buon lavoro.

Il vostro Preside,Ferdinando Brienza

Giornalino scolastico interattivo della SS I grado “A. Manzoni” -“De Sangro”

di Mottola (TA)

Vi sono due modi di cambiare negli altri il loro modo di leggere le sensazioni, il loro rapporto con l’universo: la forza (di cui la guerra è la forma estrema) e l’insegnamento. Alla prima non ci si può associare (si può solo reagire), mentre ci si associa alla seconda … Con l’uso della forza si può abbassare gli altri, o impedire che siano abbassati; non si può elevare che con l’insegnamento.Vi è una terza maniera, il bello (l’esempio).

S. Weil

Ragazzi/e, che numero!Grazie davvero per essere stati così partecipi e

sappiate che non sono mai stanco di ricevere i vostri contributi… anzi, non sarebbe male se nel prossimo numero di maggio (quando toccherà ai corsi CDH) ci fossero articoli sui progetti PON, sui vari laboratori

scolastici dal cinema alla lettura alla storia. Sono proprio curioso e voglio farmi i fatti vostri!

La prof. Mariani passerà dalle classi ogni martedì e sabato per tutto il mese di aprile e raccoglierà anche i

contributi di coloro che non hanno fatto in tempo a partecipare a questo numero.

Come sapete, possono partecipare tutte le discipline e anche personalmente tutti/e i/le docenti!

In questo numero troverete a pag. 2 Ultime dalla scuola,

a pag. 8 Il mondo e noi, a pag. 15 L’angolo della poesia

e a pag. 17 Giochi e risate. Ricordate che sono anche su Internet: basta

andare su www.rivistadidattica.com, scendere un po’ più giù nella pagina e… eccomi lì! Alla

prossima!Il vostro Giò

La nascita dell’ ArcobalenoTanto tempo fa il Dio della pioggia,

arrabbiato, gettò sulla terra il suo mantello di gocce. Per un po’ di tempo non lo prese, fino a quando preoccupato perché vedeva gli abitanti tristi, decise di riprenderselo.

Così uscito il sole si vedevano passeggiare nel cielo degli omini buoni quali il giallo, l’arancio, il verde e l’azzurro, e degli omini cattivi, cioè il viola, il blu e il rosso. Questi fecero una guerra, ma poi decisero di allearsi fra di loro e, unendosi, formarono una striscia variopinta, chiamata arcobaleno.

Ecco perché ancora oggi, quando finisce di piovere, vediamo l’arcobaleno, e subito pensiamo ai colori della Pace.

Meri e Alisea IF

Tutti sappiamo che leggere fa bene. Ma che libri vi piace leggere?

Io vi consiglio la trilogia scritta da Licia Troisi dal titolo “Guerre del mondo emerso”. E’ un triller di genere Fantasy la cui protagonista è Dubhe (Dab) che combatte per la guerra del mondo emerso.

Nel primo volume, Dubhe, già da otto anni, è stata addestrata per combattere. Dopo che il suo Maestro è morto, ha iniziato a rubare per vivere. Una sera in una locanda un ragazzo gli mette un veleno. Dobhe capisce che è della Gilda. La Gilda degli assassini è una setta che vuole Dobhe da quando è piccola perché è una bambina della morte. Questo veleno le fa nascere un raptus omicida (che lei chiama bestia) e diventa cattiva ogni volta che sente odore di sangue. Per guarire deve entrare nella Gilda. Ella accetta e la guardia dei veleni ogni giorno le dà una porzione.

Un giorno incontra un ragazzo di nome Lomerim, un mago che le dice una cosa sconvolgente: la Gilda non la guarisce ma le fa aumentare il raptus omicida che è in lei. Lomerim è entrato nella Gilda per indagare da parte del consiglio delle Acque. Dobhe lo aiuta e….Chi guarirà Dobhe dalla maledizione? Riusciranno Lomerim e Dobhe ad uscire dalla Gilda ed arrivare a Laodanea, dove presiede il consiglio delle Acque? Tutto questo lo scoprirete se acquisterete il bellissimo libro di Licia Troisi.

IIB

Il Buon Natale del Corso Musicale

Il 19 dicembre dello scorso anno, Il Dirigente Scolastico, i docenti e gli alunni del

corso ad indirizzo musicale dell’Istituto Statale Superiore di Primo Grado “Alessandro Manzoni”

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Ti piace leggere? Quale genere letterario? E hai mai scritto una storia di tua invenzione?

di Mottola, hanno organizzato, come oramai da molti anni, il concerto di Natale.

I bravissimi studenti di pianoforte, violino, chitarra e tromba si sono esibiti in eccezionali performance musicali, tutte in stile natalizio. All’evento sono accorsi in moltissimi (la stima è stata di oltre 300 presenze esclusi gli strumentisti) che hanno gremito l’Auditorium scolastico fino all’inimmaginabile, tant’è, che alla fine della serata il nostro caro preside Ferdinando Brienza si è scusato con i presenti dicendo che se avesse potuto immaginare la partecipazione di così tanti spettatori, di certo avrebbe provveduto a spostare il concerto in un luogo più idoneo.A sfondo della serata come ormai accade di rito, il professore Dino Nocco aveva preparato per ogni brano delle piccole immagini a tema, che ha proiettato sullo schermo e che hanno allietato certamente la visione dei presenti.Verso le ore 18:30 il “Cerimoniere” (ormai diventato ufficiale per le sue innumerevoli comparse) Federico Francavilla, annunciava già il primo brano ”Santa Lucia”, di autore anonimo, suonato dal duo di tromba formato da Aloisio Onofrio e Goffredo Alessio, accompagnati al pianoforte da Suglia Vladimiro.A questo seguivano l’intera prima classe di chitarra che si cimentava in “White Christmas” di Berlin e la prima classe di violino che accompagnati al pianoforte dal maestro Gabriele Sponsale, si esibiva in un brano di Curci “storiella triste e gaia”.Dopo quest’ultima l’ultima classe prima ad esibirsi era quella di pianoforte eseguendo il brano di Pierport “Jingle bells”. Successivamente ecco intonare il duo di tromba Giogo Quero – Davide Mirizzi, accompagnati al pianoforte da Michele Sponsale il canto popolare “Astro del ciel”.Senza indugio, pochi secondi dopo, i pianisti della classe seconda di pianoforte eseguivano un “pomposo” “Maestoso” dal Te Deum, di Charpentier. Subito si presentava la classe seconda di violino, che accompagnata dal M.° Sponsale, si esprimeva nel brano “Barcarola” di Crum.

La serata continuava con un duo di tromba nel “Cantico delle

creature” e con le classi di chitarra con “Happy Christmas” di J. Lennon e con “Trisch-trasch

polka” di J. Strauss.Infine, la prima parte della serata si concludeva con le classi di pianoforte che innalzavano un “Medley” di canti natalizi (autori vari) che ha ricevuto una calorosissima risposta da parte del pubblico.La classe terza di violino eseguiva con l’accompagnamento al

pianoforte di Marika De Carlo, “Happy Chrstimas”.Prima della parte conclusiva della serata che vedeva dilettare nei vari brani tutta l’Orchestra di Istituto, il coro diretto dalla prof.ssa Chiara Patronelli, contava “andare a Bethlemme e Scrive amore”.Come dicevo la Grande Orchestra concludeva la serata intonando i bellissimi “Inno alla gioia (L. van Beethoven) “Jingle bells (Pierpont) e “Marcia di Radestzky” (J.Strauss) eseguiti con eccezionale maestria, tanto da essere accompagnati aritmicamente (con battiti di mano) dal pubblico che applaudiva calorosamente i componenti dell’Orchestra.

A conclusione di tutta la serata prendeva la parola il Preside, che elogiava innanzitutto gli alunni delle classi prime che, con una formazione strumentale di soli tre mesi, grazie alle grandi capacità didattiche dei loro insegnanti, erano stati in grado di esibirsi magistralmente dinanzi ad un così folto pubblico. Ovviamente non sminuiva affatto l’impegno e la bravura <dei compagni più grandi di 2° e 3°>, utilizzando le stesse parole.Oltretutto, ringraziava i presenti, tracci il capo d’Istituto

del Liceo scientifico “A. Einstein”, non che suo collega dott. Salamino, che ci onorava della sua presenza. Quindi presentava al pubblico i docenti che avevano così magistralmente organizzato la serata:prof. Vincenzo Barulli di violino, prof. Nicola Latorrata di tromba, prof. Michele Libraro di chitarra ed infine il prof. Gabriele Sponsale di pianoforte.

Michele Sponsale IIB

In palestra… con fantasia!Io e la mia classe siamo andati in palestra e abbiamo fatto il salto

in lungo. Il professore ci ha spiegato come si fa. Quando eravamo lì e toccava a me, ho saltato 100 m e il professore mi ha detto che sono stato bravo; ha saltato tutta la classe e io ho fatto il salto più lungo. Mi ha

detto, allora, di andare a fare le i olimpiadi del salto in lungo il 23 marzo. E io sono stato colpito e non vedo l’ora che arrivi quel giorno!

IA

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E bravo il nostro amico che gioca con la fantasia! Se, però, trasformasse in realtà il suo sogno… potrebbe anche diventare un nuovo Andrew Howe! Sai chi è?

Guglielmo e la moneta d’oro

Di mattino presto, quasi duecento anni fa, c’era stato un grande temporale. Il vento aveva piegato gli alberi, strappato rami, fatto turbinare foglie contro il cielo nero e lampeggiante. Nel rimbombo dei tuoni, la pioggia era caduta scrosciante. Guglielmo, finita la pioggia, uscì per fare una passeggiata con il suo cane e ad un tratto trovò una moneta d’oro. Andò da un signore di nome Ettore, un vagabondo della città, e gli chiese cosa fosse quella specie di disco; gli rispose che era una moneta d’oro e, cioè, che era diventato ricco. Arrivò, poi, il datore di lavoro che gli chiese cosa tenesse stretto in mano; lui gli mostrò la moneta e il datore di lavoro gli disse che era una moneta falsa. Guglielmo allora scappò perché sapeva che era una trappola, andò in oreficeria e qui ricevette così tanti soldi che si potè comprare una casa, con una cuccia per Friz. Con gli altri soldi mangiò e aiutò i poveretti per cui diventò un piccolo famoso da piccolo povero che era.

Carucci Leonilda IB

Recensione del film ’’Il bambino con il pigiama a righe’’

Il bambino con il pigiama a righe è un film tratto dal romanzo omonimo dello scrittore John Boyne. Questo film è stato diretto da Mark Herman ed è un film totalmente diverso dal genere de ‘’La Vita è bella’’.Questo film ha come protagonisti due bambini: Bruno e Schmuel. Bruno era figlio di un soldato nazista promosso alla direzione di un campo di concentramento, mentre Schmuel era un ragazzino ebreo che assieme al padre era nel campo di concentramento.Bruno era un bambino molto vivace e amava gli aereoplani, ma il suo sogno era quello di diventare un esploratore. Bruno, dopo la promozione di suo padre, si trasferisce in campagna dove dalla sua finestra si vede il campo di sterminio. Bruno e sua sorella vengono istruiti da un istitutore che insegna loro la storia della loro patria e il nazismo dalla quale la sorella di Bruno resta affascinata e non pensa più alle bambole.

Grazie al suo grande desiderio di esplorare, Bruno prima esplora casa sua e poi attraversa un bosco ed arriva nel campo dove trova inginocchiato Schmuel, il ragazzino ebreo; da questo momento nasce una grande amicizia separata da una rete di filo spinato.

Un giorno la madre di Bruno capisce, attraverso un soldato assistente del marito, che cosa facevano nei campi e da quel momento non si veste più bene non si trucca e non parla più con suo marito.

a un certo punto della narrazione cinematografica, Bruno va in cucina per parlare con sua madre; nel salotto trova Schmuel che pulisce i bicchieri e Bruno gli offre un dolce; in questo momento arriva

l’assistente di suo padre che accusa Schmuel di aver rubato e Bruno conferma.

Un giorno la madre di

Bruno decide di separarsi dal marito e di portare con sé i figli.Bruno, per riconquistare l’amicizia di Schmuel, il giorno della sua partenza decide di aiutarlo a trovare suo padre; i genitori di Bruno lo cercano ma lo trovano troppo tardi perché lui e Schmuel sono stati chiusi in una doccia a gas e sono morti. Questo è il finale drammatico che c’insegna come l’ uomo può diventare crudele quando si accanisce contro qualcuno e come questa violenza gli si ritorce contro.

Penso che il regista di questo film sia stato molto bravo nell’affidare le parti agli attori che hanno svolto nel film.Il film narra un tema importante per la storia mondiale. Gli attori mi sono piaciuti per come hanno interpretato le loro parti, penso che hanno fatto emozionare molto la platea che li guardava. Le colonne sonore sono azzeccate, il linguaggio è semplice, ma allo stesso tempo accattivante.

Questo film ci ha lasciato due insegnamenti: il primo è quello del rispetto

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verso gli altri perché, anche se si è di etnia differente, non si può essere sottomessi da un altro popolo; il secondo insegnamento, secondo me il più significativo, è che

l’amicizia va oltre le rivalità politiche delle due nazioni appartenenti.

Luca Bufano, Pasquale Prisciantelli IIF

Qual é il gusto della vita?

Molto spesso con la prof. Mariani parliamo e riflettiamo sulla lingua e sull’uso delle parole, ma anche sui modi di dire di cui non conosciamo il significato o presumiamo di saperlo. Altre volte riflettiamo e facciamo uno brain storming sui proverbi che ci vengono da altre culture.

Ad esempio, per voi cosa significa questo proverbio che ci viene dall’Etiopia: “Chi perde un fratello perde il gusto della vita”?

Per me questo detto può sembrare stupido, ma racchiude un grande significato: questo proverbio parla di fratelli (e sorelle), ma non solo di quelli di sangue. Ad esempio, gli abitanti di una città australiana, non sono né i miei fratelli né le mie sorelle, ma mi dispiace molto che siano morti a causa di un incendio provocato da alcuni piromani che, secondo me, non hanno la testa a posto. Perché un intero paese? Per vedere il fuoco che brucia tutto?! Secondo me hanno fatto del male a loro stessi, perché hanno bruciato la loro città, il posto dove vivevano, quindi la loro casa.

Io non ho mai perso una sorella e spero non mi succeda mai, anche se mia sorella alcune volte é davvero insopportabile, ma come dice il proverbio quando perdi una sorella, perdi il gusto della vita e il gusto della vita io non lo voglio perdere! So che alcune volte è amaro, ma può essere anche dolce.

Per me la vita ha il gusto di un minestrone ed eccovi gli ingredienti:cacao, panna montata, verdure amare, carne, pesce, un pizzico di sale e di pepe.So che nessuno vorrebbe una vita come un pasticcio, ma io sì: voglio una vita che sa di tutto! Siete d’accordo con me?

Mara D’Erchia IIG

Con l’autobiografia che segue possiamo dare inizio a una nuova rubrica: “Mi presento”.

Avete voglia di raccontarvi? Fatelo con fantasia e… con l’autorizzazione dei genitori!

Salve a tutti!Mi chiamo Graziana. Sono il frutto dell’amore tra mio padre Francesco e mia madre Maria, due stupendi genitori che ho amato, amo e amerò per sempre!

All’alba, mentre il sole si alzava in cielo, svegliai mia madre con una serie di calci e pugni nel suo pancione. Ho visto la luce nell’ ospedale di Noci intorno alle tre del pomeriggio di quel 29 agosto 1996. E’ stato un parto difficile, un cesareo, e mia madre perdeva molto sangue; ma poi Dio ha deciso che non potevo non avere una madre, e me l’ha lasciata con me. Mi hanno accolto nella famiglia come un gioiello di platino.

Con la mia nascita ho messo un po’ in ombra mio fratello Stefano, più vecchio di me di soli 2 anni.Ero (e sono) molto coccolata dalla mia nonna paterna perché ero la più piccola e carina. Quotidianamente ero solita, insieme a mio fratello, rompere qualcosa! Quando ero in giro nel passeggino, spesso cadevo a testa in giù e perdevo i sensi. Mia madre quasi sveniva insieme a me per la paura. L’ unico rimedio per farmi tornare sulla terra era lo schiaffetto di papà. C’era, però, un unico effetto collaterale: il mio pianto.

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Hai visto anche tu il film? Cosa ne pensi? Quali emozioni hai provato? Inoltre, cosa pensi del fatto che ci sono ancora persone che parlino di razze e non di etnie? Cosa si può fare per costruire un mondo di pace, giustizia e solidarietà?

All’asilo per i primi due anni non ho mai pianto perché c’era mio fratello, ma quando lui è passato alle elementari io ero, col mio pianto, la disperazione delle maestre.

Nel 2002 ci trasferimmo a Mottola, dove tuttora vivo, e fui costretta a lasciare la mia amica Ilaria; l’unico ricordo che ho di lei è un cuore che mi ha sempre portato fortuna. Il 12 settembre 2002 è stato il mio primo giorno di scuola. Essendomi appena trasferita non conoscevo nessuno e mi vergognavo dato che non sapevo né leggere né scrivere. Ero seduta in un angolo e tenevo in mano il cuore di Ilaria. Più lo stringevo, più piangevo. D’un tratto Maria ed Enza mi invitarono a giocare. Di lì capii che la mia avventura scolastica sarebbe stata brillante. Durante la prima elementare non avevo voglia di far nulla, ma in seconda mi impegnai al massimo per poter superare mio fratello nei voti. Ma mi accorgevo che era molto difficile. La 5^ fu l’ anno più brillante per me: in geografia ero un mito vivente grazie alle mie cartine che quotidianamente mi facevano avere un maxi eccellente sul quaderno. In classe c’era una ragazza, Lucia , che non voleva studiare, ma dopo essersi seduta accanto a me ha

avuto una nota di merito ed io ne ero felicissima. Poi avvenne il doloroso passaggio alle medie. Inizialmente mi

volevano mandare in isolamento, lontano dai miei amici, lontano da mio fratello... mi ribellai ed entrai nel mitico corso F .

Il primo compito di inglese è andato benissimo: 63 su 65, modestamente, un bel record personale!Con una bella promozione sono ora in seconda media, con una vita favolosa alle spalle e un futuro promettente. Questa sono io!

Graziana Tagliente IIF

A proposito di presentazioni e conoscenze…

Il 4 febbraio e l’11 marzo abbiamo avuto la visita della ispettrice e prof. Giovanna Perrella della SSI grado “Galateo” di Lecce. Il nostro Dirigente con l’ispettrice hanno fato

visita nelle classi, della sede centrale prima e della sede distaccata poi, porgendo il loro saluto a alunni/e, docenti e a tutto il personale.

La redazione

Programma Operativo Nazionale finanziato dal Fondo Sociale Europeo (FSE) – PON 2007-2013

Prot.n. AOODGAI/15763 del 17/12/2008 Prot.n. AOODRPU/10865 del 30/12/2008

Prot.n.AOODGAI/213 del 20/01/2009PROGETTI AUTORIZZATI A.S. 2008/09

Obiettivo B: Migliorare le competenze del personale della scuolaObiettivo C:Migliorare i livelli di conoscenza e competenza dei giovani

Obiettivo D: Accrescere la diffusione, l’accesso e l’uso della società dell’informazione nella scuola

Le Azioni nell’ambito dell’Obiettivo “Migliorare le competenze del personale della scuola e dei docenti” sono finalizzate a promuovere la crescita professionale del personale scolastico. Questo Obiettivo è strumentale alla qualità del servizio scolastico e, in particolare, al miglioramento dei livelli di apprendimento degli alunni.Nel documento elaborato a sostegno dei PON “ Competenze per lo Sviluppo” si sottolinea che “Gli insegnanti dovrebbero essere in grado di rispondere alle sfide crescenti della società della conoscenza, parteciparvi attivamente e preparare gli studenti a diventare autonomi nel processo di apprendimento continuo per tutto l’arco della vita. Essi cioè dovrebbero essere in grado di riflettere sui processi di apprendimento e di insegnamento attraverso un impegno costante su disciplina, contenuti curriculari, pedagogia, innovazione, ricerca e dimensioni sociali e culturali dell’educazione.”In virtù di tali considerazioni, e tenuto conto che, dalla professionalità di tutto il personale della scuola dipendono gli esiti previsti da tutti gli Obiettivi della Programmazione Nazionale sui Fondi Strutturali 2007-2013, nonché la possibilità di raggiungere esiti certi anche in termini di

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cittadinanza e occupabilità dei giovani, questa Scuola Media ha elaborato un vario e articolato piano di formazione continua in servizio in seno al Piano Integrato di Istituto.I contenuti degli interventi promossi devono avere un impatto forte sui livelli di apprendimento degli alunni, e dovranno caratterizzare la scuola, da una parte come servizio per la crescita culturale del territorio di Mottola. E dall’altra come modello e vetrina di efficienza e trasparenza nella gestione dei Fondi Nazionali e Comunitari.

Le Azioni nell’ambito dell’Obiettivo “Migliorare i livelli di conoscenza e competenza dei giovani” sono finalizzate a innalzare i livelli di apprendimento nell’area delle competenze chiave e garantire l’effettiva equità di accesso all’istruzione.Gli esiti da raggiungere riguardano l’innalzamento dei livelli di conoscenze, capacità e competenze di tutti gli studenti nelle seguenti aree di competenze:

Comunicare in lingua inglese, finalizzato alla certificazione del Trinity College London. Approfondire le competenze digitali relative al modulo 2 e 3, finalizzato a sostenere

l’esame ECDL per il conseguimento della patente europea del computer. Promuovere le eccellenze attraverso la pratica vocale e strumentale personale e

d’insieme; attraverso l’incremento della curiosità per la conoscenza del passato, della storia locale, al fine di stabilire nell’alunno un contatto vivo con le proprie radici e con le tradizioni del proprio paese; attraverso lo stimolo al piacere della lettura e far scoprire agli alunni il piacere di leggere attraverso la partecipazione al torneo di lettura on-line, promosso dalla Fiera Internazionale del Libro di Torino.Tali eccellenze saranno premiate attraverso la partecipazione a gare disciplinari, rappresentazioni, saggi, concorsi nazionali da parte degli alunni iscritti al percorso

formativo.Tutto il Piano Progettuale elaborato da questa Scuola è in continuità con quello avviato

nell’anno scolastico 2007/08 e continuerà fino al 2013 ed è funzionalmente e unitariamente integrato con il Piano dell’Offerta Formativa, che è il documento fondamentale dell’identità culturale della scuola e dei bisogni formativi degli alunni.

IL DIRIGENTE SCOLASTICOProf. Ferdinando Brienza

http://biodetersivi.altervista.org/homepage.htmCos’è? È il sito sul quale ci sono tanti consigli

utili per consumare meno detersivi e, quindi, denaro rispettando l’ambiente. Importante Sapere di Poter Scegliere. E scegliere di volta in volta secondo proprie esigenze e possibilità. Tutti i prodotti tradizionali in commercio, ognuno alla sua maniera, hanno un fortissimo impatto ambientale. Per ambiente s'intende:

o l'ambiente fuori casa: terra, acqua,

cielo, ove arrivano i rifiuti tossici dei detersivi che usiamo in casa;

o l'ambiente casa: pochi sanno che esiste

e continua ad aumentare l'inquinamento domestico dovuto al largo uso di prodotti chimici quali spray, deodoranti, detersivi di ogni genere, anticalcare, sbiancanti, candeggine, prodotti specifici per pulizie di ogni cosa.Una lista infinita e in continuo aumento. Come in aumento sono le malattie allergiche, malattie respiratorie, malattie di ogni tipo.

Il primo gesto consapevole e necessario (oltre che economico ed ecologico) è imparare a fare a meno di tantissimi prodotti di cui abbiamo piena la casa. Abbiamo imparato a passare al vaglio stretto tutti i detergenti circolanti nelle nostre case, arrivando a capire che in effetti per tenere pulita ed ecologica una casa c'è bisogno di poche cose essenziali. Il secondo gesto, veramente economico ed utilissimo, consiste nel preparare spruzzini di acqua e aceto,

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attualità, sport, musica, cultura e cronaca di tutti i ‘colori’!

diluizione 20% o 30% o 40% di aceto in restante acqua. Se vi disturba l'odore dell'aceto, sappiate che l'aceto di mele ha un odore più gradevole. L'aceto, meglio se caldo, spruzzato sui rubinetti è fantastico per lucidare e togliere segni di calcare. Se il calcare ha ostruito le griglie rompigetto di rubinetti e

doccia, svitateli e immergeteli nell’aceto, finché non inizia a sciogliersi, dopodichè sciacquateli e rimetteteli a posto. L'aceto pulisce benissimo i vetri senza bisogno di nulla d'altro. Sempre con gli stessi spruzzini si possono pretrattare le pentole con residui attaccati sul fondo, ma anche piatti e quant'altro. Laddove c'è davvero parecchio sporco è chiaro che uno spruzzino all'aceto non può essere il primo passo. Allo stesso modo con cui impariamo ad usare l’aceto, possiamo usare l’acido citrico, che è un acido più forte dell’aceto, si compra in polvere e si diluisce in acqua. Ha il vantaggio di essere ancora più efficace dell’aceto e di essere inodore. Ulteriore vantaggio è che si compra la povere e si

diluisce a casa. Si evita quindi di buttare bottiglie vuote come succede per l’aceto.Terzo efficacissimo detergente naturale, da usare sia in pasta che in spruzzino, è il bicarbonato.

Il terzo gesto è usare panni di microfibra uniti di "unghiette" che raccattano lo sporco, sono utilissimi ed ecologicissimi per mille pulizie. Asciutti permettono di spolverare senza detergenti. Bagnati e con l'ausilio di poco detersivo, o aceto, o poco d'altro, potenziano l'azione detergente del detersivo e dello sfregamento meccanico.

Il quarto gesto è il più facile ed economico, e di una efficacia spesso dimenticata : usare acqua calda potenzia qualunque tipo di lavaggio e detersivo. Recuperiamo i gesti più semplici, efficaci e di buon senso, che con l' uso dei detersivi chimici a massima tossicità ci siamo scordati!

Condividete questi utilissimi consigli!

La redazione

L’Approfondimento: effetti del fumo passivo sulla salute

Il "fumo passivo" (passive smoke o second hand smoke) è quello che viene inalato involontariamente dalle persone che vivono a contatto con uno o più fumatori attivi ed è il principale inquinante degli ambienti chiusi. Infatti quando una sigaretta viene fumata, il fumo che si sviluppa è di due tipi:- centrale (in inglese chiamato mainstream smoke) che rappresenta il fumo attivo ed è prodotto dall'aspirazione del fumatore in gran parte inalato (corrente primaria) e solo in parte espirato (corrente terziaria).- laterale (in inglese sidestream smoke) che rappresenta il fumo passivo ed è prodotto prevalentemente dalla combustione lenta della sigaretta lasciata bruciare passivamente nel portacenere o in mano fra un "tiro" e l'altro (corrente secondaria) e dal fumo espirato dal fumatore attivo (corrente terziaria). Questa distinzione tra i due tipi di fumo corrisponde a differenze nella loro composizione. Ricerche di chimica analitica hanno dimostrato che nel fumo laterale alcune sostanze irritative, ossidanti e cancerogene sono presenti in concentrazione superiore a quella del primo centrale; naturalmente il fumo "laterale" è molto diluito nell'aria ambiente, mentre il fumo "centrale è concentrato tutto all'interno dell'apparato respiratorio del fumatore. E' importante ricordare che, quando il fumatore inspira profondamente il fumo, più della metà dei prodotti tossici (particolarmente catrame e monossido di carbonio) vengono trattenuti.Il fumatore che non inspira ne trattiene molto meno.L'inquinamento ambientale è costituito per 6/7 dal fumo laterale e per 1/7 dal fumo centrale espirato dal fumatore. E' essenziale per ridurre il rischio legato all'esposizione, aprire le finestre e cambiare l'aria il più spesso possibile. Questo accorgimento è sempre utile quando ci sono fumatori in ambienti chiusi, anche nelle città più inquinate, perchè numerosi e rigorosi studi hanno dimostrato che l'inquinamento atmosferico è responsabile di 1/4 delle malattie respiratorie.

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E' ormai ampiamente dimostrato che l'esposizione al fumo di tabacco ambientale (FTA) costituisce secondo la Enviromental Protectonio Agency (EPA) "uno dei più diffusi e pericolosi fattori inquinanti dell'aria degli ambienti confinanti"(3) un rischio sanitario significativo per i non fumatori.Il Surgeon General del USA e la National Accademy of Sciences sono giunti alla conclusione che anche il fumo passivo è in grado di indurre il cancro polmonare nei fumatori e che i figli di genitori fumatori hanno una maggiore incidenza di polmoniti, di bronchiti e crisi asmatiche rispetto ai figli di genitori non fumatori (1, 2). Secondo questi rapporti il fumo passivo provoca ogni anno

negli USA quasi 5.000 decessi per cancro del polmone nei non fumatori. In Italia il fumo passivo sarebbe responsabile di un migliaio di morti l'anno. Anche gli studi epidemiologici più ottimisti valutano che il rischio cumulativo di morte per tumore polmonare sia di un morto ogni 1.000 persone esposte al fumo passivo. Questo rischio pur essendo enormemente inferiore a quello dei fumatori attivi (in cui è dell'ordine di 380 morti ogni 1.000 persone fumatrici). Recentemente si è vista una stretta correlazione tra fumo passivo e rinofaringiti con otiti purulenti dei bambini. Oltre alle malattie respiratorie al fumo passivo si segnala anche per un aumentato rischio per le malattie coronariche e degli attacchi cardiaci del 20% (soprattutto a causa della nicotina e del monossido di carbonio).

II AContinua la serie di incontri e interviste che alcuni/e alunni/e della IIIG hanno effettuato

nell’ambito degli argomenti affrontati nell’ora di Costituzione e Cittadinanza e di Antologia. Gli argomenti, nello specifico, sono i Diritti Umani, il lavoro, lo Stato sociale (altrimenti detto welfare), l’uguaglianza e l’integrazione delle persone differenti da noi per etnia, età, diversabilità, storie personali vittime di discriminazioni.

Intervista a una lavoratrice

1) Lei quanti anni ha e come si chiama?Io ho quarantuno anni e mi chiamo Daniela.2) Che lavoro fa?Assistente alla poltrona odontoiatrica.3) Come mai ha deciso di fare questo lavoro?Ho studiato come odontotecnico, poi ho avuto la possibilità di prendere il diploma di assistente e lavoro in uno studio dentistico.4) Da quanti anni lavora?Lavoro da quando avevo diciotto anni.5) Questo lavoro le piace ?Sì, perché mi piace lavorare nell’ambito sanitario.6) Ci sono dei rischi nel suo lavoro ?Certo dei rischi ci sono, se non si adoperano le dovute cautele igieniche sanitarie: si possono contrarre, infatti, HIV, epatite B e C.7) Le è mai capitato mai di aver a che fare con pazienti affetti di malattie?Sì, ma non troppe.8) Lei è sempre stata pagata puntualmente?Sì, quasi sempre.9) Ha goduto sempre dei suoi diritti?Sì.10) Di quali diritti ha tratto più benefici?Il diritto alla maternità.11) Che cosa pensa delle tasse?Le tasse sono un dovere del cittadino se queste fossero usate per migliorare la qualità di vita del cittadino.

Intervista a un’anziana

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1) È in grado di badare a se stessa ?Sì, sono perfettamente in grado di badare a me stessa.2) In caso di bisogno, chi si prende cura di lei?(Familiari, conoscenti, amici,

personale dei servizi comunali di assistenza domiciliare . . .)Chi si prende cura di me sono i miei figli e i miei due nipoti.3) Quali ritiene essere le difficoltà maggiori legate alla sua condizione di anziana?Quando ho molte faccende da sbrigare e anche la bassa pressione.4) Ritiene che nella società attuale gli anziani dovrebbero essere maggiormente aiutati,assistiti? In che modo ?Attraverso quali iniziative?Sì, facendo escursioni all’aria aperta.

5) Nel quartiere (o paese)in cui abita esistono dei centri sociali o culturali per anziani? Li ha mai frequentati ?Quali forme di svago sono organizzate?Sì,alcune volte, ci portano a Napoli.6) Usufruisce di qualche iniziativa organizzata dal Comune,come i soggiorni estivi di vacanza per anziani, sconti per cinema e teatri, gratuità o riduzione dei costi dei trasporti pubblici, corsi culturali gratuiti,ecc.?No.7) L’avvenire non è più soltanto dei giovani, come si diceva una volta, ma anche degli anziani: tra non molto, infatti, gli Italiani con più di 65 anni costituiranno un quarto della popolazione. Secondo lei,l’invecchiamento della nostra società quali problemi finirà per determinare? Niente di grave, secondo me.

Maurizio Di Furia III G

Emigrazione, integrazione, lavoro fra Seconda Guerra Mondiale e anni ’60: una storia nella Storia.

A volte non ci si rende conto della ricchezza esperienziale e culturale rappresentata dalle persone più vicine, veri e propri libri scritti tutti da leggere, approfondire, sfogliare e, anzi, addirittura tutti da cliccare in un’infinità di ipertesti con i più svariati percorsi dalle innumerevoli possibilità esplorative.

E così che qualche tempo fa, durante il pranzo, mio padre ci ha raccontato che, quando come emigrato lavorava nell’industria siderurgica nel nord-est della Francia, andava tutto entusiasta a ballare per poi ritornare afflitto a motivo del rifiuto delle ragazze di ballare con chi a primo sguardo riconoscevano essere italiano o, comunque, non francese. A questo ha aggiunto che allora in alcuni locali un avviso precisava che non erano ben accetti nordafricani e italiani. Mi è sembrata la scena del noto film “La vita è bella”! Ed ecco l’idea di invitarlo in classe, una terza media inferiore, con la quale dal mese di

dicembre stiamo studiando approfondendo e commentando la DUDU (La Dichiarazione dei Diritti Umani) e la Costituzione Italiana.

Perché emigrare? Cosa comporta vivere in un altro paese? Quali difficoltà? Quali sorprese?

I/le ragazzi/e sono da subito colpiti da due parole che non avevano mai sentito: espatriare e rimpatriare. E poi anche dall’emozione che irrefrenabile prende mio padre già quando ricorda suo padre che, per mantenere la famiglia in pochi anni già diventata di sei componenti, espatria in Belgio e, non potendo più lavorare in miniera per motivi di salute, pur di non rescindere il contratto e perdere i soldi, si fa un anno di carcere in mezzo ai delinquenti.

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Questi sono, sicuramente, casi felici: c’è il lavoro e una buona retribuzione; c’è la famiglia che ha cura di ogni suo componente… ma è sempre così? Qual è la tua esperienza?

Per non parlare di quando rischia la vita rubando una bicicletta da un assopito accampamento tedesco, stanziatosi nel cuore dell’Abruzzo, per restituirla al cognato che gliel’aveva prestata, fra gli altri motivi, anche per scendere a Margherita di Savoia (FG) e fare scorta di sale.

I ricordi si susseguono: i membri della famiglia che man mano si ricongiungono a Metz (città del nord-est della Francia), compresa una macchina da cucire tutta in ghisa dal peso inimmaginabile; la mancanza di alloggio lunga quasi dieci anni che li fece abitare in un villaggio per operai, con bagni in comune, con il divieto di cucinare all’interno e con il chiasso di continui litigi, anche violenti, fra i vari gruppi etnici presenti.

Sul lavoro, però, probabilmente perché il caporeparto ha la moglie di origine italiana, sta bene e ha un posto di livello piuttosto alto anche perché impara correttamente la lingua francese e supera brillantemente esami e concorsi, da aggiungere al suo titolo italiano di perito chimico. I colleghi, forse invidiosi, però ogni tanto gli fanno trovare sulla scrivania articoli di giornale in cui si parla male degli italiani, delinquenti e mafiosi; e se c’è da dare la colpa a qualcuno per qualcosa è “le sal italien” il responsabile!

Comunque, sia questo clima sia quello meteorologico freddo, freddissimo!, gli fa desiderare vivamente di ritornare in Italia: la famiglia ora è tutta in Francia e abita finalmente in una davvero bella villetta, suo padre gli consiglia di non lasciare un lavoro così buono, ma lui inizia a scrivere numerose lettere all’allora Italsider di Genova e di Taranto, pur di rimpatriare. Sarà costretto a scendere di persona per capire cosa ci fosse che non andasse nella sua domanda dati i sette anni di esperienza nel settore e date le buonissime referenze che ha: i posti sono semplicemente stati promessi a qualcun altro. Cerca di far valere i suoi diritti: ottiene il posto di lavoro a Taranto ma deve ricominciare dal livello più basso!

I/le ragazzi/e sono molto interessati/e e dopo aver chiesto la precisazione di qualche data, quanto fosse lo stipendio, prima e dopo, se si fosse mai trovato in qualche situazione pericolosa al villaggio, ricordano di avere anche loro nonni zii e parenti vari che potrebbero raccontare la loro esperienza, sebbene più di qualcuno non è più rimpatriato. “Ricordate, comunque, che nessuno vorrebbe mai espatriare lasciando la propria terra e la propria famiglia se non fosse veramente costretto dalle circostanze!”. Queste le parole conclusive nel ricordo dell’ennesimo recente sbarco a Lampedusa con tutte le gravi situazioni umanitarie che si stanno verificando.

V. Mariani

Nuova pallacanestro Mottola Vs Nuova pallacanestro Martina Franca

Il giorno 11 febbraio ’09 si è disputata una avvincente partita tra le squadre di pallacanestro: Nuova pallacanestro Mottola contro Nuova pallacanestro Martina Franca.Prima della partita i giocatori di entrambe le squadre hanno ritenuto opportuno riscaldare i muscoli con un breve allenamento; dopo circa 30 minuti è iniziato il match.

Il Martina Franca è subito passato in vantaggio di pochi punti, ma per il Mottola la partita era appena iniziata perché avrebbe recuperato molti punti sebbene insufficienti per raggiungere gli avversari; dopo pochi minuti, fischiato un time out, gli allenatori delle rispettive squadre hanno dato consigli ai propri giocatori. Dopo il time out il Mottola è tornato in campo con un marcia in

più e, verso il termine del primo quarto, le due squadre erano in pareggio.

Nel secondo quarto l’ allenatore del Martina Franca ha ritenuto giusto effettuare delle sostituzioni: è entrato in campo un giocatore con il numero 4, un giocatore agilissimo con una mira infallibile, ma il suo difetto era quello di non saper palleggiare molto bene. La squadra del Mottola non è rimasta a guardare e l’ allenatore ha effettuato anche lui delle sostituzioni, anche

esse molto giuste, così al termine del secondo quarto il Martina Franca era avanti di qualche punto.

Nel terzo quarto molti dei giocatori erano stremati, ma non avevano perso la voglia di giocare e l’ entusiasmo, ma per il Mottola le cose non andavano per il verso giusto, perché il

Martina era avanti di molti punti e ad alcuni sembrava impossibile recuperare lo

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svantaggio… ma non è detta l’ ultima parola. Nel quarto ed ultimo quarto, il Mottola ha giocato divinamente e fino all’ultimo minuto non si è dato per vinto continuando a giocare benissimo, ma, a volte, anche si perde.Al termine della partita i giocatori si sono dati la mano in segno di sportività, ma

questo non sempre avviene perché negli stadi di calcio, molte volte si conclude la partita con violenza e spesso qualcuno si fa veramente male.

IIA

Mottola, 11 Febbraio 2009Caro Marco,

Come va la vita nella tua Milano? C’è sempre la nebbia?Sono contento per la medaglia che hai preso alla gara di nuoto dove sei arrivato primo!

Certo, un campione come te non poteva che raggiungere questi risultati! Chissà che festa ti hanno fatto i tuoi amici! A proposito di sport, hai visto che bella carriera sta facendo il nostro Nicola? E hai visto che superbomba ha buttato in porta contro l’Atalanta a Bergamo il 21 Dicembre? E’ un mito, un grande campione dal cuore ancora più grande, è una persona straordinaria, umile, generosa, che non si atteggia e non si da importanza. Ricordo molto bene quando l’ho incontrato per la prima volta 2 anni fa e ancor mi tremano le gambe dall’emozione. L’ho incontrato nell’officina di Piero l’elettrauto, dove era andato per riparare la sua auto: una Mercedes enorme, super accessoriata. Mio padre mi ha telefonato dicendomi di andare insieme a mia madre da Piero perché doveva sostituire una lampadina alla nostra auto. In cuor mio, mentre andavamo, speravo che avrei incontrato Luigi Mastrangelo, anche lui di Mottola, campione di pallavolo, figlio della cugina di mia nonna. Ma quando siamo arrivati là, l’emozione mi ha fatto quasi svenire perché dinanzi a me c’era Nicola Legrottaglie. Le gambe si piegavano, la salivazione si era azzerata, il cuore mi batteva a mille all’ora, le mani sudavano e quando gli ho stretto la mano ero così emozionato che quasi non riuscivo a parlare. Ho scambiato con lui quattro chiacchiere, gli ho raccontato che grazie a lui che gioca nella Juventus, sono diventato juventino anch’io, litigando con mio padre che è un interista sfegatato e che secondo lui la grande tragedia è che nella nostra casa è entrata la bandiera della Juventus. Ci siamo fatti la foto, che porto sempre sul mio telefonino e l’autografo con dedica personale che custodisco gelosamente nella mia stanza! E’ stata un’esperienza molto bella perché mi ha dato la possibilità di conoscere un campione talmente umile e gentile che è sempre vicino ai suoi concittadini. Sono certo che la sua carriera proseguirà sempre al meglio. Ora, Marco, ti devo lasciare perché ho visto che c’è un nuovo video di Nicola su Internet, nella prossima ti racconterò tutto.

Ciao, milanese! Il tuo amico Nico

Nico Rotolo IIFLa musica emerge anche a Mottola

Recentemente a Mottola stano emergendo molti talenti.

Carmine Bianco, in arte Prof. Man, nasce il 27 gennaio 1990. Sin dall’adolescenza iniziò a d avere una certa predisposizione per lo stile e la musica rap. È un rapper abbastanza conosciuto a Mottola, crede molto nella sua etichetta la “South Sound Records” e nel progetto Black Center Family. I suoi dischi più conosciuti sono Dreams Rapper da Manicomio. Oltre alle canzoni, ha prodotto un video intitolato “parlo di te” che è stato dedicato al suo amico scomparso un anno fa.

Angelo Tamborrino, ovvero Eyes Killah, nasce il 12 aprile 1985. È un rapper appartenente alla scena italiana e è conosciuto nell’uderground, anche lui fa parte della Black Center Family.

Roberto La manna, in arte Ner.One, è un rapper mottolese della classe ’93. Fa rap da circa due anni, Freestyle, e ha incominciato a scrivere da un po’ di mesi. È in progetto il suo primo lavoro con molte collaborazioni da tutta Italia. Fa parte della Black Center Family.

Nico Matarrese, Flebo, nasce il 9 agosto 1989. Già da piccolo mostra una predisposizione per la musica rap; ha partecipato alla produzione dell’album

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“Guardati le spalle” con Prof. Man, Eyes Killah e Ner.One e ora sta lavorando al suo primo album da solista naturalmente con la partecipazione di questi artisti.

Questi giovani ragazzi hanno scelto una strada molto difficile perché non a tutti

piace questo stile di musica… ma noi mottolesi dobbiamo essere fieri di loro e dobbiamo dare tutto il nostro appoggio, anche perché lo meritano proprio!

Alessia Notarnicola IIILa candida Mottola

Il 19 e il 20 febbraio a Mottola abbiamo goduto di una bella nevicata! Tutte le scuole sono state chiuse per due giorni su ordinanza del Sindaco: potete immaginare la gioia!

Ci siamo divertite a fare pupazzi e

battaglie con le palle di neve con il continuo stupore di vedere così tanti soffici e bianchissimi fiocchi. E questo nonostante preferiamo il caldo e l’estate.

Il terzo giorno, ahinoi, siamo dovute ritornare a scuola, anche se per noi della “De Sangro” non è stato per nulla agevole salire o scendere per raggiungere le aule perché le neve e il ghiaccio erano ancora presenti in grandissima quantità. Tre di noi sono addirittura caduti!

L’invito che facciamo, perciò, è che si provveda per tempo a ripulire strade, marciapiedi e percorsi se si vuole che tutto funzioni al meglio e che non ci sia faccia male.

Per il resto, speriamo che nevichi ancora, anche perché Mottola è uno spettacolo!

Daniela Greco, Lorella Gentile IIIG

La Staffetta dell’UDI per vincere la violenza sulle donne

Questo numero uscirà poco dopo l’8 marzo. Cosa significa ‘festeggiare’ questo avvenimento? È giusto ridurre questo giorno a una cena con le amiche o…

A questo proposito vi consigliamo di visitare il sito dell’UDI che ha organizzato una speciale Staffetta (della quale abbiamo raccontato in poesia nel numero precedente) e che ha fatto tappa a Mottola (notizie sono disponibili sul

blog di Mottola e su www.piazzanews.it). Qui ospitiamo uno stralcio dell’intervento della segretaria FDEI (Federazione Donne Evangeliche in Italia) durante la conferenza dibattito svoltasi nella locale chiesa evangelica battista, a cui hanno partecipato anche le ragazze della IVA dell’Istituto “Lentini”; nel prossimo numero la cronaca dell’incontro alla Camera dei Deputati svoltosi sempre nell’ambito della Staffetta.

…Ma chiediamoci, dunque: dove

nasce il Cristianesimo? All’interno di una

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società patriarcale, quella giudaica, di cui più volte Gesù ha denunciato contraddizioni e limiti; dove continuerà il Cristianesimo? Nella società romana definita dalla teologa Fiorenza Schϋssler “kiriarkale”, cioè a forma di piramide con diversi gradi di dominazione e subordinazione nella quale le donne vengono a significare tutto ciò che è debole e si può sottomettere e controllare.

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E ancora: chi per secoli ha pensato elaborato e scritto su Dio? Chi per secoli ha avuto accesso all’istruzione e poteva leggere e scrivere? Per fare qualche esempio, Agostino diceva che mentre l’uomo da solo è immagine di Dio, la donna lo diventa soltanto unita col marito. (avete, infatti, mai riflettuto sulle parole “patrimonio” e “matrimonio”? Patrimonio: complesso di beni. Da pater. Matrimonio: accordo tra un uomo e una donna. “maternità legale”, “perché apparisce più l’ufficio d’esso della madre che del padre…”) Nel Medioevo, poi, da una parte si faceva notare come non fosse decoroso per una donna saper leggere e fare di conto e dall’altra alcune leggi permettevano al marito di picchiare la moglie ma sempre “in modo ragionevole”, ossia senza ucciderla.

…Importante, perciò, anche l’uso non

sessista della lingua italiana e, quindi, il linguaggio inclusivo che finora mi ha, il più delle volte, resa oggetto di critiche o derisone. Sebbene leggere, come per esempio sui libri di Geografia, che “L’uomo modifica il paesaggio…” oppure “L’uomo distrugge l’ambiente…” mi dia un guizzo di gioia facendomi pensare o illudere che noi donne non siamo artefici o complici di tali brutture ai danni della creazione, il fatto che il termine uomo debba includere anche me mi dà una strana sensazione! Insomma, credo che nomen est omen (Il nome già contiene un presagio, Plauto) e che nomina sunt consequentia rerum (I nomi sono corrispondenti alle cose, Giustiniano) e, benché sia un po’ forte (blasfemo, sicuramente, per il mondo ebraico) come concetto, credo che anche la nostra parola crea: crea idee, relazioni, situazioni, emozioni. I nomi che usiamo e che diamo alle cose creano quelle cose lì dove prima non c’erano, corrispondono a cose che precedentemente non si pensavano e non esistevano. Così come il nome che non usiamo semplicemente non fa esistere la cosa e non corrisponde a nulla di concreto.

Nel nostro linguaggio, sessista e maschilista, il femminile non esiste o fa davvero molta fatica a esserci (architetta è un po’ ridicolo…; vigilessa, uhm…; professora suona male, da tempo esiste professoressa; però con pastora ce l’abbiamo fatta!) Nel nostro linguaggio non esiste inclusione, non esiste la ricchezza della differenza e, dirò di più, il nostro linguaggio è violento e proprio bellicoso.Pensiamo a più ricorrenti modi di dire:

essere alle prime armi (essere alle prime esperienze, agli inizi), fare una guerra a perdere, essere una guerra persa (essere un insuccesso, iniziativa fallimentare), stare all’erta (essere attenti), essere in trincea (trovarsi in posizione di difesa o in condizioni difficili), a prova di bomba (cosa

solidissima), bomba calorica, stare sul fronte del, avere un’arma segreta…

A parte i film, i programmi televisivi, le immagini, il nostro modo di parlare è inconsapevolmente violento per non parlare delle relazioni troppo spesso prepotenti e intolleranti. Quante volte, infatti, diciamo: “Tu hai torto” anziché “Ho un’opinione diversa…”; “Devi, dovete…” invece di “Vorrei che…, Mi piacerebbe che…”; “Si sa…” anziché “Secondo me…” … Nell’ambito della nonviolenza, questa è la comunicazione ecologica che trasforma il potenziale negativo del nostro linguaggio in potenziale positivo (per meglio valorizzare il potenziale di ciascuno senza mistificazioni ipocrisie e mistificazioni)

C’è davvero il rischio che ci abituiamo agli atti di violenza perché viviamo situazioni quotidianamente e sottilmente violente, oltre che di degrado culturale! Perché le parole che usiamo, oltre agli atteggiamenti o all’intonazione, sono nomi che creano e rievocano con prepotenza la violenza! Non dobbiamo passare sotto silenzio questa piaga della nostra società, come Dorothee Sölle ha denunciato nel suo libro “Violenza: non mi devo abituare” (Düsseldorf 1994).

V. MarianiIl fenomeno della illegalità e della mafia

dalle letture antologiche ai fatti di cronaca.

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Mafia è un termine diffuso mondialmente per indicare organizzazioni criminali.In Italia, soprattutto al sud, ci sono tre fenomeni mafiosi:in Campania troviamo la Camorra,in Sicilia la Cosa Nostra e in Calabria la ‘Ndrangheta.

Cosa Nostra è molto antica come organizzazione mafiosa:risale al XIX secolo e nasce perché molti contadini e ceti medi del tempo, non essendo ricompensati nel lavoro, stanchi di pagare le tasse si contattarono con la mafia americana e divenne, quella italiana, mafia ”imprenditrice”, cioè che cresciuta servendosi del traffico di droga, della corruzione, del contesto sociale ecc. Ecco perché si è creato uno Stato dentro Stato, quello mafioso, dove la mafia è legge.

Per combattere la mafia, mettendo a rischio pure la propria vita troviamo i giudici Falcone e Borsellino.Questa è in breve la storia della mafia.

Non molti giorni fa abbiamo assistito ad un incontro con il comandante della stazione di Massafra: il comandante Ceccarelli.Lui ci ha parlato proprio della legalità: ci ha spiegato che la legalità è la base per una società nuova, bella, con principi; e ci ha detto anche che qualsiasi errore si paga, da quello più piccolo a quello più grande. Ad esempio, se reco un danno ad un’altra persona, devo risarcire l’altro con una somma di euro, mentre e ammazzo una persona pure involontariamente, pago un prezzo molto più grande, cioè sconto la pena con la mia libertà personale.

Ci ha poi fatto capire che anche il bullismo rientra nell’illegalità e che per vincere questa forma di violenza è necessario che chi sa denunci l’accaduto, altrimenti ne è complice.

L’illegalità, quindi, è presente tutti i giorni dalla cosa piccola a quella grande; ma è proprio dalle cose piccole, secondo me, che si parte per poi diventare una vera e propria persona delinquente.

Tutti i giorni si verificano anche nella mia classe atti bullistici e mini atti mafiosi, sebbene in classe abbiamo letto e parlato diffusamente e approfonditamente di questo fatto: per molti non è servito a nulla!

Pensando agli argomenti di Storia studiati in questo terzo anno di scuola media inferiore, mi viene in mente Giolitti, in primis, proprio come

esempio di corruzione.Infatti Giolitti assunse la politica dal doppio volto, cioè al sud era mafioso, cioè alleato con mafiosi (da qui il soprannome di “ministro della malavita”), e al nord liberale.

Concludo la parte relazionale per dare spazio alle mie considerazioni proprio con l’avvenimento di Giolitti.Secondo me è impossibile combattere questa organizzazione malavitosa, perché noi prendiamo esempio dagli adulti e se prendiamo in considerazione loro, non sono un buono esempio per noi; proprio come alcuni politici in vista che da poco a questa parte, ho scoperto che fanno parte, anche se lontanamente, dell’organizzazione

mafiosa.Noi siamo in molti e

potremmo benissimo sconfiggere queste persone e destabilizzare la loro situazione, ma molte persone per paura li appoggiano: ecco perché noi da essere per maggioranza di più, “i buoni”, diventiamo minoranza perché le persone si accodano a loro.Secondo me, unire le forze è l’unico tentativo che possiamo fare.

Possiamo: perché io mi sento partecipe a questa lotta, perché meglio bloccarla ora prima che si propaga in tutta Italia; perché quando sono andata in Germania un pizzaiolo, sentita la nostra pronuncia, ci ha indicati subito come i mafiosi dell’Italia del Sud.Io sono stanca che tutti ci reputino così e generalizzano in questo

modo anche perché ci sono molte persone, come la mia famiglia ed altre, che non meritano di essere considerate così perché non può esserci attribuito nessuno degli atteggiamenti mafiosi.

Certo, credo che non mi comporterò mai come Falcone e Borsellino che hanno

dato la vita, ma combatterò per non lasciare che vada perso il

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duro lavoro di ricerca e di denuncia di questi due grandi uomini; e poi per dare fine a questa grande “guerra”, perché un uomo non è più degno di esserlo se vive nella paura che un giorno o l’altro non potrà esserci più.

Quindi dobbiamo sensibilizzare queste persone a non avere paura, anche se è difficile, e cercare di ritrovare la propria dignità persa.

Ma per riuscire bene ad abbattere questo grande muro dobbiamo avere fiducia nelle Istituzioni, dobbiamo educarci alla legalità, per migliorare anche le condizioni civili di vita, con una presenza sentita e maggiore dello Stato.Così possiamo cambiare il corso della Storia!

Daniela Greco IIIG

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L’adozione a distanza

La signora Pinuccia di adozione ci ha parlatoe le foto di alcuni bambini ci ha mostrato.Lei col suo gruppo 3 bambini ha adottatoe un’istruzione man mano gli hanno dato.Questa signora è davvero specialeperché non pensa che tutto vada bene, ma anche che altrove più di qualcosa va male.Rendere felice un bambino è meraviglioso:per questo della signora Pinuccia ne sono orgoglioso!

Donato Scarano IIIG

Il bullismo

Il bullismo è un fenomeno che c’èe dobbiamo chiederci il perché.Le vittime non si devono zittire,ma con le famiglie si deve intervenire.Anche la polizia ci può aiutarecosì che i colpevoli si possano fermare.Con coraggio si combatteràe il bullismo finalmente finirà!Per poi pensare alla mafia, alle guerre, alla povertà…un giorno saremo liberi, chissà!

Donato Scarano IIIG

Ecco una piccola anticipazione dell’Angolo della poesia che potrete leggere nella prossima pagina: mi è piaciuto collocare qui questi versi dato che concludono in modo più romantico (nel senso etimologico del termine) l’articolo sulla legalità.Tu casa ne pensi? Qual è la tua esperienza?

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La Prima Guerra Mondiale

Con l’attentato a Sarajevo è cominciatae l’Europa in guerra è entrata.Nelle trincee si combattevae l’igiene proprio non c’era.Quando si usciva per attaccarequalche soldato secco poteva restare.Per forza dovevano uscire e lottare, sennò qualcuno a sorte bisognava eliminare.L’Italia entrò in guerra dopo un anno,creando all’ Austria un grosso danno.L’esercito sul Piave costruì una barrierae i nemici non riuscirono a raggiungere la frontiera.I russi dalla guerra poi si ritiraronoe gli Stati Uniti entrarono.I trattati di pace si stabilirono,e gli stati i territori si spartirono.La prima guerra mondiale finì, e per il momento la pace si definì.

Francesco Palantone, Donato Scarano,Vito Silvestri IIIG

La scuola che vorrei

Più alta dei Pireneié la scuola che vorrei.Poco studio e poco lavoroe un po’ di musica mentre coloro.Niente storia nè geografia,ma solo spazio alla follia, con prof giovanissimedolci e bellissime.Alta 100 m da terraper guardare l’inizio di una nuova era,con un impianto stereo fissato senza l’area del quadrato.Con gli ascensori si arriva in cielo e alla ricreazione un po’ di zucchero a velo.I banchi rosae senza testi in prosale poltrone al posto delle sedieper imparare cose serie.Ah, beh, aspetta un po’: se non studio come farò?Costruttore non potrò diventaree la scuola così rimane ad aspettare Mari

acarmela Aprile IIG

Acrostico su Garibaldi

GiovaneAvventurosoRivoluzionarioItalianoBadòAll’unitàLaicaDiItalia Lorella Gentile, Daniela Greco, Florena Romanelli IIIG

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C’era una volta un riccioche aveva combinato un pasticcioe aveva il piccioquel riccio di nome Ciccio.

Quel giovane marchese vestito a carnevale quel mesenon sembrava proprio un marchese:non era cortese!Così lo rimandarono al suo paesequel giovane scortese che era il marchese!

IA

Carnevale

Carnevale, la festa dell’anno più amatae per i bambini, dopo il Natale, la più aspettata:vestiti inventati, vestiti comprati vestiti pregiati, vestiti strappati.Carri allegorici pronti a sfilaree la gente scatenata per ballare;coriandoli e stelle filanti coloraterivestono le strade circondatedi pagliacci, fatti di stracciprincipesse con le contesse,musica a volume alto e divertentee tutti hanno la faccia sorridente…parrucche danzanti nei carri o per terrae con i coriandoli si fa la guerra.Si dice che ogni scherzo valee questo soltanto a carnevale:salti per divertirti con gli amiciche sono pagliacci con la bici!

Graziana Notaristefano IIG

Poesia di buon auspicio

Al ritorno dalle vacanze di Natale,non vediamo l’ora che arrivi il periodo pasquale,passando attraverso il carnevalesperando che sia un anno speciale!

Siamo nel 2009 già:speriamo che ci porti tanta felicitàe qualche bella novità…ci auguriamo che la guerra finirà!

Noi giovani ancora siamo, in un futuro migliore confidiamoe, perciò, per l’esame ci prepariamo:guai saranno se non lo superiamo.

Tutta la classe IIIG

La neve scende a fiocchi giganti:a guardarla, lo sai, sono in tanti. I bambini con palle di neve giocano, e qualche passante in testa colpiscono. Dei fiocchi si posano sulle nostre spallee sembra che danzino come farfalle;in modo leggero mi sfiorano il visoe mi compare pian piano un  sorriso;i prati e le valli son coperti di bianco, e dopo la lunga giornata il sorriso si fa stanco.Abbiamo guardato con gli occhi stupiti questa magia che presto è svanita.La luce illuminava il nostro cammino: dopo la neve tutti davanti il camino.

Francesco Palantone, Donato Scarano IIIG

PAROLE DA TROVARE:

Affettuoso – buono – cordiale – dolce – energico – forte – galante – garbato – gioviale – giusto – gradito – grasso – immancabile – irraggiungibile – laborioso – leale – lieto – macchietta – magnifico – magnifico (diverso) – munito – notabile – noto – obeso – pacifico – paziente – raggiante – sicuro – sincero – tipico.

IIB

La neve

A Mottola ha nevicatoe quasi -5 abbiamo toccato.La città si è innevatae tutta bianca è diventata.Al ritorno a scuola il ghiaccio stava ed era pericoloso perché si scivolava.

Comunque ogni bambino si è divertito anche se si è gelato qualche dito! Pietro Dalena, Domenico Caragnano IIIG

Cerchia le parole sotto indicate e scoprirai che BABBO NATALE…

I E L I B A T O N M CR M O I B L S T O A UA I M M E A D O T G EG A L A N T E R O N LG A L C N I O B O I AI E A C B C E A R F IA L B H M S A B U I VN I O I O I O B C C OT B R E C N S U I O IE I I T I C S O S L GO G O T F E A N I O ES N S A I R R O T N LO U O E N O G I E N A

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U I C T G I N R I B I

T G I N A U I U O N DT G F E M C C I ! ! RE A I I O C I P I T OF R C Z G I U S T O CF R A A O T I D A R GA I P P O T A B R A G

Da cosa ti sei vestito a Carnevale?Ma da Babbo Natale…

tanto ogni scherzo vale!

Qual è il colmo per un cane?Lo saprai unendo le lettere delle caselle colorate… dopo aver risposto alle

definizioni!

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Definizioni

1. Un cereale… che canta.2. A Volte lo dà il negoziante.3. Si sposta nel deserto grazie al vento.4. La gatta frettolosa li fa ciechi.5. La disciplina scolastica delle date.6. Sinonimo di coraggiosa.7. Se c’è, si presta attenzione.8. E’ famosa quella di Verona.

Barzellette

Ma è vero che quando si muore si diventa polvere?

Sì!… ma allora, mamma, sotto il mio letto c’è un morto!

*** Dice che sono arrivati gli

alieni: cercano forme di vita intelligenti… nasconditi, non farti vedere!

IA

Marina Guagnano IIG

Soluzione: Zona verdeggiante nella stagione delle piogge, riarsa nella stagione asciutta

Soluzione: Il suo principio era “Libera Chiesa in libero Stato”

Soluzione: Il continente più vasto

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I colmi

- Qual è il colmo per l’uomo più coraggioso del mondo?Partecipare a FIFA 2009.

***- Il colmo dell’ignoranza? Credere che Ferdinando sia un gerundio.

Siamo qui… su questo scoglio… lontani dal caos… lontani dal traffico… dalla smog… non ci resta che aspettare i soccorsi!

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Definizioni

1. Guerra del 1853 nella penisola sul Mar Nero2. L’eroe dei due mondi3. In Piemonte divenne la rete più estesa d’Italia4. Località campana dove avvenne uno storico incontro5. “Ultimo ordine” in latino6. Lo diventò Vittorio Emanuele il 17 marzo 1861

Francesco Errico, Pietro Dalena, Donato Scarano IIIG

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Definizioni1. L’oceano… tranquillo2. Pianura a est dei Monti Urali3. Il più grande arcipelago del mondo4. Insieme con il Tigri

Vito Silvestri IIIG

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1. Sinonimo di arida 2. Colore dell’erba nelle zone aride 3. Animali che mangiano erba 4. Albero con la chioma a ombrello; c’è anche il miele 5. E’ erroneamente considerato il re della foresta 6. Costituiscono la fauna

Sandro Massaro IIIG

Le battute estemporanee durante le conversazioni in IIIG

- … certo che la politica va male: insieme i politici son proprio dei cani! Per esempio, Mastella con Fassino fa “Mastino”!

- Qual è il colmo per un terrorista?- Attentare la fortuna!

- Ma, prof, mi chiedo: a che serve far arrivare il petrolio alle stelle? Agli astronauti o agli alieni?

- … ma sapete cosa significa UFO? Unidentified flying objiect e cioè oggetto volante non identificato.- Ah, proprio come gli schiaffi!

- Il mare è grosso… perché ha mangiato troppo pesce!

- … ma c’è un’ Università per spacciatori? È tanto che coltivo il sogno!

- Leopardi studiava sempre nella libreria di famiglia…- E sì: infatti, per questo gli è venuta la gobba! ( by Alfio e Giuseppe)

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