Martedì 21 Giugno 2011 “Pianura, commercianti liberi dal ... · scorso marzo - le minacce...

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Il caso di Eleonora Mastromarino NAPOLI - “Pianura è un quartiere de- rackettizzato”. Secondo l’associazione ‘Pianura per la legalità’, con l’arresto di Giovanni Romano, detto ‘maccarone’, e Giovanni Grillo, detto ‘mullechella’, le estorsioni nel quartiere non esistono più. Come sempre in questi casi sono state fondamentali le denunce dei com- mercianti, che sostenuti e accompagnati dall’associazione antiracket sono riusciti a liberarsi di un enorme fardello. Certo Pianura non è un’isola felice - racconta Luigi Cuomo (nella foto) presidente dell’associazione - ci sono ancora tanti problemi. Lo spaccio di droga è diffusis- simo e anche il gioco clandestino. Però dal 2003, quando è partita la nostra atti- vità, siamo riusciti a conquistare la fidu- cia dei commercianti del quartiere e in meno di 10 anni abbiamo contribuito a circa 30 denuncie, che hanno portato a 40 arresti e quasi 500 anni di galera”. Dei tre clan (Conti- no, Lago e Marfel- la) che si divideva- no il quartiere, era rimasto solo ‘Mac- carone’, “riusciva ancora ad ottenere qualcosa perché il pizzo lo chiedeva alle aziende abusive - spiega Cuomo - ma nonostante que- sto è stato denun- ciato”. I clan sento- no la presenza dell’associazione e, secondo quanto racconta Cuomo, la vivono come un ostacolo molto serio alle loro attività illecite. Un impedimento che non si può eliminare con i calssici meto- di violenti perchè è vasto e radicato, ha fondamento nel tessuto sociale del quar- tiere che ha deciso liberarsi dalla morsa dei clan, almeno per quanto riguarda il racket. Sulle ragioni di questo successo Cuomo non ha dubbi: “Abbiamo coin- volto la comunità locale per intero, scuole, parrocchie associazioni cultura- li, nessuno escluso. In questo modo abbiamo creato un cuscinetto di prote- zione per chi decideva di denunciare, in modo che non rimanesse mai solo. L’iso- lamento culturale c’è stato solo nei con- fronti dei clan”. La situazione è molto diversa nel resto della città, dove racket ed estorsioni sono ancora molto presenti. Il vescovo di Pozzuoli si è rivolto a me - continua il presidente di ‘Pianura per la legalità’ - per far nascere un’associazione come la nostra anche tra Pozzuoli e Quarto, perché la nostra esperienza è stata vincente. Nel resto della città ci sono stati altri esperimenti simili, ma non sono riusciti ad ottenere lo stesso risul- tato”. Le ragioni secondo Cuomo sono princi- palmente due: “Prima di tutto l’associazione è nata all’interno della Confesercenti, quindi con il sostegno di tutti gli addetti ai lavori. In secon- do luogo, la cosa più importante è che la forma associativa non è mai venuta meno. Siamo molto radicati sul territorio, ci si incontra spes- so, si discute e si interviene nella vita del quar- tiere”. Secondo il presidente è tutta una que- stione di modelli di comportamento, non si trat- ta delle gesta dei singoli individui, ma di un gruppo che cresce e si sostiene all’interno della società civile: “Noi non siamo poliziotti - rac- conta ancora Cuomo - anche se la collaborazio- ne con le forze dell’ordine è molto forte, il nostro ruolo è un altro. Noi cerchiamo di coin- volgere l’intera comunità a riprendersi il pro- prio territorio”. Riuscire a far crescere la zona ‘de-rackettizzata’ è però indispensabile per far durare nel tempo il risultato ottenuto a Pianura: L’attenzione va tenuta alta - è sempre Cuomo a parlare - anche se adesso non ci sono più estorsioni, la vittoria non è definitiva e l’asso- ciazione per questo continuerà nella sua azione di sensibilizzazione. Cercheremo di esportare in altri quartieri la nostra esperienza”. La paro- la chiave sembra essere denuncia, l’associazio- ne ne ha diffuso la cultura e adesso, conclude Cuomo, “a Pianura denunciare non è un’ecce- zione, è la norma e i clan lo sanno bene”. NAPOLI (em) - Si aprono le porte del tribunale per Giovanni Romano, 37enne detto ‘Maccaro- ne’, e Giovanni Grillo, 55enne detto ‘Mullechella’. Il prossimo gio- vedì i due, che hanno chiesto il rito abbreviato, dovranno rispondere del- l’accusa di estorsione aggravata ai danni di un imprenditore edile inca- ricato della ristrutturazione della fac- ciata di un palazzo a Pianura. “Gli operai erano stati avvicinati da due giovani con passamontagna, che senza scendere dal motorino urlava- no di portare i soldi alla famiglia - era scritto nel comunicato della poli- zia il giorno successivo all’arresto, lo scorso marzo - le minacce reiterate anche nei giorni successivi, avevano assunto dei toni allarmanti. Sono seguite minacce di morte per il tito- lare, qualora non avesse versato la tangente per la prosecuzione dei lavori ”. Con questa ricostruzione dei fatti gli agenti della Squadra Mobile e del commissariato Arenella aveva- no sottoposto a fermo di polizia giu- diziaria i due uomini ritenuti affiliati al clan Marfella. L’accusa è di ten- tata estorsione continuata ed aggra- vata dal metodo mafioso ai danni di un imprenditore, titolare di una ditta edile impegnata nei lavori di ristrut- turazione della facciata di un fabbri- cato a Pianura. Nella ricostruzione delle forze dell’ordine, i due chiede- vano all’imprenditore di versare mille euro per poter proseguire i lavori. Nonostante le minacce, però, l’imprenditore ha avuto il coraggio di denunciare l’estorsione alle forze dell’ordine, come accade spesso a Pianura anche grazie alle associazio- ni antiracket presenti nel quartiere. I dettagli dell’operazione di fermo li descrivono gli stessi poliziotti: “Gio- vanni Romano è stato raggiunto presso la propria abitazione di via Torricelli, è ritenuto il reggente del clan Marfella, ha precedenti per omicidio, stupefacenti, estorsione, rapina, porto e detenzione di armi. Figlio di Giuseppina Pesce, compa- gna del capo clan Giuseppe Marfel- la. Giovanni Grillo, ha precedenti per associazione per delinquere di stampo camorristico finalizzata all'estorsione, omicidio, reati in materia di droga e contro il patri- monio. L’arresto è avvenutonell'am- bito di un'attenta analisi del fenome- no delle estorsioni ai danni di com- mercianti e imprenditori di Pianura”. ‘Pianura per la legalità’: solo se i negozianti denunciano, i clan arretrano Dal 2003 ad oggi numerosi esercenti si sono rivolti alle autorità, il bilancio: 40 arresti e quasi 500 anni di carcere “Pianura, commercianti liberi dal pizzo” L’associazione antiracket, Cuomo: tenere alta l’attenzione ed esportare il metodo Il processo, alla sbarra i due uomini dei Marfella In primo piano E’ molto radicato in quattro regioni IL FENOMENO I l fenomeno delle estor- sioni è radicato in quattro regioni: Puglia, Campania, Calabria e Sicilia che da sole supe- rano il 54% dei procedi- menti aperti. In Lombar- dia e Piemonte si segna- la un trend in crescita. GIOVEDI’ IN TRIBUNALE Giovanni Romano e Giovanni Grillo giovedì prossimo saranno processati, con rito abbreviato, per il reato di estorsione aggravata Udienza Ultimi arresti “Finiti in manette gli ultimi due, il quartiere è ufficialmente de-racketti- zato” L’udienza preliminare Emerge una crescita di denunce importante nella città di Napoli L’abbreviato L’accusa Volevano mille euro da un imprenditore edile perchè potesse conti- nuare i lavori di ristrutturazione Gli operai erano stati avvicinati da due giovani con passamon- tagna, che senza scendere dal motorino, gli avevano urlato di portare al più presto i soldi ‘alla famiglia’ L’associa- zione è nata all’interno di Confeser- centi ma coinvolge l’intera comunità: scuole, par- rocchie e società civile NAPOLI - Alcuni anni fa, proprio in relazione a episodi estorsivi che riguardarono la zona di pianura, la giunta comunale prese una decisione importante. Il Comune di Napoli chie- se di costituirsi parte civile nel proces- so contro presunti emissari del clan Lago accusati di aver imposto il pizzo ad un imprenditore di Pianura. La richiesta, formalizzata dall’avvocato Giuseppe Dardo che rappresentava il Comune fu presentata all’apertura dell’udienza preliminare a carico dei presunti estorsori alla sbarra. All’epo- ca, per tutti, la procura chiese il rinvio a giudizio, ottenendo la fissazione dell’udienza davanti al gup. Il Comu- ne di Napoli chiese quindi di costituir- si parte civile nel processo che seguì, come accaduto già in altri procedi- menti penali istruiti contro i ‘signori del pizzo’, contro i clan che si dedica- no al racket e taglieggiano imprendi- tori e commercianti e nei quali le isti- tuzioni cittadine (oltre al Comune anche associazioni antiracket) si sono schierate al fianco degli imprenditori vittime del racket. Per dare un segnale di solidarietà e soprattutto di coraggio, affinché cittadini, istituzioni e forze dell’ordine cooperino nella lotta alla illegalità. Napoli si ribella al pizzo: di recente il messaggio di ‘ribellione’ alla camorra del racket fu stampato su adesivi affissi sulle vetrine dei negozi in città. Ma questa è altra storia. Nel processo che si aprirà contro i presun- ti emissari del clan Lago, il Comune sostenne di aver subito un danno di immagine dovuto al clamore e alla rilevanza sull’opinione pubblica che hanno gli episodi estorsivi. Quando il Comune si costituì parte civile IL PROCEDIMENTO CONTRO I PRESUNTI ESPONENTI DEI LAGO NAPOLI - La crisi econo- mia indebolisce le imprese ma ingrassa la criminalità organizzata: presi alla gola da calo dei consumi, tasse, tariffe locali e costi di gestione gli imprenditori in difficoltà arrivano a pagare fino al 150% annuo di interessi sui prestiti contro il 120% dell’anno scorso. Ogni attività economi- co-imprenditoriale - si legge nel rapporto - viene ‘avvicinata’ dai ‘signori del pizzo’ con il volto della collusione, piuttosto che con quello spietato dela minaccia; insomma la richiesta del ‘pizzo’ è diventata ‘soft’ ma non per questo è meno oppri- mente e generalizzata: anzi, con l’avvento dell'eu- ro c’è stato un aumento del denaro richiesto e i soldi versati nelle casse della criminalità si aggira- no sui 6 miliardi di euro. Il ‘pizzo’ è un fenomeno diffuso nelle grandi città metropolitane del sud: in Sicilia sono colpiti l’80% dei negozi di Catania e Palermo; lo pagano il 70% delle imprese di Reg- gio Calabria, il 50% di quelle di Napoli, del nord barese e del Foggiano. IL RAPPORTO SOS IMPRESA La crisi ‘ingrassa’ le cosche malavitose NAPOLI - Il giro d’affari complessivo di usura, racket, furti, rapine, truffe, contrabbando, abusi- vismo e cybercrime supera i 71 miliardi di euro, il 40% dei quali gestito dalla criminalità organiz- zata italiana e straniera. Un salasso che, negli ultimi cinque anni, ha provocato la chiusura di 357 mila imprese e di queste oltre 105 mila hanno chiuso i battenti a causa dell’usura. Gli imprenditori in difficoltà arrivano a pagare fino al 150% annuo di interessi sui prestiti, contro il 120% dello scorso anno. Ogni anno 28 miliardi di euro escono dalle tasche degli imprenditori per finire in quelle dei crimi- nali: ogni ora 3 milioni di euro passano dalle mani dei commercianti a quelle dei mafiosi. La paura e la rassegnazione vincono ancora, ma soprattutto in alcune aree del mezzogior- no, Napoli in particolare, ci sono segnali di un nuovo fermento, di una voglia di dire basta alla criminalità e c’è una spinta al cambiamento che arriva soprattutto dai giovani. SONO SOPRATTUTTO I GIOVANI A DIRE ‘NO’ Il fermento anticamorra dei partenopei PASSATO E FUTURO Dal 2003 ad oggi ‘Pianura per la legalità’ ha aiutato 30 commer- cianti e contribuito a 40 arresti L’arresto di Giovanni Roma- no ha concluso un ciclo, ora il quartiere è libero dal pizzo L’ultimo rimasto chiedeva il pizzo ad aziende abusive che non si sarebbero rivol- te alle forze dell’ordine Con il sostegno dall’asso- ciazione anti-racket anche ‘Maccarone’ è finito in manette. Adesso ‘Pianura per la legalità’ vuole tenere alta l’attenzione: “la vittoria non è definitiva” Il progetto per il futuro: aiutare le associazioni antiracket degli altri quar- tieri a fare lo stesso CRONACHE di NAPOLI 14 Martedì 21 Giugno 2011

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Il caso

di Eleonora Mastromarino

NAPOLI - “Pianura è un quartiere de-rackettizzato”. Secondo l’associazione‘Pianura per la legalità’, con l’arresto diGiovanni Romano, detto ‘maccarone’,e Giovanni Grillo, detto ‘mullechella’,le estorsioni nel quartiere non esistonopiù. Come sempre in questi casi sonostate fondamentali le denunce dei com-mercianti, che sostenuti e accompagnatidall’associazione antiracket sono riuscitia liberarsi di un enorme fardello. “CertoPianura non è un’isola felice - raccontaLuigi Cuomo (nella foto) presidentedell’associazione - ci sono ancora tantiproblemi. Lo spaccio di droga è diffusis-simo e anche il gioco clandestino. Peròdal 2003, quando è partita la nostra atti-vità, siamo riusciti a conquistare la fidu-cia dei commercianti del quartiere e inmeno di 10 anni abbiamo contribuito acirca 30 denuncie, che hanno portato a

40 arresti e quasi500 anni di galera”.Dei tre clan (Conti-no, Lago e Marfel-la) che si divideva-no il quartiere, erarimasto solo ‘Mac-carone’, “riuscivaancora ad ottenerequalcosa perché ilpizzo lo chiedevaalle aziende abusive- spiega Cuomo -ma nonostante que-sto è stato denun-ciato”. I clan sento-

no la presenza dell’associazione e,secondo quanto racconta Cuomo, lavivono come un ostacolo molto serio alleloro attività illecite. Un impedimento chenon si può eliminare con i calssici meto-di violenti perchè è vasto e radicato, hafondamento nel tessuto sociale del quar-tiere che ha deciso liberarsi dalla morsadei clan, almeno per quanto riguarda ilracket. Sulle ragioni di questo successoCuomo non ha dubbi: “Abbiamo coin-volto la comunità locale per intero,scuole, parrocchie associazioni cultura-li, nessuno escluso. In questo modoabbiamo creato un cuscinetto di prote-zione per chi decideva di denunciare, inmodo che non rimanesse mai solo. L’iso-lamento culturale c’è stato solo nei con-fronti dei clan”. La situazione è moltodiversa nel resto della città, dove racketed estorsioni sono ancora molto presenti.“Il vescovo di Pozzuoli si è rivolto a me -

continua il presidente di ‘Pianura per la legalità’- per far nascere un’associazione come lanostra anche tra Pozzuoli e Quarto, perché lanostra esperienza è stata vincente. Nel restodella città ci sono stati altri esperimenti simili,ma non sono riusciti ad ottenere lo stesso risul-tato”. Le ragioni secondo Cuomo sono princi-palmente due: “Prima di tutto l’associazione ènata all’interno della Confesercenti, quindi conil sostegno di tutti gli addetti ai lavori. In secon-do luogo, la cosa più importante è che la formaassociativa non è mai venuta meno. Siamomolto radicati sul territorio, ci si incontra spes-so, si discute e si interviene nella vita del quar-tiere”. Secondo il presidente è tutta una que-stione di modelli di comportamento, non si trat-ta delle gesta dei singoli individui, ma di ungruppo che cresce e si sostiene all’interno della

società civile: “Noi non siamo poliziotti - rac-conta ancora Cuomo - anche se la collaborazio-ne con le forze dell’ordine è molto forte, ilnostro ruolo è un altro. Noi cerchiamo di coin-volgere l’intera comunità a riprendersi il pro-prio territorio”. Riuscire a far crescere la zona‘de-rackettizzata’ è però indispensabile per fardurare nel tempo il risultato ottenuto a Pianura:“L’attenzione va tenuta alta - è sempre Cuomoa parlare - anche se adesso non ci sono piùestorsioni, la vittoria non è definitiva e l’asso-ciazione per questo continuerà nella sua azionedi sensibilizzazione. Cercheremo di esportarein altri quartieri la nostra esperienza”. La paro-la chiave sembra essere denuncia, l’associazio-ne ne ha diffuso la cultura e adesso, concludeCuomo, “a Pianura denunciare non è un’ecce-zione, è la norma e i clan lo sanno bene”.

NAPOLI (em) - Si aprono le portedel tribunale per GiovanniRomano, 37enne detto ‘Maccaro-ne’, e Giovanni Grillo, 55ennedetto ‘Mullechella’. Il prossimo gio-vedì i due, che hanno chiesto il ritoabbreviato, dovranno rispondere del-l’accusa di estorsione aggravata aidanni di un imprenditore edile inca-ricato della ristrutturazione della fac-ciata di un palazzo a Pianura. “Glioperai erano stati avvicinati da duegiovani con passamontagna, chesenza scendere dal motorino urlava-no di portare i soldi alla famiglia -era scritto nel comunicato della poli-zia il giorno successivo all’arresto, lo

scorso marzo - le minacce reiterateanche nei giorni successivi, avevanoassunto dei toni allarmanti. Sonoseguite minacce di morte per il tito-lare, qualora non avesse versato latangente per la prosecuzione deilavori”. Con questa ricostruzione deifatti gli agenti della Squadra Mobilee del commissariato Arenella aveva-no sottoposto a fermo di polizia giu-diziaria i due uomini ritenuti affiliatial clan Marfella. L’accusa è di ten-tata estorsione continuata ed aggra-vata dal metodo mafioso ai danni diun imprenditore, titolare di una ditta

edile impegnata nei lavori di ristrut-turazione della facciata di un fabbri-cato a Pianura. Nella ricostruzionedelle forze dell’ordine, i due chiede-vano all’imprenditore di versaremille euro per poter proseguire ilavori. Nonostante le minacce, però,l’imprenditore ha avuto il coraggiodi denunciare l’estorsione alle forzedell’ordine, come accade spesso aPianura anche grazie alle associazio-ni antiracket presenti nel quartiere. Idettagli dell’operazione di fermo lidescrivono gli stessi poliziotti: “Gio-vanni Romano è stato raggiuntopresso la propria abitazione di viaTorricelli, è ritenuto il reggente del

clan Marfella, ha precedenti peromicidio, stupefacenti, estorsione,rapina, porto e detenzione di armi.Figlio di Giuseppina Pesce, compa-gna del capo clan Giuseppe Marfel-la. Giovanni Grillo, ha precedentiper associazione per delinquere distampo camorristico finalizzataall'estorsione, omicidio, reati inmateria di droga e contro il patri-monio. L’arresto è avvenutonell'am-bito di un'attenta analisi del fenome-no delle estorsioni ai danni di com-mercianti e imprenditori diPianura”.

‘Pianura per la legalità’: solo se i negoziantidenunciano, i clan arretrano

Dal 2003 ad oggi numerosi esercenti si sono rivolti alle autorità, il bilancio: 40 arresti e quasi 500 anni di carcere

“Pianura, commercianti liberi dal pizzo”L’associazione antiracket, Cuomo: tenere alta l’attenzione ed esportare il metodo

Il processo, alla sbarrai due uomini dei Marfella

In primo piano

E’ molto radicatoin quattro regioni

IL FENOMENO

Il fenomeno delle estor-sioni è radicato inquattro regioni: Puglia,

Campania, Calabria eSicilia che da sole supe-rano il 54% dei procedi-menti aperti. In Lombar-dia e Piemonte si segna-la un trend in crescita.

�GIOVEDI’ IN TRIBUNALE Giovanni Romano e

Giovanni Grillogiovedì prossimosaranno processati,con rito abbreviato,per il reato di estorsione aggravataUdienza

Ultimi arresti

“Finiti inmanette gliultimi due, ilquartiere èufficialmentede-racketti-zato”

L’udienza preliminare

Emerge una crescita di denunceimportante nella città di Napoli

L’abbreviato

L’accusa

Volevano milleeuro da unimprenditoreedile perchèpotesse conti-nuare i lavori diristrutturazione

Gli operai eranostati avvicinatida due giovanicon passamon-tagna, chesenza scenderedal motorino,gli avevanourlato di portareal più presto i soldi ‘allafamiglia’

L’associa-zione è nataall’interno diConfeser-centi macoinvolgel’interacomunità:scuole, par-rocchie esocietà civile

NAPOLI - Alcuni anni fa, proprio inrelazione a episodi estorsivi cheriguardarono la zona di pianura, lagiunta comunale prese una decisioneimportante. Il Comune di Napoli chie-se di costituirsi parte civile nel proces-so contro presunti emissari del clanLago accusati di aver imposto il pizzoad un imprenditore di Pianura. Larichiesta, formalizzata dall’avvocatoGiuseppe Dardo che rappresentava ilComune fu presentata all’aperturadell’udienza preliminare a carico deipresunti estorsori alla sbarra. All’epo-

ca, per tutti, la procura chiese il rinvioa giudizio, ottenendo la fissazionedell’udienza davanti al gup. Il Comu-ne di Napoli chiese quindi di costituir-si parte civile nel processo che seguì,come accaduto già in altri procedi-menti penali istruiti contro i ‘signoridel pizzo’, contro i clan che si dedica-no al racket e taglieggiano imprendi-tori e commercianti e nei quali le isti-tuzioni cittadine (oltre al Comuneanche associazioni antiracket) si sonoschierate al fianco degli imprenditorivittime del racket. Per dare un segnale

di solidarietà e soprattutto di coraggio,affinché cittadini, istituzioni e forzedell’ordine cooperino nella lotta allaillegalità. Napoli si ribella al pizzo: direcente il messaggio di ‘ribellione’alla camorra del racket fu stampato suadesivi affissi sulle vetrine dei negoziin città. Ma questa è altra storia. Nelprocesso che si aprirà contro i presun-ti emissari del clan Lago, il Comunesostenne di aver subito un danno diimmagine dovuto al clamore e allarilevanza sull’opinione pubblica chehanno gli episodi estorsivi.

Quando il Comune si costituì parte civileIL PROCEDIMENTO CONTRO I PRESUNTI ESPONENTI DEI LAGO

NAPOLI - La crisi econo-mia indebolisce le impresema ingrassa la criminalitàorganizzata: presi alla golada calo dei consumi, tasse,tariffe locali e costi digestione gli imprenditori indifficoltà arrivano a pagare

fino al 150% annuo di interessi sui prestiti controil 120% dell’anno scorso. Ogni attività economi-co-imprenditoriale - si legge nel rapporto - viene‘avvicinata’ dai ‘signori del pizzo’ con il volto

della collusione, piuttosto che con quello spietatodela minaccia; insomma la richiesta del ‘pizzo’ èdiventata ‘soft’ ma non per questo è meno oppri-mente e generalizzata: anzi, con l’avvento dell'eu-ro c’è stato un aumento del denaro richiesto e isoldi versati nelle casse della criminalità si aggira-no sui 6 miliardi di euro. Il ‘pizzo’ è un fenomenodiffuso nelle grandi città metropolitane del sud: inSicilia sono colpiti l’80% dei negozi di Catania ePalermo; lo pagano il 70% delle imprese di Reg-gio Calabria, il 50% di quelle di Napoli, del nordbarese e del Foggiano.

IL RAPPORTO SOS IMPRESA

La crisi ‘ingrassa’ le cosche malavitoseNAPOLI - Il giro d’affari complessivo di usura,racket, furti, rapine, truffe, contrabbando, abusi-vismo e cybercrime supera i 71 miliardi di euro,il 40% dei quali gestito dalla criminalità organiz-zata italiana e straniera. Un salasso che, negliultimi cinque anni, ha provocato la chiusura di357 mila imprese e di queste oltre 105 milahanno chiuso i battenti a causa dell’usura. Gliimprenditori in difficoltà arrivano a pagare finoal 150% annuo di interessi sui prestiti, contro il120% dello scorso anno. Ogni anno 28 miliardidi euro escono dalle tasche degli imprenditori per

finire in quelle dei crimi-nali: ogni ora 3 milioni dieuro passano dalle manidei commercianti a quelledei mafiosi. La paura e larassegnazione vinconoancora, ma soprattutto inalcune aree del mezzogior-no, Napoli in particolare, ci sono segnali di unnuovo fermento, di una voglia di dire basta allacriminalità e c’è una spinta al cambiamento chearriva soprattutto dai giovani.

SONO SOPRATTUTTO I GIOVANI A DIRE ‘NO’

Il fermento anticamorra dei partenopei

PASSATO E FUTURODal 2003 ad oggi ‘Pianura per lalegalità’ ha aiutato 30 commer-cianti e contribuito a 40 arresti

L’arresto di Giovanni Roma-no ha concluso un ciclo, orail quartiere è libero dal pizzo

L’ultimo rimasto chiedeva ilpizzo ad aziende abusiveche non si sarebbero rivol-te alle forze dell’ordine

Con il sostegno dall’asso-ciazione anti-racket anche‘Maccarone’ è finito inmanette.

Adesso ‘Pianura per lalegalità’ vuole tenere altal’attenzione: “la vittorianon è definitiva”

Il progetto per il futuro:aiutare le associazioniantiracket degli altri quar-tieri a fare lo stesso

CRONACHE di NAPOLI14 Martedì 21 Giugno 2011