Marsilio Ficino -tra filologia e filosofia-. Filologia e filosofia nellUmanesimo si identificano e...

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Marsilio FicinoMarsilio Ficino--tra filologia e tra filologia e

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Filologia e filosofia nell’Umanesimo si identificano e si integrano a vicenda;il bisogno di scoprire nei testi antichi un tipo di umanità ideale portava gli umanisti alla lettura dei classici e quindi in un certo senso la filologia integrava e completava un’esigenza dello spirito e del pensiero.

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Durante il Quattrocento,parallelamente alla riscoperta della letteratura e dell’arte del mondo classico,si verifica anche il recupero dell’antica filosofia greca. Questa tendenza viene favorita della permanenza in molti centri italiani di maestri bizantini,che aprono le scuole in cui si insegna la lingua e la filosofia dell’Ellade,e si rinnovano le antiche dispute tra le due maggiori correnti filosofiche,l’aristotelismo e il platonismo,quest’ultimo destinato ad avere vasta e profonda risonanza.

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Il PlatonismoIl Platonismo

Il Platonismo,scuola di pensiero che si rifà all’opera e ai metodi di Platone porta a una visione positiva del processo conoscitivo. Nel Quattrocento il Platonismo trova la sua espressione più piena nella cosiddetta Accademia Fiorentina alla corte di Lorenzo il Magnifico che si diffonde rapidamente grazie a Marsilio Ficino.

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Marsilio FicinoMarsilio Ficino

Marsilio Ficino(1433-1499) dominò la vita culturale di Firenze dalla morte di Cosimo(1464) fino alla discesa di Carlo VIII(1494).Nato a Figline(nei dintorni di Firenze) nel 1433 e figlio di un medico,fu medico anche lui stesso. Nel 1458 Cosimo de’ Medici gli donò una villa a Careggi che divenne la sede dell’Accademia Platonica dove Ficino

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teneva le sue lezioni,leggeva e studiava Platone (di cui portò a termine la traduzione dell’opera completa nel 1468) e dove elaborò la propria particolarissima filosofia nella quale trovano conciliazione il pensiero platonico e la religione cristiana. Per questo motivo la filosofia neoplatonica di Ficino è detta pia filosophia (filosofia religiosa) o docta religio (religione dotta).

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Nel 1473 divenne sacerdote, proseguendo comunque nella speculazione filosofica, e sobbarcandosi anzi l'onere di dimostrare che la filosofia di Platone era in armonia con la dottrina cristiana.Marsilio Ficino morì il 1 ottobre 1499 nella sua Firenze, dopo la caduta del Savonarola, mentre l'Europa, di lì a poco, avrebbe riconosciuto la portata epocale del suo pensiero affidato a molte stampe italiane, svizzere, tedesche e francesi delle sue opere.

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Theologia platonica de immortalitate Theologia platonica de immortalitate animorumanimorum

Nella sua opera più rappresentativa egli afferma che:

<<il genere umano tende a diventare il tutto,perché vive la vita del tutto[…]Egli si serve degli elementi,misura la terra e il cielo,scruta la profondità del Tartaro.Il cielo non gli sembra troppo alto né il centro della terra troppo profondo. Nessuna parte gli impedisce di sentire e nessun confine gli basta.Dunque si sforza di comandare e di essere eterno come Dio>>

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Come si vede,l’espressione complessiva è quella di una nuova religione laica,di cui sono sacerdoti gli stessi intellettuali umanisti che la propongono. La “Theologia platonica” è infatti il testo nel quale si identifica il pensiero filosofico del Quattocento;nel libro è esposta una complessa teoria dell’universo,Secondo Ficino al vertice c’è Dio a cui l’uomo può ricongiungersi attraverso la contemplazione.

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Per Ficino la vera vita è quella contamplativa,ossia quella del pensiero e delle idee.Quanto più l’uomo si immerge nella contemplazione e nell’interiorità,tanto più fugge dal vizio,evita i colpi della fortuna e rende pure le proprie azioni.Il concetto di contemplazione è fondamentale anche nell’altra teoria elaborata da Ficino e che rappresenta il suo contributo più rilevante alla filosofia del Quattro e Cinquecento:

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quella dell’amore platonico. Ficino è stato il primo ad usare questa espressione,oggi divenuta di uso comune.L’amore platonico ficiniano è l’amore di Dio e si identifica in amicizia e carità,per Ficino l’amore è comunanza di idee e condivisione di un ideale:esso rappresenta il vinculum mundi ,cioè il principio cosmologico dell’unità delle cose.

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Le opere di FicinoLe opere di Ficino

Oltre alla Teologia Platonica Ficino scrisse anche:

Commentariola in Lucretium, De virtutibus moralibus , De voluptate ad Antonium

Calisianum , De quattuor sectis philosophorum . In queste egli tratta di questioni

morali e dell'anima riportando opinioni platoniche, aristoteliche, epicuree e stoiche.

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Le traduzioni ficinianeLe traduzioni ficiniane

Ficino si cimentò anche nella traduzione di testi appartenenti a vari autori;infatti oltre a dedicarsi alla traduzione in latino dei “Dialoghi” di Platone che verrà stampata nel 1484 egli tradusse Orfeo,Esiodo,i “Libri ermetici”e le “Enneadi” di Plotino

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L’influenza di Ficino nelle L’influenza di Ficino nelle “Stanze” del Poliziano“Stanze” del Poliziano

Alla luce della filosofia neoplatonica che trionfava alla corte medicea grazie alla presenza di Ficino, possiamo cogliere all’interno delle “Stanze per la giostra”,poemetto epico-mitologico in volgare scritto da Angelo Poliziano, un preciso significato allegorico dal punto di vista del neoplatonismo ficianiano.

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Secondo Ficino infatti l’anima razionale tende a Dio e cerca di raggiungerlo attraverso diversi gradi.Il primo gradino è quello dell’amore volgare,il secondo quello della vita attiva,il terzo quello della bellezza angelica e infine quello della bellezza divina.L’intendo del poemetto è quello di descrivere il percorso morale di Giuliano dall’adolescenza istintiva

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e selvaggia alla maggiore età,con le sue responsabilità civili e politiche:il passaggio è propiziato dall’incontro con Simonetta,che rappresenta il secondo livello della scala di amore e divenendo quindi simbolo della vita attiva.Iulo giunge a Simonetta inseguendo una candida cerva,che lo porta lontano dai compagni e si trasforma nella fancuilla :la cerva sarebbe <<l’amore dei beni

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terreni e della bellezza corporea che lo giuda verso l’amore della virtù civile e della bellezza divina che in essi traspare>>.

L’interpretazione neoplatonica spiega anche le descrizione sul regno di Venere:esso rappresenterebbe il terzo livello dell’amore,che appartiene alla mente angelica e si esplica nella vita contemplativa.

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Bibliografia

M.Martelli, Le letterature delle città stato e le civiltà dell’Umanesimo.

A.Tissoni Benvenuti, Quattrocento italiano. C.Carocciale, Simbolo e struttura delle

“Stanze” N.Palmieri, Scenari-dalle origini al

Quattrocento