Marine a LŐRINCZI Cagliari COMMEMORANDO LA GRANDE GUERRA …

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Pagina 1 di 19 MINORANZA-CLICCABILE 05/05/16 12.51 Marinea LŐRINCZI (Cagliari) COMMEMORANDO LA GRANDE GUERRA. IL CONCETTO DI “MINORANZA” NELLE NOVE EDIZIONI DEL DICTIONNAIRE DELL’ACADÉMIE FRANÇAISE. * *Testo presentato sinteticamente il 30 aprile 2016, durante i lavori del convegno internazionale “Le Dictionnaire de l’Académie française: Langue, Littérature, Société” (primo incontro; il secondo si terrà a Parigi il 4 - 5 ottobre prossimo), organizzato all’Università di Cagliari da Giovanni Dotoli e Mario Selvaggio. Gli “Atti” sono in corso di pubblicazione (2016, by Gaia s.r.l., Edizioni Universitarie Romane). Questa versione differisce leggermente da quella che comparirà negli “Atti”; contiene, soprattutto, in allegato, le voci MINORITE’ presenti in numerosi dizionari francesi monolingui, anche diversi dalle nove edizioni pubblicate dall’Académie. 1. La storia del sostantivo minoranza e dei suoi equivalenti in altre lingue è conosciuta con sufficienti dettagli per merito dei dizionari storici delle maggiori lingue europee. Qui verrà integrata con documentazione supplementare. In italiano, accanto a minoranza, la cui prima attestazione si trova già in Dante (nel Convivio, IV, XXVI, inizi del Trecento), è stato usato molto più tardi (dalla fine del Settecento) e più raramente anche minorità, con significati analoghi (“condizione di minorenne” e poi “gruppo minoritario”). Oggi minorità risulta essere più raro; tuttavia il relativo aggettivo in uso (minoritario), relativamente recente (1918 cca. secondo Cortelazzo - Zolli), si collega evidentemente a minorità o al fr. minoritaire e non a minoranza. In italiano minorità è prestito e adattamento dal francese e forse anche dall’inglese. Il francese minorité è attestato per la prima volta nella seconda metà del secolo XIV (1376); esso viene assunto in inglese come minority (nel secolo XV-XVI) e in italiano come minorità (ma, come si diceva, dalla fine del Settecento in poi; v. Cortelazzo - Zolli, s.v. minore; Messeri 1957, p. 106). Nel caso di minorité si tratta di imprestito colto dal latino medievale NOTA Dal sost. MINORITAS < agg. MINOR “più piccolo, più giovane, meno importante”, grado comparativo di PARVUS; MINOR a sua volta era già stato adottato da lingue come fr., it., originariamente con lo stesso significato. che migra da una lingua all’altra, inizialmente e per alcuni secoli col solo significato giuridico di “minoranza d’etade” (per usare l’espressione dantesca), significato proprio anche dell’etimo latino medievale MINORITAS. Il più antico dei documenti francesi che vengono citati in relazione alla storia di minorité, è un’ordinanza del re Carlo V, redatta nel 1376 (https://archive.org/stream/ mandementsetacte00franuoft#page/642/mode/2up), riguardante minorenni ovvero minori ricchi e loro tutori, i quali ultimi devono agire ed amministrare i beni in un certo modo “durant la minorité et jusques ad ce que le mineur soit aagez à plain” (p. 643). Si veda qui sotto al punto I. Mentre dal ‘700 in poi (v. qui sotto al punto II) vi si aggiunge il successivo significato importante, specifico del linguaggio politico e parlamentare (“minoranza di un gruppo, minoranza di votanti e simili” in opposizione ad una maggioranza); questo secondo significato proviene invece dall’inglese, e da entrambe le lingue inglese e francese si trasmette ad altre. Pertanto il quadro desumibile dai dizionari storico-etimologici è il seguente (le evidenziazioni in neretto e qualche completamento, situato tra parentesi quadre, sono miei):

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Marinella LŐRINCZI (Cagliari)

COMMEMORANDO LA GRANDE GUERRA.

IL CONCETTO DI “MINORANZA” NELLE NOVE EDIZIONI

DEL DICTIONNAIRE DELL’ACADÉMIE FRANÇAISE. *

*Testo presentato sinteticamente il 30 aprile 2016, durante i lavori del convegno internazionale “Le Dictionnaire de l’Académie française: Langue, Littérature, Société” (primo incontro; il secondo si terrà a Parigi il 4 - 5 ottobre prossimo), organizzato all’Università di Cagliari da Giovanni Dotoli e Mario Selvaggio. Gli “Atti” sono in corso di pubblicazione (2016, by Gaia s.r.l., Edizioni Universitarie Romane). Questa versione differisce leggermente da quella che comparirà negli “Atti”; contiene, soprattutto, in allegato, le voci MINORITE’ presenti in numerosi dizionari francesi monolingui, anche diversi dalle nove edizioni pubblicate dall’Académie.

1. La storia del sostantivo minoranza e dei suoi equivalenti in altre lingue è conosciuta con sufficienti dettagli per merito dei dizionari storici delle maggiori lingue europee. Qui verrà integrata con documentazione supplementare. In italiano, accanto a minoranza, la cui prima attestazione si trova già in Dante (nel Convivio, IV, XXVI, inizi del Trecento), è stato usato molto più tardi (dalla fine del Settecento) e più raramente anche minorità, con significati analoghi (“condizione di minorenne” e poi “gruppo minoritario”). Oggi minorità risulta essere più raro; tuttavia il relativo aggettivo in uso (minoritario), relativamente recente (1918 cca. secondo Cortelazzo - Zolli), si collega evidentemente a minorità o al fr. minoritaire e non a minoranza. In italiano minorità è prestito e adattamento dal francese e forse anche dall’inglese.

Il francese minorité è attestato per la prima volta nella seconda metà del secolo XIV (1376); esso viene assunto in inglese come minority (nel secolo XV-XVI) e in italiano come minorità (ma, come si diceva, dalla fine del Settecento in poi; v. Cortelazzo - Zolli, s.v. minore; Messeri 1957, p. 106). Nel caso di minorité si tratta di imprestito colto dal latino medievale

NOTA Dal sost. MINORITAS < agg. MINOR “più piccolo, più giovane, meno importante”, grado comparativo di PARVUS; MINOR a sua volta era già stato adottato da lingue come fr., it., originariamente con lo stesso significato.

che migra da una lingua all’altra, inizialmente e per alcuni secoli col solo significato giuridico di “minoranza d’etade” (per usare l’espressione dantesca), significato proprio anche dell’etimo latino medievale MINORITAS.

Il più antico dei documenti francesi che vengono citati in relazione alla storia di minorité, è un’ordinanza del re Carlo V, redatta nel 1376 (https://archive.org/stream/mandementsetacte00franuoft#page/642/mode/2up), riguardante minorenni ovvero minori ricchi e loro tutori, i quali ultimi devono agire ed amministrare i beni in un certo modo “durant la minorité et jusques ad ce que le mineur soit aagez à plain” (p. 643). Si veda qui sotto al punto I. Mentre dal ‘700 in poi (v. qui sotto al punto II) vi si aggiunge il successivo significato importante, specifico del linguaggio politico e parlamentare (“minoranza di un gruppo, minoranza di votanti e simili” in opposizione ad una maggioranza); questo secondo significato proviene invece dall’inglese, e da entrambe le lingue inglese e francese si trasmette ad altre. Pertanto il quadro desumibile dai dizionari storico-etimologici è il seguente (le evidenziazioni in neretto e qualche completamento, situato tra parentesi quadre, sono miei):

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MINORITÉ. Étymol. et Hist. (Fonte: http://www.cnrtl.fr/etymologie/minorité)I. 1376 «situation d'une personne mineure» (Acte de Charles V, 21 mai ds Mandements et actes divers de Charles V, éd. L. Delisle, p. 643).

II. 1. 1727 «partie la moins nombreuse d'un groupe» (Le Freeholder, etc. p. 77 [trad. dall’ingl., in rete, Le Free-holder: ou, L'anglois jaloux de sa liberté. Essais politiques, Amsterdam, p. 77] ds Barb. Infl. no7, p. 9); 1776 «groupe qui réunit le moins grand nombre de suffrages» (Garnier à Vergennes, 18 mars - Doniol I, p. 456 n. − ds Proschwitz Beaumarchais, 270); 2. 1784 «le plus petit nombre d'un ensemble (sans idée de suffrage)» (Brissot, Journ. du Licée, juin, - II, p. 385 - , ibid.), minorité est moins fréq. que majorité, v. Proschwitz, loc. cit. [A proposito del fatto che “minorité est moins fréq. que majorité” si può ricordare Alexis de Tocqueville che discute del “despotisme de la majorité” in De la démocratie en Amérique, 1835 - 1840; la prassi politica deprime a quanto pare anche l’uso linguistico di minorité.] 3. 1851 (J. Simon, Relig. natur., p. 402: ... on commençait à se demander ce que c'était que la loi sans un Dieu, et s'il y avait autre chose en elle que l'oppression des minorités)

[Il significato di minorité in questo brano di Jules Simon andrebbe inteso nel senso social-politico di “gruppo privo di potere”, v. il testo stesso all’indirizzo indicato più avanti. Analogo significato, ma decisamente orientato sul politico, in quest’altro esempio tratto da un suo articolo apparso nella “Revue des Deux-Mondes”, 1849, 2: La majorité de l’assemblée nouvelle doit donc se montrer animée de tout l’esprit de résistance … Elle n’a rien à attendre dans cette tâche, d’une minorité chimérique et violente …; http://www.institut-de-france.fr/sites/institut-de-france.fr/files/jules-simon-catalogue.pdf, p. 7.]

I empr. au lat. médiév. minoritas, -atis terme de dr. (1189 ds Nov. Gloss.), dér. de minor, v. mineur2.

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II empr. à l'angl. minority «groupe le moins important» (1734 d'apr. Höfler ds Z. rom. Philol. t. 86, p. 336); «groupe le moins important dans un vote» (1774 ds NED) […]

In inglese, proveniente in origine dal francese, abbiamo:

MINORITY (n.). (Fonte: http://www.etymonline.com/index.php?term=minority&allowed_in_frame=0.)

1530s, "condition of being smaller”, from Middle French minorité (15 c.), or directly from Medieval Latin minoritatem (nominative minoritas), from Latin minor (see minor (adj.)).

Meaning “state of being under legal age” is from 1540s; that of “smaller number or part” is from 1736 [nella terminologia politica o parlamentare].

[Quest’ultimo significato va però anticipato al 1716, che è annata del giornale politico Freeholder, pubblicato da Joseph Addison (1672 - 1719), dove compare minority con questo nuovo significato proprio della politica; v. The Works of Joseph Addison , 1837. V. anche http://www.oed.com/view/Entry/118943?redirectedFrom=minority#eid, punto A3, e cfr. qui, nella precedente presentazione di minorité, il punto II.1. Anche il significato “state of being under legal age” del vocabolo inglese minority va anticipato al 1493 in base a http://www.oed.com/view/Entry/118943?redirectedFrom=minority#eid, punto A1a.]

Tornando all’italiano, è strutturata allo stesso modo anche la voce minoranza nel Vocabolario Treccani (vol. III*, M - Pd, 1989), nella quale la successione dei significati indica ugualmente l’evoluzione semantica del termine. Compendiando:

MINORANZA.1. ant. l’essere minore d’età (Dante [Convito/Convivio, cap. IV, XXVI]);

2a. in contrapposizione con maggioranza, inferiorità numerica in un gruppo di persone, in un insieme, in particolare nelle votazioni, in assemblee ecc. (inferiorità quantitativa che rende ininfluenti).[Il significato 2a. esiste in italiano dalla prima metà dell’Ottocento in poi, v. S. Battaglia, Grande dizionario della lingua italiana, vol. X, Mee - Moti, 1978, voce Minoranza.Tra Sette-Ottocento viene usato il francesismo-anglismo minorità con entrambi i significati 1 e 2a., ma più raramente.]

2. Ci siamo fermati per ora a metà dell’Ottocento per quel che concerne l’evoluzione semantica di minorité (e di minority e minoranza).

Fino ai primi decenni dell’Ottocento l’Académie françoise pubblica le prime sei edizioni (su nove) del suo Dictionnaire, nelle quali cercheremo i riflessi dell’ampliamento e della specializzazione semantici già indicati (da “minoranza d’età” a “minoranza di gruppo”), i più importanti per ora.

NOTA Le nove edizioni sono state generosamente condivise online nel sito ATILF, Analyse et Traitement Informatique de la Langue Française http://artfl.atilf.fr/dictionnaires/ACADEMIE/index.htm (I ed. /1694, IV/1762, V/1798, VI/1835, VIII/1932-35, IX/1986 (1992) -) e nei siti https://archive.org/details/fre_b1886001 (II ed. /1718); https://fr.wikisource.org/wiki/Dictionnaire_de_l%E2%80%99Acad%C3%A9mie_fran%C3%A7aise/3e_%C3%A9d.,_1740/Tome_1, https://fr.wikisource.org/wiki/Dictionnaire_de_l%E2%80%99Acad%C3%A9mie_fran%C3%A7aise/3e_%C3%A9d.,_1740/Tome_2 (III ed. /1740); https://archive.org/details/dictionnaire187902acad (VII ed. /1878, II vol. I - Z contenente minorité) e altrove ancora. Esprimo la mia gratitudine, inoltre, anche a tutti gli altri enti o istituzioni o persone singole che hanno fornito i testi digitalizzati utilizzati nel presente lavoro.

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Nella prima edizione, del 1694, l’accezione attesa per il sostantivo minorité (“condizione, incapacità giuridica di un minorenne”) è l’unica (“estat d’une personne mineure, ou le temps pendant lequel on est mineur”). Segue qualche esempio d’uso: le privilege de la minorité est de faire declarer nuls tous les actes qui sont prejudiciables à un mineur; cela est arrivé pendant sa minorité. E’ più ricco di significati l’aggettivo mineur, di cui è interessante il significato “comparativo di petit”, circoscritto alla geografia (L’Asie mineure) e agli ordini ecclesiastici minori, cioè inferiori.

La seconda edizione del Dictionnaire, del 1718, riprende dalla prima edizione, tale e quale, la definizione di minorité, mentre si ampliano i significati dell’aggettivo mineur che diventa ad es. anche un termine del linguaggio musicale (ton mineur, tierce mineure), ma sui rapporti storici tra mineur e minorité qui non è possibile proseguire. Ai contesti d’uso di minorité si aggiunge durant la minorité du Roy.

Nella terza edizione, del 1740, a parte le lievi differenze ortografiche, la definizione rimane identica, gli esempi d’uso sono quelli della seconda edizione. L’unica novità consiste nell’uso assoluto della parola, riferita a sovrani e senza specificazioni esplicite, in qual caso essa viene scritta con l’iniziale maiuscola; ad es. Les Minorités sont ordinairement des temps de troubles.

NOTA Peyrard (2006/2012: 143) è, dunque, in errore quando attribuisce la registrazione dell’uso assoluto di minorité alla quinta edizione (1798).

Quasi identico al precedente il lemma della quarta edizione, 1762, con l’unica differenza che la parola viene scritta con iniziale minuscola, anche se riferita a sovrani.

NOTA Il vol. X (Mammelle - Myva) dell’Encyclopédie di Diderot e D’Alembert, 1762 (https://fr.wikipedia.org/wiki/Fichier:Diderot_-_Encyclopedie_1ere_edition_tome_10.djvu), ospita a p. 557 due voci su Minorité, la prima su “l’état de celui qui n’a pas encore atteint l’âge de majorité”, la seconda, più lunga, su Minorité des Rois.

Nella quinta edizione, 1798, un nuovo significato viene recepito al secondo posto dell’elencazione, e in un lemma a se stante. Questo nuovo ed importante significato riguarda la sfera politica e assembleare, come evidente riflesso degli avvenimenti politici recenti: 2.1. “le petit nombre, par opposition à Majorité, qui signifie le plus grand nombre”; 2.2. “la partie moins nombreuse qui tâche de s’opposer à certaines opinions, certaines mesures préférées par la partie la plus nombreuse”. I contesti d’uso proposti sono: 2.1. la minorité des voix dans une assemblée; 2.2. minorité d’une assemblée; il étoit de l’avis de la minorité; la minorité ne doit pas l’emporter.

Ch. Peyrard (2006/2012) ricorda, in apertura alla sua utilissima disamina, che l’ingresso nel Dizionario di questa seconda accezione è successivo ai tumultuosi primi anni della Rivoluzione francese e da questi giustificato e imposto (sebbene, come si è visto, la prima attestazione in francese risalga al lontano 1727; il carattere normativo e modellatore - politico - del Dizionario impose l’accertamento di un uso consolidato e condiviso dalle élites). Peyrard mette in evidenza, in continuazione, come le dialettiche e le pratiche parlamentari e assembleari da un lato, il rapporto tra deputati e nazione da un altro lato, sviluppassero una intricata rete di relazioni tra maggioranze e minoranze numeriche, violentemente e drammaticamente contrapposte in determinate occasioni. In linea di massima l’esistenza di minoranze parlamentari non è ben tollerata se non addirittura condannata dalla maggioranza rivoluzionaria. Ciononostante Robespierre accorda alle minoranze “un droit éternel, […] celui de faire entendre la voix de la vérité ou de ce qu’elle regarde comme telle”; la controparte, la maggioranza “n’est point permanente, parce qu’elle n’appartient à aucun parti; elle se renouvelle à chaque délibération libre, parce qu’elle appartient à la cause publique et à l’éternelle raison; et quand l’Assemblée reconnaît une erreur, comme il arrive quelquefois, la minorité devient alors la majorité.”; pertanto la volontà generale (in senso rousseauiano) sarà

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rappresentata dalla sintesi necessaria delle due componenti (nel Discours sur le jugement de Louis XVI … del 1792 egli usa minorité 8 volte, nei soli parr. 126 - 128). Dal solo testo di Robespierre non sembra però potersi desumere che minorité sia interpretabile anche come “di minore età, minorenne, di condizione inferiore”, antonimico a “maggiorenne”. Infatti quando Peyrard rimanda alla versione francese di Bodei (1991/2003: 502), dove si parla del “doloroso, ma indispensabile rito di passaggio [incorporato nella Rivoluzione] alla maggiore età del genere umano”, Bodei non ha Robespierre come punto di riferimento teorico, ma Kant e Rousseau. E’ Kant (1784) che definisce l’Illuminismo come “uscita dell'uomo dallo stato di minorità che egli deve imputare a se stesso, ecc.”. Ora, questo stato di minorità è proprio di una “grande maggioranza degli uomini”, della “grande folla”, sorvegliata o guidata da “tutori ufficiali” in incontrovertibile minoranza numerica. In questo tipo di riflessioni si possono cogliere intrecciati i due significati di minorità, quello primario, giuridico, detto “classico” da Peyrard, e quello successivo e nuovo per l’epoca, che si riferisce a componenti sociali quantitativamente definite e legate da un rapporto antagonistico, di cui il secondo era peraltro già in uso nella lingua inglese.

Un’ulteriore importante innovazione è contenuta nella sesta edizione del 1835 del Dictionnaire. Minorité, coi significati 2.1. e 2.2. riportati sopra per la V ed. (“le petit nombre, par opposition à Majorité …” e “la partie moins nombreuse qui tâche de s’opposer …”), passa in prima posizione, sempre come lemma a se stante, scavalcando così minorité “état d’une personne mineure, etc.” che diventa di importanza secondaria. Il significato (ex 2.)1. viene esemplificato con la minorité des voix, des suffrages, des votants; la minorité des Français. Per il significato (ex 2.)2. si hanno gli esempi minorité d’une assemblée; il était [non più étoit] de l’avis de la minorité; la minorité a gagné quelques voix; les ennemis du ministère sont en minorité, en faible minorité dans cette assemblée.

Sebbene questi significati siano sostanzialmente identici nelle edizioni V/1798 e VI/1835, si nota nell’ultima una curiosa ma significativa sostituzione quasi-sinonimica in una delle definizioni, che introduce una connotazione di aggressività o di violenza. In “la partie moins nombreuse qui tâche de s’opposer à certaines opinions, etc.” (della V ed., 2.2.) i verbi evidenziati in neretto vengono sostituiti nella VI ed. con combat: “la partie moins nombreuse, qui combat certaines opinions, certaines mesures préférées par la partie la plus nombreuse”.

Ma l’inversione d’importanza e certamente di frequenza (tra il primogenito minorité “l’essere minorenne” e il secondogenito “gruppo minoritario in politica”) non è necessariamente condivisa da altri lessicografi. Nel Dictionnaire étymologique de la langue française usuelle et littéraire del 1863 di Adolphe Mazure,

NOTA Su Mazure si veda a http://data.bnf.fr/12874821/adolphe_mazure/.

scelto a caso tra altri dizionari ottocenteschi in rete, minorité è ancora, al primo posto, la “condizione della minore età” e, secondariamente, “la minor parte dei votanti”. Sul piano storico l’elencazione è però corretta, anche perché si parte da mineur.

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3. La terza accezione importante e fondamentale in riferimento alla Grande Guerra (“gruppo di cittadini che … si distinguono dalla maggioranza … per la razza o per la lingua o per la religione ecc.”, Vocabolario Treccani, vol. III*, 1989, v. anche più avanti) compare, secondo i dizionari consultati, diversi da quelli dell’Académie, nei primi decenni del Novecento. Tra parentesi quadre qualche informazione in più.

MINORITÉ. (Fonte: http://www.cnrtl.fr/etymologie/minorité.)1908 minorité nationale (Lar. mens., p. 235b [On avait délimité les circonscriptions électorales en s’efforçant de ne comprendre dans chacune qu’une seule nationalité, mais, dans quelques-unes, de petites minorités nationales avaient dû être sacrifiées.; in questo brano del Larousse mensuel illustré del 1908 si discute di una legge elettorale dell’Austria-Ungheria; fonte: http://gallica.bnf.fr/ark:/12148/bpt6k39751k/f245.item.]);1931 minorités ethniques (Lar. 20e).

MINORITY. The meaning “group of people separated from the rest of a community by race,

religion, language, etc.” is from 1919, originally in an Eastern European context. (Fonte: http://www.etymonline.com/index.php?term=minority&allowed_in_frame=0.)

1919, Political science quarterly, 34, 135, There are within the bounds of the new Poland four or five minority peoples, who dislike the Poles and are disliked by them. (Fonte: http://www.oed.com/view/Entry/118943?redirectedFrom=minority#eid, punto B2, usi aggettivali.)

MINORANZA.2b. “gruppo di cittadini che nell’interno di uno Stato si distinguono dalla maggioranza, secondo i casi, per la razza o per la lingua o per la religione [o per l’etnia], a cui si accompagna molte volte una diversa coscienza nazionale”. (Vocabolario Treccani, vol. III*, 1989) [La datazione al 1866 in Cortelazzo - Zolli è errata, v. in Messeri 1957: 106. Nel dizionario di Battaglia, vol. cit., per l’attestazione più antica di questo significato si rimanda a D’Annunzio: Nelle scuole medie è obbligatorio l'insegnamento dei diversi idiomi parlati in tutta la Reggenza italiana del Carnaro. L'insegnamento primario è dato nella lingua parlata dalla maggioranza degli abitanti di ciascun Comune e nella lingua parlata dalla minoranza in corsi paralleli; il brano completo proviene dalla Carta del Carnaro, 1920, v. Grilli 2007]

Le attestazioni appena riportate si situano cronologicamente tra la settima (1878) e l’ottava edizione (1932 - 1935) del Dictionnaire. In queste due edizioni del dizionario dell’Académie l’ordine di elencazione dei significati di minorité è quello atteso in base alle precedenti edizioni: prima il significato sociale-politico-parlamentare, successivamente quello di diritto civile. Nella settima edizione, del 1878, il lemma si presenta così:

Minorité, s.f. Le petit nombre, par opposition à la Majorité. La minorité des voix, des suffrages, des votants. La minorité des Français.Minorité d’une assemblée. La partie la moins nombreuse, qui combat certaines opinions, certaines mesures préférées par la partie la plus nombreuse. Il était de l’avis de la minorité. La minorité a gagné quelques voix. Les ennemis du ministère sont en minorité, en faible minorité dans cette assemblée.

Minorité, signifie aussi, l’état d’une personne mineure [esempi], le temps pendant lequel on est mineur [esempi].

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Nessun cambiamento nella settima edizione - e la cosa non sorprende - rispetto alla VI edizione (1835) e pochi cambiamenti rispetto alla V (1798), fatta eccezione per l’inversione dell’ordine dei significati e per la sostituzione sinonimica tâche de s’opposer combat, avvenute già nella sesta edizione (1835).

Invece l’ottava edizione (1932 - 1935) è del tutto sconcertante, poiché non vi aggiunge, non recepisce né minorité nationale, né minorités ethniques, diversamente da quel che si indica a http://www.cnrtl.fr/etymologie/minorité come già in uso per gli anni 1908 - 1931 (il contesto relativo al testimone del 1908 è stato recuperato da me; è significativo che si riferisca all’Austria-Ungheria). Tralasciando il significato di diritto civile, nell’edizione VIII si legge un testo quasi identico a quello della VII, con qualche esemplificazione nuova e qualche spostamento di nessuna importanza effettiva, e quindi uguale anche alle due precedenti (1835, 1798). Dal 1798, quando compare per la prima volta la nuova accezione “le petit nombre, par opposition à majorité …; la partie moins nombreuse qui tâche de s’opposer à certaines opinions … préférées par la partie la plus nombreuse” la separano più di 130 anni.

L’indifferenza dell’ottava edizione verso i nuovi ed importantissimi significati di minorité (nationale, ethnique) sorprende persino sul piano puramente linguistico, poiché se non altro i trattati conclusivi della prima guerra mondiale sono redatti, secondo le consuetudini del tempo, in francese.

4. Vi è una diffusa e relativamente solida consapevolezza negli studiosi (tra i giuristi e gli storici soprattutto) che “Le problème de la protection des minorités s’était posé en Europe au lendemain de la première Guerre Mondiale.” (Narey 2013: nota 2). Oppure: “La reconnaissance et la protection des droits des minorités en vertu du droit international ont commencé à l’époque de la Ligue des Nations [1919] grâce à l’adoption de plusieurs «traités des minorités»” (Nazioni Unite, http://www.ohchr.org/Documents/Publications/MinorityRights_fr.pdf, 2010: 1). E infine: “proprio negli anni immediatamente successivi [al primo conflitto mondiale] appare e si consolida rapidamente l'uso giuridico del termine ‘minoranze’ ” (Toniatti 1996: cap.3). Perciò nel periodo postbellico i termini minoranza linguistica e/o etnica e/o religiosa hanno conosciuto un’ampia diffusione (Plésiat 2011). E’ tuttavia necessario mettere in risalto che questi sono i riflessi giuridici e linguistici (terminologici) di “un problema emerso dopo la Grande guerra e in poco tempo divenuto ‘scottante’: le minoranze nazionali”, allorché una delle conseguenze dei numerosi trattati che ridisegnarono frontiere fu quella di “lasciare milioni di persone fuori dai confini dei ‘propri’ stati.” (Abram 2010: 1, 2). Dinanzi ad una tragedia bellica, politica, sociale ed umana di tali dimensioni (che causò 15 - 19 milioni di morti) e dalle conseguenze ancora perduranti, è quasi inconcepibile che qualche studioso, alla fine del 2015, potesse sostenere cinicamente che “la Grande Guerra non è stata una guerra inutile perché ha dato il miglior assetto politico all’Europa” (parole quasi testuali ascoltate durante un recente incontro internazionale).

L’anno “1919” indicato e commentato nel dizionario etimologico inglese qui utilizzato (http://www.etymonline.com/index.php?term=minority&allowed_in_frame=0), alluderebbe quindi sinteticamente a questa complessa problematica geopolitica e linguistica che contrassegna in maniera macroscopica e drammatica l’epoca della Grande Guerra:

The meaning “group of people separated from the rest of a community by race, religion, language, etc.” is from 1919, originally in an Eastern European context.

Si trova probabilmente nella specificazione “originally in an Eastern European context” la spiegazione del perché l’edizione ottava del 1932 - 1935 del Dictionnaire dell’Académie non registri questo nuovo concetto che è stato formalizzato per la prima volta nei trattati di pace

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postbellici al fine di cercare di tutelare i diritti delle grandi masse di nuove minoranze. Un’altra ragione possibile sarebbe la presa di distanza totale da qualsiasi situazione implicante minoranze, soprattutto da quella travagliata dell’Alsazia-Lorena che il trattato di Versailles del 1919 riassegna alla Francia vittoriosa (http://mjp.univ-perp.fr/traites/1919versailles.htm). Proprio per questo è bene ribadire con altre parole ancora: “lo sforzo diretto all’applicazione sistematica del principio di tutela delle minoranze di razza, di lingua e di religione si ebbe soltanto in occasione della sistemazione dell’Europa all’indomani della Prima guerra mondiale” (Pizzorusso 2011: 150).

Faccio qualche esempio, tratto dal Trattato di Sèvres, non ratificato (10 agosto 1920, Traité de paix entre les Puissances alliées et associées et la Turquie; http://mjp.univ-perp.fr/traites/1920sevres.htm) e dal Trattato di Losanna che sostituisce il precedente (24 luglio 1923, Traité de paix entre les puissances alliées et la Turquie; http://mjp.univ-perp.fr/traites/1923lausanne.htm).

Nel Trattato di Sèvres, 1920, la parte IV (articoli 140 - 151) riguarda la Protection des minorités (etniche, religiose o linguistiche); secondo l’art. 141

La Turquie s'engage à accorder à tous les habitants de la Turquie pleine et entière protection de leur vie et de leur liberté sans distinction de naissance, de nationalité, de langage, de race ou de religion.

In questo trattato il termine minorité ricorre una dozzina di volte, sotto le forme minorités; minorités ethniques; minorités ethniques, religieuses (=de religion) ou de langue.

Nel Trattato di Losanna, 1923, la sezione III (della I parte, articoli 37 - 45) riguarda la Protection des minorités, cioè, cumulativamente, le “minorités non-musulmanes” (espressione che si riferirebbe a Greci, Armeni ed Ebrei). Di converso, simmetricamente, all’art. 45 è indicata l’esistenza, all’interno della Grecia, di una minorité musulmane alla quale si deve garantire protezione.

In un altro Traité (detto “complementare”) entre les principales puissances alliées et associées et la Roumanie, concernant la protection des minorités et les relations commerciales (Parigi, 9 décembre 1919; http://mjp.univ-perp.fr/traites/1919roumanie.htm), les minorités sono menzionate 4 volte, agli articoli 9, 10, 12.

Les ressortissants roumains, appartenant à des minorités ethniques, de religion ou de langue, jouiront du même traitement et des mêmes garanties en droit et en fait que les autres ressortissants roumains.Dans les villes et districts, où réside une proportion considérable de ressortissants roumains appartenant à des minorités ethniques, de religion ou de langue, ces minorités se verront assurer une part équitable dans le bénéfice et l'affectation des sommes, qui pourraient être attribuées sur les fonds publics […].La Roumanie agrée que, dans la mesure où les stipulations des articles précédents affectent des personnes appartenant à des minorités de race, de religion ou de langue, ces stipulations constituent des obligations d'intérêt international et seront placées sous la garantie de la Société des Nations. [enfasi mie]

A prescindere dai risultati politici e sociali insoddisfacenti dei trattati che sanciscono la fine della Grande Guerra, gli studiosi contemporanei si dichiarano concordi, come si è visto, riguardo al periodo della presa in carica europea di questa nuova ed enorme problematica minoritaria (e della sua resa in termini linguistici inequivocabili), la quale però è andata sviluppandosi durante l’intero Ottocento, a partire dalla spartizione post-napoleonica della Polonia tra Russia, Austria e Prussia (v.

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il documento conclusivo del Congresso di Vienna, 1815; http://mjp.univ-perp.fr/traites/1815vienne.htm#Pol).

Partendo dall’idea che tale processo storico dalla durata di un secolo non può non aver prodotto testimonianze della nuova accezione di minorité (“religiosa ed etnico-linguistica”) già precedentemente al periodo della Grande Guerra, è infatti possibile anticipare la documentazione al riguardo di una quarantina d’anni, al momento della guerra russo-turca del 1877 - 1878 conclusasi col Trattato di Berlino del 1878 (il testo è presente in Albin 1912: 204 - 228). Nei trattati ufficiali del 1878 il termine minorité sembra essere del tutto assente, come del resto nei precedenti patti internazionali ottocenteschi. Al contrario, nella corrispondenza diplomatica nonché in altri testi rilevanti dello stesso momento, correlati alle trattative, esso compare (in francese o in inglese), ma con una frequenza che non mi è possibile calcolare, ma nemmeno sondare rispetto ai complessivi usi linguistici dell’epoca. E’ però ragionevole presumere che la stampa occidentale della seconda metà dell’Ottocento possa restituire abbondanti attestazioni di questo significato più recente di minoranza, ovvero dell’oscillazione di “minoranza” tra il politico e l’etnico-linguistico-religioso.

I documenti da me consultati a questo riguardo sono tipologicamente diversi dai trattati internazionali postbellici; sono, cioè, testi che si collocano ad un registro formale inferiore (come quello dei dibattiti, della corrispondenza diplomatica, dei discorsi politici), inferiore a quello controllato di un patto postbellico concordato, il quale ridisegna e ridescrive la realtà e reimposta i diritti e i doveri degli Stati implicati. Tuttavia le tre attestazioni da me riscontrate sono importanti e testimoniano della circolazione internazionale (o per lo meno europea) del termine qui studiato con il significato di “minoranza etnica/nazionale; minoranza religiosa”.

La prima attestazione del nuovo significato si trova nello scambio epistolare intercorso in francese tra due diplomatici russi nel 1878, più precisamente in un loro Pro memoria:

NOTA Leggibile in Documents diplomatiques: Affaires d'Orient. Congrès de Berlin, 1878: 44; https://archive.org/details/documentsdiplom20frangoog, opera digitalizzata da Google; le altre tre volte in cui minorité è usata nello stesso documento, essa significa “minoranza dei votanti”, secondo gli sviluppi semantici settecenteschi descritti e documentati precedentemente.

La délimitation de l’État bulgare n'a été indiquée qu'en termes généraux. Le seul principe fixe qui ait été posé est celui de la majorité de la population, et certes on ne saurait en imaginer de plus équitable et de plus rationnel. Il répond aux objections puisées dans la différence de race des minorités, dont les intérêts ont d'ailleurs été garantis par des stipulations expresses. [enfasi mie]

La seconda e la terza attestazione sono in inglese, in un discorso del politico britannico William E. Gladstone, pronunciato nello stesso 1878:

NOTA The Berlin Treaty and the Anglo-Turkish Convention: Speech of W. E. Gladstone, in the House of Commons on Tuesday, July 30th, 1878; http://archive.org/stream/gladstonesspeech00gladuoft#page/n7/mode/2up: 535.

[…] The Turkish Empire will be concentrated in Asia […] In Europe the concentrated territory is to be administered under great difficulty by a minority of Mahommedans among a majority of Christians […][…] Who are the inhabitants of Asia Minor in its centre? I do not speak of Armenia; but even in Armenia the Armenians are in a minority. […] (enfasi mie)

5. Quest’ultimo esempio ci suggerisce, sul piano metodologico, che occorre abbandonare il solo linguaggio della diplomazia internazionale. Bisogna cercare anche altrove, in discorsi coevi riferiti

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alle situazioni multietniche o multinazionali tipiche degli imperi europei o euro-asiatici (come l’Impero Ottomano al quale si riferisce Gladstone, oppure l’Impero austro-ungarico al centro di tensioni e di volontà disgreganti), nei discorsi generati dall’ “Eastern European context”, quando i problemi di convivenza si evidenziano maggiormente durante le crisi. Occorre, perciò, abbandonare anche le lingue a circolazione internazionale. E’ stato così possibile individuare, ancor prima del periodo del Trattato di Berlino del 1878, il momento e il punto di sovrapposizione tra il precedente e consolidato significato di “minoranza politica, parlamentare” e il nuovo significato di “minoranza etnica, religiosa, linguistica” che acquisirà un’enorme importanza internazionale, decenni più tardi, a partire dalla Grande Guerra. Nella fase iniziale dello sviluppo del nuovo significato si producono un’accostamento e una indistinzione pragmatiche e semantiche parziali, simili a quelle descritte precedentemente per gli ultimi decenni del Settecento; successivamente, in base ai contesti specifici e nuovi, avverrà la separazione netta dei due significati.

Siamo nell’Ungheria del 1868, ad un anno di distanza dalla costituzione della monarchia dualista dell’Austria-Ungheria. Il primo governo del neocostituito Regno ungherese sta per emanare la legge XLIV/1868 sulle nazionalità, più esattamente “sulla uguaglianza delle nazionalità” (a nemzetiségi egyenjogúság tárgyában).

NOTA Il testo originale di questa legge si trova al http://www.1000ev.hu/index.php?a=3&param=5366.

L’equivalenza teorica tra minoranza parlamentare e nazionalità (minoritaria) avviene nel momento in cui nel dibattito parlamentare, precedente l’emanazione della legge, si prendono in esame e si confrontano le proposte e le opinioni riguardanti le nazionalità (nemzetiségek) ovvero le popolazioni (népségek) dell’Ungheria e il loro futuro nel nuovo Stato (non si parla ancora distintamente di minoranze nazionali e nella nota se ne può leggere la causa).

NOTA Al momento della firma del Compromesso (ted. Ausgleich, 1867) che sancì la costituzione della monarchia dualista austro-ungarica, l’Ungheria in senso lato, cioè il Regno d’Ungheria, contava all’incirca 14 milioni di abitanti, di cui circa 8 milioni non erano ungheresi (Nouzille 1993: 197). Nel neocostituito Regno d’Ungheria (molto più ampio dell’Ungheria in senso stretto) i magiarofoni costituivano il 42% all’incirca della popolazione totale; tutte le nazionalità (o etnie) si trovavano in una situazione di minoranza numerica (erano al di sotto del 50%), ma i non ungheresi, tutti insieme, formavano ciononostante una minoranza parlamentare, dovuto alle norme di rappresentanza del momento, erano, cioè, minoranze ‘deboli’. Il Regno ungherese presentava quindi, su scala minore, una conformazione multietnica simile a quella dell’Impero Asburgico nella sua totalità.

Una di queste proposte fu presentata dai deputati romeni, serbi e russini che formavano, insieme, una minoranza parlamentare (vale a dire numerica, meno di un decimo del totale, 23 - 24 deputati, v. in Demeter 2013); secondo questa proposta minoritaria gli Ungheresi, Romeni, Serbi, Slovacchi, Russini/Russi e Tedeschi andavano considerati come nazioni componenti lo Stato, quindi come comunità aventi uguali diritti (altre nazioni/nazionalità, minori, ne venivano escluse). La maggioranza parlamentare respinse la proposta minoritaria.

NOTA Fonti: Balogh - Sipos (2002: 51- 53, 64) citato in Av.Vv., Bevezetés […]; Demeter 2013; Katus 2015. Sulla politica di risoluta magiarizzazione intrapresa dallo Stato dal 1875 in poi, finalizzata all’aumento della magiarofonia per avvicinarla per lo meno al 50%, si veda Scotus Viator (1908) e Jászi (1912); dal 42% nel 1867 si arriva al 48% o poco più nel 1910, si ha dunque ancora una maggioranza non assoluta ma relativa. I dati del censimento del 1910 sono leggibili a https://en.wikipedia.org/wiki/Magyarization, http://www.sulinet.hu/oroksegtar/data/magyarorszagi_nemzetisegek/horvatok/a_magyarorszagi_horvatok_1910_1990/pages/005_az_1910es_nepszamlalas.htm.

Il brano da cui si desume la progressione semantica di minoranza, che rispecchia nuovamente la dinamica tra prassi politica ed usi linguistici, proviene da un commento di Gángó (2009: par. 2) alla legge XLIV/1868. Viene qui proposto anzitutto in traduzione.

Stando alla proposta cosiddetta minoritaria/della minoranza, presentata dai

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deputati delle nazionalità [romena, serba e russina], sarebbe stato auspicabile che per le “popolazioni” dell’Ungheria fosse “garantita costituzionalmente l’eguaglianza politica della loro nazionalità e della loro lingua, nel rispetto dell’integrità territoriale dello Stato e della sua unità politica. [enfasi mia]

A nemzetiségi képviselők által benyújtott, úgynevezett kisebbségi javaslat szerint az lett volna kívánatos, hogy a magyarországi „népségek” számára „a nemzetiség és nyelv politikai egyenjogúsága az állam területi épségének és politikai egységének korlátai közt alaptörvényileg biztosíttatik”.

6. Mettiamo ora da parte il caso ungherese, che però prefigura il clima antebellico della Grande Guerra e ci proietta quasi al centro degli eventi che la scatenano. Dal momento che ci si sta occupando della storia di minorité, si è voluto dimostrare e documentare la lunga gestazione del nuovo significato etnico-religioso-linguistico, che acquista piena visibilità ed autonomia nel secondo decennio del Novecento, attraverso i patti internazionali postbellici già presentati. Al riguardo, l’ottava edizione del Dictionnaire (1932 - 1935) costituisce un’eccezione importante. Va sottolineato che la Costituzione della Repubblica francese recepisce soltanto nel 2008, e al termine di dibattiti durati decenni (v. ad es. Les Français et leurs langues 1988/1991, Sibille 2000 ecc.), il termine “langues régionales” (Sibille propone anche langue autochtone o langue autochtone minorisée) come sinonimo imperfetto di langues minoritaires, certamente in osservanza ai principi formulati in documenti europei ed internazionali come la Carta europea delle lingue regionali o m i n o r i t a r i e , a d o t t a t a n e l l o n t a n o 1 9 9 2 ( h t t p s : / / i t . w i k i p e d i a . o r g / w i k i /Carta_europea_delle_lingue_regionali_o_minoritarie, https://fr.wikipedia.org/wiki/Charte_europ%C3%A9enne_des_langues_r%C3%A9gionales_ou_minoritaires).

Attualmente, quindi, la costituzione francese recita:

Articolo 75 - 1: “Les langues régionales appartiennent au patrimoine de la France.” [Discussione a http://www.axl.cefan.ulaval.ca/europe/france-3politik_minorites.htm; lo si confronti, inoltre, con la formulazione presente nella Costituzione della Repubblica Italiana, articolo 6: “La Repubblica tutela con apposite norme le minoranze linguistiche”, un paragone che meriterebbe una approfondita analisi; enfasi mie.]

Nel 1992, nella nona edizione del Dictionnaire, cambia anche l’impostazione riguardo a minorité. I significati si susseguono, anzitutto, secondo l’ordine storico. I: “Condition juridique d’une personne […] qui […] n’est pas considérée en droit comme pleinement capable et responsable. […]”; II: “Par opposition à la majorité, l'ensemble des éléments d'un tout ou des individus d'un groupe qui sont inférieurs en nombre. […]”, donde la specializzazione, ma non l’autonomia, di: “Ensemble de personnes qui, au sein d'une communauté nationale, présente certains particularismes. Minorité ethnique, linguistique, religieuse. La minorité copte d’Égypte.” Quest’unico esempio concreto (‘esotico’ ma soprattutto esotizzante) è stato scelto dagli autori sicuramente perché riunisce le tre specificazioni etnico-linguistico-religiose. In maniera significativa sono stati evitati esempi calzanti con la conformazione regional-minoritaria della Francia.

Testi consultati oltre a quelli già indicati in extenso.

Av.Vv., Bevezetés a magyarországi nemzetiségi közösségek társadalomtörténetébe (Introduzione alla storia sociale delle comunità nazionali dell’Ungheria), cap. 1.2.5.: Az 1868. évi XLIV. törvénycikk a nemzetiségi egyenjogúság tárgyában (La legge XLIV/1868 riguardante l’eguaglianza

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d e l l e n a z i o n a l i t à ; h t t p : / / k i s e b b s e g t u d o m a n y . e k t f . h u / t a n a n y a g /125_az_1868_vi_xliv_trvnycikk_a_nemzetisgi_egyenjogsg_trgyban.html).

ABRAM, Marco, rec. a PERATONER, Anna Paola, Le minoranze nazionali 1919-1939. La mobilitazione della società civile internazionale, “Diacronie. Studi di Storia Contemporanea”, N. 4, 3, 2010; http://www.studistorici.com/2010/10/29/abram_numero_4/.

Pierre Albin, a cura di, Les grands traités politiques. Recueil des principaux textes diplomatiques depuis 1815 jusqu'à nos jours, Parigi, Librairie Félix Alcan, 1912, II ed.; https://archive.org/details/lesgrandstraits00albigoog.

Balogh Sándor - Sipos Levente, A magyar állam és a nemzetiségek 1848 - 1993 (Lo Stato ungherese e le nazionalità, 1848 - 1993), Budapest, Napvilág Kiadó, 2002; citato in Av.Vv., Bevezetés […].

Remo Bodei, Geometria delle passioni. Paura, speranza, felicità: filosofia e uso politico, Milano, Feltrinelli 1991, II ed. 2003.

Manlio Cortelazzo - Paolo Zolli, DELI: Dizionario etimologico della lingua italiana, Bologna, Zanichelli, 1979 - 1988, 2. ed. in vol. unico + CD rom; nuova ed. Il nuovo etimologico, di Manlio Cortelazzo e Michele A. Cortelazzo, 1999, 5 voll.

Demeter M. Attila, Az 1868-as nemzetiségi törvény országgyűlési vitája (La discussione parlamentare sulla legge delle nazionalità del 1868), dic. 2013; http://www.hargitakiado.ro/cikk.php?a=MjEyNA==.

Les Français et leurs langues: colloque tenu à Montpellier, les 5, 6 et 7 septembre 1988, a c. di Jean Claude Bouvier, Claude Martel, Publications de l'Université de Provence (Aix-Marseille I), 1991.

Gángó Gábor, Az 1868. évi nemzetiségi törvény és következményei (La legge sulle nazionalità del 1868 e le sue conseguenze), “Korunk” 2009, maggio; http://www.korunk.org/?q=node/8&ev=2009&honap=5&cikk=10569; una precedente versione più ampia in http://korunk.org/?q=node/10569; http://nemzetisegek.hu/repertorium/2003/05/Bar02.pdf .

Jászi Oszkár (1875 - 1957), A nemzeti államok kialakulása és a nemzetiségi kérdés (La formazione degli stati nazionali e il problema delle nazionalità), Budapest, Grill, 1912; http://mek.oszk.hu/09200/09267/.

Katus László, A Lex Apponyi, “Rubiconline. Történelmi magazin” 2015/2; http://www.rubicon.hu/magyar/oldalak/onlineplusz_2015_2_szam/.

Immanuel Kant, Risposta alla domanda: che cos'è l'Illuminismo?, orig. ted. del 1784; http://www2.units.it/storia/Docenti/Abbattista/Moderna_03/Kant_Was%20ist%20aufklaerung.htm.

Adolphe Mazure, Dictionnaire étymologique de la langue française usuelle et littéraire, Parigi, 1 8 6 3 ; h t t p s : / / b o o k s . g o o g l e . f r / b o o k s ?id=zJ4FAAAAQAAJ&printsec=frontcover&hl=it#v=onepage&q&f=false.

Anna Laura Messeri, Anglicismi nel linguaggio politico italiano, “Lingua Nostra”, XVIII/1957, 4: 100 - 108.

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NAREY Oumarou, Les droits des minorités en Afrique: jeu et enjeux, “Afrilex. Revue d’étude et de recherche sur le droit et l’administration dans les pays d’Afrique”, Université  Montesquieu   - Bordeaux IV, 2013; http://afrilex.u-bordeaux4.fr/les-droits-des-minorites-en.html.

Jean Nouzille, La Transylvanie terre de contacts et de conflits, “Revue de l’Europe centrale”, Strasbourg, numéro spécial, 1993; trad. ingl. del 1996 realizzata in Romania, pubblicata a Bucarest; breve presentazione dell’ed. francese in “Le Monde diplomatique”, aprile 1994, https://www.monde-diplomatique.fr/1994/04/BAILBY/7212.

Christine Peyrard, Minorités en révolution, in Raymonde Monnier (dir.), Citoyen et citoyenneté sous la Révolution française, actes du colloque international de Vizille des 24 et 25 septembre 2004, Paris, Société des études robespierristes, 2006, II. ed. 2012, pp. 143 - 150.

Alessandro Pizzorusso, Minoranze linguistiche: nozioni giuridiche e prospettive di tutela, in Lingue e diritti umani, a c. di Stefania Giannini e Stefania Scaglione, Roma, Carocci, 2011, pp. 145 - 157.

Mathieu Plésiat, Introduction. Minorité nationale: évolution d’une notion et enjeux de définition, in Paul Bauer, Christian Jacques, Mathieu Plésiat, Máté Zombory (dir.), Minorités nationales en Europe centrale. Démocratie, savoirs scientifiques et enjeux de représentation, Prague, CEFRES, 2011, pp. 9 - 29; https://halshs.archives-ouvertes.fr/file/index/docid/631580/filename/Plesiat_2011_Introduction.pdf.

Maximilien de Robespierre, Discours sur le jugement de Louis XVI (1ère intervention) prononcé à la tribune de la Convention le 3 décembre 1792; https://ihrf.univ-paris1.fr/enseignement/outils-et-materiaux-pedagogiques/textes-et-sources-sur-la-revolution-francaise/proces-du-roi-discours-de-robespierre/.

Scotus Viator (Robert William Seton-Watson, 1879 - 1951), Racial Problems in Hungary, Londra, Constable, 1908 ; h t t p : / /www.ooc i t i e s . o rg /gogas t r ansy lvan i a /Se ton -Wat son /RacialProblems.htm.

Jean Sibille, Les Langues Régionales, Parigi, Flammarion, collection "Domino", 2000; v. anche http://www.lexpress.fr/culture/livre/questions-a-jean-sibille_805853.html, 2001.

Roberto Toniatti, Minoranze, diritti delle, 1996, in Enciclopedia delle scienze sociali; http://www.treccani.it/enciclopedia/diritti-delle-minoranze_(Enciclopedia-delle-scienze-sociali)/.

The Works of Joseph Addison: The Tatler. The Guardian. The Freeholder. The Whig-examiner. The lover. Dialogues upon the usefulness of ancient medals […], New York, Harper, 1837; https://catalog.hathitrust.org/Record/006675651; v. il III vol., p. 187, p. 224: “This speech was received with the greatest gratitude by both houses; and it is said, that in the House of Commons a very candid and honourable gentleman (who generally votes with the minority [enfasi mia]) declared, that he had not heard so gracious a speech from the throne for many years last past.”

ALLEGATO

Minorité in dizionari francesi dei secoli XVII - XXI. In rosso quelli dell’Académie.

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http://artflx.uchicago.edu/cgi-bin/dicos/pubdico1look.pl?strippedhw=minorite&submit=

Jean Nicot, Le Thresor de la langue francoyse (1606)

Minorité. Excuse de minorité, AEtatis patrocinium, Perfugia aetatis. Budaeus.

Minorité, voyez Mineur.

Sur le temps de prescription faut deduire le temps de minorité, ou, Prescription ne court point pendant minorité, Vsu captiones longi temporis, iure minoris aetatis, senectutem exeunt. B._____________________________________________________________________

Dictionnaire universel contenant generalement tous les mots françois, tant vieux que modernes, & les termes de toutes les sciences et des arts, par Antoine Furetière (1690), édition de 1727, revue et augmentée par Henri Basnage de Beauval & Jean-Baptiste Brutel de La Rivière.

http://gallica.bnf.fr/ark:/12148/bpt6k50614bhttp://www.lexilogos.com/francais_classique.htm

Dal III volume: https://books.google.fr/books?id=6yQ-AAAAcAAJ&pg=PT5#v=onepage&q&f=false cercare con minorité, perché vi sono altri due impieghi in voci diverse, alla voce majeur e alla voce Lettres d’aßiette (=assiette).

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Dictionnaire de l'Académie française, 1 ed. (1694)

Minorité. s. f. Estat d'une personne mineure, ou le temps pendant lequel on est mineur. Le privilege de la minorité est de faire declarer nuls tous les actes qui sont prejudiciables à un mineur. cela est arrivé pendant sa minorité.

____________________________________________________________________________

Dictionnaire de l'Académie française, IV ed. (1762)

MINORITÉ. s.f. État d'une personne mineure, ou le temps pendant lequel on est mineur. Le privilége de la minorité est de faire déclarer nuls tous les Actes qui sont préjudiciables à un mineur. Cela est arrivé pendant sa minorité. Durant la minorité du Roi. On dit quelquefois, Minorité, absolument, en parlant de la minorité des Souverains. Durant la dernière minorité. Les minorités sont ordinairement des temps de troubles.

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Dictionnaire universel françois et latin ou Dictionnaire de Trévoux, 6e édition (1771) https://archive.org/details/dictionnaireuniv05fureV vol. , p. 1010

Jean-François Féraud, Dictionaire critique de la langue française (1787 - 88)

MINORITÉ, s. fém. État d' une persone mineure, ou le tems pendant lequel elle est mineure. "Pendant sa minorité. Durant la minorité de Louis XIV. = On le dit quelquefois absolument et sans régime, en parlant de la minorité des Souverains. "Durant la dernière minorité. "Les minorités sont ordinairement des tems de troubles.

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Dictionnaire de l'Académie française, V ed. (1798)

MINORITÉ. s. f. État d'une personne mineure, ou le temps pendant lequel on est mineur. Le privilége de la minorité est de faire déclarer nuls tous les Actes qui sont préjudiciables à un mineur. Cela est arrivé pendant sa minorité. Durant la minorité du Prince. On dit quelquefois, Minorité, absolument, en parlant de la minorité des Souverains. Durant la dernière minorité. Les minorités sont ordinairement des temps de troubles.

MINORITÉ. s. f. Le petit nombre, par opposition à Majorité, qui signifie Le plus grand nombre. La minorité des voix dans une assemblée. On appelle Minorité d'une assemblée, la partie moins nombreuse qui tâche de s'opposer à certaines opinions, certaines mesures préférées par la partie la plus nombreuse. Il étoit de l'avis de la minorité. La minorité ne doit pasl'emporter.

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* MINORITÉ. subs. fém. Nombre inférieur à la moitié des votes. Une grande minorité de voix, c'est en avoir très-peu.Il se dit aussi des membres même de l'assemblée. La minorité des votans. MIT

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Da: Colette Guillaumin, Sur la notion de minorité, “L’Homme et la société”, Année 1985, Volume 77, Numéro 1 , pp. 101 - 109; http://www.persee.fr/doc/homso_0018-4306_1985_num_77_1_2224.

p. 103

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Dictionnaire de l'Académie française, VI ed. (1835)

MINORITÉ. s. f. Le petit nombre, par opposition à Majorité. La minorité des voix, des suffrages, des votants. La minorité des Français.

Minorité d'une assemblée, La partie la moins nombreuse, qui combat certaines opinions, certaines mesures préférées par la partie la plus nombreuse. Il était de l'avis de la minorité. La minorité a gagné quelques voix. Les ennemis du ministère sont en minorité, en faible minorité dans cette assemblée.

MINORITÉ signifie aussi, L'état d'une personne mineure. Le privilége de la minorité est de faire déclarer nuls tous les actes que le mineur a faits à son préjudice.

Il signifie aussi, Le temps pendant lequel on est mineur. Cela est arrivé pendant sa minorité. Durant la minorité du prince.

Il se dit, absolument, de La minorité des souverains. Durant la dernière minorité. Les minorités sont ordinairement des temps de troubles.

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Émile Littré, Dictionnaire de la langue française (1872 - 77)

MINORITÉ (mi-no-ri-té) s. f.1. État d'une personne mineure.       BOSSUET, Louis de Bourbon.: Dieu lui avait donné cette indomptable valeur pour le salut de la France, durant la minorité d'un roi de quatre ans     Recevoir de minorité, dans l'ordre de Malte, admettre des chevaliers avant l'âge de 16 ans.     Le temps pendant lequel on est mineur.     Une minorité, le temps pendant lequel un prince souverain est mineur.       FLÉCH., le Tellier.: Déjà pour le soutien d'une minorité et d'une régence tumultueuse s'était élevé à la cour un de ces hommes [le duc d'Enghien]....       VOLT., Moeurs, 195: Une minorité ruine presque toujours des conquérants

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    Sorte de ruban qu'on inventa pendant la minorité de Louis XV.

2. Le petit nombre, par opposition à majorité.       MIRABEAU, Collection, t. I, p. 459: Le plus grand de tous les dangers, celui de transporter à la minorité des suffrages l'influence que le bien général donne incontestablement à la majorité     La minorité d'une assemblée, la partie la moins nombreuse qui combat les mesures, les opinions de la partie la plus nombreuse.     Être, se trouver en minorité, n'avoir avec soi sur une question que le moindre nombre des votants. Le ministère s'est trouvé en minorité sur cette question.     Être dans la minorité, se dit aussi en général pour professer une opinion, une croyance, etc. qui n'a pas pour elle la majorité du public.

REMARQUE    Minorité, au sens de moindre nombre, n'est pas dans les anciennes éditions du Dictionnaire de l'Académie [NON E’ DEL TUTTO VERO!, V. EDD. QUINTA E SESTA] ; c'est un mot venu d'Angleterre avec les débats parlementaires.

ÉTYMOLOGIE     Provenç. menoretat ; espagn. minoridad ; ital. minorità ; du lat. minoritatem, de minor (voy. MINEUR 2).

SUPPLÉMENT AU DICTIONNAIRE

    MINORITÉ. Ajoutez : - HIST. XVIe s.       PARADIN, Chron. de Savoye, p. 342: La duchesse sa mere .... ne pouvoit resister aux entreprinses que mettoient sus plusieurs grans seigneurs à l'occasion de la minorité de l'aage de ce jeune prince.

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Dictionnaire de l'Académie française, VIII ed. (1932 - 5)

MINORITÉ. n. f. Le petit nombre, par opposition à Majorité. La minorité des voix, des suffrages, des votants. Les ennemis du ministère sont en minorité, en faible minorité. La minorité des Français.Minorité d'une assemblée, La partie la moins nombreuse, qui combat certaines opinions, certaines mesures préférées par la partie la plus nombreuse. Un député, un orateur de la minorité. La minorité a gagné quelques voix.

MINORITÉ désigne aussi l'État d'une personne mineure. Le privilège de la minorité est de faire déclarer nuls tous les actes que le mineur a faits à son préjudice.

Il se dit, absolument, de la Minorité des souverains ou du Temps qu'a duré cette minorité. Pendant la minorité de Louis XIV. Les minorités sont ordinairement des temps de troubles.

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Da: Colette Guillaumin, Sur la notion de minorité, “L’Homme et la société”, Année 1985, Volume 77, Numéro 1 , pp. 101 - 109; http://www.persee.fr/doc/homso_0018-4306_1985_num_77_1_2224.

p. 104:

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Dictionnaire de l'Académie française, IX ed., (1986)1992 -

http://atilf.atilf.fr/dendien/scripts/generic/cherche.exe?15;s=1052836350;;

(1)MINORITÉ n. f. XIXe siècle. Emprunté du latin médiéval minoritas, de même sens.

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* I. Condition juridique d'une personne qui n'a pas atteint l'âge prescrit par la loi pour la majorité civile et qui, soumise à un régime de protection, n'est pas considérée en droit comme pleinement capable et responsable. Le Code civil définit la minorité comme l'état de l'individu de l'un ou de l'autre sexe qui n'a pas atteint l'âge de dix-huit ans accomplis. Minorité pénale, qui a pour effet de soustraire aux juridictions ordinaires les infractions commises par des mineurs et de soumettre ceux-ci à un régime pénal particulier. Excuse de minorité, excuse atténuante qui, en considération de l'âge du délinquant mineur, entraîne la réduction des peines encourues.  * Par ext. Période de la vie précédant l'âge de la majorité légale. Se dit particulièrement du temps pendant lequel un prince souverain ne peut, du fait de son âge, gouverner par lui-même. En vertu d'une ordonnance de Charles V, la minorité des rois de France prenait fin à quatorze ans. Le duc d'Orléans exerça la régence durant la minorité de Louis XV. Absolt. Les minorités furent souvent des temps de troubles.

* II. Par opposition à la majorité, l'ensemble des éléments d'un tout ou des individus d'un groupe qui sont inférieurs en nombre. La minorité des voix, des suffrages, des votants lors d'une consultation électorale. Les opposants à ce projet ne représentent qu'une faible, qu'une infime minorité. Minorité agissante, petit groupe qui compense son infériorité numérique par un activisme très grand.  * Loc. Être mis en minorité, ne pas obtenir le nombre de suffrages nécessaire pour l'emporter dans un scrutin. Le gouvernement s'est trouvé en minorité à l'Assemblée sur cette question. * Par méton. Groupe, parti, coalition qui, au sein d'une assemblée, d'un conseil représentatif, n'a pu obtenir suffisamment de voix, de sièges pour détenir le pouvoir de décision. Faire partie de la minorité, rejoindre la minorité. Minorité parlementaire (aujourd'hui, on parle plus couramment d'Opposition). Minorité de blocage, minorité qui a le pouvoir d'empêcher certaines décisions.   Spécialt. Ensemble de personnes qui, au sein d'une communauté nationale, présente certains particularismes. Minorité ethnique, linguistique, religieuse. La minorité copte d'Égypte.

____________________________________________________________________________________http://www.cnrtl.fr/definition/minorit%C3%A9, Ortolang.

MINORITÉ, subst. fém.

A. − [La minorité affecte une pers.]1. [Le subst. renvoie à l'adj. mineur] État d'une personne qui n'a pas encore atteint l'âge légal au-delà duquel elle est considérée comme pleinement responsable de ses actes:1. Le roi des grillons me faisoit la grâce de m'aimer; il n'ignoroit pas que ma minorité expire aujourd'hui, et qu'il est de l'usage des princesses de ma maison de prendre un mari à dix ans. Nodier,Trésor Fèves,1833, p.45.− En partic. Minorité d'un souverain. Période pendant laquelle un souverain, à cause de son jeune âge, ne peut régner par lui-même. La longue minorité de Charles VI, les malheurs de son règne, les déréglemens d'Isabeau de Bavière, firent tout-à-coup succéder la licence la plus effrénée à la réserve la plus scrupuleuse (Jouy,Hermite, t.3, 1813, p.6).Pendant la minorité de leur roi mi-anglais, mi-français, le duc de Glocester (...) et son oncle (...) se prenaient aux cheveux (A. France,J. d'Arc, t.1, 1908, p.123).2. [Le subst. renvoie à l'adj. moindre] État d'infériorité. Le peuple, au Moyen-Âge surtout, est dans la société ce qu'est l'enfant dans la famille. Tant qu'il reste dans cet état d'ignorance première, de minorité morale et intellectuelle, on peut dire de lui comme de l'enfant: cet âge est sans pitié (Hugo,N.-D. Paris,1832, p.268).Parfois (...) cet esprit poétique (...) entendit dans la parabole mystique de l'arbre de la science (...) un avertissement clair, à savoir que la science n'était pas bonne pour l'homme pendant la minorité de son âme (Baudel.,Nouv. Hist. extr.,1857, p.328).B. − [La minorité concerne un groupe, un ensemble]1. Ensemble des membres qui, les moins nombreux dans une assemblée, un groupement, s'opposent à la majorité. V.opposition.Être dans la minorité; minorité de droite, de gauche; division majorité-minorité. Je leur ai fait part de tout ce que savais; je leur ai communiqué des notes importantes sur la minorité et la majorité du conclave, sur les sentiments dont les différents partis sont animés (Chateaubr.,Mém., t.3, 1848, p.506):2. La direction générale des esprits était la même dans tout le parti populaire, car tous voulaient la liberté; mais il y avait des divisions particulières dans la majorité comme dans la minorité de l'Assemblée, et la plupart de ces divisions étaient fondées sur les intérêts personnels qui commençaient à s'agiter. Staël,Consid. Révol. fr., t.1, 1817, p.234.− En partic.♦ [Dans un vote, dans une réunion de votants] Nombre des suffrages inférieur à la moitié des votants. Être mis en minorité:3. Aussitôt, tout a changé comme par enchantement et avant-hier l'opposition a été en minorité de quarante voix dans les bureaux. Le cabinet qui était par terre est donc relevé. Mais il est si profondément atteint que je ne sais s'il pourra longtemps se soutenir. Tocqueville,Corresp. [avec Reeve], 1845, p.87.

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♦ [A l'intérieur d'un parti, d'un syndicat, d'une collectivité] Rassemblement d'individus que des idées, des intérêts, des tendances différencient d'une majorité dirigeante. Une minorité agissante, de blocage. Les anciens partisans du facteur aux huîtres se réunirent à ce groupe de mécontents, et j'eus bientôt vingt-neuf voltigeurs contre moi. C'était une minorité imposante, et je craignais que ma popularité n'en fût bientôt ébranlée (Reybaud,J. Paturot,1842, p.219).L'attitude germanophile de cette minorité visible et remuante abusait des hommes malheureux, par conséquent irritables et aisément enclins aux généralisations hâtives (Ambrière,Gdes vac.,1946, p.41):4. Ce qui fait la noblesse du socialisme, c'est qu'il ne sera pas un régime de minorité. Il ne peut donc pas, il ne doit donc pas être imposé par une minorité. Jaurès,Ét. soc.,1901, p.94.2. Le plus petit nombre de personnes ou de choses dans une collectivité ou un ensemble. Dans la minorité des cas. − Voyez cependant sainte Colette, Lydwine, sainte Aldegonde, Jeanne-Marie de la Croix, la soeur Emmerich, combien d'autres qui passèrent leur existence, à moitié paralysées, sur un lit! − Elles sont une minorité infime (Huysmans,En route, t.2, 1895, p.147).Un tiers seulement des enfants nés dans la paroisse dont il est question ont été baptisés, et c'est une minorité encore plus faible qui fréquente le catéchisme et reçoit quelque instruction religieuse (Coppée,Bonne souffr.,1898, p.172).3. DR. INTERNAT. ,,Groupement de personnes liées entre elles par des affinités religieuses, linguistiques, ethniques, politiques, englobées dans une population plus importante d'un État, de langue, d'ethnie, de religion, de politique différentes`` (Sand.-Béa Pol. 1976). Minorité blanche, culturelle, raciale. La minorité catholique d'Irlande du Nord.

Prononc. et Orth.: [minɔ ʀite]. Atp.ds Ac. dep. 1694. Étymol. et Hist. I. 1376 «situation d'une personne mineure» (Acte de Charles V, 21 mai ds Mandements et actes divers de Charles V, éd. L.Delisle, p.643). II. 1. 1727 «partie la moins nombreuse d'un groupe» (Le Freeholder, etc. p.77 ds Barb. Infl. no7, p.9); 1776 «groupe qui réunit le moins grand nombre de suffrages» (Garnier à Vergennes, 18 mars - Doniol I, p.456 n. − ds Proschwitz Beaumarchais, 270);2.1784 «le plus petit nombre d'un ensemble (sans idée de suffrage)» (Brissot, Journ. du Licée, juin, − II, p.385 − , ibid.), minorité est moins fréq. que majorité, v. Proschwitz, loc. cit.; 3. 1851 (J. Simon, Relig. natur., p.402:... on commençait à se demander ce que c'était que la loi sans un Dieu, et s'il y avait autre chose en elle que l'oppression des minorités); 1908 minorité nationale (Lar. mens., p.235b); 1931 minorités ethniques (Lar. 20e). I empr. au lat. médiév. minoritas, -atis terme de dr. (1189 ds Nov. Gloss.), dér. de minor, v. mineur2. II empr. à l'angl. minority «groupe le moins important» (1734 d'apr. Höfler ds Z. rom. Philol. t.86, p.336); «groupe le moins important dans un vote» (1774 ds NED) mais le sens 3 est attesté seulement en 1921 ds NED Suppl.2Fréq. abs. littér.: 382. Fréq. rel. littér.: xixes.: a) 792, b)230; xxes.: a) 621, b) 450. Bbg. Barb. Loan-words 1921, p.144. _ Dub. Pol. 1962, p.344. _ Mack. t.1 1939, p.118, 163, 280, 284, 287. _ Maulnier (Th.). Le Sens des mots. Paris, 1976, pp.149-150. _ Quem. DDL t.11.