Maria Regina dei nostri cuori - Parrocchie.it · de di regnare sul mio cuore. La prima spada,...

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PARROCCHIA VIVA 1 NOTIZIARIO DELLA PARROCCHIA S. TERESA DEL BAMBINO GESÙ - TOMBETTA - VERONA - TEL. 045 500954 - MAGGIO 2010 La quarta spada è il conforto nel dolore, il dolore nel conforto: due sguardi si incontrano sulla via della Croce, dove camminiamo noi, discepoli diletti. Il Figlio può vedere la Madre, la Madre non riconoscerebbe più il Figlio sfigurato dal nostro peccato se non lo rivelasse l’Amore detto: da ogni goccia di sudore, da ogni goccia di sangue, da ogni spina e ogni chiodo, da ogni caduta e da ogni insulto. La quarta spada potente trasforma l’an- goscia ed il dolore. Con la quinta spada Maria, Sposa e Madre, conqui- sta tesori, rapina il Cielo, ci dona Gesù, verginalmente. “Passando vicino a me, Gesù ha visto che era venuto per me il tempo di essere amata, ha fatto alleanza con me e sono diventata sua... ha steso su di me il suo man- tello, mi ha lavato con profumi preziosi, mi ha rivestita di vesti ricamate, donandomi collane e ornamenti sen- za prezzo... mi ha nutrita della farina più pura, di miele e di olio in abbondanza... allora sono diventata bella ai suoi occhi e ha fatto di me una regina potente!...” (Ms A 47r°). Quando Maria riebbe tra le braccia il corpo morto del suo Figlio, allora dovette sguainare la sesta spada. Bisognava uccidere il tentatore, il disperato, il triste, colui che ci mostra la morte e nasconde la vita, colui che vuole la no- stra perdizione. O santa Regina delle sette spade, difendici dal vuoto del mali- gno: attaccalo, colpiscilo, vincilo con la tua santa speranza. “La Vergine Santa non manca mai di proteggermi appena la invoco. Se soprag- giunge una preoccupazione, una difficoltà, subito mi rivolgo a lei e sempre, come la più tenera delle Madri, prende a cuore i miei in- teressi! Quante volte, parlando alle novizie, mi è capitato di invocarla e di sperimentare i benefici della sua protezione materna! (Ms C 26r°). “Adesso e nell’ora della nostra mor- te” è il nome proprio della settima spada. Ti preghiamo o potente Regina, prega per noi che siamo figli tuoi. P.G. Ho cominciato a pensare a Maria Santissima come ad una potente Regina, alla quale affidare prontamente il mio cuore, quando ebbi la sorpresa di scovare la sua armería. Solo allora. Prima me ne stavo un po’ lontano non avendo alcuna intenzione di mettermi al servizio di una regina troppo disarmata. Me ne sarei pure allonta- nato maggiormente, tanto aborrivo il sentimentalismo del mese di maggio, del mese dei fiori (ne aspettavo piuttosto la fine, e di giugno le ciliege) se la saggezza del buon don Luigi, parroco di san Rocco a Trento, non mi avesse trattenuto in quei paraggi, con il rosario quo- tidiano, recitato al microfono da noi chierichetti. Mi fecero a lungo girovagare nelle buone acque di Cristo e così trovai. Imbattutomi dunque in questa santabarbara della Chiesa, chiesi alla potente Regina delle Sette Spa- de di regnare sul mio cuore. La prima spada, quella che trafigge il cuore, è il se- gno della vittoria sull’uomo vecchio: segno di contraddi- zione, spada a doppio taglio, mistero della parola che “penetra fino al punto di divisione dell’anima e dello spirito, delle giunture e delle midolla e scruta i sentimenti e i pensieri del cuore” (Eb 4,12). Il primo colpo della prima spada abbatte la pigrizia di starsene a casa propria. La seconda spada Gesù, Giuseppe e Maria la trovarono in Egitto: è la spada che spezza i legami, tagli i nodi, ci rende liberi. Come cantare i canti di Sion in questa no- stra terra straniera che ci avvinghia e rin- chiude? Mi si attacchi la lingua al palato, mi si secchi la mia destra, se mi dimen- tico di te, Gerusalemme, mia patria, il Suo Volto (cfr. Sal 136). La terza spada è la gioia di vederti, Figlio mio! E di vedere te, Madre cara, Vergine del Sorriso, Madonna di tutte le Vittorie. Quanta fatica deve costare un sorriso se ce ne scambiamo così pochi! L’incantevole sorriso della Madonna in- vece penetra fino in fondo all’anima, la guarisce, uccide la tristezza che ammor- ba i nostri ambienti, offusca i nostri sen- si, volge il bello in brutto ed il brutto in bello. “All’improvviso la Madonna mi parve bella, così bella che non avevo mai visto nulla di così bello: il suo vol- to spirava una bontà e una tenerezza ineffabile …” (Ms A 30r°). www.parrocchie.it/verona/santateresatombetta - parrocchiasantateresa @ gmail.com Maria Regina dei nostri cuori MESE DI MAGGIO, UN MESE CON MARIA MaterAmabilis, Chiesa di S. Pietro in Oliveto, statua lignea fine XIX sec.

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PARROCCHIA VIVA1

NOTIZIARIO DELLA PARROCCHIA S. TERESA DEL BAMBINO GESÙ - TOMBETTA - VERONA - TEL. 045 500954 - MAGGIO 2010

La quarta spada è il conforto nel dolore, il dolore nel conforto: due sguardi si incontrano sulla via della Croce, dove camminiamo noi, discepoli diletti. Il Figlio può vedere la Madre, la Madre non riconoscerebbe più il Figlio sfigurato dal nostro peccato se non lo rivelasse l’Amore detto: da ogni goccia di sudore, da ogni goccia di sangue, da ogni spina e ogni chiodo, da ogni caduta e da ogni insulto. La quarta spada potente trasforma l’an-goscia ed il dolore.

Con la quinta spada Maria, Sposa e Madre, conqui-sta tesori, rapina il Cielo, ci dona Gesù, verginalmente. “Passando vicino a me, Gesù ha visto che era venuto per me il tempo di essere amata, ha fatto alleanza con me e sono diventata sua... ha steso su di me il suo man-tello, mi ha lavato con profumi preziosi, mi ha rivestita di vesti ricamate, donandomi collane e ornamenti sen-za prezzo... mi ha nutrita della farina più pura, di miele e di olio in abbondanza... allora sono diventata bella ai

suoi occhi e ha fatto di me una regina potente!...” (Ms A 47r°).

Quando Maria riebbe tra le braccia il corpo morto del suo Figlio, allora dovette

sguainare la sesta spada. Bisognava uccidere il tentatore, il disperato, il triste, colui che ci mostra la morte e nasconde la vita, colui che vuole la no-

stra perdizione. O santa Regina delle sette spade, difendici dal vuoto del mali-gno: attaccalo, colpiscilo, vincilo con la tua santa speranza.

“La Vergine Santa non manca mai di proteggermi appena la invoco. Se soprag-

giunge una preoccupazione, una difficoltà, subito mi rivolgo a lei e sempre, come la più tenera delle Madri, prende a cuore i miei in-teressi! Quante volte, parlando alle novizie, mi è capitato di invocarla e di sperimentare i benefici della sua protezione materna! (Ms C 26r°). “Adesso e nell’ora della nostra mor-te” è il nome proprio della settima spada. Ti preghiamo o potente Regina, prega per

noi che siamo figli tuoi.� P.�G.

Ho cominciato a pensare a Maria Santissima come ad una potente Regina, alla quale affidare prontamente il mio cuore, quando ebbi la sorpresa di scovare la sua armería. Solo allora. Prima me ne stavo un po’ lontano non avendo alcuna intenzione di mettermi al servizio di una regina troppo disarmata. Me ne sarei pure allonta-nato maggiormente, tanto aborrivo il sentimentalismo del mese di maggio, del mese dei fiori (ne aspettavo piuttosto la fine, e di giugno le ciliege) se la saggezza del buon don Luigi, parroco di san Rocco a Trento, non mi avesse trattenuto in quei paraggi, con il rosario quo-tidiano, recitato al microfono da noi chierichetti. Mi fecero a lungo girovagare nelle buone acque di Cristo e così trovai. Imbattutomi dunque in questa santabarbara della Chiesa, chiesi alla potente Regina delle Sette Spa-de di regnare sul mio cuore.

La prima spada, quella che trafigge il cuore, è il se-gno della vittoria sull’uomo vecchio: segno di contraddi-zione, spada a doppio taglio, mistero della parola che “penetra fino al punto di divisione dell’anima e dello spirito, delle giunture e delle midolla e scruta i sentimenti e i pensieri del cuore” (Eb 4,12). Il primo colpo della prima spada abbatte la pigrizia di starsene a casa propria.

La seconda spada Gesù, Giuseppe e Maria la trovarono in Egitto: è la spada che spezza i legami, tagli i nodi, ci rende liberi. Come cantare i canti di Sion in questa no-stra terra straniera che ci avvinghia e rin-chiude? Mi si attacchi la lingua al palato, mi si secchi la mia destra, se mi dimen-tico di te, Gerusalemme, mia patria, il Suo Volto (cfr. Sal 136).

La terza spada è la gioia di vederti, Figlio mio! E di vedere te, Madre cara, Vergine del Sorriso, Madonna di tutte le Vittorie. Quanta fatica deve costare un sorriso se ce ne scambiamo così pochi! L’incantevole sorriso della Madonna in-vece penetra fino in fondo all’anima, la guarisce, uccide la tristezza che ammor-ba i nostri ambienti, offusca i nostri sen-si, volge il bello in brutto ed il brutto in bello. “All’improvviso la Madonna mi parve bella, così bella che non avevo mai visto nulla di così bello: il suo vol-to spirava una bontà e una tenerezza ineffabile …” (Ms A 30r°).

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Maria Regina dei nostri cuoriMESE DI MAGGIO, UN MESE CON MARIA

Mater�Amabilis,�Chiesa di S. Pietro in Oliveto, statua lignea fine XIX sec.

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Quando ero bambina avevo due fissazioni: legge-re e... tentare in tutti i modi di imitare una persona che aveva qualche anno più di me.

Nei libri annegavo totalmente: ogni giro pagina apriva una porta su un mondo che mi restituiva me stessa e mi ci addentravo (come l’Alice di Carroll) trascinata dallo stupore che veniva dalla potente im-pressione che ogni parola fosse stata scritta per me. Infiniti specchi che rimandavano, trasfigurata di ma-gia, la mia immagine.

E poi c’era questo mio amico: appena un po’ più grande, mi sembrava perfetto; mi pareva che se fossi riuscita a “ripeterlo” esattamente, sarei riuscita per-fetta anch’io. E ci provavo con studiata convinzione, fino a rasentare il ridicolo.

Questa seconda passione, una volta che fui cresciuta, com’è prevedibile sfumò: ben presto co-stui subì ai miei occhi la metamorfosi del realismo e apparve qual era: né più né meno che tutti gli altri, anzi, forse qualcosa meno...

Anche le pagine dei libri riuscivano sempre più raramente ad aprirmi mondi di bellezza: la passione rimaneva (e ancora dura incorrotta) ma le aspetta-tive erano sempre più alte, la sete sempre più pro-fonda, sempre più difficile da saziare...

“Sono stato fatto per vedere Te; e non ho ancora realizzato ciò per cui sono stato fatto” – diceva Sant’Anselmo d’Aosta.

“...ho una sete indescrivibile e non mi sembra vero di poterla finalmente appagare...” (Beata Ma-ria Candida dell’Eucaristia).

Solo se abbiamo Dio nel cuore possiamo co-gliere nel volto dell’altro un fratello...” (Martino de Porres).

“La liberazione culmina nella felicità di Dio” (Oscar Romero).

“L’anima non può che nutrirsi di Dio; soltanto Dio può riempirla!” (santo Curato D’Ars).

Cinque volti abbiamo incontrato lungo la scorsa quaresima, cinque vite che hanno calcato le strade di questo mondo prima di noi, come noi... Cinque che hanno trovato il Libro che sazia la sete; cinque che hanno trovato Chi vale la pena di imitare vera-mente.

È vero: abbiamo avuto la penna di un maestro a raccontarcene la vita, abbiamo avuto la suggestione delle immagini ad aiutare i nostri sguardi, abbiamo avuto la magia della musica a far risuonare le loro parole nei nostri pensieri. Ma è ricalcando i passi di Anselmo, Martino, Maria, Romero e il Curato d’Ars che abbiamo misurato l’evidenza di ciò che accade nei giorni di un uomo quando capisce che nel cuore del cuore di sé e della vita tutta c’è Dio.

� M.T.

I Santi: una traccia per seguire il Signore

San�Martino�De�Porres

Sono molti anni che il cammino quaresimale del Movimento Ecclesiale Carmelitano è carat-terizzato dai “Ritratti di Santi” scritti dal teologo carmelitano P. Antonio Maria Sicari e proposti in tutte le città dove c’è una comunità del Mec.

Qui nella basilica di Santa Teresa, questo evento realizzato con la collaborazione della Par-rocchia e del coro Santa Teresa, ha illuminato il nostro cammino quaresimale e ci ha condotti all’incontro con Cristo morto e risorto insieme a coloro che hanno donato tutta la loro vita a Dio: i santi.

Per noi è stato un momento di grande profon-dità; imitare i santi vuol dire incontrare il Signore là dove Dio ci attende cioè nella profondità di ogni cuore umano.

I Santi ci insegnano che l’amore per il Signore non è completo se non è accompagnato dal-l’amore per i fratelli e da questo scaturisce un de-siderio di missionarietà che porta alla nascita di una miriade di opere.

� Maria�Arcangeli

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Personalmente ricordo l’esordio del suo discorso, mi è rimasto come stampato in testa: “Su internet trovi frasi come «La misura dell’amo-re è amare senza misura». Gli uo-mini sono bravi a formare queste belle frasi… ma le sanno capire dav-vero?”.

Ricordo la chiave del discorso che esprime un concetto bilaterale a cui pochi fanno davvero caso, eppure è talmente semplice!

“La misura dell’amore sta nella somiglianza. Cristo si è reso così simile all’uomo quel Santo Ve-nerdì tanto da morire per amore, per salvare ognu-no di noi da un abisso in cui precipita, tendendo le braccia. Così noi per imparare ad amare dobbia-mo renderci simili al suo esempio”.

Padre Antonio, con queste parole e con altre testi-monianze toccanti di tre persone, fa comprendere ciò che gli altri adulti hanno provato a spiegarci da una vita intera, ed è una cosa straordinaria.

Ma il viaggio è andato ben oltre le parole del sag-gio. Ci sono stati grandi momenti di divertimento e di svago: i mitici non erano soli, e per fortuna.

Tanti ragazzi di Brescia, Adro, Trento e Treviso hanno preso parte a quest’esperienza così significati-va e c’è stato così modo di incontrarsi e confrontarsi, anche se in argomenti più vari.

La Via Crucis nel pomeriggio è stata dura per tutti quanti, decisamente im-pegnativa. Ma c’è da ammettere che valeva la pena ascoltare più a fondo, camminare insieme e godersi la bellez-za della Leonessa d’Italia.

Il ritorno è stato pacifico, con una sosta all’autogrill per sgranchirsi le gambe.

Torneremo mai a Brescia? E chi lo sa… guardiamo solo il futuro con occhi euforici, perché non importa né il dove, né il quando: conta solo che il futuro ci doni altri modi per stare assieme ed imparare assieme. Non solo con la te-sta ma soprattutto con il cuore.

�� Miriam

Ore 8 e 15 di un venerdì leggermente fuori del comune, di fronte allo spiazzo del rinomato GREST. Di chi sono quelle facce stra-assonnate, tirate e sba-diglianti?

Ma è ovvio! I mitici ’94 e ’95, sono proprio loro! In compagnia di Penzo, Teresa, Lucia, Alice e France-sco.

Dopo i classici minuti dell’attesa del resto della gang, eccoli salire sull’anonimo (ma che non passa di certo inosservato) furgoncino della Parrocchia, alla ricerca di una nuova avventura.

La destinazione è Brescia, che l’atmosfera prima-verile ha reso assolata e tiepida, e traboccante di colori. Si varia dai verdi dei parchi al rosso e al bian-co dei mattoni delle case, accalcate l’una sull’altra, dalle quali emergono le figure argentee dei palazzi più alti e più moderni. Uno strano contrasto, sì, ma decisamente affascinante.

Arrivano per primi i nostri eroi, come sempre. Ma qual è lo scopo della loro ricerca, in quel venerdì d’aprile non qualunque, in quel Venerdì Santo?

La loro ricerca volge all’avvicinarsi di un unico vero grande eroe che in quel giorno funesto spirò.

Quell’uomo, che è anche Dio, ma che non è metà e metà. Quell’uomo che sorrideva alla gente con le labbra, con gli occhi e con il cuore, che quel giorno ha esalato il suo ultimo respiro di quella vita su una croce.

I mitici ’94 e ’95 sono andati a Brescia perché quel giorno non andasse dimenticato e per prepararsi a quello che ci sarebbe stato dopo, la Resurrezione di quell’eroe, la Pasqua. Sono andati là per approfondi-re quel suo gesto. Grazie alle parole del saggio e del carismatico Padre Antonio hanno capito che la misu-ra dell’amore è la somiglianza.

La somiglianza è la misura dell’amore

Alcuni�dei�partecipanti�alla�Via�Crucis�di�Brescia

Negativo�fotografico�del�santo�volto�della�Sacra�Sindone

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La prima volta che sono stata a Lourdes, nel 2006, mi ha colpito l’atmosfera di serenità che vi si respirava e la calma che si vive pur in un ritmo serrato di impegni.

Le persone sono gentili, ti danno il posto nella fila spontaneamente reputando la tua at-tesa più pesante della loro; i malati sono sere-ni, senza pretesa, sorridenti, riconoscenti per qualsiasi cosa ricevano; i barellieri e le dame sono felici di poter servire e si danno da fare senza neppure essere richiesti; i medici colla-borano spontaneamente tra loro, ascoltano i malati, li visitano con gioia, intervengono con spirito di solidarietà e se un collega è in diffi-coltà sono lieti di sostituirlo o affiancarlo nel turno di servizio.

Tutto questo è esattamente l’opposto di quanto si sperimenta nella vita di tutti i giorni quando si è a casa: sembra un sogno, invece a Lourdes è la realtà quotidiana.

Poi c’è la dimensione spirituale, davvero Lourdes è “la casa della Madonna”, se ne sente la Presenza materna e protettiva e si ha la sensazione di non poter essere raggiunti dal male….

Alla fine di quel primo pellegrinaggio ebbi la tentazione di fermarmi là per sempre, lavorando come medico in quel clima ideale…. Poi tornai, ripromettendomi però di tornare a fare servizio ogni anno per permettere ai ma-lati di poter fare anche loro questa esperienza di salute-salvezza.

Questo è stato il mio quinto pellegrinaggio a Lourdes come medico UNITALSI. Ogni anno è una esperienza diversa, ogni anno nutre l’anima e fa respirare un po’ di Cielo e dà la carica per

essere nel quotidiano un segno di Speranza certa, lavorando accanto ai malati con la delicatezza, il rispetto sacro, la disponibilità e l’accoglienza sperimentati Là.

� Marialucia�Semizzi

L’esperienza di un medico a Lourdes

Il�gruppo�di�ammalati�e�pellegrini�partiti�da�Santa�Teresa,�sotto�la�protezione�di�Maria

Le�basiliche,�la�cripta�e�la�grotta,�viste�dal�Carmelo�di�Lourdes

PARROCCHIA VIVA4 PARROCCHIA VIVA5

suoi più piccoli dettagli, studiato da ricercatori di tutto il mondo, credenti e non credenti.

Ferma qualche minuto a guardare la “fotografia più antica del mondo” non ho percepito la spie-gazione del sacerdote preposto perché mi sono isolata nella contemplazione di tale reliquia. Quanta emozione! Mi sono commossa non solo perché sono evidenti i segni di quanto ha sofferto fisicamente Cristo, ma per il grande messaggio e significato che esprime la Sindone. Il volto, le mani, il costato, i piedi trafitti… immobile osservo e prego.

Perché Cristo ha voluto lasciarci un segno così evidente, la sua immagine che incarna la sofferenza del mondo? L’energia sprigionata durante la Resur-rezione ha impresso la figura di colui che ha dato la vita per tutti. L’energia e la forza che trapelano dobbiamo farle nostre. Ogni giorno chiediamo al Signore di rafforzare la nostra fede e Lui ci dà dei segni. Tutti noi pellegrini abbiamo vissuto con stati d’animo personale questa bella esperienza che si è conclusa con la visita alla mostra “I volti del Messia” presso la Venaria Reale, a coronamento di un arric-chimento spirituale indelebile.

Monica

Martedì 20 aprile un folto gruppo di parrocchiani si è ritrovato alle 6.15 davanti alla Basilica pronto per affrontare un viaggio con una meta particolare: Torino e la Sacra Sindone.

Già durante il mese di ottobre ho saputo che a Torino dal 10 aprile al 23 maggio ci sarebbe stata l’Ostensione della Sacra Sindone.

Perché allora non proporre un pellegrinaggio per “vedere” il telo che ha avvolto Cristo dopo la sua morte?

L’ho proposto a padre Giacomo che ha accolto l’iniziativa con entusiasmo.

Molti partecipanti avevano già visto il sacro telo durante le precedenti ostensioni, anch’io nel lontano 1978. Durante il viaggio abbiamo potuto preparare il nostro animo, il nostro spirito all’ostensione. Gi-unti a Torino il gruppo ha seguito a piedi il percorso predisposto che si snodava dai giardini reali alla Basilica.

In poco tempo siamo giunti alla Basilica dove, prima di passare innanzi alla Sindone, abbiamo as-sistito alla proiezione di una breve presentazione delle parti del lino benedetto.

Ma eccoci davanti a questo telo esaminato nei

Sulle tracce del volto di Cristo

I�pellegrini�guidati�dal�P.�Parroco

PARROCCHIA VIVA6 PARROCCHIA VIVA7

A quel punto siamo stati collocati in famiglie che avevano deciso di ospitarci per quella notte! La loro ospitalità è stata meravigliosa! Ognuno ci ha dato a disposizione tutto quello di cui potevamo aver biso-gno: dai trucchi e piastra per capelli per le ragazze, a videogiochi per i ragazzi e qualsiasi servizio di cui avevamo bisogno. La mattina poi siamo anche andati a visitare la città con loro, i monumenti ecc…

La cena e la colazione poi sono state fantastiche! Non tanto per il cibo che era buonissimo, ma per il modo in cui l’avevano preparato. Inoltre, ogni fami-glia ospitante ha preparato ai ragazzi ospitati il pran-zo al sacco per il giorno stesso! Un’ospitalità stupen-da!

Il giorno dopo abbiamo fatto un incontro dedicato a tutti i giovani del cammino neocatecumenale per ascoltare le parole di Kiko, Carmen e Padre Mario (iniziatori di questo cammino).

Anche questa è stata un’esperienza fantastica e in-dispensabile perché per noi e per molti altri era la pri-ma volta che vedevamo il Papa e gli iniziatori del cammino dal vivo e da così vicino!

Siamo partiti da Roma verso le 19.00. Durante il viaggio abbiamo cantato e discusso della nostra espe-rienza.

Questo fino alle 22.30 perché alla fine uno ad uno siamo crollati tutti!

Siamo arrivati a Verona verso le 3.00 della mattina successiva, ognuno con una nuova esperienza da rac-contare!

Samuele�e�Miriam�Marrone

Siamo partiti alle 7.00 dopo aver fatto le lodi tutti insieme alle 6.00 in Chiesa.

Sul pullman abbiamo fatto le presentazioni e que-sto ci ha permesso di conoscerci meglio tra di noi e di fare amicizia con i ragazzi di un’altra parrocchia che è venuta a Roma nel pullman con noi.

Durante il viaggio abbiamo parlato e soprattutto cantato. Ogni volta che ripartivamo, alla fine di ogni pausa caffè-bagno, facevamo sempre una preghiera accompagnata da canti, per ringraziare il Signore dell’opportunità che ci stava dando per incontrarlo e perché arrivassimo sani e salvi a destinazione.

Dopo le presentazioni iniziali, abbiamo fatto le lodi con canti, chitarre e cembali. Abbiamo fatto un mo-mento in cui ognuno ha detto la sua esperienza e poi le preghiere personali, sempre per rimanere in comu-nione tra di noi e con il Papa stesso che ci stava atten-dendo.

Siamo arrivati a Roma verso le 14.00. Ci siamo in-camminati verso piazza S. Pietro e arrivati là abbiamo atteso che aprissero la piazza per poter entrare.

Per passare il tempo e rimanere sempre in comu-nione, abbiamo “APERTO LE DANZE!”: ci siamo mes-si a danzare e cantare e si sono uniti a noi molti altri giovani provenienti da ogni parte dell’Italia.

Poi siamo entrati e noi con il nostro gruppo aveva-mo i posti prenotati a circa 200 metri dal Papa!

È stato bellissimo vedere il Papa così da vicino ed è stato altrettanto bello l’incontro perché ci siamo sentiti tutti coinvolti. Il Papa si è dedicato a noi giova-ni, ha parlato dei problemi giovanili d’oggi e l’abbiamo sentito molto vicino! L’incontro è finito verso le 22.00.

Esperienza del pellegrinaggio dal Papa, a Roma: 25 anni di GMG

XXXII�pellegrinaggio�mariano�Madonna�della�Stella-Madonna�della�Neve,�9�maggio�2010.

Per informazioni ed iscrizioni rivolgersi presso gli uffici parrocchiali.

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Adorazione Eucaristicatutti i mercoledì

dalle ore 19.00 alle 20.00

“Venite ad adorare la comunione che ricevete, venite a Gesù, venite a vivere di Lui, al fine di vivere per Lui”

(Curato d’Ars)

Continua l’incontro con le famiglie della nostra parrocchia attraverso una preghiera, una benedizione e un saluto, che significa un arrivederci presto. P. Damiano, P. Giacomo e P. Enzo.

AnagrafeHANNO RICEVUTOIL BATTESIMO CRISTIANOAlbano Matteo; Ghirigato Camilla; Fernando Warnakulasuriya Himasha Laksani; Ferrari Silvano Kevin; Galante Alessandro; Galante Francesco; Oro Matteo Antonio; Lucchese Caterina; Boschi Teresa; Stefanelli Maria Francesca; Marta Giulia; Violante Annalisa; Pozzani Edoardo; Zorzi Alice; Migliorini Nicole Maria; Toglo Edem Alberto.

SI SONO SPOSATI NEL SIGNOREBonetti Paolo e Pardini Elvira; Mainenti Daniele e Pilati Elena.

SONO TORNATI ALLA CASA DEL PADREZonato Umberto (a.75); Sancassani Fernanda (a.78); Giannese Luigi (a.90); Lanza Clara (a.80); Migliorini Giannino (a.82); Nicolis Maria (a.81); Oli-vato Rosa (a.87); Terzi Luigi (a.86); Riolfi Gianfranco (a.74); Ulivi Giancarlo (a.71); Piubello Daniela (a.65).

29-30 maggio 2010festa della famiglia

Chiusura dell’anno catechistico, festa degli anniversari di matrimonio, pranzo insieme, e Iª Edizione dell’Olimpiade di Santa Teresa

Parrocchia di Santa tereSa di GeSù BamBino

GIORNATA MISSIONARIA CARMELITANAIl prossimo 16 maggio 2010, nella nostra Basili-ca-Parrocchia celebreremo la giornata missionaria carmelitana. In particolare pregheremo per i no-stri padri missionari presenti in Romania e Mada-gascar e poi chiederemo al vostro cuore un con-tributo materiale, possibilmente economico per aiutare la realizzazione delle opere missionarie dei PP. Carmelitani Scalzi della Provincia Veneta.

GIORNO ORA CINEMA O TEATRO TITOLO REGIAmer 05 mag 10 21.15 Cineforum Sherlock Holmes Guy Ritchiegio 06 mag 10 21.00ven 07 mag 10 16.30 e 21.00mer 19 mag 10 21.15 Cineforum Il figlio più piccolo Pupi Avatigio 20 mag 10 21.00ven 21 mag 10 16.30 e 21.00mer 26 mag 10 21.15 Cineforum *** da definire *** gio 27 mag 10 21.00ven 28 mag 10 16.30 e 21.00

Questi sono gli appuntamenti che il teatro Santa Teresa offre a tutti gli amanti del cinema e del teatro

Vi ricordiamo il progetto del nuovo parco giochi che la nostra comunità parrocchiale vuole realizzare per i bambini e gli anziani.

Attendiamo il vostro aiuto per un bene di tutti.

VACANZE ESTIVE A S. TERESAALLA SCOPERTA DELLA COMPAGNIA DELL’ANELLO

PER I BAMBINI DI 3ª - 4ª - 5ª ELEMENTARE DAL 12 AL 19 GIUGNO 2010

A DIMARO (TN)

PER I RAGAZZI DI 1ª, 2ª E 3ª MEDIA (CHE HANNO GIÀ FINITO GLI ESAMI ALMENO CON OTTIMO !!!)DAL 20 AL 29 GIUGNO 2010A DIMARO (TN)

XXXII pellegrinaggio mariano Madonna della Stella-Madonna della Neve, 9 maggio 2010.

Per informazioni ed iscrizioni rivolgersi presso gli uffici parrocchiali.

I bambini delle prime confessioni del 25 aprile 2010

I nostri ragazzi attorno alla croce

I nuovi artisti della nostra parrocchia

I piccoli discepoli seguono la croce

Il complesso monumentale di Lourdes dall’alto

Il parroco con gli artisti dello Stabat Mater

La preghiera di piccoli e grandi guardando la Croce

La Sacra Sindone

I nuovi uffici parrocchiali di Via Volturno

Una parte dei pellegrini davanti alla basilica del Santo Rosario a LourdesUna parte rappresentativa dei pellegrini alla Sindone