MARIA LITIDO1 ROSAMARIA ADAMOLI1 MICHELE GALATOLA1...

12
18 ENERGIA, AMBIENTE E INNOVAZIONE 2/05 Il progetto SIAMESI è l’esempio di una sperimentazione riuscita e della decisione strategica di investire risorse, attenzione e sforzi in una razionalizzazione dei propri processi e nel miglioramento delle performances nei confronti delle Parti interessate ( stakeholder), secondo un trend ormai abbastanza consolidato e diffuso per un numero sempre crescente di Istituzioni del settore della ricerca scientifica Abstract Traditional approaches to management have always focused on economics. In the '90s, however, new aspects such as occupational health and safety, quality and environmental protection gained importance and became central pillars of sustainable development strategies. ISO 9001, ISO 14001, EMAS and OHSAS 18001 are the most widely used international standards for independent certification of management systems. They were recently revised, and there is now more room for effective integration of the various aspects of management. This article presents the results of the SIAMESI project carried out at ENEA's Trisaia Research Centre, in the Basilicata region. Its aim was to define and implement an integrated (environment/health/safety) management tool tailored for Trisaia. The system should enable the Centre to improve its performance through better control of its research and management activities. In the authors' opinion, the SIAMESI-Trisaia model can be applied by any research organization whose activities, products and processes have similar features and problems studi & ricerche MARIA LITIDO 1 , ROSAMARIA ADAMOLI 1 , MICHELE GALATOLA 1 , PAOLO CARLO VIGNONI 2, ENEA 1 UTS Protezione e Sviluppo dell’Ambiente e del Territorio Tecnologie Ambientali 2 GEST. P.A.S. SNC Certification of Research Centres: the SIAMESI project at Trisaia La certificazione dei Centri di Ricerca: il Progetto SIAMESI per Trisaia

Transcript of MARIA LITIDO1 ROSAMARIA ADAMOLI1 MICHELE GALATOLA1...

Page 1: MARIA LITIDO1 ROSAMARIA ADAMOLI1 MICHELE GALATOLA1 …old.enea.it/produzione_scientifica/pdf_eai/2005/progettosiamesi.pdf · Anche per quel che concerne la salute e sicu-rezza nel

18 ENERGIA, AMBIENTE E INNOVAZIONE 2/05

Il progetto SIAMESI è l’esempio di una sperimentazione riuscita edella decisione strategica di investire risorse, attenzione e sforzi in

una razionalizzazione dei propri processi e nel miglioramentodelle performances nei confronti delle Parti interessate

(stakeholder), secondo un trend ormai abbastanza consolidato ediffuso per un numero sempre crescente di Istituzioni del settore

della ricerca scientifica

AbstractTraditional approaches to management have always focused on

economics. In the '90s, however, new aspects such as occupationalhealth and safety, quality and environmental protection gained

importance and became central pillars of sustainable developmentstrategies. ISO 9001, ISO 14001, EMAS and OHSAS 18001 are the

most widely used international standards for independentcertification of management systems. They were recently revised,

and there is now more room for effective integration of the variousaspects of management.

This article presents the results of the SIAMESI project carried out atENEA's Trisaia Research Centre, in the Basilicata region. Its aim wasto define and implement an integrated (environment/health/safety)management tool tailored for Trisaia. The system should enable the

Centre to improve its performance through better control of itsresearch and management activities. In the authors' opinion, the

SIAMESI-Trisaia model can be applied by any research organizationwhose activities, products and processes have similar features and

problems

stu

di &

ric

erc

he

MARIA LITIDO1,ROSAMARIA ADAMOLI1,

MICHELE GALATOLA1,PAOLO CARLO VIGNONI2,

ENEA1

UTS Protezione e Sviluppodell’Ambiente e del Territorio

Tecnologie Ambientali2GEST. P.A.S. SNC

Certification of Research Centres:the SIAMESI project at Trisaia

La certificazione dei Centri di Ricerca:il Progetto SIAMESI per Trisaia

Page 2: MARIA LITIDO1 ROSAMARIA ADAMOLI1 MICHELE GALATOLA1 …old.enea.it/produzione_scientifica/pdf_eai/2005/progettosiamesi.pdf · Anche per quel che concerne la salute e sicu-rezza nel

STUDI & RICERCHE

19ENERGIA, AMBIENTE E INNOVAZIONE 2/05

La Certificazione volontaria delleorganizzazioniNegli anni immediatamente successivi allaseconda guerra mondiale le realtà tecno-logicamente più avanzate (nucleare,milita-re, aerospaziale) intuiscono che occorresuperare il concetto limitativo delle prove ecollaudi, per garantire un’alta affidabilitàdei prodotti; la “garanzia di qualità”, inizial-mente limitata a poche attività di produzio-ne, assume la connotazione di strumentostrategico per l’organizzazione.Partendo da un ambito altamente specifico,nel giro di pochi anni il concetto di standardper i sistemi qualità diventa appannaggiodell’industria avanzata. All’iniziale imposi-zione di standard da parte delle maggioriaziende occidentali generatasi,gli stati indu-strializzati reagiscono maturando l’esigen-za di introdurre standard a livello naziona-le a tutela degli utenti industriali. In realtà, l’u-so strumentale di tali standard finisce perprodurre in certi casi vere e proprie “bar-riere protezionistiche” alle importazioni, eanche per abbatterle,a partire dal 1987 l’ISO(International Organization for Standardi-zation) emette il set di norme ISO 9000, frut-to di un lavoro di armonizzazione dei pree-sistenti standard di assicurazione qualità.Nasce così la certificazione di conformitàcome atto mediante il quale una terza par-te indipendente (Organismo o Ente di cer-tificazione) dichiara che, con ragionevoleattendibilità, il Sistema di Gestione per laQualità (SGQ) o un prodotto o un serviziodi una organizzazione sono conformi a unaspecifica norma o ad un altro documentonormativo.

L’attività degli Enti di certificazione consiste,dunque, nel valutare la conformità ad unaNorma di riferimento e sorvegliare il man-tenimento di tale conformità per la durata delcertificato, di solito triennale; questi, a lorovolta, vengono “accreditati” nello svolgi-mento delle loro attività da un Organismonazionale - in Italia il SINCERT - secondo nor-me e regolamenti,che ne disciplinano le atti-

vità ed il comportamento. La figura 1 sche-matizza il ruolo e il rapporto tra i diversi “atto-ri” dell’iter di certificazione.Il fenomeno della certificazione volontariadei sistemi di gestione per la qualità si èimposto definitivamente e in misura macro-scopica negli anni 90, anche in conse-guenza della progressiva globalizzazionedei mercati, come strumento operativo disupporto per fronteggiare l’adeguamentoall’incessante progresso tecnologico e soste-nere la concorrenza di produttori dei pae-si a più basso costo del lavoro.Contemporaneamente,accanto alla doman-da di qualità economica,“si è andata affer-mando una domanda più generale di for-me di qualità, intese come soddisfazione diuna variegata gamma di bisogni etico-sociali espressi da un contesto più ampio diParti Interessate (stakeholder)”.Infatti,all’inizio degli anni 90 la diffusione deiprincipi dello “Sviluppo sostenibile” (natocon il Rapporto Brundtland del 1987) e laConferenza di Rio (1992), nonché le lineeguida in materia di sviluppo economico pro-mosse dalla UE, favoriscono la nascita deglistrumenti volontari di certificazione ambien-tale, con l’obiettivo di introdurre la variabi-le ambientale in chiave preventiva e gestio-nale all’interno delle organizzazioni, stimo-

Figura 1Il sistema di accre-ditamento e certifi-cazione in Italia, inEuropa e nel mondo(www.sincert.it)

Page 3: MARIA LITIDO1 ROSAMARIA ADAMOLI1 MICHELE GALATOLA1 …old.enea.it/produzione_scientifica/pdf_eai/2005/progettosiamesi.pdf · Anche per quel che concerne la salute e sicu-rezza nel

STUDI & RICERCHE

20 ENERGIA, AMBIENTE E INNOVAZIONE 2/05

lando tali soggetti ad assumere un compor-tamento “pro-attivo”nei confronti della soste-nibilità ambientale e a cogliere le opportu-nità che la tutela ambientale offre anche in ter-mini di competizione di mercato.L’istituzionedel Regolamento Comunitario CEE n. 1836EMAS (Environmental Management andAudit Scheme,), la cui prima versione risaleal 1993, così come la successiva norma ISO14001:1996, hanno l’intento di:

• superare la logica tradizionale del “com-mand and control” basata sull’impiego dilimiti e divieti, dimostratasi efficace mainsufficiente, in favore di un comporta-mento pro-attivo nei confronti dell’am-biente;

• superare la contrapposizione ambiente –impresa,nella quale l’ambiente è percepitocome un vincolo esterno;

• promuovere l’impiego di strumenti attra-verso i quali l’ambiente – non più costo –ma opportunità – diventi per l’organizza-zione un investimento in grado di accre-scerne l’efficienza e ridurne i costi.

Fino al 2001, le organizzazioni europee chedecidevano di implementare un Sistema diGestione Ambientale e di garantirne l’efficaciae attestarne l’adeguatezza attraverso il rico-noscimento di un Organismo indipendente,dovevano scegliere tra la RegistrazioneEMAS e la certificazione di conformità secon-do la norma ISO 14001:1996. Con l’attuale

versione del Regolamento EMAS, (CE) N.761/2001 ed ancor più con la recentissimaISO 14001:2004, le iniziali differenze tra idue schemi di certificazione volontaria del-le organizzazioni sono più “sfumate”ed oggil’EMAS richiede esplicitamente che il Sistemadi Gestione Ambientale (SGA) sia realizza-to in conformità con i requisiti espressi nellanorma ISO 14001.La figura 2 descrive i due iter, rispetto ai qua-li l’SGA resta lo stesso; in aggiunta, lo sche-ma EMAS richiede la redazione dellaDichiarazione Ambientale,documento rivol-to al pubblico in generale e, in particolare,aicittadini. La Dichiarazione ambientale ripor-ta in modo sintetico, ma chiaro e compren-sibile a tutti, le informazioni rilevanti relative:alle attività svolte dalla Organizzazione permigliorare le proprie performance ambien-tali,alla Politica,agli Obiettivi ed al Programmadi miglioramento,nonché cenni al Sistema digestione e agli audit. Lo schema EMAS pre-vede l'obbligo di una verifica e convalida del-la Dichiarazione da parte di un soggetto ter-zo indipendente,accreditato a livello europeoda Organismi di accreditamento designatidirettamente dalle autorità nazionali (perl’Italia il Comitato ECOLABEL-ECOAUDITSezione EMAS, ITALIA, istituito con il decre-to ministeriale n. 413 del 2 agosto 1995).I Sistemi di Gestione Ambientale rappre-sentano solo uno degli strumenti a disposi-zione della Società, intesa nel suo senso piùampio, per garantirsi uno sviluppo durevolee sostenibile. A questi si associano altriapprocci e strumenti, tra i quali LCA (LifeCycle Assessment), POEMS (ProductOriented Environmental ManagementSystem), ECOLABEL, DichiarazioniAmbientali di Prodotto, Green PublicProcurement, VIA (Valutazione di ImpattoAmbientale), VAS (Valutazione AmbientaleStrategica) ecc.Anche per quel che concerne la salute e sicu-rezza nel luoghi di lavoro, le Direttive Europee,recepite in Italia con il D.Lgs 626/94, hannoposto l’attenzione sul tema della sicurezza,modificando progressivamente e radical-

Figura 2Iter per la certifica-zione ambientale disistema in confor-mità con ISO 14001e di registrazioneEMAS a confronto

Page 4: MARIA LITIDO1 ROSAMARIA ADAMOLI1 MICHELE GALATOLA1 …old.enea.it/produzione_scientifica/pdf_eai/2005/progettosiamesi.pdf · Anche per quel che concerne la salute e sicu-rezza nel

STUDI & RICERCHE

21ENERGIA, AMBIENTE E INNOVAZIONE 2/05

mente l’impostazione di tipo repressivoper introdurre, ancora una volta, unapproccio preventivo e pro-attivo. Le poli-tiche comunitarie di armonizzazione del-le diverse legislazioni hanno contribuito asuperare le diversità e le resistenze aricercare un approccio comune a livellointernazionale.Peraltro, per tutti gli anni 90 si riscontra unasituazione confusa, nella quale il mercatodisponeva finalmente di un quadro legi-slativo innovativo ed europeo, ma non sup-portato da Sistemi di Gestione sufficien-temente definiti e riconosciuti. Tale situa-zione ha generato un’ovvia proliferazionedi standard, emessi da singoli Enti di cer-tificazione, i quali, pur accrescendo l’inte-resse nei confronti dello strumento, nonhanno risolto il problema anzi lo hannocomplicato, poiché le aziende si trovava-no di fronte ad opzioni diverse con validitàparziale, con un conseguente scarso rico-noscimento che, almeno in parte, non giu-stificava lo sforzo della implementazione.Infine, nel 1998 il BSI (British StandardInstitution) ha avviato un gruppo di lavo-ro con Enti di certificazione, Organismi diNormazione nazionali e consulenti, il cuirisultato è stato l’emissione dello standardOHSAS (Occupational Health and SafetyAssessment Series) 18001 pubblicato nel1999.

Evoluzione e sviluppi delle certifica-zioni Ambiente e SicurezzaL’andamento evolutivo delle certificazioni inItalia e l’attuale sviluppo delle varie certifica-zioni,pur diversi al punto da non essere para-gonabili,attestano un incremento stabile del-la loro diffusione, soprattutto per la certifica-zione ambientale (ISO 14001).Pur precisando che le certificazioni ambien-tali sono per numero ben lontane dalle certi-ficazioni qualità – l’Italia è il secondo paese al

mondo,dopo la Repubblica Popolare Cinese,per numero di certificazioni di SGQ (ISO9001) – per queste l’Italia si colloca al quar-to posto in Europa dopo Germania, Spagnae Svezia e al settimo nel mondo. Inoltre, feno-meno comune al trend europeo.Va menzio-nato il sensibile incremento negli ultimi annidelle certificazioni ambientali (ISO 14001 edEMAS) in Amministrazioni ed Enti Pubblici, inprimis quelli istituzionalmente deputati adamministrare gli aspetti ambientali del terri-torio,che si accostano a questi strumenti perdimostrare al pubblico il proprio impegno nel-la tutela dell’ambiente.L’andamento delle certificazioni OHSAS 18001in Italia,accreditate SINCERT (siti produttivi),negli ultimi due anni è il seguente:- totale certificazioni al 31.12.2003: 190;- totale certificazioni al 31.12.2004: 285.Il corrispondente incremento medio mensi-le è pari a circa 8 certificazioni/mese, datodecisamente superiore al dato medio 2003(pari a 3 certificazioni/mese).Nonostante talicertificazioni risultino ancora, in valore asso-luto,in numero limitato,il dato di crescita è indi-cativo di una chiara,ancorché non esplosiva,tendenza allo sviluppo.La tabella 1 contiene i dati relativi alle certifi-cazioni ottenute in Italia, aggiornati a dicem-bre 2004,come forniti dal SINCERT e da altreindagini, tenendo presente che un certifica-to può coprire più siti produttivi.

I Sistemi di Gestione per l’Ambientee per la Sicurezza: vantaggiUn Sistema di Gestione per l’Ambiente,rispet-tivamente per la Salute e la Sicurezza sul lavo-ro,è quella parte del sistema di gestione gene-rale di una organizzazione che comprende lastruttura organizzativa, le attività di pianifica-zione,le responsabilità, le prassi, le procedure,i processi e le risorse per elaborare, metterein atto,conseguire, riesaminare e mantenereattiva la Politica Ambientale, rispettivamente

Tabella 1Certificazioni in Italia al 30.11.2004 Qualità (SGQ) Ambiente (SGA) Sicurezza (SGS)

Siti produttivi 84.485 4.785 285n. certificati 66.590 3.740 126

Page 5: MARIA LITIDO1 ROSAMARIA ADAMOLI1 MICHELE GALATOLA1 …old.enea.it/produzione_scientifica/pdf_eai/2005/progettosiamesi.pdf · Anche per quel che concerne la salute e sicu-rezza nel

STUDI & RICERCHE

22 ENERGIA, AMBIENTE E INNOVAZIONE 2/05

la Politica per la Sicurezza.La scelta di dotarsi di un sistema di gestio-ne comporta per l’azienda un grosso impe-gno di risorse umane e finanziarie e di tem-po non solo in fase di progettazione, maanche, e soprattutto, in fase di manteni-mento e dunque richiede un’attenta valuta-zione costi-benefici.I vantaggi più rilevanti derivanti dallo svilup-po di un Sistema di Gestione Ambientale(SGA) sono:

• il controllo della efficienza dei propri pro-cessi, con il risultato di evitare sprechi dirisorse naturali,energetiche e di materie pri-me;

• una maggiore garanzia del rispetto continuodegli adempimenti di legge in campoambientale e la prevenzione di eventuali vio-lazioni delle leggi applicabili,evitando cosìle ovvie conseguenze amministrative openali;

• la gestione differenziata e corretta deirifiuti, e, dove possibile, il risparmio deri-vante da riutilizzo, riciclo o trattamento deirifiuti;

• la prevenzione dei potenziali incidenti con-nessi con le attività dell’organizzazione e,quindi, la minimizzazione del rischioambientale;

• un maggior coinvolgimento dei dipenden-ti con un conseguente aumento del sensodi appartenenza all’organizzazione;

• semplificazioni negli iter autorizzativi epotenziale diminuzione dei controlli perio-dici da parte delle autorità competenti;

• il miglioramento dell’immagine pubblica del-la organizzazione per le Parti Interessate;

• il consolidamento di buone relazioni conla popolazione, le istituzioni locali e il vici-nato.

Analogamente, lo sviluppo di un Sistema diGestione per la Sicurezza (SGS) comportavantaggi comuni a quelli degli SGA e vantaggispecifici:• un controllo operativo maggiore con con-

seguente riduzione dei rischi potenziali;

• diminuzione di incidenti, infortuni, malattie

professionali con conseguente potenzialediminuzione di verifiche ed ispezioni del-le autorità di controllo;

• migliore controllo dei costi della non sicu-rezza;

• un miglioramento della produttività indivi-duale;

• la riduzione del rischio di contenziosi, mul-te, ammende, sanzioni e penalità;

• motivazione e coinvolgimento dei dipen-denti;

• miglioramento della immagine e credibi-lità dell’organizzazione.

L’integrazione dei Sistemidi GestioneL’affermarsi del concetto di qualità “a tutto cam-po”, che supera definitivamente l’approcciomeramente economico,ha portato sempre piùorganizzazioni a dotarsi di più sistemi digestione, scelti a seconda delle variabili dimaggiore importanza (qualità ambiente,sicu-rezza,etica),conseguendo l’attestazione del-la loro efficacia e adeguatezza tramite le cer-tificazioni.

I sistemi di gestione si fondano tutti su due prin-cipi distinti: l’approccio per processi e il ciclodi Deming (o del miglioramento continuo):Plan – Do – Check – Act (PDCA).Essi hanno molti elementi in comune:

• l’impegno di primaria importanza del coin-volgimento della Direzione, che ha laresponsabilità di stabilire una strategia glo-bale, resa pubblica attraverso il documentodella Politica, di assegnare le risorse ne-cessarie per la implementazione e il man-tenimento del sistema e di fissare obietti-vi di miglioramento delle prestazioni del-la organizzazione;

• l’obiettivo generale di attuare il migliora-mento continuo delle performance;

• una chiara definizione di ruoli, responsa-bilità, compiti e obblighi;

• la prevenzione come valore strategico;• il coinvolgimento attivo non solo dei dipen-

denti ma,più in generale,di coloro che ope-

Page 6: MARIA LITIDO1 ROSAMARIA ADAMOLI1 MICHELE GALATOLA1 …old.enea.it/produzione_scientifica/pdf_eai/2005/progettosiamesi.pdf · Anche per quel che concerne la salute e sicu-rezza nel

STUDI & RICERCHE

23ENERGIA, AMBIENTE E INNOVAZIONE 2/05

rano, a qualunque titolo, per conto del-l’organizzazione;

• le parti fondamentali del sistema devonoessere documentate e le attività rilevantiregistrate;

• informazione, formazione e comunicazio-ne costituiscono un’attività strategica delsistema;

• il sistema è sottoposto a controlli pianifica-ti (audit), sorveglianza e misurazione, e ariesame periodico della Direzione.

Inoltre,con la revisione e le nuove edizioni del-le norme riguardanti i requisiti dei sistemi, ilnumero di somi-glianze è ulteriormente cre-sciuto, anche se, nonostante gli Enti di nor-mazione se ne stiano occupando atti-vamen-te, non sembra prossima la emissione di unanorma che incorpori tutti i requisiti di riferi-mento e si presti anche ad un unico iter cer-tificativo.

Quando una organizzazione decide di miglio-rare le sue performance contemporanea-mente in più aspetti (qualità, ambiente, sicu-rezza o etica), il primo lecito quesito è: con-viene integrare i diversi sistemi o realizzareun “Sistema di Gestione Integrata” (SGI), ilquale cioè,fin dalla progettazione,affronta con-temporaneamente i diversi aspetti?Per ragioni di carattere storico, poiché lanascita e la conseguente diffusione dei diver-si sistemi di gestione sono avvenute in tem-pi diversi,e quindi l’implementazione “seria-le” o “per sovrapposizione” risultava piùnaturale e meno onerosa, le organizzazionihanno di fatto realizzato i vari sistemi suc-cessivamente e separatamente e solo piùtardi questi sono stati integrati in misuravariabile.Si osservi che l’integrazione, più che neces-saria, risulta conveniente dato che:

• riduce i costi, in quanto integra la gestio-ne delle informazioni, delle risorse uma-ne, delle registrazioni, dei controlli e ridu-ce i tempi di progettazione e implemen-tazione, nonché quelli di verifica da partedell’Ente di certificazione;

• l’integrazione tra i diversi documenti di

Politica evita possibili conflitti tra le diffe-renti strategie e favorisce la diffusione diuna cultura omogenea della organizza-zione;

• diminuisce la massa documentale com-plessivamente necessaria riducendo costie tempi di gestione;

• la metodologia di gestione è omogenea pertutti gli aspetti affrontati.

Ne consegue che la scelta più vantaggiosa èquella di un unico sistema “contenitore” chesoddisfa contemporaneamente i requisiti del-le diverse norme di riferimento.Non è da sottovalutare, infine, tra i vantaggi discegliere tali sistemi, quello di ottenere chel’Organismo di certificazione esegua le atti-vità di valutazione congiuntamente e con lestesse modalità,con conseguente risparmiodi tempi e costi; le attestazioni di conformitàalle norme rilasciate restano al momentodistinte, inserite tuttavia in un contesto di for-ti complementarietà e utili sinergie.Al momento, nonostante le evidenti conve-nienze esistenti e l’interesse nei loro con-fronti in continua crescita, di fatto i Sistemi diGestione Integrata restano ancora un tra-guardo di eccellenza con una forte compo-nente sperimentale.

Le Certificazioni in un Ente diRicerca: il Progetto SIAMESI e ilPrototipo TrisaiaLe attività degli Enti di ricerca hanno un ruo-lo rilevante per le ricadute sul progresso tec-nologico,sulla crescita della competitività delsistema economico e, quindi, del benesseredella società.Di grande importanza è anchela possibilità di ridurre i futuri impatti ambien-tali delle tecnologie sviluppate nell’ambito diuna attività di ricerca, soprattutto con l’intro-duzione in fase di progettazione e realizza-zione della analisi e valutazione degli aspet-ti ambientali connessi con l’impiego futuro del-le tecnologie prodotte.Considerazioni di carattere strategico, comeil mantenimento della leadership scientifica e

Page 7: MARIA LITIDO1 ROSAMARIA ADAMOLI1 MICHELE GALATOLA1 …old.enea.it/produzione_scientifica/pdf_eai/2005/progettosiamesi.pdf · Anche per quel che concerne la salute e sicu-rezza nel

STUDI & RICERCHE

24 ENERGIA, AMBIENTE E INNOVAZIONE 2/05

tecnologica, necessità indotte dai mutamen-ti di carattere organizzativo e finanziario, maanche il profondo cambiamento nel modo diintendere e “praticare”la ricerca,sempre piùfinalizzata ai bisogni del territorio e alla ero-gazione di servizi tecnologici e scientifici dialto livello,inducono con sempre maggiore fre-quenza Università ed Enti di Ricerca ad adot-tare nuove modalità organizzative ed opera-tive efficaci e più adeguate, che consentanodi accrescere l’efficienza nei risultati otte-nendo un maggior successo e migliorando lapropria immagine nel rapporto con “il mon-do esterno”.L'ENEA1 è l’ente pubblico nazionale a sup-porto delle politiche di competitività e di svi-luppo sostenibile in campo energetico-ambientale,operante nei settori dell’energia,dell’ambiente e delle nuove tecnologie, conil compito di promuovere ed effettuare attivitàdi ricerca di base e applicata e di innovazio-ne tecnologica, di diffondere e trasferire irisultati ottenuti,nonché di svolgere servizi dialto livello tecnologico,anche in collaborazionecon il sistema produttivo2 .L’ENEA svolge le sue attività avvalendosi dicompetenze ad ampio spettro e di avanzateinfrastrutture impiantistiche e strumentalidislocate sul territorio nazionale in undiciCentri di Ricerca. È inoltre dotato di una retedi sei sedi periferiche e tredici Centri diConsulenza Energetica Integrata, che pro-muovono le attività dell’Ente e fornisconoservizi di informazione e consulenza alleAmministrazioni Pubbliche e alle realtà pro-duttive locali.Il Centro Ricerche ENEA della Trisaia(Rotondella, Matera), uno dei più importanticampus tecnologici dell’Italia meridionale,fu creato all’inizio degli anni 60 per operaresui processi e le tecnologie connessi con ilcosiddetto ciclo a valle degli elementi dicombustibile nucleare. Ma, fin dagli anni 80,l’originaria destinazione programmatica delCentro ha lasciato posto alle attività che costi-tuiscono l’ossatura della attuale destinazionedel Centro concernenti lo sviluppo di tecno-logie e processi per:

1- il settore agrobiotecnologico;2- le fonti rinnovabili (energia solare e bio-masse);3- l’ambiente (trattamento rifiuti e monitoraggioambientale);4- il recupero di metalli ad alto valore aggiun-to (“terre rare”) da reflui e scarti industriali;oltre ad impianti di ricerca nelle applicazionilaser, nella metrologia e attività di radiopro-tezione.Nell’ultimo decennio, inoltre, il Centro hacostruito rapporti sempre più “stretti” con larealtà territoriale, sia con le pubbliche istitu-zioni sia con le diverse realtà produttive pre-senti che con i cittadini, in coerenza con i com-piti istituzionali dell’Ente a fini di promozionee diffusione delle tecnologie avanzate speri-mentate all’interno e, più in generale, deglistrumenti per lo sviluppo sostenibile del ter-ritorio.I numeri che caratterizzano il Centro sono:• 275 dipendenti;• 100 ettari di estensione;• 60 edifici con circa 30.000 m2 adibiti a

laboratori e impianti sperimentali.La Direzione del Centro Ricerche, in accordocon gli indirizzi della Direzione Generaledell’Ente, nella consapevolezza della fortevalenza strategica sul territorio costituita dalsito, ha deciso di avviare un processo per ilmiglioramento delle performance ambienta-li e di sicurezza e salute dei lavoratori dipen-denti e di tutti gli altri soggetti che operano nelCentro o per suo conto, attraverso specificiobiettivi tra i quali:• tenere sotto controllo gli aspetti ambienta-

li e assicurare la prevenzione dei rischi perla salute e la sicurezza connessi con le atti-vità di ricerca e sviluppo svolte nel sito;

• ridurre i consumi energetici, idrici e dimaterie prime;

• migliorare la gestione dei rifiuti e dimi-nuirne la produzione con riutilizzo o rici-clo, quando possibile;

• garantire il rispetto continuo di leggi eregolamenti vigenti e applicabili alle sueattività, prodotti e servizi;

• aumentare la quantità di acquisti “verdi”

Page 8: MARIA LITIDO1 ROSAMARIA ADAMOLI1 MICHELE GALATOLA1 …old.enea.it/produzione_scientifica/pdf_eai/2005/progettosiamesi.pdf · Anche per quel che concerne la salute e sicu-rezza nel

attraverso la pratica del Green PublicProcurement.

A tal fine,nel 2003 ha avviato la realizzazionedi un Sistema Integrato per l’AMbiente E laSIcurezza (SIAMESI) in sinergia con le UnitàTecnico Scientifiche presenti nel Centro.Il progetto è stato realizzato da un gruppo diesperti della Unità Tecnico Scientifica PROTche, con la collaborazione di un espertoesterno, ha lavorato per due anni con il per-sonale delle Funzioni di Centro, maggior-mente coinvolte:

• Servizi Generali (TRI-SER),• Infrastrutture e Impianti (TRI-INIMP),• Servizio Amministrazione e Personale (TRI-

AMP),• Servizio di Prevenzione e Protezione (SPP),• Responsabili di contratto con ditte esterne

e loro assistenti,• Responsabile del Magazzino,e, più in generale, con i ricercatori e i tecnicidi Trisaia e il personale esterno coinvolto a variotitolo,realizzando le attività necessarie per rea-lizzare l’SGI, descritte nel seguito.La figura 3 rappresenta il sistema SIAMESI,cheintegra SGA, SGS e le due certificazioni conla successiva evoluzione verso la RegistrazioneEMAS (attualmente in fase di revisione per l’e-missione della terza edizione).Nel dicembre 2004, dopo aver completatopositivamente con l’Organismo di certifica-zione (ICIM) l’iter di verifica di conformità alleNorme di riferimento, il C.R. ENEA di Trisaiaè il primo Centro pubblico di ricerca in Italiaad aver ottenuto la duplice certificazione disistema.La figura 4 illustra il GANTT del pro-getto, le cui attività “interne” sono durate 20mesi,ai quali vanno aggiunti gli ultimi mesi del2004 per attuare l’iter di certificazione attra-verso le attività di audit eseguite dall’Ente dicertificazione stesso.

Progettazione e realizzazione diSIAMESIPoiché le attività per progettare e implemen-tare i sistemi di gestione Ambiente e Sicurezza

sono analoghe, anche se riguardano aspettidifferenti, si è deciso di attuare un percorsocomune per la realizzazione del SGI. Le atti-vità fondamentali espletate per realizzareSIAMESI sono state:

1. L’analisi iniziale Ambientee Sicurezza (AI),eseguita per stabilire la posizione inizialedel Centro riguardo gli aspetti relativiall’Ambiente e alla Sicurezza connessi con tut-te le sue attività, prodotti e servizi; a conclu-sione dell’attività sono stati emessi ed appro-vati dalla Direzione e dalle Unità Scientifichei Rapporti dell’Analisi Iniziale Ambientale edell’Analisi Iniziale di Sicurezza (ottobre 2003).

2. L’emissione della Politicaper l’Ambiente e la Sicurezza,documento prodotto – a fronte dei risultatiemersi dall’analisi iniziale – dalla Direzione,contenente gli obiettivi generali e i principi

STUDI & RICERCHE

25ENERGIA, AMBIENTE E INNOVAZIONE 2/05

Figura 3il sistema SIAMESI egli obiettivi di certi-ficazione

Figura 4Pianificazione tem-porale del progettoSIAMESI. Nell’iter dicertificazione sonocomprese tutte leattività di audit ese-guite dall’Ente dicertificazione

Page 9: MARIA LITIDO1 ROSAMARIA ADAMOLI1 MICHELE GALATOLA1 …old.enea.it/produzione_scientifica/pdf_eai/2005/progettosiamesi.pdf · Anche per quel che concerne la salute e sicu-rezza nel

d’azione che essa si è dati riguardo a entram-bi gli aspetti e che definisce le strategie inmateria di Ambiente e Sicurezza; la Politicafa riferimento ai macro obiettivi di migliora-mento, per raggiungere i quali periodica-mente sono fissati obiettivi specifici e stabi-lito un Programma di realizzazione;

3. Lo sviluppo del Sistema di GestioneIntegrato,finalizzato al controllo e alla gestione degliaspetti di Ambiente e Sicurezza al fine diraggiungere gli obiettivi di miglioramentostabiliti, la cui implementazione è stata com-pletata entro l’estate 2004; la documentazio-ne “interna” del SGI è costituita dal ManualeGenerale e da circa una trentina di altri docu-menti (procedure, istruzioni, registrazioni,piani ecc.);

4. La realizzazione dell’attività Audit delSistema,pianificata e attuata da auditor (interni e coor-dinati da un esperto esterno) con lo scopo diverificare che il Sistema di Gestione fosse sta-to reso operativo in maniera corretta e ade-guata, fosse mantenuto attivo ed efficacerispetto agli obiettivi stabiliti;

5. Il riesame della Direzione,eseguito immediatamente dopo gli auditinterni per consentire alla stessa, facendouso di tutte le informazioni sullo stato di attua-zione del sistema,di rivedere Politica,Obiettivie Programmi, introducendo tutte le modifichea tali elementi ritenute necessarie, e quantealtre,ritenute opportune,al sistema o a sue par-ti al fine di accrescerne l’efficacia;

6. La realizzazione dell’iter per ottenerele Certificazioni del Sistema Ambiente edel Sistema Sicurezza,in conformità con le norme di riferimento (ISO14001:96 e OHSAS 18001:99); in questa faseconclusiva, l’ICIM,Organismo di certificazio-ne, ha attuato tutte le attività previste dall’iterdi certificazione:verifica della conformità a leg-gi e regolamenti applicabili, esame della

documentazione di sistema, verifica prelimi-nare e visita di valutazione ambiente e sicu-rezza nel sito di Trisaia;come concordato,l’Enteha attuato le attività congiuntamente perentrambi gli aspetti, anche se i relativi certifi-cati sono distinti.

Alle attività di progetto precedentementedescritte occorre aggiungere quelle relativeagli aspetti di (IN)FORMAZIONE E COMU-NICAZIONE. Una Comunicazione efficacerappresenta lo strumento fondamentale percreare partecipazione e senso di apparte-nenza e generare comportamenti individua-li e collettivi autenticamente rispettosi del-l’ambiente e consapevoli di regole, vincoli eadempimenti utili ad eliminare, o almenoridurre,i rischi per la sicurezza e la salute con-nessi con le attività svolte. L’attività di infor-mazione-formazione è cruciale per la effica-cia del Sistema e,quindi,per la riuscita del pro-getto: il suo scopo è informare e formare iresponsabili e tutto il personale, che a qua-lunque titolo opera nel sito, sulle implicazionidel progetto e le modifiche che il sistema digestione produrrà routine nelle attività svoltenel Centro; pertanto, essa è stata avviata perprima, ha accompagnato il progetto per tut-ta la sua durata e costituisce un punto crucia-le degli attuali obiettivi e programmi di miglio-ramento del Centro.La figura 5 schematizza le attività realizzate nelcorso del progetto SIAMESI evidenziando lemodalità operative tipiche del miglioramen-to continuo (PDCA).

Il sistema e il suo funzionamentoL’organizzazione di SIAMESI è stata studiatain modo da risultare semplice anche se arti-colata; le responsabilità e i compiti sono “di-stribuiti” e tutte le figure che ricoprono ruoliistituzionali partecipano direttamente: il RSGI(Responsabile del SGI), l’RSPP (Responsabi-le del Servizio di Prevenzione e Protezione),i MC (Medici Competenti) e i MA (Medici Au-torizzati), gli EQ (Esperti Qualificati), gli RLS(Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicu-

STUDI & RICERCHE

26 ENERGIA, AMBIENTE E INNOVAZIONE 2/05

Page 10: MARIA LITIDO1 ROSAMARIA ADAMOLI1 MICHELE GALATOLA1 …old.enea.it/produzione_scientifica/pdf_eai/2005/progettosiamesi.pdf · Anche per quel che concerne la salute e sicu-rezza nel

rezza), i Responsabili di contratto e quelli diprocedura.L’organigramma funzionale del SGIè illustrato in figura 6.Una volta progettato il sistema,i target più rile-vanti sono stati:• renderlo operativo nel Centro perché le sue

prassi e procedure diventino patrimonio diconoscenza di tutti, e soprattutto,

•“costruire la partecipazione diretta”al siste-ma di tutti i dipendenti, nessuno escluso.

La chiave di volta nella operatività del siste-ma è un organismo istituito internamente alCentro, la COMMISSIONE TECNICA (CT) diSIAMESI, i cui membri,nominati dai Direttoridelle UTS (macro Unità Tecnico Scientifichedell’Ente), rappresentano le Unità Tecniche(Sezioni) che operano nel Centro e alla qua-le partecipano anche altre figure (RLS,respon-sabile magazzino,responsabili di proceduraecc.) con compiti “di legge” o ”istituzionali”nel sistema.I membri della Commissione svol-gono un ruolo attivo e di comunicazione traSIAMESI e i dipendenti;più precisamente han-no l’onere di:• discutere e concordare la procedure rela-

tive agli aspetti operativi da adottare sugliimpianti e nei labo ratori delle UnitàTecniche e, in generale, in tutti gli ambien-ti di lavoro del sito;

• diffondere le stesse procedure al personaleinterno e verificarne lo stato di applicazione,l’efficacia e l’adeguatezza, proponendoeventuali modifiche o integrazioni in senoalla Commissione.

La Commissione Tecnica rappresenta anchel’impegno assunto di fatto da parte dei Direttoridelle Unità Tecnico Scientifiche dell’Ente a par-tecipare direttamente al progetto di miglio-ramento delle performance ambientali e disicurezza del Centro.La Commissione Tecnica ha una importanzaprimaria, dato che funge da anello di tra-smissione da e verso SIAMESI e consente di“portare” le reazioni e i comportamenti delpersonale tecnico all’interno del sistema, eviceversa, impedendo che procedure, pras-si e regole stabilite risultino imposte piuttostoche concordate al fine di ottenere il massimo

consenso partecipativo del personale.Le riunioni della Commissione Tecnica, i cuilavori sono stati avviati in aprile 2004, si ten-gono con cadenza mensile ed hanno peroggetto: il test e la validazione di proceduree istruzioni di controllo operativo,proposte peri Programmi Annuali di Formazione eComunicazione; scambi informativi su pro-blemi e formazione su prassi; uso di moduli-stica; modalità di svolgimento di attività tipi-che del sistema come, ad esempio, gli audit;la sorveglianza e misurazione; l’impiego distrumenti come le Non Conformità.Tale Organismo di Centro, adottato in viasperimentale,è ritenuto strategico per il rea-

STUDI & RICERCHE

27ENERGIA, AMBIENTE E INNOVAZIONE 2/05

Figura 5Attività fondamen-tali di un Sistema diGestione Integrata(SGI) nell’ottica delciclo di Deming(PDCA)

Figura 6Organigramma fun-zionale di SIAMESI:sono attori “diretti”del SGI tutti quelliin “area grigia trat-teggiata”

Page 11: MARIA LITIDO1 ROSAMARIA ADAMOLI1 MICHELE GALATOLA1 …old.enea.it/produzione_scientifica/pdf_eai/2005/progettosiamesi.pdf · Anche per quel che concerne la salute e sicu-rezza nel

le successo del SGI perché,consentendo unacomunicazione bi-direzionale tra il persona-le e il RSGI,evita di percepire le norme di com-portamento e di buone prassi in via di attua-zione come “regole aggiuntive” a quelle giàvigenti.

RisultatiLa specificità delle attività di ricerca, per

natura scarsamente prevedibili nel loro decor-so,anche temporale,e dunque altrettanto dif-ficilmente proceduralizzabili,ha obbligato i pro-gettisti, in vari punti del “percorso”, a speri-mentare la reale applicabilità di metodologiee tecniche proprie della progettazione deiSistemi di Gestione al fine di adeguarle effi-cacemente allo specifico contesto, facendo diSIAMESI un “autentico progetto di ricerca” edi Trisaia un “reale prototipo”.La realizzazione di SIAMESI ha consentito diformalizzare il flusso di competenze e pro-fessionalità che da sempre costituiscono lerisorse tecniche indispensabili alla gestione diuna grande infrastruttura scientifica come ilCentro della Trisaia. Il Sistema ha senza dub-bio inciso profondamente nell’organizzazionedelle modalità operative di gestione all’inter-no del Centro, in termini di maggiore sensi-bilizzazione ai problemi ambientali e della sicu-rezza e ha portato ad un cambiamento posi-tivo dei rapporti interni, nella consape-volez-za e nell’apprezzamento del reciproco con-tributo attivo del personale coinvolto.Più in par-ticolare sono emerse in tutta evidenza:

• la necessità di formalizzare il controllo ope-rativo, proceduralizzando i compiti relativiallo svolgimento di attività di alto impattosull’ambiente (come la gestione dei rifiu-ti) o con più alti rischi connessi con la si-curezza (come ad esempio l’utilizzo disostanze pericolose), sia pure con le evi-denti difficoltà relative a certe specificità del-la ricerca sopra menzionate;

• l’obbligo di fornire una maggiore informa-zione e formazione,soprattutto al personaleinterno coinvolto direttamente nel sistema;

• la modifica indotta nella rete di relazioni trachi svolge i compiti inerenti il sistema e glialtri dipendenti, determinata dalla indivi-duazione di regole comportamentali eflussi di comunicazione, attraverso pro-cedure messe a punto in collaborazioneda unità gestionali e tecniche attraverso laCommissione Tecnica.

ConclusioniSIAMESI ha costituito nei fatti l’occasione e ilmezzo per strutturare organicamente il com-portamento di quanti operano nel Centro,peraltro già consapevoli del fatto che,proprioperché in un Centro di Ricerca,essi hanno unruolo privilegiato nella pratica e nella diffusionedi comportamenti ambientalmente corretti eintrinsecamente sicuri.Anche la sperimentazione di specifici indi-catori di performance,che per motivi evidentinon possono essere quelli impiegati per unsettore produttivo “classico”, richiederà unaseria riflessione su specifici “indici di pro-duttività” efficaci e adeguati al contesto del-la ricerca:questo aspetto entra con pieno dirit-to nel dibattito scaturito dal cambiamentoprofondo della ricerca, che richiede un indi-spensabile ripensamento del valore e dellamisura della produttività al suo interno.Inoltre,la duplice certificazione ottenuta ha l’ul-teriore risultato di accreditare il Centro dellaTrisaia come soggetto di riferimento per il ter-ritorio.Obiettivo del Centro è divulgare anche all’e-sterno i concetti di prevenzione e di lavorosicuro e rispettoso dell’ambiente, medianteazioni di sensibilizzazione,formazione e infor-mazione e promuovere, presso gli altristakeholders del territorio, l’adesione volon-taria agli strumenti di gestione ambiente esicurezza,credendo nella loro efficacia nel per-seguire gli obiettivi di sviluppo sostenibile.Le certificazioni acquisite dal Centro, oltre aconferire maggiore visibilità ed emblemati-cità alle attività dell’ENEA costituiranno senz’al-tro stimolo e riferimento per le realtà econo-miche e pubbliche presenti sul territorio.

STUDI & RICERCHE

28 ENERGIA, AMBIENTE E INNOVAZIONE 2/05

Page 12: MARIA LITIDO1 ROSAMARIA ADAMOLI1 MICHELE GALATOLA1 …old.enea.it/produzione_scientifica/pdf_eai/2005/progettosiamesi.pdf · Anche per quel che concerne la salute e sicu-rezza nel

Gli autori ringraziano l’ingegner Gaetano Caropreso peril sostegno fornito e i preziosi consigli elargiti nel cor-so del progetto e, in generale, nello svolgimento dellaloro attività.Ringraziano altresì tutti i colleghi di Trisaia per la gran-de disponibilità e il fattivo contributo prestato durantetutte le fasi di progettazione, sviluppo e certificazionedel Sistema.

- Fieschi M., Medugno M., contributi di, Green PublicProcurement: Le istruzioni per plastica, legno e car-ta, Ambiente e Sicurezza, il Sole 24 Ore, N. 7, 29marzo 2005.

- De Jacq L., L’integrazione come fonte di vantag-gio competitivo, De Qualitate, gennaio 2000.

- Fioretti P., Mancini G., Qualità, Sicurezza eAmbiente … le tre sfide delle aziende, Ambiente& Sicurezza sul lavoro, 9/2004.

- Fortunati F., Sergi S., La Certificazione dellaSicurezza, I sistemi di gestione secondo la normaOHSAS 18001, Il Sole 24 Ore, 2002.

- Gervasoni S., Sistemi di Gestione Ambientale,Biblioteca Tecnica Hoepli, 2000.

- Hortensius D., Bergenhenegouwen L., GouwensR., de Jong A., Vers un modèle générique pourl’intégration des systèmes de management, ISOmanagement Systems, Janvier-Février 2004.

- Jørgensen T., H., Mellado M., D., Remmen, A.,Integrated Management Systems, 2004.

- Luciani R., Andriola L., Caropreso G., Paci S.,Vignati S., Vignoni C., Linee Guida per l’integra-zione dei sistemi di gestione ambiente e sicurez-za nelle aziende a rischio di incidente rilevante,ENEA, Unità di Comunicazione e Informazione,luglio 2000.

- Mason P., Sara B, Scimia E., Raggi A., VerdEE- atool for adoption of life cycle assessment in smalland medium sized enterprises n Italy, Progress inIndustrial Ecology, Vol. N. 1/2/3, 2004.

- Matias J. C. O., Coelho D. A., The integration ofthe standards systems of quality management,environmental management and occupationalhealth and safety management in InternationalJournal of Production Research. Vol. 40, no. 15.p. 3857-3866. Taylor & Francis.

- Riccio V. A., ISO 14001 Stato dell’arte, De Qualitate,luglio-agosto 2002.

- Scipioni A., Arena F., Morelli A., (a cura di),Indagine sulla certificazione ambientale secondola norma UNI EN ISO 14001, Università degli stu-di di Padova, Centro Studi Qualità Ambiente e SIN-CERT, 2004.

- Shaw O., A to Z of integrated managementsystems, In Engineering Management, February2003. P. 38-39.

- Thione L., I Sistemi di Gestione Integrati, Lamoderna evoluzione della cultura e della prassi del-la qualità e della certificazione, Relazione SINCERT,ottobre 2004.

- Thione L.,Sviluppi delle certificazioni Ambientali inItalia, La moderna evoluzione della cultura e del-la prassi della qualità e della certificazione,Relazione SINCERT, 4 novembre 2004.

STUDI & RICERCHE

29ENERGIA, AMBIENTE E INNOVAZIONE 2/05

Note[1] Secondo il D. Lgs. n. 257/2003 di “Riordino del-

la disciplina dell’Ente per le Nuove tecnologie,l’Energia e l’Ambiente - ENEA”.

[2] Per informazioni di maggiore dettaglio si veda ilsito web dell’Ente: www.enea.it.

Bibliografia- Agnetis C., Qualità, Ambiente, Sicurezza e Igiene:

il futuro è nei Sistemi di Gestione Integrata, DeQualitate, gennaio 2001.

- Andriola L., Di Saverio M., Manzione P., PezoneM., Green Procurement – Obiettivi, criteri e prin-cipali esperienze in atto, ENEA, RT/2003/2/PROT.

- Andriola L., Ajello F., Green Purchasing: opportu-nità e innovazioni per l’acquisto di prodotti e ser-vizi “ambientalmente sostenibili”, Qualità, novem-bre-dicembre 2003.

- Armanini B., Il Green Public Procurement comeopportunità per lo sviluppo dell’EMAS, Convegno“Il presente e il futuro della certificazione ambien-tale”, Pisa, Scuola Superiore S. Anna, 7 febbraio2005.

- Baldin A., (a cura di), Principi generali per l’inte-grazione dei sistemi: Ambiente, Qualità, Sicurezza,Etica, AICQ, FrancoAngeli Ed., 2000.

- Barbiroli G. (2003), Quando la gestione integra-ta migliora la competitività, Ambiente e Sviluppo,4/2003.

- Beltramo,R., Bechis M., Biolo M., Andreis D.,Sistemi di Gestione, De Qualitate, ottobre 2004e novembre 2004.

- BSI (1999), Occupational Health and SafetyManagement Systems - Specifications, OHSAS18001.

- Buonamici R., Buttol P., Masoni P., Misceo M.,Naldesi L., Rinaldi C., Sara B., Taraborrelli, Adoptionof Integrated Product Policy by SMEs: the eLCAProject, Eurosustain 2002, Rhodes, Greece, 2-5April 2002.

- Cajazeira J.E.R., Le système de management inté-gré de Bahia Sul s’engage dans la “triple appro-che” et la communication, ISO ManagementSystems,Jjanvier-Février 2004.

- Chiarini A., Sistemi di gestione per la Qualità –Vision 2000, FrancoAngeli ed., 2003.

- Colombo F., Penati G., Warnots,E., I Sistemi inte-grati per la Gestione di Qualità, Ambiente eSicurezza, Qualità, ottobre 2004.

- Consorzio Qualital, (a cura di), L’approccio per pro-cessi in un Sistema di Gestione integrato Qualità-Ambiente, Qualità ottobre 2004.