Marche and Abruzzo regions wine - Umani Ronchi · 201? uscirà con un Pecorino d'élite certificato...

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UMANI RONCHI via Adriatica 12 60027 Osimo (AN) 07i.7i.08.OIQ v,'[email protected] www.umanironchi.com n Umani Ronchi ^0 @UmaniRonchiVino ® umanironchi H UmaniRonchiWine in collaborazione con Umani Ronchi La Cantina di Osimo (Ancona) possiede vigneti nella zona del Verdicchio e del Conero, ma anche nella vicina regione a Roseto e Morrà d'Oro, per un totale di SIO ettari > Nel 201? uscirà con un Pecorino d'élite certificato bio e il respling del vino-icona Pelago, che compie l8 anni Con il 2017 ormai alle porte, in casa Umani Ronchi ci si sta preparando a lanciare sul mercato alcune interessanti novità per quanto riguarda le produzioni dei vigneti abruzzesi di Morro d'Oro e Roseto. A confermarlo è Michele Ber- netti, deus ex machina dell'azienda presieduta da suo padre Massimo: «Sì, è così! Alle attuali due etichette di Pecorino e Montepulciano, che otteniamo dai 30 ettari della nostra proprietà a Roseto degli Abruzzi, affiancheremo all'inizio del prossimo anno un Pecorino di fascia alta, caratterizzato dalla poca presenza di legno a beneficio invece di vasche d'acciaio e cemento, li vino sarà presentato ufficialmente al prossimo Vinitaly, mentre più avanti, sempre nel corso dell'anno, un'altra novità riguarderà un Montepulciano d'Abruzzo Riserva». Già da tempo, del resto, Civilta del Bere Tipo media: Periodici 48.000 Publication date: 01.10.2016 Diffusione: Pagina: 74-75 Spread: 35.000 Readership: 30.000 Civilta del Bere Tipo media: Publication date: Pagina: 48.000 35.000 30.000 UMANI RONCHI in collaborazione con Umani Ronrl,i na Adzict,vz 12 60027 Ozimo (AN) 0 7i. 7 i. o8. 019 sziesetlàumz.z,irznchi.it smw.umanirc,nrh, coro L Unioni Rozichi T umanironchì UmaniRocichiWme Periodici 01.10.2016 74-75 Dalle origini marchigiane all 'evoluzione \adriatica\ Diffusione: Spread: Readership: La Can lino di Osino (Ancona) possiede vigneti nella <onu del VerdicchioedelConero, incanche nella vicino regione a Ruota eMorro d'Oro, per Un totaledi 210 ettari> Nel 2017 uscirì conun Pecorino d'dite ceri fi calo bio eil restjling delvino- icona Pelago,checompie i8 anni Con il 2017 ormai alle porte, in ca- sa Umani Ronchi ci si sta preparando a lanciare sui mercato alcune interessanti novità per quanto riguarda in produeioni dei vigneti abruzztsi di Morro d'Oro e Roseto. A confermarlo è Michele Ber - netti, dea>ectnachinadell'azienda presie- duta da suo padre Massimo, «Si, è così! Alle ttll due etihtt di Pevitrino e Montepulciano, ch ottcniamo dai 30 ettari della nostra proprietà a Roselo degli Abruzzi, affiancherenio all'iaiiaio del prossimo anno un Pecorino di fsscia alta, caratterizzato dalla poca presenza di legno a beneficio invece di vasche d'ac- ciaio e cemento. fl vino Sarà presentato ufficialmente al prossimo Vinitaly, men- tre psù avanti, sempre nel corso dell'an- no, un'altra novità riguarderà un Mon- tepulciano d'Abruzzo Riserva». Già d0 tempo, del resto, la fansiglia Ber - inetti ha un occhio di riguardo per la re- altà abruazesr, come testimonia il fatto che l'intera superficie vitata sia coltivata in regime biologico certificato. «La no- stra è una scelta tecnica ancora prima che ideologica», spiega Michele, 'eperché per fare agricoltura biologica ci deve es- sere equilibrio in natura, con quella va- rietà di colture, di essenze e di erbe che fanno la biodiversitì., Varietà tutte che trovano vita nelle terre di proprietà e che lasciano spazio a una viticoltura capace di valorizzare al massimo ie uve prodot- te, senza pregiudicare la qualità dei viri. Non c'è dubbio che qui il biologico sia sinonimo di qualità» Una filosofia >h Umani Ronchi ha ab- bracciato in toSoperché anche nei vigneti marchigiani del Verdicchio oltre la metà della superficie vstato è già crrtiflrata e l'altra parte è in via di conversione Ba- itt dice che con 150 ettari a conduzione biologica Umani Ronchi rapprtsentz la più grande azienda a carattere familiare del genere delle Marche. Quanto alla zona del Verdiechio, qui di recente l'a- zienda ha acquistato 10 ettari di vigne che prima conduceva in affitto, portando così il totale della proprietà nell'area a rio ettari vitali, che uniti ai 30 di Ronrtiz degli Abruzzi e di Morro d'Oro c ai 70 del Cònero fanno un totale di 2t0 ettari. «In effetti la nostra azienda è da tempo impegnata su tre po lin, spiega Michele Poemetti, «e in ognuno di essi conti- nuano lo sviluppo e il rafforzamento del nostro lavoro. Nei vigneti del Conero, ad esempio. abbsamo individuato un cru di un ettaro e mezzo destinandolo alla produsione del Campo San Giorgio, il Cònero Riserva da uve Montepulciano in pureaaa. Qus abbiamo realizzato una ns\; I - - Tutti i diritti riservati 1 ottobre 2016

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UMANI RONCHI via Adriatica 12 60027 Osimo (AN) 07i.7i.08.OIQ v,'[email protected] www.umanironchi.com n Umani Ronchi ^0 @UmaniRonchiVino ® umanironchi H UmaniRonchiWine in collaborazione con Umani Ronchi La Cantina di Osimo (Ancona) possiede vigneti nella zona del Verdicchio e del Conero, ma anche nella vicina regione a Roseto e Morrà d'Oro, per un totale di SIO ettari > Nel 201? uscirà con un Pecorino d'élite certificato bio e il respling del vino-icona Pelago, che compie l8 anni Con il 2017 ormai alle porte, in casa Umani Ronchi ci si sta preparando a lanciare sul mercato alcune interessanti novità per quanto riguarda le produzioni dei vigneti abruzzesi di Morro d'Oro e Roseto. A confermarlo è Michele Ber- netti, deus ex machina dell'azienda presieduta da suo padre Massimo: «Sì, è così! Alle attuali due etichette di Pecorino e Montepulciano, che otteniamo dai 30 ettari della nostra proprietà a Roseto degli Abruzzi, affiancheremo all'inizio del prossimo anno un Pecorino di fascia alta, caratterizzato dalla poca presenza di legno a beneficio invece di vasche d'acciaio e cemento, li vino sarà presentato ufficialmente al prossimo Vinitaly, mentre più avanti, sempre nel corso dell'anno, un'altra novità riguarderà un Montepulciano d'Abruzzo Riserva». Già da tempo, del resto, la famiglia Ber- netti ha un occhio di riguardo per la realtà abruzzese, come testimonia il fatto che l'intera superficie vitata sia coltivata in regime biologico certificato. «La nostra è una scelta tecnica ancora prima che ideologica», spiega Michele, «perché per fare agricoltura biologica ci deve essere equilibrio in natura, con quella varietà di colture, di essenze e di erbe che fanno la biodiversità. Varietà tutte che trovano vita nelle terre di proprietà e che lasciano spazio a una viticoltura capace di valorizzare al massimo le uve prodotte, senza pregiudicare la qualità dei vini. Non c'è dubbio che qui il biologico sia sinonimo di qualità». Una filosofia che Umani Ronchi ha abbracciato in tato perché anche nei vigneti marchigiani del Verdicchio oltre la metà della superficie vitata è già certificata e 1 altra parte è in via di conversione. Basti dire che con 150 ettari a conduzione biologica Umani Ronchi rappresenta la più grande azienda a carattere familiare del genere delle Marche. Quanto alla zona del Verdicchio, qui di recente l'azienda ha acquistato IO ettari di vigne che prima conduceva in affitto, portando così il totale della proprietà nell'area a HO ettari vitati, che uniti ai 30 di Roseto degli Abruzzi e di Morro d'Oro e ai 70 del Cònero fanno un totale di 210 ettari. «In effetti la nostra azienda è da tempo impegnata su tre poli», spiega Michele Bernetti, «e in ognuno di essi continuano lo sviluppo e il rafforzamento del nostro lavoro. Nei vigneti del Conero, ad esempio, abbiamo individuato un cru di un ettaro e mezzo destinandolo alla produzione del Campo San Giorgio, il Cònero Riserva da uve Montepulciano in purezza. Qui abbiamo realizzato una L'ITALIANO > UMANI RONCHI IN APERTURA il vigneto Busche, nell'area dei Castelli dijesi IN QUESTA PAGINA Massimo e Michele Bernetti; il Campo San Giorgio nasce da uve Montepulciano allevate con un insolito sistema di incrocio tra alberello e spalliera forma di allevamento piuttosto insolita, trattandosi di un incrocio tra alberello e spalliera, con l'obiettivo di incrementare la densità fino a portarla a 8 mila piante/ha. Il risultato è stato un vino, uscito per la prima volta con la vendemmia 2009, in produzione limitata, che matura per 12 mesi in barrique, 6-8 mesi in botte e altri 12 in bottiglia». E il Pelago, che nel 1997 fu votato all'In- ternational Wine Challenge di Londra come il migliore al mondo? «Questo vino, alla produzione del quale contribuì anche Giacomo Tachis, segue ormai la sua strada, e siamo già alla diciottesima vendemmia. E diventato un grande classico, a suo tempo innovativo, che nel 2017 sarà oggetto di un profondo restyling dell'etichetta». Non c'è dubbio, comunque, che il cuore dell'attività di Umani Ronchi resti il territorio del Verdicchio dei Castelli dijesi Classico, e in particolare le aree di Cu- pramontana, Montecarotto, Serra de' Conti, Maiolati Spontini e San Paolo di Jesi, situate sia alla destra che alla sinistra del fiume Esine. «Questa diversa distribuzione», spiega Michele, «ci consente di esprimere prodotti con caratteristiche diverse dovute a tipi di terreni, microclimi e altitudini variabili. Ed è quello che le quattro etichette storiche di Verdicchio che produciamo (Villa Bianchi, Casal di Serra, Vecchie Vigne e Plenio) permettono di evidenziare». Oggi, a distanza di oltre mezzo secolo dalla fondazione, Umani Ronchi ricopre con pieno merito un ruolo di primo piano nella vitivinicoltura marchigiana, e i suoi 3 milioni di bottiglie all'anno sono una dimostrazione che anche con grandi volumi è possibile ottenere vini di alta qualità. Il 70% della produzione è destinata all'estero (ma negli ultimi anni la quota italiana tende a salire), con una diffusione in oltre 60 Paesi. «In effetti», è ancora Michele Bernetti a parlare, «i vini marchigiani sono molto richiesti, anche se il Verdicchio meriterebbe un'attenzione maggiore. Però è pur vero che questo è il vino che apre le porte alle altre etichette». In ogni modo nel 2015 l'export ha segnato per l'azienda di Osimo un +4% e, soprattutto in Estremo Oriente, ci sono buone opportunità di crescita. Lo conferma l'apertura di due ristoranti: Villa Bianchi a Tokyo, in collaborazione con l'importatore giapponese, e un altro che fa parte di un'importante catena di locali. E a novembre ne apre un terzo nell'area di Ginza, sempre nella capitale. Il taglio è di trattoria-wine bar, con cucina italiana e in parte marchigiana, ma gestita da personale locale istruito in Italia. Umani Ronchi, da parte sua, contribuisce con il know how e con i vini dell'azienda. CIVILTÀ DEL BERE 05 2016 73

Civilta del BereTipo media: Periodici 48.000Publication date: 01.10.2016 Diffusione:

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60027 Ozimo(AN)0 7i.7 i. o8. 019

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01.10.2016

74-75

Dalle origini marchigianeall 'evoluzione \adriatica\

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La Canlino di Osino (Ancona) possiedevignetinella<onudel Verdicchioedel Conero, inc anchenellavicinoregioneaRuota eMorro d'Oro, per Untotaledi 210 ettari> Nel 2017 uscirì conun Pecorinod'dite cerificalo bio e il restjling delvino- iconaPelago,checompiei8 anni

Con il 2017 ormai alle porte, in ca-sa Umani Ronchi ci si sta preparando alanciare sui mercato alcune interessantinovità per quanto riguarda in produeionidei vigneti abruzztsi di Morro d'Oro eRoseto. A confermarlo è Michele Ber -netti, dea>ectnachinadell'azienda presie-duta da suo padre Massimo, «Si, è così!Alle ttll due etihtt di Pevitrino eMontepulciano, ch ottcniamo dai 30ettari della nostra proprietà a Roselodegli Abruzzi, affiancherenio all'iaiiaiodel prossimo anno un Pecorino di fssciaalta, caratterizzato dalla poca presenza dilegno a beneficio invece di vasche d'ac-ciaio e cemento. fl vino Sarà presentatoufficialmente al prossimo Vinitaly, men-tre psù avanti, sempre nel corso dell'an-no, un'altra novità riguarderà un Mon-tepulciano d'Abruzzo Riserva».Già d0 tempo, del resto, la fansiglia Ber-

inetti ha un occhio di riguardo per la re-altà abruazesr, come testimonia il fattoche l'intera superficie vitata sia coltivatain regime biologico certificato. «La no-stra è una scelta tecnica ancora prima cheideologica», spiega Michele, 'eperchéper fare agricoltura biologica ci deve es-sere equilibrio in natura, con quella va-rietà di colture, di essenze e di erbe chefanno la biodiversitì., Varietà tutte chetrovano vita nelle terre di proprietà e chelasciano spazio a una viticoltura capacedi valorizzare al massimo ie uve prodot-te, senza pregiudicare la qualità dei viri.Non c'è dubbio che qui il biologico siasinonimo di qualità»Una filosofia >h Umani Ronchi ha ab-bracciato in toSoperché anche nei vignetimarchigiani del Verdicchio oltre la metàdella superficie vstato è già crrtiflrata el'altra parte è in via di conversione Ba-

itt dice che con 150 ettari a conduzionebiologica Umani Ronchi rapprtsentz lapiù grande azienda a carattere familiaredel genere delle Marche. Quanto allazona del Verdiechio, qui di recente l'a-zienda ha acquistato 10 ettari di vigne cheprima conduceva in affitto, portandocosì il totale della proprietà nell'area ario ettari vitali, che uniti ai 30 di Ronrtizdegli Abruzzi e di Morro d'Oro c ai 70del Cònero fanno un totale di 2t0 ettari.«In effetti la nostra azienda è da tempo

impegnata su tre polin, spiega MichelePoemetti, «e in ognuno di essi conti-nuano lo sviluppo e il rafforzamento delnostro lavoro. Nei vigneti del Conero,ad esempio. abbsamo individuato un crudi un ettaro e mezzo destinandolo allaprodusione del Campo San Giorgio, ilCònero Riserva da uve Montepulcianoin pureaaa. Qus abbiamo realizzato una

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Tutti i diritti riservati

1 ottobre 2016

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IN APERTURA il vigoeto Busche, nell'urea deiCastelli difesiIN QUESTA PAGINA Massimo e MicheleBernetti ; il Campo San Giorgio nasce da uveMontepulciano allevate con un insolito sistema diincrocio tra alberello e spalliera

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forma di allevamento piuttosto insolita,trattandosi di un incrocio tra alberello

spalliera, con l'obiettivo di incremen-tare la densità fino a portarla a 8 milapiarate/ha. [1 risultato è stato un vino,

uscito per la prima volta con la vendem-mia 2009, in produzione limitata, chematura per 12 mesi in barrique. 6-8mesi in botte e altri 52 in bottiglia». Eil Pelago, che nel 1997 fu votato all'in-ternational Wine Challenge di Londracome il migliore al mondo? «Questovino, alla produzione del quale contri-buì anche Giacomo Tachis, segue ormaila sua strada, e siamo già alla diciottesi-ma vendemmia. E diventato un grandeclassico, a suo tempo i000vativo, chenel 2017 sarà oggetto di un profondorestyling dell'etichetta».Non c'è dubbio, comunque. che il cuoredell'attività di Umani Ronchi resti il ter-ritorio del Verdicchio dei Castelli diJesiClassico, e in particolare le aree di Cu-pramontana, Montecarotto, Serra de'Conti, Maiolati Spontini e San Paolo di

Jesi, situate sia alla destra che alla sinistradel fiume Esino. «Questa diversa distri-buzione», spiega Michele, «ci consentedi esprimere prodotti con caratteristichediverse dovute a tipi di terreni, miero-climi e altiludini variabili. Ed è quelloche le quattro etichette storiche di Ver-dicchio che produciamo (Villa Bianchi,Casal di Serra, Vecchie Vigne e Plenso)permettono di evidenziare».

Oggi, a distanza di oltre mezzo secolodalla fondazione, Umani Ronchi neo-

pre con pieno merito un ruolo di primopiano nella vitivinicoltura marchigiana,e i suoi milioni di bottiglie all'annosono una dimostrazione che anche congrandi volumi è possibile ottenere vinidi alta qualità. 1170% della produzio-ne è destinata all'estero (ma negli ulti-mi anni la quota italiana tende a salire),con una diffusione in oltre 60 Paesi.«In effetti'>, è ancora Michele Bernet-ti a parlare. «i vini marchigiani sonomolto richiesti, anche se il Verdicchiomeriterebbe un'attenzione maggiore.Però è pur vero che questo è il vino cheapre le porte alle altre etichette'>.In ogni modo nel 2015 l'export ha se-gnato per l'azienda di Osimo un ~4% e,soprattutto in Estremo Oriente, ci sonobuone opportunità di crescita. Lo con-ferma l'apertura di due ristoranti, VillaBianchi a Tokyo. in collaborazione conl'importatore giapponese, e un altroche fa parte di un'importante catena dilocali. E a novembre ne apre un terzonell'area di Ginza, sempre nella capita-le. Il taglio è di trattonia-wirae bar, concucina italiana e in parte marchigiana,ma gestita da personale locale istruitoin Italia. Umani Ronchi, da parte sua,contribuisce con il keow hsir e con i vinidell'azienda.

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1 ottobre 2016