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“...vedranno la Sua faccia, porteranno il Suo nome sulla fronte...Non ci sarà più la NOTTE,
non si avrà più bisogno di luce di lampada o di sole, poiché l’Agnello è LA LUCE CHE
L’ILLUMINERA’ ” CIAO FRANCO!!! (Cose di Casa pag.8)
Il Signore continua a parlarci sia individual-
mente che come fraternità. Nel mese di mag-
gio ci ha voluto far mettere a nudo le nostre
ferite, con il tema centrale delle preghiere
comunitarie: la guarigione. Accanto alle
parole dei profeti Isaia e Geremia “ In quel
giorno sarà tolto il suo fardello dalla tua
spalla e il suo giogo cesserà di pesare sul
tuo collo” ( Is 10,47)e “ I miei persecutori
cadranno e non potranno prevalere” ( Ger
20,) il Signore ci ha fatto una domanda ben
precisa “ cosa volete che io vi faccia?”.
Stiamo ancora chiedendo di guarirci e non ci
accorgiamo che la guarigione è già presente
tra noi. Infatti un’immagine che raffigura
molto bene questa nostra situazione è ciascu-
no di noi nel campo di battaglia, con il Si-
gnore al nostro fianco, e il nemico davanti.
Noi guardiamo solo al nemico senza vedere
Seminario di Vita Nuova nello Spirito
Santo a Montemelino!Cos'è il Seminario
di vita nello Spirito, o di vita nuova? Il
Seminario - è una introduzione a una vita
nuova vissuta nello Spirito Santo e a una
vita cristiana più profonda. Sarà l'introdu-
zione ad un metodo di vita completamente
nuovo, perché riceveremo il Battesimo
nello Spirito Santo ….
CONTINUA A PAG.8 Pino
A ROMA CON IL PAPA pag.2
LA CRESIMA: SIGILLO dello SPIRITO SANTO pag.3
GIUGNO:TEMPO di RITIRO pag.4-5
CAMPEGGIO 2014 pag.5
LA SETTIMANA di PENTECOSTE pag.6
MAGNIFICHE NOTIZIE
LA RUBRICA DEL GIOVEDì
11 ottobre 2014:primo appuntamento !!
chi combatte per noi e senza ascoltare le Sue
promesse. L’ultima parola del mese è tratta
dal Cantico dei Cantici, quasi una benedizio-
ne per noi e per la nostra incredulità. Nel
mese successivo, giugno, siamo stati nuova-
mente richiamati alla conversione dal pecca-
to, esortandoci a non seguire più la legge
della carne, ma quella dello Spirito. Il Signo-
re vuole prendere possesso del nostro cuore,
vuole abitare in noi, proprio come è succes-
so per Zaccheo, peccatore come noi.
L’incontro con Gesù gli ha cambiato la vita
e il suo peccato non è stato di ostacolo per
ricevere la salvezza, allo stesso modo il Si-
gnore vuole fare altrettanto con noi perché
“ Colui che verrà a me non lo respingerò”.
Accogliamo quindi l’arrivo dell’amato, per-
ché oggi la salvezza è con noi.
Giacomo
VIENI,SIGNORE GESÚ!! COMUNITÁ’ MAGNIFICAT MAGIONE-AGELLO
Nu
m.2
-Se
ttem
bre
20
14
MARANATHA
“C’era un grido che
nell’antichità cristiana espri-
meva l’anelito al ritorno del
Signore, al raggiungimento
della patria celeste che si è
conservato ed è una delle cin-
que parole che non sono state
tradotte nelle varie lingue ma
permangono oggi come reli-
quie nella lingua in cui parla-
va Gesù, l’aramaico :
” MARANATHA!” con un
duplice significato di invoca-
zione -Vieni Signore! o di
affermazione -Il Signore è
venuto! Il Signore è qui!”
Padre Raniero Cantalamessa a
San Manno (pag.6– 7).
E’ questo appello, che spesso
ricorre anche durante le nostre
preghiere comunitarie, che
abbiamo scelto come titolo
del nostro piccolo giornale
della Fraternità di Magello ,
affinché sia il Signore a gui-
darci in questo progetto e sia
immediato comprendere la
Sua centralità. Ci impegniamo
a diffonderlo gratuitamente
sia in forma cartacea che digi-
tale( www. comunitamagni-
ficat.org/magione) cosicché
chiunque voglia possa fruirne
… almeno finché ci sarà un
fratello/sorella che potrà
trarne beneficio/info/
allegrezza!!
Il piccolo staff
( l’Ale, Giacomo, Marianna,
Pino, Rachele) + vari inviati
speciali
Cenacolo a cielo aperto
Pagina 2- Primo Piano
1 giugno 2014- Papa Francesco riempie lo stadio Olimpico di Roma con oltre 52mila fedeli. Bergoglio ha percorso a piedi un tratto del prato del campo dello Stadio Olimpico per raggiungere il Palco; in quel momento era impossibile contare le mani alzate dagli spalti gremiti che volevano manifestare gesti d’affetto al Pontefice. Tutto accompagnato da cori, canti e inni! - Zenit-
-ROMASETTE.IT- Due giornate intense, con circa tre-mila pellegrini provenienti dai vari Paesi del mondo, sul tema “Convertitevi! Credete! Ricevete lo Spirito Santo! Per una Chiesa in uscita missionaria”. Relazioni, testi-monianze e perfino un flash-mob che canta la Chiesa. Al centro della festa ci sono i novanta minuti con il Papa, la durata di una partita di calcio, la partita della fede. Prima del discorso vero e proprio, una preghiera di Francesco: «Signore, guarda al tuo popolo in attesa dello Spirito Santo. Guarda ai giovani, alle famiglie, agli ammalati, ai sacerdoti, ai consacrati. Guarda a noi vescovi e concedi a noi tutti quella santa ubriachezza dello Spirito che ci fa parlare tutte le lingue della carità ed essere sempre vicini a chi è nel bisogno. Insegnaci a non lottare tra noi per un pezzo in più di potere. Insegnaci a essere umili, ad amare più la Chiesa che il nostro partito». Francesco definisce il Rinnovamento Carismatico «una grande forza al servizio dell’annuncio del Vangelo» e met-te in guardia dal pericolo dell’«eccessiva organizzazione», dalle lotte interne e dalla tentazione di essere «controllori della grazia» invece che «dispensatori». Infine un appunta-mento. «Aspetto tutti voi, carismatici del mondo, per cele-brare, insieme al Papa, il vostro grande Giubileo nella Pentecoste del 2017 a piazza San Pietro».
-Commovente l'ultima testimonianza resa a Bergoglio, quella di una non vedente che ha proclamato: "la mia luce è Gesù". Come altri disabili presenti alla Convocazione, "nonostante handi-cap e sofferenze, vivo da anni una gioia profonda, perché nella mia vita e nel mio cuore brillano la Luce che penetra ogni oscurità e risana ogni malattia fisica e spirituale", ha detto. "Anche se non vedo, Gesù cammina con me e per me. Nel Rinnovamento ho imparato che non sono mai sola; e ne faccio esperienza ogni giorno".– Zenit
Parole del Papa ai giovani Sarebbe triste che un giovane custodisse la sua gioventù in una cassaforte: così questa gioventù diventa vecchia, nel peggiore senso della parola; diventa uno straccio; non serve a niente. La
gioventù è per rischiarla: rischiarla bene, rischiarla con speranza. E’ per scommetterla su cose grandi. La gioventù è per darla, per-ché altri conoscano il Signore. Non risparmiate per voi la vostra
gioventù: andate avanti!
Il vento che soffiava forte ogni volta che
pregavamo lo Spirito Santo di scendere
su di noi, tanto da avere la pelle d’oca.
Le braccia alzate di 50 mila persone di
lingue, età, vissuti diversi ugualmente
coscienti nel voler riconoscere a Gesù la
signoria della propria vita. Il carisma di
Papa Francesco. Il canto corale in lingue,
persone che cadono nel “riposo nello
Spirito”, la profezia ricevuta dal vicino
di posto mai visto … alcuni flash di
quello che significa un viaggio con Ge-
sù! A Roma con Gesù! l’Ale
Vi ringrazio tantissi-mo per la vostra
accoglienza. Sicura-mente, qualcuno ha
fatto sapere agli organizzatori che a
me piace tanto questo canto: "Vive
Gesù, il Signore". Quando celebravo a
Buenos Aires la santa messa con il
Rinnovamento cari-smatico, cantavano
questo canto con tanta gioia. Grazie!
Mi sono sentito a casa!
Papa Francesco
Anche quest’anno il rinnovamento nello
Spirito Santo ha organizzato il convegno
generale, non più come da anni alla fiera
di Rimini, ma allo stadio Olimpico di
Roma. Io non ho vissuto a pieno il ritiro,
ma ho fatto l’animatore ai bambini delle
elementari.La mia storia a riguardo inizia
con il campeggio dell’anno scorso.
L’ultimo giorno in cui come famiglia
stavamo là, una sorella di Milano, anima-
trice da molto a Rimini, mentre stavamo
parlando mi dice: < ti vedrei bene come
animatore per i bambini>. Io le risposi
che si sbagliava perché con me non ci
stava neanche mia sorella. Tornato a casa
iniziava la festa paesana e mi stupii di
come ragazzi che conoscevo solamente
di vista o per sentito dire, erano tutti più
piccoli, mi salutarono. Dentro di me pen-
sai che forse aveva ragione, ma non le
dissi niente perché se fosse stata una cosa
seria mi avrebbe fatto sapere. Intanto
anche mia sorella iniziava a giocare con
me, e anche altri bambini della nostra
fraternità non disdegnavano la mia pre-
senza. Un giorno mentre studiavo in ca-
mera mia mi arriva un messaggio per
sapere se ero occupato il 1 e 2 giugno,
sapendo dove voleva arrivare le dissi che
andavo a Roma. La sera stessa la chiamai
e dentro di me stava nascendo l’idea di
fare questo servizio. Ricevuto il consenso
dei responsabili e dei maestri di novizia-
to, diedi la mia disponibilità. Arrivato a
Roma feci il giro dello stadio per cercare
il luogo del “meeting”. Io non avevo mai
fatto il baby-sitter e con i bambini non ci
sono stato mai tanto a giocare, nonostan-
te 5 fratelli, ma lì era diverso, mi trovai a
mio agio e anche gli animatori più
“anziani” li sentivo vicini, mi aiutavano e
si interessavano su come mi trovavo.
Quello che mi colpii di più fu che una
madre l’ultimo giorno, dopo aver ripreso
i bambini, mi si accostò dandomi la be-
nedizione e ringraziandomi per come
avevo tenuto i bambini, per me quel ge-
sto è stato un qualcosa di grandioso, per-
ché da pensare di essere totalmente inca-
pace, a ricevere più che ringraziamenti,
di strada ce ne passa … Giacomo
UNO STRANO CONVEGNO
Eh si, questa volta dire festa è proprio
d’obbligo! Domenica 15 Giugno infatti,
noi insieme alla fraternità di Bibbiena e
Cortona, ci siamo
riuniti presso la
sala congressi
dell’Hotel Faina,
per trascorrere
insieme una gior-
nata alternativa,
all’insegna della
preghiera e del
san(t)o diverti-
mento.
Durante la matti-
na, dopo un breve
ma intenso mo-
mento di lode,
Padre Jean Ja-
ques arrivato per
noi da Roma, ci
ha fatto riflettere con una catechesi sul
magnifico cambiamento dall’uomo vec-
chio all’uomo nuovo, il quale non rove-
scia più la propria vista su se stesso ma è
in grado di vedere che tutto è stato creato
per amore suo. Più volte cita uno dei fon-
datori della Congregazione
dello Spirito Santo di cui fa
parte, Francesco Libermann,
del quale riportiamo alcune
parole che ci sono rimaste in
mente “… non posso ammirare
a sufficienza il meraviglioso
cambiamento che si operò in
me al momento in cui l’acqua
del battesimo scese sulla mia
fronte. Tutte le mie incertez-
ze,le mie paure caddero
d’improvviso … L’abito eccle-
siastico verso il quale sentivo
qualcosa della ripugnanza ordi-
naria che è comune a tutti gli
ebrei non mi si presentò più
con lo stesso aspetto, lo amavo
più che non lo temessi, ma soprattutto mi
sentivo un coraggio e una forza invincibi-
li per praticare la legge cristiana. Provavo
FESTA COMUNITARIA 15 Giugno 2014
MagelloNews-Pagina 3
un dolce affetto per tutto quello che ri-
guardava la mia nuova fede …”
Dopo il pranzo, la sala ha cambiato a-
spetto,6 (santi) novizi della nostra frater-
nità, con tanto di abito bianco e aureola
in testa, ci hanno mostrato il duro percor-
so verso la santità, fatto di ostacoli e dif-
ficoltà …. I partecipanti alla giornata,
infatti, dopo essere stati divisi in squadre,
hanno dovuto affrontare 4 difficili prove
e, per superarle, sono dovuti ricorrere alle
armi della santità:
.l’umiltà, recitando a memoria vestiti da
San Francesco il cantico delle creature
.la sapienza, completando un cruciverba
sulla bibbia
.il servizio, animando la giornata con i
canti del rinnovamento, che hanno dovu-
to prima completare
.e la gioia, rallegrando tutti con delle
scenette riprese dalle Sacre Scritture
In fondo però la cosa più importante da
fare per diventare Santi è accettare la
grazia di Dio!! Rachele
La “conferma” di Dio Non sarà così facile provare a descrivere
le sensazioni ed emozioni nel ricevere il
sacramento della Cresima. Da un po’ di
tempo, sentivo questo bisogno, mi senti-
vo incompleta ,mi mancava qualcosa!
Come molti ho ricevuto il Battesimo e la
Comunione in una fase della vita in cui
questi passi non sono dettati dal libero
arbitrio ma dalle “cose da fare”. Al con-
trario è stato molto emozionante sceglie-
re consapevolmente di ricevere la Cresi-
ma. Sono stata accompagnata verso
questo sacramento da persone speciali, e
ad ogni incontro , acquisivo nuove infor-
mazioni, rivelazioni e conferme. Trovavo
risposte ed era sempre più gratificante ed
io ero sempre più felice e serena. Anche
la scelta della madrina per me è stata
molto importante, poiché ho scelto la
persona per mezzo della quale Dio mi ha
parlato, mi ha
aiutato e conso-
lato … E non
potevo scegliere
persona miglio-
re …
Oggi posso solo
confermare che
aver ricevuto il
sigillo dello
Spirito Santo ha pervaso il mio cuore di
una gioia immensa. Lo Spirito che viene
a prendere possesso del mio cuo-
re,realizzando in me come dice l’apostolo
Paolo nella Lettera ai Romani: “L’ amo-
re di Dio è stato riversato nei nostri
cuori per mezzo dello Spirito Santo
che ci è stato dato” (5,5).
Può comprendere, allora, la grandezza di
questo dono chi sente quanto sia impor-
tante e insieme quanto sia difficile amare,
scoprendo nel profondo di sé il bisogno
di una forza che venga dall’ alto e lo
renda capace di amare al di là di ogni
fragilità e paura. Abbiamo tutti bisogno
di essere fortificati dal dono di Dio , del
dono personale dello Spirito che ci forti-
fica e che ci dà luce dall’alto per ricono-
scere la verità … Sono arrivata ad una
conclusione dopo aver ricevuto la Sua
“conferma”, la Sua
“unzione”, che più che
essere noi a
“confermare” l’impegno
della nostra fede, è Dio
a confermarci, a illumi-
narci e a renderci forti e
saldi nella potenza del
Suo Spirito.
Marianna
Tra un articolo e l’altro….
Ritiro Discepolato (II anno)
Pagina 4-Uscite
GIUGNO: tempo di ritiro e resoconti! Ritiro Cenacolo 13-15 Giugno
“Dove sono due o tre riuniti nel mio
nome, lì sono io” (Mt 18,20)
Questa è la profonda esperienza che i
fratelli del cenacolo hanno vissuto nel
ritiro che ha preceduto la giornata comu-
nitaria del 15 Giugno a Mantignana.
Dopo un anno passato a servire i fratelli
nelle varie realtà della fraternità, il Si-
gnore Gesù, conoscendo la fragilità e i
bisogni del nostro cuore, ci ha chiamati
in disparte per farci riposare e rinvigori-
re sotto lo sguardo paterno di Dio. Sono
stati momenti semplici, vissuti sempre
alla presenza di Gesù Eucaristia. Il Si-
gnore ha donato forza per uscire da si-
tuazioni di tentazione, ha guarito ferite
antiche e profonde, ha asciugato e con-
solato ogni lacrima, ha dato riposo e
forza per continuare a portare la croce
con Lui ogni giorno.
Grazie Signore Gesù perché non mi fai
restare sola ma mi hai inserito in una
comunità di fratelli dove ho la possibili-
tà di trovarti, sempre! Rita
Ritiro Noviziato In conclusione del primo anno di cammi-
no i fratelli del noviziato si sono incontrati
presso l’oratorio di Magione insieme ai
loro maestri: Albano e Luigi. Dopo un
momento di preghiera i maestri hanno
parlato con ciascun novizio in maniera
personale e hanno pregato su di ognuno.
Nonostante sia stato un momento breve
abbiamo comunque avuto la certezza che
il Signore è passato: ogni volta che qual-
cuno usciva dal colloquio piangeva, quin-
di, o dobbiamo denunciare i maestri o il
Signore ha smosso veramente gli animi!
Rachele
L’elefante Quando ero piccolo mi piaceva tanto il circo, e in particolare mi piaceva vedere in azione l’elefante. Durante la sua prestazione faceva vedere quanto era forte, ma dopo la sua prestazione e fino alla successiva, l’elefante restava attaccato al pavimento con una catena che legava una delle sue zampe ad un piccolo chiodo sul pavimento. Ed anche se la catena era grossa e forte era evidente che questo animale capace di sradicare un albero di petto con la sua propria forza, poteva, con altrettanta facilità strappare un chiodo e fuggire. Il mistero era evidente. Perché non fugge? Quando avevo cinque anni, domandai allora a qualche maestro, o a qualche padre, o a qualche zio sul mistero dell’elefante. E tutti mi rispondevano che l’elefante non scappava perché era ammaestrato. Ma se è davvero ammaestrato, perché l’incatenano? Non ricordo d’aver ricevuto alcuna risposta coerente. Col tempo durante la crescita, mi dimenticai del mistero. Alcuni anni fa però, studiando la nevrosi, riuscii finalmente a trovare da solo la risposta. L’elefante del circo non scappa perché è stato attaccato ad un chiodo simile sin da quando era molto piccolo. Chiusi gli occhi e m’immaginai il piccolo elefante appena nato legato a quel chiodo. Sono sicuro che in quel momento l’elefantino provò a tirare, ma tutto era vano perché il chiodo era senza dubbio più forte di lui. Giurerei che si addormentò sfinito e che per molti giorni riprovò. Finché un giorno, un terribile giorno per la sua storia, l’animale accettò la sua impotenza e si arrese al suo desti-no. Questo elefante che invece è enorme e con una grande forza, e che vediamo nel circo, non fugge perché crede anco-ra di essere incapace, crede che non può. Si ricorda della sua impotenza da piccolo, quell’impotenza sperimenta-ta fin dalla nascita che mai ha provato durante la cresci-ta a verificare se fosse anco-ra valida. Pasquale Ionata, psicologo
(BRANO RIPORTATO DA ANDREA A CONCLUSIONE DELLA CATECHESI DEL 29 GIUGNO)
Andiamo per il mondo convinti di essere attaccati a centinaia di chiodi che tolgono la nostra liber-tà! E spesso non riusciamo neppu-re a metterli a fuoco. “Consapevolezza” è la parola chiave del mio ritiro presso la ‘Casa degli asinelli’ a Collestra-da , insieme ai miei fratelli di di-scepolato alla fine del secondo anno. Potrei dire insieme alla mia seconda famiglia, perché quando il collante è Gesù Cristo, costruire legami diventa facile e naturale anche per una introversa come me. Due giornate,28 -29 giugno, in disparte dal mondo per metterci in ascolto del Signore, a partire dagli insegnamenti del nostro gu-
ru (Andrea), la testimonianza di Padre Aristide, il servizio di altri fratelli più avanti di noi lungo il cammino. Siamo un po’ tutti ele-fanti in qualche aspetto della no-stra vita. In questo ritiro ho potuto guardare dentro me, incrociando lo sguardo con il Santissimo. ”Porto via” la sicurezza di essere più fragile di quanto vorrei, ferita nei ricordi e nell’estimativa , at-taccabile dal male che esiste in assenza del bene ma anche di es-sere salva, perché l’amore di Gesù non inciampa nei limiti e logiche umane. Lui passa e si manifesta con segni importanti. Nonostante la nostra pochezza, facciamo esperienza che il Maestro ci parla! l’Ale
Impressioni di un ritiro—Questo ritiro per me è stata una centrifuga di emozioni: ipocrita se dicessi che son state tutte belle, ma col senno di poi riesco ad ammettere che tutte son arrivate nel momento perfetto con l'intensità perfetta. La mia esperienza è stata di quelle "sottosopra" ovvero, men-tre gran parte dei miei fratelli temevano "grandi manifestazio-ni", io quasi le desideravo, per me il partecipare al ritiro è già stato un dono perciò mi sentivo cercata, chiamata, "autorizzata" ad avere una prova inconfutabile di guarigione o liberazione o di qualsiasi cosa mi potesse far capire che il Si-gnore era realmente lì con noi... Nemmeno a dirlo andò tutto al contrario, con un bimbo di 6 mesi non son riuscita a stare real-mente attenta nemmeno un secondo, soprattutto nel momento dell'esposizione del Santissimo; Alessandro continuava a pian-gere ed io mi sentivo sempre più impotente, frustrata, arrabbia-ta, stanca, e stressata … ero pronta ad uscire dalla sala, poi Alessandro è andato in braccio ad una sorella, il Santissimo era davanti a me ed io son caduta in ginocchio e non riuscivo a smettere di piangere. Uscita dalla sala mi sentivo ancora più sciocca perché avevo ceduto alla rabbia fino al punto di pian-gere, ma solo ora, col senno di poi, riconosco che in quel mo-
mento c'è stato veramente un fiume di Grazia, quel pianto che io credevo di nervoso fu solo un pianto di liberazione, anche se in quel momento non l'avevo riconosciuto. Di fondo ora credo che la vita del Cristiano è paragonabile a quella di un funambolo, mille sono gli eventi che potrebbero farlo precipi-tare nel vuoto, ma imperterrito va avanti, e non lo fa per susci-tare l'ammirazione e/o la disapprovazione degli spettatori, ne perché sia impresa facile, lo fa perché mentre è lassù, frustato dal vento, dal dondolio della corda sotto i suoi piedi, dal sole che lo abbaglia, dalle vertigini e tutto il resto, lui fissa un pun-to ed un punto solo e la gioia che prova quando lo raggiunge lo ripaga di tutti i sacrifici fatti e di tutte le forze spese per fron-teggiare tutti gli agenti esterni... così è come vedo la vita di un Cristiano, tutta la vita sarà additato come fanatico o peggio, tutta la vita sarà invitato a scendere da quella corda perché la vita sulla "terra ferma" e con tutti gli agi del caso è sicuramen-te più comoda, ma chi sta fermo e non alza lo sguardo non troverà mai quel Punto da raggiungere, quella roccia sicura alla fine della fune e non proverà mai quella gioia di provarci e di riuscirci! Elena Mencaglia
Per chi dice che dopo lunghi e stressanti mesi di
lavoro ha bisogno di una vera vacanza per stac-
care la spina,noi abbiamo la soluzione:
il campeggio comunitario!!
Non vi fidate? Proveremo a descrivervi meglio il
nostro pacchetto vacanza …
Amate il mare e il sole? Il nostro campeggio vi
offre un bellissimo mare poco distante dalla vo-
stra tenda! Pensate: … svegliarvi la mattina con
il rumore delle onde …! Se invece siete come
Andrea e, “il sole lo prendete tutti i giorni al la-
voro” non vi preoccupate: il campeggio comuni-
tario pensa anche a voi con un’intera pineta! Pen-
sate: … svegliarvi con il fresco offerto
dall’ombra delle piante …!Inoltre siamo forniti
di numerosi altri servizi: se avete
bisogno di rilassarvi potrete gode-
re della pace donata
dall’adorazione perpetua nella
cappella, nella quale ogni giorno
viene celebrata la Santa Messa.
Se siete sportivi e pensate alla
linea non vi preoccupate, abbiamo
una vasta gamma di docce fredde
tonificanti. Ma non è tutto! Se vi
sentite fuori luogo potrete tornare
alle care vecchie abitudini di casa, cucinando,
apparecchiando e servendo i pasti ai vostri amati
fratelli. Sono inoltre compresi nel prezzo: sacer-
dote per confessione 24 ore al giorno e lodi mat-
tutine con commento.
Vi ringraziamo anticipatamente per la vostra par-
tecipazione il prossimo anno. Rachele
Quest’anno il campeggio si è
spostato, non più a Torre Rinalda,
ma a Paestum. Per me il problema
non si poneva, perché non era tanto
il posto ad attirarmi, ma la
presenza di Gesù e la vita
comunitaria vera che il campeggio
offre. Come l’anno scorso sono
sceso prima della mia
famiglia, perché non potevo
aspettare qualche giorno in
più, e come l’anno scorso,
l’accoglienza che ho ricevu-
to è stata fantastica. Come
sono arrivato nella mia tribù,
tutti a salutarmi e abbrac-
ciarmi, ero frastornato, non
immaginavo un mio arrivo
così, e mi era passato anche
l’appetito. La tenda me la
sono trovata praticamente
montata da Alessio, mentre ero
andato a prendere un mio amico, e
così la parte più noiosa del campeg-
gio l’avevo evitata. Lo stesso giorno
del mio arrivo sono stato subito
chiamato a proclamare la lettura del
giorno e a cena mi avevano chiesto
di spezzare la Parola la mattina se-
guente, rimandai al giorno dopo,
perché ero stanco e non avrei avuto
il tempo per prepararla. Quello che
mi è rimasto nel cuore in questo
campeggio è stato ancora una volta
che le mie aspettative sono state
soddisfatte. Io sono partito sapendo
che questo sarebbe stato una tappa
fondamentale nel mio discernimento
sulla scelta universitaria, avevo in
mente un modo per far si che lo
fosse, ma il Signore ne ha trovato un
altro, e alla fine hanno portato alla
stessa conclusione, ma così
mi ha permesso di fortifica-
re dei rapporti con dei
fratelli e conoscerli meglio.
Due sorelle di Milano mi
hanno letteralmente preso
sotto braccio aiutandomi a
capire quale poteva essere
la scelta migliore per me,
vedendo anche come mi
comportavo con i bambini,
dicendo che quello dello
psicologo era il lavoro a-
datto a me, e mettendomi anche in
contatto con un ragazzo che studia-
va psicologia e che quindi mi poteva
aiutare nella scelta. Ancora una vol-
ta però devo riconoscere come il
Signore si serve del tempo del
campeggio per parlare ai nostri
cuori, da sconvolgere anche i piani
che mi ero preparato, e dal punto di
vista umano dà tanto lo stare a
contatto con i fratelli e ti permette di
rafforzare i rapporti con loro e di
iniziarne di nuovi. Giacomo
“Come
sono
arrivato
nella mia
tribù,
tutti a
salutarmi”
Pagina 5-Uscite
Ce n’é
per
tutti
Vacanza all inclusive
Cari fratelli e sorelle, prima
di iniziare a parlare del pri-
mo anno di discepolato
voglio farvi una premessa:
la mia prima esperienza di
preghiera comunitaria non
andò a buon fine, in quanto
senza offesa mi sembravate
dei “matti” e non riuscivo
ad essere me stessa quindi a
metà preghiera uscì dalla
Chiesa e mi dissi che avrei
chiuso con questo modo di
pregare. Invece dopo circa
quattro mesi ho iniziato il
Seminario di Vita Nuova e
sono fiera di me stessa poi-
ché non mi sono fermata
all’apparenza,infatti con il
vostro aiuto ho compreso
l’importanza della preghiera
comunitaria cioè esprimere
con l’aiuto del
nostro corpo
che “Dio è
Dio” ed entrare alla sua
totale presenza ringrazian-
dolo per quello che ha com-
piuto e per quello che com-
pierà. Per me non è sempli-
ce esternare i miei pensieri,
i miei dolori ma sono certa
che con il vostro aiuto e con
quello del Signore ci riusci-
rò. Dopo l’effusione che è
stato per me un giorno indi-
menticabile, ho deciso di
iniziare il cammino di fede
con il discepolato, perché
adesso voglio affidarmi al
Signore consegnandogli la
mia vita. In questo primo
anno ho capito che essere
discepoli di Cristo significa
rinunciare a tutti i miei ave-
ri, affetti e progetti metten-
do Lui al primo posto. Cer-
to riconosco che mi spaven-
ta affidare a Dio la mia vita,
perché sono fragile, non
riesco ad abbandonarmi
totalmente a Lui e ho paura
che quello che Lui ha scelto
per me non corrisponda ai
miei progetti. Nonostante le
mie insicurezze, le mie dif-
ficoltà, le mie paure, i miei
peccati ho deciso di seguire
Dio, Lui sarà il mio punto
di riferimento, la mia forza
e proverò a restargli fedele
anche nei momenti bui
poiché Lui è morto per o-
gnuno di noi e ci ha chiesto
di saper portare la nostra
croce fatta di grandi e pic-
cole sofferenze, ed è pro-
prio l’accettazione della
nostra croce la giusta strada
per diventare e rimanere
suoi DISCEPOLI.
Carmela Migliaccio
Il mio primo anno da discepola
Ritiro Discepolato (I anno)
CAMPEGGIO 2014
“Guardate alla roccia da cui siete
stati tagliati...ad Abramo vostro
padre” (Is 51,1-2) 3-4 maggio– presso il Santuario “La
Salette” di Salmata (Nocera Umbra)
si è svolto il ritiro del primo anno di
discepolato attorno al tema “il seno di
Abramo”.
Padre Raniero Cantalamessa: Nato
a Colli del Tronto(AP),è sacerdote
nel 1958. Frate minore cappuccino innamorato di Dio.
Principalmente predicatore(dal 1980 della Casa
Pontificia). Poi teo-logo di spessore,
professore universi-tario e viaggiatore
instancabile, perso-naggio televisivo
seguitissimo nonché ambascia-
tore della grazia del RnS nelle Nazioni in
cui si è diffuso.
“All’inizio del secolo scorso, una famiglia del sud Italia emigrava negli Stati Uniti. I due genitori con un solo figlio, non avendo abbastanza denaro per pagarsi i pasti al ristorante, portarono con sé il vitto per il viaggio, pane e formaggio. Col passare dei giorni e delle settimane il pane divenne raffermo e il formaggio ammuffito; il giovane ad un certo pun-to non ne poté più e cadde in un pianto incessante. Con i pochi spiccioli rimasti allora, i genitori lo esortarono a consumare un buon pranzo al ristoran-te. Grande lo stupore nel vederlo tornare arrabbiato e torvo in viso: “Un pasto al giorno era compreso nel biglietto, e noi abbiamo mangiato sempre pane e formaggio!”. Molti cristiani fanno la traversata della vita a “pane e formaggio”, senza gioia, senza entusiasmo, quando avrebbero tutto il biglietto pa-gato, tutto “compreso nel prezzo” di essere cristia-ni.” Con questa semplice storiella, Padre Raniero Cantalamessa arriva direttamente al cuore di noi giovani della Comunità Magnificat, presenti il 18 maggio 2014 per ascoltarlo presso la chiesetta di San Manno a Ferro di Cavallo (PG). Quanta distanza percorro quando decido di camminare da sola? Quante volte ignoro il biglietto del viag-gio con Gesù? Quanta fatica faccio nel lasciarGli il posto di guida? E’ Padre Ra-niero che suggerisce una risposta alle do-mande che si sono accese nella mia testa. Ciò che noi desideriamo è racchiuso nella spiegazione del giorno di Pentecoste.
Essere pieni di Spirito Santo! Ripercorrendo la prima Penteco-ste, pensiamo agli stessi apostoli che per tre anni avevano seguito Gesù senza essere stati capaci di fare molto. Quando sopraggiunge il vento e il fuoco di Pentecoste succede qualcosa di talmente forte da determinare un terremoto inte-riore; il cuore di pietra va in frantumi e si ritrovano un cuore nuovo. Da litigiosi a unanimi e coraggiosi, capaci di mettere sotto sopra il mondo. Perché esse-re pieni di Spirito Santo significa essere travolti per grazia dall’AMORE di Dio che scorre tra il Padre e il Figlio nella Trinità, da cui derivano come scintil-le gli amori umani che conosciamo. L’amore di Dio rappresenta il fondamento sicuro su cui costruire la propria vita, a partire dal quale occorre ravvivare
ogni altra forma di amore. Il segreto per speri-mentare quella che Giovanni XXIII chiamava “una nuova Pentecoste” si chiama preghiera. Gesù ha promesso che il Padre celeste darà lo Spirito Santo a coloro che glielo chiedono (Lc 11, 13). Chiedere, dunque! Nel simposio te-nutosi in Inghilterra per i 40 anni dalla nascita del RnS, i partecipanti furono sottoposti ad un test nel quale li si interrogava su quale fosse la benedizione più grande che credevano di aver ricevuto dall’esperienza del Rinnovamento; la risposta quasi unanime fu : ” Ho scoperto l’amore e la tenerezza di Dio!”. l’Ale
UNA NUOVA PENTECOSTE
Pagina 6-Magnificat News
“Ho
scoperto
l’amore
e la
tenerezza
di Dio”
Il Santo Padre Giovanni Paolo II, nel suo ciclo di catechesi del 1989 dedicato allo Spirito Santo, sostiene che tutti i cristiani, come gli Apostoli, “con la Pentecoste han-no un padrone, che dimostra il suo potere sopra la loro umanità: lo Spirito San-to” (Udienza generale, 5 luglio 1989) . Abbiamo organizzato un itinerario di in-contri per prepararci alla Pentecoste restan-do con Maria tutti insieme in attesa dello Spirito. Ogni sera durante la settimana pre-pentecostale ( da lunedì 2 giugno a venerdì 6) presso la chiesa “Madonna delle Grazie” a Magione uno o più fratelli ha approfondito il significato dei sette doni dello Spirito Santo, rapportandone uno alla propria espe-rienza di vita. Dono di : SAPIENZA: Ci dà una conoscenza di Dio che non passa da quella delle cose ma dalla condivisione della sua stessa vita, facendo esperienza gioiosa delle realtà soprannatura-li. Frutto della sapienza è la contemplazione. Massimiliano Scarchini ci ha parlato dell’ importanza di aver ricevuto questo dono. INTELLETTO:è la risposta al bisogno di conoscenza (da intus legere), facendoci intuire la verità. “Quelle cose che occhio non vide, né orecchio udì, né mai entrarono in cuore d’uomo, queste ha preparato Dio per coloro che lo amano”(1cor 2,9). Frutto dell’intelletto è la profezia. Pino Mangano e la moglie Rosaria Marano hanno portato la loro testimonianza in relazione a tale dono. FORTEZZA: fa sì che il cristiano manten-
ga la sua personalità, conservando i propri valori cristiani senza lasciarsi condurre dalle influenze e pressioni del gruppo e società in cui è inserito. Frutto della fortezza è la “gioia interiore”. Elvira Baccari con il ma-rito Pierluigi Pitarchini “i portavoce”. CONSIGLIO: chi lo possiede non consi-glia secondo la convenienza personale, ma soltanto per il bene della persona. Frutto del consiglio è il così detto “discernimento spirituale”, la riscoperta cioè della propria vocazione e di quella degli altri. Elisa Mo-retti ha approfondito. PIETA’ e TIMORE di DIO: La Pietà con-duce il cristiano a sentire il desiderio e pia-cere di stare con Dio, riflettendosi di conse-guenza anche sul rapporto con gli altri fra-telli. “Amore voglio e non sacrificio, la co-noscenza di Dio più degli olocausti”(Osea 6,6 ). Frutto che ne deriva è la preghiera e la solidarietà. Il Timore ci porta,invece, a fuggire dal peccato per quel timore filiale (no paura) intriso di affetto nell’offendere o perdere Colui che amiamo- il nostro Dio. Frutto è la coerenza. Fiorella Vestrella ha portato la sua esperienza. SCIENZA: permette all’uomo di percepire e sentire, attraverso la natura e gli avveni-menti del quotidiano, la presenza ed il lin-guaggio di Dio. Ci dà la capacità di vedere le cose come le vede Dio. Frutti della scien-za sono ammirazione, stupore e riflessione. Rosa Di Donna ha supportato la teoria con il suo vissuto.
In attesa dello Spirito! Lo Spirito Santo compone una “partitura”
ogni volta che, riunendoci in nome del Signore Gesù, siamo “Chiesa”. Egli distri-
buisce ad ognuno di noi una parte, un suono, una espressione di sé, del meglio
di sé, affinché la preghiera, la lode, l’adorazione, il culto, sia gradito a Dio.
Pensiamo al Direttore d’orchestra come allo Spirito Santo che
dirige i singoli fedeli in una unica Chiesa, assegnando a ciascuno la giusta
“partitura”. Affinché tutta la sinfonia risulti perfetta all’ascolto di Dio, lasciamo Lui
guidare la scelta degli “strumenti” dell’orchestra, la loro disposizione e la loro “entrata in scena”. E’ lo Spirito Santo che
distribuisce i doni come Lui vuole, non come vuole l’uomo; viviamo i doni come
una concessione, a volte anche transitoria e momentanea di una potenza dall’alto,
divina, che amplifica certi talenti o suscita in noi ex-novo, aperture mentali e rivela-zioni e attività utili per la comprensione,
spiegazione, liberazione,guarigione, edifi-cazione della Chiesa nel suo insieme o per
noi stessi singolarmente.
Pino
Nella vita del Santo Curato d'Ars, si
racconta di un contadino che, ogni
giorno e alla stessa ora, entrava nella
chiesa parrocchiale, e si sedeva
nell'ultimo banco. Non aveva libri di
preghiere con sé perché non sapeva
leggere; non aveva tra le mani nem-
meno la corona del rosario. Ma ogni
giorno, alla stessa ora, arrivava in
chiesa e si sedeva nell'ultimo ban-
co...e guardava fisso il Tabernacolo.
San Giovanni Maria Vianney, incu-
riosito da quel modo strano di fare,
dopo aver osservato quel suo parroc-
chiano per qualche giorno, gli si
avvicinò e gli chiese: "buon uomo…
ho osservato che ogni giorno venite
qui, alla stessa ora e nello stesso
posto. Vi sedete e state lì. Ditemi:
cosa fate?". Il contadino, scostando
per un istante lo sguardo dal Taber-
nacolo rispose al parroco: "Nulla,
signor parro-
co...io guardo
Lui e Lui
guarda me".
E subito, ri-
prese a fissare
il Tabernaco-
lo. Bastereb-
be questa
storia per far
capire la bel-
lezza racchiusa in un gesto apparen-
temente semplice, nel dedicare un
po’ di tempo a Gesù, nel farci guar-
dare e amare da Lui, nel farci ricol-
mare di grazie.
Un giovane ha detto che
l’adorazione è il momento in cui si
annulla la distanza tra noi e Gesù,
perché siamo alla sua presenza, in
quel momento noi siamo a tu per tu
con Colui che ha creato il mondo,
con il Re dei re. A noi come fraterni-
tà, è stata fatta una proposta partico-
lare:25 ore di adorazione continua,
che stiamo portando avanti una volta
al mese (ogni primo Giovedì del
mese dalle ore 16) nelle chiesa di
Santa Maria delle Grazie. Perchè25
ore? Un giorno non era abbastanza?
Beh ormai abbiamo capito che quan-
do si parla di Lui niente è mai abba-
stanza!! In questa ottica quindi le 25
ore con Gesù
sono una grande
occasione per
noi, abbiamo
l’opportunità di
lodarlo, pregarlo
o semplicemente
di guardare Lui
ed essere guar-
dati. Rachele
Lo stesso 18 maggio, dopo l’incontro con i gio-
vani, Padre Raniero ha tenuto la catechesi
“l’Eucaristia fa la Chiesa per mezzo
dell’Adorazione”. Dare indicazioni per introdur-
re l’avventura dell’Adorazione Eucaristica perpe-
tua che ha avuto inizio a
S. Manno dopo Pentecoste:
questo l’ordine del giorno.
Sei i punti guida estrapolati
da riflessioni attorno alle
verità teologiche contenute
nell’inno “Adoro te devo-
te” (attribuito a S. Tommaso
d’Aquino -XIII sec.)
1)La presenza di Gesù durante l’Eucaristia è ve-
lata, nascosta ma reale
ADORARE: l’adorazione è un sentimento esclu-
sivamente riservato a Dio; un tempo privilegiato
in cui possiamo noi guardare Lui e Lui guardare
noi (non è mai un solo sguardo unidirezionale!!)
2)Nell’Eucaristia è realmente presente Cristo con
la sua divinità ma anche umanità (attraverso la
sua passione sulla croce)
CREDERE: prendere coscienza del proprio pec-
cato e chiedere perdono al Signore che per noi
soffrì sulla croce(il buon ladrone è un esempio
straordinario di fede)
3)Nell’Eucaristia è presente non solo il Crocifis-
so ma anche il Risorto
AMARE: l’Eucaristia può aumentare le tre virtù
teologali di fede, speranza e carità, che non pos-
sono non riaccendersi al contatto con Colui che
ne è l’autore e l’oggetto , Gesù Figlio di Dio e
Dio Egli stesso. “Ritagliatevi un tempo davanti a
Gesù e chiedetegli maggiore carità, di scaldarvi
il cuore; vedrete che la vita cambia! Aumenta il
nostro amore, Gesù!”
4)L’Eucaristia è memoriale della morte del Si-
gnore e pane vivo offerto durante il banchetto.
Con Gesù, è Dio che si fa vittima per l’uomo.
VIVERE PER GESU’:chi mangia il corpo di
Cristo vive “da” Lui, in forza di Lui e vive per
Lui gustandone la dolcezza
5)Nell’Eucaristia riceviamo il sangue di Cristo,
inscindibilmente al suo corpo. Il pellica-
no,spesso raffigurato nei tabernacoli , si credeva
nutrisse i propri piccoli con il suo sangue in as-
senza di cibo. Così Gesù, per salvare l’uomo in
eterno, si è aperto il fianco sulla croce per poterci
nutrire nell’Eucaristia con il proprio sangue.
RICHIEDERE PURIFICAZIONE/
GUARIGIONE: quando ci sentiamo morsi dai
serpenti velenosi (invidia,gelosia,…), la prima
cosa da fare è fare visita al Santissimo, perché
guardando Gesù con fede si è liberati.
6)Dimensione escatologica dell’Eucaristia che ci
apre al futuro.
SPERARE: la domenica i cristiani dovrebbero
prendere coscienza che sono un popolo in cam-
mino verso la Meta; l’Eucaristia ha il potere di
suscitare speranza, perché Cristo ha vinto la mor-
te, che è la tomba della speranza. “Riscopriamo
la sorgente della nostra speranza e diffondiamo-
la intorno a noi!”. l’Ale
ADORARE! COME?
6
25 Ore con Gesù Pagina 7-Approfondimento
“Durante la visione poi intesi voci di molti angeli intorno al trono e agli esse-
ri viventi e ai vegliardi. Il loro numero era miriadi di miriadi e migliaia di
migliaia e dicevano a gran voce: «L’ Agnello che fu immolato è degno di
ricevere potenza e ricchezza, sapienza e forza, onore, gloria e benedizione».
Tutte le creature del cielo e della terra, sotto la terra e nel mare e tutte le cose
ivi contenute, udii che dicevano: «A Colui che siede sul trono e all’Agnello
lode, onore, gloria e potenza, nei secoli dei secoli». E i quattro essere viventi
dicevano. «Amen». E i vegliardi si prostrarono in adorazione.”Ap 5, 11-14
Fratelli e sorelle ogni lunedì alle ore 18.30 c’è un appuntamento “speciale”
nella chiesa San Michele Arcangelo di Agello...C’è un Amico che ascolta
volentieri, che non giudica e non rifiuta nessuno, pronto ad incontrare il no-
stro cuore, a visitarlo e a rimanere con noi … E noi un Amico così non pos-
siamo fare altro che ringraziarLo, lodarLo e adorarLo. Possiamo allora
prendere questo appuntamento con il Signore, che ci aspetta! Marianna
“Nell'Apocalisse Gesù dice che sta sulla porta e bussa. Per le persone che
vivono nel peccato, Gesù è fuori perché dentro c’è il nemico ed Egli vuole
entrare. Ma per chi si sforza a vivere con Gesù, Egli non bussa per entrare, ma
bussa da dentro perché vuole uscire. Molte volte pur accogliendolo nella nostra
vita, gli destiniamo una stanzina piccola, lo facciamo entrare in un solo aspetto
(la domenica o ai gruppi di preghiera). Gesù vuole uscire da quel bugigattolo e
vuole la chiave per entrare in tutte le stanze. Quando si invita Gesù, bisogna
aprirgli dapprima la stanza che ha bisogno di essere messa in ordine, l’aspetto
che non riesco da solo a districare e sottometterlo al Signore in preghiera!
Padre Raniero Cantalamessa”
Compleanni comunitari
Intervista ad Antonio Migliaccio
sulla sua prima esperienza nei
gruppi di preghiera per
l’effusione . Domenica 18 maggio mi
sono recato insieme ad altri tre fratelli
della fraternità a Borbiago (Venezia)
per la giornata di effusione. Io sono
partito per dare un passaggio a questi
fratelli che non sapevano come andare,
ero tranquillo, non sapevo quello che
ero chiamato a fare. Siamo partiti di
buon mattino, poi durante il viaggio mi
viene detto che ci sarebbero stati dei
fratelli di Cortona e, poiché eravamo
pochi, avremmo usato una sola mac-
china. A questo punto mi sono trovato
un po’ spiazzato perché ero partito per
guidare fino a Venezia e mi ritrovavo a
dover lasciare la macchina; decisi di
partire comunque, se non altro per tra-
scorrere una giornata con questi fratel-
li. Appena arrivati c’è stata subito la
catechesi, poi con Teresa siamo scesi
in cripta per pregare, ma non ci riusci-
vo, non riuscivo neanche a dire una
semplice “ Ave Maria”. Intanto Teresa
mi comunica che probabilmente ero
stato inserito nei gruppi per pregare.
Dentro di me pensavo che scherzasse,
era la prima volta per me e non mi sen-
Da strumento per gli altri a strumento di Dio
Pagina 8-Cose di casa
tivo in grado. Poi anche altri fratelli me
lo comunicarono e lì realizzai che forse
era vero … Tornai in cripta e mi sentii
mettere come un velo, esperienza già
provata durante il seminario, ed ero
diverso. Era arrivata l’ora di pregare
sui fratelli che dovevano ricevere
l’effusione, e ho fatto l’esperienza di
cosa vuol dire essere usati da Dio, apri-
vo la Bibbia e mi venivano parole pro-
prio per quella situazione, non mi sen-
tivo più a disagio come prima. Sono
passato in qualche mese da vivere
l’esperienza dell’effusione da protago-
nista a farla vivere agli altri. Questa
esperienza mi ha toccato molto e se mi
venisse riproposta non esiterei a dare la
mia disponibilità. Giacomo
settembre
ottobre
SEGUE DALLA PRIMA
Impareremo a vivere la vita cristiana secondo l'insegnamento nei Vangeli e delle lettere apostoliche. Il Battesimo nello Spirito Santo è la presa di coscienza della nostra realtà di cristiani e segna l'inizio di una vita nuova e diversa. Il Seminario è rivolto a tutti, in quanto non siamo noi a scegliere il Signore ma è il Signore che ci sceglie. Esso è: 1. Per chi non è cristiano e vuole diventarlo; 2. Per chi crede di esserlo; 3. Per i buoni cristiani. Anche questi ultimi hanno bisogno di ascoltare il messaggio di Gesù in maniera nuova e di avere una più chiara conversione a Cristo e una nuova con-vinzione che questo è il messaggio dello Spi-rito alla Chiesa dei nostri giorni. Avvertimenti: Ø Per chi si attacca alle persone e indivi-dui che li portano a Dio, vedi 1 Corinzi 3,5-9 : non sono altro che servi del Signore, ed è a Lui che ci dobbiamo attaccare. Ø Affinché funzioni: deve essere ricevuto con fede e pentimento veri. Ø Per essere veri cristiani, dovremo poi continuare nel nostro impegno col Signore; - dovremmo avere una relazione perso-nale con Gesù e poi col Padre; - è una vita nuova vissuta nell'abbando-no allo Spirito Santo. Gli scopi del Seminario sono molteplici: 1. Aiutare i partecipanti a stabilire e appro-fondire una relazione personale con Cristo. 2. Aiutarli ad abbandonarsi all'azione dello Spirito Santo nella loro vita e a sperimentare regolarmente la Sua azione. 3. Ad essere più uniti a Cristo, facendo parte di una comunità di preghiera veramente impegnata in questo senso. 4. A cercare i mezzi efficaci di crescita nella loro relazione personale con Gesù. Il Seminario si svolge in 8 settimane, ed è importantissimo frequentare tutte le sessione, inizierà l’ 11 ottobre 2014 presso il Santu-ario di Montemelino sito in Magione (PG) e si concluderà il 7 dicembre 2014, con la preghiera di effusione che rinnoverà il Battesimo nello Spirito Santo. Pino
Memento! AUGURI
DA INVIARE!
SEMINARIO DI VITA NUOVA
Voleva morire il giorno della vigilia della Beata Vergine Maria, era
questo il desiderio di Franco, sia per la sua profonda attrazione verso
la Madonna, sia per il suo affetto verso don Giuliano che se ne era an-
dato lo stesso giorno. Il suo desiderio è stato esaudito, questo caro fra-
tello ci ha lasciati proprio quel giorno. Quanto è vero che neanche la
morte ci può separare dall’amore di DIO!!! 2 nuovi Cristiani!! Alla fine di Maggio è stata battezzata Rebecca, fi-
glia di Marina e nel mese di Giugno anche Alessandro, figlio di Elena,
è stato unto con l’olio del Battesimo. Possa il Signore avere un occhio
sempre attento sui piccoli della nostra Fraternità (oltre che sui grandi!) Il 25 luglio le nostre gemelle Orsini hanno compiuto 18 anni ….
L’augurio per un futuro sempre più ‘MAGNIFICAT’ da tutti noi! Domenico è in fase riabilitativa … mostrando fin da subito dopo il suo
incidente l’ottima tempra che solo gli uomini di “un tempo” hanno sup-
portata in più dalla forza delle fede. Abbiamo inoltre un’altra sorella in fase di ripresa: Irene che, l’ultimo
giovedì prima delle vacanze estive, ha preso parte alla preghiera.
Grande la gioia nel vederla tra noi “Casa” è unita dalla presenza del Signore... Come tu ci vuoi...noi sare-
mo! Dove tu ci vuoi...noi andremo ...aiutaci Signore a lasciarci guidare
dal Tuo Amore...