Manuale per gli incaricati di Primo Soccorso · trauma termico 24 colpo di calore e colpo di sole...

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Manuale per gli incaricati di Primo Soccorso A cura di dott. Giuseppe Tremonte www.counselling-care.it

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Manuale per gli incaricati di Primo Soccorso A c u r a d i d o t t . G i u s e p p e T r e m o n t e w w w . c o u n s e l l i n g - c a r e . i t

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Appunti di Primo Soccorso – Manuale per gli incaricati di Primo Soccorso

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Tutto il materiale è stato adattato e aggiornato dal dott. Giuseppe Tremonte www.counselling-care.it [email protected] Edizione novembre 2016 Giuseppe Tremonte Infermiere al 118 di Reggio Emilia dal 1993

Istruttore Pre Hospital Trauma Life Support - NAEMT Istruttore Advanced Medical Life Support - NAEMT Istruttore Basic Life Support and Defibrillation - AHA Istruttore Basic Life Support and Defibrillation cat. A - IRC

Counsellor Psicosociale – 2003 Master in Counselling dell’emergenza - 2003 Analista Transazionale Certificato (EATA) – 2010 Laurea triennale in Psicologia - 2012 Laureando al corso Magistrale di Psicologia - UNIPR Materiale originale tratto da: INAIL: Edizione 2010 ISBN 978-88-7484-165-3 Medica Salute http://medicinasalute.com/ (2012) Primo soccorso cosa fare? Opuscoli informativi AUSL Reggio Emilia http://www.ausl.re.it/comunicazione/opuscoli-informativi/primo-soccorso-cosa-fare (2016). Altri materiali trovati in rete e che non presentano copyright (novembre 2016).

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PREFAZIONE Cos’è il primo soccorso? E’ quell’insieme di manovre che si applicano senza l’ausilio di attrezzature particolari e che consentono di preservare la vita o migliorare le condizioni generali della persona che ha subito un evento dannoso. Questa pubblicazione, che non sostituisce i corsi di formazione degli addetti al primo soccorso ai sensi del Decreto 388/03, vuole essere un aiuto a ricordare ciò che è stato appreso durante il corso ed è strutturato in maniera facilmente e velocemente consultabile. Utilizza un linguaggio semplice e comprensibile a tutti coloro che possono trovarsi a dover fronteggiare un’emergenza e non sono “addetti ai lavori”. Al soccorritore non viene chiesto di sostituirsi al personale qualificato, difatti è comprensibile che ciò che è stato appreso in un corso di primo soccorso non può fornire le conoscenze e le competenze di chi invece ha dedicato anni di studio alla materia, può però almeno chiarire cosa il soccorritore deve o non deve fare in attesa dei soccorsi qualificati. Nel presente manuale sono indicati gli interventi che possono essere eseguiti da chiunque si trovi a soccorrere un infortunato utilizzando gli unici strumenti di cui siamo dotati: il nostro cuore (per rendersi disponibili), il nostro cervello (per decidere il da farsi) e le nostre mani (per agire). Ecco allora che il soccorritore deve saper riconoscere una situazione di emergenza, deve sapere cosa non deve assolutamente fare per non peggiorare la situazione dell’infortunato, deve essere in grado di attivare e coordinare l’arrivo dei soccorsi qualificati ed avere l’autorità per gestire i curiosi, che immancabilmente sono presenti, e che possono ostacolare l’attività dei soccorritori, e/o frenare l’azione degli “interventisti” ad ogni costo. AVVERTENZE IMPORTANTI Ogniqualvolta si intervenga su un infortunio, prima di prestare soccorso all’infortunato, verificare sempre che non si corrano ulteriori rischi per sé e per gli altri; osservare bene la scena dell’infortunio per cercare di capirne la dinamica. Ogniqualvolta sia necessario chiamare il 118 occorre sempre dare informazioni il più precise possibili, mantenendo la calma, rispondendo a tutte le domande che vengono poste. Ogniqualvolta vi sia il rischio di venire a contatto con: sangue, vomito, feci, urine, INFILARSI SEMPRE I GUANTI E GLI OCCHIALI O VISIERA PARASCHIZZI PRIMA DI INTERVENIRE.

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INDICE CONTENUTO MINIMO DELLA CASSETTA DI PRIMO SOCCORSO 5 CONTENUTO MINIMO DEL PACCHETTO DI MEDICAZIONE 5 LA COSCIENZA 6 LE ALTERAZIONI CEREBRALI E DELLA COSCIENZA PIU’ FREQUENTI SVENIMENTO: PRESINCOPE E SINCOPE 6 CRISI EPILETTICA 6 CRISI ISTERICA 7 CRISI CONVULSIVE FEBBRILI 7 ALTERAZIONE DI COSCIENZA IN DIABETICO 7 APPARATO RESPIRATORIO 8 I DISTURBI DELLA RESPIRAZIONE 8 L’APPARATO CARDIOCIRCOLATORIO 9 I DISTURBI CARDIACI 10 ANGINA PECTORIS 10 INFARTO CARDIACO 10 RIANIMAZIONE CARDIOPOLMONARE 11 SOFFOCAMENTO 13 EMORRAGIE 14 EMORRAGIE ESTERNE 14 EMORRAGIE ESTERIORIZZATE 15 EMORRAGIE INTERNE 16 SHOCK 16 FERITE 17 FERITE CON CORPO ESTRANEO CONFICCATO 17 FERITE CON EVISCERAZIONE 17 USTIONI 18 FOLGORAZIONE 19 L’APPARATO SCHELETRICO 20 LE PRINCIPALI LESIONI A CARICO DELL’APPARATO LOCOMOTORE CONTUSIONI/DISTORSIONI, LUSSAZIONI/FRATTURE 20 TRAUMI AL SISTEMA NERVOSO CENTRALE E PERIFERICO TRAUMI DELL’ENCEFALO - TRAUMA CRANICO 21 TRAUMI DEL MIDOLLO SPINALE 21 AVVELENAMENTI E INTOSSICAZIONI 22 IL MONOSSIDO DI CARBONIO 22 PUNTURE DI INSETTI E MORSI DI ANIMALI LE PUNTURE DI INSETTI 23 VESPE, API E CALABRONI E ZECCHE 23 MORSO DI VIPERA 23 MORSO DI CANE O GATTO 23 TRAUMA TERMICO 24 COLPO DI CALORE E COLPO DI SOLE 24 CONGELAMENTO E ASSIDERAMENTO 24 LESIONI AGLI OCCHI 25 SINDROME DA SOSPENSIONE INERTE 26 ASSISTENZA AL TRAVOLTO DA VALANGA 27 SOMMINISTRAZIONE DI FARMACI IN ORARIO SCOLASTICO 28 ELEMENTI DI NORMATIVA DEL SOCCORSO 28 PRINCIPALI NORME SULLA DEFIBRILLAZIONE 30

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CONTENUTO MINIMO DELLA CASSETTA DI PRIMO SOCCORSO Elenco previsto dall’allegato 1 del DM 388/’03 • N 5 paia di guanti sterili monouso • N 1 flacone di soluzione cutanea di iodopovidone 10% di iodio da 1l • N 3 flaconi di soluzione fisiologica (sodio cloruro 0,9%) da 500 ml • N 2 rotoli di cerotto alto 2,5 cm • N 2 confezioni di cerotti di varie misure • N 1 confezione di cotone idrofilo da 100 g • N 10 compresse di garza sterile 10x10 in buste singole • N 2 compresse di garza sterile 18x40 in buste singole • N 3 rotoli di benda orlata alta cm 10 • N 1 confezione di rete elastica di misura media • N 2 confezioni di ghiaccio pronto uso • N 3 lacci emostatici • N 2 teli sterili monouso • N 1 termometro • N 1 paio di forbici • N 2 paia di pinzette da medicazione sterili monouso • N 2 sacchetti monouso per la raccolta dei rifiuti sanitari • N 1 visiera paraschizzi • N 1 apparecchio per la misurazione della pressione arteriosa CONTENUTO MINIMO DEL PACCHETTO DI MEDICAZIONE Elenco previsto dall’allegato 2 del DM 388/’03 • N 2 guanti sterili monouso N 1 flacone di soluzione cutanea di iodopovidone al 10% di iodio da 125 ml • N 1 flacone di soluzione fisiologica (sodio cloruro- 0,9%) da 250 ml • N 3 compresse di garza sterile 10x10 in buste singole • N 1 compresse di garza sterile 18x40 in buste singole • N 1 pinzette sterili monouso • N 1 confezione di cotone idrofilo • N 1 confezione di cerotti pronto uso (di varie misure) • N 1 rotoli di benda orlata alta cm 10 • N 1 rotolo di cerotto alto cm 2,5 • N 1 un paio di forbici • N 1 un laccio emostatico • N 1 confezione di ghiaccio “pronto uso” • N 1 sacchetto monouso per la raccolta di rifiuti sanitari ATTENZIONE ALLE SCADENZE

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LA COSCIENZA La coscienza, cioè la capacità di percepire noi stessi e l’ambiente in cui viviamo, è espressione diretta del funzionamento del cervello.

Il pianto, i sentimenti, il pensiero, la parola, ma anche il movimento, la coordinazione, il battito cardiaco, il sudore, trovano impulso e regolazione in questa parte dell’organismo che svolge la funzione importantissima di raccogliere, interpretare gli stimoli esterni e di darne risposta. Nel caso del sistema nervoso centrale numerose sono le cause che possono determinare ripercussioni sulla funzionalità di questo; schematicamente possiamo identificare patologie da: - alterazioni dello stesso sistema encefalico (p.es.epilessia) - scarsa ossigenazione cerebrale - scarsa irrorazione cerebrale - scarsa nutrizione della cellula cerebrale (es. diabete) - azione di agenti meccanici (traumi) - azione di agenti fisici (sole, calore, freddo, elettricità) - azione di agenti chimici endogeni (p.es.iperazotemia) - azioni di agenti fisici esogeni (p.es. farmaci) Il sintomo più eclatante in caso di alterazione del sistema nervoso centrale è la perdita o alterazione della coscienza, condizione particolare che rende necessario il soccorso con provvedimenti differenziati a secondo delle cause che hanno agito.

LE ALTERAZIONI CEREBRALI E DELLA COSCIENZA PIU’ FRE QUENTI

SVENIMENTO: PRESINCOPE E SINCOPE PRESINCOPE È caratterizzata da una perdita di coscienza di breve durata a cui segue una rapida risoluzione della sintomatologia non appena il soggetto viene sdraiato Il soggetto ha una brevissima perdita di coscienza ma al risveglio l’infortunato ricorda tutto quello che è accaduto. SINCOPE Si differenza per una perdita di coscienza più lunga, ma sempre di pochissimi minuti, e dal sintomo principale che è il non ricordare cosa è successo. CRISI EPILETTICA È provocata dall’improvvisa attivazione di un gruppo di neuroni del sistema nervoso centrale che producono degli impulsi anomali. Il movimento, la sensibilità, la coscienza, funzioni tipiche di questo sistema, vengono sconvolte dall’improvvisa scarica di energia che supera ogni controllo e volontà. La manifestazione tipica è la comparsa di una variazione dello stato di coscienza seguita o meno da crisi convulsiva. Episodi di attacchi epilettici possono destare seria preoccupazione tra le persone occasionalmente presenti in considerazione dell’insorgenza improvvisa della sintomatologia, caratterizzata da perdita di coscienza e dalla possibilità di comparsa di violente convulsioni che interessano l’intero organismo. Per questa patologia si differenziano almeno due quadri principali,

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a) CRISI DI PICCOLO MALE consistente in una alterazione della coscienza o “assenza”, nella quale il soggetto (in prevalenza bambini) perde la nozione dell’ambiente esterno, non risponde alle domande più semplici, ma mostra lo sguardo fisso nel vuoto come se fosse altrove. Può essere seguita da contrazioni involontarie di gruppi muscolari senza arrivare alla vera e propria crisi convulsiva. Al rientro nella realtà il soggetto non ricorda nulla dell’accaduto. b) CRISI DI GRANDE MALE caratterizzata all’inizio da una serie di sensazioni tattili ed olfattive, segni “premonitori” dell’evento (“aura”), seguita da perdita di coscienza con caduta a terra senza difesa (sono possibili ferite anche gravi!!!), irrigidimento, convulsioni. Il viso del soggetto è contratto, gli arti e l’intero corpo si muovono convulsamente con notevole forza, è possibile la comparsa di schiuma alla bocca, come il verificarsi del morso della lingua o la perdita involontaria di feci ed urina. Al termine della crisi il soggetto cade in un sonno profondo dal quale si risveglierà non ricordando nulla dell’accaduto. Cosa fare Il soccorritore ha da eseguire pochi e semplici provvedimenti: • non cercare di impedire la crisi, ma evitare che il soggetto nella caduta possa procurarsi lesioni traumatiche. • controllare il respiro, assicurandosi che le vie aeree siano libere. • evitare, se possibile, il morso della lingua mettendo qualcosa di morbido tra i denti dell’infortunato • slacciare cravatte o cinture. • non abbandonare il soggetto da solo. CRISI ISTERICA La crisi epilettica si differenzia dalla crisi isterica perché quest’ultima di solito avviene in pubblico e non è caratterizzata da “vera” perdita di coscienza. Il soggetto ricorda bene l’episodio, anche se a volte può mostrare una amnesia “costruita” che facilmente è confutabile. Nel perdere coscienza il soggetto nel cadere non ha mai la possibilità vera di “farsi male”, la caduta dell’isterico viene definita “caduta con sicurezza” perché sono sempre presenti le reazioni istintuali di difesa che mancano nello stato di incoscienza. CRISI CONVULSIVE FEBBRILI Colpiscono bambini fino ai 4-6 anni, nel corso di affezioni febbrili Cosa fare: - tenere il bambino sdraiato; - mettere ghiaccio sulla testa o fare spugnature fredde; - se è molto vestito, spogliarlo; Cosa non fare: - non trattenere il bambino durante la crisi convulsiva; ALTERAZIONE DI COSCIENZA IN DIABETICO - si può somministrare soltanto un po’ di zucchero o acqua zuccherata; - metterlo in posizione laterale di sicurezza Cosa non fare: - non dare mai nulla da bere se il soggetto non è cosciente

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APPARATO RESPIRATORIO

Durante la respirazione tranquilla l’adulto respira 6-7 litri di aria al minuto; la frequenza del respiro è di 14-16 atti respiratori al minuto e la quantità di aria inspirata o espirata in ogni atto respiratorio è di circa 500 ml. I bambini hanno una frequenza respiratoria maggiore con 20-30 atti respiratori al minuto. Il fine della respirazione è quello di assumere ossigeno dall’esterno, uno dei principali nutrimenti per le cellule, ed eliminare l’anidride carbonica, prodotto di rifiuto dei processi metabolici cellulari. Lo scambio gassoso tra ossigeno ed anidride carbonica avviene nell’alveolo polmonare.

I DISTURBI DELLA RESPIRAZIONE

Diversi disturbi a carico della respirazione possono portare all’asfissia, termine usato per indicare qualunque evento in grado di impedire all’aria di raggiungere gli alveoli polmonari e di conseguenza, all’ossigeno di arrivare nel sangue e da qui a tutto l’organismo. La prolungata mancanza di ossigeno, provoca deterioramento o morte cellulare; alcuni tessuti, come quello

nervoso, sono così sensibili che dopo solo pochi minuti di carenza di ossigeno si sviluppano danni irreversibili. Sintomi generali Difficoltà respiratoria, respirazione rallentata o accelerata, rumori respiratori come fischi, sibili o rantoli; la persona preferisce stare seduta, può comparire colorazione bluastra della cute (cianosi). Cosa fare Riconoscere la causa della difficoltà respiratoria, posizionare seduta la persona,allentare vestiti ed risolvere eventuali ostruzioni delle vie aeree.

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L’APPARATO CARDIOCIRCOLATORIO

ANATOMIA L’apparato cardiocircolatorio è costituito dal cuore e dai vasi sanguigni, che insieme, sono responsabili del continuo flusso di sangue in tutto il corpo. Esso assicura a tutti i tessuti dell’organismo il regolare rifornimento di ossigeno e di sostanze nutritive, e allontana l’anidride carbonica e le altre sostanze di rifiuto. CUORE Il cuore funziona come una pompa che permette al sangue di circolare. VASI SANGUIGNI I vasi sanguigni sono condotti di diverso calibro in cui scorre il sangue e si suddividono in: arterie, vene, capillari. le arterie sono vasi che portano il sangue dal cuore alla periferia; le vene sono vasi che portano il sangue dalla periferia verso il cuore; i capillari sono piccoli vasi, tra le arterie e le vene, dotati di pareti permeabili attraverso le quali avvengono gli scambi nutritizi e gassosi tra sangue e tessuti. IL SANGUE L’uomo ha un volume di sangue di circa 5-6 litri; il sangue è costituito da un liquido giallo trasparente detto plasma nel quale “nuotano” cellule come i globuli rossi, globuli bianchi, piastrine.

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I DISTURBI CARDIACI

ANGINA PECTORIS Consiste in una riduzione del flusso sanguigno nelle arterie coronarie che insorge più frequentemente, ma non solo, durante uno sforzo fisico, camminare, salire le scale, o dopo un’emozione intensa. Sintomi generali: Il soggetto è costretto a fermarsi, avvertirà oppressione o vero dolore al petto, e porterà la mano sullo sterno. Il dolore potrà essere irradiato al collo ed alle mandibole, oltre che al braccio sinistro che potrà avvertire come dolente o “addormentato”. Il respiro potrà essere superficiale. Cosa fare Fate sedere comodamente il soggetto, tranquillizzatelo e rassicuratelo. INFARTO CARDIACO L’infarto cardiaco consiste nella necrosi (morte) di una porzione più o meno estesa del tessuto muscolare cardiaco (miocardio), causata dall’improvvisa chiusura di una coronaria. Se l’infarto è molto esteso o se colpisce zone particolari, può sopraggiungere un arresto cardiaco con conseguente morte del soggetto. Sintomi generali Il dolore, come sede ed irradiazione, è simile a quello dell’angina ma si differenzia per l’intensità e la durata che sono maggiori. Inoltre mentre il dolore anginoso insorge generalmente sotto sforzo e migliora o scompare con il riposo, quello dell’infarto può insorgere anche durante il riposo e non migliora con il riposo. Il soggetto avverte una sensazione di morte imminente, il colorito è pallido cereo, le labbra possono essere bluastre, il viso è ricoperto di sudorazione fredda, il polso è frequente, il respiro affannoso. Cosa fare Ponete il soggetto in posizione comoda, semiseduto, e con le gambe piegate; mettete se possibile dei cuscini per sorreggere le spalle e la testa.

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IL MANTENIMENTO DELLE FUNZIONI VITALI BLS: BASIC LIFE SUPPORT - RIANIMAZIONE CARDIOPOLMON ARE

Ogni anno una persona su 1000 un arresto cardiaco. Dopo l’arresto cardiaco le probabilità di sopravvivenza del paziente sono minime, a meno che i testimoni del malore sappiano eseguire correttamente le procedure di primo soccorso in attesa dell’arrivo dell’ambulanza. Quando troviamo un soggetto che ha avuto un malore, è caduto a terra, è svenuto: valutare se il soggetto è cosciente o ha perso cono scenza: - chiamarlo e scuoterlo leggermente; se risponde ed è cosciente - chiamare subito il 118 e nell’attesa continuare ad accertarsi che non perda conoscenza; se non è cosciente fare valutazione respiratoria - guardare se il torace si solleva se non è cosciente ma respira - chiamare subito il 118; - porlo nella posizione laterale di sicurezza - in attesa dei soccorsi qualificati continuare a valutarlo

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Se non è cosciente e non respira chiamare subito il 118: il nostro paziente è in arresto cardiaco. Per arresto cardiaco s’intende l’arresto della funzione cardiaca con conseguente arresto del flusso ematico a tutti gli organi ed apparati. Se questa condizione persiste oltre un certo numero di minuti si hanno danni irreversibili in alcuni organi primo fra tutti il sistema nervoso centrale, e successivamente la morte. - in attesa dei soccorsi qualificati iniziare il massaggio cardiaco.

Cosa fare - mettere supino l’infortunato su piano rigido, senza nulla sotto la testa e scoprire il torace; - inginocchiarsi al suo fianco; - appoggiare le mani al centro del suo torace, sulla parte inferiore dello sterno la pressione va esercitata soltanto sullo sterno e non sulle coste; - con le braccia estese e perpendicolari al torace della vittima iniziare le compressioni in modo da abbassare la gabbia toracica di 5-6 cm; - mantenere una frequenza di 100-120 compressioni al minuto - la compressione e il rilasciamento devono essere uguali. QUANDO DEVO SMETTERE? La risposta è molto semplice: quando il paziente o i soccorritori vi dicono di smettere, oppure quando siete troppo stanchi per continuare. Solo il medico può costatare il decesso. VENTILAZIONE ARTIFICIALE Dalle linee guida European Resuscitation Council e American Heart Association 2015 è stato confermato il non utilizzo della ventilazione da parte di personale non sanitario e che non sia addestrato ad applicarla. RIANIMAZIONE CARDIOPOLMONARE DEI BAMBINI La rianimazione dei bambini di età compresa tra 1 anno e 8 anni è molto simile a quella degli adulti. La rianimazione dei bambini di età fino a 12 mesi è diversa da quella per gli adulti. L’arresto cardiaco in età pediatrica è raro al di fuori di bambini con cardiopatie congenite. Si rimanda la formazione sulla rianimazione cardio polmonare pediatrica ad un corso specifico e relativa esercitazione. UTILIZZO DEL DAE Defibrillatore SemiAutomatico Este rno La presenza di un DAE è obbligatoria per alcuni contesti mentre è fortemente consigliata in altri. Si rimanda la formazione sulla rianimazione cardio polmonare con DAE ad un corso specifico e relativa esercitazione a cui potrà far seguito l’autorizzazione da parte della Centrale Operativa del 118 di autorizzazione all’uso del dispositivo.

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SOFFOCAMENTO

È il caso del corpo estraneo penetrato nelle vie respiratorie. Le vie aeree possono essere ostruite o per la presenza di corpi estranei quali cibo, vomito, o, specie nei bambini piccoli, oggetti, giochi o dolci, o per patologie che provocano un rigonfiamento acuto delle mucose della gola. Sintomi generali Il soggetto mostrerà difficoltà nel respirare e nel parlare, il colorito della pelle e delle labbra sarà bluastro (cianotico), e porterà le mani al collo afferrandolo. Cosa fare Se la persona riesce a tossire invitarla a tossire più forte, se la tosse non è efficace e la persona è ancora cosciente eseguire la manovra di Heimlich. Cosa non fare: Non cercare di estrarre il corpo estraneo con le dita se è in profondità nella gola

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EMORRAGIE

Per emorragia si intende la fuoriuscita di sangue dal torrente circolatorio. La fuoriuscita del sangue può avvenire all’esterno del corpo attraverso una ferita (emorragie esterne) o all’interno (emorragie interne); si può anche verificare l’evenienza che il sangue si raccolga all’interno del corpo per poi fuoriuscire attraverso un orifizio naturale (emorragie esteriorizzate). Le emorragie, a seconda del tipo di vaso sanguigno che è stato danneggiato si classificano in: • emorragia arteriosa : il sangue è rosso vivo e, sotto la pressione della pompa cardiaca, fuoriesce con forza dalla ferita a intermittenza. Un’arteria recisa può portare rapidamente a svuotamento del torrente circolatorio. • emorragia venosa : il sangue è di colore rosso scuro o brunastro. La pressione è inferiore a quella del sangue arterioso. EMORRAGIE ESTERNE COMPRESSIONE DIRETTA Dopo aver indossato i guanti utilizzare garze, teli sterili, cerotti, bende elastiche per tamponare la ferita; il ghiaccio può essere utile nel rallentare il flusso di sangue.

UTILIZZO DEL LACCIO Se la compressione diretta non è efficace occorre utilizzare un laccio emostatico. Il laccio va sempre messo solo sul braccio (non avambraccio) e sul femore. Scrivere l’ora in cui è stato applicato.

E’ il primo intervento a seguito di amputazione di arto.

LE AMPUTAZIONI DI ARTI O DITA Sono situazioni gravissime nelle quali è necessario: 1. arrestare l’emorragia: a) grosse amputazioni: laccio emostatico b) amputazione di dita: fasciatura compressiva 3. mettere la parte amputata in un sacchetto di plastica pulito, ermeticamente chiuso e sistemato in un contenitore con il ghiaccio.

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EMORRAGIE ESTERIORIZZATE Si verificano quando il sangue si raccoglie all’interno del corpo per poi fuoriuscire attraverso i suoi orifizi naturali. FUORIUSCITA DI SANGUE DAL NASO Cosa fare: - collocare l’infortunato con il capo leggermente piegato in avanti per evitare che il sangue ingoiato favorisca il vomito; - comprimere le narici tra pollice e indice per alcuni minuti; - applicare ghiaccio alla radice del naso; Cosa non fare: - non sdraiare il soggetto né porlo con la testa all’indietro; IMPORTANTE: se il sanguinamento è conseguente ad un trauma facc iale non tamponare per arrestare l’emorragia, ma inviare subito al PS FUORIUSCITA DI SANGUE DALL’ ORECCHIO Cosa fare: - collocare l’infortunato con il capo leggermente reclinato dalla parte lesa ; - coprire la parte lesa con garze sterili o fazzoletti di cotone puliti; - tenere controllati i parametri vitali: coscienza, respiro Cosa non fare: - non tappare l’orecchio; IMPORTANTE: se il sanguinamento è conseguente ad un trauma cran ico non tamponare per arrestare l’emorragia, ma inviare subito al PS. FUORIUSCITA DI SANGUE DALLA BOCCA Il sangue può provenire dalle vie respiratorie oppure dalle via digestive. Se viene dalle vie respiratorie l’infortunato presenterà schiuma rosata dalla bocca associata a difficoltà respiratoria. Se il sangue proviene dalle vie digestive possiamo trovarci difronte ad un sanguinamento in corso quando l’infortunato emetterà sangue rosso dalla bocca; se invece il sanguinamento c’è stato nelle ora precedenti il paziente potrebbe vomitare materiale marrone grumoso, simile a fondi di caffè. Cosa fare In caso di sanguinamento dalle vie aeree chiamare immediatamente il 118 e assistere il l’infortunato. In caso di vomito con presenza di sangue occorre recuperare il vomito in modo da presentare ai soccorritori la quantità di sangue presente; il colore e tipo di sangue presente e la quantità saranno importanti ai fini dell’accesso in pronto soccorso. FUORIUSCITA DI SANGUE DALL’INTESTINO Se il sanguinamento presenta un colore rosso indica che si tratta di una emorragia in corso e del basso intestino. Potrebbe essere presente sangue digerito, lo si riconosce dal colore delle feci che diventano verdognole e fortemente maleodoranti, si chiama melena; in questo caso il sanguinamento riguarda il primo tratto dell’intestino oppure si è verificato qualche ora precedente.

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FUORIUSCITA DI SANGUE DALLE VIE URINARIE Spesso è il sintomo di un calcolo renale ma può rappresentare anche una infezione o problematica relativa all’apparato urinario. FUORIUSCITA DI SANGUE DALL’APPARATO GINECOLOGICO E’ importante indagare eventuali gravidanze in corso o non note; può essere il sintomo di infezione o patologia dell’apparato riproduttivo. EMORRAGIE INTERNE Sono determinate da lesione dei vasi sanguigni senza nessuna ferita o sanguinamento esterno con conseguente raccolta di sangue all’interno del corpo. Come si sospetta un’emorragia interna in assenza di fuoriuscita di sangue? Sulla base della presenza di sintomi dello stato di shock: • pallore estremo (ma cianosi delle estremità e delle labbra) • cute fredda e umida • brividi, tremori • polso piccolo e frequente • respiro rapido e superficiale • agitazione e poi sonnolenza • evoluzione verso il coma e l’arresto cardiaco Occorre riconoscere velocemente il meccanismo dell’eventuale trauma e chiamare rapidamente il 118; lasciare l’infortunato sdraiato a terra e controllare le funzioni vitali, eventualmente se non trauma mettere in posizione laterale di sicurezza. SHOCK Nello shock il sistema cardiocircolatorio è incapace a fornire una adeguata quantità di sangue ai tutti i tessuti periferici cioè a tutto l’organismo. Nello shock la diminuzione del flusso è acuta e grave e conduce, se non corretta in tempo, a disturbi metabolici seri, a danni permanenti o a morte. I motivi che conducono allo shock sono diversi, tra i principali: - il meccanismo di pompa del cuore non adeguato (come avviene nell’infarto del miocardio); - la notevole diminuzione del volume sanguigno (come avviene in un’anemia acuta da emorragia, o nelle ustioni estese); - problemi al diametro dei vasi sanguigni (gravi reazioni allergiche a farmaci, a punture d’insetto ecc). Sintomi generali Il soggetto è spesso pallido con sudorazione fredda; il polso è poco apprezzabile perché “debole”, ma è molto frequente; progressiva debolezza fino alla perdita di conoscenza; respirazione difficoltosa e frequente. Cosa fare Porre il soggetto a terra in posizione supina come per lo svenimento. Se perde conoscenza utilizzare la posizione laterale di sicurezza. Controllare coscienza e respiro, e se necessario iniziare la rianimazione.

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FERITE

La cute non è un semplice rivestimento ma presenta numerose funzioni quali: • difesa dagli insulti meccanici • difesa da agenti infettivi (batteri e funghi); • azione di termoregolazione, cioè di regolazione della temperatura. • azione tamponante, cioè di neutralizzazione delle soluzioni diluite di acidi o di alcali. • azione di depurazione, attraverso una vera e propria funzione escretoria. La ferita è un’interruzione della continuità della cute che può interessare anche i piani profondi sottostanti. Cosa fare: - pulire la ferita e la pelle circostante con soluzione fisiologica o acqua corrente utilizzando garza sterile iniziando sempre dal centro della ferita verso la periferia; - disinfettare la ferita con i disinfettanti a disposizione; - coprire con garza sterile e fasciare la ferita Cosa non fare: - non applicare pomate, polveri medicamentose o altro prodotto che non sia il disinfettante; - non utilizzare cotone idrofilo e fazzolettini di carta per la pulizia e disinfezione delle ferite FERITE CON CORPO ESTRANEO CONFICCATO Una ferita che penetra nel torace può produrre una grave lesione interna agli organi contenuti nel torace stesso così come in addome. Cosa fare Immobilizzare il corpo estraneo Cosa non fare È importante ricordare che i corpi estranei non vanno assolutamente rimossi. FERITE CON EVISCERAZIONE La gravità di una ferita addominale può manifestarsi con un’emorragia esterna, con una fuoriuscita del contenuto addominale o con un’emorragia interna. Il rischio di infezione è alto. Cosa fare: L’infortunato va messo in posizione stesa con gambe flesse. Cosa non fare Anche in questo caso non va mai tolto il corpo estraneo perforante né vanno effettuate manovre per far rientrare l’intestino fuoriuscito.

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LE USTIONI Si tratta di lesioni della pelle dovute a: - agenti fisici raggi (solari, ultravioletti, fonti radioattive), elettricità (corrente a basso voltaggio, ad alto voltaggio, fulmini) calore (fuoco, vapore, olio bollente etc.) - agenti chimici: acidi e basi forti (soda caustica, candeggina etc.) La gravità dell’ustione si valuta in base a: - natura dell’agente causale; - profondità, GRADI - estensione, REGOLA DEL 9 CLASSIFICAZIONE DELLE USTIONI I GRADO: interessano solo lo strato superficiale della cute Sintomi: rossore (eritema), gonfiore (edema), dolenzia È necessario raffreddare la parte ustionata con impacchi di acqua fresca NON ghiaccio. II GRADO: (danno più profondo con formazione di vescicole piene di liquido: flittene). La gravità dipende dall’estensione e dalla conseguente perdita di liquidi Medicare con garza sterile. Se la bolla si rompe è necessario procedere alla medicazione come per le ferite. In ogni caso, poiché le ustioni di II grado sono molto suscettibili alle infezioni: NON rompere le vescicole NON mettere lozioni, unguenti o grassi sulle ferite III GRADO: morte dei tessuti. Tutti gli strati della pelle sono stati danneggiati. Il danno si può estendere anche a nervi e muscoli. La pelle può essere pallida o nerastra Esige sempre cure mediche anche se di piccole dimensioni Non togliere i vestiti se incollati alla pelle per evitare l’aggravamento delle lesioni. Coprire le lesioni con garza sterile.

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FOLGORAZIONE Al passaggio della corrente elettrica attraverso il corpo umano, possono seguire lesioni a carico di: • Cute: il cosiddetto marchio elettrico testimonia l’avvenuto contatto tra il cavo elettrico e la cute. • Muscoli: si hanno contrazioni muscolari, che in alcuni casi possono giungere alla contrazione spasmodica del diaframma e dei muscoli respiratori. • Sistema nervoso: si possono avere disturbi • Apparato cardiovascolare: vi possono essere tachicardia, disturbi a carico della pressione arteriosa, della circolazione coronarica con crisi ischemiche che possono portare anche all’infarto del miocardio. A volte, in caso di contatto con cavo dell’alta tensione, è possibile anche che il soggetto venga spinto a notevole distanza. La gravità delle lesioni precedentemente descritte dipende da: 1. Caratteristiche della corrente elettrica (intensità, frequenza, tensione). 2. Resistenza elettrica del corpo umano e presenza o meno di strutture isolanti il soggetto stesso (cute asciutta o bagnata o sudata, tipo di calzature utilizzate, pavimento bagnato ovvero asciutto, etc). 3. Tempo di contatto del corpo con l’elettricità. 4. Percorso della corrente nel corpo stesso (lesioni più gravi nel caso in cui il percorso interessi il cervello, il cuore). COSA FARE IN CASO DI INFORTUNIO ELETTRICO: Innanzitutto, al fine di evitare che si inneschi un meccanismo a catena per cui anziché soccorritore si sia vittima, occorre: • Interrompere il circuito staccando la corrente. • In caso di paziente privo di coscienza: provvedere a mettere in atto le manovre di rianimazione cardiaca e respiratoria • In caso di ustioni, valutare la gravità delle lesioni; servirsi solo di garze sterili

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L’APPARATO SCHELETRICO

Lo scheletro è l’impalcatura sulla quale si regge il nostro corpo; è costituto da poco più di duecento ossa, che in vario modo si articolano tra loro e, grazie anche ai muscoli che si ancorano a tali distretti, ci consentono di muoverci secondo la nostra volontà. L’insieme costituito da • ossa, • articolazioni e • muscoli viene denominato Apparato locomotore.

LE PRINCIPALI LESIONI A CARICO DELL’APPARATO LOCOMO TORE

CONTUSIONI/DISTORSIONI, LUSSAZIONI/FRATTURE Cosa fare: - fare impacchi con ghiaccio; - tenere fermo l’arto nella posizione in cui si trova; - ricorrere sempre ad accertamenti medici Cosa non fare: - non far muovere l’arto colpito, né l’infortunato; - non eseguire manovre per rimettere a posto l’articolazione

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TRAUMI AL SISTEMA NERVOSO CENTRALE E PERIFERICO

TRAUMI DELL’ENCEFALO - TRAUMA CRANICO Il trauma cranico può provocare vari tipi di lesioni, a seconda dell’intensità della forza che agisce e della sede ove si applica. Possiamo così identificare: lesioni esterne, quali contusioni, escoriazioni o tumefazioni del cuoio capelluto, ferite e, infine, fratture della volta e della base cranica; lesioni interne, che vanno dalla contusione, alla commozione sino all’ematoma cerebrale. Ogni qualvolta si verifichi un trauma cranico “serio” è doveroso valutare eventuali sintomi di sofferenza generale: infatti può comparire perdita di coscienza (considerare la durata!) sino al coma, vomito a getto (senza nausea), cefalea intensa, paralisi agli arti o emilato, perdita sangue dal naso o dall’orecchio. E’ importante non muovere il soggetto.

TRAUMI DEL MIDOLLO SPINALE Traumi che interessano la colonna vertebrale devono far sospettare sempre la possibilità di compromissione del midollo spinale, è pertanto necessario non muovere mai chi ha riportato un trauma sulla colonna vertebrale perchè uno spostamento o una manovra non appropriata potrebbero determinare una lesione del midollo con consequenziale paralisi delle zone a valle della lesione. In caso di lesione midollare la situazione è da considerarsi sempre di estrema gravità pertanto ricordiamo che è sempre necessario: - non muovere l’infortunato; - verificare lo stato di coscienza del soggetto; - verificare se c’è risposta alla stimolazione dolorosa;

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AVVELENAMENTI E INTOSSICAZIONI L’intossicazione può avvenire per: a) Ingestione, b) Inalazione, c) Assorbimento attraverso la cute, di una determinata sostanza. Tutti i prodotti chimici pericolosi sono per legge etichettati, al fine di • identificare il tipo di prodotto utilizzato, • indicare i rischi per l’uomo, per l’ambiente, • le modalità di conservazione del prodotto stesso. In caso di sospetta intossicazione è necessario conoscere la sostanza che può aver determinato tale episodio: pertanto sarà importante recuperare e conservare i contenitori delle sostanze ritenute responsabili delle intossicazioni. Chiamare il 118 specificare che trattasi di avvelenamento e fornire informazioni in merito: • alle condizioni del soggetto, • al tipo di sostanza inalata o ingerita, • al tempo trascorso dall’ingestione o dall’inalazione della sostanza. Cosa non fare: • SOMMINISTRARE LIQUIDI (es. ACQUA O LATTE) • STIMOLARE IL VOMITO IL MONOSSIDO DI CARBONIO Si sviluppa a seguito della incompleta combustione del carbone e di altre sostanze: principali fonti di avvelenamento da ossido di carbonio sono bracieri, gas di scarico, etc. Trattasi di un gas inodore. L’ossido di carbonio possiede una notevole affinità per l’emoglobina del sangue maggiore di quella dell’ossigeno.. Sintomatologia: • cefalea, • vertigini, • disturbi respiratori, • sonnolenza, • confusione mentale, • crisi comiziali, • perdita di coscienza, • coma. Il soggetto presenta un caratteristico color rosso ciliegia a carico della cute e delle mucose. Cosa fare: portare il soggetto all’aperto assicurarsi che le vie aeree siano libere trasportare il paziente in ospedale per le opportune terapie.

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PUNTURE DI INSETTI E MORSI DI ANIMALI LE PUNTURE DI INSETTI Le punture di api, vespe e calabroni sono, di solito, più dolorose ed allarmanti che pericolose. Alcune persone, tuttavia, sono allergiche a questi veleni e possono sviluppare una grave reazione che è lo shock anafilattico che richiede sempre l’intervento del 118. Molti insetti introducono nella pelle un pungiglione altri il loro siero. Bisogna tenere presente che sono elementi pericolosi: a) il numero elevato di punture b) il luogo della puntura (faccia, lingua e gola per il rischio di edema della glottide, occhio) c) sensibilità individuale accentuata (bambino, soggetto allergico) VESPE, API E CALABRONI Cosa fare: Nella puntura di vespe non c’è pungiglione da rimuovere Nella puntura d’ape e calabrone: - rimuovere il pungiglione aiutandosi con pinzette; - disinfettare, applicare impacchi freddi e/o ghiaccio. ZECCHE Cosa fare: - vanno eliminate al più presto con una pinzetta afferrandole il più vicino alla cute senza schiacciarne il corpo; - disinfettare con disinfettante non colorato; - verificare che il soggetto sia vaccinato contro il tetano; - iniziare un periodo di osservazione della cute interessata di almeno 40 giorni, se compare un alone rossastro e/o febbre, mal di testa, dolori alle articolazioni, rivolgersi al proprio medico curante MORSO DI VIPERA Il morso di vipera produce seri effetti tossici, per cui è sempre necessario rivolgersi ad un ospedale o centro specializzato Cosa fare: - mantenere l’infortunato immobile e cercare di tranquillizzarlo; - lavare la ferita con acqua - applicare un laccio comunque non troppo stretto per rallentare la circolazione linfatica MORSO DI CANE - lavare subito la ferita anche solo con acqua e sapone; - disinfettare e trattare come le altre ferite - verificare la vaccinazione contro il tetano e inviare al PS per eventuale profilassi vaccinale e denuncia all’ASL IMPORTANTE: In tutti i casi identificare e cercare di fare catt urare il cane GRAFFIO DI GATTO Cosa fare: Viene trattato come le altre ferite.

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TRAUMA TERMICO COLPO DI CALORE Si verifica prevalentemente con clima umido e poco ventilato, con o senza esposizione al sole, anche dopo intensa attività fisica Il soggetto può essere in stato confusionale, avere nausea, mal di testa e può svenire. COLPO DI SOLE Comunemente detto insolazione, il colpo di sole è relativamente simile al colpo di calore: ma in questo caso, all`azione nociva della temperatura elevata è associata quella dei raggi ultravioletti. L’insolazione è provocata da una sconsiderata e troppo prolungata esposizione al sole nelle ore più calde. L’insorgenza dell’insolazione è spesso preannunciata dal progressivo arrossamento della pelle e dalla riduzione, fino al blocco completo, della sudorazione. L’infortunato avverte un senso di malessere generale, debolezza, confusione e difficoltà a respirare; se non si allontana dal sole, compaiono mal di testa, in genere alla fronte, vertigini, nausea, vomito e febbre. Nei casi più gravi si ha un aumento della temperatura corporea, che può raggiungere o superare i 40°C, e provocare danni del sistema nervoso, insieme all’azione dei raggi ultravioletti sul capo, che possono causare un’irritazione delle meningi. Cosa fare: - se l’infortunato è in stato confusionale, in un ambiente o luogo molto caldo o sotto il sole, trasportarlo all’ombra o in un ambiente fresco e ventilato - se molto coperto, togliere i vestiti e praticare spugnature fredde; Cosa non fare: - non dare da bere bevande fredde CONGELAMENTO Si verifica per esposizione di alcune parti del corpo a basse temperature Le zone generalmente più colpite sono le dita delle mani, quelle dei piedi, il naso e le orecchie Cosa fare: - portare l’infortunato in un ambiente caldo, - riscaldare gradualmente la parte colpita Cosa non fare: - non scaldare la parte lesa con fonte di calore diretta; - evitare di massaggiare e di esercitare pressione sulla parte colpita; - non dare da bere alcolici ASSIDERAMENTO Si verifica per raffreddamento progressivo di tutto il corpo Cosa fare: - portare l’infortunato in un ambiente caldo e farlo sdraiare; - rimuovere eventuali indumenti bagnati; - massaggiare delicatamente l’infortunato a livello del torace e dell’addome; - coprire con coperte oppure cercare di riscaldare non in modo violento; - se l’infortunato è cosciente far bere a piccoli sorsi bevande tiepide; - tenere controllate le funzioni vitali: coscienza, respiro Cosa non fare: - non scaldare con fonte di calore diretta; - non dare da bere alcolici

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LESIONI AGLI OCCHI DA CORPO ESTRANEO Cosa fare: - far sedere l’infortunato e lavare abbondantemente l’occhio con soluzione fisiologica o con acqua, scostando la palpebra, con la testa piegata dal lato dell’occhio colpito, irrorando l’acqua dall’interno dell’occhio verso l’esterno; - se non si riesce ad eliminare il corpo estraneo o permane dolore, bruciore, senso di fastidio, bendare l’occhio colpito e inviare al PS Cosa non fare: - non strofinare l’occhio; non cercare di estrarre il corpo estraneo con mezzi diversi dall’acqua; - non applicare colliri o medicamenti; - non togliere eventuali lenti a contatto LESIONI AGLI OCCHI DA SOSTANZE CHIMICHE Cosa fare: - sciacquare abbondantemente l’occhio come descritto sopra, bendare e inviare subito al PS; - se si tratta di calce o soda (sostanze basiche) allontanare prima la polvere con qualcosa di asciutto poi lavare con fisiologica o acqua, bendare e inviare subito al PS; - valutare il tipo di sostanza lesiva (eventualmente portando il contenitore o un campione) per riferire correttamente allo specialista

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SINDROME DA SOSPENSIONE INERTE

Condizione clinica ad evoluzione mortale in breve tempo, che associa la sospensione inerte a perdita di coscienza ed insufficienza multiviscerale.

SINDROME DA IMBRACO +

TRAUMA DA SOSPENSIONE Entro pochi minuti la sindrome può portare alla morte. I tempi sono drammaticamente brevi per qualsiasi soccorso organizzato.

LE UNICHE POSSIBILITÀ SONO L’AUTOSOCCORSO O L’AVVIO DI MANOVRE DI SALVATAGGIO. COSA FARE TOGLIERE LA PERSONA DALLA POSIZIONE QUANTO PRIMA POSSIBILE Se non si riesce ad effettuare il salvataggio togliendo l’infortunato dalla posizione il soccorritore dovrà raggiungerlo e metterlo in posizione semiseduta, alzandogli le ginocchia o le gambe e sollevandogli torace e testa. Dopo il recupero la vittima deve restare seduta con le gambe piegate e sotto sorveglianza

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ASSISTENZA AL TRAVOLTO DA VALANGA SOPRAVVIVENZA DIPENDE DA:

GRADO DI SEPPELLIMENTO Totale o parziale

DURATA DEL SEPPELLIMENTO Morfologia del terreno ed estensione della valanga Numero di operatori Materiali tecnici di ricerca, localizzazione e scavo Capacità tecniche degli operatori Profondità del seppellimento Densità della neve TRAUMA

OSTRUZIONE DELLE VIE AEREE

COMPRESSIONE DEL TORACE BASSA DISPONIBILITA’ DI OSSIGENO AIR POCKET: spazio aereo libero davanti o nel naso e bocca del sepolto di qualsiasi volume.

Aperta: comunica con l’esterno. Possibile lunga sopravvivenza (13 gg Austria 1951) Chiusa: non comunica con l’esterno

IPOTERMIA: assideramento e congelamento

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SOMMINISTRAZIONE DI FARMACI IN ORARIO SCOLASTICO (Raccomandazioni del Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca e del Ministero della Salute del 25/11/2005 - Delibera della Regione Emilia Romagna n° 166/2012 del 20/02/2012) La somministrazione di farmaci in orario scolastico può essere prevista solo in casi di: • assoluta necessità e inderogabilità, • somministrazione indispensabile in orario scolastico, • fattibilità della somministrazione da parte di personale non sanitario adeguatamente formato Per il rilascio della certificazione sanitaria per la somministrazione di farmaci in orario scolastico occorre: • La prescrizione del curante • La richiesta scritta della famiglia • La certificazione di convalida della Pediatria di Comunità dell’AUSL di competenza Il Dirigente scolastico, ricevuta la certificazione della Pediatria di Comunità, deve predisporre un procedura che contenga tutte le informazioni necessarie per l’individuazione del personale responsabile della somministrazione e l’eventuale necessaria formazione, le modalità di somministrazione, le verifiche periodiche e quant’altro sia necessario per l’attuazione della somministrazione di farmaci in completa sicurezza Il Servizio di Pediatria di Comunità dell’AUSL di Reggio Emilia è a disposizione per chiarimenti e per la formazione del personale che dia la disponibilità alla somministrazione di farmaci in orario scolastico. ELEMENTI DI NORMATIVA DEL SOCCORSO (aggiornati a novembre 2016) Art. 593 Codice Penale. Omissione di soccorso. 593. Omissione di soccorso. Chiunque, trovando abbandonato o smarrito un fanciullo minore degli anni dieci, o un'altra persona incapace di provvedere a se stessa, per malattia di mente o di corpo, per vecchiaia o per altra causa, omette di darne immediato avviso all'autorità è punito con la reclusione fino a un anno o con la multa fino a 2.500 euro (1). Alla stessa pena soggiace chi, trovando un corpo umano che sia o sembri inanimato, ovvero una persona ferita o altrimenti in pericolo, omette di prestare l'assistenza occorrente o di darne immediato avviso all'autorità. Art. 54 Codice Penale. Stato di necessità . 54. Stato di necessità. Non è punibile chi ha commesso il fatto per esservi stato costretto dalla necessità di salvare sé od altri dal pericolo attuale di un danno grave alla persona, pericolo da lui non volontariamente causato, né altrimenti evitabile, sempre che il fatto sia proporzionato al pericolo. Questa disposizione non si applica a chi ha un particolare dovere giuridico di esporsi al pericolo. La disposizione della prima parte di questo articolo si applica anche se lo stato di necessità è determinato dall'altrui minaccia; ma, in tal caso, del fatto commesso dalla persona minacciata risponde chi l'ha costretta a commetterlo [c.p.m.p. 44] (1).

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Art. 451 Codice Penale. Omissione colposa di cautel e o difese contro disastri o infortuni sul lavoro.. 451. Omissione colposa di cautele o difese contro disastri o infortuni sul lavoro. Chiunque, per colpa, omette di collocare, ovvero rimuove o rende inservibili apparecchi o altri mezzi destinati all'estinzione di un incendio (1), o al salvataggio o al soccorso contro disastri o infortuni sul lavoro (2), è punito con la reclusione fino a un anno o con la multa da euro 103 a euro 516 [c.p. 673; c.n. 1112] (3). Art. 2087 Codice Civile. Tutela delle condizioni di lavoro. 2087. Tutela delle condizioni di lavoro. L'imprenditore è tenuto ad adottare nell'esercizio dell'impresa le misure che, secondo la particolarità del lavoro, l'esperienza e la tecnica, sono necessarie a tutelare l'integrità fisica e la personalità morale dei prestatori di lavoro [Cost. 37]. Cassazione Penale, Sezione V, Sentenza n. 3397 del 02/02/2005 Omissione di soccorso: anche il semplice testimone non può limitarsi a chiamare polizia e ospedale. Secondo i supremi giudici, dopo aver contattato polizia e autorità sanitarie bisogna «presidiare il posto allo scopo di evitare che altre vetture possano investire l’infortunato». Nella motivazione i giudici sottolineano come «nel concetto di prestazione di assistenza non può non rientrare, innanzitutto, l’adozione di quelle cautele atte a limitare il danno già riportato dalla parte offesa, ovvero a scongiurare la sua ulteriore esposizione al pericolo». Il comportamento di XXXXXX e YYYYYYY - aggiunge la Cassazione - «integra perfettamente il reato di omissione di soccorso, in quanto avrebbero dovuto trattenersi sul posto nel quale rinvennero il motociclista fin quando altri non avessero potuto assumerne la vigilanza e la cura». Art. 189 Codice della Strada Comportamento in caso di incidente. 1. L’utente della strada, in caso di incidente comunque ricollegabile al suo comportamento, ha l’obbligo di fermarsi e di prestare l’assistenza occorrente a coloro che, eventualmente, abbiano subito danno alla persona. 6. Chiunque, nelle condizioni di cui comma 1, in caso di incidente con danno alle persone, non ottempera all’obbligo di fermarsi, è punito con la reclusione da sei mesi a tre anni. Art. 590 Codice Penale. Lesioni personali colpose. 590. Lesioni personali colpose Chiunque cagiona ad altri per colpa una lesione personale è punito con la reclusione fino a tre mesi o con la multa fino a euro 309. Art. 348 Codice Penale. Esercizio abusivo della pro fessione. Chiunque abusivamente esercita una professione, per la quale è richiesta una speciale autorizzazione dello Stato, è punito con la reclusione fino a sei mesi o con la multa da euro 103 a euro 516.

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PRINCIPALI NORME SULLA DEFIBRILLAZIONE Legge 120 del 2 aprile 2001 Uso del Defibrillatore Cardiaco Semiautomatico in ambiente extraospedaliero: Art. 1 E' consentito l'uso del Defibrillatore semiautomatico in sede extraospedaliera anche al personale sanitario non medico, nonché al personale non sanitario che abbia ricevuto una formazione specifica nelle attività di rianimazione cardiopolmonare. Legge 15 marzo 2004, n. 69 1. Il comma 1 dell’articolo 1 della legge 3 aprile 2001, n.120, è sostituito dal seguente: «1.È consentito l’uso del defibrillatore semiautomatico in sede intra ed extraospedaliera anche al personale sanitario non medico, nonchè al personale non sanitario che abbia ricevuto una formazione specifica nelle attività di rianimazione cardiopolmonare». Gazzetta Uff. n. 71 del 26/3/2003 , riporta l'accordo Stato Regioni: b 1) la formazione ha l’obiettivo di permettere il funzionamento, in tutta sicurezza, del defibrillatore semiautomatico, per assicurare l’intervento sulle persone vittime di un arresto cardiocircolatorio. L’operatore che somministra lo shock elettrico con il defibrillatore semiautomatico è responsabile, non della corretta indicazione di somministrazione dello shock che è determinato dall’apparecchio, ma della esecuzione di questa manovra in condizioni di sicurezza per lo stesso e per tutte le persone presenti intorno al paziente DECRETO 24 aprile 2013 Decreto Balduzzi Disciplina della certificazione dell'attivita' sportiva non agonistica e amatoriale e linee guida sulla dotazione e l'utilizzo di defibrillatori semiautomatici e di eventuali altri dispositivi salvavita.