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MANUALE NORMATIVO PER ADDETTI SETTORE LEGNO

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ATTIVITÀ FORMATIVA INDIRIZZATA ALLA SOLA CATEGORIA LEGNOAREA TECNICO-LEGISLATIVA

Direttore Tecnico della produzioneAddetto alla classificazione a vista del legno Qualificazione posatori legno ad uso strutturale - Il tetto in legno a regola d’arteCorso marcature CE sistemi oscuranti e serramentiCorso marcature CE legno strutturale (pavimenti, scale, rivestimenti, case in legno, tetti)

AREA CREATIVARestauro del LegnoIntaglio del LegnoScultura del LegnoIntarsio del LegnoDecorazione Artistica del LegnoRestauro dell’Edilizia ed Affini

ATTIVITÀ FORMATIVA TRASVERSALE PER LA CATEGORIA LEGNO E LE ALTRE CATEGORIEAREA AMMINISTRATIVA

Introduzione alla Contabilità Aziendale Commercio esteroAggiornamento sulle tematiche fiscali e tributarie Normativa doganale per il commercioAnalisi dei costi e del bilancio aziendale Simulazione della Verifica Tributaria in AziendaLettura del bilancio Gestione computerizzata della contabilità Gestione paghe

AREA COMMERCIALEComunicazione neurolinguistica Marketing e Tecniche di VenditaInglese commerciale Tedesco commerciale

AREA INFORMATICAInformatica base Disegno Computerizzato Autocad BaseProgramma informatico Word Disegno Computerizzato Autocad AvanzatoProgramma informatico Excel Internet BaseProgramma informatico Access Muoversi nel web2 tra i “social network”Photoshop Solidworks

AREA LINGUISTICAItaliano base per stranieri Tedesco baseInglese base Tedesco secondo livelloInglese secondo livello

AREA ORGANIZZAZIONE E RISORSE UMANEParlare in pubblico Gestione delle risorse umaneComunicazioni Interpersonali in Azienda Leadership e gestione delle emozioni

AREA QUALITÀCorso base sulla Qualità - ISO 9000 Corso Valutatori Interni Sistemi di Qualità

AREA SICUREZZACorso per Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione Datori di Lavoro Corso per R.L.S (Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza)

Corso di Primo Soccorso Formazione teorico-pratica per addetti almontaggio/smontaggio/trasformazione ponteggi D.L. 235/06

Corso di aggiornamento di Primo Soccorso Macchine movimento terraCorso di Prevenzione incendi per attività a rischio Medio e a rischio Basso Corso Per Addetti ai Sistemi di Accesso e Posizionamento mediante Funi

Corso utilizzatori DPI 3 categoria (salvaguardia cadute dall’alto) Corso per Addetti ai lavori con utilizzo bracci mobili e gru

Corso addetti utilizzo ponti su ruote (trabatello)Corso Movimentazione Carichi (Muletti Ecc.)Corso di formazione e addestramento all’utilizzo attrezzature

laboratorio legno

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Le aziende della filiera del legno sono chiamate ad adeguare struttu-ra operativa e produzioni agli indirizzi di responsabilità e sicurezza che l’Unione Europea ha definito con chiarezza e precisione. Si tratta di un insieme complesso e articolato di norme con le quali le aziende debbono necessariamente confrontarsi nel percorso di crescita tecnologica e qua-litativa che sta caratterizzando l’evoluzione di un settore strategico per l’economia di molti territori, tra cui sicuramente quello bellunese.L’idea di realizzare una guida alle norme tecniche di settore è maturata immediatamente a ridosso della conclusione di un progetto innovativo che il Centro Consorzi –organismo attraverso il quale l’Unione Artigiani e Piccola Industria eroga formazione accreditata e certificata alle piccole e medie imprese- ha realizzato con risorse del Fondo Sociale Europeo.La realizzazione di venti percorsi formativi aziendali, di tre seminari tecnici di alto profilo e, soprattutto, lo svolgimento di una consistente attività di sportello informativo territoriale hanno consentito non solo di monitorare i fabbisogni delle imprese e di censirne le potenzialità innovative, ma anche di svolgere nei confronti degli imprenditori un’attività informativa di tipo tecnico ad elevato contenuto. Proprio l’azione degli sportelli ha, inoltre, consentito la creazione di una banca dati sulle norme e sulla legislazione di settore che è risultata particolarmente efficace nell’evasione dei bisogni informativi espressi dalle aziende, bisogni troppo spesso destinati a rima-nere insoddisfatti in ragione della complessità del patrimonio normativo e della difficoltà di accedervi in modo sistematico e coordinato.Hanno partecipato alla realizzazione della presente pubblicazione il dott. Andrea Zenari, tra i massimi esperti a livello nazionale del comparto e membro della Commissione Tecnica Legno dell’UNI, nonché la dott.ssa Djamila Baroni, figura di riferimento della Confartigianato di Belluno per la categoria legno, partners del Centro Consorzi che operano nella consu-

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lenza e nella formazione nei temi della marcatura CE, della certificazione di prodotto e dei sistemi qualità ed ambientali.Grazie anche al loro contributo il Centro Consorzi ha voluto, quindi, re-alizzare una guida di semplice utilizzo, destinata a supportare i percorsi di crescita tecnologica e qualitativa delle imprese ed a sostenere l’affina-mento dei rapporti dell’azienda con il cliente, con i progettisti e con le altre imprese.Noi crediamo che, soprattutto in una fase così difficile, delicata e com-plessa dell’economia come l’attuale, iniziative – pur modeste e limitate come la pubblicazione di questa guida- che puntino a sviluppare nuove attenzioni e nuove sensibilità delle aziende rappresentino l’unico approc-cio corretto e responsabile per assicurare al sistema le prospettive di uno sviluppo futuro.

Unione Artigiani e Piccola IndustriaIl Presidente Categoria legnoGianluigi Collazuol

Centro ConsorziIl PresidenteAntonio Manzotti

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VADEMECUM PER UN TETTO IN LEGNO A REGOLA D’ARTE di Andrea Zenari e Alessandra Lazzari

1. Principi di tecnologia del legno1.1 L’albero: una macchina perfetta nella fabbrica bosco1.2 Dove va a finire tutta l’anidride carbonica che assorbono gli alberi?1.3 Quale è il rapporto tra il legno e l’acqua?1.4 Perché il legno fessura?1.5 Il legno si muove quindi è vivo?1.6 Cosa sono i nodi?1.7 Cos’è la durabilità?1.8 Bisogna avere paura nell’impiegare il legno?2. Redazione dei progetti strutturali esecutivi e delle relazioni di calcolo statico3. Qualificazione dei prodotto, dei produttori ed accettazione in cantiere3.1 Materiali e prodotti ad uso strutturale3.2 Materiali e prodotti a base di legno3.3 Procedure di qualificazione ed accettazione qualora non sia applicabile la procedura di marcatura CE 3.4 Riferimenti normativi per la conformità dei prodotti in legno da costruzione4. Classificazione a vista del legno massiccio ad uso strutturale Scheda tecnica DIN 4074-1 Scheda tecnica DIN 4074-5 Scheda tecnica UNI 11035-2 Castagno Scheda tecnica UNI 11035-3 UF Scheda tecnica UNI 11035-3 UT5. Come vendere bene i prodotti in legno da costruzione5.1 Il contratto: contenuto e forma5.2 Il contratto: sua estinzione5.3 I contratti dei consumatori5.4 La vendita5.5 Sicurezza dei prodotti5.6 Il contratto di appalto d’opera5.7 Il contratto: come redigerlo5.7.1 Le condizioni generali del contratto5.7.2 Le clausole vessatorie5.7.3 Clausola vessatoria: Il Foro competente 5.7.4 Il Lodo Arbitrale6. Collaudo statico Esempio del giornale dei lavori Esempio di dichiarazione di conformità Scheda caratteristiche pavimenti in legno Schemi di contratto prestazione d’opera Schemi di contratti d’appalto lavori privati Codice dei contratti pubblici

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LA MARCATURA CE NEL sETTORE LEGNO(scuri, serramenti, pavimenti) di Djamila Baroni

1. La marcatura CE1.1 Significato del marchio CE1.2 Le norme armonizzate1.3 La direttiva di riferimento1.4 I livelli di attestazione1.5 Competenze e responsabilità2. La procedura per la marcatura CE2.1 Le prove iniziali (ITT)2.2 Il sistema di controllo della produzione (FPC)2.3 La dichiarazione di marcatura3. Sanzioni previste4. Alcune criticità

Scheda “MARCATURA CE DELLE CHIUSURE OSCURANTI” Scheda “MARCATURA CE DEI SERRAMENTI” Scheda “MARCATURA CE DEI PAVIMENTI IN LEGNO” Fac simile rapporto di prova laboratorio Schema riepilogativo norme Posatori e sicurezza sul lavoro

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PrefazioneOgni carpentiere canadese, al mattino, andando al lavoro, si rifornisce di un bic-chierone di caffè per poi gustarselo mentre sfoglia un giornale, legge un libro o pianifica il lavoro della giornata. Nel ‘98 ero a bottega presso la Sanren Homes LTD di Ottawa (Canada), è un team di carpentieri per case in legno e tutte le mattine Renzo, il titolare, bevendo il caffè mi raccontava i segreti del mestiere e mi parlava di legno. Nelle mie esperienze lavorative, cercando di imparare il più possibile sull’affascinante mondo del legno ho ricevuto anche molte nozioni di etica e tra queste quella che mi rimane più impressa è l’ essenzialità di valorizzare il tempo sotto l’aspetto formativo. Nel 2002 mi sono trovavo nell’area del bacino idrografico del fiume Congo a 1500 km dal Golfo di Guinea, nell’Africa Equatoriale e proprio li ho potuto conoscere le caratteristiche forestali di moltissime specie legnose indigene e le proprietà tecnologiche di altre qui presenti artificialmente, perché impiantate a scopo produttivo. Qui ho conosciuto molti utilizzatori forestali “bianchi’ ma anche moltissimi operatori del posto e con in mano una tazza di citronel allietavo le lunghe discussioni di approfondimento sul tema legno.Ecco momenti ricavati dalla normale vita lavorativa, dove poter accrescere le pro-prie conoscenze ed ecco perché è maturata l’idea di scrivere questo approfondi-mento tecnologico della materia prima legno improntata per il settore costruzioni in legno. Tratterò le costruzioni in legno con l’ottica di comprendere come utilizzar-lo nel migliore dei modi ai fini di realizzare opere fatte a regola d’arte.

1. PRINCIPI DI TECNOLOGIA DEL LEGNO

1.1 L’ALBERO: UNA MACCHINA PERFETTA NELLA FABBRICA BOSCOUsare il termine “macchina” per un frutto della natura può essere riduttivo. Infatti le specie vegetali vivono grazie a complessi processi bio-chimici che non trovano paragoni neanche nelle più perfette macchine inventate dall’uomo. L’albero è un organismo biologico in continua crescita e trasformazione, l’habitat in cui nasce e cresce è un ambiente del tutto naturale, perciò soggetto alle infinite variabili della natura: stagioni, eventi metereologici, ecc.; l’albero, per crescere, necessita di energia solare assorbendo acqua e anidride carbonica. Tutte queste sostanze vengono elaborate nel processo di fotosintesi.Da questo processo di trasformazione, che avviene all’interno delle foglie, viene rilasciato nell’atmosfera l’ossigeno. L’albero è un organismo in continua crescita e presenta una forte attività di trasformazione che aumenta sempre più, dalla nascita alla maturità. Ma questo sviluppo non è infinito, gli alberi, come tutti gli esseri viventi, hanno diverse fasi di crescita. Tra queste possiamo identificare nella

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senescenza il periodo di post-maturità, epoca in cui l’attività fotosintetica va via via diminuendo rispetto all’attività di respirazione. Perciò è importante che i popo-lamenti arborei, o meglio i boschi, siano rinnovati con una frequenza tipica della specie legnosa dominante. In questo modo si sostiene il sistema foresta, soste-nibilità significa perciò, effettuare una gestione forestale impostata sul principio: taglio e reimpianto in modo da garantire una continua attività di sintesi. L’attività forestale deve, così, essere condotta in modo organizzato, predisponendo un programma di gestione pluriennale.In Italia viene spesso svolta una selvicoltura di tipo naturalistico che ha come principale obiettivo quello di rinnovare il bosco creando degli spazi in cui gli alberi possano riprodursi in piena autonomia.Tagliare un albero, se fatto nel modo giusto, vuol dire lasciare lo spazio nel quale alberi più giovani possano crescere e fissare ancora gas nocivi.

1.2 DOVE VA A FINIRE TUTTA L’ANIDRIDE CARBONICA CHE ASSORBONO GLI ALBERI?Attraverso lo stesso principio biologico per cui viene prodotto ossigeno, gli alberi immagazzinano l’anidride carbonica sotto forma di zuccheri e derivati all’interno delle cellule del legno.- Quindi il legno è fatto di zucchero che un tempo era gas nocivo?Proprio cosi, all’interno del legno almeno il 50% del peso secco è anidride car-bonica trasformata. Impiegare il legno come materia prima per le costruzioni e l’arredamento significa stoccare una certa quantità di anidride carbonica sintetiz-zata e non emetterla nell’atmosfera per tutto il periodo di vita del manufatto. Sotto questo aspetto, le costruzioni costituiscono un magazzino sicuro di gas che un tempo erano nocivi!- Quando è opportuno tagliare un albero?Esiste un periodo dell’anno più opportuno, molti non credono alla forza della natu-ra ma un tempo la luna dettava legge e tutti la seguivano rigorosamente. I commercianti di legname, quando dai Comuni comprano i lotti in piedi, aspet-tano la luna buona per far tagliare gli alberi. E la luna buona per il taglio è dopo il plenilunio, quando è in calare, perché in questo momento gli alberi sono pieni di resina e il legno si conserva meglio e più a lungo. Le tavole tagliate in luna buona stanno più ferme, non si ‘svergolano’ perché con la luna crescente gli alberi si ‘muovono’, ossia succhiano con più avidità dal terreno. Se provate a bruciare nel-la stufa della legna tagliata in cattiva luna, essa si consuma molto male, facendo tanto fumo e poca fiamma.Lo scrittore Mario Rigoni Stern riporta nel suo libro “Amore di confine” la seguente esperienza: -“ Una sera di primavera in osteria si parlava dell’influsso della luna sulla vita delle piante e sul bosco. Un ispettore forestale che era arrivato di fresco e che voleva far tagliare il legnatico per uso civico senza tener conto di queste tradizionali esperienze, non voleva assolutamente credere agli influssi lunari e dis-

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se che avrebbe pagato una cena di selvaggina a tutti i presenti se si fosse con prove dimostrata la nostra teoria. Alla sua presenza in periodo di luna cattiva, in crescere, da una ceppaia di faggio si tagliò un pollone; dalla stessa ceppaia in luna buona, in calare, si tagliò un altro pollone. I due tronchi, spaccati e segnati, vennero messi a stagionare nello stesso posto e al controllo di tutti. Quando ven-ne l’autunno con le legne distinte si accesero contemporaneamente due distinti fuochi: la prova venne così evidente che l’ispettore forestale dovette convertirsi e pagare la scommessa”.- lo stesso sono cresciuto con i racconti dei vecchi e mio nonno mi raccontava che un anno, dopo le guerre, avevano la necessità di sostituire una trave di sostegno del tetto ma non vi era la disponibilità economica per acquistarla, perciò decise, assieme ai suoi fratelli, di andarla a rubare. Andarono nei boschi di proprietà co-munale sull’Altipiano di Asiago e tagliarono, in una notte di luna piena, un tronco di abete rosso, ma purtroppo l’anno successivo il tronco fu attaccato dal tarlo che in qualche mese lo sgretolò tanto da doverlo sostituire nuovamente.Queste possono essere considerate casualità, ma la regola del tagliare gli alberi in calar di luna è seguita rigorosamente da molti miei conoscenti e, a sentir loro, non è mai stata smentita da nessuno, A livello scientifico esistono tesi contrastanti e forse la più eclatante è stata formulata da alcuni ricercatori statunitensi, qualche anno fa, i quali sostenevano la completa assenza di relazione tra fasi lunari e du-rabilità del legno.È stato precisato in precedenza che, durante l’attività fotosintetica, l’albero pro-duce sostanze zuccherine necessarie nei processi dl accrescimento per la for-mazione dl nuovo tessuto ligneo. Queste sostanze sono traslocate lungo i vasi di conduzione che trasportano la clorofilla dal sito di produzione (foglie) ai siti di utilizzazione (cambio) o di stoccaggio (radici). Durante la fase vegetativa i flus-si sono necessari all’accrescimento e pertanto vengono traslocati verso la zona cambiale per la produzione di nuove cellule. Alla fine della stagione vegetativa, per un processo fotochimico denominato abscissione, l’albero trasloca i fotosintati dalle foglie ai siti di immagazzinamento e lascia cadere le foglie stesse. Durante

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il riposo vegetativo, all’interno dei tessuti lignei c’è una limitata concentrazione di clorofilla appetita dai parassiti, quali funghi ed insetti, che sono particolarmente at-tratti dalla presenza di sostanze zuccherine nei vasi del legno. Addirittura sembra che le suddette attività di traslocazione aumentino nei periodi di luna crescente e diminuiscano nel successivo periodo del “calar di luna”. Questo va a spiegare il motivo per cui, normalmente, si sceglie di abbattere gli alberi nella fase calante. Le indicazioni su descritte vanno rispettate affinché non venga compromessa la qualità del legno e perché non si verifichino spiacevoli inconvenienti durante la vita delle opere. Nella primavera successiva (alla fase di abscissione), per un giusto bi-lancio tra temperatura e luminosità, tutte le sostanze depositate nei siti di stoccag-gio ritornano in circolazione per dar vita a nuovi apparati fotosintetici (foglie) per ricominciare l’attività di accrescimento, perciò diventa controproducente il taglio.- Come avviene la segagione del tronco?Il taglio del tronco in sezione longitudinale viene definito come operazione di sega-gione di testa e può essere effettuato in diversi modi: 1. segagione con seghe multilama alternative, meglio conosciuta come “Gatter” pseudonimo (storpiato dal dialetto) della principale azienda costruttrice di questo macchinario, molto impiegata per tronchi dl conifere;2. segagione con seghe a nastro, impiegate soprattutto per tronchi di latifoglie e oggi sempre più impiegate anche per tronchi dl conifere; 3. segagione con seghe circolari, soprattutto per i tronchi di conifere.Attualmente la tendenza è quella di accoppiare alla sega-tronchi circolare multi-lama una cippatrice creando così un impianto denominato “Link”. Tale sistema consente di ottenere, in uscita dalla scippatrice, i prismi in modo da ridurli in tavole uniformi e senza sciaveri.L’elemento ligneo che si ricava dal procedimento di segagione è un prisma che può essere analizzato sotto tre diverse prospettive: sezione trasversale, sezione radiale e sezione tangenziale. Dalle operazioni di segagione si ottengono anche altri prodotti secondari quali segatura, sciaveri e refili. La sezione trasversale si ottiene segando il tronco in senso perpendicolare alla sua lunghezza. In questa prospettiva si nota che il legno è costituito da un insieme di cellule prodotte dall’albero durante la fase vegetativa. La crescita è centrifuga e avviene per formazione di un insieme di cellule affiancate, denominate anello legnoso. Le cellule sono sovrapposte fra di loro formando un’unità dl conduzione continua. L‘anello legnoso è formato da due parti: la prima, quella più interna, è costituita dalle cellule emesse durante la primavera e la seconda, più esterna, è formata durante l’estate, in primavera l’albero ha il riscoppio vegetativo e tutti i fotosintati, clorofilla, prodotti durante l’anno precedente vengono traslocati dai siti sink, di immagazzinamento, ai siti source, dl utilizzazione e di produzione. Queste sostanze, unite a un grande flusso dl minerali e di acqua, necessitano di vasi o tracheidi, cellule con lume (cavità) di diametro grande, in modo da essere condotte velocemente, unitamente a queste, avviene la produzione dì fibre, cel-lule con ridotto aventi come principale funzione meccanica quella di sostegno

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dell’albero. Durante l’estate i processi fotochimici rallentano e l’albero produce una maggior quantità di fibre, i vasi hanno un lume ridotto rispetto alla primavera. Le due porzioni di anello legnoso si possono distinguere in parte più chiara, cioè quella primaverile con maggior frequenza di vasi e quella scura, cioè quella estiva con minor frequenza di vasi e dove il tessuto sarà maggiormente formato da fibre. In natura esistono due grandi famiglie di alberi, le conifere o gimnosperme e le lati-foglie o angiosperme. Le prime sono biologicamente le più vecchie e quindi meno evolute. A livello xilematico vi c’è una grande distinzione tra le due famiglie: le latifoglie hanno cellule differenziate e specializzate nella conduzione e cellule con funzione di sostegno distinte in casi e fibre, tale legno è denominato eteroxilo; le conifere hanno cellule tutte uguali che svolgono le due differenti funzioni chiamate fibrotracheidi, naturalmente quelle con lume più ampio serviranno a condurre e quelle con lume più piccolo serviranno a svolgere le funzioni meccaniche, tale legno è denominato omoxilo. La dimensione del lume cellulare comporta agli ele-menti lignei una maggiore o minore porosità, la quale comporta al tatto e sotto l’aspetto visivo una superficie più o meno ruvida. Ad esempio, una specie legnosa con cellule aventi lumi di grande dimensione, come il Rovere, avrà una maggior porosità e quindi sarà più ruvido rispetto a una specie legnosa, come l’Acero, che ha delle cellule con lume molto piccolo. Se si analizza attentamente la sezione tra-sversale, è possibile Individuare due zone concentriche di tonalità una più scura, parte centrale e maggiormente estesa, e una con tonalità più chiara, parte esterna e limitata a qualche decina di anelli di accrescimento. Tale differenza cromatica deriva dal fatto che la parte più scura è legno composto da cellule più vecchie, con nessuna funzione vitale, cosparso di sostanze duramificanti, fenolo e terpeni, prodotte dall’albero stesso al fine dl aumentarne la durabilità dei tessuti; questa porzione è denominata durame. La parte più esterna e più chiara è composta di cellule che svolgono pienamente le funzioni necessarie alla vita della pianta; questa porzione di legno è denominata alburno. Dal punto di vista della durabilità, periodo di tempo in cui l’elemento ligneo non presenta alterazioni patologiche, le porzioni di durame resistono maggiormente rispetto all’albume. Nella sezione trasversale è possibile individuare nella parte centrale del tronco una porzione di legno di diametro massimo di un centimetro e solitamente di colore nerastro, questa è denominata midollo. Il tessuto di tale porzione è composto da cellule con struttura primaria e pertanto non lignificate, che non hanno alcuna qualità meccanica ne di durabilità agli agenti patogeni. Essendo l’albero un cilindro molto rastremato, possiamo definire la sua forma come un cono la cui base sta proprio alla base dell’albero e la punta si trova sull’apice superiore mantenuto da una cellula che regola la dominanza apicale. Se si seziona il tronco in senso longitudinale (lungo le normali linee dl segagione) si nota che gli anelli di accrescimento si susseguono come una sovrapposizione dl coni. Se si delimita una porzione ditale sezione si nota che gli anelli di accresci-mento si presentano come una serie di linee affiancate, tale effetto è denominato rigatino ed è apprezzato in particolari realizzazioni in falegnameria. Durante le fasi

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di crescita, l’albero produce delle cellule con funzione di trasporto di sostanze tra il midollo e le cellule dell’albume, passando per i tessuti del durame. Tali cellule sono denominate cellule parenchimatiche e hanno una disposizione radiale. Nella sezione radiale è facile che tali cellule risultino sezionate presentando un effetto cromatico traslucido, dovuto all’ortogonalità rispetto alle cellule sottostanti, deno-minato slumaccatura o frisè. Nella sezione tangenziale i conoidi di accrescimento vengono tagliati parzialmente dando luogo a un effetto cromatico denominato fiammato.

1.3 QUALE È IL RAPPORTO TRA IL LEGNO E L’ACQUA?Il legno è una materia di origine vegetale prodotta da organismi biologici. L’habitat in cui nascono e crescono questi organismi è un ambiente del tutto naturale, per-ciò soggetto alle infinite variabili della natura stessa. L’acqua è uno degli elementi fondamentali per la vita e la crescita dell’albero, essa viene traslocata all’interno dei tessuti lignei nei vasi che si possono distinguere in: trachee, nelle latifoglie e fibrotrachee, nelle conifere.Una parte dell’acqua nel legno si trova nelle cavità cellulari e intercellulari in stato libero come acqua libera, l’altra invece si trova legata chimicamente nelle pareti cellulari ed è chiamata acqua igroscopica, questa indica il punto dl saturazione delle pareti cellulari.In un ambiente non saturo l’umidità libera, quella che supera il punto dl saturazio-ne, è soggetta all’evaporazione.Il legno è definito un materiale igroscopico perché ha la caratteristica di assorbire e rilasciare umidità dal e nell’ambiente. I tessuti lignei si mettono sempre in equi-librio con l’ambiente circostante e nel caso in cui l’ambiente abbia un contenuto di umidità corrispondente al gradiente dl umidità del legno tenderanno a mettersi in equilibrio assorbendo umidità. Questo evento porta a un’inevitabile variazione dimensionale del manufatto o dell’elemento.Un tempo si sfruttava l’effetto di gonfiamento del legno dovuto all’umidità, ad esempio nelle cave di marmo si utilizzava per spaccare grossi blocchi di materiale lapideo.Lo stesso principio può creare anche danni consistenti come nel caso di un pavi-mento di legno posato a regola d’arte in un’abitazione, in cui purtroppo un difetto in una tubatura dell’impianto sanitario ha causato una perdita d’acqua in parte assorbita dal pavimento. Il legno del pavimento lentamente è aumentato di di-mensioni fino a spostare le pareti divisorie interne dell’abitazione. L’aumento del contenuto di umidità nel legno comporta anche un conseguente aumento del peso specifico.Il peso specifico, o meglio la quantità di massa nell’unità di volume, viene inoltre influenzato anche da altri fattori quali:• le caratteristiche della stazione di crescita dell’albero, se è più fertile significa che l’albero avrà una crescita rapida e quindi il peso specifico sarà basso;

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• la specie legnosa, vi sono alcune specie quale la Quercia da rovere che produce un legno molto pesante rispetto all’Abete;• la porzione di legno, ad esempio il durame pesa di più rispetto all’alburno e ad-dirittura l’anello primaverile è più leggero rispetto a quello estivo;• il contenuto di estrattivi o sostanze minerali. Va precisato che il “mito” secondo il quale l’albero che cresce lentamente dà un legno di migliore qualità non vale per il Rovere che ha un comportamento opposto a quasi tutte le altre specie legnose, infatti, quando la Quercia da rovere ha una crescita lenta in un ambiente con caratteristiche difficili, quali scarsa fertilità o cli-ma ostile, essa produce cellule con parete molto grossa e questo limita le caratte-ristiche tecnologiche perché il legno è meno elastico e soprattutto è più difficile da lavorare. Un’altra caratteristica legata alla materia prima legno è l’elasticità. Il legno è considerato un materiale con ottime caratteristiche dl elasticità. Questa varia so-prattutto in funzione del contenuto di umidità e all’aumentare di questo l’elasticità diminuisce e l’elemento ligneo, una volta sollecitato, difficilmente può ritornare alle condizioni iniziali. L’elasticità è quella caratteristica dei materiali per cui se sotto-

posti a una sollecitazione meccanica, al cessare di questa, l’elemento ritorna alle forme iniziali. Il legno perde questa caratteristica con l’aumento dell’umidità. Nella tecnologia della lavorazione del legno, però, viene sfruttata questa proprietà mec-canica negativa, per ottenere degli elementi curvi presenti nelle sedie o nei mobili. Utilizzando dei particolari macchinari viene prima inumidito il tessuto ligneo con il vapore e poi pressato in particolari strettoi sagomati.La caratteristica legata alla materia prima legno che più di ogni altra crea delle difficoltà è l’anisotropia quindi la variazione delle dimensioni in modo diverso nelle tre direzioni detto spazio. Secondo questo principio il legno, con l’aumento o la diminuzione di umidità cambierà di dimensioni, in pratica cresce o cala, in modo diverso in lunghezza, in larghezza e in spessore. Questo perché ogni cellula è

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ricoperta da una parete suddivisa in diversi strati denominati: s1, s2, s3. Questi diversi strati di parete cellulare sono posti attorno alla cellula come delle bende di spessore diverso e poste a un’inclinazione perpendicolare tra di loro. Essendo di spessore diverso svolgono dei legami chimici con l’acqua di differente natura e di conseguenza hanno un aumento o una diminuzione delle dimensioni di entità differente.Da questo comportamento dipendono le deformazioni.

1.4 PERCHÉ IL LEGNO FESSURA?La differenza tra il ritiro radiale e il ritiro tangenziale provoca nei tronchi, col proce-dere della stagionatura, delle aperture a V partenti dal midollo e orientate radial-mente. Essendo la circonferenza funzione di primo grado del raggio, se il ritiro di quest’ultimo fosse percentualmente eguale al ritiro lungo la circonferenza perime-trale (= ritiro tangenziale) non ne deriverebbe alcuna fessurazione o apertura, ma per la diversità del ritiro percentuale nelle due direzioni (maggiore in senso tangen-ziale) è inevitabile che, lungo il decorso degli anelli, si manifestino delle aperture crescenti dal midollo centrale verso la periferia. Si tratta di un fenomeno del tutto naturale. E’ stato accennato che vi è una relazione tra legno e acqua, questa può essere persa ma anche assorbita secondo le condizioni climatiche dell’ambiente in cui si trova il manufatto ligneo.Durante la stagionatura del legno, l’aria permette una diminuzione del contenuto di umidità che comporta variazioni dimensionali identificabili anche a occhio nudo che derivano, a loro volta, da un restringimento o rigonfiamento delle pareti cellu-lari e dei vasi. L’acqua, in pratica, quando fuoriesce dai vasi e dalle pareti cellulari, provoca un restringimento nei vasi stessi e una inevitabile formazione di fessure. Le fessurazioni possono essere di due tipi:1.in direzione assiale, dl minima entità difficilmente identificabile a occhio nudo lungo le facce delle tavole;2.in direzione trasversale, soprattutto radiale o meglio dal midollo alla periferia, con formazione di fessure di cospicue dimensioni e che spesso creano problema-tiche divario genere.Le fessure seguono l’andamento della fibratura, quindi sì sviluppano sempre in sezione longitudinale. A seconda di come si sviluppa la fessura è possibile identifi-care se l’elemento ligneo ha una fibratura più o meno diritta. Se le fessure risultano abbastanza rettilinee la crescita dell’albero è avvenuta in maniera piuttosto omo-genea, viceversa, se le fessure risultano deviate significa che la fibra del legno è anch’essa deviata ed è causata da una crescita piuttosto scomposta e soggetta a parecchie tensioni fisiche; in pratica l’albero era soggetto a venti dominanti che hanno provocato dei continui piegamenti del fusto o addirittura delle torsioni. Le fessure del primo tipo, cioè le fessure che si formano in sezione assiale, si verifi-cano soprattutto per eccessiva rapidità di perdita dell’umidità, ciò può accadere in caso di errata programmazione del ciclo di essiccazione o anche in caso di

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stagionatura accelerata da presenza di venti eccessivi. Per questo ultimo motivo è fondamentale seguire accuratamente alcuni accorgimenti di cui ci occuperemo più avanti. Queste fessure sono solitamente di ridotta profondità, massimo 1 cm di profondità per una larghezza che difficilmente supera i 2mm. Purtroppo, a volte, queste non si presentano in superficie e si individuano solamente in fase di lavora-zione degli elementi. Tali fessure non compromettono le caratteristiche meccani-che del legno ma limitano l’uso in falegnameria laddove è necessaria una precisa finitura superficiale. La seconda tipologia di fessure, cioè quelle a V che si formano a partire dal midollo e che continuano fino al perimetro, sono quelle che general-mente creano i maggiori problemi sia nelle fasi dl lavorazione che quando l’ele-mento è posto in opera. Esse si formano sempre a partire dal midollo o dal cuore e, quindi, sono facilmente limitabili impiegando degli elementi ricavati da porzioni dl legno lontane dal cuore. In commercio si trovano sia travature per tetti che ele-menti per falegnameria puliti dal cuore i quali garantiscono limitate o improbabili formazioni dl fessurazione. In falegnameria, normalmente, si trovano delle tavole con cuore spaccato le quali, presentando la possibilità di fessurazione, hanno una qualità inferiore rispetto ai listoni segati fuori cuore. Come la fessurazione, anche la deformazione dipende dallo scambio di umidità con l’ambiente circostante.

1.5 IL LEGNO SI MUOVE QUINDI È VIVO?No, il legno é composto di cellule lignificate che sono prive di attività biologica ma il legno non è mai inerte nei confronti dell’umidità, anzi al variare di essa si adatta omogeneamente. Nell’immaginario collettivo è diffusa la convinzione secondo cui il legno sia un materiale vivo, ma questo non è totalmente esatto, in realtà il tes-suto ligneo è composto da cellule che hanno perso la capacità di svolgere ogni tipo dl attività, sono individui vegetali morti e che per loro natura fisica reagiscono e interagiscono con il variare del contenuto di umidità. A seguito di questi eventi si verifica il ritiro o il rigonfiamento degli elementi di legno.Vi sono differenti fattori che influenzano il ritiro e il rigonfiamento e sono:• l’umidità;• la struttura anatomica;• la massa volumica;• gli estrattivi;• la composizione chimica;• le sollecitazioni meccaniche avvenute durante la crescita dell’albero.Spesso mi capita di visionare degli elementi di legno che hanno subito una de-formazione: essi presentano nella maggioranza dei casi anche delle fessurazioni. Questi due eventi sono complementari e l’uno, la fessurazione, è provocato quasi esclusivamente dall’altro, la deformazione. I legni delle latifoglie hanno, general-mente, un ritiro maggiore di quelli delle conifere perché mediamente hanno un maggiore contenuto di lignina. È conseguenza naturale che anche la deformazio-

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ne sia più frequente.La deformazione deriva dal ritiro di tratti nei quali la fibratura è irregolare e si dice:• Imbarcato, se l’elemento è ricavato nella sezione tangenziale ed è più evidente maggiore è la coppia dovuta al ritiro tangenziale, in pratica tanto più lontana è dal centro del tronco;• Arcuato, se è ricavato nella sezione tangenziale con legno di compressione su una faccia;• Falcato, se è ricavato in sezione radiale e ha legno di reazione su un bordo;• Svergolato, se ha fibratura elicoidale.Le tavole ricavate con segagione tangenziale tendono sempre a deformarsi per-ché le cellule appartenenti al legno più giovane, quello più esterno nell’albero, perdono l’umidità più velocemente rispetto a quelle più vecchie (cioè il legno più interno nell’albero). Generalmente le tavole di questa sezione assumono una tipi-ca deformazione: si imbarcano.La definizione riferita alla tavola è “si incoppa”, per la somiglianza alla forma dei coppi usati nei tetti. Il tessuto giovane si secca più velocemente provocando l’im-barcarmento della tavola, mentre l’altra faccia della tavola è più rigida e quindi fessura. Ciò che prevale in questo caso è la coppia dovuta al ritiro tangenziale. Un effetto simile avviene nel caso dello svergolamento: l’elemento ligneo fessura dove la perdita di umidità avviene più lentamente.Il pericolo della deformazione è limitato se non addirittura scongiurato negli ele-menti ricavati con una segagione radiale. Queste tavole e listoni hanno due facce con rigatino e tale sezione comporta una elevata stabilità dell’elemento perché ogni porzione di anello di accrescimento forma una ipotetica lamella che bilancia le deformazione del contiguo e viceversa. In pratica avviene la stessa bilanciatu-ra che si ripresenta nel legno lamellare: ogni lamella è rappresentata dagli anelli di accrescimento, ognuna compensa le deformazioni dell’altra garantendo una elevata stabilità del manufatto e scongiurando spiacevoli difetti di deformazione. La stabilità è ancor più garantita tanto più lontano dal midollo è l’elemento così ricavato. Per evitare la deformazione è opportuno scegliere accuratamente gli ele-menti e, a monte, segare accuratamente i tronchi ricavando segati il più possibile nella sezione radiale e quindi in rigatino. Sono necessarie, inoltre, una accurata essiccazione e un’attenta analisi delle fibratura, perché più è diritta e minore è la possibilità che l’elemento si deformi. Il livello di stabilità degli elementi ricavati dalla segagione radiale del le è paragonabile a quella ottenuta con la tecnologia del legno lamellare osa con una differenza fondamentale: l’albero per crescere non impiega collanti,

1.6 COSA SONO I NODI?Il nodo è dato dalla sezione traversale del ramo e quindi “bello tondo”...Come è stato accennato il legno è prodotto dagli alberi e questi individui, cresco-no grazie al processo di fotosintesi. La fotosintesi viene svolta grazie a particolari

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pigmenti presenti nelle foglie, e questi per reagire con grande rendimento hanno bisogno di luce, di molta luce.Proprio per questo motivo l’apparato fogliare è disposto secondo il principio del fototropismo e perché questo avvenga sono necessarie le branche sospensorie, comunemente denominate rami. Il tessuto ligneo dei rami ha delle caratteristiche diverse da quello del tronco e lentamente, durante la crescita, viene inglobato dal legno del tronco stesso. Il risultato che se ne ottiene è la deviazione della fibratura che in corrispondenza del ramo risulta completamente irregolare.Quando si procede alla classificazione di un lotto di segati il primo parametro di scelta è legato alla presenza o meno di nodi. Questi sono considerati dei difetti inammissibili e la loro presenza a volte può anche declassare notevolmente un determinato lotto.I nodi vengono denominati in modo diverso a seconda della forma della sezione di taglio e soprattutto della consistenza.- Come possono essere i nodi?1) sani, quando sono perfettamente integrati nella natura istologica del legno cir-

costante;2) marci, quando sono circondati da un alone nero che corrisponde alla corteccia del ramo che fu e che molto probabilmente si spezzò e in seguito a questo inci-dente incominciò una lenta decomposizione; questo è segno di un’evidente stato dl decadenza della stazione forestale di provenienza;3) cadenti, quando non sono inglobati completamente nella natura istologica del legno circostante e successivamente alla diminuzione dimensionale,causata dal-la perdita di umidità per stagionatura o essiccazione, si staccano dall’elemento ligneo; 4) a spillo, sono dovuti a rami di piccolo diametro, persi per auto potatura in giovane età perché la particella forestale è popolata da individui coetanei abba-

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stanza fitti, in alcuni casi succede anche in aree di rinnovazione naturale dove i piccoli individui sono costretti a crescere velocemente verso l’alto perdendo i rami ancora molto piccoli. Spesso, soprattutto nelle latifoglie, è possibile confondere questi nodi denominandoli nodi a occhio di pernice, queste conformazioni però non hanno origine nei rami bensi in cellule epicormiche represse o che in minima parte si sono sviluppate ma che non sono mai diventate nodi;5) a baffo, quando si segano in sezione tangenziale dei piccoli tronchi ne risulta che le tavole di centro possono avere dei nodi che sembrano molto la coda di una stella cometa, cioè come una fascia ad arco. Generalmente sono conosciuti come nodi a baffo; questi sono le sezioni longitudinali del rami che spesso, proprio nei tronchi di piccole dimensioni si presentano accoppiati, disposti uno dl fronte all’altro, con una disposizione che assomiglia molto a dei baffi. Quando si presen-ta un manufatto ligneo con la presenza di nodi, ogni comune cliente, diffida della qualità del manufatto classificandolo brutto o addirittura scadente.Ciò è dovuto principalmente al fatto che il tessuto del nodo si comporta in modo differente dal tessuto del legno circostante e questo può creare innumerevoli pro-

blemi di planarità della super-ficie finita o nel caso peggiore la fuoriuscita di qualche goc-cia di resina nel caso di legno di conifera. Il nodo per anto-nomasia però è quello dato dalla sezione traversale del ramo e quindi “bello tondo” che evidenzia bene gli anelli di accrescimento e che rima-ne saldamente integrato nel tessuto del legno. Possono essere di diverse dimensioni e, solitamente, il principale parametro distintivo ne è il diametro. La loro ammissibili-

tà o meno è in funzione della destinazione d’uso del lotto collaudato, questo può spaziare dal settore dell’imballaggio, dove non vi sono limiti dimensionali dei nodi, alla falegnameria dove, per realizzare alcuni mobili, non sono ammessi neanche i nodi a spillo.

1.7 COS’E’ LA DURABILITA’Spesso crediamo che l’acqua sia il più grande nemico del legno, ma non è sem-pre vero! Le case in legno possono offrire eccellenti prestazioni in caso di pioggia o umidità, e vi sono tuttora, nel mondo, molteplici esempi di edifici costruiti qualche secolo

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addietro. Ciò che conta è garantire determinate condizioni in modo da proteggere le parti esposte. Molte costruzioni realizzate in zone costiere o lungo corsi d’acqua sono a stretto contatto con l’umidità, a volte sono addirittura in completa immer-sione ma non presentano particolare degrado. Ciò significa che le condizioni ideali sono state raggiunte.È importante premettere che l’acqua non influisce negativamente sul legno; ciò che può compromettere seriamente il tessuto ligneo sono gli organismi patogeni, quali funghi e insetti che attaccano il legno proprio nella condizione di elevata concentrazione d’acqua.Intatti il legno, che occasionalmente è esposto all’acqua, dura di più rispetto ad altri materiali quali plastiche e tessuti perché, per il principio dell’igroscopicità, è in grado di assorbire una grande quantità dl umidità e immetterla nell’ambiente quando esso è più asciutto. Il caso estremo si verifica in condizione di totale im-mersione nell’acqua ed è definito stato di anaerobiosi, in cui l’assenza di ossigeno impedisce il proliferare di organismi patogeni.La quantità d’acqua che è presente in un pezzo di legno in rapporto alla massa che avrebbe a peso secco è chiamato gradiente di umidità relativa. Per esempio, se tale gradiente è del 100%, corrisponde a una massa d’acqua uguale a quella del legno a peso secco e, in pratica, il legno sarebbe composto per metà d’ac-qua. Già a gradiente del 28% si ha il punto di saturazione, un livello critico per la stabilità dimensionale. Normalmente il legno viene considerato secco al di sotto del 19%. Esistono casi particolari dove per motivi legati alla stabilità è necessario che il contenuto di umidità del legno sia in equilibrio con l’ambiente. Pertanto è fondamentale conoscere l’umidità ambientale per evitare deformazioni.Ogni agente patogeno ha un range di contenuto dl umidità ottimale per l’attacco; ci sono famiglie di insetti che attaccano il legno secco, alcune attaccano solo de-terminate specie legnose, altre attaccano il legno in particolari condizioni di bagno asciuga, come nel caso delle bricole, i pali per ormeggio conficcati nell’acqua, Vi sono situazioni in cui gli insetti sono strettamente legati a un attacco fungineo, perchè si cibano di questi, e altri casi in cui gli insetti amavano successivamen-te all’attacco dei funghi, perchè questi creano l’habitat adatto. Comunque, nel-la maggioranza dei casi, la condizione necessaria è la presenza di umidità. La presenza dl umidità per un tempo limitato può comportare un attacco fungineo che compromette solamente l’aspetto estetico dell’elemento ligneo, e a volte una semplice spolverata o una lieve piallata risulta sufficiente a rimediare al danno provocato dagli agenti denominati di azzurramento. Questi attaccano superficial-mente i tessuti e li cospargono di spore le quali, per le limitate condizioni di pro-liferazione, non proseguono nell’attacco lasciando solo una leggera presenza di danno. Con un gradiente di umidità superiore a quello di saturazione, vale a dire a partire dal 30% fino circa al 60%, avviene la colonizzazione da parte di funghi lignivori denominati agenti di cane, La carie è la modificazione di una struttura del legno compatta che fa perdere progressivamente le doti di elasticità e resistenza portando il legno a uno stato di fragilità, di aspetto e consistenza spugnosa e

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polverosa.La carie deriva da un processo di degradazione delle microfibrille dl cellulosa che compongono la parete delle cellule causando gravi perdite alla consistenza del tessuto. Essa può essere classificata in vario modo in base alla colorazione e alla consistenza del tessuti: si ha la carie bianca quando il tessuto appare di colore chiaro, di aspetto fibroso o ad alveoli, di consistenza friabile; si ha la carie bruna quando il tessuto assume una colorazione marrone. In questo caso la consistenza del legno apparentemente sembra normale, ma è invece molto fragile e si rompe facilmente lungo le tre diverse direzioni, perpendicolari tra loro, La malattia è pro-vocata da vari funghi appartenenti alla classe dei Basidiomiceti.Ma il legno normalmente si trova in uno stato di pieno vigore e in questa condi-zione può essere utilizzato, senza alcuna remora, nelle molteplici realizzazioni. Il periodo di tempo in cui l’elemento ligneo non presenta patogenicità o meglio non è attaccato da agenti quali funghi o insetti, è chiamato durabilità. Essendo questa una variabile ben definita che dipende principalmente dalla presenza dl acqua e dal grado di impregnabilità della specie legnosa in esame, è stata formulata una norma europea che riporta i dati delle prove eseguite in laboratorio sul grado di durabilità. La normativa UNI EN 350-2 1996 introduce i risultati precisando che:• il legno è un materiale avente caratteristiche variabili, la sua durabilità naturale alle differenti forme di attacco biologico è influenzata da molteplici fattori;• è possibile dare delle informazioni sul durame ma non sull’alburno, in quanto è classificato non durabile;• le prove sono state svolte su campioni posti all’esterno e infissi per metà sul terreno;• la durabilità naturale nei confronti dei funghi lignivori è classificata con una sca-letta da 1 a 5 dove 1 indica le specie legnose Molto durabili, 2 Durabile, 3 Mode-ratamente durabile, 4 Poco durabile e 5 Non durabile;• è stata inoltre valutata la durabilità naturale nei confronti degli attacchi da par-te degli insetti più comuni nelle condizioni climatiche delle zone temperate quali Hylotrupes, Anobium e Termiti. Analizzando nei particolari le tabelle riassuntive delle prove svolte sul campo pres-so l’Istituto di Tecnologia del Legno dl Firenze, è possibile individuare gruppi dl specie legnose che sono molto durabili quali il Teak, l’Azòbe, l’lroko, l’autoctona Robinia e altri; tra i durabili si classificano i cedar nord americani, le querce e il Larice; nella classe moderatamente e poco durabile gli abeti e i pini in genere, e nell’ultimo step, tra i non durabili alcuno latifoglie nobili europee, il Pioppo, il faggio l’Agus e alcune specie di eucalipto coltivato.Generalizzando, è possibile affermare che il legname ricavato da alberi coltivati in piantagione ha una durabilità inferiore rispetto a quelli che cresco no in modo naturale, e tale limitazione si accentua se la coltivazione avviene fuori dalla zona di habitat naturale.Ciò vale per l’Eucalipto come per il Teck. Rimanendo ancora nell’ambito generale

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le specie legnose con elevato peso specifico hanno anche un’elevata durabilità, perché normalmente il peso è dettato dalla maggior presenza di sostanze pre-servanti naturali quali terpeni, tannini, olii eccetera. Queste sostanze sono scar-samente appetibili dagli agenti patogeni e a volte sono addirittura velenose, e svolgono un ruolo essenziale nello scongiurare gli attacchi. A livello pratico ci sono due soluzioni per ovviare Il problema della deperibilità di un manufatto ligneo: Im-piegare delle specie legnose con ottima durabilità naturale, oppure aumentare la durabilità In via artificiale con sostanze preservanti.Vi è soltanto una differenza sostanziale tra i due sistemi: se si sceglie una spe-cie legnosa adatta all’impiego, questa rimane tale nel tempo e non è necessario tare manutenzione sul preservante applicato al manufatto, perché la durabilità naturale non cambia con il passare degli anni neanche ne la specie è esposta alle intemperie. Mentre nel secondo caso è necessario un periodico intervento di manutenzione.

1.8 BISOGNA AVERE PAURA NELL’IMPIEGARE IL LEGNO?Se ne parla come un’invenzione fantastica che però non è destinata a tutti, in quanto sembra essere molto costosa da realizzare. Le persone addette ai lavori ne parlano con molto entusiasmo, come del resto tutto ciò che è di moda o fa tendenza. Ciò che invece vorrei chiarire e mettere In luce è che non vi è nulla di nuovo rispetto a quello che già sapevano anche i nostri bisnonniMa partiamo dalla definizione di “casa ecologica”: con questo termine si intende porre l’attenzione su un’architettura dell’edilizia ispirata ai principi di salvaguardia dell’ambiente e della salute del cittadino. In poche parole una casa è ecologica quando i materiali che sono serviti per la costruzione non contengono elemen-

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ti inquinanti o che abbiano richiesto cicli produttivi non ecocompatibili, che non disperdono sostanze nocive per l’ambiente e per la salute e sono Facilmente smaltibili.Per “casa bioclimatica’ si vuole rappresentare un tipo di edilizia attenta alle ca-ratteristiche climatiche della zona del nuovo insediamento per poter sfruttare al meglio le fonti naturali energetiche ivi presenti. Ecco che si è iniziato a utilizzare i pannelli fotovoltaici per produrre energia elettrica per il Fabbisogno dell’abitazione, si è cercato di studiare e migliorare l’isolamento termico delle pareti degli edifici per ottenere una dispersione di calore sempre minore, ecc.La Passivhaus adotta medesimi principi sin qui descritti, ponendo però una mag-giore attenzione all’aspetto passivo dell’abitazione stessa. È la casa che dovrà in-camerare calore e luce direttamente dal sole senza ausili tecnici, per esempio con uno studio sul posizionamento delle vetrate a sud. Tali vetrate dovranno essere schermate correttamente per poter sfruttare la luce e Il calore nei mesi invernali ma evitare il surriscaldamento in quelli estivi.Tutti questi sistemi di edilizia sostenibile hanno in comune lo scopo di costruire edifici che possano far risparmiare energia e perciò che non inquinino l’ambiente. Queste esigenze fondamentali derivano dalla situazione reale in cui ci troviamo oggi: la crisi petrolifera, la scarsità di gas proveniente dalla Russia, l’inquinamento che ha raggiunto limiti insostenibili. Questi eventi hanno smosso l’opinione pub-blica portando l’attenzione del cittadini a interessarsi a forme di edilizia alternativa che possano rispondere alle esigenze di sostenibilità ambientale richieste. Ecco, quindi che se un giorno dovessero esaurirsi le scorte di petrolio o dl gas, a casa mia potrò comunque riscaldarmi, cucinare e farmi una doccia calda perché abito In una casa ecologica!Se valutiamo bene ciò che sta alla base dalla bioedilizia ci rendiamo conto che nulla di nuovo è stato inventato. Anche I nostri nonni, infatti senza avere fatto studi universitari orientavano le loro abitazioni a sud per poter sfruttare al massimo la luce e il calore del sole. Raccoglievano l’acqua piovana per poi riutilizzarla in cuci-na o per irrigare l’orto. Nelle ville del ‘500 si utilizzavano le temperature molto bas-se delle cantine per portare, nei mesi estivi, la frescura, attraverso del bocchettoni praticati sui pavimenti, in tutta la casa.L’uomo ha sempre avuto a sua disposizione il sapere dei propri antenati, ma con l’arrivo del boom economico ha perso il buon senso mettendo a rischio la propria salute e quella del pianeta in cui vive. Tanti sono gli sprechi energetici che posso-no essere ridotti con un minimo di attenzione, e da dove iniziare se non proprio dalla casa nella quale ciascuno dl noi abita? Tornano quindi utili le nozioni appena affrontate riguardanti la casa ecologica e bioclimatica. La casa In cui viviamo do-vrebbe essere infatti a basso consumo energetico, costruita con materiali ecolo-gici, accogliente e calda, ma come può esserlo un’abitazione costruita in cemento e mattoni? Se tornassimo alle origini, la nostra casa dovrebbe essere realizzata con il materiale più ecologico, più facilmente reperibile e con il più alto valore dl isolamento termico che esista in natura: il legno.

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2. REDAZIONE DEI PROGETTI STRUTTURALI ESECUTIVI E DELLE RELAZIONI DI CALCOLO

Di seguito sono riportate le disposizioni contenute nel Capitolo 10 delle NORME TECNICHE PER LE COSTRUZIONI DM 14.01.2008 e nella circolare esplicativa 02.02.2009.Le norme di cui al Cap.10, disciplinando la redazione dei progetti esecutivi delle strutture,contengono anche criteri guida per il loro esame ed approvazione da parte degli Uffici preposti nonché criteri per la loro verifica e validazione.Per la progettazione geotecnica e per le costruzioni esistenti si applicano i criteri di redazioni della progettazione strutturale di cui al Cap.10 delle NTC, salvo quanto aggiunto e/o diversamente indicato rispettivamente nei Cap.6 e 8 delle NTC e nei Cap.C6 e C8 della presente Circolare.Per la redazione dei progetti degli interventi strutturali relativi a complessi archi-tettonici di valore artistico o storico si farà riferimento alle specifiche disposizioni di legge e regolamentari del settore e, per quanto compatibile, alle NTC ed alla presente Circolare.

CARATTERISTICHE GENERALI La disciplina dei contenuti della progettazione esecutiva strutturale che riguarda, essenzialmente, la redazione della relazione di calcolo e di quelle specialistiche annesse (geologica, geotecnica, sismica ecc.), degli elaborati grafici e dei particolari costruttivi nonché del piano di manutenzione delle strutture, salvo diverse disposizioni normative di settore, trova riferimento:· nel T.U. dell’edilizia D.P.R. n. 380/2001 di cui vanno osservate modalità e pro-cedure;· nel Codice dei contratti pubblici di lavori, servizi e forniture, di cui al D.Lgs n. 163/2006;· nel Regolamento di attuazione del sopra citato Codice in ogni caso con la finalità di “assicurare la perfetta stabilità e sicurezza delle strutture e di evitare qualsiasi pericolo per la pubblica incolumità” (D.P.R. 380/2001 art. 64) ed “in modo da escludere la necessità di variazioni in corso di esecuzione”.Il progetto strutturale, tenuto conto dei precedenti riferimenti legislativi, nonché delle NTC (§ 10.1) va informato a caratteri di chiarezza espositiva di completezza nei contenuti, che definiscano compiutamente l’intervento da realizzare - restando esclusi soltanto i piani operativi di cantiere, i piani di approvvigionamento, nonché i calcoli e i grafici relativi alle opere provvisionali – attraverso i seguenti elaborati:A. Relazione di calcolo strutturale, comprensiva di una descrizione generale

dell’opera e dei criteri generali di analisi e di verifica.B. Relazione sui materiali.C. Elaborati grafici, particolari costruttivi.D. Piano di manutenzione della struttura dell’opera.

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E. Relazioni specialistiche sui risultati sperimentali corrispondenti alle indagini ritenute necessarie alla progettazione dell’opera e sui rilievi topografici.

La progettazione esecutiva delle strutture è effettuata unitamente alla progettazio-ne esecutiva delle opere civili al fine di prevedere ingombri, passaggi, cavedi, sedi, attraversamenti e simili e di ottimizzare le fasi di realizzazione.I calcoli esecutivi delle strutture, nell’osservanza delle normative vigenti, possono essere redatti anche mediante utilizzo di programmi informatici contenendo, in ogni caso, la definizione e il dimensionamento delle strutture stesse in ogni loro aspetto generale e particolare, in modo da escludere la necessità di variazioni in corso di esecuzione.

A.1) La relazione di calcolo strutturale La relazione di calcolo strutturale comprende:- la relazione generale illustrativa dell’opera, del suo uso, della sua funzione non-ché dei criteri normativi di sicurezza specifici della tipologia della costruzione con i quali la struttura progettata deve risultare compatibile. Essa contiene una descri-zione dell’opera, con la definizione delle caratteristiche della costruzione (localiz-zazione, destinazione e tipologia, dimensioni principali) e delle interferenze con il territorio circostante, in particolare con le costruzioni esistenti; le caratteristiche ed il rilievo topografico del sito ove l’opera viene realizzata o del sito sul quale ricade l’opera esistente sulla quale si interviene;- le normative prese a riferimento;- la descrizione del modello strutturale, correlato con quello geotecnico, ed i criteri generali di analisi e verifica;- la valutazione della sicurezza e delle prestazioni della struttura o di una sua par-te in relazione agli stati limite che si possono verificare, in particolare nelle zone sismiche, tenendo presente che va sempre garantito, per ogni opera, nuova od esistente, il livello di sicurezza previsto dalle NTC in relazione alla vita nominale, alla classe d’uso, al periodo di riferimento, alle azioni compreso quelle sismiche e quelle eccezionali ed alle loro combinazioni, per ogni tipo di struttura: c.a., c.a.p., acciaio, composta acciaio-calcestruzzo, legno, muratura, altri materiali, con rife-rimento agli specifici capitoli delle N.T.C., sia per le nuove opere che per quelle esistenti;la presentazione e la sintesi dei risultati in conformità al successivo § C10.2/e;

B.1) relazione sui materialiI materiali ed i prodotti per uso strutturale delle opere soggette al rispetto delle NTC devono corrispondere alle specifiche di progetto che provvedono alla loro identificazione e qualificazione con riferimento alle prescrizioni contenute nel Cap.11 delle NTC.I materiali ed i prodotti di cui é prevista in progetto l’utilizzazione, devono essere altresì sottoposti alle procedure ed alle prove sperimentali di accettazione, pre-scritte nelle NTC. Esse devono essere dettagliatamente richiamate nella relazione

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sui materiali.Attraverso una opportuna scelta dei materiali e un opportuno dimensionamento delle strutture, comprese le eventuali misure di protezione e manutenzione, sin dal progetto ne va garantita la durabilità, definita come conservazione delle carat-teristiche fisiche e meccaniche dei materiali e delle strutture, essenziale affinché i livelli di sicurezza vengano mantenuti durante tutta la vita dell’opera, indicandone gli accorgimenti adottati.

C.1) gli elaborati graficiGli elaborati grafici del progetto strutturale comprendono:- tutti i disegni che definiscono il progetto architettonico e d’insieme (planimetrie, piante, sezioni delle opere e del terreno con la sua sistemazione, prospetti, ecc.) sui quali va resa evidente l’esatta posizione delle strutture e del loro ingombro nonché degli interventi previsti su di esse nel caso di costruzioni esistenti, a tutti i livelli compreso le fondazioni rispetto al terreno ed al fine di poterne verificare la compatibilità con i criteri normativi specifici di sicurezza della tipologia dell’opera, compreso gli impianti previsti, nonché con l’uso e con la funzionalità dell’opera stessa;- la rappresentazione degli elementi predisposti per la ispezione e manutenzione delle strutture;- tutti i disegni in fondazione ed in elevazione, in scala adeguata, accuratamente quotati della carpenteria delle strutture (piante e sezioni) e degli interventi sulle

strutture esistenti, con la precisa indicazione della foronomia prevista per cavedi e passaggio di impianti ed apparecchiature, nonché delle armature metalliche e dei cavi, del loro sviluppo con la esatta indicazione dei profili, dei tracciati, delle sezioni e di ogni elemento d’identificazione, nonché del copriferro, dell’interferro e dei distanziatori.

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In particolare, gli elaborati grafici di insieme (carpenterie, profili e sezioni) da redi-gere in scala non inferiore ad 1:50, e gli elaborati grafici di dettaglio da redigere in scala non inferiore ad 1:10, conterranno fra l’altro:- per le strutture in cemento armato o in cemento armato precompresso: i tracciati dei ferri di armatura con l’indicazione delle sezioni e delle misure parziali e com-plessive, nonché i tracciati delle armature per la precompressione;- per le strutture metalliche o lignee: tutti i profili e i particolari relativi ai collegamen-ti, completi nella forma e spessore delle piastre, del numero e posizione di chiodi e bulloni, dello spessore, tipo, posizione e lunghezza delle saldature;- per le strutture murarie, tutti gli elementi tipologici e dimensionali atti a consentire l’esecuzione.Nelle strutture che si identificano con l’intero intervento, quali ponti, viadotti, pontili di attracco, opere di sostegno delle terre e simili, il progetto esecutivo deve essere completo di particolari esecutivi di tutte le opere integrative.Su ogni tavola vanno indicati la classe e le caratteristiche del calcestruzzo, il tipo di acciaio o di ogni altro metallo, la tipologia dei solai e le caratteristiche del legno e di ogni materiale e prodotto da impiegarsi.I particolari costruttivi vanno definiti, numerati ed indicati sugli elaborati grafici del progetto strutturale.

C.2) i particolari costruttiviI particolari costruttivi, debitamente numerati ed ubicati come sopra, accurata-mente quotati, vanno progettati in conformità alle indicazioni delle NTC per ogni tipologia di struttura e di intervento sulle nuove e sulle costruzioni esistenti. Essi devono essere illustrativi di ogni tipo di sezione e di nodo con le posizioni ed i percorsi reciproci delle armature provenienti da qualsiasi direzione, delle giunzioni degli elementi di carpenteria metallica, dei dispositivi di ancoraggio dei cavi di precompressione, degli apparecchi e dei dispositivi di ogni tipo (appoggi, respin-genti, isolatori, ecc.), dei solai, nonché dell’ancoraggio alla struttura degli elementi predisposti per la ispezione e manutenzione delle strutture ed inoltre dei prodotti, in particolare prefabbricati da impiegarsi, nonché il dettaglio della carpenteria di fori da predisporre per il passaggio di impianti di apparecchi ecc. con le relative armature metalliche.

D.1) il piano di manutenzione delle struttureIl piano di manutenzione delle strutture é il documento complementare al progetto strutturale che ne prevede, pianifica e programma, tenendo conto degli elaborati progettuali esecutivi dell’intera opera, l’attività di manutenzione dell’intervento al fine di mantenerne nel tempo la funzionalità, le caratteristiche di qualità, l’efficienza ed il valore economico.Il piano di manutenzione delle strutture – coordinato con quello generale della costruzione costituisce parte essenziale della progettazione strutturale. Esso va corredato, in ogni caso, del manuale d’uso, del manuale di manutenzione e del

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programma di manutenzione delle strutture.

E.1) relazioni specialisticheSono previste le seguenti relazioni specialistiche:A. la relazione geologica sulle indagini, caratterizzazione e modellazione ge-

ologica del sito (§ 6.2.1 delle NTC e § C 6.2.1 della presente Circolare);B. la relazione geotecnica sulle indagini, caratterizzazione e modellazione del

volume C.significativo di terreno (§ 6.2.2 delle NTC e § C 6.2.2 della pre-sente Circolare);

D. la relazione sulla modellazione sismica concernente la “pericolosità sismi-ca di base” del E.sito di costruzione (§ 3.2 delle NTC e § C3.2 della pre-sente Circolare).

3. QUALIFICA DEI PRODOTTI, DEI PRODUTTORI ED ACCETTAZIONE IN CANTIERE

Di seguito sono riportate le disposizioni contenute nel Capitolo 11 delle NORME TECNICHE PER LE COSTRUZIONI DM 14.01.2008 e nella circolare esplicativa 02.02.2009.

3.1 MATERIALI E PRODOTTI PER USO STRUTTURALE l Cap.11 delle NTC tratta fondamentalmente le procedure di qualificazione e di accettazione in cantiere dei materiali e prodotti per uso strutturale, con una for-mulazione finalizzata, fra l’altro, a definire con chiarezza i compiti assegnati ai vari soggetti del processo (progettista, direttore dei lavori, produttore, etc). Sono con-fermati i principi generali secondo cui tutti i materiali e prodotti per uso strutturale devono essere identificati, qualificati ed accettati.Ciò consente la chiara identificazione del prodotto e delle sue caratteristiche tec-niche, rendendo possibile ai soggetti preposti alla vigilanza ed al controllo la valu-tazione dell’idoneità del prodotto all’uso previsto.Al riguardo si ritiene opportuno, preliminarmente, evidenziare quanto segue:A. la Norma Tecnica è indirizzata alle distinte fasi di progettazione, posa/instal-lazione, collaudo e manutenzione delle “Opere” ed in particolare degli elementi (strutturali) che prioritariamente assicurano e/o contribuiscono alla sicurezza strut-turale delle opere stesse, anche in concomitanza ad eventi eccezionali di origine naturale od accidentale. I richiami ad altre fasi del processo di costruzione, parti-colarmente a quelle che sono accomunabili in un esteso concetto di produzione (in fabbrica, a pie’ d’opera, di cantiere e/o di trasformazione), che concernono l’immissione sul mercato di prodotti e/o sistemi da incorporare nelle suddette opere, costituiscono un necessario complemento, anche allo scopo di meglio

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definire le responsabilità che sono proprie delle figure professionali direttamente operanti nell’ambito della Norma.B. assunto che il termine “prodotto” (come definito nella Direttiva 89/106/CEE, recepita in Italia con il DPR 246/93 e s.m.i.) ha un significato estensivo che spazia dal materiale al sistema e al kit e che si configura come “Prodotto da Costruzio-ne” qualsiasi prodotto fabbricato al fine di essere permanentemente incorporato in un’Opera, si intende per “Prodotto per uso strutturale” qualsiasi materiale o prodotto che consente ad un’Opera ove questo è incorporato di soddisfare il requisito essenziale n.1 “Resistenza meccanica e stabilità”. In sintesi, dunque, la discriminante che consente di identificare “materiali e prodotti per uso strutturale” è la “destinazione d’uso”, che si intende prioritariamente strutturale. Per quanto riguarda le modalità di qualificazione ed identificazione dei materiali, viene oppor-tunamente specificato quali siano i possibili casi di riferimento:A) materiali e prodotti per uso strutturale per i quali sia disponibile una norma europea armonizzata;B) materiali e prodotti per uso strutturale per i quali sia prevista la qualificazione con le modalità e le procedure indicate nelle presenti norme;C) materiali e prodotti per uso strutturale innovativi o comunque non citati nel presente capitolo, per i quali il produttore potrà pervenire alla Marcatura CE in conformità a Benestare Tecnici Europei (ETA), ovvero, in alternativa, dovrà essere in possesso di un Certificato di Idoneità Tecnica all’Impiego rilasciato dal Servizio Tecnico Centrale sulla base di Linee Guida approvate dal Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici.Circa i concetti sopraesposti, è bene riportare alcuni chiarimenti riguardo ai termini utilizzati.“Produttore” E’ colui che immette un determinato prodotto sul mercato, per un determinato impiego, assumendosene le relative responsabilità (di conformità, ecc.).“Norma europea armonizzata” Costituisce il documento di cui al Cap.II della Dir.89/106/CEE (nel seguito CPD) ed è predisposta dal CEN, talvolta dal CE-NELEC. Ciascuna norma armonizzata, una volta approvata, è pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale delle Comunità Europee (nel seguito GUUE) a cura della Com-missione, e deve prevedere un periodo di coesistenza nel quale l’applicazione della norma stessa non è obbligatoria. Al termine di tale periodo, invece, possono essere immessi sul Mercato soltanto i prodotti da costruzione conformi alla norma armonizzata di cui trattasi. La pubblicazione delle norme europee armonizzate è compito dei singoli Organismi nazionali di normazione che ne predispongono, normalmente, una versione nella propria lingua. Spesso la datazione di tale ver-sione nazionale non coincide con quella originaria. Ciascuna norma armonizzata, predisposta sulla base di uno specifico Mandato della Commissione Europea, deve contenere il cosiddetto “Allegato ZA” che identifica i paragrafi della norma che appartengono alla parte “armonizzata” della norma stessa e che quindi diven-tano cogenti ai sensi della Dir.89/106/CEE.

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“Marcatura CE” Attualmente, ai sensi della CPD, la Marcatura CE indica fonda-mentalmente: - che i prodotti rispondono alle pertinenti Norme Nazionali di traspo-sizione delle Norme Armonizzate, i cui riferimenti siano stati pubblicati sulla GUUE, oppure: che essi rispondono ad un Benestare Tecnico Europeo (ETA), rilasciato ai sensi della procedura di cui al Cap.3 della CPD ed alle Regole procedurali comuni definite nella “Decisione adottata dalla Commissione il 17 Gennaio 1994”. Le indi-cazioni in merito alla Marcatura CE (etichetta e documenti di accompagnamento), sono esplicitamente comprese in ogni Allegato ZA di una norma armonizzata di prodotto. Tali informazioni devono essere affisse, in relazione alle effettive possi-bilità, prioritariamente sul prodotto stesso, altrimenti su un’etichetta allegata ad esso, ovvero sul suo imballo, oppure far parte dei Documenti di Trasporto (DDT). Esse devono essere riprodotte in modo visibile, leggibile ed indelebile.“Benestare Tecnico Europeo (ETA)” L’Articolo 8.1 della CPD definisce il “Benestare Tecnico Europeo” (in Inglese, European Technical Approval, in sigla ETA) come “Valutazione tecnica favorevole dell’idoneità all’uso di un prodotto da costruzio-ne per uno specifico impiego, basata sul soddisfacimento dei requisiti essen-ziali dell’Opera di costruzione nella quale il prodotto deve essere incorporato”. La prassi per la quale si identificano i prodotti da costruzione per i quali possa essere rilasciato un ETA è disciplinata dall’Articolo 8 (punti 2 e 3) della CPD, che forniscono il riferimento legale secondo il quale un ETA può essere rilasciato fon-damentalmente:- a prodotti per i quali non esista ancora né una Specificazione Tecnica Europea Armonizzata, né una Specificazione Tecnica Nazionale Riconosciuta, né un Man-dato per l’elaborazione di una norma armonizzata, e per i quali la Commissione abbia ritenuto che una norma non possa, o non possa ancora, essere elaborata.- a prodotti che differiscono significativamente da una Specificazione Tecnica Eu-ropea Armonizzata oppure da una Specificazione Tecnica Nazionale Riconosciu-ta.L’EOTA (www.eota.be) è l’Organismo europeo che riunisce tutti gli organismi na-zionali (Organismi i Approvazione o Approval Bodies) deputati al rilascio del Bene-stare Tecnico Europeo.“Attestazione della conformità” Un prodotto da costruzione può essere marcato CE solo qualora il produttore abbia dichiarato la conformità del prodotto stesso alle Specificazioni Tecniche Europee. La procedura di attestazione della confor-mità può consistere di elementi diversi, indicati nell’Allegato III.1 della CPD. Le di-verse procedure e metodi di controllo della conformità, nonché le relative tipologie per l’attestazione di conformità, sono quelli dettagliati all’art.7 del DPR 246/93.“Certificato di Conformità (CE)” Ai sensi della CPD è il documento a valore legale, rilasciato da un Organismo di Certificazione europeo notificato ai sensi della CPD che attesta la conformità di un prodotto da costruzione alla Specificazione Tecnica Europea (UNI EN o ETA) applicabile. Tale certificato si riferisce al prodotto nei casi di sistema di attestazione della conformità 1+ od 1 ed al Controllo del processo di fabbrica (FPC) nei casi di cui al Sistema 2+ e 2.

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“Dichiarazione di Conformità (CE)” Costituisce il documento fondamentale, ob-bligatoriamente predisposta, sottoscritta dal produttore e, su richiesta, fornita in accompagnamento ai documenti di trasporto, per l’immissione sul mercato di un prodotto soggetto a Marcatura CE.“Certificato di Idoneità Tecnica all’Impiego” Costituisce una valutazione del pro-dotto, o sistema da costruzione, ai fini dell’uso strutturale previsto (si veda anche l’art.1 della legge n.64/74). In taluni casi, ad esempio per prodotti di tipologia ricorrente, il Servizio Tecnico Centrale potrà rilasciare, in luogo del certificato di idoneità tecnica all’impiego, un attestato di deposito della documentazione tecni-ca relativa al prodotto/sistema. Nel caso C) di cui al §11.1 delle NTC, il certificato di idoneità tecnica, da richiedere direttamente al Servizio Tecnico Centrale corre-dando la richiesta della necessaria documentazione, costituisce l’autorizzazione all’uso di cui al §4.6 delle NTC.“Attestato di Qualificazione” E’ il documento emesso dal Servizio Tecnico Centrale che attesta la positiva conclusione della procedura di qualificazione per materiali e prodotti ricadenti nel caso C di cui al §11.1 delle NTC.“Controllo del processo di fabbrica (FPC)” Si intende per Controllo del Processo di Fabbrica (in Inglese, Factory Production Control, in sigla FPC) il controllo in-terno permanente del processo di produzione esercitato dal produttore (da non confondere con il Sistema di Gestione per la Qualità, di cui alla Norma UNI EN ISO 9001:2000, che tipicamente concerne il regime volontario). Tutti gli elemen-ti, i requisiti e le disposizioni adottati dal produttore devono essere documentati in maniera sistematica ed in forma di obiettivi e procedure scritte “Equivalenza” Laddove richiamato, il concetto di equivalenza, si riferisce alla possibilità di rico-noscere procedure o certificazioni proprie di altri Stati. Ciò peraltro laddove non si sia in presenza di una Marcatura CE, ed è basato sui limiti alle eccezioni con-sentite dall’Articolo 30 del Trattato di Roma, con la sentenza nota come “Cassis de Dijon”, che ha definito il principio del “mutuo riconoscimento” dei requisiti dei prodotti.“Organismi notificati” Ai fini della marcatura CE sui prodotti da costruzione, l’Arti-colo 18 della CPD richiede agli Stati Membri di notificare alla Commissione gli Or-ganismi che essi hanno riconosciuto per i compiti previsti, riguardo all’attestazione della conformità, distinguendo, con riferimento alle funzioni esercitate, tra:- Organismi di Certificazione (di prodotto e di FPC),- Organismi di Ispezione,- Laboratori di Prova.Il compito degli Organismi Notificati è quello dettagliato nell’Allegato III della CPD, ed in sintesi:- L’Organismo di Certificazione, deve rilasciare il Certificato di conformità (in In-glese,Conformity Certificate), a seconda del Sistema di attestazione della conformità implicato, relativo al prodotto da costruzione od al Controllo del Processo di Fab-brica, secondo regole procedurali date. La base per la certificazione sono i risultati

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dell’attività di Ispezione ed, a seconda dei casi, anche di Prova.- L’Organismo di Ispezione, deve svolgere le proprie funzioni di ispezione e valuta-zione iniziale, proposta di accettazione e successive ispezioni di sorveglianza del Controllo del Processo di Fabbrica attuato da un produttore, così come, se previ-sto, prelievo di campioni, secondo specifici criteri. Esso relaziona correntemente, ove previsto, la propria attività ad un Organismo di Certificazione.- Il Laboratorio di Prova, deve misurare, esaminare, provare o determinare in altro modo le caratteristiche o le prestazioni del prodotto da costruzione, prelevato dall’Organismo di Ispezione. Esso relaziona correntemente, ove previsto, in meri-to alle proprie attività ad un Organismo di Certificazione o, viceversa (Sistema 3), emette dei propri Rapporti di Prova sotto notifica, non essendo né incaricato, né responsabile del campionamento.

3.2 MATERIALI E PRODOTTI A BASE DI LEGNO (CAPITOLO 11.7)Per quanto riguarda la qualificazione dei differenti materiali o prodotti a base di legno, si possono applicare i casi A), B) o C) previsti al §11.1 delle NTC; in parti-colare:- se il prodotto è coperto da una norma europea armonizzata per cui è terminato il periodo di coesistenza, allora è obbligatoria l’applicazione della procedura di cui al caso A) del §11.1 (marcatura CE sulla base di norma armonizzata); in tal caso non si applica la procedura di qualificazione nazionale riportata nel §11.7.10 delle medesime NTC;- se il prodotto è coperto da una norma europea armonizzata, pubblicata su gaz-zetta Ufficiale dell’Unione Europea per la quale non sia ancora terminato il periodo di coesistenza, il produttore può optare alternativamente per la procedura la pro-cedura di qualificazione nazionale riportata nel §11.7.10 delle NTC, (caso B del § 11.1), oppure per la marcatura CE (caso A);- se il prodotto è dotato di uno specifico Benestare Tecnico Europeo (ETA), rila-sciato sulla base di una Linea Guida di Benestare Tecnico Europeo (ETAG) oppure

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di un CUAP, si può procedere alla marcatura CE secondo il caso C) oppure, al-ternativamente si può attuare la procedura di qualificazione nazionale riportata nel §11.7.10 delle NTC, (caso B del § 11.1);- Negli altri casi si applica la procedura di qualificazione nazionale di cui al §11.7.10 delle NTC, (caso B del § 11.1).

3.3 PROCEDURE DI QUALIFICAZIONE E ACCETTAZIONE, Qualora non sia applicabile la procedura di marcatura CE (di cui ai punti A e C del §11.1) (CAPITOLO 11.7.10)Le caratteristiche dei materiali, indicate nel progetto secondo le prescrizioni di cui ai precedenti paragrafi o secondo eventuali altre prescrizioni in funzione della specifica opera, devono essere garantite dai fornitori e/o produttori, per ciascuna fornitura, secondo le disposizioni che seguono. Qualora non sia applicabile la procedura di marcatura CE (di cui ai punti A e C del §11.1), per tutti i prodotti a base di legno per impieghi strutturali valgono integralmente, per quanto applicabi-li, le seguenti disposizioni che sono da intendersi integrative di quanto specificato al punto B del § 11.1.Per l’obbligatoria qualificazione della produzione, i fabbricanti di prodotti in legno strutturale devono produrre al Servizio Tecnico Centrale del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, per ciascun stabilimento, la documentazione seguente:- l’individuazione dello stabilimento cui l’istanza si riferisce;- il tipo di elementi strutturali che l’azienda è in grado di produrre;- l’organizzazione del sistema di rintracciabilità relativo alla produzione di legno strutturale;- l’organizzazione del controllo interno di produzione, con l’individuazione di un “Direttore Tecnico della produzione” qualificato alla classificazione del legno strut-turale ed all’incollaggio degli elementi ove pertinente;- il marchio afferente al produttore specifico per la classe di prodotti “elementi di legno per uso strutturale”.Il Direttore Tecnico della produzione, di comprovata esperienza e dotato di abili-tazione professionale tramite apposito corso di formazione, assumerà le respon-sabilità relative alla rispondenza tra quanto prodotto e la documentazione depo-sitata.I produttori sono tenuti ad inviare al Servizio Tecnico Centrale, ogni anno, i se-guenti documenti:a) una dichiarazione attestante la permanenza delle condizioni iniziali di idoneità della organizzazione del controllo interno di qualità o le eventuali modifiche;b) i risultati dei controlli interni eseguiti nell’ultimo anno, per ciascun tipo di prodot-to, da cui risulti anche il quantitativo di produzione.Il mancato rispetto delle condizioni sopra indicate, accertato anche attraverso sopralluoghi, può comportare la decadenza della qualificazione.Tutte le forniture di elementi in legno per uso strutturale devono riportare il marchio del produttore e essere accompagnate da una documentazione relativa alle carat-

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teristiche tecniche del prodotto. Tenuto conto di quanto riportato al § precedente, ciascun prodotto qualificato deve costantemente essere riconoscibile per quanto concerne le caratteristiche qualitative e riconducibile allo stabilimento di produzio-ne tramite marchiatura indelebile depositata presso il Servizio Tecnico Centrale, conforme alla relativa norma armonizzata.Ogni prodotto deve essere marchiato con identificativi diversi da quelli di prodotti aventi differenti caratteristiche, ma fabbricati nello stesso stabilimento e con iden-tificativi differenti da quelli di prodotti con uguali caratteristiche ma fabbricati in altri stabilimenti, siano essi o meno dello stesso produttore. La marchiatura deve essere inalterabile nel tempo e senza possibilità di manomissione.Per stabilimento si intende una unità produttiva a se stante, con impianti propri e magazzini per il prodotto finito. Nel caso di unità produttive multiple appartenenti allo stesso produttore, la qualificazione deve essere ripetuta per ognuna di esse e per ogni tipo di prodotto in esse fabbricato.Considerata la diversa natura, forma e dimensione dei prodotti, le caratteristiche degli impianti per la loro produzione, nonché la possibilità di fornitura sia in pezzi singoli sia in lotti, differenti possono essere i sistemi di marchiatura adottati, anche in relazione alla destinazione d’uso.Comunque, per quanto possibile, anche in relazione alla destinazione d’uso del prodotto, il produttore é tenuto a marchiare ogni singolo pezzo. Ove ciò non sia possibile, per la specifica tipologia del prodotto, la marchiatura deve essere tale che prima dell’apertura dell’eventuale ultima e più piccola confezione il prodotto sia riconducibile al produttore, al tipo di legname nonché al lotto di classificazione e alla data di classificazione.Tenendo presente che l’elemento determinante della marchiatura è costituito dalla sua inalterabilità nel tempo,e dalla impossibilità di manomissione, il produttore deve rispettare le modalità di marchiatura denunciate nella documentazione pre-sentata al Servizio Tecnico Centrale e deve comunicare tempestivamente even-tuali modifiche apportate.Qualora, sia presso gli utilizzatori, sia presso i commercianti, l’unità marchiata (pezzo singolo o lotto) viene scorporata, per cui una parte, o il tutto, perde l’origi-nale marchiatura del prodotto è responsabilità sia degli utilizzatori sia dei commer-cianti documentare la provenienza mediante i documenti di accompagnamento del materiale e gli estremi del deposito del marchio presso il Servizio Tecnico Centrale.I produttori, i successivi intermediari e gli utilizzatori finali devono assicurare una corretta archiviazione della documentazione di accompagnamento dei materiali garantendone la disponibilità per almeno 10 anni e devono mantenere evidenti le marchiature o etichette di riconoscimento per la rintracciabilità del prodotto.Eventuali disposizioni supplementari atte a facilitare l’identificazione e la rintrac-ciabilità del prodotto attraverso il marchio potranno essere emesse dal Servizio Tecnico Centrale del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici.Tutte le forniture di legno strutturale devono essere accompagnate da una copia

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dell’attestato di qualificazione del Servizio Tecnico Centrale del Consiglio Superio-re dei Lavori Pubblici.L’attestato può essere utilizzato senza limitazione di tempo, finché permane la validità della qualificazione e vengono rispettate le prescrizioni periodiche di cui al § 11.7.10.1.Sulla copia dell’attestato deve essere riportato il riferimento al documento di tra-sporto.Le forniture effettuate da un commerciante o da un trasformatore intermedio de-vono essere accompagnate da copia dei documenti rilasciati dal Produttore e completati con il riferimento al documento di trasporto del commerciante o tra-sformatore intermedio.Il Direttore dei Lavori prima della messa in opera, è tenuto a verificare quanto so-pra indicato ed rifiutare le eventuali forniture non conformi.LEGNO MASSICCIO (Circolare C11.7.2) Legno massiccio con sezioni rettango-lari Tutti gli elementi strutturali in legno massiccio, già lavorati fino alle dimensioni d’uso, devono essere classificati secondo la resistenza, prima della loro messa in opera, sulla base delle specifiche normative di settore, “a vista” o “a macchina”, al fine di assegnare al materiale una classe di resistenza attraverso la definizione di un profilo resistente.Per la definizione delle classi di resistenza e dei profili resistenti unificati a livello europeo, si può fare utile riferimento alla norma europea UNI EN 338:2004.Per tipi di legname non inclusi in normative applicabili (europee o nazionali), e per i quali sono disponibili dati ricavati su provini piccoli e netti, è ammissibile la de-terminazione dei parametri di cui sopra sulla base di confronti con specie legnose incluse in tali normative, in conformità al § 6 della UNI EN 338:2004.Legno massiccio con sezioni irregolari In aggiunta a quanto prescritto per il le-gno massiccio, per quanto applicabile, le travi con forme di lavorazione irregolari che comportino smussi o sezioni diverse lungo l’asse longitudinale dell’elemento, devono essere lavorate e classificate in base alla resistenza, in conformità a spe-cifiche normative di comprovata validità. In assenza di specifiche prescrizioni, per quanto riguarda la classificazione del materiale, si potrà fare riferimento a quanto previsto per gli elementi a sezione rettangolare, senza considerare le prescrizioni sugli smussi e sulla variazione della sezione trasversale, purché nel calcolo si ten-ga conto dell’effettiva geometria delle sezioni trasversali.LEGNO STRUTTURALE CON GIUNTI A DITA (Circolare C11.7.3) Gli elementi strutturali in legno massiccio, utilizzati come trave inflessa, ottenuti per incollaggio nel senso longitudinale di due o tre elementi, ognuno dei quali eventualmente giuntato con giunti a dita e che presentano, a differenza di quanto avviene per il lamellare, il piano di laminazione parallelo al piano di sollecitazione, devono essere conformi alle UNI EN 385:2003 e UNI EN 338:2004. Elementi in legno strutturale massiccio con giunti a dita “a tutta sezione” non possono essere usati per opere in Classe di servizio 3.ALTRI PRODOTTI DERIVATI DAL LEGNO (CIRCOLARE 11.7.6) In generale, tutti

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gli altri prodotti derivati dal legno, per i quali non è vigente una norma armonizzata di cui al punto A del § 11.1 delle NTC o non è applicabile quanto specificato al punto C del medesimo § 11.1, ricadono evidentemente nel caso B e devono es-sere qualificati così come specificato al § 11.7.10 delle NTC.PROCEDURE DI QUALIFICAZIONE E ACCETTAZIONE (CIRCOLARE C11.7.10) Le procedure riguardanti la qualificazione rilasciata dal Servizio Tecnico Centrale si applicano ai produttori di elementi base in legno massiccio e/o lamellare non ancora lavorati a formare elementi strutturali pronti per la messa in opera. Ai sud-detti produttori, il Servizio Tecnico Centrale, ultimata favorevolmente l’istruttoria, rilascia un Attestato di Qualificazione, recante il riferimento al prodotto, alla ditta, allo stabilimento, al marchio. Circa quest’ultimo aspetto, si precisa che ogni pro-duttore deve depositare presso il Servizio Tecnico Centrale il disegno del proprio marchio, che deve essere impresso in modo permanente (a caldo, con inchiostro indelebile, mediante punzonatura, etc.) su ogni elemento base prodotto.Gli stabilimenti nei quali viene effettuata la lavorazione degli elementi base per dare loro la configurazione finale in opera (intagli, forature, applicazione di piastre metalliche, etc), sia di legno massiccio che lamellare, sono da considerarsi a tutti gli effetti dei Centri di lavorazione. Come tali devono documentare la loro attività al Servizio Tecnico Centrale, il quale, ultimata favorevolmente l’istruttoria, rilascia un Attestato di denuncia di attività, recante il riferimento al prodotto, alla ditta, allo stabilimento, al marchio. Circa quest’ultimo aspetto, si precisa che ogni Centro di lavorazione deve depositare presso il Servizio Tecnico Centrale il dise-gno del proprio marchio, che deve essere impresso in modo permanente (anche mediante etichettatura etc.) su ogni elemento lavorato.Qualora nel medesimo stabilimento si produca legno base e si effettuino altresì le lavorazioni per ottenere gli elementi strutturali pronti per l’uso, allo stesso saranno rilasciati, ove sussistano i requisiti, entrambi gli Attestati.

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3.4 Riferimenti normativi per la conformità dei prodotti in legno da costruzioneDi seguito, sono riportati, alcuni riferimenti normativi dei principali prodotti in legno da impiegare nelle costruzioni.

TIPOLOGIA PRODOTTO NORMA ARMONIZZATA

DATA ENTRA IN VIGORE

Legno lamellare incollato EN 14080 01.09.2011 ma le NTC DM14.01.08 ne prevedono l’obbligatorietà dal 01.07.2009

Legno massiccio a sezione rettangolare

EN 14081-1 01.09.2012 ma le NTC DM14.01.08 ne prevedono l’obbligatorietà dal 01.07.2009

Legno massiccio giuntato di testa KVH

EN 15497 le NTC DM14.01.08 ne prevedono l’obbligatorietà dal 01.07.2009

travatura uso fiume È in fase di studio un ETA

le NTC DM14.01.08 ne prevedono l’obbligatorietà dal 01.07.2009

travatura uso trieste È in fase di studio un ETA

le NTC DM14.01.08 ne prevedono l’obbligatorietà dal 01.07.2009

Travi bilama o trilama È in fase di studio una norma per la marcatura CE

le NTC DM14.01.08 ne prevedono l’obbligatorietà dal 01.07.2009

Perline da rivestimento EN 14915 01.06.2008

Pannelli multistrato/OSB EN 13986 01.04.2008

Case in legno a telaio ETAG 007 24.05.2004

Case in legno con sistema blockbau

ETAG 012 02.02.2005

CLT ETA/CUAP le NTC DM14.01.08 ne prevedono l’obbligatorietà dal 01.07.2009

Staffe metalliche ETA/CUAP e NTC DM14.01.08 ne prevedono l’obbligatorietà dal 01.07.2009

Elementi di collegamento di forma cilindrica

EN 14592 e NTC DM14.01.08 ne prevedono l’obbligatorietà dal 01.07.2009

Chiusure oscuranti EN 13659 01.04.2006

Serramenti EN 14351 01.02.2010

Pavimenti in legno EN 14342 01.03.2010

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4. CLASSIFICAZIONE A VISTA DEL LEGNO AD USO STRUTTURALEDi seguito, sono riportate, alcune schede tecniche riassuntive dei parametri di classificazione a vista delle diverse specie legnose e delle diverse provenienze.

SCHEDA TECNICA DIN 4074-1Legno massiccio strutturale classificato a vista secondo la resistenza meccanica, definizione: Segato di legno massiccio (Singolo segato ottenuto da un tronco tra-mite lavorazione meccanica) classificato secondo la resistenza meccanica.Legno massiccio strutturale essiccato / stagionato classificato a vista secondo la resistenza meccanica, definizione: massiccio strutturale classificato a vista se-condo la resistenza meccanica stagionato o essiccato che è stato classificato ad un’umidità media del 20% o minore, senza alcuna misurazione superiore al 24%.

Regola per la classificazione a vista secondo la resistenza degli elementi lignei di Abete rosso, Abete bianco, Larice e Pino silvestre di origine CNE Europa e Douglas di origine Germania norma DIN 4074-1

Criteri per la classificazione Categoria

S10

Smussi1) s ≤ 1/4

Nodi singoli2) A ≤ 2/5

Ampiezza anelli < 6 mm <8mm per Douglas

Midollo ammesso

Inclinazione fibratura ≤ 12%

Fessurazioni:- da ritiro3)- cipollatura - da fulmine, gelo, lesioni

1/2 Basenon ammessanon ammesse

Degrado da funghi:- azzurramento- rosato- carie bruna e bianca

ammessofino a 2/5 della sezione

non ammesse

Legno di compressione fino a 2/5 della sezione

Attacchi di insetti ammessi con limitazioni4)

Vischio non ammesso

Deformazioni3):- Arcuatura- Falcatura- Svergolamento

8 mm ogni 2 m di lunghezza8 mm ogni 2 m di lunghezza

1 mm ogni 25 mm di larghezza

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1) s è espresso come rapporto tra la proiezione dello stesso smusso su un lato e la sua dimensio-ne. 4) Si considera il nodo più grande dell’elemento ligneo, e il rapporto A fra il suo diametro minimo d e il lato del quadrilatero circoscritto alla sezione su cui tale diametro viene misurato. 5) Queste caratteristiche non sono da considerare su legno massiccio strutturale non essiccato/stagionato 6) Ammessi solo fori con alone nerastro, oppure fori rotondi, senza alone nerastro, di diametro massimo 2 mm (di Anobidi), purché l’attacco sia sicuramente esaurito.

Proprietà Legno massiccio strutturale essiccato / stagio-nato di Abete rosso, Abete bianco, Larice e Pino silvestre di origine CNE Europa e Douglas di origine Germania

Corrispondenza con le Classi di resistenza della EN 338:2009 C24

SCHEDA TECNICA DIN 4074-5Legno massiccio strutturale classificato a vista secondo la resistenza meccanica, definizione: Segato di legno massiccio (Singolo segato ottenuto da un tronco tra-mite lavorazione meccanica) classificato secondo la resistenza meccanica.Legno massiccio strutturale essiccato / stagionato classificato a vista secondo la resistenza meccanica, definizione: massiccio strutturale classificato a vista se-condo la resistenza meccanica stagionato o essiccato che è stato classificato ad un’umidità media del 20% o minore, senza alcuna misurazione superiore al 24%.

Regola per la classificazione a vista secondo la resistenza degli elementi lignei di Abete rosso, Abete bianco, Larice e Pino silvestre di origine CNE Europa e Douglas di origine Germania norma DIN 4074-1

Criteri per la classificazione Categoria

LS10

Smussi1) S<1/3 e comunque ciascun lato della sezione, per almeno 1/3, non deve essere interessato da smussi

Nodi singoli2) A ≤ 2/5

Midollo Mai presente su travi di base inferiore a 100 mm

Inclinazione fibratura ≤ 12%

Fessurazioni:- da ritiro3)

- cipollatura - da fulmine, gelo, lesioni

1/2 Basenon ammessanon ammesse

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Degrado da funghi:- azzurramento- rosato- carie bruna e bianca

ammessofino a 2/5 della sezione

non ammesse

Legno di compressione fino a 2/5 della sezione

Attacchi di insetti non ammessi

Vischio non ammesso

Deformazioni3):- Arcuatura- Falcatura- Svergolamento

8 mm ogni 2 m di lunghezza8 mm ogni 2 m di lunghezza

1 mm ogni 25 mm di larghezza

1) s è espresso come rapporto tra la proiezione dello stesso smusso su un lato e la sua dimensio-ne. 2) Si considera il nodo più grande dell’elemento ligneo, e il rapporto A fra il suo diametro minimo d e il lato del quadrilatero circoscritto alla sezione su cui tale diametro viene misurato. 3) Queste caratteristiche non sono da considerare su legno massiccio strutturale non essiccato/stagionato

Proprietà Legno massiccio strutturale essiccato / stagio-nato di Quercia (rovere) di origine Germania

Corrispondenza con le Classi di resistenza della EN 338:2009 D30

SCHEDA TECNICA UNI 11035-2 Castagno Legno massiccio strutturale classificato a vista secondo la resistenza meccanica, definizione: Segato di legno massiccio (Singolo segato ottenuto da un tronco tra-mite lavorazione meccanica) classificato secondo la resistenza meccanica.Legno massiccio strutturale essiccato / stagionato classificato a vista secondo la resistenza meccanica, definizione: massiccio strutturale classificato a vista se-condo la resistenza meccanica stagionato o essiccato che è stato classificato ad un’umidità media del 20% o minore, senza alcuna misurazione superiore al 24%.

Regola per la classificazione a vista secondo la resistenza degli elementi lignei di latifoglia di provenienza italiana

Castagno

Criteri per la classificazione Categoria unica

S

Smussi1) s ≤ 1/3

Nodi singoli2)

Nodi raggruppati3)A ≤ 1/2 e comunque d < 70 mm d <150 mm

Ag ≤ 1/2 e comunque: t ≤ 70 mm

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Ampiezza anelli nessuna limitazione 4)

nessuna limitazioneρ > ρ min

Midollo ammesso

Inclinazione fibratura ≤ 1:6 (16,5%)

fessurazioni:- da ritiro- cipollatura - da fulmine, gelo, lesioni

ammesse con limitazioni5)

ammessa con limitazioni6)

non ammesse

Degrado da funghi:- carie bruna e bianca non ammesse

Legno di tensione nessuna limitazione

Attacchi di insetti ammessi con limitazioni7)

Vischio non ammesso

Deformazioni:- Arcuatura- Falcatura- Svergolamento

8 mm ogni 2 m di lunghezza8 mm ogni 2 m di lunghezza

1 mm ogni 25 mm di larghezza

Rastremazione non ammessa

1) s è espresso come rapporto tra la proiezione dello stesso smusso su una superficie e la lar-ghezza totale di questa superficie2) Si considera il nodo più grande del segato, e se ne misura il diametro minimo d, nonché il diametro massimo D. Si definisce inoltreA il rapporto fra d e la larghezza della faccia su cui d stesso viene misurato.3) Si considera la somma t dei diametri minimi dei nodi compresi in un tratto di 150 mm. Si defini-sce inoltre Ag il rapporto fra talesomma e la larghezza della faccia su cui compaiono.4) Si applichino i seguenti valori di ρ min : 395 kg/m3 per Castagno/Italia; 415 kg/m3 per Pioppo e Ontano/Italia; 510 kg/m3 per Altrelatifoglie/Italia; 740 kg/m3 per Querce caducifoglie/Italia.5) Se passanti, sono ammesse solo su una testata, e con lunghezza max. pari a due volte la larghezza della sezione.6) Generalmente non ammessa; soltanto per Castagno/Italia la cipollatura visibile o probabile è ammessa se rmax < b/3 ed ∫ < b/6,dove: rmax il raggio massimo della cipollatura;b il lato minore della sezione;∫ l’eccentricità, cioè la distanza massima del midollo rispetto al centro geometrico della sezione.7) Ammessi solo fori con alone nerastro, oppure fori rotondi, senza alone nerastro, di diametro compreso tra 1.5 e 2.5 mm (diAnobidi), purché l’attacco sia sicuramente esaurito, per un max. di 10 fori, distribuiti uniformemen-te, per metro di lunghezza

Proprietà Castagno

Corrispondenza con le Classi di resistenza della EN 338:2009 S=D24

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SCHEDA TECNICA UNI 11035-3 UFTrave Uso Fiume per il legno strutturale classificato a vista secondo la resistenza meccanica, definita nella norma UNI 11035-3: trave ottenuta da un tronco me-diante squadratura meccanica, continua e parallela dal calcio alla punta su facce lati a spessore costante, con sezione trasversale rettangolare o quadrata, con smussi e contenente il midollo.

Regola per la classificazione a vista secondo la resistenza degli elementi lignei di Abete UNI 11035-3

Castagno

Criteri per la classificazione Categoria unica

UFS/A

Smussi1) s ≤ 9/10

Nodi singoli2) A ≤ 2/5e comunque d < 70 mm

Ampiezza anelli < 6 mm

Inclinazione fibratura ≤ 1:8 (12,5%)

fessurazioni:- da ritiro- cipollatura - da fulmine, gelo, lesioni

ammesse. Se passanti ammesse con limitazioni5)ammessa con limitazioni3)

non ammesse

Degrado da funghi:- azzurramento- carie bruna e bianca

ammessonon ammesse

Midollo eccentrico < 20%6)

Differenza lato maggiore – lato minore

< 2 cm

Legno di compressione fino a 2/5 della sezione

Attacchi di insetti ammessi con limitazioni5)

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Vischio non ammesso

Deformazioni:- Arcuatura- Falcatura- Svergolamento

8 mm ogni 2 m di lunghezza8 mm ogni 2 m di lunghezza

1 mm ogni 25 mm di larghezza

Rastremazione non ammessa

1) se è espresso come rapporto tra la proiezione dello stesso smusso su un lato e la sua dimensione. 2) Si considera il nodo più grande dell’elemento ligneo, e il rapporto A fra il suo diametro minimo d e il lato del quadrilatero circoscritto alla sezione su cui tale diametro viene misurato. Per i nodi sullo smusso si calcola il rapporto A fra il diametro minimo d e il lato minore del quadrilatero circoscritto alla sezione.3) Generalmente non ammessa; soltanto per Abete la cipollatura visibile o probabile è ammessa se rmax < b/3 ed ∫ < b/6, dove: rmax il raggio massimo della cipollatura; b il lato minore della sezione; ∫ l’eccentricità, cioè la distanza massima del midollo rispetto al centro geo-metrico della sezione. 4) Ammessi solo fori con alone nerastro, oppure fori rotondi, senza alone nerastro, di diametro compreso tra 1,5 e 2,5 mm (di Anobidi), purché l’attacco sia sicuramente esaurito, per un max. di 10 fori, distribuiti uniformemente, per metro di lunghezza (somma di tutte e quattro le facce).5) Fessurazioni passanti ammesse solo alle estremità, per una lunghezza non maggiore della larghezza dell’elemento ligneo6) Il midollo eccentrico è espresso come rapporto percentuale tra l’eccentricità ∫ e il lato maggiore del quadrilatero circoscritto alla sezione.

Proprietà Abete USO FIUME

Corrispondenza con le Classi di resistenza della EN 338:2009 UFS=C24

SCHEDA TECNICA UNI 11035-3 UTTrave Uso Trieste per il legno strutturale classificato a vista secondo la resistenza meccanica, definita nella norma UNI 11035-3: trave ottenuta da tronco mediante squadratura meccanica, continua dal calcio alla punta su quattro lati seguendo la rastremazione del tronco, con riduzione dello spessore, con sezione trasversale rettangolare o quadrata, con smussi e contenente il midollo.

Regola per la classificazione a vista secondo la resistenza degli elementi lignei di Abete UNI 11035-3

Conifere USO TRIESTE

Criteri per la classificazione Categoria unica

UTS/A

Smussi1) s ≤ 9/10

Nodi singoli2) A ≤ 2/5e comunque d < 70 mm

Ampiezza anelli < 6 mm

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Inclinazione fibratura ≤ 1:8 (12,5%)

fessurazioni:- da ritiro5)

- cipollatura3) - da fulmine, gelo, lesioni

ammesse. Se passanti ammesse con limitazioni5)

ammessa con limitazioni3)

non ammesse

Degrado da funghi:- azzurramento- carie bruna e bianca

ammessonon ammesse

Midollo eccentrico7) < 20%7)

Differenza lato maggiore – lato minore

< 2 cm

Legno di compressione fino a 2/5 della sezione

Attacchi di insetti4) ammessi con limitazioni4)

Vischio non ammesso

Deformazioni:- Arcuatura- Falcatura- Svergolamento

8 mm ogni 2 m di lunghezza8 mm ogni 2 m di lunghezza

1 mm ogni 25 mm di larghezza

Rastremazione6) ≤ 6 mm/m

1) Se è espresso come rapporto tra la proiezione dello stesso smusso su un lato e la sua dimen-sione.2) Si considera il nodo più grande dell’elemento ligneo, e il rapporto A fra il suo diametro minimo d e la larghezza della faccia del quadrilatero circoscritto alla sezione su cui tale diametro viene misura-to. Per i nodi sullo smusso si calcola il rapporto A fra il diametro minimo d e la larghezza della faccia più piccola del quadrilatero circoscritto alla sezione in corrispondenza del nodo misurato.3) Generalmente non ammessa; soltanto per Abete la cipollatura visibile o probabile è ammessa se rmax < b/3 ed ∫ < b/6, dove: rmax il raggio massimo della cipollatura; b il lato minore della sezione; ∫ l’eccentricità, cioè la distanza massima del midollo rispetto al centro geome-trico della sezione. 4) Ammessi solo fori con alone nerastro, oppure fori rotondi, senza alone nerastro, di diametro com-preso tra 1,5 e 2,5 mm (di Anobidi), purché l’attacco sia sicuramente esaurito, per un max. di 10 fori, distribuiti uniformemente, per metro di lunghezza (somma di tutte e quattro le facce).5) Fessurazioni passanti ammesse solo alle estremità, per una lunghezza non maggiore della lar-ghezza dell’elemento ligneo6) Riduzione ammessa per ciascuna dimensione della sezione, lungo l’asse longitudinale dell’ele-mento ligneo.7) Il midollo eccentrico è espresso come rapporto percentuale tra l’eccentricità ∫ e il lato maggiore del quadrilatero circoscritto alla sezione.

Proprietà Abete USO TRIESTE

Corrispondenza con le Classi di resistenza della EN 338:2009 UTS = C18

1) i valori caratteristici sono riferibili alla sezione nominale in base alla quale essi sono stati ricavati

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5 COME VENDERE BENE I PRODOTTI IN LEGNO DA COSTRUZIONE

5.1Il contratto: contenuto e formaIl nostro codice civile all’art. 1321 dà la definizione di contratto:“Il contratto è l’accordo tra due o più parti per costituire, regolare o estin-guere un rapporto giuridico avente natura patrimoniale”. Negli articoli successivi al 1321 vengono disciplinate le fattispecie del contratto in generale e dei singoli tipi diversi di contratto, in particolare.Analizzando, in specifico, la definizione di contratto riportata nel codice vediamo che perché si possa parlare di contratto è necessario che vi siano due o più parti interessate, non si può, quindi, concludere un contratto con se stessi.Le due parti, inoltre, devono avere la volontà di concludere reciprocamente un accordo tra loro per costituire, regolare o estinguere un rapporto avente esclusi-vamente natura patrimoniale. Costituire significa che le parti pongono in essere un rapporto che prima non esisteva, una obbligazione reciproca che fino al giorno della stipula del contratto non ha alcun valore. Tale rapporto giuridico, può sempre essere modificato dalle parti, se previsto nel contratto stesso, ed ecco la facoltà dei contraenti di modificare il rapporto precedentemente costituito. Se l’accordo delle parti viene meno o l’interesse di una di esse non trova più soddisfazione nel contratto stipulato si ha l’ipotesi, prevista dalla legge, di estinzione del contratto stesso. La legge lascia ampia libertà ai contraenti di esprimere le loro intenzioni sia nella fase iniziale, sia in quelle in itinere, sia nella fase finale della vita del con-tratto stipulato. Il contratto deve essere considerato un vero e proprio negozio giuridico che pre-suppone la presenza di quattro elementi essenziali per la sua efficacia (art. 1325 c.c.), tali elementi sono : • l’accordo o consenso delle parti; •lacausa; •l’oggetto; •laforma,richiestadallaleggeapenadinullità.Art. 1321 c.c.: esiste un contratto solo se siamo in presenza di un accordo tra due o più parti. L’accordo delle parti non è altro che l’espressa volontà di due soggetti giuridici di voler costituite, regolare od estinguere un rapporto giuridico avente na-tura esclusivamente patrimoniale. Non siamo in presenza di un contratto quando una delle parti è stata forzata a concludere un accordo con la violenza, l’inganno o altra forma di coartazione.Art. 1342 c.c.: la causa è il motivo per cui si contrae e questa non può essere contraria alle norme, all’ordine pubblico o al buon costume.L’oggetto del contratto è ciò di cui si occupa il contratto stesso e l’oggetto deve presentare i seguenti requisiti indispensabili, deve essere: •possibile •lecito •determinatoodeterminabile.

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L’oggetto del contratto deve essere possibile, ciò significa che è impossibile con-cludere un accordo con un’altra parte per vendergli una fetta di luna. Cioè l’og-getto dell’accordo deve poter essere realizzabile e non impossibile da realizzare, altrimenti il mio contratto perderebbe uno dei requisiti indispensabili ed essenziali richiesti dalla legge.L’oggetto del contratto deve essere lecito, cioè deve essere ammesso e previsto dalla legge. Per fare un esempio, non si può concludere con uno spacciatore un contratto di compravendita di una dose di droga.L’oggetto del contratto, inoltre, deve essere sempre determinato o determinabile, cioè nel momento in cui concludo il contratto devo sapere esattamente di cosa si tratta, cosa sto comprando o cosa sto vendendo.Di seguito vi è l’esempio di una descrizione per la formulazione di un preventivo di fornitura di materiale da farsi sempre su carta intestata:

Oggetto: come da vostra richiesta/progetto inviamo la nostra offerta economica per la fornitura di:travi legno massiccio di abete (PCAB o WPCA o ABAL) fresco/classificato secco S10/C24 UNI EN 14081-1, xx m3

travi legno lamellare di abete (PCAB o WPCA o ABAL) GL24h/c UNI EN 14080, xx m3 perline da rivestimento UNI EN 14915, xx m2

travi KVH abete (PCAB o WPCA o ABAL) C24 EN 14547, xx m3 travi legno bilama di abete (PCAB o WPCA o ABAL) C24, xx m3

La forma del contratto è l’ultimo dei requisiti richiesti dalla legge, per forma si intende come deve essere concluso il contratto in oggetto, se per iscritto oppure anche oralmente. È la legge stessa che prevede quali contratti debbano essere fatti per iscritto e quali invece in una forma differente.

Art. 1350 c.c. : elenca dettagliatamente quali contratti devono essere fatti per iscritto, a pena di nullità, uno fra questi è il contratto di compravendita di beni im-mobili. Se cioè si vende la casa al mare all’amico Guido si deve andare dal Notaio e porre per iscritto il suddetto contratto di compravendita, se invece si va dal sa-lumiere per acquistare un etto di prosciutto non si deve sottoscrivere un contratto ma solo pagare il conto. In entrambi i casi si tratta di contratto di compra vendita con la differenza che per gli immobili devo usare la forma scritta.

E’ stato specificato che il contratto è l’accordo tra due o più parti, perché vi sia la conclusione del contratto, quindi, questo accordo prevede la proposta avanzata da una parte e l’accettazione espressa dall’altra parte. • la proposta è la dichiarazione che contiene tutti gli elementi del con-

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tratto con la manifestazione di obbligarsi. • L’accettazione è la dichiarazione diretta al proponente che contiene l’accoglimento della proposta. L’accettazione deve essere tempestiva, conforme alle clausole della proposta, deve avere la forma richiesta per il contratto che si vuole concludere, può essere revocata prima che l’accettazione sia giunta al pro-ponente.

Art. 1326 c.c.: solo quando l’accettazione è venuta a conoscenza del primo con-traente si può dire che il contratto si è concluso ex art..Precedentemente è stato riportato un esempio del preventivo di materiale, ora qui di seguito si riporta la medesima offerta che, dopo essere stata inviata al cliente, viene restituita al fornitore con la firma e la data. Tale firma vale come accettazione della proposta appena ricevuta, pertanto diventa un contratto a tutti gli effetti.

Oggetto: come da vostra richiesta/progetto inviano la nostra offerta economica per la fornitura di:travi legno lamellare di abete (PCAB o WPCA o ABAL) GL24h/c UNI EN 14080, xx m3 perline da rivestimento UNI EN 14915, xx m2

travi KVH abete (PCAB o WPCA o ABAL) C24 EN 14547, xx m3 travi legno bilama di abete (PCAB o WPCA o ABAL) C24, xx m3

Milano, li 04.01.2010 firma di chi vende firma di chi acquista

5.2 Il contratto: sua estinzioneLe parti del contratto possono liberamente contrarre o estinguere il contratto pre-cedentemente stipulato, ma è la legge stessa che prevede le ipotesi in cui un contratto perde la propria efficacia anche se non per volontà delle parti.Le cause di estinzione del contratto sono: •l’annullamento; •larescissione; •larisoluzione.L’annullamento del contratto avviene quando si è in presenza di una causa di in-validità del contratto. Le cause di invalidità del contratto sono stabilite dalla legge ed elencate specificatamente all’art. 1418 c.c.. Un contratto può essere nullo anche solo parzialmente, cioè solo una parte dello stesso risulta essere nulla. In questi casi può darsi che l’intero contratto risulti nullo se risulta che le parti non lo avrebbero contratto senza la parte nulla. Il contratto può essere annullato e quindi perde la sua efficacia se si è in presenza di un vizio del consenso di una delle parti, ad esempio un contraente ha prestato

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il suo consenso per errore. In questo caso la parte interessata potrà chiedere l’annullamento del contratto.Si ha rescissione del contratto quando una parte lo ha concluso solo perché si tro-vava in una condizione di pericolo per la sua salute o per quella di altri. Il suddetto contratto concluso a condizioni inique, può essere rescisso su domanda della parte che è stata obbligata a concluderlo. Si fa l’esempio di un naufrago in mare che promette di pagare un milione di euro per essere riportato sulla terra ferma. In questo caso vi è una sproporzione tra il prezzo pattuito e la prestazione offerta, dettata dallo stato di pericolo del contraente naufrago.L’ultima ipotesi di estinzione del contratto, e la più interessante, è la risoluzione del contratto. Questa fattispecie è disciplinata all’art. 1453 c.c. e prevede che nei contratti a prestazioni corrispettive, cioè quando entrambe le parti contraenti de-vono obbligarsi a fare qualche cosa, quando una delle parti non adempie alla sua obbligazione l’altra può chiedere o l’adempimento o la risoluzione del contratto, con la possibilità di richiedere anche il risarcimento dei danni subiti. Se la parte adempiente vuole chiedere che la controparte inadempiente, cioè che non ha rispettato gli accordi, adempia alla sua obbligazione può avanzare una diffida ad adempiere. La diffida ad adempiere è una dichiarazione scritta con la quale una parte intima all’altra di eseguire la prestazione entro un congruo termine avvertendo che altrimenti il contratto si riterrà risolto.

Caso pratico: un cliente ha ricevuto la merce fornitagli dall’azienda ma non ha saldato la fattura. In questo caso la diffida ad adempiere consiste in un sollecito di pagamento inviato al cliente a mezzo lettera raccomandata a/r. Se anche a seguito del sollecito non si ottiene il pagamento ci si potrà rivolgere al proprio le-gale di fiducia che provvederà ad inviare un’ulteriore diffida ad adempiere, un altro sollecito di pagamento, al quale succederà il procedimento di ingiunzione avanti al giudice competente.

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I contraenti possono, di comune accordo, decidere di inserire all’interno del con-tratto una clausola risolutiva espressa, con la quale loro stabiliscono che se una delle due prestazioni non verrà eseguita il contratto sarà considerato risolto auto-maticamente. Il codice, per tutelare i contraenti, ha previsto all’art. 1460 c.c. che una parte può rifiutarsi di adempiere alla sua obbligazione se l’altra parte non adempie alla pro-pria salvo non sia stabilito diversamente nel contratto e salvo ciò non sia contrario alla buona fede.Le parti possono, altresì, fissare all’interno del proprio negozio giuridico un termine essenziale, le parti cioè stabiliscono che il contratto deve essere concluso entro e non oltre un certo termine altrimenti sarà risolto ispo iure, cioè senza alcuna dichiarazione della parte adempiente.Caso pratico: un cliente può fare inserire nel contratto di appalto che il lavoro do-vrà essere realizzato entro il giorno X, altrimenti il contratto sarà risolto, quindi per-derà tutta la sua efficacia. In questi casi il cliente ha anche la possibilità di chiedere un eventuale risarcimento dei danni se da questo ne è derivato un nocumento.5.3 I contratti dei consumatoriIl codice civile agli articoli 1469 bis e seguenti disciplina i singoli contratti del con-sumatore i quali hanno riferimenti legislativi specifici. I contratti del consumatore sono cioè tutti quei contratti nei quali una delle parti può essere considerata consumatore. Il decreto legislativo n° 206 del 2005, co-nosciuto come Codice del Consumo, all’art. 3 definisce come consumatore o utente “la persona fisica che agisce per scopi estranei all’attività imprenditoriale, commerciale, artigianale o professionale eventualmente svolta”.Con il suddetto testo normativo si è voluto tutelare il consumatore riconoscendogli dei diritti fondamentali quali il diritto:“a) alla tutela della salute;b) alla sicurezza e alla qualità dei prodotti e dei servizi;c) ad una adeguata informazione e ad una corretta pubblicità;c-bis) all’esercizio delle pratiche commerciali secondo principi di buonafede, correttezza e lealtà.”Ritornando alla disciplina del codice civile, il testo normativo si occupa di regola-mentare i contratti che interessano i consumatori, tenendo conto di quanto con-tenuto all’interno delle disposizione del codice del consumo.

5.4 La venditaAll’art. 1470 e seguenti del c.c. si disciplina la vendita che viene definita come “il contratto che ha per oggetto il trasferimento della proprietà di una cosa o il trasfe-rimento di un altro diritto verso il corrispettivo di un prezzo”. E’ un contratto non formale: il consenso può essere dato con qualsiasi forma, ad eccezione se si tratti di immobili per i quali è richiesta la forma scritta.Dall’articolo appena indicato si può dedurre che si parla di vendita quando una parte consegna all’altra un bene, o un diritto, e l’altra parte deve pagare il prezzo

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stabilito. Le parti del contratto di vendita sono due, una viene indicata come ven-ditore e l’altra come compratore. Entrambe le parti hanno degli obblighi reciproci che devono rispettare per la buona riuscita del contratto.Obblighi del venditore. Agli artt. 1476 e seguenti del c.c.: si stabilisce che gli obblighi in capo al venditore sono: “consegnare la cosa al compratore; fargli acquistare la proprietà e garantire il compratore dall’evizione o vizi della cosa”.Il venditore inizialmente ha l’obbligo di consegnare la cosa venduta, all’art 1477 c.c. si evidenzia che la cosa deve essere consegnata nello stato in cui si trovava al momento della vendita. Il venditore è obbligato anche a consegnare i titoli e i documenti relativi alla proprietà e all’uso della cosa venduta.Consegnare la cosa non basta, il venditore deve fare acquistare la proprietà al compratore, cioè deve preoccuparsi che la cosa venduta diventi di proprietà esclusiva del compratore.Ecco perché tra gli obblighi del venditore c’è anche quello di garantire il comprato-re dall’evizione, l’evizione si ha quando il compratore è spogliato del suo diritto da un terzo, in questo caso il venditore deve restituire il prezzo pagato e sono a suo carico le spese del contratto. E’ l’ipotesi in cui il bene era di proprietà di un altro soggetto perché, magari, già precedentemente acquistato. Il venditore dovrà, ol-tre a restituire il prezzo pagato dal secondo compratore, risarcirlo dei danni subiti ed eventualmente pagare le spese legali sostenute dallo stesso.L’ultimo, ma non meno importante, obbligo del venditore è quello di garantire dai vizi la cosa venduta. L’art. 1490 c.c. statuisce che “il venditore è tenuto a garan-tire che la cosa venduta sia immune da vizi che la rendano inidonea all’uso a cui è destinata o ne diminuiscano in modo apprezzabile il valore. Il patto con cui si esclude o si limita la garanzia non ha effetto, se il venditore ha in mala fede taciuto al compratore i vizi della cosa”.Il venditore quando vende un bene deve assicurarsi che lo stesso non abbia difetti che lo rendano inutilizzabile o che ne diminuiscano il valore precedentemente pat-tuito al momento della vendita.L’articolo successivo prevede la possibilità che il venditore sia esonerato dal do-ver prestare la garanzia per i vizi della cosa quando questi erano conosciuti dal compratore o erano evidenti al momento dell’acquisto. Per esempio, quindi, se il cliente aveva conoscenza che il materiale acquistato presentava dei difetti, non può lamentarsi con il venditore dopo aver ricevuto la merce. Ciò però non è applicabile se il venditore al momento della vendita dichiara che il bene non presenta vizi, pur essi presenti.Se il venditore ha venduto beni affetti da vizi, il compratore cosa può fare? Ha due possibilità:chiedere la risoluzione del contratto, con la restituzione del prezzo pagato ed eventualmente la richiesta del risarcimento dei danni subiti;chiedere la riduzione del prezzo pattuito.Il compratore deve denunciare i vizi entro 8 giorni dalla scoperta, salvo che sia

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stato stabilito un termine diverso dalle parti o dalla legge. Comunque l’azione si prescrive entro 2 anni dalla consegna se si tratta di cosa venduta ad un consu-matore, persona fisica, se invece si vende ad un professionista l’azione non può essere avanzata se non entro 1 anno dalla consegna.L’art. 1497 c.c. parla della mancanza di qualità del bene oggetto di vendita e sta-tuisce che “quando la cosa venduta non ha le qualità promesse ovvero quelle es-senziali per l’uso a cui è destinata il compratore ha diritto di ottenere la risoluzione del contratto secondo le disposizioni generali sulla risoluzione per inadempimento purché il difetto di qualità ecceda i limiti di tolleranza stabiliti dagli usi”. Ciò significa che il prodotto per essere considerato viziato deve presentare dei difetti tali da renderlo inutilizzabile o comunque gravemente danneggiato, ogni bene venduto deve rispettare le qualità standard previste per quella determinata categoria di prodotto.Obblighi del compratoreAnche il compratore ha un obbligo da rispettare che è quello di pagare il prezzo nel modo, nei termini e nel luogo stabilito nel contratto. Il compratore non può rifiutarsi di corrispondere il prezzo del bene acquistato salvo le ipotesi precedentemente prese in considerazione e, cioè, quando il bene presenta dei difetti o una qualità inferiore a quella richiesta. Solo in questo caso il compratore deve denunciare i vizi con lettera raccomandata a/r al venditore giu-stificando così il mancato pagamento della fattura di acquisto.

5.5 Sicurezza dei prodottiSi è parlato dei vizi dei beni venduti, è opportuno qui approfondire un argomento molto importante relativo alla sicurezza dei prodotti messi in commercio. Il Codice del Consumo dedica a questo argomento vari articoli a partire dall’art. 102 e seguenti, e definisce come prodotto sicuro quello che, “ in condizioni di uso normali o prevedibili,… non presenti alcun rischio o rischi minimi, compatibili con l’impiego del prodotto e considerati accettabili nell’osservanza di un livello elevato di tutela della salute e della sicurezza delle persone in funzione dei seguenti ele-menti:

a. delle caratteristiche del prodotto, in particolare la sua composizione, il suo imballaggio, le modalità del suo assemblaggio e, se del caso, della sua installazione e manutenzione;

b. dell’effetto del prodotto su altri prodotti…; c. della presentazione del prodotto, della sua etichettatura, delle eventuali

avvertenze ed istruzioni per l’uso… e qualsiasi altra informazione relativa al prodotto” ,

si definisce, altresì, come prodotto pericoloso: “qualsiasi prodotto che non rispon-da alla definizione di prodotto sicuro di cui alla lettera a”.Si fa un vero e proprio obbligo per il produttore e per il distributore di immettere nel mercato solo prodotti sicuri e sono questi quelli realizzati in conformità alle norme vigente.

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Se un produttore o un commerciante immette nel mercato prodotti non sicuri, questo comporta che gli stessi subiranno delle sanzioni. All’art. 112 del Codice del Consumo si statuisce che: “salvo che il fatto costituisca più grave reato, il pro-duttore o il distributore che immette sul mercato prodotti pericolosi in violazione del divieto….è punito con l’arresto da sei mesi ad un anno e con l’ammenda da 10.000 a 50.000 euro….”. Le sanzioni di cui sopra hanno applicazione salvo che il comportamento del pro-duttore o il distributore non abbiamo commesso delle azioni che rientrino nella fattispecie di reati molto più gravi, come potrebbe esse l’omicidio colposo ad esempio, per i quali dovrebbero sottostare a delle pene maggiori come è facil-mente deducibile.Quindi non vi è solo una responsabilità contrattuale in capo al venditore nel con-segnare prodotti senza vizi, ma anche una responsabilità penale che prevede l’obbligo di immettere nel mercato prodotti sicuri.5.6 Il contratto di appalto d’operaOltre al contratto di vendita precedentemente analizzato, ora viene preso in con-siderazione il contratto di appalto che è regolato all’art. 1655c.c. il quale lo de-finisce come “il contratto con il quale una parte assume, con organizzazione dei

mezzi necessari e gestione a proprio rischio, il compimento di un’opera o servizio verso il corrispettivo di un prezzo”.La materia prima deve essere fornita dall’appaltatore salvo diverse disposizioni stabilite dalle parti.L’appaltatore non può apportare delle variazioni all’opera se il committente non le ha autorizzate per iscritto e le eventuali variazioni dell’opera devo essere concor-date tra le parti e deve essere ristabilito il prezzo concordato.Il committente ha il diritto di verificare l’esecuzione dell’opera a proprie spese. Se il committente accerta che l’opera non si sta svolgendo in base agli accordi può concedere un termine all’appaltatore per conformarsi altrimenti è il contratto si intende risoluto, con la possibilità da parte del committente di chiedere il risarci-

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mento dei danni. Il committente, al termine dell’opera, ha il diritto di verificarla. Se non lo richiede entro un congruo termine si intende accettata.Gli obblighi dell’appaltatore sono disciplinati all’art. 1667 c.c. il quale prevede le ipotesi di difformità e vizi dell’opera. L’appaltatore deve tenere indenne da vizi e difformità dell’opera il committente. A meno che i vizi erano conosciuti dal com-mittente, in questo caso il committente dovrà denunciare i vizi entro 8 giorni dalla scoperta.Vi è una differenza nella disciplina della garanzia dei prodotti, precedentemente illustrata, e la garanzia per le opere immobili, queste ultime infatti devono essere garantire per 10 anni ex art. 1669 c.c. per i danni statici o che limitino gravemente il valore dell’opera.

5.7 Il contratto: come redigerlo Dopo aver analizzato gli elementi e la normativa di riferimento dei contratti in ge-nerale, ora verrà sottolineato come redigere un contratto di vendita o di appalto d’opera, cioè quali sono le informazioni fondamentali e necessarie che devono essere inserite perché il contratto risulti il più efficace e completo possibile.Sono di seguito elencati gli elementi da inserire in un contratto tipo:• Oggetto: È necessario descrivere nella maniera più dettagliata possibile il pro-

dotto oggetto del contratto, le misure, le caratteristiche tecniche, i materiali impiegati per realizzarlo, norme di riferimento, il prezzo etc.

• Condizioni di fornitura: i tempi di consegna, i termini di pagamento, il mezzo, il montaggio, la destinazione, l’IVA, le garanzie.

• Condizioni di uso e manutenzione del prodotto: se si tratta di materiali depe-ribili è indicato istruire l’acquirente su come conservare il prodotto per evitare che deperisca.

• Oneri a carico dell’acquirente: transitabilità agli automezzi,eventuali autorizza-zioni edilizie, progetti o calcoli strutturali, studi geologici, scavi o demolizioni, piattaforma di cemento armato, trasporto in discarica del materiale rimanen-te.

5.7.1 Le condizioni generali del contrattoTutte le condizioni di cui sopra sono definite condizioni generali del contratto, che hanno validità solo se conosciute da entrambe le parti ex art. 1341 c.c.. Queste servono per regolare molti rapporti e vengono stabilite dall’imprenditore, per questo la legge cerca di tutelare i consumatori disponendo che queste con-dizioni generali siano valide solo se al momento della conclusione del contratto il consumatore le ha conosciute o avrebbe dovuto conoscerle usando l’ordinaria diligenza.Oltre quanto riportato a titolo di esempio nel paragrafo 5.2, si riportano di seguito alcune note che possono essere inserite tra le condizioni di vendita: E’ necessario stabilire chi effettua i calcoli statici delle opere che sono indubbia-mente di responsabilità del progettista incaricato, ma è necessario stabilire chi incarica il progettista se il costruttore od il committente, in ogni caso è necessario

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che questi siano svolti ai sensi dell’articolo 10 del DM 14-01-08 “Norme tecniche per le costruzioni”. La quantificazione dei materiali deve essere stabilita in quanto l’opera può essere venduta a corpo, a metro quadrato o quantificando i singoli componenti. Nel caso di vendita di materiale a “misura” è necessario stabilire inoltre le metodologie di quantificazione degli scarti ad esempio: cubatura degli elementi sarà sempre fatta, salvo casi in cui sia diversamente indicato in modo esplicito, tenendo conto della sezione degli elementi al grezzo prima di ogni lavorazione e per quanto riguarda la lunghezza si terrà conto dell’arrotondamento al mezzo metro successivo, nel calcolo della superficie di materiali da rivestimento si terrà conto della dimensione di origine della tavola grezza utilizzata per la realizzazione del prodotto, saranno ulteriormente quantificati anche gli scarti di lavorazione dovuti alla posa in opera. La qualità dei prodotti deve sempre essere conforme a classi e norme definite nel preventivo, a volte tuttavia può essere utile ricordare i comportamenti/difetti che pur rientrando nei termini stabiliti dalle classi definite spesso non soddisfano le aspettative estetiche del committente. Può essere importante precisare che il legno è una materia prima di origine vegetale derivante da organismi biologici. L’habitat in cui nascono e crescono questi organismi è un ambiente del tutto na-turale, perciò soggetto alle infinite variabili della natura: stagioni, eventi meteorici, ecc. I nodi e nodini (sono la sezione trasversale di rami inglobati nel tessuto ligneo del fusto) possono essere presenti e sono da considerare tipici di tutte le specie legnose. Nel tempo essi possono creare delle leggere fuoriuscite di resina. La resina è una sostanza cicatrizzante prodotta dall’albero durante la crescita per proteggere i tessuti lignei. Questo contenuto a volte può fuoriuscire sotto forma di goccioline che con il tempo cristallizzano. Vi possono inoltre essere delle porzioni degli elementi del manufatto che presentano delle porzioni con marcate differenze cromatiche, questo accade se si è in presenza di differenze di fibratura, di densità di tessuto ligneo, e/o differente sezione lignea. Questi eventi sono tipici di alcu-ne specie legnose e non possono essere evitati per natura intrinseca del legno stesso. Il legno è soggetto alla presenza di fessure da ritiro dovute alla caratteri-stica tecnologica di igroscopicità. In virtù di questo aspetto qualora il contenuto di umidità ambientale sia diverso da quello dell’elemento in legno, esso tenderà a mettersi in equilibrio e pertanto a presentare dei movimenti dimensionali e ge-ometrici. Nel caso di vendita di materiale fresco, con contenuto di umidità mag-giore del 20% UR, gli elementi possono subire variazioni dimensionali di 0,25% ad ogni 1% di UR. I valori di resistenza meccanica sono garantiti ad un contenuto di umidità del legno inferiore al 20%, in caso contrario la D.L. dovrà prendere i dovuti accorgimenti. Le dimensioni dei difetti possono variare con il cambiamento del contenuto di umidità degli elementi pertanto il riferimento sarà sempre ad un contenuto di umidità del 20%. Ed alcune informazioni/precisazioni relative alle lavorazioni: le lavorazioni di piallatura e spazzolatura possono, in alcune porzioni di legno, risultare anche non perfettamente lisce perché gli utensili della macchina di fronte a densità diversa del legno stesso, spesso in prossimità dei nodi, creano un sollevamento superficiale della fibra. I prodotti dovranno, successivamente alla

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posa, essere puliti e trattati con prodotti idonei. Ogni intervento di finitura neces-sario successivamente alla posa in opera, sarà a carico del committente.

E’ altrettanto utile inserire nelle condizioni di vendita anche informazioni relative alle modalità di movimentazione e conservazione dei materiali quali ad esempio: predisporre adatti sistemi di trasporto movimentazione e stoccaggio tenendo ben presente l’incidenza dovuta al peso dei manufatti queste operazioni devono essere svolte da personale qualificato; il materiale imballato deve essere immagazzinato e conservato in ambienti coperti non esposto a precipitazioni atmosferiche in cui la temperatura sia compresa tra –10° e +40° con umidità del 60-70%, disposto protetto dai raggi solari (UV) e in modo da non far prendere forme inadeguate.

Per ultimo devono essere stabilite le modalità di:• accettazione dei materiali consegnati come previsto dal capitolo 11 delle NTC

DM 14-01-08, che dovrà essere svolta dal D.L. all’atto della consegna e può essere utile precisare che in ogni caso il D.L. dovrà verificarne l’idoneità prima dell’inizio delle operazioni di posa in opera.

• collaudo sia in corso d’opera che a fine opera, a tale riguardo le modalità sono disciplinate dalle N.T.C. DM 14.01.2008 al capitolo 9, pertanto è possibile ci-tare questo riferimento.

Devono essere stabiliti i tempi di consegna dei materiali e delle opere, le modalità di pagamento e le garanzie bancarie stabilite.L’imprenditore deve far conoscere queste condizioni al proprio cliente, con idonei mezzi di comunicazione. Pertanto possono essere inserire queste informazioni in un documento allegato al preventivo di vendita.La firma in calce al contratto, ( da intendersi per contratto il preventivo, le condi-zioni di vendita e, quando presente, il progetto dell’opera), fa presumere che si è dato lettura delle informazioni sul prodotto e sulle condizioni generali di vendita. Non si potrà certo eccepire di aver firmato senza aver prima letto ciò che c’era scritto nel contratto.

5.7.2 Le clausole vessatorieAll’interno di un contratto possono essere inserite, altresì, alcune clausole che vengono dalla legge definite clausole vessatorie in quanto determinano uno squi-librio tra i diritti e gli obblighi dei contraenti.Nel codice del consumo all’art. 33 vengono elencate precisamente quali sono le clausole che debbono considerarsi vessatorie all’interno di un contratto tra pro-fessionista e consumatore ed in specifico quelle che prevedono di:

“ a) escludere o limitare la responsabilità del professionista in caso di morte o danno alla persona del consumatore, risultante da un fatto o da un’omissione del professionista;

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b) escludere o limitare le azioni o i diritti del consumatore nei confronti del profes-sionista o di un’altra parte in caso di inadempimento totale o parziale o di adem-pimento inesatto da parte del professionista;c) escludere o limitare l’opportunità da parte del consumatore della compensazio-ne di un debito nei confronti del professionista con un credito vantato nei confronti di quest’ultimo;d) prevedere un impegno definitivo del consumatore mentre l’esecuzione della prestazione del professionista è subordinata ad una condizione il cui adempimen-to dipende unicamente dalla sua volontà;e) consentire al professionista di trattenere una somma di denaro versata dal con-sumatorese quest’ultimo non conclude il contratto o recede da esso, senza prevedere il diritto del consumatore di esigere dal professionista il doppio della somma corri-sposta se è quest’ultimo a non concludere il contratto oppure a recedere;f) imporre al consumatore, in caso di inadempimento o di ritardo nell’adempimen-to, il pagamento di una somma di denaro a titolo di risarcimento, clausola penale o altro titolo equivalente d’importo manifestamente eccessivo;g) riconoscere al solo professionista e non anche al consumatore la facoltà di re-cedere dal contratto, nonché consentire al professionista di trattenere anche solo

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in parte la somma versata dal consumatore a titolo di corrispettivo per prestazioni non ancora adempiute, quando sia il professionista a recedere dal contratto;h) consentire al professionista di recedere da contratti a tempo indeterminato sen-za un ragionevole preavviso, tranne nel caso di giusta causa;i) stabilire un termine eccessivamente anticipato rispetto alla scadenza del contrat-to per comunicare la disdetta al fine di evitare la tacita proroga o rinnovazione;l) prevedere l’estensione dell’adesione del consumatore a clausole che non ha avuto la possibilità di conoscere prima della conclusione del contratto;m) consentire al professionista di modificare unilateralmente le clausole del con-tratto, ovvero le caratteristiche del prodotto o del servizio da fornire, senza un giustificato motivo indicato nel contratto stesso; n) stabilire che il prezzo dei beni o dei servizi sia determinato al momento della consegna o della prestazione;o) consentire al professionista di aumentare il prezzo del bene o del servizio senza che il consumatore possa recedere se il prezzo finale è eccessivamente elevato rispetto a quello originariamente convenuto;p) riservare al professionista il potere di accertare la conformità del bene venduto o del servizio prestato a quello previsto nel contratto o conferirgli il diritto esclusivo d’interpretare una clausola qualsiasi del contratto;q) limitare la responsabilità del professionista rispetto alle obbligazioni derivanti dai contratti stipulati in suo nome dai mandatari o subordinare l’adempimento delle suddette obbligazioni al rispetto di particolari formalità;r) limitare o escludere l’opponibilità dell’eccezione d’inadempimento da parte del consumatore;s) consentire al professionista di sostituire a sé un terzo nei rapporti derivanti dal contratto, anche nel caso di preventivo consenso del consumatore, qualora risulti diminuita la tutela dei diritti di quest’ultimo; t)sancire a carico del consumatore decadenze, limitazioni della facoltà di opporre eccezioni, deroghe alla competenza dell’autorità giudiziaria,limitazioni all’adduzio-ne di prove, inversioni o modificazioni dell’onere della prova, restrizioni alla libertà contrattuale nei rapporti con i terzi;u) stabilire come sede del foro competente sulle controversie località diversa da quella di residenza o domicilio elettivo del consumatore;v) prevedere l’alienazione di un diritto o l’assunzione di un obbligo come subordi-nati ad una condizione sospensiva dipendente dalla mera volontà del professioni-sta a fronte di un’obbligazione immediatamente efficace del consumatore. È fatto salvo il disposto dell’articolo 1355 del codice civile”.

Queste sono valide ed efficaci solo se sono state specificatamente approvate per iscritto in quanto sono quelle gravose per la controparte e quindi devono essere approvate separatamente per iscritto. Sono tassative cioè sono solo quelle indica-te dalla legge ex art. 1341 c.c. secondo comma, (es. limitazioni di responsabilità, clausole compromissoria, deroga alla competenza dell’autorità giudiziaria…).

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5.7.3 Clausola vessatoria: Il Foro competente Tra le clausole vessatorie rientrano anche le clausole che derogano al Foro com-petente, nell’ipotesi in cui ci si debba rivolgere al giudice per risolvere delle contro-versie sorte tra le parti e riguardanti il contratto stipulato tra le stesse.Il codice di procedura civile stabilisce quale sia il Giudice competente a risolvere le liti sorte tra due o più soggetti, in base alla competenza per territorio, per materia e valore, e per grado. Solitamente il foro è quello dove risiede il convenuto o in tema di contratti, dove il contratto è stato concluso.Le parti possono derogare a quanto stabilito dalla legge con una clausola inserita nel contratto stabilendo, già in anticipo, quale sarà il Foro competente (il Tribunale) che deciderà delle eventuali controversie insorte tra i contraenti.Questa clausola viene indicata come la clausola del Foro Competente.

5.7.4 Il Lodo ArbitraleIl venditore può, anche, a sua discrezione, inserire nel contratto una clausola relativa all’arbitrato. Le parti, cioè, stabiliscono, che se dovessero sorgere delle controversie relative al contratto, queste verranno risolte non dalla Magistratura ordinaria, bensì da un arbitro. L’arbitro, o il collegio arbitrale, è una persona di cui le parti hanno fiducia per la sua onestà, imparzialità e competenza.Ciò che deciderà l’arbitro, chiamato lodo, dovrà essere rispettato da tutte le parti e farà stato anche per la legge.

Ci sono due tipi di LODO:• Lodo rituale: ciò che verrà deciso assumerà l’efficacia di una vera e propria

sentenza, l’arbitro, in questo ultimo caso, è a tutti gli effetti un giudice di primo grado;

• Lodo irrituale: si tratterà di un negozio giuridico. Il lodo, deve essere compilato in forma scritta e deve sempre indicare i motivi della decisione presa, le spese dell’arbitro sono a carico di entrambe le parti, se non disposto diversamente.E’ possibile anche inserire nella clausola arbitrale il nominativo della Camera di Commercio di appartenenza che offre questo tipo di servizio ai propri associati.Sia la clausola del foro competente sia la clausola arbitrale devono essere appro-vata separatamente per iscritto dal compratore e dal venditore.Devono essere apposte, cioè, due firme, una che avvalla il contratto stipulato, ed una susseguente, che approva specificatamente le clausole compromissorie apposte.

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6 COLLAUDO STATICODi seguito sono riportate le disposizioni contenute nel Capitolo 9 delle NORME TECNICHE PER LE COSTRUZIONI DM 14.01.2008 e nella circolare esplicativa 02.02.2009.

PRESCRIZIONI GENERALI Il Cap.9 delle NTC detta disposizioni minime per l’esecuzione del collaudo statico, atto a verificare il comportamento e le presta-zioni delle parti di opera che svolgono funzione portante e che interessano la si-curezza dell’opera stessa e, conseguentemente, la pubblica incolumità. Le finalità del collaudo statico previsto dal T.U. dell’Edilizia (D.P.R. 380/2001), che ne regola le procedure per le sole strutture in cemento armato normale e precompresso e metalliche, vengono estese a tutte le parti strutturali delle opere, indipendente-mente dal sistema costruttivo adottato e dal materiale impiegato.In ogni caso il certificato di collaudo statico delle strutture di un’opera é un do-cumento autonomo che, comunque, fa parte integrante o del collaudo generale tecnico-amministrativo dell’intera opera, quando previsto.Il Committente o il Costruttore, nel caso in cui quest’ultimo esegua in proprio la costruzione, possono richiedere al Collaudatore statico l’esecuzione di collaudi statici parziali in corso d’opera, qualora siano motivati da difficoltà tecniche e da complessità esecutive dell’opera, salvo quanto previsto da specifiche disposizioni in materia.Per consentire l’utilizzazione ovvero l’esercizio delle costruzioni disciplinate dalle NTC è necessario in ogni caso il preventivo rilascio del certificato di collaudo sta-tico, contenente la dichiarazione di collaudabilità delle relative opere strutturali, da parte del Collaudatore.Il collaudo statico comprende i seguenti adempimenti:- tecnici: volti alla formazione del giudizio del Collaudatore sulla sicurezza e stabi-lità dell’opera nel suo complesso, includendo il volume significativo del terreno, le strutture di fondazione e gli elementi strutturali in elevazione, nonché sulla rispon-denza ai requisiti prestazionali indicati in progetto con particolare riferimento alla vita nominale, alle classi d’uso, ai periodi di riferimento e alle azioni sulle costru-zioni;- amministrativi: volti ad accertare l’avvenuto rispetto delle prescrizioni tecniche necessarie ad assicurare la pubblica incolumità e delle procedure previste dalle normative vigenti in materia di strutture.Il Collaudatore statico é tenuto, quindi, a verificare la correttezza delle prescrizioni formali della progettazione strutturale in conformità delle NTC e, quando ne ricorra la circostanza, anche il rispetto degli artt. 58 e 65 del D.P.R. n. 380/2001.Art. 66 (L) Documenti in cantiere (legge n. 1086 del 1971, art. 5) 1. Nei cantieri, dal giorno di inizio delle opere, di cui all’articolo 53, comma 1, a quello di ultimazione dei lavori, devono essere conservati gli atti indicati all’articolo 65, commi 3 e 4, datati e firmati anche dal costruttore e dal diret-tore dei lavori, nonche’ un apposito giornale dei lavori.

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2. Della conservazione e regolare tenuta di tali documenti e’ responsabile il direttore dei lavori. Il direttore dei lavori e’ anche tenuto a vistare periodica-mente, ed in particolare nelle fasi piu’ importanti dell’esecuzione, il giornale dei lavori.

Egli è, inoltre, tenuto ad effettuare:a) un’ispezione generale dell’opera, nelle varie fasi costruttive degli elementi strut-turali dell’opera con specifico riguardo alle strutture più significative, da mettere a confronto con i progetti esecutivi strutturali, di cui al Cap.10 delle NTC e Cap.C10 della presente Circolare, conservati presso il cantiere, attraverso un processo ricognitivo alla presenza del Direttore dei lavori e del Costruttore;b) un esame dei certificati relativi alle prove sui materiali, comprensivo dell’accerta-mento del numero dei prelievi effettuati e della relativa conformità alle NTC, nonché del controllo sulla rispondenza tra i risultati del calcolo ed i criteri di accettazione fissati dalle norme anzidette, in particolare di quelle del Cap.11 delle NTC e di cui al Cap C11 della presente Circolare, prevedendo, eventualmente, l’esecuzione di prove complementari, come previsto al § 11.2 delle NTC;c) un esame dei certificati relativi ai controlli sulle armature in acciaio (per cemento armato normale e precompresso) e più in generale dei certificati di cui ai controlli in stabilimento e nel ciclo produttivo, previsti al Cap.11 delle NTC e C11 della presente Circolare;d) un esame dei verbali delle prove di carico eventualmente fatte eseguire dal direttore dei lavori, in particolare quelle sui pali di fondazione, che devono risultare conformi alle NTC;e) un esame dell’impostazione generale della progettazione dell’opera, degli sche-mi di calcolo utilizzati e delle azioni considerate, nonché delle indagini eseguite nelle fasi di progettazione e costruzione in conformità delle vigenti norme;f) un esame della relazione a struttura ultimata del Direttore dei lavori prescritta per le strutture regolate dal D.P.R. n. 380/2001g) nel caso in cui l’opera sia eseguita in procedura di garanzia di qualità, la con-valida dei documenti di controllo qualità ed il registro delle non-conformità. Qua-lora vi siano non conformità irrisolte, il Collaudatore statico deve interrompere le operazioni e non può concludere il collaudo statico. Tale circostanza dovrà essere comunicata dal Collaudatore statico, senza alcun indugio, al Responsabile di ge-stione del Sistema Qualità, al Committente, al Costruttore, al Direttore dei lavori, per l’adozione dei provvedimenti di competenza, finalizzati all’adozione di azioni correttive o preventive sul Sistema Qualità ai fini della correzione o prevenzione delle non conformità, secondo le procedure stabilite nel manuale di gestione del Sistema Qualità;h) nel caso di strutture dotate di dispositivi di isolamento sismico e/o di dissipa-zione,l’acquisizione dei documenti di origine, forniti dal produttore e dei certificati rela-tivi:

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· alle prove sui materiali;· alla qualificazione dei dispositivi utilizzati;· alle prove di accettazione in cantiere disposte dal direttore dei lavori. In tal caso é fondamentale il controllo della posa in opera dei dispositivi, del rispetto delle tolleranze e delle modalità di posa prescritte in fase di progetto.Il Collaudatore statico ha facoltà di disporre l’esecuzione di speciali prove per lacaratterizzazione dinamica del sistema di isolamento, atte a verificare il comporta-mento della costruzione nei riguardi delle azioni di tipo sismico.i) Ulteriori accertamenti, studi, indagini, sperimentazioni e ricerche utili per la formazione di un serio convincimento sulla sicurezza, durabilità e collaudabilità dell’opera, a discrezione del Collaudatore statico, al pari della richiesta di docu-mentazioni integrative di progetto.In particolare il Collaudatore statico potrà effettuare:- prove di carico;- prove sui materiali messi in opera, anche mediante metodi non distruttivi, svolte ed interpretate secondo le specifiche norme afferenti a ciascun materiale previsto nelle vigenti NTC;- monitoraggio programmato di grandezze significative del comportamento dell’opera da proseguire, eventualmente, anche dopo il collaudo della stessa.A conclusione delle operazioni di collaudo il Collaudatore statico rilascia il certifi-cato di collaudo statico. Esso conterrà una relazione sul progetto strutturale e sui documenti esaminati e sulle eventuali attività integrative svolte, i verbali delle visite effettuate con la descrizione delle operazioni svolte, il giudizio sulla collaudabilità o non collaudabilità delle strutture e della loro ispezionabilità ai fini della manuten-zione, con riferimento all’intero periodo della loro vita utile.Per le costruzioni esistenti si applicano i criteri di collaudo statico relativi alle nuove opere, salvo quanto aggiunto, desumibile e/o diversamente indicato nel Cap.8 delle NTC e nel Cap.C8 della presente Circolare.

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Esempio del giornale dei lavori.

GIORNALE DEI LAVORI COME PREVISTO DALL’ARTICOLO 66 DPR 380/2001

Titoli riferimento normativo e a carico di:

Committente XY + dati del cantiere

Progetto strutturale di capitolo 10 DM 14.01.08La costruzione delle opere, deve avvenire in base ad un proget-to esecutivo redatto da un tecnico abilitato, iscritto nel relativo albo, nei limiti delle proprie competenze stabilite dalle leggi sugli ordini e collegi professionali. Il progettista ha la responsabilita’ diretta della progettazione di tutte le strutture dell’opera comun-que realizzate……

Calcoli termotecnici di DL 192/05Costruttore……

Permesso di costruire n°, rilasciato da, in data,

Capo II DPR 380/2001……

Piano operativo di sicurezza D.Lgs 81/08……

Direzione dei lavori di articolo 64 DPR 380/2001 L’esecuzione delle opere deve aver luogo sotto la direzione di un tecnico abilitato, iscritto nel relati-vo albo, nei limiti delle proprie competenze stabilite dalle leggi sugli ordini e collegi professionali

Costruttore

Data consegna materiale

Eventuale posatore in sub-appalto

Controlli in accettazione della DL con verifica documenti di conformità dei materiali e le corrispondenti classi caratteristiche dei prodotti

capitolo 11.1 DM 14.01.08

Data inizio lavori di posa in opera

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Orditura principale • lamellare EN 14080 classe О GL24h О GL28h О GL32h О GL36h

• massiccio EN 14081-1 classe О C16 О C24 О C30 О fresco О dry grade e classificati a vista S10 DIN 4074-1

• bilama e trilama classe C24 classificato a vista S10 DIN 074-1• KVH classe C24 UNI EN 15497• travatura uso fiume in abete rosso classificato a vista UFS UNI

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Tipo di ancoraggio tipo marca

Orditura secondaria • lamellare EN 14080 classe О GL24h О GL28h О GL32h О GL36h

• massiccio EN 14081-1 classe О C16 О C24 О C30 О fresco О dry grade e classificati a vista S10 DIN 4074-1

• bilama e trilama classe C24 classificato a vista S10 DIN 074-1• KVH classe C24 UNI EN 15497• travatura uso fiume in abete rosso classificato a vista UFS UNI

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Tipo di ancoraggio tipo marca

Capriate • lamellare EN 14080 classe О GL24h О GL28h О GL32h О GL36h

• massiccio EN 14081-1 classe О C16 О C24 О C30 О fresco О dry grade e classificati a vista S10 DIN 4074-1

• bilama e trilama classe C24 classificato a vista S10 DIN 074-1• KVH classe C24 UNI EN 15497• travatura uso fiume in abete rosso classificato a vista UFS UNI

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Tipo di ancoraggio tipo marca

Orditura abbaino e/o lucernario • lamellare EN 14080 classe О GL24h О GL28h О GL32h О GL36h

• massiccio EN 14081-1 classe О C16 О C24 О C30 О fresco О dry grade e classificati a vista S10 DIN 4074-1

• bilama e trilama classe C24 classificato a vista S10 DIN 074-1• KVH classe C24 UNI EN 15497• travatura uso fiume in abete rosso classificato a vista UFS UNI

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Tipo di ancoraggio tipo marca

Trave di gronda • lamellare EN 14080 classe О GL24h О GL28h О GL32h О GL36h

• massiccio EN 14081-1 classe О C16 О C24 О C30 О fresco О dry grade e classificati a vista S10 DIN 4074-1

• bilama e trilama classe C24 classificato a vista S10 DIN 074-1• KVH classe C24 UNI EN 15497• travatura uso fiume in abete rosso classificato a vista UFS UNI

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Tipo di ancoraggio tipo marca

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Trave porta tavella • lamellare EN 14080 classe О GL24h О GL28h О GL32h О GL36h

• massiccio EN 14081-1 classe О C18 О C24 О C30 О fresco О dry grade e classificati a vista S10 DIN 4074

Tipo di ancoraggio tipo marca

Perline da rivestimento • perline da rivestimento con profilo pavimento o perline confor-me alla EN 14915

• tavolato per uso strutturale con o senza maschio femmina conformi alla EN 14081-1 classe C24 classificate S10 SIN 4074-1

• pannello da rivestimento conforme alla EN 14915

Tipo di ancoraggio tipo marca

Strato incrociato a 45° • lamellare EN 14080 classe О GL24h О GL28h О GL32h О GL36h

• massiccio EN 14081-1 classe О C18 О C24 О C30 О fresco О dry grade e classificati a vista S10 DIN 4074

Tipo di ancoraggio tipo marca

Telo microforato tipo marca

Tipo di ancoraggio tipo marca

Isolante • Fibra di legno densita spessore• Lana di roccia densita spessore• Lana di vetro densita spessore• Polistirene densita spessore• Sughero densita spessore• Lana di legno e minerale densita spessore• Altro …………………….. densita spessore

Tipo di ancoraggio tipo marca

Listelli di ventilazione • Con listelli di legno di abete massiccio non ad uso strutturale

Tipo di ancoraggio tipo marca

Assito di chiusura • Con tavole di legno di abete massiccio non ad uso strutturale• Con pannello OSB di legno ad uso strutturale UNI EN 13986• Con pannello Multistrato di legno ad uso strutturale UNI EN 13986

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Guaina tipo marca

Tipo di ancoraggio tipo marca

Listelli porta tegola ……

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Variazioni generali Articolo 32 DPR 380/2001

Allegare variati del progetto

Data fine lavori

VERIFICA DELLA OPERAZIONI DI POSA

esame dei risultati delle eventuali prove preliminari sui materiali

CONFORME AI DOUMENTI CONSEGANTI:sono state consegnate le dichiarazioni di conformità di:lamellare, perline, membrane e guaine, resine di ancorag-gio, viti, chiodi, OSB, isolante. ALLAGARE AL PRESENTE DOCU-MENTO LE DICHAIRAZIONI DI CONFORMITA’ DI OGNI SINGOLO PRODOTTO

NON CONFORME AI DOUMENTI CONSEGANTI

MOTIVO

controllo sulle modalità produttive

CONFORME AL PROGETTO: lavorazioni ed incastri sono conformi

NON CONFORME AL PROGETTO

MOTIVO

controllo sui materiali con identificazione degli stessi

CONFORME AL PROGETTO:sono stati controllati i materiali come da accettazione della DL e da dichiarazioni di con-formità

NON CONFORME AL PROGETTO

MOTIVO

controllo sulla geometria e sulle dimensioni degli elementi strutturali

CONFORME AL PROGETTO: verifica delle dimensioni e rientrano nelle tolleranze

NON CONFORME AL PROGETTO

MOTIVO

controllo sulle unioni CONFORME AL PROGETTO: sono state eseguite le connes-sioni con sistemi descritti nei diversi punti e ne è verificata la loro idoneità

NON CONFORME AL PROGETTO

MOTIVO

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controllo sui difetti degli elementi di legno

CONFORME ALLA CLASSE RICHIESTA: sono analizzate le travi e non sono stati individuati difetti oltre a quelli ammessi dalla norma di classificazione prevista

NON CONFORME ALLA CLASSE RICHIESTA

MOTIVO

controllo finale sulle strutture completate in opera

CONFORME: è stata verifica-ta la funzionalità dei lucernari.

NON CONFORME

MOTIVO

DECISIONI SULLE NON CONFORMITA’ E DA FARE ENTRO

Tutta l’opera è idonea a quanto previsto dal progetto e pertanto non si segnalano non conformità.

Firma della D.L. o del committente

Esempio di dichiarazione di conformità.

Dichiarazionediconformitàdelfornitore(secondo la lSO/IEC 17050-1)

Denominazione legale/merceologica: TETTO IN LEGNO

Nome commerciale: tipo cadore

Tipologia: 2 falde

Ragione sociale del costruttore dell’opera:

____________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________

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Data consegna materiale ______ Data inizio lavori ______ Data fine lavori______

Committente___________________________________________________________

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Progetto architettonico__________________________________________________

_____________________________________________________________________

Progetto strutturale_____________________________________________________

_____________________________________________________________________

Calcoli termotecnici____________________________________________________

_____________________________________________________________________

Amministrazione che ha approvato il progetto ______________________________

_____________________________________________________________________

Piano operativo di sicurezza D.Lgs 106/09________________________________

_____________________________________________________________________

_____________________________________________________________________

La presente dichiarazione di conformità del fornitore, ottempera a quanto pre-scrive il Decreto Legislativo 6 settembre 2005, n. 206 CODICE DEL CONSUMO, a quanto previsto nel capitolo 11.1 delle NTC DM 14.01.2008 e quanto previsto dalla lSO/IEC 17050-1

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Materiali impiegati (tipologia, qualità merceologica, produttore e dimensio-ni) si allegano al presente documento le dichiarazioni di conformità di ogni singolo prodotto:

1. Orditura principale •lamellare EN 14080 classe О GL24h О GL28h О GL32h О GL36h •massiccio EN 14081-1 classe О C16 О C24 О C30 О fresco О dry grade e classi-

ficati a vista S10 DIN 4074-1 •bilama e trilama classe C24 classificato a vista S10 DIN 4074-1 •KVH classe C24 UNI EN 15497 •travatura uso fiume in abete rosso classificato a vista UFS UNI 11035-3

2. Capriate •lamellare EN 14080 classe О GL24h О GL28h О GL32h О GL36h •massiccio EN 14081-1 classe О C16 О C24 О C30 О fresco О dry grade e classi-

ficati a vista S10 DIN 4074-1 •bilama e trilama classe C24 classificato a vista S10 DIN 4074-1 •KVH classe C24 UNI EN 15497 •travatura uso fiume in abete rosso classificato a vista UFS UNI 11035-3

3. Orditura secondaria •lamellare EN 14080 classe О GL24h О GL28h О GL32h О GL36h •massiccio EN 14081-1 classe О C16 О C24 О C30 О fresco О dry grade e classi-

ficati a vista S10 DIN 4074-1 •bilama e trilama classe C24 classificato a vista S10 DIN 4074-1 •KVH classe C24 UNI EN 15497 •travatura uso fiume in abete rosso classificato a vista UFS UNI 11035-3

4. Orditura abbaino e lucernario

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•lamellare EN 14080 classe О GL24h О GL28h О GL32h О GL36h •massiccio EN 14081-1 classe О C16 О C24 О C30 О fresco О dry grade e classi-

ficati a vista S10 DIN 4074-1 •bilama e trilama classe C24 classificato a vista S10 DIN 4074-1 •KVH classe C24 UNI EN 15497 •travatura uso fiume in abete rosso classificato a vista UFS UNI 11035-3

5. Trave di gronda •lamellare EN 14080 classe О GL24h О GL28h О GL32h О GL36h •massiccio EN 14081-1 classe О C16 О C24 О C30 О fresco О dry grade e classi-

ficati a vista S10 DIN 4074-1 •bilama e trilama classe C24 classificato a vista S10 DIN 4074-1 •KVH classe C24 UNI EN 15497 •travatura uso fiume in abete rosso classificato a vista UFS UNI 11035-3 6. listelli porta tavella •lamellare EN 14080 classe О GL24h О GL28h О GL32h О GL36h •massiccio EN 14081-1 classe О C18 О C24 О C30 О fresco О dry grade e classi-

ficati a vista S10 DIN 4074

7. Primo assito •perline da rivestimento con profilo pavimento o perline conforme alla EN 14915 •tavolato per uso strutturale con o senza maschio femmina conformi alla EN

14081-1 classe C24 classificate S10 SIN 4074-1 •pannello da rivestimento conforme alla EN 14915

8. Strato incrociato a 45°o pannello per la controventatura •perline da rivestimento con profilo pavimento o perline conforme alla EN 14915 •tavolato per uso strutturale con o senza maschio femmina conformi alla EN

14081-1 classe C24 classificate S10 SIN 4074-1 •Con pannello OSB di legno ad uso strutturale UNI EN 13986 •Con pannello Multistrato di legno ad uso strutturale UNI EN 13986

9. Barriera a vapore/parapolvere/tessuto Tipo marca

10. Isolamento •Fibra di legno densità spessore •Lana di roccia densità spessore •Lana di vetro densità spessore •Polistirene densità spessore •Sughero densità spessore •Lana di legno e minerale densità spessore •Altro …………………….. densità spessore

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11. Telo ad alta traspirabilità Tipo marca

12. Ventilazione •Con listelli di legno di abete massiccio non ad uso strutturale

13.Assitodichiusura •Con tavole di legno di abete massiccio non ad uso strutturale •Con pannello OSB di legno ad uso strutturale UNI EN 13986 •Con pannello Multistrato di legno ad uso strutturale UNI EN 13986

14. Guaina •Tipo marca

15. Listello porta tegola •Con listelli di legno di abete massiccio non ad uso strutturale

16. Ferramenta •Ancoraggio struttura portante tipo marca •Catena capriata tipo marca •Ancoraggio struttura portante+sencod. tipo marca •Ancoraggio Capriate tipo marca •Ancoraggio assito da rivestimento tipo marca •Ancoraggio controvento tipo marca •Ancoraggio nastro forato per controvento tipo nastro marca tipo marca •Ancoraggio nastro forato sul colmo tipo nastro marca tipo marca •Ancoraggio tessuto tipo marca •Ancoraggio isolamento tipo marca •Ancoraggio tessuto tipo marca •Ancoraggio listelli ventilazione tipo marca •Ancoraggio assito di chiusura tipo marca •Ancoraggio guaina tipo marca •Ancoraggio listelli porta tegola tipo marca

17. Trattamenti •Parti in legno tipo marca

18. Altri elementi particolari

AVVERTENZEI calcoli statici delle opere sono di responsabilità del progettista incaricato e de-vono essere svolti ai sensi dell’articolo 10 del NTC DM 14-01-08. La D.L. ha ac-

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cettato i materiali, come previsto dal capitolo 11 delle NTC DM 14-01-08, all’atto della consegna e ha verificato l’idoneità prima dell’inizio delle operazioni di posa in opera. Il legno è una materia prima di origine vegetale derivante da organismi biologici. L’habitat in cui nascono e crescono questi organismi è un ambiente del tutto na-turale, perciò soggetto alle infinite variabili della natura: stagioni, eventi meteorici, ecc. I nodi e nodini (sono la sezione trasversale di rami inglobati nel tessuto ligneo del fusto) possono essere presenti e sono da considerare tipici di tutte le specie legnose. Nel tempo essi possono creare delle leggere fuoriuscite di resina. La resina è una sostanza cicatrizzante prodotta dall’albero durante la crescita per proteggere i tessuti lignei. Questo contenuto a volte può fuoriuscire sotto forma di goccioline che con il tempo cristallizzano. Vi possono inoltre essere delle porzioni degli elementi del manufatto che presentano delle parti con marcate differenze cromatiche, questo accade se si è in presenza di differenze di fibratura, di densità di tessuto ligneo, e/o differente sezione lignea. Questi eventi sono tipici di alcu-ne specie legnose e non possono essere evitati per natura intrinseca del legno stesso. Il legno è soggetto alla presenza di fessure da ritiro dovute alla caratteri-stica tecnologica di igroscopicità. In virtù di questo aspetto qualora il contenuto di umidità ambientale sia diverso da quello dell’elemento in legno, esso tenderà a mettersi in equilibrio e pertanto a presentare dei movimenti dimensionali e geo-metrici. Nel caso di vendita di materiale fresco, con contenuto di umidità maggio-re del 20% UR, gli elementi possono subire variazioni dimensionali di 0,25% ad ogni 1% di UR. Le dimensioni dei difetti possono variare con il cambiamento del contenuto di umidità degli elementi pertanto il riferimento sarà sempre ad un con-tenuto di umidità del 20%. Non saranno valutate in alcun modo restrizioni dovute a insoddisfazione estetica. Le lavorazioni di piallatura e spazzolatura possono, in alcune porzioni di legno, risultare anche non perfettamente lisce perché gli utensili della macchina di fronte a densità diversa del legno stesso, spesso in prossimi-tà dei nodi, creano un sollevamento superficiale della fibra. I prodotti dovranno, successivamente alla posa, essere puliti e trattati con trattamenti idonei. Ogni intervento di finitura necessario successivamente alla posa in opera, sarà a carico del committente. I singoli elementi non saranno marcati singolarmente per motivi estetici. Il legno lamellare può essere prodotto con lamelle classificate a macchina, pertanto i difetti presenti possono superare i limiti consessi dalle classi definite per la classificazione a vista.

Per ogni altra informazione relativa al prodotto vedasi la dichiarazione di confor-mità.

Manutenzione ordinariaVedasi piano di manutenzione redatto dal progettista nell’ambito del progetto come previsto dall’articolo 10 del NTC DM 14-01-08.

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Manutenzione straordinariaDa concordare pianificare con la ditta costruttrice.

Precauzioni d’usoEvitare usi impropri o inadeguati al prodotto.Eventuali sostanze dannose alla salutePer la destinazione d’uso prevista, il prodotto non è tossico o nocivo all’uomo ne agli animali o all’ambiente. Vedasi le dichiarazioni di conformità dei singoli prodot-ti. Modalità di smaltimentoQuando il prodotto non è utilizzato, tutti gli accessori, componenti e quant’altro lo costituisce non vanno dispersi nell’ambiente, ma conferiti ai locali sistemi pubblici o privati di smaltimento conformi alle disposizioni normative vigenti.ll costruttore informa che, le opere relative al cantiere su descritto, sono sta-te completate (la data è riportata nel giornale dei lavori al punto “data fine lavori”) e pertanto si rilascia, ogni rischio e responsabilità relativa al cantiere di cui in oggetto, al committente.

I materiali sono stati posati in opera secondo quanto previsto dal progetto redatto in conformità all’articolo 10 del NTC DM 14-01-08. Le operazioni di posa sono state verificate e registrate nel giornale dei lavori (si fornisce copia allegata alla presente dichiarazione di conformità) come previsto dall’66 del DPR 380/2001.

Data di emissione del documento e firma del costruttore

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1. La marcatura CE

1.1 SIGNIFICATO DEL MARCHIO CELa marcatura CE è una sigla che deve essere apposta in modo visibile e indelebile su un prodotto per attestare che esso possiede i requisiti essenziali fissati da una o più direttive comunitarie. La marcatura CE è la sola che può attestare la confor-mità ai requisiti prescritti dalle direttive. La marcatura CE non rappresenta quindi un criterio di scelta (il simbolo CE non si deve intendere come sinonimo di marchio di qualità) in quanto è un obbligo per tutti i produttori.La responsabilità della marcatura CE ricade su chi immette nel mercato il prodotto finito con proprio marchio e propria denominazione commerciale, sia che lo abbia prodotto o anche solo commercializzato.Devono recare la marcatura CE i prodotti oggetto di Direttive Nuovo Approccio, ossia i prodotti pericolosi o associati a particolari rischi.

1.2 LE NORME ARMONIZZATE In Europa il legislatore ha ritenuto che le norme tecniche potessero essere uno strumento di grande utilità economica e sociale.Dal 1985, infatti, per i prodotti che richiedono l’applicazione del marchio CE, il legislatore si limita a definire, tramite Direttive, i requisiti essenziali relativi alla sicu-rezza e alla salute dei cittadini, demandando al CEN l’emanazione di norme che ne precisino le caratteristiche prestazionali e i metodi di prova.Le norme “EN”, elaborate su richiesta della Commissione Europea e citate in ap-positi elenchi nella Gazzetta Ufficiale della Comunità Europea, vengono dette “ar-monizzate”. Le norme armonizzate sono un importante supporto per il rispetto delle Direttive Comunitarie, in quanto costituiscono un fondamentale riferimento per progettare e produrre beni/servizi che possano circolare liberamente nel mercato europeo.

LE SIGLE DELLE NORME TECNICHELe norme, oltre che da numeri, sono identificate da sigle. Dalla sigla si può capire da chi è stata elaborata la norma e qual è il livello di validità. Le principali sigle che caratterizzano le norme UNI sono: UNI: contraddistingue tutte le norme nazionali italiane e nel caso sia l’unica sigla presente significa che la norma è stata elaborata direttamente dalle Commissioni UNI o dagli Enti Federati;EN: identifica le norme elaborate dal CEN (Comité Européen de Normalisation). Le norme EN devono essere obbligatoriamente recepite dai Paesi membri CEN e la loro sigla di riferimento diventa, nel caso dell’Italia, UNI EN. Queste norme servono ad uniformare la normativa tecnica in tutta Europa, quindi non è con-sentita l’esistenza a livello nazionale di norme che non siano in armonia con il loro contenuto;

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ISO: individua le norme elaborate dall’ISO (International Organization for Standar-dization). Queste norme sono un riferimento applicabile in tutto il mondo. Ogni Paese può decidere se rafforzarne ulteriormente il ruolo adottandole come proprie norme nazionali, nel qual caso in Italia la sigla diventa UNI ISO (o UNI EN ISO se la norma è stata adottata anche a livello europeo).

Riferimento: www.uni.com

1.3 LA DIRETTIVA DI RIFERIMENTO Per i manufatti in legno la direttiva di riferimento è la Direttiva 89/106/CEE “Prodot-ti da costruzione”, che fissa i requisiti essenziali che tali prodotti devono assicurare e regolamenta le modalità per la produzione, la marcatura e la loro commercia-lizzazione.La direttiva riguarda tutti i prodotti (materiali, manufatti, sistemi, ecc.) che vengono fabbricati per essere incorporati in modo permanente in opere di costruzione e che devono assicurare il rispetto di uno o più dei seguenti requisiti essenziali:1. Resistenza meccanica e stabilità2. Sicurezza in caso d’incendio3. Igiene, salute e ambiente4. Sicurezza nell’impiego5. Protezione contro il rumore6. Risparmio energetico e ritenzione del calorePer ciascun manufatto, anche nel settore legno, soggetto a marcatura viene sem-pre emessa a livello europeo una norma tecnica di riferimento, che specifica i requisiti prestazionali che i prodotti devono soddisfare e le procedure da seguire per poter attestare la conformità CE del prodotto.L’obbligo di apposizione del marchio CE interessa i diversi prodotti da costruzione in periodi differenziati per le singole famiglie o gruppi di prodotti. Quando entra in vigore per un determinato prodotto, generalmente in seguito ad un periodo di applicazione volontaria del marchio di 12 mesi, la marcatura CE diventa un requisito obbligatorio per poter immettere il prodotto nel mercato.

1.4 I LIVELLI DI ATTESTAZIONELe norme di prodotto armonizzate contengono l’allegato ZA nel quale sono ripor-tati tutti i requisiti minimi per dimostrare la conformità alla norma di riferimento, ossia le prove iniziali di tipo (ITT) da effettuare e il sistema di attestazione della conformità previsto per quello specifico prodotto e per una specifica destinazione d’uso.Esistono, infatti, sei diversi livelli di attestazione che prevedono una suddivisione delle responsabilità in modo diverso, per cui in alcuni casi non è sufficiente la sola dichiarazione del costruttore, ma è necessaria l’attestazione di un Ente terzo Notificato.

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RESPONSABILITA’ ATTIVITA’ Livelli di attestazione

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PRODUTTORE Prove iniziali di tipo del prodotto x x x

Prove su campioni in accordo ad un piano di prove prestabilito

x x x

Controllo interno della produzione x x x x x x

ENTE NOTIFICATO Prove iniziali di tipo x x x

Certificazione del controllo di produzione in fabbrica sulla base l’ispezione iniziale

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Prove di verifica su campioni prelevati dalla fabbrica, sul mercato o in cantiere

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Sorveglianza continua x x x

Ad esempio, il sistema di marcatura CE degli scuri in legno prevede il livello di attestazione 4, quindi con la dichiarazione di conformità rilasciata dallo stesso produttore, sotto la propria personale responsabilità, sulla base di prove iniziali e del controllo della produzione applicati internamente senza l’intervento di un ente/laboratorio esterno. Mentre il sistema di marcatura CE per finestre e porte esterne prevede il livello di attestazione 3, con la dichiarazione di conformità basata sulle prove iniziali esegui-te da un ente esterno notificato, al quale si dovrà fare riferimento nel documento, e sul controllo della produzione applicato dal produttore.

Sistema Documenti per il marchio CE Prodotti settore legno

4 Dichiarazione di conformità del produttore

Chiusure oscurantiPavimentazioni interne per im-pieghi non soggetti a reazione al fuoco

3 Dichiarazione di conformità del produttore

Finestre e porte esternePavimentazioni interne per impieghi soggetti a reazione al fuoco

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2 Dichiarazione di conformità del produttoreCertificazione del controllo di produzione in fabbrica

2+ Dichiarazione di conformità del produttoreCertificazione del controllo di produzione in fabbrica

1 Dichiarazione di conformità del produttoreCertificazione del controllo di produzione in fabbrica

Porte nelle vie di fuga

1+ Dichiarazione di conformità del produttore Certificato di conformità di prodotto

1.5 COMPETENZE E RESPONSABILITA’Le competenze e le responsabilità derivanti dalla marcatura CE di un serramento non si limitano strettamente alla figura del produttore, ma riguardano anche gli altri operatori che intervengono prima e dopo la produzione del serramento stesso.Le competenze e le responsabilità dei soggetti che a vario titolo sono coinvolti nei processi di progettazione, distribuzione, vendita, montaggio, uso e manutenzione sono individuate dalla norma UNI 10818.Al progettista competono i seguenti ambiti operativi e responsabilità: la scelta del tipo di infisso, l’individuazione dei livelli prestazionali, la definizione e l’appro-fondimento della progettazione, l’osservanza delle norme generali e specifiche di settore. Pertanto il progettista è tenuto a conoscere e saper comprendere quanto riportato unitamente al simbolo CE.Il direttore lavori ha il compito di garantire che la realizzazione dell’opera sia del tutto conforme alle indicazioni ed alle prescrizioni di progetto, di carattere sia gra-fico che capitolare.Deve inoltre provvedere alle verifiche di conformità dei prodotti (infisso ed ac-cessori) alle normative ed alle condizioni contrattuali, nonché alla verifica delle campionature.Per ciò che riguarda le fasi di installazione, il direttore dei lavori è chiamato a controllare, al momento della consegna in cantiere del serramento, la sussistenza della marcatura CE e la relativa documentazione di accompagnamento.Il produttore ha il compito di realizzare un infisso tale da rispondere correttamente

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alle indicazioni contenute nel progetto ed ai livelli di prestazione richiesti dal Ca-pitolato.Il produttore è responsabile del profilo qualitativo del proprio prodotto e delle sue caratteristiche prestazionali dichiarate, in relazione alle norme ed alle classi di ri-ferimento.Se non coincide con l’installatore, il produttore deve fornire tutte le istruzioni rite-nute utili e necessarie relative al trasporto, all’immagazzinamento, al sollevamento ai piani e alla posa in opera dell’infisso. Al distributore e al rivenditore spetta l’onere di verificare, al momento dell’acquisi-to, la sussistenza della prescritta documentazione accompagnatoria e della mar-catura CE apposta.L’installatore ha responsabilità che derivano prettamente dalla fase di stoccaggio, movimentazione in cantiere e posa in opera dell’infisso affinché questo soddisfi in esercizio le prestazioni richieste in fase di progetto.L’installatore provvederà, conseguentemente, al fissaggio meccanico, in posizio-ne corretta, del componente al controtelaio in opera con l’impiego di materiali tecnici e procedure che riterrà più opportune e sicure ai fini di garantire la tenuta

degli ancoraggi ai controtelai e le prestazioni dei giunti in relazione alle diverse situazioni d’impiego.Il costruttore edile ha compiti e responsabilità connessi alla realizzazione del vano, messa a piombo ed a livello, nonché al fissaggio dei controtelai alle murature; realizzazione del giunto murario, realizzazione di fori sulle soglie o a pavimento per l’inserimento di eventuali alloggiamenti o perni di fermo o delle aste di chiusura, realizzazione dei fori sui vani murari per l’inserimento dei cardini e loro fissaggio alle murature in accordo con il produttore e/o l’installatore.Il compito di chi è incaricato della manutenzione di un prodotto sottoposto a mar-catura CE (professionista qualificato o committente finale) è quello di effettuare interventi rispettosi delle regole e dei principi tecnici indicati dal produttore sempre nella documentazione di accompagnamento.

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2. LA PROCEDURA PER LA MARCATURA CE La valutazione della conformità ai fini della marcatura CE è un insieme di proce-dure e azioni atte a garantire la durata nel tempo delle caratteristiche fisiche e prestazionali di un prodotto. La valutazione di conformità si sviluppa essenzial-mente in tre fasi principali: prove iniziali di tipo (Initial Type Test - ITT), controllo della produzione in fabbrica (Factory Production Control - FPC) e dichiarazione/certificazione di conformità.

CONOSCENZA NORMATIVA

SCELTA DEI CAMPI DA TESTARE

ESECUZIONE PROVE INTERNE O ESTERNE

DEFINIZIONE EATTUAZIONEDEL PIANO DICONTROLLO

DELLAPRODUZIONE

Definizione responsabilità e competenze

Controllo delle materie prime

Controlli in produzione e sul prodotto finito

Rintracciabilità

Tenuta sotto controllo degli strumenti di misura

Gestione delle non conformità e azioni correttive

Redazione e gestione della documentazione

DICHIARAZIONE DI CONFORMITà

INFORMAZIONE AL CLIENTE E MARCATURA PRODOTTI

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2.1 LE PROVE INIZIALI (ITT) Devono essere effettuate le prove iniziali di tipo (ITT) per dimostrare la conformità alla norma europea di riferimento.Il produttore dovrà, innanzitutto, selezionare dei campioni rappresentativi della propria produzione, in ragione delle tipologie, caratteristiche, varianti costruttive e morfologiche dei propri prodotti Sui campioni così selezionati dovranno essere effettuate tutte le verifiche, previ-ste dalla norma di riferimento, mediante prove di un laboratorio esterno (o inter-ne, a seconda del livello di attestazione richiesto) o mediante calcolo. Tali analisi consentono di definire la conformità dei prodotti e di quantificarne le prestazioni offerte.Le ITT sono prove che si effettuano all’inizio della produzione su ogni nuovo tipo di prodotto oppure su ogni nuovo processo produttivo. Le caratteristiche prestazionali vengono determinate su campioni rappresentativi di famiglie di prodotti omogenei per tipologia costruttiva (modello, sistema di aper-tura, ecc.). La norma prevede che, per ogni famiglia, debba essere selezionato almeno il campione che presenta la combinazione più sfavorevole di caratteristi-che prestazionali e ammette l’estensione dei risultati di prova o di calcolo entro specifici limiti dimensionali.Criteri di estensione dei risultati sono applicabili anche nel caso in cui il serramento campione e i serramenti di produzione soddisfino il concetto di “similar design”.Per “similar design” (progettazione simile) la norma UNI EN 14351-1 intende: “mo-difica mediante la sostituzione di componenti (per esempio vetrazioni, accessori, guarnizioni), e/o un cambiamento delle specifiche dei materiali e/o un cambia-mento delle dimensioni della sezione del profilo e/o dei metodi e mezzi di assem-blaggio che non cambiano la classe e/o il valore dichiarato di una caratteristica prestazionale”.Inoltre, quando sono utilizzati componenti le cui caratteristiche sono già state determinate dal fabbricante del componente sulla base della conformità ad altre norme sul prodotto (per esempio trasmittanza termica delle vetrate), queste carat-teristiche non devono essere rivalutate.Ed è richiesta solo una prova iniziale di tipo (ITT) quando diverse unità di fabbrica-zione producono lo stesso prodotto per lo stesso fabbricante utilizzando gli stessi materiali, produzione documentata e controllo del processo.

Se viene effettuato un cambiamento nella progettazione del prodotto finito, la ma-teria prima, o il fornitore dei componenti o il processo produttivo (in base alla definizione di una famiglia), che potrebbe modificare in modo significativo una o più caratteristiche, le prove di tipo devono essere ripetute per le caratteristiche appropriate.I risultati di ogni prova devono essere registrati in un resoconto di prova, che deve essere conforme ai punti pertinenti delle specifiche tecniche. La serie completa dei resoconti, relativi a un prodotto, deve essere conservata dal fabbricante per tutto il

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periodo in cui il prodotto è fabbricato e, almeno, per i cinque anni successivi.I resoconti di prova devono essere messi a disposizione in caso di verifica degli organi di vigilanza.

2.2 IL SISTEMA DI CONTROLLO DELLA PRODUZIONE (FPC)Il sistema documentato di gestione e controllo della produzione (FPC: Factory Production Control – Piano di Fabbricazione e Controllo) ha la finalità di assicurare che le caratteristiche costruttive del prodotto siano mantenute nel tempo. Il fabbricante deve istituire, documentare e mantenere un sistema FPC che ga-rantisca che i prodotti immessi sul mercato siano conformi alle caratteristiche pre-stazionali dichiarate. Il sistema FPC deve comprendere procedimenti, ispezioni regolari, prove e/o valutazioni, nonché l’utilizzo dei risultati per il controllo delle materie prime e di altri materiali o componenti in entrata, delle attrezzature, del processo produttivo e del prodotto.Tutti gli elementi del controllo della produzione devono essere documentati sotto forma di manuali e procedure scritte. Inoltre i risultati dei controlli, delle prove o delle valutazioni devono essere registrati, così come le eventuali azioni di conse-guenza intraprese.Questa documentazione deve garantire una comune interpretazione delle proce-dure di qualità e permettere di ottenere le caratteristiche richieste per un deter-minato prodotto, nonché di verificare in modo continuo l’efficacia del sistema di controllo della produzione.

I controlli da effettuarsi in produzione prevedono:• Controllo della progettazione.• Definizione delle responsabilità e delle competenze,• Identificazione e controllo di materie prime e componenti,• Esecuzione e registrazione dei controlli in produzione e sul prodotto finito,• Controllo delle attrezzature e degli strumenti di misura da utilizzare,• Descrizione azioni correttive intraprese a fronte di non conformità rilevate,• Redazione e gestione della documentazione.

Non esiste uno schema predefinito di FPC, in quanto le dimensioni e l’organiz-zazione aziendali, le tipologie di prodotti fabbricati, le quantità prodotte, ecc. ne determinano l’impostazione.Il sistema FPC deve sempre essere documentato, mantenuto nel tempo e ag-giornato tutte le volte che intervengono delle modifiche di processo o di prodotto determinanti.Le aziende certificate secondo la norma UNI EN ISO 9001 soddisfano sostanzial-mente i requisiti relativi al sistema FPC previsti nelle norme di marcatura CE del prodotto.Infine, sono stabilite le modalità di etichettatura e identificazione del prodotto che devono essere in grado di garantire la rintracciabilità dei prodotti e di fornire infor-

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mazioni per il cliente su uso, installazione, manutenzione e pulizia dei prodotti.

2.3 LA DICHIARAZIONE DI MARCATURA L’attestazione di conformità rappresenta il punto finale della marcatura CE, in quanto questo documento autorizza il fabbricante ad apporre la marcatura. Me-diante l’attestazione di conformità, infatti, il fabbricante dichiara, sotto la propria responsabilità, di aver completato il processo di controllo del prodotto e della pro-duzione, attraverso le prove iniziali di tipo ITT e il sistema FPC, e di poter applicare la marcatura CE.Il valore giuridico della dichiarazione di conformità è evidente, proprio per i risvolti di responsabilità che ne caratterizzano il contenuto.

La dichiarazione di conformità deve essere redatta e conservata a cura del fabbri-cante e deve includere:• nome e indirizzo del fabbricante,• descrizione del prodotto e copia delle informazioni di accompagnamen-

to alla marcatura CE,• disposizioni alle quali il prodotto è conforme (con riferimento all’appen-

dice ZA della norma di riferimento),• condizioni particolari applicabili all’impiego del prodotto,• nome e indirizzo del laboratorio notificato (se previsto),• nome e qualifica della persona incaricata di firmare la dichiarazione per

conto del fabbricante.

3 SANZIONI PREVISTELa questione delle sanzioni derivanti da una mancanza o da una eventuale “inde-bita” apposizione della marcatura CE è questione importante, per la gravità delle possibili conseguenze.Nel DPR 246/93, quale regolamento di attuazione della direttiva 89/106, è indi-cato che preposti alla vigilanza sono il Ministero dello Sviluppo Economico (prima dell’Industria), il Ministero dell’Interno ed il Ministero delle Infrastrutture. Certa-mente nella maggior parte dei casi il loro intervento sarà determinato da precise e mirate segnalazioni, ma il loro potere (per ciascuno nell’ambito delle rispettive competenze) si potrà porre in termini di ispezioni ed accessi, per verifiche e con-trolli, sia presso i cantieri che presso gli stessi luoghi di produzione e immagazzi-namento o anche di solo uso dei prodotti.La sanzione prevista per i prodotti “non muniti del marchio di conformità CE” è l’immediato ritiro dal commercio, con l’assoluto divieto di incorporazione o instal-lazione di quei prodotti in edifici. Di conseguenza il committente ha la possibilità di chiedere anche l’eliminazione del singolo prodotto dal manufatto in cui è stato inserito e pretenderne la sostituzione con un altro a norma.Qualora, poi, il pagamento dei manufatti non fosse stato ultimato, la mancata conformità del prodotto potrebbe rendere ovviamente difficile la riscossione del

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saldo.Inoltre, con riferimento al nostro codice civile, la mancanza della marcatura in un prodotto rimanda alle sanzioni previste per la violazione degli obblighi contrattua-li.In tal caso le conseguenze economiche dell’annullamento del contratto vanno da-gli effetti restitutori delle prestazioni eseguite alle più gravi conseguenze risarcitorie per i danni subiti. Con riferimento al codice penale, l’ipotesi di reato più evidente è la frode in com-mercio. La frode in commercio è una figura di reato voluta per colpire le frodi negli scambi commerciali, quali rivelazioni di un pratica commerciale disonesta e peri-colosa per gli stessi consumatori.

4 ALCUNE CRITICITÀ

SISTEMA MONOBLOCCOLa norma armonizzata UNI EN 14351-1 è applicabile alle diverse tipologie di serramenti esterni indipendentemente dal materiale utilizzato, dalla forma e dalla dimensione. Per il sistema di serramento monoblocco, però, la norma non appro-fondisce né le modalità d’esecuzione delle prove di laboratorio né le modalità di classificazione in funzione dei risultati ottenuti.Nell’attesa che si provveda ad una revisione della norma, per quanto attiene il sistema monoblocco, la marcatura CE è da intendersi obbligatoria separatamente per il serramento (telaio fisso + anta) e per l’avvolgibile.Le norme da utilizzarsi per la marcatura CE saranno rispettivamente la UNI EN 14351-1 per il serramento e la norma UNI EN 13659 per l’avvolgibile.

PRODOTTI INDIVIDUALI E NON SERIALIPer poter essere ricondotti a questa fattispecie, i prodotti devono essere costruiti per uno specifico cliente, secondo un progetto e modalità specifiche, e, di conse-guenza, non devono essere riportati nella documentazione tecnico-commerciale del fabbricante. I prodotti individuali e non seriali devono comunque essere marcati CE ma ricado-no nel Sistema di Attestazione 4, il quale prevede che, oltre al sistema di controllo della produzione FPC, anche le prove iniziali ITT siano eseguite sotto la responsa-bilità del produttore e non di un laboratorio notificato.

CASCADING ITT PER I SERRAMENTI Per “cascading ITT” si intende un sistema basato su un accordo (contratto, licen-za o qualsiasi tipo di accordo scritto) tra una società (system house) che fornisce o garantisce la fornitura di alcuni o di tutti i componenti delle finestre e un assem-blatore che fabbrica il prodotto finito nella sua unità produttiva. La system house può assumersi la responsabilità delle prove iniziali di tipo (ITT) re-lative a una o più caratteristiche per il prodotto finito. Per fare ciò la system house

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deve sottoporre un prodotto finito alle prove iniziali di tipo, mettere a disposizione dell’assemblatore, e cioè dell’effettivo fabbricante del prodotto immesso sul mer-cato, i risultati delle prove ed autorizzarlo all’utilizzo di tali risultati per l’attestazione di conformità dei propri prodotti.L’applicazione pratica del “cascading ITT” sarà probabilmente definita in modo più preciso da una revisione della norma UNI EN 14351-1, che comunque già nella versione attuale precisa che:“Può non essere necessario che il fabbricante sottoponga nuovamente a prova le caratteristiche per le quali può fornire una evidenza documentale, purché:- tutta la documentazione e le prove eseguite dal fornitore o da altri siano in con-formità alla presente norma europea o ad altre norme europee non in contrad-dizione e che il fabbricante abbia un contratto con il proprietario per l’utilizzo dei risultati della prova e della documentazione di supporto;- i provini del fornitore o di un altro su cui sono basati i resoconti di prova siano rappresentativi di quelli utilizzati nella gamma di prodotti del fabbricante o in parte di essa;- i componenti siano assemblati dal fabbricante in conformità alle specifiche for-nite dal proprietario dei risultati delle prove e della documentazione di supporto, assicurando che non vi sia alcuna riduzione dei valori prestazionali dichiarati.”Se il fabbricante fa affidamento su risultati delle prove forniti da un fornitore o da altri, non è esonerato dalle sue responsabilità relative alle prestazioni del prodot-to.

NPD (Nessuna Prestazione Determinata)Le informazioni sulle caratteristiche essenziali pertinenti elencate nel prospetto ZA, riportato nelle norme di marcatura, devono essere dichiarate come:• valori dichiarati e, dove pertinente, livelli e/o classi (incluso “superamento” per

requisiti superamento/mancato superamento, dove necessario) per ogni carat-teristica essenziale;

• “Nessuna prestazione determinata” per le caratteristiche quando è pertinente.L’opzione “Nessuna prestazione determinata” (NPD) non può essere utilizzata quando la caratteristica è soggetta a un livello di soglia. Altrimenti, l’opzione NPD può essere utilizzata quando e dove la caratteristica, per un determinato impiego previsto, non è soggetta a requisiti di regolamentazione.I singoli stati membri della Comunità Europea, tramite specifiche leggi, devono definire i requisiti che devono obbligatoriamente essere dichiarati. Hanno anche la facoltà, se lo ritengono opportuno, di imporre dei livelli prestazionali minimi.Tuttavia, fino a quando un requisito non è regolamentato dallo Stato, i produttori possono scegliere di dichiarare l’opzione NPD.

Evoluzione della normativaNel settore legno la normativa tecnica e di legge è soggetta a continui e ripetuti aggiornamenti nel tempo.

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Ad esempio, la legislazione italiana sui limiti dei parametri di trasmittanza termica del serramento, in situazioni “normali” e per la richiesta della detrazione fiscale del 55%, è cambiata diverse volte, modificando i valori dei parametri e/o la data di entrata in vigore degli stessi.Le stesse norme tecniche di marcatura CE sono state e, molto probabilmente, saranno ancora oggetto di revisioni e modifiche.E’ pertanto consigliabile cercare di tenersi aggiornati rispetto alle novità del set-tore, ad esempio consultando periodicamente i siti Internet che si occupano di edilizia e del settore del legno in particolare, ma soprattutto contattando la propria associazione di categoria per comprendere a fondo le richieste della normativa, prima di iniziare qualsiasi attività di marcatura dei propri prodotti.

MARCATURA CE DELLE CHIUSURE OSCURANTI

Obbligo dal: 1/04/2006Norma di riferimento: UNI EN 13659:2009 “Chiusure oscuranti – Requisiti presta-zionali compresa la sicurezza”

Sistema di marcatura richiesto: 4

Fabbricante: 1. effettua le prove di tipo 2. adotta un controllo della produzione in fabbrica 3. rilascia la dichiarazione di conformità

Principali prove da eseguire: Resistenza ai carichi del vento (con prova di misura-zione dello sforzo di manovra).

Controllo della produzione (FPC): obbligatorio

Documentazione tecnica e informativa: obbligatoria Il simbolo di marcatura CE da applicare deve essere conforme alla Direttiva 93/68/CE e deve apparire sulla chiusura oscurante unitamente alle seguenti informazio-ni:• nome o marchio di identificazione del fabbricante;• indirizzo registrato del fabbricante;• riferimento della presente norma europea. Inoltre, il simbolo di marcatura CE deve comparire sui documenti commerciali di accompagnamento (istruzioni di installazione o di manutenzione o bolla di conse-gna) unitamente alle informazioni seguenti:• nome o marchio di identificazione del fabbricante;

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• le ultime due cifre dell’anno in cui la marcatura è stata applicata;• indirizzo registrato del fabbricante;• riferimento della presente norma europea;• tipo di prodotto - informazioni sulle caratteristiche essenziali pertinenti di cui al

prospetto ZA;• valori e, quando pertinente, livello o classe da dichiarare per ogni caratteristica

essenziale come indicato nelle Note nel prospetto ZA;• caratteristiche contro le quali è pertinente l’opzione “Nessuna prestazione de-

terminata” (NPD).

MARCATURA CE DEI SERRAMENTI

Obbligo dal: 1/02/2010Norma di riferimento: UNI EN 14351-1:2006 “Finestre e porte. Norma di prodot-to, caratteristiche prestazionali. Parte 1: Finestre e porte esterne pedonali senza caratteristiche di resistenza al fuoco e/o di tenuta al fumo”Sistema di marcatura richiesto: 3

Fabbricante: 1. adotta un controllo della produzione in fabbrica 2. chiede l’intervento di un Laboratorio Notificato 3. rilascia la dichiarazione di conformità

Laboratorio Notificato: 1. effettua le prove di tipo ed emette i dovuti attestati di prova

Principali prove da eseguire (nei limiti applicabili): • Resistenza ai carichi del vento• Resistenza alla neve e ai carichi permanenti• Resistenza al fuoco• Tenuta all’acqua• Prestazioni acustiche• Trasmittanza termica• Permeabilità all’aria• Prove meccanicheLe prove devono essere eseguite da un laboratorio notificato.

Controllo della produzione (FPC): obbligatorio

Documentazione tecnica e informativa: obbligatoria Il simbolo della marcatura CE da applicare deve essere conforme alla Direttiva 93/68/CEE.

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Le seguenti informazioni devono accompagnare il simbolo di marcatura CE:- numero di identificazione dell’organismo di certificazione (solo per prodotti con il sistema 1);- nome e indirizzo del fabbricante;- ultime due cifre dell’anno in cui la marcatura CE è stata applicata;- numero del certificato di conformità CE (solo con prodotti con sistema 1);- riferimento della presente norma europea (EN 14351-1);- descrizione del prodotto: nome generico, materiale, dimensioni, ecc. e impiego previsto;- informazioni sulle caratteristiche essenziali pertinenti elencate nel prospetto ZA.Il simbolo della marcatura CE e le informazioni di accompagnamento devono es-sere apposti in modo visibile, leggibile ed indelebile in una o più delle posizioni seguenti:• qualsiasi parte idonea del prodotto stesso, purché sia assicurata la visibilità

quando si aprono le ante;• su un’etichetta attaccata;• sul suo imballaggio;• sul/i documento/i commerciale/i di accompagnamento o sulla/e specifica/spe-

cifiche tecnica/tecniche pubblicata/e del fabbricante.Quando le informazioni sono separate (per esempio sul prodotto stesso compare solo il simbolo della marcatura CE), nella/e posizione/i più bassa/e nella gerarchia deve essere ripetuta quella parte delle informazioni già apposta più in alto nella gerarchia.

MARCATURA CE DEI PAVIMENTI IN LEGNO

Obbligo dal: 1/03/2010Norma di riferimento: UNI EN 14342:2005 “Pavimentazioni di legno – Caratteristi-che, valutazione di conformità e marcatura” (è uscito nel 2008 un aggiornamento della norma in inglese)Sistema di marcatura richiesto: 3 o 4 a seconda della tipologia e destinazioneSistema 3

Fabbricante: 1. adotta un controllo della produzione in fabbrica 2. chiede l’intervento di un Laboratorio Notificato 3. rilascia la dichiarazione di conformità

Laboratorio Notificato: 1. effettua le prove di tipo ed emette i dovuti attestati di prova

Sistema 4

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Fabbricante: 1.effettua le prove di tipo 2.adotta un controllo della produzione in fabbrica 3.rilascia la dichiarazione di conformità

Principali prove da eseguire (nei limiti applicabili): • Reazione al fuoco• Rilascio di formaldeide• Emissione di pentaclorofenolo• Resistenza a rottura• Scivolosità• Conduttività termica• DurabilitàLe prove devono essere eseguite da un laboratorio notificato oppure possono essere eseguite dal produttore, in riferimento al sistema di marcatura applicato.

Controllo della produzione (FPC): obbligatorio

Documentazione tecnica e informativa: obbligatoria Il simbolo della marcatura CE da applicare deve essere conforme alla Direttiva 93/68/CE e deve apparire sul prodotto stesso, su un’etichetta applicata al pro-dotto, sull’imballaggio e/o sui documenti commerciali di accompagnamento (per esempio una bolla di consegna). Le seguenti informazioni devono accompagnare il simbolo di marcatura CE:• nome e indirizzo registrato del fabbricante;• ultime due cifre dell’anno di apposizione della marcatura;• riferimento della presente norma europea;• descrizione del prodotto: nome generico, materiale, dimensioni, impiego pre-

visto;• informazioni sulle caratteristiche essenziali pertinenti elencate nel prospetto ZA.

Dal 01.06.2008 è entrata in vigore la norma EN 14915:2006 “Rivestimenti interni ed esterni di pareti con elementi di legno massiccio - Caratteristiche, valutazione di conformità e marcatura” (successivamente aggiornata con l’errata corrige EC 1-2009 UNI EN 14915:2006) che disciplina la marcatura CE di perline/rivesti-menti in legno massiccio, ai quali si applica la norma EN 14915 con un sistema di attestazione 3 o 4, analogo a quello applicato ai pavimenti in legno.

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PER ESPERIENZE E RICERCHE SUI MATERIALI

AUT. MIN. LL. PP. con D.M. 21.07.77 n. 16595 (art. 20 della L.1086/71) SOCIO ALIG (Associazione Laboratori di Ingegneria e Geotecnica)

C.C.I.A.A. BL n. 50436 - Reg.Impr.Trib.BL n. 2474 - C.F./P.IVA 00219410255 32020 LIMANA (BL) - zona industriale “Cesa” - via U. Bracalenti 36

RESISTENZA AL CARICO DEL VENTO

CE/IM 01 – AA (UNI CEI EN ISO/IEC 17025)

Rev. 02 - gennaio 2008

tel 0437 967627 fax 0437 960399

www.rbk.it – [email protected]

RAPPORTO DI PROVA

PROVA N. 00000 RICHIESTA N. 00000 IN DATA 00/00/00 pag. 1/1 RICHIEDENTE: XXXXXXXXXXXXXXXX S.R.L. COD. 0000 INDIRIZZO: VIA XXXXXXXXXXXXXXXXXX 32000 XXXXXXXXX BL TIPO DI CAMPIONE: CHIUSURA OSCURANTE ESTERNA (EN 13659:2004). PRODUTTORE: XXXXXXXXXX S.R.L., via XXXXXXXXX, 32000 XXXXXXXX BL. MODELLO: OSCURO DI TIPO INTELAIATO “A SPECCHIATURE”, si

vedano le allegate schede tecniche All.1 e All.2. DATA DI FABBRICAZIONE: NOVEMBRE 2009. TIPO DI APERTURA: A DUE ANTE, APERTURA A 180° CON CARDINI VERTICALI. DIMENSIONI: 1,50 m (L) x 2,20 m (H). LIMITI DIMENSIONALI: 1,50 m (L) x 2,20 m (H). MATERIALE: ABETE MASSICCIO 22 mm, si veda l’allegata scheda tecnica All.1. FERRAMENTA: si veda l’allegata scheda tecnica All.1. TRATTAMENTO: DUE MANI DI IMPREGNANTE TINTA NOCE. COLLANTI: ADESIVO ACETOVINILICO.

SPECIFICA DI PROVA: RESISTENZA AL CARICO DEL VENTO (EN 1932, par. 9). DATA DI CONSEGNA: 00/00/00 DATA DELLA PROVA: 00/00/00

RISULTATI DELLA PROVA Peso delle cortine: sinistra (con ferramenta di chiusura) 19,9 kgf, destra 18,9 kgf; Misurazione dello sforzo di manovra iniziale Pi (EN 13527 par. 5.3, tipo P): cortina sinistra 1,29 N, cortina destra 10,47 N; Carico nominale diretto FN (N/m

2): 400 N/m

2; dopo 2’ di applicazione del carico le cortine, i dispositivi di fissaggio

ed i meccanismi di bloccaggio non presentano deformazioni permanenti; Misurazione dello sforzo di manovra Pe1 (EN 13527 par. 5.3, tipo P): cortina sinistra 7,13 N, cortina destra 12,37 N; Variazione dello sforzo di azionamento V=100x(Pe1/Pi -1): cortina sinistra +452,7%, cortina destra +18,1%; Carico nominale inverso -FN (N/m

2): 400 N/m

2; dopo 2’ di applicazione del carico le cortine, i dispositivi di fissaggio

ed i meccanismi di bloccaggio non presentano deformazioni permanenti; Misurazione dello sforzo di manovra Pe2 (EN 13527 par. 5.3, tipo P): cortina sinistra 10,16 N, cortina destra 13,06 N; Variazione dello sforzo di azionamento V=100x(Pe2/Pi -1): cortina sinistra +687,6%, cortina destra +24,7%; Carico nominale diretto FS (N/m

2): 600 N/m

2; dopo 2’ di applicazione del carico le cortine, i dispositivi di fissaggio

ed i meccanismi di bloccaggio non presentano deformazioni permanenti e/o rotture;

Carico nominale inverso -FS (N/m2): 600 N/m

2; dopo 2’ di applicazione del carico le cortine, i dispositivi di fissaggio

ed i meccanismi di bloccaggio non presentano deformazioni permanenti e/o rotture.

lo Sperimentatore il Resp. di Settore

p. Michele Lazzarin arch. Giorgio Clai .

NOTE:

BELLUNO, 00/00/00 IL DIRETTORE DEL LABORATORIO (dott. ing. Carlo Clai)

facsimile RAPPORTO DI PROVA

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TIPOLOGIA PRODOTTO NORMA ARMONIZZATA

DATA ENTRA IN VIGORE

Legno lamellare incollato EN 14080 01.09.2011 ma le NTC DM14.01.08 ne prevedono l’obbligatorietà dal 01.07.2009

Legno massiccio a sezione rettangolare

EN 14081-1 01.09.2012 ma le NTC DM14.01.08 ne prevedono l’obbligatorietà dal 01.07.2009

Legno massiccio giuntato di testa KVH

EN 15497 le NTC DM14.01.08 ne prevedono l’obbligatorietà dal 01.07.2009

travatura uso fiume È in fase di studio un ETA

le NTC DM14.01.08 ne prevedono l’obbligatorietà dal 01.07.2009

travatura uso trieste È in fase di studio un ETA

le NTC DM14.01.08 ne prevedono l’obbligatorietà dal 01.07.2009

Travi bilama o trilama È in fase di studio una norma per la marcatura CE

le NTC DM14.01.08 ne prevedono l’obbligatorietà dal 01.07.2009

Perline da rivestimento EN 14915 01.05.2008

Pannelli multistrato/OSB EN 13986 01.04.2008

Case in legno a telaio ETAG 007 24.05.2004

Case in legno con sistema blockbau

ETAG 012 02.02.2005

CLT ETA/CUAP le NTC DM14.01.08 ne prevedono l’obbligatorietà dal 01.07.2009

Staffe metalliche ETA/CUAP e NTC DM14.01.08 ne prevedono l’obbligatorietà dal 01.07.2009

Elementi di collegamento di forma cilindrica

EN 14592 e NTC DM14.01.08 ne prevedono l’obbligatorietà dal 01.07.2009

SCHEMA RIEPILOGATIVO NORME

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Realizzato dal Centro Consorzi in collaborazione condott.ssa Djamila Baroni, dott. Andrea Zenari e dott.ssa Alessandra Lazzari

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