Making Industria Romagna - settembre 2015

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N. 2 - SETTEMBRE 2015 MAKING Industria Romagna CONFINDUSTRIA ROMAGNA Poste Italiane Spa Spedizione in abbonamento postale D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art.1 comma 1 – CN/RA RESHORING IL RITORNO DELLA PRODUZIONE NEL BEL PAESE

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Making Industria Romagna: magazine ufficiale di Confindustria Romagna

Transcript of Making Industria Romagna - settembre 2015

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n . 2 - S E T T E M B R E 2 0 1 5

MAKINGI n d u s t r i a R o m a g n a

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RESHORINGIL RITORNO DELLA PRODUZIONE NEL BEL PAESE

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MAKINGI n d u s t r i a R o m a g n a

Raccolgo il testimone da Guido Ottolenghi partendo dai ringraziamenti per il grande impegno

che ha dimostrato nel ricoprire il ruolo di Presidente in questi primi otto mesi di Unione

Federativa Confindustria Romagna.

Assumo l’incarico con grande ottimismo e nel segno della continuità per la strada compiuta

fino ad oggi. I nostri organi direzionali e le nostre strutture organizzative stanno lavorando

assiduamente e con spirito costruttivo affinché il percorso di unione porti i risultati migliori.

L’obiettivo è la creazione di un sistema Romagna efficiente e altamente rappresentativo per

tutte le nostre aziende.

In questi primi mesi ci sono state occasioni che hanno dato la possibilità di confrontarci

sulle varie problematiche comuni da affrontare e risolvere e in futuro non mancheranno

nuove opportunità di incontro. Mi impegnerò, nel solco tracciato dal Presidente Ottolenghi,

affinché ci siano appuntamenti importanti per continuare a sviluppare il progetto che abbiamo

deciso di creare insieme, per parlare dei temi dell’attualità e dell’economia legati alle nostre

realtà. Verranno organizzati incontri del Comitato di Presidenza Federale, dei Consigli riuniti

e dei Comitati allargati che seguiranno passo dopo passo il percorso di unione. Punteremo

a coordinare sempre di più i nostri servizi cercando di renderli ancor di più professionali ed

economici e continueremo ad affiancare le nostre imprese affinché siano competitive a livello

mondiale.

Sono convinto che insieme ai colleghi Colonna ed Ottolenghi, agli organi direttivi e soprattutto

a tutti gli imprenditori associati, che sono i protagonisti di questa unione, sapremo diventare

una nuova importante realtà per rappresentare al meglio le imprese del nostro territorio e

promuovere una nuova fase di sviluppo per la nostra economia.

Paolo Maggioli

Presidente Confindustria Romagna

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Page 5: Making Industria Romagna - settembre 2015

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Direttore responsabile

Carlo Serafini

Comitato di Redazione

Carlo Serafini, Massimo Balzani,

Marco Chimenti, Franco Raffi

Ufficio stampa

Forlì-Cesena: Matteo Grandi

Ravenna: M. Vittoria Venturelli

Rimini: Roberta Silverio

Concessionaria esclusiva per la pubblicità

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P.zza Bernini, 6 - 48124 Ravenna

Tel. 0544-511311 - [email protected]

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Iscrizione n. 1278 del 4/5/2015 nel Registro

della Stampa del Tribunale di Ravenna

Stampa

Ra PI 02464670393

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Confindustria Romagna

Unindustria Forlì-Cesena: Via Punta di Ferro, 2/9 - Forlì

Confindustria Ravenna: Via Barbiani, 8/10 - Ravenna

Unindustria Rimini: Piazza Cavour, 4 - Rimini

MAKINGI n d u s t r i a R o m a g n a

I T A L I A

CONFINDUSTRIAROMAGNA

7 Verso il ritorno della produzione nei paesi di origine

15 Sistemi Mapei per l’industria alimentare

17 Il ruolo dei privati per la competitività

19 Sviluppo dello scalo, studio di Nomisma

21 Un Festival per i settant’anni

29 Ricerca e innovazione per essere competitivi

35 La nascita di un mito

41 Le flange di Ferrari

43 Salbaroli, guide e turismo

45 Casa di Cura Montanari cent’anni e non li dimostra

47 Dalla torre più alta d’Italia al quartier generale di Google a Londra

47 Grafiche MDM: 90 Anni di non solo stampe

50 Sacim: cisterne di “Sartoria” dal 1920

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Page 7: Making Industria Romagna - settembre 2015

7MAKING Reshoring

La sempre maggiore richiesta di prodotti di alta qualità, politi-

che fiscali di semplificazione indirizzate a riattirare le aziende

in patria, l’aumento dei costi di produzione in precedenza

inferiori nei paesi (soprattutto Asia ed Europa dell’Est) scelti

per delocalizzare la produzione.

Questi alcuni fattori complici del reshoring, il fenomeno che

consiste nel riavvicinamento della produzione nei paesi di ori-

gine delle aziende.

Un fenomeno che interessa sia gli Stati Uniti, dove l’ammini-

strazione Obama ha messo in campo numerosi incentivi per

VERSO IL RITORNODELLA PRODUZIONENEI PAESI DI ORIGINE

IL FENOMENO DEL RESHORING COME NUOVA OPPORTUNITA’ PER LE IMPRESE. UNO SPUNTO DI RIFLESSIONE PER LE AZIENDE ROMAGNOLE DALL’EVENTO “LA LEZIONE INGLESE” DI CONFINDUSTRIA.

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Page 9: Making Industria Romagna - settembre 2015

9MAKING Reshoring

chi decide di tornare, sia l’Europa, con Italia ed Inghilterra

in prima linea. Infatti, Federazione ANIE e UniCLUB MoRe

Back-reshoring (centro di ricerca composto da docenti e ri-

cercatori delle Università di Catania, L’Aquila, Udine, Bologna

e Modena & Reggio Emilia) nel 2014 hanno presentato uno

studio realizzato fra le associate ANIE (imprese del settore

elettronico ed elettrotecnico) da cui è emerso che dal 2000

su 1200 socie, ogni dieci tre hanno deciso di intraprendere

processi di delocalizzazione all’estero e di queste una è già

ritornata in patria. Il 60% dei casi riguarda imprese di grandi

dimensione, oltre un terzo sono piccole.

Sempre UniCLUB, con dati aggiornati al 30 giugno 2015,

parla di 101 produzioni italiane rientrate. Seguono Gran Bre-

tagna (58), Germania (42) e Francia (24). Fra i motivi, come

già detto, l’aumento dei costi di manodopera, trasporti, lo-

gistica, rapporto euro/dollaro più favorevole, più attenzione

alla qualità e all’innovazione e, in particolare, la rivalutazione

dell’importanza del “Made in Italy”. I settori coinvolti vanno

dall’elettronica, alla moda e pelletteria. Nord ed Emilia Roma-

gna sono le zone più interessate.

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Page 10: Making Industria Romagna - settembre 2015

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Ritornare a produrre nel paese di origine potrebbe quindi non

essere più un miraggio. Purché vi siano le giuste condizioni e

che si incrocino una serie di fattori determinanti, partendo da

azioni ed incentivi messi in campo dal governo. Il caso inglese

è indicativo come dimostrano i dati presentati nel seminario

“La lezione inglese” organizzato da Confindustria che si è

tenuto a Londra lo scorso luglio. E’ stato evidenziato che il

fattore principale del reshoring è sicuramente dovuto al costo

del lavoro che sta rapidamente aumentando in alcuni paesi

come la Cina e riducendo il vantaggio competitivo di produr-

re in queste aree. (In Cina: 25% in più il costo del lavoro negli

ultimi 2 anni - 13% in più il costo orario minimo per ogni ora

lavorata).

Come ha spiegato Daniel Kraus, Vice Direttore Generale

di Confindustria, l’Inghilterra è tra i paesi dove il reshoring

dell’attività manifatturiera è stato particolarmente importan-

te. Non è solo il costo del lavoro a riportare le produzioni in

Inghilterra, ma anche: i costi del trasporto, aumentati negli

ultimi 8 anni di oltre il 60%; le questioni legate alla qualità

della produzione; i rischi connessi alla sicurezza degli appro-

vigionamenti causati dalle prolisse supply chains; il bisogno di

sfruttare i benefici dei centri di innovazione; le richieste dei

clienti soddisfatte in tempi più brevi.

Uno studio della APMG evidenzia come la qualità delle pro-

duzioni sia migliore laddove esse sono realizzate in Inghilter-

ra (il 65% dei clienti inglesi considera il “Made in China” o

“Made in India” di qualità non comparabile).

Il 40% delle imprese europee intervistate si sono dimostrate

a favore del reshoring fin dal principio, mentre un terzo delle

aziende hanno ricollocato alcune delle loro attività nel merca-

to interno soltanto negli ultimi tre anni.

Come risultato di tutto ciò, dal 2011 si è avviato un processo

di reshoring che ha creato 1500 posti di lavoro ogni anno.

Reinventare il manifatturiero rappresenta la sfida del futuro

e l’obiettivo è favorire il passaggio dalla produzione di massa

alla customization/ clientelizzazione di massa. Tale trasforma-

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13MAKING Reshoring

zione permetterà sempre più ai produttori manifatturieri di

offrire una maggiore varietà di prodotti fortemente persona-

lizzati, con volumi minori di produzione e con margini più

elevati.

Inoltre, da non trascurare il Time To Market: le imprese in-

glesi, che hanno rilocalizzato le proprie produzioni, hanno

saputo sviluppare catene del valore meno convenzionali e più

flessibili sviluppando dei network con i fornitori più efficienti

e più tecnologicamente aggiornati.

Allo stesso tempo, molte imprese inglesi hanno reinventato

il loro modo di produrre introducendo nuove opportunità e

nuovi modelli di business. Si sono sviluppate tecnologie di

produzione e innovazioni digitali. Ne è conseguita nuova

domanda favorendo il miglioramento della qualità. Il futuro

quindi guarda ad introdurre stampanti 3D, nano-macchine

per ottenere produzioni virtuali che usano nuovi modelli de-

rivanti l’introduzione di nano tecnologie, nuovi materiali tec-

nologici (cyberg).

E’ importante sottolineare, quindi, che il processo di resho-

ring non è solo orientato al reshoring di posti di lavoro, ma

al reshoring di processi produttivi. Senza dimenticare che per

facilitare i processi di reshoring il ruolo del Governo è fonda-

mentale. Come ha sottolineato il Vicedirettore Kraus, nel caso

inglese il Governo ha introdotto il “Reshore UK” con lo scopo

di supportare le aziende inglesi che vogliono rientrare in pa-

tria. Nello specifico, ha favorito la creazione di aree di produ-

zione specializzate di cui l’Area Est della City è un esempio

e in queste ha favorito il miglioramento di infrastrutture. Ha

adottato, un regime fiscale più competitivo, permettendo di

far operare nell’area sia aziende che hanno ricondotto la loro

attività manifatturiera a Londra, sia nuove imprese high-tech

che possono migliorare la catena del valore delle imprese che

si sono rilocalizzate.

A ciò si aggiunge una maggiore disponibilità di tecnologie

di comunicazione più globali e più economiche. Inoltre, la

possibilità di disporre di internet veloce, comunicazione satel-

litare, videoconferenze di elevata qualità hanno reso econo-

micamente conveniente localizzarsi nelle aree tecnologiche.

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Partner di progettiche puntano in alto.

Da oltre 75 anni i prodotti Mapei migliorano la qualità del lavoro in cantieri edili piccoli e grandi. Un impegno

concretizzato da 66 stabilimenti nei 5 continenti, 18 centri principali di Ricerca & Sviluppo, oltre 800

ricercatori, una gamma di più di 1500 prodotti ed oltre 200 novità ogni anno. Questi “numeri” fanno di Mapei

il primo gruppo internazionale nei prodotti chimici per l’edilizia. Scopri il nostro mondo: www.mapei.it

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Partner di progettiche puntano in alto.

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In un momento particolarmente sensibile al tema dell’a-

limentazione grazie ad EXPO 2015, Mapei - da sempre a

fianco dei diversi protagonisti della filiera alimentare – ri-

conferma la sua proposta con soluzioni e sistemi per gli

ambienti dedicati all’industria alimentare, per migliorarne

l’igiene e per garantire la sicurezza all’interno degli am-

bienti di lavoro.

L’obiettivo principale è di offrire soluzioni durevoli, funzio-

nali, sicure e di rapida installazione.

Per questo Mapei ha studiato soluzioni e sistemi che si ap-

plicano ad ambienti diversi, come le resine epossidiche per

la realizzazione di superfici continue con una limitata ese-

cuzione di giunti, idonee in ambienti come quelli destinati

allo stoccaggio di prodotti alimentari o in ambienti sotto-

posti a forte aggressione di acidi organici.

La proposta di Mapei si estende anche agli ambienti sog-

getti a frequenti lavaggi, come quelli destinati alla lavo-

razione del pesce e delle carni, che richiedono un’elevata

resistenza chimica e meccanica, o alle cucine, sottoposte

ad abbondante vapore e che richiedono pertanto soluzioni

impermeabilizzanti.

Inoltre, Mapei offre soluzioni di ultima generazione per gli

ambienti destinati alla preparazione e all’imbottigliamen-

to di bevande. I formulati a base di poliuretano-cemento

di Mapei garantiscono ottime resistenze chimiche ed agli

shock termici dovuti a frequenti lavaggi, anche ad elevate

temperature.

Per gli ambienti soggetti ad alta aggressione di acidi orga-

nici, Mapei propone le malte per la stuccatura di fughe e

per le superfici piastrellate, che rappresentano valide so-

luzioni per resistere agli attacchi di elementi chimici ed

organici e alla formazione di muffe.

Il riempitivo epossidico batteriostatico Kerapoxy CQ,

con tecnologia BioBlock® che impedisce la formazione

di muffa in presenza di umidità, ha ottenuto la certifica-

zione dall’Università di Modena secondo la norma ISO

22196:2007 come stuccatura protetta dalla formazione e

proliferazione di microorganismi. Kerapoxy CQ permette

di realizzare pavimenti, pareti e tavoli da lavoro confor

SISTEMI MAPEI PERL’INDUSTRIA ALIMENTARE

MAKING Mapei

Page 16: Making Industria Romagna - settembre 2015

16 Mapei MAKING

mi al sistema HACCP e ai requisiti del regolamento CE n. 852/2004, sull’igiene dei prodotti alimentari. Batteriostati-co e facilmente pulibile, Kerapoxy CQ rende igieniche e sane le superfici piastrellate.

La famiglia di prodotti Mapefloor CPU, comprende una serie di rivestimenti specificatamente dedicati all’industria alimentare in accordo alle vigenti normative comunitarie inerenti all’igiene e alla sicurezza all’interno degli ambienti destinati alla lavorazione degli alimenti.La gamma Mapefloor CPU comprende formulati a base di poliuretano-cemento in grado di soddisfare tutti i requisiti richiesti in tali ambienti, quali la continuità delle superfici, l’elevata resistenza ai frequenti contatti con sostanze chimi-che, la facilità di pulizia, la resistenza a frequenti lavaggi ed agli shock termici. Questi formulati resinosi rispettano gli standard per l’utilizzo in ambienti alimentari, EN 1186, EN 13130 e prCEN/TS 14234, non-ché il Decree of Con-sumer Goods che rap-presenta la conversione delle direttive 89/109/EEC, 90/128/EEC e 2002/72/EC per contatti con generi alimentari. Per la sigillatura dei giunti presenti nelle pavimentazioni in resina e cementizie Mapei propone, tra le altre soluzioni, Mapeflex PU 45, sigillante e adesivo poliuretanico mo-nocomponente tissotropico, verniciabile, ad alto modulo elastico e a rapido indurimento. Mapeflex PU 45, è inoltre certificato dall’Istituto di Igiene di Varsavia e dal Water Quality Center Australiano come sigillante idoneo al contatto con l’acqua.

Negli ambienti destinati alla preparazione del cibo, come le cucine, spesso soggetti a frequenti lavaggi e a abbondante vapore, Mapei propone impermeabilizzanti e sistemi che permettono di creare una sorta di “catino impermeabile” in grado di garantire i più elevati standard di igiene e pu-lizia. A tal proposito, un prodotto specifico per locali quali cuci-ne collettive, birrerie, mattatoi, caseifici, prima della posa dei rivestimenti è sicuramente Mapegum EPX e Mape-gum EPX-T, resina epossidica per impermeabilizzazioni flessibili e resistenti agli agenti chimici.Inoltre, Mapei dispone di prodotti impermeabilizzanti che rispondono alle certificazioni internazionali sull’utilizzo di materiali negli impianti di adduzione di acqua destinata al consumo umano possono essere applicati in vasche, canali, serbatoi pensili e opere idrauliche per il contenimento di acqua potabile. È il caso, ad esempio, di Purtop 1000 membrana bicom-ponente a base di poliurea pura, caratterizzata da eccel-

lenti proprietà meccaniche, in particolare da allungamento

superiore al 350% ed elevato crack-bridging anche alle

basse temperature oltre a eccellenti resistenze ad agenti

chimici aggressivi.

Purtop 1000 è conforme ai requisiti del D.M. 174 del

6/4/2004, che disciplina l’impiego di materiali negli im-

pianti di adduzione di acqua destinata al consumo umano

e stabilisce il valore limite di sostanze rilasciate dai materiali

stessi nell’acqua definendolo come valore di “migrazione

globale”. Purtop 1000 è caratterizzato da un valore di “mi-

grazione globale” di molto inferiore al limite imposto dal

D.M. 174 del 6/4/2004.

Inoltre, Purtop 1000 è certificato in accordo alla norma

EN 1504-2 come prodotto per la protezione delle struttu-

re in calcestruzzo e, secondo la normativa CEN/TS 14416,

resiste alle penetrazioni

delle radici.

La vernice epossidica

bicomponente, Mape-

coat DW 25, è indicata

per il rivestimento di

superfici in calcestruzzo

e per resistere all’azio-

ne procurata da solu-

zioni sature e acidi debolmente aggressivi. Conforme al

D.M. del 6/4/2004 n. 174 Capo 2 art. 5, Mapecoat DW

25 può essere utilizzato negli impianti fissi di captazione,

trattamento, adduzione e distribuzione delle acque de-

stinate al consumo umano. Grazie alla sua conformità al

Regolamento (UE) 10/2011, Mapecoat DW 25 è idoneo

per la protezione di pavimenti nelle industrie alimentari in

aree adibite alla produzione o lavorazione degli alimenti,

serbatoi e condotte in calcestruzzo destinate al contatto

con agenti chimici debolmente aggressivi e di vasche per il

contenimento di acqua potabile.

Mapei, attenta alle esigenze dei ristoratori e dei supermer-

cati, che non possono permettersi di chiudere l’attività,

propone i sistemi Fast Track Ready per posare in poche ore

rivestimenti resilienti e tessili sulle pavimentazioni esistenti.

Inoltre Mapei ha messo appunto malte premiscelate a pre-

sa rapida e additivi cementizi a presa e indurimento rapidi

in grado di resistere a forti sollecitazioni di mezzi meccani-

ci, tipici degli ambienti commerciali.

I prodotti e le soluzioni Mapei, oltre ad essere certificati da

organismi accreditati e riconosciuti a livello internazionale,

contribuiscono alla salvaguardia dell’ambiente, della salute

degli applicatori e degli utilizzatori e supportano i proget-

tisti e i contractor a realizzare progetti innovativi certificati

Leed, Bream,ecc.

Per maggiori informazioni collegarsi al sito

www.mapeifood.com

I PRODOTTI E LE SOLUZIONI MAPEI CONTRIBUISCONO ALLA SALVAGUARDIA DELL’AMBIENTE, DELLA SALUTE DEGLI APPLICATORI E DEGLI UTILIZZATORI

Page 17: Making Industria Romagna - settembre 2015

17

Nella giornata conclusiva del 1° Festival dell’Industria e dei

Valori d’Impresa, hanno fatto visita al Porto di Ravenna i

consigli di Unindustria Forlì-Cesena, Confindustria Ravenna

e Unindustria Rimini, al termine di una riunione tenutasi a

Marina di Ravenna sul processo di unione che porterà alla

nascita di Confindustria Romagna.

Durante la navigazione sul canale Candiano, sono state il-

lustrate le principali caratteristiche dello scalo ravennate: la

disponibilità di spazi e di accosti e la capacità di fornire ai

clienti la totalità dei servizi di cui necessita il traffico marit-

timo.

Sono state spiegate nel dettaglio anche le peculiarità dei

vari terminal.

In particolare, è stata evidenziata l’originalità del porto di

Ravenna, rispetto alla generalità dei porti italiani, in cui il

demanio ha la proprietà e la competenza delle acque e di

fasce di banchina larghe dai 20 ai 50 metri.

A Ravenna, quindi, tutti gli insediamenti retrostanti sono

privati anche patrimonialmente e realizzati con risorse to-

talmente private.

Inoltre, fino a un certo periodo, i privati si sono fatti carico

della realizzazione delle banchine.

Ovviamente sono privati anche tutti i mezzi operativi di ban-

china.

Il porto di Ravenna, nato come porto industriale negli anni

’50, è ormai diventato un porto principalmente commer-

ciale portuale in cui però sono ancora presenti importanti

industrie quali Marcegaglia, Versalis e Bunge.

Per l’incremento dello sviluppo del porto, ma anche per

il consolidamento dei traffici attuali, è stata sottolineata

IL RUOLO DEI PRIVATIPER LA COMPETITIVITà

DURANTE IL FESTIVAL DELL’INDUSTRIA, VISITA DEI CONSIGLI DI UNINDUSTRIA FORLì-CESENA, UNINDUSTRIA RIMINI E CONFINDUSTRIA RAVENNA ALLO SCALO MARITTIMO. IL RUOLO DEI PRIVATI NELLO SVILUPPO INFRASTRUTTURALE E DEI TRAFFICI

Il Presidente Ottolenghi, il vice presidente Tomaso Tarozzi, il direttore Generale di Confindustria Ravenna Marco Chimenti

MAKING Porto di Ravenna

Page 18: Making Industria Romagna - settembre 2015

18 Porto di Ravenna MAKING

l’importanza dell’approfondimento dei

fondali senza il quale i più diretti con-

correnti di Ravenna, Venezia in partico-

lare, stanno già erodendo quote impor-

tanti di traffico.

A questo proposito va rimarcato quan-

to ha ricordato agli intervenuti anche il

presidente di Confindustria Ravenna,

Guido Ottolenghi: “Il porto è una delle

principali industrie del territorio raven-

nate, dà lavoro a migliaia di famiglie,

e la sua competitività è legata ai suoi

fondali che da molti anni non vengono

adeguati alla concorrenza e che richie-

dono una maggiore attenzione”.

Durante la visita, gli imprenditori di Forlì

e Rimini hanno avuto modo di apprez-

zare direttamente le grandi potenzialità

dello scalo ravennate e la sua importan-

za per l’economia di tutto il territorio

non ancora completamente espressa.

TUTTI GLI INSEDIAMENTIRETROSTANTI SONOPRIVATI ANCHEPATRIMONIALMENTE EREALIZZATI CON RISORSETOTALMENTE PRIVATE

Page 19: Making Industria Romagna - settembre 2015

19MAKING Porto di Ravenna

SVILUPPO DELLO SCALOSTUDIO DI NOMISMA

La Sezione Porto di Confindustria Ravenna, ha promosso insieme ad altre rappresentanze del mondo por-

tuale, l’affidamento a nomisma di uno studio sulle potenzialità di sviluppo del porto di Ravenna: ciò sulla

base della condivisa convinzione della strategicità dello scalo per l’economia di un territorio che va ben

oltre i confini della provincia di Ravenna: a conferma di ciò, la circostanza che anche Confindustria Emi-

lia-Romagna ha deciso di partecipare fattivamente all’affidamento.

Una riflessione a tutto campo sul futuro dello scalo ravennate condotta da un soggetto oltremodo quali-

ficato come nomisma, che avrà tra i suoi focus la questione dei fondali: profondità e tempi di attuazione

dei lavori di escavo sono, infatti, notoriamente considerati strategici dagli operatori per la competitività

dello scalo.

Si tratta di un concreto contributo che la comunità portuale vuole offrire alla comunità per favorire la ri-

flessione intorno al futuro di questa fondamentale infrastruttura .

Page 20: Making Industria Romagna - settembre 2015

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Page 21: Making Industria Romagna - settembre 2015

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Per tutto il mese di giugno e fino al 7 luglio 2015 si è tenuto

il 1° Festival dell’Industria e dei Valori d’Impresa, promosso da

Confindustria Ravenna.

“Le date avevano un significato preciso: il Festival, infatti, si

è svolto nell’ambito del 70° dell’Associazione Industriali che

fu fondata nel 1945 e il cui primo consiglio direttivo si tenne

il 7 luglio 1945”, commenta il Presidente di Confindustria

Ravenna, Guido Ottolenghi.

Il Festival, che ha coinvolto circa 80 aziende associate, ha pro-

posto una molteplicità di eventi a Ravenna, Faenza e Lugo,

sul litorale e in altre località del territorio provinciale, organiz-

zati da Confindustria e da numerose aziende associate, “nella

convinzione – aggiunge Ottolenghi - che la storia di Confin-

dustria è anche la storia delle imprese che la compongono”.

Il clou del programma è stato l’Assemblea 2015 di Confindu-

stria Ravenna sul tema “Impresa e Giustizia”, che si è tenuta il

12 giugno presso le Artificerie Almagià. Ospiti Michele Vietti,

già vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura,

Giorgio Squinzi presidente di Confindustria, Cosimo Maria

Ferri sottosegretario di Stato alla Giustizia.

Il Festival ha proposto tre iniziative pubbliche serali a Ravenna,

Faenza e Lugo dedicate alla cultura d’impresa. “Momenti di

riflessione collettiva sull’importanza del fare impresa, nei qua-

li si sono confrontati diversi punti vista: vi hanno preso parte,

infatti, non solo imprenditori ma istituzioni, mondo sindacale

e della scuola e altre voci della società civile”, spiega il diretto-

DEDICATE ALL’INDUSTRIA E AI VALORI D’IMPRESA, LE INIZIATIVE PER CELEBRARE LA FONDAZIONE DELL’ASSOCIAZIONE INDUSTRIALIAVVENUTA NEL 1945

MAKING Festival Industria

Il Presidente Ottolenghi all’Assemblea di Confindustria Ravenna, inserita nel programma del 1° Festival dell’Industria e dei Valori d’Impresa

UN FESTIVAL PERI SETTANT’ANNI

Page 22: Making Industria Romagna - settembre 2015

22

re generale di Confindustria Ravenna, Marco Chimenti. Alla

serata di Ravenna ha preso parte Antonio Calabrò, responsa-

bile del gruppo Cultura di Confindustria.

Sempre tra gli eventi promossi dall’associazione, vi sono sta-

te tre mostre fotografiche a Ravenna, Faenza e Bagnacaval-

lo che hanno esposto foto d’epoca delle imprese associate,

testimoniando il loro costante impegno per lo sviluppo del

territorio.

Numerose le imprese associate che hanno deciso di aprire le

porte delle loro aziende alla cittadinanza e che hanno orga- Il presidente Squinzi intervistato dal direttorede Il Sole 24 Ore, Roberto Napoletano

OPEN DAyDI SUCCESSO

Alma Petroli

Centro Iperbarico

Eridania

Bucci Industries

Maria Cecilia Hospital

Marcegaglia

La Petrolifera Italo Rumena

Page 23: Making Industria Romagna - settembre 2015

23

nizzato anche altri eventi. Per entrambi, riferiamo in due box

a parte.

L’evento conclusivo del Festival è stato organizzato martedì 7

luglio dalla sezione turismo di Confindustria Ravenna presso

il ristorante La Campaza. Erano presenti le aziende che han-

no collaborato al Festival, i protagonisti delle tre serate sulla

cultura d’impresa, le aziende che operano nel settore turistico

che si sono presentate con percorsi di degustazione.

E anche i consiglieri di Unindustria Rimini e Unindustria For-

lì-Cesena, a Ravenna già dal pomeriggio per partecipare a

MAKING Porto di Ravenna

Tra gli eventi promossi in occasione del Festival, anche

tre mostre a Ravenna, Faenza e Bagnacavallo che

hanno esposto foto storiche delle imprese associate,

a testimonianza del loro costante impegno per lo

sviluppo del territorio. Ecco le aziende che hanno

fornito il loro materiale d’archivio.

Ravenna: Alma Petroli, Centro Iperbarico, Cosmi,

Gama Castelli, Itway, Sapir, Rosetti Marino,

Setramar, Tavar, Vinavil, Ferrari, Rana Diving, Image,

Publimedia Italia, Tcr, Gruppo Ormeggiatori del porto

di Ravenna, Versalis, Corpo piloti del porto, Tozzi,

La petrolifera Italo-Rumena, Matitegiovanotte,

Reclam Edizioni & Comunicazione, Micoperi, Mac

Port, Sigma4, Cabot, Polynt, Enel, Molino Spadoni,

Tuttifrutti.

Faenza: Stafer, Cisa, Faentia Consulting, Falc,

Mokador, Curti, Senzani Brevetti, Bucci Industries,

Randi Group, Vetriceramici.

Bagnacavallo: Dosi, Gamie, Marini, Diemme

Enologia, F.lli Montanari, Cortesi Luigi, Pucci,

Smurfit Kappa Italia, Liverani, Com.ercial Barcelona,

Maria Cecilia Hospital, Martignani

FOTO STORICHE PER TESTIMONIAREIL SOSTEGNO ALLO SVILUPPO

Pucci

Stafer

Mokador

novaol

Tavar

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Page 24: Making Industria Romagna - settembre 2015

24

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Page 25: Making Industria Romagna - settembre 2015

25MAKING Porto di Ravenna

un importante incontro nell’ambito del percorso di fusione

delle tre associazioni territoriali romagnole di Confindu-

stria.

“Non posso che esprimere grande soddisfazione - com-

menta Ottolenghi - per i risultati del Festival al quale hanno

partecipato 80 aziende, con mostre, incontri con relatori

autorevoli, open day di grande interesse che hanno cer-

tamente contribuito a diffondere la nostra idea di cultura

industriale e attivato un dialogo tra imprese e cittadini.

L’evento di chiusura, organizzato dalla Sezione Turismo di

Confindustria, è stato dedicato a un settore trainante della

nostra economia romagnola. Il turismo e l’enogastronomia

sono un tratto distintivo del territorio, realtà strutturate,

con una importante ricaduta sul Pil. Doverosa, quindi, la

nostra attenzione”.

• ReclamEdizionieComunicazione:presentazio-

ne del “Ravenna Festival Magazine 2015”

• Agenzia Image progetti di comunicazione:

“consulenza sulle problematiche della comuni-

cazione di interesse aziendale”

• Matitegiovanotte.ravenna: “lifestyle trend fo-

recast”

• BucciIndustries:“70 anni di impresa nel ricordo

di Roberto Bucci”

• Ottima: “soluzione Erp per il controllo di ge-

stione”, “formazione finanziata per l’azienda

e i suoi dipendenti”, “soluzione gestionale per

amministrazione e gestione delle risorse uma-

ne”

• Matitegiovanotte.ravenna e Progetto Aroma:

“il social marketing per le aziende del settore

industriale”

• Fondazione commercialisti Ravenna e ODCEC

Ravenna, in collaborazione con Confindustria

Ravenna: “quote di genere nei cda e il ruolo

delle donne nello sviluppo economico e mana-

geriale delle imprese”

• Il Sestante: presentazione del libro “il futuro

non si prevede lo si inventa” e incontro con

l’autore Claudio Maffei

• PosteItaliane:“fare impresa a ...”

• Come si possono cogliere concretamente le

opportunitàfornitedall’industria4.0:incontro

con Porche Consulting srl

• Itway:“come si diventa una cybersecurity com-

pany”

EVENTI

RIFLESSIONI SULL’IMPORTANZA DI FARE IMPRESA

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Page 26: Making Industria Romagna - settembre 2015

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Page 29: Making Industria Romagna - settembre 2015

29

Le imprese riminesi sono dinamiche e impegnate in Ricerca

e Innovazione: le medio-grandi aziende con tassi più elevati

rispetto alle piccole-medie che comunque risultano significa-

tivamente attive in particolare nell’innovazione di prodotto/

servizio, organizzativa e di marketing.

E’ questo il risultato dello studio “Ricerca e Innovazione: La

Chiave per aumentare la competitività” realizzato da Unindu-

stria Rimini e Università di Bologna - Campus di Rimini e diffu-

MAKING Innovazione

RICERCA E INNOVAZIONE PER ESSERE COMPETITIVI

IL RAPPORTO REALIZZATO DA UNINDUSTRIA RIMINI ED UNIVERSITA’ DI BOLOGNA-CAMPUS DI RIMINI ANALIZZA IL DINAMISMO DELLE AZIENDE DEL TERRITORIO

Presidente Paolo Maggioli

Page 30: Making Industria Romagna - settembre 2015

30

so nell’appuntamento annuale che l’Associazione dedica alla

presentazione del Bilancio Sociale Aggregato delle Imprese di

Uindustria Rimini e del Bilancio Sociale di Unindustria Rimini,

realizzati da anni con successo e la cui ottava edizione sarà

resa nota nel prossimo numero di Making.

Lo Studio Ricerca e Innovazione, analizza il livello e la natu-

ra di innovazione e ricerca delle imprese della provincia nel

biennio 2012-2013, coniugato con il grado di internaziona-

lizzazione e vuole gettare le basi per stimolare e sostenere,

specialmente le PMI, nel loro percorso di crescita sui mercati

mondiali.

Nell’analisi occorre fare una premessa: le innovazioni ven-

gono analizzate in un determinato biennio, per cui dall’in-

dagine non risultano innovatrici imprese che possono avere

introdotto innovazioni negli anni precedenti, o in quello in

corso, ma non nel 2012-2013. Occorre anche sottolineare la

peculiarità del periodo analizzato, caratterizzato da una pro-

fonda crisi economica e da deboli segnali di ripresa. Questo

ha sicuramente avuto un impatto sulle scelte strategiche delle

imprese.

Le imprese associate che hanno partecipato sono 168. Di

queste il 70% svolge attività di produzione, il 30% si occupa

di sevizi. Il 28% del campione opera nel settore metalmecca-

nico, mentre il 21% appartiene al terziario, seguono aziende

del settore industrie varie, agroalimentare, abbigliamento/

tessile ed edilizia.

Le piccole-medio imprese rappresentano il 47% del campio-

ne, le micro imprese sono il 26,8%, le medio grandi il 26,2%.

Oltre il 90% delle aziende campione supera i 5 anni di attivi-

tà, oltre il 60% ha più di 15 anni.

IL 46% DELLE 168 IMPRESE CAMPIONE INTRODUCE INNO-

VAZIONI DI PRODOTTO O SERVIZIO ED ESPORTA.

Quattro le tipologie di innovazione prese in esame: innova-

zione di prodotto/servizio, di processo, organizzativa, di mar-

keting.

La percentuale di imprese con internazionalizzazione e rispet-

tivamente innovazioni di processo, organizzative e di mar-

keting è sempre consistente, ma minore rispetto a quella di

prodotto/servizio (fra il 31 e il 35%). E’ interessante anche

osservare come la percentuale più bassa delle imprese (20%),

non risulta aver innovato e internazionalizzato nel periodo.

Una buona parte delle imprese risulta o innovatrice o presen-

te nei mercati internazionali.

INNOVAZIONE DI PRODOTTO/SERVIZIO. Il 63% del campio-

ne afferma di avere introdotto nuovi prodotti e/o servizi, il

Innovazione MAKING

Da sinistra P.Maggioli, P.Bianchi Assessore Regione Emilia Romagna, M. Pasquinelli Presidente Fondazione CARIM, J. Sadegholvaad Ass. Comune di Rimini, L. Cagnoli Presidente Uni.Rimini Spa

Page 31: Making Industria Romagna - settembre 2015

31

7,1% ha considerato la possibilità di introdurre innovazioni di

questo tipo, mentre il 29,9% non è stato coinvolto in lanci di

nuovi prodotti/servizi.

La dimensione aziendale fa la differenza: fra le medio-grandi

imprese, 4 aziende su 5 (il 71% del gruppo) hanno portato

sul mercato nuovi prodotti/servi-

zi.

Delle 94 imprese che esportano,

il 72,3% è stato coinvolta in in-

novazione di prodotto/servizio a

fronte del 18,1% che non è sta-

to interessato dal fenomeno. In

modo marcatamente opposto,

tra le 53 imprese che non hanno

esportato, la metà (50,9%) non

ha realizzato alcuna innovazione di prodotto/servizio.

Per circa una impresa su tre (31%) i nuovi prodotti/servizi

hanno contribuito per una quota non inferiore all’11% dei

ricavi. Inoltre, per oltre una impresa su dieci (11,5%), i lanci

di nuovi prodotti/servizi hanno inciso per oltre un quarto del

fatturato realizzato nell’anno 2013.

Per il 38,9% la commercializzazione di nuovi prodotti/servizi

ha inciso marginalmente sui ricavi complessivi. Il contributo

offerto da nuovi prodotti/servizi al fatturato dell’impresa è

positivamente associato con la partecipazione dell’impresa

sui mercati internazionali.

INNOVAZIONE DI PROCESSO.

L’innovazione di processo richie-

de che le imprese modifichino

i propri processi di produzione

o di creazione di servizi: questo

procedimento è molto impe-

gnativo, soprattutto dal punto

di vista strategico, quindi risulta

meno utilizzata (45,7%) rispetto

all’innovazione di prodotto. L’at-

tività d’innovazione aumenta con la crescita delle dimensioni

aziendali e il 55,4% di chi fa innovazione di processo è inter-

nazionalizzato.

INNOVAZIONE ORGANIZZATIVA. Il 52,6% delle imprese ha

effettuato almeno una tipologia di innovazione organizzativa

e il tasso cresce con l’aumentare della dimensione d’impresa.

MAKING Innovazione

IL 46% DELLE 168 IMPRESE CAMPIONE INTRODUCE

INNOVAZIONI DI PRODOTTOO SERVIZIO ED ESPORTA.

In questa pagina e nella successiva: momenti dell’Assemblea di Presentazione dell’indagine Innovazione e del Bilancio Sociale

Page 32: Making Industria Romagna - settembre 2015

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Page 33: Making Industria Romagna - settembre 2015

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L’internazionalizzazione, invece, sembra essere meno lega-

ta a questo tipo di innovazione: il 54,9% delle imprese che

hanno scambi commerciali con l’estero effettua cambiamenti

organizzativi, mentre tra quelle che non esportano la percen-

tuale scende al 48,2%.

INNOVAZIONE DI MARKETING. Alle imprese intervistate è sta-

to chiesto se hanno introdotto: modifiche significative nelle

caratteristiche estetiche e/o nel confezionamento dei prodot-

ti e/o servizi, nuove strategie di marketing per raggiungere

nuovi gruppi di clienti o segmenti di mercato, nuovi mezzi o

tecniche di promozione pubblicitaria, ecc. I risultati mostrano

che il 45,6% delle aziende ha attuato almeno uno di questi

interventi.

La maggior parte delle aziende impegnate nell’innovazio-

ne di marketing sono medio-grandi (il 64,9%). In relazione

all’export: tra le imprese che esportano i propri beni/servizi,

sette su dieci (73,7%) hanno applicato o considerato la pos-

sibilità di applicare nuovi metodi di marketing.

Inoltre, alle aziende campione è stato chiesto se avevano svol-

to una serie di attività collegate all’innovazione. L’acquisizio-

ne di macchinari, attrezzature, hardware e software è la più

frequente fra le imprese del campione: in particolare, le pic-

cole imprese fanno registrare il tasso d’adozione più elevato

(67,3%), seguite dalle medio-grandi imprese (59,5%) e dalle

unità che occupano meno di 10 addetti (56,5%).

Il 40,4% delle imprese svolge R&S (Ricerca e Sviluppo) spe-

rimentale all’interno dell’impresa: imprese medio-grandi

(62,2%), piccole (32,7%) e micro imprese (21,7%). L’attività

di progettazione/design è realizzata dal 37,6% del campione.

Il 32,7% investe anche in attività complementari all’innova-

zione, come la formazione, l’acquisizione di tecnologie e di

servizi di R&S.

Infine, considerando gli OSTACOLI si riscontrano fattori eco-

nomici (80,4%), la mancanza di fonti di finanziamento ester-

ne, mancanza di risorse finanziarie interne, il costo troppo

elevato delle innovazioni. Seguono i fattori legati alla dispo-

nibilità di informazioni e conoscenze (65,9%) e quelli legati

al mercato (63,2%).

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Page 34: Making Industria Romagna - settembre 2015

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Page 35: Making Industria Romagna - settembre 2015

35MAKING Distretto calzature

L’Italia è il primo produttore calzaturiero dell’Unione Europea,

quarto al mondo per esportazione ma secondo per valore di

prodotto. Complessivamente, il settore delle calzature conta

più di 5000 aziende e dà lavoro a poco meno di 80000 per-

sone. La produzione è divisa in sette distretti collocati in sette

differenti regioni. A San Mauro Pascoli c’è il più piccolo, sia

per dimensioni che per numero di addetti, ma, curiosamente,

il più famoso.

La storia del distretto inizia intorno alla prima metà del 1800,

con un numero sempre maggiore di abitanti di San Mauro

che esercitano la professione di ciabattini davanti alla porta

di casa. Intorno agli inizi del 1900 i ciabattini passano dalle

semplici riparazioni a una prima fase di produttiva, cucen-

do calzature da vendere nei mercati locali. Con la 1° Guerra

Mondiale, San Mauro diventa fornitore dei commissari mi-

litari e chi produce scarpe è esonerato dall’obbligo di leva

militare. Allettati dall’esonero, molti giovani della zona ini-

ziano a lavorare come calzolai, permettendo la sopravvivenza

dell’attività durante la guerra. Nel 1° dopoguerra si formano

due cooperative di produzione di opposto schieramento po-

litico che però si uniscono poco dopo per fronteggiare la crisi

degli anni ’20. Il governo fascista patrocina l’unione e rinnova

al distretto la commissione per la produzione di scarpe per

l’esercito, principalmente scarponi per gli alpini. Le calzatu-

LA NASCITA DI UN MITO

Page 36: Making Industria Romagna - settembre 2015

36 Distretto calzature MAKING

UN VIAGGIO NELLA STORIA DI SAN MAURO PASCOLI, DISTRETTO DIVENTATOIL PUNTO DI RIFERIMENTO MONDIALE PER LA CALZATURA DI LUSSO

Giuseppe Zanotti durante una sua lezione al Cercal

re sono realizzate a mano fino al 1939, quando il governo,

convinto della necessità di una prima meccanizzazione del

settore, stanzia un fondo di 88000 Lire per l’acquisto di mac-

chinari. Con la fine della 2° guerra mondiale i ciabattini di

San Mauro Pascoli cercano di rimettere in piedi la cooperativa

esistente prima della guerra. In particolare, al Sig. Montanari,

un calzaturiero bolognese, va riconosciuto il merito di aver

recuperato quanto rimaneva dei macchinari e del materiale

per avviare una piccola fabbrica. L’attività ha risultati modesti

ma spinge diversi imprenditori di San Mauro a ripartire con la

produzione. Pollini in primis, ma anche Paganelli, Mazzotti, e

Zoffoli ricominciano a fare scarpe che si vendono nelle vicine

città di Forlì, Cesena e Rimini. Con il boom economico degli

anni ’50 il distretto vive un periodo di grande crescita. Nasce

la MIR MAR, il primo grande stabilimento di produzione cal-

zaturiera di dimensioni industriali, e si affermano aziende che,

confrontandosi sul mercato nazionale, pongono le basi del

distretto com’è oggi: Pollini, Zamagni, Casadei e Sergio Rossi.

È in questo periodo che la produzione si specializza sempre

di più, puntando verso un prodotto di fascia alta. Durante i

’60 il distretto si industrializza: le aziende si ampliano e diven-

tano maggiormente competitive, nel mercato entrano nuovi

imprenditori e si sviluppa un insieme di imprese sussidiarie

specializzate nella produzione di semilavorati. Cresce, inoltre,

la predominanza della calzatura da donna su uomo e bambi-

no. Verso la fine del decennio aziende come, Casadei, Pollini

e Sergio Rossi sono marchi affermati sul mercato nazionale e

iniziano a espandersi oltre i confini. Le calzature di San Mauro

arrivano in Francia, Belgio e Germania raccogliendo grande

apprezzamento. Gli anni ’70 coronano il successo del decen-

nio precedente con l’espansione nei mercati oltreoceano e il

riconoscimento del Made in Italy come sinonimo di eccellen-

za. Sono gli anni in cui si afferma Gimmi Baldinini, un giovane

intraprendente che, grazie alla qualità del suo prodotto, si

posiziona velocemente a fianco dei marchi sammauresi più

noti. Negli anni ’80 il distretto è legato ai marchi italiani di

moda più venduti al mondo e la scarpa di San Mauro Pascoli

diventa un prodotto di lusso che conquista anche il merca-

to giapponese e orientale. Gli anni ’90 cambiano l’assetto

del distretto: diminuisce il numero di aziende ma crescono

le dimensioni di quelle rimaste. Si afferma Giuseppe Zanotti

Page 37: Making Industria Romagna - settembre 2015

37MAKING Distretto calzature

Gimmi Baldinini Alberta Ferretti

col suo marchio Vicini. Il design ricercato e ardito di Zanotti

lo internazionalizza pressoché subito, facendogli riscuotere

grande successo soprattutto nel mondo dello show business

americano, e gli permette di raggiungere velocemente il posi-

zionamento degli altri marchi del distretto. A cavallo del nuo-

vo millennio, entra sul mercato anche Gianvito Rossi, figlio di

Sergio, con il suo marchio GGR. Le scarpe di Gianvito sono

contraddistinte da una qualità eccelsa e da una linea estrema-

mente elegante, tratti distintivi che da sempre caratterizzano

le produzioni Rossi e che permettono al designer di affermarsi

sui principali mercati globali nel giro di pochi anni.

Oggi il distretto calzaturiero di San Mauro Pascoli è rappre-

sentato principalmente da sei grandi marchi apprezzati in

tutto il mondo: Baldinini, Calzaturificio Casadei, GGR, Pollini

(Alberta Ferretti), Sergio Rossi e Vicini (Zanotti). L’estro dei

titolari, le loro capacità imprenditoriali e l’eccellenza dei loro

prodotti hanno fatto del distretto il centro del mondo per la

scarpa di lusso. Lavorare su un prodotto di lusso ha permesso

a San Mauro di risentire degli effetti della crisi del 2008 meno

degli altri distretti e di recuperare velocemente le perdite eco-

nomiche. Inoltre, la prosperità del distretto è la base dello

sviluppo di diverse imprese che producono semilavorati e ac-

Page 38: Making Industria Romagna - settembre 2015

38

Page 39: Making Industria Romagna - settembre 2015

39MAKING Distretto calzature

Cesare Casadei

Sergio Rossi, in cattedra al Cercal

cessori utilizzati nel distretto stesso. Alcune di queste sono

leader nazionali e internazionali per il proprio settore. Giglioli

Production è un suolificio altamente tecnologico i cui prodotti

sono apprezzati per l’elevata qualità. Anche Fa.i.t. Adriatica

è un suolificio rinomato per la pregevolezza dei prodotti; la

produzione varia dalle zeppe di legno alle suole in cuoio, dalle

solette in texon ai fondi stampati. TGP Italia è invece leader

nella produzione di tacchi, specializzata in quelli di metallo.

Infine, il Formificio Romagnolo di Forlì è il primo produttore

in Italia di forme per le calzature, con laboratori di ricerca e

digitalizzazione del prodotto che ne fanno una manifattura

altamente innovativa.

San Mauro Pascoli è depositario di

un know how specifico, che ha per-

messo ai titolari dei grandi marchi di

trasformare in calzature le proprie

intuizioni. È un patrimonio di mae-

stranze e conoscenze, frutto di più

di un secolo di esperienza, che non

si può e non si vuole perdere. Per

preservarlo integro è nato il Cercal,

centro di ricerca e scuola internazio-

nale calzaturiera. Fondato nel 1984,

la sua Mission è preservare il know

how della ricerca, sia dal punto di

vista della progettazione che della

produzione. Il Cercal, il cui attuale

presidente è Cesare Casadei del Cal-

zaturificio Casadei, garantisce l’innovazione delle imprese,

tanto dei prodotti quanto delle strumentazioni. Allo stesso

modo, si occupa di garantire la formazione di chi già lavora

nel distretto, di chi vuole lavorarci e di chi intende sempli-

cemente apprendere il metodo di lavorazione di San Mauro

Pascoli. A inizio 2015, il Cercal ha avviato il progetto Cercal

Lab: un’iniziativa che prende spunto dai Fab Lab e che mette

a disposizioni laboratori, macchinari e tutor a chiunque voglia

sperimentare la realizzabilità di un progetto calzaturiero, nel-

la convinzione che sperimentare, anche facendo errori, sia il

modo più efficace per imparare.

Page 40: Making Industria Romagna - settembre 2015

40

C/ECONOMICOA) Valore della Produzione 2.353.786 B) Costi della Produzione -2.414.575 Differenza Valori e Costi Produzione -60.789 C) Proventi e Oneri Finanziari -115 D) Rettifiche di valore di att.finz.E) Proventi e Oneri Straordinari 73.750 Risultato prima delle Imposte 12.846 Imposte sul Reddito -11.469

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A) Patrimonio Netto 27.712 B) Fondi per Rischi ed Oneri 423.562 C) Trattamento di Fine Rapporto 141.221 D) Debiti 1.418.120 E) Ratei e Risconti Passivi 38.260

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Bilancio Publimedia Italia Srl al 31/12/2014

Page 41: Making Industria Romagna - settembre 2015

41

La Ferrari srl, nasce a Ravenna intorno al 1845 come Federico

di E. Ferrari e figlio, per poi trasformarsi nell’attuale assetto

societario nel 1990.

L’attività dell’azienda in origine si basava sulla commercializ-

zazione di articoli agricoli, ferramenta e utensileria al detta-

glio.

L’insediamento industriale nel territorio ravennate tra gli anni

60/70 portò gradualmente l’abbandono dei mestieri artigia-

nali, fu allora che l’imprenditore Alberto Ferrari implementò

le potenzialità dell’azienda, specializzandosi nella fornitura e

produzione di flange sia standard che a disegno, diventando

così fornitore di aziende di primaria importanza sul mercato

nazionale che internazionale.

Divenuta in pochi anni azienda leader nel settore, Ferrari srl

vuole offrire i migliori prodotti e servizi, con la missione azien-

dale di soddisfare le esigenze dei propri clienti perseguendo

i valori che da sempre la contraddistinguono: professionalità,

flessibilità, disponibilità, qualità.

Inoltre, sempre negli anni 60, la Ferrari srl divenne concessio-

naria Atlas Copco per le province di Ravenna, Forli, Cesena e

Rimini, rispondendo all’esigenza di fornitura di articoli tecnici

derivante da un settore industriale in forte espansione a cui

offre servizi di assistenza e vendita di prodotti, macchinari

(compressori, motocompressori, generatori, essiccatori ecc..).

L’entrata in azienda, nel 1990, delle figlie dell’imprenditore

portò l’incremento dell’attività di esportazione, il manteni-

mento delle maestranze assunte e l’ampiamento considere-

vole dell’organico degli anni a venire, rendendo necessario

cessare l’attività di vendita al dettaglio per occuparsi comple-

tamente del settore industriale.

Ad oggi la Ferrari srl è specializzata in due distinti settori:

* DIVISIONE FLANGE (flange in acciaio, raccorderia e valvo-

le);

* DIVISIONE ARIA (aria compressa, apparecchi di solleva-

mento, generatori di corrente, generatori di azoto ecc..).

Da 170 anni la famiglia Ferrari partecipa allo sviluppo eco-

nomico e all’innovazione del territorio, dando lavoro ai con-

cittadini ed offrendo servizi alla comunità nel rispetto dei va-

lori di onestà e serietà e di qualità che contraddistinguono gli

abitanti della Romagna.

LE FLANGEDI FERRARI

DALLA COMMERCIALIZZAZIONE DI ARTICOLI AGRICOLI, ALL’AVVIO DELL’ATTIVITà INDUSTRIALE

MAKING Aziende storiche

L’utensileria Ferrari negli anni ‘70/80 a Ravenna in via Maggiore, 11

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Page 43: Making Industria Romagna - settembre 2015

43MAKING Aziende storiche

L’attività fu iniziata da Edoardo Salbaroli, che nel 1907 aprì

una cartoleria di fronte alla Basilica di S. Apollinare Nuovo;

ebbe subito un buono sviluppo per i molti acquirenti militari

in libera uscita dalla Caserma di Corso Garibaldi vicino a Porta

Nuova.

Successivamente, per l’aumento dei turisti venuti a Ravenna a

visitare i suoi monumenti, iniziò la produzione e la vendita di

cartoline e guide turistiche ancor oggi in essere; una delle pri-

me cartoline conservate risale all’anno 1928. Utilizzò, inoltre,

dei ragazzi che offrivano ai turisti, con una cassetta sostenuta

da una tracolla, cartoline, ricordini e oggettistica di Ravenna.

Nel 1945 la cartoleria riaprì in Via Cavour di fronte al palazzo

Guiccioli, poi Rasponi, dove rimase per oltre vent’anni allar-

gando la produzione ad ogni altro articolo turistico divenen-

do grossista di questo settore.

Nel 1960 Edoardo moriva e subentrava il nipote Paolo Pas-

santi, che proseguì l’attività mantenendo la stessa intestazio-

ne; nel 1975 la cartolibreria si spostò in Via Gamba al n. 16,

a pochi passi dalla Basilica di San Vitale. Nel 1980 la figlia

Patrizia si unì al padre nella conduzione dell’attività, contri-

buendo a far diventare Salbaroli il principale editore di Raven-

na di cartoline, guide ed oggettistica per turisti; attualmente

i soggetti delle cartoline di Ravenna edite e disponibili sono

oltre 500 e salgono a 600 comprendendo quelli delle spiagge

della costa ravennate e le pubblicazioni, disponibili in otto

lingue, sono più di 20.

Negli anni Salbaroli Editore sviluppa con successo il compar-

timento di oggettistica specializzata personalizzata. In parti-

colare, si occupa di progettare, realizzare e distribuire articoli

e gadget promozionali di pregio: ciascun oggetto può essere

personalizzato secondo le diverse esigenze, un’opportunità

unica per creare il ricordo perfetto del luogo visitato oppure

della vostra attività costruito nel rispetto dell’immagine coor-

dinata locale e a misura del vostro gusto.

In tanti anni ha conquistato la fiducia e la fedeltà di enti, mu-

sei e organizzazioni turistiche, sia locali che nazionali.

DA UNA CARTOLERIA APERTA NEL 1907 DI FRONTE ALLA BASILICA DI SANT’APOLLINARE NUOVO, è NATO IL PRINCIPALE EDITORE DI CARTOLINE E OGGETTISTICA PER IL TURISMO RAVENNATE

SALBAROLI,GUIDE ETURISMO

Giovane garzone di bottega aspetta i primi turisti davanti a Sant’Apollinare Nuovo

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RIMINI-RSM92.5-101-101.2-101.7-103

FORLÍ CESENA-RAVENNA103-91.1-90.8-94.6-94.2-106.4

BOLOGNA-IMOLA93-91.3-103

FERRARA105.8-93

PESARO URBINO90.5-90.6-90.7-91.1-96-101.7

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45

La Casa di Cura “ Prof. E. Montanari “ si trova a Morciano di Romagna, fondata nel 1913 dal Prof. Ernesto Montanari, chirurgo, ed è oggi la più antica Casa di Cura della Romagna. Da sempre svolge funzione di Ospedale civile come era in-tendimento del suo ed ancora oggi la Casa di Cura, coeren-temente con la propria storia e con il ruolo riconosciuto di Ospedale di Prossimità, tiene fede alla originaria missione provvedendo a fornire risposte appropriate alle esigenze del territorio della Valconca, coordinando ed integrando la pro-pria attività con l’Azienda USL della Romagna.Si è andata inoltre consolidando nel tempo una attività in fa-vore di pazienti provenienti da altre regioni, ed in particolare, dalla regione Marche. Ad oggi la mobilità attiva da tutte le regioni italiane si è ulteriormente intensificata anche grazie all’attività di chirurgia ortopedica (specializzata in protesi ar-ticolari e stabilizzazioni della colonna vertebrale) che affianca la chirurgia generale, oculistica, otorinolaringoiatrica, urolo-gica e bariatrica.L’ultimo ampliamento strutturale, iniziato nel 2002 e com-pletato nel 2005 ha portato al raddoppio delle superfici esi-stenti e ad un completo rinnovamento delle attrezzature e dei locali.La struttura attuale corrisponde ai requisiti normativi in vigo-re è accreditata con il SSN e certificata secondo le norme ISO 9001/2008.Attualmente la struttura ha 80 p.l. autorizzati, 30 di Medicina Generale e Lungodegenza, 50 di chirurgia polispecialistica (di cui 30 accreditati) ed un blocco operatorio dotato di tre mo-

derne sale. L’attività di Diagnostica per immagini, comprensi-va di TAC, RM ed ecografia è stata aggiornata con un sistema di raccolta immagini e referti in formato digitale (RIS-PACS) che permette la distribuzione ai pazienti di CD con immagini e referti firmati digitalmente.La refertazione digitale è stata adottata da tutto il Poliambu-latorio, che comprende le branche specialistiche di urologia, cardiologia, endocrinologia, dermatologia, ortopedia e trau-matologia, fisiatria, neurologia, oculistica, angiologia (eco-doppler), la densitometria ossea, urologia, chirurgia plastica, otorinolaringoiatria e il Laboratorio Analisi con punti prelievi. Anche le attività di Endoscopia, l’ambulatorio chirurgico e il Presidio ambulatoriale di Medicina fisica e Riabilitazione con i relativi box per le diverse tipologie di terapia fisica e la pa-lestra, sono presenti ed attive sia privatamente che in accre-ditamento.Il prossimo passo della Casa di Cura sarà terminare la co-pertura wi-fi della struttura e completare il processo di di-gitalizzazione delle informazioni sanitarie includendo anche il passaggio ad un cartella clinica elettronica integrata per i pazienti. Il passato ed il futuro si incontrano nell’attività della Casa di Cura.

MAKING Aziende storiche

CASA DI CURA MONTANARICENT’ANNI E NON LI DIMOSTRA

PROFESSIONALITà ED ALTA SPECIALIZZAZIONE IN ROMAGNA

Intervento luglio 1916, in primo piano il prof. Ernesto Montanari

La casa di cura ai primi del novecento

RIMINI-RSM92.5-101-101.2-101.7-103

FORLÍ CESENA-RAVENNA103-91.1-90.8-94.6-94.2-106.4

BOLOGNA-IMOLA93-91.3-103

FERRARA105.8-93

PESARO URBINO90.5-90.6-90.7-91.1-96-101.7

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LRRISTORANTE

S P E C I A L I T A’ P E S C E

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47

«La nostra partenza, nel secolo scorso, è quella di un fabbro e del suo laboratorio artigianale. Oggi siamo una famiglia di 150 persone. I nostri prodotti nascono dall’incontro fra la creatività degli architetti e la capacità tecnologica che ab-biamo sviluppato di plasmare e assemblare materiali diversi: un tailor-made di nuova generazione, definibile “artigianato industriale”». Così spiega Maurizio Focchi, vice presidente di Confindustria Emilia Romagna e AD del Gruppo Focchi di Ri-mini, fondato nel 1914 e specializzato nella progettazione e realizzazione di facciate esterne di edifici.«Negli anni, la collaborazione con i grandi progettisti di opere dal respiro internazionale ci ha offerto il privilegio di parteci-

pare alla realizzazione di edifici diventati i simboli del rinnova-mento architettonico e urbanistico nel mondo». Con Renzo Piano, per esempio, Focchi ha partecipato alla costruzione dell’aeroporto internazionale di Kansai a Osaka. «Le imprese italiane devono saper fare rete. Creando unioni virtuose che, messe insieme, funzionano meglio e portano innovazione. Nel progetto giapponese con Piano, per esempio, abbiamo coinvolto un’azienda italiana produttrice di carburatori da moto per fare le fusioni degli interni».Mentre a Milano il Gruppo Focchi sta ultimando l’abito della Torre Allianz Isozaki, l’edificio più alto d’Italia (202 mt), a Lon-dra ha terminato il nuovo centro direzionale in King’s Cross, di vetro e terracotta, voluto dal braccio immobiliare di Bnp Paribas dove avrà sede anche il quartier generale inglese di Google. Sempre nella capitale britannica, ha aperto il nuovo cantiere di lavoro Four Kingdom Street per un edificio dire-zionale, in zona Paddington, progettato dallo storico Studio Allies and Morrison Architects, mentre nell’antica Oxford, ha partecipato al progetto del campus universitario dello Studio Design Engeen che ha vinto il Sustainability Award e il RIBA Award 2014. Il Gruppo Focchi è una storia italiana di grande bellezza che sta contribuendo ad accrescere il prestigio del Made in Italy nel mondo. «Il trend principale è teso al ritorno verso una ricerca di verità, di spazi che rispondano ai bisogni di cambia-mento delle comunità, di sostenibilità ambientale e di boni-fica delle scorie del Novecento». Conclude Maurizio Focchi. «Etica e creatività riposizionano l’uomo al centro. Oggi più che mai, ogni imprenditore deve restituire alla società, e so-prattutto ai giovani, fiducia ed energia per un mondo più giusto e appassionante». www.focchi.it

MAKING Aziende storiche

DA OLTRE 100 ANNI IL GRUPPO FOCCHI ESPORTA BELLEZZA E COSTRUISCE IL FUTURO

DALLA TORRE PIù ALTAD’ITALIA AL qUARTIERGENERALE DI GOOGLE A LONDRA

Maurizio Focchi, AD Gruppo Focchi Spae vice presidente Confindustria Emilia Romagna

La Torre Allianz Isozaki CityLife di Milano, l’edificio più alto d’Italia (202 mt)

Da sinistra: La nuova libreria e “teaching room” nel campus dell’università di Oxford. Il nuovo centro direzionale in King’s Cross, a Londra: nuovo quartier generale inglese di Google. L’aeroporto di Kansai a Osaka, in Giappone, progettato da Renzo Piano.

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49MAKING Aziende storiche

GRAFICHE MDM:90 ANNI DI NON SOLO STAMPE

La storia di Grafiche MDM inizia nel 1925, quando Publio Marzocchi fonda la Società Tipografica Forlivese. Pur cam-biando nome in Grafiche MDM, la tipografia rimane sostan-zialmente una bottega artigianale fino al 1989, quando Sau-ro Casadei, un imprenditore del settore della carta, acquista le quote societarie di Marzocchi e diventa proprietario. Sei anni dopo, nel 1995, anche Danilo Casadei, figlio di Sauro e attuale titolare e amministratore delegato, entra in azienda. La strategia imprenditoriale della nuova proprietà è forte-mente orientata alla crescita e compie una serie di investi-menti per aumentare la competitività e aprire le porte a nuovi mercati. Una strategia che si rivela vincente. Al suo 90° an-niversario, Grafiche MDM è passata dall’essere una bottega con 7 addetti nel 1989, all’eccellenza industriale tipografica che è oggi, con il 30% di fatturato proveniente dell’estero e più di 50 dipendenti; un dato particolarmente interessante se si considera che in Italia il 94% delle aziende del settore ne conta meno di 10. Un’eccellenza testimoniata anche dalle

certificazioni Uni En Iso 9001 per la Qualità, Uni En Iso 14001 per l’Ambiente e la Certificazione FSC per l’utilizzo di carta proveniente esclusivamente da foreste controllate e gestite responsabilmente.“Per essere competitivi in un settore come il nostro è fon-damentale investire continuamente in nuove strumentazioni e nuovi software, questo è l’unico modo per continuare a crescere.” Racconta Danilo Casadei, che oltre a essere titola-re di Grafiche MDM è anche Presidente del Gruppo Giovani Industriali di Unindustria Forlì – Cesena. “Uno degli effetti della globalizzazione e dell’avvento del web è la progressiva riduzione della tiratura di ciò che si stampa; non solo riviste ma anche brochure, poster e via dicendo. Diversificare l’of-ferta e ampliare il proprio portafoglio prodotti per arrivare a nuovi mercati è diventato fondamentale. Oltre ad avere un piano macchine costantemente aggiornato, Grafiche MDM è strutturata in cinque reparti che seguono tutto il processo di lavorazione, dalla fase pre-stampa alla logistica del prodotto finito. Questo ci permette di rispondere alle esigenze di ogni clientela. Inoltre, grazie alla possibilità di seguire la lavorazio-ne via internet senza dover venire personalmente in azienda, possiamo lavorare con clienti in tutta Italia e all’estero. Gli stabilimenti non chiudono mai, nemmeno di notte. In que-sto modo forniamo assistenza in qualunque momento, un servizio fondamentale quando si lavora con clienti stranieri.”

FESTEGGIANDO IL 90° ANNIVERSARIO,DANILO CASADEI RACCONTA UNA

STORIA DI SUCCESSOFATTA DI INVESTIMENTI CONTINUI

E INNOVAZIONI

Danilo Casadei

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50 Aziende storiche MAKING

SACIM nasce nel 1920 in Viale Oberdan 17 a Cesena, per opera di quattro carpentieri. Nel giro di poco, uno dei soci lascia l’attività e G. Molari, A. Ravegnani e L. Valzania, si spe-cializzano, nel 2° dopoguerra, nella costruzione di cisterne. Nel 1955, con l’aumento del carico di lavoro, SACIM ha la ne-cessità di spostarsi in uno stabilimento più grande in Via Car-lo Cattaneo 109, sempre a Cesena. Con gli anni ’60 arriva il primo ricambio generazionale della classe dirigente e inizia il processo di industrializzazione dell’impresa. SACIM continua a crescere ma, parallelamente, cambiano anche i metodi e le esigenze di lavorazione: con la razionalizzazione del traspor-to e l’aumento delle dimensioni dei rimorchi diventano più grandi anche le cisterne. Nel giro di qualche decennio, pur continuando a espandersi, anche lo stabilimento di via Cat-taneo mostra diversi limiti strutturali. A metà anni ’90, l’Ing. Paolo Molari, a guida dell’azienda, in accordo con il Comune di Cesena, inizia a cercare una nuova area dove trasferire l’at-tività mentre l’Ing. Francesco Molari, attuale Presidente del CdA e nipote di Paolo, entra in SACIM. Sarà proprio France-sco che, proseguendo sulla strada tracciata dal nonno e dallo zio, inaugurerà a breve la nuova sede in Piazzale Francesco Arcano 44, sempre a Cesena.“Bisogna sempre guardare le cose in positivo, è questa la chiave per fare impresa”, spiega l’Ing. Molari, Presidente di

SACIM e membro di Giunta di Federmeccanica. “La crisi ini-ziata nel 2009 e prolungatasi per diversi anni ci ha costret-to a fermare i lavori di costruzione della nuova sede, ma è stato uno stop temporaneo. Non potevamo aspettare che il mercato ripartisse quindi ci siamo riorganizzati per cercarne di nuovi. Negli anni ’90, l’80% dei ricavi proveniva dall’Italia e solo il restante 20% dall’estero. Oggi le percentuali sono invertite. Facciamo un prodotto tecnologicamente avanzato con un buon rapporto qualità prezzo e siamo competitivi in molti mercati perché non temiamo il confronto con i produt-tori locali. Al momento lavoriamo molto con il Nord Africa, il Medio Oriente e il Sudamerica, ma contiamo di arrivare anco-ra più lontano già nei primi mesi del 2016. Spostare un’intera industria è stato difficile ed estenuante, ma era necessario per continuare a garantire la qualità delle nostre cisterne, amplia-re le possibilità di customizzazione del prodotto e realizzare nuove proposte. Il nuovo stabilimento è stato costruito stu-diando accuratamente il flusso produttivo sui moderni con-cetti del lean thinking: abbiamo calcolato le esigenze future e eliminato le inefficienze della vecchia sede. Inoltre, proget-tandolo da zero, lo abbiamo adeguato immediatamente alle normative vigenti, mettendoci così in una posizione avvan-taggiata rispetto ai nostri competitor. Siamo un’industria che lavora a commessa e che ha fatto della customizzazione del prodotto il proprio punto di forza. Non è un caso se i nostri operai sono chiamati “i sarti delle cisterne”.

LA STORICA AZIENDA CESENATE FESTEGGIA I 95 ANNI INAUGURANDO LA NUOVA SEDE, NEL SEGNO DELLA TRADIZIONE GUARDANDO AL FUTURO

SACIM: CISTERNE DI “SARTORIA” DAL 1920

Francesco Molari

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Page 52: Making Industria Romagna - settembre 2015

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