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    ERNESTOSERGIOMAINOLDI

    La ricezione della rivoluzione ontologicadei Padri cappadoci: la triadologiadello pseudo-Dionigi Areopagita

    e i suoi obiettivi

    Estratto

    Trinit in relazionePercorsi di ontologia trinitaria

    dai Padri della Chiesa allIdealismo tedesco

    a cura diCLAUDIOMORESCHINI

    Thenthropos - 2

    Testi e studisul cristianesimo antico

    EDIZIONIFEERIACOMUNITDISANLEOLINO

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    Il volume raccoglie i contributi presentati in occasionedel Convegno di Ontologia trinitaria, tenutosi presso

    lUniversit Vita-Salute San Raaele di Milano(28-30 aprile 2015), ed stato pubblicato

    grazie al contributo e al patrociniodi Genesis. Centro di Studi Patristici Luigi Maria Verz.

    La redazione del volume stata curata da:

    V. Limone, G. Maspero, C. Moreschini(sezione patristica),

    A. Gatto(sezione medioevale)

    V. Cicero(sezione moderna e contemporanea).

    I contributi sono stati sottoposti al processo di double peer-review.

    EDIZIONIFEERIA2015Via S. Leolino 1 50022 Panzano in Chianti (Firenze)

    Tel. e fax 055 852003 e-mail [email protected] 98-88-6430-109-9

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    Progetto graco e impaginazioneComunit di San Leolino Panzano in Chianti (Firenze)

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    ERNESTOSERGIOMAINOLDI

    La ricezione della rivoluzione ontologicadei Padri cappadoci: la triadologia

    dello pseudo-Dionigi Areopagita e i suoi obiettivi

    1. Problemi dellontologia trinitaria da Nicea ai Cappadoci

    Allepoca in cui viene fatta risalire la composizione del Corpusdionysiacum secondo lopinione oggi prevalente tra gli studiosi,ovvero gli inizi del VI secolo , la questione trinitaria non occupa-va pi la centralit del dibattito teologico nellecumene, in quantola denizione della dottrina ortodossa relativa alla natura e alleipostasi divine aveva trovato una chiaricazione dottrinale e una

    formulazione dogmatica nel contesto del prolungato scontrosuscitato dallaermarsi di un approccio subordinazionistico nel-le letture triadologiche del III-IV secolo. Le eresie subordinazioni-stico-trinitarie emerse in questi secoli, i cui principali propugnato-ri furono Ario di Alessandria ( 336) ed Eunomio di Cizico ( 394),possono essere considerate come letture della dottrina trinitariaimprontate a una concezione ontocentrica in cui la distinzione

    intertrinitaria viene compresa alla stregua di degradazionedellessere, che, da una condizione di pienezza, identicata daglieresiarchi con Dio Padre, sminuisce nelle persone trinitarie delVerbo e dello Spirito, che risultano in questo modo segnate da ungrado minore di divinit. Di fatto questa degradazione veniva acomportare, da una parte, una discontinuit ontologica tra laseconda e la terza persona della Trinit rispetto al Padre, e, dallal-tra, lanalogia tra queste e lessere creazionale.

    Questa prospettiva manifesta con ogni evidenza una con-vergenza con lontologia neoplatonica, che concepisce la catenadegli esseri come una progressiva degradazione dellessere, e,sebbene lintenzione dei teologi subordinazionisti non possa

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    essere ridotta a mero tentativo di sintesi con la losoa pagana, un fatto che la forza del paradigma ontologico subordinazioni-

    sta, adottato nellesegesi trinitaria per osmosi culturale rispettoal neoplatonismo, venne a giocare unegemonia accettata pursenza piena consapevolezza in ambienti teologici cristiani par-ticolarmente esposti allinuenza della cultura losoca pagana.Fu questo il caso di Alessandria, dove linsegnamento neoplato-nico trov uno dei suoi principali luoghi di elezione, e dove lateologia cristiana vide orire una delle sue pi inuenti scuole,ma dove anche si ebbe il sottile sincretismo di paradigmi dottri-

    nali teologici e losoci, come mostrano il subordinazionismo eil noetismo origineniano, e soprattutto leresia di Ario.

    La confutazione dottrinale dellarianesimo e delle successi-ve riformulazioni, che cercarono di renderne pi accettabile ilcontenuto radicalmente subordinazionista, richiesero non solouna confutazione dogmatica, ma anche un radicale ripensa-mento delle categorie di pensiero attraverso le quali i teologi

    avevano tentato di denire la dottrina trinitaria. Lontologiatrinitaria costitu di conseguenza il fulcro di questo lavoro dirielaborazione concettuale. Se lopera di confutazione dogma-tica trov in Atanasio e Cirillo di Alessandria i suoi principaliattori e nelladozione del concetto di da parte delConcilio di Nicea (325) la sua principale formulazione dottri-nale, il ripensamento dellontologia che permise di superare le

    pi accese problematiche dottrinali, le quali, anche dopoNicea, mantennero aperto e irrisolto il dibattito triadologico, fudovuto ai Padri cappadoci, la cui dottrina trinitaria vennecanonizzata dal primo Concilio di Costantinopoli (381).

    2.La triadologia del Corpus dionysiacumalla luce del suo proble-ma storiograco

    La ricostruzione della triadologia pseudo-dionisiana sta-ta oggetto di diversi contributi, che ne hanno messo in luce ipresupposti teorici, le peculiarit terminologiche e il rapporto

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    con le fonti1. Di particolare rilevanza la sintesi proposta daYsabel de Andia2. Questi contributi tuttavia, bench del tutto

    validi dal punto di vista dellanalisi dottrinale in essi proposta,risentendo dellincertezza storiograca intorno allidentit sto-rica dello pseudo-Dionigi, hanno evitato il compito di collocar-ne la triadologia allinterno della storia del pensiero patristico.

    Le ricerche pi recenti hanno alzato il terminusdella com-posizione del Corpus ai primi decenni del VI secolo e come luo-go della sua composizione, a fianco degli indizi siriaci, haripreso vigore lipotesi di localizzazione della sua scrittura a

    Costantinopoli3. Accettando questi termini, dobbiamo poiricordare che le ricerche dionisiane, proprio in relazione alladottrina trinitaria, hanno mostrato come lautore del Corpus, aldi l della sua indiscutibile formazione neoplatonica, abbiatenuto in piena considerazione le dottrine dei Padri cappado-ci4, motivo per cui importante richiamare qui i fondamentidella loro ontologia trinitaria onde mettere in luce i punti di

    contatto con il Corpuspseudo-dionisiano.

    3.La rivoluzione ontologica dei Padri Cappadoci

    La riessione ontologico-trinitaria dei tre teologi originari del-la regione anatolica della Cappadocia, Basilio il Grande, Gregorio

    1B. Brons, Gott unddie Seienden. Untersuchungen zum Verhltnis von neuplatonischerMetaphysik und christlicher Tradition bei Dionysius Areopagita, Vandenhoeck & Ruprecht,Gttingen 1976; W. Beierwaltes, Einheit undDreiheit, in Eriugena: Grundzge seinesDenkens, Klostermann, Frankfurt 1994; S. Lilla, Terminologia trinitaria nello Pseudo-DionigilAreopagita. Suoi antecedenti e sua inuenza sugli autori successivi, in Augustinianum 13(1973), 609-623.

    2Y. de Andia, La thologie trinitaire de Denys lAropagite, in Studia Patristica. XXXII.Athanasius and his Opponents, Cappadocian Fathers, Other Greek Writers after Nicaea, ed. byE.A. Livingstone, Leuven1997, 278-301. Corrisponde ai paragra iniziali di Ead., Henosis.Lunion Dieu chez Denys lAropagite, Brill, Leiden New York Kln 1996.

    3Cf. P.L. Gavrilyuk, Did Pseudo-Dionysius Live in Constantinople?, in Vigiliae

    Christianae 62 (2008), 505-514. Per una pi estesa trattazione della questione dionisiana,mi permetto di rimandare a E.S. Mainoldi, Dietro Dionigi lAreopagita. La genesi e gli scopidel Corpus dionysiacum, in corso di edizione.

    4Cf. E. von Ivnka, Plato christianus. bernahme und Umgestaltung des Platonismusdurch die Vter, Johannes Verlag, Einsiedeln 1964; Lilla, Terminologia trinitaria nello Pseudo-Dionigi lAreopagitacit., 609-623; de Andia, La thologie trinitaire de Denys lAropagitecit.,296-300.

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    di Nazianzo e Gregorio di Nissa, diede vita a uno dei pi rilevantisviluppi del pensiero teologico e losoco del IV secolo5. I Padri

    cappadoci elaborarono infatti una vigorosa risposta dottrinale allerecrudescenze dellArianesimo successivamente a Nicea, fornen-do lopportuno ripensamento dellontologia che permise di supe-rare le indeterminatezze concettuali e terminologiche che aveva-no consentito lemergere dei rilanci post-ariani6.

    Reagendo al rischio di ridurre il mistero della Trinit a unproblema di antinomia dialettica arontabile attraverso la logi-ca categoriale dellontologia, come aveva fatto Eunomio di

    Cizico, i Cappadoci posero alla base della loro riflessione ilprincipio dellapofatismo e dellinaccessibilit della naturadivina, escludendo la possibilit di conoscere Dio secondo les-senza ( ). Principale corollario della ontologiaapofatica cappadoce che, permanendo lessenza divina inac-cessibile, saranno le sue energie a renderla conoscibile alle cre-ature, dal momento che le energie sono operazioni provviden-

    ziali dirette verso di esse7.Il secondo, ma non meno fondamentale contributo della

    speculazione cappadoce, fu la distinzione tra e, termini che erano rimasti fino a quel momentointercambiabili, secondo unimprecisa sinonimia, come mostrail testo del Credodi Nicea, dove questi termini sono ancoraimpiegati alla stregua di sinonimi8. I Padri cappadoci in pole-

    mica contro Eunomio arrivarono alla denizione della Trinitdi Dio come unessenza in tre persone ( , )9. Questi risultati segnarono non soltanto una svoltaper la denizione del dogma trinitario, ma anche una rivolu-

    5Per una trattazione di ampio respiro sui Cappadoci cf. C. Moreschini, I Padricappadoci. Storia, letteratura, teologia, Citt Nuova, Roma 2008.

    6Cf. O. Clment, Les conciles oecumeniqeus, in Prsentation de lglise orthodoxe, Institut

    Saint-Serge, Paris 1985.7Cf. J.-C. Larchet, La thologie des nergies divines. Des origines Saint Jean Damascne,Cerf, Paris 2010, 145-232.

    8ex alia substantia vel essentiadicunt esse ( ) (Expositio fidei Nicaenae in G.D. Mansi, Sacrorum conciliorum nova etamplissima collectio, Paris, 1901-1927, vol. 2, 667-668).

    9Gregorio di Nazianzo, De dogmate et constitutione episcoporum,Orat. 20, PG 35, 1072.

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    zione nel dominio dei concetti ontologici. Il signicato del ter-mine veniva ristretto allesistenza personale di Dio,

    distinguendosi cos dal concetto di , che invece ne venivaa denotare laspetto essenziale, introducendo cos una nettadistinzione tra il dominio della personeit di Dio e quello dellasua essenzialit: lunit secondo lessenza delle tre Personedivine non toglieva infatti la distinzione ipostatica tra le trePersone, che di fatto veniva ad essere sciolta dal dominio onto-logico, per essere compresa in quello iperousiologico10.

    Furono ancora gli stessi Cappadoci a chiarire che le tre ipo-stasi trinitarie oltre a essere unite nellessenza, sono anche inconseguenza dellunit essenziale perfettamente unite nelleoperazioni-energie11: come lessenza divina si ipostatizza in trePersone, cos anche lenergia dellessenza divina vede il concor-so sinergico delle tre Persone, estrinsecandosi secondo uneco-nomia trinitaria, che ha origine dalPadre ( ),emerge attraversoil Figlio ( ) e trova perfezione

    nelloSpirito Santo ( )12. Lunitdellagire di Dio peraltro non toglie lautonomia delle singolePersone, come Basilio e Gregorio Nisseno ribadiscono in pipunti delle loro opere antieunomiane, citando a loro supportolinsegnamento di san Paolo in 1 Cor1213.

    Lipostasi divina, non identicandosi con lessenza divina,si congura come una realt iperessenziale. infatti ancora ai

    Padri cappadoci che si deve la fondamentale precisazione percui lorigine della Trinit non lessenza divina bens la perso-na del Padre, cosa che viene da loro espressa facendo ricorsoalla metafora della radice () e della sorgente ()14.

    10Gregorio di Nissa, Contra Eunomium, in Gregorii Nysseni opera, ed. W. Jaeger, Brill,Leiden 1960, I, I, 229.

    11Gregorio di Nissa, Ad Eustathium de sancta trinitate, in Gregorii Nysseni opera, ed. F.

    Mueller, Brill, Leiden 1958, vol. 3,1, 11.12Cf. Gregorio di Nissa, Ad Ablabium quod non sint tres dei, in Gregorii Nysseni opera,ed. F. Mueller, Brill, Leiden 1958, vol. 3,1, 47.

    13Cf. Basilio il Grande, Adversus Eunomium, PG 29, 717; Gregorio di Nissa, Refutatioconfessionis Eunomii, 44, in Gregorii Nysseni opera, vol. II, 2, ed. W. Jaeger, Brill, Leiden 1960.

    14Cf. Basilio il Grande, Contra Sabellianos et Arium et Anomoeos, PG 31, 609; Gregoriodi Nazianzo, Carmina de se ipso, PG 37, 1248.

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    La distinzione tra estabil dunque le basi dellaconcezione apofatica di Dio proprio a partire dalla dottrina tri-

    nitaria, ponendo al di sopra di ogni cosa, e anche dellesserestesso di Dio, la tripersoneit divina.

    4.Fonti e scopi della triadologia pseudo-dionisiana

    In ossequio ai termini cronologici dettati dalla cornicepseudo-epigraca che limita la ttizia datazione del Corpusai

    primi anni del II secolo, lo pseudo-Dionigi aronta il problematriadologico come tanti altri temi del Corpus con originalitterminologica e dottrinale rispetto alla tradizione patristica chelo ha preceduto nella realt storica, ovvero quella precedente alVI secolo. tuttavia possibile riconoscere dei riferimenti preci-si alle auctoritatesteologiche scelte come modelli di ortodossiadallo pseudo-Dionigi nellottica di una strategia che intendeva

    supportare un preciso paradigma teologico, stabilendo deirimandi camuffati, ma dottrinalmente riconoscibili, allinse-gnamento delle sue fonti. A loro volta le fonti scelte come auc-toritates, trovando delle anticipazioni nellopera di quello che sisupponeva essere un discepolo di san Paolo15, avrebbero gua-dagnato inautorevolezza.

    Per lo pseudo-Dionigi la questione della divinit delle tre

    ipostasi non costituisce un problema, esulando evidentementedalle discussioni teologiche del tempo in cui visse. Il dibattitovivo nella sua epoca ruotava infatti intorno alle posizioni cri-stologiche post-calcedonesi, che mettevano nondimeno in gio-co linterpretazione del rapporto tra la natura divina e la suaprovvidenza nel mondo. Nellinsieme dei testi che compongo-no il Corpus dionysiacum troviamo diversi passi, pi o menoestesi, inerenti alla problematica cristologica, con una distribu-zione tale che ci assicura della centralit di questo tema tra gliobiettivi di scrittura del suo autore: allinterno di questa serie

    15Cf. At17,34.

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    di riferimenti alcuni sono strettamente connessi alla triadolo-gia, in particolare quelli discussi nei primi due capitoli del De

    divinis nominibus, nei quali emerge il collegamento con la ries-sione ontologico-trinitaria cappadoce e con la teologia delleenergie divine che da essa deriva.

    La distinzione fondamentale posta dallautore del Corpusalla base della separazione tra la vita triadica e la sua attivitprovvidenziale, che egli intende come divina unione e distin-zione ( )16, appare con ogni verosimi-glianza esser stata ripresa dalle opere di Gregorio di Nissa: la

    contrapposizione tra lunit della natura divina e la distinzionenella divinit secondo le ipostasi, quale viene esposta nellOra-tio catechetica magna, pu ad esempio essere identicata comeipotesto dello pseudo-Dionigi17. Lautore del Corpus utilizzaquesta distinzione per argomentare il fondamentale assuntodella triadologia cappadoce per cui le energie divine sonocomuni allintera trinit, concetto che egli esprime attraverso

    lattribuzione dei nomi divini alla Tearchia nel suo complesso:nei nomi divini si manifesta infatti in modo unitario lopera-zione dellintera Trinit18.

    Questo argomento consente allo pseudo-Dionigi di intro-durre una precisazione cristologica per cui lesistenza secondolumanit di Cristo costituisce una delle realt distinte allinter-no della Trinit, al anco delle realt ipostatiche del Padre, del

    Figlio e dello Spirito Santo, facendo chiaramente allusione allavita della natura incarnata del Verbo, che dopo lAscensione traslata in seno alla Trinit:

    Sono distinti il nome e la realt sovressenziali del Padre e del

    Figlio e dello Spirito (

    16Pseudo-Dionysius Areopagita, De divinis nominibus, II, 4, 640D, ed. B. R. Suchla, inCorpus dionysiacum I, De Gruyter, Berlin 1990, 126. Citeremo dora in poi questo trattato,nelledizione riferita, sotto la sigla DN; la traduzione italiana nostra.

    17Gregorio di Nissa, Oratio catechetica magna, in The catechetical oration of Gregory ofNyssa, ed. J. Srawley, Cambridge University Press, Cambridge 1903, rist. 1956, 3; cf. deAndia, La thologie trinitaire de Denys lAropagitecit., 290-298.

    18DNII, 1, 637A-B; cf. de Andia, La thologie trinitaire de Denys lAropagitecit., 281-282.

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    ) []. Vi oltre a questi unaltra distin-zione, che quella dellesistenza di Ges come la nostra, completa e

    invariabile (

    )19.

    Questo passo, appellandosi alla distinzione in seno alla Tri-nit tra la realt () divina ipostatica del Logos e lesisten-za di Ges-Verbo-incarnato secondo lumanit ( ) non fa che aermare la distinzione tra la natura divinae la natura umana in Cristo, e, riallacciandosi alla descrizionedata qualche paragrafo prima dellIncarnazione nei terminidelleterno che nacque nella nostra natura ( )20, esprime una posizionenella quale sarebbe dicile non vedere una piena attestazionedella teologia disita calcedonese.

    Anche quello che abbiamo visto essere uno dei portatimaggiori della triadologia cappadoce, per cui lorigine della

    Trinit non lessenza divina ma la persona del Padre, trovauna chiara attestazione nello pseudo-Dionigi. Nel secondolibro del De divinis nominibusincontriamo infatti due volte lametafora della sorgente/fonte () in relazione alla teogo-nia trinitaria. In una prima denizione si ripropone linsegna-mento cappadoce per cui la sorgente della Trinit lipostasidel Padre (Il Padre la sola fonte della divinit sovressenziale

    ( ))21

    ; in una secon-da denizione il Padre invece denito come la divinit sor-giva ( ), ovvero originaria. Questa seconda deni-zione costituisce un arricchimento del discorso iperousiologi-co, in quanto presenta la stessa ipostaticit divina alla streguadi Divinit:

    Inoltre, essendoci stato tramandato dalle Sacre Scritture che il

    Padre la Divinit sorgiva ( ), mentre il Figlio

    19DNII, 4, 640C, 126.20DNI, 4, 592A, 113.21DNII, 5, 641D, 128.

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    e lo Spirito, se proprio necessario definirlo, sono i germogli divi-

    namente sbocciati ( ), come ori e luci sovressenziali

    (

    ), della divinit generata da Dio (

    )22.

    La Divinit non va dunque identicata nellessenza divi-na, bens nella personeit paterna sovressenziale; lessenzadivina risulta invece essere non in quanto essa sia origi-naria (), ma in quanto costituisce l sovressenzialedelle tre ipostasi. Per lo pseudo-Dionigi si pu infatti parlare

    di essenza divina solo per modo di dire in quanto la Tearchia del tutto al di la dell.Un passo del primo capitolo del Dedivinis nominibus attesta la ricezione della formula cappadocesulla tripostaticit divina, ma al contempo ribadisce la rigorosaconcezione iperontologica propugnata dallo pseudo-Dionigi:

    vediamo come la Tearchia sia santamente lodata (

    ) [] come Trinit attraverso la manifestazio-ne tripostatica della fecondit sovra-essenziale (

    )23.

    Nel richiamarsi alla tripostaticit divina commettendoquello che a noi appare un chiaro anacronismo rispetto alla n-zione pseudo-epigraca , lo ps.-Dionigi sembra voler suggeri-

    re che il linguaggio trinitario adottato dai Cappadoci aveva unprecedente nobile nella dottrina di Dionigi, sicch, anche nelcaso dellorigine sovressenziale delle tre persone, possiamopensare che egli, rifacendosi allo stesso stratagemma, abbiavoluto indicare nel Corpus il fondamento apostolico dellipe-rontologia trinitaria dei Cappadoci.

    La denizione delle ipostasi trinitarie della divinit gene-rata da Dio ( ) espressione che si cogliecome contrapposizione alla divinit non generata, ovvero

    22DNII, 7, 645B, 132.23DNI, 4, 592A, 132.

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    sorgiva ( ) (lo pseudo-Dionigi non distingue laprocessione dello Spirito Santo rispetto alla generazione divi-

    na) nelle loro distinzioni e unioni trinitarie si precisa pi sot-to come 24, richiamando la metafo-ra della distinzione e unione inconfusa della luce prodottada tre lampade, che ancora debitrice del linguaggio triado-logico cappadoce, come si pu evincere da un raronto testua-le con lOratio 39di Gregorio di Nazianzo25.

    Peraltro, nellespressione ori e luci sovressenziali ( ) abbiamo anche una palese citazione dal De

    malorum subsistentia di Proclo, il cui testo ci arrivato superstiteattraverso la traduzione latina di Guglielmo di Moerbeke:

    Nihil aliud entes quam entium unitates et metra et bonitates et

    summitates, si velis, et velutores et supersubstantialia lumina26.

    Dovendoci interrogare sul perch lo pseudo-Dionigi acco-

    sti riferimenti dai Cappadoci e dai Neoplatonici nella metafo-ra delle luci trinitarie, veniamo a toccare un altro motivo dellatriadologia pseudo-dionisiana, che quello della polemica anti-pagana. Va infatti richiamato che lultima scuola neoplatonica,in particolare quella ateniese, aveva intrapreso un percorso sot-tilmente critico nei confronti della dottrina cristiana, mirandoa opporvi una dissimulata confutazione dottrinale27. Questo

    particolarmente evidente in Damascio, lultimo diadoco atenie-

    24DNII, 4, 641C, 128.25Gregorio di Nazianzo, Oratio XXXIX:In sancta lumina, PG 36, 345C-D; Gregorio di

    Nissa, De dierentia essentiae et hypostasis, PG 32, 333A; cf. Lilla, Terminologia trinitaria nelloPseudo-Dionigi lAreopagita cit., 610.

    26Proclo Licio Diadoco, De malorum subsistentia, 2, 11, in Proclus, Tria Opuscula. DeProvidentia, liberalitate, malo; Latine Guilelmo de Moerbeka vertente et Graece ex IsaaciiSebastocratoris, hrsg. von H. Boese, Berlin 1960, 192; cf. H. Koch, Pseudo-DionysiusAreopagitainSeinen Beziehungenzum Neuplatonismus und Mysterienwesen, Mainz 1900, 162-

    163; Lilla, Terminologia trinitariacit., 609; I. Perczel, Denys lAropagite et les hnades deProclus, in Philosophie dionysienne, d. par E. Moutsopoulos, Athnes 1994, in Diotima.Epitheoresis philosophikes ereunes / Revue de recherche philosophique 23 (1995), 75.

    27Cf. H.-D. Sarey, Allusions antichrtienneschez Proclus, le diadoque platonicien, inRevue de Sciences Philosophiques et Thologiques 59 (1975), 553-563; V. Napoli,

    . Il principio totalmente ineffabile tra dialettica ed esegesi in Damascio,Cuecm, Catania Palermo 2008, 95.

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    se, che nel De primis principiis avevaoppostouna netta critica aifondamenti teorici della Trinit () cristiana, arrivando ad

    aermare che:non vi n identit ( ), n alterit ( ), n tria-

    de ( ), n monade ( ), n monade opposta a una triade

    ( ), in quanto non vi opposizione

    nellintellegibile ( )28.

    Lo ps.-Dionigi ribatte alla sfida radicale della teologia

    negativa damasciana, aermando a sua volta che la Divinit,che al di l di tutto, celebrata come Monade e Trinit, non n Monade n Trinit ( , )...29, ma risolven-do in senso positivo la possibilit di avere una conoscenza del-la Trinit attraverso la volont di questa di manifestarsi attra-verso le sue energie, che, nel tredicesimo e ultimo capitolo del

    De divinis nominibus, sono presentate come dono innanzituttodi dire e dunque di dire bene ( , )30.

    Possiamo pensare che lutilizzo scoperto della terminolo-gia neoplatonica, addirittura attraverso citazioni non irricono-scibili per chi avesse avuto conoscenza dellopera di Proclo e diDamascio, fosse nalizzato a mostrare come in realt i loso

    neoplatonici ateniesi avessero plagiato il linguaggio dellate-niese Dionigi, il quale, nella nzione letteraria del Corpus, sipresentava a loro antecedente di circa quattro secoli31.

    Ricapitolando quanto detto n qui, possiamo concludereche gli obiettivi della triadologia dello ps.-Dionigi vanno rico-nosciuti, da una parte, nellaermazione del paradigma teolo-

    28Damascio, Dubitationes et solutiones de primis principiis, ed. C.. Ruelle, Klincksieck,

    Paris 1889, rist. Amsterdam 1966, I, 300.29DNXIII, 3, 980D-981A, 229.30DNXIII, 4, 981C, 230.31 Il motivo dei furta platonicorum nei confronti di Dionigi esplicitamente

    affermato dallautore del CorpusnellEpistula VII, 2; cf. H.-D. SAFFREY, Le lien le plusobjectif entre le Pseudo-Denys et Proclus, in Roma, magistra mundi. Itineraria culturaemedievalis, a c. di J. Hamesse, Louvain-la-Neuve 1998, 792-799.

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    gico denito dai Padri cappadoci sulla base delliperousiolo-gia, della distinzione tra ee della teologia delle

    energie divine (equiparate ai nomi divini); dallaltra nel porta-re una risposta contro-apologetica alle teorie triadologicheneoplatoniche. Sottolineando con vigore la sovressenzialitdella natura divina lo ps.-Dionigi ha ssato in modo denitivolimpianto ontologico della teologia orientale nei termini diuniperontologia, segnando cos il compimento di una tradi-zione teologica che aveva riconosciuto nella nozione di perso-neit il fondamento di ogni iperontologia e di ogni ontologia.

    Lo ps.-Dionigi ha dunque portato a compimento la rivolu-zione cappadoce, permettendo alla tradizione teologica orien-tale di congurarsi per i secoli a venire sulla base dellapofati-smo e della teologia delle energie divine. Come abbiamo inol-tre visto questa impostazione gli permetteva di avanzare alcu-ni ranati argomenti in favore di una comprensione della coe-sistenza in Cristo di due nature distinte, problema che costitui-

    va il fulcro del dibattito teologico del suo tempo.La scelta dei Cappadoci come asse portante di questo para-

    digma, che la nzione letteraria del Corpussuggerisce essere inlinea con la presunta teologia apostolica del Dionigi Areopa-gita storico, intende a nostro avviso suggerire lesistenza diuna catena aurea della teologia, che, partendo dallatenieseDionigi, discepolo di Paolo, e passando per i tre Padri, i quali

    erano additabili su basi storiche ed ecclesiastiche come rappre-sentanti della tradizione costantinopolitana (Gregorio diNazianzo fu del resto Patriarca di Costantinopoli e presiedettein quanto tale le prime fasi del Concilio ecumenico del 381),trovava nella Costantinopoli di et giustinianea, epoca nellaquale si registr la denitiva aermazione della cristologia cal-cedonese e nella quale il Corpusera comparso e verosimilmen-te era stato scritto, una consacrazione per cui la tradizioneemergente della capitale dellImpero si candidava ad essere laguida e il modello dellortodossia nellintera ecumene, nellot-tica del superamento dellegemonia delle pi antiche e presti-giose sedi di Alessandria e di Antiochia.

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    INDICE

    PrefazionediVINCENZOCICERO, ALFREDOGATTO, CLAUDIOMORESCHINI 7

    SEZIONEPATRISTICA

    CLAUDIOMORESCHINIUna substantia, tres personae. Tertulliano e gli inizi

    dellontologia trinitaria in Occidente 131. Cristianesimo e losoa greca del secolo II 132. Il Logos di Dio e la sua generazione dal Padre 143. Un abbozzo di dottrina trinitaria 194. Contro la dottrina del Logos: il modalismo e Prassea 205. Sulleresia monarchiana 22

    6. Teologia trinitaria di Tertulliano 24

    7. Persona 277.1. Persona nel mondo latino 277.2. Persona nellesegesi scritturistica 287.3. Persona in Tertulliano 307.4. Il Figlio 367.5. Lo Spirito 388. Conclusioni 39

    DOMENICOPAZZINIOrigene. Lontologia trinitaria fra economia e teologia 431.Percorso diacronico 432.Ontologia ed episteme 48

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    VITOLIMONEOusa, hypstasis, hypokemenon.Il lessico trinitario del Commento a Giovanni di Origene 551.Introduzione 552. Orat. 27,7-8: i signicati platonico, stoico e cristologico

    diousi@a 563. Luso di ousi@anel Commento a Giovanni 593.1 CIo 1,24,151-152 593.2 CIo2,2,16 603.3. CIo2,10,74 62

    3.4.CIo2,23,149 63

    3.5. CIo6,38,188 643.6. CIo10,37,246 654. ek thv ousi@av: il caso di FrIo 9 67

    GIULIOMASPEROLontologia trinitaria nei Padri Cappadoci:

    prospettiva cristologica 69

    1.Introduzione 69

    2. Antecedenti 703. Basilio 744. Gregorio di Nazianzo 775. Gregorio di Nissa 836. Conclusione 90

    MARIALAURADIPAOLO

    Apofatismo e doppia ontologia: commentando alcuni passidel De vita Moysis di Gregorio di Nissa 93

    PIEROCODAFraterna dilectio non solum ex Deo sed etiam Deus est.Lontologia trinitaria nel Libro VIII

    delDe Trinitate di Agostino 105

    ALESSANDRO

    CLEMENZIA

    Quaestio de unitate et de alteritate in Deo nella riessionedi Agostino dIppona 143

    1.Introduzione: lontologia trinitaria come orizzonte teo-logico 1432. Lunit di Dio in Dio 147

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    2.1.Lunit divina nella comune essenza 1482.2. Lunit divina nello Spirito Santo 1512.3. Lunit come evento intratrinitario 1553.Conclusioni 157

    GIUSEPPEGIRGENTILorigine porriana della formula trinitaria

    , 159

    ERNESTOSERGIOMAINOLDILa ricezione della rivoluzione ontologica dei Padri

    cappadoci: la triadologia dello pseudo-Dionigi Areopagitae i suoi obiettivi 167

    1. Problemi dellontologia trinitaria da Nicea ai Cappadoci 1672.La triadologia del Corpus dionysiacumalla luce del

    suo problema storiograco 1683.La rivoluzione ontologica dei Padri Cappadoci 1694.Fonti e scopi della triadologia pseudo-dionisiana 172

    SEZIONEMEDIOEVALE

    DAVIDEPENNAAmor ipse intellectus est. Amore e conoscenza

    in Guglielmo di Saint-Thierry 181

    1.La ricerca del volto di Dio come desiderium absentis 1812.Videre est esse: lesigenza trinitaria 1843.Ratio transit in amorem: la via di Davide 1864. La sapientiacome unitas spiritus 192

    ANDREATAGLIAPIETRAGioacchino da Fiore e la musica del Salterio a dieci corde.

    Grammatica e metaforica della Trinit 195

    EMANUELEPILIAbbandono e relazione: levento della croce

    nella Summa Theologiaedi Tommaso dAquino 219

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    MAUROMANTOVANIQuale ontologia trinitaria in Tommaso dAquino?Una discussione aperta 2291. Introduzione 2292.Unopera giovanile: il De ente et essentia 2323. La prima opera sistematica: il Commento alle Sentenze 2334. Un interesse costante 2365. Alcune note conclusive 238

    MARCOVANNINI

    Divinit, Dio, Trinit in Meister Eckhart 241

    SEZIONEMODERNAECONTEMPORANEA

    MARCOIVALDO

    Lidea della trinit nella Staatslehredi Fichte 249

    1.Vecchio e Nuovo mondo 2492.Il regno dei cieli 2513. Principi di una cristologia losoca 2544. La visione trinitaria 2585. Spirito dal Padre e Spirito santo 2626. Due critiche 266

    VINCENZOCICEROKenosis dellAssoluto.Del negativo nella cristologia hegeliana 2691. Kenosis,autodierenziazione dellAssoluto, negativit 2692. Kenosis e povert di spirito nel Servo maltrattato 2723. La kenosis del Logos e i limiti della posizione hegeliana 278

    CLAUDIACIMMARUSTI

    Hegel e la dialettica trinitaria tra la Scienza della logica e la Fenomenologia dello spirito 2831.Dal privilegio ermeneutico: identit speculativa

    e rinuncia al monismo hegeliano 2832.Hegel e lontologia trinitaria: un confronto possibile? 289

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    3. Ipotesi sullAufhebung 2934. Sullintersoggettivit: dalla Fenomenologiaalla Logica 296

    FRANCESCOTOMATISPrincipi primi e potenze trinitarie nellultimo Schelling 299

    FILIPPOSILVADe generatione aeterna. La polemica di Schelling

    con i teologi (Philosophie der Oenbarung, Vorlesung XV) 313

    LORENACATUOGNOKlaus Hemmerle e Antonio Rosmini: il rinnovato equilibrio

    tra teologia e losoa quale presupposto di unaontologia trinitaria 325

    1. Klaus Hemmerle. La ricerca di una nuova ontologiaa partire dal duplice apriori della teologia 326

    2. Antonio Rosmini. La Trinit e la triadicit dellessere alla luce dei fondamenti ontologici della conoscenza naturale e di quella soprannaturale 3313.Conclusione 337

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