MORFASSOMORFASSOIn festa

fiera di luglio

MORFASSOMORFASSOIn festa

fiera di luglio

PAOLO BERTOLI

Sabato18

Domenica19

Esibizione

di BALLO

Venerdì17a seguire...

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tel. 0523/908184e-mail: studio@studiomalvisi.itvia Aldo Moro, 57 - Morfasso

Monte MenegoraFerrigno e affascinante, il Menegora, con i suoi 1356 metri, è il scono la testata della conca da cui, alimentato da innumerevoli rigArda. Ciononostante è facilmente raggiungibile attraverso le innuterritorio ricco di vegetazione pressoché incontaminata, purché vero la pena, a spendere un supplemento di energie per complpendenza. Una volta in vetta si può stare tranquilli, poiché si sbuper muoversi in libertà, e attraverso la stretta sella di collegamedisteso in pendenza sopra una massiccia protuberanza della vevalle dalla quale si raggiunge Morfasso. Lo sforzo fisico per arrivda panorami mozzafiato che si possono ammirare ovunque lo sg

Monte LamaIl Monte Lama (m. 1.345), baluardo di confine tra la nostra provnettone che, nella forma, ricorda i rilievi isolati dell’amena pianuoffrono un quasi incessante riparo ai raggi del sole, rendendo picino Menegora, distante circa due chilometri in linea d’aria, e d’Arda, inconfondibile con lo specchio d’acqua dell’invaso di Mid’occhio. La sommità del monte è un altopiano leggermente rigvole da viole tricolori nella non frequente varietà gialla, è interro

i più riluttanti a fare una sosta per un picnic, e non è infrequenboccone di pane faciliterà un simpatico approccio a completa

Monte MoriaLa Valdarda rappresenta la memoria storica della provincia di Moria e congiungono due valli, quella dell’Arda e del Chero, Val Tolla e quello di Veleia, albergano di castagni e faggi dalle Parco Provinciale. Il cuore del parco, a più di 900 metri di quottorio della Madonna di Monte e, proprio al termine della straampi spiazzi erbosi attrezzati che offrono l’opportunità di mache amano socializzare trovano qui, nella bella stagione, unstesso desiderio. Chi ama le passeggiate a diretto contatto cgirano i rilievi e vi salgono, godendosi ore di solitudine e im

Monte Santa FrancaMorfasso è tra i maggiori custodi, se non il maggiore, del cLana, dove in tempi antichissimi fu eretto il monastero che del 1216) Franca e le sue compagne, dal 1882 è presente zione locale per Colei che, nel raccoglimento di questi luogla carità e la fede. A suo tempo proclamata patrona della Vacoli viene festeggiata sul monte che ora porta il suo nome lada Morfasso 6 chilometri, sorge ai lati di un meraviglioso pdell’anno è méta dei tanti vacanzieri che vogliono godere dcantato. Circa 250 metri a monte dell’oratorio esiste il pozgevano l’acqua per i bisogni quotidiani e, secondo la tradizche è di prammatica berla e anche raccoglierla e conservar

Vieni e vivi la nat

è il monte più alto di quelli che costitui-oli rigagnoli, comincia a scorrere il torrentee innumerevoli mulattiere che fendono unrché ognuno sia disposto, e ne vale dav-ompletare l’ultimo tratto di salita in fortesi sbuca su un piano ampio quanto bastagamento si può arrivare al grande pratola vetta, e dal suo limite affacciarsi sullaarrivare in vetta è ampiamente ripagato

e lo sguardo abbia a stagliare l’orizzonte.

a provincia e quella di Parma, si presenta come un grosso pa-pianura. La realtà appenninica è tradita da querce e faggi, chedo piacevole l’ascesa. Dalla vetta si ha una bella veduta del vi-ia, e girando lo sguardo verso nord – est si domina l’alta Valdi Mignano. A est si snodano le catene del Parmense a perditate rigonfio in cui il prato, popolato per tutta la stagione favore-terrotto qua e là da boschetti di faggi. L’atmosfera invita anchequente consumarlo in compagnia di cavalli e capre; offrirgli unpletare una rilassante arrampicata.

ia di Piacenza. Tra i boschi che convergono alla sommità del Monteero, e uniscono due territori dal sapore antico, quello di Monasterodalle dimensioni così imponenti da giustificare l’elezione dell’area aquota, è agevolmente raggiungibile in automobile; vi sorgono l’ora-a strada, tutta asfaltata, un rifugio – ristorante, entrambi a ridosso didi mangiare al sacco anche seduti a comodi tavoli in legno. Coloroe, un ambiente ideale, frequentato da centinaia di persone con loatto con la natura, può seguire i numerosi sentieri che, addentrandosi nella macchia, ag-e e improvvise aperture panoramiche sulle valli vicine.

del culto di Santa Franca. In quello che era chiamato il Monte dio che ospitò per circa due anni (dall’ottobre del 1214 al maggioente un oratorio a testimonianza della devozione della popola-luoghi, insegnò alle giovani suore e ai popolani l’amore di Dio,lla Val d’Arda, Santa Franca è l’ “amica” degli emigrati e da se-me la prima e l’ultima domenica di agosto. L’oratorio, distante

oso pianoro circondato da faggi secolari, e in qualsiasi periododere di qualche ora di relax a diretto contatto con un luogo in-l pozzetto di sorgente dove Franca e le sue compagne attin-radizione, si attribuiscono ad essa proprietà miracolose, tantoervarla come lenitivo delle malattie degli occhi.

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