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Pagina 1 News UNITREOSIMO 24° Anno Accademico 2013 - 2014 A cura della Presidenza Numero 7 Maggio 2014 Sede: Piazza Sant’Agostino, 2 Osimo Email: [email protected] Con questo settimo numero terminiamo la pubblicazione del giornalino. Riprenderà in Ottobre all’apertura dell’anno accademico. Il venticinquesimo. Un anniversario importante che sarà degnamente celebrato per il rispetto dovuto ai soci fondatori, ai soci che hanno frequentato assiduamente l’Associazione e che ora non ci sono più e ai soci attuali che continuano con la loro presenza a sostenere e a far vivere l’UNITRE. Che cosa è, in cosa consiste, cosa rappresenta questa organizzazione? Tre doman- de con un’unica risposta. L’UNITRE organizza corsi, conferenze, gite, incontri, scambi culturali con altre generazioni e altri tipi di associazionismo. E' aperta alle novità ma ricorda e rispet- ta le tradizioni e le radici. E’ un’Accademia di Umanità per dirla con la nostra Pre- sidente Nazionale, ora onoraria, che è stata la fondatrice dell’UNITRE a Torino, quaranta anni fa. Noi non forniamo solamente servizi o meglio attraverso i servizi cerchiamo, con fatica, di creare una rete di amicizie, di compagnia, di soddisfazio- ne fisica, morale e spirituale. Cerchiamo di stare bene insieme e parlare anche di argomenti personali. Vogliamo incontrarci e salutarci con un sorriso, un abbraccio con una mente libera da tutte le tortuosità della vita. Cerchiamo di portare i nostri soci a misurarsi con loro stessi, cerchiamo di liberare le potenzialità nascoste nei tempi passati per svariati motivi del vivere. Vorremmo che si mettessero in discus- sione in discipline che da giovani mai avrebbero immaginato di seguire. Non tutti i soci hanno compreso ciò e ci dispiace per loro. Per quanto riguarda la Presidenza e il Consiglio Direttivo la via è tracciata e segui- remo la nostra rotta senza tentennamenti di sorta. Qualche volta siamo un po’ rigi- di verso alcune richieste ma non possiamo farne a meno. La nostra trasparenza, la nostra obiettività e il rispetto verso gli altri ce lo permettono. Il nostra Statuto è limpido come l’acqua che scorre nei ruscelli dell’alta montagna. L’anno accademico appena trascorso è stato ricco di avvenimenti e di soddisfazio- ni. L’impegno e la caparbietà è stata apprezzata da tanti soci e da personalità estranee all’UNITRE. Novità assolute: la nascita di questo giornalino; la qualificante collaborazione con l’Istituto Campana che ci riempie di orgoglio; il corso di Teatro con la creazione di una Compagnia Teatrale e con la recitazione di soci che mai avevano calcato le scene. Prova difficilissima ed esaltante. Ci riproveremo! E’ una promessa e una mi- naccia. Ricordo inoltre che, sponsorizzato dall’UNITRE, il nostro concittadino Valfrido Valeri, pianista, terrà un concerto il 29 giugno al Duomo di Osimo. A fine Luglio e nei primi giorni di Agosto potremo risentire Val- frido accompagnato da Nicole Frei, violinista, nella chiesa di San Marco, al Duomo e a Palazzo Campana. Buone vacanze a tutti, ci ritroveremo a metà settembre quando inizieranno le iscrizioni. Maria Antonietta MATTIOLI Sommario: 1. Saluti del nostro Presi- dente, pag. 1; 2. Lettera del Presidente Nazionale Unitre Gusta- vo Cuccini, pag. 2 3. Cafe –Chantant di Ros- sana Giorgetti Pesaro, pag. 3; 4. Un sassolino nella scar- pa … di Rosalba Ronca- glia, pag. 4; 5. Premiazione Concorso di pittura e fotografia di Rossana Giorgetti Pesa- ro, pag. 5; 6. L’Unitre incontra la Guardia Costiera di Ros- sana Giorgetti Pesaro, pag. 7; 7. La Passiò del Burraco di Rossana Giorgetti Pesa- ro, pag. 9, 10 e 11. Siamo su Internet http://www.unitreosimo.it Seguici su Facebook www.facebook.com/uni.osimo

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News

UNITREOSIMO 24° Anno Accademico

2013 - 2014

A cura della Presidenza

Numero 7 Maggio 2014 Sede: Piazza Sant’Agostino, 2 Osimo Email: [email protected]

Con questo settimo numero terminiamo la pubblicazione del giornalino. Riprenderà in Ottobre all’apertura

dell’anno accademico. Il venticinquesimo. Un anniversario importante che sarà degnamente celebrato per il

rispetto dovuto ai soci fondatori, ai soci che hanno frequentato assiduamente l’Associazione e che ora non ci

sono più e ai soci attuali che continuano con la loro presenza a sostenere e a far vivere l’UNITRE.

Che cosa è, in cosa consiste, cosa rappresenta questa organizzazione? Tre doman-

de con un’unica risposta.

L’UNITRE organizza corsi, conferenze, gite, incontri, scambi culturali con altre

generazioni e altri tipi di associazionismo. E' aperta alle novità ma ricorda e rispet-

ta le tradizioni e le radici. E’ un’Accademia di Umanità per dirla con la nostra Pre-

sidente Nazionale, ora onoraria, che è stata la fondatrice dell’UNITRE a Torino,

quaranta anni fa. Noi non forniamo solamente servizi o meglio attraverso i servizi

cerchiamo, con fatica, di creare una rete di amicizie, di compagnia, di soddisfazio-

ne fisica, morale e spirituale. Cerchiamo di stare bene insieme e parlare anche di

argomenti personali. Vogliamo incontrarci e salutarci con un sorriso, un abbraccio

con una mente libera da tutte le tortuosità della vita. Cerchiamo di portare i nostri

soci a misurarsi con loro stessi, cerchiamo di liberare le potenzialità nascoste nei

tempi passati per svariati motivi del vivere. Vorremmo che si mettessero in discus-

sione in discipline che da giovani mai avrebbero immaginato di seguire. Non tutti

i soci hanno compreso ciò e ci dispiace per loro.

Per quanto riguarda la Presidenza e il Consiglio Direttivo la via è tracciata e segui-

remo la nostra rotta senza tentennamenti di sorta. Qualche volta siamo un po’ rigi-

di verso alcune richieste ma non possiamo farne a meno. La nostra trasparenza, la

nostra obiettività e il rispetto verso gli altri ce lo permettono. Il nostra Statuto è

limpido come l’acqua che scorre nei ruscelli dell’alta montagna.

L’anno accademico appena trascorso è stato ricco di avvenimenti e di soddisfazio-

ni. L’impegno e la caparbietà è stata apprezzata da tanti soci e da personalità estranee all’UNITRE. Novità

assolute: la nascita di questo giornalino; la qualificante collaborazione con l’Istituto Campana che ci riempie

di orgoglio; il corso di Teatro con la creazione di una Compagnia Teatrale e con la recitazione di soci che

mai avevano calcato le scene. Prova difficilissima ed esaltante. Ci riproveremo! E’ una promessa e una mi-

naccia.

Ricordo inoltre che, sponsorizzato dall’UNITRE, il nostro concittadino Valfrido Valeri, pianista, terrà un

concerto il 29 giugno al Duomo di Osimo. A fine Luglio e nei primi giorni di Agosto potremo risentire Val-

frido accompagnato da Nicole Frei, violinista, nella chiesa di San Marco, al Duomo e a Palazzo Campana.

Buone vacanze a tutti, ci ritroveremo a metà settembre quando inizieranno le iscrizioni.

Maria Antonietta MATTIOLI

Sommario:

1. Saluti del nostro Presi-

dente, pag. 1;

2. Lettera del Presidente

Nazionale Unitre Gusta-

vo Cuccini, pag. 2

3. Cafe –Chantant di Ros-

sana Giorgetti Pesaro,

pag. 3;

4. Un sassolino nella scar-

pa … di Rosalba Ronca-

glia, pag. 4;

5. Premiazione Concorso

di pittura e fotografia di

Rossana Giorgetti Pesa-

ro, pag. 5;

6. L’Unitre incontra la

Guardia Costiera di Ros-

sana Giorgetti Pesaro,

pag. 7;

7. La Passiò del Burraco di

Rossana Giorgetti Pesa-

ro, pag. 9, 10 e 11.

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Riceviamo e pubblichiamo la lettera del Presidente Unitre Nazionale

Gustavo Cuccini UniTre Perugia

Alle UNITRE tutte

Ai Presidenti, ai Consigli Direttivi, agli Associati Docenti e Studenti, ai

Volontari

Amiche e amici carissimi,

al volgere di questo Anno Accademico rivolgo a tutti Voi un grato pensie-

ro per come nei luoghi più diversi d’Italia portate alta la bandiera della No-

stra Associazione, con un impegno che va oltre, per dedizione e amore, lo

spirito puro del volontariato.

Da poco più di un mese sono stato eletto Presidente Nazionale, e già nu-

merosi mi arrivano gli inviti a partecipare alle cerimonie di chiusura dei

Corsi: non potrò essere sempre con Voi fisicamente, ma lo sarò con il pen-

siero. Vi ringrazio tutti di cuore e Vi auguro ogni bene.

Con i colleghi più stretti dello scaduto Esecutivo, ancora in prorogatio,

sto completando il lavoro per l’assunzione piena delle mie responsabilità di-

rettive e gestionali e per la formazione del nuovo Consiglio Esecutivo, il che

dovrà avvenire intorno alla metà di giugno.

Il passaggio epocale sancito dall’Assemblea Nazionale del 29 marzo ci

sollecita tutti ad essere ancora più attivi e impegnati nella realizzazione delle

finalità del nostro Statuto, nell’ottica in particolare del dialogo intergenera-

zionale, nell’apertura al diverso e al volontariato sociale con gli strumenti di

quella cultura viva e tarata sulla dimensione umana della persona che abbia-

mo a disposizione.

Nelle Vostre cerimonie di chiusura vi chiedo che sia sempre vivo il ricor-

do del nostro Presidente Onorario Irma Maria Re, al cui instancabile e pro-

positivo operato quasi quarantennale siamo tutti riconoscenti.

Vi abbraccio con affettuosa fraterna amicizia, con l’augurio che il merita-

to riposo estivo possa ancora più fortificare in Voi la geniale creatività che

Vi ha fatto rendere grandi le Vostre, le Nostre, UNITRE.

Gustavo Cuccini

Presidente Nazionale UNITRE

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CAFE’-CHANTANT” IN CHIUSURA ANNO UNITRE Rossana Giorgetti Pesaro

Alle ore 16,30 di Mercoledì 29 aprile, l’Unitre ha chiuso l’Anno Accademico 2014 con lo spettacolo di Teatro Unitre, presentato dal-la docente e regista Gigliola Co-stantini. La presidente Antoniet-ta Mattioli ha salutato i docen-ti, i soci e i simpatizzanti, elencando le molteplici attività programmate in questo anno, atti-vità che hanno privilegiato la cultura in tutti i suoi aspetti: dal Teatro, all’Arte, all’Infor-mazione e all’Attualità sempre con l’intento di coinvolgere cul-turalmente ed emotivamente gli aderenti e di consolidare l’ami-cizia e la solidarietà fra gli iscritti. Gli attori, sono stati tutti protagonisti, esibendosi nei ruoli a loro congeniali: Norma Saluzzi nella dizione di

alcune sue poesie e in scenet-te di colore locale con Luigi Egidi e Maria Strappati,

Elda Marchetti efficace nel ruolo della popolana osimana,

Giuseppe Giordano, new-entry, che ha fatto rivivere le “macchiette” del Café Chantant dei primi del 900, esibendosi in lin-gua napoletana con l’ausilio della “sciantosa” Giu-seppina Polacco.

Molte le risate, alle battute di Maria Strappati, molta emo-zione alla lettura di un brano di Umberto Graciotti, alias Medeo. Molto rammari-co per non aver visto sulla scena l’esilarante Carla Rocchi, con la speran-za di riveder-la in scena l’anno prossi-mo. La serata si è conclusa con un coro de-gli attori che hanno dato l’arrivederci all’anno prossi-mo ai dirigenti e agli inter-venuti, ringraziandoli per la loro presenza.

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Un sassolino nella scarpa…. Rosalba Roncaglia

L’ipocrisia delle parole

Quando una parola che fa parte della lingua italiana, ci sembra in qualche modo ingiuriosa, la sosti-

tuiamo con un’altra, pensando così di nobilitarne la sostanza.

E’ l’ipocrisia della parole.

Cominciamo da handicappato, un termine, che definisce una realtà

delicata. Ma l’handicap è solo un peso di cui viene gravato il cavallo

più “blasonato”, per limitarne la superiorità in modo che la gara risulti

equilibrata.

E’ dunque un limite ed è innegabile che tanti ne soffrano, senza nulla

togliere alla loro dignità e valore di persone. Poiché la parola

“handicappato” è stata spesso usata in modo dispregiativo, la si è so-

stituita con il termine diversamente abile, ma l’handicap definisce

solo uno svantaggio iniziale e l’aggettivo derivato significa semplice-

mente svantaggiato.

La stessa ragione, cioè l’uso di una parola assolutamente corretta in

modo ingiurioso, ha portato alla trasformazione di negro in nero, termine molto più vago e generico,

con buona pace di negriero o negritudine, che non si sa come sostituire. Perché non si cura di più la

buona educazione e il rispetto degli altri, invece di cambiare le parole? Dico la verità ho sempre usato

tranquillamente la parola “negro”, per definire le qualità di una razza, senza mai gravarla di significati

negativi e come me tanti fanno fatica a dire “nero”.

C’è poi, al posto dello scopino, l’operatore ecologico, che suscita nella nostra mente immagini di chi-

mici e ricercatori. L’antico nome definiva un lavoro umile, ma dignitoso, come quello di oggi, che si

avvale di macchine e strumenti più idonei, ma che resta in sostanza lo stesso. Perché cambiargli nome

sfiorando il ridicolo e facendoci inciampare sulle parole?

Non parliamo poi di escort, il top dell’ipocrisia. Qui tra l’altro non ci troviamo davanti a limiti impo-

sti dalla realtà delle cose, ma a scelte di vita, che hanno meno ragione di essere protette. Ricordo che

per la prima volta trovai la parola zoccola in “Porci con le ali” di Marco Lombardo Radice e Livia

Ravera. I termini più correnti erano prostituta, che definiva quasi una condizione sociale, puttana,

battona, troia, con connotati chiaramente più dispregiativi. Ma oggi l’ escort spesso si definisce tale

senza imbarazzi o vergogne, spesso proponendosi in una veste elegante o addirittura riunendosi in

cooperative manageriali. Lo fanno studentesse e casalinghe per arrotondare. Ma che cosa è cambiato

dello sporco lavoro più vecchio del mondo?

Finisco con la parola nano, che ha dato lo spunto alla mia lunga

digressione. Una delle protagoniste de “La grande bellezza “ di

Sorrentino, film che ha vinto recentemente l’Oscar come miglior

film straniero, affetta da nanismo, una patologia che ha un nome

difficilissimo, ha parlato con grande serenità del problema della pa-

rola. In casa la parola nano era tabù, ma per strada, a scuola, veniva

pronunciata come insulto. Ha detto che lei, una donna felicemente

realizzata, ma non attrice di professione, nello svolgere questo ruolo

così diverso e impegnativo, ha trovato la più grande difficoltà nel

pronunciare nel film la parola nana, in una battuta di autoironia. Il

superamento di quel tabù le ha fatto capire che il male non è nella

parola in sé, ma nell’uso che se ne fa. Lo dice una donna intelli-

gente, che ha superato felicemente l’unico limite della sua vita e ora usa abitualmente il termine abor-

rito nell’associazione di bambini affetti da nanismo di cui è presidente, per aiutarli a pensare che an-

che la diversità ha una sua normalità di cui non vergognarsi.

Certo le parole possono far male, ma invece di cambiare un termine che ha i suoi chiari connotati

nella lingua italiana, cambiamo la testa e il cuore della gente, perché chi vuol ferire saprà sempre

e comunque come farlo.

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PREMIAZIONE CONCORSO NAZIONALE UNITRE Osimo

“Alla Scoperta dei Beni Culturali del proprio Paese” Rossana Giorgetti Pesaro

Sabato 10 maggio 2014, nel foyer del Teatrino Campana, si è svolta la cerimonia di premiazione del Concorso nazionale pittorico e fotografico, organizzato dall’Unitre di Osimo. Questa II Edizione ha proposto due temi: uno riguardante la Natura, l’altro i beni culturali della regione dei partecipanti del Concorso, articolato i due sezioni: A) pittorica, B) fotografica. La presidente Antonietta Mattioli, dopo aver salutato il sindaco Simoncini intervenuto, si è rallegrata con i presenti per le tante opere arrivate da tutte le parti d’Italia, congratulandosi con i vincitori. Secon-do la presidente della Commissione esaminatrice, Marisa Barontini, la scelta non è risultata facile, data la buona qualità degli elaborati. Arrivato il momento delle premiazioni, la Mattioli ha proclamato i vin-citori, secondo questo ordine:

I° Premio a Liliana Fossati, dell’Unitre di Genova, per “L’angelo della resurrezione”; II° Premio ex equo a Emanuela Rocco, dell’Unitre di Osimo, per “Armonia tra spazio me tempo” e

a Caterina Cataldi, dell’Unitre di Genova, per “La cattedrale di San Lorenzo”; III° Premio ex equo Edith Anna Viol, dell’Unitre di Ancona, per “Il mare e trabocchi” e Maria Ma-

gioncalda” dell’Unitre di Genova per “Verso dove”. Menzioni speciali sono andate a Balbina Serra dell’Unitre di Genova, per “Salita Cannoni”, a Patrizia Breccia, dell’Unitre di Orbetello, per “Pisa: piazza dei Miracoli”, e a Liliana Fioretti dell’Unitre di Osi-mo per “Piazza di Loreto”. Al termine della serata il sindaco Simoncini ha espresso tutta la sua gratitudine all’Unitre per la funzio-ne culturale e sociale che svolge da più di vent’anni nella città , congratulandosi per la vitalità dimostra-ta quest’anno nelle tante iniziative proposte fra cui questo Concorso che ha richiamato ad Osimo tanti forestieri, fungendo così da promozione turistica.

La commissione presieduta dalla prof.ssa Marisa BARONTINI e composta dal prof.ssa Anna Maria DEL NERO, prof.ssa Rosalba RONCAGLIA e dal prof. Giovanni BAMBOZZI, si è riunita il 6 mag-gio 2014 per valutare le opere pervenute sia pittoriche che fotografiche. Dopo attento esame del valore dell’opera e della sua corrispondenza al tema proposto, la Commissione si è così espressa: SEZIONE PITTURA: 1° Premio Silvana FOSSATI; 2° Premio ex equo Caterina CATALDI e Emanuela ROCCO; 3° Premio ex equo Edith Anna VIOL e Maria MAGIONCALDA. MENZIONE SPECIALE Balbina SERRA , Patrizia BRACCI e Liliana FIORETTI SEZIONE FOTOGRAFICA

Le opere, anche se a volta di buon livello, non risultano attinenti al tema. Perciò si ritiene di non dover procedere ad una premiazione

Verbale Commissione per il Concorso:

“Alla Scoperta dei Beni Culturali del proprio Paese”

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Liliana Fossati—Genova

1° Premio Caterina Cataldi—Genova

2° Premio ex equo

Emanuela Rocco—Osimo

2° Premio ex equo Edith Anna Viol—Ancona

3° Premio ex equo

Maria Magioncalda—Genova

3° Premio ex equo

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L’UNITRE INCONTRA LA GUARDIA COSTIERA di Rossana Giorgetti Pesaro

Organizzata dall’Unitre, in collaborazione con l’I-stituto d’Istruzione permanente Campana, il 12 maggio u.s., si è svolta l’ultima conferenza previ-sta nella programmazione di questo Anno Accade-mico. Secondo incontro con il tenente di vascello

della Guardia Costiera Dott. Giuseppe Natuzzi, che dopo aver trattato precedentemente del Diritto Internazionale umanitario ha proposto all’assem-blea un argomento di scottante attualità:” Il ruo-lo della guardia costiera nella gestione del fenome-no immigratorio”. ”L’obiettivo dell’incontro - così ha esordito il tenente Natuzzi - è un esperimento per scrollare le coscienze e far riflettere su un problema così grave come quello immigrato-rio” Ognuno di noi deve interrogarsi e confrontarsi su quello che si sa di questo feno-meno. Euripide nel 431 A.C. aveva sentenziato che “Non c’è dolore più grande della per-dita della terra natia “ Allora perché queste persone disperate, lasciano la propria terra, i loro affetti e le usanze per venire in Italia, rischiando spesso di morire? Vari e gravi so-no in motivi: le persecuzioni, le guerre, il desiderio di raggiungere i familiari e di miglio-

rare il tenore di vita o semplicemente di sfamarsi. Do-ve trova origine l’immigrazione? Basti ricordare le im-migrazioni bibliche degli ebrei verso l’Egitto, e quelle degli emigranti italiani nelle Americhe per capire che questo fenomeno esiste da tempo immemorabile. Biso-gna vincere i pregiudizi e non farsi coinvolgere dagli slogans politici che possono condurre ad episodi di razzismo e di xenofobia. L’immigrazione é un trasferi-mento di donne , bambini, giovani, che chiedono aiuto ad un paese che essi considerano civile. Facciamo un

esame di coscienza e cerchiamo di non considerare gli immigrati come esseri inferiori, dei “diversi” che tolgono il lavoro agli italiani e trasgrediscono le nostre leggi. E’ vero, solo un terzo degli immigrati ha un diploma o una laurea, ma se noi ci consideriamo un paese civile dobbiamo fare del tutto per dare loro la possibi-lità di integrarsi, non bastano i volontari, uno stato che si rispetti deve darsi delle regole per regolamentare questo continuo flusso migratorio, con una speciale attenzione agli immigrati irregolari che tanto turbano l’opinione pubblica. Qual è il ruolo della Guardia Costiera nell’affrontare questo problema? Il suo è un ruolo essenziale, essendo un corpo della Marina Militare, nello specifico si prefigge questi obiettivi come missioni: il soccorso della vita umana in ma-re; la polizia marittima e la sicurezza marittima. Fin dal 15 aprile 2011, quando i militari del Corpo hanno salvato 230 migranti sahariani libici a sud-est di Lampedusa, non si so-no chiesti se essi avessero il diritto di entrare in Italia, ed hanno operato, con i pochi mezzi a disposizione e con stipendi irrisori, rischiando la propria vita, in nome dell’ono-re dell’arma.

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Viene spontaneo domandarci perché l’Europa non collabori con l’Italia per risolvere questo annoso problema, dato che gli immigrati non desiderano restare nel nostro territorio e perché i militari di quest’arma lavorino più del dovuto senza un compen-

so ulteriore. Con la convinzione che la pre-sidenza italiana nel Consiglio Europeo fac-cia sentire finalmente la nostra voce. dob-biamo sperare che si formi una società glo-bale basata sull’equilibrio dell’uomo con l’ambiente e sulla realizzazione del bene col-lettivo dell’individuo come elemento fon-dante. Grazie ad un filmato sugli sbarchi dei migranti e alla capacità espositiva del Te-nente di Vascello Natuzzi, i presenti hanno

compreso che bisogna entrare nella logica del confronto e della cooperazione, condi-videndo le risorse, le esperienze, le aspirazioni e le culture.

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Le poesie

LA PASSIO’ DEL BURRACO Rossana Giorgetti Pesaro

Adè ce gioga tutti,

ma quannu no’ a Scola

avemie cuminciadu

erene poghi a sappecce

giucà, quella che c’emparaa

è Anna la prufessuressa

Antunelli che abitaa

giò al Borgu e c’abida ancora.

So passadi diec’anni piu o menu

lia è sempre più braa

ce rimpe la testa de regule

en continuazio’ ,ma no’,

famie quellu che ce pare,

l’empurtante è che ce divertimie

.stamie en cumpagnia,

magnamie e beemie e

ce vulemie be’ e vulemie

restà ancu n’altr’annu cu

Te, prufessuressa nostra!!

Fine Corso Burraco 2014

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Altissimo, Onnipotente Bon Signore

Laudato sii, per

sora madre Unitre

che promuove cultura e socialità

Laudato sii, o Signore per

sora Palestra Tygim che ospita

persone di ogni età

Laudato sii, o Signore

per fratel Giorgio

che respinge acari e impurità

Laudato sii, o Signore

per sora Trainer Cinzia

che ci sostiene, corregge e rafforza

con amorosa e ferma abilità.

Laudato sii, o Signore, per nostro corpo

che resiste malgrado i segni dell’età.

Infin ,Te laudo o Signore, per

averci dato la capacità di stare

insieme in salute e serenità!

IL CANTICO DEL CORPO LIBERO Rossana Giorgetti Pesaro

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VOCALI e COLORI

di Rossana Giorgetti Pesaro

Quante vocali abbiam pronunciato:

A come Amore ed Amicizia

E come Entusiasmo ed Energia

I come Impegno ed Incentivo

O come Ottimismo ed Onestà

U come Unione ed Umiltà

Il tutto “ornamentato” di colori

che hanno riscaldato i nostri cuori,

li abbiam cercati nel giallo dei fiori,

nell’arancio del sole al tramonto,

nel cielo blu “dipinto di blu”,

nel viola della melanzana

così da formare un arcobaleno

che ci ha uniti con una collana.

Ed i respiri, li avete obliati?

La pancia gonfia nell’inspirazione

si sgonfiava nell’espirazione

dando al diaframma quella spinta

tale, da dare il via alla voce impostata.

E quella sera siamo andati in scena

la Noria ci ha coinvolti così tanto

che ci siam sentiti dei protagonisti

e tutti abbiam collaborato

nel dare un senso alla nostra mansione:

non siamo più personaggi-finzione

ma campioni di vera umanità !!

Colibrì alias Rossana Giorgetti Pesaro