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Eventi FRIENDS4ARTS, Italian Gospel Choir Magazine Canto Antico Canto Antico La tradizione musicale in chiave moderna n n r r 4 4 Samoa wedding trio Samoa wedding trio il jazz declinato in chiave milanese Cinema Cinema Hitchcock visto da Hitchcock visto da Francois Truffaut Francois Truffaut

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music, art and entertainment from friends4arts

Transcript of magazine04

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EEvveennttii FFRRIIEENNDDSS44AARRTTSS,, IIttaalliiaann GGoossppeell CChhooiirr

MMaaggaazziinnee

Canto AnticoCanto AnticoLa tradizione musicalein chiave moderna

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Samoa wedding trioSamoa wedding trioil jazz declinato

in chiave milanese

CinemaCinemaHitchcock visto daHitchcock visto daFrancois TruffautFrancois Truffaut

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SOMMARIOSOMMARIO

MMaaggaazziinneennrr 44MENSILE DI ATTUALITA’ COSTUME, ARTE E CULTURA

FRIENDS4ARTS SRL EDITOREvia arrigo boito 320900 monza - tel +39 0392622470

Testata in fase di registrazione presso il Tribunale diMonza, Direttore Responsabile Natale Caccavo; hanno collaborato alla realizzazione di questo nu-mero: Manuela Belli, Tazio Tenca, , Guido Magrin,Giovanna Motta, Luigi Melzi, Roberto Gelli, France-sco Zarbano

EDITORIALE EDITORIALE PAG.3PAG.3

Italian Gospel ChoirItalian Gospel Choir PAG.4PAG.4

Samopa wedding trioSamopa wedding trio PAG.8PAG.8

Canto anticoCanto antico PAG.10PAG.10

Giovanni Manzoni PiazzalungaGiovanni Manzoni Piazzalunga PAG.13PAG.13

Giovani Pianisti al PozzolinoGiovani Pianisti al Pozzolino PAG.18PAG.18

Fabio VillaFabio Villa PAG.19PAG.19

Canale 11Canale 11 PAG.20PAG.20

Truffaut-HitchcockTruffaut-Hitchcock PAG.22PAG.22

Giovanna MottaGiovanna Motta PAG.23PAG.23

AforismiAforismi PAG.24PAG.24

http://www.synthesis.co.it

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Abbiamo recentemente assistito a una matinée di jazz in un famoso teatro mila-nese dove, grazie a una proposta artistica di altissimo livello (e a un prezzo contenuto), ormai da

15 anni si registra il tutto esaurito ogni domenica mattina. La cosa ci ha piacevolmente stupito e ci ha portatoa tre riflessioni che desideriamo condividere con gli amici di Friends 4 Arts.

La prima riflessione è che se l'arte è vera Arte (e se è anche alla portata delle tasche, ahi noi, non troppo pienedi questi tempi), il pubblico la apprezza e non diserta gli eventi che reputa di alto livello. Un pubblico sicura-mente competente in materia che viene ad ascoltare un concerto jazz, riempiendo un grande teatro di do-menica mattina (magari senza nemmeno conoscere gli artisti che suoneranno) fa un vero atto di fiducia versochi organizza i concerti, riconoscendogli competenza e gusto nella proposta artistica.

Ed ecco la seconda riflessione: in un periodo in cui non esistono più i talent scout di “vecchio stampo” (i di-scografici, gli editori, i galleristi di una volta, quelli che puntavano su artisti sconosciuti sulla base dell'intuito,contrattualizzandoli PRIMA che diventassero famosi, anche senza i Talent Show), c'è chi va controcorrente,chi fa le proprie scelte con coraggio, senza deludere il suo pubblico e da quel pubblico viene ancora pre-miato. Abbiamo scritto “senza deludere il pubblico” perché è chiaro che in caso di “bufale” gli errori si pa-gano cari, con la perdita di credibilità.Così abbiamo provato a fare qualche domanda a chi organizza queste matinée di jazz, confermando in noi

l'idea che la chiave del successo è tutta nella ricerca degli artisti,quasi tutti di oltreoceano, di grande valore, magari sconosciuti maassolutamente originali, con una originalità ai limiti della “stra-nezza”. Non abbiamo potuto non notare che in quella selezione ar-tistica erano difficilmente presenti jazzisti italiani, da 15 anni, cioè dasempre... e non è solo un motivo di esterofilia.

Arriviamo così alla terza riflessione. Quell'organizzatore (e il suopubblico) vuole su quel palco chi quella musica l'ha respirata sin

dalla culla, ascoltandola da chi l'ha inventata, vivendola quotidianamente e continuando a reinventarla ognigiorno, per darle continua evoluzione, magari con influenze o contaminazioni etniche diverse, innestate sultronco dell'antica pianta.Per noi Italiani è forse un concetto discutibile ma, riflettendoci, quanti di noi sarebbero disponibili ad andaread ascoltare un artista (tecnicamente) eccezionale che propone un repertorio originale di musica italiana,francese o giamaicana e viene dal... Giappone? Ovvero con un paragone gastronomico per noi puristi dellatavola: sceglieremmo un eccezionale “parmigiano”... fatto in Cina?Così come quando si impara “tardi” un'altra lingua, si potrà anche studiarla e parlarla benissimo, ma l'accento,le sfumature espressive (e qualche piccola castroneria qua e la’) faranno sempre notare che non siamo ef-fettivamente madrelingua... perché per la musica e per l'arte in generale dovrebbe essere diverso?

Ma allora non c'è speranza per un artista italiano? Assolutamente il contrario!Dalle nostre riflessioni scaturisce che per puntare all'eccellenza e rivolgersi a un pubblico artisticamente esi-gente occorrono 2 elementi: essere “legittimamente titolari” dell'espressione artistica ed essere originali, ag-giungendo qualcosa di proprio.Con un patrimonio artistico e culturale smisurato quale quello italiano, che haradici antichissime, e con l'originalità che ci contraddistingue, non dovremmo avere assolutamente problemi...a patto di non farci colonizzare culturalmente. Infine, anche laddove si scelgano modalità di espressione ar-tistica che non sono nate da noi, la strada è quella di portare una contaminazione importante delle nostre ra-dici, esaltandole, invece che nasconderle, quasi ci vergognassimo di millenni di storia.FRIENDS 4 ARTS

EditorialeMagazineAArrttee,, rraaddiiccii ee oorriiggiinnaalliittaa’’

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La Federazione Italiana Ricerca di Musica e Arte, (f.i.r.m.a.), nata come “strumento” per valorizzare la Mu-sica e l’Arte in tutte le forme,attraverso la diffusionedella Cultura, ha fondato e gestisce l’ITALIAN GO-SPEL CHOIR (www.italiangospelchoir.it): il coroche rappresenta l’Italia in questo meraviglioso ge-nere musicale.ITALIAN GOSPEL CHOIR è nato principalmentecon l’obiettivo di raggruppare ed essere punto diriferimento per le “Formazioni” (Corali, Ensambleo Gruppi) che trattano e operano nella musica Go-spel: vicini al mondo “Black” anche nei generi Soul,Blues, R&B e Jazz. La musica Gospel, di ben note“radici” afroamericane, ha conquistato la Nostracultura che ha importato queste “preghiere” facen-dole proprie. Per questo si è pensato di dar vita adun nuovo filone “Made in Italy” che possa rappresentare, appieno, quello che in realtà siamo e non quello

che non possiamo essere. .L’iter istituzionale seguito per la nascita del “CoroGospel Nazionale” è iniziato, con serietà ed impegno, in occasione della “Pre-sentazione Formale” avvenuta il 21 dicembre 2010 a Roma presso la Ca-mera dei Deputati, con una solenne cerimonia tenutasi alla presenza dinumerosi Deputati e Senatori della Repubblica Italiana. La “Presentazione Artistica”, è avvenuta il 10 settembre 2011 a Milano sulprestigioso Sagrato del Duomo, con un concerto senza precedenti, che hacoinvolto 450 coristi provenienti da tutta Italia, in rappresentanza di oltre 100cori aderenti alla “Nazionale”. Uno spettacolo suggestivo, esaltato da giochidi luce e da videoproiezioni inedite, che hanno intrattenuto e incantato unpubblico di oltre 40mila persone di diverse nazionalità e culture. Una sintesidi un lavoro enorme e del talento non solo canoro di musicisti, tecnici e cori-sti, una energia che diventa sinergia, e trascina il pubblico con la forza di musica, parole e danze.

Italian Gospel Choir

hhaalllleelluuiiaa ddaa mmiillaannooaa MMoonntteeccaarrlloo

I l co ro su l pa l co de l l ’ aud i t o r i um Ra in i e r I I I

L’orchestra diretta dal maestro Max Repetti

la sezione ritmica

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Ogni squadra che punti alla vittoria ha uno staff di pro-tagonisti di assoluta eccellenza: il coach della nazio-nale e’ il Maestro Alessandro Pozzetto (a sinistra) enella foto sopra e’ ritratto un acuto della performancedi Katia Ricciarelli, un mito del bel canto che si e’ unita

all’Italian Gospel Choir nell’esibi-zione di Montecarlo, a un team gia’ricco di talento, portando il contri-buto della fuoriclasse.A sinistra i due solisti, SherritaDuran, cantante californiana adot-tatadalla pianura padana, e France-sco Zarbano, che oltre ad essereuno dei solisti, e’ anche il presidentedi Firma, il motore organizzativo el’energia di tutto il coro.Nelle foto sotto invece il gruppo deiVice-Direttori Silvia Benzi, Carlo Ri-naldi, Claudio Paduraru e LodovicoBernardi

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SSAAMMOOAA WWEEDDDDIINNGG TTRRIIOOSSAAMMOOAA WWEEDDDDIINNGG TTRRIIOODDaa MMiillaannoo iinn JJAAZZZZ :: nniiccee ttoo mmeeeett yyoouu

Nice to meet youNice to meet you è il primo lavoro diè il primo lavoro diSamoa Wedding Trio, Samoa Wedding Trio, Roberto Gelli (contrabbasso),Roberto Gelli (contrabbasso),Marco Confalonieri (pianoforte) eMarco Confalonieri (pianoforte) eAndrea Bruzzone (batteria), regiAndrea Bruzzone (batteria), regi --strato tutto di un fiato e in “presa distrato tutto di un fiato e in “presa di--retta” del tipo “buona la prima”, nelretta” del tipo “buona la prima”, nelgiugno 2011 al Mu Rec Studio digiugno 2011 al Mu Rec Studio diMilano.Milano.Nonostante la giovane età dei muNonostante la giovane età dei mu--sicisti, il CD presenta caratteristisicisti, il CD presenta caratteristi --che di maturità e originalitàche di maturità e originalitàartistica non comuni in un'operaartistica non comuni in un'operaprima. Eleganza e gusto sono sicuprima. Eleganza e gusto sono sicu--ramente privilegiate rispetto alleramente privilegiate rispetto alletentazioni di altri prodotti jazz in cuitentazioni di altri prodotti jazz in cuigli interpreti vogliono colpire essenzialmente con ilgli interpreti vogliono colpire essenzialmente con iltecnicismo.tecnicismo.Così il contrabbasso di Roberto è sempre equilibrato,Così il contrabbasso di Roberto è sempre equilibrato,sia nel “cesellare” la sezione ritmica, che negli assolisia nel “cesellare” la sezione ritmica, che negli assolimai tirati oltre misura (con buona pace di Checco Zamai tirati oltre misura (con buona pace di Checco Za--lone nella sua lezione sul Jazz allo IULM), eseguitilone nella sua lezione sul Jazz allo IULM), eseguiticon una piacevolissima leggerezza da basso alcon una piacevolissima leggerezza da basso alcanto.Il piano di Marco spazia dalle sonorità e armocanto.Il piano di Marco spazia dalle sonorità e armo--nie alla Lyle Mays (tanto da chiedersi: “Ma quandonie alla Lyle Mays (tanto da chiedersi: “Ma quandoentra Pat Metheny?”) fino ai fraseggi più coinvolgentientra Pat Metheny?”) fino ai fraseggi più coinvolgentidegni di Hancock o Corea.degni di Hancock o Corea.La batteria di Andrea scandisce ogni passaggio conLa batteria di Andrea scandisce ogni passaggio conun tocco preciso e discreto, resta spesso “dietro” senza soun tocco preciso e discreto, resta spesso “dietro” senza so--vrastare gli altri strumenti, per emergere quando serve evrastare gli altri strumenti, per emergere quando serve esempre per raffinatezza, non per muscolarità, come solo isempre per raffinatezza, non per muscolarità, come solo igrandi batteristi jazz sanno fare.grandi batteristi jazz sanno fare.In questo disco c'è anima, c'è voglia di divertirsi e divertire,In questo disco c'è anima, c'è voglia di divertirsi e divertire,c'è desiderio di ringraziare i grandi Maestri del Jazz (comec'è desiderio di ringraziare i grandi Maestri del Jazz (comegli immensi Michel Petrucciani e Miles Davis), con citazionigli immensi Michel Petrucciani e Miles Davis), con citazioniappena accennate che diventano omaggio di riconoscenza,appena accennate che diventano omaggio di riconoscenza,portato con grande umiltà, senza mai “approfittare della cirportato con grande umiltà, senza mai “approfittare della cir --costanza”, più nell'atmosfera che nell'utilizzo di “note alcostanza”, più nell'atmosfera che nell'utilizzo di “note al --trui”...trui”...A questo riguardo i Samoa giocano anche con le parole: perA questo riguardo i Samoa giocano anche con le parole: peresempio, nel nome Ralos c’è la lettura a lettere invertite diesempio, nel nome Ralos c’è la lettura a lettere invertite diSolar di Miles Davis (medesimo significante e intenzioni opSolar di Miles Davis (medesimo significante e intenzioni op--poste), così altre citazioni appaiono in So hot (assonanteposte), così altre citazioni appaiono in So hot (assonantesolo nel titolo con So what sempre di Davis), che contiene omaggi a Coltrane e Mingus.solo nel titolo con So what sempre di Davis), che contiene omaggi a Coltrane e Mingus.9 brani in tutto (più un “alternative take”) di cui 7 pezzi composti e arrangiati dai Samoa (5 firmati9 brani in tutto (più un “alternative take”) di cui 7 pezzi composti e arrangiati dai Samoa (5 firmatida Roberto Gelli e 2 da Marco Confalonieri), più 2 arrangiamenti originali (Children' s Song dida Roberto Gelli e 2 da Marco Confalonieri), più 2 arrangiamenti originali (Children' s Song di

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Chick Corea e Little Piece in C for You di MichelChick Corea e Little Piece in C for You di MichelPetrucciani).Petrucciani).Ospiti importanti dei Samoa Wedding Trio in 3Ospiti importanti dei Samoa Wedding Trio in 3brani, la chitarra di Francesco Villa (in Yes ... But!),brani, la chitarra di Francesco Villa (in Yes ... But!),Roberto Pedroni al sax alto (in entrambi i takes diRoberto Pedroni al sax alto (in entrambi i takes diLittle Piece in C for You) e la tromba di Marco GalLittle Piece in C for You) e la tromba di Marco Gal--letta (in “Children' s Song” e nei 2 takes di Littleletta (in “Children' s Song” e nei 2 takes di LittlePiece in C for You).Piece in C for You).I nostri complimenti ai Samoa, per un'opera primaI nostri complimenti ai Samoa, per un'opera primache lascia presagire un promettente futuro!che lascia presagire un promettente futuro!

TRACKS

1. Little Man Big Heart (To Michel) - R.Gelli

2. Twentyfivefourfourtyfive (Il Partigiano Peppe) -R.Gelli

3. Let's Take A Ride – M.Confalonieri

4. Children's Song – C.Corea

5. Ralos - R.Gelli

6. Yes...but! – M.Confalonieri

7. So Hot! (As A Charles Mood) - R.Gelli

8. Still Waitin' - R.Gelli

9. Little Piece In C For You – M.Petrucciani

10. Little Piece In C For You (Alternative Take) –M.Petrucciani

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Interviste Friends4artsInterviste Friends4arts

CantoCanto Antico: SOUTH BEAT,Antico: SOUTH BEAT,l’evoluzione .....l’evoluzione .....delladella

tradizionetradizioneSi può rendere moderna una tradizione e contemporanea-mente lasciare che resti... tradizionale?Per rispondere a questa domanda, Friends 4 Arts ha in-contrato il gruppo musicale Canto Antico.I Canto Antico sono Armando Illario (fisarmonica e voce),Francesca Di Ieso (tamburi a corniceitaliani e voce) e Francesco Nastasi (flauto, cornamusa epiffero), un gruppo nato a Milano nel2000 all'interno del secondo grande “Folk Revival” italiano(il primo era quello degli anni '70, con La Nuova Compagniadi Canto Popolare, Eugenio Bennato e i Musicanova, ecc.).Pescando dalle origini mediterranee dei suoi componenti,il gruppo si impegna in un’intensa attivitàdi divulgazione della musica, delle danze e culture del Sud:i testi sono quelli della tradizione oralecontadina, gli strumenti sono composti da tamburi, chitarrebattenti, flauti e ciaramelle, i balli sono tarantelle nelle lorodifferenti declinazioni rituali e regionali.Come ci fa notare Francesca: Se ilprimo Folk Revival degli anni '70 erapartito da un'operazionedi ricercatori etno-musicologi sulcampo, il secondo Folk Revival deglianni 2000 ha come protagonisti igiovani, la gente che va a cercareuna comunità e che sceglie la mu-sica del Sud come veicolo.Si è diffusa una moda straordinaria,si sono moltiplicate le piazze in cuisi balla e si sono trasformati i lin-guaggi. Questo è un fenomeno so-ciale che noi troviamo interessante,che però secondo noi va guardatonella globalità, altrimenti porta allacristallizzazione di alcuni linguaggi e quindi alla morte.La musica e la danza popolare diventano veicolo di aggre-gazione dei giovani, che in un concerto dei Canto Antico ri-trovano il piacere di balli della nostra più antica tradizione.Ma i Canto Antico fanno di più e nei loro concerti, pur ri-manendo in un ambito rigorosamente acustico, affiancanosonorità più moderne agli strumenti tipici della tradizionepopolare, aggiungendo basso e batteria, ovvero utilizzandopedali looper per creare in tempo reale ripetizioni di cori vo-cali (campionati “al volo” dalla voce dello stesso Armando),con un impatto sonoro decisamente coinvolgente.Anche le scale utilizzate negli assoli, sempre con il mas-

simo rispetto della tradizione, talvolta pescano da altri ge-neri musicali, così anche il basso che a tratti porta inte-ressanti innesti “funky” nel tessuto sonoro di una pizzicao di una tarantella, con un risultato “dirompente”.Ma come nasce un pezzo di Canto Antico?Un pezzo può nascere in tanti modi, magari c'è un'emo-zione forte alla quale dai voce scrivendo untesto, con un'idea musicale, un riff che ti gira e poi ci co-minci a lavorare. Così è nato per esempio Me vulesse ad-durmì, un nostro brano, da un'emozione quasi di rabbia(odi et amo). Sentivamo che questo tema potesse essereben espresso dalla potenza ritmica di un tipo di tammu-riata che si fa in Campania, una modalità di cantare sultamburo della zona di Giuliano, in provincia di Napoli, cheè molto rabbiosa, con una danza di lotta, di sfida, quasianimalesca. Ispirandoci a quel tessuto ritmico, abbiamorivisitato le sonorità tradizionali mettendoci dentro questaemozione (che era proprio “umana”) e le influenze che ci

derivano dall'essere cittadini del 2000 in una metropoli,che viaggiano e che vivono in una società globale, inve-stiti da 1000 input, che rielaborano molteplici informazioni.Armando aggiunge: Quello che abbiamo fatto dal punto divista musicale è stato non tanto ricalcare una tradizione(come hanno fatto negli anni '70), quanto utilizzare dellamusica tradizionale quello che noi sentiamo come “espor-tabile”, cioè degli elementi comunicativi della musica tra-dizionale che possono essere però “ricollocati” in quelloche noi vogliamo dire.Siamo partiti dalla musica tradizionale per appropriarcidella loro modalità di esprimere i contenuti,

Francesca Di Ieso, Armando Illario e Franceso Nastasi

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delle persone che ci ascoltano oggi(almeno per quello che noi stiamo fa-cendo dal punto di vista musicale).La finalità è sempre “estetica”: perraggiungere quel tipo di concetto arti-stico/espressivo, noi veicoliamo il tuttoin parte attraverso gli strumenti tradi-zionali e in parte attraverso gli stru-menti elettronici e la tecnologia.Un concerto dei Canto Antico è unospettacolo coinvolgente dove il pub-blico è parte integrante egià dai primi pezzi inizia a ballarespontaneamente, in un'atmosfera ma-gica, moderna e antica al tempo

stesso.Chi pensasse che il pubblico sia costituito da pochi “no-stalgici” delle tradizioni popolari si sbaglierebbe di grosso,infatti ritroviamo tanti giovani che magari al Sud ci sonostati ben poco. Ed è così anche nei concerti all'Estero,sia in Europa che in America: restano coinvolte dalle

danze “italiche” nonsolo, come potremmoerroneamente sup-porre, le comunità diemigrati italiani, maanche la gente delluogo, persino a Cuba!È forse una rivincitadella nostra musica edei nostri balli sui ballilatini?Forse si, forse è proprioquesto il senso di que-

sta bellissima operazione, che è artistica e culturale,ma che è anche allegria, solarità, gioia, aggregazione. Èla sfida vincente di chi decide di puntare sulle nostre ra-dici, attualizzandole, facendo vivere quel “battito antico”,quel nostro “canto antico”,nel nostro tempo moderno.Per rispondere allora alla domanda da cui siamo partiti,diciamo: SI! Si possono “modernizzare letradizioni”, mantenendone al tempo stesso la natura ori-ginale, perché quelle tradizioni sono vive innoi e, finché quelle tradizioni vivono in noi, noi siamo vivi.

in qualche modo utilizzare lo stesso tipo linguag-gio espressivo, per veicolare dei concetti che ap-partengono a noi oggi, nel 2012.Quindi non si tratta nemmeno di “contaminazione”ma di “evoluzione” della musica tradizionale?Francesca: Si esattamente! Noi immaginiamosempre la tarantella (il fenomeno culturale dellatarantella) come un essere vivente che con la va-ligetta è emigrato, è andato via dal Sud e ormai siè sistemato in tanti posti. Ci piace immaginare chequella musica, che è basata su radici profonde,sistemi di valori, modalità di relazioni umane, trattibelli e brutti del vissuto delle società rurali,“emigrando” si trasformi. Musicalmente quelle ra-dici noi le sentiamo dentro, le ripiantiamo aMilano e vediamo che nasce una nuova pianta che è unapianta attuale, è di oggi! Ha quellapulsazione lì, del Sud, dei posti da dove veniamo, però haanche dentro tutti i colori di una città, di una metropoli, delnostro vivere nella società globale, della ricerca di nuoveforme di aggregazione.

Questo è un po' il senso della ricerca musicale.Armando: Utilizziamo gli strumenti tipici della tradizioneche esploriamo. Tutto si basa principalmente sui tamburi acornice (il tamburo italiano che Francesca suona, che sideclina nelle varie regioni con diversi nomi: la tamborra inCampania, il tamburello in Puglia), la fisarmonica, la chi-tarra battente, il flauto, la cornamusa, il piffero. Accanto aquesti, utilizziamo anche degli strumenti “tecnologici”: laloop station, dei filtri per le le voci e per gli strumenti a fiato,la batteria e il basso elettrico, perché questi strumenti rie-scono a essere, come dire, “riconosciuti” dalle orecchie

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SOUTH-BEAT è un termine coniato dal gruppo Canto Antico che non trova precisa collo-cazione nei generi musicali attualmente diffusi e conosciuti in Italia: non è folk, non è tra-dizionale, non è pop rock né cantautorato. E’ world music, italian new roots, con unmodus definito appunto South-beat.Nel nuovo progetto di Canto Antico la musica del vulcano e della tarantola, inarrestabilemuove dalle campagne alla città e si arricchisce di nuovi respiri e visioni musicali. In Sout-beat ritualità ancestrali e ritmi ipnotici della terra si fondono con sonorità urbane, echi diblues, suggestioni seventies e groove della musica nera made in Naples.Il progetto South-beat è realizzato con la collaborazione di vari musicisti: Lorenzo Gasperoni(percussioni) Gianantonio Felice (basso), Marcello Lomascolo (voce), Massimiliano Serafini(basso) e Simone Mongelli (percussioni). Dopo la presentazione al Womex 2012 di un promotio-nal EP, prodotto dall’associazione Canto Antico Movimenti, dal progetto avrà presto vitaun nuovo album che Canto Antico pubblicherà nel corso del 2013.Tra i primi brani del nuovo album:Cicerenella E’ la versione South-beat di una tarantella tradizionale, un vero e proprio "standard"della musica popolare campana. Nella nuova interpretazione, la presenza del Fender Rhodesso-stenuto da un Basso Fender Precision conferiscono al brano un tipico sapore seventies. L'anda-mento del brano e l'interpretazione vocale richiamano le atmosfere blues napoletane, il ritmoipnotico del tamburello intersecato con un cajon pulsante mantiene il tipico sapore roots-sud.Me vulesse addurmì Brano di composizione che si costruisce sul ritmo imponente della "tammur-riata alla giuglianese". Tradizionalmente questo ritmo del tamburo accompagnava un ballodi sfida, di lotta quasi animalesca e resa dei conti. Nella versione originale di Canto Antico il con-flitto è trasferito dentro il corpo: amore e odio sono i veri protagonisti dello scontro.Musicalmente il brano si basa su due caratteristiche portanti: momenti scarni di sole percussionie basso in cui la figurazione sincopata della cassa e del basso fanno da contrappunto al ritmo fe-roce della tammorra; e il piffero, strumento tradizionale ad ancia doppia dal suono potente, cheviene suonato come prosecuzione naturale della voce acuta e spiegata. Il brano ricorda molto gliStomp,i tamburi del bronx o gli Harlem Percussion group.Zamara Ispirato dalle immagini documentate da De Martino sulle tarantate in Salento, è una rilet-tura contemporanea di una pizzica che vuole condurre l'ascoltatore non nella posizione dispettatore, ma di orecchio della donna, all'interno cioè della sfera emotiva della posseduta. Il ri-sultato è un brano moderno che racconta la storia delle tarantate salentine nella sua puraumanità, scevra dal contesto rituale di appartenenza, e per questo esportabile, condivisibile,uni-versale. La malinconia della tarantata diventa icona della solitudine esistenziale della società glo-bale. Musicalmente in questo brano l'uso della loop station (usata dal vivo, costruendo in manieraestemporanea le sovrapposizioni vocali) permette di costruire un intreccio sonoro ipnotico che sialterna ad una voce filtrata a ricordare le vecchie radio degli anni '50.Carpinese Revolution E’ un omaggio al famoso cantante Gil Scott Heron. Il testo dei Canto An-tico, originale e cantato in napoletano, si ispira al celebre "The Revolution will not be televised"e tratta un tema quanto mai contemporaneo: la televisione come mezzo coercitivo anziché edu-cativo e informativo, veicolo di un'ideologia che ci vuole ottusi e quindi facilmente governabili.Nel brano, dal sapore marcatamente modale, è inserito il canto "alla carpinese", un tema tradizio-nale che sottolinea il potere della volontà e dell'amore, nel raggiungimento dei propriobiettivi.www.cantoantico.org

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IL progetto SOUTH-BEAT

GIOVANNI MANZONI PIAZZALUNGA, artista mila-nese creativo ed originale, presenta nello spazioArty-b di via Lovanio a Milano la sua collezione dicreazioni ispirate all’ecologia e al riciclo, di materialie di anime. Borse e accessori ispirati e apprezzati,con tecniche che hanno fatto di Giovanni un artistaconosciuto e riconosciuto nel panorama italiano, siacome pittore che come innovatore, in un percorso diqualita’ dei contenuti e dei soggetti artistici.

EMOXTIONS, EMOXTIONS, ARTE E RECUPEROARTE E RECUPERO

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CCaarrii aammiiccii ddii FFrriieennddss 44 AArrttss,, iill nnoossttrroo pprrooggeettttoo hhaa oorrmmaaii ffaattttoo ii pprriimmii ppaassssii,,ggrraazziiee aallllaa ccoommmmuunniittyy cchhee èè oorrmmaaii uunnaa bbeellllaa rreeaallttàà ee vviivvee ddii ““vviittaapprroopprriiaa”” ((ttaannttii tteemmii ddiibbaattttuuttii,, ddiissccuussssiioonnii,, ssuuggggeerriimmeennttii,, ppoosstt ddii aammiicciicchhee pprrooppoonnggoonnoo ooppeerree aarrttiissttiicchhee,, eecccc..)).. GGuuaarrddaannddoo aallllee ccoommppeetteennzzee,, ccaappaacciittàà ee aall ppootteennzziiaallee aarrttiissttiiccoo ddiittuuttttii vvooii,, nnoonn ssii ppuuòò cchhee ccoonncclluuddeerree cchhee ssiiaammoo pprroopprriioo uunnaa ggrraannddiiss--ssiimmaa ssqquuaaddrraa!! EE aalllloorraa?? AAlllloorraa ffaacccciiaammoo iill nnoossttrroo ggiiooccoo!!

DDooppoo aavveerr aavvvviiaattoo llee aattttiivviittàà eeddiittoorriiaallii ee llaa pprroodduuzziioonnee aauuddiioo//vviiddeeoo ssiiaammoo oorraa pprroonnttii ppeerr aavv--vviiaarree FF44AA AAggeennccyy,, aaggeennzziiaa ddii pprroommoozziioonnee,, mmaannaaggeemmeenntt,, ccoommuunniiccaazziioonnee ee ppuubbbblliicciittàà,, cchheepprrooppoonnggaa ssuull mmeerrccaattoo iill ggrraannddiissssiimmoo ppootteennzziiaallee ddeellllaa CCoommmmuunniittyy ddeeggllii AArrttiissttii FFrriieennddss44AArrttss..

MMaa cchhii ssoonnoo ii nnoossttrrii CClliieennttii?? ee ccoossaa ppoossssiiaammoo pprrooppoorrrree lloorroo??

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VVuuooii ffaarr ppaarrttee aanncchhee ttuu ddeell ““ppoorrttffoolliioo””cchhee vveerrrràà pprreesseennttaattoo aaii cclliieennttii??TTii ffaa ppiiaacceerree eesssseerree nneellllaa nnoossttrraa bbrroo--cchhuurree ddii pprreesseennttaazziioonnee oo nneell ssiittoo wweebbddeellll''aaggeennzziiaa??

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1) F4A per le Aziende Organizazione eventi, spettacoli, fiere Comunicazione aziendale (interna/esterna)Creazione/rinnovamento del logoRealizzazione siti internetCreazione brochure (istituzionali, di prodotto, pubblicitarie)Creazione/rinnovamento del logoRealizzazione siti internetServizi fotograficiFilmati pubblicitari o istituzionaliCreazione di jingle, spot televisivi, videoclip, ecc.Campagne pubblicitarie integrateRealizzazione corsi e videocorsi di formazioneRealizzazione di manuali di prodotto per gli utenti (video)Manuali/videomanuali per clienti e utenti

VVEEDDIIAAMMOO AALLCCUUNNII PPUUNNTTII DDII FFOORRZZAA DDEELLLLEE NNOOSSTTRREE SSOOLLUUZZIIOONNIICompetitività economica e flessibilità grazie al potenziale creativo potenzialmente illimitatoVelocità nell'elaborazione e proposta delle ideeOriginalità delle proposte e capacità di gestire la comunicazione a 360°Autonomia nella creazione del messaggio pubblicitario (sia nella forma grafica che nei testi, lad-dove l'azienda non abbia capacità interne di elaborazione degli stessi)Management F4A con lunga esperienza aziendale, in ruoli commerciali/marketing/comunicazione

2) F4A per gli Esercizi Commerciali, Locali per spettacoli live/Teatri

Direzione ArtisticaAttività di PRServizio PrenotazioniCreazione materiale pubblicitario per promuovere gli eventiPromozione eventi via internet (portale F4A, Social Networks),stampa, radio/web radio, tv digitale terrestre, web tvSelezione della proposta artisticaRealizzazione di riprese video, dirette, ecc.Inserimento dell'esercizio commerciale in network nazionale perla realizzazione di eventi live tra loro collegati, concorsi, programmi TV, ecc.PubblicitàSiti internet

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3) F4A per gli ArtistiCommunity virtuale per collaborazioni online finalizzate allarealizzazione di progetti multiartistici (prodotti e perfor-mance live)Inserimento dell'artista in team di creatività per propostaverso aziende (spot pubblicitari, dischi, video, fotografia,ecc.)Agenzia spettacoliAgenzia Management e P.R. per spettacoli liveUfficio Stampa e gestione della comunicazione/P.R.Casa EditriceProduzioni AudioProduzioni VideoDistribuzione prodotti via web, in abbinamento editoriale,ecc.Realizzazioni e gestione siti internet, pagina di social net-work dell'artista, ecc.Vetrina dei contributi artistici sul portalewww.friends4arts.com e su F4A Magazinedistribuzione e vendita dei prodottiPartecipazione a programmi televisivi, presentazioni deiprodotti artistici in varie location anche "non convenzionali"(Librerie, gallerie d'arte, villaggi turistici, ecc.)Consulenza artistica per il Lancio dell'Artista (look, reperto-rio, ecc.)Supporto legaleDeposito di brani (Gestione del diritto d'autore)Ricerca di sponsorizzazioni e partecipazioni per coprodu-

5) F4A per gli Enti Pubblici e Turistici (Comuni, Province, Pro Loco)

Organizzazione Eventi di Piazza o FesteRassegne culturali, eventi a temaEditore di Guide delle Città e dei percorsi culturali, valorizza zione del territorio (arte e percorsi enogastronomici)

4) F4A per le TV/Radio

Produzione di programmi televisivi (musica, danza, pittura, fo-tografia, cucina, ecc.)Produzione di talent showProduzione di streaming audio e podcast

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È Artyom Pak il vincitore della prima edizione de «Il Pozzo-lino», concorso pianistico internazionale riservato ai giovanis-simi talenti del pianoforte (dai 6 ai 17 anni), «figlio» delConcorso «Ettore Pozzoli», fondato nel 1959 da Gina Gam-bini, vedova di Pozzoli, e vinto nella prima edizione da Mauri-zio Pollini. Domenica 18 novembre il giovane coreano e’risultato il vincitore tra i sessantuno pianisti provenienti da nove Paesi (Azerbaijan, Cina, Corea delSud, Giappone, Italia, Lituania, Perù, Russia e Spagna) i piccoli pianisti iscritti alla prima edizione de«Il Pozzolino».Pak, in gara nella Categoria D (15-17 anni), è stato premiato sul palco del Teatro «San Rocco» dalSindaco Giacinto Mariani e dalla presidente di giuria Françoise Thinat, docente dell’École Normalede Musique di Parigi. Pak, nato il 5 luglio 1996 a Tashkent in Uzbekistan, ma di nazionalità coreana,in finale ha eseguito la «Sonata K576 1° movimento» di Mozart e la «Parafrasi del Rigoletto» di Liszt.Il pianista coreano, assistito dalla maestra Elmira Mirkasimova, nelle eliminatorie aveva eseguito idue brani obbligatori di Ettore Pozzoli, «Studi di media difficoltà n. 21» e «Riflessi dal mare n. 1».Secondo posto per l’azera Narmin Najafli, 16enne di Baku, in finale con Chopin («Andante Spinato»e «Grande Polacca») e terzo gradino del podio per Valeria Tetriakova, 17 anni, russa, che ha ese-guito l’«Allegro in si bemolle op. 8» di Schumann e il «Preludio op. 3 n. 2» di Racmaninoff.Artyom Pak, che ha vinto anche il premio del pubblico, ha ottenuto una borsa di studio di 2.000 euroe un concerto con l’Orchestra «Verdi» di Milano per la Stagione 2013/2014. Il montepremi com-plessivo del Concorso era di 8.900 euro«Il livello tecnico della competizione è stato altissimo, ha dichiarato Françoise Thinat al termine delleprove. Non ho mai trovato così tantibravi pianisti in gara in un concorsogiovanile».La Giuria, era compostadagli italiani Vincenzo Balzani, Bar-bara Tolomelli, entrambi docentipresso il Conservatorio «G. Verdi»di Milano, da Eugenio Maria Fa-giani, organista dell’Orchestra Sin-fonica «G. Verdi» di Milano e dalpianista russo Oleg Marshev, do-cente all’Università «Anton Bruck-ner» di Linz.Nella Categoria A (6-8 anni) havinto la russa Eva Gevorgyan (8 anni) che in finale ha eseguito le «Piccole Scintille» di Ettore Poz-zoli e «In spring time» di Grieg. Nella categoria B (9-11 anni) la Giuria ha scelto il giapponese NariYamaguchi (10 anni) che davanti al pubblico del San Rocco ha eseguito «L’isle joyeuse» di Debussy.Nella categoria C (12-14 anni), infine, la vittoria è andata a Marina Sokovikova, russa di 14 anni,che ha eseguito il «Mephisto Valzer n. 1» di Liszt. Due le italiane in finale: Vera Cecino di Treviso se-conda nella Categoria A, e Gaia Sokoli di Erba, seconda nella Categoria C.«Il Pozzolino è come il settore giovanile per le squadre di calcio: serve a preparare i giovani di ta-lento alla musica e al linguaggio musicale». Così il Sindaco di Seregno Giacinto Mariani, che ha for-temente voluto il concorso, spiega l’idea di una competizione pianistica dedicata ai più piccoli.

giovani pianisti

IIll ““PPoozzzzoolliinnoo”” IIll ““PPoozzzzoolliinnoo”” ppaarrllaappaarrllaaCCoorreeaannooCCoorreeaannoo

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Quando hai iniziato ad appasionarti al mondodella fotografia? In che modo ti sei avvicinatoa questa disciplina? E quali sono stati i tuoiprimi lavori?Da sempre sono appassionato di fotografia.Per ora ho attraversato due fasi: nella prima lavedevo semplicemente come un modo per fis-sare i ricordi, nella seconda, finite le superiori, hoscoperto la possibilità di dare una mia visione delmondo. Poi chi lo sa se ci sarà una terza, unaquarta...Sinceramente non ricordo il primi lavori che horealizzato...

Quali sono i tuoi soggetti preferiti?Per principio non ho un soggetto preferito, mipiace rappresentare il bello!Considerando il viso di una ragazza "bello" hosperimentato la fotografia Beauty che non con-sidero semplicemente come un "ritratto ravvici-nato" ma una branca della fotografia ben distinta.Nel Beauty il fotografo ha l'obbligo di ritrovare labellezza: quando realizzo questo tipo di imma-gini non sento la necessità di dare un messaggioal "lettore" ma voglio solamente trasmettere bel-lezza.L'unico commento che apprezzo è quando sentola parola "bella", non mi aspetto da chi guardauna mia immagine una spiegazione del signifi-cato... le mie immagini non sono niente di tuttociò!

Guardando i tuoi lavori spesso ho notato chemonti più immagini nella stessa fotografia?Come procedi in questo montaggio? Comescegli i soggetti da incorporare in un'imma-gine che poi diventa unica?Mi piace accostare più immagini tra di loro cheabbiano qualche punto di contatto: colore, sog-getto ritratto ecc... Mi sembra che le immaginiappaiano più complete!Per realizzare il montaggio prima di tutto pensoalle immagini che voglio incorporare, le realizzoe le assemblo in Photoshop.

A quale fotografo famoso vorresti assomi-gliare da grande? Quali sono i fotografi daiquali trai ispirazione?Sinceramente non ho la volontà di "assomigliare"a un fotografo famoso, mi piacerebbe trovare il miostile (in gergo golfistico: il mio swing) per renderele mie immagini riconoscibili a prescindere dallamia firma.Cerco di trovare qualche spunto per caratterizzaremaggiormente le mie immagini e le mie ricerche lefaccio guardando le immagini sia dei famosi chedei non. Se una foto è bella è bella, punto!

www.fabiovillaph.it

FABIO VILLA,UN GIOVANE FOTOGRAFO IN CERCA DEL SUO “SWING”

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Nel panorama del digitale terrestre, molte emit-tenti stanno cercando una proposta che sia altempo stesso popolare e qualitativa, anche sfrut-tando le tanto decantate sinergie tra le moltefrontiere della moderna tecnologia delle comuni-cazioni, tra mobile, web e televisione “tradizio-nale”.

Canale 11, Sport Canale 11 e Tele MonzaBrianza 11 presentano la nuova linea editoriale eun rinnovato palinsesto di programmi pensati peri cittadini e vicino al territorio. Programmi nuovidedicati al lavoro, allo sport di nicchia, ai servizipubblici e al sociale.

Si è tenuta presso il ristorante “Il 10” di Meda laconferenza stampa di presentazione della nuovalinea editoriale di Canale 11, televisione genera-lista della Brianza, visibile in chiaro anche su Mi-lano e hinterland e nelle provincie di Lecco eComo.

CCAANNAALLEE 1111

UNA TELEVISIONE DOVE ILPUBBLICO E’ PROTAGONISTA

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Con l’avvento di Frani Comunication, subentrata nella compagine sociale il luglio scorso, Ca-nale 11 completa la sua parabola di rinnovamento con il restyling dell’immagine aziendale, l’idea-zione di nuovi format e contenuti pensati per cittadini realtà commerciali e amministrazionicomunali. una realta’ locale, giovane e dinamica, attenta alle nuove tecnologie, ma anche ai con-tenuti, aperti al pubblico degli sportivi, delle associazioni, culturali e a sfondo sociale, con unorizzonte ampio, e molto sano realismoPer un approccio più diretto con il territorio e i suoi protagonisti, le nuove trasmissioni avrannocome set di registrazione i teatri, le ville e isuggestivi scenari naturali della Brianza. Unascelta anche dettata dalla volontà di risco-prire una terra generosa di bellezze e valo-rizzare il suo patrimonio architettonico.

Numerose le novità che interesseranno i trecanali per tutta la famiglia:Canale 11 arricchirà la vasta programma-zione di film, anteprime e varietà con specialipensati per coloro che sono in cerca diun’opportunità lavorativa. Le telecamere diCanale 11 entreranno infatti negli uffici delleaziende in cerca di personale, un modo peravvicinare domanda e offerta occupazionalesul territorio.Su Sport Canale 11 ampio spazio sarà riservato agli sport minori come la ginnastica artistica, ilbasket e il tennis spesso trascurati dalla tv dei grandi numeri. Il canale dedicato allo sport man-derà in onda video girati da operatori esperti, ma anche materiale prodotto dalle associazionisportive coinvolte.Tele Monza Brianza, la tv istituzionale dedicata alle amministrazioni e associazioni presenti sulterritorio, ha in serbo servizi di sicura utilità per il cittadino come la trasmissione“Davide controGolia” nata con l’intento di favorire il confronto tra cittadini e amministrazioni comunali su que-stioni potenzialmente conflittuali.La nuova programmazione ,in onda a partire dal mese di novembre e molti contenuti saranno vi-sibili in diretta sulla piattaforma web streamit e su youtube.un connubio particolarmente apprez-zato da friends4arts, da sempre sostenitrice della modernizzazione dei linguaggi e dellepiattaforme legate al video

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Immaginate due mostri sacri della cinematografia mon-diale seduti a un tavolo, il regista de “I quattrocento colpi”intervista quello di “Gli uccelli” e nasce un vero e proprio caposaldo della biblio-grafia di settore.La conversazione, costellata di ironia e sarcasmo, sisnoda attraverso più argomenti: inizialmente viene trat-tato il grande divario che tra gli anni ’50 e ’60 si eracreato in America tra il pubblico e la critica. Hitchcock fortemente votato al successo, alla ricchezza ealla fama viene definito come un regista incapace dipoter produrre film di qualità, affermazione che va innetto contrasto con continue conferme di gradimento daparte del pubblico che attraverso i suoi capolavori scopreun cinema diverso rispetto a quello conosciuto all’epoca.

Il genio di Hitchcock viene spogliato dal cinismo che lo caratterizza e messo a nudo dalle do-mande di Truffaut: l’animo sensibile e profondamente interessato alle dinamiche delle rela-zioni umane rivela un’attenzione maniacale nell’elaborazione delle pellicole che vogliono inprima cosa essere specchio del mondo in continuo cambiamento.

Il colpo vincente di Hitchcock èstato quello di introdurre la su-spence, elemento mai sperimen-tato a quel tempo, non tanto peril brivido che crea ma proprioperchè rende il pubblico parte-cipe dell’azione: la genialità del“maestro del brivido” è stataquella di portare gli spettatoridentro il film, coinvolgendoli a talpunto da farli sentire parte attivadella scena.Si entra poi in una fase dell’inter-vista più tecnica dove vengonospiegate le ragioni di inquadra-ture soggettive, la ragione dellapredominanza del gesto e dellosguardo rispetto al dialogo, il ri-

fiuto di fare trasposizioni cinematografiche di grandi capolavori letterari.Un libro stimolante.

“Il cinema secondo Hitchcock”

di F. Truffaut

RECENSIONI - LETTERATURA

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Palazzo Massimo alle Terme è uno di quei luoghi dove ilTempo la fa da padrone, e dove non c'è angolo che non rac-conti una storia.Il vissuto di 20 secoli ti piomba addosso: ti sorprende, ti coin-volge, ti affascina, ti seduce e ti lascia, all'uscita, stupito didover "rientrare" in un banale secolo XXI°. Anche per chi,come me, si occupa di storia della cucina (e non solo) trovapane per i suoi denti o, meglio, materiale per una ricerca chesembrerebbe non dover finire mai. Un esempio? Non mi sareimai aspettata di trovare, al 2° piano, un mosaico del 1° secoloche raffigura, con colori freschissimi, un cesto di frutta.Niente di speciale,direte voi. Peccato che fra uva e cotogne spicchi unYananas che proprio lì non do-vrebbe starci. Si, perché ci è stato sempre raccontato che questo frutto è arrivato in Europa dopo la sco-perta del Nuovo Mondo: a meno che, negli anni in cui l'Impero si estendeva sin dentro il continenteafricano, non ne esistessero di autoctoni. Ossia piccoli ananas africani, grossi poco più di una mela, chevenivano esportati in Europa e poi messi in vendita, come golose rarità, ai Mercati Traianei.Molti fra i mosaici raffigurano pesci, selvaggina, animali da cortile, erbe profumate e fiori.Tanta abbondanza mi riporta ad una ricetta per carne bianca che preparo spesso, e che consiglio a chi vuolfare un figurone con poca spesa.Eccola: è il POLLO ALLA ELIOGABALOL'Imperatore Eliogabalo era, a dir poco, un originale ed un depravato: se i commensali gli stavano antipaticipoteva pure obbligarli e nutrirsi di VETRI ROTTI E TRITURATI(!!!). Se invece erano suoi amici (e dovevaessere comunque un ruolo molto scomodo quanto imprevedibile) faceva piovere sulle mense petali di rosain abbondanza.Salvo farli letteralmente soffocare sotto di essi: un invito a cena da parte di Eliogabalo era,comunque, un rischio. Anche se, in circostanze normali, la cucina imperiale era nota per essere raffinatis-sima ed i cuochi dei veri e propri artisti.Ecco una della loro ricette.DOSI PER 4 PERSONE:1 pollo da 1 chilo(già tagliato a pezzi)1 mazzetto di erbe(porro,coriandolo e santoreggia)2 bicchieri di vino bianco(secco e fermo)1 cucchiaio di olio d'oliva1 cucchiaino di pasta d'acciughe(sostituisce il GARUM)

Preparate il mazzetto con le erbe, legandole in modo che non si disperdano cuocendo: mettetelo in unacasseruola con vino, olio e pasta d'acciughe. Da ultimo aggiungete i pezzi di pollo ed infornate a calore mi-nimo. A 2/3 della cottura, preparate la salsa bianca con cui lo servirete tritando finemente pepe bianco e pi-noli e bagnando con qualche cucchiaio del fondo di cottura del pollo ed il latte/panna fresca.Togliete dalla casseruola il mazzetto odoroso e bagnate il pollo con la salsa appena fatta: lasciate cuocereper altri 10', poi aggiungete l'albume tritato.Mescolate bene e servite subito, ben caldo, magari accompagnando il piatto con lo stesso vino usato incottura.

di giovanna motta

IILL PPOOLLLLOOddeellll’’iimmppeerraattoorree

ccuucciinnaa

PER LA SALSA: 3 uova sode (solo l'albume)

1 etto di pinoli1 bicchiere di latte/pannaPepe bianco in grani q.b.

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La musica non è un’arte ma una categoria dellospirito umano

Friedrich Nietzsche

Chi sa fare la musica la fa, chi la sa fare meno lainsegna, chi la sa fare ancora meno la organizza,chi la sa fare così così la critica.

Luciano Pavarotti

AAFFOORRIISSMMII EE SSOORRRRIISSIIppaarrllaarree dd’’AArrttee mmiigglliioorraa ll ‘‘uummoorree

L'arte non è uno specchio per riflettere il mondo, ma un martello per forgiarlo.i.

Vladimir Majakovskij

Non c'è via più sicura per evadere dal mondo, chel'arte; ma non c'è legame più sicuro con esso chel'arte.

Johann Wolfgang Goethe

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