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mac las p RIVISTA BIMESTRALE PER L’INDUSTRIA DELLE MATERIE PLASTICHE E DELLA GOMMA EDITRICE: PROMAPLAST SRL - CENTRO DIREZIONALE MILANOFIORI - PALAZZO F/3 - 20090 ASSAGO (MILANO) primo piano ISSN 0394-3453 anno 37 numero 330 agosto - settembre 2012 Comitato Interassociativo: programma e obiettivi Costruttori in assemblea Contatto con alimenti: le leggi europee Stampaggio a iniezione Plastiche in volo COIM - Laripur TPU

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mac laspRIVISTA BIMESTRALE PER L’INDUSTRIA DELLE MATERIE PLASTICHE E DELLA GOMMA

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anno 37 numero 330 agosto - settembre 2012

Comitato Interassociativo: programma e obiettiviCostruttori in assembleaContatto con alimenti: le leggi europeeStampaggio a iniezionePlastiche in volo

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Comitato Interassociativo:programma e obiettivi 11Costruttori in assemblea 16Costi e benefici dell’euro 192011: il punto di vista dei trasformatori 22Congiuntura chimica 24Corea del Sud in ascesa 24PVC fermo al 2009 25Naturale e sintetica in aumento 26Trend positivi in Germania 26Stabile l’industria trasformatrice 26

Corsi e seminari 28Segnali di consolidamento 28Moderata crescita 29Annunci economici 29

Notiziario UNIPLAST 79Normativa tecnica 82Biblioteca tecnica 83Notiziario SPE ITALIA 84Buenos Aires in chiaroscuro 86Appuntamento a Istanbul 87Esposizioni e fiere 87ECCM15 in cifre 88Polimeri alla CO2 90Convegni e congressi 90

Notiziario ASSORIMAP 31Le disposizioni legislativein Europa e in Italia 33Plastiche intelligenti al serviziodell’agricoltura 36Sempre più accessibile 38Primato europeo 38Depurazione biologica ad altorendimento 39

Plastiche in volo 61Design in mostra 66Un’industria al riparo dal fuoco 68Tecnopolimeri in accademia 70Questioni tecniche 72Contro ogni contraffazione 73Non temono il freddo 73Notiziario dei compositi 74

Stampaggio a iniezione 41Efficienza sostenibile 48Svariate personalizzazioni 50Svuotamento ondulatorio 50Entrata laterale ad alta velocità 51Controllo condiviso 52Un’idea da elefanti 52Guarnizioni sul posto 52Otturatore compatto 54Movimentazione a piastra 54Distributore frazionato 55Analisi dimensionale e superficiale 56Controllo intelligente 56

Pendolo in laboratorio 56Monitorare lo stampaggio 58Prototipazione e stampaggio rapidi 58Marginalità sotto controllo 59

marketing

macchine e attrezzature

rubriche e varie

plastica e ambiente

materiali e applicazioni

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mac lasprivista bimestrale

agosto - settembre 2012

direttoreRiccardo Ampollini

redazioneLuca Mei - Girolamo Dagostino

pubblicitàGiuseppe Augello

segreteria di redazioneVeronica Zucchi

servizio lettori e abbonatiGiampiero Zazzaro

amministrazioneAlessandro Cerizza

comitato di direzioneGiorgio Colombo - Alessandro Grassi

Enzo Balzanelli - Pierino PersicoGiuseppe Lesce

editorePromaplast srl

20090 Assago (Milano)tel. 02 82283736 - fax 02 57512490

www.macplas.ite-mail: [email protected]

registrazione pressoTribunale di Milano

N. 68 del 13-2-1976iscrizione presso Ufficio NazionaleStampa n. 4620 del 24-5-1994

direttore responsabileClaudio Celata

impaginazione e prestampaUmberto Perugini Associati (Desio)

stampaVela (Varese)

inoltro postaleTipleco (Piacenza)

PREZZO COPIA: 5 EURO

La direzione della rivista declinaogni responsabilità per

quanto riguarda l’attendibilitàdegli articoli e delle noteredazionali di fonte varia.

inserzionisti

sponsor istituzionali

78 ANES www.anes.it21 ARBURG www.arbrug.com6 ASSOCOMAPLAST www.assocomaplast.org

18 BANDERA www.luigibandera.com3 BASF www.plasticsportal.eu/solar2 BAUSANO www.bausano.it

10 BD PLAST www.bdplast.com40 CESAP www.cesap.com

cop COIM www.coimgroup.com92 DEPUR PADANA ACQUE www.depurpadana.it25 FAKUMA www.fakuma-messe.de81 FESTO www.festo.com46 GMC www.gmcprinting.com57 HT MIR GROUP www.htmirgroup.com24 IMS DELTAMATIC www.imsdeltamatic.com77 ISC www.isc-italy.com53 KRAUSSMAFFEI www.kraussmaffei.com29 MAAG AUTOMATIK www.maag.com51 MACAM www.macamsrl.it59 MECCANICA MOLINARI www.officinamolinari.it89 MERO www.mero.it4 MORETTO www.moretto.com

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47 SOLVIN www.solvinpvc.com8 TECNOVA www.tecnova-srl.it

71 TPV COMPOUND www.tpvcompound.com39 TRIA www.triaplastics.com60 UMBERTO PERUGINI ASSOCIATI www.peruginiassociati.it30 VERSALIS www.eni.com85 WERNER KOCH www.koch-technik.com49 ZAMBELLO RIDUTTORI www.zambello.it

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ASSORIMAPASSOCIAZIONE NAZIONALERICICLATORI E RIGENERATORIMATERIE PLASTICHE

AIPEASSOCIAZIONE ITALIANAPOLISTIRENE ESPANSO

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UNIPLASTENTE ITALIANO

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UNIONPLASTFEDERAZIONEGOMMA PLASTICA

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ASSOCIATO AUNIONE STAMPAPERIODICA ITALIANA

Testata volontariamente sottopostaa certificazione di tiratura e diffusionein conformità al regolamento

Per il periodo 1/1/2011 - 31/12/2011Periodicità bimestraleTiratura media n° 8.152 copieDiffusione media n° 8.075 copieCertificato CSST n° 2011-2251 del 27/2/2012Società di revisione: METODO

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Spunti di attenzione...

Come da tradizione, i mesi estivi corrispondono con il momento in cui le as-sociazioni italiane di settore analizzano i dati di mercato e fanno un bilan-cio della propria attività, per poi ripartire con rinnovato spirito subito dopola pausa di agosto. E così è stato anche quest'anno per Assocomaplast eFederazione Gomma Plastica, le due associazioni del settore materie pla-stiche che rappresentano rispettivamente i costruttori di macchine e at-trezzature e le aziende trasformatrici e che, insieme a PlasticsEurope(Federchimica), costituiscono la spina dorsale della filiera plastica in Italia.Le prime pagine di questa rivista sono quindi dedicate alle assemblee an-nuali di queste realtà associative che, nonostante il quadro economico ita-liano ed europeo non sia ancora dei migliori, stanno cercando di supportarei propri associati nell'affrontare le problematiche legate al lavoro di tutti igiorni. Nasce con questo spirito il Comitato Interassociativo fondato da As-socomaplast e Federazione Gomma Plastica, al quale abbiamo dedicatouno degli articoli principali di Macplas: "Opinioni a confronto". Nonostantele previsioni non proprio rosee di Confindustria per la seconda parte del2012, queste due associazioni puntano quindi su un loro rinnovamento in-terno, su un maggiore coinvolgimento dei soci e sulle nuove iniziative de-scritte nelle prossime pagine, in modo che da settembre si possa davveroparlare di un rilancio del Made in Italy settoriale.

L’immagine di copertina si riferisce all'impiego sempre più vasto dei po-liuretani termoplastici (TPU) Laripur di Coim. Grazie a un'ampia gamma divarianti, i TPU Laripur sono impiegati nella produzione di tubi flessibili spi-ralati per il convogliamento e l'aspirazione di sostanze solide, tubi rinfor-zati per medie e alte pressioni, tubi per aria compressa, tubi per agricolturae manichette antincendio e tubi medicali.Tali materiali vengono utilizzati dove sono necessarie: ottima resistenza al-l’abrasione, al taglio e alla lacerazione, elasticità alle basse temperature,buona resistenza alla luce e agli agenti atmosferici, unitamente a buona re-sistenza chimica agli oli industriali e a molti tipi di solventi.Inoltre, Coim garantisce ai trasformatori un vasto numero di prodotti certi-ficati per le applicazioni più estreme, gradi USP Classe VI per uso medicale,gradi NSF 61 per acqua potabile, gradi FDA ed EEC per contatto con ali-menti, nonché gradi autoestinguenti.Nata nel 1962, la società è oggi presente a livello globale con siti produt-tivi in Italia, Stati Uniti, Brasile, Singapore e India. Tutti gli stabilimenti sonocertificati ISO 9001 e la ricerca è il comune denominatore dei successi in-dustriali che Coim ha accumulato nei suoi 50 anni di attività, grazie ai circa800 addetti costantemente impegnati ad assicurare i servizi e la qualità ri-chiesti nel campo delle specialità chimiche, con la flessibilità e l’efficienzadi una struttura che si muove in stretta collaborazione con i propri clienti.

È il momento dei bilanci e...del rilancio

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Primo piano

Il Comitato Interassociativo costituito a finegiugno da Assocomaplast e FederazioneGomma Plastica rappresenta il tema por-tante del consueto “giro di opinioni” cheapre questo numero. La rubrica "marke-ting" è completata dai dati più recentiemersi durante le assemblee annuali diqueste due associazioni, dalla relazione diGiorgio Colombo (presidente di Assoco-maplast) e dall'interessante interventodell'economista Giacomo Vaciago.Nella sezione "plastica e ambiente" spic-cano invece l'articolo relativo al nuovo Re-golamento 10/2011/UE per le materieplastiche a contatto con gli alimenti e lepagine dedicate al convegno "Plasticheintelligenti in una filiera agricola di qua-lità".Una monografia sulle macchine per lostampaggio a iniezione, realizzata in vistadella fiera Fakuma di Friedrichshafen,apre la rubrica "macchine e attrezzature",che prosegue poi con un articolo sull'effi-cienza energetica nello stampaggio rota-zionale e con varie notizie semprededicate in primis al mondo dello stam-paggio.Si discute invece di materiali plastici ecompositi per il settore aerospaziale nellaprima e nell'ultima (Notiziario dei compo-siti) parte della sezione "materiali e appli-cazioni". Interessanti anche l'articolosull'utilizzo degli elastomeri siliconici nelsettore dei trasporti ferroviari e le "que-stioni tecniche" dedicate alla nomencla-tura delle poliammidi. Concludono larivista, come di consueto, i notiziari di Uni-plast ed SPE Italia, oltre alle rubriche sufiere e convegni.

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Opinioni a confronto

In occasione delle rispettive assembleeannuali del 28 e 29 giugno, Assocoma-plast (l’Associazione dei costruttori ita-liani di macchine e attrezzature permaterie plastiche e gomma) e Federa-zione Gomma Plastica (che raggruppal’industria della gomma e le imprese tra-sformatrici di materie plastiche) hannoreso pubblico l’accordo per la costitu-zione del Comitato Interassociativo dellaFiliera Gomma Plastica, la cui presidenzaè stata affidata a Riccardo Comerio (Co-merio Ercole), past president di Assoco-maplast, mentre Angelo Bonsignori,

direttore generale di Federazione GommaPlastica, è stato nominato segretario co-ordinatore. Come prima iniziativa delproprio programma di attività, il neonatocomitato intende promuovere il PianoNazionale di formazione che potrà esserefinanziato da Fondo Impresa e si artico-lerà in corsi di formazione tecnica spe-cialistica presso le imprese trasformatriciinteressate, tenuti da docenti di PlastAcademy, Cesap, IIP e Ippr.In programma vi è poi il rilancio e la ra-zionalizzazione dell'attività normativa diUniplast, per mettere al servizio di im-

prese produttrici e utenti specifichenorme tecniche di riferimento su carat-teristiche e prestazioni dei materiali pla-stici, anche riciclati, e dei manufatti.Verranno poi portate avanti azioni volte aottenere dai fornitori di energia elettricatariffe agevolate per le imprese trasfor-matrici, sensibilizzando al contempoqueste ultime all'impiego di macchine eattrezzature di ultima generazione daiconsumi ridotti. Infine, a lungo termine,verrà messo a punto un progetto da at-tuare in occasione di Expo 2015 sul tema"Nutrire il Pianeta", per dimostrare gli ef-fetti positivi offerti dagli imballaggi in pla-stica nella conservazione di alimenti ebevande.Sulla costituzione e la funzione del nuovoComitato Interassociativo abbiamo postoalcune domande ad alcuni costruttori dimacchine e attrezzature per la lavora-zione di materie plastiche e gomma e adalcuni trasformatori, ai quali lasciamo laparola ringraziandoli per la disponibilitàdimostrata.

Come prima domanda non potevamo chechiedere ai nostri interlocutori se riten-gono interessante e, soprattutto, utile pergli operatori del settore materie plastichee gomma la costituzione del Comitato In-terassociativo.

Giuseppe Lesce (Sacmi Imola) esordisceaffermando che sulla carta le intenzionisono molto buone e ritiene che fosse diffi-cile esplicitarle meglio. Ma, precisa, la rea-lizzazione pratica farà la differenza e credeche l’aspetto della comunicazione verso gliassociati di entrambe le organizzazioni e illoro contributo saranno molto importantiper il raggiungimento di risultati concreti.

Secondo Luciano Anceschi (Tria) la si-tuazione di crisi strutturale in cui ci si trovaa operare è profonda e durerà a lungo e trale attività che le aziende sono costrette aintraprendere per fronteggiare le difficoltàsi possono individuare il miglioramentodelle tecnologie di produzione, l’ottimizza-zione dei fattori produttivi e l’incremento delvalore aggiunto dei manufatti. La costitu-zione di un gruppo interassociativo rappre-senta un aiuto in questo senso, potendopromuovere attività trasversali a più settori,

come la fornitura di energia o il piano di for-mazione.

Elisabetta Cirielli (Cibra Nova) considerasicuramente interessante e utile la costitu-zione del Comitato Interas-sociativo perché lo sviluppodelle tecnologie di pro-cesso si basa in gran partesulle richieste dei trasfor-matori che le utilizzano.Inoltre, per affrontare de-terminate problematiche,come per esempio quelleenergetiche e ambientali, ènecessaria l’unione fra co-struttori e utilizzatori dimacchine e attrezzature.

Anche per Silvio Tavec-chia (Negri Bossi) il Comi-tato Interassociativo ècertamente utile e crearecompetenze attraverso laformazione professionale èla via giusta da percorrere.E se la formazione verràrealizzata come indicato,

cioè presso le aziende interessate, saràpossibile creare il giusto collegamento trascuola e imprese.

Simone Maccagnan (Gimac) ritiene im-

Comitato Interassociativo:

programma e obiettivi

Giuseppe Lesce, Sacmi Imola

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prescindibile la collaborazione tra costrut-tori e trasformatori e concorda appieno con

quanto affermato dalpresidente di Assoco-maplast, Giorgio Co-lombo (Icma SanGiorgio), in occa-sione dell’assem-blea annuale deisoci, secondo ilquale la chiave divolta per usciredalla crisi è l'in-novazione, nonsempre facileda implemen-tare nelle pic-cole e me-die aziende,o l t re a l lacapacità difare rete, alivello diimpresecome diassocia-zioni.

Maccagnan pro-segue affermando che la ripresa non

può non passare dall’innovazione e l’inno-vazione non può non passare dall’intera-zione tra aziende e tra associazioni. Si diceconvinto che con decenni di primati tec-nico-scientifici e di successi industriali ilnostro territorio ha tutti gli strumenti percontinuare a distinguersi. Pertanto consi-dera un’ottima idea quella di coordinarsi tracostruttori e trasformatori e, magari, anchecon i produttori di materie prime, aggiun-gendo che sarebbe banale pensare che losi debba fare a causa del momento con-giunturale, mentre è nobile e necessariofarlo perché il progresso ne ha bisogno. Ildivario culturale fra imprese è spesso un li-mite ed è ciò che frena la nascita, ed even-tualmente la crescita, di una filiera, mentreuna cultura industriale simile può portare leaziende a raggiungere obiettivi interessantie importanti.

Il presidente di Federazione Gomma Pla-stica Nicola Centonze (ITP), quale soste-nitore dell’iniziativa insieme al presidenteRiccardo Comerio, si spinge a definire il Co-mitato Interassociativo più che necessario.Infatti, stiamo attraversando un periodomolto critico per l’industria italiana in ge-nerale e in alcuni casi, per il settore mate-rie plastiche, le criticità sono addiritturaaccentuate. Basti pensare alle problemati-che ambientali che ancora affliggono ilcomparto e ai bisogni in materia di forma-zione professionale. Ma si deve guardarecon attenzione anche ai costi energetici,comprimibili forse con l’innovazione tecno-

logica, e alla qualità dei prodotti e alla lorocertificazione.

Per Gianfranco Ranieri (Flora) ogni si-nergia che può aiutare a migliorare e a farerete oggi può rappresentare solo un van-taggio.

Renato Zelcher (Crocco) fa sapere che in

qualità di membro di giunta di FederazioneGomma Plastica è stato un grande soste-nitore di questo accordo. Si è partiti damolto lontano e con qualche difficoltà, maalla fine si è riusciti a porre le basi per unafutura proficua collaborazione. In momenticome questo e soprattutto in un mercatoche cambia alla velocità della luce, viene ri-tenuta indispensabile la possibilità di far se-

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Il commento del presidente Riccardo Comerio…Personalmente, ho da subito condiviso la proposta, che mi venne sottopostadalla direzione di Assocomaplast un paio di anni fa, di cercare di realizzare al-meno un coordinamento fra le tante sigle - più o meno importanti - che si ri-feriscono ad associazioni di categoria, gruppi merceologici, istituti ed enti cheoperano nel settore delle materie plastiche e della gomma. I nuovi scenari, in-dustriali ed economici, che si sono evidenziati nel mondo dopo il settembre2008 e che stanno ancora penalizzando pesantemente le aziende anche delnostro comparto, impongono a mio avviso una revisione dei nostri modi di ope-rare come imprese e come organismi vari di rappresentanza.Gli obiettivi mi paiono evidenti anche in relazione a quanto appena detto. In-nanzitutto, con il presidente di Federazione Gomma Plastica, Nicola Centonze,abbiamo ipotizzato un contatto con le associazioni e i gruppi merceologici ope-ranti nel settore per invitarli ad aderire al Comitato Interassociativo. Prima fratutte, evidentemente, PlasticsEurope Italia per avere attorno al tavolo il terzoorganismo nazionale di rappresentanza della filiera plastica-gomma. Io stesso,qualche tempo fa ho chiesto al presidente di PlasticsEurope Italia, Daniele Fer-rari, di considerare positivamente l’adesione; a metà luglio, mi risulta cheanche il presidente di Federazione Gomma Plastica, Nicola Centonze, abbia ri-petuto l’invito a Daniele Ferrari.Al di là di quanto elencato nel primo comunicato stampa del Comitato Inte-rassociativo, credo che sia da valutare presto l’opportunità di iniziative di re-lazioni pubbliche a favore dell’uso e del riciclo delle materie plastiche e dellagomma, tenendo conto che non sono infrequenti articoli e prese di posizionedi opinion leader che con leloro affermazioni dimostranodi non conoscere la realtà ef-fettiva e i vantaggi che deri-vano in moltissimi settoridall’impiego dei materiali sin-tetici.Come ho già riferito, pensoche il successo del ComitatoInterassociativo si potrà misu-rare anche dal numero di as-sociazioni, enti, consorzi che viaderiranno nel prossimo fu-turo. Per raggiungere l’obiet-tivo, comunque, è essenzialel’apporto favorevole delle sin-gole imprese che aderisconoad associazioni, enti e consorzidella filiera plastica-gomma.Poiché le adesioni delleaziende non sono mai a titolo gratuito, la quota annuale che viene versata - ri-levante o modesta che sia - dovrebbe fungere da stimolo per sollecitare un rac-cordo e un coordinamento che non possono che tradursi, in fin dei conti, in unrisparmio di risorse per tutti.

Luciano Anceschi, Tria

Riccardo Comerio, Comerio Ercole

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dere allo stesso tavolo, direttamente o indi-rettamente, tutti gli attori della filiera allar-gata.

Per i trasformatori, riferisce Walter Mo-retti (FIP), è senz’altro utile un’iniziativa chevalorizzi, difenda e, soprattutto, unifichi lafiliera, già troppo lungamente caratterizzatada divisioni e rivalità sterili, se non dannose.

Abbiamo poi domandato se gli obiettivi delComitato Interassociativo siano ritenutiimportanti e quali sarebbero da conside-rarsi prioritari.

Considerando l’ambito di attività della pro-pria azienda, Giuseppe Lesce ritiene digrande interesse poter lavorare sulle proble-matiche legate all’ambiente, alla riduzionedel peso degli imballaggi e all’impiego dinuove materie plastiche di origine vegetale.

Gli obiettivi del Comitato Interassociativosono particolarmente importanti per Lu-

ciano Anceschi, anche alla luce delle ne-cessità evidenziate nella precedente rispo-sta e in un tessuto produttivo che negliultimi anni si è impoverito di conoscenzetecniche e di processo.

A Elisabetta Cirielli sembra molto utile ilprogetto impostato per Expo 2015, perchéle materie plastiche hanno un grosso pro-blema di immagine, che va tenuto sottocontrollo. Anche l’impegno per la forma-zione è ritenuto importante, data la conti-nua evoluzione sia dei materiali sia delleapplicazioni, che richiede una costante pre-parazione per essere sempre aggiornati etrarre nuovi spunti.

Silvio Tavecchia considera prioritarie la for-mazione e la sensibilizzazione al risparmioenergetico. L’apertura verso l’esterno per-metterà a molti utilizzatori di macchine perla trasformazione di materie plastiche(come, per esempio, le aziende produttricidi componenti per auto o per elettrodome-stici), che magari aderiscono ad altre asso-ciazioni, di partecipare alle attività delComitato Interassociativo.

In tutta onestà, Simone Maccagnan crededi rappresentare un piccolo sottoinsiemedel settore, all’interno del quale il costo del-l’energia è molto meno influente rispetto adaltri aspetti come, per esempio, quello dellaformazione, che pare impossibile da gestirein maniera condivisa con altre aziende acausa dei differenti livelli culturali. Perquanto riguarda invece la normativa e l’uni-ficazione, ritiene che sia l’obiettivo più im-portante, fosse anche solo a fini di presidioe tutela. La normativa permette indiscuti-bilmente di fissare metodi, processi e ca-ratteristiche a vantaggio di chi per primo haraggiunto una filiera di qualità. Il problemaprincipale è sempre stato l’eccessivo indi-vidualismo che porta a una crescita fram-mentata e non coordinata, se non per brevi

13macplas330

… e del segretario generale Angelo BonsignoriDi Comitato Interassociativo si discuteva da almeno un paio d’anni e per varieragioni si è arrivati a concretizzarlo solo poche settimane fa.Dal punto di vista operativo, premesso che non intendiamo creare inutili so-vrastrutture, vogliamo dare concretezza ad alcune iniziative che le singole as-sociazioni o federazioni faticherebbero a realizzare da sole. Un esempio è laformazione finanziata: alle ingenti risorse di Fondo Impresa riescono ad acce-dere poche grandi organizzazioni confederali e noi invece abbiamo messo incantiere, praticamente già operativi, due progetti sviluppati insieme. Abbiamomesso a punto progetti di formazione tecnologica, non di formazione in sensoastratto.L’edizione 2015 di Plast e la sua concomitanza con Expo rappresentano un’al-tra grande occasione da cogliere. I problemi della conservazione degli alimentie della distribuzione di energia sono i temi centrali di Expo 2015 e gli imbal-laggi e le tubazioni per il trasporto di gas e acqua realizzabili con le materie pla-stiche devono essere in prima fila in queste occasioni. Reggere unamanifestazione che durasei mesi come Expo èun’impresa ardua ma Plast2015 deve essere la ve-trina dove tali applicazioni,tutte italiane, vengono por-tate all’attenzione mondialee l’esperienza di Assoco-maplast nell’organizzazionedi eventi fieristici sarà sicu-ramente indispensabile perla buona riuscita del pro-getto.Questi sono solo dueesempi: la speranza è chele imprese ce ne suggeri-scano altri, anche più am-biziosi, e noi cercheremo,con le forze di cui dispo-niamo, di realizzarli. Angelo Bonsignori, Federazione Gomma Plastica

Elisabetta Cirielli, Cibra Nova

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periodi. La capacità di proporre standard diriferimento potrebbe essere un buon indi-catore per misurare la qualità del lavoro disquadra fatto dal Comitato Interassociativo.

Nicola Centonze, oltre a quelli già citati, cheritiene abbiano un impatto diretto sugli ope-ratori di settore, indica un progetto a cuitiene molto. Nel 2015 si svolgeranno con-temporaneamente Expo e Plast: l’esposi-zione universale è un evento di enormeportata mediatica, che può portare impor-tanti benefici all’edizione 2015 di Plast.L’obiettivo è quello di riuscire a connotarequell’edizione in relazione ai due granditemi che caratterizzeranno Expo: nutrire ilpianeta ed energia per la vita. E le materieplastiche su questi due temi hanno moltoda dire in termini di sviluppo economico etecnologico.

Formazione, sinergie commerciali e un po’di attività di lobby sulle problematiche disettore possono solo migliorare, secondoGianfranco Ranieri, l’attività degli associatiaderenti alle due organizzazioni che hannocostituito il Comitato Interassociativo.

I primi obiettivi identificati sono sicuramentetutti ugualmente importanti e ambiziosi e sipossono portare avanti di pari passo, af-ferma Renato Zelcher che, egoisticamente,considera prioritaria e vitale per la soprav-vivenza delle aziende un’azione nei con-fronti dei fornitori di energia elettrica e delgoverno per portare il prezzo il più vicinopossibile a quello dei concorrenti europei.

La formazione è senzadubbio un fattore trainanteper Walter Moretti, perchémolto spesso in fabbrica

non si ha tempo perorganizzare attivitàspecifiche svolte daspecialisti. Le associa-zioni devono fare dalocomotiva in questocampo. Ovviamente, dabuon ligure, non restainsensibile anche allapossibilità di “strappare”condizioni favorevoli per iconsumi energetici.

Con la terza domanda ab-biamo chiesto agli intervi-stati quali altre azioni, a loroparere, andrebbero intrapresequanto prima dal Comitato Inte-rassociativo.

Il punto chiave, afferma GiuseppeLesce, è fare da ponte tra do-manda e offerta. Mettere insiemele esigenze di chi usa le materieplastiche - riferendosi nel casospecifico a chi costruisce mac-chine - e di chi le produce. In Italiaci sono ottimi chimici ma, peresperienza, quando si lavora con

produttori di PP, PE ecc. si ha sempre a che

fare con multinazionali estere. Anche iclienti italiani, che comprano le macchinerealizzate dalla propria azienda e le mate-rie prime da altre società, non sembrano

dinamici come sarebbe lecito aspettarsi.

Elisabetta Cirielli ritiene che le attività e leazioni finora ipotizzate siano un buon inizioe che, con il tempo, se ne evidenzierannosicuramente altre da intraprendere.

Per Silvio Tavecchia sarebbe auspicabileche venga valorizzata la tecnologia italiana,che non è seconda a nessuno.

Secondo Simone Maccagnan un obiettivodel Comitato Interassociativo deve esserequello di rendere disponibile alle aziende

non soltanto la formazione, maanche, e soprattutto, la possibi-lità di sperimentare subito econdividere in maniera attiva irisultati ottenuti. In questosenso si riferisce a laboratori,pubblicazioni ecc., perché laformazione è la benvenuta, maper non farla cadere nel vuotoservono strumenti concreti estabili, evitando che al terminedi un percorso formativo siperda il momento giusto in at-tesa di come e dove metterealla prova quanto appreso. Alleaziende mancano laboratori vi-cini e una reale consapevolezzadi cosa gli strumenti analiticipossono offrire. La messa inrete di quanto già disponibilepotrebbe essere un buon inizio.

Quello previsto è un pro-gramma già ambizioso, affermaNicola Centonze, se conside-riamo la natura del Comitato In-terassociativo. Si deve lavorare

insieme, e meglio, a 360 gradi, per posi-zionare il mondo delle materie plasticheladdove merita di essere collocato. Comericorda spesso l’economista Marco Fortis,

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Silvio Tavecchia, Negri Bossi

Simone Maccagnan, Gimac

Nicola Centonze, Federazione Gomma Plastica

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la filiera delle materie plastiche esprime ec-cellenze a livello mondiale, che vanno sal-vaguardate.

Gianfranco Ranieri suggerisce che si po-trebbe pensare ad azioni di comarketing ea scambi di idee ed esperienze anche conaltri settori.

Ci sono sicuramente altre azioni da intra-prendere secondo Renato Zelcher, ma in

questa fase era importante partire identifi-cando uno zoccolo duro di obiettivi sui qualivi è piena convergenza.

Per Walter Moretti sarebbe opportuno in-traprendere sui media una vigorosa e po-tente azione di sensibilizzazione sullaqualità certificata dei prodotti e di difesa dei

marchi nazionali, unitamente alla contesta-zione degli appalti unicamente votati almassimo ribasso e non alla “qualità al giu-sto prezzo”.

Infine, abbiamo domandato se siaconsiderato opportuno il coinvol-gimento, da parte del Comitato In-terdisciplinare, di altri soggetti(associazioni, enti, consorzi ecc.)lungo tutta la filiera di settore.

Senz’altro sì, commentaGiuseppe Lesce, chepensa al mondo del pac-kaging, da un lato, e agliutilizzatori finali, dall’altro.

Per Luciano Anceschi po-trebbe essere utile uncoinvolgimento della rap-presentanza del settoreche assorbe il maggior vo-lume di prodotti in pla-stica, ossia l’imballaggio,al fine di sfruttare al me-glio il tema di Expo 2015.

Elisabetta Cirielli crede che sia im-portante tenere vivo il colloquio frale persone che costruiscono lemacchine e quelle che con talimacchine realizzano prodotti, cioèpersone che comunque vivonoquotidianamente una realtàmanifatturiera e sanno cos’è unafabbrica.

L’apertura verso altri soggetti è consideratasicuramente utile da Silvio Tavecchia, rite-nendo che lo scopo debba essere quello diarrivare a coinvolgere tutti gli operatori chehanno a che fare con i materiali plastici.

Anche Simone Maccagnan ritiene utile ilcoinvolgimento di altri soggetti, tra cui si-

curamente dovrebbero rientrare i produttoridi materie prime, i laboratori e gli istituti tecnici, di cui avverte la carenza nel nostropaese.

Nicola Centonze ritiene opportuno il coin-volgimento, da parte del Comitato Interas-sociativo, di altri soggetti lungo tutta lafiliera di settore. Il comparto materie plasti-che è ricco di esperienze associative che,forse, vengono un po’ disperse tra tantesigle. Un momento comune di cooperazionenon può che essere salutare per tutti.

Per Gianfranco Ranieri sarebbe necessarioaprirsi non solo all’interno della filiera, maanche verso settori affini.

Il Comitato Interassociativo, o quello che nescaturirà in futuro, secondo Renato Zelcherdovrà sicuramente essere aperto ad altreassociazioni e/o enti. Ma dopo gli sforziprofusi per la sua costituzione ritiene chesia necessario renderlo prima operativo esuccessivamente valutare tempi e modi pereventuali integrazioni. E rileva che in Italia cisi trova tutti d’accordo sulla necessità difare squadra quando se ne parla in via teo-rica, un po’ meno quando si deve passarealla pratica.

Walter Moretti è certamente favorevole aogni ampliamento qualificante verso asso-ciazioni di produttori di materie prime, di in-stallatori ecc., perché spesso si discutonodeterminati argomenti sempre con i mede-simi interlocutori. Inoltre, sarebbe necessa-rio coinvolgere chi utilizza i propri prodotti.

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Gianfranco Ranieri, Flora

Walter Moretti, Fip

Renato Zelcher, Crocco

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Riconferma del presidentee dati di mercatoPresso il Cesap (Centro Sviluppo Applica-zioni Plastiche) di Verdellino-Zingonia (Ber-gamo) si è svolta il 28 giugno l’assembleaannuale dei soci Assocomaplast (l’Associa-zione nazionale dei costruttori di macchinee attrezzature per materie plastiche egomma) che, per il triennio 2012-2015, hariconfermato alla presidenza - con un’ele-zione avvenuta per acclamazione - GiorgioColombo (Icma San Giorgio) e alla vicepre-sidenza Alessandro Grassi (Frigosystem).L’assemblea ha anche eletto il collegio deiprobiviri per il quadriennio 2012-2016(Alessandro Fabbri, Cofit; Mario Piatto,Green Box; Gianluigi Fè, Itib Machinery; An-gelo Bianchi, Olmas; Camillo Lupi, Tecno-matic) e dei revisori contabili per il biennio2012-2014 (ordinari: Elena Cribiù, Crizaf;Emanuela Balzanelli, FB Balzanelli Avvolgi-tori; Fabio Mascherpa, dottore commercia-lista revisore dei conti; supplenti: AndreaMariani, Impianti OMS; Gianni Cazzulo, dot-tore commercialista revisore dei conti).L’appuntamento ha offerto l’occasione perfare il punto sull’andamento del settore edelinearne le prospettive future anche gra-zie all’analisi di alcuni dati di mercato. Lerilevazioni Istat del commercio estero ita-liano di macchine per materie plastiche egomma, nel primo trimestre 2012, a confronto con l'analogo periodo 2011, mo-strano ancora una consistente progres-sione del 17% nell'export, pur con unmoderato rallentamento rispetto ai quartiprecedenti. È migliorato l'andamento dellevendite all'estero di stampi e macchine persoffiaggio, mentre il trend per linee di estru-sione, macchine a iniezione e per formare

e modellare ha mostrato un tendenziale in-debolimento, pur restando positivo. Al con-trario, si è verificato un incrementosensibile dell'import (22%), soprattutto infunzione di maggiori acquisti di stampi edestrusori.Relativamente ai principali paesi di desti-nazione delle esportazioni italiane, si se-gnala il +19% delle vendite alla Germania(per un valore di poco inferiore a 90 milionidi euro, per due terzi rappresentati dastampi), sempre al primo posto nella clas-sifica da oltre vent’anni, e lo speculare -19% delle forniture alla Cina, che perdequindi una posizione, collocandosi al terzoposto, con circa 34 milioni di euro. Le ven-dite verso la Francia (seconda) sono au-mentate del 37%, verso gli Stati Uniti (alquarto posto) del 34%, e a seguire verso laPolonia del 30%, il Brasile del 28% e la Tur-chia del 17%.

Il discorso di Giorgio ColomboIl momento centrale dell’assemblea è coin-ciso con la relazione - di cui riportiamo diseguito il testo quasi integrale - del presi-dente Giorgio Colombo, che si è soffermatosullo stato di salute dell’industria settorialee ha illustrato alcune attività presenti e fu-ture dell’associazione.“Al termine del mio mandato biennale allapresidenza Assocomaplast, desidero rin-graziare tutti i soci che hanno dimostratoche in molte imprese esiste e cresce lo spi-rito di collaborazione con l'associazione dicategoria. Con il supporto di consiglieri emembri di giunta ho cercato di svilupparel'attività di Assocomaplast il più possibile inlinea con le aspettative delle nostre im-

prese. Proprio con l'obiettivo di sintonizzaresempre più il rapporto associazione-asso-ciati, ho proposto che nei prossimi mesi siasvolta un'indagine per raccogliere dai nostriaderenti opinioni e suggerimenti sulle ini-ziative che vengono ritenute più in linea coni tempi profondamente mutati in questi annidi crisi e globalizzazione.Vorrei richiamare l’attenzione sui dati checaratterizzano l'industria delle macchineper materie plastiche e gomma. Nell'arcodel 2011, in base alle statistiche elaborateda Assocomaplast, il nostro settore ha re-gistrato un fatturato stimato in circa 4 mi-liardi di euro, con una crescita dell'11%rispetto all'anno precedente ma ancora aldi sotto del record registrato nel 2007 dicirca 4,2 miliardi di euro. Anche il valore delnostro export, pur risultando aumentato del21% nel 2011 rispetto all'anno precedente,non è ritornato ancora al livello del 2007. Ilmercato interno lo scorso anno è risultatosostanzialmente stagnante, con un crescitastimata forse ottimisticamente nell'1% sul2010, ben al di sotto del valore registratonel 2007.Vorrei sottolineare come si stia assistendoa una profonda modifica dello scenario set-toriale a livello mondiale e come tale modi-fica stia determinando probabilmente unridimensionamento progressivo del nostrocomparto, almeno in termini relativi ad altrenazioni. Le statistiche di Euromap rilevanoche negli ultimi 5 anni abbiano perso quotedi mercato rispetto ai concorrenti migliori(tedeschi) e più aggressivi (cinesi). Desideroaccennare all'evidente difficoltà per le no-stre imprese di mantenere fatturato e mar-gini in un contesto che vede un palese calodel fatturato in Italia compensato dalla cre-

Costruttoriin assemblea

Appuntamento annuale per i soci Assocomaplast

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scita dell'export, con la conseguenza di unben maggiore impegno a cui sono chiamatii nostri uffici commerciali, tecnici e di assi-stenza per confrontarsi con i mercati esteri,mentre un tempo, chi ci ha preceduto,aveva il vantaggio di vendere il 50% e piùdel proprio macchinario a una clientelaposta spesso "dietro l'angolo".La fiera triennale Plast ha confermato il calodi operatori italiani interessati a investire ri-spetto agli stranieri. Risulta evidente cheabbiamo di fronte sfide importanti e sonofiducioso che sapremo individuare le ricettegiuste per adattarci ai nuovi scenari. Tra gliingredienti chiave voglio richiamare l’inno-vazione. Spesso è difficile proporre innova-zione quando si è piccoli e si hanno risorselimitate e riconosco il fatto che essere unpo' più grandi, di quanto in media oggisiamo, in questo momento aiuterebbe.Devo però ricordare che, proprio quandoerano piccole molte nostre aziende, sonostate in grado di sviluppare quell’innova-zione che ha consentito di affermarsi sulmercato. A PLAST 2012 l'idea di stimolarela presentazione di macchine, ausiliari e si-stemi produttivi innovativi ha dato un buonrisultato con molte aziende contrassegnatea catalogo dal logo "Plast Innovation". Seinnovazione e capacità progettuale rappre-sentano variabili chiave per rimanere fortie competitivi, dobbiamo anche essere con-

sapevoli che dimensione aziendale e tran-sizione da modelli organizzativi prettamentefamiliari a modelli di tipo manageriale rap-presentano ulteriori sfide.Nell’ambito delle attività organizzate dallanostra associazione ho prestato molta at-tenzione alle collettive nelle principali fiereestere e alle altre iniziative finalizzate allapromozione delle nostre aziende all’estero.Ritengo che questo tipo di attività sia unavera priorità nello scenario di oggi, dove tral’altro deve emergere in pieno la forza del-

l’associazione, capace di movimentare ri-sorse e relazioni impensabili per una sin-gola azienda.Un altro fronte su cui Assocomaplast è at-tiva è quello dei rapporti e delle sinergieoperative con altre associazioni di catego-ria, in particolare del comparto metalmec-canico e della filiera plastica-gomma. Inquesto ambito di attività, mi sta dando ungrande supporto il nostro past president,Riccardo Comerio, che ringrazio. È attual-mente vicepresidente della federazione set-toriale Federmacchine ed è presidente diun Comitato Interassociativo promosso daAssocomaplast e che vede per il momentoun solo partner - Federazione Gomma Pla-stica - con l'obiettivo di avere presto altreadesioni per svolgere programmi di attivitàpiù ambiziosi, soprattutto in Italia.Nel contesto di Federmacchine, stiamo cer-cando di stimolare le autorità di governo,insieme all'associazione dei costruttori dimacchine utensili, Ucimu, chiedendo inter-venti a favore delle PMI italiane. Cito peresempio quanto proposto da Federmac-chine al governo e recepito nel cosiddetto“decreto sullo sviluppo” per l'apertura almercato dei capitali alle società non quo-tate. Assocomaplast, con Ucimu, ha indivi-duato il mercato indiano come uno di quellicon il maggiore potenziale di incrementoper il nostro export e ha deciso di offrire alle

imprese interessate una vera e propria“piattaforma”, che possa agevolare la loropenetrazione produttiva e commerciale nelgrande subcontinente asiatico. C’è, infine,un terzo esempio di sinergia che Assoco-maplast cerca di sviluppare in sede Euro-map. In considerazione del fatto che si fasempre più chiara l'esigenza di sostenere ilconcetto di Made in Europe, stiamo cer-cando di implementare l'attività in diversiambiti: norme tecniche sulla sicurezza deimacchinari; studio e comparazione dei

consumi energetici di macchine e linee ditrasformazione; sorveglianza del mercatoeuropeo contro le importazioni di macchinenon rispondenti alle direttive europee sullasicurezza; ricerche sulle potenzialità deimercati in aree emergenti o di frontiera ec-cetera.Dopo qualche esempio di sinergia interas-sociativa, voglio citare l'impegno della no-stra associazione per diffondere fra lesingole imprese un'aggregazione chepossa permettere di investire in crescita in-ternazionale e in innovazione. I Contratti diRete rappresentano una nuova e originaleformula giuridica che consente di determi-nare non una fusione ma una collabora-zione stabile delle aziende, mantenendoneperò la piena individualità. In diversi settorii Contratti di Rete sono ormai parecchi evedono coinvolte oltre 1700 imprese del si-stema di Confindustria. Nel nostro “pic-colo”, anche la nostra società di gestionePromaplast e quella di Ucimu, CEU, hannodato vita a una “Rete” per iniziative comunidi promozione del Made in Italy dei due set-tori nei mercati esteri.Anche in sede associativa stiamo inno-vando il modello organizzativo. Cito, in pro-posito, l'uscita dall'organico di due “vecchiecolonne”: Gino Delvecchio, che ha gestitoper tanti anni la rivista Macplas, e ClaudioCelata, che è stato direttore e propulsore di

Assocomaplast, sviluppandoper la nostra associazione -attraverso Promaplast, di cuiha coperto dalla sua fonda-zione la carica di amministra-tore delegato - un'intensaserie di iniziative editoriali, fie-ristiche, tecniche, promozio-nali. Gino Delvecchio sarà oraun collaboratore della reda-zione per eventuali nostri pro-getti specifici e potrà essereanche al servizio di singolisoci interessati alla sua espe-rienza giornalistica. A ClaudioCelata abbiamo offerto di ri-manere nel consiglio di am-ministrazione di Promaplast,per dare ancora supportospecialistico su alcune inizia-tive individuate da Mario

Maggiani, nominato amministratore dele-gato della nostra società.Termino ringraziando il vicepresidenteGrassi e tutti i colleghi di consiglio direttivoe giunta per il sostegno che mi hanno for-nito in tutto l'arco di questo mandato bien-nale di presidente Assocomaplast e lanostra segreteria per l'intensa attivitàsvolta”.

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Un momento della relazione del presidente di Assocomaplast, Giorgio Colombo

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Invitato all'assemblea annuale di Assoco-maplast, Giacomo Vaciago, noto economi-sta e docente di Politica Economica pressol’Università Cattolica di Milano, ha fornitouna propria valutazione del quadro econo-mico-finanziario attuale, italiano ed euro-peo, offrendo ai partecipanti anche unapropria “ricetta” per poter uscire dalla crisicongiunturale degli ultimi anni.

I primi dieci anni dell’euroL’adozione della stessa moneta da parte diun certo numero di paesi che già forma-vano un’unione economica caratterizzatadalla libera circolazione di beni e di fattoriproduttivi, serviva a realizzare un mercatounico. L’integrazione ottenuta rendeva plau-sibile il sogno di un’Europa fatta dal megliodi ciascun paese. Se quello era il “sogno” diallora, che richiedeva appropriate riforme,regole, e politiche, possiamo dire che èquanto si è visto in Europa in questi anni?Il bilancio del primo decennio realizzatodalla BCE nel 2008 era molto positivo sullequalità dell’euro. Ma tale analisi non indi-cava i costi e i benefici che i singoli paesi,e l’area nel suo complesso, avevano regi-strato nel periodo considerato. Negli anniduemila, anziché procedere con le riformee le politiche necessarie per ottenere i be-nefici reali dell’euro, diversi paesi (comeGrecia Portogallo, Spagna e Italia) si sonoaccontentati dei benefici monetari dati dall’“apparire tedeschi”, cioè dal vedersi appli-cati gli stessi tassi di interesse. In pratica,per dieci anni tutti questi paesi hanno avuto

dai mercati finanziari lo stesso trattamentodegli emittenti tedeschi. Solo nel 2009 ab-biamo scoperto quanto i “benefici” dell’eurofossero stati illusori in numerosi paesi del-l’Eurozona.

La crisi globaleLa crisi iniziata il 9 agosto 2007 è ancora incorso. Dobbiamo porci anzitutto una seriedi domande sulle cause: chi ne ha piùcolpa? È colpa del Governo che ha finan-ziato con debito pubblico una spesa chenon contribuendo allo sviluppo del redditoha portato a un debito pubblico “ecces-sivo”, cioè non sostenibile? Oppure, è colpadei privati - famiglie e imprese - che hannofatto troppi debiti (per finanziare spesa cor-rente, e non investimenti) e quindi dellebanche che hanno sbagliato a concederequei finanziamenti? Oppure ancora,è colpa della Banca Centrale che hatenuto una politica monetaria troppoespansiva e quindi tassi di interessetroppo bassi?Sappiamo che la crisi finanziaria glo-bale iniziata nel 2007 ha avuto causeche rappresentano un mix delle treappena individuate: troppo debitoprivato e/o pubblico anche perchéera troppo espansiva la politica mo-netaria. Nel caso dell’Eurozona, c’èsolo un problema in più: i paesi coin-volti, essendo membri di un’unionemonetaria, non hanno a disposizionené propri tassi di interesse né tassidi cambio come possibili strumenti

autonomi per correggere le conseguenzedella crisi: per poterlo fare dovrebberouscire dall’euro. Oggi la crisi ha ancoratutte e tre quelle dimensioni e ciò spiegaperché dopo anni si discute ancora sui ri-medi che non arrivano.

Stabilità monetaria e finanziariaLe cose viste nel caso dell'Eurozona sonocomplicate perché all’inizio di una crisi èfrequente interpretarla solo come problemadi liquidità. È così che iniziò la crisi globaledel 2007: si fermò il mercato interbanca-rio, cioè quello della liquidità di ogni giorno.Le crisi sono gravi quando i problemi sonoanche di solvibilità e quando le conse-guenze della crisi - e dei suoi successivi "rimedi" - non sono solo finanziarie, ma

e benefici dell’euro

Dimostrazioni in fiera

Una lezione di economia

Costi

Giacomo Vaciago, docente di Politica Economica pressol’Università Cattolica di Milano

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anche reali. È quanto abbiamo visto nel2010, e la crisi non è terminata. Nell’annotrascorso, i differenziali di rendimento ri-spetto al bund tedesco, dei paesi della “pe-riferia europea” - Grecia, Irlanda, Portogalloe Spagna - hanno seguito più che altro untrend di continua ascesa.Due importanti aspetti meritano di esseresottolineati. Anzitutto i “fondamentali” deipaesi in questione negli anni precedenti lascoperta della “bugia greca”. È evidentecome l’esuberanza dei mercati nei loroconfronti non si limitasse a trascurare ilcrescente deficit pubblico di un paese solo,ma tutta una serie di indicatori rilevanti, perciascuno: dalla bolla immobiliare che iniziaa sgonfiarsi nel 2007 come nel mondo an-glosassone, al deficit pubblico e ancor piùal deficit corrente della bilancia dei paga-menti. È soprattutto questa la variabile chegià nel 2005-2007 segnala un grave dete-rioramento, raggiungendo e superando il10% del PIL nel caso di Spagna, Portogalloe Grecia. Il secondo aspetto riguarda l’andamentodei differenziali dei tassi rispetto al bund te-desco nel corso del 2010. Il continuo au-

mento di questa variabile, soprattutto perGrecia e Irlanda, non misura infatti un ulte-riore deterioramento dei fondamentali cheanzi iniziano a correggersi, in particolarecon riferimento allo squilibrio dei conti conl’estero. Piuttosto i mercati registrano conpreoccupazione che tarda la definizione siadelle necessarie misure per porre rimedioalla crisi sia di quelle che servono per evi-tarne il ripetersi in futuro. Eurottimisti ed euroscettici hanno sempresaputo che l’Unione monetaria europea -come iniziata il primo gennaio 1999 - nonera una costruzione in equilibrio stabile. Po-teva aumentare la sua convergenza in ter-mini di integrazione reale; oppure avrebbeconosciuto una crescente divergenza, finoalla disintegrazione. Il fatto che nei suoi

primi dieci anni di vita, fino al 2008, una si-gnificativa convergenza nominale fossestata giudicata sufficiente, anche dai mer-cati finanziari, non dovrebbe stupire. Eraprevedibile. Quel mondo è terminatoquando nel 2009, il premier George Pa-pandreou ha dovuto ammettere che il defi-cit pubblico greco sarebbe stato il 13 e nonil 3% del PIL. Da allora, i mercati finanziarihanno debitamente considerato la sosteni-bilità, rispetto alla crescita, del debito (pri-vato e/o pubblico) dei paesi della periferiaeuropea. Tre aspetti meritano di essere sottolineati:quali errori sono stati commessi; cosa sideve ancora fare per uscire dalla crisi;quando sarà superata. Quanto agli errori, ilprincipale è stato quello di aver ragionatosolo in termini di stabilità monetaria: equi-valente alla “convergenza nominale”; comedefinita da 3 su 5 parametri del Trattato diMaastricht, quelli su inflazione, tassi di in-teresse e tassi di cambio. E a garanzia diciò, “indipendenza politica” della BCE, co-me misurata dagli altri 2 parametri di Maa-stricht: il rapporto tra deficit pubblicoannuale e PIL; il rapporto tra debito pub-

blico lordo e PIL.La teoria monetaria allora preva-lente era infatti quella che l’atten-tato principale all’indipendenza diuna banca centrale dedicata a ga-rantire la stabilità monetaria po-tesse venire solo da governicaratterizzati da un’illimitata pro-pensione al debito pubblico. Debitipubblici “eccessivi” avrebbero ri-chiesto inflazione e quindi mone-tizzazione. Per evitare tutto ciò,erano necessari limiti severi ai de-biti e perciò ai deficit pubblici, ri-spetto al reddito nazionale. In altreparole erano ammessi solo deficit edebiti pubblici che, facendo aumentare il PIL, non avrebbero in-crementato il rapporto tra defi-cit/debito pubblico e PIL. Tutto ciò

non era riferito alle ragioni per cui l’euro ve-niva adottato, ma si preoccupava solo digarantire che la nuova moneta fosse dibuona “qualità”, cioè di valore stabile.È invece necessario convincersi che la cre-scita dipenderà dal nostro adeguamento aun mondo mai esistito in passato, dove lalocomotiva della crescita sta sempre più neipaesi emergenti. La crisi risulterà superatae le difese del sistema euro torneranno ro-buste quando verrà ripristinata la “cultura”della stabilità monetaria e finanziaria: i de-biti non sono mai eccessivi se di normaservono a finanziare la crescita che da solarende quei debiti sostenibili. Bisogna anchetornare a credere che i governi sono utiliperché evitano o correggono gli errori deiprivati (market failure) e non perché ne

sono complici. È chiaro che se non si vedràpresto una credibile “volontà di preservarela moneta unica”, allora l’avranno vinta imercati finanziari, il cui pessimismo da dueanni indica come possibile la fine dell’euro,e come molto probabile l’uscita di alcunipaesi della periferia d’Europa.

Le opportunità dell’Italiain un mercato crescenteRiguardo alla crisi finanziaria, in particolareeuropea, il governatore della Banca d'ItaliaIgnazio Visco sostiene che quest’anno siapeggiore del 2011, soprattutto perché la si-tuazione odierna è molto più complicata ri-spetto al passato. Anche il presidente diConfindustria Giorgio Squinzi parla di un -2,4% del PIL nell'ultima parte del 2012 edi un 2013 ancora con segno negativo.Sono diventate più divergenti le economiedi 17 paesi che condividono la stessa mo-neta, quindi serve soprattutto che i governidicano, in modo credibile, qual è l’Europache hanno in mente di realizzare. Come nelcaso dell’Italia, dove Visco sottolinea cheper tornare a crescere serve una strategiadi riforme strutturali che richiederà tempo.In effetti siamo in recessione da un anno el’Italia cresce poco o niente da 15 anni!Ciononostante, molte delle imprese del set-tore materie plastiche e gomma oggi vannobene: sono bravi gli imprenditori e i loro di-pendenti; e soprattutto sono aziende cheesportano molto (circa il 70%), cioè servono quella parte del mondo che piùcresce. E sono proprio le aziende cheesportano quelle ad andare meglio. Un buon indicatore per l'economia italianaè rappresentato comunque dal fatto che lesocietà estere acquistano tuttora aziendeitaliane, che risultano quindi sane. Se ciònon accadesse, allora dovremmo seria-mente preoccuparci. In generale, però, l'economia dei paesi oc-cidentali è pressoché immobile. Europa eStati Uniti crescono sempre meno, mentrei paesi emergenti (a cominciare dai BRIC:Brasile, Russia, India e Cina) trainano oggila crescita mondiale. Servire il loro sviluppospostando in quelle nazioni una parte dellaproduzione sarebbe oggi consigliabile perun’azienda che intenda avere un futuro. La"ricetta" per uscire dalla crisi e quindi tor-nare a crescere in Italia dovrebbe però es-sere completata da:• investimenti in ricerca e sviluppo;• diffusione dell'innovazione anche nel

modo produrre;• digitalizzazione; ridurre carte e docu-

menti (e questo sarebbe utile soprattutto a livello di pubblica amministrazione);

• esternalizzazione e telelavoro (pratica già avviata in alcuni paesi del nord Europa).

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Figura 1 - Trend dell'industria mondiale

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Sempre nel corso dell’annuale assembleadei soci Assocomaplast, il presidente di Fe-derazione Gomma Plastica, Nicola Cen-tonze, ha fornito un quadro della situazioneeconomica del settore materie plastiche egomma dal punto di vista del compartodella trasformazione, anticipando alcune ri-flessioni che sono state approfondite ilgiorno successivo (e che riportiamo qui diseguito) in occasione dell’assemblea dellaFederazione.

L’andamento generale...Come noto, nel maggio di quest'anno laproduzione industriale italiana è calata dello0,6% se confrontata a quella del prece-dente mese di aprile e dell’1,9% in aprilerispetto a marzo. Sale quindi al 23,5% ladistanza dal picco positivo di aprile 2008,mentre si recupera il 3,5% rispetto al valoreraggiunto nel marzo 2009, durante il pe-riodo di recessione. Purtroppo anche vista dall’estero, affermaCentonze, la situazione italiana non apparerosea (come dimostrano recenti articoli ap-parsi su alcune testate economiche d’oltreconfine).

…e quello del settoreSecondo il presidente dell’associazione le

esportazioni di manufatti in plastica sonomodeste. In media un trasformatoreesporta solo il 20% della sua produzione,mentre oggi chi esporta sarebbe più pro-tetto. Il calo del settore è soprattutto dovutoalla minore liquidità nelle mani degli acqui-renti, secondo il principio “la gente guada-gna meno e di conseguenza spendemeno”. Nel 2011 il consumo di materie plastichein Italia è calato del 5% rispetto al 2007:non è molto, ma è un dato che merita unacerta attenzione. Il 2012 non sta andandobene soprattutto a causa dell’aumento deiprezzi delle materie prime. Nei primi 5 mesisi è infatti verificato un aumento eccezio-nale che non è stato possibile riversare sulprezzo finale dei manufatti a causa dellascarsità della domanda. A tale incrementosi è aggiunto, purtroppo, anche un forte au-mento del prezzo dell’energia elettrica ed ènoto che le aziende trasformatrici di settoresiano considerevolmente energivore. L’aumento del costo del denaro e, in alcunicasi, una minore concessione del creditobancario hanno causato ulteriore danno alleaziende. In realtà non sarebbero molte leaziende che lamentano la mancata con-cessione del credito, ma, in generale, sonoquelle in maggior difficoltà che, oltre a

dover far fronte a un periodo di crisi con-giunturale, riscontrano un atteggiamento dichiusura da parte delle banche.Il settore della gomma ha invece chiuso il2011 con un aumento del 5% della produ-zione rispetto all'anno precedente, dovutosoprattutto, come ha spiegato il presidentedi Assogomma Ermanno Fugazza, alla pro-duzione di pneumatici (+16% rispetto al2010), che ha trascinato anche altri pro-dotti del settore. Tuttavia nel corso di que-st'anno si sta verificando un’inversione ditendenza a causa della crisi del compartoautomobilistico; pertanto le previsioni per il2012 non sono positive nemmeno per glielastomeri. Nel mese di maggio l’aumento dei prezzidelle materie prime è terminato raggiun-gendo una situazione di stallo, se non ad-dirittura di calo. Si prevede infatti che nellaseconda parte dell’anno i prezzi delle ma-terie prime tenderanno a diminuire. Un altroaspetto positivo riguarda la riduzione delvalore dell’euro rispetto al dollaro, che fa-cilita le esportazioni.In conclusione Centonze ha tenuto a sotto-lineare l’importanza del nuovo Comitato In-terassociativo (vedi pagina 11 di questarivista), che sta prendendo forma grazie allacollaborazione con il past president di As-socomaplast, Riccardo Comerio, e con l’at-tuale presidente Giorgio Colombo.

Quadro economico 2011Secondo una prima stima elaborata dal-l'associazione europea dei produttori di po-limeri, nel 2011 la produzione mondiale dimaterie plastiche è cresciuta del 4% sul-l'anno precedente, passando da 270 a 280milioni di tonnellate. Un primo timido se-gnale di ripresa, quindi, dopo il rallenta-mento causato dalla crisi economica deglianni scorsi, in particolare tra il 2008 e la

2011:il punto di vista dei trasformatori

Dalla Federazione Gomma Plastica

22macplas

330

AREE 2007 2008 2009 2010 2011

UNIONE EUROPEA 78,3% 77,0% 76,9% 77,4% 77,9%

ALTRI PAESI EUROPEI 8,3% 9,1% 9,1% 9,0% 8,9%

STATI UNITI E CANADA 2,2% 1,8% 1,5% 1,6% 1,7%

AFRICA 3,6% 4,2% 4,6% 4,3% 3,9%

ASIA 4,8% 5,0% 5,4% 5,2% 4,8%

ALTRI PAESI 2,8% 2,9% 2,4% 2,6% 2,9%

Elaborazione Federazione Gomma Plastica su dati di fonte Istat

FAINPLAST

TABELLA 1 - ESPORTAZIONI ITALIANE DI ARTICOLI IN PLASTICA PER AREE DI SBOCCO

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23macplas330

prima metà del 2009.Le cinque grandi famiglie dimateriali plastici - poliolefine,PVC, PS, EPS e PET - val-gono da sole circa il 70%della domanda mondiale, perun volume aggregato diquasi 200 milioni di tonnel-late. Sempre secondo i pro-duttori di resine fino al 2016i consumi di materie plasti-che dovrebbero crescerecon un tasso medio annuodel 4%. Passando dalla produzionemondiale a quella europea, e

con particolare riguardo all’industria trasformatrice, si nota comequest’ultima si lasci alle spalle un triennio caratterizzato daun'estrema volatilità della domanda e delle quotazioni delle ma-terie plastiche.Nell’ultimo trimestre del 2011 si sono poi avvertiti i sintomi di unpreoccupante rallentamento della crescita economica, conse-guenza della crescente crisi del debito nell’Eurozona.Secondo le stime fornite da AMI (Applied Market Information), nel2011 in Europa il consumo di polimeri si è attestato attorno ai 38milioni di tonnellate, con una crescita pari al 2,3% sul 2010. Inparticolare il 2011 si è caratterizzato per l’assenza della ripresasperata nel settore della trasformazione; il modesto recupero re-gistrato nel 2010 è stato annullato nel corso dello scorso anno. Ingenerale, nel 2011 la crescita ha avuto un andamento irregolaree discontinuo.Venendo al mercato nazionale, sempre secondo AMI, nel 2011sono stati trasformate in Italia circa 6 milioni e 53 mila tonnellatedi materie plastiche.Secondo ulteriori dati raccolti dalla Federazione Gomma Plastica,invece, il consumo di polimeri nel 2011 si è attestato a 6300 mi-lioni di tonnellate (-4% rispetto al 2010). A determinare questorisultato sono state in gran parte le poliolefine, che incidono peril 56% sul totale delle plastiche trasformate in Italia, con il polie-tilene a bassa densità e lineare più colpito dalla stagnazione acausa della difficile situazione dei film, soprattutto nel segmentodell'estensibile. Anche gli shopper hanno contribuito a deprimerei volumi, colpiti dal divieto alla commercializzazione dei sacchettinon biodegradabili entrato in vigore il 1° gennaio 2011. Tutt’altroche brillante anche l'andamento del polietilene ad alta densità,per la flessione dei comparto film e tubi, e - in modo meno mar-cato - del polipropilene, che soffre per la difficile congiuntura difilm e fibre. Anno difficile anche per le poliammidi, che scontanola crisi dell'auto, e per gli espansi poliuretanici.Performance poco brillanti anche per il comparto del riciclo di po-limeri in Italia (fonte Unionplast). Il 2011 mostra segnali di re-gresso in linea con la fase congiunturale che il Paese staattraversando, i cui effetti si sono riflessi, come detto, anche sulcomparto della trasformazione di materie plastiche, il principalevolano del riciclo. Quest’ultimo settore non poteva quindi non ri-sentire della contrazione dei consumi di polimeri in Italia; le quo-tazioni delle resine vergini hanno poi ulteriormente contribuito alladiffusione della pratica dell’autoriciclo presso il trasformatore, conconseguente ulteriore decremento, anche per il 2011, delle quan-tità di scarti industriali valorizzati dai riciclatori. Complessivamentelo scorso anno sono state sottratte alla discarica, mediante rici-clo, 1,33 milioni di tonnellate di scarti plastici (-5% sul 2010).

m

NOVOSYSTEMS

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C24

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Primo semestre

Congiuntura chimicaSecondo i dati diffusi da Federchimica a fine giugno, la chimicamondiale, dopo aver chiuso il 2011 con un incremento pari al4,4% in volume, ha evidenziato un rallentamento che coinvolgeanche le aree emergenti, Cina compresa, pur continuando a cre-scere del 2,4% nella prima parte del 2012.L’industria chimica a livello europeo, e ancor più italiano, ha ri-sentito pesantemente dell’inversione ciclica di fine 2011, dovutaalla crisi di fiducia. Il 2012 in Italia si è aperto su livelli produttivimolto deboli (-5% sulla media del 2011) e - dopo una fase di re-cupero, guidata dal parziale ripristino delle scorte di materieprime da parte dei clienti - le politiche di acquisto sono tornateestremamente caute e condizionate dalla crisi di domanda chepervade i vari settori - come l’edilizia - strettamente legati al mer-cato interno. Pur ritenendo superato il punto di minimo, l’evolu-zione congiunturale non sembra potersi consolidare, in quantole prospettive sono collegate all’andamento, quasi sempre de-bole, della produzione nei differenti settori di sbocco.Nella media del 2012, le previsioni europee del Cefic indicanouna stagnazione della produzione, nonostante la dinamica posi-tiva dell’export verso le aree extra UE. Anche i cedimenti neiprezzi delle commodity chimiche sono giustificati dal rallenta-mento della domanda a livello mondiale, ma, per la chimica finee specialistica, i prezzi delle materie prime rimangono ancoramolto alti se confrontati con quelli degli anni passati e permane

l’esigenza di trasferirli sui prezzi di vendita. La produzione chimicain Italia potrà essere sostenuta dalle opportunità di export chedovrebbero migliorare in corso d’anno, complice anche la debo-lezza dell’euro. In questo contesto di domanda interna debole edestera in miglioramento, le previsioni per la produzione chimicaitaliana nel 2012 indicano un calo pari a circa il 2-2,5%.

Corea del Sud in ascesaCome segnalato ad Assocomaplast dal Korea Institutefor Industrial Economics & Trade in occasione di un re-cente incontro, il governo sudcoreano ha avviato un pro-gramma per lo sviluppo dell'industria trasformatricelocale di materie plastiche.Non a caso anche il commercio estero di macchine permaterie plastiche e gomma ha registrato nel 2011, ri-spetto all'anno precedente, una sensibile progressione:+52% all'import, soprattutto in funzione dei maggiori ac-quisti di estrusori, e +23% all'export, grazie alle più con-sistenti vendite di macchine a iniezione. Peraltro, nel2011 la Corea del Sud è risultata il sesto maggioreesportatore mondiale di macchinari.Primo fornitore della Corea si riconferma il Giappone, chesi classifica anche al secondo posto fra i mercati di de-stinazione dell'export coreano, dopo la Cina. Nel 2011l'export italiano di macchine per materie plastiche egomma verso la Corea del Sud è stato di circa 8,5 mi-lioni di euro, con un incremento del 17% sul 2010.

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PConsumo in Italia

PVC fermo al 2009Nel 2011 in Italia sono state lavorate 730 mila tonnellate di PVC, con unaflessione, rispetto al 2010, del 3,9% che riguarda prevalentemente ilPVC rigido, mentre quello plastificato conferma i volumi dello scorsoanno. In generale si è sostanzialmente tornati ai livelli del 2009. È que-sto quanto emerge dallo studio “Il consumo di PVC in Italia - 2011”, rea-lizzato recentemente dalla società Plastic Consult per conto di PVCForum Italia.Con il 34% circa del mercato, l’edilizia continua a essere il principalesbocco applicativo del PVC, anche se con un calo dei volumi (245000 t)rispetto al 2010, data la forte crisi del settore. Nel comparto delle tuba-zioni (118000 t) il trend negativo è stato aggravato dagli scarsi investi-menti in infrastrutture idriche, mentre profili per infissi e altre applicazioni(115000 t) registrano perdite più contenute intorno al 3%. In particolare, in Italia appare stazionaria la produzione di profili per in-fissi e per soddisfare la domanda di serramenti caratterizzati da elevataefficienza termica si fa ricorso anche con una certa quota di importa-zione.L’imballaggio copre il 15% del mercato e con 110 mila tonnellate(119000 nel 2010) si conferma il secondo sbocco applicativo. Gli altrisettori hanno registrato in media una sostanziale tenuta e alcuni hannoevidenziato anche un aumento della produzione. Segno decisamente po-sitivo (+8%) per i compound a base di PVC destinati ai mercati esteri, aconferma del buon andamento che aveva contraddistinto il 2010. Beneanche le applicazioni nel settore telecomunicazioni.Per quanto riguarda il riciclo, nel 2011 i volumi complessivi di scarti pre-consumo hanno subito una flessione contenuta, compensata da un certoaumento dei quantitativi di quelli postconsumo. La produzione totale diriciclato rimane pertanto sugli stessi livelli del 2010 (65-70 mila tonnel-late), con la componente postconsumo che supera di poco il 20%. L’impiego di riciclato da PVC rigido è destinato principalmente alla pro-duzione di tubi (cavidotti, pluviali, sostegni per floricoltura ecc.), profilati(zoccolini, coprigiunti, angolari per cemento ecc.) e monofili per spazzole.Il riciclato da PVC plastificato trova per lo più impiego nella produzionedi tubi per giardinaggio, ma si rileva anche un discreto consumo permembrane impermeabilizzanti e tappetini auto.

Applicazione 2011 2010Tonnellate % Tonnellate %

Edilizia/costruzioni 245000 33,6 264000 34,7

Imballaggio 110000 15,1 119000 15,7

Elettricità 56500 7,7 57500 7,6

Cartotecnica 40000 5,5 42000 5,5

Mobile/arredamento 32500 4,5 33500 4,4

Tempo libero 24000 3,3 26000 3,4

Agricoltura 17000 2,4 18000 2,4

Calzature/abbigliamento 13000 1,7 13000 1,7

Elettrodomestici 9500 1,3 9500 1,3

Trasporto 11000 1,5 11500 1,5

Telecomunicazioni 16000 2,1 15000 2,0

Altri 82000 11,2 83000 10,9

Export compound 73500 10,1 68000 8,9

Totale 730000 100,0 760000 100,0

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Consumo di PVC in Italia

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Gomma mondiale

Naturale e sintetica in aumentoIn base alle rilevazioni dell’International Rubber Study Group ladomanda totale di gomma naturale e sintetica nel 2011 ha sfio-rato i 26 milioni di tonnellate, registrando un incremento del 4,1%sul 2010. La Cina risulta al primo posto con circa 8,3 milioni ditonnellate (+2,2%), con ampio margine sugli Stati Uniti, che se-guono con poco meno di 2,9 milioni, e sull'Unione Europea che,nel complesso, ha superato di poco i 3,7 milioni. In ambito UE ilconsumo più consistente è stato quello della Germania, con quasi900 mila t, mentre l'Italia ha totalizzato 336 mila t, ovvero il 7,6%in più rispetto al 2010.La produzione di gomma naturale - con la Tailandia al primoposto tra i fornitori, rappresentando il 31% del totale - ha sfioratogli 11 milioni di tonnellate, in progressione del 5,5% sull'annoprecedente. Tale volume è stato consumato per la quasi totalità

e circa un terzo è stato assorbito dalla Cina, anche se con unaleggera flessione rispetto al 2010. L'impiego di gomma naturalein Italia ha raggiunto 115 mila t, in aumento del 4,8%.Per quanto riguarda la gomma sintetica, invece, è stata rilevatauna produzione mondiale di poco superiore a 15 milioni di t eancora una volta la Cina risulta in prima posizione, con circa 3,5milioni e un consistente aumento del 12,6%. Analogo incrementoanche per la Corea del Sud, che ha superato 1,37 milioni di t. GliStati Uniti si sono confermati secondo produttore con quasi 2,5milioni di t e una più contenuta crescita del 7,6%. La produzioneitaliana si è fermata a 235 mila t (-0,8%).La domanda globale di gomma sintetica si è attestata appenasotto i 15 milioni di t e, dopo la Cina con oltre 4,6 milioni (+5%sul 2010), troviamo gli Stati Uniti con 1,86 milioni (+7,3%) e ilGiappone con 963 mila t (-2,6%). Il consumo italiano si è atte-stato a 221 mila t, con un incremento del 9,1%. Da segnalare ilcaso della Romania, che ha raddoppiato l'impiego di gomma sin-

tetica, raggiungendo 100 mila t.In base alle stime, la domanda di gomma naturale e sintetica do-vrebbe quest’anno attestarsi poco sotto i 27 milioni di t e nel2013 superare i 28 milioni, registrando quindi una progressioneinferiore al 5%. Sempre secondo le previsioni, entro il 2020 ilconsumo totale di gomma dovrebbe sfiorare i 37 milioni di ton-nellate.

In Belgio

Stabile l'industria trasformatriceNel 2011, in termini di volume, la produzione è aumentato del3,7% rispetto al 2010, ma le aziende lamentano un'erosione deimargini a causa del forte aumento dei prezzi delle materie prime.L'associazione Federplast che rappresenta i produttori belgi dimanufatti in plastica e gomma - circa 270 aziende, con 34000addetti e un fatturato di 16,6 miliardi di euro - ricorda che nel

LANXESS

Trend positivi in GermaniaI dati diffusi recentemente da PlasticsEurope Deut-schland in merito alla produzione di materie prime inGermania nel 2011 evidenziano un consolidamento dellaripresa iniziata nel 2010 anche se, in termini di volume,si è registrato un incremento piuttosto modesto (+1,4%,fino a 20,7 milioni di tonnellate).Quanto ai settori di impiego, l'associazione rileva che il34% dei polimeri è stato destinato all'imballaggio, il 24%all'edilizia, il 9% ai componenti per l’industria automobi-listica e il 6% al comparto elettrico/elettronico. La cre-scita è stata sostenuta soprattutto dalla domanda interna(+9,8% in valore) mentre l'andamento delle esportazioni- destinate per il 74% ai paesi dell'Unione Europea - èstato più contenuto, in funzione di un sensibile rallenta-mento nella seconda metà dell'anno. Le previsioni perl'anno in corso sono ottimistiche ed è attesa un'ulteriorecrescita della produzione.Anche IK (Industrievereinigung Kunststoffverpackungen),l’associazione tedesca che rappresenta i produttori diimballaggi in plastica, ha pubblicato le statistiche setto-riali relative al 2011, registrando un incremento dellaproduzione del 5% che ha portato il volume complessivoa 4,3 milioni di tonnellate, e un aumento del fatturato del9%. Il segmento dei film, il più importante nell’ambitodell’industria dell’imballaggio, ha messo a segno un au-mento di fatturato del 15% e dei volumi del 5,2%. Laproduzione di sacchetti e altri imballaggi flessibili è cre-sciuta del 3,8%, quella di bottiglie del 2,7% e quella ditaniche e altri contenitori rigidi del 10,5%.Considerando che il costo della materia prima rappre-senta mediamente il 70% dei costi di produzione dei film,tale aumento di fatturato risulta ancora troppo esiguo inrelazione ai prezzi elevati dei polimeri. Il comparto, co-munque, per l’anno in corso si attende un andamentopositivo costante, con le esportazioni che inizialmentesembravano abbastanza deboli, mentre ora stanno re-cuperando terreno.

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2010 l'incremento sull'anno prece-dente era stato del 5,7% e, in basealle rilevazioni tra i propri associati,si aspetta per l'anno in corso unastabilizzazione degli indicatori. In-fatti, il 41% degli intervistati ritieneche si verificherà un'ulteriore pro-gressione del fatturato (contro il70% nel 2011), il 33% propendeper un andamento piatto (21% loscorso anno) e il 26% teme unacontrazione (era solo il 9% nel2011). Anche a livello occupazio-nale, l'86% degli intervistati prevedestabilità o decremento del numerodi addetti. Comunque, la metà delle impresedichiara di aver ormai recuperato ilivelli produttivi pre-crisi.Nel 2011, l'export italiano di mac-chine per materie plastiche egomma verso il Belgio ha superato i32 milioni di euro, dopo la leggeraflessione registrata nel 2010quando le vendite si erano fermatesotto i 28 milioni. In particolare, siregistra un incremento nelle forni-ture di estrusori, macchine per sof-fiaggio e impianti per mono emultifilamenti.

Le opinioni delle aziende trasformatrici del Belgio riguardo al trend della produzione

Polimero Febbraio 2012 Dicembre 2011 Tendenza

LDPE 1219 €/t 1080 €/t + 13%

HDPE 1440 €/t 1300 €/t + 11%

PP 1393 €/t 1255 €/t + 11%

PS 1645 €/t 1415 €/t + 16%

Evoluzione dei prezzi dei polimeri - Confronto tra febbraio 2012 e dicembre 2011

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Materie prime e laboratorio19-20 settembre - Conoscenza e scelta delle materie plastichee lettura di una scheda tecnica27 settembre - Degradazione dei polimeri: modifica nel tempodelle proprietà4 ottobre - Polimeri ad alte prestazioni: confronto con i materialimetallici9-10 ottobre - Approfondimenti sulle gomme termoplastiche: cri-teri di scelta e modalità applicative11 ottobre - Il riciclaggio di materie plastiche: modalità ottimaliper l’uso di materie prime seconde12 e 19 ottobre - Le principali prove di laboratorio e l’interpreta-zione dei risultati18 ottobre - Nozioni di base sui polimeri per chi opera negli uf-fici commerciali25 ottobre - Additivi per le materie plastiche: classificazione efunzioni8 novembre - Principali famiglie di polimeri termoplastici: van-taggi, svantaggi e principali applicazioni14-15 novembre - Proprietà, utilizzi e processi di trasformazionedelle gomme vulcanizzabili

Progettazione e ingegnerizzazione25 ottobre - Difettosità indotte da un’errata progettazione dei ma-nufatti stampati a iniezione

Stampaggio a iniezione3-5 ottobre - Approfondimenti sullo stampaggio a iniezione: teo-ria e pratica24 ottobre - Difettosità dei manufatti nello stampaggio a inie-zione: cause e rimedi

30 ottobre - Le tensioni interne nei manufatti stampati a inie-zione: come analizzarle, prevenirle o eliminarle13 novembre - Scheda di stampaggio: impostazione dei para-metri in fase di collaudo degli stampi21-23 novembre - Stampaggio a iniezione: conoscenze di basecon l’ausilio di prove pratiche13-14 dicembre - Qualità dei manufatti stampati a iniezione e di-fettosità

Stampi26-27 settembre - Stampi per iniezione: funzioni meccaniche dibase10 ottobre - Manutenzione degli stampi a iniezione: preventiva,programmata e straordinaria16 ottobre - Stampi per iniezione con sistemi a canali caldi: evo-luzione, criteri di scelta e dettagli costruttivi

Estrusione6-8 novembre - Estrusione e produzione di film, lastre, profili etubi: come garantirne la costanza della qualità21 novembre - Difettosità nell’estrusione di tubi e profili: cause erimedi

Ambiente e sicurezza29 novembre - Il rischio chimico nella trasformazione dei poli-meri

Altri corsi2 ottobre - Stampaggio rotazionale: applicazioni e sviluppi15-16 novembre - Utilizzo di PET riciclato nell’imballaggio ali-mentare

Corsi e seminariDi seguito segnaliamo ai lettori il programma provvisorio dei corsi e seminari di carattere tecnico-pratico (suddivisi per argomento)che si svolgeranno nel 2012 al CESAP di Verdellino-Zingonia (Bergamo), centro di assistenza alle imprese trasformatrici e utenti dimaterie plastiche gestito da associazioni di categoria e territoriali.

Oltre ai corsi svolti nella propria sede, CESAP organizza anche corsi aziendali in base a specifici programmi concordati con le imprese.Inoltre il centro offre assistenza nella certificazione e prove di laboratorio sui manufatti.Per ulteriori informazioni e quotazioni per servizi e consulenze “su misura” gli interessati possono: telefonare (035 884600), inviareun fax (035 884431) o una e-mail ([email protected]), oppure consultare il sito www.cesap.com. A

Cavi europei

Segnali di consolidamentoSecondo un recente studio di AMI (Applied Market Information)su un campione di 325 siti produttivi in Europa, l'industria euro-pea dei cavi mostrerebbe segnali di consolidamento. Dal 2008,anno di pubblicazione del precedente studio sull'argomento, si èverificata una lieve riduzione del 5% circa nel numero degli im-pianti produttivi in Europa e anche il consumo complessivo dicompound è calato da 1,45 a 1,23 milioni di tonnellate, con Ita-lia e Germania in testa. I trasformatori continuano a riorientare la

propria gamma di prodotti indirizzando gli impianti verso la pro-duzione di cavi specifici per mercati dominati da una domandalocale. Per quanto riguarda i materiali, il PVC risulta il polimeroprincipale, dati: costo contenuto, prestazioni tecniche e facilità dilavorazione, mentre i gradi lineari di PE e i materiali LSF0H (LowSmoke Zero Halogen) sono cresciuti rapidamente nonostante ivolumi ridotti.Sebbene lo scenario prospettato suggerisca una certa stagna-zione del mercato, il settore dei cavi si conferma all'avanguardiaper innovazione tecnologica nel comparto delle materie plasti-che in termini di formulazioni, modifica delle resine e sviluppodegli additivi. Anche il settore dell'energia rinnovabile mostre-rebbe segnali di crescita e risulterebbe in grado di stimolare ul-teriormente l'industria europea dei cavi. La domanda in Poloniasarebbe invece in controtendenza rispetto al trend europeo. A

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differenza di quasi tutti i paesi europei, la recessione economica ha solo sfiorato la Po-lonia e la sua industria dei cavi assorbe il 10% circa del consumo europeo di polimeri.I mercati locali dell'edilizia e delle infrastrutture, sostenuti anche dai recenti campionatieuropei di calcio, sono le forze trainanti di questa ripresa.

Trasformazione serba

Moderata crescitaNel 2011 in Serbia, in base alle rilevazioni della locale associazione Juplas, la produzionedi manufatti in plastica ha sfiorato le 110 mila t, contro le poco più di 107 mila del-l'anno precedente. Si tratta di un aumento modesto, ma pur sempre in controtendenzarispetto ad altri mercati europei.Più in dettaglio, è stata registrata una progressione più consistente per i tubi (quasi33000 t contro le circa 26000 del 2010, pari a un incremento del 26%), per i prodottiin poliuretano espanso (+15%, per poco meno di 4300 t) e per i profili (+13%, fino aquasi 3400 t). In flessione, invece, gli altri manufatti quali film, foglie e lastre (-40%), cosìcome imballaggi stampati e soffiati (-29% e -10% rispettivamente).Anche la produzione serba di materie prime risulta in aumento, avvicinandosi a 160mila t, cioè il 6% in più del 2010, grazie soprattutto all'incremento del polipropilene, so-stenuto in particolar modo dalla maggiore domanda interna (+10%). Nel complesso,però, il consumo domestico è rimasto pressoché invariato, fermandosi appena sottoquota 327 mila t.La Serbia, con una quota dello 0,22% sul totale e un valore di circa 5,4 milioni di euro,occupa il 58° posto nella graduatoria dell'export italiano 2011 di macchine per materieplastiche e gomma. Rispetto al 2010, si è verificato un aumento del 14% delle espor-tazioni italiane verso la Serbia, ma in particolare si nota il pressoché totale azzeramentodelle forniture di estrusori, che avevano sempre rappresentato in passato una quota ri-levante sul totale.

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Efficienza energeticae ricicloTra i diversi documenti che evidenziano lasostenibilità ambientale del riciclo di mate-rie plastiche si legge che mediamente taleattività consente un risparmio annuo di 1,5milioni di tonnellate equivalenti di petrolio(TEP). Tale affermazione, sicuramente veri-ficabile, non significa che le imprese del ri-ciclo non siano grandi consumatrici dienergia, come si denota anche dalle bol-lette, pari, mediamente, a diverse decine dimigliaia di euro l’anno. Al fine di approfon-dire le possibili azioni finalizzate a interventidi efficienza energetica, la direzione di As-sorimap ha individuato nella società EscoItalia un potenziale partner per un confrontofattivo.Sulla base di una prima condivisione dellelinee operative della suddetta società, il 18giugno è stato promosso un incontro tra ilpresidente di Assorimap, Corrado Dentis, eil presidente di Esco Italia, Claudio Ferrari.In quell'occasione si è definito che per leimprese del comparto del riciclo meccanicodella plastica - anche per quelle organiz-zate e con soddisfacenti prestazioni ener-getiche - è possibile ottenere come minimoun risparmio del 10%; in generale si stima,dopo gli interventi di Esco, una riduzione deiconsumi pari al 30%. Gli interventi passanoattraverso l'acquisizione di possibili finan-ziamenti - in particolare regionali - che con-sentono di ammortizzare i costi degliinvestimenti necessari.Infine, i risparmi ottenuti a valle degli inter-

venti potranno essere certificati ad hoc -con quelli che vengono chiamati certificatibianchi - con un ulteriore guadagno perl'impresa. Sono in corso ulteriori approfon-dimenti e studi specializzati sul comparto.

Green economyA novembre 2011 erano state promossealcune iniziative atte a sensibilizzare l’im-portanza della definizione e, soprattutto,della realizzazione di un sistema Italia ca-pace di promuovere la “green economy”: il7 novembre la presentazione di un primo“Manifesto per un futuro sostenibile del-l’Italia” promosso, in particolare, dalla “Fon-dazione per lo sviluppo sostenibile”; il 16novembre il consorzio Polieco si era attivatocon la costituzione della Federazione per laGreen Economy. Il 13 gennaio, inoltre, ilPartito Democratico aveva tenuto un con-vegno su tale specifico tema. In buona so-stanza le imprese, i sistemi associativi e lapolitica avvertono che tale settore non è so-lamente fondamentale per la sostenibilitàambientale, ma è un vero motore econo-mico in tempi di crisi assoluta.Su tali basi, il ministro dell’Ambiente Cor-rado Clini ha affidato al presidente dellasuddetta fondazione, Edo Ronchi, l’orga-nizzazione degli Stati Generali della greeneconomy, che si terranno a Ecomondo, inprogramma presso la Fiera di Rimini dal 7al 10 novembre. A questo scopo sono statidefiniti i primi passi per la stesura di un do-cumento che dovrà poi restare agli atti diun convegno dedicato e sono stati costituiti

diversi gruppi di lavoro tematici.Assorimap, nella persona del direttore Wal-ter Regis, ha presieduto il 2° gruppo “Svi-luppo dell’ecoefficienza, della rinnovabilitàdei materiali e del riciclo dei rifiuti”. Talegruppo si pone l’obiettivo di fissare i se-guenti principi:• rimuovere gli ostacoli e incentivare

l’ecoefficienza e il risparmio di materiali,il riciclo e la rinnovabilità;

• incoraggiare cambiamenti nei processiindustriali e avviarne di nuovi, in modoche già dalla progettazione e dallo svi-luppo dell’ecodesign si punti all’ecoeffi-cienza, al riuso quando possibile deiprodotti, al riciclo facilitato dei rifiuti, al-l’impiego di materie seconde provenientidal riciclo e alla maggiore diffusione deimateriali biodegradabili;

• incoraggiare cambiamenti in direzioneecologica dei consumi e degli stili di vita,puntando su consumi adeguati e re-sponsabili, in un mondo dotato di risorselimitate dove la popolazione di sette mi-liardi di persone è in continuo aumentoma dove si dispone di capacità, cono-scenze e tecnologie per migliorare e dif-fondere più equamente il benessere,riducendo gli sprechi e il consumo dirisorse naturali.

È opportuno precisare che scopo fondantedegli Stati Generali non è tanto quello diprevedere determinati elementi puntualiz-zanti - che d’altro canto avrebbero richiestomaggiore impegno e tempo da parte di tutti

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NNoottiizziiaarriioo ASSORIMAP

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i partecipanti - ma un momento condiviso eformale in cui affermare la valenza di unanuova economia.

Riciclo e alimentiIl 25 maggio 2012 il Ministero della Saluteha emanato la circolare “Materiali e oggettidestinati a venire a contatto con alimenti:

indicazioni in merito ataluni aspetti del de-creto ministeriale 18 maggio 2010

n. 113: Regola-mento recanteaggiornamentode decreto mini-steriale 21 marzo1973”. Si evi-denzia - ancheper logica di rappresentanza -quanto Assori-map abbia “spin-to” un ministeroattento, ma moltoprudente, ad ab-bandonare latradizione nazio-nale che ponevadivieti invalicabili

sul riciclato in plastica per alimenti, la-sciando le imprese nazionali del riciclo dellaplastica fuori mercato, con le aziende con-correnti europee (in assenza di divieti na-zionali nei rispettivi paesi e con tutte lenorme standard e certificazioni occorrenti)che dall’agosto 2010 (data di entrata in vi-gore del DM 113/2010) hanno avuto vitafacile nel proporsi ai produttori di bottiglie.Con la circolare in questione il Ministerofornisce l'interpretazione autentica dell'ar-ticolo 13 ter del DM 21 marzo 1973 comemodificato dal DM 18 maggio 2010 n. 113e, di fatto, utilizzando gli strumenti norma-tivi e l’autorità competente europea (EFSA),consente, infine, l’utilizzo di R-PET per laproduzione di contenitori per liquidi, ovvia-mente nel rispetto di alcune particolari con-dizioni. Tra le condizioni necessarie vi è la richie-sta alle imprese di poter dimostrare quantoottemperato in sede EFSA. Si evidenzia chemolte imprese del riciclo della plasticahanno già presentato a tale autoritàeuropea la richiesta per accreditare, se-condo il Regolamento 282/2008, il sito perprodurre R-PET destinato agli alimenti esono in attesa della valutazione, che, però,non dovrebbe arrivare prima dell'inizio del2014.

Incontro tra presidenzeIl 21 giugno Corrado Dentis ha incontrato ilpresidente della CNA (Confederazione Na-zionale dell’Artigianato e della Piccola eMedia Impresa), Ivan Malavasi. All’incontrohanno partecipato anche Walter Regis e ilresponsabile del dipartimento competitivitàe ambiente di Assorimap, Tommaso Cam-panile. Tale incontro segue la recente affi-liazione avvenuta lo scorso marzo e haconsentito di condividere meglio la pro-grammazione dell’attività. Lo sviluppo dipolitiche legislative e gli assetti organizza-tivi del sistema Italia sul recupero sarannogli obiettivi su cui mirare le azioni comuni.

Assemblea AssorimapIl 15 giugno si è svolta a Milano l’assem-blea Assorimap. Presenti tutte le principaliimprese associate, che hanno approvatofavorevolmente e all’unanimità la relazionedel presidente sugli obiettivi e sull’attivitàdell’associazione. Il comparto, a quasi treanni dalla nomina di Corrado Dentis allapresidenza, è decisamente consolidato eAssorimap si pone sempre più come unicoreferente verso le istituzioni pubbliche e pri-vate.

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Le problematiche indotte dal possibile im-piego dei materiali plastici riciclati a con-tatto con alimenti e bevande sono già statetrattate in maniera approfondita sulle pa-gine di questa rivista. In particolare, nel nu-mero 321 (febbraio-marzo 2011) l'articolodi pagina 36 riguardava l’introduzione sulmercato di acqua minerale naturale in bot-tiglie di PET contenenti il 25% di polimeroriciclato, mentre nel numero seguente(322, marzo-aprile, pagina 11) Macplas haeffettuato un sondaggio per raccogliere lediverse opinioni delle società e degli enti in-teressati all’argomento. Riteniamo però in-teressante ritornare sull’argomento delleregole che definiscono l’idoneità dei mate-riali plastici (vergini e riciclati) a contattocon alimenti, i controlli previsti e la docu-mentazione che deve essere preparata siadai produttori di materie prime sia dalleaziende trasformatrici. I principali riferimentilegislativi (Provvedimenti Comunitari) sonoi seguenti: • Regolamento 1935/2004/CE - 27 otto-

bre 2004 - Materiali e oggetti destinati a venire in contatto con prodotti alimen-tari - Abrogazione Direttive 80/590/CEE e 89/109/CEE

• Regolamento 2023/2006/CE - 22 di-cembre 2006 - GMP Buone pratiche di fabbricazione di materiali e oggetti de-stinati a venire in contatto con prodotti alimentari

• Regolamento 282/2008/CE - 27 marzo

2008 - Materiali e oggetti di materia plastica riciclata destinati al contatto con alimenti e bevande

• Regolamento 10/2011/UE - 14 gennaio 2011 - Materiali e oggetti di materia plastica destinati a venire in contatto con prodotti alimentari - Abrogazione Diret-tive 80/766/CEE, 81/432/CEE e 2002/72/CE dal 1° maggio 2011 - Mo-difica Allegato Direttiva 85/572/CEE riguardante i simulanti le diverse cate-gorie di composti alimentari.

Si ricorda che i regolamenti UE sono“legge” per tutti gli statimembri e non devono es-sere recepiti dalle legisla-zioni nazionali come avvieneper le direttive. Quindi oggi ledisposizioni legislative vinco-lanti per i paesi CE relative allematerie plastiche a contatto conalimenti sono contenute nel Rego-lamento 10/2011/UE. In questo ar-ticolo verranno esaminate tutte ledisposizioni di tale regolamento con-frontandole con quelle contenute neiprecedenti regolamenti e direttive.L’aspetto più importante di questo regola-mento è costituito dal fatto che vengonoraccolte in un solo documento tutte le re-golamentazioni per le materie plastiche de-stinate a venire in contatto con gli alimenti,i composti chimici che possono essere

usati per produrre i polimeri (lista positiva),le indicazioni precise relative ai controlli daeffettuare in funzione dei tipi di alimenti edelle condizioni di vita di scaffale. Si tratta di un regolamento molto chiaro ecompleto poiché copre tutte le problemati-che relative alla composizione dei materialivergini e riciclati omologati per il contattocon alimenti e alle prestazioni deisemilavorati e manufatti. I simulanti per leprove di

legislative in Europa e in Italia

Dimostrazioni in fiera

Materie plastiche a contatto con gli alimenti

Le disposizioni

IMBPLAST

Oreste Pasquarelli

ANL PLASTICS

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cessione hanno composizioni che permet-tono prove più severe e la definizione deisimulanti per ogni categoria di prodotti ali-mentari elimina ogni possibile dubbio rela-tivamente alle scelte dei simulanti stessi.L’esame del regolamento sarà effettuatoseguendo la sequenza degli articoli.

Articolo 1 - Oggetto del regolamentoE’ una misura specifica relativa alle mate-rie plastiche per rispondere alle regole

dell’articolo 5 del Regolamento CE1935/2004/CE.

Articolo 2 - Campo di applicazione Le categorie di materiali e oggetti regola-mentati sono: materiali, oggetti di materiaplastica, multistrato e guarnizioni per chiu-sure. Non si applica alle resine a scambioionico, a gomma e siliconi.

Articolo 3 - Sigle e definizioniI significati delle sigle usati nel regolamentosono:LMG = limite di migrazione globale (60mg/kg - 10 mg/dm2)LMS = limite di migrazione specifica peruna determinata sostanzaLMS(T) = limite della somma massimaconsentita per determinate sostanze.

Articolo 4 - Immissionesul mercato di materiali e oggetti in plasticaDevono essere garantite le conformità agliarticoli 3, 5 e 17 del Regolamento1935/2004 CE e la conformità alle GMP

del Regolamento 2023/2006 CE. Una pre-cisazione importante è il richiamo a que-st'ultimo regolamento, che non fornisceindicazioni sulle metodologie di produzionedegli imballaggi, ma impone che - per es-sere certi dell’efficacia delle “buone prati-che di fabbricazione” (GMP) - i produttori diimballaggi destinati al contatto con alimentidevono disporre di un controllo di qualitàefficace del sistema produttivo e devono re-gistrare questo controllo al fine di rendere si-cura la rintracciabilità in caso di contestazioni.

Articolo 5 - Elenco dellesostanze autorizzate Nel regolamento, all’allegato I, è stata in-serita la “lista positiva” di tutti i compostichimici utilizzabili per la produzione dei po-limeri destinati a venire in contatto con gialimenti. Si tratta di una lista definitiva chepuò essere aggiornata periodicamente connuovi composti secondo una procedura co-mune per tutti i paesi CE.

Articolo 6 - Deroghe persostanze non incluse nell’allegato ISi tratta di coloranti e pigmenti ammessidalle legislazioni nazionali, sostanze poli-meriche naturali o sintetiche aventi pesomolecolare minimo di 1000 Da (Dalton),sali di una serie di metalli, acidi, fenoli o al-coli autorizzati nella lista positiva, sostanzeaggiunte non intenzionalmente e ausiliariedella polimerizzazione.

Articolo 7 - Aggiornamentodell’elenco nell’articolo 5A cura di EFSA (European Food Safety Au-thority), vengono valutate nuove sostanzeproposte dai produttori di polimeri dei sin-

goli stati CE, che saranno inserite nel-l’elenco dell’allegato I a seguito della valu-tazione scientifica positiva ottenuta.

Articolo 8 - Requisiti tecnici richiesti alle sostanze della “lista positiva”I composti chimici usati devono avere pu-rezza adeguata all’uso a cui sono desti-nati. Il produttore di materiali plastici deveconoscere l’esatta composizione chimicae - su richiesta - deve metterla a disposi-zione delle autorità di controllo.

Articolo 9 - Requisiti specifici applicabili alle sostanze della “lista positiva”Sono indicati agli articoli 11 e 12.

Articolo 10 - Restrizioniapplicabili a materiali e oggettiNell’allegato II sono indicati gli LMS (Limitidi Migrazione Specifica) relativi ai seguentimetalli: Ba, Co, Cu, Fe, Li, Mn e Zn, espressiin mg/kg.

Articolo 11 - Limiti di migrazioneI materiali e gli oggetti non devono cederei loro costituenti agli alimenti in quantità su-periore agli LMS indicati negli allegati I e II.Alle sostanze per le quali non sono previstiLMS si applica il limite di 60 mg/kg di ali-mento. Questo limite è rimasto lo stessodella precedente legislazione.

Articolo 12 - Limiti di migrazione globaleMateriali e oggetti non devono cedere i lorocostituenti ai simulanti alimentari in quan-tità maggiore di 60 mg/kg di prodotto ali-mentare confezionato, o 10 mg/dm2 disuperficie dell’imballaggio. La scelta del li-mite di cessione da utilizzare è legata alleseguenti valutazioni:• si conosce esattamente la capacità del-

l’imballaggio e quindi il quantitativo in peso del prodotto alimentare confe-zionato; così si usa il limite riferito al peso del prodotto (60 mg/kg);

• non si conosce la capacità dell’imbal-laggio finale (confezioni da film, chiusure e simili), quindi si usa il limite riferito all'unità di misura della superficie del-l’imballaggio (10mg/dm2);

• i due limiti coincidono nel caso di un im-ballaggio cubico avente il lato di 1 dm e considerando che il prodotto alimentare abbia peso specifico o densità uguale a 1. In questo caso il cubo ha una capa-cità di 1 dm3, pari a 1 litro e a 1 kg di prodotto avente densità 1. La superficie

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totale del cubo è pari a 6 dm2 per cui, sia considerando la cessione riferita al peso del prodotto sia considerando la cessione riferita alla superficie dell’im-ballaggio, il valore di cessione massima accettata è 60 mg.

Articolo 13 - Semilavorati e oggetti multistratoUno strato plastico interno non a direttocontatto con l’alimento deve essere sepa-rato da questo con una sicura “barriera fun-zionale”. Tale strato interno puònon essere conforme alle spe-cifiche di questo regolamento oessere fabbricato con sostanzenon elencate nella lista positiva(allegato I). La migrazione attra-verso la barriera funzionale, chegarantisce l’idoneità al contattocon gli alimenti, deve esseremisurata e non deve superare0,01 mg/kg di alimento. Le so-stanze non conosciute non devono appartenere alle cate-gorie “mutagene”, “cancerogene”, “tossi-che per la riproduzione” e non devonoessere in forma nanometrica.

Articolo 14 - Semilavoratie oggetti multistrato e multimaterialeSi tratta di strutture che utilizzano: polimeri,materiali cellulosici e foglia di alluminio (es.:confezioni a forma di parallelepipedo tipo“tetra brik” per latte a lunga conservazione,vino, bevande analcoliche e simili; buste diaccoppiati per la confezione di salumi pre-cotti e simili). Per questi imballaggi valgonole stesse disposizioni dell’articolo 13.

Articolo 15 - Dichiarazioni di conformitàNelle fasi di commercializzazione - diversedalla vendita al dettaglio - i materiali e glioggetti in plastica, gli intermedi e le sostanze destinate alla fabbricazionedevono essere accompagnati da una di-chiarazione specifica che deve contenere

tutte le informazioni previste dall’allegatoIV.

Articolo 16 - DocumentigiustificativiL’operatore commerciale deve mettere a di-sposizione dell’autorità nazionale - quandoquesta ne faccia richiesta - la documenta-zione specifica che garantisce che i mate-

riali e gli oggetti sono conformi alleprescrizioni del presente rego-

lamento.

Articolo 17 -Espressionedei risultatidelle prove di migrazione

I valori di migrazione sonoespressi in mg/kg di ali-

mento sulla base del rap-porto “superficie/volume” per

l’uso previsto. Il valore della migrazionemassima ammessa in mg/kg di alimento è60 mg/kg (pari alla migrazione da un og-getto avente superficie maggiore di 6 dm2)nei seguenti casi: contenitori e imballaggiflessibili aventi capacità compresa tra 0,5 e

10 litri; oggetti per i quali non sia agevole ladeterminazione del rapporto superficie/vo-lume.Per guarnizioni, tappi e dispositivi di chiu-sura valgono invece le seguenti disposi-zioni: mg/kg sulla base della capacità delcontenitore; mg/dm2 sulla base della su-perficie di contatto della chiusura.

Articolo 18 - Norme perla valutazione della conformità agli LMSLa verifica della migrazione globale si ef-fettua con simulanti definiti nell’Allegato IIIe che presentano modifiche che li rendonopiù severi rispetto a quelli definiti nell’alle-gato della Direttiva 85/572/CEE. Si elen-cano nella tabella in alto i nuovi simulantidefiniti nella tabella 1 dell’allegato III, inconfronto con quelli attualmente usati.Nella tabella 2 dell’allegato III è riportata la designazione del simulante o dei simu-lanti per ogni categoria di prodotti alimen-tari.

Articolo 19 - Valutazionedelle sostanze non incluse nella lista positivaLa conformità all’articolo 3 del Regola-mento 1935/2004 CE è valutata confor-memente ai principi scientifici divalutazione riconosciuti a livello internazio-nale.

Articolo 21 - AbrogazioneDirettive 80/766/CEE,81/432/CEE e 2002/72/CE L’abrogazione decorre dal 1° maggio 2011.

Articolo 22 - Disposizionitransitorie per l’applicazione del presente regolamentoFino al 31 dicembre 2012 i documenti giu-stificati validi, di cui all’articolo 16, si ba-sano sulle norme relative alla verifica dellamigrazione globale, di cui all’allegato dellaDirettiva 82/711/CEE.Dal 1° gennaio 2013 i documenti giustifi-cativi di cui all’articolo 16 per i materiali im-messi sul mercato fino al 31 dicembre2015 si potranno basare sulle norme per

le prove di migrazione di cui all’articolo 18del presente regolamento o - in alternativa- sulle norme per prove di migrazione di cuiall’allegato della Direttiva 82/711/CEE.A decorrere dal 1° gennaio 2016 i docu-menti giustificativi - di cui all’articolo 6 - sidovranno basare sulle prove di migrazionepreviste dall’articolo 18 e allegato III.Materiali e oggetti prodotti prima del 1°maggio 2011 possono essere immessi sulmercato fino al 31 dicembre 2012.

Articolo 23 - Entrata in vigore e applicazioneQuesto regolamento entra in vigore il “ven-tesimo giorno” successivo alla pubblica-zione sulla GUCE (Gazzetta UfficialeComunità Europea), che è avvenuta il 14gennaio 2011. Si applica a decorrere dal1° maggio 2011.

Tipologie di alimenti Nuovi simulanti Simulanti attuali

“A” liquidi acquosi pH > 4,5 etanolo 10% v/v acqua distillata

“B” liquidi acquosi pH < 4,5 acido acetico 3% p/v acido acetico 3% p/v

“C” liquidi acquosi alcolici (alcol 20%) etanolo 20% v/v etanolo 10%

“D1” Liquidi acquosi alcolici (alcol > 20%) etanolo 50% v/v etanolo % della bevanda

“D2” alimenti grassi, oli olio vegetale a sicura composizione olio di oliva

“E” alimenti secchi poli(ossido di 2,6-difenil-p-fenilene) nessun simulante

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In ambito nazionale e internazionale la si-nergia fra plastica e agricoltura rivestesempre maggiore attualità, con riferimentosia allo sviluppo di nuovi materiali biopla-stici (la cui crescente produzione trae ori-gine proprio da alcuni prodotti agricoli) siaai sempre più sofisticati metodi di irriga-zione, di protezione delle colture, sia, infine,al recupero e al riciclo di film e altri manu-fatti in plastica dopo il loro uso stagionale,ad esempio per la pacciamatura.Se ne è parlato durante il convegno “Pla-stiche intelligenti in una filiera agricola diqualità” organizzato dal Gruppo 24 Ore incollaborazione con Assocomaplast e con leriviste specializzate Agrisole, Culture Pro-tette e Terra e Vita. Il convegno si è svolto inconcomitanza con PLAST 2012 (Fiera Mi-lano, 8-12 maggio), la più grande fiera set-toriale tenutasi quest'anno in Europa.

Recupero di film agricoloNel suo intervento, Angiolino Panarotto(Cesap) ha fatto il punto sul progetto euro-peo START (Stretching & Turbolent Air Rib-bon Technology), iniziativa finanziata dallaCommissione Europea nell’ambito del 7°Programma Quadro e gestita da un con-sorzio di ricerca composto da 10 partner di6 diversi paesi europei, tra cui Cesap diVerdellino/Zingonia per l’Italia. Il progetto siconfronta con un problema tipico delle ope-razioni di riciclo dei materiali plastici prove-nienti dal settore agricolo: la presenza disostanze estranee quali terra, sassi e ma-teriale organico di vario genere, talvolta inpercentuali superiori al 60%, che costitui-sce un vero freno allo sviluppo delle realipotenzialità del riciclo. Nell'arco del primo triennio di studio, ap-pena concluso, il progetto Start ha reso

possibile lo sviluppo diun’unità meccanicamobile, installabile di-rettamente sui veicoliper la raccolta di filmagricoli, che funzionasenza l’utilizzo diacqua ma con una tec-nologia che sfruttagetti di aria compressae meccanismi di taglio,stiro e forti vibrazioniper facilitare il distaccodei contaminanti orga-nici dal film plastico. Ilvantaggio di tale si-stema è la sua relativasemplicità: come ac-cennato risulta essereessenzialmente mec-

canico. Il lavaggio finale del materiale av-viene successivamente, presso le aziendericiclatrici, prima della rigenerazione, ma ilquantitativo di prodotti estranei risulta no-tevolmente ridotto. Inoltre, secondo le stimedei tecnici Cesap, la riduzione della massatrasportabile dalle zone agricole di raccoltaagli impianti di riciclo è del 50% circa.

Biopolimeri e biocompositiDiscutendo di materiali plastici biodegra-dabili ottenuti da sottoprodotti agricoli, Pa-trizia Cinelli (Centro Interdipartimentale diIngegneria dei Materiali - Università di Pisa)ha illustrato altri due interessanti progettieuropei: Wheylayer e Forbioplast. Giunto altermine dopo tre anni di ricerche e speri-mentazioni, il progetto Wheylayer ha coin-volto 14 partner (associazioni di categoria,Pmi e centri di ricerca) in rappresentanzadi 7 paesi (per l’Italia: Cesap, Assorimap eUniversità di Pisa). Obiettivo finale è la pro-duzione di un film accoppiato innovativo peralimenti e cosmesi utilizzando un derivatodalle proteine del siero del latte (whey), inmodo da garantire le proprietà barriera of-ferte per esempio dall'EVOH, ma miglio-rando e ottimizzando le possibilità direcupero e riciclo post consumo. Il film accoppiato è costituito da: uno stratodi PET, il polimero (spalmato) ottenuto dalleproteine del latte, un adesivo e uno stratoprotettivo di PE. Offre elevata barriera a os-sigeno e vapore acqueo e non presenta al-cuna cessione di specie chimiche dannoseo che possano modificare il sapore del pro-dotto confezionato. Diversamente dagli ac-coppiati tradizionali, i singoli strati possonoessere separati in quanto lo strato proteico

Plasticheintelligenti al servizio dell'agricoltura

Biopolimeri, materiali fotoselettivi e riciclabili

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Il prototipo per la pre-pulitura del film agricolo sviluppatonell'ambito del progetto europeo START (Stretching & Turbolent Air Ribbon Technology)

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può essere sciolto da una soluzione ac-quosa di enzimi. Il progetto Forbioplast, coordinato da An-drea Lazzeri, Università di Pisa, ha invecel’obiettivo di valorizzare le risorse rinnova-bili del settore forestale. Per esempio, gra-zie a un processo di sintesi innovativo esostenibile per l’ambiente, il legno e suoisottoprodotti possono essere utilizzati comemateria prima per la produzione di schiumepoliuretaniche, rigide o flessibili, con ri-sparmio energetico ed evitando l’utilizzo dimateriali derivati da fonti petrolifere. Fibredi legno e lignina sono state utilizzateanche per la produzione di compositi conmatrici polimeriche riciclate o biodegrada-bili, per applicazioni sempre in agricoltura,ma anche nel settore auto o nell'imballag-gio.

Luce diffusa per una resa maggioreSilke Hemming, dell’università olandese diWageningen, studia da anni gli effetti dellaluce diffusa su rese e qualità di ortaggi efiori coltivati in serra e le sue ricerchehanno stabilito in modo inequivocabile chesi possono ottenere rese ed effetti qualita-tivi superiori sotto coperture a luce diffusa,rispetto a quelle a luce diretta. Anche Este-ban Baeza, ricercatore spagnolo, ha con-fermato queste osservazioni nel climamediterraneo di Almeria. I materiali plasticidi copertura per luce diffusa hanno la pro-prietà di deviare i raggi solari in tutte le di-rezioni, quindi aumentano sia la resafotosintetica delle “foglie d’ombra” (basali)sia la resa media della chioma. Tutto ciò èpossibile, tuttavia, se la diffusività non ri-duce la trasmissività totale della copertura.

Polimeri autopulentiSempre Baeza ha accennato anche a ri-cerche in corso su materiali plastici “auto-pulenti”, ovvero che sfruttano il cosiddetto“effetto loto” (detto anche superhydropho-bia), in quanto questa pianta possiede fo-glie con una microstruttura che le rendeperfettamente idrofobiche. Trattando connanoparticelle le plastiche di copertura sipuò imitare questo effetto, che consentealle piogge di rimuovere in modo semplicee naturale la polvere che si accumula con-tinuamente sulle serre, soprattutto in am-bienti mediterranei molto secchi epolverosi. Altri relatori al convegno, tra cui l’israelianoItzhak Esquira, presidente del Cipa (Comi-tato internazionale plastiche in agricoltura),hanno auspicato la messa a punto di ma-teriali plastici con sempre maggiore tra-smissività alla radiazione visibile, sia direttasia diffusa, grazie a diversi accorgimenti: riduzione della riflessione della luce inci-dente; trattamenti antipolvere e anticon-

densa, che pure riducono, e di molto, la tra-smissività; additivi per conservare il piùpossibile inalterate nel tempo le proprietàottiche.

FotoselettivitàIl futuro della serricoltura sarà sempre piùdominato dai film plastici fotoselettivi, o co-siddetti “colorati”. In que-sto ambito, i partecipantial convegno hanno ap-prezzato gli interventi diPasquale Mormile del Cnrdi Napoli e di GiovanniMinuto del Cersaa di Al-benga, sul controllo dellacrescita delle colture edello sviluppo di microor-ganismi patogeni ed erbeinfestanti in serra tramitefilm colorati. Questi ultimipossono modificare, in-fatti, molti aspetti delcomportamento vegetale:elongazione dei tessuti(ovvero compattezza dellepiante), stimolazione oblocco della produzionedi germogli laterali, modi-ficazione della superficiee dello spessore delle fo-glie ecc. Molto interes-sante è anche l’uso dellafotoselettività come mezzodi lotta a patogeni e pa-rassiti di alcune coltureorticole. Mormile ha parlato anchedella fotoselettività dei teli di pacciamaturaalle radiazioni nel visibile. Teli di colore mar-rone, per esempio, rispetto ai classici telineri di pacciamatura, hanno determinato incolture di melone una distribuzione piùomogenea del calore negli strati superfi-ciali, migliori rese e maggiore pezzatura.Minuto ha pure riportato come al Cersaateli colorati, soprattutto di rosso chiaro, ab-biano ridotto l’attività dei tripidi, quindi: mi-nori infezioni del virus TSWV nel pomodoro;meno attacchi di afidi nello zucchino; addi-rittura 40% in meno di attacchi di Botritesu lattuga cresciuta sotto teli rossi o blu-azzurri, rispetto a teli neutri.

Effetto termicoAndrea Ferraresi (Agriplast) ha evidenziatocome il principale criterio di scelta dei teliplastici di copertura riguardasse finora so-prattutto il loro effetto termico, ovvero la ca-pacità sia di aumentare la temperatura adisposizione delle colture (“effetto serra”),quando questa è troppo bassa, sia di con-tenere il surriscaldamento dell’aria, quandopuò pregiudicare la crescita e la riprodu-zione delle colture.

Le plastiche a effetto termico “tradizionale”hanno la capacità di ridurre le emissioninotturne delle radiazioni infrarosse (IR) lun-ghe (effetto barriera alla radiazione ter-mica). Ciò può essere ottenuto in vari modi:con polimeri polari, quali EVA (etilenvinila-cetato), EBA (etilenbutilacrilato) o PVC (po-livinilcloruro); con l’aggiunta di cariche

minerali, quali i silicati; con polimeri fluoru-rati, quali l’EFTE (tetrafluoroetilene); oppurecon la più recente poliammide (PA). Filmmultistrato con PA hanno mostrato “effettoserra” maggiore di teli tradizionali, buoneproprietà ottiche e meccaniche, proprietàanticondensa e antipolvere, a tutto benefi-cio di una maggiore trasmissività alla lucesolare.Negli ultimi anni si stanno diffondendoanche i film a effetto termico “speciale”,che possono ridurre il surriscaldamentodella serra in estate: tramite coloranti(rosso, blu, verde ecc.), oppure pigmentid’interferenza dispersi nel polimero plastico(miche), microbolle di gas o microsferecave di vetro, grazie all’effetto “diffusivo”che inducono. Ferraresi, tra l’altro, ha ri-cordato anche la leadership italiana nelmercato europeo delle plastiche per agri-coltura, con una quota del 22%, seguitadalla Spagna col 20%.

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Progetto Forbioplast: compositi in plastica e fibre naturali estrusicon un impianto pilota basato su un estrusore bivite corotante delcostruttore italiano Comac

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Cresce il riciclo locale in Nord America

Sempre più accessibileUn nuovo studio di ACC (American Chemistry Council) sulla rac-colta differenziata di film e sacchetti in plastica fornisce notizie in-coraggianti circa la situazione del riciclo di materie plastiche negliStati Uniti: oltre il 91% della popolazione recupera i sacchetti diplastica a livello locale, inoltre quasi il 75% degli statunitensi ri-cicla altri tipi di imballaggi flessibili in plastica presso il proprio co-mune. Questo studio, che prende in esame il film flessibile in polietilene(una categoria che include sacchetti, sacchi e altri involucri perprodotti), ha individuato più di 15000 punti di raccolta per il ma-teriale da riciclare, per lo più situati presso i negozi e nelle prin-cipali catene o punti vendita al dettaglio di alimentari. Condottoda Moore Recycling Associates, lo studio esamina probabilmenteper la prima volta l’accesso dei consumatori ai programmi per ilriciclo degli imballaggi flessibili in plastica. Da un altro studiopubblicato alcuni mesi fa è emerso che il riciclo di plastica fles-sibile è aumentato del 50% nell’ultimo quinquennio, raggiun-gendo un volume annuo di quasi 454000 t negli Stati Uniti. Dalle conclusioni di una ricerca condotta invece da CM Consul-

ting per conto di CPIA (Canadian Plastics Industry Association) sievince che un numero crescente di canadesi può accedere al ri-ciclo di diversi tipi di imballaggi in plastica, con una coperturaestesa a quasi tutto il territorio nazionale (95%) per quanto ri-guarda le bottiglie, oltre a vaschette e coperchi peruso domestico utilizzati come contenitori per yogurte altri prodotti lattiero-caseari (91% rispetto all’88%registrato nel 2009). Questo studio inoltre analizza lasituazione dell’imballaggio rigido in PET escluse lebottiglie (per esempio vassoi o teglie per prodotti daforno), ora riciclabile dal 76% dei canadesi (+3% ri-spetto al 2009).In relazione ai singoli materiali, il maggiore incre-mento è stato messo a segno dal polistireneespanso utilizzato nell’imballaggio alimentare, at-tualmente riciclabile dal 32% dei canadesi (+7% sul2009). Inoltre l’accesso al riciclo di imballi protettiviin EPS è più che raddoppiato, passando dal 12 al31% nel medesimo periodo. Secondo CPIA, l’ac-cesso al riciclo del polistirene espanso è cresciuto inmisura significativa grazie ai progressi delle tecno-

logie sostenibili, che consentono di compattare il materiale ridu-cendo il volume e ottimizzando i costi di conferimento ai ricicla-tori. Da sottolineare infine il fatto che il riciclo del polistirene nonespanso è leggermente superiore rispetto al 2009, attestandosial 44%. Infine la percentuale relativa al riciclo di sacchetti e altrifilm è stimata intorno al 56%.

Riciclo di pneumatici

Primato europeoIl Vecchio Continente ha confermato il suo primato mondiale nelriciclo di pneumatici. I dati relativi al 2010 rivelano infatti checirca il 95% del materiale proveniente dai 27 stati membri inquell’anno è stato riciclato anziché destinato alla discarica (era il75% nel 2004). Gran parte degli pneumatici a fine vita (ELT, End-of-Life Tyres) viene rilavorato per produrre granuli elastomericioppure convertito in energia che verrà utilizzata dall’industria delcemento. Questo è quanto affermato in giugno da Barend TenBruggencate, presidente del comitato pneumatici del BIR (Bu-reau of International Recycling).Anche Nord America e Giappone hanno raggiunto tassi elevati di

recupero degli ELT e ci sono chiari segnidello sviluppo di un’infrastruttura dedicataal riciclo di pneumatici anche in Russia,sebbene quest’ultimo paese - sempre se-condo Ten Bruggencate - rimanga lontanodai livelli raggiunti in Europa occidentale.I vantaggi derivanti dalla definizione di spe-cifiche europee per gli pneumatici usatisono stati approfonditi da Kees Van Oo-stenrijk, membro del direttivo dell’enteolandese RecyBEM, che - per conto delleimprese del settore pneumatici - ha il com-pito di attuare il decreto nazionale sulla ge-stione degli pneumatici auto. Van Oostenrijkha spiegato che la Direttiva Quadro euro-pea sui rifiuti ha tra i suoi obiettivi lo svi-luppo di parametri per determinare se equando i flussi di rifiuti possono essereconsiderati “un prodotto”. In questo modola normativa sui rifiuti non sarebbe più ap-

plicabile e i relativi costi potrebbero essere ridotti; al contempol’export non sarebbe più soggetto alle rigide e onerose normativeper la spedizione. Van Oostenrijk ha quindi descritto tali specifi-che sul fine vita come “il nostro futuro” nel campo degli pneu-

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matici usati. Ha infine sottolineato l’importante attività di ricercae sviluppo relativa ai processi di devulcanizzazione e pirolisi, evi-denziando il grande impatto di tali tecniche sul futuro del riciclodegli pneumatici.

Trattamento acque nel riciclaggio

Depurazione biologicaad alto rendimentoLe attività di lavaggio delle plastiche post consumo, per il riciclo,richiedono l’impiego di elevate quantità di acqua per rimuoverela contaminazione residua presente sulla plastica stessa, al finedi ottenere come prodotto finale, una scaglia ben pulita da poterinviare all’estrusione. Vista l’importante richiesta di acqua risultaquindi imprescindibile la necessità di riutilizzarla nel circuito dilavaggio, per contenere i costi di consumo e di eventuale smal-timento; ciò è possibile solo previo adeguato trattamento di de-purazione. A seconda della tipologia e della provenienza della plastica da ri-ciclare, che può essere HDPE da flaconi, PET da bottiglie, LDPEda film industriale o agricolo e altri materiali quali per esempio:polipropilene, Sele-film, Sele-MPO, Plast-Mix ecc., la contami-nazione rilasciata nell’acqua di lavaggio risulta molto variegata epuò avere matrice inorganica (sabbia, terra, limo, argilla, carta) odorganica disciolta (tensioattivi, colle, zuccheri e materiale orga-nico in genere).

Nei casi in cui la contaminazione ha prevalentemente matriceinorganica, Depur Padana Acque utilizza consolidati sistemi difiltrazione meccanica fine, dissabbiatura e chiarificazione chi-mico-fisica, ma in presenza di acque contaminate da organico,tali sistemi non ne garantiscono una sufficiente rimozione, conconseguente progressivo incremento della contaminazione, alpunto da imporre frequenti e costosi smaltimenti. Forte di unasolida esperienza nei trattamenti biologici di reflui civili e indu-striali, dal biologico classico, a SBR, MBR, MBBR ecc., Depur Pa-dana Acque ha sviluppato una tecnologia di depurazionebiologica ad alto rendimento per il settore del riciclaggio di ma-terie plastiche, da abbinare ai trattamenti fisici e chimici, in gradodi calmierare il progressivo aumento della contaminazione orga-nica, permettendo così il riutilizzo di un’acqua tecnica migliore eper periodi più prolungati.

Impianto di trattamento acque completo di sezioni di filtrazionemeccanica, stadio chimico/fisico e sezione biologica per l’abbattimento dell’organico disciolto

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Stampaggioa iniezione

Parlare, o meglio, scrivere, di stampaggioa iniezione può risultare semplice e difficileallo stesso tempo. Facile perché oggi puòessere considerato il più “popolare” dei me-todi di lavorazione di materie plastiche egomma. Primato che probabilmente glispetta poiché tale tecnologia si presta inpratica alla trasformazione di tutti i mate-riali di sintesi e alla produzione della mag-gior parte dei manufatti con questi ottenuti.Difficile perché lo stampaggio a iniezione èuna delle tecnologie di trasformazione piùflessibili e poliedriche in termini applicativi,su cui i costruttori di macchine e attrezza-ture hanno da sempre investito e conti-nuano a investire moltissimo per proporreprocessi innovativi capaci di assecondaresenza soluzione di continuità le esigenze dimercato. E, quindi, per questo, impossibileda descrivere cogliendone elementi precisidavvero caratterizzanti che non siano incontinua evoluzione.Quanto alle esigenze di mercato appenaaccennate, attualmente una di quelle piùpressanti sembra essere rappresentatadall’abbinamento tra risparmio energeticoe capacità di ottenere articoli di qualità ele-vatissima, due facce della stessa medaglia.Perché per restare competitivi i trasforma-tori non possono prescindere dalla qualità,ma i consumi delle macchine sono unadelle voci di costo che pesano di più sulla

loro attività e che maggiormente ne condi-zionano proprio la competitività.Questo, e altro ancora, è quanto viene pro-posto nelle pagine che seguono grazie alconsueto prezioso contributo di alcuni co-struttori specializzati italiani ed esteri.

Una pressa, due stampiLa gamma di macchine a iniezione ad altorendimento eKW Stack Hybrid sviluppata daBMB consente l’utilizzo di due stampianche diversi su un unico gruppo di chiu-sura. A tale scopo l’unità di iniezione è po-sizionata ortogonalmente rispetto allachiusura e inietta il materiale nel piano in-termedio, alimentando sia il primo sia il se-condo stampo.Come tutte le presse eKW Hybrid, anchequesta gamma è caratterizzata dal gruppodi chiusura KW completamente elettrico, ingrado di azzerare le flessioni dei piani e as-sicurarne così il perfetto parallelismo anchecon corse particolarmente lunghe. L’unitàdi iniezione è dotata di un motore elettricoaccoppiato direttamente con la vite di pla-stificazione, mentre l’iniezione viene ali-mentata attraverso un pistone idraulicoassistito da accumulatori. Anche il piano in-termedio viene azionato con due motorielettrici e il suo movimento è completa-mente indipendente dal piano mobile, cosìda consentire di installare anche due

stampi che richiedano quote di aperturadifferenti, conferendo alla macchina un’ele-vata flessibilità.Questa gamma di macchine trova il campodi applicazione ideale nella produzione diarticoli in grande serie e di componenti co-stituiti da più particolari dello stesso mate-riale, così come nelle linee di assemblaggioautomatico, migliorando la razionalizza-zione dell’unità produttiva. In questi casi, inpratica, viene garantita una resa almenopari a quella di due presse convenzionali,poiché a parità di tempo di ciclo è possibileottenere due prodotti, ma a costi di produ-zione inferiori.

Packaging a basso consumo energeticoNel suo continuo sviluppo di innovazioni peril settore del packaging, Negri Bossi ha re-centemente messo a punto diverse solu-zioni basate sulla gamma di macchine ainiezione ibride Janus Smart Energy e i suirobot di Sytrama. Le presse Janus SmartEnergy, pur essendo particolarmente orien-tate al packaging grazie all’elevata velocitàd’iniezione e alla sovrapposizione completadi tutti i movimenti, si distinguono soprat-tutto per l’eccellente bilancio energetico ela capacità di riutilizzare l’energia di frenata,generata proprio dalle elevate variazioni divelocità richieste dalla produzione di imbal-

Progressi tecnologici e applicativi del metodo di trasformazione più diffuso

Sulle macchine a iniezione eKW Stack Hybrid l’unità d’iniezione è posizionata ortogonalmente al gruppo di chiusura

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laggi. In tal modo si ottengono consumi si-mili a quelli delle presse completameneelettriche, ma con prestazioni maggiori, ab-binate peraltro a una grande facilità gestio-nale.Le macchine Janus Smart Energy risultanodinamiche e orientate all’efficienza: al ter-mine del primo ciclo automatico di stam-paggio, infatti, il sistema di controllo verificamolteplici parametri di processo e, agendosu quelli di gestione della macchina, trovale condizioni ottimali per utilizzare al megliol’energia. In questo modo si ottiene anche

una sensibile riduzione della rumorosità eun ridotto trasferimento di calore all’olioidraulico, con un ulteriore risparmio ener-getico nel ciclo di raffreddamento del fluidodi lavoro. Queste macchine dalla tecnolo-gia estremamente evoluta risultano di fa-cile e intuitivo utilizzo, consentendo inpratica di ottenere elevate prestazioni conun’alta efficienza energetica in molteplicicampi applicativi, dal packaging, con cicli

di pochi secondi, alla realizzazione di articolitecnici.Per lo stampaggio a iniezione di un conte-nitore alimentare in PP con stampo a duecavità e IML (In Mould Labelling) è stata re-centemente proposta una Janus da 220 tcon vite di tipo barriera da 52 mm di dia-metro, espressamente studiata per assicu-rare un’eccellente omogeneità in fase siadi plastificazione sia di miscelazione di re-sina e masterbatch. La macchina è stataintegrata con un robot modello 811 a en-trata laterale di Sytrama, così da ottenere

un tempo di ciclo di 4,8 s comprensivo del-l’inserimento dell’etichetta.Per la produzione di bicchieri in polistireneè stata invece messa a punto una Janus220 SE, che è risultata estremamente com-petitiva dal punto di vista dei consumi. Lamacchina è stata attrezzata con accumu-latori, per assicurare eccellenti prestazionisoprattutto in termini di velocità d’iniezioneelevata, necessaria alla produzione di arti-

coli con spessore di parete sottile, come inquesto caso, mentre l’utilizzo di inverter haconsentito di ottimizzare il consumo dienergia.

Rotativa per PVCUna delle più recenti macchine a iniezionecon tavola rotante multistazione realizzateda Presma, la Roto LOP 8000/300/4, si im-pone anzitutto per il peso complessivo dioltre 70 t e lunghezza, larghezza e altezzarispettivamente di 12,5, 6,8 e 4,55 m. De-stinata a un trasformatore tedesco produt-tore di segnaletica stradale, la pressa èdotata di quattro stazioni con aperturastampi in verticale e unità di iniezione oriz-zontale ed è stata progettata per lo stam-paggio di coni di segnalazione in PVC altifino a un metro con la possibilità di caricarein stampo la pellicola rifrangente prima del-l’iniezione. Tali coni devono essere iniettatidalla base, anziché dalla punta, come soli-tamente avviene nelle presse tradizionali, edall’alto verso il basso, così da agevolare ilriempimento della cavità dello stamposenza danneggiare l’inserto.Le quattro stazioni della tavola rotante ga-rantiscono il raffreddamento ottimale delpezzo e l’apertura del semistampo supe-riore in verticale, dal basso verso l’alto concorsa di 1100 mm, consente di traslare laparte inferiore dello stampo e di sfilare l’ar-ticolo stampato a “cielo aperto”. Il piano dicalpestio nella zona di estrazione dellastampata è posizionato a 2150 mm d’al-tezza e, grazie a un ballatoio che gira tut-t’intorno alla macchina, l’operatore puòaccedere agevolmente anche alla trafila,posta in asse con l’ugello di iniezione a3300 mm da terra. La chiusura delle sta-zioni avviene mediante due cilindri idraulicicollegati direttamente al piano mobile infe-riore, mentre la fase di alta pressione da

Pressa a iniezione Janus 220 Smart Energy

La macchina a iniezione con tavola rotante a quattro stazioni sviluppata da Presma per lo stampaggio di coni segnaletici in PVC

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3000 kN avviene grazie a un cilindro idrau-lico che scorre orizzontalmente e si posi-ziona tra il carosello e il piano mobileinferiore.Per garantire una buona qualità dellamassa fusa ed evitare bruciature, la ca-mera di plastificazione è termoregolata aolio e la fase d’iniezione viene controllatain anello chiuso. La vite da 120 mm di dia-metro è azionata elettricamente con motoread alta coppia e garantisce una capacitàd’iniezione di 7910 cm3, mentre l’ugello avalvola con azionamento idraulico permettedi ottimizzare i tempi di rotazione della ta-vola portastampi ed eseguire lo spurgo delmateriale. La macchina è dotata di aziona-menti idraulici comandati da valvole pro-porzionali e la fase d’iniezione vieneeffettuata per mezzo di accumulatori. Iltempo di ciclo è stato contenuto in circa 90s, sebbene sia condizionato dalle operazionimanuali di carico degli inserti e scaricodelle stampate (in corso di automazione).

Stampaggio di preformeall’insegna della qualitàLa nuova macchina a iniezione IPS (Injec-tion Preform System) sviluppata da SacmiImola per la produzione di preforme - at-tualmente disponibile nella versione a 48cavità con forza di chiusura da 220 t, men-tre è allo studio il modello da 300 t in gradodi ospitare stampi fino a 72 cavità - si ca-ratterizza anzitutto per un’interfaccia utentesemplificata, che consente una notevole fa-cilità di gestione, lasciando all’operatoresolo l’inserimento dei dati inerenti alla geo-metria della preforma. Ma ergonomia e si-curezza contraddistinguono anche la fasedi estrazione, grazie a un robot completa-mente integrato che, tramite una mano dipresa a tre stazioni, preleva le preforme ene consente il post raffreddamento primadello scarico.Tale soluzione assicura preforme di qualitàelevata ed elimina i rischi legati alla loromanipolazione quando non ancora comple-tamente raffreddate. Il nuovo motore li-

neare che aziona la mano di presa per-mette il recupero dell’energia di frenata du-rante la fase di decelerazione, assicurandoridotti consumi energetici, elevata preci-sione, velocità e ripetibilità dei movimenti.L’ottimizzazione dell’impianto idraulico,l’utilizzo di servovalvole digitali montate inprossimità degli attuatori e un design del-l’impianto pensato per rendere più efficientil’apertura e la chiusuraconsentono tempi diciclo estremamentebrevi. Il sistema a ginoc-chiera e il piano mobiledel gruppo di chiusurasono azionati idraulica-mente e sono stati pro-gettati per ottimizzare leinerzie meccaniche, ga-rantendo un’alta resi-stenza alle sollecitazioni.Per l’estrazione dellepreforme è stato adot-tato un sistema coman-dato da due cilindriidraulici in grado di otti-mizzare la forza d’espul-sione e garantire unimportante risparmioenergetico. Il sistema di raffreddamento ègestito tramite pompe montate nel retrodella macchina e un controllo che garanti-sce l’omogeneità della temperatura del-l’acqua in tutte le fasi del processo.L’unità d’iniezione prevede un cilindro convite di plastificazione azionata da un mo-tore elettrico e da un cilindro d’iniezione,gestito da servovalvola, per coniugare pre-stazioni e risparmi energetici. La zona dellostampo è stata progettata per rendere pos-sibili tempi estremamente rapidi di cambioformato, favorendo la flessibilità applicativadella macchina. In particolare, un appositosistema garantisce il corretto posiziona-mento dello stampo, che si “aggancia” automaticamente, mentre il tempo com-plessivo necessario per il cambio mecca-nico dello stampo stesso - compreso lo

scarico automatico del piatto - è comun-que inferiore a un’ora.

Preforme con qualsiasi stampoLe caratteristiche del nuovo sistema XFormsviluppato da Sipa per la produzione di pre-forme in PET sarebbero espresse già nelnome: X come qualsiasi numero, ossia la

possibilità di utilizzare ogni tipo di stampofino a 128 cavità; Form come parte delleparole preforme e performance, ovvero ele-vata flessibilità e capacità produttiva.Alla base dell’impianto si trova una pressacon unità di chiusura a ginocchiera oriz-zontale da 500 t dotata di sistema Auto-protect che, comparando le forze dichiusura tra una iniezione e l’altra con unasensibilità pari a 1 kN, preserva gli stampie garantisce costanza di prestazioni. A fa-vore di interventi di manutenzione e usuradegli stampi estremamente ridotti giocanoanche l’uniforme distribuzione delle forze ela bassissima deformazione dei piani.La pressa può essere equipaggiata conestrusori da 120 mm di diametro (L/D =25) per produttività orarie fino a 800 kg,oppure con estrusori da 140 mm (anche in

questo caso con L/D =25) per incrementare laproduzione fino a 1200kg/ora. Il tempo di cicloa vuoto è pari a 1,6 se-condi con corsa di 400mm, mentre sono ne-cessari 5,9 s per pro-durre preforme da 11,8g con spessore di pa-rete di 2 mm e solo 3 sin più per ottenere pre-forme da 26 g conspessore di parete di2,5 mm. L’impianto è ingrado di lavorare fino al50% di rimacinatoLa IPS sviluppata da Sacmi Imola per lo stampaggio di preforme

Il sistema XForm messo a punto da Sipa per la produzione di preforme in PET

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senza bisogno di utilizzare viti speciali.La distanza tra le colonne di oltre un metroconsente il facile accesso alla zona stampoe la sua sostituzione in meno di tre ore. Unsistema di soffiaggio dell’aria brevettatopreviene la presenza di polvere nel sistemaa canali caldi, così che tra un intervento dimanutenzione e l’altro siano garantiti al-meno 5 milioni di cicli a caldo oppure 8 mi-lioni a freddo. Le preforme vengonoraffreddate mediante un sistema, anchequesto brevettato, che agisce sui due latidello stampo, e manipolate per mezzo di unrobot in grado di raggiungere una velocitàdi 4,6 m/s.

Vulcanizzazione a raggi ultraviolettiIn occasione del Simposio 2012, tenutosi ametà giugno presso la propria sede di St.Valentin (Austria), Engel ha presentato unnuovo processo di vulcanizzazione a bassatemperatura del silicone basato sull’im-piego di raggi ultravioletti, così da allargarele possibilità applicative dello stampaggiomulti-materiale. Il perfezionamento del- legomme siliconiche negli ultimi anni, infatti,ha aperto le porte al loro impiego in nuoveapplicazioni nell’ambito delle tecnologiemulticomponente. I nuovi materiali possonoessere vulcanizzati mediante l’irradiazionecon raggi di luce ultravioletta a tempera-tura ambiente, a differenza delle gomme si-liconiche tradizionali la cui reticolazione

richiede temperature elevate. Ciò consentedi combinare il silicone con una vastagamma di resine termoplastiche che pre-sentano una ridotta resistenza al calorecome, per esempio, il polipropilene non ca-ricato. L’unico prerequisito richiesto per lavulcanizzazione con UV consiste nell’inseri-mento di appositi inserti traslucidi nelle im-pronte dello stampo.Per questa applicazione, la società au-striaca Elmet ha messo a punto specifici in-serti plastici trasparenti e ha integrato nellostampo apposite lampade ultraviolette perl’irradiazione del materiale, che deve es-sere trasparente per permettere il passag-gio dei raggi UV. L’impiego di luce, anzichédi calore, per la reticolazione risulta van-taggioso con componenti di elevato spes-sore che possono essere realizzati contempi di ciclo estremamente ridotti.In occasione del simposio sono stati pro-dotti tappi in materiale termoplastico e sili-cone mediante vulcanizzazione a raggiultravioletti su una pressa victory 200/80tech. La tecnologia a trasferimento robotiz-zato adottata per questa applicazione pre-vede dapprima lo stampaggio della base inmateriale termoplastico e il successivo tra-sferimento del componente nello stampoper silicone, dove avviene il sovrastampag-gio della parte morbida con uno specialeLSR (Liquid Silicone Rubber), nella fattispe-cie fornito da Momentive Performance. Il si-licone liquido viene iniettato direttamente

nello stampo a circa 100 bardi pressione, utilizzandoun’apposita pompa di dosag-gio che rende superfluo l’im-piego di un gruppo diplastificazione addizionale perLSR. La vulcanizzazione delsilicone liquido richiede untempo di irradiazione di circa20 s, mentre per la reticola-zione dei componenti in sili-cone con parete di spessoreelevato nel processo tradizio-nale è necessario più di unminuto.In conclusione, la vulcanizza-zione a raggi ultravioletti delsilicone non solo apre le portaa nuove applicazioni, ma ac-corcia anche i tempi di cicloper lo stampaggio di articolicon spessore di parete ele-vato, riducendo il fabbiso-gno energetico del processoe, di conseguenza, i costi diproduzione.A titolo di cronaca vale lapena segnalare che, duranteil Simposio 2012, Engel hapresentato anche la pressa e-mac 100, parte della nuova

gamma e-mac di macchine a iniezionecompletamente elettriche - che da subitocomprende i modelli da 50 e 75 t e che abreve includerà anche quello da 180 t - svi-luppata per assecondare le esigenze dimassima precisione nella produzione dicomponenti tecnici.

Stampaggio e stampa in lineaPer lo stampaggio a iniezione e la decora-zione digitale in linea di articoli concavi èstata recentemente sviluppata da Arburg edFPT Robotik un’isola produttiva basata suuna pressa elettrica della gamma Allroun-der e un robot a sei assi.Il procedimento InkBot messo a punto daFPT Robotik abbina stampa digitale e ro-botica. Grazie all’elevata cinematica delrobot e alle testine di stampa industriali in-Kjet è possibile sfruttare per la prima voltai vantaggi della stampa digitale in lineaanche per geometrie libere e concavità inproduzioni industriali ad alta velocità. Ri-spetto a processi come la stampa a tam-pone o la serigrafia, la stampa digitaleconsente di stampare autonomamente ar-ticoli in plastica concavi in modo rapido,flessibile, senza telaio e personalizzato, conrisoluzione di stampa di 600 dpi e preci-sione di due pixel per pollice. Il sistemaconsente il cambio rapido del motivo distampa in modo che il prodotto possa es-sere personalizzato, riducendone il time-to-market da diversi mesi a poche ore.La pressa elettrica Allrounder 370 E allabase dell’isola produttiva consente di pro-durre, per esempio, badge nominativi per-sonalizzati in polistirene in un tempo di ciclodi circa 20 secondi. A questo scopo è stataequipaggiata con uno stampo a 2+2 im-pronte con cui a ogni ciclo è possibile otte-nere due articoli concavi e gli elementi difissaggio annessi. Tale pressa da 600 kNdi forza di chiusura è la più piccola dellaserie Edrive, i cui assi principali sono ge-neralmente azionati con comando servoe-lettrico, mentre quelli secondari possonoessere azionati alternativamente in modoidraulico.Servomotori e convertitori sono raffred-dati a liquido, evitando così turbolenzed’aria, e il calore generato viene dissipato inmodo controllato, riducendo la quantitàemessa nell’ambiente. Grazie al raffredda-mento degli azionamenti, anche le lunghefasi di mantenimento in pressione non pre-sentano problemi, fattore importante nellaproduzione di componenti tecnici di altaqualità. Gli attuatori lineari senza gioco edestremamente stabili, garantiscono rigiditàmeccanica agli assi di comando e, di con-seguenza, movimenti dinamici e precisi.Nonostante l’elevata dinamicità, questepresse si caratterizzano per un basso con-

Stampaggio bimateriale su una victory 200/80 tech: nell’impronta in basso viene stampato il corpo della chiusurain termoplastico, che è poi trasferito nell’impronta superioredove viene iniettato il silicone liquido. In alto si nota l’irradiazione dell'LSR con raggi ultravioletti

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sumo energetico. Il sistema di recuperodell’energia dei servomotori e l’alta effi-cienza consentono una riduzione del con-sumo energetico tra 25 e 50% rispetto allemacchine idrauliche.Il robot a sei assi è dotato di una pinzamontata in modo flottante per l’estrazioneprecisa degli articoli dallo stampo e il tra-

sferimento alla lavorazione successiva. Af-finché il robot possa posizionare i badgecorrettamente nell’impianto di stampa, èstata prevista una stazione intermedia dirotazione. Gli articoli stampati vengono po-sizionati uno dietro l’altro per poi esserepersonalizzati singolarmente.Per ottenere una qualità di stampa elevata,prima dell’applicazione del primer e del-l’asciugature a raggi UV, gli articoli vengonopretrattati al plasma. Ogni pezzo viene poipersonalizzato con stampa digitale a quat-tro colori e nuovamente asciugato me-diante raggi ultravioletti. In questo modo,ogni 20 secondi vengono prodotti duebadge completamente finiti e con diversedecorazioni.

Sistema per tappi e chiusureLa nuova generazione del sistema HyCAPsviluppato da Husky per la produzione ditappi e chiusure per bevande si caratterizzaanzitutto per una produttività fino al 45%superiore rispetto alla versione precedente.A cui si aggiungono elevati livelli di affida-bilità, ripetibilità e qualità del prodotto finito.

In particolare, la versione HyCAP 300 do-tata di stampo a 96 cavità è in grado di pro-durre tappi da 0,95 g di peso ciascuno conun tempo di ciclo di 2,2 secondi.Il sistema HyCAP si presenta come solu-zione integrata dal cui processo produttivosono stati eliminati gli sprechi intervenendosu tutti i singoli elementi che la compon-

gono: macchina, stampo, canalecaldo e sistema di controllo. Il si-stema si basa su una tecnologiaad azionamento diretto che hapermesso di migliorare la velo-cità di plastificazione e il con-trollo, che si sono tradotti in unamaggiore ripetibilità da iniezionea iniezione e in una più elevataqualità del prodotto finale.Per ottimizzare le prestazioni,elementi del sistema quali la vitedi plastificazione e la valvola dicontrollo sono stati sviluppatiper adattarsi specificamente al-l’azionamento diretto. Il sistemadi chiusura è stato elettrificato,per migliorarne l’efficienza e larisposta al ciclo produttivo. Unasingola interfaccia consente dicontrollare centralmente l’interoimpianto, inclusa la temperaturadel sistema a canali caldi e le at-trezzature ausiliarie.Un innovativo concetto distampo garantisce tempi di ciclomigliori e interventi di manuten-zione più rapidi e semplici. Lostampo incorpora specifiche ca-ratteristiche per semplificarne la

messa a punto e la durata in esercizio, eli-minando la necessità di sensori per il mo-nitoraggio dei componenti più sensibili. Ildispositivo Mold ID consente la facile inte-grazione tra stampo e macchina, mentrel’avviamento e lo spegnimento del sistemasono facilitati dai dispositivi SmartStart eSmartStop. Il nuovo Polaris Control, infine,assicura precisione e ripetibilità elevate,consentendo una più accurata messa apunto di cui beneficiano soprattutto le ap-plicazioni di peso ridotto e con cicli veloci.

Presse idromeccaniche a due pianiCon la nuova gamma di presse GX, Kraus-sMaffei allarga la propria offerta nel seg-mento delle macchine idromeccaniche adue piani di medio tonnellaggio. Tra le ca-ratteristiche di spicco della nuova gamma,che include sei modelli con forza di chiu-sura da 400 a 650 t, troviamo, in partico-lare, le guide su pattini GuideX e il sistemadi chiusura GearX.Le guide consentono un ottimale assorbi-mento delle forze, prolungando la vita utiledegli stampi, e un eccellente parallelismo

dei piani, che si traduce in movimenti re-golari a basso consumo energetico. Il si-stema di chiusura garantisce movimentiaffidabili nel minor tempo possibile ed èconfigurato in modo da richiedere uno spa-zio estremamente contenuto dietro il pianomobile di fissaggio dello stampo mobile,semplificando l’accesso e rendendo possi-bili differenti configurazioni in funzione delleesigenze dei trasformatori.L’unità di plastificazione assicura unamassa fusa di qualità ottimale ed elevaterese con un’ampia gamma di materiali.Grazie a valvole con una risposta rapida eprecisa viene garantita costanza nellaquantità di materiale iniettato tra una stam-pata e l’altra. La fase di plastificazione è

supportata dall’unità d’iniezione dotata diun pistone rotante che trasmette central-mente le forze alla vite, a beneficio di pre-cisione e ripetibilità di processo.La flessibilità applicativa di questa gammaè assecondata da una concezione modu-lare con l’ugello che rimane sempre allastessa altezza, così da essere compatibilecon qualsiasi combinazione di unità d’inie-zione e chiusura. A favore di efficienza econtenimento dei costi di esercizio giocaanche l’utilizzo di pompe a portata varia-bile, i cui consumi sarebbero ulteriormenteridotti grazie alla tecnologia “Blue PowerServo Drive”, che, a seconda dell’applica-zione, consentirebbe risparmi dal 10 al30%, con punte del 50%.

Il robot a sei assi per la manipolazione dei badge prodotticon l’isola per stampaggio e stampa digitale messa a puntoda Arburg e FPT Robotik

Il sistema di chiusura GearX e le guide a pattiniGuideX caratterizzano la nuova gamma dimacchine a iniezione GX

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Tecnologia variotermicaper superfici lucideÈ stata recentemente messa a punto daWittmann Battenfeld la tecnologia BFMoldin grado di stampare pannelli/cover con su-perficie lucida. Tale tecnologia utilizza unaspeciale versione dei termoregola-tori Wittmann Tempro plus D Vario euno stampo specificamente realiz-zato, dove l’intero spazio sottostantela cavità viene usato per il riscalda-mento e il raffreddamento, così chequest’ultimo, in particolare, risultiestremamente uniforme e, soprat-tutto, rapido.Lo speciale dispositivo Tempro plusD160 Vario con doppio circui toviene commutato sulla funzionalitàdi raffreddamento subito dopo l’inie-zione del materiale plastico e, per unpassaggio ancora più rapido da unostampo caldo a uno freddo, la val-vola di controllo può essere installata inprossimità dello stampo sul piano di chiu-sura. I componenti stampati con BFMold ri-producono fedelmente la lucidaturasuperficiale dello stampo. Questa tecnolo-gia pertanto si rivela idonea non soltanto aridurre il tempo di ciclo, bensì anche a ot-tenere componenti esenti da tensioni, de-

formazioni, segni di risucchio e linee digiunzione: in definitiva superfici estrema-mente lucide e con buona estetica.In dettaglio, si tratta di una tecnologia va-riotermica, sviluppata in collaborazione conil Plastics Institute di Lüdenscheid (Germa-

nia), che consente di effettuare il processodi raffreddamento tutto intorno al perimetrodello stampo (supporto) con raffreddamentidedicati. Solo le zone dello stampo che sitrovano in prossimità della cavità vengonoscaldate a due temperature differenti al-l’interno dello stesso ciclo di stampaggio,così da assicurare processi di riscalda-

mento e raffreddamento rapidi ed efficientida un punto di vista energetico.Grazie all’utilizzo dei suddetti termoregola-tori, il processo può essere controllato inmodo veloce e preciso. In altri termini, nellaparte sottostante la cavità, al posto dei tra-

dizionali canali per la regolazione della tem-peratura è stato ricavato un sistema a sfere(BF, infatti, significa Ball Filled) che fornisceil necessario supporto meccanico e con-sente l’efficiente circolazione dell’acqua.

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Con la tecnologia BFMold di Wittmann Battenfeld è possibile ottenere componenti con una superficie estremamente lucida e con buona estetica

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SEfficienzasostenibile

Nel solco di una tradizione aziendale dasempre rispettosa dell’ambiente, CacciaEngineering propone oggi tutte le macchinerealizzate dalle sue due divisioni - Stam-paggio Rotazionale e Turbomixer - con ilmarchio Eco Friendly. Tale marchio identi-fica chiaramente il rinnovato impegno as-sunto dal costruttore varesino in termini di

sostenibilità ambientale con lo sviluppo dimacchine ad alta efficienza e a basso con-sumo energetico.Il risultato concreto di tale sviluppo consiste

in impianti con ridotti costi d'esercizio con-seguenti ai bassi consumi di energia, aria egas e all’ottimizzazione del rendimento ditutti gli organi meccanici ed elettrici. Grazieall’ausilio di inverter Sensorless-Vector confunzione Energy-Saving, a software speci-fici, a bruciatori digitali e a dispositivi avan-zati, vengono garantiti risparmi di esercizio

dal 30% (nel caso dei turbomixer) al 38%(per i forni rotazionali) rispetto alle soluzionitradizionali.Per tutte le macchine realizzate dalle due

divisioni si è scelto di affidare la completaautomazione a PLC di ultima generazioneabbinati a PC industriali IP65 senza ventola(fanless), con LCD touch screen ed equi-paggiati con dischi a stato solido che ga-rantiscono i massimi livelli di flessibilitàd’uso e affidabilità con servizio di assi-stenza remota gratuito. Easydriver V10 e

SmartVision sono stati adottaticome software d’interfaccia opera-tore rispettivamente per i forni ro-tazionali e per i turbomiscelatori.Entrambi risultano ergonomici e in-tuitivi, in stile Windows, con la vi-sione di tutte le variabili di sistema,la gestione di ricette, registri di pro-duzione e grafici di andamento e lavisualizzazione di allarmi, fotod’aiuto e storico temporale deglieventi. Inoltre, è possibile disporredella diagnostica completa di tutti idispositivi.I forni rotazionali sono stati accura-tamente studiati per migliorarne lecaratteristiche termiche-dinamiche,eliminando i pochi ponti termici. Èstato migliorato anche il sistemaTurbo Fan System (TFS) di gestionedell’elettroventilatore principale delforno, che permette un controlloautomatico di portata e pressionevariabili all’interno della camera di

stampaggio. Seguendo uno speciale algo-ritmo calcolato dal software, il TFS garanti-sce temperature uniformi con tempi diriscaldamento estremamente rapidi. Ne de-48

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Stampaggio rotazionale e turbomiscelazione

Impianto per stampaggio rotazionale Rotaut A3C - 3500

La termografia mostra come siano stati eliminati i ponti termici nei più recenti forni Caccia per lo stampaggio rotazionale

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riva una diminuzione del 14% dei tempi di stampaggio e, più ingenerale, una riduzione dei costi di produzione rispetto alle mac-chine tradizionali.Particolare attenzione è stata posta anche sul contenimento delcalore disperso, sia con l’adozione di nuove guarnizioni conteni-tive sia con l’innovativo sistema Exhaust Gas Modulation (EGM)che permette di modulare i fumi di scarico. Tale sistema consentel’evacuazione dei soli fumi incombusti (CO e NOx) realmente pre-senti in ogni momento del ciclo, senza estrarre inutilmente ariacalda. Particolari sensori e dispositivi di sicurezza, inoltre, tengonosotto controllo l’intero processo mantenendo i parametri di com-bustione ottimali.L’abbinamento dei sistemi EGM e TFS a un bruciatore digitale hapermesso di incrementare di un ulteriore 8% l’efficienza com-plessiva dell’apparato di combustione e riscaldamento dei fornirotazionali. Inoltre, le analisi tecnico-scientifiche effettuate sulladinamica tridimensionale dei flussi d’aria dell’intera camera di

stampaggio hanno permesso di apportare significativi migliora-menti sul disegno dei deflettori e dei convogliatori per concen-trare i flussi caldi intorno all’area occupata dagli stampi, abeneficio dei tempi di cottura e dell’uniformità delle temperature.Per quanto riguarda invece la divisione Turbomixer, la principalenovità introdotta è rappresentata da uno speciale composto ter-morefrattario applicato al recipiente dei turbomiscelatori. Questocomposto, denominato TermoShield, è stato appositamente stu-diato per tale tipo di macchine e permette di concentrare e man-tenere il calore generato durante il processo di omogeneizzazione,creando le condizioni migliori per il rapido raggiungimento delletemperature di apertura delle molecole polimeriche e il conse-guente assorbimento degli additivi.Inoltre, le moderne tecniche di analisi corpuscolari hanno per-messo di ottimizzare i flussi di vorticazione delle materie primeriducendo i tempi di ciclo. Le due soluzioni congiunte si tradu-cono in un numero maggiore di cicli ora e in una migliore qualitàdel compound finale.

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Un esempio di turbomixer

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IML con sistema di visione

Svariate personalizzazioniLa crescente domanda di automazione per l'IML (In Mould La-belling) destinata ad applicazioni sempre più impegnative ha im-posto a Star Automation Europe la diversificazione della propriaofferta in funzione del prodotto da realizzare. Infatti, se inizial-mente i sistemi di automazione per IML forniti dalla società eranoindirizzati prevalentemente alla produzione di contenitori per ge-lato, oggi sono rivolti anche ad altre tipologie di prodotto, dai re-cipienti per margarina all’articolo da giardino, dal componenteautomobilistico ai contenitori per vernice.Uno degli aspetti su cui si è sempre concentrato lo sviluppo dinuove soluzioni da parte dell’azienda è la flessibilità dei proprisistemi, per assecondare un mercato dai numeri sempre più con-tenuti e dalle svariate personalizzazioni. Anche se questa sceltarimane sempre valida, oggi si è chiamati a fornire automazionead alta efficienza dedicata e pensata per una sola tipologia diprodotto, solitamente del comparto alimentare, dove i numerisono più rilevanti. In questo caso, la flessibilità passa inevitabil-mente in secondo piano, a favore delle prestazioni.La risposta a tutto ciò è rappresentata dal nuovo robot Fx-1500SE presentato all'esposizione PLAST 2012. Rispetto ai mo-delli precedenti le prestazioni sono state migliorate soprattuttoin termini di efficienza - spesso riconducibile a velocità e acce-lerazioni esasperate per ottenere il minor tempo possibile distampo aperto - con l’integrazione dell’asse laterale telescopicoazionato da servomotore digitale di ultima generazione gover-nato dal nuovo sistema di controllo Stec-510. La portata al-l’estremità dell’asse è pari a 10 kg, per sostenere senza problemimani di presa in grado di manipolare articoli come, per esempio,contenitori troncoconici da un kg realizzati con stampi a 4 cavità(classica configurazione, oggi molto richiesta, per produttivitàmedio-alte).Per questo robot è stato predisposto un controllo qualità con si-stema di visione su ogni articolo stampato, per verificare che l’eti-chetta corrisponda effettivamente al modello prescelto e siacorrettamente posizionata. Su uno schermo LCD vengono co-stantemente visualizzati i parametri rilevanti e il numero dei pezziscartati, ossia la reale produttività. Il sistema di visione è in gradodi effettuare il controllo qualità in tempi molto ristretti. In occa-sione di PLAST 2012, per esempio, il robot era installato suun’isola per la produzione di coperchi con uno stampo a 4 cavitàin un tempo di ciclo di 3,5 secondi e di stampo aperto di 0,9 se-condi. In pratica, erano disponibili 0,875 secondi per la gestionedi ogni articolo.

A valle del sistema di visione, infine, è previsto un dispositivopick-and-place rotativo ad alte prestazioni. Dopo il controllo qua-lità, gli articoli sono prelevati e rilasciati su un impilatore moto-rizzato.

Sistema per big bag

Svuotamento ondulatorio Normalmente per lo svuotamento di un octabin sono necessaridiversi interventi, con un incremento del loro numero nella fasefinale, quando nel sacco vi è ancora una parte residua di gra-nulo (circa 200 kg). Il processo è ancora più problematicoquando, invece di un octabin, bisogna svuotare un big bag, chedurante l'operazione di svuotamento si affloscia rendendo piùcomplicato il recupero del materiale. È necessario quindi un si-stema in grado disvuotare completa-mente questi imballisenza continui inter-venti correttivi. Entracosì in gioco Okto-bag, l’ultimo ritrovatoper lo svuotamentoautomatico di octa-bin e big bag, chesarà presentato daMoretto in occasionedella fiera di settoreFakuma 2012.Il sistema è basatosulla caratteristicaesclusiva del movi-mento Wave: quattrobracci oscillanti simuovono in modoindipendente lavo-rando sul sacco dicontenimento in po-lietilene. Gestiti daun PLC dedicato, realizzano un movimento ondulatorio (da qui ilnome Wave) in sequenza riuscendo a svuotare completamente ilbag e/o l’octabin. I bracci sono anche dotati di pinze a gravitàche rendono l’operazione di aggancio estremamente rapida esemplice: non è necessario nessun fissaggio e nessun attrezzo.Le dotazioni di questo prodotto sono numerose, articolate e mo-dulari, generando soluzioni adatte a ogni settore merceologico.Quattro modelli si aggiungono così al programma OMS&P di Mo-retto: Blu, Plus, Lux e White. La serie Blu, con movimento Wave a braccia indipendenti, è de-dicata al trattamento di octabin per l’impiego a fianco macchina.La serie Plus implementa le dotazioni con un display touch a co-lori, che consente la creazione di sequenze Wave dedicate ed èadatto all’impiego in reparto stoccaggio, anche in remoto.La serie Lux aggiunge il dispositivo di recupero in automaticodella sonda aspirante; in caso di ponte presenta specifici pro-grammi rompiponte e, inoltre, è dotata di regolazione automa-tica dell'altezza dell’octabin anche a mezzo codice a barre,dedicato particolarmente al mondo automotive. Infine, la serieWhite, realizzata appositamente per il settore medicale e di co-

Configurazione di un’isola produttiva con robot e manipolatore Star Automation Europe

Il sistema Oktobag per lo svuotamentodei sacconi contenenti granuli plastici

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Eau

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Ready for the future

未来をみつめて

Pronti per il futuro„L’Esperienza della tecnologia di regolazione e andamento, che rafforza la tua posizione nel mercato.“Dr. Tetsuya Okamura, Amministratore Delegato Frank Stengel, Direttore Generale dello stabilimento di Wiehe, Germania

MACAM S.r.l.

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lore rigorosamente bianco, aggiunge alla Lux la protezione anti-sitatica integrale.

IML in partnership

Entrata laterale ad alta velocitàPer la messa a punto di sistemi per IML (In Mould Labelling) adalta velocità destinati al settore del packaging, Sepro Robotiqueha avviato una partnership con Machines Pages da cui è nataun’isola produttiva, presentata a PLAST 2012, incentrata su unapressa Arburg equipaggiata con un robot a entrata laterale. I robot Sepro per IML (distribuiti in Italia da Sverital) sono basatisulla piattaforma S5 in configurazione a entrata sia laterale siadall’alto. Caratterizzati da una struttura a telaio rigido realizzatain un singolo pezzo e da guide prismatiche lineari, sono in gradodi rispondere a rapide accelerazioni. Servomotori potenti assicu-rano la massima precisione ed elevata velocità, raggiungendotempi di ciclo minimo di 3,9 secondi su applicazioni IML, contempi d'intervento nello stampo inferiori a 0,9 secondi. La corsaorizzontale massima all’interno dello stampo è pari a 2200 mm.Il sistema di controllo Visual 3 di cui sono dotati questi robot for-nisce una potente piattaforma di facile utilizzo per la gestionedell'intero sistema. Grazie a una velocità di elaborazione di 20millisecondi, è possibile ottenere l’elevata precisione richiesta al-l’interno e all’esterno dello stampo nelle applicazione IML.L'interfaccia utente dispone di schermo LCD da 10 pollici che

facilita la lettura dei dati e la navigazione e rende semplice e in-tuitivo l’utilizzo e l'accesso alla documentazione del sistema.L’uso di sensori intelligenti permette di riconoscere le diversemani di presa con un lettore RFID (Radio Frequency IDentification)o di utilizzare telecamere per il controllo di qualità o del posizio-namento dei pezzi. Infine, i vacuostati digitali installati come stan-dard consentono di ottimizzare il flusso di vuoto e le impostazioni,utilizzando il controllo al posto delle valvole situate sul robot.

Layout di un’isola di lavoro con robot Sepro Robotique a entrata laterale

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CNuova gamma di robot

Controllo condivisoI robot della serie Skill di Campetella Robotic Center sono statiequipaggiati con il sistema di controllo e programmazione dellagamma X-series dando vita ai nuovi modelli E-series. Questirobot consentono di disporre di macchine con prestazioni piùmodeste senza però rinun-ciare a caratteristiche fun-zionali di alta gamma e allapossibilità di uniformare il si-stema di controllo e la pro-grammazione in tutto lostabilimento produttivo.La nuova gamma presentaanche una meccanica mi-gliorata, utilizzando riduttoriepicicloidali a prestazioni piùelevate e meno rumorosi,cremagliere a denti obliqui eguide prismatiche silenziate. L’utilizzo di motori brushless contecnolgia “drive on board” ha permesso, inoltre, di ridurre signi-ficativamente le dimensioni del quadro elettrico, migliorando l'ap-plicazione, in particolare, sulle presse di piccole dimensioni.Questa gamma comprende anche modelli con l'asse verticaletelescopico (L) e per l’installazione su presse fino a 1000 ton-nellate (MC3).Il sistema di controllo rappresenta un’importante evoluzione, in-troducendo caratteristiche e funzionalità tipiche dei robot digamma più elevata quali interpolazione degli assi, PLC integrato,interfaccia USB (per l'archiviazione dei programmi) ed ethernet(per la teleassistenza) ecc. Anche l'interfaccia di collegamentodei sistemi di presa è stata migliorata con più linee del vuotocompletamente indipendenti con eiettore, vacuostato digitale esoffio di rilascio separati. Inoltre, è disponibile la funzione di estra-zione assistita, che permette al robot di prelevare l’articolo nellostampo e tirarlo con una forza controllata dal programma, asse-condando il movimento degli estrattori della pressa.

Manipolatore bionico

Un'idea da elefantiSi chiama Bionic Handling Assistant il sistema di manipolazionea controllo pneumatico sviluppato da Festo utilizzando le tecno-logie AM (Additive Manufacturing) e SLS (Selective Laser Sinte-ring). La prima consente di realizzare i singoli componenti del

sistema in poliammide, materiale caratterizzato da elevata fles-sibilità e bassa densità, che in polvere viene deposto in strati sot-tili. In seguito, il laser fonde ogni strato con quello sottostante,indurendolo solamente laddove è previsto dal programma di con-trollo.Tale combinazione di tecnologie consente un’elevata libertà diprogetto, non richiede particolari attrezzature di produzione e ri-duce il numero dei singoli componenti del sistema, rendendonel’assemblaggio meno costoso. Il sistema si ispira a una probo-scide d’elefante e prevede tre componenti per il movimento spa-ziale. Alla sua estremità è installata una “mano” di presa i cuielementi sono realizzati sul modello di una pinna di pesce.La struttura a soffietto garantisce flessibilità, mentre il controllopneumatico assicura, quando richiesta, la necessaria rigidità. Larealizzazione in poliammide rende il manipolatore più leggero finoall’80% rispetto a quelli in metallo e dai test effettuati risulta chei suoi elementi mobili possono sopportare oltre 5 milioni di pie-gature. Il controllo pneumatico, inoltre, fa sì che il contatto di-retto del manipolatore con gli operatori non risulti pericoloso e,nel caso di collisione, lo ritrae immediatamente. La configura-zione consente movimenti lineari con 11 gradi di libertà e un’ele-vata portata.

Isola di dosaggio

Guarnizioni sul postoIl funzionamento di diverse apparecchiature, delle macchine in-dustriali e di molti oggetti di uso quotidiano richiede l’utilizzo di

guarnizioni in grado di assicurare una tenuta stagna con-tro l’ingresso di acqua, polveri e agenti ag-

gressivi. Tradizionalmente,la sigillatura viene otte-nuta con l’applicazionedi guarnizioni prefabbri-cate di vario tipo, da

montare manualmente. Alcontrario, Sonderhoff propone una tecnologia che consente diprodurre la guarnizione direttamente sulla parte che deve esseresigillata attraverso un impianto automatizzato di erogazione dimateriali particolari. In questo modo è possibile realizzare solu-zioni su misura nelle più diverse geometrie, assicurando sempre

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La proboscide degli elefanti ha ispirato il sistema di manipolazione a controllo pneumatico Bionic Handling Assistant

Il modello MC2 della nuova gamma di robot Serie E

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Engineering Passion

La nuova dimensione dello stampaggio ad iniezioneMacchine della Serie GX

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Potente, facile da utilizzare e dal valore stabile. La nuova Serie GX di KraussMaffei coniuga tecnologia innovativa e qualità eccezionale in modo davvero unico:

– massima produttività grazie ad un‘eccellente unità di chiusura bipiastra idromeccanica

– elevata qualità dei pezzi stampati grazie al bloccaggio GearX e al pattino GuideX

– massima riproducibilità con potente plastifi cazione– tempi di riattrezzamento minimi grazie alla

straordinaria accessibilità– semplicità d‘uso con comando MC6 moderno,

innovativo

La nuova Serie GX di KraussMaffei.Passione per l‘ingegneria. Soluzioni per macchine di prim‘ordine. Massimo risultato.

Fakuma, Pad. A7, Stand 7303

una qualità elevata.L’isola di dosaggio SD DM402/DM403 consente di lavorare ma-teriali plastici a bassa, media e alta viscosità quali i poliuretani, isiliconi, le resine epossidiche o altri materiali a reazione polime-rica. L’impianto è concepito in modo da permettere all’utilizzatoredi svolgere facilmente e in sicurezza anche le applicazioni piùcomplesse grazie al pannello di controllo gestito con tastieratouch screen. Con la preimpostazione e la regolazione di tutti i

parametri di processo dell’impianto viene assicurata la ripetibi-lità in serie delle guarnizioni e la produzione risulta completa-mente automatizzata.Una essenziale semplificazione della programmazione del con-torno dei pezzi è raggiunta attraverso l’autoapprendimento, conl’utilizzo del nuovo Teach-in Box multifunzionale. Il protocollo au-tomatico di tutti i dati di processo garantisce in ogni momento larintracciabilità del percorso di produzione svolto. L’isola di do-

saggio è anche in gradodi lavorare differenti ma-teriali contemporanea-mente.Altre caratteristiche sa-lienti riguardano il sistemadi lavaggio Acqua Cleancon acqua ad alta pres-sione, la testa di misce-lazione MK 600 ultraleg-gera e compatta e le di-mensioni complessiveridotte: l’impianto, infatti,ha una larghezza di 1532mm (escluso il pannellooperatore), un’altezza di2600 mm (a porta chiusa)e di 3500 mm (a portaaperta) e una profonditàdi 2720 mm oppure3740 mm (con plancettaserbatoi).L’isola proposta da Sonderhoff per la realizzazione di guarnizioni direttamente sui pezzi da sigillare

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OSistema per produttività elevate

Otturatore compattoLo stampaggio a iniezione si sta evolvendo verso soluzioni ca-ratterizzate da una compattezza sempre più spinta che coinvolgeanche la struttura stessa degli stampi. Per alcuni tipi di produ-zione, tali sviluppi riguardano anche il sistema a canali caldi dellostampo, risultando particolarmente impegnativi nel caso dei si-stemi a otturazione.Su queste basi Inglass-HRSflow ha messo a punto il sistema MTS(MultiTechSpring) che fa di semplicità e compattezza i propri puntidi forza e che di recente è stato adottato per lo stampaggio aelevata cadenza produttiva di bicchieri a parete sottile. Il princi-pio di funzionamento è semplice, poiché non sono necessari ariacompressa, olio o movimenti meccanici per l’azionamento degliotturatori. Quando la massa fusa arriva a una pressione definita,attiva l’apertura dell’otturatore raggiungendo così il punto d'inie-zione. La pressione vince la spinta esercitata dalla molla dell’ot-turatore e, tramite l’anello calettato sull’otturatore stesso,mantiene abbassato quest’ultimo in posizione aperta. Terminatal’iniezione la molla riporta l’otturatore in posizione di chiusura, ilquale “trancia” il materiale residuo sul punto d'iniezione.Il sistema non solo si presenta compatto, con la parte relativa algruppo otturazione lunga 23 mm, ma richiede anche un ridottoapporto energetico, data l’assenza di elementi ausiliari per la suamovimentazione, risultando ideale per le applicazioni che richie-dono ambienti incontaminati.La cura con cui sono stati definiti i ponti termici tra ugello estampo ha permesso di ottenere elevate prestazioni, poiché unprofilo termico controllato rende il processo d'iniezione moltosemplice anche nel caso di prodotti con geometrie piuttosto com-plesse. Lo studio accurato della rigidità delle molle, inoltre, haconsentito il perfetto bilanciamento tra le diverse cavità.Il sistema si basa sul concetto di soluzione integrale nella partesigillo matrice-ugello, a garanzia di tenuta e allineamento tra con-dotto e matrice. Nel caso in cui il puntale non venga corretta-mente avvitato l’eventuale trafilamento rimane all’internodell’area dell’ugello, senza danneggiare gli elementi resistivi.Anche centratura e tenuta dell’otturatore sono stati particolar-

mente curati: pur trattandosi di un sistema a corsa ridotta sem-pre in guida sul puntale, l’usura di punto di iniezione, otturatoree guida valvola è stata estremamente ridotta. L’accesso all’ugelloin caso di manutenzione richiede circa 20 minuti, mentre pochiminuti sono sufficienti alla sua rimozione, essendo vincolato allapiastra solo da due viti.

Ugelli a otturazione

Movimentazione a piastraGli spilli degli ugelli a otturazione sono solitamente azionati dauna serie di attuatori (uno per ogni ugello) pneumatici o idraulici.Spesso, però, l'alloggiamento di una molteplicità di attuatori afluido e dei relativi condotti di alimentazione e condizionamentoall'interno di uno stampo risulta complesso, se non impossibilein alcuni casi.Per superare tale limite Thermoplay ha sviluppato un nuovo si-stema di movimentazione a piastra che presenta gli stessi van-taggi di un semplice azionamento a tavolino (piastra mobile)

senza perdere quelli offerti dal metodo tradizionale. L’ingombroestremamente ridotto di questo sistema a otturazione e del rela-tivo azionamento (meccanico o elettrico) permette di ridurre gli in-terassi tra le cavità dello stampo pur mantenendo inalterati ivantaggi dei sistemi di movimentazione oggi utilizzati.Un particolare organo disgiuntore permette il disaccoppiamentodi ogni singolo spillo dalla piastra di azionamento e il contempo-raneo bloccaggio nella posizione di spillo chiuso, funzione ne-cessaria qualora si voglia bloccare il flusso di materiale plasticoin una o più cavità. La piastra mobile incorpora un dispositivo diregolazione micrometrico della posizione dello spillo. La funzionechiusura/apertura di una cavità può essere eseguita dall'esterno,senza smontare alcun componente dello stampo.Tra i vantaggi derivanti dal nuovo sistema rientrano anche: sem-plificazione del circuito di condizionamento all’interno dellostampo; assenza di circuiti di azionamento pneumatici o idrau-lici; facilità di applicazione anche quando il numero di cavità èmolto elevato e gli interassi sono estremamente ridotti; regola-zione della posizione dello spillo molto precisa e indipendente;possibilità di chiudere (escludere) una o più cavità, a bordo mac-china.

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Il sistema MTS con l’otturatore in posizione di chiusura (a sinistra) edi apertura (a destra)

Il sistema di azionamento elettrico a piastra per otturatori sviluppatoda Thermoplay

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Canali caldi

Distributore frazionatoProduttore di chiusure e imballaggi, Zeller Plastik Deutschland(gruppo Global Closure System) si è rivolto a Ewikon per la for-nitura di un sistema a canali caldi completo di piastre con ugelliper realizzare un corpo pompa in polipropilene bicolore per con-tenitori a spruzzo. I due elementi che costituiscono tale compo-nente, collegati da una cerniera e prodotti con uno stampo a 24cavità, dovevano essere realizzati evitando il fenomeno del “colorbleeding” (il secondo materiale si miscela in modo incontrollatocon il primo) in prossimità della cerniera. A tale riguardo, minoreè la distanza dei punti d’iniezione dalla cerniera, maggiore è il ri-schio che si verifichi il suddetto fenomeno, amplificato da aper-ture non uniformi dei punti d'iniezione.La precisione di apertura è stata garantita dalla scelta di iniettarei due elementi con sistema a otturazione. Gli ugelli sono stati di-sposti con interasse di 40 mm, ottenendo una configurazione deldistributore particolarmente sofisticata, con un canale di colatabilanciato per entrambi gli elementi. Dato che la dilatazione ter-mica di collettori di grandi dimensioni per sistemi a otturazionegenera uno stress da flessione negli otturatori periferici, il si-stema di distribuzione è stato frazionato. Ognuno dei quattro col-lettori compatti (con guide otturatori integrate) alimenta sei cavità,per un totale di dodici ugelli, mentre i collettori sono alimentati daun collettore ponte che garantisce livelli di carico non critici sugliotturatori.Per realizzare le sezioni orizzontali dei canali nel collettore sonostate utilizzate forature estremamente precise e in aree critiche

del percorso di colata sono state aggiunte forature verticali conelementi di distribuzione speciali. Gli elementi sono stati raffred-dati in azoto liquido e inseriti nel collettore riscaldato alla tempe-ratura di esercizio. La compensazione delle temperature hagenerato un accoppiamento per interferenza con tenuta fino a2000 bar. Anche nel collettore ponte sono stati ricavati scassiper supporti e otturatori. Inoltre, questa soluzione ha consentitodi mantenere al minimo il volume di plastica fusa all’interno delcollettore anche in sistemi a elevato numero di impronte, otti-mizzando il tempo di residenza e i cambi colore. Gli elementi pos-sono avere canali dai percorsi ottimizzati senza spigoli vivi.Gli otturatori sono azionati da pistoni idraulici individuali, integratinella piastra di fondo. Iniettando il secondo materiale su una su-perficie inclinata, l’otturatore corrispondente ha richiesto un adat-tamento al profilo del componente. Gli otturatori sono bloccatigrazie alla profilatura all’interno del pistone, dotato di un dispo-sitivo antirotazione all’interno della piastra di fondo per mezzo diun ponte di fissaggio.

Posizionamento del componente nello stampo: l’iniezione è realizzata con due otturatori di diversa lunghezza distanti 40 mm

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Ispezione visiva

Analisi dimensionale e superficialeLa nuova macchina Phoenix proposta da UTPVision per il con-trollo dimensionale e il rilevamento di difetti superficiali è gover-nata da un PC gestito da un sistema operativo che effettuaelaborazioni sulle immagini e interagisce con l’operatore in modosemplice e intuitivo, garantendo velocità di controllo elevate. Ilgruppo di caricamento alimenta gli articoli prodotti per mezzo diun nastro trasportatore mentre un deviatore motorizzato li tra-sferisce su tavole girevoli. Le immagini sono riprese da teleca-mere industriali digitali e trasferite senza perdite o disturbi al PC.Dopo il controllo di spessore mediante laser a sbarramento, laripresa e l’elaborazione dell’immagine, i pezzi vengono smistati

in differenti zone di accumulo a seconda che siano conformi, nonconformi o recuperi.La macchina è dotata di illuminazione a led a doppia corona e re-golazione digitale dell’intensità luminosa con la possibilità di con-trollo degli articoli riflettenti, per ottenere una maggiore precisionedi rilevamento dimensionale e superficiale. Il laser a sbarramentoè in grado di misurare con estrema accuratezza altezza e plana-rità dell’articolo, grazie ad algoritmi di elaborazione del segnaleche eliminano le imperfezioni e le oscillazioni della tavola.Il software per il controllo degli articoli di forma complessa ne ri-conosce la rotazione planare e, in abbinamento al riconoscimentodella faccia superiore e inferiore, interpreta l’immagine indipen-dentemente dalla posizione di caricamento. Il programma pre-vede l’individuazione di profili irregolari con riferimento al profilobase, il rilevamento dell’altezza massima e minima di buche ebave su profili lineari e curvilinei, la definizione di calibri multiplie delle relative lunghezze, il controllo della variazione media epuntuale di corde circolari, l’analisi contemporanea delle difetto-sità superficiali di più zone d’ispezione.Un dispositivo di controllo della superficie laterale esterna e in-terna, dotato di 6 + 6 telecamere a colori e due livelli d'illumi-nazione a led a colori disposti sopra e sotto l’articolo, rileva leanomalie legate alla chiusura dello stampo e a difetti produttiviche frequentemente si localizzano in tali zone. Il programma per-

mette l’interpolazione delle diverse corone di led per ottimizzarel’illuminazione dell’articolo, definendo fino a 5 zone di controlloindipendenti.

Soluzioni per estrusori e convertitori d’armatura

Controllo intelligenteI nuovi estrusori per la produzione di tubi e profili presentati dalcostruttore turco Lider Makina alla fiera PLAST 2012 sono equi-paggiati con sistemi di controllo basati su PLC Gilogik II e HMI(Human Machine Interface) GF_Vedo sviluppati da Gefran. In par-ticolare, grazie a tali PLC è possibile salvare i dati macchina suflash card, registrare allarmi e monitorare la linea da remoto at-traverso smartphone e tablet.Di recente il produttore bresciano ha anche rinnovato la serie diconvertitori d’armatura digitali TPD32 EV per il controllo dei mo-tori in corrente continua. Tali dispositivi sono adesso disponibilinella gamma da 20A a 4800A, in configurazioni da 2 a 4 motori,per alimentazioni universali da 230 Vac…690 Vac…1000 Vace con soluzioni sistemistiche a 12 impulsi in parallelo e in serie.La tastiera di programmazione KB-TPD32-EV, grazie alla visua-lizzazione estesa di parametri variabili, rende immediato e sem-plice l’utilizzo del convertitore.

Resistenza all’impatto

Pendolo in laboratorioPer le prove di resistenza all’impatto Noselab ATS propone il pen-dolo Impact in grado di applicare valori di energia pari a 15, 25e 50 joule. Il metodo di misura si basa sulla determinazione del-l’energia necessaria per rompere un provino in determinate con-dizioni. Essendo nota l’energia potenziale della mazza, variabile

Il nuovo sistema Phoenix con il PC di comando

Convertitore d’armatura digitale per il controllo di motori a correntecontinua

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in funzione della sua forma, del peso e dell’angolo di sgancio,l’energia assorbita dal provino per la rottura viene rilevatamisurando l’angolo di risalita della mazza dopo l’im-patto.Lo strumento può effettuare le prove secondo i metodiCharpy, Izod e impatto a trazione e il provino vienerotto in tutti e tre i casi con una singola oscillazionedella mazza del pendolo. Nel primo caso il provino ret-tangolare è supportato come una trave orizzontale ela linea d'impatto è centrata tra i due supporti. Per ilmetodo Izod il provino viene bloccato in verticale auna delle due estremità e la linea d'impatto viene po-sizionata a una distanza fissa dal punto di bloccaggio.Infine, nell’impatto a trazione il provino sagomato afarfalla è bloccato da staffe e sollecitato per trazionelongitudinale.Il pendolo presenta una struttura che alloggia tuttii dispositivi meccanici ed elettrici ed è dotato disistema di centraggio per provini Charpy. Ilsistema di sicurezza prevede un doppiocomando di sgancio della mazza e unfreno di rallentamento della mazza stessadopo l’impatto. L’energia potenziale e lavelocità d’impatto con relativo angolo dirisalita vengono visualizzate automatica-mente. Per l’introduzione dei parametri diprova e la visualizzazione dell’energia e della resi-lienza dopo l’impatto è stata adottata una nuova in-terfaccia operatore con display touch screen da 7 pollici. Lostrumento è in grado di memorizzare fino a 100 prove. Il pendolo Impact con il nuovo display touch screen da 7 pollici

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Progetto congiunto

Monitorare lo stampaggioCirca il 30% di tutti i manufatti in plastica è realizzato mediantestampaggio a iniezione, settore che in Europa genera un fatturatoannuo di circa di 150 miliardi di euro e occupa 1,5 milioni di per-sone. I sistemi attuali di monitoraggio della qualità dei compo-nenti stampati a iniezione non offrono però risultati in tempo realee fanno affidamento sul giudizio di un operatore invece di utiliz-zare una tecnologia basata sulla conoscenza. Inoltre, il fatto chele tecniche attuali si basino sull’ispezione del prodotto finaleesclude la possibilità di intraprendere azioni correttive durante laproduzione, generando uno scarto di materiale costoso e che po-trebbe essere evitato.Su questi presupposti, cinque piccole e medie imprese e tre cen-tri di ricerca stanno sviluppando un sistema di controllo in temporeale dello stampaggio a iniezione basato sulla combinazione dialcune tecniche spettroscopiche. Tale progetto biennale denomi-nato Optiject è finanziato dalla Commissione Europeasotto la guida del centro di ricerca e sviluppo spa-gnolo IRIS e si concluderà alla fine del 2012.Il sistema si basa sul posizionamento di sonde otti-che nel flusso di materiale all'interno dell'area del-l'ugello della pressa, permettendo di eseguire ilmonitoraggio in tempo reale dei parametri di qualitàdei materiali, controllo attualmente non disponibile.Gli stampatori hanno accesso in tempo reale solo aiparametri di processo, mentre la nuova tecnologia do-vrebbe essere così veloce e versatile da essere utiliz-zabile per una vasta gamma di formulazioni condifferenti tecniche di iniezione.Finora il progetto ha dimostrato la possibilità di utiliz-zare la tecnologia Optiject per rilevare parametri comeil colore, l’umidità e la degradazione dei diversi tipi ditermoplastici all'interno delle macchine a iniezione.La realizzazione del prototipo del sistema Optiject èattualmente in fase di finalizzazione e sarà testato suvarie macchine entro la fine del progetto, ma primasarà presentato alla fiera Fakuma (Friedrichshafen, 16-20 otto-bre) con la collaborazione del costruttore spagnolo di macchine

a iniezione Cronoplast e del produttore tedesco di sensori FOSMesstechnik.I partner di progetto ritengono che questa tecnologia rappresentiun importante passo avanti per i trasformatori di materiali plastici,poiché consente proprio di monitorarli e tenerli sotto controllodurante la lavorazione. Secondo le previsioni l'utilizzo di Optijectdovrebbe consentire agli stampatori di aumentare la propria pro-duttività e di ridurre i costi relativi alle fasi di controllo qualità.

Servizi online

Prototipazione e stampaggio rapidiSi chiama Protomold il servizio di stampaggio a iniezione rapidoofferto da Proto Labs cui si sono rivolti Ovesco Endoscopy e DMGDenta, la prima per realizzare un endoscopio e una clip per su-turare lesioni intestinali, la seconda per mettere a punto un nuovotrattamento dentale che non richiede l’utilizzo del trapano.Per ottenere alcuni prototipi del proprio dispositivo, Ovesco En-

doscopy si è dapprima rivolta a Firstcut. Si tratta di un altro ser-vizio offerto da Proto Labs, che permette di ricevere un numero

limitato (fino a dieci unità circa) di pezzi lavoratia macchina in oltre 30 materiali differenti, tracui ABS, PA e PEEK. Entrambe le aziende, in-vece, hanno usufruito di Protomold, servizio checonsente di ricevere in breve tempo (da ungiorno a due o tre settimane dal primo contatto)fino a 10000 unità di un singolo componentestampato a iniezione in un centinaio di materialidiversi.In pratica, per usufruire dei due servizi ingegnerie progettisti non devono fare altro che inviareonline un modello CAD in 3D in base al quale,nel giro di alcune ore, viene proposta un’analisidi fattibilità, costi inclusi, del modello presen-tato. In questa fase è ancora possibile appor-tare qualsiasi modifica si ritenga necessaria finoa raggiungere il modello definitivo, il materiale ei costi desiderati. A questo punto con Firstcut siriceve il prototipo e con Protomold si ottiene lostampaggio a iniezione rapido del proprio pro-dotto.Schema di funzionamento del sistema di controllo Optiject

L’endoscopio sviluppato da Ovesco Endoscopy utilizzando i servizi Firstcut e Protomold

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Stima di costi e prezzi

Marginalità sotto controlloCon una conferenza stampa a PLAST 2012, Disc, azienda spe-cializzata nella progettazione e nello sviluppo di soluzioni infor-matiche, ha presentato il nuovo modulo di NavChemPlus, ERPper la stima di costi e prezzi sviluppato su piattaforma MicrosoftDynamics Nav e rivolto alle aziende del settore chimico e mate-rie plastiche. Tale ERP (Enterprise Resource Planning) è in gradodi gestire in maniera integrata e flessibile tutti gli aspetti e le pro-

blematiche della filiera di riferimento, dai fornitori ai clienti, da ri-cerca e sviluppo a produzione e logistica, nel rispetto delle nor-mative vigenti, degli standard qualitativi prefissati e, in particolare,degli obiettivi di marginalità dell’azienda.Nel mercato attuale, caratterizzato da una forte contrazione delladomanda e da un'estrema variabilità di prezzi delle materie primee tassi di cambio delle valute, è fondamentale per i produttori dimaterie plastiche disporre di strumenti informativi per la valoriz-zazione dei costi di produzione in tempo reale, recependone im-mediatamente le variazioni e suggerendo prezzi di vendita in lineacon gli obiettivi di marginalità, indirizzando e controllando oppor-tunamente a questo scopo l’azione della forza vendita e le atti-vità di ricerca e sviluppo.

Il nuovo modulo opera attraversosofisticati algoritmi, suggerendo iprezzi di vendita allineati agli obiet-tivi di marginalità e generando iflussi approvati per le eccezioni. Ilistini vengono tenuti sotto controllorispetto alle continue variazioni deicosti di produzione mentre pro-cessi autorizzativi avanzati consen-tono di monitorare la marginalitàdelle offerte e degli ordini. Il mo-dulo, inoltre, effettua un controlloex-post che verifica la marginalitàeffettivamente ottenuta, anche perlinee differenti di prodotto, favo-rendo l’analisi di eventuali scosta-menti.Schermata di NavChemPlus per l’analisi delle varianze dei costi di produzione

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In questo articolo vengono riportate alcunedelle tendenze progettuali e i più recentisviluppi nell'ambito dei materiali compositie termoplastici applicati al settore aero-nautico. Forniscono ulteriori informazioni inquesto campo anche l'intervista a MaurizioRosini (Alenia Aermacchi) e le brevi notizieinserite nel Notiziario dei compositi (pagine74-77).

Progettare con i compositiGrazie agli sviluppi significativi nelle tecno-logie di processo e nei materiali per le ma-trici, i compositi termoplastici rinforzatitrovano sempre maggiore impiego in appli-cazioni aerospaziali finalizzate soprattuttoalla riduzione del peso dei componenti. Taleevoluzione viene descritta in dettaglio in unarticolo pubblicato di recente nella new-sletter "Designing with Plastics" di IAPD(International Association of Plastics Distri-butors) che viene riassunto in sintesi qui diseguito.Nel 1982 solo l’8% in peso dell’AirbusA130 era costituito da materiali compositi.A distanza di 20 anni tale quota era salitaal 25%. Nella prossima generazione diaerei l’impiego di compositi dovrebbe var-care la soglia del 50% (in particolare 53%per l’Airbus A350 e oltre il 50% per il Bo-eing 787).Per esempio, il nuovo business jet Gul-

fstream G650 presenta la sezione timonedi coda ed equilibratore orizzontale in com-posito termoplastico saldato mediante unnuovo processo a induzione, che unisce icomponenti in un blocco inseparabile, eli-minando costi e pesi associati alle opera-zioni di foratura, rivettatura e incollaggio. Leparti in composito con matrice in PPS, rea-lizzate sottoforma di preimpregnati, riman-gono dure, resistenti all’urto, rigide edimensionalmente stabili anche se espostea temperature elevate e carburanti ag-gressivi. Inoltre il loro peso èinferiore del 20% ri-spetto a quelleprodotte con ma-teriali tradizionaliquali metalli e legheleggere.L’introduzione di mate-riali plastici e compositidi peso ridotto nei velivolicommerciali sta diven-tando una pratica proget-tuale diffusa per ridurre ilconsumo di carburante. Inpassato gli interni delle cabineerano generalmente in lamiera,con una grande varietà di tessuti,espansi e materiali plastici collocatiin diverse zone. Gran parte dei ma-teriali compositi per l’industria aero-

spaziale è costituita da resine termoindu-renti, soprattutto negli Stati Uniti, dove èancora di là da venire la prima applicazionein composito termoplastico per struttureesterne di grandi velivoli commerciali. Alcontrario in Europa, dove i termoindurentiprevalgono comunque nei componentiesterni, da diversi annivengono impiega-ti anche

in volo

Dimostrazioni in fiera

Compositi e termoplastici per l’industria aeronautica

Plastiche VICTREX

Grazie all'elevata resistenza termica, meccanica e agli agenti chimici, il polimero Victrex PEEK èstato scelto per il coprimozzo del carrello di atterraggio del Boeing 777, che contiene un nuovosistema di monitoraggio della pressione degli pneumatici sviluppato da Crane Aerospace & Electronics

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compositi termoplastici sugli Airbus A340e A380.

Termoplastici vstermoindurentiLe motivazioni all’origine del successo deicompositi termoindurenti nell’industria deltrasporto aereo commerciale si possonoriassumere come segue. I termoindurentivantano una storia di successi che risal-gono fino agli Anni Sessanta, con un data-base tecnologico ormai consolidato. NegliStati Uniti sono stati effettuati investimentinotevoli in strumenti di progettazione, rac-colta di dati sulle proprietà dei materiali, at-trezzature produttive, formazione delpersonale e metodi di collaudo, mettendoa punto una catena di valori matura. Il pas-saggio a materiali e processi alternativi ri-chiederebbe reinvestimenti sostanziosi e

comporterebbe costi di riqualifica, oltre auna nuova formazione del personale.Dato, quindi, che processi e materiali per icompositi termoindurenti sono maturi, le ri-duzioni di costi e pesi associate all’ottimiz-zazione progettuale diventano sempremeno evidenti. Pertanto appare problema-tico soddisfare le esigenze di un settore ae-rospaziale in evoluzione con costi strutturalifissi. I compositi termoplastici rinforzati of-frono invece l’opportunità di ottenere ri-sparmi di peso e costo e di adottare inoltreuna soluzione “verde” rispetto ai termoin-durenti. Infatti i termoplastici sono riciclabilial 100% e rilasciano quantità scarse o nulledi composti organici volatili durante la la-vorazione.Le materie prime per termoplastici sono ca-ratterizzate da una durata quasi infinita e illoro stoccaggio ha un costo decisamente

inferiore rispetto ai termoindurenti. I termo-plastici vantano poi una tenacità 4 volte su-periore a quella dei termoindurenti, che sitraduce in maggiore resistenza all’urto.Inoltre sono relativamente insensibili aifluidi utilizzati in aeronautica e all’attaccodegli agenti chimici e offrono maggiori ga-ranzie in termini di infiammabilità ed emis-sione di fumi tossici In termini di processo,la lavorazione dei termoplastici è molto ra-pida, mentre i termoindurenti richiedonodecine di minuti, se non ore, per polimeriz-zare. Risulta così evidente il risparmio dienergia reso possibile dai termoplastici.

I principali tecnopolimeriper l'aerospazialeSono tre i tecnopolimeri termoplastici chetrovano impiego sempre più esteso nei ve-livoli commerciali: polietereterchetone(PEEK), polieterimmide (PEI) e polifenilen-solfuro (PPS). Il PEEK (vedi anche paragrafosuccessivo) è uno dei più noti (e costosi)tecnopolimeri termoplastici resistenti allealte temperature, con un punto di fusione di335°C. Adottato già da una ventina d’anninel settore, viene considerato la matricepolimerica ideale per i compositi per appli-cazioni aerospaziali. Resiste praticamentea qualsiasi sostanza chimica organica einorganica e anche all’idrolisi fino a 280°C,mentre offre scarsa resistenza a raggi UV,acido nitrico concentrato e idrocarburi alo-genati.Con una resistenza termica fino a 200°C eintrinsecamente antifiamma con basso svi-luppo di fumi, la PEI viene impiegata comematrice di compositi in numerose struttureinterne di aerei come pannelli pavimento,paratie a pressione e altro ancora. Pur-troppo la sua vulnerabilità all’attacco deifluidi anticongelanti ne pregiudica l’impiegoesteso per componenti esterni. Anche neigradi non rinforzati la resistenza meccanicadella PEI è piuttosto elevata e può essereincrementata ulteriormente con l’aggiuntadi fibre di vetro o carbonio. Infine possiedeelevata resistenza dielettrica, all’idrolisi e airaggi UV e gamma.Fra i tre termoplastici in esame, il PPS è ilpiù economico e in campo aerospazialevanta applicazioni di successo come il por-tello sottocarrello per il Fokker 50, i bordiguida delle parti fisse delle ali per AirbusA340 e A380, travi longitudinali della fuso-liera, supporti e altro ancora. Oltre a offrireresistenza meccanica, rigidezza e tenacità,questo termoplastico è intrinsecamente au-toestinguente e la sua elevata resistenzatermica in esercizio continuo va ben oltre i200°C. Offre inoltre eccellente resistenzachimica e all’ossidazione, minimo assorbi-mento d’acqua, buone proprietà elettriche,basso scorrimento viscoso ed eccellentiproprietà meccaniche.

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Test non invasivo per compositiVincitore del concorso JEC Europe Innovation Awards 2012 nella categoria Ae-ronautica è una nuova tecnologia per test non distruttivi che consente l’ispezionedei componenti realizzati in composito, messa a punto dalla società franceseEADS in collaborazione con Airbus (stabilimenti di Spagna e Francia), Tecnatom(Spagna) e iPhoton Solutions (Usa). La tecnologia utilizza il laser per generare erilevare onde ultrasoniche all’interno dei materiali compositi e si serve di robot ar-ticolati per posizionare il dispositivo d’ispezione. Data la loro flessibilità, tali robotsono in grado di ispezionare le forme più complesse di elementi compositi grandie piccoli.A livello tecnico, il vantaggio di questa innovazione consiste nel fatto che le ondeultrasoniche possono essere generate e rilevate ad angolazioni fino a 45° dallasuperficie da testare, entro un raggio di 2 m ±0,25 m. Possono inoltre operaresenza la presenza di acqua. A livello di produzione, la tecnologia evita poi l’uso diattrezzature specializzate per mettere in posizione i vari elementi, riduce le ma-nipolazioni e minimizza i tempi di preparazione e di set up, abbreviando i tempidei cicli d’ispezione e migliorando le cadenze produttive. Un ulteriore vantaggio èrappresentato dalla possibilità di ridurre i costi d’ispezione del 10% per strutturemolto complesse. D’altronde, accorciando significativamente la totalità dei tempid’ispezione, permette ai costruttori aeronautici di mantenere elevati tassi di pro-duzione con ridotti investimenti di capitale. In termini economici, l’innovazione ri-duce globalmente l’investimento di capitale e i costi della manodopera, limitandoil numero del personale specializzato occorrente e migliorando i tempi di conse-gna.La percentuale di materiali compositi e la loro complessità sono notevolmenteaumentate nei velivoli più recenti come il Lockheed Martin F-35, il Boeing 787,l’Airbus A400M e l'A350 XWB. Il passaggio dal progetto alla produzione vera epropria di velivoli di questo tipo farà quindi aumentare la richiesta di sistemi dicontrollo non distruttivi come quello descritto.

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Mentre l’investimento a lungo termine nelPEEK ha portato alla formazione di unabase solida di dati tecnici e di una “storia divolo” del materiale, nel contempo conti-nuano gli investimenti su database e pro-cessi per gli altri due materiali (PEI e PPS),che dovrebbero stimolarne un maggioreimpiego man mano che la loro economicitàviene documentata. Mentre queste resineriscuotono maggior consenso nell’industriaaerospaziale, ci si attende un migliora-mento delle curve di riduzione dei costi pertutti i materiali compositi adottati nel set-tore.Le strutture portanti dei velivoli (dominiotradizionale dei metalli) vengono realizzatesempre più con compositi termoplastici permotivi di leggerezza, al fine di ridurre il con-sumo di carburante e i costi operativi. Que-sti materiali hanno raggiunto un grado disviluppo talmente avanzato che oggi alcunicomponenti complessi in compositi non po-trebbero essere realizzati in metallo se nona costi proibitivi.Attualmente circa 1000 componenti del-l’Airbus A380, per uno peso totale di 2,5 t,sono realizzati con l’impiego di compositi abase di PPS. Si tratta di componenti esternicome il muso dei bordi guida dell’ala, ner-vature e rinforzi per la fusoliera, mentre leapplicazioni interne comprendono il sup-porto lombare integrato nel sedile, realiz-zato con un composito rinforzato con fibradi carbonio che ha permesso di ridurre ilpeso a 150 g, contro i 280 di un supportoanalogo in alluminio. Nel prossimo futuro èprevista un'ulteriore riduzione di pesi ecosti installando nei sedili dei passeggeritelai modulari in composito a base di PPScombinato con fibra di carbonio per otte-nere un nastro a basso costo. Quest’ultimoviene tagliato nelle larghezze nominali e in-trecciato per ottenere preforme unidirezio-nali pronte per lo stampaggio secondomodelli specifici. Questi nuovi telai per se-

dili pesano molto meno degli analoghi in al-luminio pur soddisfacendo i requisiti elevatidi carico torsionale, oltre a rispondere allenorme in materia di fumo e tossicità dellefiamme che i compositi a matrice termoin-durente non sarebbero in grado di soddi-sfare.

Caratteristiche eproprietà dei PEEKRiconoscendo la centralità del compartoaerospaziale a livello globale, il produttoredi poliarileterchetoni a elevate prestazioniVictrex Polymer Solution ha confermato re-centemente la certezza delle forniture anti-cipando la domanda crescente proveniente

dai produttori di velivoli commerciali cheprevedono tassi produttivi a livelli record, intempi in cui altri produttori di polimerihanno difficoltà a fronteggiare la domanda.Per rispondere ai requisiti FAA relativi alcomparto aerospaziale in tema di sicurezza,i materiali devono essere certificati secondole specifiche previste per gli OEM, per i for-nitori Tier e/o gli standard militari (peresempio: MIL-P-46183 per il PEEK). A se-

guito della certificazione FAA, che prevedela verifica di ogni lotto, Victrex mette a di-sposizione uno stoccaggio strategico digradi specifici di PEEK, sulla base della do-manda prevista.Oltre ai gradi standard e ai più recenti filmAptiv e rivestimenti Vicote, il PEEK può es-sere utilizzato come matrice per composititermoplastici preimpregnati a base di fibredi carbonio, di vetro oppure aramidichecontinue. Recentemente sono stati lanciatianche i Victrex Pipes, tubazioni leggere edurevoli che rappresentano la prima realealternativa ai tubi metallici, adatte all’uti-lizzo nel mercato dell’aerospaziale che, difatto, costituisce un vero e proprio banco di

prova a livello industriale.I PEEK sono utilizzati nel settore aerospa-ziale, per esempio, nei componenti internial velivolo: strutture di fissaggio, tubazioni,dispositivi per i sistemi di raffreddamento eventilazione, maniglie e film destinati all’isolamento; questi ultimi sono in grado dioffrire una riduzione del peso compresa frail 50% e il 60%. Fra i componenti destinatiinvece all’esterno dei velivoli si possono ci-tare i radomi, le coperture dei serbatoi car-burante e dei sensori e trasmissioni di frenie pneumatici, destinati a comunicare diret-tamente con la cabina di comando.

Resistenza (o forza) specificaIl PEEK presenta un'elevata forza specificarispetto ai metalli. I rinforzi con fibre di vetroo di carbonio consentono un rapportoforza/peso che soddisfa o addirittura vaoltre quello dei più comuni materiali utiliz-zati nel comparto aerospaziale (vedi figura1). I compositi rinforzati con fibre continuerealizzati a base di una matrice polimericain PEEK presentano livelli significativamentepiù elevati di forza e rigidità.

Resistenza chimica e all’idrolisiQuesto tecnopolimero presenta un’ecce-zionale resistenza a una vasta gamma di

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Figura 1 - Resistenza (o forza) specifica di materiali a base PEEK rispetto a quella di altricomunemente usati nel comparto aerospaziale

Figura 2 - Risultati delle prove dei fumi condotte in camera di combustione forzata supolimeri differenti

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acidi, basi e idrocarburi, compresi i carbu-ranti e i fluidi utilizzati sui jet. L’immersionedi compound a base di PEEK in fluidi idrau-lici a 70°C per un periodo di 1000 ore haprodotto un cambiamento di proprietà no-minali inferiore al 5% a livello di resistenzaa trazione, modulo a trazione e allunga-mento. Il PEEK resiste inoltre all'idrolisi e ri-mane stabile anche nel caso di esposizionea lungo termine in condizioni caldo/umide.

Coefficiente di espansione termicaL’aggiunta di additivi al PEEK comporta unariduzione del coefficiente di espansione aun livello paragonabile a quello dei metalli,permettendo così una sostituzione direttadei componenti metallici con altri a basepolimerica senza correre alcun rischio datodal differenziale di espansione.

Autoestinguenza, fumi e tossicitàIl PEEK presenta anche un ottimo compor-tamento di autoestinguenza. Il grado 450Gè classificato UL94 V-0 nello spessore di1,5 mm con un indice di ossigeno del 35%a 3,2 mm di spessore e del 24% a 0,4 mmdi spessore. L’autoestinguenza è una ca-ratteristica intrinseca di questo materiale,eliminando così la necessità di aggiungereritardanti di fiamma come per esempio ad-ditivi a base di alogenati. Le prove condotteper misurare i fumi derivanti da combu-stione di materiali plastici (vedi figura 2)mostrano che il PEEK non caricato presentaun valore minimo di densità ottica specificarispetto a tutti gli altri materiali testati. Inol-tre, in caso di combustione produce so-prattutto biossido e monossido di carbonioda pirolisi. Il Victrex PEEK 450 G presentainfine un indice di tossicità molto basso,pari a 0,22 (MOD NES 713) in assenza diemissione di gas acidi.

PEI a bassoassorbimento d'umiditàIl ridotto assorbimento d'umidità della po-lieterimmide (PEI) espansa Ultem di SabicInnovative Plastics, associato a prestazionidimostrate a livello dielettrico, acustico, ter-mico e in condizioni di incendio-fumo-tossicità (FST), ne consentel'applicazione nel set-tore aeronauticoin sostituzione dimateriali compe-titivi quali la poli-me t ac r i l imm ide(PMI). Gli OEM e i for-nitori possono così rispet-tare gli obiettivi ambientali ele sfide a livello industriale, ridu-cendo i costi d'impianto mediantel'ottimizzazione della lavorazione e am-pliando la vita utile dell'applicazione finale.L'espanso Ultem è disponibile in tre den-

sità (60, 80 e 110 kg/m3) ed è prodotto infoglie da utilizzare in strutture composite atre strati "skin-core-skin" (pelle-nucleo-pelle). Tra le sue applicazioni vi sono: vaniportabagagli, cucine di bordo e pannelli dizoccolatura per pareti.Test in camera climatica di confronto tra fo-glie di Ultem e di PMI ad alta temperatura(70°C) e umidità elevata (85% di UR) hannodimostrato che le prime assorbono unaquantità di umidità inferiore allo 0,5% inbase al peso dopo 1000 ore. Al contrario, ilPMI assorbe un'umidità compresa tra il 5%e il 6% in base al peso dopo sole 150 ore,conservando tale risultato dopo 1000 ore.L'aumento del peso causato dall'assorbi-mento dell'umidità si aggiunge al pesototale dell'aeromobile, influenzando in ma-niera negativa il consumo di carburante e leemissioni. In media, un aereo brucia circa0,03 kg di carburante l'ora per ogni chilo-grammo trasportato a bordo. Considerandoche l'intera flotta commerciale vola circa 57milioni di ore l'anno, ridurre il peso di unaereo di un chilogrammo consente di ri-sparmiare circa 1700 t di carburante e5400 t di CO2 l'anno. Inoltre, l'assorbi-mento di umidità in sé stesso può avere uneffetto deleterio sull'elettronica (interfe-renze) e causare condensa in zone sensibilidegli interni. Il ciclo di assorbimento easciugatura che avviene mentre l'aereoviaggia in diverse condizioni ambientali puòanche causare la delaminazione della strut-tura composita, deformando le dimensionidei componenti. Tali risultati possono cau-sare riparazioni e tempi di fermo più fre-quenti.Un altro vantaggio importante del bassis-simo assorbimento d'umidità si registra du-rante la lavorazione. Spesso le foglie in PMIespansa devono essere sottoposte a con-dizionamento (asciugatura e/o immagazzi-namento in zone speciali) prima di poteressere sottoposte a lavorazione, stampag-gio a pressione o termoformatura. Questafase supplementare richiede più tempo,maggiori costi e spese d'esercizio relative

al processo, che la PEI Ultem consente dievitare. Infine, quest'ultima è compatibilecon i metalli e i laminati termoindurenti, conla possibilità quindi di eliminare gli adesivie altre operazioni secondarie comuni nelsettore aeronautico.

Sandwich riparatie rinforzatiLe sfide più significative da raccogliere nelrinforzo di materiali compositi a nido d’apemediante i tradizionali materiali sintattici ri-guardano la lunghezza dei tempi di produ-zione, i problemi legati alle prestazionitecniche e la qualità dei componenti finiti. Atale proposito i nuovi sistemi sintattici Epo-cast ed Eposert a base di resina epossidica,sviluppati di recente da Huntsman, offronouna soluzione definitiva nel rinforzo e nellariparazione (mediante saldatura, formaturae incollaggio) di strutture sandwich instal-late a bordo degli aerei.Questi nuovi materiali sintattici vengonoformulati miscelando sfere cave o pienecon resina epossidica. Le sfere cave sonoutilizzate per soddisfare esigenze di legge-rezza, mentre quelle piene entrano in giocoquando l’applicazione richiede elevati va-lori di densità e resistenza alla compres-sione. Le sfere sono costituite da varimateriali (tra cui vetro, termoplastici, resinafenolica) combinati con additivi per ottenereuna massa stampabile.Questa gamma di materiali (con densità va-riabile da ultrabassa a elevata) copre uncampo di applicazioni per componenti in-terni ed esterni, strutturali e non. Oltre alladensità e alla resistenza a compressione,le differenze riguardano le proprietà di la-vorazione e la composizione (1 o 2 compo-nenti).Per migliorare la resistenza meccanica e al-l’umidità dei pannelli sandwich a nidod’ape, è disponibile una gamma completadi sintattici epossidici sviluppati per la si-gillatura dei bordi. Nelle fabbriche addettealla produzione e alla riparazione di velivoliquesti materiali autoestinguenti sono utiliz-zati per produrre e rinnovare componenti

come portabagagli, pannelli per pavi-menti e cabine dei bagni, super-

fici di controllo volo eportelli per i carrelli

d’atterraggio.Gradi a media ebassa viscosità dimateriali sintat-tici Epocast e

adesivo poliureta-nico Uralane costitui-

scono la gamma di prodottiper incapsulamento di inserti,

che forniscono ai pannelli sandwich

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Applicazione dell'espanso Ultem PEI di Sabica basso assorbimento di umidità

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a nido d’ape un rinforzo prima di inseriregli elementi di fissaggio.Attualmente i componenti interni di aereiprevedono spesso l’impiego di inserti me-tallici, per i quali sono disponibili diversitipi di Epocast (per esempioil grado 1618-B/D

autoestinguente e a polimerizzazione ra-pida), mentre negli ultimi tempi sono statiadottati anche inserti termoplastici (peresempio quelli a base di poliammide-im-mide), per i quali non sono utilizzabili i sin-tattici epossidici standard. Per far fronte atale esigenza è stato sviluppato l’adesivopoliuretanico bicomponente Uralane 5774-A/C, composto da una matrice polimericacombinata con diversi additivi e cariche perottenere prestazioni specifiche. Questoadesivo a presa rapida mostra buone pro-prietà FST (fire-smoke-toxicity) e può es-sere manipolato dopo sole 4 ore per

soddisfare le esigenze di riparazione emanutenzione del settore aerospaziale.Durante l’applicazione assume una consi-stenza pastosa e mostra buona resistenzaal collasso su superfici verticali. Inoltreoffre una buona umettazione superficialee può essere applicato su substrati conuna preparazione minima. Il rinforzo dicomponenti sandwich che richiedonoelevata capacità di carico può essereeffettuato mediante applicazionediretta di Epocast nel nido d’apeoppure mediante pre-polimeriz-zazione e stampaggio delmateriale sintattico nelle di-mensioni richieste dall’in-serto.

Motori silenziosinel nido

La copertura in materialecomposito HexWeb Acousti-Cap,

sviluppata da Hexcel, consente di ottenereeccellenti prestazioni acustiche nei motoriper aerei, riducendo drasticamente il ru-more durante il decollo e l’atterraggiosenza penalizzare il peso strutturale del ve-livolo. Ciò rappresenta un deciso migliora-mento della tecnologia attuale che richiedein molti casi un compromesso tra peso eriduzione del rumore.La copertura insonorizzante è costituita daun materiale permeabile di rivestimento in-corporato in un nucleo a nido d’ape percreare un setto acustico. Una volta specifi-cate le caratteristiche di resistenza alloscorrimento, lo spessore del nucleo, il nu-mero di coperture per ogni cella e la pro-fondità d’inserimento, è possibile ottenereun prodotto perfettamente sintonizzatosulle diverse esigenze acustiche.Per esempio, l’impiego di AcoustiCap e delpreimpregnato a base di fibra di carbonioHexPly in combinazione con un processo

brevettato da Alenia Aermacchi ha consen-tito a quest’ultima di realizzare un nuovotipo di pannello acustico. Un’altra novitàpresentata di recente da Hexcel è HexMC,una nuova forma di materiale compositoche deriva dall’esperienza collaudata incampo aerospaziale dei nastri a elevata re-sistenza in fibra di carbonio e resina epos-sidica. Adottato con successo nel Boeing787 Dreamliner, questo materiale offrebassa densità, buona resistenza meccanicae rigidità, permettendo di realizzare com-ponenti di forma complessa che in prece-denza avrebbero richiesto lavorazionimeccaniche successive allo stampaggio.

Compositi in 3DTra le tecnologie dedicate al settore aero-nautico presentate all'ultima edizione dellafiera JEC di Parigi vi è un nuovo processoper la fabbricazione di elementi strutturalisecondari sviluppato dall'azienda franceseEquip’aero Technique. Il processo consistenello stampaggio a iniezione di fibre corte eresina termoindurente. Gli elementi com-positi 3D possono essere ottenuti diretta-mente tramite stampi e matrici. Lecaratteristiche di questa nuova generazionedi elementi compositi sono elevate pro-prietà meccaniche su tutte e tre le dimen-sioni, massa ridotta rispetto agli equivalentiprogetti in alluminio (riduzioni fino al 40%),nessuna delaminazione, tempi di approvvi-gionamento brevi e minimi costi di produ-zione.

PVDF espansoRecentemente Solvay Specialty Polymersha lanciato la seconda generazione del po-livinildenfluoruro espanso (e-PVDF) Solefper il settore dell’aeronautica. Il nuovo Solef82050 è l’unica schiuma di PVDF comple-tamente stampabile in grado di superare iseveri test antincendio, antifumo e antitos-sicità (FAR e AITM) a bordo degli aeromobiliche certificano la totale resistenza al fuoco,il rilascio di calore, la bassa tossicità suiprodotti combustibili e la minore densità ot-tica del fumo.Grazie allo sviluppo della matrice polime-rica di base, il nuovo Solef PVDF espanso inperle ha migliori proprietà meccaniche e re-sistenza alle alte temperature rispetto allaprima generazione di Solef (8000 Serie e-PVDF). Inoltre, tale materiale consente unasignificativa riduzione di peso, fino al 50%in meno di densità rispetto al prodotto pre-cedente, che è comunque ben 16 volte piùleggero della resina Solef PVDF. Il prodottoè stato presentato sotto forma di pezzi inespanso stampati all’Aircraft Interiors Showdi Amburgo e al JEC Composites di Parigi,entrambi tenutisi a fine marzo 2012.

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Struttura sandwich rinforzatagrazie ai nuovi sistemiEpocast ed Eposert a basedi resina epossidica

La copertura in materiale composito HexWeb Acousti-Cap consente di ridurre drasticamente ilrumore nei motori per aerei durante il decollo e l’atterraggio, senza penalizzare il peso strutturaledel velivolo

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119 progetti partecipanti, 12 finalisti e 6vincitori: sono questi i numeri della primaedizione di Plastic Technologies Award2012, il concorso organizzato da Proma-plast, società organizzatrice dell'esposi-zione PLAST 2012, e da POLI.design(Consorzio del Politecnico di Milano), con ilpatrocinio di ADI (Associazione per il Dise-gno Industriale), rivolto a designer e pro-gettisti che si sono confrontati sullatematica delle materie plastiche, svilup-pando progetti innovativi a partire da unadelle sei tecnologie indicate nel bando(www.plastictechnologiesaward.it).Vincitore assoluto del concorso, a cui è an-dato un premio di 3000 euro, è il progettorealizzato da Santo Denti (vedi foto di aper-tura): un copri dissuasore in materiale pla-stico, premiato per l’approccio culturaleinnovativo nell’ambito della valorizzazionedegli spazi urbani, che mostra un’eccel-lente combinazione tra forma e funzione eun appropriato utilizzo della tecnologia pervolumi e versatilità.Secondo classificato è invece il progetto diRaul Frollà, che ha ricevuto 1000 euro edera vincitore anche della categoria Rotatio-nal moulding (stampaggio rotazionale), gra-zie a una serie di arredi da esterno capacidi evidenziare un’ottima corrispondenza traqualità formale e opportunità morfologicheofferte dalla tecnologia.

Innovazione funzionalee produttivaAssegnati anche cinque premi “SpecialPrize Manufacturing”, da 1000 euro cia-scuno, ad altrettanti progetti che sono statiin grado di sfruttare le potenzialità di spe-cifiche tecnologie di produzione e trasfor-

mazione delle materie plastiche. Vincitorenella categoria Extrusion (Estrusione) è peresempio un "tappeto volante in PVC" ideatoda Francesco Parodi, che si trasforma inuna poltroncina per bambini grazie a un in-teressante impiego delle tensioni ottenute

dalla piegatura preor-dinata di semilavoratiestrusi.Un cestino per la spaz-zatura che sfrutta ivantaggi del materialeplastico mostrandouna notevole innova-zione d’uso, bensuggerita dalla formatrattata con sempli-cità ed efficacia, daun’idea di Eddy eGioele Antonello, è ilvincitore per la catego-ria Blow moulding (sof-fiaggio dei materialitermoplastici).Premiato nella catego-

ria Biopolymers (biopolimeri) è il sistemaper la semina Seed Net di Fabio Cannì,Alessandro Eugenio La Sorte e GianlucaValleggi, messo a punto con lo scopo di rin-verdire aree spoglie o devastate in seguitoa calamità naturali. L'unità base di questosistema è un involucro a forma di tetraedrorealizzato con una pellicola di polimero bio-degradabile e riempito con gel nutriente insoluzione idroponica contenente semi dispecie ruderali. La premiazione è avvenutacon la seguente motivazione della giuria:interessante e innovativa applicazione deibiopolimeri e dei processi produttivi allaprogettazione ambientale; la commissione

Designin mostra

Plastic Technologies Award e Plastica d'Artista

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L’idea alla base del progetto "Tappeto volante in PVC",vincitore nella categoria Extrusion, è quella di mettere

a disposizione dei bambini una foglia in PVC (o inpolipropilene) che possano piegare e bloccare tramite

un fermo, trasformandola in una poltroncina

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sottolinea il notevole progressodell’elaborato dalla prima allaseconda fase.Infine, un cestino per la casa ol'ufficio che facilita la differen-ziazione della raccolta dei rifiutie ne comunica l'importanza èil progetto di Pietro Perbe vin-citore nella categoria InjectionMoulding (stampaggio a inie-zione), che dimostra un’inte-ressante ricerca formale su unarchetipo consolidato.Sponsor dei premi "SpecialPrize Manufacturing" sono pri-marie aziende del settore:Magic MP, Negri Bossi, Nova-mont, Persico Rotational Divi-sion e Torninova, oltre che l'organizzatoredell'esposizione PLAST 2012, Promaplast,e PlasticsEurope Italia. I progetti vincitori,infatti, sono stati premiati nell'ambito diPLAST 2012, tenutasi a Milano dall’8 al 12maggio, dove sono rimasti in mostra pertutta la durata della manifestazione.Obiettivo di Plastic Technologies Award2012 è stato non solo stimolare la crea-zione di progetti con un elevato valore in-novativo, dal punto di vista culturale,funzionale e produttivo, ma anche permet-tere l’incontro tra progettisti e aziende delsettore - che potranno decidere di metterein produzione i progetti realizzati - e il con-fronto con gli operatori del settore all’in-terno di una delle fiere più estese in Europa.Ma le iniziative scaturite dalla collabora-zione tra POLI.design e il mondo delle ma-terie plastiche non si fermano qui: lo scorso29 giugno si è conclusa la sesta edizionedel corso Design for Plastics organizzatodal Consorzio del Politecnico con il sup-porto di Assocomaplast (Associazione deicostruttori italiani di macchine e attrezza-ture per materie plastiche e gomma) e Fe-derchimica-PlasticsEurope Italia. Allacerimonia di chiusura gli studenti chehanno frequentato il corso hanno presen-tato i manufatti progettati in base alle no-zioni apprese e hanno partecipato a unatavola rotonda con l'architetto e designerStefano Giovannoni, specializzato nella rea-lizzazione di manufatti in materiale plastico.

La creativitàincontra l'industriaNel solco di quella che è ormai una tradi-zione di successo, PLAST 2012 ha ripro-posto anche quest'anno l’iniziativa Plasticad’Artista, lanciata una decina d'anni fa daPromaplast per unire creatività e industriain una galleria di opere d’arte molto parti-colari. Sono infatti realizzate con materialiplastici tra i più innovativi e sensorialmenteinusuali selezionati da Materioteca, che neha comunicato caratteristiche e lavorabilità

ai responsabili di Arte da mangiare man-giare Arte (AmmA), un'associazione che dadiciassette anni si occupa di sperimenta-zione artistica, e, in alcuni casi, ha persinoottenuto che gli artisti potessero lavoraredirettamente negli stabilimenti delleaziende produttrici.Con la direzione tecnico-scientifica di DianaCastiglione, la direzione artistica di OrnellaPiluso e l'organizzazione (per AmmA) diMonica Scardecchia sono state create lesei sezioni collettive presenti nell'ampioatrio di Porta Sud di Fiera Milano:• gli artisti Giuliana Bellini, Annamaria Fino

e Margherita Labbe hanno ottenuto perincisione matrici per la stampa da lastrefornite da Gaspari Fashion Tools; daqueste matrici sono state ricavatestampe a secco su carta pregiata, dalvivo in fiera, mediante torchiatura

• Alessandra Angelini, docente dell’Acca-demia di Brera, ha coinvolto un gruppodi allievi del corso di Grafica d'Arte in unpercorso conoscitivo in cui hanno creatoopere con pigmenti Merck. Opere deglistudenti: Elisa Benza, Andrea Bertoletti,Sara Cereghini, Rubinia Di Stefano, Ma-nuel D'Onofrio, Federica Maraldo,Simona Marasco

• gli artisti Anna Maria di Ciommo, DanielaDente, Edy Persichelli, Daniela Rancati,Simona Sacco e Simona Dossi, MonicaScardecchia, Micaela Tornaghi, topy-labrys hanno partecipato a una speri-mentazione creando opere con pigmentiforniti da Merck, su contenitori di grandeformato prodotti con lastre alveolari inpolipropilene di Imballaggi Protettivi

• gli artisti Elisabetta Bosisio, FedericaFerzoco, Diego Pasqualin e Patrizia Por-talupi, hanno sperimentato con materialiforniti da Gaspari Fashion Tools

• gli artisti Aronne Almasio e Marco Mit-tino, Donatella Baruzzi, Nicoletta DeBiasi, Pierluigi Meda, Monica Scar-decchia, Gianfranco Maggio, topylabryse la stilista Krishna Oldrini hanno espo-

sto i lavori prodotti utilizzando materialie attrezzature di Pressoplast nello stabi-limento dell'azienda

• l’installazione collettiva "Impronte" im-piegava materiali di Finproject.

Vi sono erano poi quattro sezioni individuali:• un'installazione con materiali plastici

termoformati e stampati dall’artistaAlessandra Angelini: "Abbraccio"

• quattro opere in acrilico e legno di Cibi• due installazioni di Franco Mazzucchelli:

"Pneuma" e "Ipotetico dell’irrealtà"• un'installazione di topylabrys: "Derby:

Inter-Milan".

A lato della mostra, Materioteca ha espostoanche campioni dei materiali forniti agli ar-tisti, corredati da spiegazioni delle loro ca-ratteristiche e peculiarità, e una raccolta dioggetti che vengono abitualmente prodotticon questi materiali, in modo che i visitatoripotessero effettuare un raffronto diretto trail prodotto dell'arte e il prodotto dell'indu-stria.Attualmente gestita da Plastic Consult, Ma-terioteca è una struttura di mediazione trail mondo della creatività progettuale equello della tecnologia dei materiali plastici,un laboratorio di idee dove è possibilecreare nuove collaborazioni, proposte e ini-ziative atte a diffondere, rafforzare e pro-muovere il sapere delle materie plastiche.Ragioni che hanno fatto sì che Materiotecaabbia accolto con entusiasmo la propostadi AmmA per un progetto congiunto. Que-st'ultima associazione sta lavorando daquattro anni su un progetto, che condividecon il Ministero degli Esteri e la FAO, perExpo 2015: Orto d’Artista, dalla semina alraccolto. La sperimentazione sui materialisegue proprio lo stesso percorso dell’Orto:voler coltivare, indagare, far crescere.

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La mostra Plastica d'Artista con (sullo sfondo) la grande installazione (8x8 metri) di Franco Mazzucchelli daltitolo "Pneuma". L’artista, noto a livello internazionale sin dagli Anni Sessanta, invade gli ambienti di “aria”;infatti, la cattura e le dà una forma inglobandola nella plastica

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In molti comparti industriali, come i tra-sporti, i cavi e gli isolanti compositi, il mi-glioramento del comportamento al fuocodei prodotti costituisce un’asse di ricercafondamentale. A tale proposito, sono oggidisponibili componenti tecnici in gomma(profili, guarnizioni, cavi, O-ring, soffiettiecc.) in grado di offrire maggiore sicurezzaa persone e merci riducendo la propaga-zione del fuoco, ma anche gli effetti colla-terali come l'opacità data dai fumi e latossicità dei gas. In caso di incendio, lacausa più comune di morte (44%) è pro-prio l’asfissia provocata da gas e fumo.L’ente svedese per le attività di salvataggio(SRSA, Swedish Rescue Services Agency),in un recente rapporto sulla prevenzionedegli incendi, afferma che: “Nel 1950, l’in-tervallo medio di tempo fra l’inizio e il di-vampare vero e proprio delle fiamme erastato misurato in 15 minuti. Venticinqueanni fa tale intervallo è sceso a 5 minuti eora si può giungere a condizioni estreme insoli 3 minuti. Questo solamente perché ilquantitativo di plastica nelle nostre case ènotevolmente aumentato.Gli incendi hanno anche un forte impattosull’economia. Secondo quanto rivelato dauna recente indagine del CTIF (InternationalAssociation of Fire and Rescue Service),nella maggior parte dei paesi avanzati icosti economici degli incendi ammontanoall’1% del PIL".Alla luce di tutto ciò si possono trarre le se-guenti conclusioni:• la riduzione di fumo e gas tossici è fon-

damentale per salvare vite umane eagevolare le operazioni di soccorso;

• il maggiore ricorso alle materie plastiche negli ultimi 50 anni ha purtroppo

determinato effetti negativi in termini ditempistiche per la fuga.

Questa situazione evidenzia la necessità dimettere a punto migliori soluzioni per laprotezione dagli incendi. In questo ambito,la gomma siliconica (SR, Silicone Rubber),per esempio, è un materiale che presentamolti vantaggi.

Proprietà delle gommesiliconicheIn generale, tutti i tipi di gomma siliconica(HCR, Heat Cure Rubbers = gomme vulca-nizzate a caldo; LSR, Liquid Silicon Rubber= gomme siliconiche liquide; RTV-1/2,Room Temperature Vulcanizating = gommevulcanizzate a temperatura ambiente) con-dividono molte caratteristiche simili. Le loroformulazioni sono a base di PDMS (polidi-metilsilossani), responsabili delle caratteri-stiche fondamentali deisiliconi:• stabilità termica in un'am-

pia gamma di temperature(tra -50°C e +300°C);

• ottima resistenza a: agentiatmosferici, O2, ozono,raggi UV, sostanze inqui-nanti;

• eccellente resistenza alfuoco (emissioni ridotte /fumi non tossici e non cor-rosivi);

• ottime proprietà dielettri-che con elevato isola-mento elettrico;

• impermeabilità.Queste prestazioni sono di-rettamente collegate ai se-

guenti parametri chimici:• il PDMS è uno dei polimeri più flessibili

grazie a una temperatura di transizionevetrosa di -123°C, un angolo Si-O-Si piùampio rispetto a un angolo C-C-C, e allasua forma elicoidale;

• il legame Si-O presenta un'elevata resi-stenza all’ossidazione (106 kcal/mol) separagonato al legame organico C-C (85kcal/mol); tale resistenza spiega l’ele-vata stabilità termica, oltre alla resi-stenza all’ossidazione (tabella 1). Lastabilità all'ossidazione foto-termicacontribuisce alla resistenza al fuoco. Incaso di combustione, i sottoprodotti(SiO2, H2O, SiC) sono inerti ed esenti daalogeni; ciò spiega perché le SR ven-gono usate nelle applicazioni tecniche incui la sicurezza delle persone è di vitaleimportanza;

• il comportamento idrofobico è deter-

Un’industriaal riparo dal fuoco

Gomme siliconiche nel trasporto ferroviario

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Tipo di legame Energia del legame(kcal/mol)

Si-O 106

C-O 80

C-C 85

C-H 98

Tabella 1 - Il legame silossanico Si-O è più forte rispettoal legame C-C

Rigidità dielettrica (kV/mm) da 20 a 30

Resistività di volume (‘Ω.cm) da 1015 a 1016

Costante dielettrica a 1 MHz da 2 a 3

Permittività elettrica da 3 a 5 10-3

Tabella 2 - Proprietà elettriche della gomma siliconica

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minato dalla presenza di gruppi metilicisul polimero, senza gruppi polari, conconseguente livello elevato delle pro-prietà dielettriche (tabella 2).

Soluzioni ignifughecon le SRStoricamente, la gomma siliconica trovaimpiego nel settore dei trasporti sottoformadi profili in HCR, guarnizioni e cavi, sebbene

vengano utilizzati anche l’LSR e l’RTV 2 (peresempio per particolari in materialeespanso). Rispetto alle gomme naturali,quelle siliconiche presentano un buon equi-librio tra proprietà meccaniche, elevata re-sistenza al fuoco e rilascio di fumi nontossici. Le caratteristiche meccaniche sonoottenute grazie all’impiego di silici, che ven-gono caricate nelle SR al fine di conferireloro proprietà elastomeriche.La resistenza di base al fuoco è ottenutagrazie alla "ossatura" in PDMS, sebbenequesta possa essere migliorata con l’ag-giunta di particolari additivi privi di aloge-nati e/o con cariche inerti. In alcuneapplicazioni, come nel caso dei cavi di si-curezza, gli additivi che si utilizzano contri-buiscono a formare un residuo di cenerecompatta che protegge il conduttore emantiene integra la funzionalità del cavo. Siparla, in questo caso, di additivi e/o me-scole in gomma “ceramizzanti”.Durante la combustione delle gomme sili-coniche, vengono prodotte alcune molecolevolatili e cicliche con autocombustione acirca 450°C, le quali si trasformano in sot-toprodotti inerti: silice, H2O, SiC e CO2. Diconseguenza i fumi, prodotti già in quantitàridotta, risultano non tossici, non corrosivi eprivi di alogeni. Tale comportamento ga-rantisce un’evacuazione sicura e rapidadelle persone in caso di incendio. Questielastomeri vengono lavorati facilmente me-diante le tradizionali tecnologie di lavora-zione della gomma, quali stampaggio (a

compressione o a iniezione), estrusione ecalandratura.

La norma EN 45 545Nel settore ferroviario, vi sono molte nor-mative che elencano i test obbligatori suimateriali e le specifiche che determinano illivello di classificazione. Sebbene le nor-mative nazionali, come la francese NF16101, la britannica BS 6853 e la tedesca

DIN 5510, siano ampiamente utilizzate,queste stanno per essere sostituite com-pletamente dalla norma europea EN 45-545. La parte 2 di quest'ultimo standarddescrive i nuovi requisiti in materia di com-portamento al fuoco dei materiali e deicomponenti impiegati per il materiale rota-bile. A tale scopo vengono definiti due cri-teri: R e HL. I primi si riferiscono al tipo diapplicazione, collocazione e peso del ma-

teriale, oltre che alla superficie esposta alfuoco. Questi criteri R sono suddivisi in 25categorie (da R1 a R25) che descrivono itest obbligatori da eseguire sui materiali,quali: propagazione della fiamma, calori-metro a cono, opacità e tossicità dei fumi.I criteri HL, che definiscono il livello di peri-colosità, sono invece raggruppati in 3

classi, con grado di pericolo crescente daHL1 a HL3. Tali livelli di pericolosità sonocorrelati con la tipologia e la categoria diutilizzo dei veicoli.

HCR su misuraper l'industria ferroviariaLa multinazionale Bluestar Silicones offresvariate tipologie di gomme siliconiche perl'utilizzo nel settore dei trasporti, incluseHCR, LSR ed RTV-2. Recentemente, è statasviluppata una nuova gamma di HCR conl’obiettivo di soddisfare i nuovi requisiti im-posti dalla normativa EN 45 545. La nuovagamma, battezzata Bluesil FR 8700 U, è di-sponibile in 3 gradi di durezza differente:50, 60 e 75 Shore A. Viene utilizzata prin-cipalmente per la produzione di profili (perporte, finestre, pareti) e pannelli impiegatinei sistemi di trasporto su rotaia e in qual-siasi pezzo stampato flessibile a cui vengarichiesto di abbinare elevata resistenza alfuoco e basse emissioni di fumi. Questagamma è in grado di soddisfare i più elevatirequisiti imposti dai livelli di classificazioneR1/R6 HL2 e R1/R6 HL3 (R1 per le parti in-terne, R6 per quelle esterne). I diversi gradidi siliconi possono essere colorati facil-mente, vulcanizzati con perossido etrasformati mediante stampaggio, calan-dratura ed estrusione. Vengono inoltremessi in commercio sotto forma di prodottipronti all’uso attraverso i "Centri Mix&Fix”,facenti parte della rete globale per il com-pounding di Bluestar Silicones.Ulteriori livelli di classificazione si raggiun-gono nel caso del Bluesil FR 8775 U:• NF 16 101: classe F0 l2• BS 6853: categoria A1 e indice limite di

ossigeno (LOI) 43%.

Oltre alla serie FR 8700, appartiene infineall’ampia gamma di HCR offerta da Blue-star Silicones per le applicazioni antincen-dio anche la serie MF 8400 con cenerialtamente compatte, impiegata nei cavi disicurezza.

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Figura 1 - Meccanismo di ceramizzazione della gomma siliconica durante un incendio

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Kerpen, cittadina tedesca che ha dato i na-tali al pilota di Formula 1 Michael Schuma-cher, adesso ha un altro motivo dieccellenza: il 12 giugno, infatti, A. Schul-man ha inaugurato presso il proprio stabi-limento locale, alla presenza di partnertecnologici, clienti e stampa internazionaledi settore, il centro Academy per lo sviluppodi nuovi tecnopolimeri e delle relative ap-plicazioni. Con l’occasione Bernard Rzepka,COO e general manager EMEA (Europe,Middle East, Africa), ha fatto il punto sul-l’andamento della società, presentandonele strategie di sviluppo futuro e annun-ciando la firma, avvenuta l’11 giugno, diuna joint venture paritaria con la societàsaudita National Petrochemical IndustrialCompany (NatPet), parte del gruppo Alujain.L’accordo prevede la realizzazione a Yanbu(Arabia Saudita), entro la fine del 2014, di

un impianto per la produzione di compounda base di polipropilene destinato prevalen-temente ai mercati di Africa, Medio Orientee India.La multinazionale americana è oggi uno deicompoundatori più importanti a livello glo-bale, le cui attività sono suddivise in quat-tro unità di business: tecnopolimeri,masterbatch, distribuzione di polimeri stan-dard, polveri speciali (attraverso ICO Poly-mers). Con 35 impianti produttivi dislocatiin tutto il mondo e circa 3000 dipendenti,attualmente vanta una capacità produttivadi oltre 500 mila tonnellate di compound epolveri e vendite che superano il milione ditonnellate di termoplastici l’anno. In terminipercentuali, la produzione di masterbatchrappresenta il 41% del totale delle attività,seguita dalla produzione di tecnopolimeri(27) e di polveri speciali (16) e dalla distri-

buzione (16). Geograficamente, il mercatoprincipale è quello dei paesi dell’EMEA, cherappresentano il 68% del totale, mentre piùlontano si piazzano America (25) e Asia (7).

Strategie globaliIllustrando le strategie che nei prossimianni indirizzeranno le attività sia delle unitàdi business sia nelle varie aree geografiche,è stato anticipato che l’obiettivo è quello diaffermarsi e consolidarsi come primariofornitore nel mercato fortemente frammen-tato dei masterbatch. A questo scopo, ri-sulteranno determinanti sia acquisizioni epartnership per penetrare in regioni e mer-cati dall’elevato potenziale ancora pocosfruttato sia lo sviluppo di nuovi prodotti eapplicazioni a elevata marginalità.Per quanto riguarda le polveri speciali, at-traverso un’intensa attività di ricerca e svi-luppo, in Nord America sarà perseguito,l’equilibrio tra elevato tasso tecnologico ecosto ridotto dei prodotti, mentre in Europae Asia gli sforzi tenderanno ad accentuarela leadership dei compound a elevato va-lore aggiunto.Il modello di business tedesco verrà inveceadottato per implementare le attività nelsettore dei tecnopolimeri, concentrandosisu quelle maggiormente redditizie e conti-nuando a sviluppare prodotti “verdi” soste-nibili. Infine, saranno potenziati i canali didistribuzione, migliorati la disponibilità e ilcosto delle resine di base e ricercate nuovefonti di approvvigionamento dei polimeri,privilegiando i paesi in cui le materie primecostano meno.Dal punto di vista geografico, nei paesi del-l’EMEA l’obiettivo è quello di mantenereuna posizione di leadership in Europa, of-

Tecnopolimeriin accademia

Inaugurato da A. Schulman un nuovo centro di competenza

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Un momento della conferenza stampa di inaugurazione del centro Academy pressolo stabilimento di A. Schulman a Kerpen

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frendo prodotti a valore aggiunto e inve-stendo in innovazione, e di esplorare nuoveopportunità in Medio Oriente, Africa e Rus-sia. Per quanto riguarda l’America, il mo-dello di business europeo sarà esteso agliStati Uniti, mentre in Messico e America La-tina saranno perseguiti rispettivamente ilmantenimento e la crescita delle quote dimercato. In Asia lo sforzo sarà finalizzato acapitalizzare l’elevata capacità di crescitadi tutto il continente, importandovi servizi etecnologie globali, mentre in Australia l’im-pegno sarà volto ad ampliare la presenzadei propri prodotti.

Ricerca e innovazioneIl nuovo centro di competenza è stato con-cepito come supporto alle strategie di svi-luppo globale, mettendo a disposizione difornitori, clienti e dipendenti una strutturacapace di combinare attività di ricerca e in-novazione nel settore dei tecnopolimeri edelle relative tecnologie di applicazione conspecifici sviluppi di prodotto e corsi di for-mazione. In collaborazione con vari partnerindustriali è stata predisposta una piatta-forma per assecondare il pensiero creativoe per svolgere prove e test orientati allaproduzione e allo sviluppo di soluzioni chedefiniscano i futuri trend dell’industria di ri-

ferimento. A questo scopo sulluogo sono disponibili mac-chine e attrezzature di ul-tima generazione e unlaboratorio dedicato, cheallargheranno la rete di strutture diricerca e sviluppo di cui la multinazionalegià dispone.Accanto allo sviluppo di nuovi compound eapplicazioni, l’ottimizzazione di processispecifici per i clienti rappresenterà unaspetto chiave dell’attività del centro, svi-luppando soluzioni in grado di ridurre il fab-bisogno di materiale necessario allaproduzione, così che questa risulti più effi-ciente ed economica. La possibilità di ef-fettuare prove e test offrirà agli utenti delcentro il vantaggio di non dover interrom-pere la produzione presso i propri stabili-menti e di avere accesso diretto alknow-how di A. Schulman. Questa a suavolta avrà immediata evidenza delle esi-genze dei propri clienti e partner, così dapoter approntare in tempo reale le soluzionidi volta in volta più efficaci in ogni singolacircostanza.Una delle attività principali del centro ri-guarderà lo sviluppo di nuove tecnologie diprocesso così come l’allargamento dellecompetenze e dell’esperienza acquisita nel

segmento deisistemi per il tratta-mento dei fluidi. In questocontesto, nel periodo precedente l’inau-gurazione del centro, sono stati sviluppatigli “schulatube”, una soluzione basata suuna tecnologia di processo multistrato cheutilizza compound dedicati alle diverse ap-plicazioni di gestione dei fluidi. Sempre aquesto settore attiene lo sviluppo di Schu-lamid 612, materiale che viene specifica-mente proposto come sostituto della PA 12nella realizzazione di sistemi per la gestionedei fluidi frenanti, di raffreddamento ecc. inqualsiasi tipo di veicolo a motore. A tale ri-guardo in occasione dell’inaugurazione èstata offerta una dimostrazione pratica del-l’estrusione di un tubo a tre strati in po-liammide per l’adduzione di benzina dalserbatoio al motore delle autovetture.

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Un tecnico al lavoro sull’estrusore in funzione nel laboratorio del

centro di competenza Academy

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QQuestioni tecnicheSpazio riservato alle domande pervenute dai lettori su proble-matiche relative alla lavorazione dei polimeri. Le risposte ven-gono fornite dagli esperti del Cesap di Verdellino-Zingonia, centrodi assistenza alle imprese trasformatrici e utenti di materie pla-stiche. Invitiamo i lettori a indirizzare le domande direttamente [email protected] oppure alla nostra redazione ([email protected]).

PA: questione di numeri

Qual è il significato del numero accanto alla sigla PA con cuivengono identificate le poliammidi?

Le poliammidi, comunemente conosciute anche con il nomecommerciale Nylon di DuPont, rappresentano una vasta catego-ria di polimeri che, per definizione, contengono un gruppo fun-zionale chimico definito ammidico che conferisce le proprietàfondamentali tipiche dei materiali plastici appartenenti a questafamiglia, tra cui elevate caratteristiche meccaniche e tendenza adassorbire acqua.Senza entrare troppo nel dettaglio, il gruppo ammidico è costituitoda atomi di carbonio e idrogeno, che costituiscono l’ossatura deipolimeri, nonché di ossigeno e azoto, legati chimicamente traloro secondo una ben specifica modalità. In ogni poliammide,quindi, è presente questo gruppo chi-mico che la caratterizza, mentre la strut-tura chimica di tutto ciò che è legato atale gruppo all’interno delle macromole-cole determina, sia nominalmente sia in termini di carat-teristiche, di quale poliammide si tratta.Il numero accanto alla sigla PA con cui vengono denominate lepoliammidi indica quanti atomi di carbonio sono presenti tra ungruppo ammidico e l’altro all’interno delle macromolecole checompongono il polimero. In sostanza, nella PA 6 il gruppo am-midico si ripete ogni sei atomi di carbonio (quindi ce ne sono cin-que legati solo all’idrogeno e il sesto è quello relativo al gruppoammidico), così come nella PA 12 evidentemente il gruppo am-midico ricorre ogni dodiciatomi di carbonio.

Queste poliammidi sono ottenute per reazione chimica di unamolecola con sé stessa (una macromolecola è generalmente co-stituita da qualche centinaio di molecole, tutte uguali e legatechimicamente una con l’altra).Ci sono poi poliammidi definite con due numeri che devono es-sere letti separatamente tra loro e ciò sta a significare che la po-liammide, a differenza di quelle indicate precedentemente, èstata ottenuta facendo reagire due differenti molecole in modoche queste si trovino disposte alternativamente all’interno dellemacromolecole. La più conosciuta tra le poliammidi di questotipo è la PA 66 che, per quanto appena spiegato, si legge PA seisei e non PA sessantasei (la si può trovare indicata anche comePA 6-6, PA 6.6, PA 6/6 ed eventualmente senza lo spazio tra PAe numeri).In questo caso i numeri stanno a indicareogni quanti atomi di carbonio ri-corre il gruppo ammidicoper ognuna delle duetipologie di mole-cole che sonop r e s e n t inella

struttura (quindi nella PA 66 ciò avviene ogni sei atomi di carbo-nio per entrambe le molecole che reagendo hanno prodotto il po-limero, mentre nella PA 46 il gruppo ammidico sarà presentealternativamente ogni quattro e sei atomi di carbonio).In ogni caso il criterio di individuazione di una poliammide tramiteuno specifico numero non fornisce indicazioni relative solo allemodalità di reazione chimica con cui è stato ottenuto il polimero,ma è in grado anche di indicare, per quanto in modo qualitativoe per confronto con altre poliammidi, alcune tra le sue principaliproprietà. Per esempio l’assorbimento di umidità, caratteristicapeculiare delle poliammidi e di cui sono responsabili proprio i le-gami chimici presenti nel gruppo ammidico, è diversificato in fun-zione della frequenza con cui questo è distribuito nella strutturamacromolecolare, per cui una PA 6 nella quale il gruppo ammi-

dico ricorre ogni sei atomi di carbonio, assorbe più umidità diuna PA 12, nella quale esso ricorre “solo” ogni dodici atomidi carbonio.Analoghe considerazioni vanno fatte riguardo alle caratte-ristiche meccaniche delle poliammidi, in quanto il gruppoammidico conferisce rigidità al polimero e quindi tantopiù esso è statisticamente presente, tanto più risulta ri-gida la corrispondente poliammide. Per tale motivo, con-siderando ancora le due poliammidi citate, la PA 6,avendo nella sua struttura un maggior numero di gruppiammidici, risulta più rigida della PA 12, per cui la primaviene utilizzata in applicazioni per le quali è necessaria

una più elevata resistenza meccanica, mentre la secondaè più indicata quando viene richiesta una maggiore flessi-

bilità.

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Un componente realizzato in PA 6 m

Una fascetta in PA 12

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Marcatori

Contro ogni contraffazionePermanenti e multifunzionali, i marcatori di prodotto di Polysecure(distribuiti in Italia da Sverital) rappresentano una nuova dimen-sione nell'autenticazione dei prodotti, nella lotta alla contraffa-zione e nel controllo di qualità. La filosofia di base è quella dimarcare direttamente il prodotto in sé - e non solo il suo imbal-laggio - per individuare automaticamente le contraffazioni nelpunto vendita, per identificare le parti contraffatte durante il fun-zionamento (per esempio parti di macchine importanti) o per se-lezionare i materiali, dopo l'utilizzo, per un processo di ricicloefficiente.L'azienda ha sviluppato una gamma di marcatori dei materialiche vengono aggiunti al composto base del prodotto e di conse-guenza innestano determinate caratteristiche all’interno di ogniunità prodotta. Le caratteristiche di sicurezza sono principalmente

una risposta ottica distintiva, un codice individuale del prodotto(come il DNA) e un'impronta digitale strutturale. Quest'ultima èil risultato del processo casuale che dettaglia ogni lotto dimarcatore e quindi non è imitabile come principio. La ri-sposta ottica è generata con piccoli LED o proiettori lasered è visibile a occhio nudo. Più in particolare può essererilevata con un piccolo ed economico rivelatore ottico. Per tutte le applicazioni industriali, Polysecure è in gradodi elaborare polveri marcatrici che siano chimicamenteinerti, insolubili e stabili fino a una temperatura di2000°C. Possono quindi essere omogeneamente misce-late o impiantate in pratica in tutti i materiali: plastica,gomma, metalli, leghe, colori, inchiostri e vernici, prodottichimici eccetera. In sostanza qualsiasi prodotto finale puòessere marcato, come per esempio: pezzi stampati a inie-zione, film estrusi, apparecchi elettrici, componenti elet-tronici, parti di automobili, giocattoli, strumentiprofessionali, parti di macchine o di aerei, carte di credito,farmaci, dispositivi medici e molto altro ancora.I marcatori, inoltre, "sopravvivono" al fuoco, agli agentichimici aggressivi, alle sollecitazioni meccaniche e la loroaffidabilità protegge da eventuali richieste ingiustificatedi risarcimento danni causate da prodotti contraffatti.Un'altra caratteristica rilevante è che l'azienda può for-

mulare marcatori in ceramica perfettamente atossici, biocompa-tibili ed ecocompatibili. Inoltre, mentre vengono letti i codici pro-dotto si può anche analizzare la concentrazione relativa oassoluta dei marker all'interno del prodotto. Questa tecnologiapuò così essere usata per controllare se alcuni componenti di unmateriale sono stati mescolati correttamente o se alcuni siti pro-duttivi non hanno lavorato correttamente.

Compound elastomerici

Non temono il freddoSviluppata da Francesco Franceschetti Elastomeri, la nuova fa-miglia di compound Irfran a base elastomerica è caratterizzata daelevatissima tenacità e resistenza all’urto alle basse tempera-ture. Disponibili nella versione per stampaggio a iniezione ed estru-sione, questi compound offrono resistenze all’urto Izod con inta-glio che possono arrivare fino a 75 kJ/m2 a -20°C.

La loro ridotta densità (0,9 g/cm3), le bassetemperature di processo e l’elevata fluiditàconsentono la progettazione di articoli leg-geri con costi contenuti di lavorazione. Alcontrario dei materiali amorfi ad alta resi-stenza all’urto, quali ABS, PC e blendABS/PC, i gradi Irfran non presentano feno-meni di rottura a causa di tensionamenti neipezzi stampati. Inoltre, non devono esserepreessiccati prima della lavorazione. Tutti igradi sono approvati per il contatto con glialimenti. In fase avanzata di sviluppo sonoanche gradi verniciabili. Grazie alla bilanciata combinazioni di pro-prietà, i campi di applicazione di questi com-pound sono molteplici: articoli sportivi,elettrodomestici, dispositivi di protezione in-dividuale, dispositivi di sicurezza, giocattoli,lastre, componenti e accessori per auto emotocicli, valige, contenitori per lo stoccag-

gio e la movimentazione a basse temperature.

Verifica della presenza di un marcatore Polysecure

Grazie all'elevata resistenza all’urto anche alle basse temperature, i compound Irfranpossono trovare applicazione nelle moderne attrezzature per sport invernali

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Tecnologia italiana abordo del DreamlinerIl programma per la realizzazione del 787Dreamliner, ultimo nato tra gli aerei pas-seggeri della Boeing, prende vita nell’aprile2004, dopo che l’azienda statunitenseaveva ricevuto dalla compagnia giapponeseANA il più consistente ordine di lancio dellastoria. Il 787 rappresenta oggi uno dei piùgrandi successi nella storia dell’aviazionecommerciale, con circa 850 velivoli ordinatigià prima dell’operatività dell’aereo.

Realizzato utilizzando il 50% di materialipolimerici fibrorinforzati, il 787 Dreamlinerè giustamente considerato l'aereo del fu-turo. Rispetto ai velivoli delle generazioniprecedenti, la novità principale del 787 èrappresentata proprio dall’utilizzo del ma-teriale composito (matrice polimerica e rin-forzo in fibra di carbonio) al postodell'alluminio. Un cosi ampio utilizzo deimateriali polimerici ha consentito a Boeingdi ridurre significativamente il peso dellastruttura, migliorando prestazioni, consumi

e diminuendo i costi di volo peri clienti. Il contributo italiano nella realiz-zazione dell’apparecchio è statofondamentale. Oltre che nellostabilimento di Monteiasi-Grot-taglie (Taranto), infatti, importanticomponenti del velivolo vengonorealizzati a Foggia (stabilizzatoreorizzontale in fibra di carbonio) ea Pomigliano d’Arco (Napoli),dove hanno luogo le attività diprogettazione, le prove in labo-ratorio e la produzione specia-lizzata di alcuni componenti pri-mari di struttura. Complessivamente, Alenia Aer-macchi contribuisce alla rea-lizzazione di circa il 14% dell’in-tera struttura del velivolo. Tra iprincipali partner di Boeing,l’azienda italiana del gruppo Finmeccanica ha sviluppato erealizzato non solo tutti i compo-nenti strutturali di propriacompetenza, ma anche le infra-strutture e i processi necessari

alla loro produzione, portando il proprioknow-how nel campo dei materiali compo-siti ai massimi standard di tecnologia. Il ve-livolo è recentemente atterrato per la primavolta in Italia sulla pista di Grottaglie, doveè stato ufficialmente presentato dai verticidi Finmeccanica, Alenia Aermacchi e Bo-eing. Proprio sull’impiego dei materiali polimericifibrorinforzati nella realizzazione del 787Dreamliner abbiamo posto qualche do-manda a Maurizio Rosini, ingegnere con 30anni di esperienza nell'industria aeronau-tica che attualmente riveste in Alenia Aer-macchi l'incarico di responsabile delcoordinamento area civile. Nel recente pas-sato, prima in qualità di direttore generaledi Alenia Composite poi come responsabiledella divisione aerostrutture, Rosini si è oc-cupato della fase di sviluppo del 787 Dre-amliner e dell'avvio della produzione pressoil nascente sito di Grottaglie.

Potrebbe illustrarci sinteticamente qual è ilruolo svolto da Alenia Aermacchi nell’am-bito del programma di sviluppo e produ-zione del Boeing 787 Dreamliner?

Come partner strategico di Boeing, AleniaAermacchi produce le sezioni di fusolieracentrale e centro posteriore (sezioni 44 e46) del Boeing 787 Dreamliner in tutte lesue versioni, basica e allungata, presso lostabilimento di Grottaglie. La società rea-lizza inoltre lo stabilizzatore orizzontale delmodello base da fonte unica presso lo sta-bilimento di Foggia e produrrà nel prossimofuturo lo stabilizzatore della versione allun-gata dell’aereo. Complessivamente l’attivitàdi Alenia rappresenta il 14% dell’intera

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Notiziariodei compositi

A cura di Luca Carrino (tel. 347 9405794 - email: [email protected])

Maurizio Rosini, responsabile del coordinamento area civile di Alenia Aermacchi

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struttura del nuovo Boeing 787, a oggi l’ae-reo più avanzato tecnologicamente sulmercato dei velivoli per il trasporto passeg-geri. In qualità di “risk sharing partner" Alenia haprogettato e industrializzato tali componentipartecipando al programma sin dalla fasedi sviluppo. Tra il 2004 e il 2005, all’iniziodella fase di sviluppo, 200 tecnici eranostati inviati a Seattle per iniziare la fase diprogettazione delle sezioni di fusoliera edello stabilizzatore. Gran parte degli stessitecnici è poi stata protagonista della fasedi avvio del nascente sito di Grottaglie edella produzione a Foggia. Le due sezioni di fusoliera prodotte a Grot-taglie sono realizzate in fibra di carbonio,con alcuni componenti in titanio, secondola tecnologia “one piece barrel”, ossia l’in-tera sezione, completa di elementi di rin-forzo longitudinali (stringer), è realizzata inun pezzo unico e trattata in autoclave dopola deposizione della fibra di carbonio su unattrezzo (mandrel) appositamente realizzatocon materiali speciali per evitare dilatazionitermiche durante il trattamento in auto-clave. In questo modo si ottengono interesezioni di fusoliera, più leggere, resistenti epronte per essere assemblate con gli altricomponenti del velivolo. Un processo inno-vativo, adottato per la prima volta in asso-luto su questo nuovo aereo, che garantisceun notevole risparmio di peso e numerosialtri vantaggi alle compagnie aeree.Anche lo stabilizzatore orizzontale prodottoa Foggia è in fibra di carbonio e la strutturaè ottenuta mediante il processo “cocuredmultispar box” ideato in Alenia Aermacchi.

Quali componenti del 787 sono stati rea-lizzati con materiali polimerici fibrorinfor-zati e quali difficoltà sono state riscontratein progettazione, fabbricazione e certifica-zione di queste parti?

Gran parte della struttura del Dreamliner èrealizzata in fibra di carbonio: le struttureprimarie di fusoliera, ala e impennaggi pre-vedono un utilizzo esteso di tali materialiche rappresentano oltre il 50% in peso del-l’intera cellula. Il velivolo prevede anchel’utilizzo di titanio (15% circa), mentre l’uti-lizzo di leghe di alluminio è limitato al 15-20%. In altri termini il rapporto tra leghed’alluminio e fibra di carbonio rispetto ai ve-livoli della generazione precedente (peresempio, nel caso del Boeing 777: allumi-nio 50%, fibra di carbonio 15%) si presentainvertito a vantaggio della fibra di carbonio.La messa a punto dei processi produttivi,completamente innovativi sia per la fuso-liera sia per lo stabilizzatore, ha richiestoprima un lavoro di sperimentazione svoltopresso il centro di sviluppo Boeing a Seat-tle, in cooperazione con i tecnici americani,poi un lavoro di progettazione ed esecu-

zione del progetto pres-so i nostri siti.Non sonomancate diffi-coltà in talefase, peraltroprevedibili con-siderando l’altis-simo contenutod’innovazione delprodotto e dei pro-cessi produttivi: aoggi possiamo rite-nere chiusa la fase dimessa a punto di pro-getto e processi e siamoin fase di stabilizzazionedella produzione. Da sot-tolineare che la sfida tec-nologica è stata resa ancorapiù complessa dai tempimolto compressi imposti dalcliente e dalla necessità di un enormesforzo in termini di investimenti in risorseumane e materiali, macchinari e attrezza-ture.In particolare nel 2005 è partita la proget-tazione dello stabilimento di Grottaglie e deirelativi impianti. Ricordo all’epoca la mobi-litazione di tutte le componenti, tecniche eistituzionali che, focalizzate su un progettoe un obiettivo concreti, sono riuscite a rea-lizzare non solo un nuovo sito di 65000 m2,grande quanto 15 campi di calcio e con lacamera bianca più grande d’Europa, maanche l’allungamento della pista dell’aero-porto di Grottaglie, in tempi brevissimi. Vorrei solo ricordare tre date: 21 aprile2005 - iniziano i lavori di costruzione delcapannone e contestualmente il primo nu-cleo di circa 200 addetti inizia a lavorare aGrottaglie; 1° settembre 2006 - a soli 16mesi dall’inizio dei lavori il capannone èpronto ed equipaggiato con tutti i macchi-nari e le attrezzature necessarie per l’avviodel programma e dunque inizia la lavora-zione della prima sezione di fusoliera; 22marzo 2007 - Alenia consegna la primaserie di “barili” di fusoliera a meno di dueanni dall’inizio dei lavori sul capannone. Alla sfida iniziale, il cui successo è raccoltoin queste tre date, ne sono succedute altre

p iùinsidiose perché

inattese e difficilmente pre-vedibili: mi riferisco all’insorgenza di al-

cuni problemi tecnici che hanno richiestoun minuzioso lavoro di messa a punto e ri-lavorazioni significative sulle prime serie delprodotto. Altra sfida, questa volta pianificatama molto complessa da gestire, è costituitadall’esigenza di crescere di ratei produttiviin tempi molto brevi per raggiungere sindalla fine del 2013 il rateo di 10 serie almese, assolutamente non comune per ve-livoli di queste dimensioni e a così pochianni dall’avvio del programma. Ricordo chegià prima del volo inaugurale il nuovo aereoaveva già accumulato oltre 800 ordini daparte di vettori di tutto il mondo.

L’esperienza del 787 ha determinato ancheun cambiamento nei paradigmi della pro-duzione: importanti componenti dell’aereosono fabbricati in diversi paesi di ognicontinente e poi integrati negli Stati Uniti.Quali gli aspetti positivi e quali quelli ne-gativi di questa nuova modalità “univer-sale” di produzione?

All’enorme contenuto d’innovazione tecno-logica, di cui spero di aver dato un’idea conle precedenti risposte, il 787 aggiunge unmodello industriale anch’esso completa-mente nuovo: Boeing ha di fatto esternaliz-zato gran parte della produzione dellestrutture e dei sistemi del velivolo riser-vando a sé stessa la sola linea finale. Infatti

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Prima italiana per il DreamlinerLo scorso 4 maggio è atterrato per la prima volta in Italia il 787 Dreamliner, ul-timo nato tra gli aerei passeggeri della società Boeing. Partito da Seattle il 21aprile, questo rivoluzionario aereo a lungo raggio realizzato con materiali ad al-tissimo contenuto tecnologico è attualmente uno dei velivoli più avanzati nelcampo dell’aviazione civile. Ad accoglierlo è stato lo stabilimento di Alenia Aer-macchi di Monteiasi-Grottaglie (Taranto), dove vengono prodotte la sezione cen-trale e quella centro-posteriore della fusoliera.

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la fusoliera è prodotta da 4 partner: Aleniaper le sezioni 44 e 46, Spirit sul cockpit (se-zione 41), Kawasaki per la sezione 43 (cen-tro anteriore), Vought - alla quale dal 2009è subentrata la stessa Boeing presso il sitodi Charleston - per le sezioni di coda (47 e48).L’ala è interamente prodotta da Mitsubishiin Giappone dove, presso Fuji, viene realiz-zata anche la sezione d’attacco con l’ala(wing box). A questi componenti maggiorisi aggiungono centinaia di parti minori pro-dotte da subcontraenti delle aziende citatein numerosi altri paesi, dalla Corea del Sudalla Turchia, da Israele al Nord Europa. Questo modello industriale ha avuto il van-taggio, nell’ottica Boeing, di ridurre il pesofinanziario del programma, consentendo disuddividere l’investimento iniziale su 5-6“risk sharing partner", che hanno investitorisorse proprie per progettare, sviluppare eprodurre i componenti loro assegnati. Intale ottica, questo modello ha consentitol’acquisizione di quote di lavoro significa-tive e la partecipazione al programma sindalla fase di avanprogetto, con evidentivantaggi in termini di acquisizione di know-how.È evidente che questa modalità di produ-zione, giustamente definita come “univer-sale”, richiede di converso una notevoleintegrazione tra partner geograficamentelontanissimi tra loro e con culture industrialimolto diverse. Per esempio, uno degliaspetti critici di tale soluzione è la difficoltànel controllare un sistema produttivo fra-zionato e distribuito in vari paesi: basta unritardo di uno solo dei partner per compro-

mettere la consegna dei velivoli e discon-nettere la linea finale Boeing. Al fine di scongiurare tali rischi, la stessaBoeing ha sviluppato un sistema di con-trollo molto elaborato e ha investito in ri-sorse presso i partner per controllarecostantemente gli avanzamenti produttivi.Inoltre, per trasportare sezioni di fusoliera,stabilizzatori e semiali tra i siti di produzioneitaliani, giapponesi e statunitensi fino alledue linee finali di Everett, vicino Seattle eCharleston (South Carolina), tre quadrimo-tori 747 sono stati modificati in Dreamlif-ter, dotandoli di una fusoliera a sezionemaggiorata in modo da potervi caricare al-l’interno i grandi componenti del 787 rea-lizzati nei paesi citati e consentendo uncontinuo servizio navetta tra i vari stabili-menti coinvolti nel progetto.

Quali considerazioni hanno portato allascelta di realizzare un così ampio numerodi componenti in materiali compositi?Quali vantaggi sono stati ottenuti?

Un utilizzo esteso di fibra di carbonio com-porta un vantaggio in termini di pesi quan-tificabile, con qualche prudenza, nel10-12% rispetto alle soluzioni tecnichedelle generazioni immediatamente prece-denti. La riduzione di peso, accoppiata al-l’utilizzo di motori innovativi, comporta unariduzione di consumo di carburante dell’or-dine del 20%, con effetti estremamente po-sitivi sulla riduzione dell’inquinamento e deicosti operativi per le compagnie. Non acaso il 787 è definito un “green aircraft”. Ma l’utilizzo della fibra di carbonio ha altrieffetti positivi: la fibra non è soggetta a cor-

rosione e non denota problemi di fatica. Ciòcomporta una significativa riduzione degliinterventi di manutenzione con riflessi po-sitivi sui costi d’esercizio per le compagnie.Inoltre la fusoliera in fibra di carbonio con-sente l’utilizzo in volo di pressione e umiditàpiù elevate in cabina, con netto migliora-mento del comfort per il passeggero.

Nel futuro del 787 c’è ancora più fibra dicarbonio? Cosa ritiene che accadrà nelmondo dell’aviazione civile in relazione al-l’impiego dei materiali polimerici fibrorin-forzati?

Il 787 rappresenta oggi il velivolo “wide-body” a più alto utilizzo di fibra di carbonio.Mentre non è prevedibile su un prodottoormai già in fase operativa un incrementosignificativo della fibra di carbonio, è cer-tamente probabile sui futuri nuovi prodottiun uso sempre più esteso di tali materiali esoprattutto ulteriori ottimizzazioni dei pesi.

Quali saranno, a suo parere, le conse-guenze di questi nuovi traguardi tecnolo-gici sugli aerei regionali, di cui AleniaAermacchi è uno dei maggiori produttori alivello mondiale?

In campo regionale i nostri ATR hanno giàun contenuto notevole di materiale com-posito. Gondole carrello, flap, slat e gon-dole motore sono in materiale compositosu entrambe le versioni: le semiali dellaversione 72 sono in fibra di carbonio e inol-tre c’è un esteso utilizzo di metal-bonding.Considerando che la progettazione del ve-livolo risale ai primi Anni Ottanta, il conte-nuto di compositi e, più in generale, di

processi all’epoca innova-tivi è realmente sorpren-dente. A metà degli AnniNovanta Alenia ha an-che provveduto all’intro-duzione di una modificaper realizzare derive e sta-bilizzatori in composito in-vece che in lega leggera.In particolare, la primastruttura a utilizzare la tec-nologia “cocured multi-spar”, poi estesa anche al787 Dreamliner, è stataquella dello stabilizzatoreorizzontale dell’ATR. Cer-tamente le esperienzematurate sui materialicompositi negli ultimi annicostituiranno un bagagliodi know-how importantedurante la fase di defini-zione di nuovi prodotti incampo regionale.

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Complessivamente, Alenia Aermacchi contribuisce alla realizzazione di circa il 14% dell’interastruttura del 787 Dreamliner m

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BBrevi dal mondoUltraleggero in miniatura

Recentemente presentato all’Aero Show 2011 di Friedrichshafen,Flynano è il nuovo aeroplano elettrico che costa quanto un’auto-mobile e che sarà lanciato entro il prossimo anno dall’omonima

azienda aeronautica americana. L’innovativo aereo ultraleggero,annunciato come una rivoluzione nel campo della mobilità so-stenibile, pesa poco più di 70 chilogrammi. Il telaio di Flynano, in-fatti, è interamente realizzato in materiali polimerici rinforzati confibre di carbonio. L'azienda produttrice offre tre modelli, tra i qualispicca la versione equipaggiata con un motore da 20 kW, ingrado di raggiungere una velocità massima di 87 miglia orarie(quasi 140 km/ora) e di assicurare un’autonomia di 25 miglia(circa 40 km) con una carica completa. Per guidarlo, inoltre, nonservirà nemmeno il brevetto da pilota. Nei prossimi mesi,l’azienda ultimerà i preparativi per il lancio di questo eco-aereo,che è in programma entro la fine del 2013.

Aereo solareLa rincorsa al “green” coinvolge sia il settore auto sia quello ae-ronautico, come dimostra la presentazione della nuova versionedell’Elektra One Solar, un piccolo aereo elettrico alimentato a

energia solare decisamente migliorato rispetto alla precedenteversione. Si tratta di un velivolo altamente tecnologico sviluppatodalla SolarWorld e dalla PC-Aero e costruito con materiali com-positi in carbonio. L’adozione della carboresina ha consentito uncontenimento del peso dell'aereo a poco più di 190 chilogrammi.Grazie ai pannelli solari alloggiati sulle superfici alari e sulla car-linga, l'Elektra One Solar riesce a volare ininterrottamente perpiù di otto ore percorrendo una distanza di quasi 1000 chilome-tri."Elektra One Solar è la chiara ed emblematica dimostrazione chela mobilità che si basa su veicoli elettrici efficienti e rispettosidell'ambiente è possibile. Dobbiamo smettere di dipendere daicombustibili fossili con cui alimentare motori inquinanti e rumo-rosi per andare da un luogo all'altro. L'energia solare, abbon-dante e infinita, è ora una scelta possibile anche per i viaggi inaereo" è la dichiarazione strategica rilasciata da Frank Asbeck,amministratore delegato di SolarWorld.

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Elektra One Solar è un piccolo aereo elettrico alimentato a energia solare

Il moderno aeroplano elettrico Flynano

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Tubi, raccordi, valvolee accessoriSi è svolta il 7 giugno la riunione della sot-tocommissione Uniplast SC8 “Tubi, rac-cordi, valvole e accessori di materieplastica” presieduta da Walter Moretti (FIP).In tale occasione sono stati ripresi i princi-pali punti discussi il 9 e 10 maggio 2012nella riunione del CEN TC 155 "Plastics pi-ping systems and ducting systems" di De-brecen (Ungheria).I lavori relativi alla preparazione per il se-condo voto formale degli FprEN 15012,15013, 15014 e 15015, che avrebberodovuto consentire la marcatura CE, sonostati sospesi in attesa di chiarimenti sullediverse modalità di procedura per la reda-zione delle norme armonizzate e dell'Ap-pendice ZA che consente la marcatura CE,che si sono manifestate fra il consulente delCEN per la CPD, la Commissione Europea,interpellata sulla questione, e il CEN TC155. La questione riguarda il fatto che ci sipossa riferire o meno a norme volontarie diprodotto per la valutazione degli aspettiprestazionali dei prodotti in relazione allecaratteristiche essenziali della Diret-tiva 89/106 (CPD) e del RegolamentoN305/2011, nelle norme armonizzate(hEN).Per la discussione dei voti negativi al-l'FprCEN TS 1452-7 "Plastics piping sy-stems for water supply and for buried andabove-ground drainage and sewerageunder pressure - Unplasticized poly(vinylchloride) (PVC-U) - Part 7: Guidance for theassessment of conformity" è stata pro-grammata all'UNI, il 18 settembre 2012,una riunione del CEN TC 155/WG 8 "Sy-stems for water supply and pressure drai-nage and sewerage - PVC-U (solid wall)". Il19 settembre, sempre all'UNI, si riunirà ungruppo ad hoc del CEN TC 155/WG12"Pressure systems of polyolefin material for

gas supply, water supply and drainage andsewerage" per la discussione dei metodi diprova per tubi di grossi diametri (maggioridi 120 mm). La riunione di tutto il gruppo dilavoro CEN TC 155/WG12 è prevista a se-guire, il 19 e il 20 settembre all'UNI, per ladiscussione del prCEN TS 12201-7 "Pla-stics piping systems for water supply - Po-lyethylene (PE) - Part 7: Guidance for theassessment of conformity".Nell'ISO TC138/SC4 "Plastics pipes and fit-tings for the supply of gaseous fuels" la ISO4437" Plastics piping systems for the sup-ply of gaseous fuels - Polyethylene (PE)" èstata posta in revisione e sarà strutturata inparti. La ISO 10933 "Polyethylene (PE) val-ves for gas distribution systems" che è dicompetenza dell'ISO TC 138/SC7 "Valvesand auxiliary equipment of plastics mate-rials", sarà revisionata e diventerà la parte4 della nuova ISO 4437. La ISO TC138/SC7 si è riunita l' 11 Luglio 2012 all'UNI per l'avvio dei lavori di revisione e ladefinizione del programma delle attività.Nel CEN TC 155/WG6 "Systems for soil and

waste discharge - PVC-U" proseguono leattività per la revisione della EN 1329-1"Plastics piping systems for soil and wastedischarge (low and high temperature) wi-thin the building structure - Unplasticizedpoly(vinyl chloride) (PVC-U) - Part 1: Speci-fications for pipes, fittings and the system".Nel CEN TC 155/WG26 "Systems for stormwater handling" è in corso lo sviluppo di unnuovo item: "Plastics piping systems fornon-pressure underground conveyanceand storage of non-potable water - Speci-fication for boxes used for infiltration, atte-nuation and storage systems made ofunplasticized polyvinylchloride (PCV-U) andpolypropylene (PP)", che sta originandoun'attività sperimentale sul comportamentoa compressione a lungo termine di talestrutture per la definizione dei valori limiteammissibili di scorrimento e per la loro in-terazione con il terreno. È stata infine pro-grammata l'attività nazionale per larevisione delle norme UNI dei sistemi di tu-bazioni in materia plastica che, pubblicatecinque anni fa, richiedono un aggiorna-

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NNotiziarioUNIPLAST

ENTE ITALIANO DI UNIFICAZIONE DELLE MATERIE PLASTICHE FEDERATO ALL' UNIPolitecnico di Milano - Dipartimento di Chimica, Materiali e Ingegneria Chimica "Giulio Natta"Piazza Leonardo Da Vinci, 32 - 20133 MILANOtel 02 23996541 - fax 02 23996542 - email: [email protected] - www.uniplast.info

SABIC

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mento anche a seguito della pubblicazionedella revisione delle norme europee di atti-nenza.

Degradazione e biodegradazioneIl 18 giugno 2012 presso il Politecnico diMilano si è tenuta la riunione per la defini-zione delle attività di avvio di un nuovogruppo di studio “Degradazione e biode-gradazione” di cui, dopo discussione, èstato definito l'ambito come: caratterizza-zione di materiali e semilavorati termopla-stici in funzione delle proprietà didegradazione e successiva biodegrada-zione in condizioni controllate correlate alfine vita e identificazione dei metodi diprova.Quanto discusso sarà portato all'attenzionedei Soci UNIPLAST e verrà chiesta la ratificadella collocazione del gruppo di studio nellasottocommissione SC7 "Materiali termo-plastici". La sottocommissione indirà unariunione per la creazione ufficiale delgruppo di studio, nominare il coordinatore edefinire le attività tecniche del gruppo.

Laminati decorativiDurante la riunione del CEN TC 249/WG4“Decorative laminates sheets based inthermosetting resins”, svoltasi a Milanopreso la sede UNI il 19 giugno e coordinatada Gianmichele Ferrero (Arpa Industriale),è stata ripresa la bozza del prEN 438-1"High-pressure decorative laminates (HPL)- sheets based on thermosetting resins(usually called laminates) - Part 1: Intro-duction and general information" aggior-nandone il testo e i riferimenti normativi. Dovranno essere effettuate verifiche di la-boratorio sui requisiti degli adesivi utilizzatinelle prove di resistenza al calore (simula-zione del contatto con utensili caldi da cu-cina) per l'adesione dei laminati ai substratidi truciolato di legno, qualora non siano di-sponibili per l'incollaggio dei provini gli ade-sivi impiegati in produzione. Saranno fornitedall'IHD di Dresda immagini per la calibra-zione delle apparecchiature per le prove diresistenza all'urto con sfera di piccolo dia-metro e sarà introdotta la prova per la de-terminazione della resistenza ai graffisuperficiali a seguito della sperimentazioneintercorsa fra i componenti del WG4.

Tubi, raccordi e giuntureDurante la riunione dell'ISO TC138/SC4/WG1 “Mechanical fittings for pla-stics pipe systems”, svoltasi il 20 giugnoall'aeroporto di Schiphol (Olanda) e coordi-nata da Johannes de Bruin (Kiwa), sonostati esaminati i commenti rimasti in so-speso dalla riunione del 14 marzo svoltasia Milano per il CD 17885 "Plastics pipingssystems - Mechanical fittings for pressure

piping systems - Specifications" riguardantile prove sulle poliammidi PA 11 e PA 12, irequisiti del PE-RT Tipo 1 e 2 e del PE-X ele prove da effettuare su componenti inGRP. Durante la r iunione dell’ ISO TC138/SC5/WG18 “Test methods for jointswith mechanical fittings” del 21 giugno,svoltasi sempre a Schiphol e coordinatadallo stesso de Bruin, sono stati discussi icommenti per diverse norme in corso di re-visione sulle prove per le giunzioni fra il rac-cordo e il sistema di tubazione e inparticolare per le: ISO 13845, Plastics piping systems - Ela-stomeric-sealing-ring-type socket joints foruse with unplasticized poly(vinyl chloride)(PVC-U) pipes - Test method for leakti-ghtness under internal pressure and withangular deflectionISO 13844, Plastics piping systems - Ela-stomeric-sealing-ring-type socket joints ofunplasticized poly(vinyl chloride) (PVC-U) foruse with PVC-U pipes - Test method for le-aktightness under negative pressureISO 3503, Assembled joints between fit-tings and polyethylene (PE) pressure pipes- Test of leakproofness under internal pres-sure when subjected to bendingISO 3501, Assembled joints between fit-tings and polyethylene (PE) pressure pipes- Test of resistance to pull outISO 3459, Polyethylene (PE) pressure pipes- Joints assembled with mechanical fittings- Internal under-pressure test method andrequirementISO 3458, Assembled joints between fit-tings and polyethylene (PE) pressure pipes- Test of leakproofness under internal pres-sure.Alle riunioni hanno partecipato, quali dele-gati italiani, Walter Moretti (FIP) e PierpaoloFrassine (PlastItalia).

Sostenibilità e ciclo di vitaIl 20 giugno a Stoccolma sì è tenuta laprima riunione del gruppo di lavoro CEN TC411/WG4 “Sustainability criteria, life cycleanalysis and related issues”, coordinata daSolveig Eriksson. Il gruppo si è prefisso, at-traverso i documenti che produrrà, di nonfornire requisiti minimi o valori di riferi-mento per prodotti "bio-based" ma di re-darre solo norme orizzontali sui criteri disostenibilità e sull'analisi del ciclo di vitaper tali prodotti. I documenti che sarannopresi in considerazione per lo sviluppo deilavori, sono le linee guida SETAC (Societyof Environmental Toxicology and Chemi-stry)/UNEP (United Nations EnvironmentProgramme Sustainable Consumption andProduction Branch) sulla "Global Guidance-Life Cycle Initiative Process", i documentidell'Ademe (Agenzia dell'ambiente) dei Mi-nisteri francesi dell'Agricoltura e dell'Eco-logia, le norme già esistenti in materia perla sostenibilità energetica (ISO 13065)quelle per i criteri di sostenibilità per la pro-duzione di biocarburanti e bioliquidi per ap-plicazioni energetiche (FprEN 16214-3) ele norme già esistenti per la valutazione delciclo di vita (LCA) (ISO 14040 e ISO14044).

GeosinteticiDurante la riunione del 20 giugno “Geosin-tetici” dell’UNI GL, coordinata da DanieleCazzuffi (Cesi), si è discusso del progettoU71001920 "Geosintetici con funzionebarriera - Geosintetici polimerici ad ade-renza migliorata a base di polietilene amedia e alta densità - caratteristiche e limitidi accettazione" e in particolare sulle caratteristiche specifiche per le condizioni di impiego definendo la massaareica.

BOREALIS

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NNoottiizziiaarriioo UNIPLAST

Recupero di materie plasticheIl 21 giugno la sottocommissione SC25 “Recupero delle materieplastiche”, presieduta da Oreste Pasquarelli, ha discusso la bozzaper una proposta di nuovo progetto di norma per una linea guidasulla valutazione della sicurezza di un processo di riciclo mecca-nico destinato alla produzione di R-PET adatto all’impiego a con-tatto con alimenti, mediante "Challenge Test". Il documento avràforma di rapporto tecnico ed è stato redatto sulla base della nor-mativa vigente e della Scientific Opinion redatta da EFSA (Euro-pean Food Safety Authority). La valutazione si basa sul calcolodell’efficienza del processo nella rimozione delle sostanze conta-minanti mediante effettuazione di un challenge test, impiegandouna serie di sostanze chimiche rappresentative delle varie classichimico-fisiche di contaminanti che si possono riscontrare neicontenitori in PET utilizzati come materia prima per alimentare ilprocesso.

Saldatura di materie plasticheIl 26 giugno si è riunito il gruppo ad hoc della sottocommissionemista SMP (Saldatura delle materie plastiche) - Commissione sal-dature UNI (IIS)/Uniplast, con coordinatore Marco Alberti (GeorgFischer Italia), per la revisione della UNI 10566 sulle saldatrici aelettrofusione e attrezzature ausiliarie per l'esecuzione di giun-zioni di tubi e/o raccordi in PE. Il testo della nuova bozza di revi-sione della UNI 10566 "Saldatrici per elettrofusione e altreattrezzature impiegate per l'esecuzione di giunzioni di tubi e/oraccordi in polietilene (PE), mediante raccordi elettrosaldabili, peril trasporto di gas combustibili, di acqua e di altri fluidi in pres-sione. Caratteristiche e requisiti, collaudo, revisione e documenti"è stato confrontato con quello della ISO 12176-2 "Plastics pipesand fittings - Equipment for fusion jointing polyethylene systems- Part 2: Electrofusion". Il testo di revisione della UNI 10566 èstato integrato con i requisiti della ISO 12176-2 facendo rientrarela norma internazionale nella specificità del mercato italiano.

ImballaggiAlla riunione del 10 maggio della Commissione imballaggi del-l'UNI, di cui è presidente Marco Sachet (Istituto Italiano Imballag-gio), ha partecipato per Uniplast Oreste Pasquarelli, presidentedella sottocommissione SC21 "Applicazione di materie plasticheagli imballaggi". In apertura sono state passate in rassegna le at-tività della commissione "Agroalimentare" con la sua sottocom-missione "Condizionamento Alimentare", relative agli imballaggi.In particolare la sottocommissione Agroalimentare si occupa delleproblematiche della migrazione degli adipati da guarnizioni di PVCper tappi e della migrazione di olio di soia epossidato. Quest'ul-timo migliora la resistenza del PVC agli agenti atmosferici, agisceanche come lubrificante interno al PVC ed è apprezzato nella pro-duzione di imballaggi e capsule alimentari. Italo Vailati di Giflex, associazione che raggruppa i produttori diimballaggi flessibili, ha reso noto che, a seguito delle disposizionidel Regolamento CE 2023 che riguarda le GMP (Good Manufac-turing Practice), Giflex ha messo a punto con l'ausilio di ValterRocchelli di Ircpack un metodo per il controllo del "set-off" dellastampa nel caso che questa venga a contatto con la superficiedell'imballaggio destinata al contatto con alimenti. Il metodo è ap-plicabile su imballaggi flessibili multistrato e singoli, rigidi di pla-stica, cartoncino teso e cartone. Per Giflex questo è il metodoufficiale per l'omologazione dei processi di stampa e per la valu-tazione in caso di contestazione tra committente e fornitore. ItaloVailati ha chiesto di avviare uno studio per un progetto di normaUNI sull'argomento e poi, quando sarà pubblicata tale norma, diproporla in sede europea.

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Normativa tecnicaProgetti di norma

Riportiamo qui di seguito l'elenco dei progetti di norma ISO eCEN inviati in inchiesta pubblica nel mese di giugno 2012 per ilsettore materie plastiche e gomma. Ulteriori informazioni ri-guardanti le materie plastiche possono essere richieste a UNI-PLAST - Tel.: 02 23996541 - Fax: 02 23996542 - E-mail:[email protected]

ISO TC 45 (Rubber and Rubber Products)ISO TC45 SC1 N1366 - ISO DIS 16301 “Rubber and plasticshoses and hose assemblies, wire - or textilereinforced, for hy-draulic-jacks and hydraulic power units used in hydraulic tool ap-plications - Specification”ISO TC45 SC1 N1367 - ISO DIS 11690 “Polyurethane tubing foruse primarily in pneumatic Installations - Dimensions and speci-fication”.

ISO TC 61 (Plastics)ISO TC61 SC5 N1328 - ISO/CD 15512 “Plastics - Determinationof water content”ISO TC61 SC5 N1327 - ISO/CD 17223 "Plastics - Determina-tion of yellowness index and change in yellowness index" - Dea-dline: 2012-08-02ISO TC61 SC9 N1524 - NWIP - Plastics-Aqueous Dispersion ofPolytetrafluoroethylene (PTFE) - Part 2: Preparation of test spe-cimens and determination of propertiesISO TC61 SC9 N1522 - NWIP - Plastics-Aqueous Dispersion ofPolytetrafluoroethylene (PTFE) - Part 1: Designation system andbasis for specificationsDIS 17855-1 “Plastics - Polyethylene (PE) moulding and extru-sion materials - Part 1: Designation system and basis for speci-fications”DIS 16396-1 "Plastics - Polyamide (PA) moulding and extrusionmaterials - Part 1: Designation system, marking of products andbasis for specifications"FDIS 11403-2:2012 "Plastics - Acquisition and presentation ofcomparable multipoint data - Part 2: Thermal and processingproperties".

ISO TC 138 (Plastics Piping)ISO TC138 SC2 - ISO/DTR 27165 "Thermoplastics piping sy-stems - Guidance for definitions of wall constructions for pipes"ISO TC138 SC5 N2192 - NWIP - Thermoplastics pipes - Deter-mination of tensile properties - Part 3: Polyolefin pipesISO TC138 SC5 N2191 - NWIP - Thermoplastics pipes - Deter-mination of tensile properties - Part 1: General test methodISO TC138 SC5 N2189 - NWIP - Thermoplastics pipes - Deter-mination of creep ratioISO TC138 SC5 N2190 - NWIP - Thermoplastics pipes - Deter-mination of ring stiffness.

ISO TC 219 (Floor Covering)FDIS 11638 - “Resilient floor coverings - Heterogeneouspoly(vinyl chloride) flooring on foam - Specification”.

ISO TC 221 (Geosynthetics)FDIS 10772 - “Test method for the determination of the filtrationbehaviour of geotextiles under turbulent water flow conditions”ISO TC221 N339 - ISO/NP 18325 "Geosynthetics-Index test me-thod for the determination of discharge capacity of prefabricatedvertical drains" - Deadline: 2012-08-22.

CEN TC155 (Plastic Piping Systems and Ducting Systems)CEN TC155 WG26 N1222 AHG "Plastics piping systems for non-pressure underground conveyance and storage of non-potablewater - Test method for determination of short term compres-sion strength of boxes"prCEN - ISO/DTR 27165 - "Thermoplastics piping systems - Gui-dance for definitions of wall constructions for pipes (ISO/DTR27165:2012)".

CEN TC 189 (Geosynthetics)FprEN ISO 10772 - "Test method for the determination of the fil-tration behaviour of geotextiles under turbulent water flow con-ditions (ISO/FDIS 10772:2012)".

CEN TC 249 (Plastics)EN 438-9:2010/prA1 - "High-pressure decorative laminates(HPL) - Sheets based on thermosetting resins (usually called la-minates) - Part 9 : Classification and specifications for alternativecore laminates"prEN ISO 17855-1 rev - "Plastics - Polyethylene (PE) mouldingand extrusion materials - Part 1:Designation system and basis forspecifications (ISO/DIS 17855-1:2012)"prEN ISO 16396-1 rev - "Plastics - Polyamide (PA) moulding andextrusion materials - Part 1: Designation system, marking of pro-ducts and basis for specification (ISO/DIS 16396-1:2012)"prEN 12814-3 - "Testing of welded joints in thermoplastics semi-finished products - Part 3: Tensile creep test"FprEN ISO 11403-2 "Plastics - Acquisition and presentation ofcomparable multipoint data - Part 2: Thermal and processingproperties (ISO/FDIS 11403-2:2012)"

CEN TC 261 (Packaging)CEN TC261 N393 - Draft Decision N 017/2012 taken by corre-spondence - New Work Item Proposal for the revision of EN12377:1998 "Packaging - Flexible tubes - Test method for theair tightness of closures" (reply 2012-07-13)CEN TC261 N394 - Decision N 018/2012 taken by correspon-dence - New Work Item Proposal "Packaging - Flexible tube -Test method to determine the orientation of the flip-top cap"(reply 2012-07-13).TEKNOR APEX

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Progettare con polimeri e compositiLa seconda edizione del volume sulla progettazione conpolimeri e materiali compositi recentemente pubblicatada CRC Press è stata scritta, come la precedente del2006, da ingegneri per ingegneri. Nonostante vi sianonumerosi libri sulla chimica dei polimeri, sulla loro lavo-razione e sulle loro proprietà, secondo gli autori man-cava un testo che trattasse adeguatamente analisi eprogettazione dei componenti meccanici.Il primo capitolo ricostruisce la storia di polimeri e com-positi, poiché collocare un argomento tecnico nel propriocontesto storico risulta sempre interessante e utile peralmeno due ragioni. La comprensione approfondita diun argomento è sempre favorita dalla conoscenza sto-rica. A questo si aggiunga che l’opportunità di non an-noiare i propri colleghi non può che essere apprezzata!La ricostruzione storica rende un argomento più inte-ressante e meno arido.Vengono illustrati i moderni principi della progettazione,quali i rapporti peso/resistenza e costo/resistenza, uti-lizzati per la scelta polimeri e compositi per applicazionidi design e vengono introdotti i metodi computerizzatiper la selezione di materiali polimerici da un database.Il volume si rivolge a un duplice pubblico. Gli studenti diingegneria civile e meccanica da un lato, gli ingegneripraticanti dall’altro. In ogni caso, diversamente da unmanuale che contiene una pletora di dati, lo scopo diquesto libro è quello di fornire una comprensione fon-damentale dell’argomento per rendere intellegibili ai lettori i fenomeni che essi incontreranno in campo ap-plicativo e nel corso di studi e ricerche. Nelle intenzioni,il volume potrebbe essere utilizzato come libro di testoin corsi trimestrali o semestrali di alto livello e la suacomprensione sarebbe più semplice per studenti cheabbiano seguito un corso in meccanica dei materiali.In questa seconda edizione, rispetto alla precedente,sono stati rivisti alcuni capitoli e aggiunti vari materiali.Il capitolo 4 sui materiali compositi è stato diviso in due,i capitoli 8 e 9, mentre sono stati aggiunti i capitoli 12,

sull’assemblaggio perfusione e mediantealtre tecniche, 15, sullaprototipazione rapida,e 16, sui polimeri pie-zoelettrici.

James C. Gerdeen, Ro-nald A. L. Rorrer - ENGI-NEERING DESIGN WITHPOLYMERS AND COM-POSITES (CRC Press -www.crcpress.com -ISBN 978-1-4398-6052-6 - 89 sterline)

Gomma e fibre tessiliL’utilizzo congiunto di gomma e fibre tessili, che con-sente di migliorare le prestazioni reciproche di tali ma-teriali in una vasta gamma di applicazioni, è una praticaaffermata nelle aree più sviluppate del mondo fin dallanascita dell’industria della gomma. Un libro dato allestampe da Rapra Technology intende ricostruirne la sto-ria e fornire le conoscenze di base delle tecnologie tessili, per offrire ai tecnologi della gomma una com-prensione migliore degli impieghi, dei processi e dellepotenziali problematiche inerenti l’utilizzo delle fibre tes-sili nei prodotti in gomma.La prima parte del volume tratta le tecnologie di basedelle fibre tessili e i processi utilizzati nella preparazionedi queste materie prime per il rinforzo della gomma. Par-ticolare attenzione viene data a differenti aspetti qualil’adesione, il trattamento degli adesivi, gli effetti dellacompoundazione e della lavorazione della gomma e lavalutazione dell’adesione.Nella seconda metà del libro sono descritte le maggioriapplicazioni delle fibre tessili nel settore della gomma. Loscopo è quello di illustrare il modo in cui la componentetessile può essere progettata e ingegnerizzata per otte-nere rinforzo e prestazioni ottimali per ogni specifica applicazione. Sebbene tali descrizioni non siano da con-siderarsi tesi tecnologiche definitive, indicano comun-que l’equilibrio di proprietà richieste e come questepossano essere ottenute nella componente tessile permezzo della selezione delle fibre, della forma fisica deirinforzi e dei processi e trattamenti necessari.L’impiego più importante e di gran lunga più diffuso dellefibre tessili nel settore della gomma si rintraccia nell’in-dustria degli pneumatici, che nel libro non è stata presain considerazione poiché da sola avrebbe richiesto unintero volume. Inoltre, molte aziende produttrici di pneu-matici hanno propri specialisti nelle fibre tessili e hannosviluppato tecnologie proprietarie per lo più tenute se-grete e avvolte nel mistero.La trattazione di ogni capitolo è stata mantenuta quantopiù pratica e semplice possibile ma, laddove vi è unmaggiore approccio teorico ad alcuni aspetti, questisono stati separati in apposite appendici alla fine dei re-lativi capitoli. In pratica la trattazione generale può es-sere letta senza l’intrusione degli aspetti più teorici, cheperò sono resi disponibili per gli interessati. Per facili-tare la lettura viene fornito anche un glossario dei ter-mini.

David B. Wootton - THE APPLICATION OF TEXTILES IN RUB-BER (Rapra Technology - www.rapra.net - ISBN 978-1-85957-504-8 - 160 euro)

Biblioteca tecnica

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Termoformatura in lagunaCentinaia di tecnici e professionisti del set-tore hanno preso parte alla 8a edizione dellaEuropean Thermoforming Conference or-ganizzata dalla European ThermoformingDivision di SPE il 26 e il 27 aprile a Mestre(Venezia). Il programma dell’evento preve-deva svariate presentazioni da parte deirappresentanti di associazioni, aziende euniversità europee che hanno permesso difare il punto della situazione a tutto tondosulla termoformatura in termini di mercatoe di tecnologie oggi disponibili, oltre che of-frire lo spunto per allacciare rapporti di col-

laborazione tra gli operatori di settore.La conferenza, che ha cadenza biennale, siè confermata una piattaforma importanteper decision maker, fornitori e tecnologi at-tivi nel campo della termoformatura, chehanno avuto la possibilità di discutere i piùrecenti sviluppi e le prospettive future del-l’industria di riferimento. Sono state propo-ste numerose relazioni di elevato valorescientifico, mentre le aziende di caratura in-ternazionale intervenute hanno potuto pre-sentare le proprie realizzazioni sul frontedello sviluppo sia tecnologico sia applica-tivo, in un confronto risultato interessantee avvincente.

Tra gli argomenti trattati nelle sessioni prin-cipali dei due giorni di lavoro figuravano ilcambiamento nel settore dell’imballaggioplastico, le nuove tecnologie per la produ-zione di particolari a parete sottile, il fis-saggio meccanico e le nuove tecniche diincollaggio per applicazioni con parete dispessore elevato. Inoltre sono state illu-strate le possibili strade future dell’innova-zione e della progettazione avanzata con inuovi materiali, così come l’utilizzo di pro-cessi sofisticati in campi applicativi tradi-zionali e innovativi. Infine sono statipresentati i vincitori del concorso PartsCompetition. Nella categoria Heavy GaugeAutomotive ha prevalso Walter Pack (Spa-gna) con un finestrino in policarbonato perla Renault Twizy, nella sezione Heavy GaugeNon Automotive è risultata vincitrice SoleraThermoform Group (Italia) con Long ChairAvus e per i prodotti a parete sottile è statapremiata Company Generation Tech (Fran-cia) per i suoi contenitori multistrato pervernici.In occasione della conferenza, Daniele Ver-solato, di Solera Thermoform Group, è statonominato presidente di European Thermo-forming Division.

Applicazioni auto premiateIl 22 giugno ha avuto luogo a Düsseldorf lacerimonia di premiazione del concorso de-dicato alle applicazioni in plastica più inno-vative nel settore dell’auto. Il concorso,giunto alla 14a edizione, è organizzato dalla

NotiziarioSPE ITALIA

SPE ITALIA - SOCIETY OF PLASTICS ENGINEERSc/o Dip. Ingegneria Industriale Università di PadovaVia Marzolo 9 - 35131 Padova - tel 049 8275541 - fax 049 8275555 email: [email protected]

Un momento dell’8a edizione della European Thermoforming Conference

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sezione Europa Centrale di SPE e oggi è considerato il premio piùimportante a livello europeo nel settore automobilistico.Alla cerimonia hanno preso parte più di 150 rappresentanti delleaziende, delle università e dei centri di ricerca più importanti ditutto il mondo e, oltre alla premiazione dei vincitori, sono stati af-frontati temi di attualità, come l’impatto ambientale delle materieplastiche e i nuovi materiali biodegradabili ottenuti da fonti rinno-vabili. Il concorso era articolato in cinque diverse categorie: parti e com-ponenti; interni; carrozzeria; applicazioni sottocofano e sospen-sioni; parti elettroniche e componenti ottici. Il premio per leapplicazioni sottocofano è stato vinto dall’italiana Rochling Auto-motive per un collettore di aspirazione con intercooler integrato,realizzato in PA6 rinforzata con fibra di vetro per un motore Vol-kswagen. Tra gli altri prodotti premiati troviamo una porta per laBMW serie 3 in fibra naturale e un condotto per condensa perOpel, GM, Chevrolet e Buick, prodotto con un processo molto so-fisticato denominato Tek-Wit, che ha vinto il Grand InnovationAward.All’evento, dove Roberto Frassine (presidente europeo di SPE econsigliere di SPE Italia) ha rappresentato il nostro paese, WillemDe Vos (CEO di SPE) ha presentato i nuovi progetti di sviluppo del-l’associazione per il prossimo biennio, mentre Klaus Dieter Joh-nke (presidente di SPE Europa Centrale) ha dato appuntamento alprossimo Automotive Award, in programma nel 2014.

Eurotec 2013La prossima edizione della conferenza europea Eurotec si terrà aLione nel luglio 2013, ma i preparativi per l’evento sono già ini-ziati sotto la guida di Olivier Crave, vicepresidente di SPE. Il pro-gramma di Eurotec 2013 toccherà tutti i settori lungo la filieradelle materie plastiche ed SPE Francia potrà contare sulla colla-borazione del Centro di Plasturgie di Oyonnnax, che si colloca al-l’avanguardia in Europa nel campo automobilistico, aerospazialee medicale, e di scienziati e tecnici delle varie sezioni SPE euro-pee. La partecipazione dell’Italia - curata da Michele Modesti,Francesco Briatico Vangosa, Stefano Besco, Romeo Cociancich eRoberto Frassine, nell’ordine: presidente, vicepresidente, segre-tario generale, past president e consigliere di SPE Italia - prevedeuna serie di presentazioni di alto livello da parte di rappresentantidi università e industria.

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La 14a edizione della mostra biennale Ar-genplas, organizzata da Reed ExhibitionsArgentina, con il supporto di Caip (l’Asso-ciazione locale dell’industria delle materieplastiche), per conto di Alcantara Machado- che ne detiene la proprietà - si è svoltadal 18 al 22 giugno presso il quartiere fie-ristico Centro Costa Salguero di BuenosAires, invece che, per ragioni di caratterepolitico-economico, nella tradizionale sededel quartiere espositivo La Rural. Rispettoalla precedente edizione del 2010, non sisono notate grosse variazioni in termini disuperficie espositiva netta, pari a 8000-9000 m2.In base al catalogo ufficiale hanno presoparte alla mostra poco meno di 200 espo-sitori, tra cui circa 20 aziende italiane, oltrea quelle che hanno aderito alla collettivacoordinata da Assocomaplast (l’Associa-zione dei costruttori italiani di macchine eattrezzature per materie plastiche egomma): Eurochiller, Euroviti, Frigosystem,Gefit, Gitre, Impianti OMS, IPM, Omso, Pla-stiblow. Una presenza marcata, quella ita-

liana, seconda solo alla cinese, che con-ferma gli stretti rapporti tra trasformatori lo-cali e costruttori italiani nonostante laperdita di leadership dell’Italia tra i mag-giori paesi esportatori verso l’Argentina, re-gistrata nel 2011 proprio a favore dellaCina.A titolo di cronaca va segnalata la quasi to-tale assenza di espositori tedeschi (terzimaggiori esportatori settoriali verso l’Ar-gentina, dopo Cina e Italia appunto), ecce-zion fatta per alcuni piccoli stand informativie per alcuni marchi esposti negli stand deirispettivi rappresentanti locali. Oltre a quellaitaliana, erano presenti altre quattro collet-tive: Brasile (una decina di aziende), Cina(circa 30 piccoli stand informativi), Coreadel Sud (11) e Taiwan (6).Secondo l’organizzatore sono stati registraticirca 16000 visitatori per i primi quattrogiorni, in prevalenza operatori argentini. Dasegnalare una grande componente di pub-blico generico e di curiosi, in particolare ilterzo giorno (Festa della bandiera), le pochevisite dai paesi limitrofi e gli scarsi nuovicontatti: nell’attuale quadro legislativo lo-cale è indubbia la difficoltà a trovare nuoviclienti nel paese, nonostante, secondo lestatistiche di Caip, una quota di importcopra ancora solo il 51% del fabbisogno in-terno e vi sia un utilizzo ancora limitato dimaterie plastiche che nel 2011 ha comun-que superato 1,35 milioni di tonnellate(contro 1,32 nel 2010), pari a un consumoprocapite di circa 43 kg (42,4 nel 2010).

Gli scambi commerciali con l'ItaliaL’edizione 2012 della mostra è stata senzadubbio condizionata dalla generale incer-

tezza dell’import/export argentino a seguitodei provvedimenti varati recentemente nelpaese, che stanno provocando una rapidacontrazione delle importazioni. L'inter-scambio con l'Italia ben rappresenta la po-litica commerciale argentina tesa aincrementare l'industria nazionale, sosti-tuendo nel tempo i prodotti importati conquelli locali, ampliando le esportazioni e af-fiancando alle tradizionali materie prime iprodotti industriali a più alto valore ag-giunto.Nel 2011 gli acquisti dall’Italia hanno co-munque registrato un incremento del14,3%, mentre le esportazioni verso il no-stro paese hanno marcato un aumento del27,7%. Beni strumentali e parti di ricambioe componentistica rappresentano rispetti-vamente 35,6% e 20,7% del totale. Se siaggiungono i “beni intermedi” (destinati asuccessive fasi di lavorazione) si rileva cheoltre l'87% delle nostre esportazioni è de-stinato a migliorare e a incrementare l'in-dustria nazionale argentina. Nel 2011,l’export italiano di macchine e stampi permaterie plastiche e gomma verso l’Argen-tina è comunque cresciuto del 6,4% ri-spetto al 2010, raggiungendo un valore dicirca 33,5 milioni di euro, di poco inferioreall’export settoriale cinese.Alla luce di questa situazione, molteaziende, italiane e non, hanno partecipatoad Argenplas 2012 per mantenere i rap-porti con clienti già acquisiti, piuttosto cheper ricercare nuovi contatti, anche se al-cune si sono dimostrate ottimiste su unapossibile prossima cancellazione dellenorme protezioniste attualmente in vigore.

Buenos Aires in chiaroscuro

La politica protezionista condiziona Argenplas

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87macplas330EEsposizioni e fiere

19-21 settembre - Asiamold (Guangzhou, Cina)19-21 settembre - N Plas (Tokyo, Giappone)19-22 settembre - Sistep Midest (Casablanca, Marocco)21-25 settembre - Taipeiplas (Taipei, Taiwan) 24-27 settembre - Plast Alger (Algeri, Algeria) 25-26 settembre - Mediplas (Birmingham, Regno Unito) 1-5 ottobre - Colombiaplast (Santa Fè de Bogotà, Colombia) 3-6 ottobre - Expoplast (Bucarest, Romania) 5-8 ottobre - Indplas (Kolkata, India) 6-8 ottobre - PPP Expo Kenya (Nairobi, Kenya)7-10 ottobre - Plastexpo (Rajkot, India)8-10 ottobre - International Jordan Plast (Amman, Giordania) 10-13 ottobre - Plastics & Rubber Indonesia (Jakarta, Indonesia)10-13 ottobre - Plastics Philippines (Manila, Filippine)15-16 ottobre - China Tire Expo (Beijing, Cina)16-18 ottobre - Plasto Ispack (Tel Aviv, Israele) 16-20 ottobre - Fakuma (Friedrichshafen, Germania) 18-20 ottobre - China Injection Moulding (Tianjin, Cina) 23-26 ottobre - Plastics Industry Show (Mosca, Russia) 24-27 ottobre - Vietnam Plas (HoChiMinh, Vietnam) 30 ottobre-2 novembre - Plastex Siberia (Novosibirsk, Russia) 31 ottobre-2 novembre - Plastex Ukraine (Kiev, Ucraina) 7-9 novembre - JEC Americas (Boston, Stati Uniti) 9-11 ottobre - Brityrex (Manchester, Regno Unito) 14-15 novembre - Expoplast (Montreal, Canada) 14-16 novembre - Rubbertech (Shanghai, Cina)

14-17 novembre - DMP - Dongguan Intl. Mould, Metalwor-king Plastics, Packaging & Rubber (Dongguan, Cina) 15-17 novembre - Central Asia Plast (Almaty, Kazakhstan) 17-20 novembre - Nile Plast (Khartoum, Sudan) 27-30 novembre - Euromold (Francoforte, Germania) 28 novembre-2 dicembre - Saurashtra Plast (Rajkot, India) 29 novembre-2 dicembre - Plast Eurasia Istanbul (Istanbul,Turchia) 13-16 dicembre - Bakumach (Baku, Azerbaijan)

2013

3-6 gennaio - Plexpoindia (Ahmedabad, India) 7-10 gennaio - Arabplast (Dubai, Emirati Arabi Uniti) 22-24 gennaio - India Rubber Expo (Mumbai, India)23-26 gennaio - IPF - Dhaka Plas Print Pack Fair (Dhaka, Ban-gladesh) 29 gennaio-1 febbraio - Interplastica (Mosca, Russia) 8-10 marzo - 3P (Plas, Print, Pack) (Lahore, Pakistan) 12-15 marzo - Propak Africa (Johannesburg, Sudafrica) 12-15 marzo - Plastimagen (Città del Messico, Messico) 12-16 marzo - Koplas (Seoul, Corea Del Sud) 3-6 aprile - Tiprex (Bangkok, Tailandia) 10-11 aprile - Plastteknik (Malmö, Svezia) 10-12 aprile - Plastic Japan (Tokyo, Giappone) 11-14 aprile - Plastech (Izmir, Turchia)25-27 aprile - Poly India (Chennai, India) 8-11 maggio - Plastpol (Kielce, Polonia)

Plast Eurasia 2012

Appuntamento a IstanbulOrganizzata da Tuyap in collaborazione con Pagev (Turkish Pla-stics Industry Association) e giunta alla sua 22ª edizione, PlastEurasia 2012 si terrà dal 29 novembre al 2 dicembre 2012presso il polo fieristico Tuyap di Istanbul, Turchia. Il successo della precedente edizione del 2011 ha riportato lamostra ai livelli pre-crisi in termini di spazio espositivo prenotatoe di visitatori registrati, con un conseguente aumento dell’inte-resse da parte degli operatori del settore verso l’evento esposi-tivo. Il settore materie plastiche e gomma in Turchia gode di unacerta solidità e rimane un importante riferimento in quanto areageografica di snodo fra i mercati europei e mediorientali. La fiera di quest’anno occuperà 10 padiglioni con 80 mila metriquadrati di superficie espositiva, dove saranno presenti oltre1000 aziende e rappresentanti di società provenienti da oltre 50paesi. Accanto a importanti imprese locali e internazionali delsettore, avranno anche ampio spazio le piccole e medie impreseche rappresentano una grande fetta del fatturato del settore. Se-condo le stime di Pagev, le aziende espositrici avranno l'oppor-tunità di presentare tutte le loro novità a oltre 40 mila visitatoriprofessionisti provenienti da tutto il mondo. La segreteria Assocomaplast parteciperà a Plast Eurasia 2012con uno stand informativo dove verrà distribuito materiale divul-gativo sui propri associati e sulle varie iniziative volte alla pro-mozione del “made in Italy” settoriale nel mondo. Le positiveopinioni raccolte presso gli espositori italiani durante l’edizioneprecedente della manifestazione turca confermano la vitalità del-l’industria della trasformazione locale che vede crescenti inve-

stimenti in macchinari, passando da circa 510 milioni di euro nel2010 a circa 705 milioni nel 2011. A testimonianza di ciò sono le statistiche inerenti l’import di mac-chinari per materie plastiche e gomma turche dai maggiori paesidi riferimento che, in alcuni casi, hanno visto aumentare il vo-lume delle esporta-zioni di questi ultimiverso il territorioturco, come Ger-mania, Svizzera,Francia, Cina e Tai-wan, per citare ipiù eclatanti. L’Italia si posizionaal terzo posto, rico-prendo il 14% circadel mercato locale,dietro a Cina e Ger-mania. La Turchia,con una quota del3,96% sul totale, occupa il 7° posto nella graduatoria dell’exportitaliano 2011 di macchine per materie plastiche e gomma.

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Dal 24 al 28 giugno 2012, nella cornice delPalazzo del Cinema al Lido di Venezia, si ètenuta la 15a edizione della Conferenza Eu-ropea sui Materiali Compositi (ECCM15),organizzata dal Dipartimento di Tecnica eGestione dei sistemi industriali dell’Univer-sità di Padova (sede di Vicenza) e da VenetoNanotech. A presiedere la manifestazioneè stato chiamato Marino Quaresimin (Uni-versità di Padova), supportato dai vicepre-sidenti Valter Carvelli (Politecnico diMilano), Alessandro Pegoretti (Università diTrento), Nicola Trevisan (Veneto Nanotech) eda Michele Zappalorto (Università di Pa-dova), il quale ha coordinato il comitato or-ganizzatore.

ECCM15 ha riscosso un notevole interessea livello mondiale con oltre 1500 parteci-panti provenienti da più di 60 paesi. Le pre-senze più significative sono relative aFrancia (172 partecipanti), Germania (148),Regno Unito (143), Italia (124), Giappone(104), Spagna (75), Stati Uniti (74), Corea(57). La forte partecipazione non europea èstata possibile anche grazie al patrocinio eal supporto alla manifestazione da parte di26 associazioni tecnico-scientifiche di tuttoil mondo. Questi numeri annoveranol’evento tra i maggiori nel settore dei com-positi.Il programma scientifico ha raccolto oltre2000 sommari tra i quali sono stati sele-

zionati circa 980 contributi orali e oltre 330presentazioni poster. L’accurata selezionedei lavori ha consentito al Comitato Scien-tifico la predisposizione di un programmadi alto livello in grado di coprire pressochétutte le aree relative allo sviluppo di com-ponenti in materiale composito: formula-zione e produzione dei materiali, nuovetecnologie di produzione, ricerca e sviluppoavanzata, progettazione di componenti eapplicazioni convenzionali e avanzate. Ilprogramma è stato articolato in 58 sessionitematiche con lavori a invito, coordinate daesperti di fama internazionale, e 75 ses-sioni generali, sviluppate sulla base deitemi caratteristici della conferenza.

I temi trattatiAlcune sessioni tematiche hanno di fattorappresentato, per numero di contributi epartecipazione, dei miniconvegni all'internodella conferenza. Vanno a questo propositoricordate: la sessione sulla risposta al fuocodei compositi polimerici, intitolata a DanielaTabuani (Proplast) recentemente scom-parsa, le sessioni sui compositi per appli-cazioni automobilistiche e a fibra corta, lesessioni sui compositi naturali e da fontirinnovabili, le sessioni sulle applicazioni deinanocompositi e la meccanica dei nano-compositi, la sessione sull'utilizzo dei com-positi strutturali per "energy storage" e,infine, le sessioni sulla meccanica del dan-neggiamento, la resistenza all'impatto, legiunzioni strutturali e sui rinforzi tessuti tri-dimensionali. A completare il programma scientifico

ECCM15in cifre

Conferenza sui compositi

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La Lamborghini Aventador esposta durante la 15a edizione della Conferenza Europea sui Materiali Compositi

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hanno sicuramente contribuito le 4 plenary lecture e le 8 keynotepresentate da esperti mondiali provenienti dal mondo accademicoe industrialeNella lettura plenaria di apertura, Ramesh Talreja (Texas A&M Uni-versity, Stati Uniti) ha illustrato una nuova filosofia di progetta-

zione adatta a considerare la presenza dei difetti derivanti dalprocesso produttivo. Karl Schulte (TUHH-Germania) ha quindi pre-sentato una panoramica sulle applicazioni dei nanocompositicome matrici per compositi strutturali. La terza lettura plenaria, diMasaki Hojo dell'Università di Kyoto (Giappone), ha evidenziato glieffetti dei meccanismi di danno sulla resistenza alla delamina-zione. Infine, Stefan Klaus Nothdurtfer, responsabile del settoreIngegneria della società Automobili Lamborghini, ha illustrato ilprocesso di sviluppo della nuova Lamborghini Aventador, espostaall'interno del Palazzo del Cinema.Otto keynote lecture hanno invece analizzato l'impatto dei com-positi nel mondo dei trasporti e dell'aeronautica, con il punto divista di Boeing, Airbus e del CNR, e le molteplici applicazioni deinanocompositi (nanotubi di carbonio, nanofibre e grafene) conspeaker di livello internazionale quali Morinobu Endo della Shin-shu University (Giappone), uno degli scopritori dei nanotubi di car-bonio.Tra gli obiettivi primari di ECCM15, rispetto alle edizioni prece-denti, c'era sicuramente il potenziamento dello scambio culturalee dell'interazione tra il mondo della ricerca e quello industriale,per stimolare e supportare l'innovazione in questo settore. L'obiet-tivo è stato raggiunto, come confermato dal significativo supportodelle aziende alla manifestazione e la nutrita presenza nell'areaespositiva, ma anche, e soprattutto, dal contributo attivo da partedel personale di numerose e importanti società del settore, quali:Alenia, Airbus, BMW, Boeing, CRF, Cira, Dallara, Diab, Eads, Eu-rocopter, Lamborghini, Rolls-Royce e molte altre.

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Un momento della sessione di apertura di ECCM 15

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Convegni e congressiAustralia7-10 ottobre - Cairns: International Symposium on Biopoly-mers (Simposio internazionale sui biopolimeri)

Emirati Arabi Uniti15-17 ottobre - Dubai: Dubai Plast Pro (Congresso sulla tra-sformazione delle materie plastiche)12-14 novembre - Dubai: Flexible Packaging Middle East (Im-ballaggio flessibile in Medio Oriente)

Francia30 settembre - 2 ottobre - Lione: Armo 2012 (Conferenza in-ternazionale sullo stampaggio rotazionale)

Germania20-21 settembre - Wiesbaden: Polytalk26-27 settembre - Aquisgrana: AddCom - Additives and Com-pounding8-9 ottobre - Düsseldorf: Composites Europe (Plastici rinfor-zati e compositi)9-11 ottobre - Dresda: Materie plastiche in elettronica10-11 ottobre - Essen: Carbon Dioxide as Feedstock for Che-micals and Polymers (anidride carbonica come materia primaper la chimica e i polimeri)16-18 ottobre - Colonia: Multilayer Packaging Films (Film mul-tistrato per imballaggio)23-25 ottobre - Colonia: Polyolefin Additives (Additivi per po-liolefine)29-30 ottobre - Brema: International Conference and Exhibi-tion on Thermoplastic Composites (Compositi termoplastici)

Italia15-19 ottobre - Riccione: Rubber and Rubber Products (Con-gresso ISO TC 45 - Gomma e prodotti in gomma)18-19 ottobre - Rho, Milano: Casa composita e biomaterialiper edilizia24-25 ottobre - Milano Malpensa: Film termoplastici multi-strato14-15 novembre - Rivoli: Seminario di Reologia

Regno Unito23-25 ottobre - Londra: Merl Oilfield Engineering with Poly-mers (Materiali polimerici nei giacimenti petroliferi)13-14 novembre - Londra: Pira Packaging Summit

Spagna24-26 settembre - Barcellona: Plastic Pipes (Conferenza inter-nazionale sui tubi in plastica)6-8 novembre - Madrid: Agricultural Film (Film per agricoltura)

Stati Uniti11-13 settembre - Troy: Automotive Composites Conference &Exhibition (Compositi nell’auto)19-20 settembre - Phoenix: Plastics in Photovoltaics (Materieplastiche nel fotovoltaico)23-25 settembre - Grand Rapids: SPE Thermoforming Confe-rence (Conferenza SPE sulla termoformatura)25-26 settembre - Boston: Medical Grade Polymers (Polimeriper il medicale)24-26 settembre - Atlanta: Polyurethanes Technical Confe-rence (Conferenza tecnica sui poliuretani)9-10 ottobre - Newark: Polymer Foam (Espansi polimerici)6-7 novembre - Philadelphia: Stretch & Shrink Film (Film re-traibili ed estensibili)

Riciclo dell’anidride carbonica

Polimeri alla CO2Le emissioni di anidride carbonica sono ampiamente responsa-bili dell'effetto serra e dei cambiamenti climatici in corso. La po-litica internazionale è ormai da tempo impegnata nel ridurlesensibilmente. Ultimamente sono state realizzate molteplici ini-ziative che hanno esplorato modalità di rimozione sotterraneadell'anidride carbonica dalle centrali, prevenendone la fuoriuscitanell'atmosfera. Di primo acchito l'utilizzo di molecole impoveritedi energia e inerti sembrerebbe un paradosso. Tuttavia, negli ul-timi anni, la ricerca ha fatto progressi fino a proporre innovativetecnologie per il riciclo dell'anidride carbonica e per il suo uti-lizzo nella produzione di composti chimici e materie plastiche.Il 10 e 11 ottobre 2012 a Essen (Germania) avrà luogo la confe-renza “Carbon Dioxide as Feedstock for Polymers and Fuels” or-ganizzata da Nova Institut e patrocinata dal Ministero perl'Innovazione, la Scienza, la Ricerca e la Tecnologia dello Stato delNord Reno-Westfalia.All’evento saranno presenti aziende provenienti da Germania(Basf, Bayer, Dechema, Evonik, Linde, Brain), Nuova Zelanda(LanzaTech), Paesi Bassi (DSM, ECN), Norvegia (Norner), Coreadel Sud (SK Innovation) e Stati Uniti (Empower Materials e Novo-mer), i cui esponenti prenderanno parte alla conferenza in qua-lità di relatori. Sono attesi oltre 400 partecipanti.

Vista la sempre maggioreimportanza e l'attualitàdella sostenibilità am-bientale, l'evento si con-centra sull'ampio po-tenziale applicativo del-l'anidride carbonica,che ha tra gli altri scopianche quello di creareun'economia semprepiù sostenibile. Tragli obiettivi dellaconferenza c’è sen-z’altro anche quel-lo di potenziare l’interazione tramondo della ri-cerca e mondoindustriale persupportare l’in-novazione inun momentocosì difficileper l’econo-mia globale.

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