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mac las RIVISTA BIMESTRALE PER L’INDUSTRIA DELLE MATERIE PLASTICHE E DELLA GOMMA EDITRICE: PROMAPLAST SRL - CENTRO DIREZIONALE MILANOFIORI - PALAZZO F/3 - 20090 ASSAGO (MILANO) Automazione e stampaggio a iniezione Congiuntura chimica Differenziata in Italia Ecocompositi polimerici biodegradabili Produzione di articoli medicali Progettare con le materie plastiche primo piano ISSN 0394-3453 anno 36 numero 324 agosto - settembre 2011 agosto - settembre 2011 mac las p 324

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Automazione e stampaggioa iniezione 11Sinergie associative e difesadell’immagine 19Beni strumentali in assemblea 20Piattaforma India 20Efficienza energetica 21Mercato dell’usato 21Congiuntura chimica 23Corsi e seminari 24Stampaggio in negativo 25

PVC in Italia 25Mercato nordamericano 26Poliuretani termoplastici 28Birra e PET 28Mercato del... tubo 28

Notiziario UNIPLAST 95Normativa tecnica 98Biblioteca tecnica 100Notiziario SPE ITALIA 101Esposizioni e fiere 105Grande panoramica 105Convegni e congressi 106

Notiziario ASSORIMAP 33Svolta ecologica? 34Pneumatici fuori uso 35Raccolta europea 35Biodegradabili globali 36Politiche sostenibili 36Differenziata in Italia 39Biorivestimento 40Dai rifiuti al design 41Uniti per i compositi 41Sempre più naturali 42

Rinascita felice 42Residui accettabili 42Limiti del riciclato 43Ecocompositi polimerici biodegradabili 44

Progettare con le materie plastiche 75Giornata rotazionale 78Fantasma all’asta 78Telo antisabbia 79Come nuove 79Spettacolo al museo 80Mappatura polare 80Incollaggi difficili 80Condotti soffiati 81Impatto delle nanoparticelle 81Questioni tecniche 81

PVChic! 82Aromatico nell’auto 84Fotovoltaico integrato 84Rivestimento sulle Dolomiti 85Doppia novità 86Nidi d’ape nei tubi 86Flessibile in edilizia 86Ricerca accademica 88Gusto dell’avventura 89Tra le nuvole 89Notiziario dei compositi 90

Produzione di articoli medicali 51Senza essiccazione 57Laser in trasparenza 57Guarnizioni per vasetti 58Lastre isolanti 59Barilotto per birra 59Pompe per membrane 60Simposio sui tubi 60Miscelazione per WPC 61Pannelli per prefabbricati 61Valvole rotanti 62Corrugatore gigante 62Estrusione in mare 63Scatole di spessore 63Sensori ecologici 63

Iniezione multipla 64Deumidificazione migliorata 64Spessore e adesione 64Taglio in macchina 65Filatura diretta 66Bottiglie soffiate 66Piattaforma per tappi 69Freddo sostenibile 69Frigoriferi isolati 70Torpedo per tubi 70Testa da 3 metri 70

marketing

macchine e attrezzature

rubriche e varie

plastica e ambiente

materiali e applicazioni

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mac lasprivista bimestrale

agosto - settembre 2011

direttoreGino Delvecchio

redazioneLuca Mei - Girolamo Dagostino

pubblicitàGiuseppe Augello

segreteria di redazioneVeronica Zucchi

servizio lettori e abbonatiGiampiero Zazzaro

amministrazioneAlessandro Cerizza

comitato di direzioneGiorgio Colombo - Alessandro Grassi

Riccardo Castello - Mauro DrappoGiuseppe Lesce

editorePromaplast srl

20090 Assago (Milano)tel. 02 82283736 - fax 02 57512490

www.macplas.ite-mail: [email protected]

registrazione pressoTribunale di Milano

N. 68 del 13-2-1976iscrizione presso Ufficio NazionaleStampa n. 4620 del 24-5-1994

direttore responsabileClaudio Celata

impaginazione e prestampaUmberto Perugini Associati (Desio)

stampaEditrice L’Ammonitore (Varese)

inoltro postaleTipleco (Piacenza)

PREZZO COPIA: 5 EURO

La direzione della rivista declinaogni responsabilità per

quanto riguarda l’attendibilitàdegli articoli e delle noteredazionali di fonte varia.

inserzionisti

sponsor istituzionali

30 ASSOCOMAPLAST www.assocomaplast.org43 AUTOMATIK PLASTICS www.automatikgroup.com

110 BANDERA www.luigibandera.com50 BAUSANO www.bausano.it93 BFM www.bfm.it3 BREVETTI ANGELA www.brevettiangela.com4 CESAP www.cesap.com

45 COLINES www.colines.it31 DOLCI EXTRUSION www.dolciextrusion.it

104 ECCM www.eccm15.org48 ELBA www.elba-spa.it85 ELECTRONIC SYSTEMS www.electronicsystems.it6 EUROCHILLER www.eurochiller.com

22 EUROMAP www.euromap.org109 FAINPLAST www.fainplast.com103 FAKUMA www.fakuma-messe.de32 FESTO www.festo.com68 FILIPPINI & PAGANINI www.filippinipaganini.com56 GEFRAN www.gefran.com36 GP PIAZZON www.gpdipiazzon.it89 GRAFE www.grafe.com73 GREEN BOX www.greenbox.it31 IMS DELTAMATIC www.imsdeltamatic.com71 MACRO ENGINEERING www.macroeng.com58 MATEX VARESE www.matexvarese.com72 MB LAVORAZIONI MECCANICHE www.mbconveyors.com8 MECCANOPLASTICA www.meccanoplastica.com

79 MERO www.mero.it10 MORETTO www.moretto.com49 NEGRI BOSSI www.negribossi.com18 PERSICO www.persico.com2 PLAST 2012 www.plastonline.org

107 PLASTEURASIA www.plasteurasia.com94 PLASTIC SYSTEMS www.plasticsystems.it

108 POPULAR PLASTICS ………………………..69 PRESMA www.presma.it41 PUBLIAMBIENTE www.publiambiente.it48 REG MAC www.regmac.com65 RIPRESS www.ripress.it99 ROMI ITALIA www.romi.com.br67 SALDOFLEX www.saldoflex.it7 SELLA www.sella-srl.it

61 SIMO www.simoweb.it74 SOLVIN www.solvinpvc.com38 SOREMA www.sorema.it17 STAR AUTOMATION EUROPE www.star-europe.com47 TECNOVA www.tecnova-srl.it

104 TERMOSTAMPI www.termostampi.it29 TORNINOVA www.torninova.com32 TRIA www.triaplastics.com77 ULTRAPURGE www.ultrapurge.com92 VELOX www.velox.com37 WERNER KOCH www.koch-technik.de27 ZAMBELLO RIDUTTORI www.zambello.it

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AssocomaplastASSOCIAZIONE NAZIONALECOSTRUTTORI DI MACCHINE ESTAMPI PER MATERIE PLASTICHEE GOMMA

ASSORIMAPASSOCIAZIONE NAZIONALERICICLATORI E RIGENERATORIMATERIE PLASTICHE

AIPEASSOCIAZIONE ITALIANAPOLISTIRENE ESPANSO

IIPISTITUTO ITALIANODEI PLASTICI

UNIPLASTENTE ITALIANO

DI UNIFICAZIONE DELLEMATERIE PLASTICHE

UNIONPLASTFEDERAZIONEGOMMA PLASTICA

SPE ITALIASOCIETY OFPLASTICSENGINEERS

CIPADCOUNCIL OFINTERNATIONAL PLASTICSASSOCIATIONS DIRECTORS

Testata volontariamente sottopostaa certificazione di tiratura e diffusionein conformità al regolamento

Per il periodo 1/1/2010 - 31/12/2010Tiratura media n° 8.151 copieDiffusione media n° 8.067 copieCertificato CSST n° 2010.2112 del 28/2/2011Società di revisione: METODO

ASSOCIATO AUNIONE STAMPAPERIODICA ITALIANA

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Spunti di attenzione...

Primo pianoIn questo numero il “giro di opinioni” - checome al solito apre la rivista - analizza ilrapporto attuale tra i sistemi di automa-zione e lo stampaggio a iniezione, cer-cando inoltre di ipotizzarne gli sviluppifuturi, attraverso una serie di domandeposte ai portavoce dei costruttori dipresse, robot e manipolatori e ai trasfor-matori loro clienti.Nella stessa rubrica del marketing trovaquindi spazio un’intervista al neo-presi-dente di PlasticsEurope Itala e, successi-vamente, vengono riportati i risultati e leprevisioni del panel congiunturale seme-strale elaborato da Federchimica. Infinevengono raccolti in un unico articolo ag-giornamenti di fonte varia riguardanti l’an-damento dell’industria delle materieplastiche in Nordamerica.Nella sezione plastica e ambiente, oltre alNotiziario Assorimap, viene proposta unacarrellata di notizie relative a eventi e ini-ziative legati alla promozione della rac-colta differenziata di scarti e rifiuti in Italia,ovviamente con particolare riguardo aquelli plastici. Chiude la rubrica la secondae conclusiva puntata di un articolo di fonteaccademica sugli eco-compositi polime-rici biodegradabili.In apertura della rubrica riservata a mac-chine e attrezzature viene pubblicata unarassegna dedicata ad alcune tecnologie ditrasformazione per la produzione di arti-coli medicali in plastica. Nella rubrica ma-teriali e applicazioni, oltre alla quintapuntata della serie di articoli dedicati allaprogettazione di manufatti in materiali pla-stici, troviamo un articolo sul variegato im-piego dei materiali sintetici (PVC inparticolare) negli accessori d’abbiglia-mento in voga questa estate. Come diconsueto, questa rubrica si chiude con ilNotiziario dei Compositi, nel quale vienetra l’altro pubblicata un’intervista aldirettore del consorzio napoletano ALI(Aerospace Laboratory for InnovativeComponents).

Il primo semestre 2011 - secondo le elaborazioni statistiche di Assoco-maplast - ha registrato un brillante andamento dell’export italiano di mac-chine e attrezzature per materie plastiche e gomma, con un incrementodel 22% rispetto ai primi sei mesi del 2010, per un valore di oltre 1.110milioni di euro, che porta alla previsione di un totale di almeno 2.300 nel-l’arco dell’intero anno in corso. Le importazioni per contro, a fronte di unabrusca frenata proprio a giugno, hanno registrato un calo medio del 4%,facendo salire fino a oltre 835 milioni il saldo positivo di settore.Tra le principali tipologie di macchine risulta ancora una volta significativoil sostegno alle vendite all'estero dato dagli estrusori, che rappresentanol'11% sul totale (quasi 120 milioni di euro) e hanno registrato un incre-mento del 17%. Ancora più consistente il recupero delle macchine a inie-zione, il cui fatturato all'export sfiora 54 milioni di euro (4,8% sul totale),contro i 35 di un anno fa.Uno sguardo alle macro-aree di destinazione dell’export rivela che sono leAmeriche (soprattutto il quadrante meridionale) e l'Estremo Oriente a re-gistrare il trend migliore: infatti le vendite verso il Nuovo Mondo sono me-diamente aumentate del 3% mentre quelle verso il Far East hannoregistrato una progressione del 7%, soprattutto grazie alla Cina. Questomercato occupa il terzo posto nella classifica delle principali destinazionidell'export settoriale italiano nel primo semestre, con una quota del 6,2%sul totale, in aumento del 24% sul gennaio-giugno 2010.Le esportazioni a livello europeo risultano in sensibile crescita, con un si-gnificativo incremento del 30% in ambito UE, anche se il trend risulta me-diamente più piatto a livello dell'ultimo triennio. Il Vicino-Medio Oriente,evidentemente anche a causa dell'instabile situazione socio-politica venu-tasi a creare negli ultimi mesi, mostra un segno negativo sia rispetto a unanno fa (-5%) sia a livello di media triennale (-20%).Al vertice della graduatoria dei singoli paesi di destinazione troviamo, nel-l’ordine, Germania (con una quota del 15% circa del totale), Francia, Cina,Stati Uniti e CSI, tutti mercati che ormai da anni assorbono oltre un terzodel totale esportato e che hanno messo a segno aumenti a due cifre ri-spetto al primo semestre 2010.

Evento artistico visionario senza pari al mondo, organizzato dal ministerofrancese della cultura e comunicazione, ogni anno Monumenta offre a variartisti di fama mondiale l’opportunità di presentare una nuova opera nelmonumentale spazio del Grand Palais di Parigi. Quest’anno gran parte diquesta storica mostra è occupato dall’enorme e spettacolare Leviathan diAnish Kapoor, il quale - dopo la sensazionale scultura Marsyas ispirata allamitologia greca, esposta nel 2002 alla Tate Gallery di Londra - si è cimen-tato con un nuovo lavoro d’ispirazione biblica.La struttura rosso-sangue, costituita da pannelli di materiale compositotessile (fibre di poliestere rivestite con resina di PVC appositamente for-mulata), è stata realizzata dal produttore francese Serge Ferrari mediantela tecnologia di pre-compressione.Una proprietà chiave del materiale è l’eccellente ritorno elastico, che gliconsente di mantenere la forma anche quando è soggetto a qualsiasi tipodi tensione in zone diverse, come nel caso del Leviathan. Grazie alla pre-compressione tutti gli stress sono completamente “assorbiti” senza doverricorrere a rinforzi metallici per assicurare la necessaria rigidità.La scultura è costituita da 4 sezioni separate, ognuna con una superficietra 3.000 e 4.000 m2, realizzate in fabbrica e in seguito saldate sul luogodell’esposizione, dove il Leviathan è stato poi gonfiato nel giro di un paiod’ore. Lo sgonfiamento richiede diverse ore per evitare ai visitatori il rischiodi rimanere intrappolati all’interno del mostro biblico nel caso di mancatatenuta delle saldature.

Ancora a gonfie vele

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Opinioni a confronto

Dispositivi di manipolazione e robot sonoattrezzature ormai comunemente utiliz-zate in qualsiasi attività industriale e nelsettore delle materie plastiche lo stam-paggio a iniezione è quello che, tra i me-todi di trasformazione, fa di gran lungamaggiore riscorso al loro ausilio. Risultapertanto evidente lo stretto rapporto chelega i costruttori di macchine a iniezione,quelli di manipolatori e robot e gli utiliz-zatori delle une e degli altri. In un mo-derno reparto di stampaggio a iniezione,

per esempio, il posizionamento di insertie la rimozione dei pezzi effettuati ma-nualmente rappresentano oggi l’ecce-zione piuttosto che la regola e lo stesso sipuò dire per l’alimentazione degli articolistampati alle stazioni di finitura.Tuttavia va precisato che l’obiettivo pri-mario di un sistema di automazione nonè quello di abbattere i costi di produzione,quanto piuttosto rendere il processo piùefficiente e assicurare la qualità del pro-dotto finito, prerequisiti imprescindibili

per una moderna attività manifatturiera.Dispositivi di manipolazione e robot, in-fatti, operano a velocità estremamenteelevate e a ritmi e regimi perfettamenteriproducibili praticamente senza solu-zione di continuità. Inoltre, lo stretto le-game di cui si è detto sopra ha portatomolti costruttori di macchine a iniezionea fornire, se non addirittura a realizzare,anche i relativi sistemi di automazione,dal semplice dispositivo di manipolazioneall’isola produttiva completa di stazionidi finitura specifiche per ciascun pro-dotto.Per comprendere meglio la natura del le-game che unisce automazione e stam-paggio a iniezione e quali potrebberoessere gli sviluppi dello stato dell’arte sucui esso si fonda abbiamo rivolto qual-che domanda tanto ad alcuni costruttoridi presse a iniezione e di manipolatori erobot quanto ad aziende trasformatriciche utilizzano tali macchine e attrezza-ture. Lasciamo quindi la parola ai loroportavoce, ringraziandoli per la disponi-bilità dimostrata.

L’opinione dei costruttori…Abbiamo dapprima chiesto ai costruttori dimacchine a iniezione e sistemi di manipo-lazione e robot come può essere definito,allo stato attuale, il livello di diffusione equali siano le prospettive, in Italia e neiprincipali paesi industrializzati, dei sistemidi automazione nel processo di stampag-gio a iniezione, loro principale utilizzatore.

Nel contesto dei paesi industrializzati, Gil-berto Petocchi (Romi Italia) ritiene che inItalia si sia registrato un basso tenore di dif-fusione dell’automazione nel settore stam-paggio a iniezione, principalmente perchéil tessuto industriale nostrano di questocomparto è composto da migliaia di piccoleaziende terziste che non possono ipotizzareinvestimenti di rilievo. Il fattore primario peril ritorno dell’investimento in tempi accet-tabili è rappresentato da un elevato valorenumerico della produzione di articoli, pos-sibilmente inseriti in un sistema di assem-blaggio o ciclo applicativo con controllo diqualità.In sintesi, l’automazione in generale è in-trodotta principalmente in aziende di livellomedio-alto con un prodotto proprietario chericerca un percorso di sviluppo legato allaproduttività e alla qualità imposta dalla con-correnza e dal mercato. L’automazione,

seppure sia la risposta, presenta un’elevataincidenza gestionale e un alto valore d’in-vestimento, portando le aziende, nellamaggiore parte dei casi, ad adottare unciclo produttivo manuale o con l’impiego diun semplice robot cartesiano in versione“pick-and-place”, senza spingersi a intro-durre sistemi più complessi e sofisticati.

Una quindicina di anni fa - ricorda LucioStrappazzon (Star Automation Europe) -secondo un’indagine aziendale solo il 10%delle macchine a iniezione installate era do-tato di robot per la manipolazione dei pro-dotti stampati. Di anno in anno questapercentuale è cresciuta significativamenteper giungere ai valori del 2011, che por-tano a pensareche almeno il40% delle pressesia attrezzato conrobot. A questopunto c’è da do-mandarsi perchésolo il 40% dellemacchine a inie-zione richiede unrobot. In buonasostanza si puòaffermare che neiprincipali paesiindustrializzati le

presse destinate alla produzione di imbal-laggi, componenti per automobili ed elet-trodomestici e buona parte degli articolicasalinghi risultano al 100% da attrezzarecon robot fin dalla loro messa in funzione.Il 60% risulta ancora sprovvisto di robot, infunzione della destinazione produttiva e dialtri vari fattori.Se infatti si analizzano le macchine esistentie quelle ogni anno vendute per il micro-stampaggio o la produzione di capsule, ar-ticoli medicali e cosmetici, piuttosto che lepresse di piccolo tonnellaggio in genere(oltre a una ridotta percentuale destinataalla produzione di articoli “poveri”, comecassette monouso per ortofrutta, vasi pervivai ecc.), si comprende il perché della

Automazionee stampaggio

a iniezione

STAR AUTOMATION

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suddetta parziale copertura da parte deirobot. Tali percentuali andrebbero ulterior-mente corrette se si confronta il numero dipresse piccole con quelle di medie e grandidimensioni vendute ogni anno: le primesono sempre molte e per lo più non richie-dono robot.Le prospettive in Italia e all'estero sono tut-tora in crescita, poiché la tendenza rimanel'automazione della pressa allo scopo di ri-durne i costi di produzione e incrementarneaffidabilità, qualità e stabilità produttiva. Perquanto concerne il numero di presse at-trezzate con robot, in riferimento alle pressedi medio e grande tonnellaggio, e quindi diinteresse per il produttore di robot, si puòaffermare che nei paesi industrializzati si èvicini al 70%.

Il livello di automazione per DomenicoGhilardi (Gaiotto Automation) è piuttostobasso e, comunque, limitato ad alcune pre-cise funzioni quali prelievo e scarico arti-coli, caricamento degli inserti e piccolelavorazioni come il taglio delle materozze.Molto rare sono le automazioni che si spin-gono a eseguire operazioni di montaggio oconfezionamento in automatico.

In questi ultimi anni, l’utilizzo dei robot diasservimento pressa hanno avuto una no-tevole diffusione, diminuendo in modo so-stanziale i tempi di produzione, esordisceFausto Niccoli (Irobi). Le prospettive fu-ture per i paesi più industrializzati non sono

delle più rosee, princi-palmente come conse-guenza di un calodrastico dei consumi,un aumento considere-vole dei prezzi dellematerie prime e deltrasferimento di deter-minate lavorazioni inpaesi in cui la manodo-pera è più economica enon regolamentata.

Per Paolo Badialetti(TecnoMatic) i sistemidi automazione, conrobot integrati o costituiti solamente daquelli installati sulle presse a iniezione,sono sempre più diffusi in quanto consen-tono sia di ridurre l’incidenza della mano-dopera sul costo dei manufatti prodotti siadi ottenere un livello qualitativo e una ripe-tibilità che il lavoro manuale non può assi-curare.Incrementando il livello dell’automazione,anche i paesi dove il costo del lavoro è piùelevato possono cercare di fronteggiarel’agguerrita competitività di quelli emer-genti. L’automazione consente, inoltre, diutilizzare processi produttivi innovativi im-possibili da svolgere manualmente (sipensi, per esempio, alla IML nel settorepackaging.). In sintesi, ci sono buone pro-spettive per questo settore sia in Italia sia,soprattutto, all’estero, dove in questo mo-

mento si registra una mag-giore, per così dire, euforia.

Abbiamo poi provato a in-dividuare quale ruolo sisono conquistati rispetti-vamente i robot antropo-morfi e i manipolatorimontati sulle presse in Italia e all’estero e quali motivazioni tecniche edeconomiche possono spin-gere all’adozione degli unipiuttosto che degli altri.

I clienti che hanno avuto lapossibilità di provare en-trambe le soluzioni tecni-che hanno riscontrato -secondo Gilberto Petocchi- che i robot cartesiani ri-sultano più semplici da uti-lizzare, essendo forniti diun’interfaccia utente intui-tiva e semplice, più velociin operazioni di pick-and-place nello stampo e gene-ralmente meno costosi, mapresentano alcune limita-zioni nelle operazioni fuori

pressa.Gli antropomorfi offrono potenzialità di uti-lizzo infinite e molteplici possibilità di pro-grammazione, sono più costosi, più lenti seutilizzati semplicemente per estrarre ilpezzo dallo stampo e utilizzabili in manieramolto flessibile in tutte quelle operazioni le-gate al ciclo produttivo a bordo pressa.Nello stampaggio tradizionale, quindi, ilrobot cartesiano la fa da padrone sotto ogniaspetto ma, se si deve creare un ciclo pro-duttivo, l’utilizzo del robot antropomorfo ap-pare più giustificato.

Il ruolo dei robot antropomorfi è sempre piùimportante nello stampaggio delle materieplastiche - rileva Lucio Strappazzon. Per orala loro maggiore influenza si riscontra nelleapplicazione automobilistiche, dove moltospesso sono richieste varie attività di mani-polazione supplementare a bordo pressa. Ilmanipolatore ad azionamento ibrido (elet-trico e pneumatico) è quasi scomparso avantaggio del cartesiano a 3 o più assi elet-trici.Oggi la maggior parte delle presse vieneancora servita con robot cartesiani, grazieal più rapido intervento a stampo aperto,alla semplicità d'utilizzo e al prezzo. Il com-parto degli antropomorfi cerca ogni anno diavvicinarsi a questi fattori tipici del carte-siano, ma per il momento si è portati a pen-sare che solo il 10% delle applicazionipossa premiare l'utilizzo del robot antropo-morfo rispetto a quello cartesiano per lapressa a iniezione orizzontale.

I manipolatori sono ancora oggi utilizzatipiù frequentemente dei robot antropomorfie - secondo Domenico Ghilardi - si trattasoprattutto di una questione culturale. Perapplicazioni semplici che possono essererisolte con sistemi a 3 gradi di libertàl’orientamento è per i robot cartesiani. Dovel’applicazione richiede più di 3 gradi di li-berta allora l’orientamento all’antropomorfoè sempre più frequente.Certamente fino a 3 gradi di libertà il robotcartesiano è competitivo rispetto a quello

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ROMI ITALIA

GAIOTTO AUTOMATION

GHILARDI

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antropomorfo, ma solo a partire da 4 gradidi libertà i costi diventano paragonabili, perpoi diventare favorevoli al robot antropo-morfo quando i gradi di libertà diventano 5o più. Si tratta di un discorso di sintesi nel

quale si devono tenere in considerazioneanche altri fattori come, per esempio, unamaggior facilità di utilizzo e programma-zione dei robot cartesiani, che però può es-sere superata mediante lo sviluppo diinterfacce dedicate. Ultima ma non ultima,anche la complessità dell’applicazione pesasulla scelta tecnica.

Il ruolo dei robot sia antropomorfi sia car-tesiani nell’ambito dell’asservimentopressa è indispensabile, secondo FaustoNiccoli, sebbene la scelta di uno o dell’al-tra tipologia di manipolatore sia funzionedel tipo di lavorazione che si deve effet-tuare. Il robot cartesiano è poco ingom-brante, essendo installato genericamentesopra il piano fisso della pressa, e la pro-grammazione delle quote è libera per quellidotati di motori ad assi controllati, che per-mettono manipolazioni veloci, riducendonotevolmente il tempo di produzione, e mo-vimentazioni precise per il posizionamentodegli inserti alimentati da periferiche ausi-liarie.

Il robot antropomorfo, anche se occupa unanotevole area fuori pressa e necessita dimacchine con una maggiore corsa delpiano mobile, è prevalentemente utilizzatoper avere un grado di manipolazione mag-

giormente perfor-mante, rispetto aquello cartesiano, intermini di controllodel manufatto consistemi ottici di vi-sione, sbavatura,assemblaggio ecc.

L’opinione di PaoloBadialetti è chel’utilizzo dei robotantropomorfi nellostampaggio di ma-terie plastiche ri-marrà limitato adalcune applicazioniparticolari e che non

rappresenta assolutamente un’alternativaai robot cartesiani (a parte la presenza sce-nografica nelle varie esposizioni fieristiche).Questo anche se negli ultimi tempi i prezzidei robot antropomorfi sono notevolmentescesi.Il motivo di quanto affermato risiede nelleseguenti considerazioni: il robot antropo-morfo è molto più complesso da program-mare e richiede la presenza di operatorimolto preparati; realizzare le stesse corsedi lavoro dei robot cartesiani con quelli an-tropomorfi è estremamente costoso inquanto rende necessario l’utilizzo di robotmolto grandi; le traiettorie percorse dallevarie articolazioni del robot sono meno pre-vedibili con il rischio, soprattutto in fase diavviamento, di interferenze con lo stampo ocon la pressa; attorno alla pressa sono ne-cessari maggiori spazi.L’utilizzo del robot antropomorfo è invecegiustificato quando le fasi di lavoro richie-ste sono innumerevoli o molto complesse,anche se sarebbe ugualmente preferibileun robot cartesiano per il lavoro all’interno

dello stampo e uno antropomorfo fuori dellapressa per effettuare tutte le altre fasi di la-voro. Inoltre, realizzando i movimenti di ro-tazione del polso dei robot cartesiani conmotori brushless si riduce ulteriormente ladifferenza tra le due soluzioni.

Abbiamo cercato inoltre di appurare se cisono ancora margini disponibili per mi-gliorare e completare l’automazione dellostampaggio a iniezione e in quali passaggidel processo sono eventualmente identifi-cabili.

Gilberto Petocchi crede che sicuramente,di fronte a nuovi processi produttivi e nic-chie ben definite quali, per esempio, i set-tori imballaggio e medicale, l’automazionepotrà avere ulteriori margini di sviluppo, maallo stato attuale ritiene che il settore dellostampaggio a iniezione italiano stia vivendouna fase di stallo. I principali sintomi si rin-traccerebbero in una certa apatia produt-tiva legata a un basso numero di nuoviprogetti e alla delocalizzazione produttivaall’estero da parte di molte aziende impor-tanti. Le opportunità di sviluppare nuoveapplicazione è sempre più rara.

I margini ci sono e ci saranno sempre. Èquesta l’opinione di Lucio Strappazzon, ilquale ritiene che, se non la si vedesse inquesto modo, sarebbe davvero molto pe-sante andare avanti e pensare a possibilimiglioramenti. Oggi la maggior parte delleaziende costruttrici di robot sta tentando dimigliorare i propri prodotti riducendo iltempo necessario all’estrazione degli arti-coli dallo stampo, la cosiddetta fase distampo aperto, e nel contempo diminuire iconsumi energetici in esercizio. Tutto que-sto migliorando anche l’affidabilità neltempo dell’attrezzatura, anche in conside-razione del fatto che un semplice problemasul robot oggi ferma l’intero ciclo produt-tivo.Sicuramente l’imballaggio rappresenta oggiun campo fondamentale dove i costruttori

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NICCOLI

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di robot si confrontano e propongono mi-glioramenti legati a prestazioni esasperate;la convinzione è che anche qui ci sia an-cora molto da fare in termini di affidabilità,controllo qualità (sistemi di visione integrati)e produttività reale. Al contempo l'automa-zione si estende dall'estrazione e depositodel pezzo alle post-lavorazioni un tempo acarico dell'operatore. La tendenza è sempre più quella di realiz-zare il prodotto finito e confezionarlo in au-tomatico direttamente nel reparto distampaggio. Come si può intuire, i marginidisponibili per migliorare e completare l’au-

tomazione dello stampaggio a iniezionesono tuttora molto ampi, poiché diretta-mente proporzionali all'esigenza di ridurre icosti di trasformazione e assecondare nor-mative relative a igiene e tracciabilità delprodotto.

Secondo Domenico Ghilardi, il migliora-mento e la penetrazione dell’automazionenello stampaggio a iniezione passano at-traverso standardizzazione e sviluppo tec-nologico. La standardizzazione deveestendersi a tutti gli aspetti dell’automa-zione: interfacce operatore, robot/macchina- questa in parte già risolta con le specifi-che Euromap - e meccaniche verso glistampi; linguaggi di programmazione.Per quanto riguarda lo sviluppo tecnologico,i sistemi di visione e misurazione tridimen-

sionale e lo sviluppo della sensoristica ge-nerale sono gli elementi che possono de-terminare la diffusione dei sistemi diautomazione in generale e, soprattutto, nelsettore materie plastiche proprio per la spe-cificità dei manufatti, per loro natura “vivi”,cioè dimensionalmente incostanti.

Per quanto riguarda gli sviluppi futuri del-l’automazione nello stampaggio di materieplastiche, oltre a incrementare ulterior-mente le velocità di lavoro, Paolo Badialettiritiene vincente la possibilità di renderlasempre più “user frendly”: c’è infatti sem-pre meno tempo per riattrezzare le mac-chine al variare delle produzioni e sempremeno personale qualificato disponibile.

Infine abbiamo chiesto come sono staterecepite dalle rispettive aziende e dai loroprincipali clienti la raccomandazione e lelinee guida elaborate da Assocomaplast inmateria di sicurezza dei sistemi produttivicomposti da macchine a iniezione erobot/manipolatori.

I clienti ormai hanno recepito la normativasicurezza - riferisce Gilberto Petocchi - mala richiedono e l’applicano sulle isole messein produzione recentemente. Un adatta-mento degli impianti esistenti viene perce-pito come un’operazione fastidiosa ecomplessa, cercando a tale scopo soluzioniche richiedano un investimento minimo.

Enorme soddisfazione per l'iniziativa di As-socomaplast viene espressa da LucioStrappazzon, il quale riferisce che la pro-pria azienda per ogni fornitura rispettaquanto previsto da norme e leggi. Per ognicliente è prevista la possibilità di iscriversigratuitamente al portale aziendale da cuiaccedere, in modo riservato, a tutte le fun-zioni del prodotto acquistato legate alla si-curezza. Con tale iscrizione il sistema diautomazione ha la possibilità di esseremantenuto efficiente in termini non soloprestazionali ma soprattutto di sicurezza,grazie a solleciti via e-mail con cadenza an-nuale e, successivamente, semestrale, di-

retti al responsabiledella sicurezza che devecontrollare e sostituireperiodicamente i com-ponenti soggetti a rot-tura.In buona sostanza, gra-zie alla nuova normativa2006/42/CE, l'utilizza-tore è finalmente spintoa servirsi di impianti chetutelino al massimo lasicurezza e la salutedegli operatori e, con-temporaneamente, a

mantenerli in efficienza, grazie a prome-moria scritti, secondo una filosofia azien-dale che si rifà al detto "prevenire è meglioche curare". Non è possibile purtroppo af-fermare che la stragrande maggioranzadegli utilizzatori sia realmente sensibile erispettosa nei confronti di tale normativa. Sifatica per cercare di fare cultura e respon-sabilizzare in termini di sicurezza, e i risul-tati spesso non sono del tutto soddisfacenti.Per ciò che dovrebbe essere per tutti allabase di una corretta attività lavorativa è ne-cessario un enorme dispendio di energie.

Domenico Ghilardi segnala come la sicu-rezza sia il tema principale e di maggior di-battito quando si parla di celle produttiveautomatizzate in generale, ma non si pro-nuncia in merito alle linee guida elaborate,non avendole seguite personalmente. Inquesti ultimi anni sono nati sistemi, quali“PLC safe” e sicurezze programmabili, chehanno sostituito quelli tradizionali elettro-meccanici e che, finalmente, consentono,in modo flessibile, di rispettare egregia-mente i requisiti di sicurezza.

Le raccomandazioni elaborate in materie disicurezza sono state recepite dai clienti inmodo positivo - secondo Fausto Niccoli -anche se i sistemi di sicurezza previsti dallenormative vigenti hanno incrementato inmaniera considerevole il costo globale del-l’automazione, con il conseguente e giusti-ficato aumento del prezzo dei prodotti, nonsempre recepito dall’utenza finale.

Più o meno dello stesso avviso anche PaoloBadialetti, secondo il quale le linee guidainviate da Assocomaplast riguardo l’inter-pretazione delle norme CE sono state rece-pite senza problemi. Purtroppo tali normepenalizzano molto i costruttori di sistemi diautomazione, caricandoli ulteriormente diadempimenti e costi spesso non compresiné riconosciuti dal cliente finale.

...e dei trasformatori

Anche ai trasformatori abbiamo subitochiesto qual è, nelle rispettive aziende, illivello di automazione raggiunto finoranelle operazioni di stampaggio a iniezionee se l’impulso all’automazione è dovuto aesigenze tecniche o a obiettivi di conteni-mento della manodopera.

Nell’ambito dei continui processi di miglio-ramento, nell’applicazione del World ClassManufacturing - sistema di produzione allacui base si articola la riduzione sistematicadi ogni tipo di spreco e di perdita - ClaudioParodi (Plastic Components and ModulesAutomotive, produttore di componenti auto)ritiene che il livello di automazione rag-

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PARODI

NUOVA SITT

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giunto dalla propria azienda sia piuttostoelevato e finalizzato principalmente a 4obiettivi: ridurre ai minimi termini i tempi distampo aperto utilizzando non solo robotsempre più performanti ma anche organi dipresa di nuova generazione; limitare le ope-razioni manuali a basso valore aggiunto;evitare operazioni problematiche in terminidi sicurezza quali l’uso di sistemi di taglio

per l’eliminazione delle materozze e/ol’eventuale processo di fiammatura sulle di-visioni stampo (soprattutto per quei parti-colari che devono in seguito essereverniciati); realizzare in modo oggettivooperazioni critiche nella realizzazione diparticolari estetici e di sicurezza.

L’introduzione dell’automazione nellamessa a punto del processo di stampaggio

nel caso di nuovi progetti è sempre più fre-quente, esordisce Andrea Bergamaschi(Nuova Sitt). L’adozione di meccanismi au-tomatici è fondamentale nel caso del sovra-stampaggio di inserti di varia natura manon solo. Per quanto riguarda la propriaazienda, l’automazione si è dimostrata utilee competitiva anche nel caso di fasi suc-cessive allo stampaggio quali trattamenti omontaggi. Nella maggior parte dei casi laspinta principale verso lo sviluppo dell’au-tomazione è data dalla necessità di farfronte a produzioni numericamente impor-tanti, riducendo il tempo ciclo oltre, ovvia-mente, al vantaggio di rendere il medesimoil più ripetitivo possibile, eliminando cosìl’errore umano.Tra i meccanismi automatici in funzionerientrano prendi-materozza, robot a 3 assiprendi-pezzo e isole di produzione attrez-zate con robot a 3 assi o antropomorfi cheprevedono l’estrazione degli articoli prodottiper l’imballaggio o i trattamenti successivie, se necessario, l’inserimento dei nuovi in-serti. In alcuni casi l’isola di produzioneviene condivisa per la produzione di parti-colari simili destinati allo stesso cliente op-pure lo stesso robot antropomorfo vieneimpiegato con prodotti differenti per clientidiversi.

Per Paolo Sunino (Plastic Legno) il livellodi automazione raggiunto nella propriaazienda è medio/alto. Sui progetti consoli-dati il livello è alto, mentre quelli di bassaproduzione sono stati automatizzati in fun-

zione delle esigenze delprodotto. L'impulso ad au-tomatizzare è fondamental-mente dettato da esigenzequalitative, quantitative e dicontenimento della mano-dopera.

Da diverso tempo - spiegaArmando Rovera (Rover-plastic) - in azienda è stataintrapresa la strada dell'au-tomazione nelle operazionidi stampaggio a iniezionepassando, in molti casi, daimanipolatori cartesiani aquelli antropomorfi, moltopiù flessibili e polifunzio-nali. Sono state create isoledi lavoro che permettono dieseguire in maniera com-pletamente automatizzatavarie operazioni quali as-semblaggio, saldatura, eli-minazione delle materozze,pallettizzazione ecc.Anche la manipolazione èstata considerata con parti-colare attenzione. Tutte le

presse in funzione sono oggi alimentate inautomatico con materiale proveniente daiforni di essicazione. In alcuni casi c'eral'esigenza di risolvere problemi ergonomicilegati al sollevamento e alla movimenta-zione di particolari di un certo peso, in altrila necessità di operazioni ripetitive di pre-cisione.

Il reparto dello stampaggio a iniezione è si-curamente quello dove sono stati fatti imaggiori investimenti in automazione peresigenze sia tecniche (stampi tecnologica-mente sempre più complessi) sia di ridu-zione dei costi (cicli sempre più brevi,eliminazione dei tempi morti, condiziona-mento degli stampi ai massimi livelli), riferisce Pierluigi Raineri (Soteco). L’au-tomazione viene considerata a 360°, dal-l’ottimizzazione della programmazionepresse/stampi alla spedizione del prodottofinito. Inoltre viene sottolineato come oggianche il laboratorio svolga un ruolo fonda-mentale per ottenere, da un reparto distampaggio moderno e automatizzato, unprodotto di qualità.

In azienda, fa sapere Renzo De Vallier(Fanton), tutte le macchine sono asserviteda sistemi ausiliari quali manipolatori diestrazione, nastri, caroselli ecc. Tutto ciò inrelazione al tipo di manufatto in produzione.Tutti i sistemi permettono di ottimizzarel'utilizzo della manodopera e instaurarerapporti uomo/macchina che non penaliz-zano la qualità.Per ciò che riguarda l'esigenza di automa-tizzare, l’obiettivo è quello della redditivitàglobale del sistema, fattore che determina,in relazione al prodotto da realizzare, sel'automazione sia necessaria per esigenzetecniche o per il contenimento della mano-dopera. Ma le due valutazioni coesistono.

In seguito abbiamo chiesto ai nostri inter-locutori se ritengono o auspicano che visiano ancora margini di miglioramento abreve o medio termine.

Sinteticamente, per Claudio Parodi sia nelbreve sia nel medio periodo sono auspica-bili margini di miglioramento, soprattutto alivello di automazione assistita da robot an-tropomorfi.

Sicuramente ci sono margini di migliora-mento per Andrea Bergamaschi, ma sonolegati al processo di stampaggio. In altreparole, non ha senso accanirsi a investirenella velocità dei movimenti se non è pos-sibile ridurre il ciclo di iniezione. Secondol’esperienza della propria azienda, l’atten-zione maggiore deve essere rivolta allo svi-luppo di sistemi che siano quanto più

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BERGAMASCHI

SOTECO

PLASTIC LEGNO

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flessibili possibile, in modo da poter am-mortizzare più facilmente i costi correlati,dato che l’automazione è sicuramente per-cepita come indice di qualità da parte deiclienti, anche se nella quasi totalità dei casinon sono disposti a partecipare all’investi-mento, limitandosi all’ordine dello stampo.

Se si guarda al livello di automazione finoraraggiunto, Armando Rovera non vede nelbreve termine grandi opportunità di ulte-riore sviluppo. Ovviamente le applicazionisono funzionali al tipo di prodotto da realiz-zare. Nel caso di articoli specifici, per ca-ratteristiche tecniche e dimensionali, ognivolta viene verificata la redditività della pos-sibile ed eventuale automazione. Molto in-teressante è invece ritenuta la possibilità disviluppare soluzioni legate al controllo qua-lità del pezzo stampato in termini sia di-mensionali sia, sopratutto, estetici. Questaopzione avrebbe il vantaggio di evitare un

controllo manuale ripetitivo, che, oltre alcosto, presenta sempre un rischio latentedi difettosità talvolta non rilevate.

Sicuramente margini di miglioramento esi-stono sempre, anche se si stanno semprepiù assottigliando - commenta Pierluigi Rai-neri - e oggi si sta lavorando notevolmentesui tempi di attrezzaggio dello stampo (inazienda vengono effettuati in media 12-15

cambi stampo e 20-30 cambi colore/ma-teriale nell’arco delle 24 ore su oltre 900stampi). In questi termini, e per migliorarel’efficienza e la resa produttiva, è stato fondamentalel’inserimento di piani magnetici e masteriz-zatori per ridurre il più possibile il fermopressa, così come la formazione continuadel personale e il coinvolgimento di tutti suivari progetti.

La domanda successiva mirava a sapere aquali fornitori si sono affidate le rispettiveaziende e quali tipologie di attrezzaturehanno adottato per implementare l’auto-mazione nella propria attività produttiva. Eabbiamo anche chiesto quale sia l’opi-nione sul made in Italy di questo comparto.

I fornitori con i quali sono state realizzate lepiù importanti applicazioni - segnala CarloParodi - sono Comau e Kuka per quanto ri-

guarda i robot antro-pomorfi, Sytrama, DalMaschio ed Engel perquelli lineari, ColomboRobotica, Gaiotto Au-tomation, KraussMaf-fei Automation e anco-ra Engel per i sistemidi automazione. Congrande impegno ilmade in Italy sta ridu-cendo la distanza con iprincipali concorrentieuropei, differenza chefino a pochi anni faappariva molto più

marcata. Ma ci sono ancora margini perfare meglio.

Andrea Bergamaschi informa che le auto-mazioni esistenti sono state sviluppate incollaborazione con fornitori italiani contat-tati direttamente dalla propria azienda op-pure tramite i fornitori delle macchine ainiezione. Fortunatamente nel distretto incui opera l’azienda (quello bergamasco) e

in quello contiguo di Milano sono presentirealtà che non solo sono al servizio deglistampatori ma hanno anche maturatoesperienze con produttori di primo impiantodel settore auto.

Dopo avere provato a collaborare con varifornitori, è stato scelto di rivolgersi a unasola azienda - spiega in breve Paolo Sunino- per facilitare le operazioni progettuali epoter fare conto su una maggiore unifor-mità e intercambiabilità degli elementi.

Le isole di lavoro, asservite da robot antro-pomorfi, o le stazioni di montaggio polifun-zionali presenti in azienda - spiegaArmando Rovera - sono state progettate incollaborazione con partner storici comeDelsa Automazioni e Robotech Automazioni,che poi le hanno realizzate. Questi fornitoriitaliani hanno offerto la migliore rispostaalle esigenze di applicazioni automatizzate,in quanto offrono la necessaria disponibi-lità per sviluppare soluzioni estremamenteefficaci con flessibilità e creatività, uscendoda una logica di “standard". Il made in Italy,in questo campo, rappresenta, per versati-lità e approccio integrato al problema, si-curamente un valore aggiunto.

In un’attività produttiva abbastanza ampiacome quella della nostra azienda - precisaPierluigi Raineri - e con prodotti molto per-sonalizzati, l’automazione intensiva ha toc-cato solo i reparti che producono isemilavorati, affidandosi solitamente a for-nitori italiani, ma prendendo comunque inconsiderazione sempre i vari fornitori infunzione del rapporto tra qualità, prezzo eassistenza.

Per quanto riguarda i fornitori Renzo DeVallier cita Star Automation. Le attrezzatureutilizzate sono abbastanza standard, daimanipolatori a 2 e 3 assi ai robot antropo-morfi, dai nastri evacuatori ai caroselli disingolarizzazione, fino alle macchine perl’assemblaggio. Il made in Italy viene con-siderato basilare, principalmente per una

DE VALLIER

ROVERPLAST

FANTON

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questione di tempestività nell'assistenza e nell'ap-prontamento di sistemi dedicati veloci.

Infine, anche sul fronte della trasformazione ab-biamo cercato di capire come sono state recepitee adottate in pratica la raccomandazione e le lineeguida elaborate da Assocomaplast in materia di si-curezza dei sistemi produttivi composti da mac-chine a iniezione e robot/manipolatori.

Al momento tali raccomandazioni non sono stateancora recepite in quanto - precisa Claudio Parodi- si preferisce demandare l’attività di capo-com-messa, anche per la parte di automazione, al co-struttore della pressa proprio per ovviare a problemiin materia di sicurezza per sistemi produttivi inte-grati e relative responsabilità. Non è però esclusoin futuro un cambio di approccio, per sfruttare almeglio le opportunità proposte.

Tra i requisiti fondamentali per i propri fornitori dimacchine a iniezione e automatismi, di qualsiasi ge-nere e livello - commenta Andrea Bergamaschi - viè sicuramente il rispetto delle norme vigenti in ma-teria di sicurezza, ritenute fondamentali. L’attenzioneper la sicurezza non si deve limitare, però, alla ri-spondenza alle norme dei singoli automatismi madeve interessare l’intera isola, prevedendo appositeprotezioni.

Le linee guida sono state recepite e, spiega PaoloSunino, la verifica della sicurezza in azienda è stataappaltata all’esterno, per ottenere una certificazioneche ne attesti il livello raggiunto nei reparti produt-tivi.

Ogni applicazione segue rigide procedure di ri-spondenza alle normative in materia di sicurezza, inlinea con tutti gli obblighi vigenti e i risultati sullaloro stretta osservanza sono documentati dall’as-senza di infortuni, rileva Armando Rovera.

La sicurezza occupa sicuramente il primo postodegli obiettivi aziendali per Pierluigi Raineri. Nellostampaggio a iniezione è stato fatto un enorme la-voro di certificazione delle varie aree e zone di pro-duzione, ponendo la massima attenzione a ognisingola attrezzatura. Per esempio, su ogni tappeto dideposito articoli da parte del robot è stato installatoun dispositivo di finecorsa che blocca il robot me-desimo al minimo spostamento dalla posizione dilavoro. Continui aggiornamenti periodici sulla sicu-rezza sono inoltre previsti per tutti i lavoratori ed èin corso la certificazione OHSAS 18001.

Renzo De Vallier, infine, riferisce che in linea gene-rale il DL 81 del 2008 viene osservato in manierascrupolosa, con un’analisi del rischio puntuale e ve-loce calibrata sull’alta configurabilità dei sistemi infunzione in azienda.

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SIntervista a Daniele Ferrari, neo-presidente di PlasticsEurope Italia

Il 10 giugno scorso, in occasione dell’as-semblea annuale di PlasticsEurope Italia,Daniele Ferrari è stato eletto all’unanimitàpresidente dell’associazione nazionale deiproduttori di materie plastiche per il triennio2011-2014. Da qualche mese presidente eamministratore delegato di Polimeri Europa,in passato Ferrari ha ricoperto diverse ca-riche tecniche e commerciali prima pressoICI (Imperial Chemical Industries) e succes-

sivamente in Huntsman Performance Pro-ducts.Il neo-presidente ha dichiarato di volereproseguire le attività dell’associazione sualcuni importanti nodi strutturali dell’indu-stria delle materie plastiche, in particolarequelli connessi al fine vita dei manufatti inplastica e dell’immagine delle materie pla-stiche a livello nazionale e internazionale.Ha anche ribadito la volontà di continuare ilcoordinamento con le altre associazionidella filiera delle materie plastiche, per at-tivare le opportune sinergie rinnovandol’impegno dell’industria della plastica versouna maggiore sostenibilità. Su questi e altri argomenti di stretta attua-lità abbiamo rivolto alcune domande al pre-sidente Ferrari, che ringraziamo per lacortese disponibilità nel rispondere alla no-stra intervista.

Quali connotazioni pensa di attribuire allasua presidenza? Quali strategie a livelloistituzionale e operativo ritiene di promuo-vere a beneficio dell’industria rappresen-tata dalla sua associazione?

Premetto che intendo muovermi con il più

ampio consenso da parte di tutti i rappre-sentanti delle imprese associate a Plastic-sEurope Italia, nella tradizione associativae lungo le linee che i miei predecessorihanno così bene individuato.I cardini dell’azione associativa sarannoquindi il rafforzamento e il coordinamentocon le associazioni di riferimento, Feder-chimica per quanto riguarda il territorio nazionale e PlasticsEurope a livello conti-nentale, e la condivisione, la più ampia pos-sibile, di programmi e iniziative con le altredue associazioni della filiera plastica in Ita-lia, Federazione Gomma Plastica e Assoco-maplast.

Tra gli obiettivi fondamentali del suo man-dato, quale peso hanno la difesa e la pro-mozione dell’immagine della plasticapresso l’opinione pubblica? In tal sensonon ritiene che la filiera debba sviluppareun’importante e continuativa azione dipubbliche relazioni per ottenere risultatimigliori rispetto al presente?

Il “problema” dell’immagine della plasticaè certamente il maggiore che tutta l’indu-stria della plastica deve affrontare. Non ècertamente una criticità solo italiana, ma intutti i Paesi europei la plastica “soffre” diuna carenza di immagine positiva.Le nostre ricerche hanno confermato che ilproblema dell’immagine ha varie cause, lapiù importante delle quali è l’insufficientegestione del fine vita dei manufatti in pla-stica; in particolare discariche, rifiuti ab-bandonati, carenza di raccolta differenziatae di riciclo contribuiscono a formare nel cit-tadino la convinzione che la plastica costi-tuisca necessariamente un problema.

A questo riguardo gran parte delle nostreattività, anche di pubbliche relazioni, avràcome obiettivo quello di migliorare nel no-stro paese l’atteggiamento nei confronti deirifiuti plastici.Siamo per esempio intenzionati a suppor-tare programmi e campagne per portare laquota di tali rifiuti che nel nostro paese fi-nisce in discarica a livello dei paesi euro-pei più “virtuosi”, nei quali la discarica hapoco o nessun impiego.

Come valuta la situazione attuale di mer-cato delle materie plastiche in Italia in rap-porto a quella degli altri principali paesieuropei?

Il mercato italiano delle materie plastiche, ilsecondo per importanza in Europa dopoquello tedesco, soffre della stagnante si-tuazione economica italiana.La mancanza di investimenti, la debole cre-scita dei consumi, le difficoltà che l’indu-stria italiana trova sui mercati internazionali,a causa della scarsa competitività dell’eurorispetto al dollaro, deprimono il mercato na-zionale delle materie plastiche. La situa-zione è analoga anche in altri paesi europei,soprattutto in quelli che sono stati più du-ramente colpiti dalla crisi.

A livello internazionale il baricentro dellaproduzione di materie plastiche continuaa spostarsi dall’Europa all’Estremo eMedio Oriente. Ritiene che questa ten-denza sia ormai inarrestabile oppure chequalche nuovo elemento possa intervenirefrenando la “decadenza” europea?

Non c’e dubbio che Medio ed Estremo

Sinergie associativee difesa dell’immagine

POLIMERI EUROPA

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BOriente rappresentino quote crescenti siadella produzione sia del mercato delle ma-terie plastiche. Il basso costo delle materieprime in Medio Oriente e la straordinariacrescita delle economie del Far East con-sentono all’industria della plastica in questedue aree una dinamica che Stati Uniti edEuropa non possono più offrire.Tuttavia, da un punto di vista tecnologico,l’Europa soprattutto può ancora giocare unruolo di primissimo piano: il livello qualita-

tivo dei prodotti, delle macchine trasforma-trici, dei manufatti e delle materie primecontinua a essere eccellente e l’Italia oc-cupa un posto eminente in tutta la filiera alivello mondiale.Devo però sottolineare come spesso lacompetitività dei prodotti dell’industria eu-ropea nei confronti di quelli di altre areedebba scontare anche la giusta e irrinun-ciabile attenzione che in Europa si ha neiconfronti della sicurezza dei prodotti, delle

loro produzioni e degli impatti ambientali.Dovrebbe esserci una sorta di “authority in-ternazionale della plastica”, in grado di as-sicurare elevati standard di prodotto e diprocesso in tutte le aree del nostro pianeta.L’omologazione di tutti i prodotti e di tutti iprocessi verso gli standard più qualificati è,a mio avviso, condizione “sine qua non” perlo sviluppo globale della nostra industria.

Beni strumentaliin assembleaBilancio 2010 positivo per l’industria italiana costruttrice di benistrumentali: dopo un 2009 da dimenticare, tornano a cresceretutti i principali indicatori economici del settore rappresentato daFedermacchine (a cui aderisce anche Assocomaplast). Questa insintesi la fotografia presentata il 14 luglio da Alberto Maria Sac-chi, presidente uscente, in occasione dell’assemblea annualeche ha ospitato un incontro sul tema “Il settore dei beni stru-mentali in Italia e Germania: due leader a confronto”.Nel 2010 la produzione è arrivata a 34 miliardi di euro, il 13,5%in più rispetto all’anno precedente. Principale motore della ri-presa è l’export, che si è attestato a 23 miliardi (+16,2%). Prin-cipali mercati di sbocco dell’offerta italiana di settore risultanoCina (2 miliardi di euro), Germania (1,9), Francia (1,8) e Stati Uniti(1,3). Più debole (8,2%) risulta invece l’incremento delle conse-gne sul mercato interno, che hanno raggiunto 11,1 miliardi dieuro, trainate dal consumo che si è attestato a 17 miliardi(+12%).Tuttavia, nonostante i dati positivi, il terreno perso con la crisi del2009 non è stato ancora recuperato. La produzione resta ancorainferiore del 20% rispetto al 2008, così l’export arretrato del 18%e il consumo domestico, che risulta ancora inferiore del 23,5%rispetto al valore registrato prima della crisi.

Le rilevazioni emerse dall’indagine previsionale condotta dallafederazione su un campione rappresentativo di imprese del com-parto evidenziano, nel primo trimestre 2011, la discrepanza tral’andamento delle vendite sul mercato interno e estero. A frontedi una debole domanda interna, giudicata bassa dal 33,4% degliintervistati, si rileva soddisfazione per la domanda estera, valu-tata alta dal 43% dei rispondenti.

In questo decennio il rapporto export/produzione è cresciuto dal61 al 67% ma l’incremento della quota di produzione destinataai mercati esteri non ha comportato una significativa crescita di-mensionale delle imprese, il cui numero medio di addetti si èmantenuto intorno alle 28-29 unità per un fatturato medio paria 4-5 milioni di euro. Considerando il numero di addetti, emerge chiaramente come,dopo la riduzione dovuta alla grande crisi, le imprese del settoreabbiamo avviato un processo di assunzione interrompendo iltrend negativo rilevato a partire dal 2008 e che, al contrario, in-teressa tuttora l’industria manifatturiera italiana nel suo com-plesso.

Piattaforma IndiaDue associazioni di categoria - Assocomaplast (costruttori dimacchine e stampi per materie plastiche e gomma) e Ucimu (co-struttori di macchine utensili, robot e sistemi per produrre) -hanno presentato il 21 luglio a Milano, presso la sede di Ucimu,il progetto denominato Piattaforma India.Con il coordinamento di Luigi Serio, docente di economia e ge-stione delle imprese all'Università Cattolica di Milano, l’iniziativasi pone l'obiettivo di fornire un concreto supporto operativo alleaziende associate, teso a ricreare un sistema di relazioni com-merciali e produttive per replicare il modello vincente italiano. Ilprogetto è finalizzato a costituire un presidio del mercato indiano- in forte sviluppo negli ultimi anni e dall'interessante potenzialeprospettico - con una struttura in loco al servizio delle aziende in-teressate, offrendo servizi capaci di colmare carenze informa-

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Nuovo verticeL’assemblea generale di Federmacchine, riunitasi il 14luglio, ha eletto presidente per il biennio 2011-2012Giancarlo Losma, attuale presidente di Ucimu-Sistemiper Produrre (l’associazione dei costruttori italiani dimacchine utensili, robot e automazione). Alla vice-presi-denza è stato chiamato Riccardo Comerio, attuale past-president di Assocomaplast.Per effetto delle nuove nomine, il consiglio direttivo dellafederazione per il biennio 2011-2012 risulta così com-posto:• presidente: Giancarlo Losma (Ucimu-Sistemi per

Produrre)• vice-presidente: Riccardo Comerio (Assocomaplast)• consiglieri: Giuseppe Barrera (Assomac), Ambrogio

Delachi (Acimall), Giuseppe Lesce (Ucima), Angelo Lovati (Gimav), Flavio Marabelli (Assomarmomacchine), Pierluigi Ponzoni (Acimac), Felice Rossini (Acimga), Sandro Salmoiraghi (Acimit)

• past-president: Alberto Sacchi• segretario generale: Alfredo Mariotti.

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tive, selezionare fornitori, creare una rete istituzionale per il raf-forzamento della reputazione della tecnologia italiana in India ecc. Da segnalare l'approccio innovativo dell'iniziativa, che per laprima volta si basa sull'idea del contratto di rete tra due asso-ciazioni; contratti di rete potranno essere poi siglati tra le aziendeinteressate a sviluppare la collaborazione sul mercato indiano. Nella riunione del 21 luglio è stato illustrato il progetto nel suo in-sieme e le proposte di piani di azione, a livello di reputazione,operatività, apprendimento. La fase successiva, di sperimenta-zione, prevede anche la realizzazione di uno “study tour” in Indiainsieme alle aziende, finanziato da Federdirigenti e programmatodal 10 al 14 ottobre.

Le rilevazioni recentemente diffuse dall'ufficio di statistica in-diano mostrano un forte incremento degli acquisti dall'estero diimpianti, confermando lo scenario delineato dalle locali associa-zioni. In particolare, è aumentata del 60% la domanda di mac-chine a iniezione, fino a superare i 150 milioni di dollari e, infunzione dei dazi doganali imposti dal governo indiano su quelledi provenienza cinese, il principale fornitore risulta Taiwan (con

probabili triangolazioni, però), con oltre unquarto del totale.A seguire le linee di estrusione che, totaliz-zando oltre 65 milioni (con il 13% di prove-nienza italiana), hanno registrato unincremento del 38% sul 2009. Trend più chepositivo anche per le soffiatrici, con un +49%,fino a 36 milioni di dollari. A prescindere daquanto segnalato per le macchine a iniezione,la Cina ha soddisfatto, nel complesso, il 24%delle importazioni settoriali indiane. In base ai dati Istat, le forniture italiane all'In-dia di macchine per materie plastiche egomma hanno registrato un'accelerazionenegli ultimi mesi: infatti nel primo trimestre diquet’anno ammontano a oltre 20 milioni dieuro, mentre erano state di circa 41 nell'intero2010, in linea con gli anni precedenti.

Mercato dell’usatoLa convinzione che il mercato dell’usato possa prosperare intempi di crisi si è rivelata spesso un paradosso. Infatti il rallenta-mento dell’economia negli anni scorsi ha profondamente in-fluenzato il prezzo di vendita delle macchine nuove, con cali afino al 30% rispetto al 2007. Al contrario i prezzi del macchina-rio usato non sono scesi nella stessa misura, chiudendo quindila forbice tra le due tipologie e rendendo l’usato molto meno ap-petibile rispetto agli anni precedenti.

Il principale motivo per questa incongruenza tra mercato delnuovo e dell’usato è - secondo MachinePoint - il fatto che il ven-ditore dell’usato spesso basa il suo prezzo sul valore residualedelle macchine acquistate ai prezzi pre-crisi. Come noto, il prezzodelle macchine nuove è dettato dalla legge della domanda e del-l’offerta: infatti, quando la prima è alta, il prezzo cresce senzatenere conto dei libri contabili. Lo stesso accade nelle crisi economiche, quando i prezzi scen-dono parallelamente alla domanda. Nell’usato il prezzo per lastessa macchina varia da cliente a cliente appunto perché cam-bia la sensibilità del fornitore nel capire il mercato e non solo lescritture contabili.Nel campo specifico delle macchine per materie plastiche egomma, i fattori che influiscono sul prezzo dell’usato compren-dono, oltre all’anno di fabbricazione, lo stato di manutenzione, illivello di revisione, le apparecchiature ausiliarie che corredano lamacchina e altri ancora. Alla luce di tali fattori sono evidenti le va-

Efficienza energeticaEntro il 2020 i costruttori europei di macchine per ma-terie plastiche e gomma ridurranno il consumo energe-tico dei loro macchinari, secondo quanto afferma unrecente studio commissionato dalla loro associazione dicategoria Euromap, le cui conclusioni derivano da un’in-dagine ad ampio raggio condotta su costruttori e tra-sformatori. Lo studio mostra che il quantitativo annuo di energia ri-sparmiata sarà paragonabile al consumo di elettricitàdegli abitanti di una città come Amburgo. Questo consi-derevole risparmio potrà essere realizzato nonostante unterzo del consumo energetico sia una costante non con-trollabile, dovuta al processo di fusione delle materie pla-stiche. Il potenziale risparmio energetico evidenziato dallo stu-dio soddisferebbe in pieno gli esigenti parametri impostidalla Commissione Europea. Vengono inoltre sottolineatigli sviluppi tecnologici in tale ambito, soprattutto nei se-guenti comparti: soffiaggio, estrusione, stampaggio ainiezione e termoformatura.

MACHINEPOINT

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riazioni di prezzo tra le differenti aree di mercato dell’usato.

Dal punto di vista dell’acquirente - che spesso è extra-europeo- i fattori che determinano la crescita della domanda di macchi-nari usati sono, per esempio, la presenza del servizio técnico delcostruttore nel paese in cui viene installata la macchina, le nor-mative che bloccano o facilitano l’acquisto dell’usato, gli standarddella regione in cui si vuole produrre e infine la mancanza di mac-chinari nuovi sempre nella zona di produzione.Questa serie di concause crea interesse nell’usato ma è fonda-mentale che il suo prezzo segua una percorso logico e tangibilerispetto al nuovo al momento dell’acquisto della macchina, senzail quale la macchina perde molte delle sue potenzialità. Il pro-duttore che vuole vendere una macchina usata deve capire che

il prezzo dell’usato può essere anche il 75% inferiore a quellodei libri contabili a causa del rapporto percentuale tra il nuovonel momento dell’offerta e il prezzo di svalutazione dopo un certonumero di anni.Passo importante per determinare il prezzo finale dell’offerta è lavisita del cliente e la successiva negoziazione del prezzo finale,in cui si devono analizzare varie discriminanti come condizionidella macchina, costi di trasporto, installazione sul posto e di-sponibilità economica dell’acquirente.Il mondo delle macchine usate è estremamente diversificato enon molte aziende hanno la capacita e il tempo di analizzare inmaniera globale questo mercato e operare in maniera seria e af-fidabile, in modo da poter offrire un servizio eccellente e garan-tire redditività ai clienti.

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Sono stati pubblicati a luglio i risultati delpanel congiunturale semestrale elaboratoda Federchimica per analizzare in manieraapprofondita la situazione economica e dimercato dell’industria chimica e fornire al-cune previsioni relative ai vari settori dicompetenza.Lo scenario previsionale per la chimica ita-liana vede una continuazione della ripresain atto, con i livelli produttivi sostenuti dalladomanda estera diretta o di quella indirettadeterminata dall’export dei settori utilizza-tori. In definitiva i prossimi mesi e anni sipresentano dominati dall’incertezza e dallacrescente dicotomia nelle situazioni dipaesi, settori e imprese.Come di consueto di seguito riassumiamoquanto è emerso dalla suddetta elabora-zione per quanto riguarda i comparti di no-stra pertinenza: materie plastiche e resinesintetiche, fibre artificiali e sintetiche, ade-sivi e sigillanti.

Materie plastiche e resine sinteticheIn questo comparto, stagnazione delle co-struzioni, scarso potere d'acquisto delle fa-miglie e forza dell'euro impediscono unacrescita soddisfacente. Sulla base delle in-dicazioni fornite da Plastic Consult, l’anda-mento del mercato delle materie plastichein Italia nel primo semestre 2011 risulta inripresa rispetto allo stesso periodo del2009 (+2,2%), ma delude rispetto al primotrimestre 2010.La domanda di polimeri da parte dei tra-sformatori supera, infatti, di poco 3.210kton, facendo registrare un modesto au-mento (0,2%) trainato principalmente dallacrescita del PVC rigido (+5,3%), grazieanche al mantenimento degli incentivi perla riqualificazione energetica degli edificiche ha spinto il mercato degli infissi, del

PVC plastificato (+5,6%), grazie alla cre-scita di cavi elettrici, tubi, profilati, spalma-tura e compounding, dell’EPS (+6,6%),spinto dal mantenimento degli sgravi fiscaliper la riqualificazione energetica degli edi-fici e all’aumento degli spessori delle lastre,e del PET (+2,8%), grazie al costante au-mento della penetrazione delle bottiglie dipiccolo formato e alla carenza dell’offertadi materiale da riciclo, con conseguente au-mento della porzione di polimero verginenella produzione di foglie.Negativo, invece, risulta l’andamento com-plessivo delle poliolefine (-1,4%), che inci-dono per oltre il 56% del consumo dimaterie plastiche in Italia. Nello specificoLDPE ed LLDPE sono diminuiti dell’1%,principalmente a causa del calo dei con-sumi di sacchetti e di master/compound;l’HDPE ha fatto segnare un -4%, come ri-sultato del rallentamento, oltre che di sac-chetti, di casse e grandi contenitori; il PP ècalato dello 0,4%, a seguito della frenatadi film BOPP, foglie, tubi passacavi, fiocco emobile.Permangono del resto in Italia, anche nelprimo semestre del 2011, gli stessi ele-menti che hanno contribuito a deprimere ladomanda nel corso dello scorso anno, ov-vero declino del settore delle costruzioni,anche se si assiste auna discreta ripresa perla ristrutturazione, pro-duzione industriale, chestenta a riprendersi, mo-strando un andamentoaltalenante, scarso po-tere d’acquisto delle fa-miglie, ulteriormentedepresso dal ritorno del-l’inflazione, tagli allaspesa pubblica e agli in-vestimenti in infrastrut-

ture e dollaro molto debole.Le previsioni per il 2011 sono pertantomolto incerte: le più accreditate indicanouna crescita della domanda di materie pla-stiche molto modesta rispetto allo scorsoanno, a causa del persistere degli elementiche frenano la ripresa. Per quanto riguardala produzione, le materie plastiche presen-teranno, a fine anno, un segno che, allostato attuale dell’andamento del mercato,è possibile stimare in un +4% rispetto al2010 (da confrontare con il calo del 2,6%del 2010/2009).

Fibre artificiali e sinteticheDopo un inizio d’anno positivo, un rallenta-mento in questo settore è atteso per la se-conda metà del 2011. L’industria mondialedi fibre sintetiche e artificiali ha mostratouna crescita record nel 2010 (+10%), conincrementi a due cifre per tutti i tipi di fibre(fatta eccezione per quella acrilica).Nel 2010 l’incremento della domanda eu-ropea di fibre artificiali (+16,6% in volume)era stato motivato dalla ripresa di tutti i set-tori finali di utilizzo e riguardava tutte le ti-pologie. La domanda si è mantenuta forteanche nella prima parte del 2011, ma inizia a mostrare qualche segnale di rallen-tamento, specialmente nei settori dell’ab-

Congiunturachimica

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bigliamento e dell’arredamento, mentre piùpositive rimangono le aspettative per i set-tori industriali e per l’auto. La produzione difibre nel 2011 a livello europeo dovrebbecrescere del 5,3% sul 2010 ma le impor-tazioni dai paesi extra-europei potrebberoguadagnare ulteriori quote di mercato, fa-vorite peraltro da un euro forte.Con riferimento alla domanda europea dellediverse fibre, il filo tessile di poliestere cre-scerà del 2,6% e vedrà ridursi rispetto al2010 il contributo proveniente dalla sosti-tuzione del cotone in abbigliamento e arre-damento. Più dinamico il fiocco dipoliestere con una crescita attesa del 6,2%e di filo industriale di poliestere che conti-nua a crescere del 14%, mentre il fioccoacrilico crescerà del 4,5%. Il fiocco di po-liammide crescerà del 3,3%, a fronte di uncalo nel settore tappeti ma di una ripresapiù vivace delle applicazioni tessili e di non-tessuto. Il filo industriale di poliammide do-vrebbe crescere del 5,6%, grazie al fortetraino della produzione di pneumatici e air-bag.A livello europeo e italiano le previsioni perla produzione di fibre artificiali sono piùcaute visto lo scenario ancora denso di in-certezze. Dopo il rimbalzo del 2010 (+18%in volume sul 2009), l’industria italianadelle fibre artificiali è cresciuta ancora del

4,3% nei primi 5 mesi del 2011 e conti-nuerà a crescere anche nella secondaparte dell’anno con previsioni di chiusuradel +2% rispetto al 2010.

Adesivi e sigillantiDopo un 2010 caratterizzato da trend ne-gativi, il 2011 si presenta ancora denso didifficoltà in questo comparto: permangonotensioni sulle materie prime e carenza dialcune di esse con lo scenario complicatoulteriormente dalla crisi di liquidità.Gli adesivi destinati all’edilizia, dopo un2010 molto negativo, nella primaparte del 2011 presentano un lievemiglioramento della domanda. I consumi sono sostenuti dal discreto andamento delle ristrutturazioni, mentre regi-strano un calo gli investi-menti in nuove costruzioni. Per gli adesivi impiegati dal-l’industria di legno e arreda-mento il 2010 si è chiusoall’insegna della stabilità, risul-tato sostenuto interamente dal buonandamento delle esportazioni. Laprima parte del 2011 è stata caratte-rizzata da livelli stagnanti della domandainterna. L’industria calzaturiera ha registrato una

certa tenuta nel 2010 e così pure gli ade-sivi destinati a tale mercato. In particolare èstata la seconda parte dell’anno a impri-mere una certa ripresa dei consumi, trai-nati dall’andamento delle esportazioni. Per gli adesivi e sigillanti che trovano im-piego nei mezzi di trasporto occorre distin-guere fra i differenti settori di applicazione:i prodotti utilizzati nel settore auto hannosubito una flessione, mentre sono cresciutiquelli impiegati nei veicoli industriali e com-merciali. Il risultato del 2011 appare forte-mente condizionato da un primo semestre

negativo. Gli adesivi destinati a

cartotecnica eimbal laggiohanno messoa segno lieviincrementi involume, ge-neralizzati aquasi tutti i

segmenti serviti.Notevoli difficoltà

sono state, invece, regi-strate sul fronte della reddi-

tività, con una drastica riduzione deimargini reddituali.

Materie prime e laboratorio4 ottobre - Il riciclo di materie plastiche: modalità ottimali perl’uso di materie prime seconde12 ottobre - Additivi per materie plastiche: classificazione e fun-zioni19-21 ottobre - Principali prove di laboratorio e interpretazionedei risultati9 novembre - Principali famiglie di polimeri termoplastici: van-taggi, svantaggi e principali applicazioni15-16 novembre - Proprietà, utilizzi e processi di trasformazionedelle gomme vulcanizzabili29 novembre - Le banche dati dei materiali plastici: modalità diutilizzo dalla rete per la scelta del materiale plastico.

Progettazione25-26 ottobre - Nozioni di base per la progettazione di un ma-nufatto in plastica

Stampaggio a iniezione5-7 ottobre - Stampaggio a iniezione: conoscenze di base con

l’ausilio di prove pratiche16-18 novembre - Approfondimenti sullo stampaggio a iniezione:teoria e pratica

Stampi13 ottobre - Termoregolazione degli stampi: modalità ottimali enovità23 novembre - Stampi per iniezione con sistema a canali caldi:evoluzione, criteri di scelta e dettagli costruttivi

Estrusione19-20 ottobre - Estrusore bivite: principi fondamentali e analisidel processo8-10 novembre - L’estrusione del futuro24 novembre - Difettosità nell’estrusione di tubi e profili: cause erimedi

Altre tecnologie27 ottobre - Stampaggio rotazionale: applicazioni e sviluppi

Corsi e seminariDi seguito segnaliamo ai lettori il programma dei corsi e seminari di carattere tecnico-pratico (suddivisi per argomento) che si svol-geranno entro la fine dell’anno al CESAP di Verdellino-Zingonia (Bergamo), centro di assistenza alle imprese trasformatrici e utenti dimaterie plastiche gestito da associazioni di categoria e territoriali.

Oltre ai corsi svolti nella propria sede, CESAP organizza anche corsi aziendali in base a specifici programmi concordati con le imprese.Inoltre il centro offre assistenza nella certificazione e prove di laboratorio sui manufatti.Per ulteriori informazioni e quotazioni per servizi e consulenze “su misura” gli interessati possono: telefonare (035 884600), inviareun fax (035 884431) o una e-mail ([email protected]) oppure consultare il sito www.cesap.com.

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Stampaggio in negativoNegli ultimi mesi AMI (Applied Market Information) ha completatol’aggiornamento dei propri database relativi allo stampaggio ainiezione in Francia, Regno Unito e Spagna-Portogallo, dove intotale risultano attive 3,200 aziende, un numero in forte calo ri-spetto al precedente aggiornamento. Oltre 300 aziende britanni-che hanno chiuso o comunque cessato l’attività e in Francia sonoscomparse 279 realtà produttive. In termini percentuali si trattarispettivamente del 21 e 14%. Circa 200 imprese hanno invecechiuso i battenti nella penisola iberica.Oltre ai casi di bancarotta e liquidazioni volontarie, provocati dallarecessione, questo segmento della trasformazione è stato col-pito anche dal mancato passaggio di testimone alle nuove leveda parte di chi ha raggiunto l’età pensionabile e anche dallaframmentazione degli impianti produttivi inglobati in gruppi più

grandi. È poi sempre in atto la delocalizzazione dei siti produttiviin aree più economiche come l’Europa centrale e Orientale; altrioperatori si sono ritirati, preferendo dare in appalto le commesse,oppure hanno riconvertito le loro attività se non addirittura la-sciato definitivamente il settore materie plastiche.La contrazione del comparto iniezione in questi paesi è accom-pagnata dal declino della domanda di polimeri durante la reces-sione. Dopo aver raggiunto un picco di circa 3 milioni ditonnellate di materiali termoplastici stampato a iniezione nel2007, più di 500.000 ton si sono perse nel biennio 2007-2009.Gli stampatori britannici attualmente lavorano circa 600.000ton/anno di materiale rispetto alle 840.000 di 10 anni fa (-21%).L'impatto della recessione si è fatto sentire al culmine di un lungodeclino degli investimenti esteri, più diretti verso l'eurozona o co-munque verso i paesi emergenti dell'Europa Orientale, e di fortiriduzioni nella produzione (spesso delocalizzata) di componentiauto, dispositivi elettronici, elettrodomestici e beni di consumo.Il polipropilene risulta il polimero più usato, circa metà di tutti imateriali plastici acquistati dagli stampatori di Francia, RegnoUnito e Spagna-Portogallo, dove viene lavorato nell’80% dei sitiproduttivi. Ovunque l'imballaggio si conferma come mercatochiave, anche se nel Regno Unito lo è in misura ancora mag-giore.Nei paesi suddetti il secondo mercato per importanza è quellodell'auto; va sottolineato però che nel Regno Unito attualmentesolo il 14% dei materiali polimerici stampati a iniezione è desti-nato all'industria dell’auto, mentre in Francia e Spagna-Porto-gallo la percentuale è maggiore (rispettivamente 22 e 26%).L'importanza del settore auto è riflessa anche dal numero degliimpianti che fanno parte dell'indotto: 109 nel Regno Unito, 229in Francia e 278 in Spagna-Portogallo.

PVC in ItaliaIl consumo di PVC in Italia, dopo aver toccato nel 2009 il livellominimo con 730.000 ton, nel 2010 è risalito fino a 760.000 ton,con un aumento medio (4% circa) superiore alle altre materieplastiche. Questo è quanto emerge dalla ricerca effettuata daPlastic Consult per conto del PVC Forum Italia. L’edilizia continua a essere il principale settore applicativo, con il34,7% del totale di PVC trasformato e con un volume pari a264.000 ton, leggermente al di sotto delle 270.000 del 2009.Questo dato continua a essere in linea con l’andamento negativodel settore costruzioni e infrastrutture italiano. Mentre le tuba-zioni continuano a registrare un trend negativo, i profili per in-fissi e per altre applicazioni mostrano una certa tenuta rimanendointorno al valore di 116.000 tonnellate. Con una quota del 15,7%, l’imballaggio rimane il secondo set-

tore applicativo per il PVC trasformato con unvolume di circa 119.000 ton (+9% rispetto al2009). Gli altri settori hanno fatto registrare inmedia una sostanziale tenuta, mentre alcunihanno evidenziato un significativo aumentodelle produzioni. Tra questi il settore calza-ture/abbigliamento, che ha registrato un incremento di circa l’8%, e il mobile/arreda-mento che cresciuto di quasi il 20%. Stessoincremento per i compound destinati al-l’esportazione. La ricerca di Plastic Consult ha stimato anchela produzione di PVC riciclato, che è rimasta allivello delle 65.000-70.000 ton, di cui un 20%proveniente sempre da post-consumo. Questodato conferma quello da Vinyl 2010, il pro-gramma volontario della filiera europea del

PVC che ha registrato 16.417 tonnellate di PVC post consumo ri-ciclate in Italia. Il PVC riciclato è normalmente utilizzato in taglio con polimerovergine; le applicazioni del rigido riguardano prevalentemente laproduzione di tubi (cavidotti, pluviali, sostegni per agricoltura) eprofili (zoccolini, coprigiunti, angolari per cemento), mentre il pla-stificato viene utilizzato in tubi da giardinaggio, membrane im-permeabilizzanti e tappetini per auto. Nel frattempo sono stati resi noti i dati relativi alla trasformazionedi PVC nel primo semestre di quest’anno, che ha registrato un to-tale di 407.000 ton (240.000 rigido e 167.000 plastificato), con-tro le 397.000 ton del 2010, mentre le previsioni elaborate peril terzo trimestre ipotizzano un consumo complessivo di 176.000ton (105.000 + 71.000).

CONSUMO DI PVC IN ITALIA (kton - fonte Plastic Consult)

2009 2010Estrusione tubi 143 131 Estrusione profilati per infissi 23 22Estrusione altri profilati 93 94Estrusione film 2,5 3Calandratura 118 130 Altre tecnologie 42,5 42 Export compound 23 23Totale PVC rigido 445 445Rivestimento cavi 65 67Estrusione tubi/profilati 72 73Estrusione film/foglia 17 17 Calandratura 30 31 Spalmatura 33 39 Altre tecnologie 35 43 Export compound 33 45 Totale PVC plastificato 285 315Totale complessivo 730 760

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Triplice alleanzaAll’inizio di luglio le tre più importanti asso-ciazioni di categoria per l’industria dellematerie plastiche di Stati Uniti e Canadahanno ufficializzato la collaborazione già inatto a favore dell’industria nordamericanasettoriale. Attraverso una struttura virtuale battezzataNAPA (North American Plastics Alliance), laDivisione Materie Plastiche di ACC (Ameri-can Chemistry Council), CPIA (CanadianPlastics Industry Association) e SPI (Societyof the Plastics Industry) continueranno a la-vorare insieme su alcuni aspetti prioritariche stanno attualmente a cuore all’interosettore. Le tre organizzazioni ritengono di poter es-sere più efficienti ed efficaci a beneficio deirispettivi associati agendo di concerto suiniziative mirate. Le prime priorità dell’alle-anza saranno:• minore dispersione di granuli plastici

nell’ambiente: verrà estesa negli Stati Uniti e in Canada la cosiddetta opera-zione Clean Sweep

• promozione e agevolazione del recupero energetico e della trasformazione di materiali plastici “usati” a chiusura del ciclo virtuoso del riciclo

• favorire e incrementare la scelta delle materie plastiche in diversi settori

• difesa delle materie plastiche mirata a livello istituzionale a sostegno della crescita dell’industria di settore.

Programmi e iniziative della nuova strutturasaranno coordinati da un comitato direttivocomposto da soci e rappresentanti di cia-scuna associazione.

Trasformazione e profittiDa una recente indagine, condotta nelbiennio 2009-2010 da Plante&Moranpresso 150 aziende trasformatrici di mate-rie plastiche in Nordamerica, emerge cheattualmente i migliori settori applicativi disbocco per i prodotti in plastica sono il me-dicale e l’imballaggio, anche se in realtà lepossibilità di profitto per le aziende nonsono strettamente legate al mercato finaledi destinazione dei prodotti.Secondo l’indagine, i profitti dei trasforma-tori al lordo di interessi, tasse e indennizzidi proprietà, hanno recuperato il 40% (47%per il ritorno all’attivo) dopo la recessionedel 2008/2009. I ricavi lordi, rimasti pres-soché invariati da 13 anni a questa partesalvo pochi punti percentuali, sono aumen-tati del 20% dopo il ribasso dovuto alla re-cessione.L’utilizzo delle macchine a iniezione è aumentato del 7% rispetto ai livelli2008/2009 anche se comunque continuaa essere molto scarso(con una media infe-riore al 40%). Nono-stante ciò, l’impiego dipresse non ha diretta-mente a che vederecon la redditività inquanto molte aziendein difficoltà lavorano acosti orari inferiori purdi far funzionare lemacchine.Inoltre il maggiore uti-lizzo spesso va di paripasso con la com-

plessità (numero di presse, stampi e mate-rie prime da monitorare e programmare),per cui i costi del lavoro lievitano. Tuttaviaquesto è solo il quarto anno (sugli ultimi 15)che mostra un aumento nell’utilizzo.Tra i settori applicativi, l’industria automo-bilistica ha recuperato qualcosa dopo es-sersi praticamente dimezzata, prima dirisalire del 40% dal punto più basso rag-giunto con la crisi.I punti di forza sono rappresentati dal set-tore medicale e dall’imballaggio; quest’ul-timo ha mantenuto un andamento positivoanche durante la recessione.

Rinforzati e compositiNel 2010 Il mercato nordamericano deicompositi polimerici rinforzati con fibre haraggiunto un volume di 1,23 milioni di tone si prevede che possa arrivare a superare1,4 milioni entro il 2015, in virtù di un tassoannuo di crescita del 2,8%. Le applicazioni chiave del settore sono edi-

Mercatonordamericano

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lizia/infrastrutture e l’auto, che insieme rappresen-tano circa il 60% del volume complessivo, con unconsumo pari a 379.000 ton che dovrebbero di-ventare 436.000 nel 2015, evidenziando un tassoannuo di crescita del 2,9%.L’aumento più significativo sarà a favore del mer-cato aerospaziale (comunque su livelli contenuti),sostenuto dall’introduzione dei compositi nella pro-duzione di parti esterne dei velivoli (come fusolierae ali). Tale settore, con un volume di oltre 9.000 tonnel 2010, secondo le previsioni dovrebbe crescerea un tasso annuo del 7% fino al 2015, arrivando a12.700 ton.

Stampisti fiduciosiL'ultima indagine congiunturale condotta da AMBA(American Mold Builders Association) - che rappre-senta circa 250 tra i più importanti produttori sta-tunitensi di stampi per varie applicazioni - mostracome il 78% dei costruttori giudichi buono/eccel-lente l'attuale clima economico, percentuale in leg-gera crescita rispetto alla rilevazione di tre mesiprima.Le consegne sono aumentate per il 48% del cam-pione (37% alla precedente rilevazione) e i marginisono in miglioramento per l'85% delle aziende. Il64% delle imprese ha riportato stabilità per quantoriguarda la consistenza della manodopera, mentre ilnumero di ore lavorate è aumentato leggermente, inmedia. Per quanto concerne i settori applicativi, diverseaziende hanno segnalato una decisa ripresa del-l'auto, con un picco di ordini. Le aspettative per ilprossimo trimestre sono improntate a un ulterioremoderato ottimismo per il 38% degli intervistati,mentre il 47% prevede una sostanziale stabilità.

Fusioni e acquisizioniLe prospettive di fusioni e acquisizioni nell’industrianordamericana delle materie plastiche si confer-mano solide per i restanti mesi del 2011. Sono aumentati i prezzi di vendita delle aziende trasfor-matrici di medie dimensioni e con loro anche il nu-mero dei proprietari che intendono vendere le proprieimprese. Tali previsioni sono state elaborate da PTA(Polymer TransAction Advisors), società specializzatanella stesura di accordi mirati a fusioni e acquisizioniindustriali nel settore delle materie plastiche.Nonostante le condizioni dei macro-mercati sianoestremamente instabili, PTA ha rilevato che in Nor-damerica le transazioni nel settore plastico sono au-mentate del 20% fra il 2009 e il 2010 e il trendsembra mantenersi positivo grazie alle 71 probabili(se non già annunciate) operazioni previste entro il30 giugno 2011 (registrando così un +89% rispettoal 2010).Gli acquirenti strategici (51%) e i gruppi di privateequity (35%), soprattutto europei, sono in testa aquesta “smania” di acquisti, mentre altri acquirentiglobali (il 14% di tutti i compratori) sono sempre piùattratti dal Nordamerica. Le cessioni di attività sonofacilitate dalle detrazioni fiscali e dai finanziamentiagevolati per le acquisizioni.

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Poliuretani termoplasticiNonostante rappresentino meno del 5% del mercato globale deiprodotti in poliuretano, i TPU (poliuretani termoplastici) mostranola crescita più rapida del settore anche grazie alla particolare ver-satilità in termini applicativi - secondo un recente studio pubbli-cato da IAL Consultants.Nel 2010 la domanda mondiale di TPU ha raggiunto quasi379.000 ton, così suddivise: Asia-Pacifico 58%, EMEA (Europa-Medioriente-Africa) 24% e Americhe 18%. Nel periodo 2010-2015 la produzione mondiale dovrebbe aumentare a un tassoannuo del 5,6% ma la crescita più significativa si registrerà inAsia, con un tasso annuo del 7,9%. In base alle applicazioni fi-nali il consumo mondiale è così ripartito: calzature 30%, industria28%, auto 11%, edilizia 10%, tubazioni 10%, fili e cavi 8%.In Asia-Pacifico la domanda di TPU è trainata dall'industria dellosport e del tempo libero, anche perché gran parte della produ-zione di articoli sportivi - per esempio le suole delle scarpe da cal-cio - si è quasi totalmente trasferita in quest’area. In Europa l'industria automobilistica russa si sta sempre più af-fermando tra quelle più dinamiche e competitive a livello mon-diale. Contributi e incentivi governativi la sostengono, favorendoinoltre l'approccio di investitori esteri, con nuove opportunitàanche per i TPU. D'altro canto, il declino della stessa industria inEuropa Occidentale e Orientale, a seguito della crisi economica,sta mettendo a dura prova proprio quei governi che avevano cer-cato di sostenere le case automobilistiche nazionali.La domanda mondiale di TPU dovrebbe crescere del 5,9% l’annofino al 2015, anche se le previsioni variano notevolmente a se-conda dell'area geografica; per i mercati EMEA è prevista unacrescita annua del 2,5%, mentre per le Americhe non si va oltrel'1,9%. Nonostante ciò, le economie dell'America Latina si man-tengono vivaci, soprattutto quella brasiliana che ripone molte spe-

ranze nei mondiali di calcio del 2014 e nelle Olimpiadi di Rio deJaneiro del 2016.Come risultato dello spostamento di molte attività manifatturieredalle economie più mature alle nuove emergenti, il trend asiaticogarantirà un tasso di crescita annuo dell'8,2% grazie al boomdel mercato immobiliare e alla più forte industria calzaturiera nelmondo.

Birra e PETSecondo quanto pubblicato in un recente studio di Pira Internatio-nal, il consumo mondiale di bottiglie in PET per birra è destinato acrescere a un tasso annuo del 5,3% fino a raggiungere 7,7 mi-liardi di unità nel 2015. Il consumo registrato nel 2010 è pari a 6miliardi di bottiglie in PET, che rappresentano il 2% dei 293 miliardidi imballi per birra (lattine e bottiglie) prodotti nel mondo.

In questo ambito il mercato dominante risulta quello dell’EuropaCentrale-Orientale, dove si prevede una buona crescita dellebottiglie in PET anche se con minore slancio rispetto al quin-quennio pre-recessione 2003-2008. Ciò è dovuto principalmentealla crescente maturità del mercato e all'imposizione di tasseelevate sulla birra in Russia e Ucraina.In Asia-Pacifico sarà la solita Cina a fare la parte del leone, anchese qui il trend si è rivelato meno positivo di quanto fosse stato ini-

zialmente anticipato dagli operatori del mercato. Per quanto ri-guarda l'Europa Occidentale, il consumo di bottiglie di birra inPET dovrebbe procedere abbastanza a rilento. Anche nelle Ame-riche il periodo 2010-2015 dovrebbe registrare un incremento ditale consumo, ma partendo da una base molto bassa.Anche se le bottiglie in PET sono economiche, pratiche, leggeree infrangibili, tuttavia molti produttori di birra mostrano ancoraun certo scetticismo nell'utilizzarle per il confezionamento dellabirra. Nonostante il mancato decollo del PET su larga scala inquei paesi ove la birra è una tradizione, non si può non notarel'attrattiva che questo materiale pur esercita grazie ai suoi in-dubbi vantaggi.

Mercato del... tuboIn base ai dati contenuti in un recente studio condotto da Free-donia Group, nel periodo 2010-2015 il mercato mondiale dei tubiè destinato a crescere del 5,8% l’anno, passando da 23,7 a 31,5miliardi di metri e registrando un lieve calo rispetto al quinquen-nio precedente (6,1%). In particolare, la domanda di tubi in pla-stica (33,6% del totale 2010) dovrebbe aumentare a un tassoannuo del 7,3%, passando da quasi 8 miliardi di metri nel 2010a 11,3 nel 2015, per un volume 20,3 milioni di ton.Anche il consumo di materiali (come ABS, GRP e PP) utilizzatiper produzioni a basso volume di tubi dovrebbe registrare unbalzo in avanti decisamente sopra la media, considerando ancheche gli utenti finali hanno ormai imparato ad apprezzarne carat-teristiche tecniche e prestazioni.Negli Stati Uniti il consumo di tubi in plastica dovrebbe aumen-tare del 7% l’anno fino al 2015, dopo il drammatico declino re-gistrato tra il 2007 e il 2009 a causa della crisi globale che hainvestito fortemente l’edilizia residenziale.Oltre due terzi della domanda di tubi plastici generata fra il 2010e il 2015 proverrà dall’Asia-Pacifico. Molti paesi asiatici (tra cuiIndia, Cina e Indonesia) cresceranno rapidamente; la sola Cinarappresenta già il 40% della domanda. Anche i mercati di Africa,Medioriente, Europa Orientale e Occidentale mostreranno segnalipositivi, mentre quelli dell’America centro-meridionale accuse-ranno una certa lentezza nella crescita.

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Dopo avere affiancato alla gamma di lineedi estrusione per film a bolle d’aria (di cuiè ormai chiaramente leader mondiale as-soluto) le innovative linee cast in coestru-sione per film estensibile stretch, e dopodue anni e mezzo di duro e incessante la-voro sia tecnico sia di marketing che haavuto il suo apice con la presentazione uf-ficiale al K2010 di Dusseldorf della nuovaserie Compact Stretch 1000 con ribobina-tore universale brevettato QuickGold-4S,Torninova ha iniziato a raccogliere i frutti ditanto serio lavoro, di rilevanti investimentie sacrifici. Riuscire a trasmettere ai nuovi potenzialiclienti del comparto stretch - sottolineaGiovanni Roscini, responsabile commer-ciale dell’azienda - le stesse percezioni diqualità, affidabilità e fiducia che hannoreso la società leader del settore pluribollè stato un duro lavoro da portare avantisenza fretta e forzature, ma solo con sin-cerità ed elementi oggettivi accumulaticliente dopo cliente.

Fatturatoe riorganizzazioneTutto ciò, concretizzato in cifre, si traducein un fatturato previsto per il 2011 di 12 mi-lioni di euro (un incremento prossimo al300% rispetto al 2010) con un portafoglioordini sorprendentemente ricco e con con-segne programmate fino ad aprile 2012. Gli ordini in essere hanno una rilevanzanon solo quantitativa ma anche qualita-tiva, in quanto riguardano impianti specialiper film sia a bolle d’aria (per esempio 2impianti Coex a 10 strati) sia stretch (im-pianto da 3 metri a 7 strati con nuova ge-nerazione di ribobinatori).Il notevole trend di fatturato ma soprat-tutto la crescente mole di lavoro ha por-tato Torninova a dover accelerare i tempiper una inevitabile riorganizzazione azien-dale che tenga conto dei nuovi ritmi di la-voro. Per questo già dal primo trimestre diquest’anno è state potenziata la forza la-voro con l’assunzione di 8 nuovi dipen-denti (4 dei quali sono figure già altamentespecializzate nel settore estrusione e inquello meccanico).

Nuova sede produttivaNel frattempo - prosegue Roscini - hannosubito una notevole accelerazione i lavoridi completamento della nuova sede pro-duttiva, in cui convergeranno tutte le fun-zioni produttive nonché il quartier generale

di Torninova. Il work-in-progress della nuova sede pro-cede a ritmo serrato e consiste in unaenorme struttura mono-superficie di13.000 m2, attrezzata con tutte le piùnuove funzionalità industriali per l’ottimiz-zazione dei processi manifatturieri degliimpianti. Inoltre l’innovativa struttura avràuna copertura completamente realizzatain pannelli solari fotovoltaici, capaci di pro-durre fino a 1 MW/h di energia elettrica dicui una parte sarà utilizzata per uso in-terno mentre la restante sarà immessa nelmercato energetico nazionale.La nuova sede verrà realizzata non di-stante da quella storica di via dell’Artigia-nato, sempre a Bastia Umbra (Perugia),ma in una nuovissima zona industriale a ri-dosso di una delle più importanti arteriestradali regionali e a meno di 1 km dal-l’aeroporto internazionale di Perugia. Aconferma del valore del nuovo sito pro-duttivo, occorre aggiungere che importantiaziende di caratura nazionale e internazio-nale sono già presenti nello stesso sito in-dustriale. Fine dei lavori e trasferimento inmassa di mezzi e uomini sono previsti pergennaio 2012.

Due comparti in fermentoDue eventi importanti di quest’anno, checonfermano il trend evolutivo dell’azienda,riguardano il comparto del film a bolle equello dello stretch.A fine maggio è stato collaudato l’impiantoche rappresenta probabilmente lo statodell’arte nel settore del film a bolle d’aria.Trattasi del nuovo COEX BUBBLE 2500mm, impianto di coestrusione a 10 strati(ABCBA+ABCBA) con poliammide (cherappresenta il top del mercato del bubble-wrap), dotato di un nuovo sistema di lami-nazione con estrusore indipendente esoprattutto del nuovovelocissimo ribobina-tore automatico (contempi di ciclo inferioria 30 sec), che oltre-tutto non necessitanella fase di avvio ribo-binatura di hot-melt o nastro adesivo per at-taccare il film al car-tone. Tale impianto,acquistato da uno deipiù importanti produt-tori giapponesi, è statoassemblato e avviato

durante il mese di agosto e proprio in que-ste settimane ha iniziato la produzione apieno regime. Per quanto riguarda lo stretch, motivo d’in-teresse rappresentano i due impianti ge-melli da 2 metri a 5 strati, da ultimare ecollaudare tra settembre e ottobre. Tali im-pianti sono stati commissionati per la pro-duzione di film estensibile di altissimaqualità in spessori sottili (8-10-12 micron)direttamente in bobine per uso manuale oautomatico, che devono risultare esteti-camente perfette, omogenee e compattesia nella struttura esterna sia all’esame ot-tico (wrinkle-free), come richiesto dalcliente.Per questo è stato sviluppato specifica-mente un nuovo concetto di ribobinatore,veramente futuristico, che è già stato te-stato internamente con sorprendenti ri-sultati. Altri dettagli sul ribobinatoredevono rimanere segreti, su richiesta delcliente, fino alla data di collaudo, in occa-sione della quale sarà organizzata una spe-cifica open house.A conferma del buon cammino intrapreso,in piena estate è arrivato l’ordine, da partedi un importante gruppo chimico, relativoa una linea COMPACT STRETCH da 3 metria 7 strati ad alta produttività (2.500kg/ora), il che rappresenta un ulteriore ri-conoscimento dell’efficacia del lavorosvolto. Chissà che - conclude Roscini - nonsia proprio questa la novità da presentareal prossimo PLAST 2012?www.torninova.com

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Formazionee aggiornamentoIl 10 maggio 2010 è stato emanato daConai un bando relativo alla sensibilizza-zione e formazione di imprenditori e re-sponsabili territoriali delle organizzazioniimprenditoriali rappresentate all’interno delconsorzio.A seguito di tale bando Assorimap ha lan-ciato un progetto per la formazione e l’ag-giornamento nelle imprese del settore delriciclo della plastica, con la realizzazione distrumenti gestionali quali linee guida eschede tecniche, esportabili e acquisibilidal Conai. Nell’ambito di tale progetto èstato realizzato un compendio che intendesupportare le imprese riciclatrici nella com-prensione della complessa normativa na-zionale e comunitaria.Infatti la politica ambientale in Italia è orien-tata da una legislazione che, considerata lamolteplicità degli attori coinvolti - UnioneEuropea, governo nazionale, enti locali,mondo accademico, associazioni ambien-taliste, associazioni imprenditoriali e rap-presentanti dei lavoratori e dei consumatori- potrebbe risultare complessa dal punto divista della produzione normativa nono-stante gli sforzi finalizzati a una maggioresemplificazione.Con riferimento all’evoluzione nella norma-tiva a livello europeo e nazionale, va ricor-dato che, sul finire del 2010, il DLgs 205del 3 dicembre 2010 ha modificato il DLgs152/2006, in recepimento della DirettivaRifiuti 98/2008, che evidenzia i traentiobiettivi di riciclo per i materiali presenti neirifiuti urbani e l’importanza della preven-

zione come primario obiettivo da perse-guire.Il 2010, inoltre, ha avviato una fase d’inno-vazione sulle normative più “tecniche” (eu-ropee e nazionali), in particolare per quantoriguarda il tema dei materiali a contatto congli alimenti (come, per esempio, la previ-sione della possibilità di utilizzare fino al50% in peso di PET da riciclo nella produ-zione di bottiglie destinate al mercato delleacque minerali naturali), nonché i lavori le-gati alla prevista entrata in vigore del SI-STRI (sistema di controllo della tracciabilitàdei rifiuti) e del bando dei sacchetti realiz-zati con materiali non biodegradabili.In questo contesto di rapido e continuocambiamento a livello normativo risulta,dunque, utile sviluppare la conoscenza, tragli imprenditori del settore del riciclo, dellanormativa e della regolamentazione in ma-teria di gestione del recupero dei rifiuti, se-gnatamente quelli in plastica, anche

attraverso una sintesi dei principali obbli-ghi per i soggetti coinvolti.Nell’ambito del progetto sono stati analiz-zati, per le problematiche e gli adempimenticorrelati al settore del riciclo, le disposizionidi cui al Dlgs 152/2006, il DM 5 febbraio1998, le norme tecniche Uniplast, in parti-colare la serie 10667, il regolamento CE1013/2006 sul trasporto transfrontaliero eil regolamento CE 1907/2006 in materia diREACH.

Contatto con alimentiNel riprendere quanto già evidenziato sul-l’argomento nel precedente notiziario, pur-troppo non si può che ribadire che lasituazione non è cambiata e gli operatoridel riciclo nazionali sono in grande difficoltàe imbarazzo.Il termine imbarazzo nasce spontaneo inquanto il DM 18 maggio 2010 n. 113, chepur dava un’apertura importante al mercato

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ASSOCIAZIONE NAZIONALE RICICLATORI E RIGENERATORI MATERIE PLASTICHECorso Vittorio Emanuele II 39 - 00186 Roma - tel 06 6780199email: [email protected] - www.assorimap.it

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- in deroga al DM 21 marzo 1973 consenteai produttori di bottiglie di usare PET rici-clato per acque lisce (ovviamente nel rispetto di determinati standard di produ-zione) - di fatto ha aperto sbocchi di mer-cato ai riciclatori europei.Ma vediamo il perché. A oggi esiste unanorma (DM 113/2010) che indica alcunirequisiti - ma non specificati nel dettaglio -che qualificano il PET riciclato da poter uti-lizzare nella misura massima prevista dallanorma. I produttori di bevande e imbotti-gliatori producono in Italia bottiglie contenenti RPET solamente provenientedall’estero, in quanto i produttori esteri pos-sono presentare come documenti qualifi-canti i certificati di conformità ottenuti neiloro paesi di origine, in base alla normativalocale che, a differenza di quella italiana,dettaglia gli strumenti per ottenere talequalificazione.Assorimap si è fatta promotrice di una seriedi incontri con il Ministero della Salute econ l’Istituto Superiore di Sanità al fine diconsentire il superamento di una serie divincoli che rendono oggi il mercato drogatoe pongono le imprese in grandissima diffi-coltà. L’ultimo incontro avvenuto il 5 lugliocon Elvira Cecere - Dirigente della DG Si-curezza Alimentare del Ministero della Sa-lute - ha consentito di focalizzare le azioniassociative su due ordini di problema.

Molte aziende italiane hanno già presentatoa EFSA la propria domanda in conformità

al Regolamento UE 282/2008; è essenzialeche il Ministero della Salute, supportatodagli organi tecnici di riferimento, confermila valenza della documentazione già pro-dotta e giudicata accettabile da EFSA ai finidel regolamento suddetto in relazione aquanto richiesto dal DM 113/2010 (conparticolare riferimento al challenge test). Quindi il primo problema è rendere effetti-vamente percorribile l’attività delle impresenazionali di riciclo del PET (attività finaliz-zata alle bottiglie per acque lisce), a oggiferme anche solo per la mancata emana-zione di puntualizzazioni amministrative orichiami a procedure e norme tecniche esi-stenti nazionali o europee.Il secondo problema è l’estensione delladeroga al noto divieto del 1973, che il DM113 ha già realizzato per le bottiglie in PETdestinate ad acque lisce: come a dire perquale motivo se, previa definizione di stan-dard produttivi, è stato derogata una fatti-specie, non si può estendere ad altricontenitori o imballaggi la possibilità diusare PET riciclato? Su tale interrogativo il ministero ha rilevatoche, mancando un decreto specifico di ri-ferimento, occorrerebbe costruire l’interoiter, partendo da una domanda motivata edocumentata, i cui contenuti possono riferirsi all’Allegato I del DM 21/3/73 modificato nel DM 03/6/94 n. 511. La do-cumentazione tecnica dovrà essere sup-portata da test eseguiti presso laboratoricertificati secondo UNI1 7025, regolamentoUE 2882/2004.

Dopo la presentazione della domanda,completa di tutte le descrizioni indicatedalle linee-guida EFSA (descrizione cicloproduttivo ecc.), il ministero dovrà esperirel’iter interno con tutti i passaggi presso lecommissioni tecniche ed economiche, pre-liminari alla stesura di un nuovo decreto de-dicato a questa deroga. Senza considerareeventuali integrazioni di informazioni suc-cessive alla domanda, il tempo previsto ènell’ordine di un anno almeno. Su taliaspetti continua il confronto fattivo con ilministero.

Comunicazione e ricicloIl presidente Corrado Dentis ha inteso nelsuo secondo anno di mandato investire conforza nella comunicazione e l’avvio dellacollaborazione con Pasquale Alfieri ha datosegnali importanti sull’attenzione dei mediaverso il settore del riciclo della plastica, inrelazione alla raccolta differenziata e allepurtroppo note crisi ambientali dei territoriin riferimento alla gestione dei rifiuti.Tra i diversi passaggi, dalle fiere di settore,al web e alla radio, preme evidenziare ilpassaggio televisivo sul TG1 delle ore 20del 4 luglio 2011 in cui il presidente di As-sorimap, proprio in relazione alla situazionesui rifiuti a Napoli, ha presentato contributiimportanti in ordine al riciclo della plasticacome naturale sbocco della raccolta diffe-renziata e anche alla perdita economica deicomuni inadempienti, in relazione ai contri-buti previsti dall’accordo quadro Anci-Conai.

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Svolta ecologica?Nel corso di una conferenza stampa, svoltasi il 21 luglio a Roma,sono stati presentati i risultati di un’indagine promossa da Asso-bioplastiche e condotta dall’ISPO di Renato Mannheimer per de-finire qual è il grado di conoscenza e come valutano gli italiani lalegge che dal 1° gennaio regola il divieto dei sacchetti in pla-stica a favore degli shopper biodegradabili. In sintesi, dalla ricerca emerge che la quasi totalità degli italiani(93%) è consapevole che dal 2011 non è più possibile commer-cializzare i classici sacchetti di plastica. Gli intervistati hanno ma-nifestato un atteggiamento positivo nei confronti della normativa:6 su 10 esprimono un consenso convinto. Oltre il 90% riconoscel’impegno nei confronti dell’ambiente, valutato come doveroso esufficiente a giustificare un’imposizione di legge. Per fare la spesa è boom delle sporte (75% degli intervistati).Marginale l’uso abituale di sacchetti di carta (preferiti dai più an-ziani), mentre tra la maggior parte degli intervistati (54%) è dif-fuso l'utilizzo frequente dei sacchetti biodegradabili.L'89% sa che esiste una norma a cui i sacchetti devono confor-marsi per essere definiti biodegradabili, mentre c’è meno cer-tezza (60%) sul fatto che in commercio esistano materiali che sidichiarano tali pur non essendo conformi alla normativa euro-pea.Circa 8 italiani su 10 ritengono che i sacchetti alla cassa del su-

permercato non si dovrebbero pagare (sia quelli tradizionali sia ibiodegradabili). Però quasi la metà dichiara di essere disposta aspendere anche un po’ di più per l’acquisto di sacchetti biode-gradabili, se giustificato da motivazioni di minore impatto am-bientale. L’83% degli intervistati dichiara di non essere d’accordoa un eventuale ritorno ai vecchi sacchetti di plastica. Nata all’inizio dell’anno, Assobioplastiche comprende produttoridi biopolimeri, trasformatori e fornitori di manufatti ottenuti dabiopolimeri, enti di ricerca e associazioni culturali di varia natura,oltre al settore del compostaggio in quanto destinatario naturaledi questi prodotti.

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Pneumatici fuori usoIl 9 giugno scorso è entrato in vigore il DM 82 dell’11 aprile2011, che attribuisce ai produttori-importatori di pneumatici laresponsabilità della loro raccolta e recupero a fine vita. Gli obiet-tivi alla base del provvedimento, in linea con gli indirizzi UE, sonochiari: evitare la dispersione, sviluppare impieghi nuovi ed esi-stenti del materiale, ottimizzare e rendere efficiente il sistema.Ogni anno in Italia arrivano a fine vita circa 380.000 tonnellatedi pneumatici: si tratta di materiale che non può essere inviato aricostruzione e che è senz’altra possibilità di reimpiego tal quale,proveniente principalmente dal settore del ricambio e in parte dademolizione di veicoli a fine vita.Fino a oggi circa il 20% di questi PFU veniva raccolto e avviatoa impianti per il recupero del materiale, circa il 50% finalizzato arecupero energetico e il 25% si immetteva in circuiti non con-trollati, facendo sì che se ne perdessero le tracce.In Italia sono circa 50 le aziende che trattano, con diverse mo-dalità e caratteristiche, i PFU e alcune centinaia i trasportatoriautorizzati operanti; sono invece poche ancora le aziende che loutilizzano in nuovi impieghi, per esempio nella realizzazione diarredi urbani, edilizia, pavimentazioni stradali. Ecologia

Ecopneus è la società senza scopo di lucro costituita a inizio2009 dalle principali aziende produttrici o importatrici di pneu-matici in Italia: Bridgestone, Continental, Goodyear-Dunlop, Ma-rangoni, Michelin, Pirelli. Rappresentando oltre l’80% delmercato nazionale di pneumatici, di fatto essa costituisce il prin-cipale interlocutore e responsabile dello sviluppo e gestione diun sistema che dovrà garantire raccolta, recupero e monitorag-gio dei PFU (pneumatici fuori uso) su tutto il territorio nazionale. Il sistema per la gestione dei PFU vedrà responsabili i produttori-importatori di pneumatici, seguendo una linea già adottata inmolti altri paesi europei. Il principio della “responsabilità del pro-

duttore” prevede che ciascuna azienda interessata dalla norma-tiva sia responsabile e garantisca la gestione di PFU per unaquota corrispondente a quanto immesso sul mercato nell’annosolare precedente. Tale responsabilità può essere assolta diret-tamente dalla aziende o attraverso strutture associate.È stato dato, quindi, l’avvio di tutte le procedure e adempimentiorganizzativi, tra cui la dichiarazione presso il Ministero dell’Am-biente da parte delle aziende dei propri quantitativi di immessosul mercato ed eventuale dichiarazione di adesione a struttureassociate. Verso metà settembre si entra nella fase gestionalevera e propria, avviando il ritiro gratuito dei PFU presso oltre30.000 tra gommisti, autofficine, sedi di flotte di veicoli su tuttoil territorio nazionale e il successivo invio agli impianti di tratta-mento e/o valorizzazione.Sono chiari e impegnativi gli obiettivi di raccolta che i produttori-importatori dovranno raggiungere in breve tempo:• entro il 2011: 25% di recupero rispetto al quantitativo

immesso nel 2010• entro il 2012: 80% di recupero rispetto al quantitativo

immesso nell’anno solare precedente• dal 2013: 100% di recupero rispetto al quantitativo immesso

nell’anno solare precedente

Raccolta europeaA inizio luglio Petcore (PET Containers Recycling Europe) ed EuPR(European Plastics Recyclers) hanno annunciato che nel 2010 laraccolta differenziata di bottiglie in PET in Europa si è attestata a1,45 milioni di ton (+6,5% rispetto al 2009), pari al 48,3% ditutte le bottiglie in PET immesse al consumo. Oltre il 25% del PET riciclato (RPET) così ottenuto (circa 250.000ton), è stato utilizzato per il soffiaggio di contenitori, mentre laquota delle fibre ottenute dal riciclo di scaglie di PET è scesa al39%, anche se il tonnellaggio in generale è lievemente aumen-tato. Il mercato delle reggette è invece in crescita (circa 100.000ton), grazie alla ripresa del settore delle costruzioni e manifattu-

riero dopo la recente crisi. Si è verificato un calo di circa 25.000 ton di PET rigenerato nelmercato delle lastre APET. Le cause possono essere identificatenell’elevato volume delle importazioni e nel costo del RPET pa-ragonabile q quello del polimero vergine per gran parte dell’anno.Secondo quanto rilevato dalle due associazioni, la capacità di ri-ciclo meccanico in Europa è stimata in 1,7 milioni di ton. Leesportazioni di PET raccolto verso l’Estremo Oriente, per il se-condo anno consecutivo, mostrano una flessione del 13%, cosìcome le importazioni di PET in balle.Tutti i paesi coinvolti nell’indagine (tranne due) hanno un tasso diriciclo sopra il 22,5% (obiettivo stabilito dalla direttiva europeasugli imballaggi e sui rifiuti da imballaggio). Molti, comunque,sono i paesi virtuosi che hanno un tasso di riciclo superiore al70%.Secondo Petcore, vista la raccolta di bottiglie in PET attiva in tuttii paesi europei, gli aumenti anno-su-anno dei primi tempi si sonoassottigliati anche se comunque l’incremento del 6,5% relativoal 2010 può essere considerato un eccellente risultato.L’intera catena del PET lavora con l’obiettivo di riuscire a riciclarecirca il 50% di tutte le bottiglie in PET immesse al consumo. Se-condo EuPR gli impianti europei di riciclo lavorano al 79% delleloro potenzialità; la sfida per municipalità, addetti alla raccolta eindustrie del settore è riuscire a superare la quota di riciclo del50% facendo lavorare a pieno carico gli impianti attualmente infunzione.

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BBiodegradabili globaliIn base a un recente studio di BCC Research, il mercato mondialedei polimeri biodegradabili dovrebbe raggiungere 423.000 ton afine 2011, per superare quota 1 milione di ton nel 2016, regi-strando cioè nel quinquennio una crescita media annua del 22%.Questo mercato è ancora caratterizzato da alcuni significativi pro-blemi, in primis l’elevato prezzo e la mancanza di idonee infra-strutture per il compostaggio (un aspetto questo, sicuramentemolto critico). Nuovi polimeri biodegradabili sono comparsi, allaluce di una continua riduzione degli altri prodotti. Parimenti, al-cune importanti aziende stanno entrando e uscendo dal mercato(con le prime in numero superiore rispetto alle seconde).Il comparto è caratterizzato fra l’altro da nuove tecnologie, re-strizioni ambientali sempre più vincolanti e instabilità del prezzodel petrolio. La combinazione di questi fattori va stimata corret-tamente, per poter comprendere quale potrà essere l’effettivoimpatto di questi polimeri sul mercato nel prossimo lustro. L’ele-vato prezzo del petrolio si dice sia il principale elemento di spintaper i polimeri biodegradabili.L’imballaggio, principale segmento applicativo, si prevede cheraggiungerà il volume di 771.000 ton nel 2016, grazie a un in-cremento annuo del 20,5% sulle quasi 300.000 ton stimate perquest’anno. Al secondo posto fibre e tessuti: da 61.000 a197.000 ton nel medesimo periodo, vale a dire un +26,6% al-l’anno. A seguire le applicazioni nel settore agricolo: 24.500 tonalla fine di quest’anno e 36.000 nel 2016 (+8,2% l’anno). Que-ste le variazioni degli altri comparti nel medesimo quinquennio:industria automobilistica da 15.000 a 72.600 ton, alimentare da11.300 a 18.100 ton, medicale da 4.500 a 18.600 ton, elettro-tecnica-elettronica da 2.700 a 10.900 ton.

Politiche sostenibiliDal 2000 al 2010 l'adozione di politiche di riciclo degli imbal-laggi in plastica ha portato all'Italia benefici complessivi (econo-mici, sociali e ambientali) stimati in 2,7 miliardi di euro, dei quali1,2 da ascrivere alle bottiglie in PET per acque minerali. Sonoquesti i risultati emersi da uno studio commissionato da Sanpel-legrino ad Althesys e presentati l’8 giugno scorso a Milano nel-l'ambito di una tavola rotonda, che ha visto protagonisti, oltre aStefano Agostini (presidente e amministratore delegato delGruppo Sanpellegrino), Giuseppe Rossi (presidente di Corepla),Daniele Fortini (presidente di Federambiente), Piero Pacchioli (se-gretario nazionale di Movimento Consumatori, Alessandro Ma-rangoni (amministratore delegato di Althesys) e Francois Briois(Nestlè Waters).Nella stessa occasione è stata anninciata la collaborazione traGruppo Sanpellegrino e Amsa nel contesto del "Mese del Riciclodella Plastica", che ha visto Amsa e Corepla presenti nei quartieri

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di Milano per sensibilizzare i cittadini alla raccoltadifferenziata e al riciclo delle bottiglie in PET. Attra-verso il CAM (Centro Ambiente Mobile), l’isola eco-logica itinerante di Amsa, i milanesi hanno potutocosì togliersi ogni dubbio e capire concretamentel’importanza del riciclo di questo materiale. Il personale Amsa è rimasto a disposizione dei cit-tadini per dare informazioni e rispondere alle lorodomande e curiosità con particolare attenzione alriciclo del PET. I consumatori sono stati invitati a vi-sitare l’ufficio mobile Sanpellegrino per ricevere La-Litro di Levissima, la prima bottiglia in Italiarealizzata con il 25% di PET riciclato.

Secondo lo studio di Athesys, nel periodo 2000-2010 la raccolta e il riciclo di imballaggi in plasticain Italia hanno comportato un costo pari a 1,9 mi-liardi di euro e benefici incrementali pari a 4,6 mi-liardi; le voci di costo sono legate ai maggiori onerinecessari per organizzare la raccolta differenziata ela selezione; i benefici derivano, invece, dal minor ri-corso a materie prime, dalla riduzione della produ-zione e quindi lo smaltimento dei rifiuti (117discariche evitate) e dalle attività indotte. Quindi, grazie alla raccolta-riciclo degli imballaggiin plastica, si sono evitate 8,2 milioni di tonnellatedi emissioni di CO2; si sono risparmiati 418,5 mi-lioni di euro di costi di smaltimento rifiuti; si sonorecuperati materiali per un valore di circa 493,7 mi-lioni di euro. Inoltre, la raccolta-riciclo degli imbal-laggi porta al Paese importanti ricadute economichee industriali: l'avvio del sistema Conai e Corepla hafatto nascere appositi centri di selezione e stoccag-gio e crescere nuove imprese dedicate al riciclo, ge-nerando indotto e occupazione.Come detto, nel campo specidico delle acqua mi-nerali, dal 2000 al 2010 il riciclo del packaging inItalia ha portato benefici per 1,2 miliardi di euro, ov-vero 42 discariche evitate, 3 milioni di tonnellate diemissioni di CO2 evitate e risparmi di materie prime. In questo contesto il Gruppo Sanpellegrino, nellostesso periodo ha contribuito a portare al paese be-nefici complessivi per 232 milioni di euro. Sotto ilprofilo ambientale, il riciclo delle bottiglie di PET hapermesso di evitare l’emissione di circa 559.000tonnellate di CO2. Il volume degli imballaggi riciclatiè pari a 204.863 tonnellate, che corrisponde a 8discariche evitate. In termini d’indotto, il contributoè da ascrivere sia alle attività di raccolta differen-ziata delle bottiglie in PET sia alle successive fasi diselezione e avvio al riciclo. Nel complesso si è svi-luppato un indotto, nuove attività economiche e oc-cupazione, per circa 152,8 milioni di euro, al nettodei relativi costi. Nel settore acque minerali il Gruppo Sanpellegrinoha adottato politiche di riduzione di peso che in un-dici anni hanno ridotto il consumo di PET di circa il16%, pari a 9.000 tonnellate. Nel settore bevande,dal 2007 al 2010 sono stati raggiunti importanti ri-sultati, come ridurre il consumo degli imballaggi pri-mari e secondari (-5,7%), i consumi idrici (-25%), laproduzione di rifiuti (-9%), le emissioni di ossido dizolfo (-11%).

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DCome la pensanoi cittadini?Sono stati presentati il 19 luglio a Roma i ri-sultati emersi da una ricerca congiunta effettuata da Corepla e Codacons (coordi-namento delle associazioni per la difesadell'ambiente e dei diritti degli utenti e deiconsumatori) per analizzare le abitudinidegli italiani in materia di raccolta differen-ziata e rifiuti in plastica.Mediante un questionario divulgato attra-verso il sito di Codacons (oltre 1 milione diaccessi nel 2010) sono state monitorate leopinioni dei cittadini e le proposte per mi-gliorare la raccolta e lo smaltimento nelpieno rispetto dell’ambiente. Riassumiamodi seguito i principali punti emersi dalla ri-cerca.

La totalità degli intervistati ritiene che laplastica rappresenti un fattore di progresso.Tuttavia non è un materiale senza con-troindicazioni: quasi il 40% chiede un mag-gior servizio di raccolta e il riutilizzo deimanufatti in plastica. Circa un quarto so-stiene l’opportunità sul piano culturale edeconomico dell’utilizzo di materiali alterna-tivi. Meno di un quarto ne chiede la limita-zione nei campi di utilizzo previsti dallalegge.L’85% degli intervistati effettua attivamenteraccolta differenziata. Nello specifico, nelLazio circa un quarto dei consumatori che

hanno risposto non fa o non fa abitual-mente la raccolta differenziata. Stessoorientamento si è riscontrato in Sicilia, dovesi può dire che quasi il 50% dei consuma-tori non fa abitualmente la raccolta diffe-renziata. Anche in Calabria e Puglia si èriscontrata la stessa tendenza, mentre inAbruzzo la percentuale di chi non fa la rac-colta differenziata abitualmente superaquella dei “virtuosi”.Tra i motivi che oggi frenano l’ulteriore dif-fusione della raccolta, 1 consumatore su 5lamenta una scarsa informazione su servizie tipologie di rifiuti da mettere nella raccoltadifferenziata degli imballaggi in plastica.Tuttavia si può notare che nelle regioni vir-tuose prevale la risposta “non so cosa ecome fare”, mentre in quelle meno virtuoseprevale la risposta “non so dove va a finiree quindi non ci credo”. Altra richiesta a gran voce è quella di co-noscere l’intero ciclo della raccolta e trat-tamento del rifiuto: “che fine fa?” è unadomanda per la quale il 47% degli intervi-stati chiede risposta.

Secondo Cesare Spreafico, direttore gene-rale di Corepla, da questa ricerca emergeun rapporto positivo degli italiani con la pla-stica. A questo materiale, infatti, viene ri-conosciuto di aver contribuito al progressodell’uomo ma anche che oggi deve esseregestito correttamente nel suo fine vita.

Anche se con diffe-renze tra regione eregione, la realtà delriciclo è ormai affer-mata ma c’è ancorada fare: spiegare ecomunicare come sifa la raccolta, rac-contare come fun-ziona il processo equal è l’impiego fi-nale del materialericiclato rappresen-tano una direzionedello sforzo che Co-repla deve conti-nuare a fare.

A sua volta Carlo Rienzi, presidente di Co-dacons, ha dichiarato che senza la raccoltadifferenziata saremo prima o poi tutti nel-l’immondizia, se non si incentiva questacultura tra la gente. Diamo alle famiglie chefanno la differenziata uno sconto del 3%sulla TIA e puniamo i comuni che non lafanno con il blocco delle contribuzioni re-gionali e statali: un mese di blocco per ognipunto non raggiunto della percentuale delladifferenziata che si sono posti come obiet-tivo.

Comuni ricicloniIl 14 luglio si è svolta a Roma la cerimoniadi chiusura del concorso annuale ComuniRicicloni, promosso da Legambiente comemomento di verifica degli sforzi compiutidalle amministrazioni locali per educare esensibilizzare sul tema della raccolta diffe-renziata. Alla cerimonia hanno presenziatoi principali esponenti politici e istituzionalidel settore rifiuti. Tra i comuni premiati, 3in particolare - Nove, Gubbio e Teramo - sisono dimostrati virtuosi nella gestione deirifiuti di imballaggi in plastica nelle rispet-tive aree del Nord, Centro e Sud Italia.Al Nord i livelli di raccolta pro-capite di im-ballaggi in plastica hanno ormai nel com-plesso raggiunto livelli molto elevati, graziealla capacità di erogazione dei pubblici ser-vizi da parte delle amministrazioni. Anchein quest’area di eccellenza permangonotuttavia situazioni anche estese di ritardo. In questo panorama altamente positivo, lascelta del comune da premiare è cadutaquest’anno su Nove (Vicenza), con una po-polazione di 5.000 abitanti circa. Oltre aglieccellenti riscontri quantitativi, questa re-altà rappresenta un’eloquente testimo-nianza di come si possano conseguireottimi risultati con una raccolta monoma-teriale conferita direttamente a un impiantodi selezione, senza alcuna operazione dipre-pulizia o cernita preliminare. Nel Centro Italia permane un quadro con-traddistinto da notevoli differenze tra re-gione e regione per quanto concerne ilrendimento pro-capite della raccolta diffe-renziata di imballaggi in plastica. Alcune siattestano su livelli soddisfacenti e comun-

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que nella media nazionale, altre continuanoa restare molto al di sotto delle potenzia-lità. Il comune premiato quest’anno è Gub-bio (Perugia), che conta circa 33.000abitanti ma che, in virtù dei notevoli flussituristici, vede la sua popolazione aumen-tare considerevolmente, specie nei mesiestivi. L’adozione da parte del comune della me-todologia di raccolta porta-a-porta nel cen-tro storico, la fattiva collaborazione diresidenti e turisti, sostenuta anche daun’adeguata attività informativa, ha portatoa buoni risultati sia come dato di raccoltapro-capite sia dal punto di vista della qua-lità del materiale conferito. Al Sud, dove molte regioni hanno un para-metro di raccolta pro-capite gravemente in-sufficiente - fatta eccezione per Sardegna eCampania - vi sono comunque realtà in cuile raccolte differenziate raggiungono valoripro-capite nettamente superiori alla mediaregionale. Per quest’area è stato premiatoil comune di Teramo, con oltre 55.000 abi-tanti, la cui scelta di attivarsi su tutto il ter-ritorio con una raccolta porta-a-porta” hadato immediatamente ottimi risultati anchequalitativi.

Spiagge puliteNel corso di questa estate Corepla ha lan-ciato una serie di iniziative per sensibiliz-zare gli italiani anche in questo periodo,quando i consumi di bevande aumentanoma la raccolta differenziata degli imballaggiin plastica proprio ad agosto diminuisce.Ciò è dovuto essenzialmente alla combina-zione di due fattori: da una parte chi è invacanza non sa come fare una buona rac-colta differenziata, dall’altra le località di vil-leggiatura possono avere difficoltà nelfronteggiare picchi di produzione dei rifiutimolto superiori a quelli abituali. È stata avviata innanzitutto una campagnainformativa, dettando 6 “regole auree” permantenere le spiagge pulite:

1. non abbandonare mai i rifiuti di plastica2. fai la raccolta separata degli imballaggi3. seleziona cosa mettere nella raccolta

differenziata4. svuota, stappa, schiaccia e ritappa5. paese che vai, raccolta che trovi6. chiedi e pretendi un ambiente pulito.Tra le iniziative anche alcune collaborazionicon Legambiente: Spiagge e Fondali Pulitie tre edizioni speciali di Comuni Ricicloni -Speciale Mare, riservate alla raccolta diffe-renziata degli imballaggi in plastica, asse-gnando i premi in occasioni di altrettantetappe di Goletta Verde, di cui il consorzio èpartner.Da segnalare anche una collaborazione diCorepla con Radio 101 per l’organizzazionedi Spiaggia 101, un tour che dal 15 luglioal 28 agosto ha vivacizzato diverse localitàmarittime con un grande villaggio in spiag-gia. Infine una campagna pubblicitaria ra-diofonica con la voce di Cristiano Militelloa spiegare in maniera facile e intuitiva agliitaliani come e perché fare la raccolta diimballaggi in plastica, un piccolo gesto digrande rilevanza ambientale, proprio par-tendo dal suddetto “esalogo”, distribuito

sotto forma di pieghevole in decine di mi-gliaia di copie in occasione delle diverse ini-ziative.

Fedeltà premiataIl 4 luglio scorso la società di costruzionimeccaniche Sicma, con sede a Mondovì(Cuneo), ha ospitato la presentazione delprogetto MrPET 2.0, il più importante si-stema italiano di “raccolta differenziata pre-miata”, ossia quelle particolari metodologiedi raccolta effettuate tramite macchine “in-telligenti” in grado di riconoscere gli imbal-laggi che vi vengono inseriti e di attribuire“punti fedeltà” o altre forme d’incentiva-zione al cittadino tramite una tessera ma-gnetica personale. Nella presentazione si è subito evidenziatoil vantaggio che la nuova formula offre ri-spetto alla prima versione di MrPET, che ri-sale al dicembre 2007 su iniziativa dellasocietà piemontese U&F e che oggi, graziealla collaborazione con Corepla, acquisiscedimensione nazionale come sistema com-plementare che si integra con la raccoltadifferenziata degli imballaggi in plastica.La prima fase del progetto prevede l’avvia-mento di due sperimentazioni di respiro re-gionale, in Piemonte e Sardegna, il cuiobiettivo è individuare le forme organizza-tive e gestionali migliori per rendere que-sta raccolta aggiuntiva anche un validoaiuto per i comuni, incrementando la rac-colta differenziata degli imballaggi in pla-stica con un flusso di alta qualità. L’evento si è successivamente spostatonelle officine di Sicma, dove è stata pre-sentata la stazione di raccolta. Qui gli utentiintroducono le bottiglie in PET nell’appositabocca di caricamento, un dispositivo rico-nosce gli imballi e, accettandoli, carica sullaMrPET card i corrispondenti punti FADA(Fedeltà Amica Dell’Ambiente), che si tra-sformano in sconti e premi nei punti venditaaderenti al circuito.

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BiorivestimentoUna speciale bioresina fornita da Danimer Scientifics - rappresentata in Italia daCCR - viene utilizzata da International Paper per il rivestimento mediante estrusioneall’interno dei bicchieri monouso in cartoncino. Utilizzato per la prima volta almondo a tale scopo, il biopolimero DM 26806 ha dimostrato di poter garantire, suinormali estrusori, una resa equivalente a quella delle poliolefine standard, ma of-frendo inoltre risparmi energetici in virtù della temperatura di estrusione più bassa. Adatta per bicchieri per bevande fredde e calde, la bioresina offre un livello otti-male di adesione e stampabilità. Altra importante caratteristica è una buona bar-riera al profumo, per la miglior conservazione del sapore, oltre che ai grassi e ailiquidi.Altre applicazioni di questo materiale riguardano l’estrusione su carta leggera peravvolgere al banco cibi freschi, la produzione di sacchetti per alimenti, oltre al ri-vestimento di carta kraft per uso industriale.

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Dai rifiuti al designInnesti inusuali e connubi eccentrici per realizzare oggetti di raf-finato design. Questa la formula per trasformare una bottiglia diplastica in un prezioso gioiello o in un oggetto di arredamento.Nessuna operazione magica ma solo una buona dose dell’estrocreativo della designer napoletana Grazia Torre, ideatrice dellacollezione PET…ali che, dopo aver fatto tappa a Milano e Na-poli, a metà giugno era in mostra a Capri.

In particolare la collezione comprende una cinquantina di gioielliin PET termoformato, proveniente da bottiglie post-consumo, cheben si presta alla creazione delle forme più varie. Infatti, dalla la-vorazione di questo materiale si possono ricavare petali di fiori divari colori, da innestare su supporti in metacrilato,acciaio e rame. che si trasformano in originalissimibracciali, orecchini o collane. Accanto ai gioielli era possibile ammirare alcunelampade, anch’esse realizzate con i contenitori inPET e dipinti con acrilici e altre tecniche, capaci dicreare emozionanti giochi di luce alle pareti che ri-cordano i fondali marini o la forza del fuoco.

Tra gli oggetti in esposizione nel corso di Terra Fu-tura, la mostra convegno che si è svolta a Firenzedal 20 al 22 maggio, figuravano anche poltrone esgabelli realizzati nell’ambito del progetto Pivviccìutilizzando come materia prima cartelloni pubblici-tari in PVC destinati alle discariche.Il progetto nasce dall’idea di due giovani architettipalermitani, Giuseppe Rogato e Francesco Lucia,attenti alle problematiche ambientali e vogliosi diincentivare uno sviluppo sostenibile in grado di sti-molare una crescita economica locale basata sullarivalutazione del lavoro artigianale applicato all’uti-lizzo di materiali riciclabili, approcciandosi a unacomunicatività eco-sostenibile e contro gli sprechi. L’obiettivo di Pivviccì è di dare nuova vita a mate-riali destinati a diventare rifiuto trasformandoli inqualcosa di bello e utile. Il prodotto finale è frutto diuna collaborazione tra ideatori e realtà produttivelocali che contribuiscono ognuna con la propriaesperienza e professionalità a dare un risultato gra-devole in termini estetici sia qualitativi. Nascono inquesto modo borse, accessori e oggetti di designd’interni unici, colorati, pratici e resistenti, accom-pagnati da una grafica originale.

Uniti per i compositiA fine giugno tre organizzazioni europee - EuCIA (Euro-pean Composites Industry Association), EuPC (EuropeanPlastics Coverters) ed ECRC (European Composite Re-cycling Services Company) - hanno siglato un memo-randum d’intesa per l'avvio di una collaborazione suitemi del riciclo e della sostenibilità nell'industria euro-pea dei compositi.Nell’accordo vengono sottolineati due obiettivi chiave chei tre firmatari si impegnano a concretizzare: la fonda-zione di un gruppo settoriale dedicato sotto la supervi-sione EuCIA e integrato nell’ambito di EuPC; ilrafforzamento della collaborazione sui temi del riciclo edella sostenibilità, proponendo una voce "all'unisono"dell'industria dei compositi rispetto alle questioni am-bientali.L'accordo di collaborazione mira a creare una piatta-forma comune per tutte le componenti della filiera deicompositi per definire e decidere strategie industriali nelpieno rispetto dell’impegno sulla sostenibilità. Si trattadi uno sforzo quanto mai puntuale visto che, proprio diquesti tempi, i legislatori europei sono sempre più pro-pensi ad approfondire le potenzialità di riciclo dei mate-riali compositi per garantire in futuro al VecchioContinente una gestione sempre più efficiente delle ri-sorse.

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Sempre più naturaliLa famiglia di biopolimeri biodegradabili Apinat di API è il puntodi partenza da cui è nato lo sviluppo di una gamma di biomate-riali destinata a soddisfare le sempre più stringenti richieste dieco-compatibilità del settore della calzatura e dei materiali sin-tetici per rivestimento. In quest’ambito è nata la collaborazionecon Fiscagomma, produttrice di materiali sintetici per rivesti-mento e di articoli in alternativa alla pelle. L’obiettivo prefissato era la riduzione dell’uso di solventi, nonchéla possibilità di impiegare materie prime che garantissero unagestione più ecologica degli articoli del settore moda rispetto altradizionale poliuretano termoplastico (TPU).Il progetto presentava difficoltà e limitazioni che hanno richiestoun notevole sforzo in ricerca e sviluppo per individuare e realiz-zare un prodotto monocomponente che soddisfacesse i seguentipunti: il nuovo materiale doveva richiedere minimi cambiamentitecnologici e di processo, al fine di ottenere un prodotto innova-tivo senza un eccessivo sforzo impiantistico e incremento dei re-lativi costi; inoltre doveva garantire che le prestazioni dell’articolofinale fossero corrispondenti a quelle richieste dagli utilizzatori; iprocessi di lavorazione dovevano rimanere quelli tradizionali dellaproduzione dei materiali sintetici per rivestimento in TPU.L’obiettivo si è concretizzato nella realizzazione di Apinat Biode-gradable Series, un materiale super-morbido e termovirante, uti-lizzabile nei processi di coagulazione e di spalmatura transfer. Laprima applicazione è arrivata nel settore della cartotecnica, por-tando allo sviluppo da parte di Fiscagomma della linea di pro-dotto Aurora, ottenuto utilizzando il nuovo materiale su supportidi nontessuto. Oltre al settore citato, Apinat Biodegradable puòtrovare applicazione anche nelle calzature, nell’abbigliamento enegli imballaggi di lusso.

Il segmento dell’ecopelle e dei rivestimenti da plastisol di PVCha conosciuto un’evoluzione spettacolare orientandosi verso lafabbricazione responsabile, secondo quanto riferito da Solvin.Aziende pionieristiche come Benecke-Kaliko, Hornschuch e Grif-fine, per esempio, sono riuscite ad aumentare notevolmente laquantità di materiali rinnovabili contenuti nei loro prodotti finiti. Nell’ecopelle di nuova generazione si utilizzano sempre più ad-

ditivi di origine naturale, soprattutto plastificanti per prodotti fles-sibili. C’è però un problema, lo stesso che si registra per le lastredi PVC: in vista della progressiva sostituzione di determinati fta-lati a catena corta con quelli a catena lunga, i fabbricanti ricor-rono a risorse rinnovabili, per esempio l'amido o gli oli vegetali,ma questi additivi non sono ancora prodotti su una scala indu-striale sufficiente per soddisfare tutte le necessità.La stessa tendenza si riscontra per la composizione degli articoliin PVC, in cui gli oli e le fibre si sostituiscono progressivamenteai coadiuvanti di processo considerati dannosi per l’ambiente openalizzanti per l’impronta di carbonio. Allo stesso modo, i fab-

bricanti di rivestimenti ed ecopelle danno prova di una reale vo-lontà di limitare quanto più possibile i composti organici volatiliper migliorare la qualità dell’aria interna. Infine va sottolineata latendenza all’aumento della percentuale di PVC-R nei teloni e neirivestimenti murali.

Rinascita feliceIl 29 luglio scorso ha preso il via la campagna pubblicitaria de-dicata da Acqua Minerale San Benedetto al PET riciclato, lanciatasull’onda del successo di Easy, la bottiglia da 1 litro realizzatautilizzando il 30% di PET proveniente dal riciclo post-consumo.L’immagine fresca e tenera di una bimba davanti al pancionedella mamma in attesa di un fratellino, con lo slogan “San Be-nedetto Easy: dalla plastica che rinasce, la bottiglia eco-compa-tibile”, restituisce al consumatore la filosofia sottesa al percorsoche sta dietro questa bottiglia, attualmente la più venduta in Ita-lia nel segmento delle acque naturali da 1 litro in PET”, con unaquota di mercato superiore al 50%. La bottiglia Easy, che reca in evidenza il logo Green Print, rientranell’ambito di un vastoprogetto di tutela dell’am-biente sviluppato da SanBenedetto, che ha portatoall’accordo volontario sot-toscritto nel 2009 con ilMinistero dell’Ambientecon l’obiettivo di misurarel’impronta di carbonio eridurre le emissioni diCO2.Il successo ottenuto daquesta bottiglia è anchelegato alla forma partico-larmente compatta, checonsente il minimo in-gombro e la massimapraticità: caratteristiche che le hanno valso anche il riconosci-mento dei consumatori italiani che l’hanno eletta Prodotto del-l’Anno 2011, nella categoria acque, nell’ambito del premiopromosso da società Marketing e Innovazione Italia.

Residui accettabiliLe linee guida per la redazione di un dossier tecnico per la valu-tazione della sicurezza della tecnologia di riciclo di materie pla-stiche rese idonee al contatto con gli alimenti sono statepubblicate da EFSA (European Food Safety Authority) nel maggio2008. Queste linee guida illustrano dettagliatamente le modalitàdi stesura del rapporto tecnico che deve essere preparato dal-l'azienda riciclatrice e che deve essere allegato alla domanda diautorizzazione. In particolare si prevede che l'azienda presenta-trice della domanda debba effettuare un challenge-test, ma nonfornisce dettagli tecnici per la sua esecuzione.Il 20 luglio scorso è stato pubblicato su EFSA Journal un docu-mento redatto da un panel di esperti - tra i quali per l’Italia figuraMaria Rosaria Milana dell'Istituto Superiore di Sanità - e intitolato"Scientific opinion on the criteria to be used for safety evaluationof a mechanical recycling process to produce recycled PET in-tended to be used for manufacture of materials and articles incontact with food".Si tratta di un’opinione scientifica ufficiale di EFSA, che fornisceindicazioni precise ma non costituisce una "disposizione" CE. De-finisce il quantitativo massimo accettabile dei composti marker

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additivati (Cmod) espresso in mg/kg di PET, corri-spondente a una migrazione massima di 0,1 mi-crogrammi/kg di alimento, che non costituiscepericolo per la salute umana.I valori di Cmod sono stati calcolati utilizzando mo-delli matematici della migrazione specifica scienti-ficamente riconosciuti e sono molto prudenti (circa5 volte inferiori ai valori reali di migrazione). Per-tanto il contenuto reale di residui dei composti marker (Cres) additivati al polimero R-PET dovràsempre essere inferiore o uguale a Cmod. Il docu-mento elenca alcuni composti marker utilizzati daidiversi laboratori e per ognuno indica il valore diCmod.Le bottiglie da riciclare dovranno provenire dal post-consumo alimentare almeno per il 95% dell'interolotto sottoposto a riciclo. È ammessa una quota del5% proveniente da bottiglie impiegate per il confe-zionamento di prodotti non alimentari.

Limiti del riciclatoUn gruppo di produttori di foglie e lastre nell’ambitodell’associazione tedesca pro-K (trasformatori dimaterie plastiche) ha pubblicato un documento sullemigliori pratiche relative all’utilizzo di materiale rici-clato durante l’estrusione di lastre termoformabili.La termoformatura di lastre produce parecchi scartiche di solito vengono rimacinati e introdotti nellenuove lastre, ma i trasformatori devono essere con-sapevoli degli effetti che il riciclato avrà sul prodottofinito.In occorre sapere che, quanto più spesso un mate-riale plastico viene estruso, tanto maggiori sarannogli effetti sulle proprietà meccaniche del prodotto fi-nito. Per esempio, i prodotti in polistirene, dopoquattro passaggi nell’estrusore, conservano solo il68% circa della resistenza all’impatto con intaglio.Ma nel caso del riutilizzo di ABS tale perdita è ap-pena del 7,4%.Nonostante motivazioni economiche ed ambientaliincoraggino vivamente l’utilizzo di materiale rici-clato, il documento raccomanda inoltre che questonon venga usato al 100% come sostituto del mate-riale vergine ma sempre come parte di una miscela.Le lastre multistrato presentano problemi specifici.Di solito gli scarti derivanti dalla termoformatura diqueste lastre vengono granulati e quindi miscelaticon un compound vergine oppure estrusi per for-mare un singolo strato, spesso quello centrale. Pur-troppo questa miscela spesso può dare origine a uncompound non molto resistente.Il documento cita come esempio una lastra coe-strusa ABS/ASA (80/20) che viene rimacinata e poiriestrusa; alcune prove eseguite dal gruppo mo-strano come la resistenza all’impatto con intagliodello strato di rigranulato perda il 20% circa giàdopo il primo passaggio nell’estrusore, nonostanteABS ed ASA siano materiali chimicamente molto si-mili. Quando lo strato di rimacinato è composto damateriali chimicamente più dissimili, come ABS conPMMA o TPE, tale perdita può essere addirittura piùalta.

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ENella prima puntata di questo articolo, pub-blicata sullo scorso numero, è stato illu-strato un lavoro sperimentale dicaratterizzazione - effettuato presso i nostrilaboratori - di campioni di compositi biode-gradabili costituiti da matrici polimeriche abase di Mater-Bi di Novamont caricate confarina di legno. In particolare sono stati descritti materiali,metodi di analisi e lavorazioni utilizzati nellasperimentazione e una panoramica dei ri-sultati ottenuti. Tale panoramica viene com-pletata in questa seconda puntata con irisultati dei test di biodegradabilità e le con-clusioni dello studio.

BiodegradabilitàI test di biodegradabilità per immersione infanghi attivi sono stati effettuati sia sui ma-teriali non caricati sia sui compositi, in con-dizioni invernali (temperatura media 12°C,umidità relativa media 73%) ed estive (tem-peratura media 25°C, umidità relativamedia: 69%) [9]. In questo modo si è anchevalutato l’effetto delle condizioni ambientalisulla biodegradazione.In figura 1 sono mostrati gli andamentidelle variazioni (perdite) ponderali percen-tuali in funzione del tempo d’immersione,in condizioni invernali, dei materiali non ca-ricati, mentre in figura 2 sono riportatequelli ottenuti nel periodo estivo. In en-trambi i casi i materiali non sono pretrat-tati. La biodegradazione è decisamente piùveloce nei mesi estivi (fino al 70% circa diperdita di peso contro circa il 40% nel pe-riodo invernale) e quindi dipende significa-tivamente dalla temperatura. Per quanto concerne il confronto fra le dif-ferenti lavorazioni, si osserva che la velo-cità di biodegradazione è minore per imateriali stampati a iniezione, mentre èmaggiore per quelli lavorati al miscelatoreo al bivite e successivamente stampati acompressione. Tali differenze sono parzial-mente spiegabili considerando il ruolo dellarugosità superficiale. Si può infatti notare come il materiale MIXT presenti valori di perdita di peso netta-mente inferiori a quello contrassegnato conl’etichetta MIX C, anche se si tratta dello

stesso materiale, differenziandosi solo neltipo di foglio antiaderente utilizzato comeelemento di separazione fra il materialestesso e le piastre dello stampaggio; quelloa base di PTFE è chiaramente più omoge-neo e meno rugoso, come si evince anchedai valori misurati di rugosità media ripor-tati in figura 3.

Si osserva una generale corrispondenza frai valori di rugosità superficiale e le corri-spondenti perdite di peso, confermando leprecedenti considerazioni. Le uniche con-traddizioni potrebbero riguardare il mate-riale stampato a iniezione confrontato conquello estruso tramite monovite e calan-

drato, nonché con quello miscelato e stam-pato a compressione usando un foglio diPTFE. In realtà tali apparenti contraddizionisono state spiegate considerando sia lamodalità con cui viene calcolata la rugositàsuperficiale sia il ruolo della morfologia in-terna dei campioni. Infatti l’apparecchiaturadi misura automatica durante il calcolodella rugosità media tende a sottostimarela presenza delle cavità isolate e casuali(come quelle riscontrate sulla superficie deimateriali estrusi al monovite, MONOV)mentre rilevano integralmente le sottili ri-gature sulla superficie dei campioni stam-pati a iniezione, ST IN (figura 4a e 4b). È però chiaro come i batteri possano inse-diarsi e “accumularsi” molto più facilmente

Ecocompositipolimerici biodegradabili

F.P. La Mantia, M. Morreale, R. Scaffaro(Università di Palermo, Dipartimento di Ingegneria Chimica dei Processi e dei Materiali)

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Figura 1 - Variazioni ponderali dei campioni umidi non caricati (inverno)

Figura 2 - Variazioni ponderali dei campioni umidi non caricati (estate)

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in corrispondenza di tali cavità, piuttosto che sulle ri-gature sottili, dando luogo a un attacco più estesoe quindi a maggiori perdite di peso. Inoltre il mate-riale stampato, a confronto con i precedenti due,mostra anche una morfologia interna sensibilmentepiù compatta (figura 5), la quale può costituire unostacolo all’attacco batterico e quindi determinareperdite di peso inferiori, come, peraltro, si è effet-tivamente riscontrato.In figura 6 sono mostrati gli andamenti delle varia-zioni ponderali, in funzione del tempo d’immersionein condizioni invernali, dei campioni caricati con lafarina di legno SDF, mentre in figura 7 sono riportatequelle ottenute nel periodo estivo. In entrambi i casii materiali non sono pretrattati.

Anche i sistemi caricati mostrano lo stesso effettocon la temperatura mostrata dai campioni di poli-mero puro. Confrontando gli andamenti delle per-dite di peso con i corrispondenti osservati nel casodei materiali non caricati, si osserva che i materialicaricati con farina di legno mostrano una maggiorevelocità di biodegradazione.In particolare, i sistemi lavorati al miscelatore rag-giungono, durante il periodo estivo, la completa bio-degradazione nell’intervallo (16 settimane) diosservazione. La spiegazione di questo comporta-mento va plausibilmente cercata nel fatto che leparticelle di legno possono agire da supporto perl’attecchimento e la crescita delle colonie batteri-che che provocano la biodegradazione della matrice[1-3]. L’influenza del pretrattamento sulla velocità di bio-degradazione, non riportata nel dettaglio per bre-vità, si dimostra abbastanza limitata: in generalel’essiccazione provoca un leggero decremento dellevelocità di perdita di peso dei campioni ma non inmisura particolarmente significativa [1]. L’influenza della metodologia di lavorazione è in-vece, come nel caso dei materiali non caricati, rile-vante. Si osserva, ancora una volta, che lelavorazioni che portano alle maggiori perdite di pesopercentuali sono quella al miscelatore discontinuo -seguita da stampaggio a compressione con l’ausi-lio di fogli a base di cellulosa - e l’estrusione al bi-vite. Le tecniche di lavorazione che portano a materialimeno biodegradabili sono invece la lavorazione almiscelatore discontinuo - seguita da stampaggio acompressione con foglio di PTFE - e lo stampaggioa iniezione. La spiegazione di questi comportamentiva nuovamente cercata nell’effetto della morfologiasuperficiale (figura 8) e della morfologia interna deimateriali, giungendo a conclusioni del tutto analo-ghe a quelle già esposte con riferimento ai mate-riali non caricati.

ConclusioniIn questo articolo, suddiviso in due puntate, è statopresentato uno studio sulle proprietà meccaniche esulla biodegradabilità di sistemi compositi MaterBi-farina di legno. Partendo dalla constatazione chel’aggiunta della farina di legno provoca un aumento

Figura 3 - Rugosità superficiali medie dei campioni non caricati

Figura 4 - Micrografie della superficie di un campione estruso al monovitee calandrato (a) e di un campione stampato a iniezione (b)

Figura 5 - Micrografie della morfologia interna di un campione lavorato al miscelatore (a) e di un campione stampato a iniezione (b)

(a) (b)

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della rigidità e una diminuzione della dutti-lità del materiale, in una prima fase si èpresentato un metodo statistico che per-mette di determinare, in maniera oggettiva,la significatività delle variabili composizio-nali e di processo prescelte, ovvero le cor-relazioni fra queste ultime e le proprietàmeccaniche di maggior interesse tecnolo-gico (modulo elastico, resilienza, HDT). In particolare, si è riscontrata una signifi-cativa influenza della frazione ponderale dicarica sul modulo elastico e HDT (questeproprietà crescono al crescere della per-centuale di carica), mentre la resilienza èmaggiormente influenzata dal rapporto diforma della carica e dalla velocità di lavo-razione (crescente al crescere di queste ul-time). Lo studio delle cinetiche di biodegradazionedei compositi in condizioni reali ha messoin evidenza la buona biodegradabilità delMaterBi (fino al 70% circa), in particolareal crescere della temperatura, e il signifi-cativo aumento della biodegradabilità otte-nibile aggiungendo farina di legno allamatrice stessa. Anche la metodologia di lavorazione ha unimportante effetto sulla velocità di biode-gradazione poiché quest’ultima dipende di-rettamente dalla morfologia superficiale edalla morfologia interna del materiale otte-nuto. In particolare, l’elevata compattezzae la finitura superficiale dei campioni realizzati per stampaggio a iniezione con-sentono di rallentare la cinetica di biode-gradazione. D’altro canto i materiali ottenutitramite il miscelatore discontinuo o l’estru-sore bivite manifestano le maggiori velocitàdi biodegradazione.

RingraziamentiSi ringraziano Novamont per aver fornito ilMater-Bi e il relativo supporto tecnico eAMAP (Palermo) per aver concesso l’uti-lizzo dell’impianto di depurazione a fanghiattivi.

Bibliografia1. R. Scaffaro, M. Morreale, G. Lo Re, F.P. LaMantia, Polym. Degr. Stab., vol. 94, pp.1220-1229 (2009).2. C.R. Di Franco, V.P. Cyras, J.P. Busalmen,R.A. Ruseckaite, A. Vazquez, Polym. Degr.Stab., vol. 86, pp. 95-103 (2004).3. V.A. Alvarez, R.A. Ruseckaite, A. Vazquez,Polym. Degr. Stab., vol. 91, pp. 3156-3162(2006).

(2 - fine)

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Figura 8 - Rugosità superficiali medie dei campioni caricati

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Figura 6 - Variazioni ponderali dei campioni umidi caricati (inverno)

Figura 7 - Variazioni ponderali dei campioni umidi caricati (estate)

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La produzione di articoli medicali è unodegli sbocchi della trasformazione di ma-terie plastiche più sensibili all’innovazionetecnologica e oggi sono sempre più nume-rosi i polimeri utilizzati a tale scopo. Le ap-plicazioni medicali ormai spaziano dalleprotesi ortopediche ai sistemi di controllodel flusso di sangue e altri fluidi corporei,dalle lenti a contatto ai dispositivi per som-ministrare i farmaci, per citarne solo al-cune.I prodotti medicali pongono incessante-mente sfide impegnative a tutti gli opera-tori della filiera della plastica, dai produttoridi materie prime ai trasformatori, passandoper i costruttori di tecnologie. I principalivantaggi che i polimeri presentano incampo medicale rispetto ad altri materialisono rappresentati da una maggiore bio-compatibilità, dalla possibilità di modifi-carne la composizione e dalla facilelavorabilità. Le proprietà finali di dispositivie articoli medicali dipendono sia dalla strut-tura molecolare del polimero sia dai pro-cessi chimico-fisici cui questo è sottopostoe possono essere manipolate intervenendosulle condizioni operative di tali processi esu quello di polimerizzazione, dove le tec-nologie di trasformazione giocano un ruolodeterminante.Queste ultime, inoltre, devono rispondere aun duplice imperativo: da un lato essere ingrado di garantire un prodotto assoluta-mente esente da difetti e perfettamenteconforme a specifiche estremamente strin-genti, dall’altro mantenere, oggi più chemai, i costi di investimento e operativi piùbassi possibile. Nelle pagine che seguonoproviamo ad approfondire questi aspetticon il consueto contributo di alcuni co-struttori italiani ed esteri specializzati.

COSTRUTTORI ITALIANI

Siringhe pre-riempiteI professionisti del settore sanitario cono-scono bene i vantaggi offerti dalle siringhepre-riempite, in grado di garantire dosaggipratici, esatti e sterili; nonostante ciò, l’usodi tali siringhe è ancora molto limitato aifarmaci costosi o quelli necessari nelle si-tuazioni di emergenza. La maggior partedelle siringhe pre-riempibili è commercia-lizzata in nidi o matrici che ne ospitano dapoche decine ad alcune centinaia pronteper essere riempite. La produzione di sirin-ghe nidificate in vetro o plastica (COC, COP,PP), composte da vari elementi che pos-sono venire a contatto diretto con il far-maco, richiede varie fasi di produzione,aumentando il rischio di contaminazione einfluendo sul costo del prodotto finale.Le siringhe in plastica, rispetto a quelle invetro, presentano anzitutto una tolleranzapiù stretta sul diametro interno e il barilottorisulta esente da ovalizzazioni e perfetta-mente rotondo. Data l’interferenza ridottatra barilotto e stantuffo, viene richiesta unaforza minore per muovere quest’ultimo. Lesiringhe di plastica non presentano pro-blemi correlati alla presenza di tracce ditungsteno, che può provocare disgrega-zione catalitica e i cui residui, unendosi adalcuni composti biologici e proteine, po-trebbero dare origine ad agglomerati. Inol-tre il barilotto in plastica non richiedelubrificazione ma nella maggior parte deicasi è sufficiente olio di silicone sullo stan-tuffo, riducendo il problema di compatibi-lità con il farmaco. Infine le siringhe inplastica non presentano problemi di reatti-vità al farmaco e di possibile rilascio dicomposti presenti nell'adesivo usato per te-

nere in posizione l'ago.Per la produzione di siringhe pre-riempiteSecureject, Brevetti Angela ha sviluppato lagamma di macchine Syfpac Securject contecnologia BSF (Blow-Fill-Seal). Il ciclo pre-vede che, dopo che il materiale plastico èstato estruso a oltre 190°C e soffiato pren-dendo la forma della siringa, l’ago sia in-trodotto a un’estremità. La siringa quasiimmediatamente viene riempita dall’altocon la soluzione medicale e, dopo l’inseri-mento dello stantuffo pre-sterilizzato dal-l’estremità superiore, avviene la formatura

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Produzionedi articoli medicali

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di una copertura di sicurezza che sigilla er-meticamente la siringa. Tutte queste ope-razioni avvengono in un unico ciclo di15-20 sec e le parti della siringa esposte,stantuffo e ago sono sottoposti a una doc-cia di aria sterile per garantire assemblag-gio e riempimento in condizioni asettiche.La macchina prevede alcune procedure in-terne automatiche per pulire e sterilizzareil circuito di passaggio di soluzione e ariadi processo. Solo tre parti della siringa ven-gono a contatto diretto con la soluzionemedicale con cui vengono riempite le sirin-ghe: barilotto della siringa ottenuto per sof-fiaggio e chiusura della punta realizzati conpolimero di grado medicale; stantuffo otte-nuto con materiale compatibile; aghi pre-sterilizzati in acciaio inossidabile.Entrambe le estremità della siringa (ago suquella inferiore e stantuffo su quella supe-riore) sono protette da contaminazioni e urtiaccidentali con coperture ermetiche in pla-stica realizzate durante il processo di sof-fiaggio. Con questo processo si riduce ilnumero di componenti della siringa pre-riempita, il rischio di contaminazione e ilcosto di produzione.

Mescole di PVCI compound in PVC destinati alla realizza-zione di articoli e dispositivi medicali de-vono presentare, considerato il campo diapplicazione finale, caratteristiche più rigo-rose rispetto a quelli impiegati per altri tipidi produzione. L’estrusore utilizzato per ot-tenere tali compound riveste quindi un’im-portanza di primordine per conferire uncorredo di caratteristiche che sia realmentein grado di garantire la necessaria qualità alprodotto finale. A fronte di tali conside-razioni, Industrie Generali propone unestrusore specificamente sviluppato percompound di grado medicale sia rigidi sia

plastificati, intervenendoanzitutto sulla zona di pla-stificazione e studiando unprofilo della vite che siadattasse alla lavorazionedi entrambi tali tipi di ma-teriale.In questi termini, le primezone fino al degasaggiosono dotate di più principie variazioni di passo, inter-venendo quindi sulla lami-nazione del materiale emantenendo al contempole temperature più basse,in modo che il prodotto ar-rivi nella zona di degasag-gio perfettamente gelificatoma non surriscaldato. Ilprofilo della vite nella zonadopo il degasaggio nonpresenta interruzioni dipasso che potrebbero sur-riscaldare il materiale. Leviti inoltre presentano untrattamento superficiale diriporto metallico per mi-gliorare la resistenza al-l’usura e di cromaturaaffinché il materiale in la-vorazione scorra molto più velocemente.Il cilindro è dotato di un doppio sistema diraffreddamento olio/aria e resistenze spe-ciali alettate per ottimizzare e controllarecon precisione, soprattutto dopo la zona didegassaggio, le temperature. Il ridotto rap-porto L/D (18) è stato adottato poiché nor-malmente nell’estrusione di compoundmedicali si generano surriscaldamenti nellaparte finale dell’estrusore. Tecnicamentequesta scelta prevede una lunghezza quasiidentica a quella di un L/D = 21 fino al de-gasaggio, accorciandosi subito dopo que-

st’ultimo per miscelare il materiale e poispingerlo direttamente nella testa di estru-sione.Il taglio in teta a sciabola (laterale) e la fi-liera con forature particolari migliorano lafase di estrusione dei granuli evitandonel’appiccicamento. Il numero dei fori sul dia-metro della filiera risulta maggiore rispettoa una soluzione standard e il loro profilo èrealizzato in modo da avere un passaggiopiù rapido del materiale, riducendo quindi ilrischio di bruciature.

Ai costruttori di macchine per applicazionimedicali è costantemente richiesta lamessa a punto di processi di trasforma-zione in grado di assecondare normative incontinua evoluzione e sempre più stringentiper quanto riguarda i materiali utilizzabili.Partendo da tale presupposto Icma SanGiorgio ha sviluppato una linea equipag-giata con un estrusore bivite corotanteMCM 140 per la produzione di compounddi grado medicale a base di PVC.Il committente della linea aveva la necessitàdi produrre nuove mescole, validate dalCNR, senza l’uso di DEHP e dotate di iner-zia chimica per la realizzazione di sacche edispositivi ematici caratterizzati da proprietàfunzionali specifiche e soprattutto dallaquasi totale assenza di migrazione dei pla-stificanti utilizzati. La tecnologia corotanteè stata ritenuta la migliore soluzione alloscopo, garantendo importanti vantaggi ri-

BANDERA

ICMA SAN GIORGIO

INDUSTRIE GENERALI

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spetto alla più tradizionale tecnologia bivitecontrorotante adottata per la lavorazione diPVC.Tra tali vantaggi rientra la possibilità di eli-minare la pre-miscelazione conseguentealla superiore capacità di miscelazione, ef-fettuata direttamente nel cilindro di estru-sione, della tecnologia corotante. L’elevataomogeneizzazione dei singoli componentidella ricetta, grazie a una specifica confi-gurazione modulare delle viti, conferisce alcompound proprietà che, negli articoli me-dicali finali, si traducono in caratteristichefisico-chimiche tali da assicurare la mas-sima sicurezza ai pazienti.

Il cuore delle linee proposte da Bandera perla granulazione di PVC rigido e plastificatodestinato ad applicazioni medicali è rap-presentato da un estrusore bivite controro-tante e compenetrante con interassespecifico e lunghezza maggiorata (L/D =28) per ottenere un prodotto di qualità otti-male, poiché la gelificazione del materialenel cilindro avviene passo passo a condi-zioni di stress ridotte, e al contempo unaresa elevata con un’alta flessibilità nella va-riazione delle formulazioni. L’estrusore è ingrado di realizzare diversi tipi di PVC medi-cale utilizzando i medesimi profili vite e ga-rantendo produzioni orarie fino a 2.400 kg.Per la produzione di granuli di grado medi-cale l’impianto viene equipaggiato con do-satore volumetrico con vite orizzontale avelocità variabile, forzatore, anche questocon vite a velocità variabile, per il tratta-mento di miscele a secco a scarso scorri-mento, e sistema di taglio con rotorecentrale a 4 lame. Per lavorazioni partico-larmente gravose (nel caso, per esempio,di materiali con cariche minerali) il cilindrodi estrusione viene realizzato in acciaio ni-trurato, in alternativa a quello bimetallico,con elevata resistenza a corrosione edusura. Anche le viti termoregolate sono rea-lizzate in acciaio nitrurato con eventualeriporto antiusura ottenuto mediante salda-tura al plasma.

Flusso laminareLa gamma di macchine ibride Umib periniezione-soffiaggio è stata studiata da Uni-loy Milacron specificamente per la produ-zione di flaconi e articoli medicali di piccoledimensioni con finitura del collo estrema-mente precisa quali contagocce, fiale peruso parenterale ecc. In questo settore èparticolarmente sentita l’esigenza di otte-nere una produzione quanto più pulita pos-sibile in termini sia di azzeramento delleperdite di olio sia di filtraggio dell’aria al-l’interno della zona di stampaggio e sof-fiaggio. A tale scopo viene installata unacappa a flusso laminare che filtra l’aria e la

soffia in pressione positiva sulla zonastampi. Inoltre la nichelatura di quest’ultimaconsente una facile pulizia, evita possibilicontaminazioni provocate dal distacco diparticelle di vernice ed elimina totalmente irischi di corrosione. Anche l’azionamentoelettrico dell’iniettore contribuisce a ridurreal minimo i rischi di contaminazione e di-minuisce il consumo di energia nell’ordinedel 30%.Recentemente una Umib 85, su cuisono state apportate alcune modifi-che in grado di accentuarne lapulizia, è stata fornita a un tra-sformatore britannico per la pro-duzione di un contenitore per unapompa per plasmaferesi destinato a unasocietà farmaceutica giapponese. Oltrealla nichelatura chimica dell’intera zonastampi e alla presenza della cappa a flussolaminare, sono state adottate appropriatebronzine capaci di garantire lo scorrimentodelle colonne in assenza di grasso. Sullalinea di soffiaggio sono stati inseriti alcunifiltri in grado di assicurare l’assoluta pu-rezza dell’aria di soffiaggio. La macchina èequipaggiata anche con uno speciale pre-levatore, anch’esso sotto flusso laminare,in modo che il manufatto finale arrivi nellacamera di assemblaggio privo di qualsiasicontaminazione.

Pipette contagocceIn campo medicale Plastiblow (gruppo Pla-stimac) vanta svariate forniture di macchineper estrusione-soffiaggio per la produzionedi articoli quali provette, pipette, pompette“cardioline”, sacche, inalatori, flaconi, ca-merette per dialisi ecc.; ognuna pone spe-cifici problemi di realizzazione richiedendo,

in alcuni casi, l’adozione di leghe metalli-che speciali in grado di sopportare le ele-vatissime temperature di processonecessarie per alcuni materiali oppure diautomatismi per finitura, movimentazione eimballaggio dei prodotti finiti.Con l’introduzione degli azionamenti elet-trici tali soffiatrici hanno ampliato il propriocampo d’impiego in ambito medicale, poi-ché l’assenza di attuazioni idrauliche evitala possibile contaminazione dei prodotti econsente l’impiego delle macchine in am-bienti sterili o ad atmosfera controllata. Lesoffiatrici elettriche di nuova generazione,inoltre, offrono una serie di vantaggi, alcunidei quali risultano particolarmente impor-tanti in campo medicale. Anzitutto, datal’assenza di olio, non si presentano diffe-renze di comportamento al variare delletemperature d’esercizio con benefici in ter-mini di costanza di movimenti. Quest’ultimasi traduce in un minor tasso di scarti di pro-duzione e in cicli più veloci.Tutto ciò ha trovato pratica applicazione,per esempio, nella produzione di pipettePasteur, una sorta di contagocce di preci-sione da laboratorio costituite da un capil-lare sottile con una scala graduata (ingenere da 1 a 3 ml) incisa e da una partesuperiore più larga che funge da pompetta.Per il corretto funzionamento delle pipette ilmateriale impiegato deve essere sufficien-temente elastico e morbido. Tuttavia laproduzione della pipetta mediante estru-sione-soffiaggio comporta la presenza,lungo tutto il perimetro, di una materozza

che dovrà poi essere rimossa automati-camente dalla macchina. Allo stesso

tempo, quindi, è opportuno che ilmateriale sia anche abbastanza

rigido per consentire l’opera-zione di tranciatura dello

sfrido. Date queste esi-genze contrapposte

le pipette devonoessere realiz-

zate conun’adeguatamescola di LDPEed EVA.Per questo tipo di articolovengono proposte soffiatriciin grado di produrre da 2.000 a16.000 unità l’ora, ma il modelloPB2E/S a carro singolo risulta partico-larmente indicata per produzioni interme-die. Dotata di estrusore da 60 mm didiametro e testa a 3 uscite, la macchinaconsente di realizzare oltre 6.500 pipettel’ora.

Iniezione lateraleUn nuovo tipo di ugello per iniezione late-rale in stampi multicavità è stato sviluppatoda Thermoplay per la produzione di articoli

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medicali di forma tubolare relativamentelunghi rispetto al diametro quali cilindrettie pistoncini per siringhe, pipette, provetteecc.

È stato riscontrato che nello stampaggio ditali manufatti risulta estremamente difficileimpedire lo spostamento del maschio edevitare le conseguenti variazioni di spes-sore di parete. Il maschio infatti puòspostarsi lateralmente per effetto di unriempimento non omogeneo checrea una forza risultanteradiale anche quando lageometria del manufattoconsente di avere unpunto d’iniezionecoincidente conl’asse di simme-tria.È stato invececonstatato chela disposi-zione

dei punti d’iniezione in corrispondenza del-l’estremità aperta del manufatto tubolareporta a spostamenti del maschio notevol-mente inferiori. Il nuovo ugello consente

l’eliminazione delle tradizionali materozze“a tunnel” tipiche di questo genere di ap-plicazioni, poiché l’iniezione avviene diret-tamente sulla parete anulare della cavità.La sua struttura permette una esecuzioneagevole della sede di alloggiamento nellostampo e un doppio anello di tenuta controle fuoriuscite di materiale plastico. Come intutti i casi d’iniezione laterale, la fase diestrazione contribuisce ad avere un puntod’iniezione esente da qualsiasi imperfe-zione e difficilmente visibile.

COSTRUTTORI ESTERI

Dispositivi laringeiPer il suo primo reparto di stampaggio, si-tuato nel parco tecnologico di Kulim (Male-sia), LMA International ha adottato tremacchine a iniezione multicomponentesenza colonne di Engel, con cui sarannorealizzati i dispositivi laringei Airway in PVC,utilizzati dai medici per garantire un’ade-guata respirazione, ventilazione e supportoalle vie aeree dei pazienti sottoposti a in-terventi chirurgici.Nel suddetto reparto sono state installate 3macchine della gamma Victory Combi, 2 da300 ton e 1 da 200 ton, tutte equipaggiatecon robot. La scelta di macchine senza co-lonne è stata dettata dall’esigenza diottimizzare gli ingombri nella camerabianca e assicurare più spazio ai grandi

stampi necessari perl’applicazione, seb-

bene la stampataabbia dimen-sioni contenute.Nella fattispecie

AM&M ha fornitostampi bi-compo-

nenti a 4 + 4 im-pronte con canale

caldo, per stamparedue tipi di PVC flessibile

con durezza differente. Ildispositivo medicale vienerealizzato mediante sovra-

stampaggio su maschiorotante mentre, poiché ilPVC tende a degradarsi

facilmente, il volume dei ca-nali caldi è stato ridotto per limi-

tare al minimo il tempo di residenzadel materiale.

Dischi PetriArticoli e dispositivi medicali stampati ainiezione in grandi volumi spesso presen-tano spessori di parete ridotti, come nelcaso dei dischi Petri, che possono essereconsiderati alla stregua di una sorta d’im-ballaggio finale di altissima qualità per l’uti-lizzo in laboratorio. Per un’applicazione cosìesigente, che impone standard rigorosi, Su-

mitomo (SHI) Demag propone la gamma dimacchine a iniezione ibride El-Exis SP, dicui due esemplari del modello 550 sonostati di recente forniti a Becton, Dickinson &C per la produzione di dischi Petri e dei re-lativi coperchi, uniti immediatamente dopola fase di stampaggio. A favore della sceltadi tali modelli di macchina con forza dichiusura da 5.500 kN hanno giocato ele-vate prestazioni, affidabilità, ridotti consumienergetici e brevi tempi di ciclo.Con le due nuove presse il trasformatore èpassato dall’impiego di stampi sovrapposti(stack mould) da 8+8 a 16+16 cavitàsenza che questo abbia comportato unmaggiore ingombro da parte delle isoleproduttive. Grazie anche a un sistema diautomazione che assiste l’intero processo,il tempo di ciclo è stato ridotto al punto chela capacità produttiva è di fatto aumentatadel 100%. Un robot a entrata laterale ve-loce provvede a rimuovere dallo stampo gliarticoli finiti in 0,6 sec per insaccarli e in-scatolarli.

Ibrida per copriaghiPer lo stampaggio a iniezione di copriaghiper siringhe, Ferromatik Milacron proponeil modello F 80 dotato di stampo a 64 ca-vità. Tale pressa - esposta a Interplas 2011(Birmingham, 27-29 settembre) - presentaforza di chiusura di 800 kN e gruppo d’inie-zione capace di raggiungere una velocità di500 mm/sec, dotato di vite con L/D = 22che, nel caso della suddetta applicazione,assicura un tempo di ciclo di 5,8 sec. Ipezzi stampati sono poi trasferiti pneuma-ticamente a un sistema di riempimento acarosello.In occasione della mostra la macchina èstata presentata in configurazione ibridacon azionamento elettrico per chiusura,

THERMOPLAY

ENGEL

SUMITOMO DEMAG

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estrazione e plastificazione e con accumu-latori idraulici per l’iniezione. Con un simileassetto la macchina è in grado di garantireun ciclo a vuoto di 1,1 sec con una corsa diapertura di 329 mm.La serie F è stata lanciata lo scorso maggiocon una open house nella sede di Malter-dingen (Germania) e attualmente com-prende, oltre a quello citato, anche i modelliF 160 e F 350 ma è già prevista l’esten-sione della gamma verso il basso fino a 50ton e verso l’alto fino a 650 ton.

Tappo a combinazioneIl primo tappo in plastica con dispositivo acombinazione per boccette e flaconi permedicinali è stato sviluppato recentementeda Cap-N-Lock. Ideato soprattutto per im-pedire che i bambini ingeriscano acciden-talmente medicinali e sostanze pericolose,il dispositivo è stato realizzato sfruttando latecnologia di saldatura a ultrasuoni di Du-kane.Il tappo, dotato di un sistema a combina-zione a rotelle numerate, viene prodotto in-sieme a due adattatori per renderloutilizzabile con la maggior parte dei più co-muni flaconi per medicinali. Il dispositivo ècomposto da 8 parti realizzate in ABS me-diante stampaggio a iniezione e poi as-

semblate. L’assemblaggio avviene dalbasso verso l’alto unendo il meccanismo dichiusura (incluse le rotelle numerate), unapiastrina di tensione e un dispositivo di av-vitamento sul tappo. L’anello di alloggia-mento inferiore è poi saldato mediante

ultrasuoni sul corpo principale.Velocità, accuratezza e precisione della sal-datura a ultrasuoni risultano cruciali in que-sta applicazione, poiché la saldatura deveessere effettuata in maniera perfetta suogni dispositivo, garantendo un elevato li-

vello di controllo della qualità al fine di as-sicurare il perfetto funzionamento deltappo.

Laser in camera biancaPer la saldatura laser in camera bianca di

componenti di dimensioni ridottedestinati all’industria medicale, suiquali non risultino visibili le linee digiunzione, Bielomatik propone lemacchine K3632 e K3633, la primain una configurazione compattaadatta a lotti produttivi contenuti,mentre la seconda si presta a pro-duzioni su scala più ampia.La K3633, in particolare, è in gradodi lavorare anche materiali a bassaviscosità o film, grazie a una fontedi energia indirizzata direttamentesu un’area di lavoro molto circo-scritta sotto l’influenza di calore, ein versione standard presenta 2 sta-zioni a tavola rotante e diodo laserda 200 W. Il laser, dotato di scanner

e di una barriera d’aria per la protezionedelle lenti, è regolabile in altezza.L’area lavorabile ha larghezza e profonditàdi 100 mm, il diametro del raggio laser èpari a 1,5 mm, mentre la distanza di sal-datura è regolata da un dispositivo di mi-surazione con precisione nell’ordine di0,0001 mm. La saldatrice è equipaggiatacon un sistema di filtrazione e scarico del-l’aria e non richiede l’impiego di additivi ne-cessari con altri metodi di giunzione comeper esempio l’incollaggio.

Sacche per infusioneCompattezza, flessibilità e precisione sono- secondo Kiefel - le tre esigenze principaliche deve soddisfare una macchina per pro-duzione e riempimento in camera bianca disacche per infusione. A tale scopo vieneproposta la nuova gamma IV Express di ter-mosaldatrici per la realizzazione di saccheIV (IntraVenus) equipaggiate con un sistemadi riempimento integrato.Il design compatto riduce l’ingombro dellamacchina senza comprometterne la resaproduttiva elevata e la flessibilità applica-tiva, grazie alla quale è possibile ottenere,oltre a quelle del tipo suddetto, anche sac-che multicamera con chiusura pelabile.Resa produttiva eleva e flessibilità applica-tiva sono il risultato della combinazione trarapidità del cambio delle attrezzature, ri-dotto tempo di ciclo ed elevata affidabilità.La macchina è configurabile in versione 2-4-6 piste ed è in grado di realizzare fino a4.800 sacche l’ora. Il sistema di riempi-mento automatico garantisce una preci-sione dell’1%, mentre la sigillatura dellesacche può avvenire utilizzando vari si-stemi.

m

BIELOMATIK

KIEFEL

DUKANE

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Senza essiccazioneUna linea per l’estrusione di foglia in PET senza essiccazione,partendo da scaglie di bottiglie post-consumo, è in funzione daqualche mese nello stabilimento di Amut a Novara per l’esecu-zione di alcuni test nell’ambito di un programma di ricerca e svi-luppo, al cui termine la linea sarà installata, all’inizio del 2012,presso un trasformatore europeo.Le scaglie opportunamente trattate e lavate, provenienti da unimpianto di riciclo fornito dalla stessa azienda a un cliente ita-liano, sono introdotte in un estrusore bivite corotante dotato di 3punti di degasaggio ad alto vuoto per aspirare l’umidità dal ma-teriale e controllarne la caduta di viscosità. La sezione di ali-mentazione prevede un dispositivo di depolverazione perpurificare ulteriormente il materiale riciclato subito prima del-l’immissione nella linea, mentre un gruppo di pompe consente dispingere il vuoto a livelli molto elevati con valori di vuoto residuonell’ordine di 3-4 millibar. All’estrusore principale da 92 mm è affian-cato un secondo di taglia più piccola per rea-lizzare un coestruso con configurazioneA-B-A, dove lo strato centrale ottenuto con il100% di materiale riciclato è abbinato aglistrati esterni in PET vergine. La portata com-plessiva degli estrusori si attesta a circa1.200 kg/ora, di cui 1.000 garantiti da quelloprincipale e 200 da quello secondario.La tecnologia bivite senza essiccazione con-sente di ridurre di alcune ore i tempi di lavo-razione rispetto ai processi monovite conessiccazione. E il vantaggio si accentua nelcaso in cui un lotto di materiale riciclato risultiparticolarmente inquinato e, dopo la fase diessiccazione, debba essere eventualmentescartato. È pur vero che l’essiccazione ga-rantisce cadute di viscosità inferiori e di con-seguenza un prodotto finale di qualità più

elevata. La scelta di una o dell’altra soluzione, con un investi-mento più impegnativo nel primo caso, dipende quindi in buonaparte dall’applicazione finale cui è destinato l’estruso. Nel casodi imballaggi per frutta e verdura, con un ciclo vita calcolabilenell’ordine di 10-15 giorni, risulterà più conveniente un processodi estrusione senza essiccazione, mentre per contenitori con ca-ratteristiche meccaniche più nobili ed elevate per impieghi, peresempio, nei congelatori risulterà più appropriata l’estrusione conessicazione.Dopo la sezione calda è installato un gruppo di filtraggio auto-pulente con un’ampia superficie di filtraggio di circa 900 cm2necessaria per la lavorazione di materiale riciclato. Una pompa aingranaggi spinge il fuso nella testa a 3 strati, cui segue una lineadi raffreddamento composta da una calandra a 3 rulli in confi-gurazione orizzontale, che consente di ottenere spessori da 200a 1.500 micron su una larghezza utile di 1.200, e da una seriedi macchine accessorie a valle necessarie per il corretto raffred-damento e avvolgimento della foglia prodotta.

Laser in trasparenzaLa saldatura laser di materie plastiche è un processo in continuosviluppo ma, fino a oggi, il suo limite era rappresentato dalla im-possibilità di unire tra loro due componenti trasparenti. Per su-perare questo ostacolo, i ricercatori del Fraunhofer Institute diAachen hanno messo a punto un metodo, tuttora perfettibile, chesi basa sull’individuazione della più appropriata lunghezza d’ondadel laser e consente di ottenere una saldatura appena visibile aocchio nudo.Finora, quando si trattava di unire tra loro due componenti pla-stici uno doveva essere trasparente, per fare passare il fasciolaser, e l’altro scuro, per assorbire la radiazione e trasmettere ilcalore a quello trasparente, così da ottenere la saldatura. In pra-tica era possibile una sola combinazione di componenti: uno tra-sparente e uno scuro. Vi sono però svariati settori, come, peresempio, quello medicale, in cui può essere indispensabile uniredue o più componenti trasparenti. Sebbene erano già disponibiliassorbitori di infrarossi quasi trasparenti, questi, oltre a esserecostosi, lasciavano tracce verdastre o giallognole in corrispon-denza del punto di assorbimento della luce.Pertanto, per fare a meno degli assorbitori, è stato studiato lospettro di assorbimento della luce di una serie di polimeri tra-

sparenti e, una volta individuate le lunghezze d’onda di assorbi-mento delle radiazioni laser, sono stati calibrati e perfezionati isistemi di saldatura appropriati. Per emettere l’energia luminosaal livello corretto per ottenere una saldatura lungo il bordo di duecomponenti trasparenti sono stati messi a punto sistemi specialidi lenti. Questi concentrano il fascio laser in modo che l’energia

AMUT

FRAUNHOFER INSTITUTE

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più elevata si raggiunga in corrispondenza del suo punto più sot-tile, per controllarlo il più precisamente possibile.I risultati migliori sono stati ottenuti con lunghezze d’onda di1.700 nanometri e da questa base le ricerche stanno prose-guendo (nell’ambito del progetto PolyBright sponsorizzato dal-l’UE) per mettere a punto la migliore combinazione tra spettro diassorbimento della luce dei componenti e lunghezza d’onda dellaser, per sviluppare sistemi di saldatura sempre più efficienti,precisi, rapidi ed economici.

Guarnizioni per vasettiSi chiama PMA24L - acronimo di Plasmatic per Metallo per guar-nizioni Anulari a 24 stampi e capsule Large - l’ultima novità diSacmi per il settore delle chiusure, realizzata per l’applicazionedi guarnizioni in elastomero termoplastico (e, quindi, prive di PVC)alle capsule di metallo (ma in futuro anche a quelle in plastica)

dei vasetti per alimenti. A fronte dell’esigenza, da parte dei produttori di tappi e chiusure,di dotarli di guarnizioni completamente prive di PVC, che esponealcuni tipi di alimenti, specie quelli a base oleosa, al rischio dicontaminazione, era necessario mettere a punto una macchinacapace di applicare guarnizioni innovative che non richiedesseropiù l’impiego di forni di polimerizzazione, riducendo in questomodo, oltre ai suddetti rischi di contaminazione, anche i consumie, in definitiva, l’inquinamento.Di fatto la nuova macchina va incontro alle ultime innovazioni svi-luppate dai produttori di materiali plastici per le capsule di grandediametro con guarnizioni che devono sopportare temperature dioltre 100°C nei processi di riempimento a caldo, pastorizzazionee sterilizzazione di prodotti quali, per esempio, marmellate, salsee cibi per bambini. Riscontri positivi sulla validità di queste guarnizioni e della mac-china - che può applicarne fino a 1.000 al minuto - sono già per-

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venuti da un utilizzatore tedesco (una nota azienda operante nelsettore dell’imballaggio alimentare) che attualmente produceoltre 300.000 chiusure al giorno.Al momento la macchina è disponibile, oltre che nella suddettaversione “ammiraglia”, anche in configurazione a 12 stazioni ingrado di applicare fino a 500 guarnizioni al minuto.

Lastre isolantiUn produttore tedesco di sistemi isolanti ha commissionato aHirsch Maschinenbau una formatrice HC 200 per lastre in EPS ingrado di variare automaticamente lo spessore su entrambi i latiin circa 10 sec grazie all’uso di servomotori. Rispetto ai sistemitradizionali, che consentono solo una regolazione meccanica al-lungando i tempi di produzione, questa macchina risulta più fles-sibile e la possibilità di cambiare velocemente spessore e tipo dilastra permette di ridurre le scorte a magazzino di prodotti finiti.La macchina è stata progettata specificamente per la produzionedi lastre isolanti con dimensioni massime di 1.000 x 500 mm espessore fino a 400 mm. Nella configurazione standard l’im-pianto è in grado di realizzare lastre con o senza battentatura ea doppia densità così come di accatastare automaticamente ilprodotto finito.La chiusura a ginocchiera e uno speciale sensore per la misura-zione del vapore assicurano un consumo ottimale di energia euna qualità finale eccellente, mentre un sensore di reazione ga-rantisce l’assenza di scarti.

Barilotto per birraUn fustino in PET colorato da 4 litri (peso 112 g) - introdotto direcente sul mercato da Heineken per la distribuzione del propriomarchi di birra Amstel - è stato sviluppato in collaborazione conSiapi partendo da preforme colorate che impongono scelte spe-cifiche nel riscaldamento del corpo del contenitore medesimo edi raffreddamento del collo, facilmente surriscaldabile e quindi arischio di deformazione. Il contenitore presenta un design inno-vativo e funzionale con un sistema integrato di spillatura ed ero-gazione con compressore interno che lo rendono adatto ancheall’uso domestico.

La birra è uno dei prodotti più sensibili con livelli tra i più bassidi tolleranza al contatto con l’ossigeno. Pertanto è stato neces-sario scegliere materiali e mettere a punto un ciclo produttivo ingrado di garantire la conservazione ottimale della bevanda per al-

meno 6 mesi, con valori ridotti al mi-nimo in termini di perdita di CO2 epenetrazione di ossigeno. Quest’ul-timo era l’aspetto più impegnativo daaffrontare con appropriate proprietàbarriera, che non influissero però sugusto e freschezza del prodotto. Ilcontenitore inoltre doveva proteggerela bevanda dai raggi UV.Per l’applicazione in questione èstata adottata una macchina perstiro-soffiaggio EA2 a 2 cavità conprocesso bistadio. La soffiatrice è ingrado di realizzare contenitori concapacità da 0,25 a 6 litri per unaresa produttiva oraria fino a 3.600pezzi. Da segnalare, infine, i tempirapidi (20 min) di cambio formato,che rendono la macchina particolar-mente flessibile.

SACMI

SIA

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HIRSCH

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Pompe per membraneFino a qualche anno fa i tetti piatti non erano in grado di resisterea sufficienza in condizioni atmosferiche rigide. Ma la situazioneè nettamente migliorata grazie all’impiego di membrane in ela-stomero EPDM, che conferiscono ai tetti una durata quasi illimi-tata. Questi materiali impermeabilizzanti possono essere allungatifino al 500% senza snervarsi, anche in presenza di forti oscilla-zioni termiche da -40 a +120°C. Sono quindi ideali anche perapplicazioni nel lungo periodo, garantendo una resistenza pluri-decennale.Considerati i vantaggi innegabili in resistenza, ottenuti grazie allastruttura polimerica satura, la gamma delle possibilità d’impiegodell’EPDM è estremamente ampia. Le applicazioni classiche ri-guardano: impermeabilizzazione di tetti e costruzioni edili, guar-nizioni, premistoppa rotativi e giunti piani, flessibili per acquacalda e applicazione a vapore, stuoie assorbenti per una miglioreconservazione del calore, membrane per vasche e laghetti arti-ficiali.Le gomme EPDM reperibili in commercio hanno un tenore di eti-lene compreso tra 45 e 75% in peso. I polimeri con basso tenoredi etilene (45-55%) sono amorfi e presentano migliore flessibi-lità a freddo. Un EPDM con tenore medio di etilene (55-65%) èparzialmente cristallino. Terpolimeri con più del 65% in peso dietilene mostrano campi cristallini piùestesi e pertanto si comportano comeelastomeri termoplastici che, anche nellostato non reticolato, presentano elevataresistenza alla rottura. Il tenore di diene di prodotti commercialiè compreso tra 2 e 12% in peso. Un te-nore maggiore di diene produce unamaggiore velocità di reticolazione, mag-giore stabilità e minore deformazione.Aumentando il tenore di diene si riduceperò la resistenza a invecchiamento,agenti atmosferici e ozono. Per questomotivo è necessario produrre la miscelaidonea a ogni particolare requisito.Nelle tecnologie di produzione della re-sina base, Maag propone da anni legrandi pompe a ingranaggi della seriePolymer-polyrex. Per lo sviluppo dellatecnologia delle membrane in EPDM lesoluzioni più innovative sono rappresen-tate da piccoli impianti e soluzioni per la-

boratorio, che permettono di testare nuovi processi e proceduresu campioni in piccola scala. I risultati di questi test possono suc-cessivamente essere trasferiti all’impiego su larga scala. Per l’estrazione dal reattore viene utilizzato il nuovo modello dipompa a ingranaggi Therminox-V nella versione per applicazioniad alta temperatura, la cui particolare geometria d’immissionepermette l’estrazione sottovuoto di liquidi ad alta viscosità, comei prepolimeri. La pompa viene flangiata direttamente al reattoresul lato aspirazione, permettendo così di ridurre al minimo il ca-rico idraulico netto all’aspirazione (NPSH). Nello sviluppo di un impianto di prova per la produzione di mem-brane EPDM, è stato necessario considerare non solo le tempe-rature di processo che per questa versione speciale arrivano a150°C, ma anche una viscosità fino a 1,7 milioni mPas per unNPSH di 5,5 mbar, una pressione di d’immissione di 5,2 bar euna di 10,2 bar in uscita. Per questo motivo sono utilizzati alberiin acciaio inox e cuscinetti in bronzo-alluminio, che sono in gradodi resistere ai particolari parametri di pressione e temperatura. Come guarnizione di tenuta sull’albero viene utilizzato un sistemaa baderna con recupero automatico del gioco e flussaggio sta-tico con liquido compatibile col processo. In questo modo si unisce la semplicità di manutenzione alla certezza assoluta dievitare infiltrazioni d’aria che andrebbero a reagire con il fluidoEPDM.

Simposio sui tubiSi è svolto l’11 luglio presso la sede di Sica ad Alfonsine (Ra-venna) un simposio per presentare le più recenti innovazioni svi-luppate dal costruttore per bicchieratura, traino, taglio eimballaggio di tubi. Il programma dell’evento prevedeva una ses-sione mattutina e una pomeridiana con diverse presentazioni tec-niche e una visita ai reparti produttivi, dove erano in funzionevarie macchine.Particolare attenzione hanno riscosso il traino P 2000/14 Plus ela taglierina planetaria TRK/C/Sy 2000 per tubi in HDPE con dia-metro fino a 2.000 mm e spessore fino a 130 mm.Il traino è dotato di 14 cingoli, di cui 11 superiori basculanti consistema brevettato e 3 inferiori di contrasto a posizionamentoelettromeccanico ma tutti vincolati, con meccanismi a bielle, al

telaio portante, in modo da trasferire le reazioni di spinta su en-trambe le facciate del telaio, con evidenti vantaggi in termini diefficienza strutturale e di rendimento meccanico.Lunghezza e larghezza di contatto dei cingoli arrivano rispettiva-mente fino a 2.200 e 116 mm e la macchina sviluppa una forzadi tiro pari a 400.000 N in versione a 14 cingoli (per tubi con dia-metro interno da 1.200 a 2.000 mm) e di 170.000 N in quella a6 cingoli (da 630 a 1.000 mm).Il controllo della velocità dei cingoli avviene in anello chiuso condoppio "master": la macchina è cioè dotata di un doppio tra-sduttore per il monitoraggio continuo dello stato di trascinamentodel tubo, garantendo completa sicurezza di funzionamento anchein presenza di anomalie di uno dei due trasduttori. La taglierina planetaria a utensile non produce né trucioli né pol-vere e, per adattarsi al meglio alla superficie del tubo, è dotata

MAAG

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di morse blocca-tubo universali dove ogni braccio di bloccaggiodispone di diversi elementi di presa gommati e basculanti.

Sono state presentate anche le bicchieratrici di nuova genera-zione per tubi in polietilene e PVC biorientato e non, in grado diadattarsi a produttività sempre più elevate pur a fronte di note-voli risparmi energetici. Il modello Unibell e l’ultimo nato per tubiin PVC da bicchierare con tampone meccanico o con guarnizioneincorporata tipo rieber. La versione presentata in questa occa-sione dispone di un forno a onde corte e un sistema di raffred-damento brevettato che permette di raggiungere produttività pariai tradizionali modelli a due forni, ma con dimensioni e consumipiù contenuti.

Miscelazione per WPCPer la lavorazione di compositi legno-plastica (WPC) Plas Mecpropone un nuovo concetto di impianti che, abbinando attrezza-ture di miscelazione e raffreddamento, consente di aumentare ladensità apparente degli ingredienti, estrarre l’umidità dalle fibredi legno e disperdere gli additivi. Grazie a tale tecnologia è pos-sibile ottenere una omogeneizzazione ottimale tra materiali qualiPVC, PP e PE, fibre di legno e pigmenti, stabilizzanti UV, ritardantidi fiamma e biocidi.Il ciclo di lavorazione prevede il caricamento, automatico o se-miautomatico, degli ingredienti e la successiva essiccazione dellefibre di legno, miscelandoli e agglomerandoli in un’unica opera-zione e ottenendo un’umidità residua inferiore all’1%. Su tali basi

sono stati sviluppati due differenti tipi di processo sottovuoto perl’estrazione dell’umidità, per altrettanti compositi, uno a base di

PVC e l’altro di PP o PE.Nel primo caso la configurazione del sistema dimiscelazione e raffreddamento può essere siaverticale sia orizzontale, possono essere rag-giunte temperature fino a 120°C e il prodottoviene miscelato in polvere. Nel secondo caso laconfigurazione prevede, oltre al miscelatore consistema di raffreddamento ad alta efficienza condoppia camicia per la circolazione dell’acqua,anche un polverizzatore. Le temperature possonoraggiungere 160-170°C e il prodotto è misce-lato in forma di agglomerato.Gli attrezzi di miscelazione di forma falciforme inacciaio inossidabile sono dotati di un particolarerivestimento (hard coating) delle superfici piùsoggette a usura. Un nuovo sistema di lucidaturacompletamente automatico conferisce agli uten-sili un‘eccezionale finitura a specchio, creandoun vortice ottimale e un’omogeneizzazione deidiversi componenti della miscela.

Pannelliper prefabbricatiPer la realizzazione di pannelli in poliuretano per case prefabbri-cate, in grado di soddisfare la crescente domanda di alloggi eco-nomici nei paesi emergenti e del terzo mondo, KraussMaffeipropone una nuova serie di presse a doppio nastro.Si tratta di un innovativo concetto produttivo efficace, economicoe sostenibile che con l’impiego di una singola macchina con-sente di realizzare 1-2 case al giorno, pari a circa 500 unitàl’anno. Ma per soddisfare la domanda nelle zone a più rapida ur-banizzazione il sistema può essere implementato per arrivare aprodurre in continuo da 2.000 a 10.000 abitazioni l’anno. Ognicasa ha una superficie di 30 m2, fornendo spazio per una fami-glia di 5 persone, e può essere dotata di pannelli solari per l’au-tosufficienza energetica.I pannelli per soffitto e pareti presentano un nucleo in poliure-tano espanso racchiuso tra due rivestimenti in acciaio e possonoessere prodotti su una pressa a nastro singolo o doppio. Ma peradattarsi alle disponibilità, così come alle esigenze e agli stili divita di ciascun paese, è possibile utilizzare materiali diversi inbase alle disponibilità locali e alla più o meno facile ed economicareperibilità sul luogo. Per esempio, il nucleo isolante interno può essere realizzato in

SICA

PLAS MEC

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lana minerale e lo strato superiore in alluminio oppure è possi-bile applicare pannelli decorativi estrusi, rinforzati con fibre divetro ecc. Inoltre i pannelli non devono essere tagliati su misurasul posto, poiché vengono consegnati su un pallet e assemblatisul posto con il solo impiego cacciaviti e chiavi inglesi.

Valvole rotantiLa gamma di valvole rotanti proposte da GSBI (GovoniSim Bianca Impianti) permette di coprire diverse esi-genze negli impianti di trasporto pneumatico in sva-riati settori e include modelli con certificazione Atexper zona 20 interna e per impieghi come elementocompartimentante contro il propagarsi delle possibiliesplosioni. In particolare i modelli VRHP/VRMP e VRTsono dedicati specificamente al trasporto di materieplastiche.Le valvole di tenuta e dosaggio VRHP/VRMP sonoadatte a impieghi ad alta e media pressione e pre-sentano attraversamento verticale con bocca di caricodisassata e scarico tangenziale. Dotate di sistema perevitare il pizzicamento del granulo, consentono di se-parare, durante la fase di alimentazione, il prodotto datrasportare dall’aria di sfiato e si contraddistinguonoper ridotti valori di perdita di fluido di trasporto.La versione VRHP è indicata per il trasporto in fase

densa ad alta pressione fino a 3,5 bar/(g), mente laVRMP si presta al trasporto in fase diluita a mediapressione fino a 2 bar/(g).Le valvole VRT a ingresso tangenziale sono adatteall’impiego con prodotti ad alta temperatura e abra-sivi su linee di trasporto funzionanti sia in pressionesia in aspirazione. Presentano bocca di carico escarico tangenziali e, per una corretta alimenta-zione della macchina, possono essere adottate par-ticolari vaschette da inserire nella bocca di carico alfine di regolare il grado di riempimento del rotore edevitare il pizzicamento del granulo.Queste ultime valvole sono dotate di rotori a 10 o12 pale per garantire costantemente almeno 3 palein presa su ogni lato del corpo della valvola e ri-durre le perdite da trafilamento.

Corrugatore giganteLa crescente diffusione dei tubi corrugati a doppiaparete in polipropilene, in alternativa a quelli in ce-

mento o PVC, per la realizzazione di reti fognarie o il drenaggiodelle acque piovane ha portato Itib Machinery a investire risorsesempre maggiori nella messa a punto di soluzioni tecnologichedestinate a tale settore. Dopo il corrugatore a navetta F700SH9

- di cui un esemplare è recentemente entrato in funzione nellostabilimento del trasformatore slovacco Plastika - è in fase di svi-luppo la sua evoluzione F1200SH10 per tubi con diametro in-terno ed esterno rispettivamente fino a 1.000 e 1.200 mm, aseconda della normalizzazione che si decide di adottare.Il corrugatore è dotato di 10 coppie di semistampi, 6 dei quali sitrovano in posizione di formatura mentre una coppia è in fase dichiusura, una di apertura e 2 coppie sono sul percorso di ritorno.Anche in questo modello, come in quello più piccolo, la movi-mentazione dei semistampi avviene non per mezzo di catenariema secondo la tecnologia “shuttle” mediante un carrello porta-stampi scorrevole, soluzione più adatta a una macchina di que-ste dimensioni, consentendo di contenere il numero di coppie disemistampi e, quindi, l’ingombro e l’investimento.Ogni semistampo è dotato di un circuito di raffreddamento adacqua, che entra ed esce in pressione da un punto di in-gresso/uscita indipendente, mentre la formatura avviene me-

KRAUSSMAFFEI

GSBI

ITIB MACHINERY

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diante vuoto assistito dal soffiaggio di aria a bassa pressione. Insituazioni di emergenza o mancanza di tensione il corrugatore, adifferenza del modello F700SH9 che poteva aprirsi rispetto allasua mezzeria, può essere fatto arretrare per liberare testa, filieradi estrusione e mandrino di raffreddamento della parete internadel tubo e rimuovere l’eventuale materiale residuo.La macchina assicura portate orarie fino a 1.000 kg e, per in-stallare stampi di dimensioni diverse, è possibile alzare o abbas-sare la struttura superiore dove è collocata parte del sistema diraffreddamento e aspirazione.

Estrusione in mareEntro la fine dell’anno Battenfeld-Cincinnati consegnerà una lineadi estrusione per tubi con diametro fino a 2.500 mm a PipelifeNorge, trasformatore norvegese specializzato nella produzione ditubi di lunghezza estrema: è il solo al mondo in grado di realiz-zare sezioni lunghe fino a 600 metri per applicazioni in mareaperto.A tale scopo i tubi sono estrusi direttamente in mare, raggruppatiin fasci e rimorchiati fino al punto d’installazione. La produzionedi sezioni di tale lunghezza direttamente in mare si traduce incosti di trasporto e installazione, riduzione del rischio di danneg-giare il manufatto durante lo spostamento e assemblaggio sem-plice e rapido delle condotte mediante poche giunzioni saldate.La linea commissionata, una delle più grandi mai costruite per laproduzione di tubi, sarà dotata di un estrusore monovite solEx da120 mm, in grado di plastificare fino a 2.200 kg/ora di resinacon omogeneità ottimale del fuso. La testa di estrusione bifase adottata per questa applicazione èdotata di cestello in lattice combinato con mandrino a spirale eassicura un’ottimale distribuzione dello spessore di parete senzacorrugazioni sulle superfici interne dei tubi. Il trasformatore haselezionato diversi gruppi di cambio testa per produrre tubi condiametro da 1.200 a 2.500 mm e spessore di parete da 48 a 96mm. Infine il sistema di traino su misura è dotato di 14 cingoli,ciascuno con un proprio azionamento.

Scatole di spessoreUn trasformatore russo ha ordinato a Colines un secondo im-pianto Bubble Guard Board per la produzione di lastre alveolari inpolipropilene con elevate proprietà meccaniche. Con gramma-tura variabile da 250 a 3.500 g/m2 e spessore da 2 a 12 mm,

queste lastre sono termoformabili, riciclabili al 100%, atossiche,resistenti a sollecitazioni meccaniche e agenti chimici. Questo corredo di caratteristiche, assieme alla possibilità di ac-coppiamento con vari materiali, rendono Bubble Guard Board una

valida alternativa a materiali più costosi in vari settori applicativiquali quello automobilistico, cosmetico, farmaceutico, grafico,dell’imballaggio ecc. Nella fattispecie la linea - presentata in unarecente open house nella sede del costruttore a Nibbia (Novara)- sarà dedicata esclusivamente alla realizzazione di “fasce peri-metrali” per scatole con elevato spessore (12 mm) e grammaturada 3 a 3,4 kg/m2. L’impianto, dotato di 2 estrusori da 160 e 80 mm, ha una lar-ghezza utile di 1.640 mm e assicura, con la suddetta gramma-tura, una produzione oraria netta di 740 kg (che può esserespinta fino a 1.000 kg). Inoltre è equipaggiato con sistema di ri-ciclo dei rifili e può produrre contemporaneamente lastre di di-versa lunghezza e larghezza.

Sensori ecologiciPer la misurazione dello spessore di foglie in gomma accoppiate,

destinate principalmente alla produzione dipneumatici, Electronic Systems propone unagamma di sensori “ecologici” che non utiliz-zano fonti energetiche radiogene o laser maagiscono, invece, in base a un principiopneumatico. In questo genere di applicazioni,infatti, due foglie in gomma sono accoppiatea un substrato di vario tipo (tessile, metallicoecc.) e la misurazione del loro spessore av-viene in uscita dalla calandra appena primadell’accoppiamento mediante un sensore in-duttivo elettromagnetico e aria compressa.Poiché questo genere di rilevazione non ègeneralmente finalizzata a certificare la qua-lità del prodotto finito, ma a fornire un’indi-cazione utile per la regolazione automaticadello spessore del semilavorato all’interno ditolleranze predefinite, questi sensori, a diffe-renza dei sistemi tradizionali, non eseguonouna scansione sull’intera larghezza della fo-glia bensì su punti fissi prestabiliti.

In pratica, generalmente 3 sensori eseguono la misurazione alcentro e alle estremità della foglia. Questo perché la regolazionedello spessore è solitamente il risultato di 2-3 azioni: “gap” o“nip”, per equilibrare lo schiacciamento della foglia in base ai ri-levamenti laterali, e “cross axis” e/o “roll bending” (in alcuni casicombinate, in altri alternative), per correggerne la bombatura,

COLINES

PIPELIFE NORGE

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confrontando i dati laterali con quello centrale. Anziché richie-dere circa 10 sec, normalmente necessari a completare la scan-sione, la misurazione su 3 punti fissi risulta praticamenteistantanea così da ridurre il tempo di ciclo relativo agli interventidi regolazione.Questo sistema, dunque, elimina il limite rappresentato dai tempidi scansione mentre il collo di bottiglia diventa quello della velo-cità di reazione della calandra ai dati trasmessi dal dispositivo. Inaltre parole, l’utilizzo di questo tipo di sensori, risultando più ve-loce della capacità di aggiustamento della calandra, consentecomunque di sfruttarne al meglio i tempi effettivi di regolazione.

Iniezione multiplaGli statori per pompe di lunghezza anche fino a 10 metri ven-gono solitamente prodotti mediante stampaggio a iniezione e,per realizzare quelli di dimensioni maggiori, sono generalmenteimpiegate macchine senza gruppo di chiusura. Per questa ra-gione sono necessarie soluzioni speciali con 1 o 2 gruppi d’inie-zione in grado di lavorare alternativamente oltre 300 kg digomma mediante un processo d’iniezione multipla. Solitamentela vulcanizzazione viene poi effettuata in autoclave.Per la realizzazione di statori di medie dimensioni Desma pro-pone una nuova macchina speciale in grado di iniettare fino a6.890 cm3 di materiale. Il gruppo concepito specificamente perapplicazioni multi-iniezione esercita una pressione massima di

1.010 bar e funziona secondo il principio FIFO (First in First Out).Diversamente da quanto avviene sulle macchine tradizionali, lostatore non viene disposto lungo l’asse longitudinale del gruppod’iniezione bensì verticalmente con un’inclinazione fino a 90°.Oltre al minore ingombro dell’intero impianto, con questa confi-gurazione il sistema di alimentazione e scarico risulta semplifi-cato grazie al dispositivo di chiusura integrato.

DeumidificazionemigliorataLa nuova gamma di deumidificatori DWC di Plastic Systems, conportata oraria da 30 a 600 m3 e dew point da -25 a 50°C, è de-stinata principalmente ai processi di trasformazione in settoriquali automobilistico, medicale, imballaggio, elettrico ecc.Un design compatto raggruppa deumidificatore, tramoggia e ali-mentatore del granulo in un unico corpo e, grazie alla integra-zione di celle di pesatura sulla tramoggia, i consumi vengonomisurati in tempo reale e il volume di aria per kg di materiale ela permanenza nella tramoggia sono modificati mediante un mi-croprocessore interfacciato alla cella di pesatura. Il deumidificatore dimostra elevata capacità di adattamento alprocesso, adeguandosi perfettamente alla macchina di trasfor-mazione in caso di consumi sia superiori sia inferiori a quelli im-postati e rendendo superflua la riprogrammazione dei parametrida parte dell’operatore.Questo sviluppo rappresenta un passo avanti per le applicazionimulti-tramoggia, dopo il sistema DTM (Drying Time Manage-ment), dove un microprocessore gestisce la quantità d’aria inciascuna tramoggia in rapporto alla produzione impostata da ununico gruppo di deumidificazione. Nella fattispecie, a ciascunatramoggia è accoppiato un gruppo DWC per garantire i migliorilivelli di portata, pressione, efficienza e prestazioni per ogni ma-teriale lavorato, ottimizzandone i consumi.

La tramoggia OTX modello Spyro viene proposta da Moretto perrisolvere il problema dei flussi di caduta durante la deumidifica-zione grazie a una innovativa geometria che permette di gestirein modo più efficace il processo, controllato direttamente dall’in-terno della tramoggia stessa.La particolare conformazione di quest’ultima assicura un flusso

Spessore e adesioneLa gamma di strumenti PC Powder Checker - distribuitain Italia da Noselab ATS - per la misurazione a distanzadello spessore di vernici in polvere non essiccata. L’im-piego di questi spessimetri assicura una misurazioneprecisa dello strato depositato nel momento dell’appli-cazione prima che inizi il processo di essiccazione, evi-tando perdite di prodotto e ritardi di produzione convantaggi in termini di eliminazione dei sovra-utilizzi e mi-gliore qualità del trattamento.La sonda utilizza ultrasuoni non distruttivi che, in pochisecondi, analizzano la polvere applicata. Il rilevamentoavviene direttamente sulla linea di verniciatura a una di-stanza di circa 18 mm dalla superficie da analizzare, conla visualizzazione del risultato sia sulla sonda stessa siasull’unità centrale.Inoltre, per l’esecuzione di test di adesione, la stessa No-selab ATS propone lo strumento PosiTest AT-A - svilup-pato dall’americana DeFelsko - che consente di rilevarein modo rapido e preciso la forza di adesione degli stratidi vernice o rivestimento applicati su qualsiasi tipo disubstrato rigido e si basa sull’utilizzo di una pompaidraulica controllata elettronicamente. Questa mostra inautomatico lo stato dello strumento e la pressione distrappo specificata in base a valori selezionabili.

ELECTRONIC SYSTEMS

DESMA

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omogeneo dell’aria, nonché della temperatura, diprocesso, garantendo un trattamento ottimale delgranulo e riducendo significativamente i consumienergetici rispetto alle apparecchiature convenzio-nali. Rispetto a queste ultime, inoltre, è stato intro-dotto anche un rivestimento antiurto che rende latramoggia più resistente nel tempo.

Taglio in macchinaPer far fronte all’andamento al rialzo dei prezzi dellematerie prime e alla crescente attenzione alla so-stenibilità ambientale, GN Thermoforming Equip-ment propone la termoformatrice GN 760 qualesoluzione in grado di ridurre scarti di materiale ecosti di produzione in un’ampia gamma di applica-zioni nel settore dell’imballaggio. Le foglie lavorabilipossono avere larghezza fino a 812 mm e gli spes-sori possono variare da 0,25 a 1,5 mm.Questa termoformatrice con taglio in macchina as-sicurerebbe una riduzione dei costi tra il 5 e 25% ri-spetto ai sistemi concorrenti con formatura, taglio eimpilamento. Il sistema di taglio in macchina per-mette infatti di contenere gli scarti di materiale gra-zie alla ridotta distanza tra le cavità, a differenzadella soluzioni tradizionali che richiedono almeno 12mm tra una e l’altra. Per esempio, nella configurazione per la produzionedi vassoi per carne tale spazio è di 7 mm, distanzache si traduce in un tasso di scarto del 15% a colpo.Inoltre la percentuale di scarto può essere ulterior-mente ridotta grazie a un nuovo tipo di stampo in cuitutto lo spazio tra le cavità è stato eliminato.

MORETTO

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Una riduzione dei consumi elettrici tra 35 e 50% sarebbe invecegarantita dal servo-azionamento di vari movimenti tra cui quellidi chiusura, trasporto del materiale e impilaggio. A tale scopo èanche impiegato un sistema di riscalda-mento a raggi infrarossi a 60 zone. Il si-stema di azionamento del controstampo èdotato di due servomotori e di ginocchieraad azionamento rotante così da risultare piùcompatto, riducendo l’altezza della mac-china e consentendo un miglior controllodel controstampo stesso.

Filatura direttaUna linea di estrusione MRS (Multi RotationSystem) di Gneuss, composta da estrusorecon viti multi-rotanti, viscosimetro e si-stema di filtraggio, è stata commissionatada Mogilev Khimvolokno per la produzionedi fibre sintetiche partendo da PET di recu-pero. Il trasformatore bielorusso producediversi tipi di fibre, da quelle bicomponentia basso punto di fusione e viscosità intrin-seca (IV) di 0,63 a quelle industriali (IV 0,9).Le viti satellite nell’estrusore offrono un’ampia superficie di fu-sione e, quindi, anche con un livello ridotto di vuoto, assicuranoun’elevata capacità di degasaggio. Gli oli utilizzati nel processodi glicolisi per la preparazione del PET vengono accuratamenteeliminati dalla massa fusa in modo da non presentare problemiin fase di filatura.Grazie a una omogeneizzazione delicata ma efficace, l’estrusoreMRS consente un controllo preciso del valore di IV che, nono-

stante si presenti oscillante all’ingresso nell’estrusore,risulta costante all’uscita del prodotto. In condizioni diprocesso normali è possibile ottenere un livello di vi-scosità intrinseca costante con variazioni minime nel-l’ordine dello 0,001. Il sistema di filtraggio risultaefficiente sia con valori di IV ridotti sia con un elevatolivello di contaminazione del fuso.

Bottiglie soffiateÈ stata di recente consegnata da Wilmington Machi-nery la prima linea di estrusione soffiaggio dellagamma SB (Small Bottle), con tecnologia rotante etesta a doppio parison, per la produzione di bottiglie in

HDPE da 80 ml in ciclo di 6 sec, pari a un ritmo di 800 pezzi alminuto. Il sistema chiavi in mano si basa sul modello MSB40 a 40 sta-zioni e include stampi, dispositivo di convogliamento delle botti-

glie e taglierina rotante ad alta velocità. Le variazioni di peso sonocontenute al di sotto di 0,05 g, garantendo una eccellente di-stribuzione del materiale.

La soffiatrice SSB03i viene proposta da Magplastic (SIH Group)per la produzione di bottiglie in PET con capacità da 40 ml a 2litri. Sviluppata specificamente per soddisfare la domanda pro-veniente dal mercato indiano, la macchina, in configurazione a 2

cavità, garantisce una capacità produttiva orariadi 1.800 bottiglie da 1,25 a 2 litri che può essereelevata, in configurazione a 3 cavità, fino a 3.800bottiglie da 40 ml a 1 litro.A fronte di tale flessibilità la soffiatrice viene con-siderata una soluzione ideale per i mercati emer-genti caratterizzati da clientela ed esigenzemutevoli. E proprio per questo è stata sviluppatain collaborazione con Bisleri, azienda operantenel settore dei casalinghi e uno dei pionieri nelsettore dell’acqua minerale in bottiglia in Indiacon una quota di mercato del 40% circa.Solitamente Bisleri vende acqua minerale in bot-tiglie di piccolo formato ma la domanda localeora si sta verso i volumi da 250 ml a 2 litri. Perquesto si è resa necessaria una macchina ingrado di produrre un’ampia gamma di formati.

THERMOFORMING GN

WILMINGTON MACHINERY

GNEUSS

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Piattaformaper tappiLa nuova versione della piattaforma HyCAP, svilup-pata da Husky per lo stampaggio a iniezione di tappie chiusure per bevande, offre rispetto alla prece-dente, oltre a tempi di ciclo più brevi, una maggioreefficienza energetica e l’integrazione dei nuovistampi realizzati da KTW, società acquisita dal co-struttore canadese lo scorso maggio. Tutto ciò senzache ne risentano l’affidabilità del sistema, la ripeti-bilità della lavorazione e la qualità del prodotto fi-nale.Nel nuovo sistema è stata introdotta una serie di mi-glioramenti per quanto riguarda velocità e utilizzodell’energia, che si sono tradotti in un ciclo più ef-ficiente in particolare nella produzione di tappi leg-geri. Il design completamente nuovo della vitegarantisce una migliore capacità di plastificazioneanche a temperature dell fuso più basse, preser-vando le proprietà della resina. Tale riduzione ditemperatura consente di risparmiare energia e ac-corciare il tempo di ciclo, con conseguente abbat-timento di sprechi e perdite di calore.Il nuovo sistema è stato migliorato anche in terminidi facilità di utilizzo grazie all’introduzione di duenuovi dispositivi: SmartStart consente di automatiz-zare alcune procedure di avviamento, che risulta inquesto modo più rapido e semplice, mentre, men-tre SmartStop rende automatici i fermi di produzionee più rapido il riavvio dopo l’interruzione del ciclo.

Freddo sostenibileIn occasione di tre importanti fiere settoriali in programma quest’autunno in Europa - Interplas(Birmingham, 27-29 settembre), Fakuma (Friedri-chshafen, 18-22 ottobre), Equiplast (Barcellona, 14-18 novembre) - viene presentato da Eurochiller ilnuovo sistema di refrigerazione industriale Adcooler,sviluppato per diminuire i consumi energetici e leemissioni di CO2 nell’ambiente. La macchina com-bina il risparmio energetico di una batteria dry-coo-ler con l’efficienza termica di un sistema adiabatico.Rispetto alle torri di raffreddamento, tale sistemaopera a circuito chiuso senza consumare acqua diprocesso, non presenta rischi di contaminazioneambientale o sanitaria (non è pertanto soggetto afenomeni di legionella) e non da luogo alla forma-zione di calcare. Inoltre non è necessario alcun trat-tamento chimico dell’acqua né si verificano perditedal sistema adiabatico e il massimo rendimento sipuò raggiungere anche con temperature dell’ariasuperiori a 40°C.Il funzionamento del sistema Adcooler è legato allacondizione igrometrica dell’aria. Sfruttando l’evapo-razione di una ridotta quantità di acqua si provocaun repentino abbassamento della temperatura del-l’aria in ingresso alle batterie, che possono così raf-freddare l’aria in condizioni “invernali” anchedurante i mesi estivi: la temperatura dell’acqua diprocesso in uscita dalla macchina risulta, di conse-guenza, sempre inferiore a quella ambiente.

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La speciale configurazione delle batterie ne permette lo svuota-mento automatico (come optional viene fornita la funzione auto-drenante), rendendo in questo modo possibile l’utilizzo di acquanon glicolata anche con temperature dell’aria inferiori a 0°C.

Frigoriferi isolatiÈ stata lanciata ufficialmente a inizio settembre in occasione diShanghai Summit 2011 - evento durante il quale funzionari go-vernativi, accademici e industriali di Italia e Cina si sono incon-trati per esplorare le possibili opzioni di collaborazione in meritoa risparmio energetico, crescita economica e sostenibilità am-bientale - la tecnologia Pascal, sviluppata congiuntamente daCannon e Dow Polyurethanes per l’isolamento termico di frigori-feri e congelatori mediante schiuma poliuretanica. Resa disponibile a livello commerciale dopo essere stata imple-mentata sui frigoriferi e congelatori domestici di Haier, la nuovatecnologia non soltanto accrescerebbe del 10% l’efficienza ener-getica degli elettrodomestici ma, rispetto alle soluzioni concor-renti, ridurrebbe di 20-30 sec i tempi di riempimento eaccelererebbe il distacco dallo stampo, con benefici in termini diproduttività.I primi esemplari di frigoriferi a due porte presentati da Haier amarzo, in occasione del World Appliance Expo di Shanghai, ga-

rantiscono un consumo di circa 0,19 kWh/24h, rispetto a unamedia di 0,30-0,40. La tecnologia Pascal abbina il sistema VAI(Vacuum-Assisted Injection), sviluppato da Cannon per l’iniezionesottovuoto, e una speciale formulazione poliuretanica di Dow ca-ratterizzata da rapida polimerizzazione, proprietà isolanti doppiee ridotta conduttività termica.Il sistema VAI è stato ottimizzato per l’isolamentotermico di cabine e porte geometricamente com-plesse dei moderni frigoriferi domestici. In pra-tica la ridotta pressione all’interno della cavitàdello stampo durante l’iniezione e l’espansionedel materiale faciliterebbe il riempimento delcomponente del frigorifero assicurando diversivantaggi. Tra questi ultimi va citata innanzitutto una pro-duttività quasi raddoppiata della stazione dischiumatura, grazie alla possibilità di utilizzareformulazioni ad alta reattività e di facile e rapidodistacco dallo stampo. Ma viene garantita ancheuna qualità migliore del prodotto finale, data ladistribuzione ottimale della densità della schiumain tutto il componente del frigorifero, compresi glispazi ridotti e gli interstizi solitamente difficili daraggiungere.

Testa da 3 metriUna testa di estrusione Ultraflex da 3.050 mm di larghezza èstata installata da EDI (Extrusion Dies Industries) su una linea perlastre da 1 a 3 strati con spessore tra 2,5 e 9,5 mm prodotte daRowmark (Ohio). Una testa di tale larghezza si è resa necessariaper conferire flessibilità applicativa a una linea di dimensioni con-siderevoli, che occupa quasi interamente la struttura produttiva(53 x 23 m) appositamente costruita per ospitarla.Il trasformatore, infatti, realizza prodotti su misura per i quali laversatilità dell’impianto non è meno importante delle sue di-mensioni. Allo stesso modo anche l’uniformità di spessore di ognistrato risulta una caratteristica imprescindibile che deve essereregolata con estrema precisione.Per consentire di passare da un tipo di lavorazione all’altra, ri-ducendo al minimo i tempi morti senza compromettere la qua-lità finale del prodotto, la testa è dotata del dispositivo FastGapper la regolazione a singoli punti dei labbri da cui dipende lospessore della foglia.In particolare, tale dispositivo permette di controllare la posizionedel labbro inferiore mobile e variare lo spessore dell’estruso in unintervallo di 6,4 mm, mentre una variazione di altri 2,5 mm puòessere ottenuta controllando il labbro superiore flessibile, che re-gola il profilo trasversale. Grazie alle due azioni combinate in pra-tica è possibile ottenere un intervallo di regolazione di 7,6 mm.

Torpedo per tubiLa nuova gamma di teste di estrusione a torpedo RKStremliner per tubi in PVC lanciata da High Tech Extrusiongarantisce una elevata pressione della massa fusa che sitraduce in una migliore saldabilità del prodotto finito.Queste teste consentono di produrre tubi con diametroda 12 a 400 mm su una sola pista e rispettivamente da12 a 63 mm e da 20 a 110 mm su due piste. Oltre allamigliore saldabilità, l’elevata pressione del fuso nella testarende superflua un’altrettanto elevata pressione nella fi-liera per ottenere tubi di qualità. La filiera inoltre può essere accorciata, anche a fronte diuna gamma di diametri più ampia ottenibile su ciascunatesta. Un volume della testa del 30-35% inferiore riduceil tempo di residenza del materiale, consentendo di uti-lizzare formulazioni con quantità minori di stabilizzanti.

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Oltre trent’annidi esperienzaCostruttore canadese di impianti di estru-sione per film e foglie, Macro Engineering& Technology Inc ha annunciato l’aperturain Italia della nuova società Macro Engi-neering & Technology con sede in provin-cia di Milano.L’azienda realizza dal 1978 impianti alta-mente innovativi e si è conquistata una re-putazione a livello internazionale comecostruttore di macchinari ad alto tassotecnologico grazie alla fornitura di prodottia elevate prestazioni, quali anelli di raf-freddamento, teste di coestrusione e av-volgitori speciali, dimostrando nel corsodegli anni la propria capacità di proporresoluzioni innovative per processi produt-tivi particolarmente impegnativi. Tutto ciò in virtù di una filosofia orientataverso un costante impegno in ricerca e svi-luppo, che le ha consentito di guadagnarsiuna posizione all’avanguardia nel settoretanto dell’estrusione quanto delle tecnichedi avvolgimento.

Nuova filialeLa nuova filiale italiana è stata creata perincrementare le vendite e potenziare il ser-vizio di assistenza sui mercati europei edel Medio Oriente. L'Italia è stata sceltacome sede della struttura per la sua cen-tralità e vicinanza ai clienti locali del-l'azienda e in quanto area già coperta dauna rete ben consolidata di fornitori e dirisorse umane.Per accelerare il piano d’insediamento inEuropa, Macro Engineering & Technologyaveva preso in considerazione una serie dialtre possibili alternative, compresa l'ac-quisizione di un costruttore italiano di im-pianti di estrusione. Purtroppo i negoziatiavviati per concludere questa operazionesi sono interrotti a causa di ostacoli am-ministrativi e la creazione di una filiale ita-liana è stata ritenuta l'opzione piùfavorevole.Una delle prime mosse è stata l'assun-zione dell’ingegner Franco Capetti, già direttore tecnico di Tecno Coating Engi-neering negli ultimi 13 anni, il cui ruolosarà quello di fornire il know-how tecnicoe guidare l'azienda nello sviluppo delleoperazioni in Italia.Attualmente Macro Engineering & Techno-logy sta lavorando alla formazione del per-sonale per la filiale italiana, che prevede direndere pienamente operativa entro ilprossimo ottobre. A tale scopo, l'azienda in-coraggia i candidati interessati a visitare ilsito internet www.macroeng.com per pre-sentare eventualmente la propria candi-datura per una delle posizioni ancoraaperte.

Filiale europea in Italiaper Macro

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PAnalisi strutturalee criteri di resistenza

GeneralitàDopo aver riservato ampio spazio alle pro-prietà caratteristiche dei materiali plasticicoinvolte nelle scelte progettuali, ora ac-cenniamo brevemente alle analisi struttu-rali che rivestono una certa importanzaall’interno dell’intero processo di sviluppodi un nuovo manufatto.L’obiettivo è quello di dare suggerimenti perla corretta applicazione di concetti mutuatidal calcolo strutturale classico e da almenotre decenni risolti in modo numerico conl’utilizzo di specifici programmi di calcolo.Infatti interi trattati, insegnamenti e corsi dilaurea si occupano in modo approfondito ditutti i settori delle costruzioni e sono dispo-nibili programmi che hanno sviluppato neltempo algoritmi molto aderenti alla realtà. Dal punto di vista teorico quindi è possibilesimulare comportamenti elastici non lineari,elasto-viscosi, tenendo conto dei carichiapplicati su strutture deformate (grandi de-formazioni) arrivando a ottenere risultatimolto adenti alla realtà. Le difficoltà mag-giori restano invece nella reinterpretazionedel modello geometrico, nella definizionedei vincoli e del tipo di carichi (che corri-sponda al reale funzionamento dell’og-getto).

La capacità progettuale viene quindi dimo-strata:• nell’uso accordo (e limitato allo stretto

necessario) del numero di elementi in cui è stato suddiviso il particolare (mesh)

• nella ricerca dei punti di contatto con altri manufatti o con supporti fissi al fine di ridurre la varietà dei vincolamenti a quelli tipici (appoggio, cerniera, incastro) più o meno cedevoli elasticamente o plasticamente

• nella ricerca delle azioni tramesse da altri organi di macchina e dall’azione dell’uomo (durante la manipolazione o l’uso)

• nel riconoscere altre azioni o altri vincoli non immediatamente manifesti quali

dilatazioni termiche più o meno impedite, forze di origine viscosa (attriti dell’aria o di altri fluidi) che dipendono dalla geometria dell’oggetto, dal mezzo in cui l’oggetto è immerso, dalla temperatura e della velocità di scorri-mento

• nel capire e scegliere l’algoritmo di calcolo più opportuno dal punto di vista della economicità del calcolo e dei risultati ottenibili.

Al riguardo l’esperienza mostra che analisidi tipo dinamico classiche (con forzanteesterna applicata secondo un certo spettroe masse distribuite oscillanti) risulta quasisempre non giustificata per il ridotto incre-mento dello stato di sollecitazione dovutoalla azione dinamica (materiale tipicamentevisco-elastico con alti valori di smorza-mento viscoso). Diverso è invece il caso e la riconosciutanecessità di ricercare modelli che simulinoimpatti. In tal caso, a fronte dell’attuale pos-sibilità matematica (e relativa soluzione nu-merica con opportuno software), risultaproblematica la mancanza di idonei e at-tendibili modelli di interpretazione delle ca-ratteristiche del materiale valutati ad altevelocità di applicazione del carico (come ri-portato nelle puntate precedenti).

Analisi strutturaleIn qualche caso l’analisi strutturale è suffi-cientemente rigorosa anche utilizzandogeometrie semplificate che permettono unasoluzione analitica e pertanto intrinseca-mente parametrica. È il caso del calcolodegli spessori di recipienti cilindrici in pres-sione con fondo semisferico, il cui spessoreresistente viene espresso in funzione dellapressione interna e delle variabili geome-triche, che in termini progettuali sonoquindi i parametri.Nella figura 1 viene riprodotta l’immaginedelle suddivisioni in mesh di un barattolo inPS utilizzato per le simulazioni medianteanalisi agli elementi finiti (FEA) dello statodeformativo e degli sforzi interni. Si otten-gono analiticamente i valori delle sollecita-zioni massime nelle tre direzioni(tangenziali, radiali e assiali) in corrispon-denza del raggio interno in funzione della

pressione e dello spessore resistente.L’alternativa, utilizzata ampliamente almenodal 1960, consiste nel suddividere la geo-metria in elementi base (a 2 nodi tipo frameo a 4 nodi tipo shell) e nel calcolare lo statodi sforzo e di deformazione per ciascuno diquesti elementi. I programmi di calcoloquindi costruiscono una matrice attraversola definizione del comportamento elasticodella struttura e calcolano gli spostamentidei nodi individuati dalla suddivisione inelementi. Una volta noti gli spostamenti, siassociano (tramite il comportamento ela-stico del materiale) i corrispondenti sforziinterni che hanno prodotto quelle deforma-zioni. Quando il comportamento del mate-riale non è lineare sarà necessariolinearizzarlo nell’intorno della soluzione eprocedere per approssimazioni successive.Nel caso invece di modifiche della geome-tria resistente il problema si complica e po-trebbe non avere soluzioni determinate.

Nel caso di azioni piane si ricavano una sol-lecitazione normale, una tagliante, una flet-tente e una torcente. Quando le azioni sonodistribuite spazialmente, si ha una solleci-tazione normale, due azioni taglianti, duemomenti flettenti e uno torcente. Alle solle-

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Progettarecon le materie plastiche

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Figura 1 - Suddivisioni in mesh di un barattolo in PS utilizzato per le simulazioni

mediante FEA dello stato deformativo e degli sforzi interni

Angiolino Panarotto

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citazioni normali e ai momenti flettenti sonoassociati sforzi normali, alle azioni di taglioe alle azioni torcenti sono associati sforziinterni di taglio.

Dalla conoscenza degli sforzi normali e tan-genziali si possono quindi ricavare gli sforziprincipali secondo i quali, per una partico-lare direzione, non si hanno sforzi di tagliosulla superficie della sezione ma solo sforzinormali. In presenza di stati di tensionedoppia (sforzi normali alla superficie, a cop-pie sulle facce), la verifica della tensione

deve utilizzare criteri di verifica attraverso iquali ricavare un unico valore che dovrà es-sere confrontato con quello ammesso dalmateriale e ricavato tramite semplici provea trazione (sforzo mono assiale)Il confronto verrà effettuato con lo sforzo arottura nel caso di materiali fragili. Attra-verso l’applicazione di diverse relazioni va-lide separatamente per i materiali duttili efragili, una volta ricavati dai programmi di

calcolo gli sforzi e gli sforzi principali si con-fronterà l’unico valore ottenuto con lo sner-vamento e con la rottura ridotto con unopportuno coefficiente di sicurezza. Per i materiali duttili è utilizzabile il criteriodi Tresca e per quelli fragili il criterio di Ran-kine. Il criterio di Tresca assume come in-dice del pericolo il massimo della tensionetangenziale che corrisponde alla metà delmassimo delle differenze tra gli sforzi prin-cipali applicati sulla sezione. Il criterio diRankine prescrive che la crisi del materialesi abbia quando la tensione principale mas-sima, indipendentemente dal valore delle

altre due, in uno stato pluriassiale, rag-giunge la tensione limite monoassiale a tra-zione (o a compressione).Esistono altri criteri che si basano sullamassima deformazione, sul massimo la-voro di deformazione e varianti rispetto aqueste classi. Il concetto resta rigorosa-mente lo stesso in quanto stati doppi di ten-sioni (anche corrispondenti a deformazionio energia di deformazione) vengono com-binati per ottenere un valore da confrontarecon un semplice stato di tensione (snerva-mento o rottura per trazione)

Esempi applicativiQualunque geometria opportunamente vin-colata e caricata può essere analizzata ri-conducendola attraverso l'analisi aglielementi finiti a semplici elementi (general-mente elementi frame e shell). Abbiamoanche mostrato come si possano calcolaresu qualunque superficie di riferimento glisforzi normali e di taglio fino alla definizionedegli sforzi principali. Utilizzando quindi uncriterio di verifica e valutando opportuna-mente le caratteristiche del materiale che sivuole utilizzare, è possibile definire il gradodi sicurezza tra le condizioni di esercizio si-mulate e il grado di resistenza assunto (tra-mite i criteri). Prendiamo in esame due esempi applica-tivi, che si riferiscono al cilindro di grossospessore in polipropilene e al barattolo in

polistirene.Nell’esempio del cilindro, per il quale sonostati calcolati analiticamente gli stati di ten-sione, prevedendo l’uso di materiale duttile(polipropilene), si applicherà il criterio diTresca arrivando con semplici passaggi auna relazione analitica tra spessore e pres-sione la cui soluzione può essere facil-mente rappresentata graficamente. In talesimulazione si assume lo sforzo ammissi-bile snervamento per trazione del PP (perfatica alternata sinusoidale a 55°C) pari a 5MPa. Impostando il valore 40 mm per ilraggio interno (Ri)si rappresenta la pres-sione (p) in funzione dello spessore (s).

Nella figura 2 viene riportato l’andamentodella pressione massima applicabile al va-riare dello spessore resistente (assunte co-stanti le altre variabili geometriche e laresistenza ammissibile del materiale)Per quanto riguarda il barattolo in PS, al-l’origine dell’indagine è la rottura (fessura-zione, come illustrato nella foto) avuta aseguito dell’introduzione di acqua bollentesul fondo, al centro, con veloce aumentodella temperatura sul fondello senza coin-volgere i fianchi. Tale riscaldamento ha in-dotto delle tensioni nella zona d’incollaggiotra il fondo e le pareti cilindriche che hannopoi manifestato la fessurazione. In occasione della simulazione strutturalecon applicazione dell’aumento di tempera-tura (con deformazioni descritte nella figura3 e sollecitazioni interne di cui alla figura 4)è stata effettuata una seconda analisi, si-mulando l’applicazione di carichi lateraliche potrebbero essere dovuti a un affer-raggio manuale (figura 5). Lo studio puòprevedere la stima delle deformazioni o lastima delle azioni interne siano esse a tra-zione o a flessione. Nelle figure rappresen-tate vengono descritte le azioni interne che,tramite opportuni criteri di sicurezza, do-vranno essere confrontate con quelle am-missibili. Poiché il materiale è fragile, puòessere opportuno adottare un criterio tipoRankine.

Parallelamente alla simulazione strutturalecon applicazione dell’aumento di tempera-tura (con deformazioni descritte nella figura3 e sollecitazioni interne di cui alla figura 4)è stata effettuata una seconda analisi, si-mulando l’applicazione di carichi lateraliche potrebbero essere dovuti a un affer-raggio manuale (figura 5). Lo studio puòprevedere la stima delle deformazioni o lastima delle azioni interne siano esse a tra-

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Figura 2 - Andamento della pressione massima applicabile al variaredello spessore resistente (assunte costanti le altre variabili geometriche

e la resistenza ammissibile del materiale)

Figura 3 - Geometria deformata con dilatazione del fondello e smorzamento

della deformazione verso l’alto non riscaldato

Pres

sione

(bar

)

Spessore (mm)

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zione che a flessione. Nelle fi-gure rappresentate vengonodescritte le azioni interne che,tramite opportuni criteri di sicu-rezza dovranno essere confron-tate con quelle ammissibili. Il risultato dell’analisi strutturaleagli elementi finiti può essereagevolmente rappresentato inmodo grafico attraverso coloriche indicano (secondo un’op-portuna scala) il livello dellostato di sollecitazione. Una se-conda rappresentazione èquindi in grado di descrivere losforzo indice del pericolo se-condo un opportuno criterio diresistenza (e calcolato attra-verso opportuna combinazionedegli stati di sforzo normali e ditaglio).In questo caso le rappresenta-zioni offrono direttamente il va-lore dello sforzo da confrontarecon quello ammissibile per il

materiale (con il relativo coefficiente di sicurezza e nelle condizioni di tempe-ratura desiderate). L’unico avvertimento è di considerare con attenzione glispigoli dovuti a meshatura automatica che possono offrire dati non realisticiin punti spigolosi con dimensioni molto piccola del lato. In questo caso sarànecessario considerare realistici i valori di punti immediatamente vicini e re-lativi a elementi di dimensione maggiore oppure bisognerà rivedere i criteri dimeshatura per non avere alcuna dimensione critica negli elementi.

Nella figura 4 sono illustrati gli sforzi flessionali per carichi termici: si nota l’in-cremento di sollecitazione (flessionale) nella zona di separazione tra fondelloriscaldato e pareti fredde (colore blu e lilla). Nella figura 5 sono descritti glisforzi flessionali massimi per compressione laterale applicata nella parte altadella parete in corrispondenza del rientro; si notino gli sforzi prodotti in dire-zione trasversale alle azioni esterne esercitate (punti verde-blu-lilla).

Il risultato della simulazione perle condizioni di carico definitepermette di determinare lo statodi sforzo per ogni punto, il rela-tivo grado di sicurezza rispettoal criterio utilizzato (per il mate-riale stabilito) e la deformazioneconseguente. Nel caso specifico(materiali fragili) risulta discri-minante lo stato di sforzo mas-simo mentre per i materialiduttili è fondamentale la defor-mazione massima ammissibile.Seguiranno nelle prossime pun-tate indicazioni progettuali sullegeometrie può opportune perconsentire un’agevole trasfor-mazione mediante stampaggioa iniezione, per limitare i difettiestetici e per contenere gli in-crementi di sollecitazione.

(5 - continua)

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Figura 4 - Sforzi flessionali massimi percompressione laterale applicata nella parte

alta delle parete in corrispondenza del rientro; si notino gli sforzi prodotti

in direzione trasversale alle azioni esterneesercitate (verde-blu-lilla)

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Figura 5 - Sforzi flessionali massimi percompressione laterale applicata nella parte

alta delle parete in corrispondenza del rientro; si notino gli sforzi prodotti

in direzione trasversale alle azioni esterneesercitate (verde-blu-lilla) m

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G

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Giornata rotazionaleLo scorso 30 giugno presso il Parco Tecnologico di Lodi si è te-nuto il seminario “Un giorno con il professor Roy Crawford”, or-ganizzato da Federazione Gomma Plastica - Gruppo AISR(Aziende Italiane Stampaggio Rotazionale). Condotto interamenteda Roy Crawford, docente di ingegneria meccanica e vice-ret-tore dell'Università di Waikato (Nuova Zelanda), riconosciutocome un’autorità di livello mondiale nel campo dello stampaggiorotazionale, il seminario ha spaziato su tutti gli aspetti di questa

tecnologia, inclusi gli effetti delle variabili di processo sulla qua-lità e sulle proprietà delle parti rotostampate. Su invito dello stesso relatore, il seminario (in lingua inglese contraduzione simultanea) è stato condotto con una costante inte-razione dei partecipanti, che hanno avuto la possibilità di porredomande e richiedere chiarimenti in tempo reale su passaggiparticolarmente critici.Nel corso delle due sessioni mattutine, Crawford ha subito intro-dotto gli elementi base dello stampaggio rotazionale e in seguitoha trattato diffusamente argomenti primari quali l’influenza dellecondizioni di stampaggio sul manufatto, la possibilità di prevederele proprietà dei pezzi rotostampati, il rilievo della temperatura al-l’interno dello stampo, la tecnologia per l’eliminazione delle puntedi spillo e l’importanza fondamentale della gestione della pres-sione nello stampo nel rotazionale. Le due sessioni pomeridiane si sono invececoncentrate su cause e rimedi della defor-mazione e stress residui nello stampaggio,sulla progettazione di elementi di rinforzo esull’importanza dello sfiato. Partendo dauna frase estratta da un articolo del 1966che recitava “lo stampaggio rotazionale hail potenziale più interessante di qualsiasimetodo di trasformazione delle materie pla-stiche”, Crawford ha offerto una panora-mica sui limiti attuali del polietilene e sullanecessità per lo sviluppo del mercato delrotazionale di utilizzare più tipologie di ma-teriali e di garantire cicli più veloci. Si èquindi aperto un dibattito sulle possibilitàofferte dalle tecnologie produttive ibride. Il corso si è concluso con una simulazioneal computer utilizzando il software RotoSim,che è ora disponibile per permettere aglistampatori di ottimizzare il processo di la

trasformazione, caricando l'immagine del proprio stampo e im-postandolo in modo che possa essere stampato in una classicamacchina biassiale o Rock & Roll. L’evento ha registrato la partecipazione di oltre 50 operatori pro-venienti da 25 aziende del settore, italiane ed estere, che si sonodetti molto soddisfatti del seminario, che da un lato ha offerto lapossibilità di approfondire e rinnovare la conoscenza dei principifondamentali dello stampaggio rotazionale e dall’altro di trovarenuovi spunti e motivi di confronto sulle problematiche più attuali.

Fantasma all’astaIl 30 luglio scorso è stata venduta per 308.000 dollari- nel corso di un’asta per auto d’epoca battuta a Ply-mouth (Michigan) - la famosa Ghost Car, la vetturatutta trasparente realizzata nel 1939 da General Mo-tors partendo dal modello Pontiac Deluxe Six. Per lasua costruzione furono spesi 25.000 dollari, una cifrafuori dall'ordinario all'epoca considerando che la ver-sione normale costava circa 1.000 dollari. Presentata nel corso dell’Esposizione Mondiale di NewYork del 1939, la Ghost Car era stata protagonista diun tour negli States, rimanendo poi in mostra allo Smi-thsonian National Museum di Washington fino al 1973,quando viene acquistata da Don Barlup (che la sotto-pone a un attento restauro) e viene poi rivenduta nel1979, passando successivamente di mano in manofino all’ultimo proprietario che l’ha messa all’asta. In questa vettura, rimasta unica al mondo (ne era statofabbricato solo un secondo esemplare) e tuttora in

perfette condizioni, tutti i pannelli della carrozzeria e altri parti-colari erano stati realizzati in materiale trasparente per illustraree portare sotto gli occhi del pubblico le novità meccaniche e con-cettuali che sarebbero arrivate negli anni a venire. A tale scopoera stato sfruttato un nuovo materiale sintetico, il polimetilmeta-crilato, inventato dieci anni prima dalla tedesca Röhm (ora Evo-nik) e battezzato Plexiglas. L’impiego del PMMA, più resistente e anche più trasparente delvetro, ha permesso ai progettisti di rendere visibili particolarimeccanici anche banali ma occultati normalmente alla vista,come per esempio le pannellature delle portiere, i vari cablaggie il basamento del motore attraverso i parafanghi trasparenti,oltre al motore a 6 cilindri, l'impianto frenante idraulico sullequattro ruote piuttosto che le sospensioni anteriori indipendenti.

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Telo antisabbiaUno speciale telo mare promette di risolvere un fa-stidioso inconveniente che da sempre assilla i ba-gnanti: i granelli di sabbia che si appiccicano alcorpo e agli oggetti. Lanciato dall’americana Ham-macher Schlemmer e nato in origine per uso mili-tare - serviva per gli elicotteri in fase di decollo eatterraggio e per tenere lontana la polvere dagli og-getti - il telo tiene lontane tanto la sabbia quanto lasporcizia e l’acqua, lasciando la superficie del-l’asciugamano pulita e immacolata. Disponibile in due versioni (90-160 cm) e altrettanticolori (arancio e blu), Sandless Beach Mat è resi-stente all’abrasione degli agenti esterni, è antisci-volo e non assorbe umidità. A ogni angolo presentaun anello per ancorarlo a terra, rendendo la super-ficie più piatta, e infine può facilmente trasformarsiin una borsa da viaggio.A compiere il miracolo è un tessuto, composto da

due strati di poliuretano, che in pratica agisce comeun filtro a senso unico, “aspirando” il granello disabbia non appena tocca la superficie del telo e im-pedendo il procedimento inverso (ovvero che il gra-nello venga spinto indietro).

Come nuoveIl parco tropicale Luisenpark di Mannheim (Germa-nia) - inaugurato nel 1958 - tredici anni fa era statosottoposto a lavori di ristrutturazione, sostituendogran parte dei tetti e delle facciate di vetro con la-stre di policarbonato multiparete, prodotte da unmembro di EPSE (European Polycarbonate SheetExtruders), che avevano suscitato grande meravi-glia per la lunghezza inconsueta (11,8 metri). E an-cora oggi queste lastre continuano a dimostrare laloro indistruttibilità e qualità, malgrado le condizioniambientali estreme di oltre un decennio.Le lastre alveolari traslucide di policarbonato eranostate scelte per la serra tropicale per le loro pro-prietà di trasmissione della luce, resistenza, legge-rezza, semplicità di trattamento e facilità dilavorazione. Nei lavori di ristrutturazione si era so-stituito soltanto il vetro, mentre la maggior partedella sottostruttura era stata mantenuta, con l'unicaaggiunta di uno speciale profilo termoplastico perla lastra alveolare. Oggi, dopo 13 anni, le lastre non mostrano segni

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HAMMACHER SCHLEMMER

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d'ingiallimento e nemmeno gli escrementi acidi checadono dai nidi di cicogna hanno inciso negativa-mente sulla durata del materiale. Inoltre la loro resi-stenza ai raggi UV lastre assicura una temperaturacostante prevenendo improvvisi sbalzi termici, il chetorna a diretto beneficio dei rettili ectotermi per iquali il calore dell'ambiente esterno è essenziale perla sopravvivenza. Le proprietà termoisolanti delle la-stre sono state infine in grado di prevenire le malat-tie da raffreddamento dei rettili e hanno, inoltre,contribuito a far risparmiare i costi per l'energia.La stabilità termica delle lastre in PC da -100 a+120°C ne rende possibile l'impiego sotto qualsiasicondizione atmosferica, dai climi tropicali a quelli ar-tici, mentre il basso peso permette una facile posa.Possono essere facilmente segate, trapanate o fresate e, inoltre,presentano un'eccellente capacità di curvatura a freddo.

Spettacolo al museoConsiderato il più grande museo al mondo di storia urbana, ilMuseum of London documenta la storia della capitale inglesedalla preistoria ai giorni nostri e si è posto l’obiettivo di promuo-vere le sue collezioni tra le giovani generazioni. A tale scopo ilpadiglione Sackler è stato convertito - con un investimento di 20milioni di sterline - in un punto di informazioni e incontro, dove ivisitatori possono anche rilassarsi.Una caratteristica particolarmente attrattiva della nuova strutturaè uno schermo LED di forma ellittica, che misura 1,6 metri di al-tezza e 48 metri di circonferenza. Il sistema può essere utilizzatoper mostrare messaggi in successione, sequenze di video e qual-

siasi tipo di informazione.Lo schermo si basa su unità LED lineari montate su tubi in poli-carbonato trasparente Makrolon di Bayer MaterialScience, cheoffre protezione da condizionamenti esterni garantendo al si-stema una lunga durata. Oltre alla trasparenza, il policarbonatogarantisce stabilità meccanica elevata, caratteristica fondamen-tale per prevenire eventuali danni durante l’installazione che, gra-zie alla modularità, è stata completata dalla tedesca CurveLEDnel giro di soli otto giorni.

Mappatura polareUn preimpregnato di Advanced Composites Group (ACG) è statoutilizzato in un progetto della scuola di ingegneria aerospazialedella Kansas University (KUAE) mirato a realizzare la flotta Meri-dian di velivoli privi di equipaggio (UAV) destinati a monitorare il

movimento della calotta polare in Groenlandia e Antartide.Il materiale, denominato MTM45-1, è stato scelto per realizzarela struttura di ali, impennaggi e fusoliera dei velivoli grazie a unacombinazione di proprietà che lo rendono ideale per la produ-zione fuori autoclave di strutture primarie degli aeroplani. In ef-fetti il materiale si basa su una matrice epossidica contemperatura flessibile di polimerizzazione, ottimizzata per pro-cessi in sacco a vuoto a bassa pressione.Il preimpregnato può essere polimerizzato a temperature infe-riori a 80°C, permettendo l’uso di attrezzature a basso costo perla prototipazione e brevi cicli di produzione. Riduzioni dei costi diprocesso sono parimenti ottenibili con altre strutture meno criti-che quali le carenature, normalmente realizzate con polimeriz-zazione in autoclave. Con un finanziamento di 19 milioni di dollari da parte della Na-tional Scientific Foundation, il progetto quinquennale di KUAE si

pone l’obiettivo di fornire una piattaforma aereaper un radar ultrasensibile in grado di penetrareil ghiaccio, sviluppato dal dipartimento d’inge-gneria elettronica e informatica della stessa uni-versità. Tale procedura rende possibile ricavareinformazioni utili sulla morfologia del ghiaccio,soprattutto nei punti in cui viene a contato conlo strato roccioso, migliorando le previsioni degliscienziati sul movimento delle calotte polarinegli oceani.

Incollaggi difficiliAlcune materie plastiche, come polietilene, po-lipropilene e PTFE, sono molto più difficili da in-collare di altre e spesso richiedono spessol’impiego di adesivi cianoacrilati previa applica-

zione di un primer. Inoltre, per un risultato perfetto, occorre chele parti da incollare siano esattamente combacianti. Nella gammadi adesivi strutturali prodotti da Henkel, un acrilico bicomponente(Loctite 3038) è stato studiato specificamente per incollare pla-stiche difficili senza ulteriori trattamenti, anche in caso di accop-piamenti non precisi. Grazie alle proprietà tissotropiche, ilprodotto non cola e inoltre garantisce una buona resistenza agliurti e un’adesione ottimale anche sui metalli galvanizzati.Le applicazioni di Loctite 3038 trovano spazio nella produzionee riparazione di svariate categorie merceologiche, dai giocattoliai paraurti, dai piccoli elettrodomestici fino alle guarnizioni in pre-senza di fluidi aggressivi. Disponibile in formato a cartuccia,l’adesivo è facilmente applicabile e la velocità di polimerizzazioneè inversamente proporzionale al gioco tra le due parti incollate:giochi ridotti portano a una velocità maggiore, mentre l’aumentodei giochi la riduce. Il tempo di fissaggio è definito a 40 minuti

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dall’applicazione. Per ottenere prestazioni migliori, le superfici in-teressate devono essere pulite ed esenti da grassi o oli.

Condotti soffiatiI requisiti delle applicazioni sottocofano cambiano continuamente.Esigenze ambientali, la normativa Euro V e VI e la spinta verso unariduzione dei consumi di carburante hanno portato a cambia-menti significativi, per esempio l’impiego di motori più piccoli eleggeri, con maggiori pressioni di turbo e ricircolo dei gas di sca-rico. Di conseguenza i componenti sottocofano come i condottid’aria sono esposti a temperature sempre crescenti. Con l’au-mentare delle temperature critiche e le maggiori esigenze di du-rata, la vita utile dei componenti realizzati con i termoplasticiattuali può essere a rischio. Un nuovo grado di copoliestere termoplastico (TPC) per soffiag-gio è stato approvato per i condotti d’aria, sia pulita sia sporca,montati sui motori 1.3 JTD destinati alle piattaforme Fiat Mini-cargo e Lancia Epsilon. I condotti dell’aria sporca trasportanol’aria a monte del filtro, mentre quelli dell’aria pulita sono situatitra il filtro e il turbocompressore. Sviluppato da DSM Enginee-ring Plastics in collaborazione con Fiat e Mecaplast (fornitore disistemi di 1 livello), il nuovo grado Arnitel PB500-H è particolar-mente adatto per il soffiaggio di condotti con forme complesse,destinati all’impiego con temperature continue di 130°C. Secondo Fiat, grazie alla durezza pari a 50 Shore D, il nuovogrado offre una maggiore libertà progettuale e una gamma diproprietà che facilitano l’assemblaggio e rispettano le tolleranzepiù restrittive nella forma definitiva del progetto. Arnitel PB500-H offre una buona e costante lavorabilità anche nella realizza-zione di forme complesse. Il materiale fornisce una superficie

interna più liscia, senza effetti di “buccia d’arancia” o “pelle dicoccodrillo”. Presenta elevata flessibilità in tutta una gamma ditemperature da -40 fino a 150°C e infine offre una buona sal-dabilità con raccordi e giunti in PBT.

Impatto dellenanoparticelleIl futuro dei polimeri termoplastici vedrà le nanoparticelle fra iprincipali protagonisti delle nuove soluzioni nel campo dei com-pound tecnici ad alte prestazioni. Restano tuttavia ancora da in-vestigare alcuni aspetti legati alla sicurezza dei prodotti caricaticon nanoparticelle. In tale contesto Lati è uno dei partner nel progetto Nanopolytox- finanziato nell'ambito del 7° programma quadro dell'UE - il cuiobiettivo è quello di valutare l'impatto tossicologico delle nano-particelle all'interno dei compound polimerici utilizzati in diversisettori industriali sia durante la vita del manufatto sia nelle fasisuccessive di riciclo o smaltimento. A tale scopo verrà valutato anche l'effetto dell'invecchiamento edella degradazione nel tempo della resina al fine di stimare laquantità e la pericolosità delle particelle nanometriche eventual-mente rilasciate in atmosfera. I profili tossicologici ed ecotossi-cologici, ottenuti attraverso studi sia in-vitro sia in vivo, incombinazione con i dati chimico-fisici serviranno a ottenereun'analisi LCIA (Life Cycle Impact Assessment), finalizzata a for-nire non solo un modello descrittivo del comportamento di que-ste particelle, una volta svincolate dalla matrice, ma anche unquadro dei rischi biologici connessi con la loro immissione nel-l'ambiente.

Opacità nel punto d’iniezioneDa che cosa è causato l’effetto di opacità nelle vicinanze del punto d’iniezione?

L’effetto dei punti lucidi o differente lucentezza che talvolta è presente intorno al punto d’iniezione sui pezzi stampati (comeillustrato nella foto) è dovuto alla geometria del punto d’iniezione e ad alcune condizioni di processo.Dal punto di vista progettuale il difetto è correlabile a una variazione di sezione tra il punto d’iniezione e la sezione di at-tacco della colata sul pezzo. Questo di verifica su punti d’iniezione capillare o sottomarina.A causa del passaggio del fuso in sezioni d’attacco sottili o capillari, il materiale subisce un forte orientamento moleco-lare. Al contatto con le pareti della cavità, gli strati esterni così orientati solidificano e, sotto l’azione di taglio esercitatadal flusso che sopraggiunge, danno origine a micro-fessurazioni. L’aspetto opaco è dato dalla riflessione della luce suquest’area.Se è possibile agire sullo stampo modificando il punto d’iniezione, si cercherà di aumentare la sezione di passaggio(anche smussando gli spigoli), garantendo comunque il distacco del pezzo durante l’estrazione nel caso di iniezioni sot-tomarine. In tal modo si migliorerà anche il compattamento del materiale e si eviteranno possibili risucchi. Anche in questo caso l’utilizzo di programmi di calcolo potrebbe contri-buire a ridurre notevolmente gli errori in fase di progettazioneSe non è possibile modificare la geometria del punto d’iniezione, si puòeliminare il difetto riducendo la velocità d’iniezione o meglio impostando unprofilo di velocità lento durante l’attraversamento del punto d’iniezione(anche a valori pari al 5% della portata massima). Appena la sezione dipassaggio si amplia, si deve aumentare il flusso di materiale in modo daassicurare una costante velocità di avanzamento del fronte di flusso equindi un allineamento delle molecole più uniforme possibile.

Questioni tecnicheSpazio riservato alle domande pervenute dai lettori su problematiche relative alla lavorazione dei polimeri. Le risposte vengono for-nite dagli esperti del Cesap di Verdellino-Zingonia, centro di assistenza alle imprese trasformatrici e utenti di materie plastiche. Invi-tiamo i lettori a indirizzare le domande direttamente a [email protected] oppure alla nostra redazione ([email protected]).

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PVChic!L’estate è per antonomasia la stagionedella “leggerezza” intesa come vita all’ariaaperta, vacanze e lontananza dalla routinequotidiana e maggiore libertà nel vestire. Inquest’ultimo caso la leggerezza è doppia,poiché non solo in genere bastano quasisempre una maglietta e un paio di bermudao un prendisole per sentirsi a proprio agioma anche perché ormai molti indumenti eaccessori di uso comune sono realizzati inplastica, con il PVC a fare parte del leone,senza però togliere spazio ad altri materiali,gomma compresa, e per questo appuntopoco pesanti.La spiaggia è senz’altro il luogo dove og-getti e accessori in plastica spopolano sinda quando questo materiale esiste ma, ri-spetto a un tempo, si va affermando sem-pre più la tendenza ad allargarne l’utilizzoanche in altri contesti e a indossarli e uti-lizzarli anche in città o addirittura in occa-sioni formali. Ma poiché l’estate è ormaialle spalle, va notato come molti indumentie accessori in plastica si prestino in effettia essere utilizzati anche quando le stagionisi fanno più rigide e costringono a coprirsi.Un aspetto importante, inoltre, caratterizzaoggi l’impiego della plastica per realizzareindumenti e accessori: se un tempo talemateriale era visto come “povero”, oggi in-vece è considerato come una vera e pro-pria risorsa, in alcuni casi addirittura dieccellenza. Le tecnologie di produzione sisono evolute e permettono di realizzare conla plastica abiti, calzature, accessori e bi-giotteria a basso impatto ambientale chenon hanno nulla da invidiare a quelli otte-

nuti con altri materiali. Molti degli indumentiche tutti indossiamo sono realizzati confibre ottenute con sofisticati processi di ri-ciclo di plastica di recupero e la maggiorparte degli oggetti o accessori prodotti conplastica vergine alla fine del proprio ciclo divita può essere a sua volta recuperata e ri-ciclata per ricavarne altri manufatti. Inoltre,grazie a soluzioni innovative, oggi si pos-sono ottenere colorazioni ed effetti esteticipraticamente infiniti e sempre nuovi, resi-stenti e inalterabili nel tempo.

Ma torniamo al punto di partenza e fac-ciamo qualche esempio di calzature, borse,orologi, cappellini ecc. che hanno spopo-

lato negli ultimi mesi e che rimarranno pro-tagonisti nei prossimi, accomunati dalla vo-lontà di osare e di sperimentare da parte dichi li produce e per qualche verso di chi liutilizza.Per la primavera/estate la maison Robertadi Camerino ha sposato grafiche e coloriosando e rompendo gli schemi tradizionali.Ne è scaturita una collezione di borse daitoni accesi, simbolo della pop art (correnteartistica che, facendo della plastica uno deisuoi materiali di eccellenza, non a caso siinnesta alla perfezione sulle tendenze crea-tive della moda), e irriverente effetto spriz-zante, amalgamati a toni grezzi e naturaliin un insieme di grande impatto.In vista dell’estate le borse in canvas (tes-

FURLA

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suto naturale) hanno assunto un ruolo diprimo piano, con lo studio di nuove stampee l’inserimento di nuove forme. Coraggiosoe curiosa risulta l’accoppiamento del PVCtrasparente al canvas stampato. La pas-sione per la sperimentazione ha dato vita aeffetti mai utilizzati come quelli della pres-satura della fibbia, volutamente esasperatain misura maxi e realizzata a mano conl’ausilio del silicone, creata per le borse inlinone. E un’intera linea di borse chiamata“semplicemente” PVC è stata realizzata conquesto materiale: cinque modelli dai coloridecisamente estivi e dalle forme accatti-vanti e pratiche.Per l’estate Furla ha proposto lalinea Jucca di calzature ingomma, composta di vari mo-delli e colori adatti in praticaa qualsiasi occasione pro-posta dalla bella sta-gione. Sandali infraditoin colori vitaminici edeffetto divertisse-ment per il doppiofiocco bicoloreproposti per unostile baby chicche non pas-sasse inosservatoal mare e infon-desse un sapore divacanza anche in città.Sempre infradito, maquesta volta sandali mo-dello baby, sono inveceproposti per un look fresco evivace. Anche in questo caso icolori vitaminici abbinati a unfiore stilizzato rendono la calza-tura adatta sia per il mare sia perla città, allo stesso modo dei sandaliaperti Fifties in stile techno-nature. Perl’abbinamento sia con jeans sia con un

abito estivo fresco viene proposta una lineadi ballerine, mentre un modello di sandaloaperto con tacco a cono conferisce untocco più sensuale e chic allo stesso abbi-gliamento.Ma per la maison bolognese non soloscarpe. Vero e proprio oggetto del deside-rio, Candy è un bauletto in PVC caratteriz-zato da contemporaneità di forme,avanguardia nei materiali e cromie accese.Tutto questo grazie all’incontro tra il tecno-logico utilizzo dello stampaggio a iniezionee la tradizione di finiture artigianali.Vialactea, marchio distribuito da Ferracuti,si contraddistingue per calzature e acces-

sori realizzati in PVC e altrimateriali di sintesi con unricco catalogo di articoliprodotti tutti in Italia. Tra

le borse troviamo, peresempio, il modelloChiara, disponibile invari colori e realiz-zato in materiale vi-nilico con cui, inalcuni casi abbinatoall’ABS, è prodottaanche un’interalinea di infradito.

Sempre in vinile èottenuta anche una

serie di ballerine cosìcome, evidentementepiù indicati per le sta-gioni che ci attendono,una linea di stivali e sti-valetti.

Sugli orologi in plastica ogomma si potrebbero scri-

vere interi trattati, a comin-ciare dalla storia dello Swatch. A titolo dicronaca, invece, citiamo qualche esempio

di quelli più recenti e, come si usa dire,trendy. Gli Hip Hop quest’estate hanno fattoil botto, anche grazie al cinturino e al porta-cassa monopezzo intercambiabili realizzatiin vari colori e acquistabili a pochi euro perabbinarli all’abbigliamento nelle diverse oc-casioni.Converse ha realizzato un modello dove do-mina la gomma, mentre Morellato ha a ca-talogo un orologio dove acciaio e silicone sicombinano in maniera sapiente. Diesel, in-vece, propone un orologio in cui il siliconesfuma da una tonalità di colore a un’altra euno extra-large dove nel quadrante s’inne-sta un cinturino in poliuretano dalle lineelisce e moderne.Per le giornate in cui il sole potrebbe la-sciare improvvisamente spazio alla pioggia,Lika ha presentato una collezione prima-vera/estate di cappellini freschi e divertentirealizzati in vari materiali tra cui il PVC, gra-zie al quale risultano facilmente ripiegabiliper essere portati sempre con sé in borsa.Il brand è nato dalla creatività di Lisa Ce-staro divenuta designer e creatrice di cap-pellini femminili in stile contemporaneo,collaborando anche con le collezioni di YohjiYamamoto e Mandarina Duck. Grazie allasua creatività e artigianalità vengono sa-pientemente coniugati attenzione ai detta-gli e uso dei materiali dai più tradizionali,quali paglia e cotone, al PVC appunto.Proiettandoci infine verso l’autunno, il no-tissimo e imitatissimo marchio Crocs pro-pone gli stivali antipioggia Crocband JauntWomen’s con plantare in resina espansaCroslite che garantisce massima tenuta al-l’acqua e proprietà di trazione e antiscivoloin condizioni climatiche difficili. Tutte le cal-zature di Crocs sono realizzate unicamenteutilizzando questo materiale a celle chiuse,brevettato dalla stessa azienda, che con-sente di conferire proprietà quali morbi-dezza, comfort, leggerezza e antitraccia.

CROCS

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Aromatico nell’autoIl 15 giugno scorso si è svolta a Torino, presso il Centro Polifun-zionale Lingotto, una conferenza tecnica, organizzata da Victrexin collaborazione col Dipartimento di Meccanica del Politecnicodi Torino, sull’impiego del tecnopolimero aromatico semicristal-

lino PEEK nei componenti auto, con particolare riguardo alle ul-time novità in materia di ingranaggi e tribologia.Dopo l’introduzione di Reinhard Veljovic, direttore marketing Ita-lia di Victrex, l’agenda dei lavori prevedeva una serie di interventida parte di alcuni portavoce di varie divisioni della società orga-nizzatrice sui seguenti argomenti: componenti degli organi di tra-smissione, sostituzione dei metalli nelle pompe, compoundantiusura per applicazioni critiche. Oltre a questi, sul podio dei relatori si sono alternati anche trerappresentanti di aziende italiane operanti nella produzione dicomponenti auto, che si sono soffermati sui seguenti temi:• lavorazione PTFE e tecnopolimeri (Claudio Scotti, Fluorten)• stampaggio a iniezione di particolari tecnici (Paolo Cattini,

Cattini)• produzione di particolari per pompe vuoto (Maurizio

Cernuschi, Forteq Italy).Il mondo dell'automobile deve far fronte arichieste crescenti che da una parte por-tano in primo piano l’aumento delle pre-stazioni e, dall’altra, la diminuzione delpeso e dei costi. Anche nel caso di piccoleutilitarie, la tendenza attuale del mercatoè orientata verso una migliore sicurezzadei veicoli così come a una maggiore effi-cienza dal punto di vista energetico. Quinditutto l’indotto operante in questa industriaha come obiettivo primario la riduzione deicosti complessivi dei sistemi, l’aumentodelle prestazioni e dell'affidabilità curando,al contempo, la facilità produttiva. Il polimero PEEK Victrex vanta una lungaesperienza nella sostituzione di molti ma-teriali tradizionali utilizzati nel mondo del-l'automobile (acciaio, alluminio, bronzo,titanio, PTFE e altri materiali a elevate pre-

stazioni), in quanto offre una combinazione di proprietà mecca-niche, termiche e tribologiche unitamente a un'eccellente resi-stenza chimica e a sostanze grasse, oli, acidi e tutti gli altri fluidipresenti negli autoveicoli.Grazie al profilo eccellente di proprietà, il PEEK rappresenta unasoluzione ideale in grado di coniugare migliori prestazioni e ri-duzione dei costi di sistema grazie a: elevata resistenza termica,superiore resistenza chimica, tenacità, minimo assorbimento diumidità, resistenza dielettrica, attrito ridotto e altri ancora. Le ap-plicazioni nell’auto riguardano soprattutto i seguenti componenti:connettori, sensori, circuiti flessibili, ingranaggi, guarnizioni e te-nute, fili e cavi, distanziali.

Fotovoltaico integratoUn nuovo concetto di fotovoltaico integrato al tetto, sviluppatocongiuntamente da Schott Solar e Basf, si avvale di due soli com-ponenti: un pannello multifunzionale speciale, realizzato con PA6Ultramid B High Speed, e un modulo a doppio vetro senza telaio.Il prodotto è stato ideato per coperture di grandi dimensioni suedifici industriali o agricoli ed è molto leggero e facile da instal-lare. Questo pannello monoblocco, che può essere installato di-rettamente sul tetto di un edificio al posto della coperturatradizionale, riunisce numerose funzioni e si avvale di un nuovometodo di fissaggio. Dopo avere fissato al tetto il pannello suquattro punti, occorre solo inserire il robusto modulo a doppiovetro nel sistema di montaggio di precisione del pannello e fis-sarlo con l’apposito gancio integrato. Il modulo FV a doppio vetro offre una protezione affidabile con-tro pioggia, grandine e altre condizioni meteo avverse. Per es-sere movimentato in completa sicurezza, è dotato di manici sulretro, anch’essi realizzati con poliammide. Ciò ne facilita il tra-sporto, il posizionamento sui bordi del supporto integrato del pan-nello e ne consente il fissaggio rapido e simultaneo sui quattropunti di aggancio, senza la necessità di utilizzare utensili, facendosemplicemente scorrere il modulo nel meccanismo di agganciodel pannello. Le canaline integrate al pannello garantiscono il facile deflussodell'acqua piovana. Altre canaline inserite nella struttura facili-tano l’installazione dei cavi elettrici. Grazie a una larga aperturaal centro, la parte in plastica del modulo FV da 1,7 m² (che pesasolo 8 kg) riceve una retro-ventilazione adeguata. Come nelle te-gole tradizionali, i bordi appositamente progettati permettono lasovrapposizione con i moduli adiacenti, offrendo un’ulteriore pro-tezione contro la pioggia. Il pannello in plastica (1,2 x 2 m circa) rappresentava una sfida

VICTREX

BASF

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in termini di scelta della resina da utilizzare e pro-gettazione del manufatto: i lunghi percorsi di flussoe le pareti a volte sottili richiedevano una resina adalta fluidità, per riuscire a produrre il manufatto conun normale processo di stampaggio a iniezione. Per questo motivo si è deciso di utilizzare UltramidB High Speed, uno dei nuovi materiali ad alta fluiditànella gamma di PA 6 di Basf. Le caratteristiche difluidità della resina, insieme all’apertura presentenel pannello, hanno inoltre influito sulla riduzionedei costi di fabbricazione: è stato possibile proce-dere alla produzione su presse a iniezione con forzadi chiusura inferiore. Per sopportare una forte irradiazione solare, la re-sina deve anche presentare elevata resistenza allealte temperature e ai raggi UV, oltre che alla corro-sione atmosferica. In termini di comportamento alfuoco, il materiale utilizzato soddisfa i criteri richie-sti per applicazioni di questo tipo nel settore edile.

Rivestimentosulle DolomitiLe grandi tubazioni in acciaio degli impianti idroe-lettrici, a distanza di 30-35 anni dall'installazione,arrivano a un punto di deterioramento che ne rendeimpossibile l'utilizzo. Per esempio la Officina Elet-trica San Vigilio di Marebbe (Bolzano), che dal 1923produce e distribuisce energia nel cuore delle Do-lomiti, si è trovata nelle condizioni di dover recupe-rare 1.340 metri di tubazioni installate nel 1976,garantendo al contempo l'erogazione dei servizi aisuoi 1.226 clienti. La soluzione è stata individuata nel rivestimento in-terno delle condotte con tubazioni In polietilene, de-formate direttamente in cantiere mediante unsistema termo-meccanico e quindi assemblate e in-serite nelle condutture metalliche.A tale scopo è stato formato un team di aziendecomprendente, tra gli altri, LyondellBasell quale for-nitore della materia prima e NupiGeco, la quale èstata incaricata di realizzare 70 barre di tubo, con irelativi raccordi, del diametro nominale di 950 mm.È la prima volta in Europa che viene prodotto untubo in HDPE di queste dimensioni. Questa procedura rientra nelle tecnologie no-dig,che permettono di limitare la manomissione dellestrade, e la movimentazione dei terreni, nella rea-lizzazione e manutenzione di infrastrutture sotterra-nee. Con l'impiego di questi sistemi non invasivi siincrementa il livello di sicurezza di cantiere e si ri-ducono gli impatti ambientali e i costi (anche so-

NUPIGECO

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ciali) dei lavori con scavi a cielo aperto. In Italia le perdite di acqua dovute a infrastruttureobsolete sono mediamente del 40%, con puntedell'80%, il che si traduce in una rimessa econo-mica da 5 miliardi di euro l'anno. Secondo l'ultimorapporto stilato dal comitato per la vigilanza sul-l'uso delle risorse idriche, presentato lo scorsogennaio in Parlamento, l'investimento necessarioper l'ammodernamento di reti e impianti ammontaa oltre 38 miliardi di euro. Una cifra che con il si-stema descritto potrebbe essere significativa-mente ridotta.

Doppia novitàDue interessanti novità nel campo dello stampag-gio a iniezione saranno presentate da DuPont inoccasione di Fakuma 2011 (Friedrichshafen, 18-22 ottobre): la tecnologia IMHP (In-Mold Hold Pres-sure), che ha come obiettivo la riduzione della durata del ciclo distampaggio, e una delle prime applicazioni commerciali della tec-nologia 2K in termini di affidabilità ed efficienza di costi,. Il concetto alla base della tecnologia IHMP è quello di applicareuna pressione di mantenimento all’interno dello stampo durantela fase di dosaggio. Ciò potrebbe portare a una riduzione fino al30% della durata del ciclo rispetto al processo di stampaggiostandard, mantenendo al contempo proprietà meccaniche e di-mensionali ottimali. La tecnologia può essere adottata solamenteper polimeri semi-cristallini, che richiedono profili di pressione di

mantenimento costanti,ottenendo prestazioni più

efficienti nella produzionedi componenti con elevati

volumi e dalle pareti spesse,che usino oltre il 50% di carica

del cilindro.La tecnologia

2K per il so-vrastam-pagg i o

di guarnizioni ingomma su componentitermoplastici, di cui DuPont è licenziatariaesclusiva in tutto il mondo per PA6 e PA66,permette di eliminare alcune fasi nel processo diproduzione di articoli a due componenti che integrinol’elastomero etilene-acrilico Vamac AEM o i fluoroelastomeri Vitonoppure altri elastomeri con le resine poliammidiche Zytel. Una delle prime applicazioni nel settore auto a trarre vantaggioda questa tecnologia è una guarnizione di un connettore inte-grato elettronico di Dana Corporation: la robusta superficie sigil-lante della guarnizione in elastomero etilene-acrilico è unitasaldamente al corpo della guarnizione in poliammide, senza l’usodi mani di fondo, per fornire resistenza al calore e all’olio a lungotermine ed eliminare tracce di fuoriuscite.

Nidi d’ape nei tubiLe api hanno offerto l’ispirazione per lo sviluppo di un nuovo tuboleggero in PVC per il trasporto di acqua di scarico che agevole-rebbe la sostituzione delle vecchie condotte nei centri storici ur-bani. In qualsiasi città sono necessari chilometri e chilometri di

tubazioni per il trasporto delle acque di scarico e il loro allegge-rimento porterebbe a un risparmio su più fronti. Finora a tale scopo sono state utilizzate tubazioni con nucleoespanso oppure corrugati o rinforzati con nervature. Una solu-zione diversa è quella proposta da GDS (in precedenza Sirci Gre-sintex), che ha sviluppato i tubi Alvehol con parete alleggeritaincorporando celle longitudinali che, alla stregua di un nido d’ape,presentano spazi vuoti regolarmente distanziati, mentre le su-perfici interna ed esterna rimangono perfettamente lisce. La struttura della parete del tubo può essere raffigurata comeuna trave a doppia T in grado di conferire eccellenti proprietàmeccaniche e, soprattutto, elevata rigidità ma con un peso infe-riore a quello dei normali tubi in PVC. Uno dei vantaggi offerti datale tecnologia, rispetto agli altri sistemi (pareti corrugate o rin-forzate con nervature) adottati per ridurre il peso, è la superficieliscia esterna e interna che consente connessioni a tenuta sta-gna con i raccordi standard.I tubi Alvehol sono disponibili con diametro nominale fino a 1.200mm. La riduzione di peso risulta particolarmente importante peri tubi di grande diametro, poiché si traduce in risparmio di ma-teriale, energia necessaria alla produzione e al trasporto, costid’installazione ecc. La linea di estrusione per produrre tali tubi ri-chiede una filiera completamente nuova, che renda possibile l’in-serimento e la perfetta conformazione delle celle all’interno dellaparete del tubo pur mantenendo lisce le superfici esterna e in-terna.

Flessibile in ediliziaOltre il 50% della produzione annuale di PVC in Europa Occi-dentale viene impiegato nell'industria edilizia e delle costruzioni,una quota che include il PVC plastificato utilizzato per l'isola-mento di fili e cavi elettrici. Altri usi comprendono guaine per co-perture, pavimentazioni, rivestimenti per pareti, tubi, mastici esigillanti, strutture tubolari e gonfiabili, che hanno recentementeregistrato un'impennata di popolarità, trovando applicazione inedifici moderni e innovativi. Un esempio di questa ultima appli-cazione è il Centro Culturale Internazionale di Avilés (Spagna),dedicato al famoso architetto brasiliano Oscar Niemeyer.Il PVC è un materiale molto competitivo in termini di prezzo e ca-ratteristiche quali efficienza energetica, durata, ciclo di vita escarsa manutenzione - secondo l'architetto Riccardo Giovanetti- e non a caso le applicazioni a medio e lungo termine incidonoper l'85% del polimero usato nelle costruzioni. Ora che architetti,costruttori e progettisti devono includere tra i parametri di pro-getto la minimizzazione dell'impatto ambientale per l'intero ciclo

GDS

DUPONT

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di vita delle loro realizzazioni (fine vita incluso), il PVC flessibileviene annoverato nella lista dei materiali durevoli, economici ecompletamente riciclabili.I dati più recenti relativi al programma Vinyl 2010, l'impegno vo-lontario dell'industria del PVC per la sostenibilità, mostrano chein Europa il riciclo annuo di PVC flessibile ha superato 117.000ton, di cui quasi 80.000 di cavi. Il lungo ciclo di vita del polimero,pari a 40-50 anni, contribuisce a compensare l’energia neces-saria a produrlo, l’emissione totale di anidride carbonica e si tra-duce in valutazioni positive nell’analisi LCA per molte applicazioni.

Le incredibili proprietà del PVC flessibile sono dimostrate effica-cemente nella colossale scultura - è lunga 150 metri per un’al-tezza di 10 piani) - Marsyas (una figura della mitologia greca),realizzata nel 2002 dall’artista indiano Anish Kapoor con l’im-piego di segmenti lunghissimi di membrana in PVC stirata sopraanelli metallici. Il palazzetto del basket per i Giochi Olimpici 2012 a Londra è uncaso emblematico di come il PVC riciclato e materiali organicicome la canapa possano essere utilizzati nella costruzione diguaine di copertura. Lo stesso discorso vale per l'Aquatics Cen-tre, che sarà costruito con cuscini gonfiabili di PVC flessibile ri-ciclato, una tecnica simile a quella impiegata da Niemayer adAvilés, conferendo all’edificio una caratteristica forma “a onda”.I parametri fissati dalle autorità olimpiche richiedono che tutto il

PVC impiegato in membrane strutturali debba contenere il 30%di materiale riciclato, a meno che ciò non sia escluso da pre-scrizioni prestazionali specifiche. Il PVC destinato alla costruzionedi fabbricati temporanei deve prevedere clausole di ritiro o riuti-lizzo o di ritiro e riciclo.Progetti come la Casa 2 Litri di Ozzano Emilia (Bologna) dimo-strano come l’uso del PVC flessibile in cavi, rivestimenti per co-perture e guaine impermeabilizzanti possa aiutare a raggiungerelivelli di consumo energetico “quasi zero” entro il 2020 stabilitidalla Commissione Europea.L'approccio del progetto di Ozzano ha dato vita a un edificio cheoffre il 90% di risparmio energetico rispetto a una tipica abita-zione italiana costruita usando metodi tradizionali. I risultati sonotalmente incoraggianti che sta iniziando la costruzione di com-plessi industriali - spiega Marco Piana, direttore di PVC ForumItalia e promotore del progetto.

Quindi, a questo punto è lecito chiedersi come mai il PVC ha sof-ferto di una copertura mediatica negativa negli ultimi anni. Comesuccede in generale alla plastica, molti dubbi sono sorti per l’usodi additivi e plastificanti come gli ftalati; ciò ha però spinto i pro-duttori e le autorità comunitarie a revisioni scientifiche dei pro-dotti. Dalle valutazioni è emersa una netta distinzione tra duegruppi di questa grande famiglia di sostanze chimiche: ftalati adalto e basso peso molecolare.

Gli ftalati ad alto peso molecolare - meglioconosciuti come DINP, DIDP, DPHP - nonhanno evidenziato alcuna pericolosità re-lativamente alle applicazioni correnti; dun-que non richiedono la classificazione comepericolosi per la salute e per l’ambiente enon sono nelle liste Reach come candidatiall’autorizzazione. Al contrario, l’impiegodegli ftalati a basso peso molecolare(DEHP, DBP, DIBP e BBP) è stato notevol-mente ridotto negli ultimi anni. I produttoridi plastificanti si sono gradualmente con-vertiti agli ftalati ad alto peso molecolaree, secondo Cefic (consiglio europeo perl’industria chimica), costituiscono il 70%dei plastificanti impiegati nel territorio del-l’Unione Europea. Il PVC impiegato nell'edilizia e nelle co-struzioni è un materiale sicuro e rappre-senta una valida risorsa sociale - comesottolinea l’architetto Giovanetti. È il mate-riale plastico più studiato e testato almondo, conforme a tutti gli standard inter-nazionali. La limitazione in ambito costrut-tivo avrebbe pesanti ricadute negative siaeconomiche che sociali, per esempio sulladisponibilità di soluzioni abitative ad unprezzo accessibile. Tuttavia oggi è ancora normale associareftalati plastificanti e PVC a rischi specificiper la salute. Le differenze tra i due gruppidi ftalati non sono comprese a sufficienzae questi tendono a essere associati indi-scriminatamente, anche se le le autoritàeuropee considerano gli ftalati ad alto pesomolecolare come sicuri - conclude Mag-gie Saykali, direttore generale di ECPI (Eu-ropean Council for Plasticizers andIntermediates).

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Ricerca accademicaMatrice neuralePresso il Dipartimento di Neuroscienze eNeurotecnologie dell’Istituto Italiano di Tec-nologia è stata realizzata la prima matriceneurale con elettrodi in plastica, capace ditrasmettere gli impulsi elettrici neurali e al-tamente compatibile con i tessuti umani.Questo lavoro apre la strada alla realizza-zione di protesi neurali altamente biocom-patibili, per il trattamento di patologiealtamente invalidanti.Il gruppo di studio ha creato un prototipoinnovativo di protesi neurale - chiamata Po-lyMEA (Polymer Microelectrode Array) -che, essendo prodotta con polimeri con-duttori altamente biocompatibili, morbidi eflessibili, risulta particolarmente adatta aessere impiantata nel corpo umano. Fino a oggi le protesi neurali, utilizzate perraccogliere i segnali bioelettrici in disposi-tivi quali pacemaker o impianti cerebraliprofondi, sono state prodotte utilizzandometalli o polimeri inorganici, di consistenzadura e rigida. Ma questi devono essere im-piantati in un ambiente morbido, quali i tes-suti umani, e proprio questa caratteristica lirende poco biocompatibili ed è spessocausa di danni.La disponibilità di polimeri capaci di tra-sportare i segnali elettrici quasi quanto imetalli, conduttori per eccellenza, ha apertola strada alla possibilità di creare neuro-im-pianti con consistenza più simile a quelladei tessuti nei quali vengono impiantati. Oltre a essere molto più tollerati dai tessuti,questi polimeri conduttori sono anche com-patibili con gli strumenti utilizzati nella dia-gnostica per immagini. Al contrario degliimpianti classici, in cui i metalli con cuisono fabbricati interferiscono con il segnaledell’apparecchiatura diagnostica o addirit-tura, nel caso di materiali ferromagnetici,sono assolutamente incompatibili con essa,PolyMEA risolve questi problemi e permetteal paziente di beneficiare di questo impor-tantissimo vantaggio.

Coloranti senza pigmentiMateriali polimerici colorati intensamentesenza impiego di pigmenti sviluppati dagliscienziati dell’Università di Sheffield po-trebbero essere utilizzati per realizzarenuovi dispositivi anticontraffazione per pas-saporti e banconote grazie alla difficoltà diessere copiati. I polimeri in questione mo-strano un’intensa colorazione dovuta alla

loro struttura, allo stesso modo in cui la na-tura crea i colori per le elitre dei maggiolinie le ali delle farfalle.I colori sono stati realizzati mediante so-vrapposizione di strati polimerici estrema-mente ordinati, ottenuti miscelando duesoluzioni incolori di copolimeri a blocchi.Questo tipo di materiali si stratifica auto-maticamente, generando effetti ottici similiagli opali e cambiando colore a secondadell’angolazione visiva.Questo sistema presenta interessanti van-taggi in termini di costi, processo e sele-zione dei colori rispetto a quelli esistenti. Lacomplessità dei processi chimici coinvoltiper mettere a punto i polimeri rende l’ideadella difficoltà di copiarli da parte dei truf-fatori.Gli accademici hanno condotto le loro ri-cerche utilizzando Diamond Light Source,una struttura nazionale per scienza dei sin-crotroni, testando le strutture stratiformi or-dinate mediante raggi X ad alta potenza.Questo ha consentito di comprendere comei colori si formano e come migliorarnel’aspetto. Adottando tale tecnica per con-fermare la struttura polimerica, è stato pos-sibile identificare le miscele appropriate perottenere i colori richiesti.

Filtro per fibre otticheÈ stato sviluppato da un team della Univer-sità di Tel Aviv un dispositivo polimerico perinterruttori con cavi a fibre ottiche, il cui filtro è realizzato con scanalature di dimen-sioni nanometriche incorporate nel mate-riale plastico per ottenere sistemi dicomunicazione più piccoli, flessibili e po-tenti. Man mano che i cavi a fibre ottiche entranoin ogni abitazione, qualsiasi sistema di co-municazione (telefoni, televisori, internet)dovrà attraversarli ma, per evitare i intasa-menti, le informazioni dovranno essere separate in canali differenti. Il nuovo dispo-sitivo polimerico è in grado di effettuare talefunzione a velocità, qualità e costi inimma-ginabili con i semiconduttori industriali.Nel prossimo decennio i cavi a fibre otticheche oggi corrono tra una città e l’altra con-fluiranno direttamente in ogni singola abi-tazione e i nuovi interruttori potrebberorivoluzionare il modo di comunicare.Gli interruttori a base di materiale plasticopossono sostituire i semiconduttori attual-mente in uso, costosi, delicati e difficili da

realizzare. Mediante un processo di colataquasi ogni laboratorio potrebbe essere ingrado di realizzare in pochi minuti questi di-spositivi ottici utilizzando uno stampo ingomma siliconica inciso con scanalaturenanometriche larghe meno di 0,001 mm einvisibili a occhio nudo. Una volta installatein una rete a fibre ottiche, le scanalaturesull’interruttore modulano la luce prove-niente attraverso i cavi e i dati sono filtratie codificati in informazioni utilizzabili.

Nanofilm per celle solariUno studio recente ha dimostrato che me-todi di produzione semplici ed economiciper la deposizione di strati flessibili di ma-teriale su ampie superfici di pellicole retrai-bili possono essere utilizzati per realizzarestrutture a celle solari efficienti.Lo studio, che apre la strada a nuove tec-niche per realizzare celle solari e sviluppareenergia rinnovabile, è stato condotto da ungruppo di scienziati delle Università di Shef-field e Cambridge effettuando prove non di-struttive su struttura interna e proprietà dimateriali per celle solari. Studiando gli stratidei materiale che convertono la luce solarein elettricità è stato possibile capire come ledifferenti fasi di processo modifichino l’ef-ficienza complessiva e influiscano sulleprestazioni delle celle solari polimeriche,che sono molto più economiche da realiz-zare rispetto a quelle convenzionali in silicioe possono essere prodotte in grande quan-tità. Lo studio ha mostrato che, quando miscelecomplesse di molecole in soluzione sonodistribuite su una superficie, le differentimolecole si separano alla sommità e allabase dello strato ottimizzando l’efficienzadella risultante cella solare. Tale risultatooffre importanti indicazioni per la produ-zione su larga scala di pannelli per energiasolare ultra-economici per impieghi dome-stici e industriali. Invece di utilizzare complessi e costosi me-todi di fabbricazione per realizzare una spe-cifica nanostruttura per semiconduttori, sipotrebbero produrre nanofilm (60 nm) percelle solari oltre 1.000 volte più sottili di uncapello umano. Questi film potrebbero poiessere impiegati per realizzare pannelli so-lari facilmente trasportabili, leggeri ed eco-nomici.

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Gusto dell’avventuraTra le attrezzature subacquee fornite dall’italiana Scubapro, unoprodotti di punta è il dispositivo che eroga la miscela di gas dauna bombola d’aria per mezzo di un lungo tubo flessibile. Que-st’ultimo deve resistere all’acqua di mare, ai raggi UV e alla mo-vimentazione a bordo, oltre che alle condizioni d’immersione chepossono variare dalle calde acque tropicali della grande barrieracorallina dell’Australia al gelo dell’Atlantico del Nord.Alcuni produttori utilizzano i flessibili in PVC, che tuttavia nonsono sufficientemente elastici e non sono compatibili con tutte letemperature delle zone d’immersione del mondo. In questa ap-plicazione si è rivelata ideale la gomma, che però presenta unosvantaggio: lo sgradevole gusto che forma a contatto con l’ariacontenuta nelle bombole. Per risolvere il problema Scubapro hasviluppato, in collaborazione con Trelleborg, la soluzione ideale

con la gomma aromatizzataalla vaniglia.I flessibili devono avere unageometria interna precisaper erogare il flusso d’ariagiusto. Inoltre devono es-sere elastici a qualsiasitemperatura. Occorre tro-vare un equilibrio ottimaletra durezza, morbidezza elongevità del materiale. Lastruttura dei flessibili pre-vede tre strati: un tubo in-terno aromatizzato allavaniglia, uno strato di rin-

forzo in tessuto e una copertura esterna. Ogni erogatore subac-queo richiede quasi 1,5 metri di flessibili, che sono privi di ftalatie sono microforati per evitare la formazione di bolle. La vanillina naturale, che viene aggiunta alla gomma utilizzatanel tubo interno durante la miscelazione per attribuire un gustogradevole ai flessibili, elimina completamente il gusto dellagomma. In tal modo i subacquei non percepiscono il cattivo gustodella gomma e non respirano materiali pericolosi.La scelta della vaniglia è stata dettata da motivazioni di marke-ting piuttosto che di natura tecnica. La fragola era più appetibileper le donne ma meno per gli uomini, mentre la vaniglia è ap-prezzata da entrambi i sessi e il suo colore è più affine ai flessi-bili Scubapro, molti dei quali sono gialli.

Tra le nuvoleLa lastra di policarbonato Lexan XHR di Sabic Innovative Plasticsè stata scelta da Geven, fornitore italiano specializzato in arrediinterni per aeromobili, per i nuovi sedili Armonia di Carribean Air-lines, progettati da Giugiaro. L’obiettivo di limitare il peso del se-dile a un massimo di 9 kg ha portato alla ricerca di materialiinnovativi, leggeri e ad alte prestazioni. La scelta è poi caduta sulla lastra suddetta, che consente una im-portante riduzione di peso (fino al 12%) rispetto ai tradizionaliprodotti a base di PVC/PMMA, rispettando al contempo i requi-siti in materia di infiammabilità, fumo, rilascio di calore e tossi-cità delle principali compagnie aeree in relazione ai sedili, airivestimenti della cabina di pilotaggio, alle cornici degli oblò, aipannelli delle porte e ad altri componenti interni. I colori possonoessere abbinati direttamente nella lastra e nella resina per otte-nere componenti termoformati e stampati a iniezione coordinati. TRELLEBORG

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Progetto IreneALI (Aerospace Laboratory for InnovativeComponents) è una giovane società con-sortile napoletana, che raggruppa alcunetra le maggiori imprese operanti nel settoreaerospaziale del territorio campano e chesta progettando Irene, un’innovativa cap-sula recuperabile con una forma di tipo“blunt” (rientro balistico). La capsula saràcostruita con tecnologie avanzate, con l’im-piego di materiali compositi e/o schiumeceramiche ed equipaggiata con un sistemaTPS (Thermal Protection System). Il consorzio ALI nasce nell’aprile 2006 da

un’idea di Norberto Salza, numero uno delPolo High Tech di Napoli Est, e di alcuni co-raggiosi imprenditori della città di Napoli.Uno dei punti di forza della società è la col-laborazione con centri di eccellenza già esi-stenti sul territorio campano come, peresempio, il CIRA (Centro Italiano RicercheAerospaziali) per gli aspetti tecnologici el’Università di Napoli Federico II (attraversoil DIAS - Dipartimento di Ingegneria Aero-spaziale, il DIMP - Dipartimento di Inge-gneria dei Materiali e della Produzione e ilDipartimento Scienza della Terra) e CNR(Centro Nazionale delle Ricerche) per gliaspetti scientifici.

Sul progetto Irene, e in particolare sull’uti-lizzo dei materiali polimerici fibrorinforzatiper la realizzazione di alcuni fondamentali

componenti della capsula, abbiamo postoalcune domande a Renato Aurigemma, di-rettore tecnico del consorzio ALI. Laureatoin ingegneria aeronautica, Aurigemma è at-tualmente responsabile del settore ricercae sviluppo presso Euro.Soft, azienda spe-cializzata nelle applicazioni ICT al settoreaerospaziale, delle telecomunicazioni e del-l’automazione.

Può illustrarci, brevemente, in che cosaconsiste il progetto Irene?

L’Agenzia Spaziale Italiana mirava a defi-nire una capsula di rien-tro per il recupero dicampioni/payload dallecosiddette orbite terre-stri basse (LEO - LowEarth Orbit), ossia orbitecircolari di altitudinecompresa tra l’atmo-sfera e le fasce di VanAllen, la cui estensionearriva fino a circa 7 volteil raggio terrestre, e conun’inclinazione bassa.Ma non bisogna la-sciarsi ingannare daquesta definizione:

molte missioni spaziali si svolgono in un’or-bita LEO, come quelle degli Space Shuttleo la Stazione Orbitante Internazionale cheha recentemente ospitato astronauti italiani.Per avere un’idea di quello che significaoperare su un’orbita LEO basti pensare cheil periodo di rivoluzione è in questi casi dicirca 90 minuti, cioè viaggia a circa 27.400km/h.Fatte queste premesse, è importante elen-care le principali specifiche concordate conl’Agenzia Spaziale Italiana: tecnologia “in-flatable” o “umbrella-like”, massa limitata,ridotti costi ricorrenti di allestimento dellacapsula, possibilità di espletare missioni didurata superiore a 12 mesi.Con queste caratteristiche fondamentali bi-sogna realizzare una capsula fondamen-talmente orientata, almeno in questa primaanalisi, a un utilizzo per: supportare il recu-

pero di campioni e/o payload da strutturespaziali, presenti e/o future, quali la ISS;permettere lo svolgimento di missioni “ur-genti” (pianificabili ed eseguibili in tempibrevi); supportabile in termini di costi.Lo studio di fase 0 è terminato con una pro-posta con tecnologia “umbrella-like” chedefinisce una missione d’interesse nel-l’ambito degli obiettivi strategici di ASI so-stenibile in termini di rischi. A questo scopolo studio di fase 0 prevedeva test dimo-strativi-tecnologici eseguiti presso il PlasmaWind Tunnel del CIRA, la più avanzata faci-lity di prova al mondo per questo genere ditest. Le prove hanno dimostrato la capacitàdel sistema di rientro di svolgere il tipo dimissione previsto. Lo studio di fase 0 si èconcluso in 16 mesi con esito positivo.

Nella nostra chiacchierata di prima lei miaccennava che, per quanto riguarda lastruttura della capsula, la maggiore inno-vazione è rappresentata dall'utilizzo deimateriali polimerici fibrorinforzati, sia perla parte dedicata al trasporto del payloadsia per le strutture di dispiegamento delloscudo termico. Come mai questa scelta?Quali vantaggi vi aspettate dall'utilizzo diquesti materiali rispetto a quelli tradizio-nalmente utilizzati nel settore aerospa-ziale?

L’uso di materiali “non convenzionali” per ilsettore spazio è una delle innovazioni mag-giori dell’intero programma. In particolare,la struttura rigida del nose realizzata conuna schiuma ceramica mai utilizzata prima,la struttura flessibile dell’ombrello realizzatacon una composizione multistrato di fibreutilizzate in differenti ambiti industriali e, in-fine, le parti strutturali del corpo e del mec-canismo di deployment, da realizzare conmateriali compositi.In particolare l’uso di materiali polimerici fi-brorinforzati è previsto per il corpo dellacapsula, di forma cilindrica di circa 1,6 m dialtezza e 60 cm di diametro nella sua con-figurazione “base”. Il motivo fondamentaleè quello di ridurre il peso dell’intera capsularispetto all’ipotesi di struttura metallica. Ab-biamo stimato un risparmio di peso tra il 50

Notiziariodei compositi

A cura di Luca Carrino (tel. 347 9405794 - e-mail: [email protected])

AURIGEMMA

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e il 70% per questa sezione della capsula. Per quanto concerne invece le strutture didispiegamento dello scudo termico, siamoancora in fase di analisi di trade-off trastrutture in titanio e strutture in fibre di car-bonio rinforzate. Questa analisi è oggetto diuna fase appena avviata del progetto delladurata di due anni. Il problema principale èche i campi di temperatura nella zona delle“bacchette dell’ombrello” presentano pic-chi di oltre 500°C in fase di rientro, per cuivanno effettuati dei test sui vari materialiipotizzati.

A quali compositi, in particolare, state pen-sando?

Come detto, già la parte flessibile della cap-sula può essere considerato un composito,anche se non di tipo polimerico, mentre peril corpo e le stecche si pensa a fibre di carbonio annegate in una matrice ade-guata. Ed è sicuramente questa una delleprincipali novità della piattaforma Irene; co-niugare materiali resistenti alle alte tempe-rature, previste alle condizioni di utilizzo,alla flessibilità delle strutture, essendo lastessa, come già detto, estendibile comeun ombrello in fase operativa.

Per concludere, cosa si aspetta che acca-drà, in futuro, nel mondo dei materiali po-limerici, con particolare riferimento alsettore aerospaziale?

Le caratteristiche di leggerezza, rigidezza eresistenza che si possono ottenere con imateriali compositi non hanno confronti equesto lascia prevedere una loro continuaespansione in tutti i settori industriali. I ma-teriali polimerici fibrorinforzati sono in gradodi abbinare eccellenti proprietà strutturali afunzionalità (come per esempio conduttivitàelettrica, conduttività termica, integrazionecon sensori, ecc.) che li rendono unici perle applicazioni avanzate. A differenza di altrisettori, come quello aeronautico, dove talimateriali sono ormai una realtà ben conso-lidata, nel settore spazio stiamo parlandodi una vera e propria rivoluzione che inpochi anni potrà risultare vincente.

Brevi dal mondoÈ stato recentemente presentato a Madridda Acciona Infrastructure un innovativoponte interamente realizzato in materialipolimerici fibrorinforzati. La struttura risulta,al momento, la più lunga (44 m) costru-zione portante a campata unica, senzagiunzioni, realizzata utilizzando 12 tonnel-late di polimeri rinforzati con fibre di carbo-nio. Questo risultato è frutto di un progettoco-finanziato dalla Commissione Europea efinalizzato alla produzione di ponti in com-

posito affidabili e a basso costo per il ra-pido rinnovo delle infrastrutture. Il ponte è stato realizzato con una resinaepossidica con durezza elevata, tissotropiachimica e bassa esotermiauna soluzione, questa, cheha permesso di ottenereuna struttura incredibil-mente leggera ma che, allostesso tempo, soddisfa i re-quisiti di facile trasporto e dirapida installazione. Il ponteè stato assemblato sulfiume Manzanares in ap-pena 2 ore e ha richiestosolo 30 giorni di lavorazione. La superficie del ponte,largo 3,5 m, è più liscia edesteticamente gradevole ri-spetto a quella di un pontein acciaio o cemento, offreeccellente resistenza allacorrosione e richiede menomanutenzione. Inoltre non ènecessaria la verniciatura.Poiché l’istallazione non ha richiesto giun-ture particolari o cantieri di elevate dimen-sioni, è stato possibile operare con unamaggiore libertà architettonica nella fase didesign.

Porta il marchio Ferrari ed è un vero gioiel-lino, ma va sfoggiata in casa e non per lestrade. Non si tratta, infatti, di un'auto madi un'esclusiva scacchiera realiz-zata con elementi altamente pregiati tra cui i mate-riali polimerici fibrorinforzati. Ilset, adatto sia per il gioco degliscacchi sia per quello delladama, è in legno rivestito infibra di carbonio, alternato afibra di vetro. Sul bordo spiccail Cavallino Rampante, simbolodella casa automobilistica di Ma-ranello. I pezzi da gioco sono in-vece realizzati in legno verniciato,ovviamente, in rosso Ferrari e nero. L'ele-gante scacchiera, realizzata artigianal-mente in Italia, avrà un costo di 1.450 euro.

Da qualche tempo sta riscuotendo suc-cesso il Drone quadricottero, una specie dielicottero che fa uso di 4 eliche per il mo-vimento e il controllo, una soluzione che hapermesso di eliminare timoni e parti in mo-vimento, che risultano particolarmenteesposti a rotture o danneggiamenti. Ormaiquesti “gioiellini” stanno diventando sem-pre più sofisticati sia nella parte software,che aiuta i meno esperti a gestire il volo ead evitare incidenti, sia nella struttura. A tal

proposito è stato recentemente presentatoda Asiatech un telaio innovativo disegnatoper montare quattro motori su bracci radialia sezione decrescente dal centro verso le

estremità. Il telaio è formato da tubi tondi in materialepolimerico rinforzato con fibre di carbonioche si inseriscono in castelli motore costi-tuiti da piastre, anch’esse realizzate con lostesso materiale, incastrate le une nelle

altre, senza la necessità di ulteriori sistemidi fissaggio. Al centro, gli otto tubi dispostia croce sono tra loro interconnessi dal ca-stello che contiene elettronica e batterie,anch’esso realizzato interamente in fibra dicarbonio.L’utilizzo dei materiali polimerici fibrorinfor-zati di ultima generazione ne garantisceelevate doti di leggerezza e contestual-mente di rigidezza strutturale che, unite allascarsa resistenza all’aria, forniscono ele-vate doti dinamiche, quali la possibilità disollevare carichi come macchine fotografi-che, oltre alla possibilità di compiere evo-luzioni e volo acrobatico.

IRENE

FERRARI

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È stata sviluppata da un gruppo di 30 stu-denti provenienti da differenti facoltà di in-gegneria e architettura e facenti parte delteam H2politO - Molecole da Corsa del Po-litecnico di Torino, una citycar ecologica, ul-traleggera e capace di percorrere 100 kmcon un litro. XAM (eXtreme Automotive Mo-bility), come è stata battezzata dai ragazzi,è un veicolo adatto alla mobilità urbana so-

stenibile e impiega tecnologie assoluta-mente innovative.Alle dimensioni compatte (2,8 x 1,3 x 1,28m) la vettura abbina un peso veramenteesiguo (soli 193 kg), ottenuto grazie all'im-piego di materiali compositi ultraleggeri ericiclabili (sono state infatti utilizzate fibrenaturali, fra cui la fibra di lino, e resina dipino) per il corpo vettura. La forma dellacarrozzeria, improntata a una penetrazioneefficiente aerodinamica, rappresenta uno

degli ingredienti funzionali al massimo con-tenimento dei consumi e delle emissioni.L'abitacolo presenta a sua volta una seriedi elementi hi-tech quali il sistema di infor-mazione e trattenimento con touch screene l'impiego di E-Call, il dispositivo telema-tico che, in caso di incidente, permette di ri-cevere immediata assistenza in qualsiasipunto dell'Unione Europea.

Il 9 giugno scorso è stato portato a termine,al Karolinska University Hospital di Stoc-colma, il primo trapianto di trachea artifi-ciale realizzata con materiali compositi.L'organo - ha spiegato il chirurgo PaoloMacchiarini - è stato interamente ricostruitoin laboratorio utilizzando materiali polimerisintetici ultrapiccoli e cellule staminali cheriproducono i tessuti di rivestimento dellatrachea Ciò che rende questa procedura diversa èil fatto che per la prima volta è stata creatauna trachea interamente sintetica, trapian-tata con successo su un uomo di 36 anniaffetto da tumore tracheale: è una pietramiliare nella medicina rigenerativa.

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XAM

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ImballaggiNella riunione della sottocommissione Uni-plast SC21 (Applicazione di materie plasti-che negli imballaggi) del 6 luglio -presidente Oreste Pasquarelli - sono statiesaminati prima i progetti in forma ormaidefinitiva:• E.13.21C28.0 "Cassette di polietilene

ad alta densità e di polipropilene e suoi copolimeri destinate al contenimento di bottiglie - Requisiti e metodi di prova" - Revisione della UNI 8185:1981

• E13.21.C26.0 "Specificazioni per sacchi di polietilene per la raccolta dei rifiuti solidi urbani"- Revisione della UNI 7315:1989 + A1:2000(2011-3-1)

• E13.21.D05.0 "Sacchi biodegradabili e compostabili per la raccolta della frazione organica dei rifiuti solidi urbani. Tipi, requisiti e metodi di prova".

Per quest'ultimo progetto sono state intro-dotte modifiche di carattere redazionale inalcuni punti per allinearne il contenuto peranalogia con altri di medesimo contenutoin altre norme.Si sono da poco manifestati interessi per larevisione della UNI 10561 "Cestelle di ma-teriale plastico per l'imballaggio di prodottiortofrutticoli. Tipi, requisiti e metodi diprova", mentre prosegue la revisione deiseguenti testi:• UNI 9918:1992 "Imballaggi parallelepipedi

di polistirene espanso del tipo monouso per prodotti orto-frutticoli. Tipi, requisiti e metodi di prova"

• UNI 10612:1998 "Vassoi di germinazionese miniere di materia plastica per la produzione di piantine da trapianto di prodotti ortofrutticoli. Tipi, requisiti e metodi di prova"

• progetto E13.21D28.0 "Cassette in polistirene espanso sinterizzato (EPS per il trasporto e lo stoccaggio di pesce fresco - Dimensioni, requisiti e metodi di prova - (Riferimento revisione UNI 6426 - UNI 6427 del 1969)".

Per ultimo si è discusso del WI prCEN TR"Packaging - Safety guidelines for flexibleplastic packaging to minimize the risk ofsuffocation to children" esaminando i com-menti proposti da ANEC.

Laminati decorativiNella riunione del CEN TC 249/WG 4 (Highpressure decorative laminate - HPL) svol-tasi l’8 e 9 giugno a Milano - coordinatoreGianmichele Ferrero (Arpa Industriale) sonostati ripresi alcuni punti che necessitavanodi approfondimenti per la revisione della EN438-2 "High-pressure decorative laminate(HPL) - Sheets based on thermosetting re-sins (usually called laminates) - Part 2: De-termination of properties" (la parte cheraggruppa i metodi di prova) e in partico-lare i seguenti: resistance to surface wearand to abrasion, resistance to immersion inbowling water and to wet conditions, resi-stance to dry heat, dimensional stability atelevated temperature. Al punto inerente la "resistance to crazing"sarà introdotto un riferimento per la scaladel danneggiamento a delle figure esplica-tive e al punto per la "di-mensional stability atelevated temperature" lafigura di un dispositivoper tener diritto il provinodurante la misura. È incorso inoltre una speri-mentazione per la defini-zione della metodologiadi prova per la resistenzaai micrograffi.La prima serie di provecondotte presso IHD (In-stitut für HolztechnologieDresden), a seguito degliaccordi presi nella pre-cedente riunione delWG4, hanno consentitodi identificare la tipologiadel campione di lami-

nato da impiegare come riferimento internoper validare l'invarianza nel tempo dell'ap-parecchiatura usata per le prove e del lottodi materiale usato per lo sfregamento. Sitratta ora, con una nuova serie di prove, didefinire la scala per i gradi di classificazionevisiva e valutare se siano meglio 5 classi oun sistema più semplice in 3 classi.Per la revisione della EN 438-1 sulle gene-ralità saranno introdotte maggiori informa-zioni sulle superfici antibatteriche e suiriferimenti normativi esistenti. Nelle parti da3 a 6 sono state introdotte variazioni ine-renti la colorazione e la finitura superficialedei laminati HPL.Verifiche saranno effettuate da Alberto Cra-vero (Abet Laminati) sui valori di resistivitàsuperficiale e di volume per i laminati HPLdissipativi che ricadono nella EN 438-3 enella EN 438-5. Nella riunione del CEN TC249/WG 4 prevista per il 19 e 20 ottobre aMilano in UNI si riprenderà la parte 7 sullamarcatura CE, alla luce della pubblicazionedel nuovo regolamento CPR. Nel frattempoin riunione sono stati definiti i punti che ne-cessitano di essere rivisti ed in particolare

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UNIPLAST - ENTE ITALIANO DI UNIFICAZIONE DELLE MATERIE PLASTICHE FEDERATO ALL’UNI20123 Milano - Via dei Piatti - tel 02 8056684 - fax 02 8055058email: [email protected] - www.uniplast.info

NNotiziarioUNIPLAST

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095-108-Rubriche e varie:Layout 1 22-09-2011 17:07 Pagina 1

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dovranno essere introdotti nuovi riferimentisulle dimensioni dei sistemi metallici di vin-colo per la prova al fuoco (SBI) e modificatii disegni del montaggio e fissaggio per iprodotti con isolamento.

Acqua calda e freddaAlla riunione del CEN TC 155/WG 16 (Sy-stems for hot and cold water applications)tenutasi a Milano il 9 giugno - hanno par-tecipato per l’Italia Maria Roberta Brusi (Nu-piGeco) e Walter Moretti (FIP). NellaRiunione sono stati portati a termine i lavoridi redazione del testo finale per il voto for-male del prEN ISO 15874 "Plastics pipingsystems for hot and cold water installations- Polypropylene (PP)", con particolare ri-guardo alla parte 3 relativa ai raccordi edalla parte 5 per la valutazione dell'idoneitàall'impiego dei tubi con i raccordi dei vari

tipi dello stesso materiale di base. A seguire si è stabilito di redigere entro ilmaggio 2012 una linea guida interna alCEN TC 155/WG16 per la definizione del-l’impostazione comune che dovranno averei testi di revisione delle norme per i sistemidi tubazioni per acqua calda e fredda al-l'interno delle abitazioni, per allinearli. Leparti inerenti la valutazione della conformitàper tutte le norme di prodotto dei sistemi ditubazioni di materia plastica dovranno inol-tre essere tutte impostate secondo il nuovoschema proposto dal CEN TC 155/WG21"Plastics piping systems and ducting sy-stems - Assessment of conformity".

Il 13 giugno si è svolta una riunione del-l'AHG del GL UNI “Impianti adduzioneacqua” - coordinatore Ilos Gatto (Viega) -per la revisione della UNI 9182 "Impianti dialimentazione e distribuzione d'acquafredda e calda - Criteri di progettazione,collaudo e gestione" del 2010. Le attività di revisione sono state suddivise

in diversi sottogruppiper argomenti: verificadei punti di sovrappo-sizione fra EN 806-5"Specifications for in-stallations inside buil-dings conveying waterfor human consum-ption - Part 5: Opera-tion and maintenance"e UNI 9182, dimensio-namento impianto ri-circolo UNI 9182,perdite di carico con-centrate. Altri puntipresi in esame durantela discussione e chepotrebbero essere ap-profonditi od oggetto dinota sono la prova

di tenuta asecco, il posiziona-mento diapparec-chi per ilt ra t tamentodell'acque, l'integrazione conimpianti di irrigazione e il recu-pero dell'acqua piovana.

Tubi, raccordi e valvoleIl 26 luglio si è scolta una riu-nione della sottocommissioneUniplast SC8 (Tubi, raccordi,valvole di materia plastica) -presidente Walter Moretti (FIP).Le norme EN 12201-1 ed EN

12201-2 sui sistemi di tubazioni in pres-sione di polietilene per fognatura e addu-zione acqua, che sono in procinto di essererecepite dai singoli enti di normazione na-zionale, poiché la votazione al voto formaleha avuto esito positivo, hanno delle note in

alcuni punti che consentono la redazioneda parte dei singoli enti nazionali di unapremessa nazionale sullo specifico argo-mento.Durante la riunione si è discusso delleeventuali premesse da introdurre per i co-lori dei tubi in pressione di polietilene, sullegamme dimensionali di produzione e suimateriali, concordando che i tubi delle fo-gnature in pressione saranno in barre conDN ≥ 160mm e avranno colore nero conbande marroni, il materiale sarà solo PE100. I tubi per adduzione acqua saranno dicolore blu o nero con bande blu se di PE80di PN10 in rotoli con DN ≤ 125mm, se diPE100 di PN 10 in barre con DN ≥125mm, se di PE100 di PN 12.5 - PN 16 -PN 25 in barre per tutti i DN ed in rotoli con20 ≤ DN ≤ 125mm.

Saldatura di termoplasticiNella riunione del CEN TC 249/WG16 (Thermoplastics Welding) tenutasi il 14 lu-glio a Milano presso l’UNI - coordinatore Michele Murgia (IIS) - si è discusso sullaforma da attribuire a due documenti in esame nel CEN TC 249/WG16 riguardanti:“i compiti e le responsabilità del coordinatore per la saldatura delle materie pla-stiche” e “le specificazioni e le qualificazioni delle procedure di saldatura dei ma-teriali termoplastici”. I due studi per proposte di nuovo lavoro saranno avanzatiquando avranno assunto un’adeguata struttura come rapporti tecnici (TR).È stata ribadita l'intenzione di revisionare la EN 12814-3 "Testing of welded jointsof thermoplastics semi-finished products - Part 3: Tensile creep test" e la EN 14728"Imperfections in thermoplastic welds - Classification" e inoltre di prendere inesame la revisione della EN 13100-1 "Non destructive testing of welded joints ofthermoplastics semi-finished products - Part 1: Visual examination" ed EN 13100-2 "Non-destructive testing of welded joints in thermoplastics semi-finished pro-ducts - Part 2: X-ray radiographic testing".

Adduzione acqua piovanaAlla riunione dell'AHG "Impianti per la raccolta e l'utilizzodell'acqua piovana per usi domestici diversi dal consumoumano" svoltasi l’11 Luglio 2011 presso l’UNI - coordi-natore Ilos Gatto (Viega Italia), hanno partecipato diversiesperti di Uniplast e UNI.È in preparazione un progetto di norma riguardante gliimpianti per la raccolta e l'utilizzo dell'acqua piovana perusi domestici diversi dal consumo umano. I punti di-scussi riguardano: l'introduzione dei sistemi modulariprefabbricati e componibili in materia plastica per la rac-colta dell'acqua rispetto alla classiche vasche e serba-toi vuoti in plastica o in cemento; il posizionamento dellepompe (nel caso di sistemi a elementi componibili lapompa non può essere ad immersione) e la corretta in-stallazione rispetto alla vasca, la sedimentazione sul fondodelle vasca e gli effetti sull'utilizzo dell'acqua raccolta. Riguardo all'acidità dell'acqua piovana raccolta è statoverificato che non può avere influenza né per la sicu-rezza d'uso né sui materiali a contatto, con livelli minimidi variazioni rispetto al valore neutro. La completa reda-zione del testo della norma richiederà probabilmentequalche altro incontro.

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Tubazioni in vetroresinaNella riunione del gruppo di studio UniplastSC8/GS6 (Sistemi di tubazioni di PRFV) del20 giugno - coordinatore Luca Moscatelli(NSguassero) sono riprese le discussionisull'impostazione della proposta di nuovolavoro per un rapporto tecnico sulla speci-fica di laminazione per giunzioni testa atesta per tubi e raccordi di materia plasticarinforzata con fibra di vetro. Alcune parti incui è stata strutturata la specifica dovreb-bero essere indipendenti dal tipo di tecno-logia impiegata per l'ottenimento di tubi eraccordi, in particolare per l'impiego deimateriali usati per l'esecuzione della giun-zione e per le modalità con cui dovrebberoessere preparate le estremità dei tubi e deiraccordi per la giunzione.Si è quindi fatto il punto della situazione peri lavori del CEN TC 155/WG14 (Systems ofglass-reinforced thermosetting plastics forall applications - Polyester, epoxy and po-lyester resin based concrete). A breve èprevista la pubblicazione a inchiesta deinuovi progetti di revisione della EN 1796"Plastics piping systems for water supplywith or without pressure - Glass-reinforcedthermosetting plastics (GRP) based on un-saturated polyester resin (UP)" e della EN14364 "Plastics piping systems for drai-nage and sewerage with or without pres-sure - Glass-reinforced thermosettingplastics (GRP) based on unsaturated polye-ster resin (UP) - Specifications for pipes, fit-tings and joints".

Materiali biodegradabiliIl 20 luglio si è svolta una riunione delgruppo di studio Uniplast SC21/GS4 (Ma-teriali plastici biodegradabili e comportabili)- coordinatore Francesco Degli Innocenti(Novamont). Nella prima parte sono stati di-scussi i commenti pervenuti al progetto dinorma E13.21:D17.0 "Materiali plasticibiodegradabili in suolo - Tipi, requisiti e me-todi di prova", apportando alcune correzioni

redazionali e introducendo delle precisa-zioni sulla preparazione dei campioni diprova per la determinazione della biode-gradabilità aerobica in suolo e per le provedi ecotossicità. Si è deciso quindi di inviareil progetto in inchiesta Uniplast.È stata poi presa inesame la situazionedi diversi gruppi dilavoro CEN e ISO, fracui quella del CENTC 249/WG17 (Bio-polymers), in riferi-mento al quale si èdiscusso FrpCENTS 16295 "Plastics- Declaration of thebio-based carboncontent" con la defi-nizione di un com-mento fondamentalea sostegno della vo-tazione negativa aldocumento riguar-dante il prefisso"bio" che può essereconsiderato comeabbreviazione cheindica la derivazioneda biomassa o la biodegradabilità. Terminicome bioplastica e biopolimeri sono utiliz-zati per identificare prodotti con proprietàdifferenti; pertanto, al fine di comunicare alconsumatore in maniera corretta, è neces-sario dare informazioni sia sull'origine chesul fine vita.A seguire è stato esaminato il WI 249781"Plastics - Template for reporting and com-munication of bio-based carbon contentand recovery options of biopolymers andbioplastics - Data sheets", per il quale èstata chiesta dal CEN TC 249 (Plastics)un’estensione di 9 mesi complessivi suglistadi di avanzamento, a causa dei com-menti alle diverse edizioni del documentoche hanno causato ritardi per la definizione

finale del testo.È stata quindi considerata una proposta perun progetto di norma dal titolo "Requisitiper la determinazione dell'oxo-biodegrada-zione e fito-tossicità di manufatti plastici -Schema di prova e criteri di valutazione per

l'accettazione finale dei manufatti" che hasollevato discussioni che verranno ripresenella prossima riunione del gruppo di stu-dio.

Recupero di scafiIl tema principale della riunione della sot-tocommissione Uniplast SC25 (Recuperodelle materie plastiche) svoltasi il del 21 lu-glio 2011 - presidente Oreste Pasquarelli -era il riciclo degli scafi di imbarcazioni inmateriale composito per disarmo e da ma-nufatti in materiale composito a fine vitaprovenienti dal settore autotrasporto, dascarti di lavorazione a fine vita di tubazionie serbatoi di PRFV e del riciclo dei residuidei processi di ruvidatura laminati HPL. I la-minati o parti degli stessi, dopo la dismis-sione del prodotto da cui hanno origine,vengono macinati sino ad ottenere delle ca-riche da impiegare in altri processi di pro-duzione.Per una più adeguata caratterizzazionedelle cariche si è deciso di revisionare laUNI 10667-13 "Materie plastiche di riciclo- Cariche ottenute da macinazione di scartiindustriali e/o da post consumo di compo-siti di materiale plastico termoindurente -Requisiti e metodi di prova" modificandoneparzialmente le definizioni e i prospetti incui sono riportate le caratteristiche dei varitipi di cariche.

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NNoottiizziiaarriioo UNIPLAST

PLASTOMEC

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NNormativa tecnicaProgetti di norma

Riportiamo qui di seguito l'elenco dei progetti di norma ISO eCEN inviati in inchiesta pubblica nei mesi di giugno e luglio 2011per il settore materie plastiche e gomma. Ulteriori informazioni riguardanti le materie plastiche possono essere richieste a UNIPLAST - tel 02 8056684 - fax 02 8055058 - e-mail: [email protected]

ISO TC 45 (Rubber and Rubber Products)ISO/FDIS 6224 - Thermoplastics hoses, textile-reinforced, for ge-neral-purpose water applications - Specification ISO/DIS 8331 Rubber and plastics hoses and hose assemblies -Guidelines for selection, storage, use and maintenanceISO/FDIS 30013 Rubber and plastics hoses - Methods of expo-sure to laboratory light sources - Determination of changes incolour, appearance and other physical properties.

ISO TC 61 (Plastics)ISO/FDIS 4901 Reinforced plastics based on unsaturated-polye-ster resins - Determination of the residual styrene monomer con-tent, as well as the content of other volatile aromatichydrocarbons, by gas chromatographyISO/FDIS 10640 "Plastics - Methodology for assessing polymerphotoageing by FTIR and UV/visible spectroscopy"ISO/DIS 12000 "Plastics/rubber - Polymer dispersions and rub-ber latices (natural and synthetic) - Definitions and review of testmethods"ISO/TC 61/SC 2 N 1234 - ISO/CD 306 "Plastics - Thermoplasticmaterials - Determination of Vicat softening temperature (VST)"ISO/TC 61/SC 6 N 1249 - NWIP on "Plastics - Methods of ex-posure to laboratory light sources - Part 1: General guidance"ISO/TC 61/SC 2 N 1237 - NWIP Plastics - Quantitative evalua-tion of scratch-induced damage and scratch visibility in poly-mers and coatings (for vote 2011-09-15)ISO/TC 61/SC 2 N 1236 - NWIP Plastics- Verification of pen-dulum impact-testng machines - Charpy, Izod and tensile impacttesting (for vote 2011-09-14)ISO/TC 61 SC 4 N 1272 - ISO/CD 15791-1 "Plastics - Deve-lopment and use of intermediate-scale fire tests for plastics pro-ducts - Part 1: General guidance"ISO/TC 61 SC 4 N 1273 - ISO/CD 15791-2 "Plastics - Deve-lopment and use of intermediate-scale fire tests for plastics pro-

ducts - Part 2: Use of intermediate - scale tests for semi-fini-shed and finished products"ISO FDIS 15063 - Plastics - Polyols for use in the production ofpolyurethanes - Determination of hydroxyl number by NIR spec-troscopyISO DIS 12418-1.2 - Plastics - Post-consumer poly(ethylene te-rephthalate) (PET) bottle recyclates - Part 1: Designation systemand basis for specificationsISO DIS 12418-2.2 - Plastics - Post-consumer poly(ethylene te-rephthalate) (PET) bottle recyclates - Part 2: Preparation of testspecimens and determination of properties.

ISO TC 138 (Plastics Pipes, Fittings and Valves for the Transport of Fluids)ISO/DIS 16486-3 - Plastics piping systems for the supply of ga-seous fuels - Unplasticized polyamide (PA-U) piping systems withfusion jointing and mechanical jointing - Part 3: FittingsISO/DIS 16486-6 - Plastics piping systems for the supply of ga-seous fuels - Unplasticized polyamide (PA-U) piping systems withfusion jointing and mechanical jointing - Part 6: Code of practicefor design, handling and installation ISO/DIS 16486-5 - Plastics piping systems for the supply of ga-seous fuels - Unplasticized polyamide (PA-U) piping systems withfusion jointing and mechanical jointing - Part 5: Fitness for pur-pose of the systemISO/DIS 16486-2 - Plastics piping systems for the supply of ga-seous fuels - Unplasticized polyamide (PA-U) piping systems withfusion jointing and mechanical jointing - Part 2: PipesISO/DIS 16486-1 - Plastics piping systems for the supply of ga-seous fuels - Unplasticized polyamide (PA-U) piping systems withfusion jointing and mechanical jointing - Part 1: GeneralISO/TC 138/SC 3 Doc. N 680 - NWIP "Plastics piping systems forindustrial applications - Polybutene (PB), polyethylene (PE), po-lyethylene of raised temperature resistance (PE-RT), crosslinkedpolyethylene (PE-X), polypropylene (PP) - Part 1: Specifications forcomponents and the system - Metric series (Revision ISO15494:2003)"ISO/DIS 8513 Plastics piping systems - Glass-reinforced ther-mosetting plastics (GRP) pipes - Test methods for the determi-nation of the apparent initial longitudinal tensile strengthISO/DIS 12230 "Polybutene-1 (PB-1) pipes - Effect of time andtemperature on the expected strength"ISO/DIS 15398 "Specifications for thermoplastics covers and fra-mes for manholes and inspection chambers used in non-trafficareas"ISO/FDIS 11299-1 "Plastics piping systems for renovation of un-

derground gas supply networks Part 1: Gene-ral"ISO/FDIS 11299-3 "Plastics piping systems forrenovation of underground gas supply net-works Part 3: Lining with close-fit pipes"ISO/FDIS 13272 - Plastics piping systems fornon-pressure underground drainage and se-werage - Unplasticized poly(vinyl chloride)(PVCU), polypropylene (PP), polypropylene withmineral modifiers (PP-MD) and polyethylene(PE) - Specifications for manholes and inspec-tion chambers in traffic areas and undergroundinstallations.ISO/DTS 16479 Thermoplastics pipes for theconveyance of fluids - Determination of theslow cracking resistance of pipes and fittingsusing the Notched Ring Test (NRT)ISO/DTS 22391-7 "Plastics piping systems forhot and cold water installations - Polyethylene

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of raised temperature resistance (PE-RT) - Part 7: Guidance forthe assessment of conformity".

CEN TC 155 (Plastics piping systems and ducting systems)prEN 1796 rev - "Plastics piping systems for water supply withor without pressure - Glass-reinforced thermosetting plastics(GRP) based on unsaturated polyester resin (UP)"prEN 14364 rev - "Plastics piping systems for drainage and se-werage with or without pressure - Glass-reinforced thermosettingplastics (GRP) based on unsaturated polyester resin (UP) - Spe-cifications for pipes, fittings and joints"FprCEN/TS 1451-2(2011) - "Plastic piping systems for soil andwaste discharge (low and high temperature) within the buildingstructure - Polypropylene (PP) - Part 2: Guidance for the asses-

sment of conformity"FprCEN/TS 1519-2(2011) - "Plastic piping systemsfor soil and waste discharge (low and high tempe-rature) within the building structure - Polyethylene(PE) - Part 2: Guidance for the assessment of con-formity"FprEN 14758-1 - "Plastics piping systems for non-pressure underground drainage and sewerage -Polypropylene with mineral modifiers (PP-MD) -Part 1: Specifications for pipes, fittings and the sy-stem".

CEN TC 249 (Plastics)FprEN ISO 22007-4 - "Plastics - Determination ofthermal conductivity and thermal diffusivity - Part 4:Laser flash method (ISO 22007-4:2008)"FprEN ISO 22007-4 - "Plastics - Determination ofthermal conductivity and thermal diffusivity - Part 4:

Laser flash method (ISO 22007-4:2008)"FprEN ISO 22007-1 - "Plastics - Determination of thermal con-ductivity and thermal diffusivity - Part 1: General principles (ISO22007-1:2009)"FprEN ISO 22007-3 - "Plastics - Determination of thermal con-ductivity and thermal diffusivity - Part 3: Temperature wave ana-lysis method (ISO 22007-3:2008)"FprEN ISO 22007-2 - "Plastics - Determination of thermal con-ductivity and thermal diffusivity - Part 2: Transient plane heatsource (hot disc) method (ISO 22007-2:2008)"FprEN ISO 25762 - "Plastics - Guidance on the assessment ofthe fire characteristics and fire performance of fibre-reinforcedpolymer composites (ISO 25762:2009)".

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Frattura del fusoUn recente volume pubblicato da CRC Press prende inconsiderazione i vari difetti che si possono verificare acausa della frattura del fuso durante il processo di estru-sione inteso in senso sia ristretto, ossia come produ-zione di film in bolla, tubi, profili, foglie e lastre ecc., siapiù allargato e quindi riferito alla fase di fusione nel-l’ambito di altre tecnologie di trasformazione quali stam-paggio a iniezione, soffiaggio ecc.Solitamente tali difetti sono dovuti alle differenti caratte-ristiche di scorrimento della massa fusa ma la nomen-clatura esistente spesso genera confusione poiché itermini utilizzati non si riferiscono alla loro effettivacausa. Il libro, quindi, viene proposto come strumento dicomprensione dei fenomeni di frattura del fuso e di in-dividuazione delle possibili soluzioni per i difetti più dif-ficili da eliminare.In questa chiave di lettura vengono descritti in manieraprecisa e dettagliata i difetti che si possono verificaredurante la lavorazione dei diversi polimeri. A tale scopoè stata adottata una serie di illustrazioni che potrebbeessere considerata, dai trasformatori, una sorta di“museo degli orrori” o, dagli scienziati, quasi una bellarappresentazione dell’organizzazione dei polimeri la cuiforma deve ancora essere resa comprensibile. Il libro identifica anche le condizioni termo-meccaniche- per esempio, pressione, stress, sforzo di taglio, tassodi allungamento e temperatura - che possono dare ori-gine ai difetti e le mappe operative di processo ricavatedai risultati sperimentali riportati possono diventare unutile strumento di lavoro per i trasformatori. Ultimo ma

non ultimo, il volume supera ilsuddetto limite dellanomenclatura, adot-tandone una solaper difetti, possibilicause della loro insorgenza e mec-canismi del loro svi-luppo.

Rudy Koopmans, Jaap den Doelder, Jaap Molenaar - PO-LYMER MELT FRACTURE (CRC Press - www.crcpress.com- ISBN 978-1-57444-780-4 - 169,95 dollari)

Estrusione di film soffiatoL’estrusione di film soffiato è trattata a 360° nella nuo-va edizione di un volume pubblicato da Carl Hanser Ver-lag con l’intento di offrire ai trasformatori uno strumen-to di lavoro in equilibrio tra pratica e teoria.L’estrusione di film soffiato è uno dei principali metodi dilavorazione delle materie plastiche che assorbe ogni annomigliaia di tonnellate di polimeri. Ma se, da un lato, al-cune applicazioni di tali film sono abbastanza comples-se - è il caso, per esempio, dei palloni aerostatici utiliz-zati in campo scientifico - dall’altro, la maggior parte deiprodotti (imballaggi flessibili, sacchetti ecc.) realizzati conl’impiego di film soffiato rappresenta commodity con ri-dotti margini di profitto, imponendo lo sviluppo di processi,impianti e materiali in grado di assicurare produzioni ele-vate con minime variazioni dimensionali e proprietà co-stanti.La produzione di film soffiato è in un certo senso un casoa sé rispetto agli altri processi di estrusione. Anzitutto ilpolimero fuso solitamente esce dalla testa verticale in for-ma di una bolla che può raggiungere altezze di 15 m eoltre. Le guide che circondano quest’ultima ne limitanoil movimento ma essa rimane comunque ancora abba-stanza esposta a variazioni dimensionali in confronto aestrusi ottenuti con altri processi che prevedono l’uso disistemi del vuoto, calibratori, cilindri ecc. per il manteni-mento delle dimensioni. In altre parole, questo impone chenell’estrusione di film soffiato vengano impiegati opera-tori molto esperti per ottenere un prodotto con le dimensionidesiderate su cui, in aggiunta, agiscono in maniera de-terminante, più che in altre lavorazioni, le variabili di pro-cesso, influenzando le proprietà del prodotto finale.

Il volume viene pro-posto per dare ri-sposta ai perché allabase dei vari feno-meni che si posso-no incontrare nel-l’estrusione di filmsoffiato, così da po-terli affrontare e ri-solvere nel modopiù appropriato permigliorare la produ-zione. Allo stessotempo sono messein evidenza attrez-zature e pratiche at-

tualmente in uso per essere aggiornati sulle tecnologiepiù produttive ed efficienti oggi disponibili.

Kirk Cantor - BLOWN FILM EXTRUSION (Carl Hanser Ver-lag - www.hanser.de - ISBN 978-1-56990-504-3 - 89,90euro)

Biblioteca tecnica

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Cambiamenti al verticeIn occasione della conferenza Antec 2011,svoltasi in maggio a Boston, il direttore ese-cutivo e CEO di SPE, Susan Oderwald, haannunciato profondi cambiamenti al verticedell’associazione. Il primo annuncio si rife-risce al presidente Ken J. Braney il quale,dopo un anno di attività, cede il timone aRussell C. Broome che rimarrà in carica peril biennio 2011-2012. Inoltre l’attuale vice-presidente James S. Griffing diventa presi-dente eletto e succederà a Broome nelperiodo 2012-2013.Ken J. Braney è un imprenditore britannicoche ha svolto incarichi dirigenziali presti-giosi con compagnie americane e inglesinel settore della termoformatura. Duranteil suo mandato ha svolto una attività a dirpoco frenetica, elaborando strategie, pro-grammi e azioni incisive per lo sviluppo dell’associazione. Si deve a lui il riconosci-mento della Unione Europea per SPE Eu-rope quale associazione professionaleinternazionale di preminente interessescientifico ed economico. Il suo entusiasmoe la grande passione, oltre alla notevoleesperienza nel lavoro, gli hanno permessodi sviluppare la diffusione di SPE in India,Cina, Giappone, Australia e Medio Oriente,con nuove strutture organizzative. Primoeuropeo ad assumere il ruolo di presidenteSPE, Braney è stato spesso anche in Italiaportando alla sezione locale l’incoraggia-mento a operare con decisione e raziona-lità. SPE Italia desidera esprimere gratitudine aKen Braney per la sua straordinaria attivitàin Europa e nel nostro paese in particolare.È stato una guida illuminata e un grandepresidente che ha portato nel suo lavoroprofondità di analisi, capacità di sintesi,

grande carisma, generosità e forte leader-ship. Ha dimostrato di essere un vero intel-lettuale cosmopolita e raffinato, con unaeccezionale visione del futuro. Il nuovo presidente Russell C. Broome ha40 anni, è nato nel North Carolina e si èlaureato quale ingegnere meccanico allaNorth Carolina State University, e dopo unaserie di esperienze con varie società statu-nitensi, è attualmente strategic accountsmanager di PolyOne Corporation. Russellha iniziato una rapida ascesa in SPE, dap-prima nella Piedmont Coastal Section nel1994, divenendone presidente nel 1997-98, e successivamente è stato nominatovice-presidente SPE nel 2007-2008 e poivice-presidente senior nel 2009-2010.Nella sua dichiarazione iniziale Broome haaffermato che la sua presidenza conside-rerà vitale il ruolo che i giovani potranno as-sumere nell’associazione a ogni livello. Egliritiene che coloro che si occupano del fu-turo delle materie plastiche possano sol-tanto immaginare le infinite opportunità e i

contributi questa industria saprà sviluppare.Il mondo sperimenta ogni giorno grandicambiamenti e i materiali plastici sarannoancora al centro della soluzione dei pro-blemi del pianeta Terra e potranno contri-buire a creare, per i 9 miliardi di individuiche - secondo le ultime previsioni - l’abite-ranno nel 2050, un mondo migliore e unavita degna di essere vissuta. Nominato presidente eletto SPE per il bien-nio 2011-2012, James S. Griffing è un di-rigente tecnico della Boeing, presso laquale lavora dal 1987, e ha ottenuto vari ri-conoscimenti per le sue invenzioni. Da ri-cordare una sua brillante relazionepresentata al K 2010 di Düsseldorf, nellaquale venivano illustrate le applicazioni deicompositi nella costruzione del Boeing 787Dreamliner, il grande jet passeggeri ameri-cano, di cui Griffing è stato capo-progetto.

Mercato strategicoNegli Stati Uniti e in Europa si prevede unosviluppo poderoso per le applicazioni dei

NotiziarioSPE ITALIA

SPE ITALIA - SOCIETY OF PLASTICS ENGINEERSVia Luigi Zoja 35 - 20153 Milano - tel +39 02 4521313 - fax +39 02 700523813email: [email protected]

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materiali compositi. I settori d’impiego piùinteressanti sono l’aero-spaziale, l’auto e lanautica ma l’impiego di questi materiali nonsembra conoscere confini. Il loro più ecla-tante e recente successo oltreoceano ri-

guarda il Boeing 787 Dreamliner, in granparte ideato da James Griffing, nuovo pre-sidente letto SPE per il 2011-2012. Nelcontempo l’industria russa ha costruito,grazie alla maestria di R.A. Belyakov, il MIG29 definito dalla stampa tecnica interna-zionale il più manovrabile tra i cacciamedio-pesanti oggi esistenti, che ha com-positi nella fusoliera, nelle ali e nei due ti-moni. SPE ha attivato una Divisione MaterialiCompositi molto dinamica, soprattutto negliStati Uniti, e sta pensando di attivarne unaanche in Europa. Anche SPE Italia consi-dera con grande attenzione lo sviluppo deicompositi nel nostro paese e ha dato il suopatrocinio alla recente conferenza di Asso-compositi a Milano. Abbiamo richiesto aRoberto Frassine, vice-presidente di SPEItalia e SPE Europe e presidente Assocom-positi, di illustrare brevemente le tendenzeattuali del mercato dei compositi.Recenti analisi di mercato (Lucintel) preve-dono che, nonostante la crisi del 2008 e ilsuo impatto nel settore dei trasporti (in par-ticolare sull'auto), il fatturato del compartoper il solo settore auto negli Stati Uniti nel2014 supererà 1,5 miliardi di dollari con untasso di crescita annuo del 4% per il pros-simo quinquennio. Nel settore aerospazialela previsione è ancora più favorevole: più di4 miliardi di dollari annui per i prossimi 10

anni grazie al raddoppio dell'impiego deicompositi nelle strutture primarie delle ae-romobili. Il mercato europeo è tuttora dominato daicompositi rinforzati con fibre di vetro (90%)

mentre tutte le altre fibre(carbonio, aramide, na-turali) assommano acirca il 10% rimanente.Si stima che in Europaci siano circa 10.000aziende produttrici conpiù di 100.000 addetticomplessivamente. Lastragrande maggio-ranza sono PMI con unnumero limitato di di-pendenti. La produzione europeaha visto un aumento del20% dal 2003 al 2007ma, per effetto dellacrisi ha subito una fortebattuta d’arresto, inparticolare nel 2009con una perdita del30% circa rispetto al2008. Oggi il livello diproduzione è di pocosuperiore a quello del2003 ma il recupero

è stato sorprendente-mente rapido (+25% nel

2010 rispetto al 2009) e il trend osservatolascia prevedere ulteriori significativi incre-menti nel 2011.

Il mercato italiano ha seguito essenzial-mente lo stesso trend di quello europeo,con una perdita del 13% nel 2008 e del33% nel 2009; nel 2010 l'incremento èstato invece particolarmente positivo

(+26%). La produzione italiana si è atte-stata nel 2010 su 150.000 tonnellate circa(dopo aver raggiunto un massimo di210.000 tonnellate nel 2007), ben inferiorerispetto ai 7,6 milioni di ton delle materieplastiche ma con prospettive di sviluppomolto interessanti. A fronte del perduraredella crisi dei settori auto e nautica, i trenddegli altri campi tradizionali d’impiego - inparticolare le infrastrutture - sono decisa-mente positivi; il settore delle energie rin-novabili (in particolare la costruzione di paleeoliche) è oggi in Italia il mercato con mag-giore trend di crescita.Le problematiche di mercato sono legatealle dimensioni molto piccole della maggiorparte delle aziende italiane, che non con-sentono di affrontare il tema dell'innova-zione con sufficiente continuità e incisività.Inoltre la scarsa conoscenza delle proprietàdei compositi e la maggiore complessitànella progettazione con questi materiali ri-spetto a quelli tradizionali può talvolta co-stituire un problema. In termini di disponibilità di materie primenon ci sono oggi problemi di reperibilità mail loro prezzo è legato al petrolio (resine) eall'energia (fibre) ed è quindi in costanteascesa. Tra le sfide tecnologiche, uno deitemi principali sarà quello dell'impatto am-bientale, sia per le emissioni di VOC nellaproduzione sia per le difficoltà di riciclo osmaltimento a fine vita. Buone prospettiveoggi sono offerte dai materiali da fonti rin-novabili (fibre naturali e bioresine) ma ilproblema principale rimane la costanzadella qualità. Le nanotecnologie hanno in-vece trovato per ora un impiego relativa-mente limitato.

Interventi a Eurotec 2011Sono stati resi noti da SPE autori e temi dialcuni interventi che faranno da introdu-

zione alle varie sessionidella prima edizione dellaconferenza Eurotec 2011,in programma a Barcel-lona nei giorni 14-15 no-vembre, in concomitanzacon la mostra Equiplast.Il 14 novembre Kai Syr-jälä, direttore approvvigio-

Riconoscimento meritatoNel corso di una cerimonia svoltasi a Londra il 3 giugnoscorso, il presidente SPE Ken Braney ha conferito laCoppa del Presidente a Yetty Pauwels, segretario gene-rale di SPE Europe, per la sua intensa attività nel settoredelle materie plastiche e per la sua costante presenza atutte le manifestazioni dell’associazione. Yetty Pauwelsè entrata a far parte di SPE Europe nel 1981 e ha par-tecipato con grande entusiasmo a tutti i programmi, nellevarie sezioni e divisioni, operando anche come segreta-ria, redattrice delle newsletter e come membro del con-siglio direttivo. Dopo molti anni di lavoro in qualità di segretario generaledi SPE Europe, attività nella quale ha potuto dimostrareesemplarmente le sue capacità organizzative e la sualeadership, Yetty Pauwels ha assunto la responsabilità didue divisioni dimostrando una volta ancora la sua ecce-zionale capacità gestionale, organizzando tre conferenzeeuropee delle divisioni Termoformatura e Coloranti & Ad-ditivi. In particolare, l’ultima edizione della EuropeanThermoforming Conference ad Anversa ha riscosso unnotevole successo, riconosciuto da quasi tutte le rivistetecniche specializzate in Europa.

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namento attrezzature e stampi di Nokia, terrà una prolusione plenaria sul tema“Stampaggio a iniezione di materie plastiche e attrezzaggio: sfide in Cina e vi-sioni future”. Molte aziende utilizzano fornitori cinesi per via dei vantaggi in ter-mini di risparmio sui costi e degli elevati volumi di produzione. Inoltre, per viadel gran numero di aziende elettroniche e produttrici di stampi operanti inCina, sta crescendo l'importanza del paese nel settore dell'industria automo-bilistica. La presentazione di Syrjälä illustrerà i modelli e le prassi di lavoro at-tuali per la produzione di attrezzi e stampi in Cina, concentrandosi sullagestione della qualità. Inoltre farà una panoramica su quelli che potranno es-sere gli sviluppi futuri. Nella stessa data Frank Kuijpers, direttore generale tecnologie globali di Sabic,aprirà la sessione plenaria con una relazione dal titolo “Sviluppi futuri dei po-limeri indotti dalle soluzioni di sostenibilità globale”. Uno dei principali argo-menti affrontati è l'importanza critica della presa di coscienza da parte delleaziende produttrici di polimeri riguardo la responsabilità di mettere a puntosoluzioni sostenibili nello sviluppo delle resine. A tal fine si rende necessariomigliorare l'impatto degli attuali polimeri, ottimizzando la catena del valore eindividuando materie prime alternative nonché concentrandosi sulle vaste pos-sibilità di utilizzo di polimeri per soluzioni sostenibili in grado di venire incon-tro alle esigenze della crescita globale.Il 15 novembre sarà quindi la volta di Ashish Kulkarni, vice-presidente di Ti-cona con mandato alla tecnologia e all'innovazione, che terrà una conferenzaplenaria dal titolo “Quando i mondi si scontrano: materie plastiche e applica-zioni”, che prenderà lo spunto dalle divergenze operative tra i tecnici delmondo delle materie plastiche e quelli del mondo delle applicazioni, in consi-derazione delle differenze esistenti a livello di dimensioni e di processi tra i duesettori. L'innovazione nel settore delle materie plastiche ha subìto un rallentamento nelcorso dell'ultimo trentennio a causa dello spostamento del centro d'interessedel mondo dell'ingegneria sulla riduzione dei costi, sull'ampliamento e sullosfruttamento anziché sull'esplorazione. Ed è proprio per contrastare questatendenza che Ticona si sta concentrando su attività in grado di fornire solu-zioni integrate, il cui modello consente ai mondi della plastica e delle applica-zioni di incontrarsi anziché scontrarsi. Le macrotendenze in continuo evolversi,di pari passo con la globalizzazione dell'economia, hanno dato alle aziendedel settore della plastica la possibilità di guidare decisamente l'innovazione. Matutte le parti interessate devono lavorare assieme per rendere il settore piùinnovativo ed interessante per tecnici, aziende e clienti.Infine, sempre il 15 novembre, è previsto un intervento di Bernard Rzepka,COO e direttore generale di A. Schulman EMEA (Europa, Medio Oriente eAfrica) dal titolo “Compounding 2021 ovvero come crescere in un decenniod’incertezza” La relazione prenderà spunto dai cambiamenti avvenuti a livellomondiale nel corso dell’ultimo decennio e dalla probabilità che il cambiamentostesso risulti ancora più rapido nei prossimi dieci anni. Sottolineando che ilcambiamento porta con sé al tempo stesso il rischio e l’opportunità di crescita,sarà esaminato in prospettiva ciò che potrà accadere nel prossimo decennioe valutato come, nonostante le incertezze, un’azienda possa ancora realizzareun’attività sostenibile nel settore dei composti plastici. La chiave del successoconsisterà nel comprendere le tendenze attuali e quelle emergenti cui l’indu-stria dovrà adeguarsi rapidamente.

NNoottiizziiaarriioo SPE ITALIA

SABIC

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Grande panoramicaNel 2012 PLAST sarà la più grande esposizione in Europa dedi-cata all’intera filiera di macchine, attrezzature, stampi, materieprime, materiali rigenerati, compositi, semilavorati e prodotti fi-niti per l'industria delle materie plastiche e della gomma. La mo-stra internazionale triennale, in programma a Milano dall’8 al 12maggio, dovrebbe mantenere i record registrati nella precedenteedizione del marzo 2009: 1.478 espositori da 45 paesi, suun'area netta di 59.714 m2, con 55.175 visitatori di cui oltre il31% (17.589) da 114 paesi esteri.In occasione di PLAST 2012 torna dopo parecchi anni il "salonesatellite" RUBBER, dedicato alla gomma e organizzato da Proma-plast in collaborazione con la società editrice della rivista L’Indu-

stria della Gomma e con il patrocinio di Assogomma, l’associa-zione nazionale di categoria che riunisce produttori e trasforma-tori della gomma, aderente a Federazione Gomma Plastica.Inoltre il 13 luglio scorso è stato siglato dalla società organizza-trice di PLAST 2012 e da POLI.DESign (Consorzio del Politecnicodi Milano) un accordo di collaborazione per un concorso inter-nazionale di idee, denominato Plastic Technology Award, i cuitemi sono in relazione a innovazioni e soluzioni applicative origi-nali connesse alle principali tecnologie di lavorazione delle ma-terie plastiche. Possono partecipare professionisti e studenti didesign, italiani e stranieri. La giuria è composta da membri ac-cademici e dell'industria ed è presieduta da un docente del Po-litecnico di Milano. La premiazione è prevista nel periodo disvolgimento di PLAST 2012.

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2011

1-4 ottobre - Manufacturing & Plastics Technology (Riyadh,Arabia Saudita)3-6 ottobre - Nile Plast (Khartoum, Sudan)3-6 ottobre - Techno Plast (Amman, Giordania)4-7 ottobre - Plastimagen (Mexico City, Messico)5-8 ottobre - Plastics & Packaging Philippines (Manila, Filip-pine)10-14 ottobre - Eplas (Shanghai, Cina)11-13 ottobre - Rubber Expo (Cleveland, Stati Uniti)18-20 ottobre - JEC Composites Asia (Singapore)18-20 ottobre - Rubber (Kiev, Ucraina)18-22 ottobre - Fakuma (Friedrichshafen, Germania)24-27 ottobre - Plastics Industry Show (Mosca, Russia)25-27 ottobre - Plastex Ukraine (Kiev, Ucraina)25-29 ottobre - IPF (Tokyo, Giappone)27-30 ottobre - Plast Eurasia (Istanbul, Turchia)6-9 novembre - Expoplast (Alger, Algeria)6-9 novembre - China Yuyao International Plastics Expo(Yuyao, Cina)9-11 novembre - China International Rubber Plastic IndustrialExhibition (Dongguan, Cina)9-11 novembre - Poly India (Hyderabad)9-12 novembre - M-Plas (Kuala Lumpur, Malesia)14-18 novembre - Equiplast (Barcelona, Spagna)16-18 novembre - Rubplast Expo (Sosnowiec, Polonia)16-18 novembre - Muovi Plastics (Lahti, Finlandia)16-18 novembre - Plastex Uzbekistan (Tashkent, Uzbekistan)16-19 novembre - DMP Mould, Metalworking, Plastics, Pac-kaging & Rubber (Dongguan, Cina)16-19 novembre - Plastics & Rubber Indonesia (Jakarta, Indo-nesia)17-19 novembre - Central Asia Plast (Almaty, Kazakhstan)17-20 novembre - Putech Eurasia (Istanbul, Turchia)22-24 novembre - Ceplast (Budapest, Ungheria)22-24 novembre - Rubbertech (Shanghai, Cina)22-25 novembre - Ukrplasttech (Kiev, Ucraina)24-26 novembre - Film Expo (Shenzhen, Cina)26-28 novembre - PPP Expo Kenya (Nairobi, Kenya)28 novembre-1° dicembre - Saudi Plastics & Petrochem(Riyadh, Arabia Saudita)29 novembre-2 dicembre - Euromold (Frankfurt, Germania)29 novembre-2 dicembre - Plastex Siberia (Novosibirsk, Russia)

2012

17-19 gennaio - Swiss Plastics (Luzern, Svizzera)24-27 gennaio - Interplastica (Mosca, Russia)1-6 febbraio - Plastindia (Delhi, India)15-18 febbraio - IPF Dhaka Plas Print Pack Fair (Dhaka, Ban-gladesh)26-29 febbraio - Plastex (Cairo, Egitto)29 febbraio-2 marzo - Plastics & Rubber Vietnam (HoChiMinhCity, Vietnam)6-8 marzo - Tyrexpo Africa (Johannesburg, Sudafrica)8-10 marzo - Rubber Technology Expo (Bangkok, Tailandia)8-11 marzo - Diemould India (Mumbai, India)13-15 marzo - EPLA (Poznan, Poland)17-19 marzo - 3P (Plas, Print, Pack) (Lahore, Pakistan)21-23 marzo - Plast Serbia (Novi Sad, Serbia)21-24 marzo - KFO (Bad Salzuflen, Germania)27-29 marzo - JEC Composites (Paris, Francia)1-5 aprile - NPE (Orlando, Stati Uniti)10-13 aprile - Plastshow (São Paulo, Brasile)11-14 aprile - Indoplas (Jakarta, Indonesia)17-19 aprile - Utech Europe (Maastricht, Olanda)18-21 aprile - Chinaplas (Shanghai, Cina)2-3 maggio - Plastec South (Charlotte, Stati Uniti)8-12 maggio - PLAST 2012 (Milano, Italia)14-17 maggio - Plastivision Arabia (Sharja, Arabia Saudita)16-18 maggio - N PLas (Tokyo, Giappone)23-26 maggio - Expoplast (Lima, Perù)29 maggio-1° giugno - Plastpol (Kielce, Polonia)29-30 maggio - Plastics Design & Moulding (London, Regno Unito)18-22 giugno - Argenplas (Buenos Aires, Argentina)19-21 giugno - Vietnam Plastics Fair (HoChiMInh City, Vietnam)21-24 giugno - Interplas Thailand (Bangkok, Tailandia)20-24 agosto - Euromold Brasil (Joinville, Brasile)20-24 agosto - Interplast (Joinville, Brasile)6-8 settembre - Plasti&Pack Pakistan (Lahore, Pakistan)10-14 settembre - Plastex (Brno, Repubblica Ceca)13-16 settembre - Rubber Fair (Istanbul, Turchia)20-22 settembre - China Injection Moulding (Tianjin, Cina)21-25 settembre - Taipeiplas (Taipei, Taiwan)1-5 ottobre - Colombiaplast (Bogotà, Colombia)16-20 ottobre - Fakuma (Friedrichshafen, Germania)16-18 ottobre - Plasto Ispack (Tel Aviv, Israele)7-9 novembre - JEC Americas (Boston, Stati Uniti)14-15 novembre - Expoplast (Montreal, Canada) 29 novembre-2 dicembre - Plast Eurasia (Istanbul, Turchia)

Esposizioni e fiere

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Convegni e congressiArgentina4 novembre - Buenos Aires: “Seminario su petrolchimica e ma-terie plastiche”

Austria8-10 novembre - Wien: “Compositi legno-plastica”27-29 febbraio 2012 - Wien: “Rivestimenti per condotte”24-25 aprile 2012 - Wien: “Film estensibili e retraibili”

Belgio2-3 novembre - Bruxelles: “Tappi e chiusure in plastica”8-9 novembre - Bruxelles: “Elastomeri termoplastici”

Corea Sud21-24 maggio 2012 - Jeju: “Conferenza internazionale sullagomma (IRC)”

Emirati Arabi Uniti21-23 novembre - Dubai: “Imballaggio flessibile in MedioOriente”

Francia7-9 marzo 2012 - Paris: “Conservazione di oggetti d’arte in pla-stica nei musei”27-29 marzo 2012 - Paris: “Materiali compositi (JEC)”

Germania11-13 ottobre - Dresden: “Elettronica e materie plastiche”18-20 ottobre - Köln: “Additivi per poliolefine”25-26 ottobre - Köln: "Tessili tecnici polimerici protettivi”25-27 ottobre - Köln: "Film multistrato per imballaggio”7-8 novembre - Nürnberg: “Tecnologia del PET”22-23 novembre - Berlin: “Conferenza europea sulle bioplastiche”15-17 novembre - Köln: “Membrane impermeabili”29 novembre-1 dicembre - Köln: “Resistenza alla fiamma nellematerie plastiche”6-8 dicembre - Düsseldorf: “Produzione di pale eoliche”6-8 dicembre - Köln: "Imballaggi a parete sottile”13-14 dicembre - Köln: “Compositi legno-plastica”20-22 marzo 2012 - Düsseldorf: “Formulazione di PVC”24-26 aprile 2012 - Köln: “Polimeri nel fotovoltaico”19-20 giugno 2012 - Fellbach: “WPC a base di biomateriali, fibrenaturali e biocompositi innovativi”2-5 luglio 2012 - Nürnberg: “Conferenza tedesca sulla gomma (DKT)”

India9-11 novembre - Hyderabad: “Applicazioni avanzate di polimerie materie plastiche”

Irlanda6-7 dicembre - Dublino: “Polimeri per innesti medicali”

Italia7 ottobre - Milano: “Materiali compositi nel settore edile, delle

infrastrutture e dell’arredo urbano”7 ottobre - Milano: “Materiali compositi per il restauro e conser-vazione dell’edilizia storica”19-20 aprile 2012 - Parma: “Imballaggi in polimeri biodegradabili”26-27 aprile 2012 - Venezia: “Conferenza europea SPE sulla ter-moformatura”24-28 giugno 2012 - Venezia: “Conferenza europea sui mate-riali compositi (ECCM)”15-19 ottobre 2012 - Riccione: “Congresso ISO TC 45 - Gommae prodotti in gomma”

Malesia7-8 novembre - Kuala Lumpur: “Imballaggi plastici flessibili”13-14 marzo 2012 - Kuala Lumpur: “lattice e dispersioni di po-limeri sintetici”

Messico20-21 ottobre - Mexico City: “Mercati degli imballaggi in PET inAmerica Latina”

Norvegia14-16 maggio 2012 - Oslo: “Tecnologie avanzate della gommaper applicazioni petrolchimiche ed energetiche (RubberCon)”

Olanda17-19 aprile 2012 - Maastricht: “Conferenza internazionale suipoliuretani (Utech)”

Polonia15-17 novembre - Katowice: “Sviluppi nella tecnologia delle ma-terie plastiche”

Regno Unito23-25 ottobre - London: “Polimeri nei giacimenti petroliferi”

Singapore18-20 ottobre - Singapore: “Summit internazionale sui compositi”

Spagna7-9 novembre - Barcelona: “Film per agricoltura”14-15 novembre - Barcelona: “Conferenza tecnica europea SPE(Eurotec)”15 novembre - Barcelona: “Incontro annuale sulle materie plastiche”

Stati Uniti11-12 ottobre - Houston: “Termoplastici a elevate prestazioni perpetrolio e gas”11-12 ottobre - Atlanta: “Film estensibili e retraibili”9-10 febbraio 2012 - Daytona Beach: “Film in polietilene”

Svizzera15-16 novembre - Zürich: “Film plastici specialistici”20-22 febbraio 2012 - Zürich: “Erba e superfici sintetiche”

Grazie a un nutrito programma di eventi collaterali, convegni tec-nico-scientifici e presentazioni aziendali, l’appuntamento diPLAST rappresenterà non soltanto un momento di grande rile-vanza commerciale per gli espositori e i visitatori presenti, maanche un'occasione di approfondimento sulle più rilevanti tema-tiche del settore e sui loro più recenti sviluppi. Fra gli appunta-menti congressuali, sono già stati definiti quelli sui materiali

plastici biodegradabili e sulle applicazioni delle materie plastichein agricoltura; a entrambi hanno aderito relatori italiani ed esteri.L’edizione 2012 della mostra internazionale nel 2012 ha il pa-trocinio del Ministero dello Sviluppo Economico, è sostenuta daEUROMAP (Associazione Europea dei Costruttori di Macchine perMaterie Plastiche e Gomma) e, per la prima volta, da UFI (Unionedelle Fiere Internazionali).

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