MA GLI OCCHI CHIUSI di Ramon Trinca

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Ma gli occhi chiusi Ramon Trinca LIBRO + DISCO www.ultimopoeta.net

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Poesie in forma di libro e audiolibro (CD). Testi scritti e letti da Ramon Trinca. Musiche scritte e eseguite da Enrico Lucchese e Mirko Visentin.

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MagliocchichiusiRamonTrinca

LIBRO + DISCO

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Il libro viene rilasciato con licenza Creative Commons Attribuzione – Non commerciale – Non opere derivate Italia 2.5.

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Proprietà letteraria riservataRamon Trinca, Ma gli occhi chiusi © 2010

Finito di stampare nel mese di maggio 2010 presso Andersen Spa di Boca (NO)per conto di MiMiSol Edizioni | www.mimisol.it

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Ma gli occhi chiusiRamonTrinca

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«Quello che di solito proponiamo agli autori interessati a realizzare un audiolibro è l’autolettura...»

Inizialmente era un po’ scettico, Ramon, poi si è convinto a venire, qui da noi, a Quarto d’Altino (un paese a 30 km da Venezia) per leggere e registrare le sue poesie.

Così, sabato 20 marzo 2010 ha messo piede per la prima volta all’interno dello Spazio Sputnik, con in borsa una bottiglia di Lagrein Riserva dell’Alto Adige e le sue poesie.

Ha registrato tutto quasi in un’unica sessione (improvvisando qua e là l’interpreta-zione dei testi, in una specie di work in progress), si è fermato a chiacchierare un po’, abbiamo curiosato reciprocamente nelle nostre vite, poi lui ha preso la via della stazione e se n’è tornato a Milano.

Nei giorni successivi ci siamo messi al pianoforte e ai sintetizzatori e abbiamo ini-ziato un po’ a costruire un po’ a improvvisare la colonna sonora della sua lettura.

Ne è risultato questo «libro + disco» dalla colorazione scura e il timbro forte, ma dal bouquet leggermente delicato, quasi malinconico, in cui bassi ostinati e melodie neo-romantiche si orchestrano con accenti dissonanti e beat minimalisti.

Come un Lagrein Riserva dell’Alto Adige, appunto.

Mirko & Enrico

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1 alba ispiratae che dire?

pomeriggio ipnotico impunito.

infi ne questa sera e le mie pagine consapore d’asfalto – presente?

qui gira una moscagira gira una moscaattraversa nervosa ogninumero civico della mia pazienzagira si rigirae si posa.

– eccopiccola stronza...

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la notte è più scura di te –l’insulto!

ma lei riprende a giraree si fa più rumorosafanatica come un pneumatico cerebrale...

ho capito piccola stronzaho capitosei ispirataipnotizzataimpunitapiù di me

e che dire?svuota tula bottigliae chiudi la fi nestra quando

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riprenderanno a girarei pneumatici lucidi dell’alba.

fanno rumore.

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la fi nestra è aperta.

suona il citofono èMarylou(nome inventatosuona bene per raffi natetraduzioni in francese)

la porta è sempre apertae questa sera è aperta ancheper Marylou.

lavora per un’agenzia viaggiMarylouè più giovane di meMarylou.

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– sei già ubriaco?e chi c’è qui con te?ospiti? – domandaMarylou.

quanta scortesia ha Marylou – non vedi?sono vecchi amici la fi nestra è apertas’intrufolano da làper un verso o per l’altro.

Marylou se n’è andatadimentico sempre la porta aperta.

Marylou se n’è andatacolpa dei vecchi amiciper un versoo per l’altro.

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– ospiti – sussurra qualcuno.

siamo già ubriachi.

io chiudo la fi nestraperché la nottenon ci disperda.

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io sonola creativa colpadella mia solitudine.

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nuovo mattino.

rialzo il capoper nulla convinto

perché il mio tempo è breve.

tristezza che ho qui,

da qualche parte.

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ora è albama è giorno controvoglia.

il vento non mantiene maile promesse del sole.

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il re indica che è notte fonda;

ora ricordo,nessun muro è sacroed io mi brucio le maniper sentire cheamo più di quanto posso;

il servo del re dice che rivivròcome sarò domanicome voglio che io sia,

ma cavo gli occhie imploro di riavermi.

cambio re stanotte.

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ci sono sogni spentie chiodi nella mente.

ho strappato dai muri bianchii fantasmi appesi.

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arriva l’istante in cui tutto si ferma

si salda

matura

confi da.

allorala luce sottrae il suo corpoal vento più nudo.

la sera ferisce.

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prendere leie un intero giornonell’intimo di questa vita;

portarla al cinemafi ssarla mentresistema la scollatura miglioredi questa sera eperdersi per questoperdersi là dentro.

poi scegliere un pretestoper spezzare l’imbarazzoe avvicinarsi cosìal suo orecchioper sfi orarlae sentirne il profumo

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Roma? Chanel? eperdersi per questo.

poiosservare una qualsiasi prospettivae lei al tuo fi anco.

lei.perso ovunqueeccetto lei.

sorridere di tuttofarsi trasportare dentrol’imbarazzo delle scelte,prendere un foglietto e scrivere una dataoppurescrivere un “per sempre”e perderli per sempre.

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distaccarsi da tutto,lasciare mance,trascurare autori poeti compositoritrascurare date anni decenni secolima amarla dentro orariappuntamentie perdersi per tuttodel tuttodentroa tutto questorestando lì accanto a lei,perso accanto a questoperso maiquanto lei.

ho perso moltoscegliendo leied ora scegliendo altroho perso tutto questo.

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è scritto tutto quiè scritto fuori dentro leileilei che si è persa questi versiper non perdersi altro.

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un niente dentro.

niente,

lo tirerò fuori.

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ho amato piùdi quanto pregato.

non sono solo due versi.

ma gli occhi chiusi.

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ci sono vuotiche trapassano vuoti.

scrivere alloranon ha spazioma solo parolein preghiera.

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un ragno dalla mia mano fradiciadi versi d’amoreè giunto sul mio petto impietrito di rabbiaed è risalito susufi no ai miei giovani occhi.

ma negli occhi ogni cosa èdestinata a morire perun sicuro doloree un ragno è mortoper questo suo sicuro coraggio. peccatoperché avrei voluto invecchiare con lui perché...la mia tela ha una sola fragile capacitàdi annodare parole insensate.

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ma da allora ne sono certoun fi lo tenue legale mie maniil mio pettoagli occhicon sicura dolcezza.

questo fi lo vibrasopra questo fi loogni vita vibra.

e gli occhiinvecchiano prima.

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avrei potuto essereun vero innamorato vivo.

essereattraversoattraverso.

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– Parigi sta bruciando – lei dissementre passa in leiogni ricordorapidobreveimbevutodi gin.

– un altro drink – lei dissee l’ennesimo mio verso dietro di leiper spogliare leie bruciarsi dentrocome un cuore raggelato chenell’amore si brucia.

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questa notteraggiungo il mio punto strategicoe la radio trasmette balorde frequenze. senza niente da beresenza più nulla da fumare,questa nottenon durerà abbastanza per uccidermi.

è in serate come queste che si fi nisceper confi dare nel domani.

forse domani una donnascoprirà il mio punto strategico,sintonizzerà la radio su frequenze migliorisenza niente tristezzasenza nulla lamento

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e vorràl’amore che dura.

ma...l’amore non è abbastanza duroper sopravvivermied è per questo che in serate come questefi nisco per riconfi dare in me stessoche sarà meglio bere e fumare domani,non cambiare frequenza,restare saldi su questo punto strategicoche sceglie la nottee che lascia ogni amorefi nire su chissà quale frequenza migliore.

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bevo l’ennesimo alcolico, così,per sacrifi carmi come un qualsiasi signore;è questo il meglio che mi resta da farementre là fuori il sole riscalda facciate,mentre là fuori tutto s’affolla, fl uisce,dentro ascensoridentro negozie scale antincendio.

la felicità resta in disparte,in ascolto;

io chiudo le imposte,piombo raccolto sul lettoe osservo la bottiglia semivuota di rumrimasta in disparteaffrancata da un cuore semivuoto di me,

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e sento il vento ingarbugliato là fuorifuori fi nestrementre tutto s’affolla, fl uisce,facendo l’amore,partorendo l’amoree ne sento il lamento, la gioia,restando così, in dispartein ascoltocome un qualsiasi signore

dentro ascensoridentro negozie scale antincendio

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alcolici dentro negoziappartamenti, riunioni, citofoni;alcolici dentro giornaliinterviste, laboratori,dentro abitacolisorpassi, emergenze,dentro sale operatorie,cattedree uffi ci giudiziari;dentro dolori, sudori, ascensorisperanze, omicidi.

alcolici dentro la bava perversa del buio,dentro la saliva occultata del giorno,dentro un raggio del sole,dentro palpate scopate,dentro ordinazioni masticazioni,

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dentro cestinineuronialcolici di generazioni.

di alcolicile stazioni ne sono piene. gli aeroportine sono pieni.e non ci sono parcheggi.

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le metropolitanesono colme di gridi

che sfreccianocon fanali aperti

come occhibianchi

come aria dura.

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non avrò niente mainiente mai perchécresciuto con troppi eccessitroppi eccessi sìin troppi labirintilabirinti doveho ritagliato fi lisenza uccidere.

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sono appena le dieci di seraed iorintanato tra queste vecchie murafarneticosu come potrò maitraslocare sulla luna. così, spinto da un’insana voglia di esercitarmiesercito la dipartita:apro la porta di casae indagocalcolola più rapida delle tangenziali celesti.

ma primaannaffi o per un’ultima volta

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con viso nostalgico– e l’ultima, ripeto –il gelsomino di Budriuscendo a scrutare la mia incompresa eleganzasu una calza forata del mio piede sinistro.poi medito,e comprendo,ed è ovvio:anche la luna ha un’incompresa eleganza,anche la luna ha i suoi forima sulla lunale piante di gelsomino non bevono Bud.

sono appena le dieci di seraed iospinto da un’insana voglia di evadereda queste vecchie mura deliro fumandoChesterfi eld rossedomandandomi poi se mai sarà possibile fumare

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Chesterfi eld rosse sulla luna.

e comprendo,ancora una volta,è certo:c’è cenere sulla luna.maper quanto altro ne so iosulla luna le piante di tabacconon crescono;alloranon mi resta altro cheafferrare da quiuna qualsiasi enciclopedia botanica econ una qualsiasi audacia dirmi– ovvio cazzo –sulla luna istituirò il primo monopolio di stato– ovvio –

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e mi perderò in discorsi burocratici non fattie potrò dire il veroe potrò essere falso sulla luna,sulla lunatutto vola non ha peso tutto sarà come un cane senza guinzaglio sulla lunasulla lunanon si può correreo rincorrereafferrarecosì sulla lunanon potranno raggiungermicon defi nizioniconcettidomandesoluzioni,la luna è senza gravitae senza gravità

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non c’è amore.

è cosìsulla luna.

sono appena le dieci di sera;io sosto sulla prima corsia d’emergenza celestee riposiziono i miei fanali,osservo la carrozzeriae mi convinco che sia il casodi fare rifornimento.

e così stanco e in riserva di mechiudo la porta di casadomandandomi onestamente sequella luna hauna luna tutta sua,una luna – per capirci –simile alla mia.

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forse non resta altro chereindirizzare il mio cambio di residenza altrove,che so io... su una stella,se non altrocerte cadenticome la mia carrozzeriala mia mentesul divano.

ma sono appena le dieci di sera credoe credo sia il casodi fare primarifornimento– l’ultimo, ripeto –con una lattina di Bud.

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cammino senza parolecome un avanzod’inquietudine.

ripenso protetto soloda penombre di me.

qui piove

cade acqua

cadono pezzi di me.

piove,

cammino,

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piove,

passerà.

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grazie agli deiabbiamo un uccello rigidoe deciso.

– provate a mostrarceloprovate a mostrarcelo –insistono loro – calmacalma... –diciamo noi– ora ve lo mostriamo,un attimoun attimo ancora,eccoli.

tra le mani avevano sperma nero

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– noi veniamo così... –

– ok ok ora potete vedere i nostri uccelli,

rigidie scuricome una freccia confi ccatasu una parete bianca.

penne.

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è diffi cile scrivere oggi amoresui muri.

i muri oggisono di vetro,

così m’arrampico

appannando vetrine.

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sul tuo biglietto M. c’era scrittocon tanto affettoe scusamie ti amo.

A. è stato un uomo cortese M.,ho trovato il suo mazzo di undici roseper tecon i loro gambi ancora verdi sporgentie le loro spine rabbiose ancora aggrappate alla vitasu un cestino verde dell’immondizia.

A. forsenon sapeva che un romantico non recide fi oriM. forsenon è una romantica,A. forse non ha mai reciso fi ori

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M. forse l’ha già fattoma A. e M.dovevate pur lasciarvi sedurre dalla purezzache non recide nessunoche non defi nisce nessuno.

ho raccolto undici roseed ora mostranola loro purezzacon i loro gambi ancora verdi protesicon le loro spine rabbiose ancora aggrappatealla vita.

stanotteundici rose mi hanno sedottocon tanto affettoe scusaci,ti amiamo.

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A.devi saperlo:le rose muoionosolo se impallidiscono.

con purezzaR.

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mai ho cercato un ma senédi far credere al mio simile chequel che sentoquel che dicosia davvero ma vero.

resto come un canto chenon decanta matuttavia incide fede permemorie con sfumati mondi sottili doveuniversi sommersi d’acqua scura fannodella mia stanza gelida un buco nero doveacquietarmidipingermi con

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pulsanti scattie agitati stellari.

poi taciturno, tremante,infi ne tratteggiatom’infranto,non fi nito.

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Titoli di coda

LIBROProgetto grafi co e impaginazione: Mirko VisentinIn copertina: Manifesto di Ramon TrincaAll’interno: Il Pianista, Bukowski e Prova per una disperazione di Ramon TrincaFoto backstage: Paolo FormisanoStampa: Andersen Spa – Boca (NO)

Composto in Offi cina Sans (testi) e Clarendon (titoli)

DISCOTesti e voce: Ramon TrincaMusiche: Enrico Lucchese e Mirko VisentinPianoforte: Mirko VisentinSynth e programmazione: Enrico LuccheseRegistrazione e mixaggio: Enrico LuccheseStampa e duplicazione: F4W – www.f4w.it

Registrato il 20 marzo 2010 presso Spazio Sputnik di Quarto d’Altino (VE) – www.spaziosputnik.it

L’autore ringrazia Enrico e Mirko per la concentrazione.

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un niente dentro.

niente,

lo tirerò fuori.

Euro 10,00