Ma Cos'e Un Atelier_ l'Approccio Laborat - OrnellaB

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Ma cos’è un Atelier?L’approccio laboratoriale come risorsa condivisa

A cura di Ornella Maria Borroni DOL I10

Didattica ludica… apprendimento cooperativo…”imparare ad imparare”…Queste sono le parole chiave che riassumono l’approccio laboratoriale nella nostra esperienza quotidiana di docenti della scuola dell’infanzia e della scuola primaria.

Per esperienza sappiamo che i percorsi più coinvolgenti per i bambini , per noi docenti e per i genitori si sviluppano e condividono con percorsi a “laboratori aperti”

Ma che significati può assumere una impostazione della didattica improntata alla partecipazione, all’esplorazione e alla scoperta ? Una didattica attiva e interattiva quali risorse può mettere in gioco e quali può condividere? Insomma cosa è veramente un Atelier?

Direi che le linee portanti che sostengono ogni atelier e i suoi “oggetti di apprendimento” ci riconducono all’incontro tra pedagogia e creatività, alla continua ricerca di senso nel fare in comune, alla costruzione di relazione positive che caratterizzano l’apprendimento cooperativo.

Per approfondire ed incontrare esperienze e confronto ho provato a visitare tre siti che vi segnalo e vi invito a navigare di link in link…

www.reggiochildren.it >Atelier dei 100 linguaggi - Pedagogia ed Atelier (appunti da "Bambini, Arte, Artisti ed. Reggio Children)

www.innovascuola.gov.it >L’apprendimento cooperativo www.funzioniobiettivo.it > Didattica laboriatoriale

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…e da cui ho tratto alcuni articoli interessanti che qui allego. Buona lettura a tutti!

Atelier dei 100 linguaggi - Pedagogia ed Atelier (appunti da "Bambini, Arte, Artisti ed. Reggio Children)

 “… L’incontro tra pedagogia e atelier si basa sul concetto di relazione e dialogo tra le specificità delle due discipline, apparentemente così diverse; l’una formale e tecnica, l’altra rigorosa, creativa, divergente. Ogni relazione significativa produce dei cambiamenti negli apprendimenti dei bambini e degli adulti. Il dialogo nasce grazie al fatto che nessuna delle due discipline è rimasta chiusa dentro ai luoghi deputati alla loro realizzazione, ma esso è stato favorito da spazi, persone, organizzazione e da un pensiero che non ha confini circoscritti, ma è aperto all’interdisciplinarietà. L’atelier ha portato nella scuola la consapevolezza della presenza e dell’importanza di altri linguaggi dei bambini, rispetto a quelli tradizionalmente più frequentati dalla pedagogia, mentre la pedagogia ne ha reso possibile e quotidiano l’ascolto. L’atelier è quindi luogo non specializzato, ma in rete e in dialogo con tutta la scuola e il nido, dando voce ai linguaggi che si intrecciano negli apprendimenti dei bambini. Nel tempo si assiste ad un’osmosi. Le specificità vengono accolte dagli insegnanti (pensiamo ai mini-atelier in sezione), viceversa gli atelieristi accolgono un’idea di bambino e di educazione condivisa dagli insegnanti, uniformando il concetto di cultura dell’infanzia, ed arricchendolo. È soprattutto con le insegnanti del nido che l’atelier si arricchisce. Esse hanno portato punti di vista diversi sul bambino e sui suoi processi multipli di conoscenza, sulle sue potenzialità, ma anche sul ruolo dell’adulto in un contesto educativo. Lo spazio dell’atelier e del mini-atelier diventa superfluo, poiché si comincia a “stare” nelle tracce che il bambino lascia. L’atelier diventa un concetto relativo, estendendosi nelle tracce, nelle parole, negli sguardi e nei modi di vivere e fare del bambino. Ecco che l’atelier è la scuola, la città, il parco e cosi via… dove l’atelierista è chiamato a conoscere e costruire contesti sensibili capaci di motivare, sostenere ed alimentare i processi conoscitivi del bambino, accentuando la sua specificità ed unicità (altro forte valore pedagogico). L’atelier è quindi un poter essere nella scuola oltre la parola: ogni bambino può trovare un suo modo per esprimersi, per essere, per narrare. Atelier e Pedagogia diventano luoghi di ricerca, per favorire il pensiero creativo dei bambini.   Malaguzzi diceva che la creatività è  la capacità di connettere il possibile con l’impossibile, ed è nell’impossibile, nell’ignoto, che si attivano tutte quelle strategie creative: che strumenti uso? Come li uso? Lo faccio da solo? Da chi mi faccio aiutare? Come posso fare? ecc..Si scopre che nell’impossibilità i bambini si muovono abilmente, hanno sempre strategie e teorie forti e dimostrabile, contribuendo in modo decisivo alla costruzione della conoscenza. Sono dinamiche di pensiero aperte, sinergiche, capaci di connettere linguaggi e saperi diversi; una capacità elastica che noi adulti abbiamo perso nel tempo e che invece possiamo riscoprire ed ammirare nel bambino. In casi di lungi progetti, che coinvolgono più scuole, anche di ordini differenti, è importante che pedagogisti, insegnanti ed atelieristi conducano periodiche ricognizioni in itinere, per riflettere, monitorare e rilanciare il lavoro fin lì portato avanti. In questi incontri si riportano e si discutono, sintesi non descrittive del progetto. È chiaro che è necesarria la coordinazione dei lavori, affidata non sempre solo al pedagogista, ma anche ad un atelierista o insegnante; questo ribadisce il discorso che le singole specificità collaborano ad un approccio educativo comune, e condiviso. La ricognizione dei lavori è rigorosamente monitorata e sistematizzata; spetta al coordinatore modificare, rettificare (al fine di un approccio tendenzialmente unico) i modi di lavoro di ogni singolo atelieristaespressi durante la discussione della sintesi. (di solito con powerpoint, foto, video ecc…).

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attività extrascolastiche e spazio-gioco

Immagine tratta dall’archivio di www.laboratoriopermanenteperlapace.it

              Bambini e Ragazziwww.innovascuola.gov.it (presentazione della sezione dedicata)

Un sito per conoscere storia e modelli del cooperative learning“… Secondo David W. Roger, T. Johnson e Edythe J. Holubec: «L’apprendimento cooperativo è un metodo didattico che utilizza piccoli gruppi in cui gli studenti lavorano insieme per migliorare reciprocamente il loro apprendimento». Apprendimentocooperativo.it, il Portale di cooperative learning della Provincia di Torino (leggi la presentazione del progetto in Power point andando a questa pagina), segue proprio questo obiettivo, con l’idea che la didattica tradizionale non è più sufficiente per motivare i ragazzi. Del resto, nell’era del web 2.0., ora che l’offerta formativa è tanto varia quanto confusa, le nuove generazioni hanno bisogno di acquisire abilità nella gestione delle informazioni e delle relazioni interpersonali, e devono quindi «imparare ad imparare» per essere in grado di farlo tutta la vita…” Il sito ripercorre la storia e i modelli del cooperative learning, spiegando che questa metodologia di insegnamento è fondata sulla centralità dello studente, invogliato ad assumersi la responsabilità dei propri studi e incoraggiato a collaborare in lavori di gruppo.

Il portale, però, non offre solo teoria. Nella sezione Materiali prodotti, infatti, si trovano una serie di learning object da scaricare, divisi per ordine di studio e offerti dalla rete di scuole che partecipano ai percorsi di cooperative learning. Tanto per fare degli esempi, si segnala che nella sezione scuola primaria si può trovare: un gioco educativo come Un sudoku per pensare, che offre attività di strategia e di logica in seconda elementare; un’esperienza di apprendimento cooperativo in modalità Jigsaw per l’insegnamento della coniugazione dei verbi; Dalla lettura individuale all’esperienza cooperativa, un percorso di apprendimento cooperativo per la lettura e la comprensione del testo, proposto da un’insegnante della scuola elementare di Rondissone (in provincia di Torino). Tra i materiali per le scuole scuole secondarie di primo grado e secondo grado, sono presenti CDD di ogni tipologia e riferiti e diverse discipline: si va da Introdurre alla conoscenza del giornale a Insegnare storia senza far lezione. Visto che l’apprendimento cooperativo è un metodo di insegnamento applicabile in ogni tipo di scuola, il portale presenta anche quattro CDD nati da esperienze di cooperative learning nella didattica

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applicata al mondo dell’infanzia.

“Didattica laboriatoriale” tratto dalla sezione dedicata di www. funzioniobiettivo.it …il laboratorio è soprattutto una scelta metodologica, che coinvolge attivamente insegnanti e studenti in percorsi di ricerca, attraverso l’uso critico delle fonti. La didattica laboratoriale si basa sullo scambio intersoggettivo tra studenti e docenti in una modalità paritaria di lavoro e di cooperazione, coniugando le competenze dei docenti con quelli in formazione degli studenti. E la ricerca condotta con questo metodo è un percorso didattico, che non soltanto trasmette conoscenza, ma, molto spesso, apre nuove piste di conoscenza e produce nuove fonti documentarie. Il percorso laboratoriale non ha come fine quello di produrre una ricerca con esiti scientifici inoppugnabili, ma quello di far acquisire agli studenti conoscenze, metodologie, competenze ed abilità didatticamente misurabili. E’ praticabile solo nella scuola, ma fa uscire dalla ristrettezza e della ripetitività dell’insegnamento e dell’apprendimento tradizionali. In tale contesto la figura dell’insegnante assume una notevole valorizzazione: dal docente trasmettitore di conoscenze consolidate all’insegnante ricercatore, che progetta l’attività di ricerca in funzione del processo educativo e formativo dei suoi allievi. Questa figura di insegnante ricercatore, delineata dall’impegno e dalla creatività di molti docenti che praticano la sperimentazione, non è assimilabile a quella di insegnanti che fanno ricerca disciplinare in collaborazione con l’università o altri enti. Questi insegnanti innovatori ritengono indispensabile perseguire la propria preparazione professionale e disciplinare alimentando la curiosità intellettuale e l’accrescimento delle proprie competenze, attraverso progetti di ricerca che abbiano una ricaduta nell’ambito del lavoro scolastico. Scoprono, cioè, una nuova dimensione del proprio lavoro e sarebbe auspicabile a questo punto che il nuovo profilo dell’insegnante ricercatore ottenesse un riconoscimento ufficiale nell’ambito dell’istituzione scolastica. Il laboratorio può dunque essere definito anche come luogo mentale, cioè una pratica del “fare storia”, che valorizza la centralità dell’apprendimento e mette in stretta relazione l’attività sperimentale degli allievi con le competenze storiche degli insegnanti…(da - La didattica laboratoriale (per un laboratorio di Storia) - ) Caratteristiche didattiche del laboratorio • Ambiente in cui si realizza un rovesciamento della prospettiva didattica: l’obiettivo non è quanto deve conoscere il docente in ordine alle discipline teoriche, ma in che modo le discipline possono costruire la competenza nell’allievo, in che modo esse possono cercare di riempire lo spazio tra il mondo dei problemi vissuti e quello della riflessione. • Soprattutto luogo di costruzione della conoscenza. Affinché i contenuti e le procedure proposti non si sovrappongono semplicemente alle conoscenze già possedute, ma interagiscono con queste permettendo una loro ristrutturazione attraverso nuovi e più ricchi modi di connessione ed organizzazione, è necessario trovare efficaci collegamenti tra contenuti dell’insegnamento e le esperienze diversificate dei corsisti. • Avventura conoscitiva: nell’insegnamento-apprendimento l’insegnante e l’allievo si costituiscono entrambi come quel viaggiatore, il cui viaggio e la cui scommessa è il percorso formativo (metafora dell’esplorazione di Bateson). Il laboratorio didattico è il luogo più indicato per intraprendere un’avventura conoscitiva. • Luogo dove si realizza la metacognizione: perché il laboratorio didattico mira ad un processo di apprendimento che non incida solamente sulle abilità di base o acquisite, ma anche sulle modalità

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della loro comprensione ed utilizzazione. Infatti, l’approccio metacognitivo è una modalità di intervento polivalente e trasversale all’interno del processo di apprendimento. • Luogo di approccio cooperativo: il laboratorio è l’ambiente in cui si concretizza un nuovo modello di insegnamento/apprendimento fondato sulle interazioni fra gli attori del processo didattico. In laboratorio l’enfasi va posta sul rapporto tra esperienza individuale e ricostruzione culturale affinché le teorie servano per rispondere ai perché diventando significative e motivanti. I processi didattici di laboratorio devono mirare sempre, sia all’acquisizione delle competenze, sia al loro consolidamento, attraverso apposite attività. Alle attività di apprendimento e di consolidamento si aggiungono anche attività di sviluppo (approfondimento, ampliamento e arricchimento) che non siano meramente applicative. Prima di essere “ambiente”, il laboratorio è uno “spazio mentale attrezzato”, una forma mentis, un modo di interagire con la realtà per comprenderla e/o per cambiarla. Il termine laboratorio va inteso in senso estensivo, come qualsiasi spazio, fisico, operativo e concettuale, opportunamente adattato ed equipaggiato per lo svolgimento di una specifica attività formativa. Dal punto di vista logistico il laboratorio della scuola secondaria dovrebbe essere un locale a sé stante, appositamente costruito e corredato per produrre apprendimenti specialistici. Dal punto di vista formativo, il laboratorio si caratterizza per l’oggetto della sua azione, vale a dire per l’attività che vi si svolge, che investe il soggetto operante.……….(da - Il laboratorio come costruzione della conoscenza (Principi e tecniche di didattica laboriatoriale) - )

La didattica laboratoriale Nello spazio del laboratorio si può ambientare e realizzare la mediazione didattica più efficace alla personalizzazione dei percorsi di studio per ciascun alunno, finalizzati all’apprendimento di competenze pesanti. La didattica laboratoriale rappresenta la soluzione ottimale in cui coniugare sapere e saper fare, per concretizzare la dimensione formativa ed educativa dell’apprendimento: cosciente delle sue competenze, il ragazzo prende atto delle sue capacità e sviluppa progetti di vita individuale e collettiva adeguati al suo essere e alle sue attitudini…(da - La didattica laboratoriale (inserto di Scuola e Didattica) - )

 

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