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CULTURA & SPETTACOLI41 41 MARTEDÌ 13 FEBBRAIO 2018 Il pensiero della semina La poesia di Dino Azzalin in volo tra le radici e le ali Presentazione venerdì con Viviana Faschi al Salone Estense Questa sera si recita Eduardo AL TEATRO DELLE ARTI DI GALLARATE GALLARATE - (g.c.) Non è la prima vol- ta di “Filumena Marturano” al Teatro delle Arti, in cartellone questa sera alle 21 (con replica domani) per il sesto appuntamento della cinquantesima stagione della sala di via don Minzoni. Il precedente risale addirittura al mar- zo del 1987, con Valeria Moriconi e Massimo De Fran- covich. Stavolta invece, per uno dei classici più amati di Eduardo De Filip- po, sul palco ci saranno Mariangela D’Abbraccio e Geppy Gleijeses - en- trambi allievi i del Maestro partenopeo – per un’edizione che la critica ha già definito «lo spettacolo dell’anno», messo in scena da Liliana Cavani alla sua prima regia teatrale (per l’occa- sione nella hall è allestita una mostra dedicata alla sua filmografia). Filume- na Marturano è la Madre coraggio ita- liana, la protagonista di una comme- dia che nell’immediato secondo do- poguerra portò al pubblico il tema scottante (in quegli anni) dei diritti dei figli illegittimi, ai quali l’assemblea co- stituente aveva dato piena dignità. Un testo di impegno civile di lotta. «E figlie so’ ffiglie! Hann’a essere eguale tutt’e tre» dice Filumena a Do- menico Soriano, rampollo borghese con la passione per i cavalli e le don- ne, a cui rivendica la paternità delle sue creature. Concepito apposita- mente per l’interpretazione della so- rella Titina, fra tutti i capolavori com- posti da De Filippo è uno dei più ap- prezzati all’estero. VARESE - «L’argilla ha acceso il grano / e il limo si è fatto uva. La povertà era il nostro tempo / e i ra- gazzi il frutto del raccolto. Fu un gioco di trincee l’infanzia / e dietro i sacchi di frumento / il dopoguerra preparava un altro / pensiero della semina». Per capire Dino Azzalin, e non solo la sua scrittura, forse biso- gna partire da qui: pagina 62 de “Il pensiero della semina”, la nuova raccolta di liriche, per Crocetti edi- tore, che verrà presentata pubblica- mente venerdì 16 febbraio, alle 18, al Salone Estense, con l’autore af- fiancato da Viviana Faschi, il talen- to più autentico di casa NEM, Nuo- va Editrice Magenta. “L’argilla ha acceso il grano” è fi- glio di Pontelongo, provincia di Pa- dova, il paese in cui Azzalin è nato 65 anni fa. E giusto 65 sono le poe- sie (solo una già edita) presenti nel libro che segna il ritorno dopo 12 anni - tanti ne sono passati dall’u- scita di “Prova di memoria” - al pri- mo amore. Il debutto, nel 1985 con “I disordini del ritmo”, fu infatti in compagnia dei versi, poi venne la narrativa; ultimo - per il momento - tassello - “Il segreto di Lei (Storie d’amore e di buio)”, raccolta di rac- conti per ES. Se lì l’eros rubava la scena, qui le cose vanno diversamente. Nei rac- conti le donne non venivano solo so- gnate o corteggiate, ne “Il pensiero della semina” possono invece appa- rire come un «fantasma sbracciarsi tra le onde» e l’incontro di passioni può risolversi anche in «un bacio, un solo bacio». La differenza - per ci- tare un regista caro (anche) ad Az- zalin - è, semplificando, un po’ quella tra il Sam Peckinpah del Mucchio selvaggio e quello della Ballata di Cable Houge. Per una ve- na crepuscolare, a volte sottotrac- cia, altre volte dichiarata. Ma il disincanto o discanto si ac- compagna al canto della vita e delle sue fasi fondamentali. Attesa, nasci- ta, crescita ed epilogo, quattro come le stagioni e le sezioni del libro. «La perfezione della semina / non è mai nel seme ma nella speranza» la linea guida di un’opera in cui la Natura - dalla terra alle rondini, dai fiori ai frutti, dal sole ai suoi avversari - cammina in parallelo con i lampi di un’esistenza. Nata nelle campagne del Veneto e cresciuta in Lombardia, scandita dalla scoperta di amicizie e amori, di «slogan urlati nella metropolitana», di tradimenti e graffi, alcuni trasfor- mati in cicatrici. Di persone (com- presi i compagni di viaggio che ci hanno lasciato troppo presto) e di luoghi cari. All’interno delle poesie o a margine, l’autore va da Capo Nord a San Pietroburgo, da Costa Selvaggia alla Tanzania. Già, l’a- mata Africa, che lo vede impegnato concretamente, qui anche in un ap- pello. Nel suo mondo figurano poi il Faido - un tempo rifugio di poeti quali Andrea Zanzotto e Alda Me- rini, entrambi omaggiati nel libro - Arcumeggia, Caronno Varesino, Marzio, Monteviasco e la Valgan- na. E poi c’è «sua maestà il Rosa», presente, non per caso, nella poesia dedicata «Ad Alessandra, mia mo- glie». «La si vedeva tutto / quello che la luce / nascondeva» le ultime parole di un libro che vede Azzalin acco- stare Lucy a Internet, consapevole di come la poesia abbia sempre ac- compagnato e sempre accompagne- rà il viaggio-volo dell’uomo. Diego Pisati Dall’album del Faido: Nicola Crocetti (in piedi), Andrea Zanzotto, Alda Merini e Dino Azzalin. A destra, il poeta varesino con Viviana Faschi GAVIRATE - Silenzio. Bisogna creare l’atmosfera: «per leggere del Giuanin do- vete avere davanti un bel camino, rosso di brace per tutta una serata e un goccio di vino per tenere su l’animo». Momento, magia dell’oralità, ricreato domenica scorsa in sala consiliare durante la presen- tazione del libro di Gregorio Cerini “Ul Giuanin senza pagura d’Arcumegia”, edi- to da Menta e Rosmarino. Scrive nell’introduzione Luigi Stadera: «Cerini non è un autore che scrive, ma un cantastorie che avvince con la magia della parola (e del dialetto), ripercorrendo av- venture cantate prima di lui da innumere- voli cantastorie. Anche perché il racconto è dal vivo, con il “Men” nel crocchio degli ascoltatori, che lo incitano a narrare versandogli da bere: Buon vino, favola lunga, conferma il vec- chio adagio». «Cunta Men!...Cunta! - ghe diseven», l’incipit già invoglia a seguire la voce del vecchio “Men” da cui Gregorio, nato nel 1938 in Arcumeggia, aveva ap- preso le storie del “Giuanin”. Bisogna ascoltarlo Gregorio quando racconta: quella storia è dentro le sue corde ance- strali e la voce accompagnata dalla ge- stualità ci fa trovare in una cucina fumosa attorno a «un taur grand cui cadregh de pa- ja», consapevoli di entrare in una dimen- sione atemporale che ci trasporta in un mondo in cui, come aggiunge Stadera, «alcuni episodi sono trasmigrati di lette- ratura in letteratura» con un protagonista ridotto a «eroe contadino, “tirato giù” dal piedistallo (e dal cavallo)». Su uno sfondo che richiama da lontano un retaggio nobile, viene avanti a grandi pas- si un eroe contrario a quello letterario. Co- me scrive nella traduzione Angela Viola: «Il Giuanin era un uomo non tanto grande, ma aveva due braccia come due tronchetti di faggio e una testa dura come un sasso di luna. Pensate che faceva a cornate con il caprone fino a rompergli le corna». Nel Dna della casa editrice curare nel dettaglio i libri pubblicati: questo, in particolare, evidenzia una ricerca ancora più accurata. Una nota finale che non può mancare a ri- guardo di Cerini: i suoi quaderni scritti a matita che riportano le sue innumerevoli opere scritte tutte in dialetto, contengono un’anima con le sue mille sfaccettature, riconducibili tutte alle radici dell’amore per la sua terra e la sua gente. Federica Lucchini Testa dura come un sasso di luna “Ul Giuanin senza pagura d’Arcumegia” raccontato da Gregorio Cerini Gregorio Cerini, autore del libro edito da Menta e Rosmarino MILANO - Il Castoro, la casa editrice della Schiappa, compie 25 anni e li festeggia con oltre 490 titoli dedicati al cinema e più di 400 titoli in area ragazzi. E per il compleanno, e in occasione di Tempo di Libri, dal 5 al 7 marzo porte aperte della casa editrice a scuole, pub- blico, bibliotecari, librai, editor e a tutti co- loro che vorranno brindare. La serie d’oro Diario di una Schiappa, di Jeff Kinney, pubblicata in Italia nel 2008, è diven- tata un successo inarrestabile con oltre 4 mi- lioni di copie vendute solo nel nostro Paese e oltre 200 milioni di copie nel mondo. Oltre il 15% delle copie di libri venduti in Italia nella fascia 10-13 anni sono titoli di Diario di una Schiappa. Nata il 13 febbraio 1993 come casa editrice specializzata in libri di cinema, Editrice Il Ca- storo ha affiancato nel corso degli anni la pub- blicazione di libri per bambini e ragazzi, che rappresentano oggi l’area più importante. Nel tempo è cresciuta fino a divenire un medio editore, quinto per volume d’affari nell’edi- toria per ragazzi. Dai libri illustrati per l’età prescolare, alla narrativa per bambini e ragaz- zi, alla non-fiction, fino ai libri young adult e alle graphic novel, la casa editrice pubblica libri per tutte le età. Tra le serie più vendute anchèI diari di Nikkì di Rachel Renèe Rus- sell, la Schiappa al femminile che conquista le ragazzine tra i 7 e i 12 anni. Otto i titoli finora pubblicati che hanno superato le 250.000 copie vendute: il primo titolo de I Diari di Nikki era stato pubblicato nel 2010 in 3.000 copie, l’ultima novità uscita nel maggio 2017 ha avuto un lancio di 15.000 copie. Tra i titoli dedicati al cinema spicca la storica collana dal tipico formato quadrato Il Castoro Cinema: 235 monografie dedicate ai registi, firmate ognuno dai più importanti docenti, studiosi e critici cinematografici in Italia. Molti i riconoscimenti prestigiosi ricevuti tra cui, nel 2002, il Premio della Cultura asse- gnato dalla Presidenza del Consiglio dei Mi- nistri e, nel 2016, la casa editrice è stata in- serita tra i tre migliori editori per ragazzi nel mondo all’International Excellence Awards del London Book Fair. E poi lo Strega Ra- gazze e Ragazzi, il Bancarellino, l’Andersen. Nel 2007 Il Castoro ha acquisito la storica La Libreria dei Ragazzi di Milano, fondata nel 1972 dai librai Gianna Vitali e Roberto Denti, e nel 2010 ha aperto una seconda libreria, La Libreria dei Ragazzi di Brescia. Nel gennaio 2017, ha acquisito una parteci- pazione nelle Edizioni Sonda, con un catalo- go dedicato ai ragazzi, alla saggistica e alla cultura animalista e vegana, dando l’avvio a una progressiva integrazione delle rispettive realtà aziendali. Il volume di vendite de Il Ca- storo dal 2008 al 2017 è più che decuplicato, raggiungendo nel 2017 quasi 12 milioni di fatturato in Italia. La quota di mercato Casto- ro, rispetto al mercato editoriale complessivo, nel 2017 è stata pari a 0,75% (0,66 nel 2016; 0,57 nel 2013, 0,06% nel 2008 - Fonte GFK). Ma quale Schiappa, 25 anni in stile Castoro Dal libro al film, uno dei successi del Castoro

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CU LT U R A & SPET TACOLI4141MARTEDÌ 13 FEBBRAIO 2018

Il pensiero della seminaLa poesia di Dino Azzalinin volo tra le radici e le aliPresentazione venerdì con Viviana Faschi al Salone Estense

Questa sera si recita EduardoAL TEATRO DELLE ARTI DI GALLARATE

G A L L A R AT E - (g.c.) Non è la prima vol-ta di “Filumena Marturano” al Teatrodelle Arti, in cartellone questa sera alle21 (con replica domani) per il sestoappuntamento della cinquantesimastagione della sala di via don Minzoni.Il precedente risale addirittura al mar-zo del 1987, conValeria Moriconi e Massimo De Fran-covich. Stavolta invece, per uno deiclassici più amati di Eduardo De Filip-po, sul palco ci saranno MariangelaD’Abbraccio e Geppy Gleijeses - en-trambi allievi i del Maestro partenopeo– per un’edizione che la critica ha giàdefinito «lo spettacolo dell’anno»,messo in scena da Liliana Cavani allasua prima regia teatrale (per l’occa-sione nella hall è allestita una mostra

dedicata alla sua filmografia). Filume-na Marturano è la Madre coraggio ita-liana, la protagonista di una comme-dia che nell’immediato secondo do-poguerra portò al pubblico il temascottante (in quegli anni) dei diritti deifigli illegittimi, ai quali l’assemblea co-stituente aveva dato piena dignità. Untesto di impegno civile di lotta.«E figlie so’ ffiglie! Hann’a essereeguale tutt’e tre» dice Filumena a Do-menico Soriano, rampollo borghesecon la passione per i cavalli e le don-ne, a cui rivendica la paternità dellesue creature. Concepito apposita-mente per l’interpretazione della so-rella Titina, fra tutti i capolavori com-posti da De Filippo è uno dei più ap-prezzati all’estero.

VARESE - «L’argilla ha acceso ilgrano / e il limo si è fatto uva. Lapovertà era il nostro tempo / e i ra-gazzi il frutto del raccolto. Fu ungioco di trincee l’infanzia / e dietro isacchi di frumento / il dopoguerrapreparava un altro / pensiero dellasemina». Per capire Dino Azzalin, enon solo la sua scrittura, forse biso-gna partire da qui: pagina 62 de “Ilpensiero della semina”, la nuovaraccolta di liriche, per Crocetti edi-tore, che verrà presentata pubblica-mente venerdì 16 febbraio, alle 18,al Salone Estense, con l’autore af-fiancato da Viviana Faschi, il talen-to più autentico di casa NEM, Nuo-va Editrice Magenta.“L’argilla ha acceso il grano” è fi-glio di Pontelongo, provincia di Pa-dova, il paese in cui Azzalin è nato65 anni fa. E giusto 65 sono le poe-sie (solo una già edita) presenti nellibro che segna il ritorno dopo 12anni - tanti ne sono passati dall’u-scita di “Prova di memoria” - al pri-mo amore. Il debutto, nel 1985 con“I disordini del ritmo”, fu infatti incompagnia dei versi, poi venne lanarrativa; ultimo - per il momento -tassello - “Il segreto di Lei (Storied’amore e di buio)”, raccolta di rac-conti per ES.Se lì l’eros rubava la scena, qui lecose vanno diversamente. Nei rac-conti le donne non venivano solo so-gnate o corteggiate, ne “Il pensierodella semina” possono invece appa-rire come un «fantasma sbracciarsi

tra le onde» e l’incontro di passionipuò risolversi anche in «un bacio, unsolo bacio». La differenza - per ci-tare un regista caro (anche) ad Az-zalin - è, semplificando, un po’quella tra il Sam Peckinpah delMucchio selvaggio e quello dellaBallata di Cable Houge. Per una ve-na crepuscolare, a volte sottotrac-cia, altre volte dichiarata.Ma il disincanto o discanto si ac-compagna al canto della vita e dellesue fasi fondamentali. Attesa, nasci-ta, crescita ed epilogo, quattro comele stagioni e le sezioni del libro. «La

perfezione della semina / non è mainel seme ma nella speranza» la lineaguida di un’opera in cui la Natura -dalla terra alle rondini, dai fiori aifrutti, dal sole ai suoi avversari -cammina in parallelo con i lampi diun’esistenza.Nata nelle campagne del Veneto ecresciuta in Lombardia, scanditadalla scoperta di amicizie e amori, di«slogan urlati nella metropolitana»,di tradimenti e graffi, alcuni trasfor-mati in cicatrici. Di persone (com-presi i compagni di viaggio che cihanno lasciato troppo presto) e diluoghi cari. All’interno delle poesieo a margine, l’autore va da CapoNord a San Pietroburgo, da CostaSelvaggia alla Tanzania. Già, l’a-mata Africa, che lo vede impegnatoconcretamente, qui anche in un ap-pello. Nel suo mondo figurano poi ilFaido - un tempo rifugio di poetiquali Andrea Zanzotto e Alda Me-rini, entrambi omaggiati nel libro -Arcumeggia, Caronno Varesino,Marzio, Monteviasco e la Valgan-na. E poi c’è «sua maestà il Rosa»,presente, non per caso, nella poesiadedicata «Ad Alessandra, mia mo-glie».«La si vedeva tutto / quello che laluce / nascondeva» le ultime paroledi un libro che vede Azzalin acco-stare Lucy a Internet, consapevoledi come la poesia abbia sempre ac-compagnato e sempre accompagne-rà il viaggio-volo dell’uomo.

Diego Pisati

Dall’album del Faido: NicolaCrocetti (in piedi), AndreaZanzotto, Alda Merini e DinoAzzalin. A destra, il poeta varesinocon Viviana Faschi

GAVIRATE - Silenzio. Bisogna crearel’atmosfera: «per leggere del Giuanin do-vete avere davanti un bel camino, rosso dibrace per tutta una serata e un goccio divino per tenere su l’animo». Momento,magia dell’oralità, ricreato domenicascorsa in sala consiliare durante la presen-tazione del libro di Gregorio Cerini “UlGiuanin senza pagura d’Arcumegia”, edi-to da Menta e Rosmarino.Scrive nell’introduzione Luigi Stadera:«Cerini non è un autore che scrive, ma uncantastorie che avvince con la magia dellaparola (e del dialetto), ripercorrendo av-venture cantate prima di lui da innumere-voli cantastorie.Anche perché il racconto è dal vivo, con il“Men” nel crocchio degli ascoltatori, chelo incitano a narrare versandogli da bere:

Buon vino, favola lunga, conferma il vec-chio adagio». «Cunta Men!...Cunta! - ghediseven», l’incipit già invoglia a seguire lavoce del vecchio “Men” da cui Gregorio,nato nel 1938 in Arcumeggia, aveva ap-preso le storie del “Giuanin”. Bisognaascoltarlo Gregorio quando racconta:quella storia è dentro le sue corde ance-strali e la voce accompagnata dalla ge-stualità ci fa trovare in una cucina fumosaattorno a «un taur grand cui cadregh de pa-ja», consapevoli di entrare in una dimen-sione atemporale che ci trasporta in unmondo in cui, come aggiunge Stadera,«alcuni episodi sono trasmigrati di lette-ratura in letteratura» con un protagonistaridotto a «eroe contadino, “tirato giù” dalpiedistallo (e dal cavallo)».Su uno sfondo che richiama da lontano un

retaggio nobile, viene avanti a grandi pas-si un eroe contrario a quello letterario. Co-me scrive nella traduzione Angela Viola:«Il Giuanin era un uomo non tanto grande,ma aveva due braccia come due tronchettidi faggio e una testa dura come un sasso diluna. Pensate che faceva a cornate con ilcaprone fino a rompergli le corna». NelDna della casa editrice curare nel dettaglioi libri pubblicati: questo, in particolare,evidenzia una ricerca ancora più accurata.Una nota finale che non può mancare a ri-guardo di Cerini: i suoi quaderni scritti amatita che riportano le sue innumerevoliopere scritte tutte in dialetto, contengonoun’anima con le sue mille sfaccettature,riconducibili tutte alle radici dell’amoreper la sua terra e la sua gente.

Federica Lucchini

Testa dura come un sasso di luna“Ul Giuanin senza pagura d’Arcumegia” raccontato da Gregorio Cerini

Gregorio Cerini, autore del libro edito da Menta e Rosmarino

MILANO - Il Castoro, la casa editrice dellaSchiappa, compie 25 anni e li festeggia conoltre 490 titoli dedicati al cinema e più di 400titoli in area ragazzi. E per il compleanno, e inoccasione di Tempo di Libri, dal 5 al 7 marzoporte aperte della casa editrice a scuole, pub-blico, bibliotecari, librai, editor e a tutti co-loro che vorranno brindare.La serie d’oro Diario di una Schiappa, di JeffKinney, pubblicata in Italia nel 2008, è diven-tata un successo inarrestabile con oltre 4 mi-lioni di copie vendute solo nel nostro Paese eoltre 200 milioni di copie nel mondo. Oltre il15% delle copie di libri venduti in Italia nellafascia 10-13 anni sono titoli di Diario di unaSchiappa.Nata il 13 febbraio 1993 come casa editricespecializzata in libri di cinema, Editrice Il Ca-storo ha affiancato nel corso degli anni la pub-blicazione di libri per bambini e ragazzi, cherappresentano oggi l’area più importante. Neltempo è cresciuta fino a divenire un medio

editore, quinto per volume d’affari nell’edi-toria per ragazzi. Dai libri illustrati per l’etàprescolare, alla narrativa per bambini e ragaz-zi, alla non-fiction, fino ai libri young adult ealle graphic novel, la casa editrice pubblicalibri per tutte le età. Tra le serie più venduteanchèI diari di Nikkì di Rachel Renèe Rus-sell, la Schiappa al femminile che conquistale ragazzine tra i 7 e i 12 anni. Otto i titolifinora pubblicati che hanno superato le250.000 copie vendute: il primo titolo de IDiari di Nikki era stato pubblicato nel 2010 in3.000 copie, l’ultima novità uscita nel maggio2017 ha avuto un lancio di 15.000 copie.Tra i titoli dedicati al cinema spicca la storicacollana dal tipico formato quadrato Il CastoroCinema: 235 monografie dedicate ai registi,firmate ognuno dai più importanti docenti,studiosi e critici cinematografici in Italia.Molti i riconoscimenti prestigiosi ricevuti tracui, nel 2002, il Premio della Cultura asse-gnato dalla Presidenza del Consiglio dei Mi-

nistri e, nel 2016, la casa editrice è stata in-serita tra i tre migliori editori per ragazzi nelmondo all’International Excellence Awardsdel London Book Fair. E poi lo Strega Ra-gazze e Ragazzi, il Bancarellino, l’Andersen.Nel 2007 Il Castoro ha acquisito la storica LaLibreria dei Ragazzi di Milano, fondata nel1972 dai librai Gianna Vitali e Roberto Denti,e nel 2010 ha aperto una seconda libreria, LaLibreria dei Ragazzi di Brescia.Nel gennaio 2017, ha acquisito una parteci-pazione nelle Edizioni Sonda, con un catalo-go dedicato ai ragazzi, alla saggistica e allacultura animalista e vegana, dando l’avvio auna progressiva integrazione delle rispettiverealtà aziendali. Il volume di vendite de Il Ca-storo dal 2008 al 2017 è più che decuplicato,raggiungendo nel 2017 quasi 12 milioni difatturato in Italia. La quota di mercato Casto-ro, rispetto al mercato editoriale complessivo,nel 2017 è stata pari a 0,75% (0,66 nel 2016;0,57 nel 2013, 0,06% nel 2008 - Fonte GFK).

Ma quale Schiappa, 25 anni in stile Castoro

Dal libro al film, uno dei successi del Castoro