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Poste Italiane spa - spediz. in a.p. DL.353/03 (conv.L.46/04) art. 1 comma 1, DCB Roma. Autoriz. del Trib. di Roma n. 350 del 16./06/1987. Una Copia € 0,51 Agosto Seembre 2010 VOCE Mensile per la Federazione Italiana Traspor - Diparmento Mobilità - Area Contrauale Trasporto Ferroviario e Servizi Foto di Frank Andiver 8 9 dei f errovieri La LX anno dalla fondazione

Transcript of LX anno dalla fondazione - fitcisl.org del 30 con la sigla di testi convenuti tra le parti dei...

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VOCEMensile per la Federazione Italiana Trasporti - Dipartimento Mobilità - Area Contrattuale Trasporto Ferroviario e Servizi

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LaLX anno dalla fondazione

Indennità e pensioni unificateIndennità e pensioni unificate

per i sordo ciechiper i sordo ciechi

La sordo cecità dal 14 luglio, è finalmente riconosciuta come di-sabilità specifica unica. Grazie a questa novità, coloro che sa-ranno dichiarati da una commissione medica come sordo ciechipotranno percepire in forma unificata le indennità spettanti persordità e cecità e anche le relative pensioni, qualora ci fossero irequisiti.Le modalità di accertamento e di erogazione unificata di inden-nità e pensioni si applicano a chi ha fatto domanda dalla datasopra indicata e in occasione di eventuali visite programmate. Speciale assegno continuativo mensile: gli eredi devono essereinformati

D’ora in avanti l’Inail dovrà comunicare ai superstiti di un lavora-tore che possono fare domanda per godere dello speciale asse-gno continuativo mensile.

Tale prestazione spetta ai superstiti nel caso in cui il lavoratore,già titolare di rendita per inabilità permanente nella misura pario superiore al 48% muoia per cause non dipendenti dall'infortu-nio o dalla malattia professionale.

Ora, per decisione della Corte costituzionale, l’Inail è tenuta a co-municare ai superstiti la possibilità di richiedere l’assegno. Inol-tre, è stato stabilito che il termine di 180 giorni entro cui ènecessario presentare la domanda decorre dal momento in cuil’istituto comunica agli aventi diritto che questi hanno facoltà dirichiedere la prestazione.

Bonus straordinario 2009 anche agli eredi

Il bonus straordinario a favore di lavoratori e pensionati aventiun basso reddito dovrà essere versato agli eredi se la mortedel beneficiario avviene dopo la verifica dei requisiti, maprima dell’effettivo accredito a chi ne aveva fatto richiesta.Questo il contenuto di un recente messaggio Inps, con il qualesi ripristinano i pagamenti dei bonus, previsti per il solo anno2009 dalla manovra “anticrisi”, in favore degli eredi nel casoin cui questi abbiano l’importo ricevuto

Cure termali: le domande entro il 31 ottobre

Fino al 31 ottobre di quest’anno è possibile fare domanda perle cure termali, utili al fine di evitare o ritardare uno stato diinvalidità.La domanda deve essere completa di certificato medico, nelquale sia indicata la malattia per la quale vengono richiestetali cure.Questa richiesta può essere spedita (presso la sede Inps di re-sidenza del lavoratore) per posta tramite raccomandata A/Roppure tramite un ente di patronato.Se la domanda viene respinta dall’Inps, il lavoratore può chie-dere che venga riesaminata.

Per la consulenza e l’assistenza necessarie, ci si può recare

presso la più vicina sede dell’Inas Cisl (gli indirizzi si trovano

su www.inas.it, oppure chiamando il numero verde 800 001

303): ricordiamo che la consulenza offerta dall’Inas è asso-

lutamente gratuita.

N. 8-9 - Agosto-Settembre 2010VOCEdei ferrovieri

La

Mensile per la Federazione Italiana Trasporti Cisl

Trasporto Ferroviario e ServiziFondato nel settembre del 1950

Agosto-Settembre 2010

LX anno dalla fondazione Autorizzazione del

Tribunale di Roma n.350 del 16.6.1987 Proprietà La Rotaia S.r.l.

Direttore: Giovanni Luciano

Direttore Responsabile: Carlo Candida

Redazione: Claudio Claudiani, Osvaldo Marinig,

Salvatore Pellecchia, Gaetano Riccio

Impaginazione e grafica: Patrizia Censi

Direzione, Redazione, Amministrazione: Via A. Musa, 4 - 00161 Roma Tel. 06-44286341 Fax 06-44286342e-mail: [email protected]

Stampa: Tipografia CSR Via di Pietralata, 157 - 00158 Roma. Tel. 06-4182113

E’ vietata la riproduzione e traduzione, anche par-ziale, di articoli senza citarne la fonte.

Chiuso in Tipografia il 2 ottobre 2010Finito di stampare nel mese di ottobre 2010Tiratura: 28.000 copie

Editoriale

2Stringere i denti e puntare al Contratto

Ccnl della Mobilità

6Due importanti tappe hanno accelerato la tratta-tiva. Ccnl mobilità: fine primo atto.

12Si moltiplicano le trattative con le altre Impreseferroviarie ed arrivano i primi risultati

Gruppo Fs

14Sicurezza sul lavoro in RFI, fermiamoci a riflet-tere

Organizzazione

16La nuova strategia di Fs? All’attacco dei lavora-tori

22Emilia Romagna: i giovani si confrontano sullamanutenzione rotabili

23Centro sperimentale Osmannoro, trattative installo

Normativa italiana

24La più silenziosa delle riforme delle pensioni

34Buone nuove per il recupero della detassazionedi notturne e straordinari

Trasporto ferroviario

36Rtc: verso il CCNL delle Attività Ferroviarie

38Gruppo FNM Brennero: al via i turni concordatiper il PdM, per il PdB e per il Personale di Terra

Dentro il dato

41Non chiamateli bamboccioni

Intorno a noi ...

42Tu chiamala, se vuoi, Big Society

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Giovanni Luciano

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Stringere i denti e puntareStringere i denti e puntare

al Contrattoal Contratto

Il mese di settembre 2010 rappresenta per noi della Fit un meseemblematico: si è aperto, proprio il giorno 2 a Chianciano, conuna riunione congiunta delle aree contrattuali del trasporto fer-roviario e degli autoferrotranvieri sul tema, e si è chiuso la seradel 30 con la sigla di testi convenuti tra le parti dei quattro puntidel Contratto Unico della Mobilità.Decorrenza e durata, campo di applicazione, relazioni industrialie mercato del lavoro. Finalmente si è posta la prima pietra dopo un percorso duratotroppo e con troppi scioperi, sulle cui responsabilità o meglio, ir-responsabilità, abbiamo già detto nell’editoriale del numero pre-cedente e sulle quali preferiamo non tornare.

Un mese intenso di lavoro all’inizio del quale, lo confessiamo,non avremmo pensato di riuscire a chiudere questa prima faseper entrare nelle successive.Dopo la riunione della Fit Cisl a Chianciano nei giorni 1 e 2, un’al-tra tappa importante, forse decisiva, è stata quella di Montesil-vano dei giorni 13 e 14 settembre, ove tutto il fronte sindacaledei trasporti ha ribadito unitariamente e senza alcun’ombra didubbio l’importanza e la irreversibilità del percorso iniziato a feb-braio del 2008.È stato un segnale forte a quelli che, ad iniziare dalle associazionidatoriali Asstra e Anav, hanno lavorato contro sperando di fiac-care le motivazioni e le convinzioni.

Abbiamo avuto ragione noi

Abbiamo avuto ragione noi, si doveva e si poteva fare. Lo stato di avanzamento della trattativa siglato nella sala dellabiblioteca del Ministero dei Trasporti nella la sera del 9 luglio2010, mentre fuori si stava scioperando, doveva e poteva essereportato a termine.

La sera del 9 luglio i no sul documento erano addirittura sessan-tuno, quasi tutti da parte di Anav e Asstra.

La sigla con la quale unitariamente tutti i sindacati dei tra-

sporti hanno identificato i testi convenuti presso il Ministero

dei Trasporti e Infrastrutture con le controparti rappresenta

un significativo passo avanti per la definizione del nuovo con-

tratto della mobilità, per gli addetti alle attività ferroviarie e

al trasporto pubblico locale. Non è certo il caso di fare trion-

falismi a riguardo. Tant’è che a sostegno della vertenza, ri-

mane in piedi lo sciopero del 21-22 ottobre. Ma è tuttavia

incoraggiante misurare la strada percorsa in avanti dal 9 lu-

glio scorso. E ciò assieme alla consapevolezza delle questioni

che rimangono irrisolte. Ci muoviamo infatti in un contesto

istituzionale, politico e strutturale slabbrato, mucillaginoso

e inaffidabile, nel quale non bastano impegni né di legge, né

di patti più o meno solennemente sottoscritti a garantire la

consequenzialità attuativa, innanzitutto sul versante delle ri-

sorse effettive che devono arrivare “a valle”. L’esempio ne-

gativo della finanziaria 2008 e dei suoi effetti nel Tpl è solo

uno dei cento possibili riguardanti tutti i servizi pubblici in

qualsiasi settore.

La fatica da fare dunque, per il nostro sindacato come per i

lavoratori che rappresentiamo, è ardua ed ingrata. Eppure

dobbiamo trovare l’equilibrio possibile tra esigenze del la-

voro e salvaguardia dell’esistenza in vita delle aziende che ci

danno lavoro. A questo siamo! E vicende come quelle, non

solo di FS e del nostro comparto ma anche di Alitalia ed ulti-

mamente di Tirrenia, dovrebbero aver insegnato qualcosa a

chiunque.

Quanto a noi della Fit, una cosa è certa: non imboccheremo

ma le scorciatoie della demagogia che conducono solo al pre-

cipizio.

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Molti di questi no erano forse strumentali, altri sostanziali e fo-tografavano le forti divergenze esistenti al tavolo della trattativa.Da parte nostra, lo abbiamo detto a Chianciano e a Montesil-vano, i problemi di sostanza rimasti erano essenzialmente quat-tro: la salvaguardia della contrattazione aziendale, le clausolesociali per gli appalti e per i subentri, alcune questioni sul mer-cato del lavoro e il “quinto punto” rappresentato dalla regola-zione almeno degli arretrati riferiti al 2009.La sera del 30 settembre abbiamo trovato la soluzione. È finita? Assolutamente no, perché mentre scriviamo questerighe siamo in attesa di conoscere le date dei prossimi incontri,in quanto il testo è stato siglato ma non firmato. Non è un bizan-tinismo, ma una chiara distinzione tra una identificazione di testoche potrebbe diventare accordo solo laddove si riesca a conclu-dere anche una intesa economica sul pregresso.In sintesi, alla luce del tempo trascorso e dell’equilibrio raggiuntosui testi che modificheranno le regole attualmente vigenti neidue ex settori, secondo noi occorre un “quinto punto” (che si ag-giunge ai quattro punti del protocollo siglato conclusi coi testi dicui parliamo) che è quello economico.Abbiamo risolto tre degli argomenti di sostanza che ci preme-vano ma non ancora il quarto.Questo rappresenta uno scoglio che sarà molto difficile da supe-rare, sia chiaro.Lo sarà in virtù del contesto che stiamo vivendo come Paese,condannato troppo spesso a dover ascoltare cose che, franca-mente, ci lasciano basiti. Si va dalla vecchia traduzione dell’acro-nimo SPQR, che va bene alle elementari, ma certo non in boccaa ministri della Repubblica, alle sparate trite e ritrite sulla SalernoReggio Calabria o sul Ponte di Messina o che c’è lo sviluppo deltrasporto ferroviario locale (sic), non dimenticando le veemenzefuori posto e fuori luogo di chi pensa di essere sempre in unarissa di strada e dimentica la sacralità del luogo ove i “valori” an-drebbero dimostrati anche coi comportamenti e non solo neinomi dei partiti, per esempio.Le agenzie di viaggio hanno cominciato ad organizzare tour aMontecarlo tanta è la curiosità “immobiliare” destata nel pe-riodo agosto-settembre negli italiani. Del lavoro che manca per un giovane su quattro (sicuri che nonsiano di più?) si parla sempre troppo poco e con la troppa frettadi “passare appresso”.

Servizi pubblici sempre più in affanno

La troppa polvere nascosta sotto il tappeto, soprattutto nei ser-vizi pubblici, ha rimandato in eterno riforme che dessero unacompiuta gestione di tipo industriale ed ha alimentato sempredi più il fenomeno dell’aumento del debito pubblico.Nei servizi pubblici locali certamente non sono sfuggiti i trasportia questo meccanismo perverso e oggi ci si trova in una situazioneparadossale: esiste un meccanismo automatico di finanziamentostrutturale del trasporto pubblico locale ma i soldi non ci sono.Com’è possibile è presto detto.

La legge finanziaria del 2008, approvata alla vigilia di Natale del2007, stabiliva in uno degli innumerevoli commi del suo stermi-nato articolo 1, che una quota dell’accisa sul gasolio da autotra-zione venisse trasferita alle regioni (a Statuto Ordinario) perfinanziare il trasporto pubblico locale.In sintesi si paga una quota in più sul rifornimento per finanziarei pullman, le metropolitane e le ex ferrovie concesse. Questomeccanismo è in vigore dall’inizio del 2008 ed era stata una con-quista che avevamo salutato tutti con grande soddisfazione.Non dimentichiamo che una delle parole d’ordine della stessapiattaforma sindacale era ed è: risorse certe.Il problema ora è che, in un Paese che chiude gli ospedali e cheha difficoltà a fare il pieno alle volanti della polizia, molte regionihanno preso i soldi, ma non li hanno trasferiti alle aziende di tra-sporto del loro territorio.I servizi di trasporto pubblico locale sono finanziati per legge peril 65% del costo del servizio espletato. È evidente che se il servizioviene erogato ed i pagamenti ritardano o, peggio, non sono ono-rati si crea una situazione di indebitamento per le aziende conconseguente ulteriore indebitamento bancario e quindi maggiorioneri e così via.È comprensibile, anche se non condivisibile, la posizione di Asstraquando dice che se “il Governo” non garantisce i fondi, loro nonsono disponibili a sottoscrivere aumenti contrattuali.Ci stiamo limitando a descrivere il lato autoferrotranvieri ma perle ferrovie il meccanismo è pressoché identico.Come si dice, se Atene piange Sparta non ride.Alle mancate entrate appena tracciate si aggiunge ora il drasticotaglio uguale per tutti nella percentuale (cosiddetto “lineare”)che rischia di far precipitare la situazione con un potenziale sce-nario di caos che, secondo noi, in troppi sottovalutano sba-gliando clamorosamente.I fatti di Genova del 2 ottobre sono lì a dimostrarlo.I contratti di servizio “sei più sei” sottoscritti da tante regioni ita-liane sono messi fortemente a rischio dai tagli della manovra maanche da situazioni, tipo Campania, ove il debito pubblico regio-nale è arrivato ad una situazione tale che la prima cosa che vienefatta è la drastica riduzione della spesa, ergo dei servizi erogati.Uno scenario che vede quindi cospicui tagli dei servizi ed au-mento delle tariffe con concreto rischio esuberi negli autoferro-tranvieri e ulteriore abbassamento delle consistenze neiferrovieri che, per adesso, riescono ad evitare il dramma graziealla elevata età media, che consente ancora a tanti di andare inpensione e a troppi di attendere con ansia l’attivazione del“Fondo”.

Uno scenario indecente di sgoverno

Con uno scenario di questa natura ci capirà chi si adombra nelleggere la nostra indignazione per lo spettacolo indecente chetutti i giorni ci viene propinato da chi dovrebbe pensare alle sortidi questo povero Paese ma che invece spesso pensa solo alle pro-prie.

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Ed il nostro è un riferimento bipartisan, sia chiaro.Ci si scanna su Pomigliano, tutti pontificano, ma qualcuno ha maivisto il parco macchine dei ministri italiani?

A noi è capitato, fortuitamente, di vederlo nel cortile interno diPalazzo Chigi mentre era in corso un consiglio dei ministri: solotre auto erano di marca italiana le altre per la quasi totalità te-desche.A noi lascia molto da pensare, anche riconoscendo che non sonosolo le auto dei ministri a cambiare le sorti dell’occupazione ita-liana, ma se permettete …Tornando all’inizio del ragionamento ed alle sorti della parte ge-nerale e di due capitoli importanti quali relazioni industriali emercato del lavoro, che formano la pietra angolare del contrattounico della mobilità che stiamo cercando di conseguire congrande sforzo e sacrificio, dobbiamo chiedervi scusa in quanto itempi di un mensile non possono dare l’informazione in temporeale. Non sappiamo quanto ci vorrà e come andrà a finire. Perora possiamo dire che a sostegno della vertenza resta in piedi losciopero del 21-22 ottobre.

La vertenza e lo scenario dello sciopero

Quello che possiamo, invece, fare è sottolineare l’importanza diquesto parziale risultato che realizza un cambio di fase e chemette in discesa una vertenza che va avanti da troppo tempo.Si dovrà poi passare al rinnovo delle rimanenti parti dei due con-tratti. Per i ferrovieri i capitoli della classificazione e inquadra-mento, dell’orario di lavoro, dello svolgimento del rapporto dilavoro e della retribuzione.Capitoli che, in attesa di un futuro contratto unico completo,sono quelli che più ci espongono al confronto con tutte le altreimprese ferroviarie che nel frattempo sono sorte.

Come già ampiamente rendicontatosulle pagine della “Voce dei Ferrovieri”in queste altre aziende abbiamo iniziatodall’inizio di questo 2010 una azionesindacale coordinata con le SegreterieRegionali di competenza che è statapossibile anche grazie alla compiutamodifica statutaria realizzata dall’ul-timo Congresso della Fit ed alla nascitadi un unico Dipartimento della Mobilità.La preziosa collaborazione tra le duearee contrattuali ferro e autoferro ed ilcoordinamento con le regioni, special-mente Lombardia, Veneto e Piemonte,ci hanno permesso di aprire vertenzecon Sbb-Cargo Italia, DB-Shenker Italia,Rail Traction Company, CopRail e lestesse FerrovieNord Milano ad iniziaredalla unità di business che svolge il ser-vizio di trazione per le ferrovie tedescheed austriache da e per il Brennero.

Non solo, siamo in discussione da mesi anche con la NTV che nel2011 diventerà il secondo esempio del capitale privato che lu-crerà sugli investimenti pubblici dopo le autostrade. Chissà per-ché questo Paese deve sempre privatizzare i guadagni epubblicizzare le perdite, e chissà perché è successo sempre congli stessi esponenti politici al Governo che ora sono all’opposi-zione.Abbiamo una importantissima infrastruttura costata miliardi emiliardi di euro e ora che questa c’è ci sviluppiamo sopra la con-correnza tra Trenitalia (pubblica) e NTV (privata ma con il 20%,per ora, di capitale pubblico francese).

È superfluo dire che siamo lontani da soluzioni condivisibili suiquei tavoli alla luce delle proposte sottoposteci, alcune dellequali tanto eccessive da apparire a volte sconce.

Con RTC siamo vicini alla sottoscrizione di un possibile accordodi confluenza nel contratto delle attività ferroviarie, con le altredel cargo siamo alla ripresa degli scioperi. In FNM, invece, ab-biamo finalmente sottoscritto i turni del macchina e del viag-giante del Brennero secondo i criteri delle attività ferroviarieconseguendo un grande risultato sindacale e convenuta la ri-presa delle trattative su TLN. La sintesi, però, è che la nostraazione di miglioramento delle condizioni di lavoro nelle altre im-prese ferroviarie sta dando i primi frutti, che sono ancora insuffi-cienti ma insperati alla fine del 2009.

È certo che dovremo faticare tanto e lo dovremo fare moltoanche sul versante interno al Gruppo FS. Anche nel rinnovo delcontratto delle attività ferroviarie e in quello aziendale diGruppo.

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Non sappiamo se troveremo mai un ac-cordo con NTV ma certamente quel-l’azienda partirà, magari con condizionianche peggiori di quelle che abbiamo almomento conseguito noi al tavolo. C’ètroppa fame di lavoro in Italia per pensareil contrario ed il numero delle domande diassunzione è da palazzetto dello sport. Cifaranno male erodendo forti quote di ri-sorse provenienti dagli incassi del FrecciaRossa e del Freccia Argento. Si sta peraprire una fase storica ove la concorrenza,quella sugli incassi veri, sarà feroce ed in-ciderà sempre di più sulle sorti diun’azienda che è sì di proprietà pubblica,ma che non può certo sperare di avere ul-teriori risorse o continuare ad averne ma-gari come oggi, già poco sufficienti, in uncontesto economico quale quello che co-nosciamo e che in Europa ci porta gliesempi drammatici della Grecia prima edella Spagna oggi.

Condizioni avverse e necessità di equili-

brio sindacale

Dovremo faticare tanto per questa traver-sata nel deserto dove molti penserannoche sia sbagliata la pista o chi conduce latesta della carovana o che sarà meglio ab-bandonarla. Sbaglieranno.Dovremo trovare l’equilibrio giusto tra esi-genze del lavoro ed esigenze di esistenzain vita della azienda che dà il lavoro. Nonci piacerà perché sarà un percorso sco-modo e difficoltoso, pieno di impopolaritàprobabilmente, ma Alitalia prima e Tirre-nia oggi dovrebbero averci insegnato qual-cosa.Le comode scorciatoie, alla lunga, portanoal precipizio. È la stessa morale del ricorsosistematico all’aumento del debito pub-blico o alle riprovevoli disinvolture dellaclasse politica, anche e soprattutto a livellolocale.Non abbiamo paura di lavorare di più, nonabbiamo paura di lavorare meglio. Ma pre-tendiamo di farlo in un contesto di parte-cipazione e di condivisione a partire daiposti di lavoro. Una partecipazione ed unacondivisione che in questa azienda mancada troppo tempo e che l’avvento di Morettiha completamente cancellato.

Le ferrovie ridotte ad una caserma nonpossono produrre che disaffezione e sfi-ducia nei lavoratori. Una sfiducia che im-pedisce di essere ascoltato anche alsindacato. Proveremo a metà ottobre, in una grandemanifestazione della Fit Cisl, a far capirea Moretti quale siano le nostre idee pervoltare pagina e riportare in vita un si-

stema virtuoso che, partendo dalla con-trattazione negli impianti e con le Rsu edal riconoscimento economico dei sacri-fici che ognuno fa, possa rimettere inmoto quella voglia di essere protagonistinella propria azienda e della propriaazienda, per esser protagonisti del pro-prio destino e di quello delle proprie fami-glie.

Salvatore Pellecchia

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Due importanti tappe Due importanti tappe

hanno accelerato la trattativahanno accelerato la trattativa

Ccnl mobilità: fine primo atto.Ccnl mobilità: fine primo atto.

Rinviato di venti giorni Rinviato di venti giorni

lo sciopero nazionalelo sciopero nazionale

Il mese di settembre è iniziato, per la no-stra Organizzazione, a “pieno regime” e siè concluso con un risultato soddisfacente.Nei giorni 2 e 3 infatti si è svolta a Chian-ciano una riunione alla quale hanno par-

tecipato i compo-nenti del Diparti-mento Mobilità, iSegretari GeneraliRegionali e i Segre-tari Regionali Re-sponsabili delleAree ContrattualiTpl-Internavigatorie Trasporto Ferro-viario e Servizi. All’ordine delgiorno la vertenzasul Ccnl Unico dellaMobilità e la ver-tenza con il GruppoFs.

A metà mese circa, il 12 e 13 settembre, aMontesilvano si sono incontrate le rappre-sentanze nazionali e regionali delle setteorganizzazioni sindacali impegnate nellavertenza sul Ccnl Unico della Mobilità.A fine mese, il 30 settembre, si è conclusala trattativa sui famosi “quattro punti” delCcnl Unico della Mobilità.

La riunione di Chianciano

Fare il punto della situazione sulla ver-tenza per la definizione del Ccnl Unicodella Mobilità dopo la pausa estiva e allavigilia di un nuovo sciopero nazionale eracosa doverosa.

A Chianciano, però, non ci si è limitati allamera cronaca ma, grazie al coinvolgi-mento di tutti i partecipanti, sono stateanche definite le strategie per accelerarela conclusione di un percorso prolungatosioltre ogni ragionevole limite.

Giovanni Luciano e Michele Imperio neiloro interventi hanno illustrato i passaggipiù significativi che hanno caratterizzatoin questi mesi il confronto e sono riuscitia dimostrare ai presenti, grazie al docu-mento che Federtrasporto, Ancp, Asstra eAnav hanno sottoscritto il 9 luglio, quantopretestuose fossero le posizioni di unaparte della delegazione datoriale (Asstra eAnav).

Molte, tante indisponibilità disseminatetatticamente lungo le trenta pagine con-tenenti la disciplina delle “Relazioni Indu-striali” e del “Mercato del Lavoro” conl’unico obiettivo di diluire i tempi del ne-goziato e di impedirne la conclusione. I problemi veri quali:• la definizione di modalità per la salva-

guardia della contrattazione aziendale;• le clausole sociali da prevedere per ap-

palti e subentri;

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• alcune questioni sul mercato del la-voro;

• il cosiddetto “quinto punto” rappre-sentato dalla richiesta di correspon-sione degli arretrati economici riferitial 2009 e i relativi adeguamenti;

sono stati circoscritti e sono state ancheindividuate le possibili soluzioni.Per imprimere, quindi, un’accelerazione alnegoziato il Dipartimento Mobilità e lestrutture regionali hanno convenuto:• di trasmettere i contenuti del docu-

mento del 9 luglio 2010 ai responsabilidelle aziende rappresentate da Anav eAsstra;

• di continuare a ricercare il coinvolgi-mento dei Ministeri dei Trasporti e delLavoro;

• di concludere comunque il confrontoconsiderando i temi e gli argomenticontrattuali sui quali si è sviluppata latrattativa collocabili esclusivamentenel Ccnl Unico della Mobilità;

impegnando il Dipartimento Nazionale acontinuare a lavorare per la definizionedel nuovo Ccnl della Mobilità atteso cheè l’unico strumento per la tutela del la-voro in un settore in cui si è avviata unaliberalizzazione senza regole.

Nella riunione di Chianciano vi è stato, poi,anche un aggiornamento sulla vertenzaaperta con il Gruppo Fs per:

• rivendicare l’attivazione dei processiper assumere il personale necessario

per garantire i livelli di produzione diRfi e di Trenitalia;

• ripristinare i tagli dei collegamenti de-putati al cosiddetto “servizio univer-sale” sulle relazioni nord-sud;

• contestare l’individuazione di figure diquadri non previste dal contratto di la-voro e dagli accordi aziendali vigenti;

• sbloccare le promozioni per i lavora-tori che hanno acquisito il livello supe-riore a seguito di mansioni svolte “difatto”;

• pretendere il pagamento dei Premi diRisultato relativi agli anni 2007, 2008e 2009 non ancora corrisposti ai lavo-ratori del Gruppo nonostante i miglio-ramenti di produttività consolidati.

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Su questo ultimo aspetto vi è stato un ap-profondimento per valutare i possibili cri-teri da utilizzare per costruire un nuovoPremio di Risultato che dovrà prevedereobiettivi di produttività espressa e qualitàerogata oggettivamente misurabili e nonimpossibili da raggiungere.

L’attivo unitario di Montesilvano

A metà mese, dopo la riunione della FitCisl a Chianciano, si è svolto a Montesil-vano nei giorni 13 e 14 settembre l’attivounitario delle sette organizzazioni sinda-cali impegnate nella vertenza per la defi-nizione del Ccnl Unico della Mobilità.Anche a Montesilvano, questa volta unita-riamente, autoferrotranvieri e ferrovierihanno confermato che:

• il nuovo Ccnl della Mobilità è unobiettivo irrinunciabile per la tuteladel lavoro;

• il processo negoziale verso il nuovoCcnl è irreversibile;

• gli istituti collocati nell’ambito del CcnlUnico della Mobilità non sono disponi-bili ad altri livelli contrattuali.

Nel corso del dibattito molti interventihanno sottolineato che il ruolo di garantedel confronto in capo al Ministro di In-frastrutture e Trasporti, che si è a suotempo impegnato a realizzare il soste-gno legislativo alla nuova strumenta-zione contrattuale, continua a essere unacondizione necessaria per il buon esitodell’intera vicenda contrattuale.

E proprio affinché le aziende operanti nelsettore applichino tutte le stesse regole inmateria di lavoro, sottolineando l’impor-tanza strategica del trasporto collettivonel nostro Paese, molti intervenuti hannosollecitato le Segreterie Nazionali a ricer-care un maggior coinvolgimento di Go-verno, Regioni ed Enti Locali non solocon l’obiettivo di rivedere e recuperare irecenti provvedimenti di tagli di risorseeconomiche destinate al settore ma ancheper affermare una nuova politica dei tra-sporti finalizzata mantenere un sistema ditrasporti efficiente e competitivo.

Le conclusioni della due giorni sono stateaffidate alla nostra Organizzazione e sonostate curate da Giovanni Luciano che haconfermato a nome delle Segreterie Na-zionali l’impegno a:

• portare avanti un’azione sindacaletesa a definire insieme ai “quattropunti” anche la regolazione dellaparte economica riferita all’anno2009;

• procedere, contestualmente al rin-novo dei Ccnl del “Trasporto Pub-blico Locale” e delle “AttivitàFerroviarie”, anche alla definizionedegli aspetti retributivi dell’interotriennio;

• continuare l’opera di coinvolgimentodelle istituzioni per una politica dei tra-sporti che restituisca il giusto ruolo altrasporto ferroviario .

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Al termine dell’Attivo i partecipanti hannovotato all’unanimità un documento che hariassunto quanto emerso dal dibattito siain termini di analisi che di proposta per ilprosieguo del complesso negoziato.

La sigla per “identificazione” dei quattro

punti

La sigla per “identificazione” dei quattropunti è una novità che si è consolidata nelcorso del negoziato. Tradizionalmente unatrattativa o più in generale un percorso ne-goziale si conclude con un accordo, un’ipo-tesi di accordo che poi viene ratificataoppure con un disaccordo.Questa volta i testi contrattuali una voltadiscussi, modificati, integrati e convenutisono stati siglati “per identificazione”.Le delegazioni trattanti pur convenendosull’insieme di istituti che sono stati defi-niti hanno ritenuto di non renderli ancoradisponibili alla fase applicativa per la man-canza di quello che, fra gli addetti ai lavori,è stato battezzato come il “quinto punto”e cioè il riconoscimento dell’adeguamentoeconomico per il 2009.

Quinto punto perché si colloca subitodopo gli ormai definiti: Campo di Applica-zione, Decorrenza e Durata, Relazioni In-dustriali e Mercato del Lavoro.I quattro punti definiti finora, che nei pros-simi numeri di questo giornale avremomodo di approfondire più diffusamente,colgono le esigenze di adeguamento allamutata legislazione del lavoro degli ultimi

anni, danno una rispostaalle richieste di flessibilitàavanzate dalle nostre im-prese e costituiscono un ef-ficace strumento di tuteladei diritti dei lavoratori.

Proprio per ragioni espostela conclusione di questaprima tornata contrattualerappresenta il raggiungi-mento di una tappa impor-tante, seppur intermedia,del percorso avviato nel2008.

I prossimi traguardi

I risultati ottenuti ci confortano perchéconfermano la fondatezza delle ragioni delSindacato e dimostrano che le dichiara-zioni, reiterate nel corso dei mesi passatidalle associazioni datoriali, che osteg-giano il Ccnl Unico della Mobilità a causadella sua presunta incompatibilità econo-mica, non hanno solidità.È velleitario se non impossibile, al mo-mento, azzardare previsioni sui tempi diconclusione complessiva della vertenza.Pur considerando il valore della defini-zione dei “quattro punti”, mancando al-l’appello il “quinto”, anche per dare unsegnale di distensione alle controparti e alGoverno, lo sciopero nazionale già procla-mato dal 30 settembre al 1 ottobre è statorinviato al 21/22 ottobre 2010.

La data del 21 ottobre è molto vicina e,mentre stiamo andando in stampa conquesto numero, siamo in attesa di unaconvocazione, da parte ministeriale, perproseguire il confronto che, ci auguriamo,ci consentirà di giungere alla prossima im-portante tappa.

Stando a quanto concordato nel proto-collo del 30 aprile (15 maggio) 2009, defi-niti gli aspetti economici si dovràprocedere al rinnovo delle rimanenti partidei contratti delle Attività Ferroviarie e delTpl che in questa fase non trovano collo-cazione nella cornice del Ccnl Unico dellaMobilità (classificazione e inquadramento,orario di lavoro, svolgimento del rapportodi lavoro e retribuzione).

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L’Attivo Nazionale Unitario dei settori “Tra-sporto Pubblico Locale” e “Attività Ferro-viarie” di Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uiltrasporti, UglTrasporti, Orsa, Faisa, Fast, svolto a Mon-tesilvano il 13-14 settembre 2010, assumei contributi offerti al dibattito dai numerosiinterventi che hanno consentito di fare ilpunto sullo stato della vertenza per ilnuovo CCNL della Mobilità e i suoi sviluppi.L’Attivo conferma che il nuovo CCNL dellaMobilità è un obiettivo irrinunciabile perla tutela del lavoro e che il Protocollo Mi-nisteriale di maggio 2009 ha reso irrever-sibile il processo negoziale verso il nuovoCCNL.L’Attivo ritiene altresì che lo schema nego-ziale convenuto con quel Protocollo restatuttora valido e che l’attestazione del ne-goziato formalizzata dalle parti presso ilMinistero il 9 luglio scorso rappresenta unpunto di avanzamento imprescindibile diquesto processo negoziale, a sostegno delquale è in programma lo sciopero nazio-nale di 24 ore del 30 settembre-1 ottobre2010.In tal senso, l’ Attivo:• tra gli aspetti su cui ancora il 9 luglio si

è registrato dissenso con le contropartisull’articolato contrattuale che svi-luppa i 4 temi del Protocollo ministe-riale di maggio 2009, evidenzia comeprioritari: la clausola sociale, la con-trattazione di secondo livello, alcunielementi della disciplina sul mercatodel lavoro;

• considera necessario accompagnare ladefinizione della prima fase attuativadel nuovo CCNL con la regolazionedella parte economica riferita all’anno2009, prevedendo la completa defini-zione degli aspetti retributivi dell’in-tero triennio 2009-2011 in occasionedell’intesa di rinnovo dei CCNL del“Trasporto Pubblico Locale” e delle“Attività Ferroviarie”;

• per quanto riguarda tali rinnovi, vaconfermato il riferimento alle linee

Ordine del Giorno ConclusivoOrdine del Giorno Conclusivo

guida di piattaforma proposte nel2008, il negoziato deve perseguire so-luzioni convergenti, la definizione degliaspetti retributivi dei due CCNL de-vono mantenere contestualità attua-

tiva ed allineamento dei valori econo-mici.

In occasione della ripresa del negoziato,l’Attivo impegna le Segreterie Nazionali averificare rapidamente con controparti e

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Ministeri coinvolti le condizioni di percor-ribilità descritti e valutare le possibili va-rianti di percorso, a condizione che questenon determinino ulteriori dilazioni deitempi del negoziato, non modifichino icontenuti del Protocollo del maggio 2009,ribadiscano l’esclusività del CCNL dellaMobilità sui 4 temi previsti dal Protocollo,confermino il ruolo di garante del con-

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fronto in capo al Ministro di Infrastrutturee Trasporti, a suo tempo impegnatosi arealizzare il sostegno legislativo alla nuovastrumentazione contrattuale.L’atteggiamento dilatorio, strumentale edirresponsabile sostenuto finora da Anav eAsstra risulta l’ostacolo principale da ri-muovere per sbloccare finalmente la trat-tativa.

Le caratteristiche di tale atteggiamento ela gravità che esso ha assunto nella vi-cenda contrattuale chiamano diretta-mente in causa ruolo e responsabilità diGoverno, Regioni ed Enti Locali, finoraesercitati in modo evidentemente ineffi-cace rispetto alla complessità e all’impor-tanza della trattativa.

L’Attivo ribadisce e sostiene le ragionidella vertenza per il nuovo CCNL della Mo-bilità, impegna le strutture sindacali nazio-nali e le strutture sindacaliregionali/territoriali ad individuare le ne-cessarie modalità di articolazione e coor-dinamento delle iniziative di mobilitazionefinalizzate al rafforzamento della vertenzacontrattuale nazionale anche attraversoazioni nei confronti delle aziende e delleistituzioni locali.

In relazione alla recente delibera dellaCommissione di Garanzia sul divieto diconcomitanza dello sciopero tra trasportoferroviario locale ed extraurbano sugomma, l’Attivo sostiene il giudizio nega-tivo espresso dalle Segreterie Nazionali ela loro disponibilità, dichiarata malgradotale giudizio, a verificare possibili soluzioniche salvaguardino, comunque, l’unitarietàdi partecipazione agli scioperi nazionaliper il nuovo CCNL di tutti i lavoratori ad-detti a tutte le articolazioni di attività ri-comprese nel suo campo di applicazione.L’Attivo Nazionale Unitario si è aperto,nella giornata di ieri, con un atto di racco-glimento dedicato ai 3 lavoratori decedutia Capua l’11 settembre e al lavoratore diRFI deceduto l’1 settembre.

All’espressione di cordoglio, l’Attivo af-fianca la conferma del massimo impegnosindacale per ottenere livelli di sicurezzae concrete iniziative di prevenzione chesalvaguardino efficacemente la salute deilavoratori.

Approvato all’unanimità

4Montesilvano, 14 settembre 2010

Gaetano Riccio

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Nell’ambito dell’attività volta a promuovere l’estensione dell’ap-plicazione del CCNL delle attività ferroviarie al maggior numeropossibile di imprese che operano nel settore, per poi approdarecon il nuovo contratto unico della mobilità, sono state avviate,negli scorsi mesi, una serie di trattative sindacali.

Il 21 settembre, come Segreteria Nazionale dell’area contrattualedel trasporto ferroviario e servizi, abbiamo fatto il punto della si-tuazione sullo stato delle trattative con le varie aziende alla pre-senza di tutti i Segretari Regionali anche al fine di valutare lericadute politiche che necessariamente vi saranno, visto che inalcune di esse siamo ormai vicini all’intesa.

In altra parte del giornale dedichiamo ampio spazio agli accordisui turni di lavoro del Personale di Macchina, del Personale diBordo e del Personale di Terra per quanto riguarda il Gruppo Fer-rovie Nord Milano per i servizi svolti sull’asse del Brennero. In quella Azienda, il passo successivo dovrà essere quello di de-finire i processi di inquadramento e la relativa classificazione eretribuzione del personale in una apposita confluenza al con-tratto delle attività ferroviarie. Il prossimo incontro per discuteresu tali argomenti è già programmato per il 25 di ottobre.

Il prossimo 12 ottobre ripartirà anche il confronto sulla newcoTLN “finalizzato a definire l’armonizzazione contrattuale adeguataalle specificità della mobilità ferroviaria regionale nella prospet-tiva della definizione del CCNL della mobilità in discussione a li-vello nazionale”. Il virgolettato è il riferimento al testodell’accordo del 6 maggio ed è evidente che, vista l’importanzastrategica della Società, costituita da circa 4.000 lavoratori di cuiuna larghissima parte provenienti da Trenitalia (circa 2600) men-tre la restante quota è rappresentata dai lavoratori della SocietàLeNord Milano, l’appuntamento riveste un’importanza fonda-mentale per definire la futura tipologia contrattuale del trasportoferroviario regionale, non solo in quella Azienda.

Nel corso della riunione si è parlato del confronto in atto conNuovo Trasporto Viaggiatori (NTV), l’azienda che farà concor-renza a Trenitalia nell’appetibile segmento dell’alta velocità.Questa Azienda dal punto di vista contrattuale non è partita conil piede giusto in quanto sta applicando ai propri dipendenti il

contratto del commercio. Tuttavia è in atto un confronto sinda-cale finalizzato a definire, in attesa dell’arrivo del CCNL unico dellaMobilità, un contratto aziendale coerente con le attività effetti-vamente svolte. Le proposte avanzate al tavolo di trattativa daparte dell’impresa per quanto concerne l’orario di lavoro e le con-dizioni di utilizzo del Personale di Macchina e di quello di Scorta.

Si moltiplicano le trattative Si moltiplicano le trattative concon

le altre Imprese Ferroviariele altre Imprese Ferroviarie

ed arrivano i primi risultatied arrivano i primi risultati

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Per quanto riguarda l’equipaggio treno, NTV prevede un solomacchinista alla guida e sul convoglio la presenza di un train ma-nager (equivalente del Capo Treno) e di un train specialist (checura il funzionamento degli aspetti tecnici). A completare l’equi-paggio vi sono le figure professionali di hostess/steward che cu-rano l’offerta dei servizi di bordo e la distribuzione di giornali /riviste ma che non sono impegnate nei servizi di controlleria o discorta del treno. Sull’orario di lavoro NTV prevede un orario set-timanale di 38 ore, con diverse articolazioni per i vari profili e conun impegno giornaliero che per alcune figure professionali, comeil train manager, arriva a 13 ore di lavoro. Per il Personale di Mac-china la proposta prevede un impegno giornaliero in program-mazione di 10 ore con 8 ore di condotta e con un limite dicondotta continuativa di 4 ore e mezza. Appare del tutto evidenteche un eventuale accordo con NTV avrebbe notevoli implicazionianche sul versante Trenitalia e anche se, al momento, le posizionial tavolo sono molto distanti, l’occasione è servita ad analizzare,con il gruppo dirigente dell’organizzazione, le prospettive di que-

sto particolare ambito del trasporto ferroviario.Oltre ad affrontare gli aspetti relativi al segmento del trasportoregionale ed ai segmenti del trasporto passeggeri di lunga per-correnza e di alta velocità, la riunione ha esaminato anche il de-licato mondo del trasporto cargo in ferrovia. In questo settore,mentre è sempre più accentuato il calo della presenza di Treni-talia, si assiste alla nascita di nuove imprese che, specie nel nordItalia, si stanno accaparrando il mercato. In una di questeaziende, RTC, dopo un confronto iniziato diversi mesi fa, stiamoper arrivare alla definizione di una confluenza nel CCNL delle atti-vità ferroviarie, i cui contenuti e lo stato di avanzamento dei lavorisono approfonditi in un altro articolo di questo numero del gior-nale.Parlare di RTC nella riunione è servito anche per esaminare gliaspetti legati alla polifunzionalità di utilizzazione del personalesia a livello di equipaggio che di lavorazioni a terra. Una imposta-zione simile riteniamo possa essere terreno di ragionamento utileanche per aumentarne la competitività di Trenitalia in un mer-cato sempre più liberalizzato.

Tra le aziende presenti nel settore Cargo, ricor-diamo anche DB Schenker Italia (sezione italiana delsettore Cargo dell’impresa ferroviaria pubblica te-desca) che nello scorso gennaio ha assunto il con-trollo della Società Nord-Cargo facente capo algruppo Ferrovie Nord Milano (FNM). A questo pro-posito è importante ricordare che, nell’ambito dellaprocedura di esame congiunto che ha portato al-l’acquisizione di Nord Cargo da parte di DB, il pro-blema del contratto da applicare è stato il motivodel mancato accordo sul trasferimento dei ramid’azienda interessati. La nuova proprietà ha, infatti,inteso applicare il CCNL degli autoferrotranvieri ri-spetto al precedente CCNL delle attività ferroviarieapplicato in Nord Cargo.Nel corso della riunione, numerosi interventihanno sottolineato positivamente l’iniziativa dellanostra organizzazione ed hanno condiviso l’impo-stazione che tende ad “esportare” il CCNL delle Atti-vità Ferroviarie verso tutte quelle aziende che fannoattività ferroviaria sapendo che ciò significa con-frontarsi con tutte le questioni che vengono postee non girarsi dall’altra parte facendo finta che il pro-blema non ci sia perché non riguarda i ferrovieri delGruppo FS.

Forti di questa convinzione, è stato deciso di svilup-pare ulteriori iniziative per portare all’attenzione ditutta l’organizzazione le problematiche relative alleaziende che si stanno cimentando nel mercato deltrasporto ferroviario, coinvolgendo i lavoratori diqueste nuove imprese con il supporto ed il sostegnodelle nostre Segreterie Regionali.

Massimo Malvisi

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Nel solco di una radicata tradizione di at-tenzione al tema della salute e sicurezzasul lavoro, il 15 luglio 2010 come Area con-trattuale del trasporto ferroviario e serviziabbiamo organizzato, a Roma, un conve-gno specifico sulle norme di sicurezza deilavoratori della manutenzione infrastrut-ture. Tanto forte, a nostro parere, era lanecessità di mettere a fuoco i motivi deitroppi incidenti, mortali e non, che si sonoverificati negli ultimi anni. Era nostra in-tenzione fare un focus sulla situazioneanche per avanzare delle proposte per ar-ginare il drammatico fenomeno dei mortie dei feriti lungo i binari della nostra reteferroviaria.

Da quell’assise siamo usciti rinfrancati,vista anche la disponibilità di Rfi ad atti-vare uno specifico confronto. L’illustra-zione delle innovazioni tecnologiche, daparte di Rfi, la disponibilità a perseguireuna più stretta collaborazione con la no-stra Federazione e la Filca (la federazioneche associa i lavoratori edili per la Cisl), ciaveva fatto ben sperare per un prossimosuperamento delle criticità ancora pre-senti nel mondo della manutenzione suibinari e degli appalti ferroviari.

Purtroppo siamo stati smentiti dai fatti.Dal 15 luglio a oggi dobbiamo mettere inconto altri due incidenti mortali, che si ag-giungono ai 33 degli ultimi sei anni. L’ul-timo episodio mortale è avvenuto il 1°settembre 2010 a Capitello (Sa), sulla lineaSapri-Policastro che è costato la vita al col-lega Fortunato Calvino e il grave ferimentodel collega Armando Ignacchiti.Unitariamente alle altre organizzazioni sin-dacali, oltre a esprimere il nostro profondocordoglio ai familiari, ci siamo subito atti-vati per richiedere l’attivazione di uno spe-cifico confronto.

Si è deciso di dar vita a un’iniziativa forte,che coinvolgesse i lavoratori, per cercaredi mettere un freno al fenomeno. Ab-biamo così proposto di far sospendere, peruna settimana, l’attività di tutti i cantierinotturni adibiti alla manutenzione delle in-frastrutture. Con questa iniziativa il cui slo-gan era ”Fermiamoci a riflettere” si èvoluto mettere in atto una pausa di rifles-sione su quanto di tragico sta continua-mente accadendo. Quello che è accadutodopo, che brevemente di seguito riepilo-ghiamo, ci fa sorgere molti dubbi sullareale volontà di collaborazione pubblica-mente espressa dai vertici di Rfi in occa-sione del nostro convegno del luglioscorso.Solo il 7 settembre ci è pervenuta la letteradi convocazione del tavolo con Rfi su “si-curezza sul lavoro in attività di manuten-zione infrastrutture”, ma in calce vi eraanche una presa di posizione, di Rfi, da cuisi evinceva il tentativo di delegittimarel’iniziativa “Fermiamoci a riflettere”.

La risposta sindacale è stata immediata,con la confutazione nel merito di quantosostenuto da Rfi per bloccare la sospen-sione delle attività notturne e l’invito anon peggiorare il già deteriorato clima or-ganizzativo.

Il giorno fissato per la riunione i vertici delGruppo Fs e di Rfi non si sono presentati.La riunione si è tenuta lo stesso, ma si ètradotta in una sommaria ricostruzionedegli eventi che hanno portato all’infortu-nio mortale di Capitello, a cui è seguitauna rapida illustrazione delle innovazionitecnologiche, in tema di protezione can-tieri, che Rfi intende sperimentare.

Dobbiamo prendere atto, con amarezza,nel registrare l’assenza al tavolo di con-

fronto dei vertici di Fs e di Rfi. Gli stru-menti tecnologici che Rfi intende speri-mentare non ci convinconocompletamente in quanto permangonodubbi sulla loro reale efficacia in determi-nate situazioni. A ciò si deve aggiungerel’incertezza sui loro tempi di applicazione.Non abbiamo ancora percepito un verocambio di impostazione, da parte di Rfi,per quanto riguarda le modalità di analisidegli incidenti. Permangono delle lacuno-sità nei sistemi di indagine a cui va som-mata la mancanza delle risorse destinatead affrontare queste emergenze.Per noi rimane una priorità l’apertura di unconfronto serio che abbia come oggetto laverifica degli organici, dell’organizzazionedel lavoro, dell’effettiva formazione dei la-voratori.

Come sindacato stiamo facendo la nostraparte con l’iniziativa “Fermiamoci a riflet-tere” che non vuole essere uno sloganvuoto, ma un modo per coinvolgere i fer-rovieri e i lavoratori degli appalti a indivi-duare utili accorgimenti per migliorare lasicurezza di chi opera sui binari. Non ser-vono nuove regole, in qualche caso vannorivisitate per renderle più aderenti all’at-tuale situazione di circolazione ferroviaria,ma serve rifiutarsi di operare in deroga allenorme, respingendo le pressioni dei supe-riori.

Per noi la vita umana è un valore inestima-bile. Forti di questo convincimento ci au-guriamo che una nutrita partecipazioneall’iniziativa di sospensione dei cantierinotturni sostenga questa idea nel rispettodi coloro che sono deceduti e in segno disolidarietà e cordoglio nei confronti dei fa-migliari delle vittime, e faccia cambiare at-teggiamento ai vertici del Gruppo Fs e diRfi.

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Sicurezza sul lavoro in Rfi, Sicurezza sul lavoro in Rfi,

fermiamoci a rifletterefermiamoci a riflettere

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Claudio Capozucca *

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Della serie “non si finisce mai d’imparare”. Il caos che regna datempo in azienda ha portato i lavoratori alla rassegnazione, disil-lusione e amarezza. Rassegnazione per la progressiva destruttu-

razione delle Ferrovie, per l’impoverimento e l’abbandono ditutte le attività ferroviarie, per il mancato giusto riconoscimentodel lavoro svolto e della professionalità espressa. Disillusione

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La nuova strategia di Fs? La nuova strategia di Fs?

All’attacco dei lavoratoriAll’attacco dei lavoratori

Dalla segreteria regionale Fit del Veneto riceviamo una lettera aperta, redatta dal segretario

regionale responsabile Claudio Capozucca, indirizzata a tutti i ferrovieri di quella regione, in cui

si riporta la percezione della situazione delle società del Gruppo Fs dal punto di vista di coloro

che quotidianamente stanno sui treni, calpestano la massicciata, ovvero mandano le mandano

avanti. I contenuti sono sicuramente estensibili a tutto il resto del territorio nazionale, per que-

sto la pubblichiamo nella sua interezza.

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sulle possibilità di invertire la rotta, sull’opportunità di ritrovarela fiducia di lavorare per un’azienda normale che guardi avantiallo sviluppo e al futuro e non alla chiusura e all’abbandono; di-sillusione anche nei confronti di un sindacato, ultimo baluardodi difesa, che però viene percepito dai lavoratori come assediato,chiuso nell’angolo, che annaspa e fa sempre più fatica a ricom-porre i pezzi di un puzzle sfasciato. Amarezza per un lavoro quo-tidiano sempre più gravoso e avvilente, confuso, sempre menoorganizzato con regole e procedure. Ti senti lasciato solo e opericon la paura che, nel caso in cui ti capitino “normali” inconve-nienti d’esercizio, potresti essere “punito in maniera esemplare”,da un’azienda alla continua ricerca dei “capri espiatori”.Prima di tornare all’argomento che mi sta più a cuore, consenti-temi una piccola escursione sullo stato delle cose “ferroviarie”nella nostra regione, e non me ne vogliano gli amici ferrovieri diFerservizi, settore uffici in genere, Italferr, Protezione aziendale:per ragioni di spazio tralascio, pur conoscendo perfettamente“tutte” le loro angosce.

Ferrovie e ferrovieri nel Veneto

Cargo

Nord-Est! Ex locomotiva dello sviluppo economico del Paese, cro-cevia strategico di corridoi internazionali, placidamente adagiatoa valle dei transiti di confine più redditizi e con immensi marginidi sviluppo.Con queste premesse, direte voi, Cargo punta sul Nord-Est perun rilancio dell’intera Divisione.Eppure la strategia dei dirigenti ha permesso di raggiungere que-sti risultati:

• COT di Mestre: chiuso;• Cervignano: cattedrale nel deserto da abbandonare;• Padova Interporto: ai minimi storici;• Quadrante Europa: unico in forte attivo, ma già saturo e con-

segnato in “regalo” ad altre imprese di trasporto concorrenti, in continuo sviluppo e che accolgono a braccia aperte ancheferrovieri di rara qualità organizzativa scartati da Cargo;

• Verona Scalo: più di 100 binari che hanno visto transitare mi-lioni di tonnellate di merci di tutti i tipi: sembra un deserto.Da 5 zone di manovra ad una sola squadra, senza nessuntreno di notte ( ma le merci non hanno sempre viaggiato dinotte?) e nell’attesa di essere ceduto al Comune per le sueesigenze economico-immobiliari.

Per non citare le decine di impianti produttivi della regione,ormai all’abbandono (P.Vescovo, Domegliara, Vicenza, Treviso)che se utilizzati e saturati con efficienza e competenza organiz-zativa, non solo si autofinanzierebbero, ma potrebbero esserefonte di ricavi per l’Azienda e per l’indotto complessivo del ter-ritorio.

Non entro nel “leit motiv” caro al nostro amministratore delegatoche ripete : «Non facciamo beneficienza , se un servizio nonrende lo chiudo».Non tiro in ballo neanche la politica (ormai nella Padania venetadi verde resta solo la speranza), mi fermo solo alle ricadute sullavoro e sui lavoratori.Ma se la scelta è di chiudere cosa ne sarà del sopravvissuto Cotdi Verona, dopo la chiusura di quello di Mestre?Cosa ne sarà dei macchinisti Cargo, dei Formatori, Verificatori,Addetti Partenza Treno e del Commerciale? Tutti al Trasporto Re-gionale? No, grazie, già saturo. Tutti nel famoso “Fondo”? No gra-zie, troppo giovani.Allora, forse qualcuno deciderà di andare a Rtc, Serfer, Tx-Logistic.Forse a Sistemi Territoriali o Ntv? Può darsi, ma con quale con-tratto, quale normativa, quale salario?

Questa cosa non interessa ai nostri manager , la definiscono sem-plicemente una “cosa sindacale”. Le ricadute occupazionali inte-ressano solo Stato e Sindacato, nella speranza che la collettivitàsi sobbarchi i costi degli esuberi causati dalle loro politiche azien-dali.Loro devono onorare e rispettare l’unico Dio che gli hanno fattoconoscere : il pareggio di Bilancio. Di questo passo, se continue-ranno così, ce la faranno applicando la formula: zero treni= zeroferrovieri = zero perdite.Resterà il solo problema della loro ricollocazione, ma per questonon c’è problema, basterà trovare un’altra azienda che cerchiqualcuno che abbia le certificate competenze per farla chiudere.

Trasporto Regionale Veneto

Evitando di parlare di un rinnovo del Contratto di Servizio (il fa-moso 6 più 6) ancora da chiudere con la Regione e sul qualestiamo assumendo una serie di pressanti iniziative unitarie, mi li-mito solo a considerare come i nostri dirigenti regionali stannogestendo l’attuale produzione ed il personale della Dtr Veneto.

A parità di livelli di produzione: non si assume più, le biglietteriesi chiudono, i treni si fermano per mancanza di uomini e mezzi.Stendo un velo pietoso sull’utilizzo “improprio” del lavoro stra-ordinario (non a caso si chiama: straordinario). Si eliminano dagliImpianti sul Territorio, da un giorno all’altro e senza contratta-zione sindacale, figure professionali che garantivano un’ottimaleed efficiente gestione del servizio e del personale, nonché rego-larità e sicurezza del trasporto;

La cosa assurda che ci viene detta è che se non diventiamo”piùflessibili”, sarà colpa nostra “se non si rinnoverà il contratto di ser-vizio”. In realtà state gestendo a colpi di atti unilaterali da anniquest’azienda. Da soli aprite nuove strutture, ne chiudete dellealtre, utilizzate il personale “ai limiti normativi”, abusate del la-voro straordinario, ogni tre mesi (forse per tenerci impegnati conle carte) partorite nuovi modelli organizzativi e strategici.

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Addirittura lo”stato di gravidanza” di alcune nostre giovani colle-ghe del “bordo” , viene definito un “fatto inaspettato ed eccezio-nale” che comporta forti criticità.

La gravidanza di giovani donne innamorate e in età fertile non è“un caso eccezionale” o uno “stato di calamità”, ma una lieta no-vella, tutelata per legge, che noi ci auguriamo si rinnovi con il rin-novarsi delle primavere. Sarebbe caso eccezionale e patologicoil contrario, visto le decine di giovani ragazze assunte negli ultimianni.È vero, ma per altri motivi socio economici, che di questi tempiper decidere di avere un figlio ci vuole coraggio ed è quasi unlusso, ma definire la gravidanza uno “stato di crisi” mi sembraeccessivo, denota scarsa preveggenza e capacità organizzativa emi richiama alla mente oscuri provvedimenti legislativi sull’argo-mento, messi in atto da altri popoli, figli di altre culture demo-cratiche (Cina docet ).

Officine Grandi Riparazioni di Vicenza e Verona

Nel corso degli ultimi anni, la scelta sindacale della flessibilità daattuare all’interno dell’Ogr di Vicenza è risultata premiante e vin-cente e, almeno per i prossimi anni, ha messo al riparo i lavoratoridi questa importante realtà produttiva da rischi di ridimensiona-mento o chiusura.Anzi per qualità e volumi delle lavorazioni eseguite nel sito vicen-

tino (si fa manutenzione sul top dell’offertacommerciale Fs), lo stabilimento, vistianche i prossimi carichi di lavoro, merite-rebbe urgenti progetti di immissione dinuova forza lavoro (una volta dette assun-zioni).

Senza dimenticarsi di accompagnare que-sto percorso, dando i giusti riconoscimentiprofessionali a tutti quei lavoratori direttie indiretti che, in questi anni, hanno sem-pre dato elevati livelli di produttività tra-mite la flessibilità, che significa in parolepovere, la disponibilità a rinunciare a qual-cosa della propria vita privata per favorirel’interesse economico-aziendale.

Sul versante della Grande Officina Vero-nese, per scelte anche sindacali, forsemiopi e troppo conservative rispetto al-l’universo che cambia, ritengo in tutta one-stà che abbiamo perso nel passato molteopportunità.

Purtroppo, i binari non si possono spo-stare, ma il materiale rotabile sì (come leauto di Pomigliano o Mirafiori).

È triste pensare alle condizioni attuali di questo sito che, per qua-lità e quantità di lavoro, fino a qualche anno fa era ai vertici dellaproduttività aziendale nazionale.

Nonostante la vastità e la potenzialità infrastrutturale dell’im-pianto e la professionalità dei lavoratori, l’attuale situazione, purcon un rallentamento del declino negli ultimi mesi, non lascia an-cora intravedere un quadro di lavoro certo, strutturato e dura-turo.

Senza contare che, obiettivo primario della Fit Cisl, resta sempreil rientro, nel più breve tempo possibile, di quei 40 lavoratoridell’Omc di Verona, da mesi collocati unilateralmente dal-l’azienda in mobilità forzata presso l’Omc di Vicenza.

RFI

«Fortunato te che sei di Rfi»: questa è una delle frasi ricorrentiche echeggiano sotto le pensiline ferroviarie. E forse, rispetto alquadro generale, ha un fondo di verità, anche se questa bene-detta riorganizzazione di Rfi, attesa da anni, sembra ancora es-sere più un braccio di ferro tra diverse cordate dirigenzialiromane, che un vero tentativo di “organizzare meglio il lavoro”;con il risultato di rallentare l’implementazione dei nuovi modelliorganizzativi e di inceppare il meccanismo sui tre cicli produttividella società: manutenzione, circolazione e manovra.

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Ancor oggi, infatti, risultano poco chiari i compiti, i ruoli, le re-sponsabilità e le quantità di personale assegnato alle tre strut-ture: Dtp, Coer e Po. Senza contare le evidenti criticità derivantida un’inspiegabile e confusa “ripartizione” nei tre nuovi conte-nitori, del personale e delle funzioni dell’ex mondo della circola-zione, prima dipendenti dalle ex Dcm.

Mi sorgono spontanee alcune domande per i responsabili dellaSocietà : potete cortesemente dirmi quanto costa sul mercatogarantire la sicurezza e la puntualità dei treni o qual è il prezzofinale della loro sostenibilità economica? Avete un parametrooggettivo minimo, concreto e misurabile da presentare? Almenoin questo caso, possiamo trattare insieme liberamente, senza di-squisire ossessivamente di risparmi e di costi?

Lo so cosa si pensa in azienda: quando il sindacato è alle corde,usa il tema della sicurezza in maniera demagogica e senza veriargomenti.

È ora di fermarci un attimo finché siamo in tempo, tirare unlungo respiro, guardarci indietro per poi guardare avanti senzal’attuale affanno quotidiano. Dopo la “cura intensiva”, è ora in-dispensabile ridare fiato e significato al lavoro e regole al funzio-namento di quest’azienda.

Paradossalmente, mentre un’impresa di Trasporto non delGruppo Fs come Rail Traction Company, che cominciò anni facon sgangherati contratti individuali e normative raffazzonatequa e là, sta chiedendo al Sindacato di trovare insieme un con-tratto che unisca e normative concordate, allo stesso tempo laschizofrenia di Fs sta dilapidando quel tanto di buono costruitoda generazioni di uomini e donne, lavoratori e sindacalisti, diri-genti e quadri, che hanno fatto la storia delle ferrovie in Italia.

Perché questo non accada, per iniziare a entrare nel merito verodel lavoro senza polemiche o rancori, possiamo stabilire insiemeche economizzare o flessibilizzare oltre il lecito talune attività/fi-gure professionali che incidono in maniera preponderante su si-curezza e regolarità, risulta quantomeno inopportuno esconveniente, se non potenzialmente pericoloso?

La tecnologia di norma aiuta, alza i livelli di sicurezza e fa rispar-miare, ma purtroppo molto spesso si guasta e non funziona sem-pre come progettato e programmato “sulla carta”.Economizzare in questi casi è una forma di risparmio sbagliata,che anzi, quasi sempre, si dimostra un costo aggiuntivo. Sarebbecome se un azienda in crisi economica decidesse di eliminare ilguardiano notturno di una fabbrica, o se una banca facesse ameno della sua guardia giurata fuori dalla porta.

Probabilmente (e fortunatamente), questi lavoratori utilizzanola propria funzione in maniera concreta ed operativa solo in rare

occasioni, ma se non ci fossero più, anche solo come deterrential fatto, basterebbe una singola rapina per provocare, in un unicoepisodio, molti più danni all’Impresa di quanti ne faccia il paga-mento del loro stipendio. Vale la pena rischiare? Il buonsenso di-rebbe di no.E allora, ad esempio, perché togliere tutti i dirigenti Movimentoda posti di servizio e stazioni, risparmiare fino all’osso sui turniDco e scegliere di organizzare il lavoro con turnazioni che nonprevedono le scorte?Perché fare uscire su guasti della Rete o degli apparati, anche not-turni, squadre ridotte all’osso di lavoratori della Manutenzione,senza prevedere le giuste quantità di operai, tecnici e capi tecnici?Per risparmiare sulla reperibilità o altro?Concordo pienamente con la mission di Rfi: il gestore della Rete«deve mettere l’infrastruttura ferroviaria a disposizione delle Im-prese di Trasporto, garantendo sicurezza e regolarità al minorcosto possibile». Bene, concordiamo e determiniamo insieme “ilminimo sindacale” che garantisca quanto affermato, nel rispettodi norme contrattuali, regolamenti e leggi vigenti.

Se riusciremo a far questo (senza trucco e senza inganno), sonosicuro che a fine percorso, l’obiettivo primario nel Veneto per Rfisaranno le assunzioni (o, se non vi piace questo termine in disuso:apporti, nuove immissioni).

Passeggeri

A oggi, è ormai stabilito: Freccia Bianca a Venezia, con tutte leforti criticità e ricadute sui turni (più volte segnalate all’azienda)ancora in atto, nelle distribuzioni di bordo e macchina ancora se-parate.Per il resto attendiamo “i tempi romani” per capire, a microstrut-tura concordata, che ne sarà del “Base di Verona”.È ovvio che le ricadute di una scelta (chiaramente solo politica) odi un’altra, saranno ben diverse e diversi gli effetti sui lavoratori.Speriamo solo che si abbia l’intelligenza di evitare provvedimentiinutili, dispendiosi e gravosi per il personale, quali mobilità for-zata/trasferimenti verso altri territori, a causa di spostamenti diattività contrari a ogni logica sul buon andamento del servizio.

Nel settore Assistenza a Terra, Informazioni e Biglietterie, assi-stiamo a un immotivato e logorante immobilismo aziendale no-nostante scioperi territoriali recenti con adesioni superiori al 90%.Abbiamo già segnalato le forti criticità operative, soprattutto aPadova ma non solo, insistendo sulla necessità di aprire un im-mediato confronto per ridiscutere l’assetto complessivo dellestrutture presenti nella Regione, alla luce dei nuovi, ed in qualchecaso insostenibili, carichi di lavoro.

Tra l’altro ci giunge voce che Ntv sembra che stia acquisendo di-versi fabbricati nelle stazioni del Veneto; proprio a Padova, oltreche Mestre e Venezia S. Lucia, con qualche ventilato interesse fu-turo della Società sulla piazza Veronese.

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Regole, procedure operative e sanzioni disciplinariDopo il quadro sopra esposto, tutt’altro che esaustivo rispettoalla miriade di altre problematiche aperte, voglio tornare sull’ar-gomento vero e di grande attualità, che mi ha spinto a scriverequesta lettera aperta: un clima da caccia alle streghe.

Vista la quantità di contestazioni e provvedimenti disciplinaridegli ultimi tempi e lungi da me l’entrare nel merito della legitti-mità o meno degli stessi, mi pongo solo alcune domande: i fer-rovieri sono improvvisamente diventati tutti incompetenti nellosvolgimento del proprio lavoro? I ferrovieri sono diventati cosìfurfanti da sbagliare per dolo? I ferrovieri si sono improvvisa-mente trasformati tutti in criminali da perseguire?

Fermo restando che, in ogni realtà, onesti e disonesti sono sem-pre esistiti, e che questi ultimi vanno certamente perseguiti confermezza a tutela dei primi e degli interessi aziendali, però le coseche allarmano sono: la quantità dei provvedimenti; il “taglio”delle contestazioni; l’assoluta inutilità a giustificare dopo la con-testazione, in quanto appare palese la decisione di applicare lasanzione predeterminata qualsiasi argomento si porti a propriadiscolpa; il clima “gelido” che si respira in azienda e i commentisottovoce sull’argomento; la totale mancanza di supporto (anchemorale), di tutoraggio e collaborazione dell’azienda.Ma possibile che nessuno si accorga che, la progressiva edenorme riduzione negli anni del numero dei ferrovieri, con bloccodel turn-over, non compensata da pari aumenti di innovazionitecnologiche o da così vistosi cali di produzione, sta portando aun altrettanto progressivo e non sufficientemente analizzato egovernato aumento dei carichi di lavoro, di nuovi compiti, man-sioni e nuove responsabilità?Lungi da me tentativi di demagogia o sciacallaggio sindacale ma,guarda caso, dopo Viareggio è aumentata a livello esponenzialel’attenzione e la pubblicazione di Ordini di servizio e Circolariaziendali, relative alle procedure interne di sicurezza.

Come è possibile che in stazioni ove operano più imprese di Tra-sporto, (anche fuori dal Gruppo), ognuna con la sua organizza-zione, le sue frequenze radio per le operazioni di manovra(diverse dalle nostre), il proprio personale (con le sue norme disvolgimento del servizio), debba essere solo la competenza, pro-fessionalità e soprattutto il “buon senso” (senno e ponderatezza)del dirigente Movimento della Circolazione in servizio a dover ge-stire e coordinare il tutto, ad affrontare tutte quelle situazionid’esercizio che, in taluni casi, potrebbero avere ripercussioni sullasicurezza e sulla regolarità del Servizio?

Siamo sicuri che, con la giusta formazione, la verifica dei nuovicarichi di lavoro, norme precise ed idonei mezzi strumentali, siastato messo nelle condizioni idonee a garantire il buon anda-mento del servizio? Come è possibile che negli Impianti di distri-buzione macchina e bordo di Trenitalia, a causa del taglio operato

in maniera unilaterale dalla Società, in tanti Impianti, di figureoperative di coordinamento indispensabili, si scarichino sul-l’unico operatore presente tutte le criticità legate alla circola-zione treni, all’aggiornamento e conoscenza delle nuovenormative ed alla gestione complessiva del personale? Come èpensabile che in situazioni di “invarianza dei volumi di Produ-zione” ed in assenza di nuovi sistemi tecnologici/informatici sicurie testati sul campo, si possa pensare di governare il Trasportocon metà degli addetti?

So che per qualcuno è difficile da accettare, ma sappiamo tuttiin maniera molto chiara che se l’intero “carrozzone Fs” ancoraregge l’urto, è in larga parte merito di tutti quei ferrovieri checon diligenza e senso del dovere, nonostante siano lasciati sem-pre più soli, gestiscono le migliaia di problematiche che si pre-sentano quotidianamente, pur di garantire treni puntuali per chiviaggia.Dopo i consistenti (e poco mirati) tagli al personale degli ultimianni, con modelli organizzativi che cambiano troppo spesso, inmancanza di rinnovate ed aggiornate procedure operative certeche individuino chiaramente compiti, mansioni e responsabilitàdirette di ogni lavoratore, di ogni ciclo produttivo e di ogni divi-sione aziendale, si continua a “garantire comunque e a ognicosto”, la regolare circolazione dei treni e tutte le attività ad essocollegate.

In special modo è considerato “peccato mortale”, rallentare lacorsa delle Frecce di metallo più o meno pregiato (manca solo laFreccia Nera e la Fiction Ferroviaria è completa), e chi si permettedi farlo, anche per motivi comprensibili, è a rischio di sanzione,di scomunica e di carriera futura.E se tu ferroviere, che operi quotidianamente (talvolta ai confiniregolamentari per non danneggiare la tua azienda; tu che chiedicontinuamente un quadro di regole certe per lavorare in tran-quillità e sicurezza e ti ritrovi sempre i soliti “muri di gomma” in-capaci anche solo di comprendere le tue richieste; se tuferroviere malauguratamente incappi in un inconveniented’esercizio (assai più probabile in certe condizioni operative),cosa ti aspetti dalla tua azienda? Solidarietà? Comprensione?Aiuto?No caro collega, aspettati contestazioni puntigliose (queste sìmolto precise anche nelle procedure), indagini, commissioni d’in-chiesta, interrogatori e provvedimenti disciplinari sempre più pe-santi e onerosi.

E tu capotreno che, con la tua divisa regolamentare, nel rispettodelle normative aziendali e codice etico, con buon senso ed edu-cazione, in un ambiente lavorativo sempre più degradato e peri-coloso, cerchi nonostante tutto quotidianamente di far pagare ilbiglietto del treno a chi non lo paga e porti ogni volta beneficieconomici alla tua azienda, cosa ti aspetti? Un encomio? I com-plimenti del tuo superiore? Sbagliato di nuovo. È sufficiente solo

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qualche reclamo inviato all’azienda “da rispettabili cittadiniutenti non paganti”, per farti diventare un maleducato crimi-nale, che li ha fatti vergognare, uno che non rispetta i clienti, unoche danneggia la sfolgorante immagine dell'azienda. Sei solocontro tutti: la tua parola contro quella del non pagante che haibeccato.

Chissà cosa penserebbe di questi strani atteggiamenti aziendali,quella percentuale di "ingenui cittadini, pendolari e studenti" chehanno ancora la "curiosa" abitudine di pagare regolarmente bi-glietti e abbonamenti per prendere il treno. Forse arriverebberoalla conclusione alla quale sono già arrivati, nei campi più sva-riati, molti italiani: in questo Paese l'onestà e il senso dello statoe delle istituzioni, paga molto meno della "furbizia" (chiamiamolacosì).

Finché scrivo di queste nefandezze, che hanno del grottesco pertutti coloro che hanno vissuto un'altra ferrovia, grida rabbiaanche la mia penna.

Questo è il quadro attuale della strana evoluzione di que-st'azienda e, forse, dell'evoluzione complessiva della società ci-vile. Purtroppo questo è il quadro reale che dobbiamo affrontaree che anche il Sindacato ha il dovere di affrontare. Basta lamen-tarsi e limitarsi ad attendere che i segretari nazionali (poveriamici miei quanto poco vi invidio), giungano ad accordi, che nonsi firmano mai, per grande capacità dilatoria aziendale: intantoil tempo passa e i danni aumentano.

Per il ruolo "pro tempore", affidatomi dai ferrovieri del Venetodi responsabile regionale della Fit-Cisl, sento e soprattutto ho ildovere di denunciare l'assurdità di questo stato di cose.Poco importa lo scarso potere contrattuale decentrato, derivanteda un'Azienda come la nostra che non vuole perdere il poteredecisionale centrale. La Fit-Cisl ed il sottoscritto non possono ac-cettare "omissioni del mandato datoci dai lavoratori” aspettandoin silenzio e sottocoperta che qualcuno, dall'alto, prima o poi cirisolva tutti i problemi mentre tutto si sgretola. Resta ancora il dovere della denuncia consapevole, costruttivama dura e sincera, motivata e decisa, resta il sacrosanto dirittoalmeno di avvertire i colleghi ferrovieri di tutelarsi quando svol-gono le loro mansioni: che siano operai, impiegati o quadri.

Non boicottate il servizio, lavorate per il bene dell'azienda (cheè il nostro bene), ma state molto attenti a non assumervi respon-sabilità individuali che siano al di fuori dei compiti a voi assegnati.

Fate bene attenzione a valutare eventuali servizi che riteniatepossano essere “forzature” di norme, regolamenti e quadro le-gislativo vigente. In caso di dubbio meglio chiedere ordine scrittoo mettersi in contatto con il sindacato.

Se sbagliate per carichi di lavoro esagerati o per situazioni d'eser-cizio che potrebbero non essere chiaramente regolamentate, sap-piate che difficilmente troverete aiuto e comprensione.Quindi, se nonostante la vostra attenzione e lo scrupoloso atte-nersi al rispetto dei regolamenti nello svolgimento delle vostremansioni, vi capiterà di ricevere qualche contestazione al vostrooperato chiedete sempre e senza esitazioni l'assistenza del sin-dacato.

Non fate di testa vostra. Basta un vizio di forma, o una giustifica-zione superficiale e non sarete compresi o perdonati.

Il motto aziendale sembra chiaro “punizioni esemplari per chisbaglia e che siano d'esempio e di monito per tutti gli altri”, senzanessuno sforzo per cercare di capire "il perché" si verificano “in-convenienti d’esercizio”, in questo grande e confuso caos orga-nizzativo, non certo creato dai lavoratori che ne subiscono leconseguenze sul campo.

Chiudo con la speranza di un'inversione di tendenza complessiva,ma nell'attesa invito tutti a segnalarci tempestivamente qualsiasieventuale pressione, richiesta anomala o quant’altro pensiate sianon conforme alle norme contrattuali e regolamentari durante losvolgimento del vostro lavoro.Non isolatevi: è quello che vogliono. Indebolire voi per margina-lizzare definitivamente l'azione sindacale per avere mano liberasulla gestione totale dei lavoratori. Da soli ci si sente più deboli esi è disposti a compromessi ingiusti anche quando sapete di es-sere dalla parte della ragione. Non accettiamo questo stato dicose e non pensiamo che è una battaglia persa; l'unione fa laforza.Parlate con i colleghi , fate gruppo su interessi comuni e collettivie santo Dio, perdete un po’ del vostro tempo per frequentare conpiù fiducia le vostre sedi sindacali, finché ce le lasciano aperte.Fino all'ultimo diritto da salvare noi ci siamo e non ci arrendiamo,ma abbiamo bisogno di voi, della vostra fiducia e soprattutto dellavostra voglia di non rassegnarsi a un destino che possiamo ancoramodificare.

(* Segretario Regionale Fit Veneto)

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L’Ufficio di Coordinamento dell’area con-trattuale trasporto ferroviario e servizi del-l’Emilia-Romagna ha voluto coinvolgere igiovani lavoratori che operano all’internodelle officine regionali della manutenzionedei rotabili (Omc e Imc-Oml e Omv Bolo-gna-Rimini) con una iniziativa apposita-mente dedicata ad approfondire leprospettive e i problemi della manuten-zione ciclica e corrente di Trenitalia.La giornata di approfondimento si è apertacon l’introduzione di Aldo Cosenza, coor-dinatore dell’area trasporto ferroviario eservizi. Dopo aver fatto una sintesi dell’an-damento del confronto sul contratto dellamobilità, Cosenza ha esposto le difficoltàcon cui si devono confrontare le due di-verse realtà della manutenzione in Emilia-Romagna, sottolineando la gravitàdell’annunciata scelta di Trenitalia di chiu-dere l’officina Omc di Bologna entro il 31dicembre 2013, nonché le pesanti riper-cussioni sui lavoratori a seguito dell’unila-terale modifica dell’orario di lavoro volutadalla Direzione Regionale negli impiantiOml e Omv.Dopo l’introduzione di Cosenza, è stata lavolta di Manola Cavallaro, dell’ufficio di co-ordinamento dell’area contrattuale tra-sporto ferroviario e servizi, che ha fattoun’esposizione dettagliata sulle attivitàmanutentive delle officine dell’Emilia-Ro-magna nonché un riassunto sull’anda-mento delle trattative territoriali cheriguardano la manutenzione. Cavallaro haricordato i contenuti dell’accordo nazio-nale del 15 maggio 2009 in cui sono statepreviste delle internalizzazioni di lavora-zioni oltre ad apporti di personale per sod-disfare le esigenze manutentive in regione.A oggi entrambe le previsioni sono statedisattese.

La parola è poi passata ad alcune dellepersone presenti che hanno espresso per-plessità sulle scelte sia strategiche che tat-tiche dell’azienda: secondo loro gettanoun profondo senso di incertezza sul futurodegli impianti e dei lavoratori. Non sonomancati interventi che hanno stigmatiz-zato le continue azioni unilaterali da parteaziendale che rendono sempre più pe-sante il clima all’interno degli impianti. Ilavoratori, inoltre, hanno segnalato uncalo dell’attenzione su salute e sicurezzanei luoghi di lavoro.A Bruno Mancinelli, neocomponente l’uffi-cio di coordinamento nazionale dell’areacontrattuale trasporto ferroviario e servizi,è toccato trarre le conclusioni. Mancinelliha ribadito le posizioni della segreteria na-zionale sottolineando la richiesta di uncambio di passo dell’azienda in questo set-tore cruciale per il trasporto ferroviario.

Ha poi tracciato un quadro complessivosulla manutenzione rotabili di Trenitalia fa-cendo presente che la struttura nazionaleè costantemente impegnata a far rispet-tare i contenuti dell’accordo del 15 maggio2009 a partire dalle reinternalizzazionidelle lavorazioni. Non solo reinternalizza-zioni ma anche assunzioni e percorsi dicarriera sono tra i principali argomenti discontro con le Fs che hanno portato allaproclamazione del primo sciopero di ottoore tenutosi il 9 luglio.

Infine Mancinelli, dopo aver ribadito l’im-portanza della cultura della sicurezza edella sua diffusione, ha incitato i lavoratoria non tacere situazioni e circostanze di pe-ricolo e a “utilizzare” al meglio il ruolo dirappresentanza degli Rls.

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Emilia-Romagna: Emilia-Romagna:

i giovani si confrontano i giovani si confrontano

sulla manutenzione rotabilisulla manutenzione rotabili

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La Fit Cisl Toscana è fortemente preoccupata del nuovo stallo chesi è creato fra il Gruppo FS - Società RFI- e alcune ditte costruttrici,riguardo alla definitiva messa in funzione del nuovo Centro Spe-rimentale Osmannoro per la sperimentazione del materiale ro-tabile.Ci riferiamo in primis al forte contenzioso fra l’impresa, all’avan-guardia a livello internazionale nella realizzazioni di banchi prova,che ha l’incarico di realizzare l’attrezzaggio del capannone conapparecchiature meccaniche - elettroniche ed Rfi. Infatti rispettoalla progettazione esecutiva, la progettazione di dettaglio hacomportato l’utilizzo di materiali non commerciali, in quanto ap-parecchiature uniche nel loro genere, con maggiorazione deicosti per circa 8 milioni di euro. La risposta di Rfi è stata quelladi bloccare il completamento dell’istallazione di molti banchi, do-podiché si vedrà. Il secondo caso, riguarda il contenzioso fra laditta incaricata di eseguire le opere murarie, e sempre Rfi. Anchein questo caso, per alcuni edifici, sono stati eseguiti alcuni lavorinon previsti nel capitolato; soprattutto non era stato preventivatolo smaltimento delle terre di risulta con un costo complessivo daevadere di circa 9 milioni di euro. In questo contesto, dopo avergià speso circa 80 milioni di euro ed essere ad un passo dalla rea-lizzazione dell’opera unica in tutta l’Europa occidentale, si troval’appiglio della crisi per non affrontare le ultime spese e si prefe-risce mandare tutto a carte quarantotto. Il nuovo Centro di Sperimentazione Osmannoro (Cso) è stato rea-lizzato con una camera anecoica, circa 40 banchi laboratorio perl’ingegneria e qualità del software, banchi prova per componentie assiemi, sia elettronici, meccanici e per sistemi frenanti, labo-ratori di metrologia, oltre ad apparecchiature ed un banco a rulliper locomotive per le prove dinamiche fino a 400 km/h e di com-patibilità elettromagnetica delle locomotive. Sono previsti al-meno 150 posti di lavoro di elevata qualità tecnica eprofessionale per operai, diplomati e laureati nel settore della ri-cerca e sperimentazione di materiali nuovi e dell’ingegneria fer-roviaria. In particolare pensiamo alla vicina società Breda diPistoia che potrebbe trarre delle sinergie utili allo sviluppo indu-striale ed occupazionale per il territorio toscano in generale.Il problema dei problemi, oltre a quello di cui sopra, consistenell'individuare chi alla fine colluderà complessivamente il centrodi sperimentazione; la palla sembra sia in mano alla società RFI -Istituto Sperimentale di Roma- con la collaborazione della so-cietà Italcertifer; quest'ultima, a sua volta ha chiamato in causail Politecnico di Milano il quale ha chiesto minimo un anno ditempo avvalendosi inoltre di preziose collaborazioni di varie Fon-dazioni. Per quanto ci riguarda dobbiamo sgombrare il campo

che il collaudo sia un' impresa titanica, ma anzi dovrebbe esserela fase più interessante sia dal punto di vista specifico che di co-noscenze, sempreché si voglia accorciare i tempi e ottimizzare lespese, partendo dall' utilizzazione delle risorse interne al gruppoFS. Dopodiché è necessario che il nuovo Cso diventi un soggettopubblico (anche con una partecipazione Istituzionale) autorevoleed autonomo, strettamente collegato con gli impianti di manu-tenzione dei rotabili sia corrente che ciclica, con l'università, conle società di certificazione e con l'Agenzia per la Sicurezza Ferro-viaria e anche con l'industria privata per dar vita ad un polo Eu-ropeo dove con le esperienze maturate si riesca ad essere unpunto di eccellenza in campo internazionale. Non c'è più tempo da perdere. È necessario che le Istituzioni, apartire dal Sindaco di Firenze, dal Presidente della Provincia di Fi-renze e soprattutto dal Presidente della Regione Toscana creinouna forte sinergia e pressione sia sul Ministero dei Trasporti che,in particolare, sull'A.D. delle Ferrovie. Questa è l’occasione perpretendere il rispetto di tutti gli accordi con le ferrovie a partiredalla conferenza dei servizi del marzo 1999 e seguenti accordicollegati al "Nodo di Firenze" compreso il collegamento Velocefra la nuova stazione Av e S. Maria Novella, fino al completa-mento e messa in funzione del CDS. Specialmente in questo mo-mento di crisi bisogna rilanciare sia l’occupazione nelle ferrovieche sviluppare l’indotto e l’industria privata per creare opportu-nità e futuro al nostro territorio. Non siamo più disponibili adaspettare, questo è il momento delle scelte irreversibili sia per Fi-renze che per la Toscana.

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Centro sperimentale Osmannoro,Centro sperimentale Osmannoro,

trattative in stallotrattative in stallo

Osvaldo Marinig

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Il primo a mettere le mani sulle pensioni fu Giuliano Amato nel1992. A seguire, due anni dopo, ci provò Berlusconi che peròtrovò un muro di oltre un milione di persone in piazza a dire noal suo progetto. La protesta riuscì e lui dovette dimettersi. L’annodopo il “tecnico” Dini fece approvare la famosa riforma che in-troduceva il sistema contributivo per i più giovani e i coefficientidi trasformazione per il calcolo della pensione legando il suo am-montare all’effettiva permanenza al lavoro con un sistema chepremia chi “sta di più al lavoro”. Poi toccò a Prodi dare un’ulte-riore stretta al sistema. Successivamente ci provò Maroni che in-trodusse i famosi gradoni, smontati successivamente dallariforma Damiano e dall’accordo con il sindacato. Dopo 18 anni lamusica non è cambiata. L’occasione della crisi internazionale hafatto sì che con la manovra correttiva alla finanziaria 2010 si in-troducesse una nuova riforma delle pensioni, che ha inorgoglitoil Ministro Tremonti.Da questo breve excursus è facile comprendere che indipenden-temente dal colore politico dei governi, alla fine le pensioni sonoquelle che vengono toccate sempre e comunque. Ciò che indi-spettisce è che in questo Paese non si ha il coraggio di dire le cosein modo chiaro. Infatti, su vicende analoghe, in Germania il Go-verno ha avuto il coraggio di aumentare l’età pensionabile da 65a 67 anni e di dirlo ai propri cittadini senza perifrasi, eufemismio giri di parole. In Francia è tutt’ora in corso un aspro confrontosulla riforma delle pensioni. In Grecia dove è accaduto il pande-monio, la riforma delle pensioni è paragonabile a quella fatta daDini nel 1995. Da noi, dove è stato fatto di peggio, il messaggioveicolato dai mass media è che la riforma porterà con sé il van-taggio di avere una finestra di uscita “personalizzata” (viva l’in-dividualismo ndr) e il sacrificio richiesto sarà minimo: rimanereal lavoro per ulteriori 9 mesi, che diventano 12 per i lavoratori

autonomi. Non è stata fatta molta pubblicità al fatto che i mesidi lavoro in più si incrementeranno automaticamente dal 2015con cadenza triennale. E’ passato quasi inosservato che gli im-porti delle pensioni saranno oggetto di revisione al ribasso, inquanto anche i coefficienti di trasformazione che servono percalcolarla verranno adeguati all’aspettativa di vita. Il tutto sarà acura del governo che lo farà autonomamente senza contradditto-rio (quello che però si pretende nelle trasmissioni televisive).Nessuno ha messo in evidenza che se l’aspettativa di vita dovessediminuire non si tornerà indietro nel ricalcolo. Pochi sanno chequesta riforma ci porta ai primi posti in Europa per la sostenibilitàdel sistema pensionistico, come conferma il libro verde della Ue.Tutto a posto, allora? Non proprio, per completare l’opera mancaancora l’adeguamento degli anni di contribuzione all’aspettativadi vita: non basteranno più i 40 anni di contributi, così come pro-nosticato dallo stesso Ministro Tremonti. Manca ancora l’innal-zamento dell’età pensionabile per le donne del settore privatoda 60 a 65 così come accaduto per il settore pubblico; dopodichénon rimarrà che una soluzione: non pagarle proprio, visto checon l’attuale riforma nell’arco dei prossimi 20 anni non baste-ranno 70 anni di età per avere uno straccio di pensione. Ma que-sto lo scopriremo nei prossimi anni in funzione di come andràl’economia e lo sviluppo del Paese. Infatti il problema non sonole pensioni ma il lavoro. Senza lavoro non si pagano le tasse esenza le tasse non si sostiene il welfare, a partire dagli ammor-tizzatori sociali.

Ma veniamo alla parte tecnica. Con l’ausilio delle schede prepa-rate dalla nostra confederazione ci addentriamo nei provvedi-menti della manovra corredati dai commenti della Cisl e daalcune schede di sintesi.

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La più silenziosa La più silenziosa

delle riforme delle pensionidelle riforme delle pensioni

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Le disposizioni della manovra

Il 29 luglio è stato approvato in via definitivadalla Camera con voto di fiducia il testo del di-segno di legge di conversione, con modifiche,del D.L. n. 78/2010 in materia di stabilizzazionefinanziaria e di competitività economica. Con gli articoli 12 e seguenti infatti, vengonomodificati i requisiti e le modalità di accessoalle prestazioni, nonché le norme sulla ricon-giunzione e i trasferimenti contributivi. Inoltresono confermate le norme sulla rateazione e lamodifica dei trattamenti di fine servizio dei di-pendenti pubblici, la soppressione di numerosienti e i mutamenti per la governante degli entiprevidenziali. La legge entrerà in vigore il giorno successivoalla pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale mavengono fatti salvi gli effetti prodotti dal de-creto legge n. 78/2010 e alcune disposizionihanno espressamente carattere retroattivo.

Art. 7, commi 1-6 - Soppressioni di Enti

Questi commi prevedono la soppressione e l’incorporazione diuna numerosa serie di enti. In particolare spiccano:- la soppressione dell’Ispesl e dell’Ipsema le cui funzioni sono

assorbite dall’Inail che succede in tutti i rapporti attivi e pas-sivi;

- la soppressione dell’Ipost con l’attribuzione delle relative fun-zioni all’Inps che succede in tutti i rapporti attivi e passivi;

- la soppressione dell’Ente nazionale di assistenza magistrale(Enam) e l’attribuzione delle relative funzioni all’Inpdap chesuccede in tutti i rapporti attivi e passivi;

Sulla base delle risultanze dei bilanci di chiusura delle relative ge-stioni alla data di entrata in vigore del presente decreto-legge(ovvero, per l’Enam, alla data di entrata in vigore della legge diconversione del decreto) le risorse strumentali, umane e finan-ziarie degli enti soppressi sono trasferite con decreti del Ministrodel lavoro e delle politiche sociali di concerto con il Ministrodell’economia e delle finanze e con il Ministro per la pubblicaamministrazione e l’innovazione, nonché con il Ministro della sa-lute per quanto riguarda l’Ispesl, ovvero con il Ministro dell’Istru-zione, dell’Università e della Ricerca per quanto riguarda l’Enam.Le economie derivanti dalla razionalizzazione e soppressionedegli enti previdenziali sono computate per il raggiungimentodegli obiettivi di risparmio previsti dalla legge 247/2007 art. 1 c.8.Vengono inoltre soppressi:- l’Istituto Affari sociali le cui funzioni sono trasferite all’Isfol;- l’Ente nazionale di assistenza e previdenza per i pittori e scul-

tori, musicisti, scrittori e autori drammatici le cui funzionisono trasferite all’Enpals dove viene istituito un Fondo dedi-cato;

- l’Istituto studi ed analisi economica (Isae) le cui funzioni sonoassegnate al Ministero dell’economia e finanze.

Infine, sono soppressi anche l’Ente italiano Montagna, l’Insean euna serie di enti elencati all’allegato 2 del decreto (elenco ridottorispetto ad una precedente bozza) e le Commissioni mediche diverifica operanti nell’ambito del Ministero dell’economia e dellefinanze ad eccezione di quelle presente nei capoluoghi di regionee nelle provincie a speciale autonomia le quali subentrano nellecompetenze delle commissioni soppresse.

Osservazioni Cisl

Le decisioni relative alla soppressione di Ipost, Ipsema ed Enamsono maturate al di fuori di un disegno complessivo di riordino eriorganizzazione degli enti previdenziali, come era stato invece ri-chiesto e auspicato dall’Avviso comune del 24 giugno 2008 sullariforma degli enti previdenziali e assicurativi. Con il maxiemenda-mento è stato soppresso anche l’Enam che in un primo momentoera rimasto escluso dall’intervento di razionalizzazione ed inte-grazione delle funzioni previdenziali ed assistenziali.

Articolo 7, commi 7-14 – Governance, Enti di Previdenza e Assi-

stenza

Molto incisivo è l’intervento sulla governance degli enti di previ-denza e assistenza. Viene infatti modificato l’art. 3 del dlgs.479/1994 ed eliminato il consiglio di amministrazione. Gli organi degli enti saranno quindi: il presidente, il consiglio diindirizzo e vigilanza, il collegio dei sindaci e il direttore generale.Il presidente subentra in tutte le funzioni del consiglio di ammi-nistrazione mentre non vengono attribuite nuove competenze alconsiglio di indirizzo e vigilanza salvo il fatto che viene acquisital’intesa del consiglio di indirizzo e vigilanza in sede di nomina delpresidente. Infatti, la deliberazione di nomina del Consiglio dei

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Ministri è adottata su proposta del Ministro del lavoro e delle po-litiche sociali, di concerto con il Ministro dell’economia e delle fi-nanze e, contestualmente alla richiesta di parere, si provvede adacquisire l’intesa del consiglio di indirizzo e vigilanza dell’ente chedeve intervenire entro 30 giorni. Decorso infruttuosamente taleperiodo si procede in ogni caso alla nomina del presidente. Con effetto dalla ricostituzione dei consigli di indirizzo e vigilanza,il numero dei componenti è ridotto in misura non inferiore al30%. Analogamente, viene ri-dotto in misura non infe-riore al 30% il numero deicomponenti dei comitatiamministratori delle ge-stioni, dei fondi, dellecasse di previdenza e assi-stenza. Dal 1 luglio 2010 glieventuali gettoni di pre-senza corrisposti ai com-ponenti di tali comitatisono possono superare 30euro a seduta. Sempre dal 1 luglio 2010l’attività istituzionale degliorgani collegiali degli entidi previdenza e assistenzae la partecipazione all’atti-vità istituzionale degli or-gani centrali non da luogoalla corresponsione dialcun emolumento legatoalla presenza.

Le descritte disposizioni si applicano anche al-l’organizzazione e al funzionamento dell’En-pals.

Osservazioni Cisl

La Cisl ha condiviso l’obiettivo di razionaliz-zare e di rendere più efficienti i processi am-ministrativi e gestionali degli entiprevidenziali, anche tramite la soppressionedei Consigli di Amministrazione.

La norma prevede che, ai fini della nomina delpresidente degli enti su deliberazione del Con-siglio dei Ministri, venga preliminarmente ac-quisita l’intesa con i Consigli di indirizzo eVigilanza che deve intervenire nel termine ditrenta giorni dalla richiesta del parere (anchese decorso il termine senza che l’intesa siastata trovata si procede comunque alla no-mina del presidente). In prospettiva vanno

rafforzate ulteriormente e migliorate le funzioni Consigli di indi-rizzo e Vigilanza, anche al fine di bilanciare la concentrazione deipoteri e delle deleghe operative in campo ai Presidenti degli enti.

Articolo 12, commi 1-6 - Nuove finestre pensionistiche

Vengono rimodulate le finestre per accedere alle prestazionipensionistiche dirette e viene introdotto il concetto di “finestramobile” per:

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- la pensione di vecchiaia, - il pensionamento anticipato, - la pensione in totalizzazione, a prescindere dal sistema di calcolo della prestazione (retribu-tivo, contributo, misto).

A) Pensione di vecchiaia

I soggetti che dall’anno 2011 matureranno il diritto all’accesso alpensionamento di vecchiaia a 65 anni per gli uomini, a 60 anniper le donne del settore privato e all’età più elevata prevista perle lavoratrici del pubblico impiego (61 anni nel 2011, 65 anni apartire dal 2012), nonché i soggetti che raggiungano il diritto apensione con le “età previste dagli specifici ordinamenti”avranno diritto alla pensione di vecchiaia:- dopo 12 mesi dalla maturazione dei requisiti se la prestazione

è a carico delle forme di previdenza dei lavoratori dipendenti;- dopo 18 mesi dalla maturazione dei requisiti se la prestazione

è a carico delle forme di previdenza dei lavoratori autonomio della gestione separata (art.1 c. 26 legge 335/1995). Questadecorrenza vale, ovviamente, anche per chi faccia valere con-tribuzione mista (autonoma e dipendente).

In sede di conversione, l’applicazione delle nuove finestre pare,quindi, estesa anche a quei comparti (Forze di polizia, Vigili delFuoco, Forze Armate) che raggiungono il diritto al trattamentopensionistico con requisiti anagrafici diversi rispetto a quelli pre-visti per la generalità dei lavoratori e che, in una recente nota in-terpretativa dell’Inpdap, erano stati esclusi dalla applicazionedelle nuove finestre in virtù dell’originaria formulazione del dl.

78/2010 che indicava, per lepensioni di vecchiaia, precisiriferimenti anagrafici. Analo-gamente riteniamo che lenuove finestre si applichino aquelle professioni che, adesempio nell’ambito dell’iscri-zione all’Enpals, prevedanoetà pensionabili particolari (1).Non è chiaro se il riferimentoalle “età previste dagli specificiordinamenti” intenda anchefar riferimento alle situazioni,previste nell’ambito della Assi-curazione generale obbligato-ria, nelle quali è possibileaccedere alla pensione di vec-chiaia con requisiti inferiori aquelli generalmente previsti,in particolare ci si riferisce allacosiddetta “pensione di vec-chiaia anticipata” che gliiscritti al Fondo pensioni lavo-ratori dipendenti possono ot-tenere se uomini a 60 anni e

donne a 55 in presenza di una invalidità dell’80% e alla presta-zione cui possono accedere, a certe condizioni, i non vedenti, conetà ancora inferiori.

B) Pensionamento anticipato

Per i soggetti che maturano, a decorrere dal 1 gennaio 2011, i re-quisiti alla pensione previsti dall’art. 1 c. 6 della legge 243/2004e successive modificazioni con età inferiori a quelle previste peril pensionamento di vecchiaia, la prestazione è erogata:- dopo 12 mesi dalla maturazione dei requisiti se la prestazione

è a carico delle forme di previdenza dei lavoratori dipendenti;- dopo 18 mesi dalla maturazione dei requisiti se la prestazione

è a carico delle forme di previdenza dei lavoratori autonomio della gestione separata Inps di cui all’art.1 c. 26 legge335/1995. Anche in questo caso tale decorrenza si applica aicasi di contribuzione mista (autonoma e dipendente).

Per i ferrovieri iscritti al Fondo speciale che appartengono ai pro-fili che danno diritto al pensionamento di vecchiaia al raggiungi-mento dei 58 anni di età si applica il nuovo sistema delle finestree quindi andranno in pensione un anno dopo.

Queste finestre valgono, quindi, in tutti i casi di pensionamentoanticipato rispetto all’età pensionabile e cioè quando, dopo il31/12/2010, si maturino:- 40 anni di contribuzione indipendentemente dall’età;- si raggiungano i requisiti previsti dalle cosiddette “quote”.

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Rimane il dubbio se le nuove finestre siano o meno applicabiliper le donne che optano per il sistema contributivo e che pos-sono conservare il requisito di 57 anni di età se dipendenti o 58anni di età se autonome e i 35 di contributi dal momento che ladisposizione non fa diretto riferimento alla norma della legge243/2004 che prevede questa possibilità.

C) Pensione in totalizzazione

E’ modificato l’art. 5 comma 3 dlgs. 42/2006 e introdotta la fine-stra di accesso alla pensione prevista in caso di liquidazione delleprestazioni da parte delle gestioni dei lavoratori autonomi. In sede di conversione è stato precisato che la finestra di 18 mesisi applicherà a coloro che matureranno i requisiti per la pensionediretta in totalizzazione (65 anni e 20 anni di contributi, oppure40 anni indipendentemente dall’età) a decorrere dal 1/1/2011. Ciò significa, quindi, che chi matura i requisiti per la pensione intotalizzazione entro il 31/12/2010 potrà ancora accedere alla pre-stazione dal mese successivo alla domanda dal momento che, inprecedenza, per questo tipo di trattamenti non erano previste fi-nestre mentre chi li matura successivamente il 31/12/2010 dovràattendere 18 mesi prima di ottenere la prestazione.

La pensione ai superstiti decorrerà, invece, dal primo giorno delmese successivo al decesso del dante causa e la pensione di ina-bilità dal primo giorno del mese successivo alla presentazionedella domanda di pensione in regime di totalizzazione.

D) Deroghe. Il decreto prevede alcune importanti deroghe alla

applicazione delle nuove finestre

Comparto scuola e università

Si continua ad applicare l’art. 59 comma 9 legge 449/1997,quindi, in caso di prevista maturazione dei requisiti alla pensioneentro il 31 dicembre dell’anno il trattamento previdenziale de-correrà dalla data di inizio dello stesso anno scolastico o accade-mico.

Lavoratori in preavviso o con titolo abilitante al lavoro

Anche se i requisiti alla pensione verranno raggiunti dopo il31/12/2010 si continueranno ad applicare le finestre previste inprecedenza dal combinato disposto leggi n. 243/2004 e n.247/2007 nei confronti di:- Lavoratori dipendenti che alla data del 30 giugno 2010 ave-

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vano in corso il periodo di preavviso e maturano entro la datadi cessazione del rapporto di lavoro i requisiti di età e di con-tribuzione previsti dalla normativa (si tratta evidentementedi termini di preavviso molto lunghi). Non è precisato sedebba trattarsi di termine previsto dalla contrattazione col-lettiva.

- Lavoratori per i quali, con il raggiungimento del limite di età,decade il titolo abilitante all’attività lavorativa (ad esempioautisti di mezzi pubblici).

10.000 lavoratori in mobilità e beneficiari di fondi di solidarietà

Le norme precedenti si applicheranno, nel limite del numero di10.000 lavoratori, anche se i requisiti al pensionamento sarannomaturati a decorrere dal 1/1/2011 nei confronti di:- lavoratori collocati in mobilità ai sensi dell’art. 4 e 24 legge

223/1991 e successive modifiche in base ad accordi sindacalistipulati prima del 30/4/2010 e che maturino i requisiti entroil periodo di fruizione dell’indennità di mobilità di cui all’art.7 comma 2 legge 223/1991 (mobilità nel Mezzogiorno e zonedisagiate);

- lavoratori collocati in mobilità lunga ai sensi dell’art. 7 cc. 6 e7 legge 223/1991 ss. per effetto di accordi collettivi stipulatientro il 30/4/2010;

- lavoratori che, all’entrata in vigore del decreto legge in com-mento, godano di prestazioni straordinarie a carico dei fondidi solidarietà di settore ai sensi dell’art. 2 c. 28 legge662/1996.

L’Inps procederà al monitoraggio, sulla base della cessazione delrapporto di lavoro, delle domande di pensionamento dei lavora-tori di tali categorie che intendono avvalersi, dal 1/1/2011, delledecorrenze previste dalla normativa previgente. Se dal monito-raggio risulterà raggiunto il numero di 10.000 domande di pen-sione, l’Inps non prenderà in esame ulteriori domande dipensionamento per godere di tale beneficio.

Osservazioni Cisl

Purtroppo, nel maxiemendamento non sono stati inseriti i miglio-ramenti richiesti dalla nostra organizzazione, in materia di dero-ghe per quanto riguarda: l’ampliamento del tetto dei 10.000lavoratori in mobilità derogati dalle nuove finestre, la non appli-

cabilità del tetto ai lavoratori in mobilitàlunga ai sensi dell’art. 7 commi 6 e 7 legge223/1991 che, in virtù della specialitàdella normativa dovrebbero essere dero-gati in via generale dalla applicazionedelle nuove finestre, la deroga per i sog-getti autorizzati ai versamenti volontari.Riteniamo che non aver preso in conside-razione queste sollecitazioni sia un fattoestremamente negativo che aggrava la si-tuazione già difficoltosa di lavoratori perlo più espulsi dal mondo produttivo e incondizioni di grave fragilità economica.Inoltre, l’attuale formulazione della letteraa) del comma 5 art. 12 del provvedimentosembra limitare la deroga ai lavoratori inmobilità nel Mezzogiorno e nelle zone di-sagiate (art. 7 comma 2 legge 223/1991)e non comprendere quindi gli altri lavora-tori in mobilità che accedono alla presta-zione di cui al comma 1 art. 7 legge223/1991. Come è accaduto nel caso diprecedenti interventi normativi di carat-tere analogo (vedi le deroghe previstedalla legge 243/04) cercheremo di far col-mare alcune lacune del provvedimento invia amministrativa, anche se il mancatoaccoglimento delle nostre richieste lasciaaperti numerosi problemi, aggravati dallacongiuntura particolarmente negativadella crisi.

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Evidente è poi l’iniquità dell’applicazione delle indicate decorrenzeper i lavoratori che abbiano raggiunto il requisito a pensione dei40 anni, indipendentemente dall’età e che, per la normativa vi-gente, non possono ottenere un rendimento pensionistico corri-spondente al periodo di versamento contributivo eccedente i 40anni. A carico di questa categoria di lavoratori è stato, di fatto,introdotto un contributo di solidarietà che non condividiamo.

Infine, l’applicazione indifferenziata di finestre così ampie allapensione di vecchiaia determina sin dal 2011, di fatto, un au-mento dell’età pensionabile, che andrà a sommarsi, dal 2015, al-l’innalzamento dei requisiti anagrafici in base alla speranza divita.

Articolo 12, commi 12 bis-12 quater – Variazione requisiti ana-

grafici in relazione alla speranza di vita.

Con questi articoli vengono precisati ed ampliati i contenuti del-l’art. 22-ter comma 2 del dl. 78/2009 convertito con modifichenella legge 102/2009, con il quale è stato introdotto nel nostrosistema previdenziale, a decorrere dal 2015, l’innalzamento deirequisiti anagrafici per l’accesso alla pensione in relazione all’au-mento della speranza di vita calcolata dall’Istat.

A) A quali prestazioni si applica

L’effetto dell’innalzamento dei requisiti anagrafici si produce siasulle pensioni di vecchiaia, sia sulle pensioni di anzianità, calco-late con il sistema retributivo, contributivo o misto. E’ però op-portuno sottolineare che, per quanto riguarda le pensioni dianzianità, il meccanismo ha un impatto solo nel caso di accessoal trattamento con il sistema delle “quote” (età e contributi) enon nel caso di raggiungimento del requisito dei 40 anni (o re-quisiti alternativi diversi previsti per particolari categorie di lavo-ratori come Vigili del fuoco, Polizia, Forze Armate)indipendentemente dall’età (2) . Inoltre, l’innalzamento dei re-quisiti anagrafici in base alla variazione della speranza di vita pro-duce effetti anche sul requisito anagrafico per il diritto all’assegnosociale.

B) A chi si applica

L’innalzamento dei requisiti anagrafici in base alla variazione dellasperanza di vita si applica al sistema dell’Assicurazione GeneraleObbligatoria (Ago), ai regimi previdenziali, compresi i regimiesclusivi e sostitutivi (armonizzati in base all’art. 2 commi 22 e23 legge 335/1995), nonché agli altri regimi e alle gestioni pen-sionistiche per i quali siano previsti, al momento di entrata in vi-gore della manovra finanziaria, requisiti diversi rispetto a quellivigenti nell’Ago, compresi i lavoratori di cui all’art. 78 comma 23legge 388/2000 (lavoratori di miniere, cave, torbiere con attivitàcessata), il personale di cui al dlgs. 195/1995 (Forze di polizia eForze armate) e di cui alla legge 1570/1941 (Vigili del Fuoco),nonché dei rispettivi dirigenti. L’innalzamento dei requisiti ana-grafici, tuttavia, non si applica ai lavoratori per i quali viene meno

il titolo all’abilitazione per lo svolgimento della specifica attivitàlavorativa per raggiungimento dei limiti di età, limitatamente alrequisito per l’accesso alla pensione per limite di età (in sostanzala deroga vale solo per l’accesso alla pensione di vecchiaia e nonper le pensioni si anzianità).

C) Il procedimento

L’Istat, a partire dal 2013, dovrà mettere a disposizione annual-mente, entro il 30 giugno del medesimo anno, il dato inerentela variazione nel triennio precedente della speranza di vita all’etàcorrispondente a 65 anni rispetto alla popolazione residente inItalia. Sulla base di questo dato, i requisiti anagrafici dovrannoessere aggiornati, ogni tre anni, con decreto direttoriale del Mi-nistro dell’Economia e delle Finanze di concerto con il Ministrodel Lavoro e delle Politiche sociali, da emanarsi almeno 12 mesiprima della data di aggiornamento della decorrenza. La mancataemanazione del decreto comporta la sanzione della responsabi-lità erariale.

In sede di prima applicazione, l’incremento non potrà superare itre mesi e, nel caso in cui la speranza di vita diminuisca, comun-que non si procederà all’aggiornamento, il che significa che il re-quisito anagrafico rimarrà costante e non sarà diminuito.

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Le modifiche ai requisiti anagrafici per l’accesso alla pensione inbase alla variazione della speranza di vita del triennio precedentesi produrranno pertanto: - nel 2015;- nel 2019, poiché si prevede un allineamento con la modifica

triennale dei coefficienti di trasformazione del sistema di cal-colo contributivo prevista per quell’anno (in questo caso ildato inerente la variazione è reso disponibile dall’Istat entroil 30/6/2017);

- successivamente ogni tre anni (quindi 2022, 2025, ecc.) pa-rallelamente alla revisione dei coefficienti di trasformazione.

Il procedimento prevede che, in caso di frazione di mese, l’ag-giornamento sia effettuato con arrotondamento al decimale piùprossimo e il risultato in mesi si determini moltiplicando la partedecimale dell’incremento della speranza di vita per dodici conarrotondamento all’unità. Restano, in ogni caso, ferme le finestre sopra descritte, ciò signi-fica che, una volta individuato il requisito anagrafico così comeelevato in base alla sopra descritta procedura, per l’effettivo ac-cesso al trattamento pensionistico bisognerà attendere la decor-renza stabilita dalla finestra mobile di 12 o 18 mesi.

Osservazioni Cisl

Queste norme rappresentano una nuova radicale riforma del si-stema pensionistico italiano anticipata già con l’art. 22 tercomma 2 dl. 78/2009 convertito nella legge 102/2009 ma conquesto provvedimento ulteriormente ampliata. Esprimiamo ingiudizio molto critico sul complesso delle disposizioni poiché se ècomprensibile l’esigenza di intervenire, anche con incisività, nel-l’ambito della previdenza a causa delle profonde modifiche de-mografiche, sociali ed economiche del Paese, come peraltro èstato fatto con interventi fondamentali sin dagli anni Novanta,riteniamo che trasformazioni di tale portata dovrebbero vedereun profondo e costante coinvolgimento delle parti sociali per evi-tare, da un lato, di aggravare ulteriormente il solco tra genera-zioni ormai pesantemente separate dalla applicazione di diversimodelli di mercato del lavoro e di sistemi previdenziali e, dall’al-tro, di rendere il quadro normativo, già estremamente com-plesso, ancora più confuso.

Articolo 12 quinquies – Coefficiente di trasformazione esteso

Viene opportunamente previsto che il coefficiente di trasforma-zione utilizzato per il calcolo del trattamento pensionistico conil sistema contributivo venga adeguato alle età di pensionamentosuperiori a 65 quando, per effetto dell’aumento della speranzadi vita, dal 2015 saranno richiesti requisiti anagrafici superiori.L’estensione del coefficiente si otterrà secondo il meccanismoprevisto dall’art. 1 comma 11 della legge 335/1995 e modificatodall’art. 1 comma 15 legge 247/2007, vale a dire: 1/12 della diffe-renza tra il coefficiente di età immediatamente superiore e il co-efficiente di età inferiore dell’assicurato.

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Osservazioni Cisl

In via generale valutiamo in modo positivo questa norma, tutta-via, il meccanismo di estensione del coefficiente risulta applicarsisolo in presenza dell’innalzamento dei requisiti anagrafici e nonin relazione all’età effettiva di accesso alla pensione che con la fi-nestra mobile è differita di 12 o 18 mesi rispetto alla maturazionedei requisiti e questo aspetto finisce per rendere la disposizionenon del tutto soddisfacente.

Articolo 12, commi 12 sepries-12 undecies – Modifiche alle

norme sulla ricongiunzione dei contributi ed aumento degli

oneri in carico ai richiedenti

Un altro importante capitolo della riforma della previdenza ope-rata con il maxiemendamento del Governo concerne le modifichedelle norme in materia di ricongiunzioni e trasferimenti contri-butivi.

Dal 1 luglio 2010, infatti, le ricongiunzioni di cui all’art. 1 comma1 della legge 29/1979 diventano onerose e si applicano le dispo-sizioni previste dall’art. 2 della citata legge 29/1979 commi 3-5,cioè viene posto a carico del richiedente il 50% della somma ri-sultante dalla differenza tra la riserva matematica, determinatain base alle tabelle di cui all’art. 13 della legge 1338/1962, neces-saria per la copertura assicurativa relativa al periodo utile consi-derato e le somme versate dalla gestione o dalle gestioniassicurative interessate. L’onere da porre a carico dei richiedentiè calcolato in base ai criteri dell’art. 2 commi da 3 a 5 del dlgs.184/1997 a seconda che la pensione debba essere liquidata conil sistema di calcolo retributivo o contributivo. Il provvedimentoriguarda, ad esempio, la ricongiunzione della contribuzione dal-l’Inpdap o dall’Enpals verso l’Inps. Il successivo art. 12 decies modifica poi l’art. 4 comma 1 dellalegge 299/1980 di conversione del dl. 153/1980 stabilendo che,per il calcolo della riserva matematica sopra citata, si applichinoi coefficienti contenuti nelle tabelle di cui all’art. 13 legge1338/1962 come successivamente adeguati in base alla norma-tiva vigente (l’ultimo aggiornamento risale al 2007) mentre finoad oggi, per le ricongiunzioni ai sensi dell’art. 2 legge 29/79 si èfatto riferimento a tabelle risalenti al 1964. Tutto ciò significa,quindi, un notevole aumento degli oneri della ricongiunzione. Diventano onerosi, secondo i meccanismi sopra citati, anche:- i trasferimenti della posizione assicurativa dal Fondo di pre-

videnza per i dipendenti dell’Enel e delle aziende elettricheprivate al Fondo pensioni lavoratori dipendenti e viene abro-gato l’art. 3 comma 14 del dlgs. 562/1996. Continuano peròad applicarsi le previgenti disposizioni per le domande pre-sentate in data anteriore al 1 luglio 2010;

- i trasferimenti della posizione assicurativa dal Fondo di pre-videnza per il personale addetto ai pubblici servizi di telefoniaal Fondo pensioni lavoratori dipendenti ed è abrogato l’art.28 della legge 1450/1956. Viene fatta salva l’applicazione delcitato art. 28 legge 1450/1956 nei casi in cui le condizioni per

avvio e di adesione collettiva dei fondi di previdenza complemen-tare dei dipendenti delle amministrazioni pubbliche.

B) Riduzione Fondo Patronati (Art. 12 terdecies)

Per ciascuno degli esercizi finanziari 2011/2013 gli specifici stan-ziamenti previsti per il finanziamento degli Istituti di Patronatodi cui al comma 1 art. 13 legge 152/2001 sono complessivamentee proporzionalmente ridotti di 30 milioni di euro annui. I risparmiche ne derivano, pari a 30 milioni di euro annui nel triennio2011/2013, concorrono alla compensazione degli effetti deri-vanti dal’aumento contributivo di cui all’art. 1 comma 10 dellalegge 247/2007 al fine di garantire la non applicazione del pre-detto aumento contributivo nella misura prevista.

C) Casellario dell’assistenza (Art. 13 commi 1-5)

Viene istituto presso l’Inps, senza nuovi o maggiori oneri per lafinanza pubblica, il “Casellario dell’assistenza” per la raccolta, laconservazione e la gestione dei dati e dei redditi e delle informa-zioni relative ai soggetti aventi diritto alle prestazioni assisten-ziali. Il Casellario costituisce l’anagrafe generale delle posizioniassistenziali e delle prestazioni condivisa da tutte le amministra-zioni centrali dello Stato, gli enti locali, le organizzazioni no profite gli organismi di previdenza ed assistenza obbligatorie che do-vranno comunicare al Casellario i dati e le informazioni conte-nute nei propri archivi. Con decreto del Ministro del lavoro e delle politiche sociali diconcerto con il Ministro dell’economia e delle finanze verrannodisciplinate le modalità attuative della norma.

D) Redditi rilevanti - modifica art. 35 cc. 8 e ss. legge

14/2009 (Art. 13 comma 6)

Il comma 6 dell’articolo 13 prevede la modifica del comma 8 art.35 dl. 207/2009 convertito nella legge 14/2009 che, in caso diprestazioni legate al reddito, aveva disciplinato in modo uni-forme la rilevanza temporale dei redditi. La modifica prevede:- la soppressione delle parole “il 1° di luglio di ciascun anno ed

ha valore per la corresponsione del relativo trattamento finoal 20 giugno dell’anno successivo”;

- che per le prestazioni collegate al reddito rilevino i redditiconseguiti nello stesso anno per le prestazioni in cui sussistel’obbligo di comunicazione al Casellario centrale dei pensio-nati.

Inoltre, viene introdotto il comma 10 bis per cui, al fine di razio-nalizzare gli adempimenti previsti dall’art. 13 legge 412/1991 inmateria di indebiti previdenziali, i titolari di prestazioni legate alreddito che non comunichino integralmente al situazione reddi-tuale incidente sulla prestazione all’amministrazione finanziaria,debbono comunicarla agli enti previdenziali competenti all’ero-gazione della prestazione. In caso di mancata comunicazioneentro i tempo previsti la prestazione sarà sospesa nel corso del-l’anno successivo a quello in cui doveva essere resa la comuni-cazione. Se la comunicazione non perverrà neppure entro 60

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il trasferimento d’ufficio o a domanda si siano verificare indata precedente il 1 luglio 2010.

Infine, sono abrogate:- la legge 322/1958- l’art. 40 legge 1646/1962- l’art. 124 Dpr 1092/1973- l’art. 21 comma 4 e art. 40 comma 3 legge 958/1986

Dal momento che non viene indicata una data specifica, l’abro-gazione di queste norme avrà effetto dalla entrata in vigore dellaManovra (il giorno successivo alla pubblicazione sulla GazzettaUfficiale).

Osservazioni Cisl

Il giudizio sul complesso di queste norme è negativo. Evidente-mente si cerca in questo modo di disincentivare le lavoratrici dellapubblica amministrazione che, per aggirare l’innalzamento del-l’età pensionabile dal 2012 a 65 anni, avrebbero potuto ottenerela pensione a carico dell’Inps a 60 anni con la ricongiunzione deicontributi ai sensi dell’art. 1 della legge 29/1979 o con la costi-tuzione della posizione assicurativa ai sensi della legge 322/1958,senza oneri. In questo modo, però, si colpiscono in modo indiscri-minato tutti i lavoratori e in particolare coloro che hanno situa-zioni contributive frammentate. Invocare come soluzionealternativa la totalizzazione non pare adeguato poiché questoistituto presenta dei limiti (particolari requisiti per il diritto allaprestazione, almeno tre anni di versamento contributivo nella ge-stione, specificità nelle modalità di calcolo). Inoltre, dovranno es-sere verificati i profili di legittimità delle disposizioni poiché, daun lato, le norme prevedono che la ricongiunzione ai sensi dell’art.1 legge 29/1979 diventi onerosa dal 1 luglio 2010 con un effettoretroattivo che non pare far salve le domande presentate primadi questa data e non ancora definite, dall’altro, l’abrogazionedella legge 322/1958 e delle altre disposizioni, risulta avere ef-fetto dal giorno successivo alla pubblicazione in Gazzetta Uffi-ciale, così come l’adeguamento degli oneri per il calcolo dellaricongiunzione art. 2, creando, quindi, una disparità di tratta-mento tra ricongiunzioni ai sensi dell’art. 1 e dell’art. 2 della legge29/1979. Considerata la complessità di queste modifiche e l’impatto eco-nomico per i richiedenti, si consiglia a tutti i lavoratori interessatia procedure di ricongiunzione, trasferimenti o costituzioni di po-sizioni assicurative di contributi di recarsi al più presto presso gliuffici del patronato Inas-Cisl per verificare la propria situazione.

Altre disposizioni in materia di previdenza

A) Previdenza complementare (Art. 12 duocecies)

Le risorse previste dall’art. 74 comma 1 della legge 388/2000 (3), limitatamente allo stanziamento relativo all’anno 2010, possonoessere utilizzate anche ai fini del finanziamento delle spese di

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giorni dalla sospensione della prestazione, la stessa verrà revo-cata e l’ente procederà al recupero di tutte le somme erogate atale titolo nel corso dell’anno in cui avrebbe dovuto essere resala dichiarazione reddituale. Se, invece, la dichiarazione sarà resanel termine di 60 giorni, l’ente procederà al ripristino della pre-stazione sospesa dal mese successivo alla comunicazione, previaverifica del diritto alla prestazione collegata al reddito anche perl’anno in corso.

E)Potenziamento processi di riscossione presso l’Inps (Art. 30)

Viene modificata la procedura di riscossione relativa al recuperodelle somme dovute presso l’Inps. Dal 1 gennaio 2011, infatti,l’attività di recupero delle somme a qualunque titolo dovute al-l’Inps anche a seguito degli accertamenti degli uffici viene effet-tuata tramite notifica di un avviso di addebito con valore di titoloesecutivo. L’avviso deve contenere l’intimazione ad adempiereall’obbligo di pagamento entro 90 giorni dalla notifica e l’indica-zione dell’agente della riscossione che, in caso di mancato paga-mento, procederà all’esecuzione forzata. L’avviso di addebito ènotificato in via prioritaria tramite posta elettronica certificataovvero, previa eventuale convenzione tra Inps e Comune, daimessi comunali o dagli agenti di polizia municipale e la notificapuò essere eseguita anche tramite raccomandata con avviso diricevimento. La norma precisa inoltre le modalità di ricorso.

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Note

(1) Vedi Ballerini e Tersicorei per i quali l’età pensionabile è statarecentemente stabilita a 45 anni dall’art. 3 comma 7 dellalegge 29/06/2010 n. 100 che ha modificato l’art. 4 comma 4dlgs. 184/1997.

(2) La prima versione dell’emendamento del Relatore alla Mano-vra finanziaria in Senato, Sen. Antonio Azzolini, includeva nel-l’innalzamento legato alla speranza di vita anche il requisitodei 40 anni ma questa previsione, dopo la forte contestazionedelle parti sociali, è stata eliminata.

(3) Art. 74 comma 1 legge 388/2000 “Per fare fronte all'obbligodella pubblica amministrazione, ai sensi dell'articolo 8,comma 1, del decreto legislativo 21 aprile 1993, n. 124, di con-tribuire, quale datore di lavoro, al finanziamento dei fondi ge-stori di previdenza complementare dei dipendenti delleamministrazioni dello Stato anche ad ordinamento autonomo,in corrispondenza delle risorse contrattualmente definiteeventualmente destinate dai lavoratori allo stesso fine, sonoassegnate le risorse previste dall'articolo 26, comma 18, dellalegge 23 dicembre 1998, n. 448, nonché lire 100 miliardiannue a decorrere dall'anno 2001. Per gli anni successivi al2003, alla determinazione delle predette risorse si provvedeai sensi dell'articolo 11, comma 3, lettera d), della legge 5 ago-sto 1978, n. 468, e successive modificazioni”.

Osvaldo Marinig

N. 8-9 - Agosto-Settembre 2010

La nostra Confederazione, reiteratamente nel corso degli ultimianni, ha posto al Governo il problema della diminuzione delletasse sul lavoro dipendente. Un primo passo in questa direzioneè stato raggiunto con la proroga del regime di tassazione agevo-lata, per gli anni 2009 e 2010, introdotto con la legge n.126 del2008. Questo regime prevede un’imposta sostitutiva del 10 percento per le somme erogate ai lavoratori dipendenti del settoreprivato, in relazione sia a prestazioni di lavoro straordinario chead incrementi di produttività, innovazione ed efficienza organiz-zativa e altri elementi di competitività e redditività legati all’an-damento economico dell’impresa. Successivamente l’Agenzia delle Entrate con delle circolari ha for-nito dei chiarimenti in ordine all’ambito applicativo delle dispo-sizioni agevolative. In particolare rientrano nel regime ditassazione agevolata anche le indennità di turno o comunque lemaggiorazioni retributive corrisposte per il lavoro normalmenteprestato in base ad un orario su turni, stante il fatto che “l’orga-nizzazione del lavoro a turni costituisce di per sé una forma di ef-ficienza organizzativa”. La misura agevolativa trova applicazione non solo qualora l’orga-nizzazione del lavoro a turni sia adottata per la prima volta dal-l’impresa ma anche nel caso in cui questa applichi un nuovo epiù ampio schema di turnazione che, come richiede la legge, dialuogo a “incrementi di produttività, innovazione ed efficienza or-ganizzativa ecc..”. L’Agenzia delle Entrate specifica che gli elementi di produttivitàed efficienza non devono necessariamente essere nuovi o inno-vativi rispetto al passato. Sulla scorta di quanto sopra espresso,l’Agenzia delle Entrate con la risoluzione n.83/E del 17 agosto2010, in risposta ad un quesito di Confindustria, chiarisce che ilregime di detassazione può essere applicato anche al lavoro not-turno così come definito dalla contrattazione collettiva, senza chele imprese debbano portare particolari prove a supporto sullemotivazioni per cui vi si faccia ricorso. E’ dunque irrilevantequante volte il lavoratore svolga il lavoro di notte in quanto la tas-sazione della specifica quota di retribuzione (ora normale piùmaggiorazione) godrà sempre della minore tassazione al 10 percento.

Le procedure per il rimborso

Nel mese di settembre si è scatenata la corsa, da parte dei lavo-ratori, alla presentazione delle richieste di certificazione, alle im-prese, delle somme su cui farsi riconoscere la minore tassazione.

Come sindacato abbiamo fatto pressioni sia verso le Imprese,vedi la lettera riportata di seguito, che verso l’Agenzia delle En-trate per ottenere tutti quei chiarimenti utili ai lavoratori per nonperdere il diritto, stanti le scadenze ravvicinate, la prima dellequali era fissata entro il 30 settembre 2010.In un primo momento, per ottenere il rimborso delle maggioritasse pagate negli anni precedenti i lavoratori dipendenti avreb-bero dovuto far valere la tassazione più favorevole in sede di di-chiarazione dei redditi, presentando una dichiarazioneintegrativa per gli anni passati o avvalendosi dell’istanza di rim-borso ai sensi dell’articolo 38 del Dpr n.602 del 1973. Tecnicamente il lavoratore dopo aver ottenuto la certificazione,da parte del datore di lavoro, il lavoratore si sarebbe trovato difronte alle seguenti opzioni:A. Somme percepite nel 2008 e lavoratore che nel 2009 ha pre-

sentato la dichiarazione dei redditi (730 o Unico):è possibile presentare dichiarazione integrativa con modelloUNICO entro il 30 settembre 2010 e far valere il maggior cre-dito nella dichiarazione del prossimo anno. Oltre il 30 settem-bre sarà possibile presentare istanza di rimborso ai sensidell’art. 38 Dpr n. 602/1973, all’ufficio periferico dell’Agenziacompetente per territorio di residenza del lavoratore entro isuccessivi 48 mesi. Il limite di reddito detassabile è pari a3.000 euro(limite massimo di reddito da lavoro dipendenteanno 2007 è 30.000 euro)

B. Somme percepite nel 2008 e lavoratore che nel 2009 NONha presentato la dichiarazione dei redditi:

è possibile presentare istanza di rimborso ai sensi dell’art. 38 Dprn. 602/1973, all’ufficio periferico dell’Agenzia competenteper territorio di residenza del lavoratore, entro i successivi48 mesi. Il limite di reddito detassabile è pari a 3.000 euro(li-mite massimo di reddito da lavoro dipendente anno 2007 è30.000 euro)

C. Somme percepite nel 2009 e lavoratore che nel 2010 ha pre-sentato la dichiarazione dei redditi con modello 730:è possibile presentare un Unico Correttivo nei termini entroil 30 settembre 2010, dopo tale data sarà possibile presentareun Unico Integrativo fino al 30 settembre 2011. Il limite direddito detassabile è pari a 6.000 euro(limite massimo di red-dito da lavoro dipendente anno 2007 è 35.000 euro)

D. Somme percepite nel 2009 e lavoratore che nel 2010 NONha presentato la dichiarazione dei redditi:è possibile presentare la dichiarazione con modello

VOCEdei ferrovieriLa

Norm

ativa it

aliana

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Buone nuove Buone nuove

per il recupero della detassazione per il recupero della detassazione

di notturne e straordinaridi notturne e straordinari

N. 8-9 - Agosto-Settembre 2010

livello, introdotto in via sperimentale per il triennio 2008-2010dalla legge n. 247/2007.Le aziende che si sono viste riconoscere il beneficio dall’INPS, de-vono restituire ai dipendenti interessati un importo pari ai con-tributi in precedenza trattenuti.Ricordiamo che, in tali casi, le somme restituite dal Sostitutod’imposta ai dipendenti devono considerarsi redditi di lavoro di-pendente da assoggettare a tassazione separata come chiaritocon la risoluzione n. 136 del 2005 per una ipotesi analoga.Nel merito, l’Agenzia evidenzia che tuttavia, qualora ricorrano lecondizioni per l’applicazione dell’imposta sostitutiva del 10 percento prevista per i premi di produttività e di risultato, le sommein questione possono essere assoggettate a tale più favorevoleregime fiscale, anche se le stesse si riferiscono a premi erogatiin periodi di imposta precedenti.La Circolare n.47/E, invece, conferma i contenuti della risoluzionen.83/E, evidenziando e sottolineando, che i compensi per lavorostraordinario o supplementare erogati (nelle varie forme), nel2009 e nel 2010, sono assoggettabili alla tassazione ridotta se siverifica la circostanza che la prestazione di lavoro sottostante ècorrelata a "incrementi di produttività, innovazione ed efficienzaorganizzativa e ad altri elementi di competitività e redditività le-gati all'andamento economico dell'impresa".La stessa Circolare demanda al Datore di lavoro il compito dicomprovare e "certificare" il nesso fra lavoro straordinario (osupplementare o reso in funzione di clausola elastica) e incre-mento di produttività, con una dichiarazione attestante che laprestazione lavorativa abbia determinato un risultato utile per ilconseguimento di elementi di competitività e redditività legatiall'andamento economico dell'impresa.Sulla scorta di quanto ribadito dalla Agenzia delle Entrate, non èpiù necessario che i lavoratori presentino alcun tipo di richiesta,ma vi invitiamo tutti gli interessati a vigilare affinché siano rispet-tati i contenuti delle circolari applicative dell'Agenzia delle En-trate.

VOCEdei ferrovieriLa 35

UNICO/2010 entro il 30 settembre 2010 e far valere il mag-gior credito nella dichiarazione del prossimo anno. Oppureentro il 29.12.2010 con una sanzione di 21 euro. Il limite direddito detassabile è pari a 6.000 euro(limite massimo di red-dito da lavoro dipendente anno 2007 è 35.000 euro)

E. Per le somme percepite nel 2009 sarà anche possibile pre-sentare istanza di rimborso ai sensi dell’art. 38 Dpr n.602/1973, all’ufficio periferico dell’Agenzia competente perterritorio di residenza del lavoratore entro 48 mesi a partiredal 01.10.2011.

F. Per i redditi del 2010 entro il termine previsto per il congua-glio di fine anno, il lavoratore dovrà attivarsi al fine di otte-nere dal proprio datore di lavoro l’applicazione del regime ditassazione sostitutiva, sulle somme percepite per lavoro not-turno e straordinario percepite durante l’anno.

Per fortuna le sollecitazioni per semplificare l’iter per il rimborsosono andate a buon fine, tanto che l’Agenzia delle Entrate haemanato due nuove circolari la n.47/E e la n.48/E, nelle quali, inuna si specificano le modalità con cui lavoratori dipendenti po-tranno recuperare la maggiore IRPEF pagata nel 2008 e 2009 suicompensi per gli incrementi di produttività assoggettabili all'im-posta sostitutiva del 10%, nell’altra si forniscono ulteriori chiari-menti in merito alla detassazione degli straordinari.Con la Circolare n.48/E l’Agenzia delle Entrate prevede che il da-tore di lavoro debba indicare nel CUD/2011 le somme erogatenegli anni 2008 e 2009 per i conseguimento di elementi di pro-duttività e redditività per lavoro straordinario assoggettabili a im-posta sostitutiva in tali anni, anche se eventualmente giàcertificati in base a quanto illustrato nella risoluzione 83/E del 17agosto 2010. Con questa determinazione si supera la necessitàdi presentare, da parte dei lavoratori, dichiarazioni integrative oistanze di rimborso, ai fini del rimborso del credito d’imposta. La stessa Circolare ha chiarito, inoltre, il regime fiscale da appli-care alle somme erogate a seguito dello sgravio contributivo con-cesso sulle retribuzioni variabili da contrattazione di secondo

L’Agenzia delle Entrate, con la risoluzione n.83\E del 17 agosto 2010, ha

fornito dei chiarimenti in merito al regime di tassazione agevolato pre-

visto dall’articolo 2, comma 1, del d.l. n.93\2008 (convertito dalla legge

n.126\2008) in relazione al lavoro notturno, lavoro straordinario ricon-

ducibile ad “incrementi di produttività, innovazione ed efficienza orga-

nizzativa e altri elementi di competitività e redditività legati

all’andamento economico dell’impresa”, fornendo indicazioni sulle mo-

dalità con le quali le imprese devono trattare le prestazioni per il lavoro

notturno non interamente detassate nei precedenti periodi di imposta,

dal 2008 al 2010.

Nella risoluzione sopra richiamata, l’Agenzia delle Entrate chiarisce che

è compito del datore di lavoro certificare l’importo delle somme erogate

a titolo di incremento della produttività del lavoro sulle quali non ha ap-

plicato la tassazione sostitutiva per gli anni 2008 e 2009, affinché i lavo-

ratori possano poi procedere alla presentazione di una dichiarazione dei

redditi integrativa per vedersi restituire le differenze spettanti.

Considerata la ristrettezza dei tempi a disposizione dei lavoratori per

poter presentare in tempo utile la dichiarazione integrativa, vi invitiamo

a farci partecipi delle linee di indirizzo che predisporrete per le vostre im-

prese associate al fine di garantire un miglior coordinamento con le no-

stre strutture territoriali che si avvarranno del supporto dei Centri di

Assistenza Fiscali della nostra Confederazione.

Rimaniamo in attesa di un cortese e sollecito riscontro.

Distinti saluti.

Il Segretario Generale Fit Cisl

Claudio Claudiani

Testo della lettera inviata alle Testo della lettera inviata alle

Associazioni datoriali delle imprese di trasportoAssociazioni datoriali delle imprese di trasporto

Salvatore Pellecchia

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La

Tra

sporto

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viario

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Rail traction company (Rtc) è un’impresaferroviaria di trasporto merci nata con l’av-vento dei processi di liberalizzazione deltrasporto ferroviario nel nostro Paese.Al momento ha un organico di circa 200 di-pendenti e opera prevalentemente sul-l’asse del Brennero assicurando icollegamenti internazionali* con 14 cop-pie di treni giornalieri e 3 coppie di trenisettimanali. Rtc ha in produzione anche uncollegamento nazionale* con 1 coppia ditreni al giorno sulla relazione Verona-Nola Come altre imprese ferroviarie che si sonoimposte sul mercato in epoca di liberaliz-zazione, anche Rtc non applica il CCNL

delle Attività Ferroviarie che, al momento,è l’unico contratto collettivo nazionale dilavoro coerente con le specificità del tra-sporto ferroviario.

Per quanto attiene, poi, al sistema dellerelazioni industriali c’è da dire semplice-mente che nel Contratto Aziendale di la-voro di Rtc del marzo 2001 non è previsto.Fra l’altro alcune iniziative realizzate dal-l’azienda nel corso del 2007 non hanno fa-vorito l’instaurazione di rapporti correnticon le organizzazioni sindacali dei lavora-tori.

Se in un primo momento il modello con-trattuale e lo stile di gestione delle rela-zioni industriali imposti in Rtc sono statiritenuti efficaci dall’azienda, con il passaredegli anni sono cominciati i primi problemied è cresciuto, fra i lavoratori, un significa-tivo senso disagio che ha fatto scaturireproteste sindacali e momenti conflittualisempre più aspri.In un’impresa in cui i lavoratori non sonosereni è molto difficile garantire i livelli diqualità attesi dalla clientela.

Dal 2009 però si è registrata una inver-sione di tendenza nei rapporti impresa-

Rtc: verso il CCNL delle Attività FerroviarieRtc: verso il CCNL delle Attività Ferroviarie

Buoni i presupposti per la conclusione del negoziato

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sindacato e, con l’obiettivo di trovare soluzioni ai problemi inatto e risposte ai bisogni dei lavoratori, dall’inizio del 2010, si èavviata una trattativa finalizzata a definire un nuovo ContrattoAziendale e l’Accordo di Confluenza nel Contratto Collettivo Na-zionale delle Attività Ferroviarie.Lo stato della trattativa è arrivato a un buon livello e il metododi lavoro utilizzato e la concretezza che si è riscontrata nelle variefasi del negoziato hanno creato i presupposti per una rapida con-clusione del negoziato.

L’attuale trattamento contrattuale

Il trattamento normativo e retributivo applicato in Rtc, sebbenenell’ultimo triennio sia stato integrato da accordi aziendali inter-venuti fra il 2006 e il 2009, rimane comunque inadeguato e pe-nalizza eccessivamente i lavoratori.Secondo quanto emerge dalla premessa del contratto aziendaledi lavoro, adottato a suo tempo unilateralmente da Rtc, «Ai la-voratori viene in ogni caso assicurato il trattamento economicoin applicazione delle norme imperative, ed in ispecie dell’art. 36della Costituzione, e quello normativo sostanzialmente praticatodalle imprese di trasporto merci su strada, in applicazione deicontratti collettivi di lavoro stipulati dalle loro associazioni.»In sintesi si tratta di un contratto che si ispira a quello dell’auto-trasporto merci e da questo si comprende perché le norme diimpiego utilizzate in Rtc, ricomprese sostanzialmente in 2 dei 26articoli che compongono il contratto, non tengono in alcun contodelle specificità del sistema ferroviario.In particolare l’orario di lavoro «per i dipendenti che svolgono at-tività continua» è regolato all’art. 6 (circa 20 righe) e per «il per-sonale discontinuo» (secondo il predetto contratto i macchinistisono lavoratori discontinui) all’art. 8 (altre 20 righe circa). Come anticipato alcuni accordi aziendali, a partire da quello del2006, hanno poi leggermente modificato la rotta introducendocorrettivi al trattamento retributivo riconoscendo l’indennità perlavoro notturno nella fascia 22.00/06.00, maggiorazioni dellaquota economica oraria per il lavoro straordinario, festivo, il pre-mio di risultato a partire dall’anno 2007 e un’integrazione al trat-tamento normativo con l’istituzione delle pause codificate come«intervallo minimo di trenta minuti al termine di ogni periodoeffettivo trascorso a bordo del locomotore della durata minimadi tre ore e trenta minuti nel corso della giornata lavorativa». Infine il trattamento economico prevede una base contributivache determina prospettive incerte al termine della carriera lavo-rativa.

Verso un contratto normale

A gennaio 2010 si è avviato il confronto sindacale per definire,in attesa della costruzione del nuovo Contratto Unico della Mo-bilità, la confluenza nel Contratto Collettivo Nazionale di Lavorodelle Attività Ferroviarie.

Il percorso negoziale che si è sviluppato fin dal primo incontro,proprio in virtù delle difficili condizioni di partenza dei lavoratoridi Rtc, ha richiesto un confronto molto approfondito.La trattativa ad oggi ha registrato significativi passi in avanti e suinteri capitoli del CCNL delle Attività Ferroviarie vi è già un’intesadi massima.L’ipotesi di adottare il CCNL delle Attività Ferroviarie non rappre-senta più un tabù per Rtc in quanto la delegazione datoriale hacostatato che, in attesa della definizione del CCNL Unico dellaMobilità, anche applicando il CCNL delle Attività Ferroviarie èpossibile, nel rispetto della tipologia di servizio svolto e delle spe-cificità dell’impresa, garantire anche i diritti fondamentali dei la-voratori e, al tempo stesso, gli indispensabili standard disicurezza.Finora sono state registrate convergenze sui capitoli che discipli-nano:

• Campo di applicazione;• Decorrenza e durata; • Disciplina delle relazioni industriali; • Costituzione del rapporto di lavoro; • Classificazione Professionale; • Svolgimento del rapporto di lavoro.

Sono invece definiti solo parzialmente i capitoli che disciplinano:

• Orario di lavoro; • Retribuzione.

La notizia degli avanzamenti della trattativa ha fatto uscire alloscoperto quelli a cui, per dirla parafrasando la nota pubblicità,“piace vincere facile”.

Da fonti informali risulta che le imprese ferroviarie operanti nelsegmento merci, che non hanno alcuna voglia di regolare il rap-porto di lavoro dei propri dipendenti con il CCNL delle AttivitàFerroviarie sostenendone l’inapplicabilità, si sono adoperate econtinuano a adoperarsi nel tentativo di scoraggiare la prosecu-zione di una trattativa che ormai si avvia verso le battute finali.

Probabilmente a molti sfugge che il percorso avviato è inarresta-bile e non ammette ripensamenti.

I lavoratori che operano nelle imprese ferroviarie di trasportomerci che non hanno ancora adottato il CCNL delle Attività ferro-viarie continuano a sollecitarne l’applicazione in attesa della de-finizione del CCNL Unico della Mobilità e pertanto, a breve, sidovrà avviare un confronto per verificare le condizioni di pratica-bilità di uno specifico negoziato.

(*) fonte sito web Rtc

Gaetano Riccio

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Il 28 settembre a Milano,presso la sede del gruppo Fer-rovie Nord Milano(FNM), ab-biamo definito i turni di lavorodel personale di macchina rela-tivamente al servizio passeggeridi lunga percorrenza svoltosull’asse del Brennero da partedi LeNord in accordo con le fer-rovie tedesche (Db) e austria-che (Obb). E’ un risultatosignificativo ottenuto a seguitodella forte presa di posizionedelle Organizzazioni Sindacali eche segna un passo in avantinel difficile percorso che ab-biamo intrapreso per dare re-gole comuni sul lavoro, pur nelnecessario riconoscimentodelle peculiarità di ogniazienda, in un mercato del tra-sporto ferroviario ampiamenteliberalizzato. La vicenda è iniziata nel mese didicembre 2009 quando LeNordha avviato un servizio passeg-geri con cinque coppie di trenisulle tratte Brennero – Bolzano- Verona - Bologna e Brennero -Milano. Il servizio è stato atti-vato, ed è andato avanti permesi, con norme di utilizza-zione del personale contenutein un regolamento aziendale provvisoriomai concordato con le Organizzazioni Sin-dacali e “liberamente” ispirato al CCNLdegli autoferrotranvieri. Non essendovi,infatti, in quel contratto previste delle re-gole specifiche per i servizi passeggeri dilunga percorrenza, il regolamento che di-sciplina le condizioni di lavoro prevede che, in sede di programmazione dei turni, sipossano avere prestazioni fino al massimo

dell’orario di lavoro senza limiti di con-dotta e di scorta. Altro elemento “ano-malo” è costituito dal fatto che sostesuperiori a 30 minuti e fino a 2 ore nonsono considerate ai fini del computo del-l’orario di lavoro. Gli stessi viaggi in vetturaper gli spostamenti di servizio sono quan-tificati al 50% del loro impegno. In pratica erano presenti nei turni unaserie di allentamenti normativi che anda-

vano ricondotti all’interno di regole pro-prie di questa tipologia di servizi. La ver-tenza è durata diversi mesi ed è statacaratterizzata da una serie di incontri conavanzamenti importanti, ad iniziare dal-l’accordo del 6 maggio 2010 in cui si è con-venuto con il Gruppo FNM l’adozione delCCNL delle attività ferroviarie per questatipologia di servizio passeggeri sullamedia e lunga percorrenza.

VOCEdei ferrovieriLa

Tra

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viario

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Gruppo FNM Brennero: Gruppo FNM Brennero: al via i turni concordati per il PdM,al via i turni concordati per il PdM,

per il PdB e per il Personale di Terraper il PdB e per il Personale di Terra

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In un successivo incontro, tenutosi il 13 lu-glio, abbiamo convenuto i turni del perso-nale di bordo e di quello di terra per poiarrivare all’accordo del 28 settembredove si sono concordati i turni del PdM re-datti in conformità con quanto stabilito dalCCNL delle attività ferroviarie. Tutti i turni concordati relativi al PdM, alPdB e al Personale di terra andranno in vi-gore il 18 ottobre p.v. Attualmente il servizio è svolto con un or-ganico così articolato:

PdM:

Deposito di Milano : 5Deposito di Verona : 12

PdB:

Deposito di Milano : 5Deposito di Verona : 14

Personale di Terra:

Impianto di Milano: 4Impianto di Verona: 7Impianto di Bologna: 1

Il Capo Treno è coadiuvato da altro perso-nale appartenente alle Db e alle Obb chesvolge funzioni di vendita, controllo ed as-sistenza alla clientela e collabora per ilpronti alla partenza del treno nelle stazionidi fermata.Il personale di terra svolge mansioni di for-matore treno (moduli A e B), verifica tec-nica treni viaggiatori e condotta (patenteB) negli impianti interessati.

Nell’incontro di settembre l’azienda ci hacomunicato i risultati positivi della ge-stione del servizio per il corrente anno e ciha anticipato un incremento di produ-zione per il 2011 con il conseguente po-tenziamento dell’organico attraverso unpiano di assunzioni di circa 20 unità in tuttie tre i settori: condotta, bordo e personaledi terra.

L’azienda ci ha, altresì, informato cheentro il mese di ottobre sarà rinnovato ilparco locomotive con l’introduzione, alposto delle E 189, delle nuove E 190 do-tate, oltre che di SCMT, cab radio e degli

impianti di sicurezza di bordo previsti dallenormative vigenti, anche di specifici dispo-sitivi di comunicazione bidirezionali tra lacabina e ogni vettura del treno.

Dopo la definizione dei turni di lavoro, ilpasso successivo che ci aspetta è quellodel perfezionamento dell’accordo di con-fluenza nel CCNL delle attività ferroviariee a tale scopo abbiamo già fissato il pros-simo incontro che è programmato per il25 ottobre p.v.

Con lo stesso verbale di accordo del 28settembre abbiamo anche convenuto conil Gruppo FNM di riprendere il confrontoper la newco TLN finalizzato a definire l’ar-monizzazione contrattuale adeguata allespecificità della mobilità ferroviaria regio-nale nella prospettiva della definizione delCCNL della mobilità in questo periodo indiscussione a livello nazionale.

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Inauguriamo con questo numero de "La Voce" un nuovo spaziodi riflessione e approfondimento su quei temi che il mondo deimedia relega normalmente nelle sue pagine più interne, al rangodi piccole o marginali notizie.Le fonti istituzionali da cui attingere direttamente le informazioninon mancano. Conoscendole, basterebbe avere l'accortezza dipassarle in rassegna con regolarità per rendersi conto della ster-minata mole di documenti che sono in grado di mettere a dispo-sizione.Una fonte istituzionale importante (quasi un pozzo di San Patrizioper chi vuole affiancare alle parole fatti e dati) è l'Istituto nazio-nale di statistica Istat, ente di ricerca pubblico presente in Italiadal 1926.Un rapporto un po' datato (maggio 2010) ma meritevole di atten-zione è quello che l'istituto ha dedicato alla crisi. L'Istat ammetteche la categoria più svantaggiata è quella dei giovani: sono loroche porteranno in futuro i segni del disastro economico.

La flessione dell'occupazione per chi ha un titolo di studio nonsuperiore alla licenza media è particolarmente critica (-11,4 percento), ma rimane rilevante anche per i diplomati (-6,9 per cento)e per i laureati (-5,2 per cento). Tanto che il tasso di disoccupa-zione giovanile in Italia (25,4 per cento) è più del triplo di quellototale (7,8 per cento) e più elevato di quello europeo (19,8 percento). Questo perché con la crisi sono state falcidiate le posi-zioni "precarie": i datori di lavoro si sono liberati rapidamentedei dipendenti con contratti atipici, i meno tutelati, e dunque ipiù giovani. Si prevede che il numero di figli per donna possa crescere fino a1,58 nel 2050; la speranza di vita aumentare fino a raggiungeregli 84,5 anni per gli uomini e gli 89,5 per le donne; il numero deigiovani fino a 14 anni ridursi a 7,9 milioni (il 12,9 per cento dellapopolazione); la popolazione attiva contrarsi a 33,4 milioni (54,2per cento) e quella degli over 64 salire a 20,3 milioni (da uno sucinque a uno su tre residenti nel 2050).

I giovani di oggi, che saranno gli anziani di domani, però,non lavorano, non versano contributi, non vanno via dicasa, non fanno nulla. La statistica ha coniato una sigla perdefinirli: Neet, significa "not in education, employment ortraining" (non lavorano, non studiano, non si formano). I Neet nel 2009 erano arrivati a oltre due milioni, il 21,2per cento dei 15-29enni. Nel 1983 la quota dei 18-34ennicelibi o nubili che viveva in famiglia era del 49 per cento,nel 2000 era arrivata al 60,2 per cento, attestandosi al 58,6per cento del 2009.

Tra i 30-34enni quasi il 30 per cento vive ancora in famiglia,una quota triplicata dal 1983. La prolungata convivenza deifigli con i genitori dipende soprattutto dai problemi econo-mici (40,2 per cento) e dalla necessità di proseguire glistudi (34 per cento); solo per il 31,4 per cento si tratta diuna libera scelta. Anche perché, persino quando accoglie,il mercato del lavoro è estremamente avaro con i giovani:quasi la metà dei sottoinquadrati (occupati che svolgonouna professione inferiore al livello di studio) sono giovanidi 15-34 anni. Insomma il termine "bamboccione", coniato dall'ex mini-stro dell'Economia Tommaso Padoa Schioppa, aggiungesolo la beffa al danno nei confronti di una generazione chenon trova sbocchi di nessun tipo. Fatalmente, rileva l'Istat,la famiglia rimane ancora un porto sicuro e affidabile per igiovani, almeno fino a quando i cosiddetti "padri di fami-glia" passeranno alla disoccupazione, o, peggio ancora, al-l'inattività.

Non chiamateli bamboccioniNon chiamateli bamboccioni

N. 8-9 - Agosto-Settembre 2010

Dalla cesta dei panni più o meno sporchi che si sono accatastatiin casa-Italia negli ultimi tempi, proviamo a tirar fuori, amiche edamici de “La Voce”, un argomento piovuto giù da cieli lontani.Cieli oltre che stranieri, addirittura accademico-speculativi: l’ipe-ruranio nel mondo delle idee generali astratte, insomma. Quantodi più lontano dalla quotidianità del fare sindacato … All’appa-renza. Ma che ha invece qualche profondo rapporto con la cul-tura sedimentata della Cisl e con le risposte che (non solo daparte nostra) si cercano, per uscir fuori dal caos italiano, semprepiù buio e disperante.Parliamo della Big Society, la formula-immagine rilanciata inpiena estate dal neo-premier britannico David Cameron, poi, tragli altri, ripresa dal nostro ministro del lavoro, Sacconi. Di che sitratta? Molto onestamente e perfino nel corso della visita settembrinadi Papa Benedetto in Gran Bretagna, il leader dei neo-conserva-tori (i Red Tories, in contrapposizione agli Old Tories dell’anticaLady di ferro, Margareth Thatcher) ha evidenziato i debiti culturalidella nuova “insegna mediatica” riverniciata dal filosofo e teologoanglicano Phillip Blond. Ed ha disegnato un ponte tra la dottrinasociale cristiana ed orizzonti politici volti a superare il radicalismoconservatore, iper-liberista ed individualista, adoratore della se-lezione darwiniana della specie, grazie alla deregulation ed alloscatenamento purificatore degli animal spirits del capitalismo.Un ponte che approderebbe dunque alla visione di una societànella quale le persone sono protagoniste e lavorano per il benedelle varie comunità di riferimento in cui sono inserite, dalla fa-miglia al territorio e su su, salendo e abbracciando ambiti piùvasti. Insomma – parrebbe - un’ennesima riedizione del neo-ca-pitalismo: ideologia tra un po’ imprescindibile perfino nella sa-trapia nord-coreana del morente Caro Leader. Un sistema motoredi un mercato che – viene detto – deve lavorare per molti e nonper pochi; che sia attento agli obblighi sociali di ogni personaverso l’altra; che esalti i gruppi nei quali ciascuno vive e si impe-gna, in riferimento ai valori etici e morali che anche la fede e latradizione religiosa e civile dell’Europa cristiana, possono dare.Ora, è vero che, con quel provincialismo che è l’altra faccia dellanormale esterofilia italica, molti osservatori si sono esercitati abattere il tasto del “niente di nuovo sotto il sole”. E figuriamoci!Assisi come siamo, tutti noi europei, sul patrimonio del pensieroplurimillenario accumulato nel bacino del Mediterraneo, nondobbiamo faticare molto ad aprire il baule del “già visto e sentito”per proclamare snobisticamente, come ha fatto tal Giulio Bosca-gli, assessore regionale di Lombardia: Grazie Cameron, ma inLombardia la Big Society la pratichiamo di già e per questo ab-

biamo fatto la riforma della sanità, quella dei servizi alla persona,i voucher, la dote-scuola e quant’altro, coinvolgendo famiglie,gruppi informali, organizzazioni no-profit e del terzo settore,identificate come potenziali “unità di offerta” per la progetta-zione di prestazioni sociali e assistenziali. Il problema semmai –continua sempre il Lombardo – è un altro (il solito benaltrismoitalico: soggiunge il vostro cronista, cari amici). Ed è che l’abbon-danza di soggetti della società civile va a sbattere contro il murodi uno statalismo incapace di riconoscerli e valorizzarli. Con il che– osserviamo noi – la si butta in caciara, come dicono i romane-schi, e cioè in polemica ideologica astratta, la foglia di fico checopre le pudenda delle lotte di potere tra chi deve fare cosa echi è titolare del budget attraverso cui si filtrano i beneficiari deifinanziamenti e quali convenzioni fare e quali no, quali coopera-tive favorire e quali no. Insomma: ciò che vediamo ogni giorno,dalla Lombardia alla Sicilia, dal Ministero Ics a quello Ipsilon.Mentre di fatto la crisi finanziaria e il famoso “terzo debito pub-blico del mondo” da servire quotidianamente, come ricorda ilprof. Tremonti, si incaricano di fare il lavoro sporco dello sman-tellamento della sanità pubblica, della scuola o della ricerca, dellaprevidenza o della sicurezza, della polizia municipale (ausiliari deltraffico li chiamano) o della giustizia o del servizio giardini …

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Tu chiamala, se vuoi, Tu chiamala, se vuoi,

Big SocietyBig Society

Mode sociologiche come foglie d’autunno

Dunque anche l’ultima moda importata con l’etichetta anglo-fona giusta, tramonterà con i venti e le piogge dell’incipiente au-tunno italiano 2010? Big Society come la Great Society di LyndonJohnson? Tutto giù nel baule dove giacciono New Deal roose-weltiano e Fair Deal trumaniano, grandi visioni dei Kennedy o diObama o di Zapatero, dream di Martin Luther King e flexecuritynord-europee, rimembranze fabiane e socialismi umanitari e co-munitarismi olivettiani?Il vostro modesto cronista, cari lettori de “La Voce”, starebbe at-tento a fare di ogni erba un fascio unico, come usa dire. Quandoi segnali arrivano dalla vecchia Inghilterra, magari per un riflessocondizionato che non ha niente da spartire con anglofilie fatue,siamo portati per lo meno ad “aspettare e vedere” perché lassùle idee non sono mai soltanto astratte ma precipitano subito aterra nel pragmatismo e nella sperimentazione. E se non funzio-nano, non è che lì hanno la malinconica ed impotente abitudinedi prendersela col destino cinico baro o col mondo ingrato e in-degno che non si merita il genio incompreso del nostro profeti-smo velleitario, parolaio e ipocritamente idealista. Lassù OltreManica se un’idea non funziona, si aggiusta l’idea e non si pre-tende di cambiare il mondo, come da noi predicano i cattivi mae-stri idioti e praticano poi i poveri ragazzi che si dedicano allosport del tiro del fumogeno. Nell’universo socio-culturale anglo-sassone, di qua o di là dell’Atlantico e perfino in luoghi di anticheciviltà come l’India, la lezione del pragmatismo può anche cam-minare sulle gambe di una Destra popolare, per dirla con paroledel gergo politichese. E può davvero succedere che quel prag-matismo incroci un altro grande pragmatismo, fiorito in contrap-posizione agli idealismi iper-ideologici dell’800 e del 900, dalsocialismo al comunismo, dal nazionalismo al nazifascismo. In-tendiamo parlare del pragmatismo della cosiddetta Dottrina so-ciale cristiana costruita da Leone XIII in poi e tenacementecustodita da un sindacato come il nostro che, pur tra mille con-traddizioni, cerca di radicarla e farla fruttare nel tessuto civile esociale italiano.

E difatti Cameron ha subito individuato quattro zone-campionenel suo Paese, dove sperimentare la partecipazione alla gestionedei servizi pubblici, non attraverso convenzioni o cooperative diamici dell’assessore o di familiari del capo-leghista padano o diclienti del faccendiere appulo-campano bensì attraverso asso-ciazioni privato-collettive, solo inizialmente coadiuvate da fun-zionari pubblici che si sostituirebbero poi gradualmente agli entilocali non solo in funzioni caritativo-assistenziali ma anche in ser-vizi di trasporti, nella raccolta dei rifiuti, nella costituzione dellarete di banda larga per l’internet nelle case. Altro che tagli lineariai livelli della spesa pubblica. Altro che socialismo municipale deileghisti lombardo-veneti. Altro che appalti, e sanità convenzio-nata. E vecchi trombati della politica, riciclati nei cda del tra-sporto pubblico locale, per fare un esempio immediatamentechiaro per gli amici della Fit.

C’è chi dice …- “Sperare nonostante”. Così Henrik Ibsen, rifondatore della

drammaturgia moderna, sul letto di morte, il 23 maggio 1906.- La speranza è la conoscenza definitiva delle cose, non solo

come appaiono in un determinato momento ma anche delcome diventeranno per conformarsi alla piena realtà del loroessere.

- È ingannevole il realismo di chi vede il seme e non pensa cheesso passa diventare albero, fiore e frutto.

Il genio antico e post-moderno del pragmatismo

Chi come noi della Cisl ha nel dna il gene del pragmatismo noncade certo nell’astrazione antagonistica pubblico-privato statali-smo-liberismo e trappole del genere. E neppure nell’alternativanuovismo-tradizionalismo. Peraltro il movimento dei lavoratorinell’800 e nel 900 ha sperimentato positivamente il protagoni-smo autonomo dell’associazionismo. Associazionismo che primaancora di essere sindacale, è stato intessuto di organizzazioni dimutuo soccorso, di monti frumentari per sottrarre i contadini allaspeculazione, di piccole somme versate settimanalmente daglioperai per resistere nel momento del bisogno, della malattia odella disoccupazione.È di destra o di sinistra tutto ciò? Lasciamo la sciarada ai partiti.Ci interessa piuttosto rivendicare alla tradizione sociale e sinda-cale, anche il conservatorismo dei valori, che è parte di un patri-monio che vogliamo re-investire nel secolo che ci viene incontroin forme nuove oltre che antiche: le comunità di accoglienza, lecase-famiglia, il sostegno a distanza, il micro-credito, i gruppi diacquisto solidale, i banchi alimentari. Tutto ciò per non ripeterein modo autoreferenziale il mantra degli enti bilaterali sindacati-imprese nei campi della formazione professionale, della educa-zione alla prevenzione, della sanità, della previdenzacomplementare. E senza alcun bisogno di concludere il ragiona-mento con un peana a quella dottrina sociale dei corpi intermedie della sussidiarietà, rispetto alla quale stabilire se l’attribuzionedella titolarità dell’idea debba andare al Beato Antonio Rosminio a Luigi Sturzo, a Toniolo o alle cooperative dei socialisti riformi-sti o a quelle degli scariolanti della bonifica del Delta Padano.Inutile anche ricordare alle amiche e agli amici de “La Voce” chene sono diretti protagonisti, appuntamenti di questo primo au-tunno, promossi o partecipati dalla Cisl proprio nel segno dell’im-pegno riformista. Dalla manifestazione nazionale per la giustiziafiscale, assieme alla Uil, alla rivendicazione del nuovo patto so-ciale tra capitale e lavoro. Dalla battaglia per nuove relazioni in-dustriali nel segno della condivisione degli obiettivi di crescita esviluppo e non più in quello dell’antagonismo sterile, ad iniziativetrasversali come quelle per il riscatto del Mezzogiorno portateavanti nel Forum dell’associazionismo bianco, alla convinta par-tecipazione cislina di metà ottobre alla settimana sociale Cei diReggio Calabria.Tu chiamala, se vuoi, Big Society.Un saluto dal Vostro Affezionato Cronista

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Buone notizie per il milione e mezzo di Colf e Badanti che ope-rano in Italia. Dal 1° luglio è infatti operativa la Cassacolf, la cassadi assistenza per la gestione dei trattamenti sanitari integratividei collaboratori domestici, in ottemperanza a quanto stabilitodal contratto nazionale del lavoro domestico, stipulato dalle or-ganizzazioni sindacali Fisascat Cisl, Filcams Cgil e Uiltucs Uil e dalleassociazioni datoriali Fidaldo, Domina e Federcolf.I beneficiari sono tutti i dipendenti ed i datori di lavoro domesticoin regola con i contributi di assistenza contrattuale. Colf e badantidi tutta Italia avranno quindi un ente a cui rivolgersi in caso dimalattia, parto, rimborso dei ticket e indennità in caso di rico-vero. Gli stessi datori di lavoro potranno beneficiare di un'assi-curazione obbligatoria per gli infortuni dei loro dipendenti. Una risorsa importante alla luce dei dati dell'ultimo rapportoCensis sul lavoro domestico in Italia: sono 3.576 gli infortuni re-gistrati nel 2008, il 44 per cento dei collaboratori intervistati haavuto almeno un incidente domestico nell'ultimo anno, chespesso non viene neppure denunciato. Tra le prestazioni riconosciute dalla Cassacolf: l’indennità giorna-liera in caso di ricovero, la convalescenza ed il parto ed il rimborsointegrale dei tickets sanitari per le prestazioni ad alta specializ-zazione effettuate presso le strutture del servizio sanitario nazio-nale. I datori di lavoro inoltre potranno usufruire diun’assicurazione obbligatoria in caso di copertura della respon-sabilità civile verso i prestatori di lavoro ed in questo caso la so-cietà assicura il datore di lavoro nel caso in cui il prestatore dilavoro o i suoi beneficiari avanzino nei confronti del datore di la-voro pretese a titolo di responsabilità civile.Sempre i dati del rapporto Censis ci dicono però che il 62% deicollaboratori domestici lavora in nero o con un'evasione contri-butiva parziale. Solo il 38,2 per cento del campione dichiara disvolgere un lavoro totalmente in regola - spiega il Censis - e no-nostante i 300.000 lavoratori sommersi regolarizzati con la sana-toria del settembre 2009, il 39,8 per cento degli intervistati

dichiara di essere totalmente irregolare e il 22 per cento si di-strica in una giungla di rapporti a volte regolari, altre volte no, orispetto ai quali vengono versati contributi per un orario inferiorea quello effettivamente lavorato. Questo da un alto espone la famiglia al rischio di eventuali ver-tenze che i lavoratori possono inoltrare contro di loro o a possibilicontrolli da parte delle istituzioni competenti. In questi casi, oltread essere tenute alla regolarizzazione retributiva e contributivadei lavoratori coinvolti, possono subire sanzioni di natura ammi-nistrativa o penale a seconda della violazione commessa. Un con-tratto di lavoro regolare permette invece di essere tutelati daeventuali complicazioni che possono nascere nei rapporti tra da-tore di lavoro e lavoratore, chiarisce diritti e doveri di entrambele parti, pur restando un contratto non eccessivamente vinco-lante, poiché non necessita di giusta causa per essere interrotto,ma solo di un preavviso di 15 giorni da parte del datore di lavoroe di 8 da parte del lavoratore.Inoltre è possibile dedurre dal reddito del datore di lavoro i con-tributi obbligatori versati allINPS per un importo massimo di1549,37 euro l'anno e, qualora l'assistito non sia autosufficiente,è possibile detrarre dalle tasse il 19% delle spese per la badante,sino a un valore massimo di 2.100 euro l'anno.Lo sportello Colf e Badanti del Caf Cisl nasce per fornire assistenzae consulenza alle famiglie che hanno la necessità di assumerecollaboratrici domestiche, colf, badanti, babysitter, per una ge-stione corretta e professionale del rapporto di lavoro e forniscea costi molto vantaggiosi assistenza e consulenza per regolariz-zare e amministrare il rapporto di lavoro garantendo. Mettere inregola i collaboratori domestici tutela i diritti del lavoratore e deldatore di lavoro, e potrebbe costare meno di quanto si creda. Lenostre sedi sono a disposizione per fornirvi tutte le informazionisul contratto, i costi e l'assistenza per la documentazione neces-saria a beneficiare delle agevolazioni fiscali previste per il datoredi lavoro.

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