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L'Urlo della menopausa di Lorenza Natta 1

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L'Urlo della menopausa

di Lorenza Natta

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Dedicato ad Antonella,compagna in questo percorsodi consapevolezza e risveglio.

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Capitolo 1 – La vita oltre la vita pag. 4

Capitolo 2 – Un amico è per sempre pag. 22

Capitolo 3 – La buia notte dell'anima pag. 32

Capitolo 4 – I maestri arrivano quando siamo pronti pag. 43

Capitolo 5 – Per guidare la macchina bisogna prendere la patente pag. 57

Capitolo 6 – Appuntamento con il destino pag. 63

Capitolo 7 – Distruggere per ricostruire pag. 77

Capitolo 8 - Le donne vengono da Venere e gli uomini da Marte pag. 82

Capitolo 9 – L'amore non ha manuale per le istruzioni pag. 89

Capitolo 10 – La potenza dell'Universo pag. 96

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Capitolo 1 – La vita oltre la vita

Nulla sarebbe stato più lo stesso. Può una lettera cambiarti lavita tanto da desiderare di essere altrove, o un'altra? Può la tuavita sospenderti per sempre?Quel brivido inopportuno lungo la schiena, misto di freddo eghiaccio nell'anima, aumentava man mano che si avvicinava acasa, guidando con prudenza. La lettera era in bella vista, bensigillata, appoggiata nel porta-cellulare sul cruscotto, tenuta adeferente distanza, paura di contaminazione.Ma sapeva che il momento era arrivato, e doveva aprire quellabusta.<<Non aprite quella porta! Citava un famoso film dell'orrore>>,ma tanto in tutti i film del terrore il poverino apre la porta e si farincorrere dall'uomo armato di accetta, e tutte le volte, ridendocon Antonella guardando questi film, si dicevano <<Ma lo sai,deficiente, che il maniaco è lì dietro, non hai letto il copioneprima!>> e giù a ridere.Colpo di fortuna! Un parcheggio proprio davanti a casa. Scesecon grazia dalla macchina, ricordandosi di prendere la busta.Infreddolita dalla pioggia gelata, Fiammetta squadrò l'andronedel suo condominio, cercando nervosamente le chiavi nellaborsa. <<Dannata valigia, tira fuori le chiavi maledetta>> ma sapevaperfettamente che nessuno le avrebbe risposto, forse nemmenola sua anima. <<Ma vaffanculo>> amen! E nonostante la pioggia insistente, sisedette sul gradino, ribaltando il contenuto. <<Evviva>> il tintinnio annunciò il prezioso ritrovamento ementre tentava di rialzarsi faticosamente, raccogliendo allarinfusa l'immane contenuto della sua borsa modello Mary

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Poppins, una fragorosa risata maschile l'accolse.<<Voi donne siete mitiche, confusione e bellezza su due gambetornite>><<Scusi signor maniaco, e il cervello lo serviamo per cena conil Chianti?>><<Ecco cos'era! Nella scatola del montaggio Ikea non c'era, manelle istruzioni era indicato. Ho ancora 30 giorni di tempo eposso fare il reso>><<Gnaaaaa! Carina la battuta. Dai, aiutami Uomo diNeandertal>>. Giorgio per tutta risposta, sogghignando, le tesela mano per aiutarla a rialzarsi.<< Sei bagnata come un pulcino, bisogno di qualcuno con unmorbido asciugamano.....?>>Fiammetta lo squadrò, e dentro di sé iniziò a ripetere <<nonora, per favore, non ora>>, ma un pizzicore a livello delleguance iniziò ad avanzare inesorabile.<<Ah, ah! Stai diventando tutta rossa come una scolaretta!>> econ galanteria le aprì il portone e con un inchino le cedette ilpasso, mentre il tenue rossore delle gote era diventato unincendio divampante, e l'unico desiderio in quel momento eraincenerire Giorgio, disperdendo le ceneri al vento.<<Oh, sento dei rumori strani dal tuo appartamento! Per me tista andando a fuoco il divano, è meglio che corri>> eaccomiatandolo gli fece una linguaccia.Per tutta risposta la fragorosa risata di Giorgio la accompagnò,mentre cercava nervosamente di far accettare alla sua chiave diaprire la porta di casa.<<Vuoi un po' di svitol, una bella oliatina ti servirebbeproprio..... alla chiave, intendo>><<Ma va a montare i mobiletti dell'Ikea, che è meglio>>, efinalmente, mentre rideva a crepapelle, la serratura cedette conun sinistro klong, e Fiammetta riacquistò la salvezza,

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chiudendosi dietro la porta.Stava ancora ridendo, quando il trillo del cordless la riportòsulla terra.<<Ciao Fiammetta, sono Franca>> un brivido premonitore learricciò la schiena, e subito intuì che qualcosa di grave erasuccesso a sua madre.<<Mi dispiace, ti volevo avvisare che Ilaria, mentre usciva perandare a fare la spesa, è caduta e si è fatta male. Ho paura che sisia fratturata il femore. Non ho ancora chiamato l'ambulanza, allimite arriva qui che dopo la chiamiamo insieme>>Mentre ascoltava le cadde dalla mano la busta, e, come unautoma, riacquistando lucidità organizzativa, rispose <<Ok,arrivo, ma intanto chiamo subito il 118, così acceleriamo itempi>>.<<Va bene, a dopo>>. L'Ilaria era la sua mamma, ed eracomico che le circostanziate parole di Franca esprimesseroIlaria e non tua mamma, ma d'altronde le persone a 85 annisono strane, chiuse in un mondo personale fatto di ricordi egalateo. Ruvida e ribelle mal si sposava con l'affettata e formalecompostezza dei modi di sua mamma.Ilaria era la beniamina di tutti: dolce e generosa, affabile, nonesprimeva mai un'opinione o un desiderio, sospesa come unangelo sulle vite di tutti.Diventare suora missionaria era il suo sogno, le ripeteva semprerimembrando i tempi andati, ma poi fu fulminata da Attilio,mitico istruttore di scuola guida, con uno sguardo assassino allaClark Gable, e tra una frizione ed un acceleratore, fra un volanteed un parcheggio, scoccò l'amore e addio ai sogni di clausura,sostituti da un bel batuffolino rosa, Fiammetta appunto. Come consolazione si ritagliò uno spazio, dopo la pensione,assistendo le persone anziane malate, spesso traghettandole per

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il passaggio finale, accudendole con amore e passione.Fiammetta pensò che sua mamma era una grande: l'essenza delpuro amore incondizionato nasceva in lei, e anche la miticasignora con la falce le rendeva onore, rendendo più lieve ecompassionevole il trapasso a coloro che Ilaria accudiva.Come un mantra spietato le ripeteva sempre: <<Chi ti fa più dimamma, o ti imbroglia, o ti inganna>> tanto per essereottimisti, oppure <<Non disturbare gli altri, aspetta sempre diessere invitata, non essere maleducata, sii educata e rifiutasempre quello che ti viene offerto>> insomma il perfettomanuale dello spettro invisibile, servitore di due mondi.E per tutta risposta, come un'eroina di altri tempi irriverente espudorata, era esplosa diventando se stessa, solo se stessa,entrando di prepotenza con la sua gaia allegria nelle vite di tutti.E stranamente tutti l'adoravano, nonostante gli anatemi dellamamma. Fiammetta era un balsamo per le anime malate dellepersone.Chiamò immediatamente il 118, e si preparò psicologicamentealla ridda di domande che l'addetto iniziò a sciorinare,rispondendo con calma e freddezza per non sembrare una pazzaisterica, ed ebbe conferma che entro venti minuti l'ambulanzasarebbe stata sul luogo.Aveva tempo di organizzare alcune cose. Telefonò a Enrico, ilsuo compagno, anche lui impegnato nell'accudimento di suamadre, non sembrò particolarmente preoccupato, e la liquidòcon un <<Fammi sapere>>, e chiuse la comunicazione.<<Grazie>> pensò sarcastica, sbattendo il cordless contro ilmuro.Fece su la borsa in un minuto, agguantò la cartella medica disua madre, diede un'occhiata alla casa e alla ciotola deicroccantini, e uscì.Suonò da Giorgio, che ridendo le urlò << deciso per l'oliatina

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allora!>>, ma quando aprì la porta, e vide l'espressione diFiammetta, si bloccò di colpo.<<Scusa Giorgio, ma mia mamma ha avuto un incidente e devocorrere via, non so come sta, che cosa sia successo, devo fare infretta, pensa tu alla Frency, ti chiamo dopo per dirti come èandata e se devo fare la notte.....>> <<Calma, calma, un momento, respira>> e la prese tra lebraccia, stringendola.Non poté fare altro che abbandonarsi ad un pianto irrefrenabilein quell'abbraccio monumentale, e appena finito, Giorgio leasciugò le lacrime con la mano e le disse di stare tranquilla, chetutto sarebbe andato bene.<<Agli anziani può succedere, vedrai che andrà tutto bene>><<Devo correre via, appena so qualche cosa ti avviso>><<Non ti preoccupare, il fortino è al sicuro..... topi o criceti allaFrency?>>Nonostante l'ansia e la preoccupazione, riuscì ad intrecciare unpiccolo sorriso, e con gratitudine lo salutò, ed in tutta fretta salìin macchina per dirigersi a casa di Franca, distante 10 minuti distrada.Per essere un venerdì mattina, il traffico era stranamenteovattato e calmo, gli automobilisti particolarmente cortesi edisciplinati, dispensandole sorrisi e precedenze rispettate.Dentro Fiammetta una ridda di emozioni iniziaronovorticosamente ad agitarsi, con pensieri e sensazionicontrapposti.<<E se muore, o se rimane paralizzata come faccio, comefaccio con la mia vita? Come potrò accudirla, lavorare, vivere lamia vita?>> stupide considerazioni per non pensare allavoragine di dolore che le squartava il cuore, e in quel momentosi sentì fragile di fronte a questo evento, con l'amara sensazioneche la vita si prendesse gioco di lei ancora una volta, rivivendo

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l'incubo di tanti anni prima. Sicuramente, tra tutti i suoi amici, il tema dell'assistenza aipropri genitori anziani era ricorrente. La nostra generazione di cinquantenni, obbligati a lavorare finoai 65 anni, mal si sposava con le esigenze familiari, e lo spettrodi badanti a pagamento o case di riposo, spesso mandava all'ariail delicato equilibrio psicologico ed economico delle famiglie.Se poi eri single, spesso la vita si ribaltava, e non era la primapersona che aveva dovuto abbandonare il lavoro per assistere ilproprio genitore, per impossibilità economica.Truci pensieri di un futuro incerto si stavano affacciando, epurtroppo Fiammetta metabolizzò che la vita, per la secondavolta in questa giornata grigia e indelicata, ribadiva che tuttosarebbe cambiato inesorabilmente.Ma lei era pronta?Parcheggiò con cura, prese la borsa e si diresse a larghi passiverso l'abitazione di Franca, una villetta a due piani nel verde diBologna. Il cancellino era aperto, come anche il cancelloautomatico, probabilmente per permettere all'ambulanza dientrare in retromarcia.Si arrestò un attimo per ammirare il giardino. L'ondaorganizzativa pretendeva la sua attenzione, ma lei non eraancora pronta, non ancora.Ma purtroppo scappare era impossibile, e respiròprofondamente per farsi coraggio.Guardando la quercia secolare del giardino si ritrovò a pensareche era sciupata, martoriata dalla morsa del gelo che, cattivo,aveva bruciato impietoso ogni essere vegetale. Mandò unpensiero di guarigione all'albero, e suonò il campanello.Appena aperta la porta, Franca si aggrappò alle sue spallegridando <<non volevo che uscisse a fare la spesa, ma sai comeè cocciuta tua mamma. E' uscita ed è scivolata sul ghiaccio

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della stradina.>>.<<Tranquilla, Franca, è successo, ora pensiamo a rimetterla inpiedi>>.Ma questo non tranquillizzò Franca, che continuò a piangere etirare su con il naso. Mamma era seduta su una sedia, in una postura innaturalelasciando Fiammetta perplessa. Pallida in volto, bianca come uncadavere, la gamba sinistra era rigida e appena provava amuoversi emetteva gemiti di dolore che spezzavano il cuore.<<Fiammetta, ti creo sempre disturbo>><<Mamma, ma cosa dici, lo sai che tu sei il sole della mia vita(un lieve sorriso increspò il viso di mia mamma), poi sono latua unica figlia, al limite la prossima volta chiami miofratello....>><<Impossibile, sei figlia unica>><<Appunto, se ne facevi due eri più tranquilla>> riuscì a ridereper la battuta, ma subito il volto si storse dal dolore.L'ambulanza fu tempestiva, ed interruppe ogni inutileconversazione.Appena entrati gli ambulanzieri si resero conto della gravitàdella situazione, ed immediatamente, ma con cautela,spostarono la mamma sulla lettiga, comunicando che sarebberoandati all'Ospedale Maggiore, e se Fiammetta voleva andarecon loro.Ma sapendo cosa sarebbe successo dopo, rifiutò gentilmente e liavvisò che sarebbe arrivata con la sua macchina.Tristemente prese la mano di sua mamma, la confortò dandoleun bacio, e la guardarono partire in ambulanza. A ottantacinqueanni una rottura di un femore può essere banale, comeirreparabile.Franca, continuando a piangere, disse <<mi dispiace, midispiace, sappimi dire come va, tienimi informata>>

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<<certamente, Franca, non si colpevolizzi, vedrà che andrà tuttobene, anche lei anni fa ha avuto la frattura del femore, ma oggicorre come una cavalletta, va anche a ballare, vero?>>.Si mise a ridere, ma all'improvviso un pianto irrefrenabile lacolse, e Fiammetta non riuscì a far altro che abbracciarla econsolarla.Poi, sciolse l'abbraccio bruscamente, e ritornando fredda erazionale, la salutò dicendo che appena ci fossero state notiziel'avrebbe chiamata.Un bacio e via, verso il suo nuovo destino.Appena arrivata all'Ospedale Maggiore, trovò subito unparcheggio, e zizzagando tra zingari e bisognosi che chiedevanopetulanti l'elemosina, ai quali rispose con un dolce sorriso discuse, faticosamente affrontò la rampa di accesso delle urgenze.Un odore di fresca primavera entrò nelle sue narici,rallegrandola, ma fu un istante, e tutto ripiombò nelloscoraggiamento.Chiese informazioni alla reception, facendosi largo tra malati inattesa dell'accettazione, che brontolando le fecero posto, edimmediatamente fu spedita alla sala urgenze al piano terra.In quel mentre squillò il cellulare. Speriamo sia Enrico, disse.<<Come sta andando, hai bisogno?>> come un balsamocorroborante, come un'oasi nel deserto, la voce calda econfortante di Giorgio, ma sinceramente preoccupata, laavvolse facendola sentire protetta, anche se piacevolmentestupita per il suo interesse.<<Purtroppo non so ancora nulla, ora entro in accettazione, poiti dico>>.<<Ok, a dopo allora>> Stranamente si sentì rincuorata, non erapiù sola ed era pronta ad affrontare la sfida.Un minuto, un secondo, ma quale sarebbe stato il minuto esatto,il secondo esatto in cui sarebbe successo l'evento? Perché

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proprio quel minuto, quel secondo? Era cervellotico il pensarlo,ma impotente accettò gli eventi, affidandosi.La mamma era già dentro per la visita, e si lamentava in stato disemi-incoscienza, circondata dalla dottoressa e altri dueassistenti. Un'infermiera cortesemente la fece accomodare, e ladottoressa si diresse verso la scrivania, sedendosi ed invitandolaa rispondere ad alcune domande.Fiammetta rispose in merito allo stato di salute, alle medicineche prendeva e le allungò il corposo fascicolo degli ultimieventi medici salienti. <<Cosa mi dice dottoressa?>> dalla voce di Fiammettatraspariva tensione, pur cercando di mantenere un ossequiosocontegno, per evitare di aggredirla.<<Purtroppo la situazione è complicata, vista l'età dellapaziente, ma stiamo facendo il possibile>>.Ora la mandiamo ai raggi per vedere l'estensione dellefratture>><<Come... delle fratture! Non era solo il femore>><<No, femore, collo del femore e due vertebre lombari>>Fiammetta si accasciò svuotata sulla dura sediadell'ambulatorio, e la stanza cominciò a girarle intorno.Riprendendosi, incontrò lo sguardo compassionevole delladottoressa, che cerco di tranquillizzarla.<Comprendo la sua preoccupazione, anche io ho una mamma di87 anni, ma faremo il possibile per rimetterla in piedi, vedrà.Ora abbiamo bisogno del suo aiuto. Dobbiamo mettere a postol'osso, e deve cercare di tenere calma e ferma sua mamma”.Fiammetta, fu assalita da un panico terrificante, mamantenendosi lucida, strinse forte la mano di sua mamma perfarle coraggio, mentre lei urlando dal dolore, madida di sudore,supplicava che le smettessero di farle male.La torsione dei medici sulla gamba fu impressionante, e le

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parve di sentire un assurdo trock dell'osso che andò a posto,mentre una mano irreale stritolava lo stomaco di Fiammetta,che aveva voglia solo di vomitare. Sopraffatta dal dolore Ilariacontinuava a piangere, sussurrando impotente di essere lasciatain pace. Vederla così fragile ed indifesa, risvegliò in lei lospirito del guerriero impavido con l'ascia in mano, e volle soloabbracciarla, consolarla, difenderla. Se in quel momento avessepotuto sostituirsi a lei, per allontanare il male, si sarebbesacrificata volentieri. Ma purtroppo non era possibile.La dottoressa, affabile, le porse un bicchiere d'acqua, e con ungesto materno la invitò a seguire sua mamma alla sala raggi, perfarle compagnia, e sottolineò che era un'eccezione viste lecondizioni e l'età di sua madre.<<Grazie di cuore>><<Non si preoccupi, faremo il possibile>>.Mano mano che procedevano con la barella verso la sala raggi,un'inquietante atmosfera tipo “Shining”, arricchitadall'andirivieni dei neon, lasciava spazio all'inquietudine.Appena arrivati, dopo pochi minuti prelevarono la barella diIlaria, lasciando Fiammetta nella più completa solitudine. Fiottidi adrenalina circolanti cominciarono a scendere verso le reni,affievolendosi, ed una strana stanchezza la assalì.Probabilmente si addormentò in uno stato allucinogeno, dove siimmaginò di fluttuare sopra il suo corpo, distaccandosi da tutto.Ed improvvisamente si ritrovò all'interno della sala raggi,osservando sua mamma che veniva aiutata a girarsi, mentre lelacrime le rigavano il viso. Fu solo una manciata di secondi, chesi sgranarono in una miriade di luci sparate nella sua mente,mentre il cellulare squillava insistente.<<Antonella, ciao. Intanto auguri di buon compleanno e buonafesta della donna>><<Ci sei stasera per la festa del mio compleanno? Abbiamo

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prenotato uno spogliarello maschile.>><<Tesoro, mi dispiace, ma sono qui al Maggiore perché miamamma è caduta, e stiamo aspettando l'esito dei raggi>>.Il silenzio prolungato dell'amica la colpì profondamente.Effettivamente non c'era molto da dire, ma solo prepararsi aduna spasmodica attesa.Schiarendosi la voce Antonella recuperò lucidità e le rispose almeglio dicendo <<mi dispiace veramente tanto. Hai bisogno,vuoi che venga lì?>><<ma no tranquilla. Ci sentiamo dopo appena ho notizie>>.<<Bacio>> <<Bacio>>Ora era veramente sola. Aprì la borsa e fece capolino l'ipod.Srotolò gli auricolari e lo schermo si accese per magiaposizionandosi sui brani di meditazione di Vianna Stibal, con ilsuo ThetaHealing®. Era da tanto tempo che non li ascoltava, eappena la voce di Vianna si insinuò dolcemente nelle sueorecchie, si sentì catapultare verso l'alto, in un'atmosfera serena,piena d'amore e luce, e si mise a piangere silenziosamente. Lasincronia energetica di quel momento perfetto, dove era lìconsapevole di esserci e di migliorarsi, schiarì le tenebre delladisperazione, lasciando spazio alla forza e alla speranza.Appena terminato il brano, le porte della sala raggi si aprirono,e un'infermiera accompagnò lei e sua mamma di nuovo in salaattesa.Ilaria continuava a lamentarsi per il male. Fiammetta nonriusciva ad essere vivace per renderle più sopportabile l'attesa elenire la sofferenza, ma amorevolmente le stringeva la mano perconfortarla.Dopo circa venti interminabili minuti, la lettiga fu prelevata edil referto tardò poco ad arrivare: frattura del femore sinistro, delcollo del femore e di due vertebre lombari.Anche una lieve commozione alla testa, probabilmente per la

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caduta. I volti dei medici e degli infermieri erano seriamentepreoccupati, anche se le parole erano ipnotiche, quasirassicuranti.L'impronta di un vergognoso disagio si fece strada nella mentedi Fiammetta, che però evitò di proferire parola, attendendo ilresponso.La dottoressa si avvicinò ed abbassando la voce sussurrò<<purtroppo la prognosi è riservata, tenuto conto del quadrodella paziente. Ora la portiamo subito in sala operatoria, perevitare problemi più gravi e quindi.....>> Fiammetta nonriusciva più a seguirla, la mente appannata non percepiva piùnessun messaggio, time out, stop, game over, uno schermo nerole apparve davanti agli occhi e dopo pochi minuti si ritrovòstesa su una barella, malamente caduta dopo lo svenimento.Qualcuno gentilmente alzò lo schienale della barella perpermetterle di riprendere coscienza, e dopo dieci minuti,sospirando si mise seduta e lentamente si alzò barcollante. Lesembrava di essere smembrata in due, come due sorelle gemelleche tirano in direzioni diverse litigando, recandosi pensierosaverso l'ascensore. L'edicola aperta al piano terra era invitante, eper prendere tempo con il destino, entrò per scegliere unarivista. L'attesa sarebbe stata lunga. Ogni movimento erarallentato, ogni pensiero si attorcigliava su se stesso e scelse unarivista a caso, quella con le facce più sorridenti, sorrisedebolmente alla cassiera scusandosi per non avere spicci, ebuttando alla rinfusa le monete nel portafoglio si allontanòmesta.In quel torbido pomeriggio di marzo l'ascensore si aprìfagocitando le vite di circa una decina di persone, che inassoluto imbarazzo leggevano la solita targhetta del peso.L'unico azzardo di conversazione fu chiedere il piano prescelto,e all'ottavo piano si ritrovò nel silenzio più completo salendo

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fino al decimo piano. Chiese in guardiola quale letto fosse statoassegnato a sua mamma, e fu rassicurata che Ilaria era giàentrata in sala operatoria ed era tranquilla.<<Che velocità>> pensò tra sé e sé, e si avviò verso la stanza.Pulviscolo disordinato danzava in controluce, mentre il solepomeridiano illuminava a giorno il corridoio. Tutto era asettico,ma pulito, ordinato, quasi rasserenante. Entrò nella stanza e fuassalita dall'odore del disinfettante, e con terrore ripensò ad untempo andato e ad un ricordo lancinante. In quella stessa stanza,trentun anni prima, per la stessa circostanza, suo papà Attiliol'aveva abbandonata per sempre. Il respiro diventò affannoso, quasi al limite di un collasso, e conil cuore in gola si rese conto che il letto di sua mamma era lostesso di suo padre. Aprì il portafoglio e fece capolino una fotosbiadita dai ricordi e dalla vita, ma viva dentro la sua anima: unpapà sorridente che abbraccia con orgoglio sua figlia. Lelacrime iniziarono a pizzicare le palpebre rotolando setose versoil collo, stringendo la foto. Pianse per dieci minuti buoni, poi siassopì sulla sedia, arrotolandosi come un gatto. Il sonno pesantela avvolse nelle sue tenebre per darle un momentaneo ristoro, efu un sonno senza sogni.Passarono diverse ore, e le infermiere sorrisero dolcementeguardandola, e una in particolare cercò di coprirla con unacoperta dell'armadietto. Fiammetta si mosse impercettibilmentee si svegliò, proprio nel momento dell'entrata della lettiga, consua mamma reduce dall'intervento.L'infermiere le chiese cortesemente di uscire, per permettere lavisita del primario, e l'avrebbero chiamata appena possibile.L'attesa spasmodica tendeva all'unisono tutti i muscoli ed inervi del corpo di Fiammetta, che presa dall'intolleranza, iniziònervosamente a maltrattare il suo smartphone, saltando da unaschermata all'altra. Il ticchettio del suo orologio da polso era

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diventato insopportabile, e così, avvertendo la caposala, decisedi scendere a prendere un panino e una bibita, consapevole dellalunga attesa. Era stata via dieci minuti, solo dieci minuti, ma quando ritornòsembrava un delirio in reparto. Campanelli suonavanoininterrottamente, spie rosse lampeggianti, carrelli edefibrillatori stavano uscendo dalla guardiola per andare in unastanza, facce tirate e preoccupate divenute improvvisamentesgarbate le urlarono di spostarsi e farli passare. Impietrita restòimmobile, senza quasi respirare, sperava di sbagliarsi ma unaterribile sensazione si fece largo nel suo stomaco, esplodendonel cervello. Appena vide uscire il primario, comprese. Anchelei se ne era andata, ed ora era proprio sola. L'infermierasussurrò qualcosa all'orecchio del primario, che annuì severo. Siavvicinò e prendendole la mano disse <<mi dispiace, abbiamofatto il possibile, ma il sistema circolatorio era compromesso,ed un embolo ha fermato il cuore. Non siamo riusciti arianimarla. Mi dispiace, si faccia forza>>. Un'infermiera siavvicinò dolcemente è prendendola per un bracciol'accompagnò nella sala d'attesa. <<Purtroppo deve attenderequi il fine visita, e dopo potrà vederla>>. Fiammetta farfugliòun grazie, si sedette incredula. Restò così inebetita, mentre lasua mente proiettava immagini di una vita. E come trentun anni prima il cuore si nascose in un bozzolo dighiaccio. Persa nei suoi pensieri trasalì, percependo un'ombrabianca sgattaiolare nel corridoio. Incuriosita si alzò e buttò unocchio nel corridoio deserto, ma non vide nulla. Incuriosita siavviò verso la stanza di sua mamma, e la porta chiusa sispalancò di colpo permettendole di entrare. Ilaria era stesabianca come la cera, bella, la più bella espressione che avessemai visto. Questa trascendente bellezza sfidava orgogliosal'abiura della morte nei confronti della vita, e rendeva

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impalpabile questo momento. Solo il pensiero di toccarla,perfetta nel trapasso, le faceva impressione. Nemmeno allamorte di papà era riuscita a baciare la sua fronte, usanza cheriteneva macabra e contaminante. E anche in questa occasioneriuscì solo ad aggiustare il lenzuolo, mordendosi un labbro pernon annegare in un mare di lacrime. Una tenue calma lucida siaffacciò alla mente per avviare la macchina funebre, e pensandoalle incombenze fu colpita da un fascio di luce che, entrandodalla finestra, accarezzava le gote di sua mamma. Stranamentele parve di intravedere una presenza eterea. La percezione delcorpo si perse, mentre rimirava l'immagine indistinta chedolcemente accarezzava la fronte di sua mamma, e le parve discorgere suo padre. Rimase paralizzata. Vedeva questa ombramuoversi con grazia, accarezzando dolcemente il viso di Ilaria ele parve di scorgere un movimento improvviso. Ma fu unattimo, e la luce sparì di colpo. Inebetita fu scossa dall'infermiera che la pregò di contattarel'impresa di pompe funebri, e andare a prendere un vestito per ilfunerale. Prima di accomiatarsi dolcemente le diede un buffetto sullaguancia, sussurrandole un <<ciao mamma>> e se ne andò conle lacrime agli occhi.L'aria primaverile si era fatta più intensa e mestamente aprì laportiera ma, sentendosi svuotata, si appoggiò alla macchina e siprese la testa tra le mani. Alzò lo sguardo all'orizzonte eassistette ad un meraviglioso tramonto: i colori rosso screziatidel tardo pomeriggio serale, si stavano infuocando sempre dipiù, e meccanicamente prese lo smartphone per scattare unafoto. Sua mamma rideva sempre per la sua ossessione per itramonti. Resasi conto dell'assurdità dell'atto, stizzita spense ilcellulare.Appena arrivata sulla porta Giorgio si palesò con uno sguardo

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impenetrabile, incerto se chiedere e come. <<E' finito tutto>>rispose rigida Fiammetta.<In che senso?>>, <<nel senso che è morta>>. Giorgio restòimpietrito, non sapeva cosa dire o cosa rispondere. Fiammettaalzò le spalle, aprì la porta e se la richiuse velocemente dietro.Un muro impenetrabile parve circondarla, e anche lo strusciaredi Frency non le era di consolazione. Mise una scatoletta nellaciotola, e iniziò svogliata gli adempimenti funebri.Chiamò l'agenzia, che assicurarono la loro presenza,accordandosi sugli aspetti formali, e si preparò ad affrontare latelefonata ad Enrico, visto l'entusiasmo dimostrato nellamattinata.Dopo circa una decina di squilli a vuoto, partìquell'insopportabile messaggio creato da Enrico <<Se sietemorti ed avete urgenza, lasciate un messaggio, altrimentirichiamatemi>>. bip. <<Ciao, sono io. Mi chiami per favorecon urgenza?>> il laconico messaggio era poco affabile,infastidita dalla sua assenza. E qualche cosa si insinuònell'anima, ma era troppo stanca per indagare.Scelse con cura un abito composto da pantaloni, camicia egiacca di lana, e velocemente uscì di casa per tornare inospedale e consegnare l'abbigliamento all'obitorio.Giorgio, cocciuto, si riaffacciò sulla porta di casa, e la bloccòdolcemente, abbracciandola.Il profumo del suo dopobarba era seducente e confortante,boschi norvegesi e odore di legna bruciata, e con questaemozione sciolse dolcemente la tensione e si lasciò stringere.Una intensa armonia di emozioni avvolsero entrambi, restaronocosì per un quarto d'ora.A quel punto Fiammetta si girò guardando il volto di Giorgio,rigato dalle lacrime, e dolcemente, consolandolo, gli disse chegli voleva bene, accarezzandogli il viso. E di colpo sparì nel

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buio, lasciandolo in preda a mille pensieri ed emozioni. Giorgiosapeva bene in che stato d'animo era Fiammetta. Solo un annoprima aveva perso sua madre per un infarto, e la perdita fu cosìsconvolgente, che gli pareva di galleggiare in un mondo irreale.Solo Fiammetta, con tenacia, riuscì a scuoterlo e ridarglientusiasmo alla vita, preparandogli pasti caldi, imponendosi neltirarlo giù dal letto la mattina per andare a lavorare.Lentamente iniziò ad apprezzare questo folletto irriverente che,pretendeva di aprire il suo dolore con un piccone, impedendoglidi scivolare nella depressione.Eh già, un'amica preziosa, ed ora aveva bisogno di lui.Pensieroso rientrò in casa, meditando il da farsi, senza trovareuna risposta adeguata.Scioltasi dall'abbraccio di Giorgio, Fiammetta stavapercorrendo la breve distanza tra casa e macchina, lottandomentalmente per non piangere. Mentalmente si scusò conGiorgio per la sua freddezza, ma non poteva fare altro perlottare contro il dolore, sentendosi profondamente sola.Ritornò velocemente all'obitorio, dove sua mamma era statacomposta in un lenzuolo bianco. Attese l'infermiera e le lasciò ivestiti per il servizio funebre. Voleva fermarsi a vegliarla,almeno per non lasciarla sola in quella stanza fredda, e ancheper dirle addio con calma. Basta un niente e tutto si trasformairreparabilmente, sospirò. Ma l'infermiera l'accompagnò confermezza all'uscita, chiudendo a chiave la stanza dell'obitorio.<<Non si preoccupi, l'anima di chi amiamo resta sempre connoi per proteggerci. E lei sente tutto il suo amore>>.<<Grazie, a domani>> <<Buona notte>>.Erano le ventidue quando ritornò a casa, e timidamente bussòalla porta di Giorgio per scusarsi. Ma non rispose nessuno. Unlieve sospiro la colse di sorpresa, mentre, stranamente delusa, siavviò mesta al suo appartamento. Non vedeva l'ora di rientrare

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nella sua sicurezza. Il bagno con la sua confortevole vasca agitòil suo magnetico richiamo. Mentre l'acqua calda alzava dilivello, e il bagnoschiuma rotolava le sue bolle colorate neipiccoli vortici creati dal rubinetto. Come una nebbia estiva, ilvapore iniziò ad appannare gli specchi e la finestra. Si lasciòavvolgere pensierosa, dal flusso delle emozioni. Accese lecandele sul bordo, che come fiammelle tremule iniziarono aspargere una splendida fragranza di magnolia. Attivò lo stereocon le musiche rilassanti, girò meccanicamente il rubinettoimmergendosi, spense la luce e l'ultimo pensiero fu per Enricoed il suo menefreghismo. Si risvegliò dopo due ore, grinzacome un'arancia e battendo i denti per il freddo.Uscì con cautela dalla vasca, si avvolse nel morbidoaccappatoio di sua mamma, e restò rannicchiata alla ricerca delsuo calore. Ma fu inutile. Iniziò ad aggirarsi per casa comeun'automa, alla ricerca di un'insperata traccia della suapresenza, trovando le scarpe dell'ultima gita, fredde come ilghiaccio, e una foto di due persone innamorate e felici, strette inun lungo abbraccio davanti ad una palma, sul lungomare diMontecarlo. Erano i suoi genitori sessant'anni anni prima. Ed ilcuore le si spezzò di nuovo. Appoggiò con cura la reliquia sultavolo, insieme alle scarpe, e sospirando si fece avvolgere dallamagia del piumone scivolando velocemente in braccio aMorfeo.

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Capitolo 2 – Un amico è per sempre

Il sonno pesante fu interrotto da un bussare insistente. Dopoalcuni minuti realizzò che erano le sette, rabbrividendo per imiagolii disperati di Frency, che pretendeva la sua razione dicroccantini.Con entusiasmo scese dal letto, infilandosi le ciabatte, ma comeun'accetta implacabile si riaffacciò il ricordo del dolore e dellaterribile giornata che si stava prospettando. Il bussare si feceinsistente. Aprì di slancio, trovandosi davanti un sacchetto dellamiglior pasticceria di Bologna messo in bella vista davanti alvolto di Giorgio. <<Cappuccino e brioches per la miaprincipessa preferita>> <<Accomodati che facciamo colazione insieme, ne ho propriobisogno>>.Con lo sguardo perso nel vuoto Fiammetta si scaldò le mani conla tazza fumante, mentre Giorgio delicatamente stavaaddentando un cornetto.<<Hai piacere di accompagnarmi in ospedale?>> chieseguardinga.<<Certamente, mi sono tenuto libero>> e le si scaldò il cuore.<<L'ignobile non si è fatto nemmeno sentire>> esordìimpietosa.Giorgio spalancò le braccia, con un'espressione indefinibile.<<Ok, mi cambio e sono subito pronta>>.<<Hai bisogno di avvisare i parenti, posso darti una mano?>><<Ci posso pensare più tardi, non c'è fretta>>.Sterili scambi di battute, per non far scorrere la sofferenza, ementre Fiammetta si preparava, Giorgio notò la foto sul ripianodella cucina. <<Sono i tuoi genitori?>> <<Già, carini vero! L'ho trovata per

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terra ieri sera, strano!>>In quel momento Fiammetta apparve sulla porta, armeggiandocon la cerniera del tubino nero, ed imprecando come uncontorsionista indiano, sbuffò mandando a quel paese il creatoredi siffatto marchingegno. <<Vieni qua che ti aiuto>>.Fiammetta si girò su se stessa leggera, alzando i capelli escoprendo la nuca, e Giorgio dovette trattenersi dal darle unbacio.<Là, fatto!>> esordì compiaciuto, mentre Fiammetta,osservando lo sguardo divertito di Giorgio rispose <<Mio eroe!!>> miagolando con fare civettuolo, facendogli nel contempo lasolita linguaccia.Nel suo abito nero Fiammetta era affascinante. Una tenuemalinconia le offuscava lo sguardo, rendendola fragile, eGiorgio ebbe voglia di stringerla a sé per rassicurarla. Come seavesse letto il suo pensiero Fiammetta si irrigidì, rientrando nelsuo dolore, ma i tratti del volto emanavano forza edeterminazione, e questo rassicurò Giorgio che tutto era sottocontrollo. Potevano andare.<<Pronta?>> esordì Giorgio per spezzare l'imbarazzantesilenzio. Fiammetta per tutta risposta lanciò uno sguardoindefinibile alla stanza, e pensierosa rispose <<No, ma devo>>.Il tragitto verso l'ospedale fu tranquillo. Giorgio accese lo stereosu Radio Deejay, mentre la Litizzetto e Vic si spanciavano digag. Fiammetta pensò che il cantilenare degli speaker eraipnotico, ma sicuramente meglio della frequenza di Isoradio,che snocciolava incidenti e premonizioni di maltempo, stazionetanto amata da Enrico ma perfettamente inutile in città. Inutilecome Enrico, in fin dei conti. Mentre si avviavano in ospedalein macchina, Giorgio le prese una mano e gliela strinsedolcemente. Fiammetta era persa nei suoi pensieri, guardando lavita che scorreva fuori dal finestrino. <<Come è balzana la vita

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a volte!!>> <<Come?>> rispose distratto Giorgio.<<Dicevo che la vita è ingestibile e priva di senso. Non siconfronta con noi e nemmeno rispetta le nostre preferenze,agisce come “cazzo le pare”. amen>>.Giorgio sorrise. Sapeva perfettamente come si sentiva la suacara amica. E sapeva che snocciolare frasi senza senso era unmodo per farsi coraggio, per non farsi investire dalla vita e daldolore.Appena entrati all'obitorio trovarono Ilaria vestita e adagiatanella bara, con un'espressione serena.Mentre osservava i dettagli del servizio funebre, con la codadell'occhio le parve di vedere di nuovo l'ombra di suo padreavvicinarsi alla bara. Trattenne il respiro, ed ogni suo muscolodel suo corpo si congelò all'istante. La voce fu inghiottita dalnulla e impotente osservò la scena. Vide lo spirito di suo padrechinarsi su Ilaria dandole un bacio. Fiammetta barcollòappoggiandosi al braccio di Giorgio, e si strinse a lui quasi pernascondersi a quella vista, mentre lui pareva tranquillo edassorto nei suoi pensieri, e sembrava non avesse notato nulla.Le parve di sentire la musica del “Bel Danubio Blu” insottofondo mentre dolcemente papà prendeva per mano lospirito di mamma, facendola uscire dal corpo. In una danzaarmoniosa iniziarono a danzare nella stanza. Erano un'unicaluce ed un'unica anima, indivisibili, e Fiammetta sentì scorrerele lacrime sulle guance, senza poter proferire verbo. Bloccati inun interminabile momento, continuarono a danzare nella stanzafelici, mentre Fiammetta, non riusciva a pensare. Soloipnotizzata dalla bellezza della scena, si rese conto con doloreche questo era veramente un addio. Cercò di trattenerli con unpensiero, urlando <<Vi amo>> ma riuscì solo a vedere la loroestatica felicità, persi uno negli occhi dell'altro, dimentichi didolori e delle ingiurie del tempo. Dolcemente sentì il saluto di

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sua madre <<Sono felice ora, va e cerca la tua felicità. Sei statauna figlia fantastica. Il nostro amore ti proteggerà persempre.>> Le parve di sentire una carezza sulla guancia, eall'improvviso scomparvero oltre la finestra. Questo si che eravero amore. E il sogno tanto accarezzato da sua madre si eraavverato.<<Hai visto cosa è successo>> l'emozione di Fiammetta eraevidente, scuotendo il braccio di Giorgio con forza.<<Che cosa?>> sobbalzò Giorgio.<<Sarò matta, ma lo spirito di mio papà è venuto a prenderemia mamma. Ho visto uscire l'energia dal suo corpo>>.<<Haiperfettamente ragione! Anche a me è successo con la mia.>> Giorgio rise sommessamente, nonostante la situazioneparadossale. E anche Fiammetta iniziò a ridere di gioia, conditeda calde lacrime di emozione, nascondendo il volto nella giaccaper non farsi sentire.Tornarono compunti per affrontare gli ultimi dettagli.L'impresario si palesò dopo un quarto d'ora, con la faccialievemente ammuffita per la circostanza, ed iniziò a sciorinareuna sorta di decalogo del perfetto funerale. Fiammettainfastidita tagliò corto. <<Fate voi, tranquillamente!!>> disse, esaputo l'orario del funerale, fissato per il giorno dopo, siaccomiatò, baciando sua mamma sulla fronte.La giornata passò velocemente tra varie telefonate ai parenti,che non trovarono nulla di meglio che formulare frasi dicircostanza improbabili, e Fiammetta ne risultò infastidita.Quella sterile sequela di commenti misti a cordoglio, aumentòl'intolleranza di Fiammetta.Alla cinquantesima telefonata, fatta alla mitica zia di Bologna(soprannominata “Iena”), che avrebbe onestamente evitato sisentì punta sul vivo quando esordì con un <<Avrei volutovenirla a trovare, ma sai gli impegni me lo hanno impedito>>,

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urlò con tutta la sua forza che era una bugiarda maledetta, e chela loro famiglia era stata buona solo per mungere soldi.<<Da quando ha avuto l'ictus, ben 6 anni fa, nessuno di voi si èfatto vivo per aiutarci. La mamma era sempre da te, nonostantegli acciacchi, e ti ha assistito quando hai avuto il tuo maledettotumore, facendo tutte le notti. Piangevi elemosinando attenzionida mia madre, e l'unica cosa che sei stata in grado di fare,quando hai avuto lo sfratto, pretendere di avere liquidata la tuaparte della nostra casa, altrimenti saresti venuta a vivere connoi. Beata te e il tuo sano egoismo che ti porterà alla tomba.>>un silenzio glaciale congelò la cornetta.<<E se non ti presenti al funerale è meglio!>> stizzita atteserisposta.<<Ma io, non pensavo, non volevo.....>> il balbettio eraimbarazzante, e se non fosse stato per l'incazzatura galoppante,si sarebbe messa a ridere fragorosamente.<<Eh già, tu non pensavi, non volevi, ma mia mamma ti hafatto comodo quando ti faceva risparmiare in baby sitter. Mi haiodiato quando sono venuta al mondo, e hai maledetto miamamma per essere rimasta incinta. Era comodo avere la suoramissionaria mancata in casa, da sfruttare e trattare da pezzente,vero! Siamo stati sempre e solo parenti di serie B per te e la tuafamiglia, ma ti ricordo che ….>> le parole si strozzarono ingola, trattenendole per un occulto motivo. <<Ma vattene a quelpaese, stronza!!>>, click, la linea si interruppe portandosi via lazia, i parenti e al diavolo le loro menate.Perle di risentimento fuoriuscirono dal suo stomaco, osservandocon astio la cornetta e un Grrrrrr prolungato uscì dalla sua gola.Si sentiva liberata ora. Ora aveva fatto veramente giustizia e suamadre poteva essere seppellita con tutti gli onori. La verità erastata scoperchiata. Presa nei suoi pensieri, sobbalzò al suono del cordless. E

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pensando fosse un impavido tentativo di zia di replicare,agguantò il telefono per controbattere. Invece era Enrico che,sbrigativo, le chiese di cosa avesse bisogno. <<No, niente Enrico, è solo morta mia mamma e se per caso seilibero, domani c'è il funerale>> quasi ironica.<<Ah!>> laconica risposta. Silenzio. <<Mi dispiace. Eri poipreparata all'evento visto l'età>>.“Ma sto insieme ad un lobotomizzato, per caso?” si chieseirritata.Continuando imperterrito sbottò con un <<Lo sai che odio ifunerali....>> Enrico oltre che laconico era anche sfuggente.<< E anche compiacere le persone>>. <<Appunto>><<Guarda, il funerale è domani alle quindici. Fai quello che tipare, tanto lo hai sempre fatto>> la stizza aumentava,ribollendo nelle viscere. <<Riesci almeno a venire per farmi un po' di compagnia? Hobisogno di te!>><<Amore, sai che i miei stanno male, spero di venire, ma mi sache abbiamo una visita medica nel pomeriggio>>. Di sabato? <<Scusa, anche ieri sera eri ad una visita medica con i tuoi?>>una piccola stalattite si formò sul cordless e qualcuno fececadere la linea.<<Ops, Frency, mi sa che ho pestato un serpente a sonagli>> eFrency per tutta risposta sbadigliò rumorosamente, tanto nonaveva mai sopportato il perfido Henry.L'occhio le cadde sulla scatola di Earl Grey Tè, e decise per unabevanda calda. Gli effluvi si sparsero per la cucina, e si ritrovòcon la tazza preferita di mamma tra le mani, scaldandosi ilcuore e l'anima. Dopo poco un bip segnalò l'arrivo di unmessaggio su WhatsApp. Era Antonella che timidamente lechiedeva come stava, e se poteva chiamarla.Si fece forza e compose il numero. Dall'altro capo percepì una

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sincera preoccupazione, e rimase di sasso alla notizia.Chiacchierarono per un po', e Fiammetta si ritrovò ad aprire ilsuo cuore come non mai alla sua amica fidata. Antonella fusplendida, ascoltò senza fiatare, sentendosi come un elefante inuna cristalleria, prendendosi il giusto tempo per risponderesenza banalità.<<Il funerale è domani alle 15,00. Avrei piacere di averti conme e Giorgio, almeno due facce amiche in un mare di ipocrisiae finto dolore>>.<<Certo che ci sono, vuoi scherzare!>> le parve di vedere lafronte di Antonella aggrottarsi, in preda alla tristezza.<<Ma dimmi, come è andata con gli spogliarellisti!>>Fiammetta tentò disinvoltura, ma Antonella percepì la suadistrazione.<<Notevoli, ma tutte quelle urla, quell'olio sui muscoli.... cheorrore, che volgarità!!!!!>> e Fiammetta riuscì a ridere di gustoal pensiero di Antonella che metteva cinque euro nello slip delbonazzo, facendosi prendere in mezzo dal gruppo di amicheinfervorate, tra urla di incoraggiamento.<<Ma glieli hai messi i 5 euro nelle mutande?>> sogghignandoin modo inqualificabile.Percepì il cambio di postura di Antonella, che mimandocompostezza, le rispose <<Solo 5!!!! Venti ne ho messi, micascema scusa!>>. Nonostante il dolore latente e lancinanteFiammetta si lasciò prendere dall'allegria dell'amicasogghignando piacevolmente, sapendo perfettamente che maiun evento simile si sarebbe verificato, anche con provetestimoniali di un video su YouTube.<<A domani allora>> riacquistando contegno.<<Bacio, adomani>>.

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Il piazzale della Certosa era piena di gente in attesa.Fortunatamente non era venuto nessuno alla chiusura della bara,aveva voluto solo con se solo Giorgio. Una presenza discreta leserviva in quel momento. Memore del passato, sapevaperfettamente come muoversi senza causare danni emotivi, eFiammetta gliene fu grata. Non riusciva a piangereonestamente. Il cuore era compresso in una insormontabilemorsa di dolore. Anche quando morì suo padre, mentrechiudevano la bara, davanti alla folla di persone venute asalutare, si rese conto di aver pianto per finta, perché le personevolevano vedere quello.Ma dentro era un blocco di ghiaccio, compassata,irraggiungibile.Il rumore dell'avvitatore che sigillava le viti alla cassa zincata,era lacerante. Riviveva in un film entrambi i funerali, e cercavadi riacquistare il controllo, ripetendosi che erano solo dei corpi,non i suoi genitori, non il loro cuore.L'atto finale della chiusura del coperchio, portarono via persempre alla sua vista la vista di sua madre, per sempre. Ilcuscino di gigli bianchi era enorme, copriva tutta la bara, ecaricandola sul carro funebre, la toccò per l'ultima volta conaffetto. Ma non riusciva a piangere. Si sforzò di ripensare amomenti belli, a momenti tristi. No, nulla. <<Mia mamma saràsempre con te nel tuo cuore>>, ripeté una vocina interioresbucata da chissà dove. <<Ma a me non me ne frega niente, nonla vedrò più>> ripeté mentalmente stizzita, e la vocina tacque. Rapida salì sulla macchina di Giorgio ed iniziarono il tragittoverso la Certosa. Appena scesa fu assalita da decine di mani calde, vigorose. E leparve di scorgere sincera sofferenza negli occhi degli astanti.“L'anima si specchia nel mare immenso degli occhi” pensòdelicatamente.

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E una lacrima le sgorgò liberamente, solo quella.Enrico si fece avanti, e la baciò sulle guance, mormorando<<Mi dispiace, ma devi essere forte.>> e sostituendosi aGiorgio, la incalzò sotto al braccio, trascinandola in chiesa.Per evitare una scenata, lanciò uno sguardo di scuse a Giorgio,che annuì comprensivo.La cerimonia fu breve, come anche la tumulazione.Fortunatamente finito il servizio funebre tutti si allontanarono,lasciando Fiammetta tranquilla di vivere il suo dolore.Enrico non l'aveva mollata un istante davanti ai suoi parenti.Aveva dispensato falso cordoglio e ipocrite strette di mano atutti, nemmeno fosse lui il figlio legittimo. Sembrava un caneche marchiava il territorio. E anche lo sguardo che le lanciavaera un'inquietante sguardo di possesso. Veramente spiacevole.Fiammetta tentò di riguadagnare la macchina di Giorgio perritornare a casa, ma Enrico le sbarrò il passo, intimandole diseguirlo. <<Lasciami perdere Enrico, ci vediamo domani. Ho propriovoglia di andare a casa e.....>><<Tu vieni via con me>>, sbraitò, strattonandola per unbraccio.<<Lasciami stare, non toccarmi!>> la voce di Fiammettavibrava per la tensione, ed onestamente si stava spaventando.<<Ora tu la lasci stare>>Giorgio si mise in mezzo perproteggerla. <<Allontanati, lei è venuta con me e con me ritornaa casa>><<Ma chi sei tu per dirlo. Fiammetta è mia e fa quello chevoglio io!!!>> era diventato rosso per la rabbia e le vene delcollo pulsavano in modo incontrollato. La situazione si stavascaldando.Per calmare gli animi accesi Fiammetta accettò il passaggio daEnrico, e pregò Giorgio di accompagnare Antonella a casa. Lo

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sguardo preoccupato di Giorgio fu eloquente, ma Fiammetta lorassicurò con uno sguardo, e si allontanarono.Saliti in macchina, non proferirono verbo fino a casa diFiammetta.Lei si girò di scatto ed affrontò con piglio deciso Enrico.<<Ma cosa ti è saltato in mente? Ma chi ti credi di essere?>> ilveleno delle ultime ore si riversò nel suo tono, facendosobbalzare Enrico.<<Sei la mia donna, e fai quello che ti dico!!><<Ascoltami bene, mi sono stancata di te, delle tue menate, deltuo esserci e non esserci. Noi non siamo una coppia, siamo unnulla, mi hai stancato, stancato capisci.>> alzando sempre dipiù il tono della voce.La rabbia di Enrico esplose furente, e le assestò un terribileschiaffo in faccia, tanto che Fiammetta sentì scuotere ilcervello. Fu un attimo. Presa da sacro furore gli assestò unoschiaffone in pieno viso, tutte le cinque dita belle aperte,lasciando Enrico inebetito.Con tutto il fiato in gola, rabbia mista a paura, gli urlò <<E nonfarti mai più vedere, capito!>>Consapevole dell'enormità del gesto, tentò di scusarsimalamente <<Scusa, sono geloso di Giorgio>>, ma a nullavalsero queste parole.Fiammetta scese dalla macchina urlando con tutto il fiato ingola <<Ma vaffanculo!>> sbattendo la portiera con una forzatitanica. Ed Enrico capì di averla persa, per sempre questa volta.Dritta come un fuso Fiammetta entrò in casa. La guancia ledoleva terribilmente, ma molto di più il senso di stupidità che lastava avvolgendo. Arrabbiata nera, staccò il telefono ed ilcampanello. Mise fuori un biglietto con scritto “Don't disturb” eandò a dormire.

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Capitolo 3 – La buia notte dell'anima

Per circa quindici giorni Fiammetta restò barricata in casa,guardando svogliatamente la televisione. Il cellulare erarigorosamente spento, come il computer. Ma un martedìmattina, girovagando svogliatamente per casa, la vita prepotentesi impose nuovamente.Vide per terra una busta bianca ancora sigillata. Le prese uncolpo. Era quella busta. Respirò profondamente, e si chinò a raccoglierla. La cucinaluminosa le sembrò il posto migliore per celebrare l'evento. Sipreparò il solito Tè Earl Grey e con reverenza aprì il lemboincollato.Ma il contenuto la scioccò ulteriormente, e volle soltanto urlare,urlare fino allo sfinimento, fino a sparire completamente. Mal'urlo si disperse nel cuore, bloccandole la gola. Solamente duerighe, solamente due righe per confermare che un'altra porta erastata varcata, la porta del non ritorno.Era in menopausa. E dire che si era preparata per tempo al fatidico momento.Aveva già mal digerito il fatto che improvvisamente le personela etichettassero con un affettato “Signora”, sentendosi vecchiae brutta, fuori dal giro insomma.L'occasione di un mini-corso sulla menopausa, al centroMazzacorati di Bologna, organizzato da personale qualificato,le parve un'occasione piacevole per affrontare luci ed ombre delmistero donna over quarantacinque. ma restava il fatto che soloa pronunciarne la parola, un conato di vomito faceva capolinoalla bocca dello stomaco, e come uno struzzo nascondeva latesta sotto la sabbia, dicendo <<più tardi arriva, meglio è>>.Ma ora il momento era proprio arrivato. Andò davanti allo

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specchio e cercò di scrutare se era diversa da ieri, se si notava, estancamente si arrese all'evidenza. Era diventata vecchia. Inutile. Insulsa. Altro che saggia, eravecchia, solo vecchia. La riga della ricrescita era pronunciata, e tutti quei capellibianchi erano segno inconfutabile della tragicità del momento.E si sentì persa.Sospirando prese appuntamento telefonico con la ginecologaper il giorno successivo, e si costrinse a cambiarsi e ad uscireper fare la spesa. Indossò jeans e maglia. Si intabarrò in ungiaccone informeed una cuffia di lana, ed uscì. Mentre chiudeva la porta percepìla presenza di Giorgio. Imbarazzata si girò ed accennò unaparola di scusa. <<Mi dispiace, ma non volevo vederenessuno.>><<Lo so, immaginavo, stessa esperienza come ben sai>>rispose dolcemente.Fiammetta sorrise per un momento, ritornando seria in volto.Giorgio notò che era sciupata, dimagrita, come sfuggente, erimpianse l'accennata intimità dei giorni del funerale, e si sentìestraneo nel mondo di lei. Ma così è, il lutto ha le sue regole, eFiammetta non faceva differenza. <<Ci vediamo Giorgio>><<Ok>> e scivolò via nel portone.La visita dalla ginecologa non prometteva nulla di buono. Sisentiva malata, orrenda, senza scopo nella vita, senza unamamma da accudire e senza un fidanzato per sentirsi ancoraattraente.La sentì snocciolare tutta una serie di ritrovati fitoterapici, tipogli isoflavoni di soia, per la salute e l'equilibrio ormonale, leconsigliò una vita sana, aria aperta, calcio e magnesio percontrastare l'osteoporosi, bla, bla bla...<<E una pistola permettere fine ai miei giorni....>> esordì sarcastica Fiammetta

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<<mi perdoni, stavo scherzando>>. <<Anzi, mi scusi ancora, esiste la rottamazione per la donna inmenopausa?>><<Si figuri, anche io ho pensato la stessa cosa cinque anni fa!>><<Anche lei in menopausa, così giovane?>> (e così bella edaffascinante, pensò tra sé e sé).<<E già, la sfortuna di chi è addetto ai lavori. A 42 anni i primisintomi, e a 45 stop. Ma ora sto bene.>> La mandibola diFiammetta si scaraventò verso il basso, e restò basita.<<E' vero che non si possono avere figli, e subentra una nuovaidea di vita, magari più tranquilla e rallentata, ma si ricordi chela fertilità di una donna non è il suo valore, ma sono i valori, lecredenze e i sogni che la muovono a rendere la donna speciale,a prescindere quale periodo stia attraversando. Ricrearsi uncentro basato sull'essere se stesse, in modo armonioso, spostal'attenzione dall'esteriorità all'interiorità. Bisogna spostarel'attenzione su presupposti diversi. E comunque ho diversepazienti ultra sessantenni in menopausa che hanno riscoperto ilsesso con il loro partner, con molta gioia e soddisfazione. Cipensi!>> <<E come si fa, se tutti i giornali pompano foto diragazze splendide, dee del sesso disponibili, e gli uominirestano ammaliati. La vecchiaia è brutta, diventi fragile e vieniaccantonato, e qualcuno si sostituisce a te e alle tue esigenze,sei escluso dalla società.>> L'enfasi di Fiammetta stupì laginecologa.<<Percepisco una sorta di rassegnazione. Le è successo qualchecosa di spiacevole ultimamente, ha avuto conferme delle suepaure?>><<Purtroppo mia mamma è morta quindici giorni fa, e holasciato il mio fidanzato>> un sospiro commiserevole colseFiammetta, che iniziò a sentire tremare il labbro inferiore. Non

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voleva piangere.<<Mi dispiace Fiammetta, ma deve fidarsi di me, la vita èincredibile e ci regala sorprese anche piacevoli a volte, riusciràad aprire le braccia e riappacificarsi con lei.>> <<Con la Vita?>><<No, con se stessa. Capirà presto.>>Fiammetta perplessa salutò la dottoressa, e con la ricetta inmano si recò in farmacia.La Farmacia Centrale era situata sotto il portico di PiazzaMaggiore. Appena entrata nel reparto omeopatia e fitoterapicifu assalita da una miriade di prodotti per la menopausa. <<Masono tutte in menopausa, oggi, c'è un 3 per due forse?>> esalutò la farmacista di fiducia, che sorridendole annuìspiritosamente, insacchettando i prodotti. La seconda bottaarrivò con il conto: ben cinquantasette eurini di fitoterapici,complimenti, che bazza la menopausa! Rientrando in casa, tolse il cartello “Don't disturbe”, aprì laporta, e si diresse in bagno per riporre i prodotti nell'appositoarmadietto. Isoflavoni di soia, magnesio, potassio, melatonina,il multivitaminico, la crema per il corpo...... <<Ma sono proprioun rottame allora!>>.E sconsolata riaccese il cellulare. Trovò solo un Whatsapp diAntonella, che la salutava, e voleva vederla. Si incontrarono ilpomeriggio alla gelateria di NaturaSì, in via Montefiorino.L'ambiente era piacevole, caldo e corroborante. Ci si potevasbizzarrire negli assaggi di torte vegane, macrobiotiche, gelatidi soia e biologici, piatti estrosi cucinati al self service, ma ilbello era che si poteva bivaccare anche due o tre ore, senzaessere gentilmente invitati ad andarsene.<Sei sciupata>> esordì Antonella, e per tutta risposta Fiammettaalzò le spalle, mentre sorseggiava una splendida cioccolata conla panna, veramente lussuriosa.

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<<Così non va bene, devi riconquistare il tuo benessere e il tuoequilibrio>>.<<Antonella, cosa posso dirti, mi sento svuotata dentro, lamorte della mamma mi ha proprio messo in ginocchio, aproposito ho lasciato Enrico>> <<Alleluia, un raggio fotonico tiha risvegliato il neurone!!!> Fiammetta rise di gusto <<E poisono in menopausa, sono vecchia>><<La gatta è morta? Giorgio sta bene?>> <<Certamente stannobene, ci mancherebbe altro>><<E allora via per una nuova avventura>> Una risata di cuoreaccese gli occhi azzurri di Antonella.<<Ti do il numero di una terapista speciale. Si chiama Lorenza,ha creato un'associazione olistica, e riesce a rimettere in sestoanche i cadaveri.>> Fiammetta prese dubbiosa il biglietto davisita, dove una splendida orchidea bianca troneggiava comemarchio per l'associazione.<<Devi permetterti di farti coccolare, e ritrovare sprint. Lo soche il dolore di tua mamma è fresco, ma non puoi aspettare disentire meno sofferenza per ritornare a vivere>> Fiammettasapeva che aveva ragione, il suo cuore fece una strana capriolae si sentì leggera come da tempo non succedeva.Rientrando in casa iniziò a preparare la cena. Mentre aspettava,prese in mano il biglietto da visita pensierosa, battendolonervosamente sui polpastrelli. Ma decise, e compose il numero.Due squilli, ed una voce calda ed armoniosa le rispose.<<Associazione Theta Edro, buongiorno, posso esserle utile?>>rimase stupita dalla forza delle sue parole, ed ebbe netta lasensazione di un sincero interesse per chi telefonava.<<Buongiorno, mi chiamo Fiammetta. Parlo con Lorenza?>>sospirò titubante.<<Sì sono io. Buongiorno. Mi dica pure.>> pausa imbarazzante<<Mi ha dato il suo numero Antonella, sua cliente entusiasta!>>

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dall'altra parte percepì una risata <<Troppo buona Antonella!!>><<Si fidi, se Antonella è entusiasta è una garanzia di qualità!!>><<Mi dica pure allora.>> Fiammetta non sapeva come iniziare, ed improvvisamente siritrovò con questa estranea a parlare per un'ora della sua vita,delle sue angosce. Lorenza la ascoltò con attenzione, in assoluto silenzio.<<Quindi perché si è rivolta a me?>> Fiammetta trasalì a quelleparole, ed effettivamente non seppe cosa rispondere. Rimase insilenzio per alcuni minuti, ma poi rispose decisa <<Voglioessere felice>>.<<Molto bene>> rispose Lorenza <<quando vuole iniziare?>><<Anche ora>> affermò Fiammetta decisa.La risata contagiosa di Lorenza rallegrò lo spirito di Fiammetta,accordandosi per il giorno successivo alle quindici. Non vedeval'ora di incontrarla, oppure era la voglia di incontrare veramentese stessa? Con nuova energia accese il computer ed iniziò a leggere laposta in archivio.Sgomenta si accorse delle circa cinquecento mail cheintasavano la casella personale, ed impietosa cliccò sul“cestino” per fare spazio. Si sentiva molto più leggera. Unpeperone rosso fece capolino dalla sporta della spesa, allaricerca di compagnia. Animata da una sfrenata voglia diprelibatezze, aprì il freezer alla ricerca di ispirazione e, voilà,una splendida pasta sfoglia surgelata da inventare.Per le 19 il delicato sformato prese forma, e decise, per farsiperdonare, di suonare da Giorgio, ed invitarlo a cena. Suonò ripetutamente, senza risposta, e stava per demorderequando un adone in asciugamano a piedi scalzi aprì di colpo la

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porta, e..... oddio l'asciugamano cadde, e opplà Giorgio, in tuttala sua intima prestanza fisica. Fiammetta si mise a ridere, aridere, a ridere, tanto che le lacrime iniziarono a scendereinarrestabili, e continuando a ridere a crepapelle, si rotolò perterra senza possibilità di controllarsi. Per tutta risposta Giorgio,completamente nudo, esordì con un <<Ora capisco perchéfaccio ridere le donne>> e stizzito raccolse l'asciugamanoriavvolgendolo in vita.<<Bene, signorina grandi forme! Cosa desidera? Fulminata unalampadina? Il lavandino perde? Mi dica>>. <<No, nulla,volevo invitarti a cena, ma se sei impegnato non importa>> egiù a ridere.<<Va bene, ci vediamo tra poco. Preferisci asciugamano oaccappatoio?>> e Fiammetta, per tutta risposta <<Quello che ticade meglio, tesoro!>> continuando a ridere e rientrando incasa.Quel morbido movimento dei fianchi ondeggianti, cheseguivano il ritmo dei riccioli ribelli, si stampò nella mente diGiorgio, che sospirando chiuse la porta.Stava ancora ridendo quando il cellulare squillò. Era Enrico.Geniale il cellulare: gli indesiderati e gli scocciatori vengonoarchiviati con un click, ed inseriti immediatamente nella BlackList.<<Si potesse farlo anche con il cuore.>> sospirò tristemente.Appena finito di apparecchiare la tavola, Giorgio suonò allaporta. E modello George Clooney si appoggiò allo stipite dellaporta inventandosi uno sguardo assassino, con una bottiglia divino in mano.L'avvenenza delle forme perfette, avvolte in un semplice jeansed un maglione bianco stile norvegese, la colpì. Emanava unostrano connubio di dolcezza e virilità, e pensò a quanto fossefortunata la sua ragazza. Effettivamente lui sapeva tutto di lei,

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compagno di fredde serate da chilometro lanciato sullacioccolata in tazza. O animatore di grigliate doc nel patio delcondominio in estate, confidente segreto delle sue pened'amore. Lui invece era schivo. Non sapeva nemmeno i suoigusti in fatto di letture, i suoi hobby, che cosa gli piacevamangiare, che tipo di donna preferiva.<<Spero che la tua fidanzata non si offenda per questo invito>><<Figurati, la palestra ha la precedenza, serata di relax perentrambi.>> e non gli parve vero di essere nuovamente lì,nell'ampia cucina in stile country, calda ed armoniosa.<<Come va, allora?>> domandò premuroso. Lo sguardo di Fiammetta si fece triste <<Sto ripartendo, è dura,ma penso che la congiunzione astrale sia favorevole alcambiamento>> Si rese conto solo in quel momento dellastupidità della risposta, ma non voleva né compatirsi enemmeno mettersi a piangere.<<Come è andata con Enrico?>> Trasalì alla domanda, ma siriprese subito. Onestamente non sapeva come esprimersi alriguardo. <<Domanda di riserva?>> Il tono della voce siabbassò ulteriormente, lanciando nell'aria circostante unamiriade di emozioni. <<Secondo te è giusto che un uomo picchiuna donna?>> <<Ma assolutamente no!>> rispose decisoGiorgio. <<E se lo fa una donna?>> <<Se è una lotta nel fangomi presto volentieri!!>> <<Cretino!>> lo canzonò Fiammetta.<<Sono seria ora, diciamo che è finita a mazzate, Enrico vsFiammetta: 1 a 1>> <<In che senso, scusa?>> La faccia diGiorgio si oscurò prontamente, ancora due minuti e sicuramenteavrebbe tirato fuori dalla tasca un macete gonfiabile perdifendere la gentil pulzella. <<Dopo quella terribile giornata in Certosa, scusa ancora per lapessima figura che ha fatto l'Unno nei tuoi confronti, non socosa gli sia preso, ha iniziato ad inveire pretendendo

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obbedienza, e mi ha tirato uno schiaffone.>> <<Stai scherzandovero?>> <<Assolutamente no, ma diciamo che gli ho restituitopan per focaccia. E' rimasto inebetito. La reazione lo haspiazzato, e sono riuscita a piantarlo urlandogli in faccia tuttoquello che pensavo di lui. Carica come ero dal giornoprecedente, immagina che reazione abnorme ho avuto.>>rispose seria Fiammetta <<E dopo non l'hai più visto o sentito?>> Il sopracciglio destro di Giorgio si sollevò modelloDiabolik, e strinse convulsamente il tovagliolo. <<No, e sonosollevata per questo. Dai che si fredda lo sformato e si scalda ilvino, iniziamo a mangiare, che è molto meglio>>.L'enorme peso che sentiva sulle spalle Fiammetta parveallentarsi di colpo, scaldandosi al calore dei suoi affetti più cari,i suoi amati amici. E si sentì molto fortunata.La serata proseguì serenamente, tra chiacchiere e battute. EGiorgio fu felice di constatare che all'apparenza Fiammettastava ritornando alla vita, senza recriminazioni o rancori.Aveva sempre ammirato la sua capacità si vedere il buono intutte le cose, e se anche la vita l'aveva così duramente colpitanegli ultimi tempi, era rimasta lucida. Irruente ed irriverente, siricordava perfettamente il suo sostegno di quei giorni terribilidella perdita di sua madre, aggravata dalla lotta ereditaria consuo fratello. Molte volte Giorgio aveva pensato di ricorrere adun avvocato, piantandogli una grana giudiziaria, ma il buonsenso di Fiammetta compensato dalla notevole competenzalegale unite alle sue tecniche olistiche, gli permisero di risolverela diatriba, sciogliere il suo nodo karmico con il fratello,rappacificandoli dopo ben trentadue anni che non si parlavano.Era ammirato in fondo, e quando la paragonava a Katia, la suafidanzata, restava incerto sul perché della sua scelta. In realtàgli anni e le abitudini avevano annientando la sua capacità didiscernimento, indossando una specie di occhiali appannati per

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evitare di prendere coscienza della superficialità che lo stavacircondando, concentrandosi sugli obiettivi di carriera. Maonestamente a cinquantaquattro anni la quotidianità era cosìscontata e senza stimoli, che si era stancato, sì, si era propriostancato del nulla. Anche quando morì sua mamma, Katia era impegnata fuoriBologna per lavoro. Colpito nell'affetto, si sentiva come unnaufrago e si attaccò al telefono per avere la sua attenzione.<<Amore, sono in riunione, puoi chiamarmi dopo>> la laconicarisposta di Katia.<<Amore, è morta mia mamma, puoi venire? Ho voglia diaverti vicino. Sono disperato.>>Ebbe la tragica sensazione di sentirsi come un pidocchio sullaschiena di un cane bagnato, mentre si scrolla l'acqua di dosso.Percepì nettamente il senso di disagio, mentre dandosi uncontegno, rispose freddamente <<Mi dispiace amore, ma nonposso, devo completare la relazione di fine trimestre.>> Tichiamo presto, Baci>> e riagganciò velocemente.Se non fosse stato per Fiammetta, si sarebbe suicidato. Il doloreera così intenso che parlava, urlava da tutti i pori la sua rabbiaed il suo rancore, e si sentì indegno di essere vivo. Fiammetta lo raccolse sul gradino del portone, con la testa tra lemani, mentre stava piangendo.Non fece nulla. Si sedette di fianco a lui, appoggiandoglidolcemente una mano sulla gamba, ed attese che lo sfogoplacasse. A questo punto lo aiutò ad alzarsi, gli prese le chiavidalla tasca, lo fece entrare in casa. Si ricorda che stramazzò sulletto, colmo di amarezza e rancore, ricominciando a piangerenella disperazione più nera. Lo coprì con una coperta. Andò incucina e gli preparò un brodo caldo. Si sedette sul bordo delletto, e con determinazione lo imboccò dolcemente.Aveva smesso di piangere. Forse l'effetto terapeutico del brodo,

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gli aveva scaldato anche l'anima, e si addormentòimmediatamente. I ricordi si fecero confusi nei giornisuccessivi. Fluttuando in un dormiveglia vigile, si rese contoche fu pettinato, vestito, rasato ed accompagnato al funerale.E non smise mai più di essere grato a Fiammetta per questo.Non poté fare a meno di comparare Enrico a Katia, e lesimilitudini erano molte.Sorridendo tra sé e sé pensò anche di farli incontrare, e magariil destino avrebbe provveduto con lungimiranza per il loro bene.Fiammetta stava sparecchiando. Si sedettero sul divano aguardarsi l'ultima puntata di Masterchef Italia 3, su Sky, eFiammetta si mise a ridere dicendo <<Pensa che l'imbecille haavuto da ridire anche sul mio abbonamento Sky. Ha tentato dicancellarmelo, ma fortunatamente l'ho bloccato in tempo.>> Larisata di Fiammetta mise di buon umore anche Giorgio, e chiesese aveva anche Sky Cinema. Con un sorriso provocante leirispose <<Sì>>, e lui, di rimando, incalzandola <<Vuoi tu, Fiammetta Neroni prendere il qui presente GiorgioBartolotti come legittimo sposo, condividendo i programmi Skynella buona e nella cattiva frequenza, dividendosi iltelecomando a giorni alterni?>> e Fiammetta divertita <<Sì, lovoglio>> e Giorgio <<siamo dichiarati marito e moglie daGordon Ramsey, finché Masterchef non ci separi. Il viaggio dinozze è prenotato su Sky Wedding Planet alle Maldiveonline>>.E iniziarono a spanciarsi dalle risateFinita la trasmissione, Giorgio salutò Fiammetta e fece ritornoal suo appartamento.

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Capitolo 4 – I maestri arrivano quando siamo pronti

Una delicata leccatina sul naso svegliò Fiammetta, che svogliataguardò la sceglia, stiracchiandosi dolcemente. Tentò di poltrireancora un po' a letto, ma Frency cominciò a grattare le lenzuolacon insistenza. Era ora di alzarsi ed esaudire le preferenze diLady Gattona. La scelta ricadde su un pesce olive a bocconcini,che il mitico felino aggredì circospetta, per evitare un furto daestranei. Finito lo spuntino, iniziò il rituale della pulizia delpelo, esibendosi in una spaccata alla Carla Fracci per dedicaretempo alle parti intime. <<Che fortuna hai Frency, il beautycase è sempre con te!>> un Trrrr felino prolungato laaccompagnò verso la stanza da bagno, per il trucco e parrucco.<<Dannati ricci e dannata ricrescita. Devo andare dallaparrucchiera!>> Si stava dimenticando del set della perfettamenopausa, ed aprendo il mobiletto in alto la scatola degliisoflavoni di soia la colpì dritta sulla fronte, e a lei parve unaterrificante premonizione., tanto che con un calcio ben piazzatofece goal nel cestino. <<Fiammetta batte Soia: 1 a 0.Mitica!!!!!!>>Brandendo un pettine di legno, tentò un vano tentativo perdomare i suoi ricci ribelli, ma lo smartphone squillò, ed andò arispondere.Era arrivata la lapide ed erano pronti per installarla. Si accordòper le dieci, e velocemente uscì di casa per raggiungere ilcimitero. Il sole brillava tra le foglie dei cipressi composti, e siritrovò ad accarezzare la tomba, dove i suoi genitori riposavanoin pace. L'immagine di sua madre la guardava dal santino conun sorriso amorevole, e si sentì ricolmare del suo immensoamore materno. Sospirò con nostalgia, e un nodo in golasoffocò le lacrime. Il dolore non scendeva oltre, restava lì come

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olio su una superficie acquosa, senza affondare. Gli addetti delmarmista svolsero rigorosamente il loro lavoro, e nel giro dimezz'ora la lapide era stata riposizionata. Appoggiò un orchideabianca sul portafiori, ma sentendosi a disagio si allontanòimmediatamente. Il freddo di morte in Certosa erasproporzionato rispetto all'ambiente esterno. Guadagnòrapidamente l'uscita, e appena fuori iniziò a respirare a pienipolmoni per sentirsi di nuovo viva. Prese la macchina e fortunatamente trovò un parcheggio vicinoal luogo dell'appuntamento con Antonella, ed entrò da NaturaSì.Un profumo di uova pasquali le assalì le narici, appena entrata.Pasqua si avvicinava a grandi passi, ma onestamente tuttaquesta euforia delle persone per le festività imminenti lemetteva addosso una gran tristezza. Antonella era già in fondo,sfogliando una rivista distrattamente. <<Olà bella donna, cosa mi racconti?>> <<Ho deciso, parto per la Scandinavia per il master diinsegnamento per lingue straniere!>> e gli occhi azzurridivennero scintillanti.<<Ce l'hai fatta allora.>> <<Sono riuscita ad avere anche laborsa di studio, non male per una cinquantenne d'assalto!>>sorrise compiaciuta, ma Fiammetta sapeva che sarebbe statosolo l'inizio di una sfolgorante carriera diplomatica, ne erasicura. Continuarono a chiacchierare amabilmente, per salutarsidandosi appuntamento nei prossimi giorni, prima della suapartenza.<<Mamma mia, che stravolgimenti nel giro di pochi mesi.>>Pensò con rammarico a questo terzo cambiamento, e pensandoalla partenza imminente di Antonella le si stinse il cuore. Unaltro punto di riferimento che si allontanava inesorabilmente. Lemancavano già le loro lunghe chiacchierate al NaturaSì, davantiad un cappuccino ed una brioche, parlando di libri gialli e di

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cultura varia.Fiammetta conobbe Antonella ad un corso di web design, treanni prima, organizzato dalla Regione Emilia Romagna. Leigestiva la parte tecnica del corso, mentre Fiammetta era unapartecipante. La qualifica le serviva per realizzare blog adisposizione degli utenti ricoverati nelle case di riposo, malatidi alzheimer e demenza senile, e quindi il classico pezzo dicarta l'avrebbe certificata professionalmente per accedere allestrutture pubbliche ospedaliere. Si qualificò con il massimo deivoti, ricevendo i complimenti per questo progetto innovativo. Fiammetta era certa delle sue potenzialità. E quando realizzòper la sua prima casa di riposo il “blog dei ricordi”, sicommosse nel vedere risplendere la scintilla di vita negli occhispenti degli anziani, nel vedere scorrere i frammenti dei lororicordi di storia narrati dalla sequenza delle foto con i propricari, montati nella slideshow. E decise che questa sarebbe statala sua strada. Antonella fu colpita dalla sensibilità di questadonna, caparbia, ma umile, pronta a rimettersi in gioco perimparare concetti nuovi ed impegnativi. E l'amicizia scattònaturalmente, amicizia a prima vista, dicevano tra loro ridendo.L'arrivo di Antonella fu una boccata d'aria fresca perFiammetta. Lentamente si rendeva conto che il rapporto adistanza con Enrico si stava trasformando in una trappolasoffocante. Man mano che Enrico pretendeva sempre più atteseed attenzioni, pian piano tutti gli amici la abbandonarono. Tral'altro lo ritenevano arrogante e spiacevole, ma a Fiammettapiaceva così. E così rimase sola. Quindi la presenza diAntonella si era insediata in modo perfetto. Anche lei aveva unastoria impegnativa, ma riusciva a ritagliarsi spazi per le suepassioni e i suoi hobby, che tra l'altro coincidevano per moltiaspetti con quelli di Fiammetta. Verso le quindici si recò da Lorenza. La palazzina si trovava in

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un bel quartiere di Bologna, immerso nel verde. Restò incantataad osservare questo angolo di paradiso, ed iniziò a scattare foto.La luce era splendida, magica per rubare attimi di incanto daicolori primaverili. Uno scoiattolo balzò su un ramo proprio nelmomento dello scatto. E, rivedendola, si compiacque per labotta di fortuna, perché era veramente splendida. Come quellavolta nel parco, dove una libellula si posò sull'alluce nudo diEnrico, e la foto scattò immediata. Era spettacolare, cosìrealistica che, in un lampo di genio, trovò il nome per ilbusiness di Enrico “Polleggiat-it”. E lui decollòeconomicamente con questa idea vincente di un sito dedicatoalla realizzazione dei business per gli altri. Il motto dell'aziendaideato era: “Hai un idea commerciale vincente, ma sei pigro?Polleggiati qui che ti aiutiamo noi. Rilassati ed incassa.” E lafoto diventò il suo marchio di fabbrica.Evitò di indugiare oltre nei ricordi, energeticamente eradeleterio. Suono il campanello con la scritta “AssociazioneTheta Edro”, e salì per la nuova avventura. Il cuore acceleròleggermente, desiderando scappare a gambe levate. Ma ildesiderio di trovare la felicità, e tante risposte, la sospinse versoil piano rialzato. Distrattamente le cadde l'occhio su un fioreabbandonato per terra. Era una rosa bianca. Restò impietrita adosservare il tenero bocciolo, ed automaticamente lo raccolse. Ilsegno era arrivato, era proprio nel posto giusto.Portò i petali delicati al viso, chiudendo gli occhi edaspirandone gli effluvi. E con reverenza lo ripose in borsa,come un dono prezioso. Lorenza era sulla porta che laattendeva, e appena la vide uno splendido sorriso le illuminò ilvolto. La colpì la sua spontaneità, come se si fossero conosciuteda sempre. Si accomodò a sedere in una comoda sedia, e tirò unprofondo sospiro di sollievo, rilassandosi. I nervi erano tesi perpercepire qualsiasi tentativo di manipolazione, ma l'ambiente

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luminoso, la pace che regnava sovrana, sentendo in lontananzaun ovattato rumore di macchine, abbassarono le sue difese.Un'immensa vetrata dominava il panorama di Bologna, e inlontananza si intravedevano le due torri e i palazzoni dellaFiera. Era una vista mozzafiato.Un batik originale troneggiava nel centro della stanza,arredando la parete a destra. Ovunque erano sparsi cuscini,probabilmente per le tecniche di rilassamento, ed una musicaindiana in sottofondo permetteva una maggiore concentrazione.Per un istante seguì il movimento delle fiamme di alcunecandele artistiche, addobbate con fiori e conchiglie, e in unapiccola ciotola troneggiavano delle offerte al dio Ganesha, unostrano elefante attorcigliato con 4 braccia, due gambe ed unaproboscide, che in India è considerato come la divinità dellaricchezza e dell'abbondanza. Tutto era in equilibrio e assolutamente perfetto. E rimaseconquistata.Lorenza comprese il suo stupore. <<Bello vero, sembra diessere sospesi come viandanti fra due mondi!>> A queste paroleFiammetta trasalì, ripensando a come aveva considerato sempresua madre.<<Allora, possiamo darci del tu?>> e le piantò due meravigliosiocchi verdi, scintillanti come semafori. <<Ma certamente.>>Lorenza aprì un quadernone, e scrisse in alto il suo nome.<Antonella ti ha spiegato come si svolgono gli incontri?>>Fiammetta scosse la testa, e si apprestò ad ascoltareattentamente. <<Hai mai sentito parlare di ThetaHealing®?>><<Non molto, una mia amica mi ha passato un cd con lameditazione di Vianna, e ogni tanto la ascolto. Mi rilassocompletamente.>> La curiosità di Fiammetta cominciò adaumentare a dismisura.Lorenza iniziò a spiegare meglio <<ll ThetaHealing® è una

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metodica che insegna come mettere a frutto la nostra intuizionenaturale, con la certezza che l'Amore Incondizionato del"Creatore Di Tutto Ciò Che è", cioè Dio per meglio intenderci,compirà il vero "lavoro". Usando lo "stato Theta", cambiando ilciclo delle nostre onde cerebrali, è possibile vedere “il CreatoreDi Tutto Ciò Che è” creare guarigioni istantanee, sia fisiche cheemozionali. Il ThetaHealing® è stato progettato da ViannaStibal come una guida terapeutica, utilizzabile anche su sestessi, per sviluppare la capacità di cambiare su tutti i livelli:fisico, mentale, emozionale e spirituale. Utilizziamo questatecnica perché è efficace nel lavoro sulle Convinzioni Limitantie Sentimenti, ma è anche molto conosciuta per il concetto diSette Piani di Esistenza, uno strumento per connettersi al livellopiù alto di Amore Incondizionato e di Energia.>>Fiammetta restò affascinata, mentre Lorenza proseguì nellaspiegazione.<<Ho scelto di lavorare con questa tecnica perché mi permettedi lavorare in profondità sulle Convinzioni Limitanti e iSentimenti delle persone, aiutandole ad acquisire l'abilità dirimuovere e sostituire le emozioni, i sentimenti e i pensierinegativi con quelli positivi. Il ThetaHealing® è un mezzo cheinterviene direttamente sulla propria realtà fisica. Si tratta di unprocesso che oltrepassa il velo, chiamato anche "illusione", perarrivare consapevolmente all'universo non fisico, co-creando leesperienze che intendiamo vivere.>> Fiammetta era sempre piùaffascinata. <<In quanto esseri dotati di subconscio, siamo soloin piccola parte a conoscenza dei nostri stessi pensieri. Inmoltissimi casi, quello a cui pensiamo di credere noncorrisponde alle nostre credenze inconsce, ma solo a quellementali consce. La Mente va suddivisa in Conscia e Inconscia,e la parte inconscia (che ci è quindi sconosciuta) contiene digran lunga molti più pensieri e programmi che la parte a noi

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conosciuta.>> l'occhio di Fiammetta di fece a palla, stavaperdendo ogni concreto riferimento razionale. La passione diLorenza per questa tecnica traspariva dall'entusiasmo chemanifestava in ogni parola. Fiammetta arrivata a questo punto giunse alla convinzione diessere capitata nel posto giusto al momento giusto, anche se nonaveva ancora compreso esattamente in che cosa consistesse iltrattamento, e Lorenza, intuendo i suoi pensieri, le disse <<Ilfamoso salto quantico! Mai sentito parlare?>> Fiammetta sivergognò per la sua abissale ignoranza ed arrossì, ma Lorenzaparve non accorgersene, procedendo con il discorso. <<Spesso tratteniamo e proiettiamo convinzioni nella nostravita, in modo del tutto inconsapevole creando situazionifortemente legate a quello che pensiamo ("Io non meritol'Abbondanza", "Io non sono capace di Amare", "Io attraggosolo situazioni complicate", ecc...). Questi pensieri possonoderivare dalle nostre esperienze dell'infanzia o provenire daesperienze tramandate a noi, per via genetica o essere unprogramma di Coscienza Collettiva, quindi appartenente ad unacomunità o all’intero genere umano. Utilizzando le tecniche delThetaHealing® è possibile scoprire quali sono le nostreconvinzioni limitanti nascoste che hanno creato quelladeterminata situazione e cambiarle. Ciò che è ancora più profondo è che questa tecnica può essereinsegnata agli altri. Vianna Stibal, fondatrice delThetaHealing®, ha insegnato queste modalità a migliaia dipersone in tutto il mondo che a loro volta istruiscono altri. IlThetaHealing® può essere meglio descritto come "un miracoloraggiungibile nella tua Vita".>>Lorenza si fermò per osservare le sue emozioni, Le offrì unbicchiere d'acqua e mentre beveva si rese conto che il groppoalla gola stava diventando fastidioso.

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Quindi, recuperando il controllo, le chiese che cosa avrebbefatto per lei. <<Al telefono mi hai detto che vuoi ritornare adessere felice?>> <<Già>> rispose asciutta, mentre la sua mentecominciò vorticosamente a porsi domande, cercare alternative,risposte, soluzioni.<<Per raggiungere il tuo obiettivo è importante analizzare lasituazione attuale. Per questo motivo utilizziamo una tecnicadenominata “scavo” che permette di arrivare alla fonte delproblema ed alla sua chiave di convinzione, eliminandolasempre con il tuo consenso esplicito, per modificarepositivamente la convinzione. Durante il trattamento eseguiròsu di te uno “scavo Theta Healing” ed in connessione ti verràeffettuata una lettura relativamente alle situazioni ed alleconvinzioni base che sono all’origine del problema specificoche vuoi risolvere e dei suoi sintomi, utilizzando la tecnica deltest energetico per verificarne la veridicità o meno nel tuoinconscio. In base ai risultati della lettura andremo a lavorare sulla tuaenergia rimuovendo convinzioni bloccanti, cambiandole consentimenti e convinzioni positive e potenzianti, risolvendoricordi e memorie storiche e genetiche e rilasciando emozionidolorose, rilasciando paure, dolore, rabbia, risentimento etraumi, potrai lavorare su rapporti e relazioni, dando amoreincondizionato a te stessa e agli altri …e tutto quanto necessarioin base al lavoro che stiamo facendo. Tutto ciò che viene fatto è esplicito, è spiegato e viene chiesto iltuo consenso per ogni specifica azione.Sarai sempre vigile e non sarai mai messa in stato ipnotico....insomma non ti farò passeggiare chiocciando come unagallina>> Tutto chiaro, Lorenza era veramente incredibile.<<Iniziamo allora?>> <<Ok.>> Fiammetta si stavaconcentrando sulle sue emozioni, ma era seriamente

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preoccupata di non rendere efficace la seduta, e bevve unsecondo bicchiere d'acqua soprappensiero. Come un fiume in piena Fiammetta iniziò a raccontare dellamorte di sua mamma, della chiusura con Enrico, del suo esserein menopausa, sottolineando che tutto era accaduto nello stessoweek-end, della malinconia per la futura partenza di Antonella,della sua insoddisfazione per i risultati sul lavoro e la mancanzadi concentrazione, e parlò diffusamente per un buon quartod'ora.Lorenza la stava osservando, e notava una rigidità interiore,come se il corpo fosse distaccato dalle emozioni, eimprovvisamente vide un'ombra bianca in un angolo, maproseguì imperterrita tornando a concentrarsi su Fiammetta.Dolcemente le prese la mano e le spiegò che avrebbe testato leconvinzioni che la stavano assillando. Al suo tocco una piccolavertigine la catapultò in una dimensione parallela, ed iniziò avedersi fuori dal suo corpo. Dovette fare uno sforzo tremendoper rientrare in sé, ma prima di rientrare in connessione con sestessa vide chiaramente il bozzolo duro che opprimeva il suocuore, ed iniziò a piangere sconfortata. Lorenza le passò unfazzoletto ed attese paziente che si calmasse.<<Perché mi sento così male? Perché non ho pianto né per miopadre e nemmeno per mia madre? Perché mi sono ghiacciatadentro e mi sento come morta? Perché? Perché proprio a me?>><<Possiamo iniziare da qui, allora>> e la voce tranquillizzantedi Lorenza le permise di accogliere ogni emozione negativa,lasciandola andare alla luce, verso Dio, perdonando tutti, masoprattutto se stessa per tanta sofferenza. La sessione durò dueore, che passarono in un lampo. Fiammetta era stordita maleggera e felice, pronta ad affrontare la vita e le sue sfide. Maprima di lasciarle la mano Lorenza si lasciò sfuggire un <<Tuopadre ti saluta. Vuole sapere se hai gradito la foto che hai

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trovato vicino alle scarpe di mamma e la rosa bianca che ti hafatto trovare oggi>> Fiammetta si rimise a piangere,consapevole che il codice segreto per avvisarla della suavicinanza non era più un suo delirio mentale, ma una certezza.Singhiozzando Fiammetta assentì con la testa dolcemente, eLorenza si accorse che aveva cambiato espressione. Il lavoroera compiuto, e Fiammetta aveva lavorato bene.Per smaltire la tensione Lorenza le offrì un tè, e davanti adun'affascinante scatola di biscotti al cioccolato si riallinearonocompletamente. <<Quando hai iniziato a lavorare in questo modo?>> esordìcuriosa.<<Adesso ti metterai a ridere. Sono un veterinario mancato, e lamia passione è sempre stata anche la medicina. Come unpompiere all'età di quattordici anni avevo deciso di fare loscientifico, per iscrivermi alla facoltà di Veterinaria, ma il mioadorato papà, più costruttivo di me, mi suggerì (con fermezza)di iscrivermi a Ragioneria, visti i brillanti risultati inmatematica (collezionando tutti due e tre). E così per anni hosvolto lavori di rappresentanza, perché il contatto con ilpubblico mi è sempre piaciuto. Poi ho deciso di mettere a fruttole conoscenze acquisite nell'abito della formazione,completando il percorso con la PNL e l'EFT. Nel 2009 una miaamica mi ha fatto un trattamento di ThetaHealing®, e,percependone il benessere immediatamente, ho deciso che erala svolta per poter aiutare le persone a stare meglio.Nel giro di una settimana, per caso (ma il caso non esiste)un'insegnante ha organizzato un corso a Bologna e mi sonoiscritta immediatamente, senza pensarci un attimo. Era arrivatala mia svolta, e dopo questo primo corso ho deciso di diventareanche insegnante qualificata. Con questo percorso, ho potutoincontrare la fondatrice della tecnica, Vianna Stibal, e sono

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rimasta colpita dall'essere meraviglioso che è lei, una puraemanazione di amore incondizionato.Questo incontro mi ha permesso di diventare la personamigliore che sono oggi, aiutando al meglio anche le anime cheincontro, che hanno bisogno di conforto e aiuto.>><<E' difficile da imparare? Anche a me piacciono le tecnicheolistiche, e questa è incredibile, arriva con un'intensità e scuoteogni tua cellula, ed esci che sei diverso, migliore.>>Non voleva rischiare di essere ruffiana, ma l'entusiasmo si stavaimpossessando di lei, e voleva a tutti i costi saperne di più.<<Sei impegnata questo week-end?>> <<No, sono libera comel'aria>>.Per scrupolo controllò l'agendina, ma nulla all'orizzonte.<<Bene, tengo a Bologna un corso base e ho ancora postidisponibili..>>Pensando alla strana sincronicità degli eventi, decise diconfermare subito la sua presenza per evitare che oltrepassandola soglia dello studio di Lorenza un Tir impazzito potessefalciarla, e addio cambiamento quantico. Lasciò un piccoloacconto come impegno principalmente con sé stessa, e silasciarono con un forte abbraccio. Fiammetta era al settimocielo. Appena arrivata in macchina, in preda all'entusiasmo,chiamò subito Antonella per condividere con lei il miracoloappena avvenuto, e dall'altra parte Antonella non poté fare ameno di piangere, e condividere la felicità insieme a lei.Entusiasta al massimo, appena arrivata a casa, corse da Giorgioper raccontargli gli ultimi eventi ed invitarlo a cena, ma sifermò di colpo sentendo che all'interno due persone stavanolitigando furiosamente. Fiammetta sgattaiolò via veloce, appenain tempo per vedere che Katia, la fidanza di Giorgio, stavauscendo dalla sua casa sbattendo la porta e mandandolo a quelpaese.

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Di rimando Giorgio riaprì la porta <<Ma vaffanculo stronza dimerda!!!>> risbattendola furiosamente. Amen, pensòFiammetta sentendo tremare gli infissi della sua finestra.Frency si era sistemata sul piano della cucina per la toelettapomeridiana, e con un Trrrr prolungato le ricordò che la ciotolagridava vendetta. Mossa a compassione non trovò nulla dimeglio che offrirle una splendida scatoletta di sardine, chefurono divorate in un battibaleno.Dopo pochi minuti una suonata decisa la fece sobbalzare.<<Agente delle tasse, aprite per favore>> Era Giorgio che,mascherando l'inquietudine, stava cercando di dissimularesimpatia. Fiammetta aprì la porta e se lo trovò di fronte condiversi vassoi, fragranti ed appena sfornati. Un deliziosoprofumino si sparse per il corridoio, e lei, attratta come untopolino dal pifferaio magico di Hamelin, lo seguì docile incucina, apparecchiando la tavola, e mettendo in tavola duelattine di birra. <<Evviva, quante leccornie!!!!>> esordìcinguettando <<A cosa devo questo onore>><<Ad un neo single>> Il boccone di fiori di zucca fritti conprovola e alice (una delizia lussuriosa), le andò di traverso ediniziò a tossire. Giorgio si alzò velocemente per porgerle unbicchiere d'acqua, ripetendo come un deficiente <<Guardal'uccellino che ti affoghi, non sotto la mia cintura, in alto,guarda il condor che vola!!>> Ora si stava strozzando dalridere, e malamente trangugiò l'enorme boccone, sentendosicome un pitone che digerisce la preda intera.Riacquistato un'apparente compostezza, attese che Giorgioiniziasse a sfogarsi. Ma vide che rigirava svogliato il cibo nelpiatto, affondando la forchetta nel povero fiore di zucca, comeun serial Killer affonda l'accetta sulla vittima ignara.Gli prese la mano e gliela strinse con affetto senza dire nulla.Terminarono la cena in silenzio, e Giorgio buttò il tovagliolo sul

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tavolo accasciandosi sulla sedia, <<Sono stato proprio uncretino, ma ora è finita, basta!>> <<Scusa me ne vado, migirano troppo i coglioni. Bacio, a domani>>.Uscì da solo tirandosi dietro la porta delicatamente. Fiammettapercepì nettamente il klong della serratura della porta di casa edel cuore di Giorgio che si chiudevano, entrambi. Persa davanti allo specchio del bagno, intenta a lavarsi con curai denti, si rese conto con stupore che tutte le paturnie dellamenopausa erano passate, ed una nuova consapevolezza erascesa nella sua anima: si sentiva completamente in pace con sestessa e vedeva ogni cosa con occhi diversi.Sprofondata tra le morbide coperte, prima di addormentarsi siritrovò a pensare al suo amico.Era sicura che anche lui dovesse trovare la sua strada, ma conuna sensazione di protezione quasi materna percepì la durezzadel suo cuore chiuso dalle sofferenze, e prima di spegnere laluce gli mandò un pensiero di luce a protezione.Un dolce grattino di Frency con i suoi morbidi polpastrelli lasvegliarono dolcemente, e percepì un completo stato dibenessere. Un bussare leggero alla sua porta la strappò dal suostato di grazia, ed aprendo la porta si trovò davanti Giorgio conun sacchetto invitante di paste alla crema e ricotta (lussuriatotale) e due cappuccini con crema di panna. <<Carenzeaffettive?>> lo apostrofò ridacchiando. <<Già>> le risposelaconico. Giorgio si prese il tempo per osservarla attentamente. Anche sesi era appena svegliata era stupenda, i riccioli scomposti leconferivano un'espressione fanciullesca, anche senza trucco erabella, vera. La snella figura era avvolta da una splendidacamicia da notte in seta di colore avorio che ben si sposava conla sua carnagione dorata. E si sorprese a guardarla con occhidiversi. Ma fu questione di un attimo. L'affronto dell'altra sera

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bruciava come una lama rovente, e aveva bisogno solo di unabuona amica per distrarlo dalla sua malinconia e condividereuna colazione insieme. Niente di più.Mentre addentava la brioche, Fiammetta esordì raccontandoglila giornata precedente e del magico incontro con la terapeuta diAntonella. Giorgio la ascoltò attentamente, cercando dicomprendere in pieno la portata del momento: la sua miglioreamica era uscita dal tunnel, ed effettivamente notava che eradiversa, rilassata, senza la percezione di quel mostro che legelava l'anima, rendendola irraggiungibile.Questo rallegrò Giorgio, che si ritrovò a dire <<Se è così brava,dammi il numero, potrebbe realmente aiutarmi>> EntusiastaFiammetta aprì la borsa allungandole il biglietto da visita eglielo porse con affetto. <<Comunque faccio il corso da leiquesto weekend proprio sulle tecniche che utilizza, e sonoproprio curiosa di approfondirle maggiormente per il miobenessere>>. <<Pensi che abbia ancora un posto libero?>> <<Direi di si>> <<Prenoti anche per me, per favore? Così lo facciamoinsieme.>> Fiammetta restò di stucco, paragonandolo adEnrico. Mai e poi mai aveva condiviso un corso o un hobbyinsieme a lei. Era talmente concentrato sul suo progetto di vita,che mal sposava distrazioni. Il suo limite era sempre statoquello di non espandere i propri orizzonti, affogato nella suaintransigenza e intolleranza, pronto a criticare tutto e tutti inmodo caustico. E Fiammetta si rese conto in quel momento cheprobabilmente quella era la causa della sua solitudine. La disponibilità di Giorgio a condividere questa esperienza conlei, la stupì piacevolmente.<<Certamente Giorgio, le telefono tra poco.>> <<A venerdìpomeriggio allora>> e si allontanò perso nei suoi pensieri.

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Capitolo 5 – Per guidare la macchina bisogna prendere lapatente

Venerdì pomeriggio arrivò velocemente. Lorenza li accolse con entusiasmo, e si ritrovarono in una sala con circa 25 persone. Da li a pochi minuti il corso ebbe inizio.Quello che stupì Giorgio era constatare che anche altri uomini erano presenti, quindi il postulato che le cose olistiche sono robe da donne cadeva orrendamente senza possibilità di appello.Osservò con la coda dell'occhio Fiammetta, che prendeva diligentemente appunti.La prima giornata di corso, denominato DNA Base, aveva comeargomento:

− La storia del ThetaHealing® − Il potere delle parole e dei pensieri − Come comunicano le cellule − I campi elettromagnetici − Libero arbitrio e co-creazione − Le abilità intuitive − La Lettura Intuitiva ed infine− La lettura con un cliente

e Giorgio, man mano che Lorenza procedeva nella spiegazione,si rendeva conto di quanto la sua anima fosse bisognosa diaffetto e considerazione. Scambiandosi il ruolo con Fiammetta,riuscirono ad eliminare una convinzione latente, che avevaminato il rapporto con suo padre, e si sentì notevolmentesollevato.Fiammetta dal canto suo, sembrava riconoscere i concettiesposti come già metabolizzati, probabilmente il trattamento diLorenza aveva veramente ripulito la causa della sua sofferenzaspirituale.

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Arrivarono alle 18,00 veramente stanchi. Erano talmente tanti iconcetti, e particolarmente complicati, che ritornando a casa inmacchina non riuscirono nemmeno a parlare. Si diederoappuntamento per il giorno successivo alle otto. Fiammettasalutò Giorgio con un bacio sulla guancia, sussurrandogli grazieall'orecchio, e si accomiatarono andando difilato a letto,dormendo saporitamente.Il giorno successivo fu più impegnativo del precedente.Fiammetta e Giorgio si mischiarono al gruppo, scambiandosi leletture intuitive della tecnica, ma la sicurezza acquisita con iprimi risultati positivi, crollarono miseramente sul terreno dellatecnica di Scavo.Lorenza, comprendendo le difficoltà di tutti, tranquillizzò ilgruppo incoraggiando i partecipanti a proseguire l'allenamento,mantenendo i rapporti con i compagni di corso per scambiarsi itrattamenti. Fra l'altro Lorenza aveva ideato un incontrosettimanale, a partecipazione totalmente gratuita, per permetterea tutti di confrontarsi sui punti più ostici.Anche il terzo giorno arrivò deciso.Giorgio stentava a comprendere gli argomenti, e onestamentegli dispiaceva fare brutta figura.Ormai in ballo, sarebbe arrivato fino alla fine. Arrivando altema dell'anima gemella, Fiammetta si rese conto che Giorgio siera chiuso in un mutismo assorto, come se stesse elaborandouna specie di strategia.E anche in questo caso decisero di cercare un altro partner, pervivere al massimo l'esperienza, senza farsi condizionare dallapaura del giudizio dell'amico.Il corso terminò all'ora prevista, e Giorgio propose a Fiammettadi andare a mangiare una pizza.Trovarono parcheggio quasi subito, e il cameriere li feceaccomodare nel primo tavolo libero.

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Un velo di imbarazzo era calato tra di loro, e la conversazionestentava a decollare. Lessero lungamente il menù, ponendoparticolare attenzione alla farcitura della pizza. Alla fineordinarono due margherite con doppia mozzarella. Giorgioevitava il suo sguardo, e Fiammetta ci rimase male.Ad un certo punto, visto il totale imbarazzo, esordì con un<<Mi dispiace se il corso non ti è piaciuto, speravo ….>><<Ma no, Fiammetta. E' solo che questi corsi buttano all'ariaanni di fatiche per costruirsi una parvenza di equilibrio.Onestamente sto riflettendo su ogni aspetto della mia vita, e nonli trovo edificanti. Mi trovi stupido?>> Fiammetta trasalì. <<Perquale motivo un uomo di successo come te, che ha un buonlavoro, sempre disponibile, responsabile, ha questa amarasensazione?>> <<Perché alla fine gli egoisti prevalgono>>Rispose laconico, e si mise a mangiare la pizza, chiuso nei suoipensieri. Fiammetta alzò le spalle imbronciata, sbuffando,mentre stava tentando di aggredire un oliva con il risultato diassassinare la pizza senza speranza, che ormai era anchediventata fredda e gommosa. Bevve un sorso di birra per darsicoraggio, si schiarì la voce, stirò con le mani per benino iltovagliolo, che inconsapevole era accartocciato sulle cosce conun baffo di rossetto, per darsi un contegno, raddrizzò la schienacome una brava scolaretta e con naturalezza se ne uscì con un<<Ho capito la mia missione. Ti devo trovare una nuovafidanzata. Che caratteristiche deve avere? Alta, slanciata,porcona a letto? Oppure tutta casa e chiesa?>> Lo sguardo diGiorgio era allibito. Ribaltato nel pozzodell'autocommiserazione gli sembrò che una lancia gli avessetrapassato il fegato e, rialzando di scatto la schiena, fece volareper terra le posate.Gli sembrò un rumore talmente amplificato che per un attimopensò di avere gli occhi di tutti i commensali puntati su di lui,

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con un'espressione accusatoria. <<Cosa stai dicendoFiammetta? Sei impazzita o il corso ti ha dato alla testa?>>rispose guardingo Giorgio abbassando il tono della voce, conmalcelato imbarazzo. <<Giorgio non sa trovarsi una fidanzata,Giorgio non sa trovarsi una fidanzata!!!!>> ripetevastupidamente Fiammetta canzonandolo. <<Ehi signorcameriere, lo sa che il mio amico non sa trovarsi unafidanzata>> continuò imperterrita alzando il tono della voce.Qualche commensale iniziò a ridere, indicando il loro tavolo, eGiorgio si sentì totalmente imbarazzato, come quella volta cheFiammetta l'aveva visto come mamma l'ha fatto.<<Vuoi abbassare la voce, per favore?>> sperando nell'aiutodivino, si augurò che un'enorme meteorite potesse cadere nellocale, per farla sprofondare negli abissi, e l'immagine diFiammetta strappata dal tavolo per intervento divino lo fecedivertire.<<No, no, caro mio. Ora iniziamo a descrivere la tua donnaideale.>> Tirò fuori dalla borsa un taccuino ed una biro, ebrandendoli a mezz'aria, iniziò l'interrogatorio mentre con lasua facciotta impertinente sembrava sfidarlo. Mi sta prendendoin giro, pensò per un attimo e di rimando <<Ogni gnocca è lama donna ideale, basta che respiri>> sperando che con questavolgarità Fiammetta si chetasse e smettesse di rompere le palle.Voleva continuare a bagnarsi alla fontedell'autocommiserazione, e ripensò alle mitiche domeniche dicalcio, quando ventenne, bevendo birra, ruttando escoreggiando come tutti gli esseri di genere maschile insiemeagli amici, parlando di gnocca e sesso e ridendo sguaiatamentedi stupidaggini maschili, si sentiva libero e la fidanzata eral'ultimo dei suoi pensieri. E invece ora si trovava a mangiareuna pizza tignosa in compagnia di questa rompiballe ficcanaso ezitella, sì, proprio zitella.

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Non ricevendo risposta da Giorgio, che continuava a scrutarlacome un pitone davanti alla preda, anzi quasi come un leoneaffamato che fa la posta alla gazzella, si girò verso una signoraanziana, vicina di tavolo, e spudorata le domandò <<Mi scusisignora, vedo che lei ha un bel marito di fianco, e quindi se neintende, secondo lei che tipo di donna, escluso la sottoscrittalogicamente, potrebbe andare bene per il mio amico?>>, e lasignora, per tutta risposta, <<Una che sappia fare le crescentinee la sfoglia per i tortellini fatti a mano. Quelle sono vere donneda sposare. Mi ricordo che prima di sposarmi con mio marito,mia suocera ha preteso di vedermi tirare la sfoglia, e solo dopoha dato il consenso.>> <<Sta scherzando signora??>>, trillòdivertita Fiammetta <<Assolutamente no! La sfoglia dovevaessere liscia e sottilissima, e tirata totalmente a mano, con ilmattarello, ma quando ha assaggiato le mie tagliatelle alragù...... l'ho conquistata, e lei ha dato il consenso>>. <<Questesono donne>>, replicò Giorgio <<Adesso capisco perché nonhai trovato marito, Fiammetta cara, non sai fare la sfoglia, nonsei una brava “zdaura” come si dice a Bologna.>> iniziò acanzonarla, e Fiammetta di rimando <<Ti prôpi simpâticcumpàgn un gât tachê ai marón! (sei proprio simpatico come ungatto attaccato ai testicoli, come si dice a Bologna)>> e i lorovicini di tavolo si misero a ridere, sentendo la buffa pronunciadi Fiammetta che proprio proprio bolognese non era. Giorgioera sempre più truce in volto non sapendo cosa rispondere, macome ultima stoccata ferale il vicino di tavolo, vero bolognesedoc da immemori generazioni, esordì con un <<Dissò, st'è alnarvaus mett bain al cul a moi! (Senti un po', se hai il nervosometti il sedere a bagno!) e a quel punto Giorgio dovettearrendersi, fece finta di accasciarsi sul tavolo feritomortalmente, e disse <<Basta, mi arrendo, avete vinto>> eridendo a crepapelle, chiese il conto e uscirono dal locale,

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salutando allegramente i due simpatici vecchietti.La serata era calda ed invitante, e continuarono a passeggiare insilenzio fino alla baracchina dei gelati lì vicina, per godersi finoall'ultimo il fine giornata.<<Scusa se ti ho preso in giro, ma mi dispiace vederti cosìabbattuto>> e con un gesto affettuoso gli accarezzò i capellidolcemente. Giorgio chiuse gli occhi per un momento, mentre ilprofumo sensuale di Fiammetta lo avvolse, catapultandolo inuna dimensione differente. Le prese delicatamente la mano,continuando ad annusare il polso e beandosi di questa essenzasinuosa. Si passò diverse volte la mano sul volto, e gliela baciòcon dolcezza.Fiammetta per tutta risposta lo baciò su una guancia, e restaronolì per un'ora in silenzio con gli occhi chiusi. E le loro celluleparlarono tra loro.In questa estatica emozione, si presero per mano avvicinandosiallo steccato per rimirare il panorama di Bologna illuminata. Unbrivido iniziò a scorrere sulla pelle di Fiammetta, che si strinsepiù forte a Giorgio. E per tutta risposta lui teneramente laavvolse in un tenero abbraccio, proteggendola con il suo corpoe con la sua giacca.Quando rientrarono a casa si salutarono in silenzio. Entrambinon volevano rovinare quel momento di intesa perfetta, checome un balsamo aveva riportato un po' di refrigerio ai lorocuori feriti.Ed ognuno, quella notte, trovò il coraggio di chiudere con ilpassato e ricominciare a vivere.

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Capitolo 6 – Appuntamento con il destino

Di buon mattino Fiammetta decise di fare una scappata aprendere il giornale e le brioches calde per fare colazione conGiorgio. La mattina era splendida, il cielo era terso di unintenso blu e solo qualche nuvola sparsa decorava come undipinto botticelliano l'orizzonte.Si sentiva felice. Se si ripensava come era solo pochi mesiprima, stentava a riconoscere la nuova donna che era diventata,e si sentiva molto orgogliosa. Anche l'esperienza del corso si erarivelata azzeccata, e aver condiviso con Giorgio questomomento le aveva fatto capire che in fondo la vita era un'ipotesiassolutamente variabile e manovrabile, e questa idea le diedeconsapevolezza di aver acquisito degli strumenti per modellarlaanche a suo piacimento. Sicuramente avrebbe coinvolto Giorgioper continuare nelle esercitazioni.Rientrò con passo allegro a casa, e suonò da Giorgio per lafatidica colazione. Si mise in ascoltò e sentì uno sciabattaredisordinato con un passo rallentato. Ci mise due minuti buoniper aprire la porta e quello che vide Fiammetta la spaventò. Erabianco come un cencio, con gli occhi gonfi e arrossati, moltodiverso dall'aspetto incrollabile che aveva il giorno prima.<<Ciao bell'uomo, ti va una mega colazione con le paste dellafesta?>> Cinguettò Fiammetta facendosi avanti nel corridoio.<<Scusa, ma mi sento malissimo, mi sta girando la testae......>> Un tonfo sordo le rimbombò nella testa, paralizzandola.Si girò di scatto e lo vide per terra, immobile.Si avventò su di lui per vedere una qualche reazione, matoccandolo si rese conto che era freddo come il marmo e lafronte imperlata di sudore. Chiamò immediatamentel'ambulanza, che garantì il suo arrivo entro pochi minuti, e si

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mise in attesa con una strana sensazione di morte.Giorgio si lamentava debolmente e Fiammetta non fece altroche ripetergli di stare calmo, che tra poco sarebbe stato alsicuro. Non sapeva che cosa fare, scorrendo ossessivamentetutte le informazioni mediche di sua conoscenza, archiviate neldatabase del suo cervello, e sperava di tutto cuore che non fosseun infarto o qualche cosa di molto più grave. Ma di certo volevaa tutti i costi che Giorgio rimanesse con lei, per sempre.Sentì in lontananza la sirena squarciare il silenzio assoluto dellunedì mattina, e rassicurando Giorgio gli garantì che sarebberitornata subito con il medico. Per tutta risposta sentì un rantoloimpossessarsi di lui, e un brivido di morte gli passò sullaschiena.Corse ad aprire il portone e si trovò di fronte gli ambulanziericon la barella, che iniziarono a tempestarla di domande allequali rispose con fredda razionalità. Dentro avrebbe volutomorire ed urlare, ma come quel giorno dove la menopausa fececapolino a tradimento, il suo urlo di dolore le si strozzò in gola.Giorgio era più importante in quel momento e doveva restarelucida.Gli ambulanzieri adagiarono Giorgio sulla lettiga, misurandoglila pressione, il battito cardiaco e i livelli di saturazione, emostrarono delle espressioni molto preoccupate.<<Può essere un infarto, non perdiamo tempo, vuole seguircisull'ambulanza?>> <<Certamente>> Caricarono Giorgio al piùpresto e si diressero a sirene spiegate verso l'OspedaleMaggiore, e quella coincidenza fece apparire nella mente diFiammetta i pensieri più inquietanti.Passò davanti a tutti all'accettazione. Giorgio era sempre piùpallido, e respirava grazie alla maschera ad ossigeno. Ad uncerto punto aprì gli occhi e sussurrò <<Grazie>>, mentre gliocchi di Fiammetta di riempirono di lacrime, mentre le si

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stringeva il cuore per la paura. Sparì dietro la porta della sala visite, e si ritrovò di nuovo sola,nella stessa sala visite, allo stesso piano ed alla stessa ora di suamamma. Un dolore indicibile si affacciò nello stomaco e sinascose alla vista di tutti, piangendo silenziosamente caldelacrime. Dopo circa dieci minuti un'infermiera le chiese diseguirla, e nell'ambulatorio incontrò la dottoressa che avevavisitato sua mamma quel fatidico giorno. La salutò emozionata,felice di vedere un volto conosciuto ed attese pazientemente ilresponso della visita. <<Nulla di grave, è stato solo un collassodovuto allo stress>> osservando gli esiti degli esami <<E' tuttonella norma, ha solo bisogno di riposo e di un bel ceck-upcompleto. Lo ricoveriamo e se ha piacere può assisterlo per lanotte.>> Fiammetta tirò un profondo sospiro di sollievo efurono congedati per salire al quarto piano. Lo sistemarono inuna camera da solo, attaccandolo al monitor cardiaco.Stranamente il battito non era regolare, e ancora più strano erache Giorgio non stava riprendendo conoscenza. Gli attaccaronouna flebo, e l'infermiera la pregò, appena completata la sacca, dichiamarla in modo da sostituirla con la soluzione salina.<<Perché non si riprende?>> chiese preoccupata. <<Deveattendere il giro del professore e le darà delucidazioni inmerito>> il tono era asciutto e poco affabile.Fiammetta fu lasciata nella stanza in compagnia del bipintermittente del battito del cuore di Giorgio.Dopo un paio d'ore il professore arrivò in stanza seguito dalconsueto codazzo di assistenti ciarlieri. Invitò sbrigativamenteFiammetta ad uscire. La visita stava durando da circa quindiciminuti, quando all'improvviso sentì suonare un allarme inguardiola e precipitarsi fuori la caposala con il carrello delleemergenze. Il cuore di Giorgio si era improvvisamente fermatoe sentì il primario ordinare di rianimarlo con il defibrillatore.

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Furono attimi di puro terrore, e quando le permisero di rientrarenella stanza Fiammetta sbiancò alla vista di Giorgio intubato,inerme sul letto.Con gli occhi disperati cerco conforto nei medici per averenotizie confortanti, ma il professore si girò dicendo che ilpaziente aveva subito un arresto cardiaco, e quindi venivatrasferito al reparto di medicina intensiva perché la prognosi erariservata. In dettaglio le spiegò che era necessario sedare ilpaziente per evitare un'agitazione eccessiva che sarebbe stataletale per le prime 24 ore, e che l'indomani ci sarebbe stato unulteriore bollettino medico. Per il momento la situazione eragrave.Due infermieri vennero per trasportare Giorgio al quinto piano,e restarono tutti in silenzio, leggendo ripetutamente la targhettadell'ascensore per spezzare l'imbarazzo.L'ovattata atmosfera del reparto di rianimazione era quasiirreale, diversa dagli altri reparti. Parlavano tutti a bassa voce,anche le scarpe degli infermieri non facevano rumore, eFiammetta si sentì in imbarazzo percependo lo scricchioliodelle suole dei suoi scarponcini. I pazienti sembravano tuttigalleggiare in un mondo irreale, attaccati ad un sacco di fili permonitorare chi l'attività cerebrale chi il battito cardiaco.Giorgio fu sistemato in una stanza enorme, con una vedutapanoramica di Bologna spettacolare, ma onestamenteFiammetta non era qui per ammirare il panorama, era solamenteuna donna disperata nel vedere un amico stare male, cercandodi sopravvivere alla paura di subire un'altra perdita.Dopo un'altra visita medica, a Giorgio fu attaccata un'altraflebo, e anche qui l'infermiera la pregò di avvisarla appenaterminata. Alle otto di sera Giorgio aveva raggiunto quota seiflebo, ed il ritmo sinusale del cuore risultava regolare. Entròl'infermiera per sostituirla e con un sorriso confortante le disse a

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bassa voce <<se ha voglia può scendere al bar per mangiarequalche cosa. Sarà una lunga notte.>> Fiammetta era stravoltadalla stanchezza, e desiderò rilassarsi per un momento,accettando la proposta. <<Desidera anche lei un caffè?>><<Grazie, molto gentile. A dopo allora>>. Passeggiò per ilcorridoio soprappensiero, cercando di pensare ad altro. L'attesadell'ascensore si rivelò lunga e quando si aprì la porta nessunoera all'interno, permettendole ancora una volta di indugiare neisuoi pensieri.Il bar era deserto a quell'ora, ed il personale aveva voglia discambiare un po' di chiacchiere con gli avventori. La scelta diFiammetta ricadde su un panino con formaggio e prosciutto, eal primo morso il sapore del formaggio fuso avvolse il suopalato rimembrandole il periodo della piscina, quando avevaotto anni, dove, dopo un'ora di lavoro in vasca, era il premio piùambito.Le sensazioni erano le stesse, e Fiammetta mangiò di gusto ilpanino insieme ai suoi ricordi di infanzia felici.Ritornò al fianco di Giorgio e si preparò a trascorrere la notte difianco al suo letto.Ad un certo punto si addormentò e nel dormiveglia le parve divedere due ombre bianche scivolare al suo fianco. Sentì unacarezza sulla testa dolcissima, e percepì nettamente un <<Andràtutto bene>>. Fu un attimo, poi di nuovo la luce azzurrognola dicortesia tornò a vegliare sul sonno di Giorgio. Non ebbenemmeno voglia di realizzare quanto era successo, e ricadde inun sonno profondo, fatto di totale assenza di sogni.Giorgio aprì gli occhi e si guardò intorno, cercando difocalizzare lo sguardo. Non riusciva a capire dove si trovava eperché si sentiva così bloccato. Tentò di muoversi ma un dolorelancinante gli impedì qualsiasi movimento. Non si ricordavanulla, ma restò colpito dalla vista di Fiammetta addormentata

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accanto a lui, su una sedia, mentre gli teneva la mano, e ne futurbato. Fece un lieve movimento ma si sentì bloccato, si rese conto cheera attaccato ad una flebo e ad un monitor che continuava ademettere dei bip cadenziati, e quando si mosse lanciò un gemitoperché l'ago era molto profondo. Fiammetta si mosseimpercettibilmente, e quando si rese conto che Giorgio si erasvegliato chiamò immediatamente l'infermiera per avvisarla.L'espressione di Fiammetta era indefinibile, provata dalla nottesulla sedia, ma realmente preoccupata per lui. Gli occhi eranograndi, lucidi, con una vena di malinconia, ma stranamentebrillanti. Si sentì avvolgere da un'onda di amore incondizionato,enorme, che gli scaldò immediatamente il cuore, e come nonsuccedeva da tanto tempo provò quella meravigliosa sensazionedi latte e caffè, e pane burro e marmellata delle mattine di tantotempo fa, condito dallo sconfinato amore della mamma, quandoda piccolino zampettava nella cucina di casa tirando palline dimollica verso suo fratello, riempiendolo di linguacce.... <<Nonsi sciupa il pane che Gesù piange>> Ripeteva alzando la vocemamma, facendo finta di dar loro una sculacciata, e loro,scappando per la stanza, ripetevano <<Tanto non ci prendi,tanto non ci prendi>> e giù a ridere tutti, raccogliendosi in unabbraccio comune, protetti dalle braccia di mamma, che tra urlagiocose e lo sbirzighino del solletico, che provocava quellerisatine da bimbi stupidini, la abbracciavano felici e sembravache il mondo fosse tutto lì..... una lacrima scese inarrestabile,che nostalgia. La voce tremula di Fiammetta lo strappò ai suoiricordi. <<<<Bentornato, mi hai proprio spaventata.>> Tentò dimettersi seduto, ma lei fu irremovibile. Dalla sua manotremante ma stranamente risoluta, fluiva un calorecorroborante, quasi magico, e quella meravigliosa mano sioppose al suo infruttuoso tentativo di ribellarsi. Si sentiva in

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paradiso. Il tentativo di parlare fu vano, il tubo dellarespirazione impediva di emettere qualsiasi parola, e ricadde nelletto sprofondando nel cuscino.Fiammetta suonò il campanello, e Giorgio si rese conto che ildistacco dalla sua mano gli stava provocando un dolore fisico, epregò di riaverla su di sé immediatamente. Avrebbe voluto cheil flusso di energia non si fosse interrotto così bruscamente, econ uno sforzo sovrumano gli tirò il bordo del maglione conscarso successo. Fiammetta era occupata a brontolare sul perchél'infermiera non arrivasse di volata, e al tocco di Giorgio siriscosse, girandosi a guardarlo con i suoi immensi occhi,diventati di colore viola intenso. Gli appoggiò la mano destrasul cuore, e questo tocco lo fece sprofondare in unameravigliosa estasi di emozioni contrastanti, per lui quasisconosciute ma confortanti. All'improvviso la porta si spalancòe una massa informe di medici ed infermieri si precipitaronoall'interno della stanza. Strapparono Fiammetta dal suo letto eda lui, che tentò di imporsi opponendo un perentorio “No!”mentale, ma tutto fu inutile e la separazione fu immediata.Giorgio sentì in lontananza un rumore intermittente rallentare inmodo inquietante, sempre più lontano, sempre più fievole. Poisolo un bip regolare, unico, e poi più nulla.Fiammetta si rese conto che la paura stava attanagliando in unamorsa irriverente il suo stomaco, ma non poté fare altro cheaspettare, maledicendo quella voce che la sera prima l'avevatranquillizzata. Iniziò a percorrere il corridoio furiosamenteavanti e indietro, come una pantera inferocita, ma era puroterrore di anticipare una perdita inesorabilmente. Le lacrimescorrevano a fiumi, non si tratteneva più, tanto che una personauscita dalla stanza a fianco si fermò per chiederle cosa stessesuccedendo. Disperata, Fiammetta si attaccò al suo braccio conla forza di un naufrago che ha trovato una boa in mezzo al

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mare, come unica speranza di salvezza. Tentò malamente di esprimersi, ma la voce coperta daisinghiozzi era incomprensibile. La aiutò compassionevole asedersi su una sedia, e questa estranea, quasi come unabenedizione venuta dal cielo, non fece altro che accarezzarle latesta per calmarla. I singhiozzi si stavano placando, eFiammetta iniziò a fare respiri ampi per riacquistare controllo,mentre lo sguardo di questa estranea, assolutamente esinceramente compassionevole, era la cosa più struggente cheavesse mai visto, e mentre percepiva un flusso di energiaempatica che aveva il potere di rilassare la sua menteconfortandola, si rese conto che era una persona che aveva giàvisto, ma al momento non si ricordava il luogo esattodell'incontro. Quando si fu calmata si sentì in dovere di informarsi se era lìper qualcuno, e la risposta fu molto esauriente <<Sto aiutandoun'anima a trovare la sua strada>> laconica, in un italiano conun forte accento americano. Fiammetta rimase di stucco, noncapì esattamente a cosa si riferisse, ma la figura che si erapalesata di fronte a lei era sinceramente interessata alla suastoria, e si trovò ad aprirle il suo cuore senza pudore. Cercava didare corpo alla lacerante sensazione di distacco da Giorgio,l'irrazionale paura di perderlo e di non potergli parlare mai più,di restare priva della sua vicinanza così vivificante. La straniera,guardandola in modo impenetrabile, come se fosse in un'altradimensione connessa con un mondo superiore, le disse solo diaffidarsi all'Universo ed avere fiducia, tutto sarebbe andato peril meglio, e l'attesa non sarebbe stata vana. Le disse anche diaprire le braccia al futuro, che sarebbe stato pieno di luce edamore. <<Ma i medici si sono precipitati dentro comeimpazziti, ho paura che muoia e non lo vedrò mai più.....>>ricominciando a piangere. Sentì solo un'onda di amore

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pazzesca, una luce di liberazione scenderle nel cuore mentre unvortice nella sua mente ripeteva <<tutto andrà per il meglio,abbi fede, abbi fede>>. Chiuse gli occhi e quando li riaprì ladonna era scomparsa. Fiammetta si smarrì di questo. Avrebbevoluto ringraziarla ma fu strappata all'orda dei suoi pensierivorticosi dall'apertura della stanza di Giorgio, dove un drappellodi medici ed infermieri uscirono con un'aria palesementesoddisfatta, quasi vittoriosa.Titubante Fiammetta di alzò dalla sedia, avvicinandosi aldottore più corrucciato e severo, sicuramente era il professore, etentò di porre una domanda il più possibile intelligente permascherare la tensione, ma fu anticipata dalla sua mano chestringendola con forza ed aprendosi in un meraviglioso sorrisodi conforto, esordì dicendo <<Bella grinta il suo amico, ci hadato del filo da torcere, tanto che per un attimo abbiamo temutodi perderlo, ma all'improvviso ha reagito ed il cuore haricominciato a battere. Gli abbiamo tolto l'intubazione dellarespirazione endo-tracheale, respira autonomamente, il battitoora è regolare e siamo cautamente fiduciosi. Riteniamo sia statoun miracolo, perché per due minuti il paziente era clinicamentemorto. Se si comporta bene dopodomani lo dimettiamo. Orapuò entrare signorina>> Fiammetta sorrise e tirò un sospiro disollievo, mentre realizzava che l'aveva chiamata signorina......evviva la menopausa allora!, e a spron battuto si precipitò nellastanza di Giorgio felice di riabbracciarlo. Giorgio sembrava unaltro, aveva ripreso colorito e vedendo entrare Fiammetta sirianimò immediatamente, allargando le braccia per stringerla asé. <<Ho avuto paura di perderti>> stringendolo forte forte.<<Stavolta devo aver perso la mia prima vita, pensavo propriodi morire>> rispose titubante, non sapendo se poteva dare corpoalla sua percezione, ma preferì tacere nel vedere che la scaricaadrenalinica di Fiammetta si stava affievolendo e voleva solo

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essere rassicurata sul suo stato di salute. Rimasero così per unquarto d'ora abbracciati, mentre dolcemente Giorgio leaccarezzava la testa sussurrandole parole di rassicurazione. Sisentiva bene, magicamente bene, e si sentiva felice, nonostante icavi del monitor cardiaco che impicciavano i suoi movimenti.Furono interrotti da un'infermiera che pregò Fiammetta diuscire perché il paziente doveva riposare.Lei gli lanciò un bacio e nostalgicamente Giorgio si dispiacquedella sua assenza. Ma doveva riposare e quindi chiuse gli occhiabbandonandosi al flusso delle endorfine.Si risvegliò nel pomeriggio, e girando lo sguardo vide unapresenza conosciuta. Nella speranza che fosse Fiammetta sirianimò immediatamente, ma in realtà quello che vide lo fecerimanere di stucco. Era suo fratello. Erano diversi mesi che nonlo vedeva, dopo la riappacificazione. Effettivamente gli avevadetto che sarebbe partito per un tour in America Latina, cometecnico del suono, ma in quel momento fu solo colpitodall'espressione preoccupata di Francesco. E proprio per la suasalute. <<Ciao fratellone, sempre a fare lo scavezzacollo, lo saiche non hai più l'età per le ragazzine>>. Giorgio rise sornione, edi rimando <<Eh si, ma almeno io cerco di morire bene, tra lebraccia dell'ammore!!!!>> storpiando intenzionalmente laparola. <<Bacco, tabacco e venere riducono l'uomo incenere!!!!>> rispose compunto il fratello <<Crematemi espargete al vento della lussuria le mie ceneri>> sentenziòGiorgio. E si misero a ridere entrambi. Passati i convenevoli, siabbracciarono e iniziarono a parlare fitto fitto, come ai tempidell'adolescenza dove si confidavano emozioni e progetti,ritrovando l'intesa di un tempo.Fuori dalla stanza Fiammetta stava osservando la scena, madecise di allontanarsi per andare al bar perché non volevainterrompere quel momento così magico ed intimo. Era

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visibilmente compiaciuta, l'amore aveva trionfato.Due giorni dopo Giorgio fu dimesso e Fiammetta andò aprenderlo. Mentre era in macchina iniziò a ragionare sugliultimi eventi successi, e si rese conto che dopo aver fatto ilcorso di Lorenza la sua percezione per le cose era statamodificata profondamente, e si sentiva molto più sicura edecisa. Anche le paturnie sulla menopausa con tutte quelleperversioni mentali di fine corsa erano sparite, ed avevanolasciato posto ad una aspettativa di vita differente, molto piùdinamica e possibilista di svolte epocali per la sua esistenza. Losentiva, era certa che presto un avvenimento improvviso edimpensabile avrebbe cambiato totalmente la sua vita. Persa neisuoi pensieri sobbalzò quando il cellulare prese a suonareinsistentemente, e rispose con il viva-voce anche se il displaysegnalava che il numero era sconosciuto. <<Come stai>>riconobbe subito la voce e restò contrariata. Era Enrico, ma iltono era strano, rassegnato quasi, non vi era più tracciadell'uomo arrogante e cinico che trattava tutti come pezze dapiedi. La cosa però non cambiava. Per lei questa telefonatarisultava sgradevole e inopportuna, e tentò di tagliare corto.<<Mi dispiace Enrico, non posso stare al telefono, cortesementeevita di chiamarmi.>><<Scusa Fiammetta, volevo solo dirti che mia mamma è mortaquesta notte.>> Fiammetta restò di sasso alla notizia e le sibloccò la voce. <<Il funerale è dopodomani, e avrei piacere divederti, mi daresti forza>> e soggiunse <<Sono disperato, misento perso, ti prego accompagnami al funerale.>> Questeparole spazientirono Fiammetta a tal punto che la rabbiarepressa nei confronti di Enrico esplose violentemente, ed iniziòad urlare al telefono tutto il suo disprezzo. Lo pregò dicancellare il suo numero dalla rubrica del cellulare e della suamente perché era giusto che si sentisse solo, annegato nel suo

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mare di presunzione. <<Solo ora che è morta tua mamma saicosa significa avere una persona cara accanto che ti sostiene inquesti momenti di disperazione, ed essere respinti dalla personache si ama è il sentimento più avvilente e devastante che unessere umano sensibile possa provare. Ho sicuramente moltomeglio da fare che venire ad un funerale per fare la comparsa.Non ne ho proprio voglia. Rispetta per una volta i mieisentimenti e inizia a fare i conti con la tua coscienza. Forse haiancora speranza di diventare migliore, ma con un'altrafidanzata, non più con me.>> La ridda di emozioni si placarono,e Fiammetta attese la risposta di Enrico che scusandosi chiusela conversazione.Arrivò in ospedale ancora contrariata, e Giorgio si rese subitoconto che doveva essere successo qualche cosa di inaspettato edeleterio per indurre Fiammetta ad essere scostante e quasitaciturna.<<Bisogna essere proprio in fin di vita per ottenere le tueattenzioni, giovane fanciulla>> la canzonò Giorgio, eFiammetta per tutta risposta <<Voi uomini siete proprio deglistronzi!!!!>><<Scommetto che ti ha chiamato Enrico e ti ha detto che lamamma è morta e ha bisogno di te!>> in tono quasicanzonatorio.<<E tu come fai a saperlo? Sei un veggente?>> rispose stizzita,ma se ne pentì subito.<<Beh, quando una persona entra in una stanza boffonchiandoche Enrico è proprio uno stronzo, c'è poco da fare i veggenti.Dimmi un po' che cos'è successo, my dear queen!!>> Losguardo di Giorgio era così buffo che Fiammetta riuscì a ridere.<<La mamma di Enrico è morta. Voleva invitarmi al funerale eaveva bisogno del mio sostegno. Dopo tutto quello che èsuccesso ha un bel coraggio a chiamarmi!!!!! Non ci penso

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nemmeno morta.>> ma nell'istante che pronunciò quelle parolesi rese conto che era solo l'amarezza a parlare. E sapevano beneentrambi cosa significava perdere gli affetti più cari, e sentirsiabbandonati. Ti aggrappi alle persone che ami o hai amato peravere il coraggio di fare quello che è giusto fare. E in questocaso seppellire la mamma era una cosa straziante, anche per ilcinico Enrico. In quel momento Giorgio seppe trovare le parole giuste,toccando il cuore di Fiammetta <<Non è l'odio o il rancore o lavendetta che possono aiutarti in questo momento. Ascoltamiattentamente. Potresti fregartene, chiudere il tuo cuore ed agireper proteggere te stessa e i tuoi sentimenti, ma continueresti asoffrire lo stesso. Essere presente al funerale della mamma diEnrico potrebbe aiutarti a chiudere un cerchio, e riavere la tualibertà, la libertà del cuore e delle emozioni, ma soprattuttolasciare libero Enrico. L'hai amato tantissimo, e sicuramente, seanalizzerai la vostra relazione, scoprirai che è stataun'opportunità di crescita, anche se sei stata ferita. Puoi esserne solamente grata per aver vissuto un'esperienzaintensa e profonda a livello emozionale. Ci sono persone chenella loro vita non hanno mai amato e sono indurite, egoiste,oppure faticano a lasciarsi andare per paura di essere ferite, equindi pretendono amore dagli altri come un diritto divinosenza dare nulla in cambio. Enrico non è migliore o peggiore dialtri, è solo un uomo che ha anestetizzato i suoi sentimenti perpaura di amare. Lascialo andare, Fiammetta, lascialo andare conil tuo cuore, non con la mente, anche se lo tieni a distanza il tuocuore continuerà a soffrire perché l'amore è dentro di te, e saicosa significa amare e soffrire per amore. Il tuo grande cuore ti ha permesso di amare e perdonare lesofferenze. Aiutalo, fagli capire quanto è bello amare, e lasciareandare le persone con amore incondizionato, ma ancora più

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liberatorio e potente perdonare chi ti ha ferito A prescindereche questo tuo gesto possa cambiare in meglio Enrico,sicuramente aiuterà te a stare meglio.>> Fiammetta rimase distucco, ed iniziò a tremare per trattenere le lacrime, ma non ciriuscì ed iniziò a piangere. Giorgio l'attirò a sé abbracciandola.Tutta la sofferenza accumulata, la paura di perdere Giorgio e direstare nuovamente sola, si dispersero nelle lacrime lasciatesulla sua maglia accogliente, e si calmò al suono del battito delsuo cuore. Si rese conto che i loro cuori si erano sincronizzati e stavanobattendo all'unisono, tutta la sofferenza a quel punto scomparve.Era vero in fondo, le restava solo una sensazione di profondatristezza per l'incapacità di amare di Enrico. Quando si sciolsedall'abbraccio, agguantò il fazzoletto che Giorgio le stavaporgendo e si soffiò rumorosamente il naso. <<Dai, occhi belli,andiamo al funerale e così potrai dirgli addio per sempre, e cisarò io vicino a te per darti coraggio.>>

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Capitolo 7 – Distruggere per ricostruire

Si ritrovarono due giorni dopo nuovamente alla Certosa diBologna, questa volta come ospiti. C'erano pochissime persone,tutte anziane. Fiammetta restò colpita dalla mancanza di gentegiovane, e realizzò in quel momento che Enrico non aveva maiavuto amici del cuore o una compagnia di persone con cuicondividere momenti di svago. Anche quando stavano insiemedopo poco le compagnie di amici lo escludevano, ed entrambicondividevano solitarie serate, a volte monotone come quelle diuna coppia dopo cinquant'anni di matrimonio. Trasalì a questaconsiderazione. Enrico era una persona sola. La macchina delservizio funebre entrò lentamente dal portone principale e siarrestò davanti all'entrata della chiesa. Gli inservientiadagiarono la bara su un carrello trasportatore, e atteserol'arrivo di Enrico, che dopo poco li raggiunse parcheggiando lamacchina di lato. Quello che colpì Fiammetta era l'assolutamancanza di fiori, una brulla bara severa, come era stata la vitadi Enrico. Quando lo vide rimase colpita dallo sguardo scavato.Era dimagrito, sciupato, sembrava un fantasma in cerca diconforto. Appena i loro sguardi si incontrarono Enrico sirianimò e corse verso di lei, dimenticandosi di salutare lepersone accanto a lui. La abbracciò, continuando a ripeteresottovoce <<Grazie, grazie>>. Fiammetta era imbarazzata e si girò verso Giorgio per scusarsi.<<Ti porgiamo le nostre più sentite condoglianze.>> A quelpunto Giorgio si avvicinò per stringere la mano ad Enrico, chesi scansò bruscamente, ignorandolo, cercando di trascinare viaFiammetta per un braccio. Ma Fiammetta fu irremovibile. Sistaccò da lui chiaramente infastidita, tanto che Enrico persequasi l'equilibrio, ma imperterrita continuò a parlare,

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disinteressandosi della sua reazione.<<Io e Giorgio siamo venuti insieme per farti le condoglianze,ma non ci fermiamo per la cerimonia, Giorgio è stato dimessoieri dall'ospedale e ha bisogno di riposo. Quindi, solo percortesia, comprendendo come puoi sentirti emotivamente soloin questo momento difficile, siamo venuti per dimostrarti lanostra vicinanza, perché quando è successo a noi di perdere lerispettive mamme abbiamo sofferto immensamente e ci sarebbepiaciuto sentire la tua di vicinanza>>. Enrico rimase basito. E sirese conto che Fiammetta aveva ragione. In quella fazione disecondi tutta la sua vita gli scorse davanti agli occhi in un filmimpietoso, e si vergognò profondamente, chiedendo scusa. C'erapoco da dire in fondo, Fiammetta aveva ragione, era solo unbambino viziato molto egoista. Balbettò una serie di scuseabbassando lo sguardo e li accomiatò ringraziandoli per lavisita. <<Scusa se ti ho fatto soffrire, non volevo.>> Fiammetta imperterrita proseguì, senza farsi commuovere<<Hai tutta la vita davanti per cambiare in meglio, ascolta il tuocuore. Buona fortuna>> stringendogli la mano. Enrico ormai era assolutamente in totale confusione <<Buonafortuna anche a te. Grazie ancora del vostro sostegno>> e livide girare la schiena andandosene, chiacchierando fitto fittosommessamente. E a quel punto il suo cuore si sgretolò dallamorsa di ghiaccio e pianse calde lacrime. Era pronto a lasciareandare, oltre che Fiammetta, anche la sua mamma. Ed iniziò asalutare i parenti, ringraziandoli per la presenza.Fiammetta si sentì molto sollevata, e tenendosi al braccio diGiorgio lo ringraziò di cuore mentalmente per averla forzata aprendere quella decisione. <<Grazie mio eroe!!!>> <<Avevoragione allora, chiuso con il passato?>> lo sguardo di Giorgioera sereno e disteso <<Si, pronta per iniziare una nuova partedella mia vita.

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Passarono i giorni e le settimane, il corso era stato archiviatocome una parentesi momentanea. Giorgio e Fiammettaricominciarono a vedersi sporadicamente per qualche cena abase di lasagne e sformati, davanti alle puntate di Masterchef,ma restava solo una simpatica amicizia affettuosa, nulla di più.In una di queste serate, divorando un'intera confezione di gelatoal cioccolato doppio fondente, Giorgio apostrofò Fiammettachiedendole se avesse mai pensato di cercare veramente ilcompagno giusto. Fiammetta restò pensierosa per un momento,e poi, per tutta risposta <<Certamente, ma con gli ultimiavvenimenti ho accantonato il progetto. Poi sai il giorno chemorì mia mamma ho avuto anche la sgradita notizia di essereentrata in menopausa.....>> la voce di Fiammetta restò sospesacon una nota di tristezza, e si vergognò di aver condiviso lascomoda verità con Giorgio. Voleva che per lui fosse perfetta esenza difetti, ma essere entrata in menopausa la rendeva fragile,vecchia e senza valore. <<Mmmmmh, appetitosa come unprofiteroles con la panna da assaporare con lussuria, bignè dopobignè, mentre la crema rotola nel tuo palato in preda alla totalevoluttuosa seduzione della panna che ti cola dalla bocca!!!!! Masai che libidine fare l'amore senza correre il rischio di restareincinta. Io se fossi in te inizierei a darmi daffare e spazzolarmiqualche culturista!!!!!>> <<Ma sei cretino, mi ci vedi io,attempata signora in menopausa, con le calze arrotolate,bigodini e ciabatte, con la cellulite a fette nelle cosce, con ilseno cadente e i rotoli di grasso rotolanti, agganciare uno chepotrebbe essere mio figlio e rimorchiarlo a casa per una bellascopata, naaaaaaaa!!!>> <<Non ti rendi conto della fortuna chehai? Adesso spargo in giro qualche volantino e ti trovo da farbene!!!>> <<Non ti azzardare, altrimenti ti becco nudo nelladoccia, ti faccio la foto e la piazzo su Facebook, cosìimpari....>> Iniziarono a lottare spalmandosi di gelato al

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cioccolato ovunque, finendo a rotolare per terra sconquassatidalle risate. Finito di ridere, mentre gli spasmi si chetavano, sirimisero seduti in condizioni pietose. Il divano era macchiatoovunque (tanto era lavabile, chissenefrega pensò Fiammetta) eGiorgio esordì con un <<Mi sembra che sul libro di Vianna siparlasse della ricerca dell'anima gemella, diamoci un occhiataper qualche spunto, magari manifestiamo l'arrivo giusto.>><<E' li sullo scaffale, vallo a prendere che intanto ripuliscoquesto delirio>>Mentre era in cucina sentì Giorgio sbottare con un <<Oh mioDio! Oh mio Dio!>> Fiammetta si precipitò in sala e videGiorgio sbiancare. <<Ti senti male>> vistosamente preoccupatavide Giorgio tenere in mano il retro del libro, bianco in volto.<<Ma questa è Vianna! Questa è proprio Vianna!!!! E' lapersona che ho visto mentre ero in stato di incoscienza.>> Glicadde il libro dalle mani e rimase sconvolto a guardarlo perterra, con la copertina del retro ben in vista.Fiammetta si chinò a raccogliere il libro e restò paralizzata congli occhi sbarrati. La persona che aveva incontrato nel corridoiodell'ospedale e che l'aveva consolata quando Giorgio si erasentito male era proprio lei, Vianna Stibal. Si limitò a piangere ead annuire. Le lacrime scorrevano a fiumi, irrefrenabili, e nellasua mente risuonava una voce dolcissima “With Love andGratitude ” ripetuto come un mantra amorevole. Un fascio diluce meravigliosa inondò la stanza e nei loro cuori scese unapace indescrivibile, sentendosi completamente amati.L'immagine evanescente dell'energia manifestata, mentreosservavano la foto di Vianna, si stemperò lentamente lasciandoposto alle emozioni, e fu naturale per loro abbracciarsi, comeanime ritrovate dopo tante vicissitudini, mentre le loro cellule sistavano scambiando ricordi ancestrali di vite vissute nell'amoree nella condivisione.

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Fiammetta si sciolse dall'abbraccio per asciugarsi gli occhi,l'energia condivisa di puro amore era ancora tangibile nell'aria enon ci furono bisogno di parole per confermare l'esperienzavissuta.Giorgio le aprì il suo cuore e parlarono per ore.

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Capitolo 8 - Le donne vengono da Venere e gli uomini da Marte

La vita ricominciò a scorrere normalmente, entrambi persi nelleloro incombenze lavorative.Fiammetta iniziò a provare una languida sensazione diabbandono, per nulla rassicurata dal fatto che Giorgio eradiventato sfuggente, e quando si incontravano nel portone dicasa il saluto era diventato rapido condito da innumerevoli<<Mi dispiace devo andare. A presto my dear queen!>>. Efuggiva via come se avesse visto un serpente a sonagli.La situazione oltre che imbarazzante era diventata quasikafkiana, e i vari tentativi di comunicazione fallivanomiseramente. Giorgio la evitava e lei non sapeva il perché.Dopo circa quindici giorni di questa tarantella, un pomeriggioFiammetta si armò di coraggio e decise di affrontare il dragodella paura direttamente negli occhi.Si vestì per benino, tentò di truccarsi piacevolmente e sipresentò alla porta di Giorgio con una torta di mele. Avevadeciso di affrontarlo e chiarire il perché lui la stesse evitandocome la peste bubbonica.Bella decisa uscì con piglio militaresco, come un marine armatodi coltello tra i denti. Suonò ripetutamente il campanello e udìdistintamente il rumore delle ciabatte di Giorgio, che gracchiòun <<Arrivo, un attimo!>> Fiammetta stava ripassandomentalmente il suo bel discorsino quando la porta si aprìimprovvisamente, appare Giorgio reduce da una doccia fumantecon l'asciugamano arrotolato intorno alla vita e, complice unamossa maldestra di Giorgio, che restò sorpreso di vederlasull'uscio, fece un movimento brusco e l'asciugamano..... caddenuovamente a terra lasciandolo nudo come mamma l'ha fatto.Anche questa volta Fiammetta tentò di darsi un contegno ma

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non ci riuscì iniziando a ridere. La torta le sgusciò dalle mani ecadde rovinosamente per terra, spezzandosi in tre parti, ementre si chinava per raccogliere il disastro,contemporaneamente Giorgio si chinò per raccogliere il suoasciugamano e si diedero una zuccata bestiale. Fiammetta, checontro la mole di Giorgio era un fuscello, dalla botta caddelunga distesa perdendo conoscenza.Giorgio, preso dal panico, si precipitò su di lei cercando dirianimarla e aiutarla ad alzarsi, ma mentre era lì usci dalla portadi fianco la sua vicina di 75 anni che iniziò ad osservarlo moltointensamente. Istantaneamente Giorgio realizzò che era ancoranudo, e con nonchalance si rialzò dicendo <<E' svenuta!>> e lasignora di rimando <<e ci credo con tutto quel ben di Dioall'aria!!>>Giorgio scoppiò a ridere agguantando con mossa felinal'asciugamano che gentilmente la signora gli stava porgendo,riavvolgendoselo intorno ai fianchi.Fiammetta iniziò a lamentarsi, mentre si toccava il bernoccoloenorme sulla fronte che si stava formando come un vulcano ineruzione.Continuando a ridere Giorgio salutò la signora, che di rimandogli rispose <<Se ha piacere le preparo anche io la torta di mele!!>>, e, mentre continuava a sghignazzare, aiutò Fiammetta arialzarsi mentre lei, nel frattempo, seduta a carponi stavatentando di ricomporre i miseri resti della torta.Entrando in casa Giorgio la apostrofò con un <<Bell'amica chesei, non ti sei nemmeno più fatta viva. E se il tuo Giorginoadorato fosse morto, stritolato dalla porta del frigo, o ucciso daun serial killer, dimmi un po' si trattano così gli amici?>>Fiammetta cercò di riacquistare un'espressione seria. <<Giàbell'amico sei, mi sembra che tu sia sparito senza dare piùnotizie. La Frency era già pronta a chiamare “Chi l'ha visto?”>>

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ma Fiammetta si rese conto che Giorgio evitava di incrociare ilsuo sguardo, e ci rimase male, molto male. <<Ti ricordi quella proposta per il cantiere a Milano?>>Fiammetta ricordava vagamente un accenno fatto diverso tempofa, ma l'aveva onestamente rimosso, presa come era dai suoiguai. <<Non proprio>> Giorgio iniziò a raccontarle totalmentegalvanizzato gli sviluppi del progetto, e della incredibileproposta economica che gli era arrivata come capo cantiere, ediniziò a tratteggiare nei dettagli termini ingegneristici, sviluppi,progetti, esplosi, e onestamente Fiammetta non riusciva aseguirlo se non per alcuni gesti automatici del capo perdimostrare una velata attenzione.Era delusa. Giorgio sembrava distaccato, onestamente sembravaun'altra persona, profondamente diversa dai giorni del corso,dell'ospedale e della convalescenza.Continuava a sfoggiare un entusiasmo eccessivo, con una venadi supponenza, e si sentì profondamene estranea alla sua nuovaidentità.Fiammetta lo interruppe bruscamente e appoggiando sul tavoloi resti maciullati della torta, pensò ad una scusa accettabile peruscire velocemente da quell'appartamento dove stavasoffocando. Comunque la testa le stava pulsando violentemente,e sentiva il bisogno di stendersi. <<Complimenti al miofratellone soddisfatto per il nuovo lavoro. In bocca la lupo. Maora vado a stendermi, e curarmi i postumi del tamponamento. Aproposito, io inizierei ad usare un accappatoio a collo alto conla zip, se fossi in te!>> Tentò con malcelata disinvoltura dicongedarsi con un bacio sulla guancia da lui, e si dileguòvelocemente verso il suo appartamento. Giorgio si rese conto dell'enorme stupidaggine che aveva fatto.Il sorriso imbalsamato che si era incollato sul viso, lasciava ilposto ora solo alla tristezza. Ferire Fiammetta era l'ultima cosa

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che avrebbe voluto fare, ma vedere la sua espressione fredda erisentita era stato come ricevere una coltellata dritta allostomaco. Sordo ai suoi sentimenti, il dolore pungente edevastante che rotolava nel suo cuore gli stava ricordando chenon avrebbe potuto renderla felice. Non lui almeno. Edosservando i poveri resti del dolce li raccolse, aprì la pattumierae li scaraventò dentro insieme ai suoi sentimenti. Chiuse ilcoperchio ed anche il suo cuore. Doveva andare oltre. Persempre.Il dispiacere di Fiammetta si trasformò presto, varcando lasoglia di casa, in pura rabbia che si riversò sul solito pazientecordless in bella mostra nell'ingresso, con ancora i segni dellaprecedente battaglia, rappezzato con qualche pezzettino discotch qua e là. L'ignaro telefono aveva preso incolpevole asuonare e per tutta risposta Fiammetta lo prese e lo scagliò perterra urlando <<Lasciatemi in pace. Vaffanculo>>. Dall'altraparte sentì il suono di una voce che ripeteva <<SignorinaFiammetta, signorina Fiammetta>> il ruggito di Fiammettaarrivò distintamente all'altro capo della cornetta, ma perentoriala voce continuò <<buongiorno, abbiamo una comunicazioneimportante per lei.>> <<Non cambio gestore telefonico e nonme ne frega niente di risparmiare. Voglio annegare nei debiti!!>> strepitando come una bambina capricciosa che non haricevuto il lecca lecca. Ma impietosita raccolse il poverocordless, che la osservava atterrito prevedendo un altro attaccodi ira, questa volta letale, e cercò di riacquistare lucidità perrispondere in modo adeguato.<<Buongiorno, qui è la redazione di “Uomini e Donne”>>Fiammetta in silenzio cercò di capire di che cosa stavanoparlando. <<Ci è pervenuta la sua richiesta per partecipare alprogramma, e la signora De Filippi voleva invitarla a Roma peruna bella chiacchierata esplorativa.>> Sbigottita Fiammetta

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cercò nei file del suo database mentale qualche riferimento, manulla, nebbia assoluta. <<Guardi che c'è un errore, io non homai inviato la mia candidatura. Guardo il programma, è vero,Maria De Filippi è simpaticissima, la Tina e Gianni anche, maonestamente non ho mai pensato di.....>> <<Mi scusi, quindi non ha mandato lei la candidatura perpartecipare per gli over?>> <<Ma assolutamente no. O sono rimbambita di colpo oppure c'èun errore. Cerchi di verificare.>> la lasciarono in attesa per unlasso di tempo incalcolabile, tanto che imparò a memoria tuttala canzone della Pausini “Incancellabile”, canticchiandola fra sée sé. <<Ah Fiammetta, possiamo darci del tu vero, mi deviscusare, ma non avevo visto l'appunto che era stata una suaamica ad inviare la sua candidatura. Deve volerle proprio benequesta amica, perché ci ha scritto che vuole vederla finalmentefelice in amore.>> <<Mi può mica dire per caso chi è stata cosìamorevole da pensare al mio bene...... che la strozzo, la taglio afette e ci metto sopra la maionese per cena?>> <<Si tenga forteFammetta.....” ta ta.... Antonella”>>.A Fiammetta andò di traverso la saliva e iniziò a tossirefuriosamente, rischiando di soffocare, inviando nel contempoalcuni pensieri non proprio amorevoli alla cara amica lontana inFinlandia. <<Dopo mi sente la mia cara e adorata amica!!!!!!>>ripeté mentalmente <<Tutto bene Fiammetta? Che ne diceallora, può essere nostra ospite a Roma venerdì prossimo per ilprovino.>> e riacquistando una parvenza di normalità, tentò disinvoltura nelrispondere <<Ma è obbligatorio dopo partecipare?>> <<Assolutamente no, Fiammetta, si tranquillizzi!!! Facciamodue chiacchiere, ci conosciamo, lei racconta un po' di sé e se hapiacere, dalla puntata successiva può andare in onda.>>percependo la sua titubanza la ragazza incalzò dicendo <<Non

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si preoccupi, per molte persone è una simpatica parentesi divita, un'esperienza, poi non si sa mai, magari il principe azzurroè dietro l'angolo!>> con tono accattivante. <<Ma dai, va bene,accetto. Ho proprio bisogno di cambiare aria, cambiare ilvecchio che mi circonda!!!>> <<E' single vero, non ha trovatoun compagno nel frattempo?>> <<Assolutamente libera (allafaccia di Enrico e Giorgio).>> <<Va bene allora, ci vediamovenerdì.>> e chiuse velocemente la telefonata.Fiammetta rimase stupita da questo avvenimento, e si reseconto della casualità degli eventi. In fondo, anche se ci opponiamo e ci difendiamo strenuamente,la vita a prescindere rimescola le carte in modo incomprensibileall'apparenza, ma sul buio torna sempre a splendere la luce. Siricordò che al corso fosse chiamato tempismo divino. E chetempismo!Dopo un'iniziale allegria per l'imprevisto invito, nella mente lerisuonavano le parole della canzone della Pausini, ed iniziò acanticchiarla.....<<Con la tua voce, l'allegria, Che dentro me non va più via,Come un tatuaggio sulla pelle. Ti vedo dentro gli occhi suoi, Ticerco quando non ci sei, Sulle mie labbra sento la voglia Cheho di te>> e stranamente iniziò a pensare a Giorgio. Il cuoreiniziò a rattristarsi e non seppe identificare bene tipo diemozione era, se solo dispiacere di aver perso un amico, oqualche cosa di più intenso. Ma la mente iniziò a correre versoAntonella e mentre si preparava ad affettare l'amica per telefonosu Skype, tutta la tristezza scomparve.Il ronzio rassicurante del notebook riempiva la stanza, mentreFiammetta era impegnata a disegnare qualcosa di indistinto suun foglio.Aprì il collegamento di Skype, selezionò il nome di Antonellaed attese, paziente come un pitone che tra le spire ipnotizza la

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preda, che la connessione fosse instaurata. Dopo tre squilliAntonella apparve sul monitor, ed iniziò a ridere.Fiammetta aveva messo davanti alla telecamera il foglio conscritto “Sei una grande stronza!!”, e subito dopo un secondofoglio con su scritto “ma sei la mia migliore amica e ti voglioun mondo di bene.” <<Direi che hai gradito la sorpresa, allora!>> <<Sono proprio commossa, era quello che ho desiderato dipiù dopo l'unicorno bianco a strisce blu e “Peppa Pig” agrandezza naturale! Ma che, ti sei impazzita!! Ho ancoraqualche speranza di trovarmi il fidanzo da sola! Larottamazione della donna in menopausa è tra quindici giorni,non ora.>> Ma intanto Antonella vedeva che con la sorpresaricevuta dall'amica aveva colto nel segno. <<Alla faccia di tuttii maschi idioti e mammoni!!!>> A queste parole una sgargianterisata di Fiammetta riempì la stanza di Antonella a mille migliadi distanza, iniziarndo a chiacchierare del più e del meno.Antonella era in preda alla nostalgia per l'Italia. Anche se si eratrasferita per qualche mese per il suo master, in realtà lemancavano le lunghe chiacchierate con l'amica ed il traffico diBologna. <<Come va lì, si batte chiodo oppure “ITALIANS DOIT BETTER" ?>> Antonella sorniona non rispose, facendo una risatina sotto ibaffi. <<Dai universitaria, torna presto che mi manchi un totale.NaturaSì non è più lei senza di te!>> e a queste paroleAntonella si commosse. Anche a lei Fiammetta mancava untotale. <<Antonella ti mando un bacio e ti perdono. Ma nonfarlo mai più, altrimenti sarai il prossimo caso di omicidioirrisolto a “Quarto Grado”.>> Si lasciarono ridendo, dandosiappuntamento telefonico di lì a pochi giorni.

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Capitolo 9 – L'amore non ha manuale per le istruzioni

Venerdì mattina di buon ora Fiammetta uscì per andare aprendere il treno ed incontrò Giorgio.<<Olà bella fanciulla, dove vai di buon ora così tutta in tiro?>><<Sto andando alla stazione, ma sono già in ritardo!!>> risposesecca Fiammetta alla simpatia di Giorgio. <<Dai che ti do unpassaggio, vado da quelle parti.>> Fiammetta era titubante nelcondividere quel percorso con lui. Onestamente avrebbe avutovoglia di quiete, perché una certa emozione le stava montandonello stomaco, e non riusciva a capire se era stato l'incontroimprovviso con Giorgio o l'emozione per l'appuntamento aRoma, ma acconsentì, anche se controvoglia.<<Oh, se non hai voglia di compagnia vai pure per i fatti tuoi.Volevo essere solo gentile.>>Fiammetta si rese conto di essere stata molto maleducata, escusandosi, gli porse il suo miglior sorriso accettando congratitudine il passaggio. Il tragitto fu molto silenzioso, e la tensione si percepiva e sisarebbe potuta tagliare con un macete.<<Dove vai di bello? Se si può sapere!>> Fiammetta nonsapeva cosa rispondere, ma all'improvviso decise di confidarsi.<<Antonella mi ha fatto uno scherzo!>> rispose, persa nei suoipensieri. <<Cioè?>> rispose incuriosito Giorgio. <<Quellapazza ha mandato la mia candidatura a “Uomini e Donne” dallaMaria De Filippi per farmi trovare un fidanzato. Ma può esserefulminata? Mi hanno chiamato l'altro giorno, e oggi è il grangiorno del provino a Roma. Se va bene parteciperò allaprossima trasmissione.>>La bocca di Giorgio si aprì per lo stupore. A Fiammetta parve disentire addirittura il rumore di un “klong” e le si mosse un

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sorriso pensando alla scena di loro due alla ricerca dellamandibola caduta, rotolata sotto il sedile dell'auto. Maimmediatamente ritornò seria per studiare le reazioni diGiorgio. Effettivamente si era irrigidito, e si stava agitando sulsedile, come se un set completo di puntine gli pungesse ilsedere. <<Tutto bene?>> Chiese con fare perfido Fiammetta.Giorgio si schiarì la voce, diventata improvvisamenteinnaturale, sibilando un <<Ma sei convinta di fare questabenedetta cavolata?>><<Ma perché no!>> Fiammetta lo guardava con la codadell'occhio e si stava divertendo troppo con questa piccolavendetta <<Magari trovo la persona giusta!>> <<O magari no?>> rispose pensieroso Giorgio, ma a Fiammettapareva di percepire una vena di perfida cattiveria nella sua vocediventata metallica ed impersonale” <<Mah! sicuramente, tuttopuò essere.!!!, al limite mi faccio un bel giro per Roma e mirilasso.>> attimo di silenzio <<Potrebbe fare bene anche a te.Se hai piacere inoltro alla redazione la tua candidatura, che nepensi?>> <<Assolutamente no!!!! non ti azzardare che tiuccido.>> Fiammetta pensava che stesse scherzando, invece simise zitto, ignorandola, ormai palesemente stizzito.La soddisfazione per l'insulsa vendetta durò molto poco.Fiammetta era dispiaciuta, ma d'altronde Giorgio non dava piùnessun appiglio per infierire. Arrivati in stazione la salutòfreddamente, senza nemmeno guardarla, e se ne andòvelocemente.“Peccato! Sono riuscita a rovinare una bella amicizia in cinqueminuti. Potrei scrivere un manuale!”, pensò fra sé e séFiammetta, ma si rese conto del suo ritardo e corse trafelatasalendo in treno, appena in tempo un secondo prima che ilcapostazione fischiasse per comandare la partenza.Arrivata a Roma fu accolta da una macchina della redazione, e

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nel giro di un'ora arrivò a destinazione.Stava per suonare il campanello quando le gambe cominciaronoa tremarle, come una sorta di premonizione su quanto stava persuccedere.Fiammetta entrò in uno stato parallelo, ed iniziò a vedere tuttocon altri occhi, come se questo fosse stato da lei già vissuto, conun finale molto piacevole. Con la gioia nel cuore, mal'agitazione nello stomaco, salì le lunghe scale accomodandosiper il colloquio che durò circa un'ora.Sentirsi al cospetto di una persona che aveva interesse aconoscere la sua storia ed era interessata a comprendere i suoigusti per un ipotetico fidanzato e per la vita in genere, la caricòdi energia positiva. La ragazza della redazione le chiese se eralibera per il giovedì successivo, e avuta la sua confermaorganizzarono i dettagli, spiegandole come si sarebbe svolta lapuntata. Le disse di rilassarsi, di viverla come un'esperienzadivertente e magari il principe azzurro sarebbe arrivato.>>.Fiammetta si mise a ridere. Era la seconda volta che se losentiva ripetere.Il viaggio di ritorno fu tranquillo. Persa nei suoi pensieri sirilassò con l'ipod e in poche ore arrivò a Bologna. Stavarientrando in casa quando sentì aprirsi la porta di Giorgio.<<Ciao Fiammetta, come è andata la caccia al principe azzurro?Hai lasciato la foto segnaletica con scritto wanted?>> Giorgio sibeccò una bella linguaccia, seguita da uno splendido sorriso.<<Certamente, e devo dire che ne ho trovati parecchi tra le fotosegnaletiche>> ridendo.<<Allora sei stata presa? Quando vai?>> Lo sguardo di Giorgioera indefinibile <<Giovedì prossimo è il grande giorno e siregistra.>> <<Bene, in bocca al lupo allora, ma è in diretta?>><<No, registrano e dopo ci dicono quando va in onda.>> <<Ok,ti saluto.>> Giorgio girò sui tacchi rientrando in casa, lasciando

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Fiammetta come una stupida nel corridoio.Le restò solo alzare le spalle e rientrare in casa.La mattina del giovedì Fiammetta aveva già chiamato un taxiper andare in stazione, ma in cuor suo sperava di incontrareGiorgio per salutarlo. Provò anche a bussare alla sua porta, conla scusa di dare un'occhiata alla Frency in sua assenza, mapurtroppo il silenzio era tombale e di Giorgio nemmenol'ombra.Salì sul taxi dando un'occhiata struggente alla sua casa, con laviscerale sensazione che qualcosa di incredibile sarebbesuccesso, e avrebbe stravolto la sua vita.Arrivati a Cinecittà, negli studi di Uomini e Donne, la redattricea cui era stata affidata le spiegò tutto lo svolgimento dellatrasmissione, concordando i tempi e l'ordine di entrata in studio.Sottolineò l'importanza che per lei era la prima volta che sipresentava agli uomini presenti in studio, e quindi dovevapreparare una sorta di discorso dove descriveva se stessa, le suepassioni e le motivazioni per cui stava cercando l'anima gemellada Maria De Filippi, aggiungendo anche la descrizione del suouomo ideale. Fiammetta era abbastanza agitata, e le partecipantigià più scafate, vedendo la sua timidezza, non considerandolacome una potenziale rivale, si prodigarono in consiglirassicurandola sulle sue qualità esteriori.Rimase in tensione fino all'inizio della trasmissione, e quandovenne il suo turno, e la conduttrice iniziò a presentarla, quandofece l'entrata in studio si sentì mancare le gambe. Tremandoraggiunse la sedia nel centro dello studio, accomodandosi inmodo aggraziato, ma presa dal panico non spiccicò parola,restando lì con uno sguardo atterrito, sussurrandotimorosamente <<Scusate, è la prima volta che sono in unostudio e sono emozionatissima>> maledicendo sé stessa per labanalità della frase. Il pubblico per incoraggiarla iniziò ad

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applaudire, e rincuorata Fiammetta iniziò a presentarsisciogliendosi sempre di più. Gli uomini erano conquistati dalsuo sorriso aperto che le illuminava il volto, punto forte diFiammetta, e mentre descriveva il suo uomo ideale per unattimo si rese conto che stava descrivendo Giorgio, ed ebbe unalieve titubanza. Il pubblico maschile iniziò a parlare,seppellendo l'intervento di Fiammetta, molto più interessati amettersi in mostra in generale, che sinceramente interessati aduna donna, Fiammetta in testa.Mentre era lì seduta assistendo ad una bagarre di opinioniaccese su fronti opposti, l'eterna lotta maschi contro femmine,rendendosi conto che il tono dello scontro si accendeva sempredi più, ad un certo punto si girò verso Maria De Filippi, che leschiacciò un occhio in segno di intesa.Lì per lì non capì il gesto, ma subito dopo la conduttrice fermòlo scontro richiedendo attenzione, chiese di mettere una sediadavanti a Fiammetta, perché c'era già un uomo interessato a lei.Fiammetta rimase basita, balbettando che non aveva idea di chipotesse già avere idea di corteggiarla. E Maria iniziò araccontare, stile “C'è posta per te”, una storia di un uomo di altritempi, molto educato, che si sentiva solo da molto tempo.Questo uomo aveva sofferto moltissimo per amore, ed il suocuore si era chiuso ai sentimenti ed alla felicità. StranamenteFiammetta sentì la commozione crescere. Non sapeva di chistessero parlando, ma rimase colpita. Maria continuò nelladescrizione, insistendo sul fatto che a volte, solo quando si hapaura di perdere l'amore, ci si rende conto dell'urgenza di usciredal proprio guscio e mettersi in gioco.Nel silenzio generale, dove tutti ascoltavano affascinati, Mariaguardò Fiammetta negli occhi e le disse <<C'è qui una personache ti ama da tempo, che ha subito una grave perdita tempo fa,che aveva paura di tornare ad amare e ha preferito allontanarsi

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in silenzio per non ferirti, perché ti ama più della sua vita, ognigiorno vive per il tuo sorriso e sei sempre nel suo cuore. Con teè diventato un uomo migliore … >>. Intanto Fiammetta speravache non fosse Enrico, magari avvisato da Antonella per unasorta di complotto. La De Filippi continuò nel racconto<<E quando ha saputo che venivi qui in trasmissione, ci hacontattato per avere una possibilità con te..... lo faccio entrareFiammetta?>> Lei si scosse di colpo e rispose di sì,assolutamente terrorizzata, ma curiosa di vedere lo sconosciuto.Entrarono circa una ventina di cesti di rose rosse, chedepositarono ai suoi piedi, e all'improvviso arrivò losconosciuto con la faccia nascosta da un altro enorme mazzo dirose rosse.Fiammetta era paralizzata. Lui si inginocchiò davanti a lei,scoprì il volto ed era lui, Giorgio.Era incredula, non sapeva che cosa dire. Maria gli diede laparola e lui, guardandola intensamente negli occhi, controllandol'emozione, le prese la mano, fredda come il ghiaccio ed iniziò aparlare. <<Fiammetta, sei sempre stata la mia migliore amica, lacompagnia di tante scorribande, mi hai consolato nei momentipiù bui della mia esistenza e mi hai salvato dalla disperazione.Ci sono delle volte in cui non riusciamo a distinguere e leggercibene dentro, e per paura di ferire noi stessi feriamo gli altri.Non volevo, e di questo ti chiedo profondamente scusa. Mistavo rendendo conto della forza dei miei sentimenti, ma avevopaura di essere respinto e perderti anche come amica. Tu seiimportante, e quando sei venuta qui ho pensato di impazzire,pensavo di averti perso per sempre, e così ho chiamato subito laredazione, spiegando cosa stava succedendo, e abbiamoorganizzato tutto.>> Paralizzata dall'emozione Fiammetta nonsapeva cosa dire.

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<<Mia principessa, mi sono profondamente innamorato di te.Vuoi uscire da qui insieme a me come coppia, e non più comeamici?>>La risposta non si fece attendere, Fiammetta si butto tra le suebraccia, ripetendo sì mille volte, e baciandoloappassionatamente.Maria era visibilmente compiaciuta, ed una cascata di cuoricinidi carta cadde su di loro avvolgendoli, per suggellare lapromessa d'amore.Dopo un lungo ballo, furono congedati dalla presentatrice,seguiti dalle congratulazioni di tutto lo studio.Appena fuori nei corridoi, dopo aver tolto i microfoni, siriabbracciarono lungamente, mentre Giorgio le ripetevanell'orecchio, <<Ero impazzito dalla gelosia e solo il pensiero diperderti mi ha fatto stare male. Ho vinto le mie paure e sonocorso da te per conquistarti>>. <<E ci sei riuscito, amoremio>>.

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Capitolo 10 – La potenza dell'Universo

Fiammetta sta correndo lungo un sentiero per il suo joggingmattutino. A passo veloce raggiunge la cima della collina pergodersi il sorgere del sole all'orizzonte. La profondaconnessione con la natura rende perfetto questo momento, cometutta la sua vita. Mai come in questo momento la felicità scorrenelle sue vene e si sente grata della fortuna che sta vivendo.Tutto il buio è alle spalle come una lunga notte di inverno.Il trillo di WhatsApp la sta avvisando dell'arrivo di unmessaggio, distogliendola per un attimo dal suo momentomagico. Antonella la sta ringraziando per l'onore di essere statala sua testimone di nozze. Il minimo per la persona che harealizzato il miracolo dell'amore tra lei e Giorgio. E osservandocon amore quelle poche parole, che emanano puro affetto, sirende conto che il nome Antonella sarebbe stato perfetto peruna figlia.E mettendo le mani in modo protettivo sulla pancia, come unprimo momento intimo di connessione con la propria figlia,prova a chiederle <<Ehi piccolina, ti piace il nome Antonella?>> e la vibrazioneche sentì fu una conferma.A quel punto, al culmine della gioia, Fiammetta si lasciò andaread urlo poderoso, che risuonò in tutta la valle.

Ma questa volta non era l'urlo della menopausa. Era l'urlo di una donna vincente.

Meglio, molto meglio. E uno splendido arcobaleno apparve all'orizzonte.

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Ringraziamenti

Un libro nasce da un'idea o da un'esperienza. Quindi i miei più grandi ringraziamenti vanno a

− Vianna Stibal per l'ispirazione con il suo ThetaHealing®mia maestra di vita

− Diego Poncina, splendido insegnante di ThetaHealing®, a Katia e Ivan

e a tutto il gruppo di Vita di Luce (www.vitadiluce.it)− Angela, Rosy, Terry e Valeria mie preziose compagne di

corso− Marzia Rinaldi per l'amicizia ed il sostegno con il suo

“Scavo”.

Dedicato a tutti coloro che credono in un sogno, ma da tempo hanno smesso di sognare.

L'Universo, con la sua abbondanza, ci sta aspettando, con fede.

With Love and Gratitude

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