L’unione fa la forza: coinvolto come classe - CONCORSO DI SCUOLA 2016.pdf · Siccome in quarta...

11
Motto: Bimbi di scuola L’unione fa la forza: parlate di un progetto che vi ha coinvolto come classe

Transcript of L’unione fa la forza: coinvolto come classe - CONCORSO DI SCUOLA 2016.pdf · Siccome in quarta...

Motto: Bimbi di scuola

L’unione fa la forza: parlate di un progetto che vi ha coinvolto come classe

Scavando nei ricordi della nostra scuola

Un progetto che ci ha ci ha coinvolto come classe e come Gruppo di conoscenza del territorio, del quale facciamo parte è il lavoro di ricerca di quest’anno che ci ha fatto scoprire più a fondo un mondo a noi noto eppure sempre diverso: quello della scuola appunto.

É bello andare a scuola? A volte sì, a volte no! Durante le vacanze la scuola ci manca un po’, e quando la frequentiamo non vediamo poi l’ora che arrivino le vacanze. Però a scuola dobbiamo andare e vediamo che la strada da percorrere per realizzare i nostri desideri e i nostri sogni è davvero ancora lunga.

Scuola: luogo di studio, di impegno e di lavoro. Scuola anche luogo nel quale poter fare, creare e scoprire. Scuola: mondo di amicizia, di giochi .... di vita.

La scuola è l’ambiente che accomuna le genti ovunque e chiunque: persone vicine e lontane, giovani e vecchi. Perchè tutti sono andati o vanno a scuola e tutti hanno vicende da raccontare.

La nostra scuola “Giuseppina Martinuzzi” porta il nome di una maestra, poetessa e donna impegnata nella lotta per una vita migliore. É un ambiente bello e ospitale, frequentato da tanti alunni . La nostra scuola è accogliente con aule ricche di accessori, flanellografi, computer; TV , e con una bella palestra grande e moderna e con dei vasti sono campi da gioco.

Era così anche una volta?

Siccome in quarta classe studiamo la storia e i cambiamenti storici abbiamo deciso di conoscere anche la storia della nostra scuola.

La direttrice ci ha dato l’opportunità di poterlo fare nell’archivio scolastico dove sono custoditi vecchi registri di scuola e tante fotografie di attività svolte nel passato. Ci ha permesso inoltre di consultare l’albo scolastico che racconta anno per anno tutte gli avvenimenti scolastici più importanti. Noi poi abbiamo intervistato genitori, nonni e bisnonni

La scuola italiana di Pola ha origini antichissime. Si sa che nel 1348 era frequentata solo dai maschi e che i maestri erano sacerdoti. Nel periodo di Venezia sono state aperte anche a Pola le prime scuole pubbliche e nel periodo dell’ Austria erano obbligatorie per maschi e femmine fino ai 12 anni di età.

Prima della seconda guerra mondiale a Pola c’erano molte scuole italiane.

I grandi mutamenti per la nostra scuola si sono avuti dopo la seconda guerra mondiale. Allora molti abitanti a causa dei grandi cambiamenti storici e delle loro conseguenze abbandonarono la città.

Il 15 settembre 1947 anche Pola entrò a far parte della Jugoslavia e gli italiani rimasti diventarono minoranza nazionale italiana.

Nell’anno scolastico 1947/48 la Scuola elementare Centro (ex scuola Dante Alighieri) era frequentata da 402 alunni. La Scuola elementare Siana che un tempo lontano si chiamava Francesco Petrarca era frequentata da 371 alunni.

C’era anche una scuola a Veruda che aveva 100 alunni circa e c’era il Ginnasio Leonardo da Vinci e la scuola apprendisti.

Siamo andati a vedere questi edifici oggi sedi di altre scuole e della biblioteca universitaria.

Scuola elementare Centro (ex scuola Dante Alighieri)

Ex Ginnasio Leonardo da Vinci

Dal racconto del nonno:

- Mio nonno frequentava la scuola Dante Alighieri (oggi scuola Centro). Nella sua classe c’erano una quarantina di alunni. Nella sua generazione c’erano tre classi parallele : la classe femminile, la classe maschile e quella mista. L’insegnamento era in lingua italiana. Durante l’ora i bambini se non scrivevano dovevano tenere le mani dietro la schiena. L’insegnante era molto severa ma anche buona. I bambini che non ubbidivano però quando chiacchieravano ricevevano con la bacchetta per le mani. Mio nonno era birichino ed era tante volte in punizione. Una volta doveva stare tutta l’ora inginocchiato

dietro la lavagna. La cosa peggiore era quando lo mandavano nella classe delle ragazze e allora veniva interrogato e se non sapeva niente si vergognava tanto. Durante i riposi tutti uscivano a giocare in piazza vicino alla fontana. A scuola non avevano la palestra e durante l’ora di ginnastica andavano spesso a passeggiare.

A Pola nel 1954 venne chiusa la scuola di Veruda e subito dopo le scuole elementari Centro e Siana si unirono al Ginnasio in un unico edificio.

Purtroppo ci furono altri cambiamenti. Il Ginnasio italiano entrò a far parte del Ginnasio croato Branko Semelić. La scuola elementare diventa Scuola ottennale popolare italiana di Pola e più tardi cambia il nome in IV scuola elementare di Pola.

Però le scuole italiane a Pola perdono i loro edifici e vengono trasferite nell’edificio del Ginnasio croato.

Nella scuola italiana il numero di alunni era sempre più basso.

Copiamo dall’Albo scolastico:

Anno scolastico 1947/48 - 1200 alunni

1955/56 - 550 alunni

1956/57 - 430 alunni

1957/58 - 380 alunni

...1977/78 - 139 alunni

Nel 1978 finalmente è stato costruito il nuovo edificio della nuova scuola alla quale è stato dato il nome di Giuseppina Martinuzzi.

Dal racconto del papà:

- Quando il mio papà era piccolo e andava in prima classe elementare la scuola “Giuseppina Martinuzzi” ancora non esisteva. Venne infatti costruita alla fine degli anni settanta e in quegli anni il mio papà frequentava la settima classe. Quando fu terminata la costruzione dell’edificio scolastico vennero trasferiti i banchi, le sedie e gli altri arredi. Gli alunni delle classi superiori, compreso il mio papà, effettuarono il traslocco dalla vecchia sede alla nuova scuola. Tutti gli alberi davanti alla scuola, che oggi sono molto grandi, sono stati messi a dimora dal mio papà e dai suoi compagni di classe. Il mio papà e la sua generazione scolastica furono i primi a frequentare la nuova scuola che venne chiamata Giuseppina Martinuzzi.

Nel 2001 è stata costruita anche la sede della Scuola media “Dante Alighieri” con anche la nuova sede per le classi inferiori della nostra scuola. Più tardi è stata costruita anche una bella grande palestra.

É questa la scuola che noi frequentiamo. La nostra scuola oggi conta più di trecento alunni suddivisi in 17 classi. Alla scuola appartengono anche le sezioni periferiche di Sissano (con tre classi combinate) e Gallesano (con sezione italiana e croata). É una scuola aperta a tante iniziative e tante collaborazioni.

Dai ricordi:

- Oggi frequento la scuola media italiana “Dante Alighieri”. Della scuola “Giuseppina Martinuzzi” ricordo che l’ultimo giorno di scuola nelle classi inferiori piangevo perchè avrei lasciato la mia insegnante. Allora non avevamo la palestra. È oggi una bella scuola.

Del tempo quando frequentavo la scuola “Giuseppina Martinuzzi” ricordo di più le persone: le insegnanti, il personale, gli amici. Ricordo con piacere a mia capoclasse Fedora Fain,donna modesta, sempre presente e molto sensibile, ricordo le cuoche, il mastro di casa Valter ma soprattutto i miei compagni fra i quali Daniel. Ogni riposo bisticciavamo ma oggi siamo grandi amici. Concludo dicendo che la scuola è un organismo vivente fatto di persone. Sono loro che rimangono nei ricordi perciò è nelle persone che la scuola deve aver cura e investire anche in futuro. Oggi l’edificio non è cambiato. Cambiano i costumi , cambia la tecnologia, si vive in un tempo diverso dove si è più impegnati nelle proprie attività. Perciò anche il mio punto di vista sulla scuola è cambiato da quando lo vedevo con gli occhi di un bambino.

- Quando la mia bisnonna andava a scuola spesso i maestri punivano gli alunni dando loro bacchettate per le mani o sulla schiena. Il mio nonno mi ha detto che quando lui andava a scuola (frequentava la scuola italiana a Pola) era tutto diverso da oggi. Non avevano tanti libri: avevano solo quello delle

letture e quello di matematica. Inoltre avevano solo un quaderno per tutte le materie. Noi oggi abbiamo tante cose diverse. I nostri astucci sono di tela mentre mio nonno aveva l’astuccio di legno e se era cattivo doveva mettere le mani sul banco e riceveva per le dita con l’astuccio. Il nonno ricorda che la lavagna non era sul muro bensì era sul trepiedi e si poteva spostare. Se eri cattivo ti mettevano in punizione dietro la lavagna. La mia nonna andava a scuola a Sanvincenti. Le classi erano grandi con tanti alunni (dai 30 ai 35) perchè arrivavano tanti bambini dai paesi vicini. La mia nonna ricorda che a scuola le era tutto difficile perchè non sapeva parlare il croato e neppure il dialetto istiano ma solo l’italiano. Così riceveva brutti voti. In classe doveva esserci tanta disciplina altrimenti si veniva puniti. I bambini cattivi venivano messi dietro la lavagna o nell’angolo. Ricevevano pure bacchettate per le mani. La mia nonna era spesso in punizione perchè le piaceva chiacchierare con le amiche. Quando era la ricreazione la nonna andava a casa a mangiare perchè viveva vicino alla scuola. I miei genitori pensano che un tempo si ascoltavano di più gli insegnanti. Se non si ascoltava l’insegnante di francese ci picchiava. Molto spesso gli alunni prendevano “uno”, venivano espulsi dall’aula e i genitori venivano chiamati a scuola. A casa poi non ti dovevi lamentare dei brutti voti perchè i genitori ti picchiavano. Io frequento la scuola “Giuseppina Martinuzzi”. Le insegnanti non ci picchiano . Se non si fanno i compiti si riceve un bel meno e tre meni formano l’insufficienza. Neppure i genitori sono oggi troppo severi.Forse quando i miei figli andranno a scuola sarà ancora meglio di adesso. Forse si riceverà l’insufficienza accumulando dieci meni. Forse non esisteranno i voti.

Ricordi di genitori e nonni che hanno frequentato altre scuole

A scuola si doveva venire puliti. Le classi erano numerose perciò c’erano molti banchi e molte sedie. I muri erano sempre dipinti di verde. La classe non era un’ ambiente accogliente c’era appesa sul muro solo la carta geografica . I maestri erano severi e venivano ascoltati di più di quelli di oggi.

- Quando la mia nonna andava a scuola non c’erano i libri e tante materie. Al posto dei quaderni portava con se’ una piccola lavagna e il gessetto. I maestri di una volta erano molto severi. Qualche volta quando qualcuno non ascoltava veniva picchiato.

Il papà racconta della scuola che ha frequentato e che un tempo l’edificio ospitava anche una delle scuole italiane.

“Ho frequentato una tra le più note scuole di Pola : la scuola elementare Neven Kirac oggi scuola Siana. Una volta nel passato la mia scuola era sperimentale e in essa si introducevano i nuovi piani eprogrammi e altre novità nell’insegnamento. Adesso pensando alla scuola mi riemegono ricordi di tanti momenti particolari.. Ricordo con piacere l’inizio del percorso scolastico nelle “piccola scuola” (separata dalla sede centrale), le emozioni del primo giorno e la gioia di conoscere nuovi amici. Ricordo anche le prime difficoltà nell’ abituarmi alla disciplina scolastica e alle regole della scuola. Mi rammento l’entusiasmo di quando ho

imparato a leggere e a scrivere, a fare i conti e via via con il passare del tempo ricordo la gioia per la scoperta nello studio di nuove cose in tante materie.

Come non ricordare gli amici e tutte le esperienze vissute insieme! Compagni di scuola, insegnanti e genitori davano ad ognuno di noi la sicurezza di appartenere ad un gruppo unito e sicuro sul quale poter fare affidamento sempre e comunque perchè eravamo davvero una “bella famiglia”. La scuola è un vera maestra di vita e il sapere, gli amici di scuola e i ricordi di quel periodo sono tra le più grandi ricchezze che l’uomo adulto si porta appresso. Posso constatare che per tutta la vita il periodo di scuola che è quello della fanciullezza è davvero il più bello.

- Ogni volta quando chiedo a mio nonno di raccontarmi fatti e cose che gli sono successe in passato, lui trova sempre un modo per farmi ridere. Così è stato anche quando gli ho chiesto di raccontarmi della scuola di quando lui aveva la mia età. Ha detto che il suo papà per invitarlo a studiare gli diceva mostrandogli la zappa “ Questa sarà l’unica pena che ti adopererà se non ti sarà bravo a scola” . Queste parole erano molto chiare perchè una volta era così. I bambini non erano seguiti nello studio dai loro genitori e dovevano lavorare duramente soprattutto nei campi. Era appena finita la guerra. Tanti bambini percorrevano chilometri a piedi per venire a scuola a volte con la pioggia e la neve. I maestri erano molto severi e gli scolari negligenti venivano puniti con bacchettate sulle mani. Mica divertente penso io! “E i diritti del bambino?” ho chiesto al nonno. “Non preoccuparti, tanti di quei castighi sono serviti anche a farci diventare più bravi!”. Per fortuna il nonno trova sempre il lato positivo in ogni situazione. Ridendo e scherzando ho capito che ai tempi del nonno la scuola era più dura. Per questo sono contento di frequentarla oggi.

Il mio bisnonno Virgilio mi ha raccontato che quando lui andava a scuola il maestro aveva tre bacchette una piccola, una media e una grande. Lui poteva bacchettare gli alunni sulle dita con una delle bacchette. Il maestro usava la bacchetta a seconda della disubbidienza e quella più grande e grossa veniva usata se la disubbidienza era grave.

Il mio nonno ha iniziato ad andare a scuola a Castel Venere vicino a Buie nel 1956. A scuola tutti portavano i grembiuli o le giacchettine e indossavano le ciabatte. Ogni giorno un alunno era responsabile della classe. Il suo compito era di tenere pulita la lavagna e di accertarsi che la legna per la stufa non mancasse mai. Ogni primavera gli alunni dovevano portare a scuola un vasetto di terra nera per trapiantare i fiori che si mettevano sulle finestre della scuola. Mangiavano la merenda scolastica. Di solito avevano thè, latte, caffelatte con pane e formaggio, miele, burro e marmellata oppure riso cotto e altre cose semplici. Per apprendere i numeri dovevano portare a scuola dei bastoncini di rametti. Questo li aiutava a contare fino a 100. Anche se non avevano tante cose il mio nonno dice che quello era un bellissimo periodo.

Quanto siamo fortunati noi che viviamo una scuola diversa!

Scavando tra i ricordi abbiamo constato che possimo essere fieri e orgogliosi di frequentare questa scuola con lingua d’insegnamento italiana che ci offre tante opportunità. Possiamo frequentare il doposcuola, pranzare nella mensa e godere la palestra.Impariamo attraverso l’insegnamento nelle varie materie ma anche andando in gita, facendo varie attività, visitando biblioteche,mostre e musei, andando al cinema e a teatro, organizzando spettacoli, partecipando a concorsi e facendo anche tante altre cose nuove e interessanti .... e EVVIVA! ........... senza bacchettate!

L’esperienza del lavoro di ricerca ci ha entusiasmato e ci ha fatto capire che fare qualcosa insieme facilita l’opera e porta a tutti tante soddisfazioni.

Gruppo di conoscenza del territorio –